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ECONOMIA AZIENDALE

Essa è la scienza che studia il sistema aziendale , quindi ha per oggetto di studio l’azienda , indicando i
metodi e le logiche che ci permettono di comprendere la complessità del sistema aziendale enunciando
delle leggi che possano amministrarla.

Ogni azienda ha una struttura aziendale che viene definita da principali decisioni ed è composta da :
l’assetto istituzionale , le combinazioni economiche , l’assetto organizzativo , l’organismo personale ed il
patrimonio.

Gino Zappa definisce l’economia aziendale come la scienza che studia le condizioni di esistenza e le
manifestazioni di vita delle aziende.

CONCETTO DI AZIENDA

L’azienda è un insieme di persone, beni e mezzi utilizzati per raggiungere obiettivi comuni e soddisfare i
bisogni umani attraverso l’attività economica, essa è considerata anche come istituto economico, da Gino
zappa precisamente, che era un istituzionalista.
Zappa definisce l’azienda come un istituto economico destinato a perdurare che, per il soddisfacimento dei
bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la produzione , o il procacciamento e il consumo
della ricchezza,
L’azienda tende inoltre ad essere vista come un soggetto autonomo , dotato di propria vita e propri
obiettivi.

ATTIVITA ECONOMICA (caratteristiche dell’azienda)

Sono attività con finalità di raggiungimento d’obbiettivo, esse vivono di una dualità composta tra bisogni e
consumi.

I beni economici sono i prodotti materiali e immateriali e rispondono a 2 tipi:


-Quelli in qualità di consumo finale ovvero destinati all’ auto consumo.
-Quello intermedio o produzione necessario all’ottenimento di nuovi beni economici.

Una cosa molto importante è anche la durevolezza di un determinato bene economico, cioè una garanzia di
validità o efficienza nel futuro.
Possiamo quindi dire che esiste un rapporto strumentale tra produzione e attività di consumo.
Possiamo inoltre distinguere aziende volte al consumo (azienda di erogazione) e aziende volte alla
produzione.

Un’azienda dove è presente contemporaneamente il fattore produttivo che erogativo si chiama (Mista o
Composta).

I FATTORI PRODUTTIVI.

Il fattore produttivo però può assumere varie forme.

La prima chiamata anche Fattori Generici è costituita dalla moneta o beni simili perché è facilmente
convertibile in beni e servizi.
I Fattori Specifici sono quelli che l’azienda impiega al fine di ottenere prodotti e servizi.
Quindi è meglio associare alla parola capitale (CAPITALE FISSO, CIRCOLANTE, UMANO).
Un’altra distinzione viene fatta per la loro utilizzabilità.
Fattori produttivi ad utilità durevole (Fattori pluriennali, fecondità ripetuta, strutturali)
Che partecipano più volte all’attività produttiva conservando la loro caratteristica fisico-tecnica (impianti,
fabbricati, terreni)
Fattori Correnti (fattori fecondità semplice, consumo)
Partecipano una sola volta alla produzione, perdendo o mantenendo le loro caratteristiche fisico-tecniche
(materie prime, merci, trasporti)

C’è un'altra distinzione che viene fatta tra le 2 cioè, fecondità semplice o ripetuta, che dipende dal fatto se
siano beni materiali (BENI) o immateriali (SERVIZI).
Possiamo quindi avere una trasformazione da fattore generico a specifico, determinando dei Costi
d’acquisizione (QUANTITA’ X PREZZO).
Così abbiamo 2 tipi di costo a seconda del processo: Costi contestuali o Costi paralleli.
I fattori produttivi hanno caratteristiche quantitative e qualitative che devono essere ben note ai soggetti
che hanno bisogno di combinarle per raggiungere degli obiettivi.

Molte volte per avere un fattore produttivo, dobbiamo rinunciare ad un altro, in termini di moneta, per
questo l’onerosità di un fattore è sempre molto importante per un’azienda.
A volte un Azienda può ottenerli anche non avendo bisogno di scambio, grazie alle conoscenze acquisite
negli anni.
Non meno importante è il concetto di COMBINAZIONE, senza quella i fattori produttivi possono anche
essere inutili.

L’OPERATORE ECONOMICO AZIENDA

L’azienda può essere definita in tanti modi e nessuno di questi può risultare sbagliato, ma in pratica è un
ente che per raggiungere obiettivi produce beni e servizi atti a perdurare.

GINO ZAPPA affermò successivamente che la scienza che studia la vita di un’azienda e la sua
amministrazione economica è definita ECONOMIA AZIENDALE.
Principali sono i caratteri che rendono l’economia aziendale come scienza.

Unitaria, coordinata e integrata perché unitario è il fenomeno e coordinata perché l’amministrazione,


l’organizzazione e la rilevazione risultano complementari.

Dinamica relativa e transitoria perché è in continua evoluzione necessitando quindi di una continua ricerca
di nuovi principi o uniformità.

Finalizzata perché si interroga sui fini dell’attività economica aziendale.

Possiamo dire quindi che la finalità dell’economia in generale è quella di soddisfare i bisogni umani e
l’azienda, in questo caso, è quella che svolge più attività economiche.

L’AZIENDA COME SISTEMA

Fondamentale è stato l’approccio metodologico che si è sviluppato nel tempo, l’approccio sistemico che
includeva le teorie generali dei sistemi.
Il concetto di sistema prevede alcune teorie fondamentali quali:

Meccanicistica: l’azienda è formata da schemi a funzionamento determinato, un sistema chiuso di cui è


necessario scoprire gli algoritmi di regolamento.

Organicistica: l’azienda viene vista come un ente aperto all’esterno, a crescita programmata.
Contrattualistica: l’azienda viene vista e rappresentata come un insieme di contratti.

Sistemica: l’azienda è vista come insieme di elementi volti al raggiungimento dello stesso risultato.

LA TEORIA SISTEMICA

È quella teoria creata per far fronte al grande problema dei sistemi sociali utilizzando il metodo
sperimentale: analisi sintesi/induzione deduzione.

Il concetto di sistema sarebbe quello di: combinazione di uno o più elementi riuniti in un tutto.

Altro concetto fondamentale è quello di “equilibrio dinamico” che può essere applicato anche ai processi
organici, quindi sistemi viventi.

Possiamo quindi dire che questo modello costituisce la più alta forma di espressione in campo economico.

I principali elementi di differenza sono:

1)l’azienda, rispetto agli altri sistemi sociali, è priva di legame giuridico-morale.

2)l’azienda non si propone solo di consumare i beni, ma anche di produrne reindirizzandoli al mondo
esterno.

3)l’azienda non ha interessi comuni, nel senso che, il capitalista che investa si aspetta un risultato
totalmente diverso dal lavoratore.

Possiamo quindi dire che col termine sistema indichiamo elementi e componenti tra loro interagenti sulla
base di relazioni interne ed esterne.

I CARATTERI DEL SISTEMA AZIENDA

I principali caratteri del sistema azienda sono costituiti da:

Sistema Aperto: è aperto all’esterno creando delle interazioni tra elementi endogeni ed esogeni.

Atto a contrastare i problemi di entropia positiva: assorbimento di energia dall’esterno non necessaria alla
sopravvivenza del sistema.

Sistema Dinamico: si dice dinamico se un sistema esiste ed è funzionate con la particolarità di essere
soggetto a modifiche nel tempo e nello spazio.

Sistema Complesso: si dice complesso quando ci sono molteplici elementi o molteplici relazioni tra gli
elementi.
La complessità riguarda anche le divergenze oltre la molteplicità fra le relazioni.

Sistema Probabilistico: si dice probabilistico quando un sistema è costantemente sottoposto a rischi di una
certa natura che minacciano il perseguimento degli obbiettivi e la sua vita stessa in quanto sistema.

Sistema Finalizzato: infine si dice finalizzato quando un sistema ha le capacità di pervenire ad un risultato.

MODELLI DI SISTEMA AZIENDALE

L’azienda in un approccio sistemico è formata anche da modellizzazioni di cui è necessaria sapere la giusta
chiave di lettura per poterle interpretare.

Possiamo separare l’azienda in 2 tipi di subsistemi o sistemi che comunque tra loro risultano funzionali.

Questa suddivisione è data dall’aspetto oggettivo che tratta l’argomento produzione è quello soggettivo che
è semplicemente chiamato sistema del management.
La distinzione sarebbe fra chi gestisce (management) e chi opera(produzione).

Sistema della produzione: questo sistema segue il modello di combinazione produttiva, il che vuol dire,
prendere input dall’esterno, poi, successivamente, apportare le varie modifiche o operazioni per generare
output che comunemente chiamiamo beni/servizi.

Il denaro che comunque può risultare un fattore derivante dall’esterno ha comunque un percorso a sé
perché molte volte è fornito stesso dai capitalisti della società, oppure da enti terzi che si occupano di
finanziare il processo di produzione e si collocano direttamente a lato.

Sistema del management: il sistema del management segue 3 principi fondamentali quali:

Formulazione (subsistema della pianificazione): la formulazione è quel procedimento che prevede


l’ideazione o pianificazione di un progetto ai fini di raggiungere un obiettivo prestabilito.

Realizzazione (subsistema dell’organizzazione e gestione): la realizzazione è quel processo, o step


successivo, che prevede l’attuazione dei piani prestabiliti e delle operazioni.

Controllo (subsistema controllo): il controllo o per meglio dire VERIFICA, consiste nel monitorare i processi
che riguardano la realizzazione con la consapevolezza di dover attenersi alla pianificazione e migliorarli nel
caso si possano riscontrare delle opportunità di miglioramento.

DISTINZIONE DELLE AZIENDA RISPETTO ALLA PRODUZIONE.

Possiamo distinguere le aziende in 2 tipi:

Aziende manifatturiere: Sono tutte le aziende che, prendendo materiale dall’esterno, ne lavorano il
contenuto oppure lo trasformano affinché possano produrre i beni ed i servizi che i clienti richiedono.

Aziende non manifatturiere: Sono principalmente le aziende che lasciano il prodotto input immutato, come
le attività commerciali che sono atte a rivendere il prodotto non modificandolo e le attività di servizi che
tendono ad offrire un servizio, ma vengono considerate intangibili.

Abbiamo inoltre le public utilities, quelle aziende di servizi di pubblica utilità che forniscono beni intangibili
come acqua, luce e gas considerati beni essenziali per i clienti.

DISTINZIONE DELLE AZIENDE RISPETTO ALLA DIMENSIONE.

Per dimensione intendiamo il volume di produzione che un’azienda può sostenere.

In modo diretto sarebbe quanto l’azienda riesca a produrre in un’unità di tempo.

Indiretto invece, consiste nel dover far fronte ai fattori limitativi dell’azienda ovvero l’onerosità come (la
mancanza di fondi, forza lavoro, macchinari).

Le principali distinzioni vengono fatte tra piccole, medie e grandi imprese


Solitamente le medie imprese vengono collocate fra le piccole imprese perché contrapposte a quelle di
maggiore dimensione.

Non bisogna però tralasciare il fattore qualitativo di un’azienda, ovvero la gestione e il controllo aziendale,
molteplici volte, un’azienda, viene collocata in una dimensione anche dal fattore qualitativo e non solo da
quello quantitativo.

Possiamo dire quindi che la dimensione di un’azienda è determinata da:

Modulo di combinazione produttiva: l’insieme di regole e modalità col quale gli elementi partecipano al
processo di trasformazione col fine di ottenere il prodotto.
Programmi operativi dell’impresa: la gestione legata ai programmi di vendita.

Il fabbisogno di capacità produttiva di un’azienda deve comunque tener conto di alcuni elementi esterni
ed interni all’impresa quali:

Andamenti del mercato: Bisogna tener conto della crescita, contrazione (riduzione di una forma d’attività
economica) l’instabilità (instabile se presenta oscillazioni marcate rispetto al normale andamento) o la
mutevolezza di una domanda (mutevole se i clienti richiedono modificazioni qualitative sul servizio
richiesto).

Condizioni Finanziarie: che sono determinate dalle possibilità di accesso a mercati monetari e finanziari,
dalle operazioni economiche determinate in costo e ampiezza dei finanziamenti e dalla capacità di
accrescere internamente o esternamente il patrimonio netto di un soggetto.

Tecniche di produzione:

Economie di scala tecnologiche: dove i costi dell’unita di produzione diminuiscono a seconda dell’aumento
della dimensione produttiva.

Soglie dimensionali minime: dove non è possibile operare al di sotto di certe dimensioni per ragioni
tecniche o economiche.

LE DISTINZIONE DELLE AZIENDE RISPETTO ALLA FORMA GIURIDICA

La principale distinzione che viene fatta tra le aziende consiste nel definire un’azienda pubblica o privata.
Come già abbiamo accennato per le aziende pubbliche, tendiamo a definire, tutte le aziende che fanno
parte di enti statali o pubblici (public utilities).

Per le aziende private è giusto precisare che ci siano alcune ramificazioni interne quali:

Azienda individuale: gestita da un unico individuo con responsabilità di rispondere alle obbligazioni nei
confronti di terzi.

Azienda societaria: un insieme di individui volti a gestire un’attività economica in collettivo.


-Cooperative ove è prevalente lo scopo mutualistico fornendo ai soci beni, occasioni di vendita e condizioni
di lavoro più vantaggiose.
-Consortili ove i ricavi sono maggiori o i costi sono minori e non il diretto conseguimento dell’utile (non
lucrative).

Lucrative: S.N.C (società a nome collettivo), S.A.S (società in accomandita semplice), S.R.L (società a
responsabilità illimitata), S.P.A (società per azioni.)

Altra particolare distinzione viene fatta fra le società di persone e le società di capitali.

Società di persone (S.N.C , S.A.S) c’è chi ha responsabilità limitata e chi illimitata.
Chi ha responsabilità illimitata e chiamato a far fronte dei problemi di insufficienza di risorse fornendo il suo
patrimonio personale.
Strettamente correlato è il ruolo dell’amministratore che indipendentemente dall’ammontare della sua
quota , può amministrare la società.
Nelle società di persone è molto importante che ci siano soci di fiducia , cosa che nelle società di capitali
possiamo non trovare.

Società di capitali: (S.P.A, S.A.P.A, S.R.L)


Come già possiamo capire, l’importanza principale di quest’ultime è data dal capitale stesso.
Queste società sono costituite da soci che investono dei capitali con la differenza che ognuno può essere
sostituito senza alcun problema, basta soltanto comprare la quota di partecipazione.

Nelle società in accomandita per azioni, esempio, ci sono i soci accomandatari responsabili illimitatamente,
con la differenza che quest’ultimi non sono soggetti a fallimento.

Tuttavia, è giusto dire che l’attività economica di produzione, non è una prerogativa dei privati, ma anche
enti pubblici o lo stato stesso. (Società a partecipazione pubblica).

STAKEHOLDER E SHAREHOLDERS.

Gli stakeholders rappresentano l’universo delle persone e delle entità interessate ai prodotti, ai servizi , allo
stato ed al benessere dell’organizzazione ( clienti, investitori fornitori = stakeholder tradizionali).
Gli stakeholder emergenti invece sono i gruppi di pressione , l’opinione pubblica ed i medi, la comunità, i
concorrenti.
Gli shareholder sono invece gli azionisti dell’impresa, coloro che ne posseggono quote di capitale .
Anche gli shareholders sono ovviamente stakeholder dell’impresa , infatti rientrano nel gruppo degli
investitori insieme alle banche ed altri eventuali finanziatori.

IL SOGGETTO ECONOMICO

Il soggetto economico è la persona o il gruppo di persone che assumono le decisioni fondamentali e che di
fatto controllano e governano un’azienda.

Non tutti i soci di un’azienda possono considerarsi soggetto economico, questa diciamo connotazione è
indicata solo per i soci di maggioranza.

In alcune società dove esiste l’azionariato diffuso, quindi i soci non sono legati tra loro, la quota per riuscire
a gestire l’azienda è davvero minima.

Ad esempio, nel caso delle azioni quotate in borsa, c’è il rischio che terzi acquistino delle azioni riuscendo a
trarne la legittimità del controllo aziendale.

Bisogna comunque precisare che la gestione aziendale non è necessariamente rivestita dai proprietari
dell’azienda o dai soci di maggioranza, bensì da figure comunemente chiamate manager.

Molteplici volte un manager può anche diventare un socio di maggioranza acquistando tante azioni,
tuttavia, se si dovessero comunque presentare degli insuccessi per l’azienda, l’imprenditorialità costituita
dai capitalisti di comando subisce un danno su livello patrimoniale, mentre il manager può subire un danno
sulla credibilità professionale e pertanto sul guadagno legato al proprio lavoro.

Forza volitiva: imprenditorialità; Competenze Tecniche: Managerialità.

IL SOGGETTO GIURIDICO

Il soggetto giuridico in un’azienda è quello che si fa carico dei diritti e le obbligazioni nei confronti di terzi.
In un’azienda individuale spesso il soggetto giuridico è indicato col titolare dell’azienda stessa, salvo alcune
eccezioni, come quando c’è un affittuario d’azienda.

