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ECONOMIA

CAPITOLO 1
ISTITUTI SOCIALI E AZIENDA
Sono forme di collaborazione tra diverse persone che danno vita a societ umane o a gruppi aventi
regole e strutture di comportamento sufficientemente stabili (durabilit).
Sono costituiti per rispondere a svariate esigenze umane, un esempio di istituto sociale pu essere
la famiglia, lo Stato, un comune, o anche unazienda quale pu essere la Fiat, la Barilla ecc
Perch farne parte? Per raggiungere traguardi/fini che singolarmente non puoi ottenere.
Lazienda laspetto economico di un istituto sociale (ordine strettamente economico di un
istituto):
Coordinazione economica in atto istituita e retta per il soddisfacimento dei bisogni umani
(Zino Zappa, 1927). Cio unazienda un processo che via via evolve nel tempo coordinata e
gestita da qualcuno, e che stata formata con il fine di soddisfare bisogni umani.
In modo diretto: attraverso il consumo (es. in una famiglia).
In modo indiretto: attraverso lattivit dimpresa che vende sul mercato per
realizzare ricchezza che poi distribuisce ai soggetti che ne fanno parte.

Istituto economico (cio laspetto economico degli istituti sociali) destinati a durare nel
tempo che per soddisfare i bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la
produzione o il procacimento e il consumo della ricchezza (Zappa, 1957).
CARATTERISTICHE DELLAZIENDA
Unicit: ogni azienda un fenomeno unico e in-ripetibile, perch lazienda composta da
delle persone e queste hanno il loro modo di operare e svolgere le proprie operazioni, quali
produrranno variazioni sullintero sistema dazienda che non potranno essere riprodotte in
altri contesti, ci significa che non si avranno mai 2 aziende identiche anche se le 2 aziende
operano nello stesso settore con lo stesso numero di persone con gli stessi macchinari e
processi produttivi.
Unit economica: non sono le singole persone o macchinari a caratterizzare unazienda ma
il modo in cui si combinano i vari elementi che fa in modo che unazienda abbia una
caratteristica che la differenzia dalle altre, e avere un fine che gli accomuna.
Autonomia economica (raggiungere equilibrio economico per non dover patologicamente
ricorrere a terze economie): poter perseguire fini posti in via autonoma dal soggetto
economico (persona o gruppo di persone nel cui interesse lazienda viene amministrata),
senza avere linfluenza di terzi (sponsor, finanziatori, banche ecc.), attraverso la gestione
dellazienda anche sotto il profilo economico lazienda avr per delle influenze dettate
dallambiente economico di cui fa parte.
Durabilit: lazienda deve essere costituita per finalit non immediate ma durature.
Il valore di un bene economico: attribuito in base alla sua utilit, alla scarsit/abbondanza
ed disponibile in quantit limitata in natura:
a) Valore di scambio: valore che viene a formarsi sul mercato combinando le esigenze
dellacquirente e quello del venditore.
b) Valore duso: valore attribuito a un ben in base allutilizzo che intende farne il
soggetto che lo possiede.
c) Valore di produzione: costi sostenuti per produrre un bene.

Produzione economica:
a) Produzione per il mercato = imprese
b) Attivit economica di consumo = associazioni [anche queste tipo di aziende attivano
processi di produzione economica (produzione di utilit economica)]

STUDIO AZIENDA:
Le aziende possono essere studiate interpretandone come dei sistemi, il sistema una unit nella
quale ogni elemento pur avendo una propria individualit, non ha significato a s ma solo nelle
relazioni che lo congiungono agli altri, ha significato nel complesso di cui fa parte; si pu dire che
solo il sistema, lunit degli elementi che lo compongono, ha significato e d significato ai suoi
elementi. Quindi devo essere consapevole che se vado a toccare uno degli elementi che compone
unazienda, questo avr una ripercussione sugli altri poich tutti gli elementi di unazienda sono tra
loro collegati (interdipendenza).
Il sistema aziendale si contraddistingue per la presenza dei seguenti caratteri:
Sistema sociale: perch ha al centro le persone e il soddisfacimento dei loro bisogni,
orientando la propria attivit per il bene comune.
Aperto: ha continui scambi con lambiente economico di cui fa parte, ricevendo input e le
quali verranno poi trasformate e rese allambiente (output) modificandolo.
Complesso: la complessit deriva dal fatto che unazienda composta da una molteplicit
di elementi che interagiscono tra loro, quindi difficile prevedere con sicurezza le relazioni
che posso avere immettendo un input.
Dinamico: poich si evolve continuamente.
Finalistico: tutti gli elementi che lo compongono sono tra loro correlati e interdipendenti
rispetto al fine aziendale che congiuntamente perseguono (ogni azienda ha un proprio fine).
Per agevolare lanalisi delle specifiche caratteristiche inerenti alle attivit svolte in unazienda si usa
la scomposizione in sotto-insiemi ma che siano interconnesse con lintero sistema aziendale. Una
prima suddivisione potrebbe essere quella in 3 momenti distintI:
La gestione: insieme delle operazioni poste in essere (svolte) dallazienda mediante i suoi
processi caratteristici di produzione economica (gestione finanziaria), (aspetto oggettivo
dellamministrazione aziendale).
Lorganizzazione: come organizzare il lavoro delle persone che operano in unazienda
(aspetto soggettivo).
La rilevazione (sistema informativo): riguarda linsieme dei processi di informazione e
controllo relativi agli accadimenti aziendali (aspetto cognitivo).
Un altro modo sarebbe quello della suddivisione per aree di management, in questo caso si parla
dimprese complesse.
Aree dove si svolgono:
Operazioni caratteristiche: processi posti in essere nella produzione economica dimpresa
(ricerca e sviluppo, produzione e di marketing).
Operazioni integrative: di sviluppo alle attivit principali (organizzazione e amministrazione
del personale, e finanziaria dellimpresa).
Controllo e informazione: offrono al management gli strumenti necessari al governo delle
attivit aziendali.
Aree funzionali di management...

PIANIFICAZIONE E
PROGRAMMAZIONE

R&S
MARKETING PROD.NE

ORG.NE E
PERSONALE FINANZA

SISTEMA INFORMATIVO

Operazioni caratteristiche: R & S; marketing; produzione.


Operazioni integrative: Organizzazione personale; finanza.
Operazioni di controllo e informazione: Pianificazione e programmazione; sistema informativo.
TUTTE E 3 LE AREE SONO INTERDIPENDENTI TRA LORO
STRUTTURA AZIENDALE
Fattori primi (mezzi indispensabili a qualsiasi tipo di azienda per il suo operare).
Questi mezzi sono: organismo personale e patrimonio.
Organismo personale: si intende delle energie personali convergenti sullazienda, e che a
vario titolo sono coinvolte nellattivit aziedale.
a) Assetto istituzionale: linsieme di persone che compongono il soggetto economico,
quindi quelle persone che hanno il potere decisionale.
b) Assetto personale: le persone che operano allinterno di unazienda che possono
essere a vari livelli (lavoratori).
c) Assetto organizzativo: strutture organizzative (modalit di distribuzione dei compiti
e delle responsabilit tra i vari organi aziendali).
Patrimonio: linsieme delle condizioni di produzione e/o consumo di partenza dellazienda
in un determinato momento. unentit continuamente dinamica, aumenta o diminuisce
per effetto della gestione di unazienda.
Siccome lazienda un sistema aperto, trae dallambiente di riferimento le condizioni necessarie per
lo svolgimento della propria attivit e attraverso lordinamento e trasformazione di tali input
produce risultati di varia specie, dallanalisi e valutazione dei risultati si possono produrre vari
fenomeni di retro-azioni (feed back, feed forward) modificando cos sia lambiente in cui opera
lazienda (es. occupazione, beni e servizi ecc.), sia lo stesso sistema aziendale (combinazioni
economiche, patrimoniali ecc.).

Struttura delle aziende e relazioni input-output

AMBIENTE ORDINAMENTO E TRASFORMAZIONE DEGLI INPUT RISULTATI

Assetto
Istituzionale

.
INPUT Assetto Combinazioni Organismo .
DISPONIBILI Organizzativo Economiche Personale .

Patrimonio
VALUTAZIONE
RISULTATI

Feed-back e feed-forward

Combinazioni economiche: linsieme delle operazioni svolte dalle persone che operano
nellazienda mediante limpiego delle risorse economiche a disposizione dellazienda stessa.
CLASSIFICAZIONI AZIENDA
Due prospettive di analisi:
In base al soggetto economico:
a) Aziende private
b) Aziende pubbliche
In base alloggetto dellattivit aziendale:
a) Aziende di erogazione (consumo)
b) Aziende di produzione per lo scambio di mercato (imprese)
c) Aziende composte
Aziende di erogazione: latto principale il consumo:
Contributo diretto o indiretto dei membri (funzione principale)
Funzione complementare: risparmio, indebitamento e investimento.
Le aziende di erogazione hanno come fine intimo il consumo (processi di consumo) delle ricchezze
acquisite dallazienda mediante la contribuzione diretta o indiretta dei membri che ne fanno parte.
Se consumi sono maggiori dei contributi lazienda ricorrer allindebitamento, che dovr essere
rimborsato successivamente, invece se i consumi sono minori dei contributi si avr un risparmio che
potr essere usato per degli investimenti oppure il rimborsi di eventuali prestiti (famiglie,
associazioni, fondazioni, enti e istituzioni pubbliche).
Aziende di produzione: in questo caso il fine ultimo quello di produrre reddito (ricavi costi
reddito) sufficiente per remunerare coloro che hanno gli interessi primi sullazienda (chi ha portato
capitale di rischio e coloro che prestano lavoro presso lazienda) i processi di trasformazione posti
in essere dalle imprese per produrre nuovo valore (reddito) possono essere di diversa specie;
Trasformazione fisico tecnica e trasformazione economica

Produrre nuovo valore

Remunerazione di Processi di trasformazione


coloro che hanno interessi fisico tecnica e processi di
primi sullazienda trasformazione economica

Trasformazione fisico tecnica: la trasformazione dei fattori produttivi al fine di ottenere nuovi
beni e servizi da collocare sul mercato.
Trasformazione economica: si riferisce allattivit di impresa volta a generare valore attraverso il
trasferimento nel tempo o nello spazio di beni non modificati, che acquisiscono un valore superiore
se resi disponibili nei tempi e nei luoghi funzionali alle esigenze dei potenziali acquirenti (soprattutto
attivit di commercio come supermarket, negozi ecc.).

Aziende di scambio di mercato: acquisto fattori di produzione (input) produco (trasformazione


fisica economica) vendere beni/servizi (out-put)

Produzione nuovo valore (reddito) : ricavi di vendita e servizi costo acquisto e realizzo del
prodotto. Il reddito che si produce serve per la remunerazione e per ri investire nellazienda
(autofinanziamento)

Condizioni di produzione / fattori di produzione

Risorse economiche impiegate nel processo di produzione

Riguarda tutti gli elementi o circostanze che favoriscono oppure ostacolano la produzione
economica dimpresa sia in modo diretto che indiretto.

Lavoro e capitale: hanno un ruolo di primo piano nelle condizioni di produzione.


Lavoro = tutte le forme di collaborazione, prestata dalle persone che dedicano allimpresa la propria
attivit lavorativa.

Capitale = risorse conferite allimpresa con scadenza indefinita e che prevedono una remunerazione
non fissa a priori ma sulla base dei risultati economici ( nuovo valore)

CLASSIFICAZIONE DELLE IMPRESE IN BASE ALLA FORMA GIURIDICA

Imprese individuali: gestite e amministrate da un unico individuo


Societ di persone: S.n.c. (societ in nome collettivo) e S.a.s. (societ in accomandita
semplice), in questi tipi di societ i soci hanno una responsabilit illimitata e solidale per le
obbligazioni contratte dalla societ, cio ogni socio risponde nei confronti di terzi anche per
conto degli altri soci (responsabilit solidale) attingendo anche dal patrimonio personale
(responsabilit illimitata), per questo le societ di persone sono composte da pochi soci e tra
loro vi instaurata precedentemente un rapporto di fiducia reciproca.
Societ di capitali: S.r.l. (societ a responsabilit limitata), S.p.a. (societ per azioni) e S.a.p.a.
(societ in accomandita per azioni). La responsabilit dei soci limitata al capitale di impresa.
Con un numero di soci elevato nelle S.p.a. e S.a.p.a. le quote di capitali conferite dai soci
sono rappresentati dai titoli (azioni). I soci delegano la gestione della societ ad
amministratori che non necessariamente hanno la qualifica di socio.
La persona giuridica non sono i singoli soci ma la societ stessa. Da ricordare, inoltre, che
le azioni non ti assicurano la gestione dellimpresa.
Societ cooperative e mutue assicurazioni: lobiettivo di assicurare ai soci condizioni di
lavoro, di acquisizione di beni o servizi o possibilit di vendita economicamente vantaggiose
rispetto a quelle di mercato. I soci possono avere sia la responsabilit limitata che illimitata.
Ogni socio pu disporre di un solo voto indipendentemente dalla quota di capitale conferito.

