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L’attività economica è svolta da unità che, in vario modo, assolvono la funzione di produrre beni e servizi
per il soddisfacimento dei bisogni umani.
L’azienda è una organizzazione produttiva finalizzata alla soddisfazione dei bisogni umani. Soddisfazione
attivando un processo virtuoso orientato alla creazione di valore, cercando di economizzare nell’utilizzo
delle risorse (che sono scarse). Una volta che il valore viene creato esso deve essere anche distribuito
(stakeholders interni ed esterni).
Shareholder model = spartizione del capitale
Shared value= valore condiviso, le aziende incorporano al loro interno preoccupazione sociali per conseguire
il vantaggio competitivo. Si mettono in comune cose che servono per distribuire valore agli altri e favorire la
nascita di fattori critici di successo. Distribuire valore per far crescere. (es. della valle ha dei progetti con le
scuole delle marche finanziando corsi di formazioni specifici attraverso le quali crea risorse da inserire nel
circuito economico. Processo di apprendimento + moderno incide sulla qualità dei lavoratori- Tozz)
L’attenzione all’ambiente è importante perché porta a preferire un’azienda piuttosto che un’altra, se questa è
inserita all’interno di un sistema di economia circolare.
Creazione e distribuzione del valore anche se coincidono sono 2 fasi concettuali nettamente distinte.
Quando l’azienda fa fatturato sta creando valore ma allo stesso tempo sta soddisfacendo un bisogno umano
(es. Iphone). Clienti e fornitori mentre partecipano al processo di creazione di valore allo stesso tempo
partecipano alla sua distribuzione.
Affinchè l’azienda possa essere tale deve avere i seguenti caratteri ‘non azienda’ manca di uno o +
attributi:
1) Sistematicità: opera secondo logica sistemica perché le aziende sono fatti di parti
(partizioni organizzative) e partecipanti (è un sistema sociale) che costituiscono
l’ambiente interno dell’azienda, l’azienda intraprende con l’ambiente esterno delle
relazioni biunivoche. Questo comporta il fatto che bisogna garantire:
- L’equifinalità delle parti ogni parte deve muoversi in maniera coordinata alle altre al fine del
raggiungimento degli obiettivi e dei fini del sistema. Questo processo è complesso perché possono
instaurarsi delle situazioni di conflitti, quindi l’azienda deve premonirsi di strumenti adeguati per
prevenire l’insorgere di questi conflitti, o risolverli per evitare che essi ostacolino il sistema
aziendale.
- Proprietà olistica il sistema è più complesso delle sue parti a causa delle relazioni biunivoche che
legano le parti. La complessità del sistema cresce in modo più che proporzionale all’aumentare del
numero delle parti.
- Grado di apertura il rapporto con l’ambiente in cui il sistema vive ed opera va letto in maniera
biunivoca e dialettica. L’azienda inoltre presenta un certo grado di apertura verso l’esterno dal quale
riceve pressioni, da cui può difendersi o aggredire.
‘L’azienda è un sistema di forze economiche che sviluppa nell’ambiente di cui è parte complementare un
processo di produzione o di consumo (vecchia definizione ora evoluta), o di consumo e produzione insieme
nell’interesse del sogetto economico ed altresì degli individui che vi cooperano’. apertura a stakeholder
engagment and managment.
‘L’azienda è quindi una coordinazione economica in atto’ composta di elementi strutturali avvinti l’un
l’altro in ottica dinamica fatta di:
Energie personali
Mezzi patrimoniali
Condizioni organizzative si combinano per la produzione di valore (processo non semplice)
Il legame sistemico, in ultima analisi, evidenzia l’interrelazione tra le varie attività svolte dall’azienda (parti e
partecipanti) e tra queste e l’ambiente in cui essa vive ed opera in ottica dinamica ed in funzione del suo
finalismo ultimo.
(Just in time= mano a mano che avanza il prodotto arrivano le componenti necessita di logistica e di
affidabilità dei fornitori, non si hanno scorte di magazzino).
Riorganizzare i processi attorno alle preferenze del cliente, che possono essere variabili cliente cuore
pulsante dell’azienda.
Porter evidenziava le forze del cambiamento ‘driving forces’ che si sviluppano nel sovrasistema generale. (3
sono le più importanti: clienti, concorrenti, fornitori. - partnership settore automobilistico + settore aereo)
Toyota – just in time man mano che il prodotto avanza sulla catena di montaggio vengono aggiunte parti
dai fornitori elevata coordinazione con i fornitori.
(es. questione tecnologica GIGA, l’evoluzione tecnologica può modificare il peso delle forze competitive.
Perciò bisogna essere in grado di identificarle.)
L’autonomia strategica va intesa in relazione alla capacità di organizzare l’interrelazione delle forze interne
in rapporto alle finalità dell’azienda ed al suo rapporto con l’ambiente in cui vive ed opera
VARIABILITA’ AMBIENTALE deve essere coordinata con la COMPLESSITA’ INTERNA (che può
provocare resistenze al cambiamento).