Nelle aziende individuali, non c’è un’autonomia patrimoniale, perché sia il patrimonio del proprietario, sia
quello dell’azienda si fondono.
Ciò vuol dire che i creditori dell’azienda sono anche creditori dello stesso proprietario.

Nella società di persone, l’autonomia patrimoniale si presenta ma è esigua, anche perché il confine tra
patrimonio social e quello personale di ogni socio è lieve.

In queste società ci si fa carico anche dei soci insolventi, quindi in qualsiasi caso si può far fronte ad alcuni
problemi ricorrendo al capitale degli altri soci.

Nella società di capitali invece il soggetto giuridico è la società stessa.


Una delle differenze principali rispetto a quella delle persone è il rischio su livello patrimoniale dei singoli
soci
Nella società di persone ogni socio può servire da ausilio ai soci insolventi, in quella di capitali invece,
ognuno ha il suo proprio patrimonio e non ha interesse nell’essere ausilio di altri soci.
I rischi sono comunque presenti nella società di capitali , ma in maniera diversa ,cioè , se il patrimonio
aziendale di una società ha delle variazioni in negativo , i singoli soci ne risentono soltanto in base a quanto
hanno investito.

N.B: SOCIETAS DELINQUERE NON POTEST (Le aziende compiute illecitamente all’interno di un’azienda
prevedono provvedimenti nei confronti delle persone fisiche che hanno compiuto l’atto e non il soggetto
giuridico)

SOGGETTO GIURIDICO ED ECONOMICO A CONFRONTO NELLE DIVERSE FORME GIURIDICHE AZIENDALI

Ci sono alcune precisazioni da fare al riguardo:

FORMA IMPRESA SOCIETA DI SOCIETA DI


GIURIDICA INDIVIDUALE PERSONE CAPITALI
SOGGETTO TITOLARE SOCIETA DI SOCI SOCIETA DI
GIURIDICO SOCI(RIFLESSO)
AUTONOMIA ASSENTE IMPERFETTA PERFETTA
PATRIMONIAL
E
SOGGETTO TITOLARE SOCI SOCI E
ECONOMICO AMMINISTRATOR DETENTORI DI
I CON POTERE DI CAPITALI DI
COMANDO; S.A.S COMANDO E
VANNO ESCLUSI AMMINISTRATORI
GLI LEGGITTIMATI
ACCOMANDANTI DALLA
PROPRIETA’

LE AGGREGAZIONI AZIENDALI

Il concetto di aggregazione aziendale viene indicato come la coesione di unità aziendali distinte sotto il
profilo economico e giuridico.
Alla base di ogni unione fra aziende ci sono gli accordi tra aziende che implicano le aziende formalmente e
informalmente a rispettare una serie di obblighi comportamentali.

A tal proposito si verificano alcuni presupposti quali:

-l’esistenza di una pluralità di aziende indipendenti che indica un’autonomia economica collettiva, ma
diverse autonomie patrimoniali, il che vuol dire che un’azienda è riconducibile al proprio soggetto
economico.
-l’intenzione delle parti di organizzare la loro relazione quindi non dettata da un semplice scambio, ma
dettata da un ordine coordinato che loro tendono a stabilire ex ante, cioè prima di ogni cosa.

In base ai contenuti degli accordi si possono distinguere i:

Legami tecnologici: volti al trasferimento e sfruttamento delle risorse tecnologiche.


Legami produttivi: volti al conseguimento di benefici.
Legami commerciali: volti a sviluppare capacità commerciali e ad aprire canali di vendita.

La formalizzazione di un accordo tra aziende è suddivisa in:

Formali: contrattuali e patrimoniali: i contrattuali fanno parte di un determinato schema contrattuale con
implicazioni giuridiche tra le parti (consorzi, franchising , joint ventures contrattuali) mentre quelli
patrimoniali prevedono che le aziende partecipino al capitale instaurando un rapporto durevole nel tempo.
Informali: finanziari produttivi o personali: si chiamano informali perché non seguono una struttura
convenzionale, ma legami di natura produttiva o finanziaria.
Fanno parte di questi accordi informali anche i gentlemen’s agreement formati da consigli di
amministrazione incrociati.

Le motivazioni principali per la quale un’azienda decide di formare un aggregato sono molteplici , ecco
alcune.

-Il conseguimento di economie di scala cioè partecipare con quote comunque piccole ad un processo di
grandi dimensioni, non supportandone tutti i costi.
-I processi di quasi integrazione verticale cioè aziende che svolgono azioni diverse, ma complementari al
fine di raggiungere un unico obiettivo.
-il conseguimento di economie di raggio d’azione cioè aziende che operano diversamente sull’aspetto
tecnologico ,non essendo quindi complementari , ma poste comunque ovunque per aumentare il raggio
d’azione.

Gli accordi possono essere anche interpretati come un’organizzazione dell’attività intermedia di produzione
(scambio tra aziende) e alla gerarchia (organizzazione interna dell’azienda).

IL GRUPPO

È una forma di aggregazione aziendale dove ogni azienda ha un soggetto giuridico proprio, ma tutti
rispondono ad un unico soggetto economico.
Il potere di controllo che il soggetto economico è in grado di imporre è suddiviso in 3 tipi:
-contrattualistico dove le aziende rinunciano alla propria autonomia, unendosi ad un gruppo dove scelgono
chi le possa amministrare.
-vincolistico rapporti commerciali/finanziari basati sul grado di rischio che un’azienda può comportare su
un’altra, a tal proposito , le aziende possono tutelarsi in forma diretta( nominando i componenti
amministrativi) indiretta( partecipando alle concrete decisioni di gestione dell’azienda.
-partecipativo dove l’azienda , votando, decide chi sia l’amministratore e quali siano le regole da applicare
sull’azienda partecipe.
Partecipazione diretta: un’azienda detiene il controllo di un’ altra.
Partecipazione indiretta: un’azienda detiene il controllo di un’ azienda che a sua volta è in possesso di
quote o azioni di una 3.
Circolari e reciproche: dove o c’è un rapporto circolare , oppure c’è un rapporto di reciprocità sul dare
avere fra le aziende.

LE OPERAZIONI AZIENDALI

L’interazione dinamica delle attività di produzione “sistema delle operazioni aziendali” rappresenta
l’elemento costitutivo fondamentale dei fenomeni di impresa.

Le operazioni aziendali si basano su 3 principi quali:

Presupposti delle operazioni: scelte e decisioni da parte di chi lavora all’interno dell’azienda, principale
requisito sono le conoscenze e gli obiettivi da perseguire.
Oggetti delle operazioni: costituiti dai fattori produttivi e dalle condizioni di gestione.
Risultati delle operazioni: cioè l’incidenza sui fattori produttivi e sull’ambiente in cui l’azienda opera.

Per osservare il funzionamento di un’azienda abbiamo 2 modalità principali

L’AGGREGAZIONE DELLE OPERAZIONI PER AREE FUNZIONALI: identifica i subsistemi operativi in base
all’omogeneità delle operazioni tecniche , ma anche in base alle conoscenze richieste agli operatori.
A sua volta è suddivisa in “Funzioni operative”(ricerca, sviluppo, commercializzazione e produzione) di un
prodotto e “Funzioni integrative” (pianificazione, organizzazione e amministrazione ) di un processo.
L’AGGREGAZIONE DELLE OPERAZIONI PER PROCESSI: basato sull’omogeneità del fine comune anziché
sull’aspetto tecnico.
Diciamo che questo tipo di aggregazione è più volto al soddisfacimento del cliente.

PROCESSO: insieme di attività correlate aventi un obiettivo comune.


ATTIVITA’: Classi di operazioni svolte in successione inquadrate in una logica fornitore-cliente.

Parlando di processi è opportuno dire che potremmo trovare alcuni termini come:
Ciclo o ciclo operativo: dove ogni operazione si ripete sistematicamente senza alcune modifiche
Circuito: dove i gruppi di operazioni o attività delineano un rapporto circolare.

I PROCESSI DI FINANZIAMENTO

I processi di finanziamento consistono nell’acquisizione di fattori produttivi , come ad esempio quelli


generici, in termini di moneta.
Generalmente i finanziamenti possono essere a carico del titolare , socio di un’azienda che si appresta a
finanziare di propria parte un processo, oppure , come seconda opzione, ricorrere ad uno specifico ente che
in qualità di finanziatore , offre moneta col fine unico di trarne interessi entro i termini prestabiliti (banche ,
operatori finanziari).

I PROCESSI ECONOMICI DI PRODUZIONE

I processi economici di produzione esprimono le operazioni sui fattori produttivi specifici.


Relativamente all’aspetto del capitale tecnico , durante questi processi si possono avere 2 tipi di fattori
produttivi , quali:

Fattori produttivi a carattere pluriennale : ove le materie possono essere usate e trasformate più volte,
quindi si ha un rapporto con maggiore durevolezza.
Fattori correnti : dove le materie devono essere usate gradualmente o immediatamente.

La differenza con i processi di finanziamento possiamo dire che si trovi nel fine
Mentre nel primo abbiamo bisogno di un capitale e quindi bisogno di qualcuno che ci finanzi, con la finalità
di restituire le risorse specifiche ottenute, magari nel caso delle banche o operatori finanziari, con interessi,
dall’altro abbiamo un diverso approccio, cioè investire principalmente un capitale col fine di ottenere una
remunerazione maggiore rispetto all’investimento che si è fatto.

VALORI ECONOMICI SU BASE NUMERARIO-FINANZIARIA

Per numerario intendiamo il rapporto tra denaro e valori assimilati.


Per questo tipo di valore ci sono 3 principali fattispecie che lo suddividono, quali:

Valori numerari certi: tutte le operazioni dirette al fondo monetario, ovvero sulla cassa.
Valori numerari assimilati: tutto quello che riguarda i crediti e i debiti di regolamento, ove ad esempio, nei
rapporti commerciali, non c’è coincidenza di scambio fra moneta e attività svolte.
Valori numerari presunti: anch’essi rappresentati dai debiti e i crediti di regolamento, con la particolare di
non avere mai una somma di denaro precisa, ma approssimarsi per stima.

All’interno dei valori economici , però, si possono distinguere 2 categorie:


Valori economico-reddituali: costituiti dai costi e i ricavi del fattore produttivo.
Valori economico-finanziari: riferiti ai debiti , crediti e capitale di proprietà.

VALORI FINANZIARI SU BASE FISICO-TECNICA

L’aspetto fisico-tecnico esprime le qualità, le quantità ed i tempi di formazione del valore economico.
I valori fisico- tecnici sono formati in questo modo:

Acquisto dei fattori: costituito dalla quantità e la qualità dei fattori acquisiti che determinano il loro valore
economico tramite i costi d’acquisto.
Utilizzo dei fattori: cioè la quantità e la qualità del prodotto utilizzato nel processo produttivo che a sua
volta ne stabilisce i costi d’utilizzo.
Realizzazione della produzione: dove alla fine del processo produttivo, per determinare il loro prezzo, si
deve tener conto dei costi sostenuti nel momento d’acquisto e dei ricavi che si potrebbero ottenere sul
mercato ( al netto dei costi non ancora sostenuti)
Vendita dei prodotti/servizi realizzati: dopo la realizzazione , tenendo conto dei tempi di giacenza del
prodotto , seguendo i prezzi desunti dai contratti di vendita o dal mercato , si può ottenere una stima sul
valore economico che si otterrà (ricavi di vendita).

LE VARIAZIONI ECONOMICO-FINANZIARIE.

Le variazioni economiche finanziare sono i valori che per effetto delle operazioni di gestione ne
determinano la positività o negatività del processo.
Abbiamo quindi variazioni di tipo positivo , quando si hanno valori positivi per quanto riguarda il processo
di vendita, quindi avremo + denaro,+ crediti,- debiti- capitale d’apporto; quando abbiamo invece una
variazione numerario-finanziaria di tipo negativo vuol dire che avremo nelle operazioni d’acquisto di fattori
produttivi +debiti,+ capitale d’apporto ,-denaro,- crediti.

LE OPERAZIONI AZIENDALI

Su rappresentazione schematica , le operazioni aziendali possono essere costituite da flussi su 3 livelli


principali, quali:

Flussi fisico-tecnici: qualità, quantità e tempi dei valori economici in termini di acquisizione/consumi dei
fattori produttivi, produzione/cessione dei prodotti-servizi sul mercato.
Flussi economico-reddituali: in termini di costo per l’acquisizione/utilizzo dei fattori produttivi e in termini
di costo/ricavo fase di produzione/cessione.
Flussi finanziari: costituiti dal rapporto numerario- finanziario per quanto ne concerne i( debiti e credi di
regolamento), economico-finanziario per quanto riguarda i( debiti e crediti di finanziamento più il capitale
d’apporto.

Questi flussi possono essere definite in 4 tipologie descrittive quali:

Acquisizione/cessione: coinvolge le dimensioni fisico-tecniche ed economico reddituale; si qualificano come


“Acquisizioni” i flussi relativi agli input di fattore produttivo specifico con provenienza dai flussi di mercato
d’acquisto.
“Cessioni” i flussi relativi agli output di prodotto ceduto o servizio prestato a terze economie (mercati di
vendita).

Consumi/produzione: relativa alla combinazione/utilizzo dei fattori produttivi e alla realizzazione dei
prodotti e servizi.
Quando la produzione coincide con l’acquisizione si hanno i fattori ad utilizzo immediato, quando non
succede si hanno i fattori ad utilizzo graduale o differito.

Entrate/uscite: relativo soltanto alla dimensione monetaria dei flussi finanziari, cioè riferite al fattore
generico denaro.

Impieghi/ fonti: si qualifica come Impiego tutto ciò che, tramite risorsa monetaria, aumenta gli investimenti
o riduce i finanziamenti ricevuti:

-aumento di crediti di regolamento o finanziamento


-diminuzione di debiti di regolamento o finanziamento
-costi di acquisto fattori produttivi specifici
-riduzione di capitale proprio e distribuzione degli utili
Fonte: sono qualificati come Fonti i flussi interni o esterni che determinano un aumento della risorsa
monetaria.

-ricavi di vendita prodotti/servizi


-nuovi finanziamenti o aumenti di finanziamenti già esistenti
-riduzione degli investimenti economici esclusi i fattori produttivi
-riduzione degli investimenti numerario-finanziari e dei crediti di regolamento e di finanziamento.

Acquisizione di denaro con accensione di debiti di finanziamento:


Costi d’acquisto/utilizzo

+denaro + debiti di finanziamento

Ove avremo un aumento di denaro correlato all’accensione di debiti di finanziamento.

Acquisizione di fattori produttivi specifici

+ fattori produttivi

costi di acquisto

+debiti di finanziamento
- denaro

Ove avremo una riduzione della risorsa monetaria a causa di un’accensione di debiti di regolamento.

Vendita prodotti e servizi


Dove potremo avere un aumento di denaro nell’ipotesi di incasso immediato, ovvero se differito un
aumento dei crediti di regolamento.

Pagamento dei debiti di regolamento


In sostanza avremo meno denaro e meno debiti di regolamento

CONTROLLO ECONOMICO GENERALE DEI PROCESSI DI PRODUZIONE

Flussi e stock

Flussi e stock non sono altro che misurazioni temporali di un fenomeno economico, cioè , i flussi descrivono
gli intervalli temporali misurandone il loro andamento nel tempo; gli stock invece, sono gli istanti che
misurano la consistenza di una realtà economica nel momento indicato.

t1 t2
| | TEMPO
stock t1 stock t2

flussi t1-t2

I flussi fisico-tecnici/finanziari/economici possono essere collegati a 2 tipi di produzione, quella per gestione
esterna e quella per gestione interna.
Per Gestione esterna intendiamo:
L’acquisizione di tutti i processi volti ad acquisire più fattori produttivi, ove maggiori saranno i costi di
sostentamento e nel caso finanziario maggiori saranno i debiti di finanziamento.
La cessione costituiti dal decremento di prodotti o servizi , ove maggiore saranno i ricavi di vendita e
maggiori saranno i crediti di funzionamento.
I Finanziamenti ricevuti dove avremo un aumento di denaro contrapposto ad un aumento di debiti di
finanziamento e i Finanziamenti accordati dove avremo un aumento di crediti contrapposto ad una
diminuzione di denaro.

Per Gestione interna intendiamo:

Sono tutti i processi riguardanti la sfera fisico -tecnica ed economico reddituale , esclusa la dimensione
finanziaria, poiché non ci sono legami con l’esterno.
I flussi fisico tecnici sono costituiti dai consumi dei fattori nel processo produttivo e dagli aumenti dei
prodotti disponibili.
I flussi economici-reddituali esprimono invece i costi d’utilizzo ed il valore della produzione realizzata, di
norma entrambi sono del medesimo ammontare.

IL CONTROLLO DEGLI STOCK

Gli stock sono la consistenza in un dato momento di una realtà indagata.