ALTRE CLASSIFICAZIONI DI AZIENDE: COMPOSTE

Aziende composte: questo tipo di societ possono svolgere operazioni destinate allo
scambio di mercato sia operazioni di consumo, ma con fine ultimo il soddisfacimento diretto
di specifiche classi di bisogni umani.
Pubbliche: cio appartengono allo Stato e ad altri istituti pubblici territoriali (regioni,
provincie, comuni) dove oltre alla produzione di servizi pubblici destinati al soddisfacimento
diretto dei bisogni delle persone appartenenti alla comunit politica di riferimento vi una
parte di produzione destinata al mercato. (es. universit pubbliche in cui lattivit di mercato
rappresentata da corsi di perfezionamento, ricerca ecc., mentre, lattivit di consumo
rappresentata dalla didattica).
Private: associazioni o fondazioni che svolgono, in via accessoria allattivit principale
(soddisfacimento diretto dei bisogni umani), attivit destinate al mercato. Es: associazione
sportiva che eroga ai propri associati servizi di natura sportiva, ma che decide di aprire un
bar presso la propria sede che serve a generare risorse per lattivit dellassociazione, ma
unattivit rivolta al mercato

In estrema sintesi finalit principale il consumo diretto di beni/servizi

Aziende composte svolgono anche attivit di scambio


DISTINZIONE DELLAZIEDNA IN BASE AL SOGGETTO ECONOMICO
Soggetto economico:
Privato = fine : soddisfacimento bisogni gruppo sociale privato
Pubblico = fine: soddisfacimento bisogni pubblici

Gestione in mano a: soggetti/o eletto mediante processi di selezione, ad esempio: voto dei cittadini.

Aziende no profit: vengono definite come aziende del terzo settore poich non sono riconducibili
n al sistema delle imprese n alla pubblica amministrazione, in questo tipo di aziende non vi mai
una finalit lucrativa cio non c obiettivo di produrre utili da distribuire ai soci o associati, ma
bisogna lo stesso raggiungere un equilibrio economico altrimenti lazienda fallirebbe. La ricchezza
viene trasformata in benessere sociale degli individui e trasformare valori individuali in valori
economici e sociali.
La ricchezza impiegata pu essere:
Esterna: raccolta fondi, donazioni da soci o enti pubblici ecc.
Interna: cio dallazienda stessa, in questo caso come finalit secondaria.

CAPITOLO 2
Lazienda vista come un insieme di soggetti (stakeholder) portatori di interessi prevalentemente
economici, delle relazioni che si instaurano tra questi, i loro contributi e le loro aspettative. Essendo
una pluralit di soggetti bisogna contemperare gli interessi e le esigenze di tutti questi soggetti
attraverso unazione unitaria, quindi le finalit comuni e la cooperazione sono le premesse perch
si possa arrivare a quel contemporamento di interessi che bisogna raggiungere per un
funzionamento unitario dellattivit aziendale, non solo in chiave economico finanziaria. In un
azienda il governo deve essere ben definito cio deve essere sempre chiaramente individuabile chi
compie le scelte e assume le decisioni, chi guida la gestione, chi svolge le funzioni volitive di
comando.

Assetto istituzionale (definisce gli elementi fondamentali che danno origine a unazienda): gli
elementi essenziali per ogni impresa chiamati condizioni primarie di produzione o fattori primi
dellazienda sono:
Il lavoro: attivit di persone prevalente allimprese
Il capitale: apporto dei mezzi conferiti a titolo di rischio da risparmiatori
Un altro aspetto fondamentale quello dei generatori di interessi economici primi, cio le energie
personali, le persone, i beni di varia specie che appartengono allazienda.

Struttura aziendale: assetto istituzionale, combinazione economica, organismo personale e aspetto


organizzativo.

Oggetto economico: coloro che hanno interessi primi sullazienda, cio di coloro che hanno
conferito lavoro (quindi fattori primi) e di coloro che hanno portato capitale di rischio.

Conferimento lavoro: esprimono interessi economici primari che sono unadeguata remunerazione
per le prestazioni lavorative effettuate, condizioni di crescita professionale, ma esprimono anche
interessi istituzionali non economici, aspirando a condizioni lavorative idonee e pi stabili che
conferiscono sicurezza e tutela della salute, formazione continua per migliorare le proprie
competente. Anche questi sono fattori primi

I portatori di capitale: interessi economici remunerazione adeguata dei mezzi investiti


nellattivit economica, sotto forma di utili netti distribuiti o di dividendi azionari periodici, ma
anche interessi non economici, ad esempio il fatto di poter governare unazienda e la reputazione
che ne deriva.

Altri soggetti che hanno interessi sullimpresa (ma secondari) che generalmente non influiscono
sullassetto istituzionale possono essere:
Clienti: le attese di qualit, scambio dei servizi/beni, affidabilit.
Fornitori: rapporto contrattuale
Finanziatori: rimborsi
Lo Stato e altri enti pubblici: tasse
Dalla collettivit: soddisfacimento delle esigenze di consumo, crescita sviluppo territoriale,
creazione di occupazione.

La tutela di questi elementi non economici costituisce allimpresa la migliore permessa alla sua
durabilit e sostenibilit nel tempo.

Assetto istituzionale: famiglie (azienda di consumo)


Linteresse economico istituzionale di una famiglia dato da quellinteresse che viene manifestato
dai componenti della famiglia e quindi c la necessit di soddisfare tali bisogni con il consumo
diretto, la ricchezza impiegata stata ottenuta da:
Risorse di lavoro produrre reddito da lavoro presso unazienda o da un lavoro autonomo,
Gestione dei risparmi redditi percepiti in epoche precedenti, sottratti al consumo
immediato, in grado di generare flussi economici per alimentare consumi futuri.
Linteresse economico non istituzionale pu essere dato da alte aziende famigliari, con le
quali sono in essere rapporti di sostegno reciproco (es. famiglia di origine aiuta/collegata alla
famiglia dei figli sposati).
Soggetto economico: soggetto/i che esercitano il comando (assumono decisioni e compiono
le scelte), di solito sono i genitori, capofamiglia, adulti del gruppo.

Assetto istituzionale: aziende composte pubbliche


Linteresse istituzionale espresso da tutti i cittadini che appartengono a una determinata
comunit (es. Stato, Provincia, Comune, Regione) che manifestano bisogni soddisfatti con
beni/servizi pubblici erogati a fronte di prelievo di ricchezza (risparmi e redditi) dei cittadini stessi,
sotto forma di tributi, imposte e tariffe. Gli interessi economici istituzionali possono anche essere
espressi da cittadini che investono i propri capitali nei titoli di debito pubblico, che in cambio essi si
aspettano il rimborso dei capitali investiti e unadeguata remunerazione. Poich la sottoscrizione di
titoli di debito pubblico pu essere effettuata da cittadini non appartenenti alla comunit politica e
istituzionale di riferimento, in ragione della libera circolazione dei capitali, cresce limportanza delle
pretese e dei condizionamenti portate da queste categorie, se tali interessi economici vengono
rilevati, questi entrano nel novero del soggetto distituto pur appartenendo a differenti comunit
politiche e territoriali. Per i Paesi caratterizzati da un arretrato sistema economico e instabilit
politica, a soggetti esterni a quella comunit, che investono somme di capitali molto rilevanti nei
titoli di debito pubblico, tendono a condizionare i ruoli di governo delle istituzioni politiche locali,
spesso compromettendone la reale indipendenza e autonomia. Il soggetto economico in questo
caso sono tutti coloro che hanno interessi primi cio tutti i cittadini che in risposta al pagamento di
tasse e contributi si aspettano dei servizi pubblici, coloro che hanno finanziato lo
Stato/Regione/Provincia o il comune, tutti coloro che lavorano allinterno di aziende pubbliche.
Quindi tutta la popolazione di quel territorio, questi delegano attraverso un processo di elezione,
un organismo che li rappresenti, ad esempio un Sindaco, Presidente, il Parlamento.

SOGGETTO ECONOMICO DELLIMPRESA


Il soggetto economico formato da una persona o dallinsieme di persone nei cui interesse primario
o istituzionale, limpresa creata e viene poi gestita, da coloro che la governano e la controllano
esercitando le prerogative concesse loro dal ruolo di conferenti i fattori primari della produzione
(chi conferisce capitale e chi conferisce lavoro).
Quindi si formano 2 concetti distinti di soggetto economico e che non sempre coincidono:
Gruppo di persone che benefica dellattivit dellazienda (es. lavoratori, stakeholder
secondari, conferenti capitale).
Gruppo di persone che controlla lattivit dellazienda (chi effettivamente gestisce e
controlla lazienda). in questo caso i lavoratori ne sono esclusi e vi rientrano i manager e i
proprietari.

In caso di una societ per azioni non tutti i detentori di capitale rientrano in questa categoria
ma solo chi ha portato capitale di maggioranza che riesce attraverso la nomina di
amministratori a controllare lattivit di impresa mentre chi ha il capitale di minoranza molto
spesso escluso dal controllo effettivo dellattivit di impresa.

In ogni caso il soggetto economico deve essere sempre interpretato come un organismo unitario
anche se formato da un vasto gruppo di persone, perch una caratteristica di tutte le aziende
proprio lunit. quando le categorie di persone che detengono questo diritto dovere di
governare lazienda sono numerose e spesso viene nominato un organismo rappresentativo
attraverso il conferimento di una delega, soci () votazione dellassemblea ()
componenti del consiglio di amministrazione. Spesso nelle imprese troviamo un soggetto
economico improprio, una fetta soltanto della parte azionaria che gestisce per conto di tutti, ma che
non avrebbe quel potere per la quota che ha di capitale, ma siccome vi sono azionisti che non hanno
alcun interesse nel gestire limpresa ma ad esempio sono interessati solo alla compravendita delle
azioni, questi di fatto danno potere a chi detiene una quota di capitale di minoranza la gestione
dellattivit di impresa.

Nelle imprese individuali: il soggetto economico il proprietario coincide con chi conferisce capitale
e lavoro. soggetto giuridico

Nelle societ il soggetto economico non coincide necessariamente con i proprietari o una parte di
essi.

SOGGETTO GIURIDICO
la persona o linsieme delle persone che assumono i diritti sotto il profilo giuridico e rispondono
delle obbligazioni aziendali.

Impresa individuale: la persone fisica, titolare dellimpresa il soggetto politico, risponde nei
confronti di terzi con lintero patrimonio quindi sia quello conferito dallimpresa sia personale.
Imprese gestite in forma societaria: il soggetto giuridico cambia a seconda della forma giuridica

Societ di persone: poich in questo tipo di societ i soci sono illimitatamente responsabili
nei confronti di terzi, e la societ in questi casi non assume personalit giuridica separata da
quella dei soci, si ha che i soci stessi sono il soggetto giuridico e quindi sono loro stessi i
responsabili di ci che viene fatto dallazienda e che beneficiano dellattivit dimpresa,
perci in questo i soci sono sia soggetto economico che soggetto giuridico.
Societ di capitali: in questo caso si ha una separazione tra il patrimonio della societ ed i
patrimoni dei soci che quindi rimangono completamente esclusi dalle eventuali pretese dei
creditori. Il soggetto giuridico in queste imprese la societ stessa in quanto pienamente in
grado di godere dei diritti e di assumere le obbligazioni derivanti dallesercizio dellattivit
economica.
Societ cooperative: se la responsabilit limitata soggetto giuridico societ. Se la
responsabilit dei soci illimitata soggetto giuridico soci
Ente pubblico economico: il soggetto giuridico lazienda in quanto ha piena personalit
giuridica per lattivit economica realizzata, anche quando opera attraverso una struttura
interposta.
Associazioni:
a) Associazioni riconosciute soggetto giuridico lazienda
b) Associazioni non riconosciute soggetto giuridico sono i soci
Fondazioni: dato che hanno piena autonomia patrimoniale e personalit giuridica, il
soggetto giuridico la societ.
Gruppi:
a) Soggetto economico: soggetto economico della capogruppo
b) Soggetto giuridico: le singole societ che formano il gruppo

CORPORATE GOVERNANCE
Il termine identifica le relazioni che esistono tra i diversi soggetti che operano nellambito delle
societ e soprattutto per le S.p.a., perch in questo tipo di societ a seconda delle dimensioni che
si possono avere problemi pi consistenti. Quindi definisce i rapporti tra gli azionisti, consiglieri di
amministrazione (che vengono eletti dagli azionisti), va anche ad indentificare gli strumenti con cui
chi conferisce capitali tende ad assicurarsi il ritorno del proprio investimento. Lobiettivo quello di
cercare di comprimere gli effetti negativi che questa situazione sviluppa un rapporto detto di
agenzia, cos denominata la teoria elaborata negli anni 70 per indagare sulle relazioni fra un
soggetto detto principale (azionisti), che delega lutilizzo di risorse a un altro soggetto, detto
agente (manager), il quale in base a un accordo formale o informale opera rappresentando gli
interessi del principale.
La letteratura ha evidenziato come nelle relazioni di agenzia si determinano alcune criticit:
Gli interessi dellagente (= avere delle remunerazioni pi elevate possibili e non perdere il
posto di lavoro) e del principale (= lazienda produca reddito e che duri nel tempo) non
sempre coincidono.
La propensione al rischio tra il principale e lagente non identica, i manager hanno una
propensione al rischio nettamente inferiore rispetto a quella di chi porta capitali nellattivit
di impresa.
Le informazioni di chi dispone lagente sono in genere superiori e pi complete rispetto a
quelle di chi dispone il principale.
Per cercare di compiere questa
asimmetria informativa si alzata
sempre di pi la soglia delle informazioni
minime obbligatorie che i manager
devono fornire agli azionisti.

