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Economia aziendale
CAPITOLO 1
struttura
funzionamento
condizioni di esistenza
l’attività economica
L’attività economica è la conseguenza del bisogno degli operatori
economici di risolvere il “problema economico”, e tramite essa svolgono
attività economiche; le quali si distinguono in:
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normativa (studia norme, consigli su ‘’ciò che dovrebbe essere’’, cioè
come i comportamenti degli individui dovrebbero essere impostati e
realizzati per conseguire fini prefissati).
i beni economici
I beni economici sono i prodotti (beni caratterizzati dalla materialità) ed i
servizi (beni caratterizzati dall'immaterialità).
Essi si distinguono in:
i fattori produttivi
Il fattore produttivo è un qualsiasi elemento in grado di alimentare l'attività
di produzione di beni e di servizi.
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costo, effettivo o implicito, per ottenerne la disponibilità.
I fattori primitivi della produzione sono da sempre individuati nel capitale e
nel lavoro.
I fattori produttivi vengono classificati in base alla loro:
◦ di investimento
◦ di produzione
◦ di apprendimento.
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L’economia aziendale ha come obiettivo quello di comprendere il
funzionamento delle aziende e il modo in cui farle progredire e sviluppare.
Tale disciplina comprende tre sotto settori di osservazione strettamente
legati tra loro:
Organizzazione aziendale
Gestione aziendale
Controllo/Analisi di gestione
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Analisi viene fatta sia in valori contabili, che in valori non monetari.
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finalizzata
Concetto d’azienda
Cos’è l’azienda?
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che cosa fa? Realizza un’attività economica di produzione, consumo e
distribuzione;
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nel tempo (significa che questo equilibrio dev’essere mantenuto in
prospettiva futura costantemente, non deve mantenersi solo per un periodo
di tempo limitato).
Il fine ultimo dell’azienda è, dunque, quello di creare e mantenere un
equilibrio economico, stabile, evolutivo e durevole, che è la condizione
che consente all’azienda stessa di esistere e di svilupparsi, in quanto le
permette di soddisfare i propri interessi.
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non va valutato nell’istante, ma va valutato sulla sua prospettiva
futura, in un arco temporale sufficientemente esteso.
4 teorie fondamentali
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Esempio: Se l’economia di un paese andrà male, probabilmente anche
l’azienda non avrà grandi successi.
I sotto-sistemi dell’azienda
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con l’esterno. Dobbiamo dunque concepire questo modello sistematico
dell’azienda come se fosse diviso in due parti: il sotto-sistema interno
(riguardante la produzione), e il sotto-sistema esterno composto dalle
relazioni appunto con l’esterno (relazioni azienda-ambiente). Essendo
l’azienda un sistema, ciò significa che le due parti non sono separate tra
loro ma sono sub sistemi, molto legati. Le relazioni con l’esterno
permettono ciò che avviene all’interno e viceversa.
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Se non c’è la produzione non c’è azienda.
La produzione è l’attività centrale dell’azienda, attività tramite la quale
l’azienda si “gioca” la sua capacità di realizzare l’equilibrio economico.
Per comprendere pienamente il sotto sistema della produzione bisogna
analizzare ed esaminare diversi fattori di produzione.
Ragionando in termini di categorie di fattori produttivi, vediamo che
tutti questi fattori, che in realtà sono infiniti, possono essere ricondotti in
4 diverse categorie: Materiali e servizi, Impianti, Lavoro ed infine
Denaro. I primi tre fattori sono detti specifici, in quanto sono tipici
dell’azienda e variano da azienda ad azienda;(es: legno utile solo per
chi fa le porte per esempio), il denaro invece è un fattore produttivo
detto generico, che va bene per tutte le aziende. A queste 4 categorie è
possibile aggiungerne una 5, le risorse intangibili, che è anch’essa un
fattore specifico.
Ogni categoria ha una propria economia che va analizzata, cosi
come un proprio ciclo di vita.
Materiali e servizi
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Il ciclo di vita dei materiali inizia con l’acquisto dall’esterno di questi
fattori (es: legna), poi si passa all’immagazzinamento di questi
fattori, che precede la combinazione produttiva; infine vi è l’utilizzo.
I servizi, invece, quali l’energia, sono legati al fatto che l’azienda
non fa tutto da sola ma qualcosa la fanno le altre aziende per lei.
Anche per i
servizi però vi è una trasformazione che però non è palesemente
visibile come accade per i materiali. Anch’essi hanno, infatti, un
ciclo di vita, che è tuttavia più breve rispetto a quello dei materiali
dato che si inizia con l’acquisizione del servizio e si passa
direttamente all’utilizzo, saltando il processo d’immagazzinamento.
Impianti
rappresentano tutti quei fattori di produzione che non sono soggetti
ad un rapido consumo e quindi partecipano a più atti produttivi che
si realizzano nel tempo, come per esempio accade per i macchinari
di un azienda. Questa tipologia di fattori produttivi che partecipa a
più atti di produzione ed ha un ruolo durevole nell’azienda assume
un ruolo strumentale. Mentre i materiali sono l’oggetto della
produzione, gli impianti sono lo strumento, ossia il mezzo mediante
il quale avviene questa trasformazione. Una volta che l’azienda ha
acquistato un determinato complesso di impianti, per un certo
periodo di tempo rimane condizionata a tali impianti, utilizzandoli
dunque per parecchio tempo. Sono degli elementi relativamente
stabili e in quanto tali determinano la capacità produttiva
dell’azienda (quello che l’azienda è capace di fare sul piano
produttivo, sia in termini quantitativi che qualitativi).
Le spese di questi impianti non sono variabili come i materiali ma
sono fissi, costanti, indipendente dai volumi produttivi dell’azienda.
Se acquisto un certo macchinario, e lo uso al 10% o al 60% il
prezzo rimane sempre quello. (Se ho impianto e non lo sfrutto vado
a perderci. Se faccio 100 prodotti, li vendo e ammortizzo il prezzo
del macchinario. Se ne faccio 10 vado a perderci).
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dell’utilizzo, quando l’azienda usa l’impianto per svolgere i processi
di produzione, la fase di manutenzione, che deve mantenere nel
tempo la capacità produttiva dell’impianto, e infine la fase di
rinnovo, quando l’impianto non è più idoneo e va sostituito con
impianti all’avanguardia.
Lavoro umano
L'uomo fa parte dell’azienda, lavora, controlla, e guida l’azienda.
Anche questa categoria costituisce un fattore di rigidità
dell’azienda, così come gli impianti. L'azienda si dota di un certo
numero di persone che lavorano, ognuno con la sua mansione.
Queste persone vincolano l’operato dell’azienda, sia sul piano
qualitativo che quantitativo. Il fattore lavoro umano non può essere
modificato rapidamente ne sul piano qualitativo che quantitativo.
Sul piano della quantità ci sono difficolta sia a ridurre il personale
sia ad aumentarlo. Sul piano della qualità, perché ogni persona ha
le sue capacità di lavoro, ed è difficile modificare queste capacità in
breve tempo. Per quel che riguarda i costi di questa categoria, essi
sono costanti: le spese annue che sostiene per pagare i lavoratori
sono stabili ed indipendenti dai volumi di produzione dell'azienda.
Ciclo vitale del lavoro è costituito da una fase iniziale di selezione e
assunzione del personale, a cui segue la fase di formazione dei
lavoratori, poi quella di
utilizzo ed infine quella della cessazione del rapporto del lavoro.
Denaro
Non è un fattore specifico ma generico. Il denaro non entra nel
processo produttivo dell’azienda, non viene trasformato
dall’azienda, eppure esso è presente in tutti i processi produttivi.
Senza la circolazione dei soldi non potrebbero avvenire i processi
precedenti.