Ad esempio nel primo periodo di vita aziendale gli stock sono suddivisi sempre sotto la sfera economica,
fisico-tecnica e finanziaria.
Per quanto concerne la realtà finanziaria , essi sono rappresentati sostanzialmente dal denaro, dai crediti e
dai debiti alla fine di un periodo.
Per quanto riguarda invece la sfera fisico-tecnica essi sono costituiti dai fattori produttivi e dalle quantità
presenti in un determinato momento , possiamo anche indicarli come se fossero dei depositi.
L’aspetto economico invece riguarda l’applicazione di un costo su tutta la merce fisica in rimanenza, non
venduta o non ancora.

Gli stock vengono indicati anche in base ad osservazioni in merito alla: qualità, la quantità ed efficienza
Per quantità ci riferiamo principalmente ai fattori acquisiti, quelli consumati e le eventuali giacenze di
magazzino; per qualità invece ci riferiamo ai processi produttivi svolti, i prodotti ottenuti e la relazione con
la clientela.
L’efficienza invece è la correlazione tra input e output di un processo, essa aumenta se a parità di input
impiegato , otteniamo più output, oppure se a parità di output , calano gli input di cui abbiamo bisogno.

IL REDDITO DI PERIODO

Il reddito di periodo è espresso sottoforma di remunerazione spettante ai portatori di capitale proprio in un


determinato periodo.
Se la remunerazione risulti essere positiva , possiamo dire che si avrà un’utile di periodo, se invece,
negativa, il tutto si definisce come perdita di periodo.
Nel caso in cui fosse positivo l’esito, ma non viene prelevato dal proprietario, tale dotazione rimane
all’interno dell’azienda sottoforma di capitale d’apporto (finanziamento dei proprietari) oppure come utile
trattenuto dall’azienda (derivante dalla gestione svolta nel periodo).
Entrambi compongono la “dotazione” spettante ai proprietari.
Il reddito di periodo, per essere determinato, richiede una corretta correlazione economica tra ricavi e
costi.
Talvolta è possibile, anticipatamente, sostenere dei costi rispetto ai ricavi, per questo dobbiamo
considerare i costi sospesi dei fattori non utilizzati/ il valore (costo) sospeso della produzione venduta.
Nel primo periodo di vita aziendale possiamo ottenere 3 livelli di valori, variazioni (stock-flussi).
Costo del venduto Ricavi realizzati
Costo di acquisto fattori= 1.500 -Variazione economico
-costi sospesi fattori non Ricavi di vendita 1400 commerciale(gestione esterna):
utilizzati = -300 costi d’acquisizione fattori produttivi
-costi sospesi prodotti non e ricavi di vendita.
venduti= -200 -Variazione economico-produttiva
(gestione interna): costi d’utilizzo ,
Totale 1000 valore di produzione.
-Inerenti a rimanenze
UTILE DI PERIODO 400 fattori/prodotti :costi sospesi fattori
inutilizzati, valore sospeso produzione non venduta.

La corretta correlazione economica tra ricavi e costi avviene secondo il principio della competenza
economica , cioè, dove per, Ricavi di competenza, intendiamo tutte le cessioni di beni effettivamente
avvenute e servizi effettivamente prestati ,senza un incasso monetario , invece , per Costi di competenza ,
intendiamo invece , ad esempio, tutte le materie che cedono la loro utilità al periodo , per ottenere dei
ricavi o per altre ragioni.

Nei periodi intermedi di vita aziendale , non avremo soltanto stock finali , ma anche iniziali, perché a
seconda delle rimanenze o valori sospesi del primo processo aziendale, essi andranno ad aggregarsi al
nuovo processo.

La rappresentazione schematica dei flussi economico- reddituali viene comunemente chiamata prospetto
del reddito o conto economico, è una schematizzazione più semplicistica rispetto al classico schema dei
valori , poiché non prevede l’inclusione di elementi stock, ma si basa soltanto sui flussi.

Esempio 1: Prospetto del reddito (a costo del venduto e ricavi realizzati).

L’UTILE DI PERIODO È DATO DALLA DIFFERENZA TRA I RICAVI DI VENDITA E LA SOMMA DEI COSTI
SOSTENUTI.

ESEMPIO 2: Prospetto del reddito <<a costi ricavi e rimanenze>>

COMPONENTI NEGATIVI COMPONENTI POSITIVI


Costi di acquisto fattori 1500 Ricavi vendita prodotti 1400

Costi sospesi fattori non utilizzati


(rimanenze finali) 300

Costi sospesi prodotti non venduti


200
TOTALE 1500

UTILE DI PERIODO 400 TOTALE 1900

ESEMPIO 3: Prospetto del reddito << a costi e ricavi della produzione ottenuta>>

COSTI DELLA PRODUZIONE VALORE DELLA PRODUZIONE


Costi di acquisto fattori 1500 Ricavi di vendita prodotti 1400

-costi sospesi fattori non


utilizzati 300 Costi sospesi prodotti non venduti
(rimanenze finali) 200

Totale 1200 Totale 1600

Utile di periodo 400

CRITERI CORRELAZIONI COSTI-RICAVI

La logica per determinare un reddito di periodo è applicata secondo una logica di storno di costo, cioè per
fattori produttivi non utilizzati e produzione realizzata e ancora non venduta.

Il costo viene scelto come criterio base per valutazioni di bilancio perché 1) non rappresenta soltanto la
spesa sostenuta per l’acquisizione di beni , ma anche il valore delle loro qualità funzionali 2)perché lascia
meno spazio agli apprezzamenti soggettivi 3) è quello più facilmente applicabile.
Il bilancio ha come obiettivo l’esposizione di valore e non dei costi.

Può essere applicata anche la logica dell’imputazione di costo, dove il principio è quello di aggiungere i
ricavi futuri al netto dei costi e non per storno dei ricavi futuri.

La valutazione intermedia tra il costo e il valore presumibile di ricavo futuro però segue un altro criterio,
quello della ripartizione degli utili, cioè suddividere l’utile prospettico in diverse operazioni che sono tutte
congiunte al fine di contribuire alla formazione del reddito.
Ad esso si applica anche il principio di prudenza legata al confronto con i valori di mercato, per individuare
le possibili perdite in corso di formazione e non degli utili.

FLUSSI MONETARI DI PERIODO

I flussi monetari o anche flussi di cassa (cash flow) sono quei flussi che determinano la differenza tra il
denaro in uscita e il denaro in entrata in un determinato periodo di vita aziendale.

Per cash In flow intendiamo l’aumento di risorsa monetaria in entrata in un determinato periodo di vita
aziendale.
Per cash out flow intendiamo invece le uscite di denaro dalla cassa in un determinato periodo di vita
aziendale.
Possono essere considerati anche flussi operativi quando hanno origine dalla gestione caratteristica, non
operativi quando tengono conto di altre operazioni di cassa , quali prestiti , dividendi, interessi e tasse non
operative; La somma di questi 2 da origine al free cash flow to equity ( cioè quanto denaro piò essere
pagato dopo tutte le entrate ed uscite , investimenti ed accensioni , rimborso dei debiti finanziari).

CAPITALE DI FUNZIONAMENTO (STATO PATRIMONIALE)

“N.B”
CAPITALE GENERICO – MONETARIO: DENARO E TUTTI GLI STRUMENTI CHE LO SOSTITUISCONO
CAPITALE SPECIFICO: BENI MOBILI MATERIALI ED IMMATERIALI (CAPITALE CORRENTE) BENI IMMOBILI
MATERIALI ED IMMATERIALI (CAPITALE FISSO).

A differenza del reddito che prevede componenti come valori-flusso determinati dalla differenza tra costi e
ricavi, il capitale di funzionamento si basa su componenti dati dai valori- stock, cioè valori monetari
finanziari attribuiti ad un determinato momento col fine di impiegarli in esercizi futuri.

Esso si forma attraverso alcune categorie, quali:

Componenti positivi o attività: valori attribuiti a mezzi/impieghi a disposizione.


-attività finanziarie: denaro in attesa di essere impiegato e crediti in attesa di realizzo
-attività non numerarie o costi sospesi: beni acquisiti che possono essere sia materiali che immateriali.
Componenti negativi o passività: valori attribuiti ai debiti e alle rettifiche di attività economiche
-passività finanziaria: debiti di varia natura e durata verso terzi
-passività non numerarie o costi sospesi: rimanenze di natura contabile.

Quando si parla di capitale di funzionamento , è giusto dire che esiste , in base all’ attività e alla passività,
un tipo di capitale comunemente chiamato capitale netto.

Il capitale netto segue una logica matematica data dalla differenza fra attività e passività.
Il capitale lordo invece sarebbe la stima delle attività senza sottrarne il valore delle passività.

Se la passività ad esempio ha un valore maggiore rispetto all’attività, possiamo assistere al deficit


patrimoniale, cioè , vale a dire che i beni presenti non sono sufficienti a ricoprire la massa debitoria.

Nel prospetto del capitale di funzionamento per natura , possiamo vedere che le attività verranno
considerate come impieghi, economici o finanziari , mentre per le passività , esse verranno considerate
fonti economiche o finanziarie.
Impieghi economici: costi d’esercizio, costi d’acquisizione, utilizzazione e costi
Fonti economiche :ricavi d’esercizio, ricavi di vendita , produzione e ricavi di produzione.
< STOCK DI VALORI ECONOMICI E FINANZIARI
RIFERITI AD UN DATO ISTANTE >

< PROSPETTO DEL CAPITALE DI FUNZIONAMENTO


PER NATURA > Attività o impieghi o Passività+ netto o fonti di
investimenti finanziamento
Attività Passività + Netto
Costi sospesi Capitale proprio
COSTI SOSPESI DEI CAPITALE NETTO
FATTORI NON UTILIZZ
Stock di fattori (correnti o Capitale d’apporto 700
Quote di capitale proprio
pluriennali) 500
Accantonamento degli
-Strutturali (materiali, utili
Stock di prodotti 450 Utili non distribuiti 200
immateriali
-Di consumo (materiali,
immateriali)
Debiti
PASSIVITA’ NON
Crediti e denaro
COSTI SOSPESI DEI FINANZIARIE
Debiti di finanziamento 750
PRODOTTI DA VENDERE
Crediti di finanzia 300 Debiti di funzioname 350
Ricavi sospesi
Crediti di funziona 700

Denaro (casse e banche)


ATTIVITA’ FINANZIARIE
50
PASSIVITA’ FINANZIARIE
Crediti (in attesa di
TOTALE INVESTIMENTO TOTALE FONTI DI
essere incassati Debiti (in attesa di essere
2000 FINANZIAMENTO
Denaro (in attesa di rimborsati)
2000
essere impiegato)

I PROCESSI DI FINANZIAMENTO

I processi di finanziamento sono direttamente correlati a quelli di produzione mediante processi di gestione
monetaria.
Essi vivono, o si manifestano in 3 cicli fondamentali.

-area strategica e amministrativo direzionale che prevede la pianificazione e il controllo finanziario


-area tecnico-amministrativa che prevede i processi di acquisto rimborso e remunerazione dei
finanziamenti.
-area tecnico direzionale centrata sulle relazioni tra aziende e finanziatori.

Un’azienda in qualsiasi momento deve disporre di una massa di finanziamenti tale a ricoprire gli
investimenti richiesti dalla gestione, tale situazione si verifica attraverso l’uguaglianza di fonti e impieghi.

Per fonte intendiamo tutto ciò che è destinato a trovare successivamente un impiego nel processo di
gestione, possiamo quindi dire che le fonti sono tutti gli afflussi di massa monetaria all’interno di un
azienda; gli impieghi invece sono invece le cause di deflusso monetario all’interno di un azienda.
Le fonti si distinguono in 2 classi : finanziamento e disinvestimento
Gli impieghi invece in: investimenti e rimborsi di capitale .
Per investimenti intendiamo tutti i processi atti a conseguire uno sviluppo maggiore tramite acquisizioni di
fattori produttivi, differenti dall’impiego , che a sua volta è atto solo a rimborsare finanziamenti
precedentemente ottenuti , quindi non conseguono uno sviluppo aziendale.
Gli investimenti possono essere strutturali o correnti , cioè , per la prima, intendiamo tutti gli investimenti
atti a perdurare nel tempo e quindi a trarne un beneficio nel lungo periodo, per correnti invece, tutti gli
investimenti atti a conseguirne un beneficio nel breve periodo.

Altra piccola distinzione per gli investimenti viene fatta da quelli per produzione venduta e quelli in attesa
di realizzo, cioè , per produzione venduta , tutti i processi già avvenuti e quindi già collocate sul mercato di
vendita, per attesa di realizzo, tutto ciò che non è ancora avvenuto e che quindi non si è trasformato in
risorsa monetaria.

A questo punto, disponendo del totale degli impieghi, possiamo sommarlo all’elemento costituito dai
rimborsi del capitale per ottenere il nostro FABBISOGNO LORDO DI FINANZIAMENTO.

Per soddisfare il fabbisogno lordo di finanziamento abbiamo bisogno delle fonti che si distinguono in
interne ed esterne.
Le fonti interne sono rappresentate dai ricavi di vendita della produzione ottenuta e vengono considerate
come fonti endogene.
Le fonti esterne invece non sono correlate ai ricavi di vendita , ma provengono dall’esterno , ed in gergo
aziendale , più semplicisticamente , vengono chiamati finanziamenti, anche se finanziamenti può essere
ricondotto anche a quelle interne.

L’andamento del fabbisogno di finanziamento è una rappresentazione dinamica della vita aziendale, esso è
costituita da:

-variazioni positive e negative in base algebrica


-variazioni più o meno intense in base all’intensità Vedere pag. 145
-variazioni più o meno frequenti in base alla frequenza
Per processi di finanziamento si intendono tutte quelle attività volte a reperire, gestire e rimborsare i
finanziamenti idonei per quantità e qualità a soddisfare il fabbisogno di finanziamento.

Se dal fabbisogno lordo di finanziamento sottraiamo l’importo dei ricavi di vendita , otterremo il fabbisogno
di finanziamento netto, cioè l’ammontare degli impieghi che devono essere finanziate tramite le fonti
esterne riferendosi ad un determinato istante e non ad un intervallo temporale.
Altro concetto fondamentale è quello della dilazione commerciale ,essa si manifesta nella maggior parte
delle operazioni commerciali.
Infatti per ricavi di vendita talvolta non intendiamo necessariamente un entrata di massa monetaria ,
perché tramite questo processo di dilazione , le aziende o fornitori , forniscono l’ opportunità ai clienti di
creare questo credito commerciale , che usualmente viene saldato entro 30-60-90 giorni.
Possiamo quindi dire che questo è un processo svolto nell’area finanziaria e non monetaria.
Tuttavia è giusto anche dire che non tutti i costi d’esercizio hanno corrispondenza in deflussi monetari,
basti pensare a quando si fanno investimenti strutturali , cioè l’acquisto di macchinari atti a perdurare e
fare parte di un processo di produzione.
In questo caso il costo è comunque dilazionato , cioè frazionato in merito al fatto che questo macchinario
farà parte di un processo futuro.
Questo processo possiamo definirlo come ammortamento , cioè ripartizione di un costo di un
investimento strutturale in più periodi annuali.

AUTOFINANZIAMENTO LORDO = RICAVI DI VENDITA

AUTOFINANZIAMENTO NETTO = RICAVI E COSTI AVENTI MANIFESTAZIONE


FINANZIARIA=AUTOFINANZIAMENTO LORDO DELL’ESERCIZIO- COSTI DI ESERCIZIO AVENTI ECC.

AUTOFINANZIAMENTO IN SENSO STRETTO= AUTOFINANZIAMENTO NETTO- AMMORTAMENTI- PARTE


DISTRIBUITA DELL’ESERCIZIO

L’utile netto di un esercizio è destinato a remunerare i soggetti proprietari determinando un deflusso


monetario che prende il nome di dividendi , un’altra quota invece sarà trattenuta all’interno dell’azienda
sottoforma di riserva degli utili

LE FONTI ESTERNE DI FINANZIAMENTO

La classificazione principale distingue i finanziamenti vincolati permanentemente all’azienda dai


finanziamenti soggetti a rimborso.
Parliamo quindi di Capitali d’apporto per il primo caso e Debiti nel secondo caso.
Le numerose differenze che esistono tra loro sono:
-soggetti finanziatori: il capitale d’apporto e fornito dai proprietari , i debiti invece sono contratti nei
confronti di soggetti non proprietari ( banche , intermediari finanziari ecc.)
-vincoli di restituzione: il capitale d’apporto non è soggetto a restituzione tranne che su disposizione del
soggetto economico, nel secondo caso la restituzione è prevista giuridicamente.
-il capitale d’apporto non ha scadenza predeterminata perché non deve essere rimborsato, i debiti invece
sono soggetti a rimborso tramite scadenze prefissate.
-remunerazione per i soggetti finanziatori: i fornitori di fonti finanziarie richiedono una remunerazione , il
capitale d’apporto , però , viene conferito dai soggetti proprietari con la speranza che l’azienda consegua
un’utile e che tale utile venga ripartito sotto forma di dividendi tra gli stessi proprietari, per i debiti invece, i
finanziatori non proprietari stabiliscono la loro remunerazione attraverso un saggio o tasso d’interesse che
moltiplicato per la durata e l’importo dei capitali forniti , scaturisce un tasso di interesse
-rischio per i soggetti finanziatori: i proprietari vedono i capitali d’apporto soggetti ad una remunerazione
incerta, mentre i finanziatori non proprietari sono remunerati in misura programmata.