La scelta dellagente da parte del principale pu essere guidata da informazioni incorrette o


incomplete e dunque risultano non proficue per la tutela degli interessi del principale
(adverse selection) precontrattuale
Lagente dovrebbe agire nel proprio interesse e non nellinteresse del principale e quindi
dellazienda stessa, poich possiede informazioni che il principale non possiede (moral
hazard) postcontrattuale

Per ridurre o contenere i comportamenti opportunistici dellagente, il principale pu agire su due


leve:
Applicare sistemi di controllo e lincentivazione delloperato del manager
La disponibilit di sistemi informativi affidabili, il pi possibile completi e trasparenti
CAPITOLO 3
LE AGGREGAZIONI INFORMALI
Le aggregazioni informali sono realizzate tra aziende che conservano la propria autonomia senza il
ricorso ad alcuno specifico strumento fondato su documenti contrattuali o legislativi. Tali forme
aggregative sono spesso temporanee e occulte al mercato: in quanto tali, non affatto semplice
individuarle e classificarle in modo completo e possono essere:

Intese informali: le intese formali sono accordi e alleanze tra aziende operanti negli
stessi mercati allo scopo di disciplinare la concorrenza attraverso la comune
definizione dei prezzi di vendita dei prodotti o servizi, dei volumi di produzione e dei
mercati di sbocco. Le intese informali, in alcuni casi, sono al limite della legalit
poich possono infrangere le norme antitrust che hanno lobiettivo contrario, ossia
la tutela della concorrenza a favore della riduzione dei prezzi e dei consumatori. Per
tali ragioni le intese informali non sono rese note al mercato, che rimane alloscuro
sia della loro esistenza, sia dei particolari contenuti degli accordi. Le intese informali
non hanno una durata prestabilita ma necessario aggiornare periodicamente i
contenuti degli accordi e alleanze per seguire le tendenze die mercati. Infine, il
mancato rispetto di una intesa informale non genera particolari conseguenze ser non
quelle morali, connesse allimmagine aziendale sul mercato e di eventuali reazioni
difensive da parte delle aziende concorrenti.
Aggregazioni di natura finanziaria: le aggregazioni di specie informale relative alla
gestione finanziaria delle imprese trovano differenti giustificazioni: da un lato la
scarsa propensione degli imprenditori a effettuare adeguati investimenti a titolo di
capitale di rischio nelle aziende di cui sono titolari; dallaltro lato le banche e gli altri
intermediari finanziari che finanziano le imprese per realizzare redditi ma devono
continuamente monitorare il rischio di credito e di insolvenza delle imprese. In
questo contesto le imprese sono molto solido sotto laspetto produttivo e
commerciale ma deboli sotto il profilo della struttura e della dinamica finanziaria. I
differenti aspetti della gestione sono strettamente interconnessi e devono trovare
un costante e duraturo equilibrio. Laggregazione su basi finanziarie indica la
compartecipazione al rischio dimpresa dei conferenti capitale di prestito e pu
condurre, in alcuni casi, alla perdita totale dellautonomia economica se le banche o
gli altri finanziatori decidono di subentrare al soggetto economico per risanare
limpresa.
LE AGGREGAZIONI FORMALI
Le aggregazioni formali sono quelle disciplinate dallordinamento giuridico e, generalmente, sono
formalizzate con un contratto. Gli strumenti sono direttamente stabiliti dallordinamento giuridico
oppure sono fondati sullo strumento della partecipazione al capitale dellazienda aderente. Le
principali aggregazioni formali sono:

il franchising: il contratto, comunque denominato, fra due soggetti, economicamente e


giuridicamente indipendenti, in base la quale una parte concede allaltra, verso corrispettivo,
di un insieme di diritti di propriet industriale o intellettuale relativi a marchi, denominazioni
commerciali, insegne, modelli di utilit, disegni, diritti di autore, know how, brevetti,
assistenza o consulenza tecnica e commerciale, inserendo laffiliato in un sistema costituito
da una pluralit di affiliati distribuiti sul territorio, allo scopo di commercializzare
determinanti beni o servizi (pensa ai Mcdonalds).
unioni volontarie e gruppi di acquisto: le unioni volontarie sono accordi tra grossisti e
dettaglianti finalizzati allo sviluppo di forme di integrazione verticale. Lunione volontaria tra
grossisti e dettaglianti pu realizzare significative forme di complementariet con lofferta
da parte del grossista di prodotti ai dettaglianti aderenti, a condizioni di reciproca
convenienza, mentre, i gruppi di acquisto sono aggregazioni che coinvolgono solamente
imprese al dettaglio: la loro finalit di realizzare una comune attivit di
approvvigionamento a migliori condizioni di mercato. Il gruppo di acquisto incrementa il
potere contrattuale degli acquirenti poich pu contare su un volume di potenziali ordini
derivanti dalla somma degli acquisti di tutti i dettaglianti aderenti. La maggiore forza
contrattuale, a sua volta, si riflette positivamente una riduzione dei prezzi di acquisto
sostenuti dalle imprese al dettaglio.
Associazioni di categoria: le imprese, nellambito dei settori di appartenenza, possono
aderire ad associazioni di categoria che promuovono la fornitura di servizi di comune
interesse a favore degli associati. Si tratta di forme aggregative volontarie molto diffuse
poich da parte dellimpresa aderente comportano solamente il pagamento di quota annua
associativa in cambio della quale ricevono una serie di servizi variamente strutturati. (ad
esempio: imprese cooperative, imprese agricole, imprese commerciali ecc.).
Associazione in partecipazione: un contratto con il quale lassociante attribuisce
allassociato una partecipazione agli utili della sua impresa o di uno o pi affari verso il
corrispettivo di un determinato apporto. Lapporto pu essere di natura patrimoniale, di
lavoro o misto capitale/lavoro. Gli elementi essenziali di questo contratto sono:
a) Uno o pi affari rientranti nellattivit imprenditoriale dellassociante
b) Lapporto di lavoro, capitale o misto dellassociato
c) Attribuzione di una partecipazione agli utili allassociato
La gestione dellaffare o degli affari rimane una prerogativa dellassociante anche se le parti
possono derogare e accordarsi per una suddivisione dei poteri di gestione. Oltre alla
rilevazione di utili c anche il rischio connesso alle perdite. Tutti i risultati dellassociazione
devono essere rilevati in un rendiconto finale nel caso di un singolo, ovvero in un rendiconto
annuale per contratti di durata superiore allanno. Se lapporto da parte dellassociato
limitato al lavoro, lassociazione presenta delle similitudini con il contratto di lavoro
dipendente, con la rilevante differenza relativa alla maggiore incertezza connessa alla
remunerazione. In questultimo caso limpresa tende a rendere pi flessibili i rapporti di
lavoro con i dipendenti e a farli partecipare al rischio dimpresa, la remunerazione dei
lavoratori risulta vincolata dalla realizzazione di utili dimpresa non sicuri.
Associazione temporanea dimpresa (ATI): Le ATI sono forme di aggregazione nelle quali pi
imprese si uniscono per partecipare insieme alla realizzazione di un progetto specifico. Le
ATI nascono dalla convenienza di due o pi imprese a partecipare a gare dappalto con
modalit che assicurino elevata flessibilit e costi contenuti. Infatti, evitano la costituzione
di imprese a controllo congiunto o di consorzi che, in caso di esito negativo della gara
dappalto, comporterebbero costi elevati difficilmente recuperabili. Tramite lassociazione
temporanea dimpresa le imprese restano giuridicamente indipendenti e formulano
unofferta e simpegnano a realizzare il progetto congiuntamente. Tra le imprese associate,
sidentifica una capofila che presenta lofferta a nome dellATI e gestisce i rapporti con il
committente sulla base di un mandato collettivo speciale con rappresentanza che tutte le
altre imprese devono conferire alla capofila. Le ATI possono essere classificate in orizzontali,
verticali o miste, in relazione al grado di integrazione delle attivit svolte dalle imprese
aderenti allassociazione temporanea dimpresa. Le ATI non danno origine a un soggetto
giuridico autonomo: sono le singole imprese che partecipano allassociazione temporanea
dimpresa che, in relazione agli aspetti amministrativi, si rapportano direttamente al
committente. Tuttavia, in alcuni progetti di particolare importanza, le ATI possono evolvere
nella costituzione di societ a controllo congiunto da parte delle imprese aderenti
allassociazione, dando origine a una particolare forma di Joint Venture.
Joint Venture: sono unimportante forma di cooperazione interaziendale che permette alle
imprese di acquisire pi rapidamente nuove tecnologie o nuovi mercati, di beneficiare di
economie di scala nelle attivit di ricerca e sviluppo, nei processi produttivi e di frazionare i
rischi dimpresa. Le Joint Venture si possono formare secondo due principali strutture:
a) Le alleanze strategiche
b) La costituzione di nuove imprese a controllo congiunto.
Le alleanze strategiche (prevalenti in USA, Giappone, Canada e Australia nei settori dei
servizi, produzione di software e del commercio allingrosso) sono una forma di
collaborazione pi flessibile poich non comportano la formazione di una nuova impresa.
Esse si formalizzano tra due o pi societ per realizzare pi efficacemente gli obiettivi
aziendali e fronteggiare le responsabilit, i rischi delle singole imprese, che conservano piena
autonomia e indipendenza. Invece, le Joint Venture presuppongono la costituzione di una
nuova impresa e sono prevalenti in Cina, India, Malaysia e Russia, nei settori del petrolio, del
gas e immobiliare. In Italia le alleanze strategiche hanno molti aspetti in comune con le ATI;
le Joint Venture o societ a controllo congiunto, invece, nel nostro Paese possono essere
assimilate a una forma evoluta di associazione temporanea tra imprese.

Consorzi: un contratto con il quale pi imprenditori istituiscono unorganizzazione comune


per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. I consorzi
sono molto diffusi nel nostro Paese e sono presenti in molteplici settori (es. ricerca
scientifica, finanziamenti agevolati, esportazione ecc.). La maggior parte dei consorzi sono
ad adesione volontaria ma, in alcuni casi, vi lobbligo di adesione con pagamento dei
connessi contributi non solo da parte delle imprese ma anche delle persone fisiche (consorzi
di bonifica e consorzi fitosanitari). Lobiettivo distituire unorganizzazione comune pu
essere rivolto solamente alle attivit realizzate allinterno del consorzio (gestione dei
rapporti tra le imprese consorziate) ovvero riguardare anche lattivit esterna (gestione dei
rapporti tra imprese consorziate e ambiente con obbligo di istituire un fondo patrimoniale a
tutela di terzi e delle imprese consorziate). Una particolare fattispecie di consorzio, attuabile
con laccordo dimprese di almeno due stati membri dellUE, il Gruppo Europeo di Interesse
Economico (GEIE). Si tratta di una forma di cooperazione tra imprese che intendeva favorire
lintegrazione economica nellUE.
Affitto dazienda: laffitto di azienda un contratto con il quale il concedente trasferisce
allaffittuario il diritto di godimento dellazienda a fronte del pagamento di un canone
periodico e per un periodo di tempo determinato. Laffitto pu riguardare lintera azienda o
pi aziende possedute dallo stesso imprenditore ovvero un solo ramo di azienda. Nel
contratto di affitto il coordinamento e lintegrazione tra le imprese coinvolte risulta meno
intenso rispetto ad altre forme di aggregazione: locatore e locatario, infatti, assumono
precisi obblighi che, tuttavia, prescindono dallo sviluppo di relazioni di collaborazioni tra di
loro (sono simili agli obblighi del contratto di locazione ma per sicurezza leggi pag. 72 ).
Se il contratto di affitto ha durate molto lunghe potrebbe essere alternativo alle operazioni
di acquisizione dimpresa: pu contribuire infatti a superare i limiti finanziari e fiscali che
spesso caratterizzano le acquisizioni e conserva lopportunit di realizzare efficaci percorsi
di sviluppo esterno rispetto allimpresa originaria.
Subfornitura: un contratto con il quale un imprenditore si impegna a effettuare per conto
di una impresa committente lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime forniti
dalla committente medesima, o si impegna a fornire allimpresa prodotti o servizi destinati
a essere incorporati o comunque a essere utilizzati nellambito dellattivit economica del
committente o nella produzione di un bene complesso, in conformit a progetti esecutivi,
conoscenze tecniche e tecnologiche, modelli o prototipi forniti dallimpresa committente. La
finalit della legge di proteggere i consumatori e subfornitori, ossia le parti considerate pi
deboli rispetto a eventuali abusi del committente. In realt non sempre corretto ritenere
il subfornitore la parte pi debole. A questo proposito pu essere opportuno distinguere due
fattispecie:
a) La subfornitura congiunturale, quando il committente in grado di produrre
autonomamente il bene o il servizio ma si avvale del subfornitore in connessione a
momenti di lavoro particolarmente intenso; in questo caso evidente il rischio che
lattivit del subfornitore dipenda in modo rilevante dallandamento congiunturale
della domanda dei beni oggetto di subfornitura.
b) La subfornitura strutturale, quando il committente non in grado di produrre
autonomamente il bene o il servizio e li affida a un subfornitore che ha maturato
competenze a elevato contenuto specialistico e tecnologico. In questa seconda
fattispecie il subfornitore non pu considerarsi una parte debole in virt del grado di
specializzazione conseguito e delle competenze e tecnologie utilizzate.
Cartelli: i cartelli corrispondono a intese e accordi tra imprese che si propongono di limitare
la concorrenza sia nellacquisizione dei fattori della produzione sia nel collocamento dei
prodotti nei mercati di sbocco. Il contenuto di questi accordi (definizione dei prezzi di
acquisto e di vendita, delle quantit da produrre, di taluni aspetti dei prodotti e servizi, dei
mercati in cui operare) molto simile a quello delle intese informali, con due importanti
differenze:
a) Gli accordi sono formalizzati a livello contrattuale
b) Le sanzioni in caso di mancato rispetto degli accordi
Se unimpresa viene meno agli accordi assunti, ovviamente, viene estromessa dal cartello e
pu subire sanzioni o danni economici. A causa degli effetti negativi sulla concorrenza e dei
danni che producono ai consumatori in termini di prezzi elevati, i Cartelli sono generalmente
vietati dalle leggi antitrust nazionali e internazionali. Fa eccezione lOrganizzazione dei Paesi
Esportatori di Petrolio (OPEC) che comprende 12 Paesi che si sono riuniti in un cartello per
negoziare con le compagne petrolifere i principali aspetti relativi alla produzione e vendita
del petrolio e del gas naturale (volumi di produzione, prezzi, mercati).
Distretti industriali: sono le aree territoriali locali caratterizzate da elevata concentrazione
di piccole imprese, con particolare riferimento al rapporto tra la presenza delle imprese e la
popolazione residente nonch alla specializzazione produttiva dellinsieme delle imprese. La
concreta individuazione dei distretti delegata alle Regioni che, in una prima fase, hanno
dovuto applicare rigidi criteri metodologici e statistici:
a) un indice di industrializzazione manifatturiera (percentuale di addetti manifatturieri
sugli addetti totali) superiore del 30% al dato nazionale o regionale
b) un indice di densit imprenditoriale manifatturiera (rapporto tra imprese e
popolazione residente) superiore alla media nazionale
c) un indice di specializzazione produttiva (percentuale di addetti del settore di
specializzazione sul totale degli addetti manifatturieri) maggiore del 30% al dato
nazionale
d) un peso del settore di specializzazione produttiva (percentuale degli addetti del
settore di specializzazione sul totale degli addetti manifatturieri) superiore al 30%
e) un peso delle piccole e medie imprese nel settore di specializzazione (percentuale
degli addetti nelle piccole e medie imprese sul totale degli addetti nel settore di
specializzazione) superiore al 50%.
Reti dimpresa: il contratto di rete rappresenta una forma di collaborazione e di
aggregazione tra imprese che si pone lobiettivo di migliorare la capacit innovativa e la
competitivit delle imprese aderenti. Tale finalit si persegue con la definizione di un
programma comune con il quale i singoli imprenditori simpegnano a realizzare almeno una
delle seguenti attivit:
a) Collaborazione in ambiti predeterminati attinenti allesercizio delle proprie imprese
b) Scambio dinformazioni
c) Scambio di prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica
d) Esercizio in comune di una o pi attivit rientranti nelloggetto della propria impresa.
Sul fondamento delle attivit oggetto di collaborazione, si possono distinguere le reti del sapere, le
reti del fare e le reti del fare insieme. Le reti del sapere si propongono lo scambio dinformazioni e
di conoscenze per realizzare un comune vantaggio competitivo; le reti del fare, invece, si
propongono lo scambio di prestazioni, creando delle filiere che integrino verticalmente i fornitori a
monte e i rivenditori o clienti a valle. Le reti del fare insieme, infine, si propongono di realizzare
progetti dinvestimento comuni, con la ripartizione degli oneri, laumento del potere contrattuale
dei singoli imprenditori e una migliore tutela commerciale del prodotto.