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tramite quelli in uscita consentendo lo svolgimento di tutte le
operazioni della produzione.
i flussi di entrata- si hanno grazie alla vendita dei prodotti; al
conferimento di capitale da parte dei soci, e ai finanziamenti da
parte di banche e privati, che formano il capitale aziendale.
i flussi di uscita- si hanno attraverso l’acquisto dei fattori produttivi
specifici; il pagamento degli interessi sui finanziamenti e la loro
restituzione; la merce invenduta.
Normalmente i flussi in uscita devono avvenire prima dei flussi di
entrata, prima acquisto i fattori, poi li combino, poi vendo e poi
incasso. La combinazione entrata-uscita seppur connessa
all’attività produttiva (acquisto-combino i fattori-vendo) determina
un bisogno di denaro, un fabbisogno di finanziamento, uguale alla
quantità di denaro di cui l’azienda ha bisogno per far fronte alle
prime uscite iniziali che anticipano le prime entrate. L’azienda ha
necessità di procurarsi del denaro, senza il quale non può iniziare il
suo lavoro; Tale denaro entra come il primo fattore di produzione,
con il quale l'azienda compra i vari fattori produttivi. Questo
fabbisogno avviene con operazioni di finanziamento, tramite le
quali l’azienda ottiene il denaro. Quest'ultimo può arrivare
chiedendolo al titolare dell’azienda, o ai soci, oppure da soggetti
esterni all’azienda: i finanziatori esterni come la banca. Tramite il
finanziamento abbiamo quindi dei nuovi flussi di entrata: i soldi
entrano nell’azienda con finanziamenti, e successivamente
entreranno anche con le vendite dei prodotti. Se le entrate non
riguardano solo la vendita ma anche i finanziamenti, anche le
uscite a loro volta si arricchiranno: non vi saranno solo uscite per
comprare i fattori produttivi, ma anche uscite connesse ai
finanziamenti, quali la restituzione dei finanziamenti, comprensivi di
interessi. Ecco dunque altri nuovi flussi di uscita.
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sicuramente rilevanti nell’operatività nell’azienda, ma non
catalogabili nelle quattro categorie precedenti, come per esempio la
tecnologia, ossia un insieme di conoscenze tecnico-scientifiche.
Un’azienda con una tecnologia sviluppata può sorpassare un'altra
azienda. La tecnologia è un elemento che entra nella produzione
dell’azienda e che molto spesso sul mercato fa la differenza. Un
altro elemento immateriale può essere l’immagine che un prodotto
ha sul mercato, ossia il marchio. Spesso il mercato è meglio
disposto a comprare un prodotto e pagarlo di più solo per il
marchio, come accade nel settore della moda (grandi marche).
Esempio: marchio coca-cola, ci sono prodotti simili più economici,
eppure il mercato compra sempre la coca-cola. Altro elemento può
essere la motivazione del personale. In un’azienda dove si trova un
personale motivatissimo, con forte spinta al lavoro, si otterranno più
risultati rispetto ad un'altra azienda demotivata.
Chicca da dire al prof. “L'economia moderna è caratterizzata
sempre più dall’immaterialità”.
Il profilo politico
che produce norme che vanno rispettate
Il profilo economico
in cui vi è un’economia che spinge o ostacola l’attività aziendale
Il profilo socio-culturale
in quanto le società che ruotano intorno all’azienda sono in grado di
condizionarla
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Il profilo naturale
in quanto l’ambiente è caratterizzato dalla natura, dalla demografia,
dalla presenza, o meno, di determinate materie prime esterne, che
possono portare all’azienda vantaggi o svantaggi
i fornitori
Per acquistare dei fattori di produzione. La relazione instaurata è di
scambio, l’azienda da il denaro ed ottiene il fattore di produzione,
ed anche di contenuto economico, in quanto si cerca di
massimizzare la convenienza economica.
i clienti
I soggetti con cui l’azienda si relaziona per vendergli i propri
prodotti o i servizi. Relazione di scambio di contenuto economico,
l’azienda vuole massimizzare il guadagno vendendo, e il cliente
vuole un prodotto funzionale; si tratta di una relazione strutturale
i finanziatori/banche
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Soggetti che non fanno parte dell’azienda ma che prestano dei
soldi all’azienda. Relazione di scambio, denaro e denaro, di
contenuto economico, in quanto la banca presta il denaro cercando
di guadagnare con gli interessi, si tratta, infatti, di una relazione
strutturale, stabile.
i capitalisti/azionisti
i soci delle società, i soggetti che detengono il capitale dell’azienda,
ossia un finanziamento dell’azienda che si differenzia perché è
stabile (l’azienda non deve restituirlo) e che l’azienda non ripaga su
base contrattuale ma ripaga mediante gli utili che residuano dopo
aver pagato tutti i fattori produttivi (qualora risultino utili). Gli
azionisti partecipano al rischio dell’azienda, si può guadagnare
tanto, poco, o perdere tutto. Essendo azionisti possono anche
entrare nel merito delle decisioni che vanno prese per l’azienda. In
base alla percentuale di quote si ha un maggiore potere
decisionale. Con gli azionisti avviene una relazione di scambio, io ti
do del denaro e ottengo una prospettiva di remunerazione di
denaro. La relazione è anche di condizionamento, in quanto gli
azionisti entrando nella società hanno potere decisionale e
possono condizionare l’azienda.
i lavoratori
essi operano all’interno dell’azienda; il fattore lavoro è un’elemento
di rigidità in quanto non è modificabile nel breve termine; con essi
viene instaurata una duplice relazione: con il singolo lavoratore,
molto simile al rapporto con il fornitore, io ti pago e tu lavori; con
l’insieme dei lavoratori, qui non c’è uno scambio, ma c’è un
condizionamento. I lavoratori, diventati sindacati, cercano di
condizionare l’azienda affinché tenga dei comportamenti più vicini
agli interessi dei lavoratori, come il salario, la sicurezza e gli orari di
lavoro. Contenuto solo in parte economico (salari) perché spesso
segue altre finalità (sicurezza sul lavoro, orario di lavoro).
i concorrenti
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ogni azienda, che non abbia il monopolio, opera nell’ambito della
concorrenza, offrendo, dunque, una proposta all’interno del
mercato, che il cliente può scegliere o meno. I competitor sono,
perciò, le altre aziende che operano sullo stesso mercato, entrando
in competizione con l’azienda. Tali aziende cercano di competere
sul mercato battendo la concorrente tramite le leve competitive
(prezzi, pubblicità); le aziende dunque si relazionano in modo
indiretto con le aziende concorrenti, tramite le leve. Se abbasso i
prezzi le aziende nemiche se ne accorgono e prendono
provvedimenti.
Anche in questa relazione vi sono elementi strutturali, statici, in
quanto vi è il concetto di:
quota di mercato
ovvero la “fetta” di mercato che la singola azienda riesce a
conquistarsi. essa può essere modificata soltanto
marginalmente, e non sostanzialmente, in quanto essa può
modificarsi solo nel lungo termine.
lo Stato
la comunità
fa riferimento a tutti quei soggetti presenti nel contesto aziendale
con cui l’azienda si relaziona. essi operano per perseguire
determinate finalità, esempio: gruppi ambientalisti, naturalisti,
animalisti. Non fanno parte dello stato, ma sono gruppi presenti
nella società che hanno un peso per l’azienda, impedendogli
determinate attività o condizionandola nei suoi modi di fare.
(esempio: cosmetici, sfruttamento cavie animali).
Relazioni tutte strutturate: si ripetono nel tempo con gli stessi soggetti e
con le stesse modalità.