Il capitale d’apporto è l’insieme dei finanziamenti conferiti dai soggetti proprietari di un’azienda, nel caso di
più soggetti proprietari di un ’azienda, prende il nome di capitale sociale in senso giuridico.
A seconda della struttura capitalistica, il capitale sociale può essere suddiviso in nozioni di quota (soci) e
nozioni d’azione (società).
Nelle società aventi forma giuridica di società di persone (S.r.l, S.a.s., s.n.c.) la quota esprime la
partecipazione del socio al capitale sociale.
La società per azioni (S.p.a.) è invece presente l’azione ed ognuna di esse costituisce diritti e poteri , quindi
chi detiene più azioni ha più potere e diritto.

-azioni ordinarie – partecipazione alla suddivisione del capitale netto in seguito alla liquidazione della
società
-azioni di diritti riversi- dotate di particolari in termini di partecipazione agli utili
azioni fornite di diritti patrimoniali- assolvono la funzione di segmentare e limitare a specifiche iniziative il
rischio assunto dal sottoscrittore
-azioni riscattabili- con facoltà di riacquistare le partecipazioni possedute da un socio.

il capitale proprio invece è dato dalla somma fra il capitale d’apporto e la riserva degli utili , a volte
usualmente chiamato come “ mezzi propri” perché fondamentalmente il suo complesso consiste nella
disposizione di finanziamento che l’azienda ha a disposizione .

Distinzione dei debiti

I debiti di finanziamento derivando da operazione direttamente finalizzate al conseguimento del fattore


generico per eccellenza (denaro).
I debiti di funzionamento nascono invece a seguito di dilazioni commerciali connesse ad operazioni di
acquisto di fattori produttivi specifici.
I debiti di finanziamento sono ricollegabili a creditori specializzati in servizi di presiti di denaro( banche o
intermediari finanziari non bancari)
I debiti di funzionamento sono correlati a soggetti che assumono la qualifica di fornitori di fattori
produttivi specifici.
L’aspetto fondamentale e che quelli di finanziamento comportano l’acquisizione di liquidità in attesa di
impiego , i debiti di funzionamento invece nascono già investiti in fattori specifici e sostituiscono un’ uscita
di denaro che si sarebbe manifestata se fosse avvenuta in termini di contanti anziché per dilazioni e sono
inoltre costituite da fonti interne( presenza di dilazioni commerciali) e fonti esterne ( debiti di
funzionamento.
Entrambi sono costituite da una durata ed un costo; i debiti di regolamento hanno una durata breve e un
costo non prestabilito scaturito dal confronto del metodo di pagamento diverso nel caso di pagamento
contante da quello della dilazione; i debiti di finanziamento hanno una durata che varia dal breve al lungo
periodo ed un costo esplicito con un tasso di interesse predefinito.

Il tasso di interesse sui finanziamenti può essere variabile o fisso


E’ variabile quando è caratterizzato da alcuni parametri detti indici presi a riferimento( tasso di inflazione ,
rendimento dei titoli pubblici, rendimento del mercato azionario) o anche quando è stato conferito in
valuta straniera e quindi si seguono le oscillazioni del tasso di cambio.

FORME DI FINANZIAMENTO ESTERNO

1) Apertura di credito (scoperto di conto corrente)

Gestito dalle banche concede all’azienda di poter utilizzare un affidamento fino ad un limite massimo
inizialmente concordato come saldo passivo di conto corrente.
Il principale vantaggio è che l’azienda può prelevare non immediatamente una somma , , opportuna alle
proprie esigenze.
Il costo degli interessi passivi dipenderà dall’utilizzo che l’azienda ha fatto in media di tale affidamento.
Avendo un’ estrema elasticità di apertura del credito , l’azienda lo può utilizzare per esigenze temporanee ,
a breve ciclo di utilizzo.
Ci sono anche dei conti a scadenza fissa , quali sconti di pagherò diretto o anticipazioni garantite ed il suo
rimborso è previsto per una scadenza nel breve periodo.

2) Anticipazione su crediti
In sostanza l’azienda riceve da un finanziatore esterno l’incasso dei propri crediti commerciali
anticipatamente rispetto all’accordo fatto col cliente.
Il finanziatore sarà poi rimborsato dal cliente successivamente , possiamo dire , che è un investimento in
atteso di realizzo.
Esso contiene diverse tipologie quali:
-Salvo buon fine : una banca anticipa prima della scadenza il credito commerciale.
-Nello sconto cambiario: la banca anticipa soltanto dopo che l’azienda ha fornito la cambiale
rappresentativa.
-Factoring: ove il finanziatore non è una banca e provvede ad anticipare all’azienda una parte degli
importi relativi e gestisce al contempo il rapporto col cliente.

3) Prestiti di soci e aziende non finanziarie

Sono i soci stessi che forniscono finanziamenti e sono facilmente rinegoziabili successivamente.

4) Cambiali finanziarie

Sono titoli di credito con scadenza nel breve periodo (titolo mobiliare).
Esse devono essere fornite di garanzie prestate da: banche, società finanziarie e società di assicurazioni
autorizzate.
Vengono collocate in serie così da permettere una remunerazione in breve tempo.

5) Mutui

Sono finanziamenti forniti da istituti di credito di medio e lungo termine, il loro tasso può essere fisso o
variabile , scelta fatta in base all’andamento dei mercati.
Esse hanno bisogno di garanzie patrimoniali sottoforma di ipoteche sui beni immobili.
Generalmente frazionato in più rate con una quota di interessi che l’azienda mutuataria deve pagare.

6) leasing finanziario

Costituito da istituti finanziari che , sotto comanda di un cliente o azienda, acquistano un bene per poi
affittarlo alla stessa azienda o cliente , facendone pagare il costo di affitto e la quota di interesse .
Alla fine di questo finanziamento , il cliente, può anche riscattare il bene dando una somma prestabilita
nella fase iniziale.

7) Prestiti obbligazionari

A Tali prestazioni possono ricorrere solo le società azionarie per ottenere un prestito dai soggetti
finanziatori.
Ai sottoscrittori vengono rilasciati titoli di credito (obbligazioni) che rappresentano quote del
finanziamento.
Nella forma tecnica, la società, assume inderogabilmente ed indipendentemente l’impegno di rimborsare il
capitale mutuato ad una predeterminata scadenza , remunerandolo sulla base di un predefinito saggio di
interesse.
I prezzi di emissione per i titoli azionari possono essere fissati alla pari ( valore nominale ) , sopra la pari
(maggiore al valore nominale) ,sotto la pari (un valore minore dei valori nominali).

L’EQUAZIONE DEL FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO


Tale equazione è stata creata per ovviare ad alcune problematiche come quella ad esempio dello
sfasamento temporale delle cause economiche che portano all’affluire e al defluire di denaro , cioè non
corrispondono agli andamenti monetari.

Gli obiettivi che possiamo perseguire grazie a tale equazione sono i seguenti:
-controllo degli andamenti ciclici che esprimono la velocità di rinnovamento del capitale investito
-sincronizzare i processi di smobilizzo e approvvigionamento con i processi di investimento dei mezzi
finanziari
-fronteggiare il fenomeno delle punte finanziarie

f1 X f1 + f2 X p2 + f3+p3
--------- ---------- -------- = c1+ c2 + cn
v1 v2 v3

Dove:

• f i = la quantità del fattore

• p = il prezzo di acquisizione

• v = la velocità di rientro dei fattori nei rispettivi cicli operativi (il tempo che intercorre tra il momento
dell’acquisizione del fattore produttivo e il suo ritorno in forma liquida tramite il conseguimento dei ricavi di
vendita)

• C=capitale necessario per avere la disponibilità di ciascun fattore produttivo

Per i fattori produttivi a fecondità semplice, la velocità ha un valore maggiore di 1, per quelli a fecondità
ripetuta la velocità e minore di 1.

In sostanza l’equazione contiene i costi che si debbono sostenere interamente mediante l’investimento di
capitali.
Ricordiamo inoltre che i costi di utilizzazione e quelli di acquisto coincidono nelle generalità dei fattori
produttivi correnti, in quelli pluriennali invece mai.

I VINCOLI DI ACCESSIBILITA’

Nonostante le tante tecniche di finanziamento oggi esistenti , la gamma di fonti concretamente accessibili
per l’azienda è spesso assai ridotta.
Questo è dato soprattutto dall’ esistenza di vincoli di accesso alle fonti.
I vincoli di mercato economico congiunturali dono connessi ai normali meccanismi di incontro della
domande e dell’offerta e dipendono dall’andamento dei mercati.
Nelle aziende minori i vincoli di mercato sono riconducibili alla mancanza dell’effettiva disponibilità delle
risorse necessarie per provvedere alla copertura dei fabbisogni di capitale d’azienda( vincoli di possesso
della provvista)
Esistono anche i vincoli istituzionali cioè date da norme di regolamentazione che risultano inadeguate
rispetto all’esigenza di canalizzare il risparmio vesto gli investimenti aziendali, ad esempio in Italia non
esiste una borsa dedicata alla quota di piccole medie imprese, quindi possiamo notare facilmente la
disparita di trattamento nei confronti dei piccoli risparmiatori.
Vincoli di rischio intervengono sia nei confronti dei finanziatori che dell’azienda finanziata.
I soggetti capitalisti in pratica , dato l’elevato rischio, investono parte delle risorse nell’azienda e parte nel
mercato finanziario( titoli di stato).
Le aziende si indebitano per volere dei proprietari e quest’ultimi partizionando il rischio, si appoggiano
anche a terzi creditori come ( banche o istituzioni finanziatrici)
Talvolta il ricorso all’indebitamento deriva da politiche di elusione fiscale , si parla al riguardo di thin
capitalization per sottolineare l’effetto scudo fiscale del debito derivante dalla deducibilità degli interessi.
I terzi creditori per fornire un finanziamento hanno bisogno di alcune garanzie quali:
-LEGALE , quelli che la legge stabilisce siano privilegiati
-REALE, assistiti da pegni e ipoteche
-PERSONALI , coperti da fideiussioni dei soci o di terzi
-ASSICURATIVA stipulate da polizze assicurative sui beni in garanzia.
Tradizionalmente sono stesso le istituzioni finanziatrici ad effettuare l’analisi del rischio di credito , se
l’azienda risulta solvente, decidono di erogare tale prestito.
Nei mercati finanziari evoluti , la valutazione di tale solvenza è incaricata ad agenzie di rating, che a sua
volta effettua l’analisi , rilasciando un giudizio di rating che consiste nel voto assegnato ad una singola
operazione del rischio di credito.
Vincoli personali dove le decisioni di finanziamento sono di natura extra aziendale , quindi finiscono per
deviare le decisioni di finanziamento verso obiettivi non del tutto coerenti con i presupposti di una sana ed
equilibrata evoluzione della dinamica aziendale.
Si ricorre quindi a soggetti esterni , come professionisti o banche d’affari.

Date le differenti caratteristiche dei fabbisogni finanziari aziendali , si può evidenziare come ogni processo
di finanziamento deve muoversi preventivamente per ricercare e selezionare le fonti disponibili ,
analizzandole quantitativamente e qualitativamente per soddisfare i fabbisogni attuali e prospettici di
un’azienda.
La copertura del fabbisogno di finanziamento non è di sola natura quantitativa , ma anche qualitativa ,
questa problematica emerge già in fase di raccolta ( qualificazione originaria).
Tuttavia le fonti acquisite possono mutare , e quindi possiamo assistere anche ad una qualificazione
successiva.
Gli elementi guida a cui si devono ispirare le decisioni fi finanziamento per perseguire la liquidità
economica si basano sull’ analisi dinamica del 1)costo delle diverse fonti di finanziamento,
2)della qualità degli investimenti e dei finanziamenti,
3) della relazione tra rendimento capitale e costo dei finanziamenti 4) dalla attitudine dell’azienda a
disporre dinamicamente di margini di manovra nella copertura dei fabbisogni finanziari.

Analisi comparativa delle fonti


Il fattore orientativo principale è riconducibile al costo delle fonti.
- il costo dipende anche dalle precedenti decisioni finanziarie, cioè, se un’azienda ha accresciuto a
dismisura il suo indebitamento in passato, se necessita di altre risorse dovrà corrispondere tassi di interesse
assai elevati.
-le fonti di finanziamento copriranno i fabbisogni finanziari che derivano dagli investimenti , quindi non
possiamo trascurare il problema relativo al rendimento di questi ultimi.
-I finanziamenti non si differenziano soltanto per il costo , ma anche per elementi come la durata e la
flessibilità (agevole utilizzabilità in relazione ai mutevoli fabbisogni).

Analisi evolutiva della struttura finanziaria


Gli investimenti in attesa di realizzo sono distinti in strutturali e correnti.
Gli investimenti strutturali danno corpo al capitale immobilizzato ( immobilizzazioni o investimenti fissi).
Gli investimenti correnti danno corpo al capitale circolante ( investimenti circolanti).
Generalmente le fonti finanziarie dovranno essere qualitativamente adeguate alle caratteristiche degli
investimenti , riferendoci agli investimenti fissi, quindi la copertura finanziaria dovrà venire da fonti
tendenzialmente durevoli ( non rimborsate nel breve termine), altrimenti c’è un rischio per la mancata
sincronizzazione tra entrate e uscite.
Normalmente , anche gli investimenti correnti presentano connotati di permanenza, non dovuti alla durata
,ma alla permanenza come genere( scorte ,crediti, ecc.)
Quindi gli investimenti correnti sono composti da un certo grado di permanenza e un’altra parte invece è
effettivamente fluttuante..
Possiamo affermare che ogni processo , richiede l’attenzione di un certo volume di operazioni e per effetto
della permanenza come specie o genere di diverse attività patrimoniali, il fabbisogno finanziario non
scende di norma sotto una certa misura.

Analisi dell’effetto della leva finanziaria


Intesa come esame del complesso di interventi tendenti al controllo del grado di indebitamento al fine di
ricercare quel livello capace di massimizzare la redditività del capitale proprio.
Il grado di indebitamento rappresenta il presupposto e l’oggetto della leva finanziaria.
L’acquisizione dei finanziamenti comporta un incremento dei debiti di finanziamento, delle fonti disponibili
e del capitale investito.
Questo di riflesso , comporta dei riflessi sulla situazione economica: il capitale monetario acquisito viene
impiegato per i processi produttivi generando redditività operativa e costi dovuti alla remunerazione del
capitale stesso ( oneri finanziari).
Benefici ( redditi operativi aggiuntivi derivanti dall’impiego del capitale stesso)
Oneri ( derivanti dal finanziamento)
Se incrementiamo il debito e abbiamo effetti positivi avremo che i benefici > oneri , se nulli benefici=oneri ,
se negativi benefici < oneri .

REDDITIVITA’ NETTA / CAPITALE PROPRIO =REDDITO OPERATIVO/ CAPITALE INVESTITO+ (REDDITO


OPERATIVO/CAPITALE INVESTITO- ONERIFINANZIARI/CAPITALE DI TERZI) X CAPITALE DI TERZI/CAPITALE
PROPRIO.

RN/CP= RO/CI+(RO/CI-OF/CT) X CT/CP

Sfruttare la leva finanziaria, vuol dire prendere in prestito capitali confidando nell’investimento che dovrà
produrre un rendimento maggiore del tasso di interesse richiesto dal prestatore, generando una redditività
aggiuntiva riferibile al capitale proprio.
L’aumento del grado di indebitamento comunque comporta maggiori rischi per l’azienda che dovrà
sostenere i tassi di interessi maggiori se il debito aumenta.

Nell’analisi e selezione delle fonti, è fondamentale prevedere ex-ante la variabilità del rendimento che del
costo del capitale preso in prestito per evitare che l’effetto della leva inizialmente positivo, possa mutarsi, e
diventare negativo per effetto del mutamento del rendimento e del costo del capitale.

Analisi del grado di elasticità finanziaria

Per elasticità finanziaria intendiamo l’attitudine dell’azienda a disporre di apprezzabili margini di manovra
nella copertura dei fabbisogni finanziari.
Essa dipende dalle riserve di liquidità, dalla possibilità di contenere , comprimere o smobilizzare alcuni
investimenti e dalla sussistenza di aliquote di credito disponibili (riserve di credito).
L’elasticità finanziaria è strettamente legata all’insieme delle risorse effettivamente e potenzialmente
disponibili per fronteggiare fabbisogni di finanziamento non preventivati assolvendo quindi le funzioni di :
-cogliere opportunità di finanziamento manifestate nel tempo ( contributo alla flessibilità strategica)
-non condizionare la gestione operativa alle eventuali richieste di rientro dei finanziatori.
-costituire un cuscinetto di fronte ai possibili errori di programmazione finanziaria
- consentire il fronteggiamento degli effetti finanziari degli eventi dannosi.