GRUPPI AZIENDALI
I gruppi aziendali solo le aggregazioni che fanno perdere lautonomia economica delle aziende
originarie. Per gruppo aziendale sintende unazienda con utilit economiche giuridicamente
indipendenti. Di seguito un approfondimento della definizione data precedentemente:

Il gruppo unazienda: il gruppo non pu corrispondere a un insieme di aziende perch ci


porterebbe a unaggregazione tra aziende autonome e quindi ad aggregazioni formali o
informali. Definire un gruppo come unazienda significa, soprattutto, trasferire a questa
particolare struttura aziendale tutti i principi costitutivi delle aziende, primi fra tutti i principi
dellunit, della durabilit, dellunicit del soggetto economico e dellautonomia.
Lazienda strutturata a gruppo formata da unit economiche: di solito, si tratta di societ
commerciali, sia di persone sia di capitali ma non escluso che facciano parte di gruppi
aziendali anche imprenditori individuali. I gruppi di societ sono la classe pi significativa dei
gruppi aziendali.
Le unit economiche che compongono il gruppo sono giuridicamente indipendenti: ognuna
delle societ appartenenti a un gruppo, da un punto di vista giuridico, indipendente, vale
a dire il Codice Civile prevede una specifica disciplina che impone loro una propria ragione
sociale, patrimonio, organi sociali, di amministrazione e controllo, personale dipendente.
Ogni societ, inoltre, deve organizzare un proprio sistema contabile per la determinazione
periodica dei risultati economici e finanziari. Lordinamento giuridico non prevede una
disciplina generale dei gruppi aziendali, ma solamente discipline settoriali per le banche, le
assicurazioni, la disciplina dellattivit di direzione e coordinamento e la disciplina per la
redazione dei bilanci consolidati per talune classi di gruppi.
MODALITA DI FORMAZIONE
I gruppi aziendali si formano secondo due principali modalit: per sviluppo interno ovvero
esterno delle aziende originarie. I gruppi nascono spesso come risposta ai processi di crescita
dimensionale e qualitativa delle aziende. Per realizzare tale crescita lazienda ha due principali
strumenti.
1. Lo sviluppo esterno, che conduce alla formazione dei gruppi attraverso lacquisizione di
altre aziende gi presenti sul mercato. Si tratta della modalit pi diffusa e flessibile: in
particolare si acquistano le azioni o quote sociali di societ commerciali ovvero
partecipazioni di controllo che permettono allacquirente di dominare la societ
acquisita. Le ragioni che giustificano la diffusione delle acquisizione dirette di altre
societ possono essere molteplici:
a) La rapidit e i tempi relativamente ristretti per concludere le operazioni
dacquisto. In tempi brevi le acquisizioni possono condurre a rilevanti incrementi
del fatturato, del patrimonio amministrato, del personale, dei redditi.
b) Obiettivi di eliminazione di un concorrente.
c) Investimenti relativamente inferiori rispetto allipotesi di sviluppo interno.
2. Lo sviluppo interno permette allazienda originaria di formare gruppi aziendali (ossia
unit economiche giuridicamente indipendenti) con la costituzione di una nuova societ
ovvero con lo scorporo di rami dazienda:
a) Nel primo caso, la formazione di un gruppo aziendale avviene con la costituzione
di nuove societ, ad esempio, quando si costituiscono filiali estere volte a
penetrare nei mercati internazionali.
b) Con lo scorporo, invece, lazienda originaria conferisce a una nuova societ aree
daffari, filiali o stabilimenti produttivi in cambio della partecipazione totale al suo
capitale netto. La partecipazione al patrimonio netto potrebbe essere parziale se
alloperazione aderissero altri investitori esterni.
VANTAGGI
La rilevante diffusione dei gruppi aziendali in Italia e a livello internazionale dimostra la loro
convenienza e i molteplici vantaggi connessi alla struttura a gruppo. Tali vantaggi sono in parte
comuni a tutte le aggregazioni aziendali e in alcuni casi specifici dei gruppi aziendali. I principali
vantaggi si presentano come peculiari della struttura a gruppo e sono classificati in frazionamento
e limitazione dei rischi, vantaggi finanziari e vantaggi economici.

Frazionamento e limitazione dei rischi: la costituzione dei gruppi aziendali permette di


frazionare i rischi dimpresa (patrimoniali e non patrimoniali) con la lor scissione e
attribuzione a societ giuridicamente indipendenti. I rischi patrimoniali, oltre ad essere
frazionati sono limitai al capitale conferito dai soci in tutte le societ di capitali, ovviamente
in assenza di garanzie rilasciate dai soci con il patrimonio personale. La struttura a gruppo
amplifica tale vantaggio e lo moltiplica per tutte le societ del gruppo e per tutti i livelli
gerarchici della struttura a gruppo. In questo caso, il rischio della perdita del capitale
conferito a carico dellazienda capogruppo perch il frazionamento e limitazione dei rischi
sono a vantaggio soprattutto della capogruppo e dei soci che hanno il suo controllo.
Vantaggi finanziari: i vantaggi finanziari sono legati alla leva azionaria, alle pi vaste
opportunit di raccolta dei capitali di rischio e di prestito e infine alla migliore gestione della
tesoreria. La leva azionaria il rapporto tra il capitale netto di terzi e il capitale netto della
societ capogruppo (o dei soci di comando) ed esprime la capacit della societ capogruppo
(o dei soci di comando) di attrare capitale di rischio di minoranza, soprattutto con la
quotazione delle societ. Con la creazione del gruppo aziendale si pu permettere alla
societ capogruppo (o ai soci di comando della stessa) di ottenere volumi di risorse
finanziarie a disposizione molto pi elevati rispetto a quelle che sarebbero possibili con una
sola forma societaria, pur conservando il dominio e il controllo delle societ del gruppo.
Infine, la gestione accentrata della tesoreria nei gruppi aziendali pu consentire una
razionalizzazione e pi efficace allocazione delle risorse finanziarie tra le societ del gruppo,
indirizzando la liquidit della societ in surplus a quelle in deficit, permettendo in tal modo
una riduzione del ricorso allindebitamento e agli oneri finanziari.
Vantaggi economici: rappresentano lopportunit di realizzare livelli di reddito e creazione
di valore migliori rispetto alle altre strutture aziendali. I vantaggi economici sono connessi
alle possibili migliori condizioni gestionali che pu ottenere il gruppo, come ad esempio, sul
fronte dei componenti positivi di reddito, il gruppo pu consentire di aumentare le vendite
e il fatturato in relazione a eventuali vantaggi competitivi, alla dimensione aziendale
raggiunta, alle opportunit di investimento in ricerca e sviluppo, alle caratteristiche della
rete di vendita, alla presenza sui mercati nazionali e internazionali pi redditizi. Sul fronte
dei costi, la struttura a gruppo potrebbe contribuire al loro contenimento attraverso
molteplici strumenti: dalle economie di scala derivanti dalla crescita dimensionale, ai
benefici fiscali e finanziari derivanti da specifiche leggi, allimpiego pi efficiente del
personale e dei mezzi patrimoniali. Tuttavia, sono presenti anche dei rischi legati
allaumento dei costi e alla diminuzione dei ricavi. Oltre una certa soglia dimensionale, anche
i gruppi, come tutte le aziende, potrebbero far perdere i vantaggi economici e trasformare
leccesso di delega in una struttura burocratica e inefficiente, ad esempio il necessario
decentramento dei livelli decisionali, nei grandi gruppi operanti a livello mondiale, se non
accompagnato da notevoli investimenti nei sistemi di controllo interno (sia di auditing sia
gestionali), pu condurre alla perdita di competitivit, di produttivit e a livelli di efficienza
inferiori rispetto a quelli delle imprese concorrenti.
CLASSIFICAZIONI
I gruppi aziendali possono essere classificati secondo molteplici criteri: in molti casi si tratta di criteri
che sono comuni a tutte le aziende (gruppi di piccole, medie, grandi dimensioni, gruppi pubblici o
privati ecc). in altri casi, invece, la classificazione segue criteri peculiari delle aziende strutturate a
gruppo, che si privilegiano in questa sede.
Una prima classificazione dei gruppi riguarda gli strumenti di controllo delle societ, ossia
partecipazioni al patrimonio netto ovvero strumenti di controllo alternativi.
Gruppi in cui il controllo sulle societ esercitato con partecipazioni al patrimonio netto
Le partecipazioni di controllo sono il principale strumento di controllo delle societ di un gruppo e
si distinguono in:

Partecipazioni totali, che corrispondo al 100% delle azioni o quote sociali della societ
Partecipazioni di maggioranza assoluta, che assicurano il 50% + 1 dei diritti di voto nelle
assemblee ordinarie delle societ
Partecipazioni di maggioranza relativa, che assicurano una quota di diritti di voto inferiore
o uguale al 50% ma sufficiente per esercitare uninfluenza dominante nelle assemblee
ordinarie delle societ
Le partecipazioni di controllo possono essere:
Dirette: se si detengono direttamente le azioni o quote sociali di una societ
Indirette: se il controllo di una societ ottenuto attraverso la partecipazione al patrimonio
netto di unaltra societ che a sua volta controlla la prima
Reciproche: se comportano investimenti reciproci nel capitale delle societ e conseguente
riduzione delleffettiva consistenza delle garanzie patrimoniali. Se una societ acquista una
partecipazione totale del capitale netto di unaltra societ e questultima a sua volta effettua
la stessa operazione sul patrimonio della prima, si arriva ad annullare completamente la
dotazione di capitale proprio delle due societ. Per evitare tutto ci, le partecipazioni
reciproche sono sottoposte a una rigida disciplina con precisi limiti e divieti.