Definire e mantenere nel lungo periodo fattori critici di successo come base per la creazione del
vantaggio competitivo
Es. tim (prima era statale ‘Telecom’ successivamente fu sottratta al governo di Dalema e divenne privata.
Dopo alcune vicissitudini divenne Pirelli, poi passò agli spagnoli, ai francesi, alla fine finì a un fondo di
investimenti americano ‘Elliot’.
Un’impresa ottiene un vantaggio competitivo sostenibile quando un significativo numero di acquirenti
preferisce i suoi prodotti o servizi a quelli dei concorrenti e i presupposti di tale preferenza sono duraturi
– PREFERENZA STABILE di un numero significativo di clienti rispetto ai concorrenti (i clienti
preferiscono me e non gli altri)
Il vantaggio si traduce:
in maggiori volumi di vendita e/o
capacità di praticare prezzi più elevati
Es. Sturbucks vs. altre caffetterie o bar
SISTEMA D’AZIENDA
(video prof. Coda) allegare schema
L’azienda è composta da 4 blocchi, al vertice c’è la direzione strategica. Altro blocco è composto dalla
‘struttura o asset’ in cui inseriamo le energie personali, le condizioni organizzative. Poi abbiamo la gestione
operativa che mette in movimento la struttura (processo dinamico diverso dagli asset che sono statici) questo
porta a produrre risultati.
Questi 4 blocchi si influenzano l’un l’altro:
La direzione modifica i processi della struttura per renderli coerenti con il disegno strategico. La struttura ha
un ruolo importante perché condiziona i processi della direzione. La direzione fornisce le linee guida della
gestione operativa, e quest’ultima man mano che lavora consente info di feedback per la riflessione
strategica. Essa inoltre consente l’apprendimento organizzativo e modifica delle strutture (soprattutto dei
comportamenti), accrescimento fi risorse critiche, ai nostri asset aggiungiamo ‘intangible’, know how).
Infine la gestione operativa produce risultati, che ci dicono se la gestione operativa si è svolta in modo o no
adeguato e permette il controllo strategico. (controllo sull’efficienza).
Il processo di creazione ed esecuzione della strategia:
1) Sviluppo della visione strategica
2) Definizione degli obiettivi
3) Elaborazione di una strategia in grado di concretizzare gli obiettivi e la visione strategica
4) Introduzione e implementazione della stretagia
5) Monitoraggio degli sviluppi, valutazione delle performance e introduzione delle misure correttive
Ogni fase è da rivedere in base alla performance effettiva, a mutate condizioni di mercato, a nuove idee e
opportunità.
La visione strategica descrive il percorso delineato dall’azienda allo scopo di sviluppare e rafforzare la
propria attività, e presenta il cammino strategico attraverso il quale l’azienda intende affrontare il futuro.
Gli elementi chiave della visione strategica:
- Esprime le aspirazioni del management
- Fornisce una visione generale di “dove si stia andando”
- Delinea un percorso strategico
- E’ distintiva e specifica di una a particolare organizzazione – Non contiene espressioni generiche di
positività che possono riferirsi ad altri enti
- Deve conquistare l’approvazione degli stakeholder
Molte volte la vision si trasforma in uno slogan che rappresenta il DNA dell’azienda.
Visione strategica versus missione aziendale
La visione strategica ritrae le finalità istituzionali dell’azienda per il futuro “dove stiamo andando”
o Orientamento futuro in termini di servizio, settore, utenti e tecnologia
La missione aziendale di un’azienda descrive l’attività e le finalità attuali “chi siamo, cosa facciamo e
perché siamo qui” :
o Identificare i prodotti e servizi dell’azienda:
o Identificare i bisogni dell’utente che l’azienda si propone di soddisfare
o Identificare i gruppi di utenti o i mercati che l’azienda cerca di servire
o Identificare l’approccio dell’azienda volto a soddisfare la clientela
Analisi esterna: Valutazione dell’attrattività del settore Determinazione delle opportunità e delle minacce
del settore MODELLO DELLE 5 FORZE COMPETITIVE DI PORTER
CATENA DEL VALORE
Porter sostiene che un prodotto aumenta progressivamente il proprio valore secondo un processo a catena, da
cui il nome del modello.
La catena del valore permette di considerare l'impresa come un sistema di attività generatrici del valore,
inteso come il prezzo che il consumatore è disposto a pagare per il prodotto che soddisfa pienamente i propri
bisogni
Porter per primo si è posto il problema che definiamo l’analisi dei processi. Il suo concetto afferma che il
prodotto mano a mano che avanza addensa a sé risorse e richiede più attività. Ogni attività consuma risorse.
Meno attività si fanno meno risorse consumi meno costi sostieni.
Le attività vengono suddivise in 2 categorie:
attività primarie o di line (ci consentono di mettere in contatto fornitori con clienti): logistica in entrata,
attività operative, logistica in uscita, marketing e vendite, servizi. Le attività di line consumano le risorse
sviluppate dalle attività di supporto.