QUALIFICAZIONE DEL RAPPORTO FINANZIARIO

I rapporti che legano le aziende ai suoi finanziatori mutano nel tempo , qualificandosi in modi anche molto
diversi da quelli stabiliti inizialmente.
Per qualificazione dei rapporti con i finanziatori s’intende la fase dei processi di finanziamento in cui si
definiscono congiuntamente, le caratteristiche dei finanziamenti stessi.

Capitale d’apporto

Il rapporto che lega l’azienda ai fornitori di capitale d’apporto in alcuni casi viene modificato:

In ordine all’esistenza, al soggetto e alla prospettiva temporale di riferimento del soggetto finanziatore.
Per quanto riguarda l’esistenza è sempre possibile che il finanziatore- proprietario decida di ritirare il suo
capitale e questo va sotto nome di rimborso di capitale proprio , nelle aziende aventi forma societaria
questo processo però diventa più formale.
Nelle società capitali , i soci cercano sempre di trovare un altro soggetto finanziatore che sia disposto a
rilevare la quota del soggetto che vuole ritirare il suo capitale d’apporto , cosi che il finanziamento continui
a permanere.
Molteplici volte sono stesso i soci a rilevare la quota aumentando le loro percentuali di proprietà, altre
volte si ricorre al mercato borsistico , dove chiunque può acquistare la quota di capitale , anche un piccolo
risparmiatore.
Poi ci sono anche le attività di merchant banking , cioè aziende che rilevano pacchetti azionari di società
bisognose di finanziamento permanente, contribuendo allo sviluppo dell’azienda per poi, nel medio lungo
periodo, cederle ad altri soggetti realizzando una plusvalenza.
Per cambiamento di prospettiva temporale si intende quel soggetto finanziatore indotto a comportarsi
successivamente con una prospettiva temporale maggiore o minore , mutando il suo coinvolgimento nella
gestione aziendale .

Qualificazione successiva nei debiti

a) riqualificazione comporta un mutamento dei termini contrattuali del debito


b) riqualificazione connessa ad un mutamento di classificazione delle fonti consiste nel passaggio dalla
classe dei debiti di regolamento a quelli di finanziamento.
c) riqualificazione nel confronto tra debiti e mezzi propri

In altri casi la riqualificazione dei rapporti riguarda i dipendenti o i dirigenti dell’azienda

In caso fisiologico: ai dipendenti vengono offerte quote di capitale sociale delle aziende in cui lavorano ,
queste offerte sono legate al raggiungimento di traguardi economici particolarmente significativi , in modo
da fungere anche come potente strumento di motivazione.

In caso patologico: quello di ridurre la tendenza negativa della situazione finanziaria , convertendo debiti
per stipendi e bonus in quote di capitale della società

La realtà economica riscontra anche casi di workers buy-out o management buy-out.


Consiste nell’acquisto della proprietà dell’azienda da parte dei dipendenti workers o dei dirigenti
management.
Questi buy-out derivano da crisi aziendale e per mantenere il proprio posto di lavoro , la compagnia ,
decide di impegnare i propri risparmi convertendo i crediti verso la società in capitale d’apporto.

Osservando la dinamica dei rapporti finanziari possiamo notare che ci sono 2 flussi di denaro contrapposti,
dove , uno corre verso l’azienda , il secondo verso finanziatori per rimborsare capitali e pagare gli oneri
finanziari.
Cosa fondamentale che deve essere presente in un’azienda è l’adeguato grado di autonomia e flessibilità
finanziaria, se questi mancano , c’è una situazione di debolezza nei confronti dei finanziatori e questo può
concorrere ad una previa crisi aziendale.

PROCESSI DI VENDITA

AZIENDA CLIENTI
AMBITO FISICO- TECNICO PRODOTTI SERVIZI MERCATI DI VENDITA

AMBITO ECONOMICO-REDDITUALE RICAVI DI VENDITA (COLLOCAMENTO

AMBITO FINANZIARIO DENARO O CREDITI DI REGOLAMENTO PRODOTTI SERVIZI)

Le attività decisionali, operative e di controllo di area commerciale-vendita possono essere suddivise in cicli:
-area direzionale – commerciale: analisi di mercato, orientamento al marketing, analisi della concorrenza
-amministrativa-commerciale: gestione degli ordini
-tecnico-commerciale: gestione magazzino spedizioni, vendite e servizi post vendita ai clienti
-amministrativo-finanziaria: rilevazione ricavi e crediti, note di credito, gestione crediti e incassi dai clienti.

Dalla combinazione dei fattori e delle condizioni di gestione commerciale-vendite derivano delle modalità di
articolazione dei rapporti dell’azienda con il mercato.

Nelle imprese orientate al prodotto, l’attenzione ricade sulla progettazione e la produzione dei beni,
mentre per l’attività commerciale, intendiamo la gestione e la cura dei rapporti con la clientela.

L’orientamento alla vendita consiste nel disporre un’organizzazione commerciale atta a seguire e
controllare il processo di collocamento dei prodotti sul mercato.

L’orientamento al mercato è riscontrabile nelle situazioni, dove un’impresa, per sopravvivere, deve seguire
sistematicamente l’evoluzione del mercato tenendo conto delle richieste che derivano dalla clientela
commerciale e i consumatori finale.
Questo modello è orientato alla logica di massima flessibilità ed elasticità.

L’orientamento al marketing comprende la scoperta e l’identificazione dei bisogni dei consumatori, la


progettazione e la realizzazione di un prodotto atto a soddisfare tali desideri e la determinazione dei criteri
per fissare il prezzo , promuovere e distribuire il prodotto in questione.
Il marketing è il risultato dell’ interazione di varie attività coordinate.
Fondamentale è l’analisi della concorrenza e del mercato , cioè conoscere chi sono i concorrenti attuali e
chi potranno esserli quelli futuri ( entrate potenziali).
E’ utile inoltre conoscere i propri concorrenti diretti e quelli indiretti ( stesso settore , ma mercati differenti)
Della concorrenza individuata è opportuno conoscere i punti di forza e punti di debolezza incluse le
differenze che intercorrono tra l’impresa ed i concorrenti più forti .

MARKETING MIX

Con marketing mix intendiamo la combinazione di 4 fattori fondamentali:

1)

L’insieme dei prodotti che costituisce il product mix ( portafoglio prodotti ) più o meno ampio in funzione
del numero di linee di prodotto che esso include.
Per linea intendiamo tutti i prodotti costituiti da una similarità tecnico- produttiva fra loro accomunati,
essa può comprendere un certo numero di prodotti tra di loro più o meno omogenei sul piano tecnico-
produttivo.
Queste linee sono determinate dalla loro profondità ( quanti prodotti per una linea ) e dalla loro ampiezza (
quante linee di prodotto differenti )

2)

L’insieme delle decisioni che un’impresa deve prendere per fissare i prezzi dei prodotti da vita alla politica
dei prezzi.
Secondo il marketing il valore del prodotto non corrisponde al valore monetario , ma al valore percepito
dall’acquirente.
Generalmente un’azienda che non può influenzare il prezzo fissato dal mercato , dovendo per forza
accettarlo o rifiutarlo , viene considerata price taker.
Quando invece , i prodotti vengono venduti in mercati concorrenziali , il venditore può esercitare un grado
di controllo del mercato e fissare liberamente il prezzo dei propri prodotti , da qui deriva il nome di price
maker.

3)

La comunicazione , costituita dai messaggi che l’azienda fornisce ai propri clienti al fine di indurli ad
acquistare il suo prodotto.
Essa avviene nelle vendite mediante personale , cioè il personale che illustra le qualità del prodotto e il loro
funzionamento
Nella pubblicità, messaggi trasmessi attraverso mass media.
Per promozione , molto simile alla vendita mediante personale , poiché il personale deve indurre ad
acquistare tale prodotto illustrandovi tutti gli incentivi offerti e le proprie conoscenze.
La propaganda , che viene svolta per conto di soggetti che ne illustrano spontaneamente le peculiarità
attraverso i mass-media.

4)
Per quanto riguarda la distribuzione , la funzione marketing è chiamata a prendere decisioni di
fondamentale importanza, cioè scegliere gli appositi canali di distribuzione e predisporre un sistema di
distribuzione fisica dei prodotti.

Canale diretto , scambio diretto tra il produttore e il consumatore


Canale corto , quando interviene solo un intermediario
Canale lungo , quando intervengono più intermediari.

La loro scelta deriva dal mercato , dal valore unitario del prodotto , dalle caratteristiche degli intermediari
che l’azienda richiede e dall’esperienza e abilità dei dirigenti di cui essa dispone .

Per gestione degli ordini intendiamo il rapporto tra cliente e fornitore ,che include :

- l’acquisizione degli ordini , cioè ordini da parte di un cliente e soltanto dopo aver verificato la sua
affidabilità per quanto riguarda i pagamenti , il tipo di prodotto, i prezzi di vendita e l’effettiva possibilità di
far fronte all’impegno vendita , l’azienda decide di acquisire l’ordine.
-controllo affidamento cliente , cioè verificare la solvibilità del cliente tramite dati storici di vendita, la sua
puntualità nei pagamenti e la sua potenzialità commerciale , cioè il suo volume di affari sviluppato .
-il controllo della disponibilità dei prodotti , cioè verificare le effettive quantità di prodotto in magazzino, i
carichi e gli scarichi previsti.
-emissione di conferma dell’ordine , cioè l’evasione dell’ordine secondo le modalità pattuite rilasciando 4
copie dell’ordine 1)cliente 2)magazzino 3)ufficio fatturazione 4)ufficio commerciale.
-controllo avanzamento dell’ordine , cioè controllare gli ordini eseguiti e quelli che sono ancora presenti in
magazzino .
-evasione ordini, cioè controllare la consegna dei prodotti rispettando le caratteristiche qualitative e
quantitative previste nella conferma dell’ordine

La logistica

Consegna

Come abbiamo già detto, le spedizioni devono tener conto dei tempi, delle esistenze e delle disponibilità di
prodotto.
Con questo processo di logistica deve essere aggiornato sempre l’archivio prodotto, cioè il controllo della
merce che si ha effettivamente dopo gli scarichi, l’archivio clienti, lo scarico del valore impegnato e
l’archivio portafoglio d’ordini, cioè controllare le righe d’ordine evase.

La consegna dei beni si basa su 2 principi fondamentali , cioè:


-il rispetto dei tempi pattuiti, per evitare anticipi dove il cliente avrà difficoltà nella gestione degli spazi
all’interno del suo ufficio commerciale , e ritardi che possono penalizzare il cliente perché magari non può
far fronte alle richieste di mercato per mancanza di prodotto .
- la conformità degli ordini , cioè rispettare nel giusto modo le quantità e la qualità degli ordini effettuati
evitando di sostenere costi di rii-spedizione successivamente.

La fase di consegna è fondamentale , per questo alcune aziende si affidano ad agenzie specializzate in
consegne , perché esse risultano più efficienti nel servizio (outsourcing)
In alcune attività commerciale con forme di distribuzione commerciale , questo problema non sussiste ,
perché è stesso il cliente a curare il ritiro dei beni.
Gestione post- vendita

Successivamente alla vendita , fondamentale è l’assistenza tecnica, per quanto riguarda la riparazione o la
consulenza in merito ai prodotti venduti.
Essa stessa favorisce il rapporto di fidelizzazione tra azienda e cliente e può fruttare ricavi aggiuntivi, essere
gratuita o in parte gratuita e in parte sottoforma di ricavi aggiuntivi.
Tramite questo, l’azienda può conoscere le problematiche del prodotto ed attuare miglioramenti in una
successiva produzione.

Gestione crediti e incassi

Coinvolge l’area amministrativa contabile e viene svolta mediante il rilascio di documentazioni e rilevazioni
contabili quali:
-fatturazione attiva( crediti verso i clienti e ricavi di vendita)
-emissione di note d’accredito ( rettifiche sui crediti e sui ricavi di vendita per abbuoni, resi ed altre
rettifiche)
-emissioni di ricevute bancarie ed effettivi attivi commerciali ( cambiamento della natura giuridico formale)

L’analisi dei valori finanziari viene fatta in relazione ai soggetti coinvolti ( crediti verso clienti, crediti , verso
soci , società ,) oppure in base alla scadenza( breve termine, medio-lungo termine)
L’analisi dei valori economici viene fatta in base alla denominazione o specie del bene ( prodotto a
c/vendite in aziende industriali, merce a c/vendite in aziende commerciali ) oppure per altri criteri
integrativi , cioè il tipo di canale distributivo ( vendite all’ingrosso, al dettaglio ecc.) o per zone geografiche
( vendite Italia , vendite estero.

Gestione degli incassi avviene per gran parte attraverso il sistema bancario ( assegni, bonifici ecc.), i sistemi
informativi aziendali tengono conto soltanto della contabilità generale o sussidiarie dell’area finanziaria.

Aging list ( liste di anzianità) per i crediti scaduti.

VEDI PAG 228

PROCESSI DI APPROVVIGIONAMENTO

Il processo di approvvigionamento riguarda tutti i fattori necessari all’azienda per lo svolgimento della sua
attività, esso comprende attività come la definizione delle prospettive di acquisto di beni e servizi ,
reperimento di tali beni e servizi e il regolamento del rapporto con i fornitori.
La funzione di approvvigionamento include 5 cicli fondamentali :
-strategico e amministrativo -direzionale ( pianificazione e controllo economico finanziario)
- direzionale-approvvigionamenti ( analisi di mercato , marketing d’acquisto )
-amministrativa – approvvigionamenti ( emissione ordine d’acquisto , conferma del fornitore, ricevimento
materiali e servizi
-tecnico- operativa ( controllo qualitativo e quantitativo )
-amministrativa – finanziaria ( rilevazione costo e debiti , gestione debiti e pagamenti )

ATTIVITA’ DIREZIONALI DEL PROCESSO DI APPROVVIGIONAMENTO DERIVA DA


CONOSCENZA DEL MERCATO, ATTIVAZIONE DI UNA POLITCA DEI MATERIALI E DEI SERVIZI, PREDISPOSIZIONE DI UN ADEGUATA
POLITICA DELLE RELAZIONI CON I FORNITORI

ANALISI DEL MERCATO DI APPROVVIGIONAMENTO DERIVA DA


GRADO DI CONCENTRAZIONE DEL MERCATO= NUMERO E DIMENSIONE DEGLI OPERATORI PRESENTI INNOVAZIONE
TECNOLOGICA= SUPERARE PROBLEMI DI OBSOLESCENZA
LOCALIZZAZIONE= DISTANZA O COLLOCAZIONE GEOGRAFICA

POLITICA MATERIALI E SERVIZI INCLUDE 2 CRITERI FONDAMNENTALI


IMPORTANZA DEI MATERIALI E DEI SERVIZI ( IMPATTO SULLA REDDITIVITA’)
RISCHIOSITA’ DIPENDE DALLA NUMEROSITA’ DEI FORNITORI, LIVELLO DELL’OFFERTA, ANDAMENTO PREZZI

POLITICA AZIENDA – FORNITORI HA L’OBIETTIVO DI


INDIVIDUARE FORNITORI AFFIDABILI NEL MEDIO E LUNGO PERIODO ATTRAVERSO PROCEDURE DI SELEZIONE DI NATURA
QUANTITATIVA ( SELEZIONARE PIU’ FORNITORI PER EVITARE LA DIPENDENZA DA ALCUNI DI ESSI E AFFRONTARE SITUAZIONI
IMPREVISTE) OPPURE QUALITATIVA ( L’AZIENDA DEVE DISPORRE DI FORNITORI COMPETENTI O COMPETITIVI IN GRADO DI
FORNIRE BENI E SERVIZI TECNOLOGICAMENTE AVANZATI )

Importante è anche l’attività di comunicazione che si realizza in sede di negoziazione ponendo l’attenzione
sugli aspetti contrattuali , in sede di sviluppo pone le attenzioni sulle caratteristiche del prodotto e sul
fabbisogno prospettico dell’azienda e infine trasferisce conoscenze e competenze per raggiungere elevati
livelli di soddisfazione nella fornitura
PROCUREMENT MIX (MARKETING D’ACQUISTO): INSIEME DI ATTIVITA’ E AZIONI CHE STRUTTURANO IL SISTEMA DI
APPROVVIGIONAMENTO AL FINE DI OTTENERE VANTAGGI TALI DA METTERE LA PROPRIA IMPRESA IN CONDIZIONI
DI MAGGIORI COMPETITIVITA’ RISPETTO ALLE IMPRESE CONCORRENTI

La gestione degli approvvigionamenti avviene tramite la

Definizione dei fabbisogni : cioè definire la necessità di una materia di cui l’azienda ha bisogno .
Essa avviene tramite la distinta base , ovvero, il documento che fornisce i dati relativi ai consumi unitari e ai
coefficienti d’impiego dei componenti , cioè tutto ciò che è necessario per realizzare un’unita di prodotto.