Le partecipazioni, in funzione della specie di soggetto controllante, possono essere:


Partecipazioni a controllo unitario: il controllo esercitato da un solo soggetto o societ.
Rientrano in questa categoria tutte le partecipazioni che consentono a un soggetto o societ
di esercitare (da sola) la direzione unitaria dellaltra societ.
Partecipazioni a controllo congiunto: il controllo viene esercitato su base paritetica da pi
soggetti o societ.
le partecipazioni non di controllo sono partecipazioni di minoranza, ovvero di terzi soci o azionisti.
Gruppi in cui il controllo sulle societ esercitato con strumenti alternativi
Questa seconda classificazione dei gruppi riguarda la specie di relazioni di collaborazioni e
complementariet esistenti tra le societ del gruppo. Tutto ci conduce a individuare gruppi
economici (omogenei), finanziari (disomogenei) e misti.
Gruppi economici (omogenei): in questi gruppi le societ sono legate da vincoli di specie
tecnica oltre che economica. Lomogeneit che qualifica le produzioni realizzate permette al
gruppo di disaggregare le fasi della catena del valore (approvvigionamento, produzione in
senso tecnico, distribuzione) e le funzioni aziendali (ricerca e sviluppo, gestione del
personale ecc.), localizzandole secondo varie combinazioni nelle societ del gruppo, ma
assicurando in ogni caso unit e autonomia del gruppo nel suo complesso. Inoltre,
lintegrazione tra le attivit economiche pu essere realizzata orizzontalmente,
verticalmente o in modo misto, dando luogo ad altrettante classi di gruppi (gruppi integrati
orizzontalmente e gruppi integrati verticalmente). Nei gruppi orizzontali le societ operano
nello stesso settore, svolgono processi produttivi simili, producono o distribuiscono prodotti
o servizi simili. I gruppi verticali, invece, sono costituiti da societ che svolgono processi
produttivi disomogenei ma collegati in sequenza poich rappresentano le fasi di un unitario
ciclo di produzione (es. approvvigionamento fattori produttivi). Infine, in gruppi misti
presentano i caratteri dei gruppi orizzontali e verticali (sono i pi frequenti).
Gruppi finanziari (disomogenei): in questi gruppi le societ sono legate da vincoli solamente
di specie economico finanziaria. La disomogeneit delle produzioni realizzate dalla societ
del gruppo segnala scarsa complementariet e integrazione della produzione economica
sotto il profilo tecnica. La differenziazione delle aree daffari e dei segmenti di attivit
conduce la capogruppo accentra su di s la direzione strategica e finanziaria del gruppo e a
delegare alle singole societ tutti gli aspetti operativi connessi alla realizzazione delle
strategie settoriali proprie delle singole Business Unit.
Gruppi misti: in questultimo caso alcune societ presentano i caratteri dei gruppi economici
(elevato grado di complementariet e integrazione tecnica delle produzioni) e altre societ
al contrario sono pi vicine ai gruppi finanziari (disomogeneit delle produzioni e scasa
complementariet e integrazione tra le stesse). Si precisa, che le prime due classi di gruppi
sono difficilmente riscontrabili nella realt nella loro forma pura; molto pi frequenti si
possono rilevare gruppi prevalentemente economici o finanziari, e dunque misti.
STRUTTURE
Nei gruppi aziendali vanno distinte:

1. La capogruppo
2. Eventuali societ sottocapogruppo
3. Le societ controllate.
La societ capogruppo (holding) pu essere direttamente coinvolta nei processi di produzione
economica (holding mista) ovvero limitarsi a esercitare lattivit di direzione e coordinazione
unitamente alla gestione strategica e finanziaria del gruppo aziendale (holding pura). Nei gruppi di
grandi dimensioni e che operano a livello internazionale in mercati e settori differenziati, la struttura
del gruppo comporta la presenza di societ sottocapogruppo (subholding) che hanno la
responsabilit di gestire segmenti o aree daffari omogenee del gruppo. Infine, le societ controllate
possono avere unarticolazione estremamente differenziata da gruppo a gruppo in relazione alla
dimensione, al settore di appartenenza, allarticolazione internazionale e al grado di complessit
delle attivit svolte.
In base alle principali strutture, i gruppi aziendali si classificano in gruppi a struttura semplice, gruppi
a struttura complessa e gruppi a struttura a catena.
Gruppi a struttura semplice
In questi gruppi esistono solamente partecipazioni dirette tra societ capogruppo e societ
controllate. La presenza di un solo livello assicura semplicit della struttura e trasparenza nei
rapporti societari.

Struttura semplice

Gruppi a struttura complessa


La complessit della struttura si caratterizza per le seguenti peculiarit: innanzitutto nel gruppo a
struttura complessa esistono numerosi livelli societari, solitamente ordinati in via gerarchica dalla
capogruppo verso le sottocapogruppo e le controllate: inoltre, i molteplici livelli societari
impongono limpiego di strumenti di controllo fondati sia sulle partecipazioni dirette sia sulle
partecipazioni indirette. Infine, larticolazione della struttura si pu sviluppare in senso sia
orizzontale (in genere in aderenza alle aree daffari o alla localizzazione geografica) che verticale (in
genere per assicurare la migliore combinazione tra lesigenza di non perdere il controllo e quella di
assicurare un adeguato procacciamento di finanziamenti con ridotti livelli di rischio). Nellambito dei
gruppi a struttura complessa, pu essere opportuno evidenziare il gruppo piramidale, in alcuni casi
costituito ad hoc per massimizzare leffetto della leva azionaria, i benefici finanziari e ridurre al
massimo i rischi per il capitale di comando. La struttura a piramide vede al vertice la societ
capogruppo e si sviluppa con un numero crescente di societ sottocapogruppo e di controllate che
formano, appunto, una piramide di societ.
Struttura complessa piramidale

Gruppi a struttura a catena


La struttura a catena caratterizzata da un livello pi o meno intenso di partecipazioni reciproche
che, tuttavia, possono essere effettuate solamente nel rispetto delle rigide norme previste dal
Codice Civile. La partecipazione reciproca si pu realizzare direttamente tra due societ (struttura a
catena semplice) ovvero indirettamente tra molteplici societ, prevalentemente con strutture a
catena triangolari, circolari o di altre forme geometriche.

Struttura a catena circolare

CAPITOLO 4 I RAPPORTI TRA AZIENDA E AMBIENTE


IL SISTEMA AMBIENTE
Lazienda, definita come ordine strettamente economico di un istituto, si concretizza nellinsieme
di accadimenti economici che incidono sulla vita e sullo sviluppo degli istituti di varia specie.
Quando loggetto dellattivit la produzione di redditi per i portatori di interessi istituzionali di
natura economica (propriet d lavoratori) allora si parla di impresa o di azienda di produzione per
il mercato, in essa lattivit si esplica nellimplementazione di processi di approvvigionamento e
trasformazione (fisica o economica) dei fattori produttivi in prodotto o servizi destinati a essere
ceduti a terze economie.
Definire lazienda come sistema aperto, implica lanalisi della relazioni che intercorrono con il
contesto ambientale in cui essa si inserisce. In parole povere, non possibile definire lazienda
estraendola dal pi ampio sistema ambiente, che rappresenta la condizione necessaria per lo
svolgimento della sua attivit.
In generale, lambiente pu essere definito come linsieme delle condizioni e delle circostanze o
dei fenomeni esterni allazienda, ovvero il contesto che ne influenza in maniere determinante la
struttura e la dinamica, si concretizza prevalentemente negli elementi che possono influenzare la
struttura e il comportamento. In base al grado di influenza esercitato dal medesimo, le analisi
del contesto e delle relazioni con lazienda possono essere condotte in una duplice prospettiva:
generale e specifico.
Ambiente generale (o macroambiente): fa riferimento al sistema di condizioni e
circostanze, di diritto o di fatto, qualunque sia la loro specie ed origine, nel cui ambito
limpresa stessa trova condizioni di vita, di sopravvivenza e di sviluppo (ambito geografico
pi o meno ampio).
Ambiente specifico (o microambiente): dimensiona e configura il delimitato sistema di
condizioni e di circostanze esterne agenti sulla struttura e sul comportamento dellimpresa
stessa considerata nella sua individualit (ambito pi ristretto).
Ora possibile distinguere lambiente economico dallambiente non economico. Il primo si
compone dei seguenti elementi:
I mercati (insiemi omogenei di negoziazioni di beni privati, di rischi particolari e di credito di
prestito).
Le strutture di domanda e offerta di lavoro, capitale proprio e beni pubblici (insieme di
imprese operanti negli stessi mercati e nelle stesse strutture di domanda e di offerta).
Le politiche economiche, monetarie e finanziarie attuate dalla pubblica amministrazione
(Stato ed enti pubblici).
Lambiente non economico fa riferimento a variabili quali, ad esempio: il sistema dei valori
caratterizzante la collettivit sociale, la normativa giuridica nazionale e internazionale, lo sviluppo
delle scienze, della tecnica e della tecnologia, le infrastrutture e la configurazione fisica e climatica
del territorio. Infine, in base alle caratteristiche (o attributi) che concorrono a definirlo, esso pu
essere pi o meno dinamico, complesso, differenziato e ostile.
CARATTERISTICHE
Lambiente :

Dinamico: bassa prevedibilit degli eventi futuri. Pu riguardare gli aspetti economici
(inflazione) e di mercato (cambiamento dei gusti dei consumatori, concorrenza), politici e
legislativi (instabilit dei governi), tecnologici (sistemi informativi integrati) e culturali
sociali (cambiamento dei valori e dei modelli di vita).
Complesso: si concretizza nel livello di conoscenze tecniche necessarie per lo svolgimento
dellattivit produttiva.
Leterogeneit dei mercati di sbocco, ossia della gamma di prodotti, di clienti e di aree
geografiche misura la diversit ambientale.
Ostile: un ambiente pu essere pi o meno ostile in funzione della difficolt di unimpresa
a svolgere in esso i propri processi operativi (es. acquisto di fattori produttivi e vendita di
prodotti e di servizi) e ad avere rapporti con altri soggetti, privati o pubblici. Tuttavia,
influenzato da variabili, come ad esempio, condizioni di mercato, caratteristiche fisico
geografiche, politiche della pubblica amministrazione, atteggiamenti della collettivit o
della societ in generale.
SUB SISTEMI AMBIENTALI
Lambiente pu essere interpretato come il risultato di una combinazione di pi elementi: i sub
sistemi (o sotto sistemi o dimensioni) ambientali.
I principali sub sistemi dellambiente considerato nella sua generalit (macroambiente) sono i
seguenti:
Ambiente fisico naturale: tale ambiente richiama gli aspetti geografici (morfologia e
lorografica del territorio; il clima e le risorse naturarli ecc.) e demografici (fanno
riferimento alla popolazione e alle sue caratteristiche demografiche, quali ad esempio,
densit, natalit, mortalit ecc.) peculiari del contesto in cui limpresa opera e che possono
influenzare, pi o meno intensamente, le sue scelte operative e strategiche.
Ambiente politico legislativo (o istituzionale): riguarda le modalit con gli organi del
pubblico potere esercitano la loro attivit nonch linsieme delle leggi e dei regolamenti
che definiscono il contesto normativo in cui lazienda opera (regolamentazione dellattivit
di scambio, del lavoro, della concorrenza, delle forme di imprese, normativa fiscale). Con
tale ambiente, si fa riferimento al modello di regime politico che configura lordinamento
economico sociale e allordinamento giuridico dal quale scaturisce il sistema legislativo,
fonte delle norme di legge in campo economico. Alcune variabili che caratterizzano
lambiente politico legislativo e che possono influenzare, in particolare, lattivit
economica dellimpresa sono rappresentate da:
1) Il ruolo che le forme di governo e il sistema degli organi pubblici (centrali e locali)
esercitano sul contesto sociale rispetto allaggregazione dei soggetti in gruppi,
movimenti politici e di opinione.
2) Le norme emanate per regolamentare lo svolgimento dellattivit economica e la
concorrenza tra le imprese (limiti, interventi dello Stato, diretto o indiretto).
3) Le regolamentazioni emanate con lobiettivo di garantire il normale funzionamento
dei mercati.
4) I regimi autorizzativi previsti per lesercizio dellimpresa, le norma giuridiche, i livelli
di potere e di responsabilit.
Lambiente economico generale si concretizza nella modalit con cui organizzata la vita
economica dello Stato in cui limpresa opera. Uno dei numerosi aspetti di analisi il modello di
sistema economico che delinea lintensit dellintervento pubblico, diretto o indiretto con
peculiarit di integrare lattivit privata, di condizionarla o di sostituirla. Questo aspetto, appena
descritto, influenza il funzionamento dei mercati, ovvero la struttura della domanda e dellofferta e
le modalit con cui si svolgono le transazioni tra i soggetti che in essi operano.
Lambiente culturale costituisce il risultato delle conoscenze, dei valori e delle ideologie che
caratterizzano il contesto sociale. In generale, esso definito da variabili quali, per esempio:
caratteristiche del sistema scolastico, livello culturale delle persone, tasso di analfabetismo ecc. Di
particolare rilievo risultano, per esempio: gli atteggiamenti manifestati verso il mondo delle imprese
(richieste di maggiore socialit, legittimit del profitto) e verso i consumi, i modelli culturali diffusi
(tipologie di relazioni sociali, importanza data ai concetti di autorit, di leadership, di
intraprendenza), ecc. Seguendo unaltra classificazione, le variabili culturali possono elencarsi in:
1) Valori culturali in materia economica e conseguenti atteggiamenti rispetto al tema
dellimprenditorialit (etica religiosa e ideologie in merito a lavoro umano).
2) Conoscenza tecnico scientifica in campo produttivo (ambiente tecnologico).
Linsieme dei risultati del progresso tecnico e scientifico, il livello e il ritmo degli stessi costituisce la
dimensione tecnologia dellambiente. In questo senso, lautomazione della produzione, lo sviluppo
di sistemi informativi integrati e la diffusone di avanzati sistemi di comunicazione possono
rappresentare grandi opportunit per le imprese.
Lambiente sociale correlato allambiente politico e quello culturale. La suddivisione in classi
sociali (es. stratificazione in base al reddito, al livello distruzione ecc.) e la mobilit sociale (es.
dinamicit delle relazioni tra i vari gruppi o classi sociali), le organizzazioni di categoria
rappresentative degli interessi di determinate classi sociali (es. sindacati) e il clima sociale (definito
dai rapporti pi o meno conflittuali tra le classi che compongono una societ) delineano le
caratteristiche pi importanti di tale sub sistema.
Anche lambiente specifico (o microambiente) pu essere osservato come il risultato di una serie
di componenti (o sub sistemi) di natura economica, sociale, culturale e politica. Ricordiamo che
il contesto in cui opera unimpresa raccoglie elementi in grado di influenzare in maniera notevole e
diretta la sua attivit, possibile sintetizzare le principali dimensioni che lo compongono in:

1) Mercati di approvvigionamento, presso i quali limpresa acquista materie prime, energia,


tecnologie, lavoro, servizi e capitale (a titolo di prestito o di propriet).
2) Mercati di sbocco, nei quali limpresa colloca la produzione realizzata.
Di questi fondamentale lanalisi della loro delimitazione intesa come settori a cui limpresa
interessata nello svolgimento della sua attivit (es. settore delle imprese acquirenti un medesimo
bene o servizio ecc.) e della loro composizione (es. domanda, offerta e loro collegamenti). Le
caratteristiche e il funzionamento dei mercati sono notevolmente influenzati dalla altre variabili
ambientali di natura fisico naturale, economica, politica istituzionale, socio culturale e
presentano una dinamicit talvolta molto intensa (es. cambiamento dei comportamenti di acquisto
ecc.).
In una prospettiva pi analitica, lambiente specifico individua il sistema competitivo dellimpresa,
ovvero lo spazio economico popolato da clienti, dai fornitori e dai concorrenti e nei quali limpresa
si presenta con i sistemi di prodotto risultato della usa attivit caratteristica. Con riferimento alle
diverse aree strategiche di affari (es. combinazione tra tecnologia utilizzata ecc.), il sistema
competitivo scaturisce dallanalisi dei rapporti con i soggetti con cui limpresa compete nel processo
di vendita dei prodotti/servizi (rapporti di rivalit), dei rapporti di collaborazione tra le imprese per
conseguire una maggiore competitivit, dei rapporti di sostituzione tra i prodotti offerti e quelli
succedanei, delle condizioni e le modalit con cui i vari rapporti si realizzano e si sviluppano e
dellesistenza di barriere allentrata e alluscita dallarea competitiva.
In unaltra prospettiva di analisi, il sistema ambiente riferito specificamente allazienda pu essere
scomposto in tre principali sub sistemi:

1) Mercati: di capitali, di fattori della produzione, materie prime, lavoro, impianti e servizi, e di
prodotti finiti.
2) Progresso tecnologico
3) Dello Stato e delle Istituzioni (aspetti politici e legislativi).
In questa prospettiva danalisi possibile individuare i diversi sub sistemi del sistema ambiente,
classificandoli di primo, secondo e terzo livello.
RAPPORTO AZIENDA AMBIENTE
Il rapporto tra lazienda e lambiente si esplica in una serie di scambi che si concretizzano in elementi
che influenzano lattivit della prima (input) e che dalla stessa promanano verso lambiente
(output). In particolare, gli input sono riconducibili a condizionamenti ambientali che possono
classificarsi in:
1) Opportunit: condizioni fonte di vantaggi soprattutto di tipo economico.
2) Vincoli: condizioni che influenzano, limitandola, la libert di scelta e di decisione del soggetto
economico.
3) Risorse: materiali e immateriali, necessarie a svolgere lattivit di produzione e le cui
condizioni (positive e negative) possono tradursi in opportunit o vincoli per limpresa.
Gli output sono riconducibili alle influenze che lazienda emana verso lambiente in cui opera e, in
generale, si concretizzano nei prodotti/servizi offerti e nei comportamenti che, sotto diversi aspetti
e in base alla dimensione aziendale, possono influenzare in maniere talvolta importante, il contesto
che la circonda.
Con la definizione dei vari sub sistemi dellambiente inteso in senso generale e delle caratteristiche
dellambiente specifico, data pocanzi, possibile analizzare le relazioni che potrebbero verificarsi
tra limpresa e ciascuno di essi.
In merito al rapporto con lambiente fisico naturale, evidente come le caratteristiche dello stesso
possano influenzare le decisioni in merito, ad esempio, alla localizzazione e alla struttura del sistema
produttivo aziendale (input). In particolare, tali influenze si concretizzano in vincoli con riferimento
alle esigenze di salvaguardia dellambiente, alla tipologia, alla disponibilit e allubicazione
geografica delle risorse (materie prime), alle vie di comunicazione e ai trasporti, ai fattori
demografici (es. distribuzione territoriale della popolazione).
Con riferimento alle opportunit, queste possono sintetizzarsi nello sfruttamento delle risorse
disponibili, nella creazione e commercializzazione di risorse sostitutive di quelle naturali o
suscettibili di rigenerazione, nella formazione e nello sviluppo di mercati, tecnologie e prodotti
idonei a favorire lo sfruttamento delle risorse naturali e limitare linquinamento seguente, nella
progettazione, costruzione e utilizzo di strumenti volti a permettere un efficace monitoraggio della
loro evoluzione. Si evidenziano le possibili influenze (output) che lattivit produttiva pu indurre
sullambiente che la circonda (es. cambiamenti di natura economica, sociale e culturale dai quali
promanano fenomeni come lurbanismo ecc.).
Il rapporto che lazienda ha con lambiente fisico naturale risulta fondamentale con riferimento
alle improrogabili esigenze legate alla tutela ambientale, per la quale dobbligo lo sviluppo di una
coscienza sociale delleventuale danno ecologico causato da processi e prodotti inquinati.
Lambiente politico legislativo (o istituzionale) pu influenzare il comportamento e le strategie
adottate dallimpresa con riferimento a determinate variabili in input (opportunit e vincoli) che si
originano, ad esempio, dal modello di regime politico (es. forma di governo) dal quale promanano
azioni volte a limitare lintervento delle imprese nei settori di pubblico interesse o volte ad agevolare
specifici settori economici attraverso interventi di politica monetaria e creditizia, tributaria;
dallordinamento giuridico da quale promana il sistema legislativo che regolamenta anche gli aspetti
inerenti lattivit economica dellazienda (es. forme di giuridiche che lattivit imprenditoriale pu
assumere), dal clima politico sociale pi o meno stabile, che contraddistingue il funzionamento
delle Istituzioni pubbliche. Allo stesso tempo, soprattutto quando limpresa caratterizzata da
grandi dimensioni e da un ruolo sociale rilevante, pu a sua volta, esercitare influenze sul contesto
politico in cui opera.
Con riferimento allambiente economico generale, le caratteristiche del sistema economico
delineate anche dal peso dellintervento pubblico possono influenzare il funzionamento dei mercati,
la struttura della domanda e dellofferta e le modalit con cui si svolgono gli scambi tra i vari
soggetti. Oltre al tipo di sistema economico, una variabile di forte influenza sullattivit dellimpresa
lo stadio di sviluppo raggiunto dallo stesso in termini di entit del reddito pro capite, andamento
dei prezzi e tasso dinflazione, occupazione, debito pubblico.
Le variabili culturali caratterizzanti lambiente in cui limpresa opera hanno un determinante
influsso sullattivit che essa svolge. Pensiamo, ad esempio, a:

1) Letica religiosa e al modo con cui essa pu influenzare attivit quali, per esempio, limpego
della risorsa umana, il consumo, il prestito.
2) Le ideologie socio economiche in merito ai fenomeni della produzione, della distribuzione
e del consumo della ricchezza, della propriet dei mezzi di produzione, dellattivit
imprenditoriale e del comportamento dellimpresa.
3) Il grado di istruzione e competenza professionale che possono influenzare la qualit delle
risorse umane a disposizione dellazienda.
4) La cultura del management che delinea modelli decisionali (autoritari, partecipativi, di
leadership) che possono influenzare lattivit imprenditoriale.
A sua volta, limpresa pu condizionare i gusti e i valori di un determinato contesto sociale,
concorrendo, talvolta, a definire la formazione dei modelli e delle attee di consumo e di qualit della
vita.
Il rapporto che si esplica con lambiente tecnologico (sub sistema del progresso tecnologico)
riguarda, in primis, i condizionamenti che lazienda riceve in merito alle innovazioni relative ai fattori
della produzione, ai processi tecnico produttivi, ai prodotti e ai servizi offerti.
Con riferimento, infine, alle relazioni che si esplicano con lambiente sociale (strettamente connesso
agli aspetti culturali) esse si concretizzano nei riflessi generati sullattivit aziendale da variabili quali
la qualit delle relazioni industriali, la formazione e il comportamento dei movimenti sociali e di
opinione (associazioni di consumatori), la stratificazione sociale della popolazione (ossia la
suddivisione in classi sociali), i problemi etnici e i livelli di integrazione fra gruppi diversi per lingua,
provenienza geografica, usi e consumi e, in generale, il clima sociale. Tali variabili agiscono sulla
struttura e sul comportamento dellimpresa (es. secondo la dinamica delle condizioni qualitativo
quantitative della domanda e della corrispondente offerta ecc.).
Con il schema seguente si sintetizzano le principali relazioni che intercorrono tra limpresa e
lambiente espresse in termini di input/ output (vincoli, opportunit e flussi di risorse, informazioni
e mezzi monetari.
Il rapporto azienda-ambiente: vincoli, opportunit e flussi
INPUT OUTPUT

Risorse: Risorse:
- fattori produttivi - beni e servizi allestiti
(materie, beni - mezzi monetari
strumentali, risorsa
umana, know-how, Vincoli e opportunit
tecnologia, energia) derivanti da: A
A - mezzi monetari
M - attivit promozionale M
Vincoli e opportunit - programmi di
BI derivanti da: AZIENDA investimento
BI
E - offerta di beni e E
- risorse naturali e servizi, tecnologia,
N umane distribuzione della N
- valori socio-culturali ricchezza
- quadro politico-
legislativo
- sistema economico-
finanziario

