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1. Il sistema economico
5. Un’impresa di successo
6. La lean
11. CSR
1. Il sistema economico
Scienze economiche: studiano le attività economiche, ovvero le attività di produzione e consumo dei
beni volti a soddisfare i bisogni delle persone. Le principali sono l’economia politica e l’economia
aziendale.
L’economia aziendale studia i principi, le leggi e le regole di funzionamento delle aziende di ogni
ordine, elaborando teorie e metodologie per il governo delle imprese.
2. L’ economia aziendale e i suoi principi di riferimento
Le persone nel processo di raggiungimento dei propri fini sviluppano dei bisogni, che vengono
soddisfatti tramite varie attività, tra cui l’attività economica ovvero l’attività di produzione e consumo
dei beni economici. Sono beni economici le merci e servizi utili a soddisfare i bisogni illimitati delle
persone.
L’attività economica pone al centro dell’attenzione la persona, che utilizza l’attività economica non
come fine ultimo ma come mezzo per realizzare i suoi obiettivi.
Le persone tendono per loro natura a formare dei gruppi e ciò influenza i loro bisogni.
In un contesto equo le persone condividono principi come la solidarietà, la giustizia e il progresso.
Le persone tendono ad aggregarsi sia per soddisfare i propri bisogni sociali sia per ottenere risultati
non realizzabili individualmente, o comunque migliori rispetto a quelli individuali.
Molte attività economiche vengono svolte all’interno di istituiti, ovvero società umane dotate di regole
e strutture stabili.
I 4 principali istituti sono:
● Famiglia
● Imprese
● Pubbliche amministrazioni
● Istituti non profit
Gli istituti svolgono attività economica attraverso le aziende.
Le imprese sono aziende di produzione, le famiglie di consumo, le amministrazioni pubbliche aziende
composte pubbliche e gli istituti non for profit sono composte di produzione e consumo.
I bisogni sono suscitati dal perseguimento dei fini delle persone, secondo Maslow è possibile
classificarli in base all’urgenza. In ordine dalla base si parte con quelli fisiologici, poi quelli di
sicurezza, sociali, di stima e di realizzazione. I bisogni però variano da soggetto a soggetto in base
alle sue caratteristiche.
5. Un’impresa di successo
Copan è una multinazionale tascabile in quanto nasce come una piccola impresa del clima familiare e
si sviluppa su scala internazionale generando fatturati importanti e organizzandosi come una
multinazionale, osservando però i valori di partenza.
Aziende familiari: la caratteristica principale delle imprese familiari è la chiara presenza di una
famiglia e anche più rami familiari all’interno dell’azienda (detengono la maggioranza delle quote
societarie/ ricoprono ruoli importanti). Altre caratteristiche sono la tendenza all’autofinanziamento e la
scarsa formalizzazione della comunicazione interna, per via dei rapporti diretti.
Multinazionali tascabili: piccole/medie imprese, solitamente di origine familiare, che operano su
mercati internazionali organizzate come grandi multinazionali. Nel tempo riescono ad assumere
grandi dimensioni, come fatturato o come numero di dipendenti, acquistando un ruolo sempre più
importante.
Innovazione: logiche/strumenti in grado di modificare e migliorare le proprie condizioni di vita.
L’innovazione si realizza attraverso la produzione di nuovi beni, la modifica delle attività svolte,
l’entrata in nuovi mercati e nuove fonti di approvvigionamento.
6. La lean
Tra fine 800 e inizio 900 le aziende venivano gestite secondo lo scientific management (tipico di
Taylor e Ford) ed erano caratterizzate da:
● Forte specializzazione dei ruoli organizzativi;
● Sistema di fabbrica sincronizzato con il mercato;
● Mansioni ripetitive ed alienanti per i lavoratori.
I vantaggi dello scientific management erano la standardizzazione, l’abbattimento dei costi e la
produttività, mentre gli svantaggi l’alienazione dei lavoratori e la scarsa possibilità di scelta per i
consumatori.