Controllo della disponibilità di magazzino: controllo delle giacenze del magazzino di materie e semilavorati
esterni per assicurare la regolare alimentazione dei reparti produttivi.
Il periodo di riordino è rappresentato dall’intervallo di tempo che corre tra 2 ordini successivi e può essere
espresso in giorni settimane o mesi.
Fissato questo periodo di riordino le quantità da ordinare vengono elaborate secondo i dati del:

-quantità di materie in rimanenza


-quantità di materie in arrivo su ordini effettuati in precedenza
- quantità di materie impegnate nei programmi di produzione.
Scorta di sicurezza : scorta necessaria per prevenire situazioni rottura di stock determinate da consumi
superiori a quelli previsti oppure a ritardi di esecuzione degli ordini da parte dei fornitori.

Scelta del fornitore

E’ necessario individuare e selezionare i fornitori in relazione a ciascuna richiesta d’acquisto, partendo dalla
scelta dei fornitori in base alla scelta dei materiali e successivamente analizzare l’efficacia di tale fornitura
attraverso analisi di : qualità, affidabilità, prezzo e condizioni di fornitura.
Tali indicatori sono utili per omologare il fornitore e inserirlo nell’archivio dei fornitori che contiene i dati
anagrafici degli stessi incluso il rating sull’affidabilità e l’efficienza in base a dati storici.
Emissione e sollecito degli ordini

L’ordine rappresenta l’impegno dell’azienda nei confronti del fornitore , ma anche la base di riferimento
per la conferma d’ordine, l’approntamento e la consegna delle materie o la fornitura dei servizi dal
fornitore.
Questi determinano i dati del portafoglio d’ordini ( ordini in corso, distinti per articolo e per fornitore),
l’archivio articoli ( ordini in corso per ciascun articolo) e l’archivio fornitori ( ordini in corso per ciascun
fornitore.

Ricevimento delle materie e dei servizi


Con la corrispondenza degli ordini effettuati , si conclude il ciclo di approvvigi onamento.

LOGISTICA IN ENTRATA

La logistica in entrata include il ricevimento delle materie , il carico delle stesse in magazzino , trasferimenti interni e
scarico finale di produzione.
Il documento di base per svolgere le attività successive del ciclo di approvvigionamento è il ( buono di carico ) esso
permette di aggiornare , tramite i suoi dati , l’archivio degli articoli presenti in magazzino, l’archivio fornitori e il
programma di produzione.

INDICATORI SINTETICI DI EFFICIENZA GESTIONE FISICO- TECNICA DELLE MATERIE.

Per calcolare il tempo medio di giacenza di una materia in un magazzino la formula è= RIMANENZE MATERIE/
ACQUISTI MATERIE

1
ESEMPIO: MATERIE RIMASTE = 5 MATERIE ACQUISTATE = 25 : 25/ 5 = in un anno complessivo , sarebbero tipo
5
72 giorni .

Per calcolare quante volte si rinnovano le materie esiste l’indice di rotazione delle materie che va
calcolato cosi = ACQUISTI MATERIE / RIMANENZE MATERIE = 25/5 = 5 mediamente le materie si rinnovano
5 volte nel corso di un anno.

DETERMINAZIONE DEL COSTO DELLE RIMANENZE ATTRAVERSO ALCUNI METODI

LIFO = ULTIMI ARTICOLI CARICATI SONO I PRIMI AD ESSERE SCARICATI, APPLICANDO ALLE MERCI IN
RIMANENZA I PREZZI DEI PRIMI ARTICOLI CARICATI

FIFO= PRIMI ARTICOLI CARICATI SONO I PRIMI AD ESSERE SCARICATI , APPLICANDO ALLE MERCI IN
RIMANENZA I PREZZI PIU’ RECENTI

CMP = COSTO MEDIO PONDERATO = PREZZO MEDIO CHE DERIVA DALLA CONSIDERAZIONE DEI CARICHI E
DEGLI SCARICHI DELLE QUANTITA’.

RISORSE UMANE
Il processo di acquisizione utilizzo del fattore lavoro comprende le attività di reperimento sul mercato delle
risorse umane da parte dell’ azienda , al loro inserimento in azienda fino alla loro uscita dall’azienda.
Esso comprende 4 cicli fondamentali quali: pianificazione( assetto organizzativo)
reclutamento/addestramento, gestione corrente delle lavorazioni, e attività area contabile / finanziaria
( costi delle risorse umane inerenti a paghe , lettere di assunzioni e cedolini).

Questo capitale umano è indicato sotto una struttura organizzativa , che definisce i ruoli e i compiti dei vari
soggetti all’interno dell’azienda .
Per pianificazione mediante assetto organizzativo , si intende la progettazione della struttura organizzativa ,
intesa come modalità di ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra le diverse unità organizzative, e
dei sistemi operativi, cioè i meccanismi statici di funzionamento.

Il fattore lavorativo viene retribuito in forma monetaria verso i lavoratori , più sia alto il livello gerarchico
del lavorate , più alta sarà la retribuzione.
Le politiche retributive sono strutturate seguendo 3 ordini:
-livello retributivo commisurato ai vincoli rappresentati dalla contrattazione collettiva del lavoro e del
mercato
-la struttura retributiva differenzia le retribuzioni in merito alle posizioni del lavoratore o al livello in cui
esso viene inquadrato.
-la dinamica retributiva indica le variazioni di retribuzione in base a fattori automatici( anzianità) fattori
contrattuali ( remunerazione della produttività ) fattori aziendali (incentivi che l’azienda decide di dare al
lavoratore).

L’economicità nell’impiego del fattore lavoro , scaturisce sia dall’efficienza che dall’efficacia e sulle capacità
dei lavoratori di accumulare esperienza e conoscenza per trasmetterle all’azienda.

E bene ricordare che oltre alla valutazione delle prestazioni di lavoro devono essere associati anche
meccanismi di incentivazione , in grado di motivare il comportamento dei soggetti verso gli obiettivi
aziendali.

La programmazione delle risorse umane avviene tramite:


-selezione / reclutamento cioè l’azienda deve reperire la quantità e la qualità di risorse umane che meglio
soddisfano le esigenze aziendali analizzando e selezionando i candidati che soddisfano un minimo di
requisiti che l’azienda impone di avere ove verranno scelti solo quelli che rispondo meglio alle esigenze
aziendali.

-addestramento e formazione cioè in base alle qualità per cui è stato assunto un lavoratore, bisogna
indirizzarlo affinché diventi più efficace per le esigenze aziendali, fornendogli una formazione continua per
mezzo di corsi o modalità operative con finalità d’apprendimento. Il tutto deve svolgersi in modo integrato
affinché il lavoratore possa acquisire competenze che possono essere utilizzate per avere un veloce ritorno
operativo.

-gestione corrente del rapporto di lavoro cioè adattare il lavoratore a posizioni via via diverse se l’azienda
necessita costituendo anche la vaga possibilità di sviluppo sul piano carriera.
Inoltre è utile che la risorsa trovi attrattiva l’azienda onde evitare casi di turnover che porterebbero alla
diminuzione di competenze o conoscenze all’interno di un processo lavorativo.
In altre parole l’azienda deve cercare di soddisfare i bisogni di ogni lavoratore , che siano primari, di
sicurezza, socialità , stima o autorealizzazione.

-cessazione del rapporto o per causa del lavoratore (pensionamento, esigenze personali ecc.) oppure per
scelta dell’azienda che decide di non avvalersi più della risorsa; tuttavia quando l’azienda decide di non
avvalersi più di una risorsa, deve imbattersi anche in vincoli legislativi posti alla protezione del lavoratore.
Un elevato tasso di turnover (risorse che vanno via o vengono mandate) non è un indice di positività in
un’azienda.

La busta paga

Indice delle retribuzioni spettanti ai singoli lavoratori, determinata dall’azienda sulla base del contratto del
lavoro.
Essa include presenze, malattie , permessi , indennità spettanti sulla base degli accordi contrattuali( libro
paga , libro di matricola ecc.)

I COSTI DEL LAVORO

Le forme più diffuse sono la retribuzione periodica a tempo ( le ore lavorate) oppure quella fissa su base
mensile.
Oltre a questi costi di retribuzione , l’azienda corrisponde anche delle somme commisurate alla
retribuzione, che verranno indirizzate agli istituti di previdenza e assistenza ( INPS, INAIL, ecc.)

Il costo del lavoro è così strutturato :

1)

-RETRIBUZIONE DIRETTA ( generalmente erogata con cadenza mensile sulla base del periodo effettivamente
lavorato)
-RETRIBUZIONE INDIRETTA ( Parte di somme riconosciute ai dipendenti non legate all’effettiva prestazione
lavorativa : mensilità aggiuntive, ferie , malattie ecc.)

2)

CONTRIBUTI SOCIALI ( sono somme disposte dall’azienda nei confronti di appositi enti di previdenza o
assistenza per garantire una copertura pensionistica e sanitaria , essi vengono calcolati tramite percentuale
sull’ammontare delle retribuzioni lorde di un dipendente)

CONTRIBUTI ASSICURATIVI ( somme disposte dall’azienda nei confronti di appositi enti che tutelano il
dipendente in caso di infortuni sul lavoro )

3) TFR ( costo aggiuntivo rispetto all’ammontare delle retribuzioni lorde erogate mensilmente dall’azienda ,
esso prima veniva erogato solo alla cessazione del rapporto di lavoro)ad oggi tramite il principio di
smobilizzo , il Tfr può essere versato anche verso un’entità esterna , a seconda della scelta del lavoratore
( forme pensionistiche complementari, FONDINPS, fondo tesoreria)
Manifestazione di volontà ad aderire ad un fondo pensionistico complementare( l’azienda versa il Tfr verso
questo apposito ente)
Manifestazione di volontà di mantenere il Tfr in azienda ( nelle aziende con dipendenti minori ai 50 il Tfr
viene mantenuto in azienda, in aziende con dipendenti > 50 il Tfr viene automaticamente versato al fondo
tesoreria gestito dall’INPS.
Non manifestare alcuna volontà ( silenzio assenso) : l’azienda versa indipendentemente dal numero dei
dipendenti che essa gestisce , l’ammontare del Tfr al FONDINPS ( fondo complementare gestito dall’INPS)

4)

CONTRIBUTI VERSATI A FONDO PENSIONE (percentuale a carico del lavoratore, trattenuta dall’impresa sulla
retribuzione mensile e versata al fondo, oppure, una percentuale a carico dell’impresa ove l’impresa
sopporta questa quota incrementando il costo sostenuto del lavoro)

I FATTORI PLURIENNALI.

I fattori pluriennali o immobilizzazioni tecniche sono i fattori produttivi impiegati come strumenti nel
processo produttivo dell’azienda.
Le immobilizzazioni tecniche costituiscono una tipica classe di investimenti in fattori produttivi ad uso
durevole, cioè esse possono partecipare a più atti produttivi , senza esaurirsi del tutto in un unico ciclo di
produzione. Vengono concepite come la base fissa de sistema della produzione aziendale.
Ogni azienda deve disporre di una struttura di base e questa tramite le immobilizzazioni tecniche avviene
trovando l’ossatura del sistema d’azienda.
Le immobilizzazioni tecniche costituiscono un fattore di rigidità e poche volte sono elastiche e flessibili.
Considerati anche come fattori anticipati, perché vengono acquistate anticipatamente al processo
produttivo (impianti).
Solitamente esse vengono acquisite tramite processi di ammortamento (costo d’utilizzo)
I costi stessi sono tendenzialmente costanti ; sotto il profilo finanziario essi si chiamano fattori ad esborso
anticipato e a lento ritmo di rigiro , cioè l’investimento avviene molto prima rispetto al tempo necessario
per effettuare dei ricavi di vendita.
I fattori pluriennali materiali sono dotati di fisicità e fanno parte della struttura operativa.
Essi comprendono beni immobili come terreni , fabbricati ecc. ; beni mobili ad uso durevole , cioè impianti
macchinari ecc.

I fattori pluriennali immateriali sono privi di fisicità/ tangibilità e si dividono in:

Beni immateriali sono diritti, tutelati dalla legge o contrattualmente , dei quali l’azienda acquista la piena
titolarità legale ( diritti di brevetto industriale , diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, le concessioni,
le licenze , i marchi , i diritti ) .

Oneri pluriennali ( costi ad utilizzazione pluriennale ) rappresentano dei costi capitalizzati in quanto idonei
ad arrecare utilità per più esercizi futuri rispetto al momento del loro sostenimento, anche se non si
concretizzano nell’acquisizione di beni e diritti ( spese d’impianto e di ampliamento, i costi di ricerca e
sviluppo).
Per natura non esistono spese di tipo pluriennale , esistono costi di acquisto di fattori produttivi correnti ,
che svolgono un ruolo diverso da quello implicito per natura.

Fabbisogno dei fattori pluriennali (attività di pianificazione)

Per fabbisogno dei fattori pluriennali si intendono le esigenze e le problematiche generali relative ai
processi di acquisizione , formazione e utilizzo di tali fattori .
Il fabbisogno assume caratteri differenti con riferimento alle varie immobilizzazioni( materiali o immateriali)
ed ai diversi processi ( acquisto e utilizzo) .
Riconducibili ai processi di acquisizione e formazione dei fattori produttivi pluriennali materiali le
problematiche inerenti alla:

Dimensione o capacità produttiva: ha natura quantitativa e riguarda, in termini di volume, la potenziale


attività produttiva degli impianti.
La dimensione o capacità produttiva degli impianti esprime il volume di produzione che gli stessi fattori
sono in grado di sviluppare periodicamente mediante un loro normale impiego.
Quello che conta per l’azienda , però , è la capacità produttiva complessiva del sottosistema degli impianti,
quella cioè che scaturisce dalla combinazione e dalla coordinazione dei vari fattori pluriennali materiali.

La specializzazione produttiva : che si risolve nella scomposizione del processo di produzione in unità
destinate ad esercitare con notevole ripetitività le stesse operazioni produttive.
Essa consente di raggiungere un più elevato grado di efficienza nello svolgimento delle singole operazioni.
Essa inoltre consente di accumulare maggiori competenze attraverso il fenomeno del learning by doing che
spesso si pone come ragione fondamentale della competitività aziendale.

Elasticità e flessibilità : esse sono dovute al bisogno di variabilità e differenziazione dei beni e servizi da
consumare
Elasticità intendiamo l’economicità degli impianti a differenti volumi di utilizzo , essa risente della struttura
economica del sistema produttivo e più precisamente della composizione del costo di produzione in termini
di costi fissi e variabili ( più elastici sono i processi produttivi che comportano bassi volumi di costi fissi
e ,quasi sempre, sono più costosi data la quantità maggiore di costi variabili)

Flessibilità è connessa alla possibilità di utilizzare gli impianti per svolgere processi produttivi alternativi,
tramite i quali ottenere prodotti qualitativamente differenti , senza sostenere costi di trasformazione
incompatibili con la situazione economica e concorrenziale dell’impresa.
La flessibilità rappresenta quindi l’attitudine del sistema produttivo a subire variazioni nei prodotti o dei
prodotti, senza alterare in modo decisivo le condizioni di equilibrio economico

Sistema strutturale delle condizioni operative d’azienda.

Il complesso di elementi , circostanze e situazioni di fatto che definiscono le effettive modalità di


funzionamento dell’azienda e ne qualificano l’operatività.
Esse sono costituite da :
Condizioni operative interne: tecnologie utilizzate, capacità produttiva disponibile, flessibilità degli impianti
installati, competenze e motivazione del personale impiegato
Condiziono operative esterne: rete di vendita , l’ubicazione e le connesse eventuali economie
nell’acquisizione dei fattori produttivi o nel collocamento dei prodotti, la quota di mercato, i rapporti con i
fornitori e i finanziatori, la reputazione commerciale ecc.
Dette condizioni formano il sistema strutturale delle condizioni operative d’azienda; esse permangono ,
oltre la conclusione delle operazioni vincolando i furi andamenti economici.

Acquisizioni fattori pluriennali materiali

I processi di acquisizione dei fattori pluriennali materiali possono essere soddisfatti attraverso soluzioni
come :
A) acquisto presso terzi: non sono molto differenti dalla modalità in cui si acquistano i fattori produttivi
correnti, l’unica differenza è quella della spesa da sostenere.
L’acquisizione diretta di fattori pluriennali materiali richiede investimenti molto rilevanti che impongono la
predisposizione di appropriate operazioni di finanziamento.

B) Realizzazione interna : vengono acquisiti tramite processi interni di natura endogena , che concorrono ai
processi di realizzazione di beni e servizi , cioè questo processo interno è svolto parallelamente al processo
di produzione di beni e servizi. A volte vengono realizzati anche internamente per apportare un’esclusiva
all’azienda, cioè realizzare un qualcosa di innovativo che sul mercato non è ancora presente.