LA RESPONSABILITA SOCIALE DIMPRESA


La Responsabilit Sociale dImpresa ( RSI o Corporate Social Responsibility CSR) intesa come
lassunzione di responsabilit che lazienda accetta nei confronti di tutti gli interlocutori
(stakeholder) ed oggi un tema che suscita profondo interesse da parte delle imprese e degli
operatori economici, politici e sociali. Interesse che testimoniato sia dallo sviluppo e dalla
diffusione di atteggiamenti, iniziative e strumenti di responsabilit sociale nelle imprese, sia dalla
vastit e autorevolezza degli studi attinenti alla tematica in oggetto. La RSI richiama le realt
aziendali contemperare gli interessi di tutti i soggetti coinvolti e interessati allattivit svolta, nel
momento di definizione delle proprie strategie, imponendo di valutare anche le attese di diversa
natura che li caratterizzano e i differenti livelli di partecipazione e coinvolgimento che qualificano il
rapporto fra gli stessi e lazienda. In questo senso, lassunzione di responsabilit sociale deve essere
profondamente radicata nella governance aziendale. La natura gestionale e strategica della RSI,
infatti, impone la definizione di assetti di governo capaci di dare espressione a tutti i diritti e i doveri
riconducibili allazienda e ai propri stakeholder.
In questo contesto, gli strumenti di comunicazione della RSI rivestono un ruolo fondamentale sia
per quanto attiene alladempimento dei doveri assunti dallazienda nei confronti dei propri
stakeholder, sia con riferimento alla legittimazione che da una trasparente ed attendibile
comunicazione pu derivare.
I numerosi interventi da parte di diversi organismi (Istituzioni e associazioni del mondo accademico
o professionale che si occupano di studiare e promuovere la RSI) testimoniano la rilevanza del tema
e offrono significativi strumenti che costituiscono un utile riferimento per le imprese nei processi di
gestione e rendicontazione della responsabilit sociale.
COME DEFINIRE LA RESPONSABILITA SOCIALE
Per capire meglio che cos la responsabilit sociale necessario analizzare le caratteristiche di
volontariet, le tematiche rilevanti e le forze determinanti.
La volontariet
La responsabilit sociale dimpresa rappresenta lassunzione volontaria di responsabilit che
lazienda accetta nei confronti di tutti gli stakeholder, ovvero di tutti quei soggetti o categorie di
soggetti che sono portatori di interessi (che hanno una posta in gioco) nellimpresa sia per gli
investimenti effettuati, sia per i possibili effetti positivi o negativi che dallattivit dellimpresa
possono derivare.
Il Libro Verde del 2001 della Commissione Europea (Promuovere un quadro europeo per la
responsabilit sociale delle imprese) definisce la responsabilit sociale dimpresa come
lintegrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro
operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate. Essere socialmente responsabili
significa non solo soddisfare pienamente obblighi giuridici applicabili, ma anche andare al di l,
investendo di pi nel capitale umano, nellambiente e nei rapporti con le parti interessate.
Essere socialmente responsabili, quindi, implica un governo aziendale basato su un approccio
multistakeholder, in grado, cio, di considerare le diverse e, a volte, discordanti aspettative di tutti
i soggetti coinvolti. Linsieme dei soggetti con cui lazienda viene in relazione mutato nel tempo,
articolandosi diversamente sia per numero di individui o categorie coinvolte, sia per latteggiamento
e la consapevolezza del ruolo che li caratterizza. Ai classici stakeholder si accompagnano nuove
figure intenzionate a relazionarsi in modo continuo con limpresa, come concorrenti, collaboratori,
fornitori, pubblica amministrazione nonch tutti coloro che, per vicinanza fisica, condividono con
limpresa lutilizzo di medesime infrastrutture o risentono direttamente degli effetti della presenza
della stessa sul territorio.
Le tematiche rilevanti
Ai fini sempre degli aspetti definitori in tema di RSI, necessario richiamare le principali tematiche
che la stessa implica, ossia:
I rapporti con il personale dipendente: fa riferimento alle modalit con cui limpresa intende
instaurare e gestire il rapporto con tutti i dipendenti, nella consapevolezza che i lavoratori
rappresentano uno stakeholder di particolare rilevanza, in quanto, collaborando con
lazienda, contribuiscono al raggiungimento della prosperit e del benessere dellimpresa.
Gli assetti di corporate governance: la principale criticit si sostanzia nella definizione
dellassetto proprietario e dei meccanismi di funzionamento degli organi di amministrazione
e controllo, nonch nella quantit e trasparenza delle informazioni sul tema diffuse
(composizione degli organi di governo, criteri di selezione del management, amministratori
indipendenti ecc.).
La comunicazione e linformativa: gli elementi fondamentali attengono allesistenza, alla
validit e allefficacia di documenti di report sociale o di sostenibilit quali il bilancio sociale,
il bilancio ambientale o di sostenibilit, i report informativi integrativi e ecc.
I rapporti con fornitori e clienti: rappresentano i cosiddetti stakeholder esterni dimpresa,
non costituendo parte integrante della struttura, ma rapportandosi, con livelli diversi di
intensit e costanza alla stessa attraverso rapporti di natura contrattuale.
I rapporti con le Istituzioni e la comunit di riferimento: si caratterizza per una estrema
ampiezza e variet di azioni possibili che spaziano dalle donazioni per il territorio, alla
definizione di progetti o manifestazioni culturali, sportive o ricreative in collaborazione con
iniziative pubbliche o a sponsorizzazione delle stesse, alla cessione dei propri prodotti o
servizi a condizioni di favore, allutilizzo gratuito di risorse tecnologiche o umane
dellimpresa per servizi alla collettivit, alla preferenza nellacquisto di beni o servizi
accordata a soggetti che svolgono attivit di interesse sociale, alla partecipazione a progetti
di rigenerazione, riqualificazione e sviluppo del territorio e ecc.
Le politiche ambientali: attengono alle politiche di riduzione dei consumi di energia, acqua
e materie prime, di riduzione di emissioni inquinanti nellatmosfera o nellacqua e di
riciclabilit dei prodotti, di promozione di campagne di sensibilizzazione ambientale, di
adesione a programmi di sviluppo sostenibile, di ottenimento di certificazioni ambientali,
eventuali proposte riguardanti programmi personali dintervento.
Le forze determinanti
Un ultimo aspetto da analizzare costituito dalle forze (o spinte) e dagli elementi che,
combinandosi e determinandosi vicendevolmente, concorrono a promuovere limportanza e a
diffondere tra le aziende lassunzione di responsabilit sociale. Esse sono molteplici e composite,
imponendo alle realt aziendali di affrontare in modo serio e strutturato le problematiche e le
questioni attinenti il concetto il tema e sono i seguenti:
Cambiamenti sociali ed economici: caratterizzano il contesto attuale e che sollecitano le
imprese a una lettura diversa e pi consapevole, sia delle problematiche, sia delle
aspettative in ambito di RSI, precedentemente ritenute di competenza prevalente o
esclusiva dello Stato.
Fenomeni culturali e sociali: alcuni fenomeni hanno contribuito in modo determinante
nel far maturare nelle imprese la coscienza dellimportanza di considerare e valorizzare
le aspettative che dallesterno promanano nei loro confronti. Si fa riferimento:
1) Alla globalizzazione che ha reso evidenti le esigenze di un attento governo e
controllo del fenomeno stesso e che rischia di allargare il divario esistente tra
aree del mondo connotate da diversi livelli di ricchezza.
2) Ai gravi disastri ambientali che hanno contribuito a diffondere attenzione,
sensibilizzazione e cultura ecologica nella collettivit, costringendo le imprese a
considerare la variabile ambientale come un elemento determinante nella
definizione delle proprie modalit organizzative e operative e nellimpostazione
delle proprie strategie.
3) Alla sempre maggiore importanza dei diritti dei lavoratori e del rispetto dei
diritti umani nello svolgimento delle attivit lavorative.
4) Allaffermarsi di una figura di consumatore responsabile per il quale limpiego
sociale e ambientale delle imprese diviene una determinante nei processi di
orientamento negli acquisti, come dimostra lo sviluppo di fenomeni quali il
consumo critico, le azioni di boicottaggio, le iniziative di commercio equo e
solidale, ecc.
Nella stessa direzione hanno spinto fenomeni di natura economica, quali lesigenza di trasparenza
sia delle comunicazioni che dei meccanismi di governance, incrementata dal rapido processo di
integrazione dei mercati finanziari, da un lato, e dalleco dei recenti scandali e fallimenti dallaltro.
A partire dai macrofenomeni, descritti pocanzi, si delinea una seconda area di rilevante impatto per
la diffusione della RSI, che costituita dagli aspetti di innovazione apportati dalle nuove
regolamentazioni e dagli standard prodotti in conseguenza, o comunque in relazione, agli impatti
derivanti dai cambiamenti descritti. In questo senso, sono significativi anche il ruolo svolto dagli
organismi internazionali e dai governi e i numerosi eventi nazionali e internazionali che hanno
favorito lo sviluppo di una cultura di responsabilit sociale e la diffusione della conoscenza al
riguardo.
Inoltre, in base agli interventi normativi e alle necessit derivanti dalla presenza di nuovi strumenti
per le imprese che necessitano di una guida per la corretta impostazione e gestione, significativo
lincremento, per numero e rilevanza, delle associazioni di promozione e sviluppo della RSI, alle quali
si affiancano societ di consulenze private che sempre pi spesso offrono servizi e iniziative relative
a programmi e progetti di RSI, campagne di cause related marketing, rendicontazione sociale,
attestazione di qualit delle politiche sociali o ambientali, ecc.
Un ulteriore elemento che ha concorso alla diffusione della responsabilit sociale costituito dagli
investimenti etici, ossia, investimenti che privilegiano la scelta di fondi che finanziano imprese
caratterizzate da un orientamento sociale o ambientale.
Infine, un ultimo aspetto significativo sul tema, rappresentato dal diverso ruolo assunto da
impresa e societ civile, che in conseguenza del mutato atteggiamento e della diversa lettura della
realt circostante, incide in modo determinante sulla diffusione e promozione della RSI. Le imprese,
da un lato, infatti, contribuiscono, in tal senso, nella misura in cui non si limitano a rispondere alle
pressioni esterne, ma diventano in primis promotrici della responsabilit sociale, assumendo un
ruolo propositivo, per prevedere levoluzione e gli sviluppi futuri del sistema nel quale sono inserite
e parteciparvi attivamente attraverso la ricerca, la sensibilizzazione e lo studio di soluzioni ottimali
al di l degli obblighi che le sono imposti dalla vigente normativa. Dallaltro, evidente limpulso
importante alla RSI che deriva dallattivit di organizzazioni non governative, associazioni dei
consumatori e gruppi ambientalisti, ai quali devono essere aggiunte le sempre pi frequenti forme
di aggregazione fra imprese. Infatti, sono costituite, ad esempio, associazioni tra imprese legate
allappartenenza territoriale ecc.
GLI STRUMENTI DI ACCOUNTABILITY
Gli strumenti di accountability non sono altro che un sistema di rendicontazione (accountability), in
grado di esprimere in modo chiaro, completo ed esaustivo la pluralit di aspetti attinenti alla
gestione socialmente responsabile delle aziende, favorendo il miglioramento dei rapporti fra le
stesse e i propri stakeholder. Infatti, una migliore e pi ampia informazione, capace di interessare
anche gli aspetti sociali, consente di attenuare le pressioni esercitate dalle organizzazioni sindacali,
dal potere politico, con positivi effetti sulla ricerca e il mantenimento di una legittimazione sociale.
Infine, la rendicontazione sociale consente allazienda di disporre di uno strumento per la gestione
degli aspetti sociali attinenti alla realt della stessa. In esso sono sintetizzate indicazioni gestionali e
strategiche che possono essere assunte come elemento di riferimento nelle scelte aziendali e che
possono favorire la conoscenza e la partecipazione, a tutti i livelli, degli obiettivi e dei valori
dellazienda. Tale condivisione pu rafforzare la motivazione e il senso di appartenenza
allorganizzazione e alla cultura aziendale dei diversi operatori, migliorando la partecipazione alla
gestione dellazienda stessa. La rendicontazione unimportante occasione di sintesi, rilettura e
ridiscussione dei criteri interpretativi, dei principi morali, delle principali relazioni ambientali
dellimpresa, cos da verificare la coerenza fra contenuti rendicontati, obiettivi prefissati e strategie
impostate.
Inoltre, inserendo gli strumenti di rendicontazione sociale nel complesso del sistema delle
comunicazioni aziendali si persegue lobiettivo di sintetizzare in un unico documento le azioni
intraprese e i risultati raggiunti in ambito di RSI, consentendo una valutazione delle performance
realizzate e della coerenza delle stesse con gli obiettivi e i valori dichiarati. In questo modo
possibile migliorare il livello complessivo delle informazioni fornite e perseguire gli obiettivi di
trasparenza, chiarezza, correttezza e comprensibilit delle stesse.
Gli strumenti di accountability sono suddivisi in due categorie, ossia:
Accountability indiretta (strumenti comunicativi/informativi): il codice etico o gli standard
di certificazione, che servono per fornire informazioni in tema di scelte e comportamenti
etici e che, una volta comunicati al lettore, possono eventualmente essere oggetto di
valutazione da parte di questultimo.
Accountability diretta (rendicontazione vera e propria): il bilancio sociale, di sostenibilit,
ambientale ecc. e che hanno lobiettivo di rendere periodicamente conto di quanto fatto in
ambito sociale, ambientale, di sostenibilit.

N.B: Non esistendo un obbligo di legge o regolamentare, tali strumenti possono assumere forme,
contenuti e denominazioni diverse.
CODICE ETICO
Il codice etico rappresenta un fondamentale strumento di governance con il quale limpresa pu
precisare e riferire, allesterno e allinterno dellorganizzazione, le regole che orientano la sua
condotta, esplicitando il fondamento della cultura che ispira la definizione.
Il codice etico offre unespressione di sintesi dellinsieme di riflessioni di carattere morale e filosofico
applicabili alle questioni economiche, che possono essere affrontate a diversi livelli: da quello pi
generale concernente Stato, Istituzioni e mercato, ai livelli intermedi riferibili a imprese e varie
organizzazioni, fino al livello pi particolare e specifico attinente le singole decisioni degli individui.
In relazione ai differenti livelli di analisi pu delinearsi una diversa connotazione di codice etico:
A livello istituzionale, lo strumento si propone di regolamentare i comportamenti,
esplicitando una serie di regole e precetti, definiti e imperativi, a cui i soggetti a cui rivolto
sono chiamati ad attenersi.
Inserito in unorganizzazione, assume i tratti di uno standard nel quale vengono chiariti
principi e norme a cui i diversi partecipanti allorganizzazione devono ispirarsi, nella
consapevolezza che detto strumento rappresenta al contempo sia un insieme di norme di
comportamento a cui aderire, sia un riferimento a cui aspirare.
Nellottica del singolo individuo, tende a presentarsi come una illustrazione di principi che
devono essere dal singolo recepiti, introiettati, discussi e condivisi per condurre poi lo stesso
a scegliere autonomamente, su tali basi, le proprie azioni.
Pertanto, il codice etico uno strumento che mira a regolare le scelte dei diversi operatori, con
specifico riferimento alle decisioni di carattere economico, stabilendo norme comportamentali
destinate a regolamentare sia latteggiamento dei dipendenti nei loro rapporti interni e verso
limpresa, sia le relazioni fra limpresa e gli stakeholder esterni. Secondo questa prospettiva di
analisi, pu essere considerato come la carta costituzionale di unazienda, ovvero il complesso di
principi che precisano diritti e doveri morali di ogni partecipante allorganizzazione e individuano la
condotta da tenere con riferimento sia delle diverse aree critiche di attivit, sia alle diverse categorie
di stakeholder.
IL BILANCIO SOCIALE
Il bilancio sociale uno strumento di rendicontazione con cui lazienda informa in merito alle
relazioni con i propri stakeholder, sia sotto il profilo della vastit e della tipologia di relazioni
intraprese, sia per quanto attiene alla qualit delle stesse. Il bilancio sociale, quindi, si configura
come uno strumento per informare tutti gli stakeholder delle performance realizzate dallazienda
sia sul fronte economico sia con riferimento al pi ambio e variegato ambito delle performance
sociali, andando a rendicontare in merito ad aspetti rilevanti per un ampio pubblico di interlocutori.
Il bilancio sociale formato da:
Identit aziendale: fornisce indicazioni per presentare la realt aziendale, attraverso, ad
esempio, notizie inerenti alla storia, al contesto di riferimento, ai valori, alla missione, alla
strategia, allassetto istituzionale e organizzativo.
Valore aggiunto: misura la ricchezza prodotta dallimpresa nello svolgimento della sua
attivit di acquisto di fattori produttivi, trasformazione e vendita di prodotti finiti. Indicando
anche com stato distribuito (es. in salari e stipendi, dividendi, interessi passivi, imposte e
tasse e infine in forma di ammortamento alla medesima) e si ottiene un significativo
strumento che permette di evidenziare e rendere trasparente la corrispondenza tra missione
aziendale e risultati economici e la coerenza tra gli assunti di principio e i comportamenti
concreti posti in essere dal management. La sezione dedicata alla produzione e distribuzione
del valore aggiunto la parte contabile del bilancio sociale in cui vengono ripresi i dati
provenienti dalle scritture contabili e dai documenti di bilancio.
CREAZIONE E DISTRIBUZIONE DEL VALORE AGGIUNTO