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I sotto-sistemi ambientali (mercato reale, mercato finanziario, contesto
sociale)
La relazione con l’esterno non è qualcosa di indistinto. Su ogni fronte si
instaura una certa logica di ragionamento. Perciò, per comprendere a
pieno le relazioni aziendali è necessario scomporre l’ambiente
aziendale in 3 sub-sistemi. Un primo fronte è rappresentato dal mercato
dei beni reali, ossia il luogo in cui si svolge la competizione, basata
sulla domanda. Ragionando sul mercato reale di un’azienda, se
produco mobili, il mercato sarà costituito dai soggetti che comprano i
mobili. Ragionando sul mercato dei beni reali, l’azienda trova la
concorrenza, i fornitori e i clienti. Questo è il primo gruppo in cui si
istituisce un sistema fitto di relazioni tra l’azienda e i clienti-fornitori. Il
legame tra questi soggetti è caratterizzato dal mercato reale. In questo
gruppo qual è la logica prevalente? La competizione. Questi soggetti
devono sempre cercare di essere migliori degli altri perché solo in
questo modo massimizzano il loro obiettivo economico. Quando un
azienda ha più prodotti può avere più mercati reali. Oltre ai mercati reali
possiamo individuare un altro fronte rappresentato dai mercati
finanziari, in cui sono scambiati dei capitali. L’azienda è presente su
questo mercato perché ha un fabbisogno di finanziamento. Quali
soggetti incontra? Banche, azionisti. L’azienda va sul mercato
finanziario perché ha bisogno di soldi e deve trovare sul mercato gente
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disposta a dargli i suoi soldi e investirli. In che modo l’azienda riesce a
convincere gli investitori a dargli i soldi? Essendo affidabile, essendo
un’azienda con pochi rischi.
L’azienda compete secondo logiche differenti, sul mercato reale e su
quello finanziario. Però in entrambi i mercati dovrà essere competitiva.
Perché se non guadagna, gli investitori non investono. Se non ottiene i
soldi non produce e perde competitività sul mercato reale. Sono due
mercati che agiscono l’uno sull’altro.
Un altro fronte è quello riguardanti i lavoratori e gruppi sociali. Qui
prevale la logica della relazione, l’azienda deve dimostrare di essere
valida perché capace di perseguire obiettivi sociali.
il mercato reale
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soddisfazione. (Smartphone-Tablet). Nel singolo mercato reale
vige la regola della competizione in quanto in esso l’azienda è
in competizione con tutti gli altri soggetti (fornitori, clienti,
competitor). Questa competizione ha come oggetto non la
vendita del prodotto ma la quota di valore che si realizza in quel
settore che l’azienda è in grado di appropiarsi. Logica della
competizione è un meccanismo di gioco a somma 0, in quanto
aumentando il beneficio dell’azienda viene ridotto il beneficio di
un’altro soggetto. Nei mercati reali i comportamenti di tutti i
soggetti sono orientati a massimizzare il beneficio economico
utilizzando la loro forza competitiva.
i mercati finanziari
questi mercati sono simili a quello reale, solo che in questi mercati
vengono scambiati prodotti finanziari. In questo caso non ci si
scontra con i clienti o fornitori, ma direttamente con le concorrenti
dell’azienda stessa, che possono essere lo stato o altre aziende.
Bisogna cercare di offrire un prodotto finanziario caratterizzato da
un basso caso di rischio che riesce a soddisfare e ripagare coloro
che investono. Ci sono delle tecniche che servono proprio a
misurare il grado di rischio di un azienda. Qui non ci sono le 5 forze
competitive ma ce solo la concorrenza.
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il contesto sociale
i protagonisti sono soggetti che hanno interessi non solo economici
ma appunto sociali-ambientali e in ambito di sicurezza. In questo
caso l’azienda deve effettuare delle strategie sociali per essere
competitiva. Queste possono riguardare per esempio utilizzo di
prodotti o beni per esempio a km zero, che non inquinano, ecc. “se
ho consenso sociale ma non ho reddito comunque l’azienda
muore”. Azienda ha bisogno di consensi di natura sociale. l’oggetto
della relazione non è tanto di tipo economico, ma riguarda
prevalentemente altri profili; e non si tratta di un processo di
scambio vero e proprio.
management
Concetto che comprende tutte quelle tecniche-metodologie di
organizzazione del lavoro, ricerca di soluzioni migliori e coordinamento di
attività operative. In sostanza gestisce l’insieme di risorse in vista del
raggiungimento di determinati obiettivi e svolge questa attività passando
per un processo azionale, composto dalla pianificazione, l’organizzazione,
la guida ed il controllo, il tutto svolto in modo razionale e circolare.
1) PIANIFICAZIONE
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programmazione, una volta delineati gli obiettivi e le linee di fondo
bisogna capire cosa fare: bisogna tradurre la strategia in un
insieme di operazioni che vanno compiute. Il programma operativo
è il contenuto del piano strategico ed esso stabilisce cosa l’azienda
deve fare.
2) ORGANIZZAZIONE
una volta stabilite le azioni da fare bisogna predisporre le risorse
necessarie per svolgere queste operazioni. Bisogna organizzare il
lavoro definendo i soggetti (centri operativi) che dovranno compiere il
lavoro e come questi debbano relazionarsi tra di loro. Questi centri
devono svolgere il programma di azione.
3) GUIDA
ora che l’azienda ha un programma operativo e una struttura
organizzativa idonea, vi è la necessità di un qualcosa che dia l’impulso;
ed è la guida che fa funzionare la struttura organizzativa con continuità
4) CONTROLLO
caratterizzato da un’analisi di fatti concreti, necessaria per verificare se
vi sono risultati e se essi combaciano con gli obiettivi prefissati in
precedenza.
accounting
Disciplina che si occupa della rilevazione contabile, predisposizione e
analisi del bilancio e del controllo dell’affidabilità del bilancio.
aziende manifatturiere
danno vita a prodotti tangibili derivanti da processi di trasformazione
fisico-tecnica.
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danno vita a prodotti sia tangibili che intangibili, acquisiti però
all’esterno, senza alcun processo di trasformazione fisico-tecnica.
esse, inoltre possono dividersi in aziende commerciali, fornendo
prodotti tangibili acquisiti da fornitori, oppure aziende di servizi,
fornendo prodotti intangibili che soddisfano i bisogni della clientela
tramite consumo di beni immateriali.
micro impresa
quando essa ha meno di 10 dipendenti e un fatturato inferiore a 2
milioni di euro. (le aziende famigliari ad esempio)
piccola impresa
quanto essa ha meno di 50 dipendenti e un fatturato non superiore a 10
milioni di euro
medio impresa
quando essa ha meno di 250 dipendenti e un fatturato inferiore a 50
milioni
grande impresa
ovvero tutte le altre imprese, che hanno dunque più di 250 dipendenti e
un fatturato superiore a 50 milioni di euro
Tuttavia sono state instaurate delle categorie intermedie per quelle imprese
che hanno caratteristiche che fanno riferimento due diverse tipologie
d’impresa (es. piccole-medio imprese, ovvero coloro che hanno un fatturato
superiore ai 10 milioni di euro, ma hanno meno di 50 dipendenti)
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rispetto alla forma giuridica
a livello giuridico vi è una distinzione tra aziende pubbliche, e private.
le aziende pubbliche
derivano da iniziative di enti pubblici
le aziende private
derivano da iniziative di enti specifici e sono regolate da norme
giuridiche privatistiche. le aziende private si distinguono in:
aziende individuali
nasce da un’iniziativa del privato, l’azienda viene posta in essere e
gestita da un’unico individuo, che ne fa propri gli utili e ne subisce
le perdite.
società di persone
nate dall’unione di una o più persone che condividevano gli stessi
obiettivi. si tratta di società particolari, in cui ogni singolo socio è
anche amministratore della società; egli ha, dunque, potere
decisionale per le necessitudini aziendali. In tali società, infatti, i
soci hanno una responsabilità illimitata, in quanto in caso di
obbligazioni sociali nei confronti dei creditori oltre a pagare con il
patrimonio della società, pagano anche loro stessi con i loro
patrimoni personali.