C) L’acquisizione in leasing o in affitto prevede invece operazioni di acquisizioni in locazione di un fattore


produttivo impegnandosi a corrispondere una somma di denaro, periodicamente, a titolo di canone, per
tutta la durata della locazione. Esso può essere distinto in leasing finanziario e leasing operativo.
Leasing operativo: disporre di un fattore pluriennale per un determinato intervallo di tempo (affitto).
Leasing finanziario: punta alla disponibilità del fattore e all’acquisizione dello stesso.
Il canone da versare mensilmente è alto poiché il canone finale d’acquisto risulterà molto inferiore rispetto
a quello del leasing operativo

Acquisizione dei fattori pluriennali immateriali.

I Beni immateriali comprendono: i diritti di brevetto industriale, i diritti di utilizzazione delle opere
dell’ingegno, le concessioni, le licenze, i marchi e diritti simili.

DIRITTO DI BREVETTO

1)Acquisizione dall’esterno per cessione: con la cessione si realizza il trasferimento della titolarità del
brevetto che passa dal patrimonio dell’alienante a quello del compratore che ne acquisisce i diritti.
Il brevetto sarà sottoposto annualmente al processo di ammortamento.

2)Acquisizione dall’esterno per licenza: il titolare del brevetto concede il diritto di godimento
sull’invenzione e acquisisce un compenso rapportato alla quantità di beni e prodotti commercializzati.
Questo compenso è denominato royalty o redevance e rappresenta un costo d’esercizio.

3)Realizzazione interna: rappresentato dal risultato di studi e ricerche fatte all’interno dell’azienda

MARCHIO

Acquisizione interna: A seguito di studi e ricerche, l’azienda realizza il marchio con cui intende
contraddistinguere i prodotti.
Acquisizione esterna: avviene per cessione in base ad un contrato di licenza d’uso dietro corresponsione di
royalties.

INTANGIBLES
Inteso come immobilizzazioni tecniche immateriali di natura endogena , si forma nel tempo per effetto
dell’attività aziendale costituendo un punto di forza e vantaggio per l’impresa, concorrendo a ridurre i costi
incrementare i ricavi o aumentare la rimuneratività dei ricavi stessi.

Le condizioni possono essere le seguenti:

Metodologie di svolgimento di determinate attività aziendali, usualmente definite come know-how.

Conoscenze dei comportamenti dei clienti, fornitori ,concorrenti.

Relazioni esterne intrattenute con i clienti, fornitori , finanziatori attuali e potenziali, organismi pubblici.

Relazioni interne tra persone , o gruppi di persone , componenti il sistema umano aziendale.

PROCESSI DI UTILIZZO DEI FATTORI PLURIENNALI

Una volta inserito nella combinazione produttiva , l’utilizzo del fattore pluriennale, determina un
progressivo logorio di natura tecnica e fisica che ne riduce fino ad esaurirle del tutto , le potenzialità
produttive.
In questo senso si parla di vita fisica per individuare l’intervallo temporale entro cui l’impianto si mantiene
valido.
Motivi dei logorii fisici tecnici possono essere , il trascorrere del tempo, il grado di utilizzo le condizioni di
impiego ecc.

Il deperimento fisico- tecnico fa riferimento ai fattori pluriennali materiali ed esso è contrastato mediante:

Manutenzione ordinaria: che implica la verifica del funzionamento dell’impianto e l’adozione di


provvedimenti.
Essa si distingue in:

1) Manutenzione di riparazione che coincide con l’attività di riparazione dei guasti ed include , quindi, gli
interventi tendenti ad eliminare i fattori di avaria degli impianti quando questi ne determinano il parziale o
totale annullamento della funzionalità operativa.
La manutenzione di riparazione ha dunque il compito di garantire l’efficace e tempestivo fronteggiamento
del guasto.

2)Manutenzione preventiva rappresenta per certi aspetti un completamento ed un evoluzione di quella di


riparazione.
I processi di manutenzione preventiva partono da una fase di studio e di previsione dei casi di inadeguata
funzionalità operativa e di avaria degli impianti . A questo fa seguito la predisposizione di idonei
provvedimenti di salvaguardia, tra questi l’ispezione periodica degli impianti che consiste in una
ricognizione, svolta con cadenza predeterminata da persola specializzato, tesa a rilevare lo stato di
deperimento tecnico e nel caso programmare gli interventi necessari per mantenere integra la funzionalità
operativa.

Manutenzione Straordinaria
Comprende le operazioni di modifica o trasformazione e ammodernamento degli impianti.
Questi processi possono incrementare la potenzialità degli impianti sotto aspetti di:

-produttività
-dimensione
-la qualità del prodotto ottenibile
-la flessibilità operativa.

Queste modifiche si riflettono in migliorie anche fra il rapporto tra lavoratore e gli impianti combinandosi
meglio nel processo di produzione.

Rinnovo

Il rinnovo costituisce un intervento più radicale , consistente nell’eliminazione dei vecchi impianti e nella
loro sostituzione con altri dello stesso tipo o di tipo diverso.
Il rinnovo degli impianti si associa generalmente ad un ammodernamento degli stessi in virtù di una
continua evoluzione tecnologica che determina una crescita della qualità e delle potenzialità degli impianti
stessi nel tempo.
Le problematiche del rinnovamento e dell’ammodernamento degli impianti sono strettamente legate al
fenomeno del logorio fisico e soprattutto dell’obsolescenza.

Obsolescenza.

Per obsolescenza intendiamo che un fattore pluriennale perde la sua efficienza economica ed i suo valore
per un utilizzazione pluriennale dovuta a cause come il progresso tecnologico , mutamento dei gusti dei
consumatori , o della dimensione della capacità produttiva aziendale.
Essa rende necessaria una sostituzione di questo bene obsoleto con uno di tecnologia più avanzata ed
economicamente più conveniente onde evitare di trovarsi in una situazione di svantaggio rispetto alla
concorrenza.
Il fenomeno dell’obsolescenza è tipico delle fasi di maturità e declino del ciclo di vita del bene ( ciclo di vita
del prodotto)

PROCESSO DI AMMORTAMENTO

Rappresenta la forma principale di incidenza ordinaria a contenuto essenzialmente economico con rilevanti
effetti finanziari e patrimoniali.
Esso è ripartito in quote di ammortamento che si considerano:

Sotto aspetto economico: realizzano un trasferimento graduale del valore dei fattori pluriennali sulle varie
produzioni e sul risultato, esprimendo i costi di competenza (costi d’utilizzo)

Sotto l’aspetto finanziario: rappresentano la graduale ricostituzione tramite i ricavi di vendita, delle risorse
finanziarie impiegate nell’acquisizione dei fattori pluriennali.

Sotto l’aspetto patrimoniale: esprimono una graduale diminuzione di valore delle immobilizzazioni in
funzione della dinamica delle quote con la quale si viene a determinare il valore residuo da ammortizzare
(costo sospeso)

Concetto fondamentale è quello che non basta soltanto calcolare e imputare le quote, è necessario
verificare la loro copertura con i ricavi conseguiti , in questo caso si realizza sostanzialmente
l’ammortamento.

L’ammortamento si realizza con un piano che implica la conoscenza dei seguenti elementi:

- Valore da ammortizzare : dato dal costo di acquisizione , produzione dell’immobilizzazione , con aumento
degli oneri e diminuito del valore residuo di imputazione
- La durata economica o vita utile cioè il periodo della loro utilità economica , ossia come il periodo in cui
possono essere utilizzate con convenienza economica.
Nel determinare la vita utile vanno considerati elementi come :
l’obsolescenza , i rapporti con le altre immobilizzazioni e i piani aziendali per il rinnovo dei fattori pluriennali

-i criteri di ammortamento sono le ipotesi secondo le quali viene istituita la correlazione tra il valore da
ammortizzare e la partecipazione del fattore pluriennale alle produzioni dell’impresa, da queste ipotesi
derivano i valori congetturati.
I metodi o ritmi di ammortamento indicano se la quota sarà rigida o flessibile .
Le quote costanti sono le più diffuse perché facili da applicare .

LA PRODUZIONE

La produzione viene osservata nell’aspetto tecnico come un processo di trasformazioni fisiche attraverso il
quale è possibile ottenere un prodotto o un servizio per il cliente, secondo le regole della combinazione dei
fattori produttivi.
Nell’aspetto economico si osserva l’economia delle trasformazioni , cioè la più conveniente combinazione
che può fornire il prodotto o servizio richiesto.

CUSTOMER SATISFACTION: Le aziende cercano di fornire al meglio possibile un servizio ai clienti , fornendo i
beni da loro richiesti o i servizi di cui necessitano.
Molte aziende sono orientate a questo modello ed esse vengono denominate come aziende customer
driven , ossia guidate dal cliente.

Le esigenze fondamentali del processo di produzione sono:

-il garantire un continuo utilizzo della struttura produttiva


-produrre solo ciò che le aziende può ritenere di vendere
-soddisfare le richieste dei clienti in termini di tempi di consegna e varietà delle produzioni richieste.

ATTREZZAGGIO: cambio di un’utensile per una determinata produzione ed esso può comportare una
variazione di tempo.

Strumenti informativi per la programmazione della produzione


DISTINTA BASE

Strumento informativo che indica tutte le risorse necessarie per realizzare un prodotto assieme alle
quantità d’utilizzo.

I componenti che servono possono essere acquistati internamente o esternamente, come i semilavorati che
possono essere scissi in parti più piccole, creando uno schema ad albero che molteplici volte è presente
nella distinta base.

CICLO DI LAVORAZIONE (NORM)

Strumento informativo che specifica il tipo e la sequenza temporale delle operazioni da compiere per
ottenere un certo prodotto o semilavorato.
Per ogni fase, contraddistinta da un codice, sono indicati anche i tempi richiesti.

Il tempo di attesa, cioè il tempo necessario per preparare un centro alla lavorazione: manutenzione pulizia
accensione macchina.
Il tempo di attrezzaggio, tempo riferito alla fase di installazione sulla macchina dell’utensile necessario per
eseguire la lavorazione specificata
Il tempo di lavorazione in senso stretto.

Nel processo di produzione i 2 fondamentali obbiettivi da perseguire sono :

EFFICIENZA ( Costi e rendimenti )

Un’azienda è efficiente quanto utilizza in maniera economica le risorse a propria disposizione , cioè quando
riesce a non sprecare troppe risorse , ma raggiunge i risultati richiesti.
Gli indicatori di efficienza riguardando il rendimento fisico- tecnico dei fattori dei processi produttivi e i
costi.
Essa esprime il livello più conveniente di rendimento o di produttività ottenibile dai fattori impiegati, come
riflesso della spinta ad ottenere il miglior risultato a parità di risorse impiegate, ovvero a minimizzare le
risorse necessarie per conseguire un dato risultato.

EFFICACIA (Misure di qualità e misure di flessibilità)

Per efficacia intendiamo la capacità di raggiungere gli obbiettivi prefissati.


L’efficacia tratta del sostanziale rapporto tra i risultati ottenuti e quelli previsti.
In un azienda si denotano comportamenti efficaci quando si riscontra la capacità di fare tempestivamente
la cosa giusta.

I COSTI DI PRODUZIONE

Il costo di produzione è dato dalla somma di valori attribuiti ai fattori impiegati o consumati nei processi
con lo scopo di conseguire un utile.
L’oggetto di costo è qualsiasi oggetto per cui si richieda una specifica misurazione dei costi.
I costi possono essere diretti quando possiamo attribuire un costo alla quantità di risorsa utilizzata valutata
ad un determinato prezzo unitario ( quantità per prezzo).

I costi possono essere indiretti relativi a risorse utilizzate in comune da più oggetti di costo ( costi comuni )
(manutenzione , personale , movimentazione materie)

Base di riparto: è un procedimento di ripartizione o allocazione dei costi indiretti valutando le quote di
fattore produttivo a costo indiretto impiegata nei vari oggetti di costo.
Le basi di riparto possono essere classificate in fisiche espresse da valori non monetarie, o monetarie
espresse da valori monetari.
Individuata la base di riparto dobbiamo determinare il coefficiente di riparto, attraverso il costo indiretto e
il valore complessivo della base di riparto.

BASI DI RIPARTO QUANTITATIVA : VOLUME DELLA PRODUZIONE.

COEFFICIENTE DI RIPARTO : COSTO INDIRETTO /TOTALE VOLUME DI PRODUZIONE

Esempio: Sappiamo che 30000 è il valore complessivo dei costi indiretti , il valore totale del volume di
produzione invece e 1000 unità prodotte, quindi dobbiamo procedere facendo la divisione tra il costo
indiretto specificato e il volume totale di produzione , ottenendo il coefficiente di riparto che è : 30

COSTI INDIRETTI A = COEFFICIENTE DI RIPARTO X QUANTITA PRODOTTE A


Il prodotto A ha prodotto 400 unità , quindi : 30 ( coefficiente di riparto ) per 400(produzione A)= 12000
Il costo indiretto di A( come processo produttivo , contenente , totale materie, manodopera e
ammortamenti per un valore totale di 85,000 deve sommarsi al costo indiretto che è 12,000) ottenendo
che il costo totale per il prodotto di A sarà : 97.000€

COSTI INDIRETTI B = COEFFICIENTE DI RIPARTO X QUANTITA PRODOTTE B


Stessa modalità , utilizzando dati diversi.

BASE DI RIPARTO A VALORE : COSTO DELLA MANODOPERA DIRETTA

COEFFICIENTE DI RIPARTO = COSTO INDIRETTO/ TOTALE MANODOPERA DIRETTA

Supponiamo che il totale della manodopera sia pari a 40000€ , seguendo lo stesso procedimento , sapremo
che 30,000 ( costo indiretto ) diviso 40000( totale manodopera) ci dà come coefficiente di riparto un
risultato pari a : 0,75 ( Con questo valore , seguendo gli stessi procedimenti , attuandoli con dati differenti ,
potremmo sapere a quanto ammontano i costi indiretti di manodopera del prodotto A e a quanto
ammontano i costi indiretti di manodopera del prodotto B.

COSTI INDIRETTI PRODOTTO A= COEFFICIENTE DI RIPARTO X MANODOPERA DIRETTA A


COSTI INDIRETTI PRODOTTO B = COEFFICIENTE DI RIPARTO X MANODOPERA DIRETTA B

I Centri di costo sono insiemi di costi che riguardano un determinato settore o attività dell’azienda e
costituiscono un’attività tipica del controllo di gestione .
Al loro interno vengono inseriti totalmente o parzialmente i costi indiretti dell’azienda , ovvero quei costi
che non riguardano in maniera esclusiva un singolo prodotto.
Essi sono uno strumento molto utile nella gestione dell’azienda in quanto aiutano l’imprenditore a
comprendere meglio il costo di ogni reparto e quanto questo incida sulla singola linea produttiva.
Essi servono soprattutto per capire dove collocare i costi indiretti seguendo ragionamento a seconda della
natura del costo in particolare.

Modalità di svolgimento delle attività di produzione

Per calcolare i costi del prodotto bisogna considerare anche le diverse modalità di svolgimento delle
attività di produzione; in tal senso si distinguono aziende operanti :

Su progetto o commessa il processo si attiva su un prodotto o servizio specifico ed individuabile sulla base
di un ordine ben definito del cliente. In tal caso abbiamo un procedimento diretto di calcolo dei di
prodotto , perché i costi sono imputati ad una commessa specifica.

Nelle imprese operanti con processi di produzione a flusso continuo, si producono masse di prodotti o
servizi omogenei tra loro e indifferenziati ; nelle imprese in cui la produzione avviene a flusso continuo il
costo unitario di prodotto risulta un costo medio, ottenibile dal rapporto tra l’ammontare complessivo dei
costi di produzione sostenuti in un periodo di tempo e la quantità totale di output ottenuta.
Si parla di procedimento indiretto di calcolo dei costi , perché il sistema può determinare solo il costo
complessivo di produzione relativamente ad un periodo ti tempo ed il costo unitario può essere calcolato
solo indirettamente mediante il rapporto costi/output.

Le configurazioni di costo

Una configurazione di costo è costituita da una somma di valori di costo al fine di ottenere informazioni
economico finanziare che possano essere utili per le decisioni.
-Prima configurazione data da un costo primo, costituita dalla sommatoria delle materie prima , la
manodopera diretta e di altri costi diretti relativi alla trasformazione industriale delle materie.
Se aggiungiamo al costo primo una quota di costi indiretti di fabbricazione otteniamo il costo di
fabbricazione.
- Altra configurazione relativa al costo di trasformazione ( conversation cost ) dato dalla sommatoria di tutti
i costi relativi al processo manifatturiero con esclusione delle materie prime.