Questo modello era tipico del sistema americano, in Giappone il contesto del dopoguerra non
permetteva di replicare gli stessi processi; i lavoratori non avrebbero accettato le condizioni di lavoro
americane e il paese in povertà non aveva i capitali per investire in nuove tecnologie.
Due imprenditori giapponesi del gruppo Toyota visitarono uno stabilimento Ford e notarono una
quantità enorme di sprechi, con questa consapevolezza svilupparono il Lean thinking.
L'obiettivo della filosofia Lean è la riduzione e degli sprechi per permettere l’aumento del valore
aggiunto nel prodotto/servizio offerto al cliente.
Il processo lean si divide in 4 fasi:
1. Evidenziare lo spreco: avere chiare le aree in cui questo si genera;
2. Definire le priorità d’intervento: le aree critiche saranno molteplici e le risorse limitate;
3. Organizzare gli eventi correttivi tramite workshop Kaizen: intervento di miglioramento
nell’area indicata;
4. Monitorare i risultati e pianificare il prossimo workshop Kaizen: kaizen significa miglioramento
continuo, il lean thinking non si arresta dopo aver completato un processo.
Gli sprechi vengono radunati in 7 categorie:
1. Sovrapproduzione: produrre senza ordini da clienti (lotti troppo grandi, produzione in anticipo
rispetto alla domanda, stock per sopperire la difettosità del processo produttivo, personale in
eccesso).
2. Tempi di attesa: tempo morti causati da assenza di coordinamento tra le attività, scarsa
manutenzione preventiva, produzione in grandi lotti, assenza di ordine e pulizia.
3. Trasporto: eccessiva movimentazione che rischi di danneggiare o perdere il prodotto (scarsa
progettazione layout, lotti economi troppo grandi, scorse competenze degli operatori).
4. Processo inadeguato: attività non necessarie nel processo (inadeguata progettazione del
processo, inadeguata analisi delle attività, strumenti, macchine o automazioni non adeguate)
5. Scorte in eccesso: scorte oltre il minimo quantitativo necessario (lunghi tempi di set un, lotti
troppo grandi, attività a monte più rapide di quelle a valle, predisposizione a mantenere
scorte)
6. Movimentazioni umane: spostamenti degli operatori non efficienti (set up inefficace,
mancanza di ordine)
7. Difettosità: difetti o non conformità lungo il processo. Anche il rigetto da parte di un cliente di
un prodotto. (Metri e prime difettose, scarsa qualità del lavoro, strumenti non adeguati.
Solo le attività che aumentano il valore dall’ottica del cliente sono attività di creazione del valore, il
resto è spreco (muda). Lo spreco causa costi elevati nel lungo temine e genera un problema di
competitività.
Tra i principali strumenti utilizzati dalla lean troviamo:
Poka-Yoke: significa a prova di errore. Per snellire i processi vengono sostituite operazioni
complesse con altre più semplici in modo da ridurre il rischio di errori e in modo che esse possano
essere svolte anche da personale non specializzato.
Kanban: si base sulla concezione di “pull” ovvero flusso tirato dal cliente. La produzione viene
effettuata solo nel momento del bisogno effettivo.
Workshop kaizen: diviso in 3 fasi: preparazione dell’evento (persone e materiale), realizzazione di
esso (lavoro sul campo) e presentazione dei risultati (controllo gestione). Trasversale alle 4 fasi del
processo di Lean.
Value stream map: consente di visualizzare il flusso di valore dell’azienda e individuare le aree di
spreco.
5S: cinque parole giapponesi che sintetizzano azioni che migliorano le performance aziendali.
- Sfoltire (eliminare ciò che non è essenziale riducendo rischi e ingombri fisici),
- Sistemare (collocare gli elementi necessari per il lavoro),
- Pulire (attività giornaliera che aiuta ad individuare gli sprechi),
- Standardizzare (regole d’ordine standardizzate),
- Sostenere (procedure condivise da tutti i lavoratori)
Smed (single minute exchange of die): cambio attrezzatura in pochi minuti e quindi riduzione dei
tempi di set up.