Esempio di società di persone sono le:
Società semplice
società di capitale
in tali società è il capitale che comanda sulle persone; nelle società
di capitali, infatti, la responsabilità dei soci è limitata, e in caso di
obbligazioni sociali verso dei creditori, è l’azienda in prima persona
a rispondere con il proprio patrimonio, poiché’ l’azienda in questo
Economia aziendale 26
caso è dotata di personalità giuridica. I soci rispondono solo in
maniera limitata, non interferendo con il loro patrimonio personale.
In tal caso però, i soci non hanno potere amministrativo, ma hanno
il diritto di nominare tramite la votazione l’amministratore delegato
tramite un consiglio di amministrazione.
Esempi di società di capitali:
associazioni
nascono per scopi di natura idealistica (associazioni sportive,
culturali)
fondazioni
sono dotate di personalità giuridica e vengono instaurate quando
un soggetto privato va a destinare il proprio patrimonio personale
per scopi di utilità pubblica (esempio rolex)
soggetto economico
è una persona o un gruppo di persone che di fatto governano e controllano
la gestione di un’azienda, pur non essendo proprietario di quest’ultima.
proprietari
Gruppo di capitalisti che detengono la maggioranza, che può essere
assoluta (50% + 1) o relativa (con cui in un’azienda in cui tutti gli altri
azionisti hanno il 5%, colui che ha il 6% è il soggetto economico), del
patrimonio aziendale.
top management
dirigenti dotati di caratteristiche di imprenditorialità, con una grande
capacità organizzativa e strategica, che affiancano o spesso
sostituiscono le figure dei proprietari nel ruolo di soggetto economico.
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Pertanto: non tutti i soggetti che si occupano della gestione sono i reali
proprietari dell’azienda.
Chicca dell’assistente: “Le società che vanno bene spesso sono gestite
dai manager”
soggetto giuridico
è il soggetto aziendale in capo al quale si formano diritti e obblighi derivanti
dalla gestione di un’azienda.
può essere una persona fisica o una persona giuridica (la società stessa)
Nel caso ci fossero delle sono controversie giudiziarie, in tribunale si fa leva
sul soggetto giuridico, in caso di problemi giuridici non si va dal manager
ma dal soggetto giuridico. Il soggetto giuridico è diverso in ogni azienda.
In un’azienda individuale
è una persona fisica (di solito si tratta dell’imprenditore), titolare di diritti
ed obblighi; è un soggetto che si prende tutte le responsabilità. In caso
di debiti i creditori non intaccano il patrimonio dell’azienda ma della
singola persona fisica. Nessuna autonomia patrimoniale dell’azienda.
In un’associazione
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In associazioni non riconosciute : i soci rispondono in maniera
illimitata in caso di problemi.
Nelle fondazioni
personalità giuridica riconosciuta dallo stato. Sono i soggetti che
destinano il patrimonio ad uno scopo di pubblica utilità.
Le aggregazioni aziendali
Le aggregazioni aziendali riguardano qualsiasi tipo di unione tra aziende
distinte sotto il profilo giuridico ed economico. Tali unioni possono avvenire
mediante accordi aziendali, una vasta gamma di intese formalizzate
contrattualmente. Sulla base c’è un contratto che decide l’accordo stesso.
Gli accordi possono essere formali, con contratto, oppure informali, senza
contatto (i cosiddetti accordi tra gentelman). In ogni caso, tuttavia, da ogni
accordo deriva una serie di obblighi comportamentali.
Le condizioni secondo le quali si verificano gli accordi sono:
Economia aziendale 29
Accordi di tipo tecnologici, che permettono la condivisione di conoscenze
tecniche scientifiche
I motivi per cui tali accordi vengono stipulati, sono spesso legati:
gruppi d’imprese
si tratta di una pluralità di imprese giuridicamente autonome, che rispondono,
dunque, con il proprio patrimonio, ma condotte da un unico soggetto
economico.
Per esempio: vi è una società madre che gestisce tutto, le altre società devono
attenersi a ciò che decide, anche se ogni azienda resta comunque autonoma
nelle strategie per esempio.
es un’azienda A (holding) controlla un’azienda B, attraverso un controllo
diretto, o indiretto (azienda A controlla direttamente B e B controlla C, a questo
punto A controlla indirettamente C).
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contrattualistica, attraverso, dunque, un’accordo di subordinazione tra
aziende che si riuniscono in un gruppo;
organizzazione aziendale
L’organizzazione aziendale consiste nel modello o lo schema di funzionamento
dell’aziende che individua le varie parti dell’azienda e che disciplina i rapporti
tra queste. Questo schema di funzionamento dell’azienda è relativamente
stabile e si modifica a lungo termine.
Ogni azienda ha una sua organizzazione differente e tale organizzazione
dev’essere funzionale per il raggiungimento degli obiettivi. L'esigenza di
organizzazione è direttamente proporzionale alla dimensione, infatti al crescere
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della dimensione aziendale cresce anche il numero di operazioni (molto spesso
devono essere fatte in punti fisicamente distanti).
verticali e orizzontali
struttura organizzativa
organi line, che sono gli organi posti nella linea di comando che
definisce il potere decisionale all’interno dell’azienda;
centri di profitto, la cui attività determina sia dei costi che dei
ricavi, come ad esempio le filiali.
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Sviluppo orizzontale, ovvero il grado di divisione del lavoro tra
unità poste sullo stesso livello.
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sistemi d’incentivazione, per cui vengono fissati incentivi che
stimolano i soggetti che operano per il raggiungimento degli
obiettivi.
struttura elementare
si trova in aziende di piccole dimensioni nelle quali vi è una fortissima
presenza sul piano gestionale dell’imprenditore. Normalmente tutto
ruota attorno ad uno-due soggetti, imprenditori capo dell’azienda, che
rappresentano gli organi essenziali della struttura dell’azienda. Sono
aziende mono o bi-funzionali dal punto di vista organizzativo, nel senso
che hanno una o due funzioni molto sviluppate, mentre tutte le altre
rimangono in secondo piano e sono poco sviluppate. Di solito la
funzione o le due funzioni che si sviluppano maggiormente sono la
produzione o la commercializzazione.
struttura funzionale
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in tale tipologia di struttura le diverse aree organizzative vengono
suddivise orizzontalmente, in base alla funzione svolta da ogni organo
(come ad es. direzione marketing, direzione produzione, direzione
ricerca ecc..). In questo modo non si creano problemi di
sovrapposizione (ogni organo ha un suo spazio di operatività entro il
quale decide, senza interferenze esterne di altri organi). Inoltre, questo
tipo di struttura favorisce la specializzazione crescente nel tempo,
poiché ogni soggetto inserito in ogni organo è specializzato nella sua
mansione e la sua capacità aumenta nel tempo.
struttura a matrice
si sviluppa in orizzontale ed in verticale. Lo sviluppo orizzontale è per
funzioni. In posizione non sotto ordinata delle funzioni, si ha un sviluppo
verticale per combinazione prodotto-mercato. Le unità operative
aziendali si pongono tra gli incroci verticali ed orizzontali (quindi
decisioni prese da due soggetti, che devono mettersi di comune
accordo per la decisione). Nelle caselle troviamo le unità decisionali.
struttura divisionale
caratterizza le aziende multi-business (produzione/commercializzazione
prodotti diversi). La struttura viene divisa per livelli. Ad un primo livello
vengono considerate tutte le attività generali dell’azienda. Al secondo
livello si trovano, invece, le funzioni e attività caratteristiche, necessarie
alla realizzazione di uno specifico prodotto e la messa in vendita su un
determinato mercato, quindi classificate secondo il concetto di
combinazione prodotto-mercato. Al terzo livello, le attività caratteristiche
che fanno a capo a una specifica divisione, vengono organizzate
secondo una logica funzionale.