Attività di supporto: approvvigionamento, sviluppo della tecnologia, gestione delle risorse umane,
infrastruttura aziendale
Ryaner è stata l’unica in grado di riconfigurare l’intera catena del valore, e lo ha fatto così bene da evitare
ogni tentativo di imitazione da parte delle altre compagnie low cost. alitalia aveva 11 tipi diversi di aerei,
ryaner scelse solo il boing 737 e questo generò delle efficienze di carattere produttivo.
5 FORZE COMPETITIVE
La rivalità dei concorrenti è influenzata da:
b) Prodotti sostituti.
Minacce se:
• Competizione di prezzo
• Prodotti in settori ad alta redditività
c) Barriere all’entrata:
• Economie di scala
• Differenziazione di prodotto
• Investimenti necessari e costi di spostamento
• Accesso ai canali distributivi
• Vantaggi di costo
• Tecnologia di prodotto
• Accesso ai mercati delle materie prime
• Localizzazione favorevole
• Sussidi di governo
• Curva dell’apprendimento
• Politiche di governo
Le forze non rimangono mai stabili. Esistono le driving forces che modificano le forze in atto, in questo caso
si parla di pressioni competitive. Molto spesso le driving forces più comuni prendono spunto dal
sovrasistema generale, solitamente sociale e tecnologico. Esse possono arrivare a colpire l’azienda sia
direttamente che indirettamente.
*vedi driving forces + comuni su lucidi
IL MODELLO DI BUSINESS
Il modello di business dell’impresa spiega “come l’impresa sarà in grado di produrre ricavi tali da coprire i
costi e generare valore” – Per quali motivi questa strategia è in grado di generare profitto?
– In che modo si otterranno i ricavi?
– Saranno i ricavi sufficienti a coprire i costi operativi?
– I clienti riterranno che il valore offerto dalla nostra impresa giustifichi un prezzo tale da generare profitto?
C’è una distinzione tra strategia e modello di business:
La strategia: si riferisce a tutte le iniziative competitive e al piano d’azione dell’azienda per lo svolgimento
della propria attività.
Modello di business: quando l’azienda ha tanto profitto vuol dire che la startegia è stata efficace perché ha
un modello di business valido. Esso è qualcosa di intangibile che si sviluppa dentro l’azienda grazie al quale
riusciamo a sviluppare e a implementare una strategia efficace. Concerne il come e il perché l’azienda
riuscirà a produrre ricavi sufficienti a coprire i costi e a generare un profitto e una redditività del capitale
altalenanti.
In generale lo scopo di un modello è quello di aiutare a capire, descrivere, o prevedere come le cose
funzionino nel mondo reale, grazie ad una rappresentazione semplificata di un fenomeno o un’entità. In altre
parole potremmo dire che un business model è una rappresentazione astratta di come l’azienda opera,
spiegando il modo in cui un’impresa crea valore. Facendo riferimento alla definizione data da Alexander
Osterwalder (2009): “A business model describes the rationale of how an organization creates, delivers, and
captures value”, un business model descrive in maniera razionale come un’organizzazione crea, distribuisce
e cattura valore e come converte le entrate in profitti.
Dunque, l’essenza di un business model è di individuare i bisogni dei clienti e la loro disponibilità a pagare,
creando proposte di valore che li convincano e realizzando strutture di costo e di rischio vantaggiose,
consentendo di estrarre valore attraverso la creazione e distribuzione di prodotti e servizi (Teece, 2010) che
creano valore per i propri clienti.
Spesso i due termini vengono confusi, ma un business model è qualcosa di diverso dalla strategia. Un
business model influenza ogni processo aziendale, proprio in quanto rappresenta la logica sulla quale poggia
l’essenza della creazione del valore. Grazie ad Alexander Osterwalder (2004), riusciamo ad avere una
rappresentazione grafica che ci permette di capire come il business model si relaziona con l’ambiente
specifico, la strategia, i processi e i sistemi informativi.
*vedi relazioni B.M e altre componenti aziendali su lucido
AZIENDE:
IMPRESE (mercato) pubbliche o private PROFITTO (diverso dall’utile)
ALTRE AZIENDE (condizionamenti operativi nella acquisizione di fattori e nel collocamento del prodotto)
Aziende pubbliche, Associazioni, Fondazioni
Per la P.A. si parla anche di obiettivi sociali e pertanto di efficacia sociale (o esterna) EFFICACIA
DELLE POLITICHE PUBBLICHE:
- istruzione, formazione, ambiente, lavori pubblici (OUTCOMES)
Stiamo creando valore per i nostri stakeholders?
Sorgono problemi di valutazione e di misurazione ai quali si tenta di sopperire con strumenti
innovativi tipo analisi costi/benefici, bilancio sociale, balanced scorecard, carte dei servizi, etc.