Tpm (total productive maintenance): aumento della capacità produttiva e della manutenzione e dei
macchinari. L’obbiettivo è migliorare l’intero flusso e non una sola macchina poiché in quel caso si
potrebbe creare un accumulo di scorte/sovrapproduzione.
One piece flow: strumento utilizzato per risolvere i tempi di attesa tra operazioni, un pezzo si muove
all’interno del processo solo quando il precedente è passato alla fase di lavoro successiva.
Heijunka box: permette di livellare il volume di produzione e rendere la produzione a valle a ritmo
costante secondo il talk time (tempo di produzione di un pezzo per essere in linea con le richieste del
mercato).
11. CSR
Gli 8 pericoli per l’integrità dell’uomo sono:
1. La politica senza principi;
2. Gli affari senza moralità;
3. La scienza senza umanità;
4. La conoscenza senza carattere;
5. La ricchezza senza lavoro;
6. Il divertimento senza coscienza;
7. La religione senza sacrificio;
8. I diritti senza responsabilità.
CSR (corporate social responsability) = integrazione su base volontaria delle preoccupazioni sociali
ed ambientali delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate.
La CSR ha una dimensione interna (gestione risorse umane, salute e sicurezza sul lavoro, effetti su
ambiente e risorse naturali) e una dimensione esterna (partnership commerciali, fornitori e
consumatori, diritti dell’uomo, preoccupazioni ecologiche a livello globale).
L’impresa irresponsabile è quella che si limita a rispettare gli obblighi elementari previsti dalla legge e
non si preoccupa degli effetti che le sue esternalità negative avranno sull’ambiente e sulla collettività.
La CSR è volontaria, le aziende che la realizzano devono contenere dei costi che le imprese
irresponsabili non sostengono ma nel lungo periodo i dati dimostrano che le aziende sostenibili
ottengono risultati migliori.
I consumatori sono sempre più attenti ai temi della CSR e la maggior parte è disposta a pagare un
prezzo maggiore se il prodotto rispetta i valori sociali e ambientali.
In molte aziende è stata creata la figura del CSR manager, che si occupa di promuovere le politiche e
gli strumenti CSR, facenti parte della strategia d’impresa.
Per promuovere la CSR è stato introdotto a livello internazionale il cosiddetto bilancio/rapporto di
sostenibilità ovvero un documento pubblico e credibile che descrive gli impatti di natura economica,
ambientale e sociale che l’impresa/organizzazione genera attraverso le proprie attività.
Per ogni dimensione della sostenibilità (economica, sociale, ambientale) le linee guida del bilancio di
sostenibilità prevedono categorie, standard e criteri rendendolo un documento confrontabile nel
tempo e nello spazio.
Il rischio è che alcune aziende decidano di utilizzare la CSR per fare greenwashing ovvero utilizzare
la CSR come maschera di facciata per apparire come un’azienda responsabile quando invece opera
producendo impatti ambientali e sociali negativi.
I numeri sono importanti e vanno ascoltati ma devono essere immaginati anche eventi in grado di
sbaragliare la situazione.
I fattori critici di successo (CSF = Critical success factor) sono quelle poche aree determinanti dove
l’azienda deve funzionare perfettamente per avere successo. Si evolvono nel tempo al variare dei
bisogni, del contesto sociale e delle strategie competitive.
Il vantaggio competitivo è l’insieme di elementi che distinguono il sistema di prodotto di un’azienda
dalla concorrenza, per esempio il vantaggio di differenziazione o di costo.
Il vantaggio di differenziazione sta nell’offrire un sistema prodotto diverso da quello della
concorrenza, spesso frutto di uno sforzo di innovazione.
Il vantaggio di costo si ha nel momento in cui il sistema prodotto è ottenuto a costi unitari bassi, in
modo da poterlo offrire al cliente a un prezzo più conveniente rispetto alla concorrenza.