Economia aziendale 35
le divisioni che si creano all’interno dell’azienda, che creano
una sorta di indipendenza e mancanza di relazioni e sinergie.
esigenze di analisi
esigenze di controllo
operazione e attività
Le attività sono formate da operazioni sequenziali, che si ripetono.
Le operazioni sono un singolo momento aziendale mentre le attività sono
un insieme delle operazioni svolte in maniera consequenziale all’interno
dell’azienda unite da un legame specifico temporale.
Ci sono tre distinte logiche secondo cui è condotta la segmentazione di
sub-attività aziendali:
funzioni
sono l’insieme di attività che sono tra di loro omogenee e questa
omogeneità va vista nella comunanza di conoscenza, competenze e
risorse in comune.
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della singola azienda ma trasversali, e riguardano in modo
uguale ogni azienda (sono comuni alla maggior parte delle
aziende e quindi sono liberamente trasferibili), e si tratta di
finanza (operazioni di finanziamento) e personale (gestione del
fattore lavoro).
processi operativi
corrispondono all’insieme di attività che devono essere svolte in
sequenza e finalizzate alla realizzazione di un risultato che costituisce
l’imputato di un’altro processo operativo (L’interno e/o l’esterno
dell’azienda).
Economia aziendale 37
processi di acquisizione dei fattori pluriennali, che garantiscono
all’azienda la struttura di fattori pluriennali più idonea a svolgere
il processo di produzione e successivamente quello di vendita;
divisioni
sono combinazioni di processi e/o funzioni, ossia qualcosa di più
complesso rispetto alle funzioni e ai processi, in quanto esse
comprendono più funzioni o più processi e questi ultimi vengono
individuati all’interno dell’azienda riconoscendo quali sono le
combinazioni prodotti-mercato che caratterizzano l’azienda.
il successo di un’azienda, si basa, infatti, sul fatto di ottenere un
vantaggio competitivo sul mercato, ovvero di essere vincente sulle
singole combinazioni prodotti-mercato.
Tutto ciò non dipende tanto dalle funzione o dai processi ma dipende
dal fatto che l'azienda deve presidiare il mercato.
CAPITOLO 2
Le operazioni aziendali
L’azienda durante il suo percorso svolge moltissime operazioni, legate tra loro.
Queste operazioni possono essere divise in 4 categorie fondamentali:
operazioni di finanziamento
tali operazioni riguardano il fattore produttivo generico denaro. Attraverso
esse, l’azienda si procura il denaro per svolgere la sua attività. Tramite il
finanziamento l’azienda ottiene i capitali da soggetti interni (azionisti)
all’azienda o esterni (finanziatori). Gli azionisti danno capitali all’azienda a
tempo indeterminato, in quanto non è prevista, infatti, una remunerazione
Economia aziendale 38
contrattuale, ma quest’ultima avviene sulla base degli utili di questa
azienda, che possono esserci o meno. I finanziatori, come ad esempio le
banche, danno anche loro capitali all’azienda, ma si differenziano dai
capitali prestati dagli azionisti in quanto con i finanziatori è prevista
contrattualmente una restituzione di questi soldi in un dato periodo, con in
più gli interessi.
Economia aziendale 39
l’azienda ed il finanziatore: il valore che si forma è un debito, ossia un
obbligo di dare una certa somma di denaro, in certe condizioni ad un
terzo soggetto detto finanziatore. Il valore sarà chiamato Debito di
finanziamento. Durante la vita del finanziamento ci sarà sempre un
uscita, dovuta alla restituzione del finanziamento. Questa operazione in
uscita non conclude l’operazione di finanziamento, in quanto l’azienda
non deve pagare solo i soldi prestati ma anche una percentuale, ossia
gli interessi. Gli interessi costituiscono un nuovo flusso di uscita.
operazioni d’investimento
L’investimento è un’operazione con cui l’azienda si procura i fattori
produttivi specifici, come materiali, servizi, impianti, lavoro. è necessaria, a
tal punto, una distinzione tra i fattori produttivi durevoli e quelli correnti.
Economia aziendale 40
del costo di acquisizione è dato non dall’uscita di denaro, ma dal debito di
regolamento.
operazioni di produzione
L’operazione di produzione è relativa alla combinazione dei fattori. La
produzione è un’operazione interna all’azienda, in quanto non collega alcun
soggetto con l’esterno, a differenza delle operazioni di finanziamento e
investimento, e anche di vendita, che sono operazioni di gestione esterne,
in quanto esse collegano l’azienda con soggetti esterni.
L’operazione di produzione avviene all’interno dell’azienda stessa. tale
operazione consiste nella trasformazione dei fattori produttivi in prodotti.
Tale trasformazione può essere fisica, chimica o semplicemente
economica.
con l’operazione di produzione vi sono due frecce, due flussi all’interno
dell’azienda; il primo rappresenta l’entrata di fattori all’interno dell’azienda; e
il secondo i fattori che vengono trasformati in prodotti.
è necessario, dunque, introdurre il costi di utilizzo dei fattori, ossia il valore
dei fattori consumati nel processo di produzione, tale costo, ovviamente,
potrà al massimo coincidere con il costo di acquisizione di quel fattore.
Se i fattori che stiamo utilizzando sono delle materie prime, allora noi
compreremo il fattore e successivamente lo metteremo in produzione,
almeno in parte. dunque, il costo di utilizzo sarà pari al costo di acquisizione
meno i materiali che ho conservato (rimanenza di fattori). ad esempio se
acquisto 10 pezzi, ne produco 7 e ne restano 3; il costo di acquisizione sarà
10, il costo di utilizzo dei fattori sarà 7 e la rimanenza di fattori sarà pari a 3.
Se, tuttavia, invece di produrre materiali vengono prodotti servizi, non vi è
una distinzione tra costo di acquisizione e costo di utilizzo, in quanto i
servizi e il lavoro non possono essere conservati in magazzino.
Se sommiamo il costo di tutti i fattori produttivi utilizzati in un certo periodo,
ossia il costo di utilizzo dei fattori relativi, ad esempio a un anno, avremo
come risultato il costo della produzione, ossia il valore somma della
produzione avvenuta in un dato arco temporale.
Economia aziendale 41
La produzione dà come risultato dei prodotti, interni all’azienda, pronti ad
essere immagazzinati per la futura vendita. il valore dei prodotti è
rappresentato dalla freccia che esce all’azienda verso l’esterno ed è detto
valore della produzione.
operazioni di vendita
Tramite l’operazione della vendita l’azienda trasferisce i prodotti ai clienti.
Immaginando nuovamente il disegno con le frecce avremo una freccia in
uscita che dall’azienda va verso i clienti (vendita dei prodotti), i quali, però,
pagano il prodotti e quindi fanno nascere una nuova freccia verso l’interno
all’azienda, che rappresenta l’entrata.
tuttavia si tratta di un’entrata diversa rispetto alle precedenti, in quanto essa
non è più data dai finanziamenti, ma ha una causa diversa, ovvero la
vendita.
Quando si parla di vendita non si può non parlare di ricavo di vendita, che
consiste nel valore pari all’ammontare del denaro che entra nell’azienda
dopo che l’azienda si è privata dei suoi prodotti vendendoli ai clienti.