Variabilità dei costi

La variabilità dei costi relativi all’oggetto prescelto si determina a seguito dell’effetto su di essi di fattori
determinanti ( cost driver) la cui variazione ne muta l’entità totale .
L’individuazione del determinante di costo costituisce una fondamentale decisione per studiare
l’andamento dei costi di un dato oggetto.
Tipologie di cost driver possono essere( volumi di produzione, numero di attrezzaggi( setup ) ecc.)
Rispetto ad un cost driver si distinguono i :

-COSTI COSTANTI O FISSI : si definiscono costi fissi quelli che non variano al variare del volume di cost driver
(fattori determinanti di costo).
Esempio di costo fisso è l’affitto annuale di un capannone industriale , esso non varia al variare del livello di
cost driver , che in questo caso , abbiamo scelto sia “il numero di unità prodotte”.
C= K

-COSTI VARIABILI : questi costi variano al variare del cost driver.


Esempio : il contenuto di materia prima ed il suo costo raddoppia se il volume di produzione raddoppia ,
triplica se il volume triplica, questo si definisce costo variabile proporzionale.

C= v Q ( v è il costo variabile unitario , Q il livello del cost driver )

-COSTI MISTI ( SEMIVARIABILI O A SCALINI)

Sono semi variabili quando sono composti da una quota fissa ed una quota variabile.
Esempio tariffa telefonica fissa , ma con ulteriori pagamenti per esempio per gli scatti

C= k+ Vq

Sono a scalini quando vi sono incrementi nei costi all’interno dell’area di rilevanza a intervalli di variazione
del driver.
Esempio : un supervisore controlla massimo 20 dipendenti , al 21esimo si ha bisogno di un secondo
supervisore.

COSTO TOTALE E COSTO UNITARIO

Il costo totale di produzione è dato dalla somma dei costi totali di produzione fissi e dei costi totali di
produzione variabile.
Il costo unitario è dato dal rapporto tra costo totale e volume di produzione per il quale i costi sono stati
sostenuti.

CT= COSTI TOTALI = (CVT + CFT ) OPPURE (CVU X Q +K)

CVT= COSTI VARIABILI TOTALI= (CVU X Q)

CFT=COSTI FISSI TOTALI (K)

CVU=COSTI VARIABILI UNITARI

Q= VOLUME DI PRODUZIONE

Cu= COSTO UNITARIO ( CT/Q) OPPURE ( V+ K/Q)

BREAKEVEN POINT

Il punto di pareggio avviene tramite l’analisi costi- volumi- risultati (C-V-R), cioè quantificare il volume
necessario per conseguire l’uguaglianza tra costi e ricavi.
Esso consente di conoscere anticipatamente il volume minimo necessario per la copertura dei costi
aziendali.
modo semplice per calcolare il BP : Considerare i costi totali uguali ai ricavi totali

Nei costi variabili proporzionali :

rt = p x q

cvt= v x Q = v x Q +K = p x Q

cft = k

Per Q * si intende il volume di produzione da vendere per eguagliare i costi sostenuti.

Q* = K/ (p-v)

(P-V) = I l margine di contribuzione unitario


Esso esprime quanto residua dai ricavi di vendita per la copertura dei costi fissi .

Il modello di analisi C-V-R può essere impiegato anche per altri tipi di decisioni nell’ambito delle
produzioni.
Ad esempio , dati 2 processi produttivi 1 e 2 con rispettivi costi fissi e variabili l’analisi del punto di pareggio
può essere usata per stabilire a quale entità Q conviene passare da un processo all’altro.

Punto di pareggio Qx = CFT1 -CFT2 / V2-V1.


Il costo CX nel punto di pareggio si determina sommando i costi fissi e i costi variabili unitari di un processo
moltiplicandoli per le quantità del punto di pareggio:

Esempio processo a:
2000 sono i costi fissi e 0,75 i costi variabili unitari moltiplicati per il punto di pareggio che indichiamo , per
esempio sia di 3200 , quindi = 2000 +0,50 x QX( 3200) = 3600

Q è inteso come volume di produzione , Q* è inteso come volume di produzione per eguagliare i costi
totali sostenuti.

RENDIMENTI FATTORI PRODUTTIVI.

Il rendimento di un fattore produttivo , o di una combinazione di fattori , si definisce come rapporto tra
volume di output ottenuto e volume di fattori impiegato.

Efficienza generale = E = q x P / f x p = Volume di produzione x Il prezzo del prodotto / volume impiegato


nel fattore x Prezzo del fattore.

Efficienza interna= Ei = q/f Efficienza esterna = P/p

MISURE DI QUALITA’
La qualità del prodotto ha notevole importanza e costituisce una fonte di vantaggio competitivo da
differenziazione .

Alcune filosofie gestionali ed organizzative sono quelle dei:


Sistemi di qualità totale QT e Total Quality management (TQM) che seguono i principi di:

- FOCALIZZAZIONE ALLA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE : Tale soddisfazione non riguarda esclusivamente il
prodotto , ma anche la sua immagine .

-MIGLIORAMENTO CONTINUO : Aspirazione alla produzione con zero difetti e rimozione generale delle
possibili cause di insoddisfazione del cliente.

-INTEGRAZIONE DI TUTTE LE FUNZIONI AZIENDALI IN UNA VISIONE FORTEMENTE SISTEMICA


DELL’ORGANIZZAZIONE nello sforzo del raggiungimento di livelli di qualità progettati.

ISO 9000 ( Internetional organization for standardization) : normative standard internazionali per la
gestione della qualità adottate in più di 60 paesi. Consente all’azienda di documentare efficacemente e di
certificare gli elementi componenti il proprio sistema di qualità

COSTI DELLA QUALITA’:

Costi di prevenzione: sostenuti per evitare la produzione di prodotti non conformi alle specifiche progettuali
Costi di valutazione: sono i costi sostenuti per la verifica di quali unità di prodotto non sono conformi alle
specifiche
Costo interni di difettosità: costi individuazione prodotto non conforme che completato il processo di
trasformazione
Costi esterni di difettosità: costi individuazione prodotto non conforme già consegnato ai clienti.

PRINCIPALI ASPETTI DELLA FLESSIBILITA’ DI PRODUZIONE

-modifiche , capacità di apportare cambiamenti ai prodotti in lavorazione


-consegna, capacità di modificare la programmazione della produzione o della consegna per far fronte a
necessita inaspettate
-volume , capacità di modificare la produzione complessiva in diversi periodi
-il mix, capacità di produrre una certa varietà di prodotti all’interno di un periodo senza modificazioni
significative nella struttura produttiva.
-i fattori , cioè capacità di modificare il mix delle risorse impiegate nel processo produttivo.

EQUILIBRIO ECONOMICO

IL REDDITO

Il reddito è l’incremento o il decremento che il capitale subisce in un determinato periodo di tempo in


conseguenza delle operazioni di gestione .
Esso è distinto in reddito totale ( l’intera vita di un’impresa ) è pari alla somma di tutti gli esercizi di cui si
compone il ciclo di esistenza dell’impresa ( dalla costituzione alla liquidazione) e in reddito d’esercizio
( relativo all’intervallo temporale inferiore denominato esercizio amministrativo.
Caratteri del reddito

-il reddito è una variazione( di natura dinamica che prevede un incremento o un decremento per effetto
della gestione )
-il reddito è un fenomeno che ha senso nel tempo o in un intervallo di tempo ( reddito d’esercizio ad
esempio)
-il reddito presuppone la presenza di un capitale ( giusto precisare che secondo ZAPPA il capitale è
prodotto dal reddito e non viceversa)
- il reddito è il risultato della gestione per operazioni interne ( impiego o trasformazione dei fattori
produttivi per ottenere prodotti da collocare sul mercato ) o per operazioni esterne ( che riguardano il
circuito di finanziamento a titolo di credito , gli investimenti e i conseguenti realizzi)

EQUILIBRIO ECONOMICO

Un’azienda è in equilibrio economico quando i costi sostenuti nel corso di un periodo sono inferiori ai ricavi
relativi allo stesso periodo.
In tal caso l’azienda sarà stato in grado di trasformare gli input in output da trasferire al mercato ad un
prezzo superiore rispetto a quelli sostenuti per la trasformazione.

RICAVI = COSTI + REMUNERAZIONE CONGRUA DEI FATTORI PRODUTTIVI.

Nel breve periodo è difficile realizzare l’equilibrio economico a causa di 2 fenomeni principali

a) elevati costi legati alla realizzazione delle idee ( livello tecnologico, caratteristiche delle idee )

b) caratteristiche del ciclo di vita del prodotto


Quindi possiamo dire che l’equilibrio economico tende a realizzarsi nel medio lungo periodo .
La prima condizione dell’ equilibrio economico è data dal verificarsi dell’equazione economica

SOMMATORIA DEI COSTI + RISULTATO = SOMMATORIA RICAVI.

E necessario che l’equazione economica sia verificata in un’ottica mirata al medio lungo periodo , ma non è
da escludere che possa essere verifica anche in situazioni di breve periodo.

Tale equazione può essere applicata a diversi ambiti gestionali, globali o particolari.

Una delle scomposizioni più utilizzata della gestione aziendale individua le aree di seguito indicate:

Caratteristica : comprende l’insieme delle operazioni di acquisizione dei fattori produttivi, di produzione e di
vendita.
Extra caratteristica : include operazioni che non rientrano nell’oggetto principale dell’attività aziendale
Finanziaria : che attiene ai processi di acquisizione rimborso dei finanziamenti e di gestione della liquidità.
Straordinaria: comprende le operazioni legate ad eventi casuali o occasionali rispetto al normale
svolgimento della gestione aziendale .
Tributaria: legata alle operazioni rivolte alla determinazione delle imposte sul reddito.

CONDIZIONI DI ECONOMICITA’ , EFFICACIA , EFFICIENZA

EFFICIENZA

L’azienda è efficiente quando utilizza in maniera economica le risorse a propria disposizione.


I giudizi di efficienza riguardano tutte le fasi del processo produttivo : acquisto, produzione e vendita
Efficienza tecnica o produttiva , misura il modo in cui i fattori sono utilizzati nel processo produttivo; indica
la capacità dell’azienda ( efficienza interna) di produrre più unità fisiche di output e un certo ammontare di
input.
Efficienza allocativa o gestionale : misura la capacità di combinare input ed output al minimo costo, dati i
prezzi di mercato ; indica la capacità dell’azienda ( efficienza esterna) di ottenere più output.

EFFICACIA

L’azienda è efficace quando ha raggiunto con successo gli obbiettivi prefissati.


I giudizi di efficacia implicano una valutazione qualitativa del grado di raggiungimento degli obbiettivi
desiderati .
Misura dell’efficacia interna: risultati conseguiti/ obbiettivi programmati , misura ed indica la capacità di
raggiungere determinati obiettivi prefissati .
Misura dell’efficacia esterna : output realizzata/ domanda prodotto realizzato, misura ed indica la capacità
dell’azienda di soddisfare i propri bisogni.
Un’azienda può essere efficiente , ma non efficace, o efficace ma non efficiente.

ECONOMICITA’

L’attività aziendale deve essere rivolta alla ricerca del raggiungimento degli obbiettivi prefissati con l’utilizzo
razionale delle risorse via via disponibili.
Il concetto di economicità sintetizza la capacità dell’azienda nel lungo periodo di utilizzare in modo
efficiente le proprie risorse raggiungendo in modo efficace i propri obbiettivi.
L’economicità è legata all’efficace ed all’efficiente gestione delle risorse disponibili
Quindi l’economicità è la capacità dell’azienda di vivere in condizioni di equilibrio economico .
L’impresa si trova in una situazione di EQUILIBRIO ECONOMICO identificabile in un flusso atteso di profitto
quando : il flusso dei ricavi derivante dalla vendita dei prodotti e dei servizi ottenuti è DUREVOLMENTE in
grado di fronteggiare il flusso dei costi originato dall’acquisizione dei fattori di produzione .

INDICI DI REDDITIVITA’

Gli indici di redditività sono volti a misurare le capacità delle diverse aree di gestione di generare un certo
rendimento del capitale investito di un’azienda

ROI( RETURN ON INVESTMENT) : mette in relazione l’utile operativo con il capitale investito

ROI= UTILE OPERATIVO/ CAPITALE INVESTITO

Il capitale investito è formato dalle immobilizzazioni nette ossia le immobilizzazioni materiali , immateriali e
finanziarie e dal capitale circolante netto.

ROS ( RETURN ON SALES)

ROS= UTILE OPERATIVO / FATTURATO

Permette di analizzare i margini che provengono dal business caratteristico dell’impresa indipendente dal
volume delle vendite effettuate.

ROE ( RETURN ON EQUITY)

ROE= REDDITO NETTO / CAPITALE PROPRIO

Utilizzato per valutare la capacità di autofinanziarsi mediante la ritenzione degli utili netti.

EQUILIBRIO FINANZIARIO

L’equilibrio finanziario può essere espresso come la capacità dell’azienda di far fronte, con continuità , ai
pagamenti a cui è tenuta.

Il punto di partenza dell’equilibrio finanziario è rappresentato dall’equazione finanziaria

ENTRATE= USCITE + CASH FLOW ( FLUSSO DI CASSA)

L’equilibrio finanziario si ha quando


ENTRATE > o = Uscite

Equilibrio finanziario globale : entrate o uscite riferite a tutte le operazioni aziendali.


Parziale : ci si riferisce a gruppi di entrate e di uscite determinati con criteri logici

Si riferisce ad un periodo di manifestazione di equilibrio finanziario che deve esistere sia nel medio lungo
termine che nel breve termine.
Nel lungo termine le condizioni di equilibrio economico tendono a coincidere con le condizioni di equilibrio
finanziario.
Nel breve termine , i 2 equilibri possono divergere anche in misura ampia.
Questo per via deli investimenti, disinvestimenti e per la gestione dei finanziamenti.

DISEQUILIBRIO FINANZIARIO

PUNTA FINANZIARIA : si ha quando in un certo periodo di tempo le entrate sono inferiori alle uscite e
l’azienda si trova in una situazione di insufficiente liquidità . È una condizione che può pregiudicare la vita
dell’azienda.

STASI FINANZIARIA: si ha quando in certo periodo di tempo le entrate superano abbondantemente e


stabilmente le uscite: è una situazione di disequilibrio finanziario che si verifica quando l’azienda pur
avendo consistente liquidità, non ha nell’attivo investimento in grado di produrre ricchezza. Solitamente
questa situazione non pregiudica la vita dell’azienda.

LEVE FINANZIARIE

TEMPI DI INCASOS E PAGAMENTO: Si riferiscono ai crediti debiti di funzionamento. se si modificano i tempi


di incasso pagamento avrò ripercussioni sulle entrate/ uscite.

Gestione dei finanziamenti : L’accensione di nuovi finanziamenti o la ristrutturazione di quelli già presenti
in azienda permette di modificare le entrate e le uscite finanziarie.

Operazioni sulla gestione patrimoniale- accessoria.

IL CAPITALE

Il capitale è un valore o meglio un fondo di valori ( esprime opportunità di omogeneizzare mediante un


parametro monetario grandezze che potrebbero espresse anche mediante misurazioni loro proprie.
Il capitale è indeterminato , cioè implica la possibilità di utilizzare criteri di valutazione diversi i quali a loro
volta conducono a molteplici configurazioni di capitale.
Il capitale è la ricchezza pertinente ad una data azienda e deve essere attribuito al soggetto proprietario da
una necessaria relazione di disponibilità.

L’equazione del capitale

L’equazione del capitale collega gli aspetti finanziari con quelli economici, accoglie quindi elementi
economici ed elementi finanziari. Mentre i componenti dell’equazione economica sono i costi e i ricavi. Il
capitale di funzionamento è costituito dai valori numerari finanziari e da valori e economici , questi ultimi
sono i costi e i ricavi sospesi.
Secondo un impostazione tradizionale l’equazione del capitale di funzionamento può essere cosi
rappresentata

A= P+ N

A sono le attività e sono i componenti positivi del capitale di funzionamento e rappresentano i mezzi a
disposizione
-le attività finanziarie : fattore generico denaro e crediti.
-attività economiche : costi sospesi

Le passività P sono i componenti negativi del capitale di funzionamento e rappresentano le diverse


categorie di debito e , in via residuale , di ricavi già___0 conseguiti da ripartire nel tempo.

- le passività finanziarie : debiti di varia natura e durata verso i terzi.


- le passività non finanziarie : ricavi sospesi che rappresentano rimanenze di natura contabile.

Il capitale netto è dato dalla differenza tra le attività e le passività

A-P = N oppure nell’aspetto finanziario I= F = Cioè investimenti sono uguali ai finanziamenti


L’equilibrio patrimoniale aziendale è una condizione che deriva dall’equilibrio economico e dall’equilibrio
finanziario.
Nell’equilibrio patrimoniale si ritrovano le conseguenze dell’operazione e dei processi che hanno dato corso
al fluire della gestione.
In questo caso l’equilibro patrimoniale ha la caratteristica di essere statico: l’immagine fissa dell’azienda in
un dato istante.

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