Anche nell’operazione della vendita non è detto che le due frecce
coincidano, in quanto il cliente può anche non pagarci subito; quando ci
troviamo dinnanzi a tale situazione vi è la nascita del credito di
funzionamento o regolamento, e si tratta di un credito che nasce, appunto,
da un’operazione di vendita.
Ora bisogna ragionare sul valore della produzione (il valore dei prodotti ottenuti)
e i ricavi di vendita. Dobbiamo capire se tali valori sono uguali o differenti e
perché’.
Esempio: Se ho a che fare con dei beni tangibili e produco 10 penne, posso
venderne 10 al massimo, oppure di meno, ma non di più. Dal punto di vista
dell’oggetto quindi questi due valori possono essere coincidenti o al massimo il
ricavo può essere più basso (non riesco a venderle tutte e 10). Qualora il ricavo
di vendita è più basso nasce un altro valore: il magazzino dei prodotti –
rimanenze. Questo valore è formato dai beni già realizzati ma non ancora
venduti. Abbiamo visto anche un altro magazzino precedentemente, che però si
collocava all’inizio della produzione, era il magazzino nel quale si collocavano le
Economia aziendale 42
materie prime che ancora dovevano essere trasformate. Il valore della
produzione è uguale ai ricavi di vendita + le rimanenze dei prodotti.
Se invece non produco materiali ma servizi che non posso immagazzinare, li
produco e lo vendo contemporaneamente. (Esempio: ho un azienda di trasporti
da Roma a Firenze, organizzo un pullman di 100 posti, produco 100 servizi di
trasferimento ad ogni singola persona; se ho solo 70 clienti su 100, i 30 posti in
più non li ho venduti e non posso più venderli successivamente. Ecco perché
non esiste il magazzino. Di conseguenza c’è un unico flusso che parte dalla
produzione e va dai clienti finali, non c’è rimanenza di prodotti.)
Valore della produzione = ricavi di vendita. I ricavi di vendita sono un dato
oggettivo, il valore della produzione e le rimanenze non sono misurate in modo
oggettivo ma è sufficiente dare un valore alle rimanenze dei prodotti per poter
determinare il valore della produzione.
CAPITOLO 3
i valori finanziari
sono quei valori che possono essere espressi in termini quantitativi solo
mediante il metodo monetario.
i valori economici
sono quei valori che si possono esprimere quantitativamente mediante
altre unità di misura oltre quella monetaria.
Economia aziendale 43
valori flusso e stock
i valori flusso
sono quei valori che esprimono un flusso, dunque un passaggio da una
parte all’altra che per poter essere quantificati hanno bisogno di un
periodo di tempo determinato.
i valori stock
sono i valori che trovano riferimento ad un istante e non ad un periodo
di tempo determinato.
OPERAZIONE VALORE
Economia aziendale 44
patrimoniale. Analizziamo, quindi, le operazioni di gestione svolte da un’azienda
sotto tre punti di vista.
controllo economico-reddituale
patrimoniale
tramite questa visione viene esaminata la consistenza patrimoniale
dell’azienda; ossia ciò che l’azienda ha a disposizione misto a quelle che
sono le obbligazioni dell’azienda (rate finanziamento). Il capitale
dell’azienda è dato da ciò che l’azienda ha a disposizione, unito a quelli che
sono gli obblighi dell’azienda stessa.
è il capitale netto il concetto che sintetizza la consistenza patrimoniale
dell’azienda. (riguarda i valori stock)
monetario o finanziario
sotto tale punto di vista l’osservazione è concentrata sulla dinamica
monetaria della gestione. si propone di capire la condizione della liquidità
dell’azienda cioè la capacità di far fronte alle uscite. L’azienda deve, perciò,
avere costantemente un certo livello di liquidità sennò non può andare
avanti.
Il reddito
è la variazione del capitale netto, in un dato periodo di tempo, conseguente alle
operazioni di gestione aziendale.
Economia aziendale 45
il reddito deve poter essere individuato nel tempo, in quanto si tratta di
un fenomeno che ha senso nel tempo, o meglio, in un intervallo;
Il reddito, dato che deve, per l’appunto, poter essere individuato nel tempo non
è un concetto istantaneo, in quanto esso deve riferirsi, necessariamente ad un
certo periodo di tempo.
L’azienda produce un reddito X in un determinato anno preso in
considerazione; non posso dire improvvisamente che il giorno Y del mese K di
un anno preso casualmente, il reddito è X.
Il reddito consiste, dunque, nella contrapposizione tra i ricavi netti (valore dei
prodotti venduti) e i costi netti (valore dei fattori realizzati).
Se l’arco temporale del reddito è tutta la vita dell’azienda ossia da quando
nasce a quando finisce, si parlerà di reddito globale o totale. Il reddito totale
può essere determinato quindi facendo la differenza tra i ricavi conseguiti e i
costi sostenuti momentaneamente durante l’intera vita dell’azienda.
Quando si parla invece, di reddito di esercizio o di periodo, ci si riferisce al
reddito relativo ad un periodo limitato che convenzionalmente è quello di un
anno. Il reddito di periodo esprime la remunerazione spettante ai proprietari, o
meglio ai portatori di capitale proprio, dell’azienda, a seguito dello svolgimento
dell’attività aziendale.
Se tale remunerazione è positiva, verra chiamata utile di periodo; qualora essa
fosse negativa, invece, sarà detta perdita di periodo.
COSTI RICAVI
Costi finanziari ossia le rate con gli interessi che l’azienda deve
Ricavi
pagare a terzi che l’hanno finanziata
Economia aziendale 46
Se contrapponiamo tali elementi e facciamo una differenza tra costi e ricavi
non otteniamo il reddito, inteso come misura di ricchezza creata
dall’azienda. Alcuni fattori che abbiamo realizzato non sono ancora stati
venduti ed altri fattori acquistati, quali per esempio le materie prime, non
sono stati ancora utilizzati. Questo problema dei fattori acquisiti ma non
utilizzati riguarda solo i materiali, in quanto per il lavoro e per i servizi
l’acquisto avviene contemporaneamente all’utilizzo.
A questo punto dobbiamo necessariamente suddividere il costo di
acquisizione in due parti: una parte che è diventata costo di utilizzazione,
che riguarda i materiali che io ho utilizzato nel processo produttivo, ed
un'altra che riguarda le rimanenze di materiali, quelli che ancora devo
utilizzare.
Costo di acquisizione = costo di utilizzo + rimanenze materiali.
Conoscendo il costo di acquisizione, ed il valore delle rimanenze, basta
sottrarre quest’ultime per arrivare al valore del costo di utilizzo. *[Il costo
utilizzazione coincide con quello di produzione]
Il costo della produzione che abbiamo trovato, si contrappone però al valore
della produzione e non al ricavo di vendita. Vi è una differenza tra i due
valori contrapposti legata al fatto che i prodotti che realizzo in parte
vengono venduti ed in parte vanno in magazzino.
Devo quindi suddividere questa volta il valore della produzione in due parti,
la parte relativa ai prodotti che ho venduto e quella relativa a quelli che
ancora non ho venduto.
Valore produzione = prodotti venduti (ricavi di vendita) + rimanenze prodotti
immagazzinati.
Se dal costo di produzione sottraggo le rimanenze dei prodotti ottengo il
costo del venduto, ossia il costo dei fattori relativo ai prodotti venduti.
Questo valore è omogeneo rispetto ai ricavi di vendita.
esempio
Abbiamo acquistato 100 materiali. A fine anno abbiamo 20 rimanenze.
In totale abbiamo realizzato 10 unità di prodotto e ne abbiamo vendute
7 al prezzo unitario di 9 EUR.
Costo acquisizione: 100 materiali / materie prime
Ricavi di vendita: 7 x 9 = 63 EUR
Economia aziendale 47
Costo di utilizzo: 100 (costo di acquisizione) -20 (rimanenze materiali) =
80 (costo utilizzo totale)
Se ho 10 unità, e ho speso 80 di costo di utilizzo significa che ogni unità
ha costo di utilizzo = 8
Quanti prodotti abbiamo? 10 – 7 (venduti) = 3 che è il numero dei
prodotti rimasti (rimanenze)
Valore della rimanenza (quanto mi sono costate a me le rimanenze) = 3
x 8 (costo di utilizzo di ogni unita) = 24 (costo di utilizzo riguardante 3
prodotti che io non ho venduto)
80 - 24 = 56 (costo di utilizzo che io ho venduto effettivamente)
Se 63 erano i ricavi di vendita, e se 56 è costo effettivo dei prodotti che
ho venduto, il reddito, ossia il mio guadagno è un utile (perché positivo)
di 7
durante il primo anno di attività.
COSTI RICAVI
Costi finanziari ossia le rate con gli interessi che l’azienda deve
pagare a terzi che l’hanno finanziata
Costo della produzione + esistenze iniziali prodotti dell’anno
precedente
Economia aziendale 48
Confronto rimanenze materiali anno X con esistenze iniziali nel magazzino
(anno X-1):
esempio
Primo anno acquistiamo 100 materiali. Fine anno, in magazzino ho
rimanenze finali di materiali uguali a 20. Consumo effettivo materiali =
80. Anno X, acquisto 150 materiali, + esistenze iniziali anno precedente
(20)= materiali disponibili anno X = 150+20 =170. Materiali rimanenza
fine anno = 35.
Economia aziendale 49
Consumo materiali effettivo è 170-35 = 135.
Variazione del magazzino: aumentato da 20 a 35. Incremento del
magazzino +15. Ho consumato di meno di quanto ho comprato. (ho
consumato 135 su 150). Devo quindi sottrare 15 a 150 per ottenere il
consumo effettivo dei materiali = 135.
Il capitale
Il capitale è un sistema di valori che esprime i rapporti attivi e passivi
dell’azienda.
Economia aziendale 50
materiali che non)
(ES. investo un capitale lordo di 100; avrò 70 di debiti e un capitale netto di 30).
Se in un momento di vita dell’azienda si verifica che le passività superano il
valore di lordo, il netto avrà segno negativo e prenderà il nome di deficit
patrimoniale.
Crediti funzionamento
Rimanenze prodotti
Rimanenze materiali
Economia aziendale 51
Il capitale di funzionamento rappresenta le fonti di finanziamento,
ovvero i flussi che raggiungono l’azienda per alimentare la propria
attività, e sono dati dal capitale proprio e dal capitale di finanziamento.
Le passività possono anche essere chiamate capitale di terzi o capitale
di finanziamento. Il capitale di funzionamento è, dunque, il sistema di
valori positivi, o negativi, che esprimono il valore delle condizioni
patrimoniali di un’azienda oppure si può dire che è il capitale proprio
misurato in sede di un sistema contabile con il fine della determinazione
del reddito.
capitale economico
è un capitale che si determina quando ipoteticamente l’azienda è
oggetto di operazioni di carattere straordinario, che avvengono al di
sopra dell’azienda stessa, quali la fusione, la cessione ecc.. Il capitale
economico viene scambiato da un’azienda all’altra, o si unisce in caso
di fusione.
Si tratta di un capitale in funzione del reddito prospettico. Quanto vale
quest’azienda in funzione del reddito che essa produrrà in futuro? in
quanto quando compro un azienda non mi interessa il reddito passato-
presente ma solo quello in prospettiva futura.
capitale di liquidazione
è un capitale che si determina quando ipoteticamente si ha
esclusivamente la cessazione dell’attività. Ogni elemento aziendale non
fa più parte dell’azienda in funzionamento ma diventa un elemento
singolo, un elemento in quanto tale. (ad Es. Se ho dei materiali rimasti,
il loro valore sarà uguale a quello che posso ottenere vendendoli
rapidamente sul mercato, senza preoccuparmi di quanto ho speso io
per produrli. In questa valutazione va segnalato che alcuni elementi del
capitale possono perdersi, azzerarsi. In particolare gli elementi
immateriali del capitale, nell’ipotesi di liquidazione si perdono. Se ho un
marchio che ho realizzato o comprato, che ha un valore durante il
funzionamento dell’azienda, tale valore si perde in caso di liquidazione;
venendo meno l’azienda il
marchio si perde.
Economia aziendale 52
processi di finanziamento dell’attività aziendale fino a pag 35, da finire
I processi di finanziamento sono i processi necessari all’azienda per l’ottenimento
delle fonti necessarie per l’attività aziendale.
Essi possono esser visti in prospettiva statica, facendo riferimento ad un istante
preciso ed in prospettiva dinamica, facendo riferimento ad un mese, ad esempio.
Il finanziamento, che indica la provenienza delle fonti necessarie per l’attività
aziendale, viene definito afflusso di capitale. Esso può derivare da nuovi
finanziamenti o dal realizzo di investimenti (vendita di investimenti).
Vengono definiti, invece, deflussi di capitale gli investimenti, in quanto indicano
come spendo le fonti acquisite. Il deflusso può essere causato da nuovi investimenti
o da rimborsi di capitale.
Gli investimenti possono essere:
gli elementi strutturali si dividono in impianti; mentre gli elementi correnti si dividono
in: materiali, crediti, debiti, cassa.
fabbisogno finanziario
Il fabbisogno di finanziamento consiste nell’ammontare dei capitali di cui
l’azienda ha bisogno per svolgere la propria attività aziendale.
Economia aziendale 53
gestione.
Es:
Dunque:
le fonti di finanziamento
Il fabbisogno finanziario va, dunque, necessariamente coperto, e bisogna,
dunque, individuare le fonti di finanziamento che permettono all’azienda di
procurarsi capitali sufficienti per coprire questo fabbisogno. Le fonti di
finanziamento sono di due tipi: esterne (capitali che provengono da soggetti
Economia aziendale 54
esterni all’azienda, i finanziatori o azionisti); ed interne (i ricavi che l’azienda
ha, che sono la principale fonte di afflusso monetario):
fonti interne
sono risorse finanziarie generate dall’azienda stessa mediante la sua
operatività, dunque sono costituite dall’autofinanziamento, il quale
deriva dalla combinazione entrata-uscite monetarie dell’azienda stessa.
Pensando all’autofinanziamento positivo, come ad esempio i mezzi
finanziari per coprire il fabbisogno è necessario partire dalle entrate,
costituite dai ricavi di vendita, che sono essenzialmente la causa
principale delle entrate aziendali, e corrispondono
all’autofinanziamento lordo (cash flow lordo).
tuttavia, non tutta la somma dei ricavi di vendita può essere destinata
alla copertura del fabbisogno, in quanto l’azienda produce entrate, ma
per realizzare le entrate, l’azienda deve sostenere delle uscite
indispensabili.
Bisogna, dunque, togliere dai ricavi di vendita i costi monetari (acquisto-
utilizzo di fattori produttivi per i quali abbiamo un’uscita di denaro;
esclusi quelli che sono destinati ad essere degli investimenti, che
entrano, dunque, stabilmente nella struttura del capitale attivo) per
ottenere l’autofinanziamento netto (cash flow netto).
Per calcolare l’autofinanziamento netto possiamo anche partire dal
reddito netto; se sommiamo quest’ultimo con i costi NON monetari (es:
trattamento di fine rapporto, ammortamento), avremo di nuovo
l’autofinanziamento netto. Reddito netto = ricavi (entrate) – costi (divisi
in monetari e NON).
Se aggiungiamo al reddito i costi non monetari, in pratica andiamo a
vedere quale parte del reddito è anche un flusso di cassa.
Economia aziendale 55
togliamo i costi non monetari otteniamo il reddito netto; e al reddito
netto sottraiamo i dividendi (ovvero la parte distribuita ai soci),
otteniamo l’autofinanziamento in senso stretto; ovvero la parte del
reddito che non viene redistribuita ai soci.
esempi
Esempio 1: reddito 100, distribuiamo 70 a i soci, 30 non vengono
distribuiti e formeranno l’autofinanziamento in senso stretto,
incrementando in modo stabile il capitale apportato dagli azionisti
(capitale iniziale + quota redditi non distribuita). Riserva di utili:
incrementi del capitale apportato dagli azionisti-soci, determinati dal
fatto che una parte del reddito non viene distribuita ma trattenuta
all’interno dell’azienda.
Esempio 2: Reddito netto = 300. I dividendi distribuiti ai soci sono
180. Quindi 120 non li distribuiamo ai soci. Questo 120 costituisce
l’autofinanziamento in senso stretto. Questo 120 (riserva di utili.
Componente del capitale netto), non distribuito, va ad aggiungersi
alla componente del capitale del finanziamento che si riferisce agli
azionisti-soci.
fonti esterne
sono di due tipi:
Economia aziendale 56
di azioni rispetto agli altri, ma tutte le azioni hanno lo stesso valore.
Le quote invece hanno tendenzialmente un valore differente una
dall’altra perché riflettono la quota di partecipazione al capitale
sociale della società (su tre soci uno possiede il 50% delle quote,
uno 30% e uno 20%, ma l’importo delle quote è diverso).
Il capitale proprio o sociale, si compone anche delle riserve di utili e
di capitali.
Va ripreso dunque il concetto di autofinanziamento in senso stretto:
autofinanziamento che deriva dagli utili conseguiti dalla società per
effetto della gestione.
Nel caso in cui non vengano distribuiti sotto forma di dividendi tra i
soci, questi vanno a comporre le riserve di utili. Le riserve, inoltre,
possono avere origine diversa dagli utili, come ad esempio le
riserve da capitale, che rappresentano un incremento del valore del
capitale conferito dai soci non derivanti da utili ma da operazioni
dirette sul capitale conferito, come ad esempio la riserva
sovrapprezzo azioni (emissione di azioni da parte di una società
sopra la pari, ossia per un importo superiore al capitale sociale).
Esempio: CAPITALE = 100 AZIONI X VALORE UNITARIO AZIONI
= 1.
Durante la vita dell’azienda per coprire il fabbisogno viene deciso di
ricorrere ad un nuovo apporto di capitale e vengono emesse altre
20 azioni. Le azioni ora sono 120. Le 20 nuove azioni, non vengono
fatte pagare 1 ad azione, ma 1,5 perché l’azienda è già avviata e
sta andando bene. Paga 1,5, ottenendo comunque azioni che
valgono 1.
Nell’azienda quindi non entra 20 ma 30. 20 incrementano il
capitale, 10 che rappresenta 0,5 x20; il sovrapprezzo, non è
attribuibile al capitale sociale ma è una riserva di capitale.
Economia aziendale 57
L’attività commerciale dell’azienda viene ricondotta al concetto di marketing, il quale
comprende in se tutti quei processi medianti i quali l’azienda è presente sul mercato
reale, nel quale colloca i propri prodotti. Il marketing segue un preciso percorso
diverso da azienda ad azienda, in quanto vi è un evoluzione del marketing che
avviene in base alle problematiche dell’azienda e alla sua capacità di risposta.
Il percorso del Marketing si articola in 4 fasi:
orientamento al prodotto
accade quando vi è un’azienda che nasce perché un qualche soggetto
individua che c’è uno spazio di mercato, un bisogno non soddisfatto, un
mercato libero. Questo soggetto ha le risorse e le competenze per realizzare il
prodotto idoneo a soddisfare quello spazio di mercato vuoto. Un’azienda che
nasce concentrata sul prodotto, una volta creato quest’ultimo deve
necessariamente venderlo. L’attività di marketing assume quindi, un ruolo
marginale, in quanto è sufficiente soltanto produrre quel bene in un mercato
libero a bassa competitività, così da andare incontro alla domanda dei clienti.
Dunque, l’azienda è focalizzata sulla produzione.
orientamento al mercato
Economia aziendale 58
è una fase provocata da un’ulteriore crescita della competizione. La risposta
data mediante un orientamento alle vendite, non è sufficiente (anche i miei
competitori possono fare pubblicità come me). Quindi, in questo caso, l’azienda
deve capire le condizioni che le permettano di riempire gli spazi di mercato
senza perdere competitività. è necessario vendere i prodotti a prezzi che siano
almeno sufficienti a coprire i costi che l’azienda ha.
orientamento al marketing
in questo caso, le aziende mature sul mercato, utilizzano il marketing come leve
competitività per l’ottenimento del vantaggio sul mercato sui diretti concorrenti.
è una scelta strategica determinante; si individuano i percorsi di crescita
dell’azienda che portano la stessa ad entrare in nuovi mercati.
micro marketing; per cui le aziende nelle relazioni con i clienti istaurano
relazioni non con gruppi di clienti, bensì con il singolo cliente, istaurando
relazioni del tipo uno a uno, per ottenere una maggiore capacità di
rispondere alle esigenze dei consumatori (personalizzazione del prodotto).
Economia aziendale 59
informazioni riguardanti la frequenza del consumatore, gli orari e le spese che
effettua)
Le informazioni opportunamente organizzate sono fondamentali in quanto
procurano informazioni utili ai fini gestionali dell’azienda (organizzazione
attraverso sistemi informatici e statistici).
statistiche di vendita
le informazioni vengono raccolte in modo sistematico all’interno
dell’azienda. Vengono raccolti dati statistici e periodici riguardanti le
vendite (volumi, prezzi, aree geografiche, studio dei singoli prodotti).
Sono fondamentali per la produzione e per il controllo dell’attività
marketing.
ricerche di mercato
sono delle ricerche “speciali”, che spesso non vengono effettuate
direttamente dall’azienda (in quanto richiederebbero ingenti
investimenti).
Sono analisi che periodicamente vengono svolte sul mercato, riguardo:
comportamenti di acquisto
processi di marketing
I processi del marketing si dividono in due fasi:
Pianificazione
è un’attività necessaria per la presa delle decisioni riguardanti il marketing.
Con essa si decide come devono essere utilizzate le leve di marketing
Economia aziendale 60
(marketing mix) e quali risultati bisogna raggiungere tramite le vendite. Il
risultato del processo della pianificazione consiste nel piano di marketing o
nel piano delle vendite. Tale processo di pianificazione si divide a sua volta
in diverse parti che si succedono tra di loro:
situazione attuale, per cui bisogna capire che cos’era l’azienda sul
mercato nell’anno precedente, ma soprattutto cos’è oggi l’azienda;
studiandone il fatturato, i prodotti venduti, la tipologia dei clienti, l’area
geografica ecc..
Economia aziendale 61
Controllo
Si basa su statistiche di vendita e verifica che i dati siano speculari a ciò
che è stato previsto nel piano di marketing.
Questo confronto fa nascere lo scostamento che evidenzia la differenza tra
il venduto e ciò che era stato pianificato.
Gli scostamenti vanno, attraverso il controllo, analizzati e motivati, infatti
bisogna chiedersi a cosa è dovuto questo scostamento (dovuto alla
concorrenza, a problematiche interne all’azienda o da fattori esterni
indipendenti all’azienda).
Inoltre vi è una fase di attuazione, che si trova tra le due fasi, anche se non è
una vera e propria fase.
Economia aziendale 62