La relazione sociale: riguarda i


rapporti tra lazienda e i propri
interlocutori permettendo
di verificare e formulare un
giudizio in merito a ci che
lazienda si proponeva di
conseguire, ci che ha realizzato e ci che i destinatari dei risultati ritengono di avere
ottenuto.
Indicatori chiave (key performance indicators): sono degli indicatori che talvolta sono
presenti nel documenti di rendicontazione sociale che servono per comunicare i risultati
raggiunti. Gli indicatori rappresentano informazioni sintetiche su fatti e performance
realizzate, di interesse non esclusivamente economico, che consentono di avere indicazioni
relativamente a determinanti aspetti in modo da poter maturare sugli stessi un personale
giudizio. Si caratterizzano per esprimersi attraverso semplici dati numerici, come ad
esempio, il numero di ore di lavoro perse senza giusto motivo pu essere assunto quale
indicatore della soddisfazione del personale dipendente. evidente che lestrema
sinteticit del dato rischia di fuorviare linformazione che se ne desume, portando a errate
conclusioni. In questo senso sempre importante accompagnare con unanalisi qualitativa
il singolo dato sintetico, prestando particolare attenzione al contesto e alle situazioni
esterne che possono distorcere lefficacia dellindicatore.
CAPITOLO 5 LA GESTIONE AZIENDALE E
LECONOMICITA
LA GESTIONE AZIENDALE
La gestione rappresenta uno dei tre momenti fondamentali che caratterizzano il pi ampio e unitario
sistema dellamministrazione economica dazienda o, pi semplicemente, amministrazione
dazienda.
La gestionale aziendale informa e aduna ad univo fine tutti gli atti e i fatti amministrativi con i quali
si persegue direttamente il fine di azienda (Zappa). In sostanza, lattivit di gestione costituita
dallinsieme delle operazioni che limpresa effettua nel corso della sua esistenza al fine di realizzare
gli obiettivi perseguiti dal proprio soggetto economico. Lo studio della gestione dazienda ha come
oggetto tutti i fatti e gli accadimenti economici che le pertengono opportunamente ordinati in
operazioni, processi e combinazioni economiche.
Per comprendere pienamente lo svolgersi della gestione, si deve partire dalla comprensione dei
fenomeni elementari che rappresentano il presupposto di base dellazione imprenditoriale, ossia
levento o accadimento economico. Un evento o accadimento economico accoglie sia operazioni
(attivit di operatori di azienda), tra esse anche gli scambi, sia fenomeni di ogni altra specie
significativi per le investigazioni della scienza e della pratica.
Lo svolgersi degli accadimenti di azienda, nelle diverse forme in cui pu manifestarsi, non deve
indurre a credere che si tratti di un aggregato di parti disgiunte, bens ogni accadimento condiziona
gli altri e ne a propria volta condizionato, essendone legato da vincoli diretti o mediati
relativamente a specie, tempi e luoghi di attuazione. A tale proposito, si parla, infatti, di sistema
degli accadimenti per identificare linsieme delle azioni e dei fenomeni che complessivamente si
manifestano nellazienda e nellambiente che le circonda.
Le operazioni aziendali sono caratterizzati dallo svolgimento di pi accadimenti elementari e che
sono tra loro interdipendenti, come ad esempio, le operazioni di vendita, di finanziamento ecc.
Loperazione di acquisto pu essere solitamente compiuta mediante lo svolgimento congiunto di
pi accadimenti uniti a sistema tra loro quali una precedente attivit di studio del mercato, la
richiesta di preventivi ecc.
La classe pi ampia degli accadimenti di azienda data dalle operazioni di gestione compiute dagli
organi aziendali, ossia dai fatti od operazioni amministrative. Altra classe di operazioni costituita
da accadimenti che non procedono direttamente dagli organi dazienda, ma sono in gran parte
determinati da eventi economico sociali esterni allazienda, e da questultima subiti.
Per analizzare e comprendere in un modo pi semplice il sistema aziendale nel suo complesso,
necessario scomporre il medesimo in sotto insiemi e interpretare le relazioni che fra gli stessi si
vengono a determinare. Pertanto, le singole operazioni trovano tra loro aggregazione a un livello
superiore nei processi economici, ossia insiemi ordinati di operazioni della medesima specie e aventi
medesimo oggetto. Per esempio, in unimpresa industriale si hanno pi processi di acquisto di
materie prime, pi processi di date lavorazioni, di vendita ecc. A loro volta, i processi, attraverso
relazioni di vario tipo, si compongono in gruppi di processi, da cui derivano relazioni tra quantit
economiche. La principale tra queste rappresentata dalle combinazioni economiche, ossia
linsieme di operazioni, processi, gruppi di processi, variamente collegati fra loro a unit, continua e
duratura, al fine del raggiungimento dei fini istituzionale dazienda.
Le combinazioni economiche generali dazienda si possono articolare, a loro volta, in coordinazioni
economiche parziali, ossia in insiemi di processi caratterizzanti da una funzione (es. ideazione e lo
sviluppo dei nuovi prodotti, leffettiva fabbricazione degli stessi ecc.), e da un insieme di competenze
specialistiche applicate al loro svolgimento (es. competenze di ricerca e sviluppo ecc.). Date tali
caratteristiche, le coordinazioni, dette pocanzi, vengono a coincidere con le funzioni aziendali,
come la funzione ricerca e sviluppo ecc.
Le coordinazioni economiche parziali possono essere ricondotte tipicamente alle seguenti
aggregazioni di operazioni:

1. Gestione caratteristica:
a) Ricerca e sviluppo.
b) Approvvigionamento.
c) Commercializzazione.
d) Logistica.
2. Gestione finanziaria:
a) Gestione del capitale di rischio.
b) Gestione dei debiti di prestito.
3. Gestione patrimoniale.
4. Gestione tributaria.
La gestione, che accomuna in modo dinamico nei molteplici processi produttivi e nelle svariate
combinazioni economiche le produzioni di impresa, esprime nelle sue coordinazioni le pi alte e
complesse funzioni dellamministrazione economica dimpresa.
Nellambito della gestione dimpresa, bisogna fare una distinzione significativa tra operazioni di
esterna gestione e operazioni di interna gestione.
Le operazione di esterna gestione sono quelle operazioni che ciascuna azienda pu compiere
solamente con il concorso e con la collaborazione di altre aziende.
Le operazioni di interna gestione, invece, sono quelle operazioni che unazienda pu compiere
senza la collaborazione di altre aziende e si sviluppano nel sistema aziendale senza scambi di risorse
con lambiente esterno o con economie terze. Le principali operazioni di interna gestione che si
sviluppano in unazienda industriale possono riguardare le seguenti attivit:
Attivit di trasformazione fisico tecnica per lottenimento di prodotti finiti (es. lavorazione
della materia prima ecc.).
Attivit di direzione e controllo dei lavoratori dipendenti, compresi la programmazione delle
carriere, lattribuzione delle mansioni ecc.
Attivit di ricerca e sviluppo, comprese le attivit di test dei prototipo e di sperimentazione
di innovativi processi produttivi.
Attivit di pianificazione e controllo dellattivit dazienda, intese come quelle azioni di
rilevazione e valutazione preventiva, concomitante e susseguente delle operazioni aziendali
al fine di ottenere conoscenze utili per la direzione e la gestione futura dellazienda.
Nelle imprese industriali, la produzione si svolge nel succedersi di molte fasi e processi,
dallacquisizione delle materie prime fino alla realizzazione dei prodotti finiti, dopo diverse
lavorazioni dei semilavorati.
Le operazioni di esterna gestione, al contrario, rappresentano operazioni che avvengono con la
necessaria collaborazione di soggetti esterni allazienda, sia che si manifestino quali trasferimenti di
risorse, come ad esempio scambi di beni o servizi di ogni specie, sia che non si manifestino tramite
trasferimento di risorse, quali ad esempio intese sulle politiche dei prezzi. Le operazioni tra lazienda
e il mercato, qualunque sia il loro oggetto, istituiscono quelle relazioni solitamente denominate
scambi di mercato. Ovviamente, affinch queste relazioni interaziendali possano essere considerate
relazioni economiche propriamente dette, occorre che tali operazioni abbiano il contenuto
economico degli scambi di mercato.
Con riferimento agli scambi di risorse economiche con lambiente, si evidenzia in modo particolare
la fase iniziale del processo produttivo, ossia lacquisizione dei fattori di produzione, e la fase finale
del processo di produzione economica, ossia la cessione delle produzioni realizzate. Gli scambi di
beni e di servizi realizzati con terze economie trovano solitamente contropartita in definite quantit
di moneta, o alternativi mezzi di pagamento, che a propria volta alimentano e completano le
relazioni di scambio di mercato tra lazienda e lambiente a essa circostante.
Per quanto riguarda gli scambi che non coinvolgono in via diretta trasferimenti di risorse, un ruolo
di rilevante importanza ricoperto dallo scambio di informazioni con lambiente esterno
allimpresa. Tali interscambi afferiscono ai condizionamenti e alle opportunit generati dai flussi
informativi in entrata e in uscita tra azienda e ambiente. Tra i flussi di informazioni in entrata, o
input informativi, possono essere menzionati le imposizioni di tipo legislativo, le pressioni di natura
sindacale, ecc. Inoltre, esistono anche, degli output informativi che limpresa riversa allesterno,
condizionando a propria volta lambiente circostante. il caso, ad esempio, dei positivi ritorni
nellambiente degli studi aziendale compiuti, oppure delle politiche di comunicazione e di marketing
realizzate dallimpresa. Elementi che affluiscono positivamente sui successivi scambi di risorse tra
azienda e ambiente, nonch sulle operazioni interne di gestione.
Le operazioni di interna e di esterna gestione non si svolgono in modo distinto, ma riguardano
relazioni che si intrecciano in modo fitto e talvolta inestricabile lungo il dinamico svolgersi delle
combinazioni e coordinazioni aziendali di gestione. Lo svolgimento delle operazioni di scambio di
mercato , infatti, strettamente correlato allo svolgimento delle operazioni di interna gestione (es.
lefficacia dellazione di vendita dei prodotti sul mercato). Le opportunit commerciali sono
evidentemente condizionate dalle caratteristiche qualitative del prodotto, il quale viene realizzato
attraverso operazioni di interna gestione nellambito del processo produttivo (es. linnovazione
tecnologica apportata al medesimo prodotto mediante lattivit interna svolta dalla funzione di
ricerca e sviluppo).
Le operazioni di interna ed esterna gestione riflettono due aspetti della gestione che sono soltanto
astrattamente individuabili e separabili, in quanto fra gli stessi sussistono nessi inscindibili di
complementariet e interdipendenza.
La corretta collocazione e il successo dellimpresa derivanti dallo svolgimento delle operazioni di
interna ed esterna gestione dipendono in buona parte anche dalla dimensione aziendale. a tale
fine fondamentale il raggiungimento di quella dimensione critica minima e sufficiente a consentire
allazienda di confrontarsi efficacemente con le forze competitive presenti nellambiente
circostante.
GLI ELEMENTI CHE QUALIFICANO LA GESTIONE AZIENDALE
Oltre agli aspetti, visti precedentemente, la gestione dazienda pu essere studiata sotto un
ulteriore punto di vista, ossia nei rapporti esistenti tra i flussi di costi e di ricavi che
contraddistinguono levolversi della gestione e i correlati flussi di uscite ed entrate monetarie che
ne costituiscono correlata contropartita.
Sotto il primo profilo, la gestione viene studiata nellaspetto economico. Se, al contrario, oggetto di
studio sono i correlati aspetti di entrate e uscite monetarie, allora la gestione viene analizzata nel
suo aspetto monetario.
Laspetto economico della gestione mira ad ottenere, nel lungo andare, un reddito sufficiente per
la remunerazione dei fattori di lavoro e capitale impiegato nella produzione da parte del soggetto
economico. Le manifestazioni di ricavi, costi e redditi che caratterizzano laspetto economico della
gestione sono spesso conseguenti a scelte di convenienza economica (scelte che si articolano in
combinazioni, processi e operazioni economiche sempre varie e diverse perch devono sempre
adattarsi alle mutevoli condizioni di impresa e di mercato).
La gestione monetaria, invece, riguarda il compimento delle entrate e delle uscite monetare, ossia
degli incassi e dei pagamenti. Ad esempio, a fronte dellacquisto dei fattori produttivi, si ottiene una
quantificazione monetaria che pu assumere la forma di uscita di denaro in caso di regolamento
immediato, oppure, in caso di regolamento differito, di accensione di un debito di funzionamento
nei confronti del fornitore di tali fattori, vale lo stesso discorso anche per le vendite in cui al posto
del debito avremo dei crediti verso i clienti.
Acquisto di beni e di servizi
ASPETTO MONETARIO ASPETTO ECONOMICO

Uscita di moneta Costo di acquisto


o debito di funzionamento
Vendita di beni e di servizi
ASPETTO MONETARIO ASPETTO ECONOMICO

Entrata di moneta Ricavo di vendita o credito di funzionamento


In una gestione equilibrata, le entrate monetarie connesse ai ricavi di esercizio devono essere in
grado di coprire, nel lungo periodo, le uscite monetarie correlate ai costi sostenuti.
Nellambito delle operazioni di esterna gestione, non bisogna dimenticare un terzo aspetto che
consente di indagare e comprendere la dinamica dellattivit di impresa, cio la gestione finanziaria.
Laspetto finanziario rappresenta quellarea della gestione di impresa che, per mezzo delle pi
diverse forme di credito attivo e passivo, collega la gestione economica produttiva alla gestione
monetaria propriamente detta. Infatti, nellambito della gestione esterna, unitamente agli scambi
di valori monetari collegati con le operazioni del ciclo produttivo (debiti e crediti di funzionamento),
si sviluppano movimenti di monta susseguenti al sorgere ed estinguersi di debiti e crediti di
finanziamento. I crediti e debiti di finanziamento non sono altro che delle variazioni monetarie
determinatesi non in sostituzione di una entrata od uscita di denaro conseguente alla
compravendita di beni o servizi ma per effetto di versamenti di denaro effettuati a titolo di prestito
dallimpresa nei confronti di soggetti terzi o dellincasso di denaro ricevuto da terzi a titolo di
finanziamento.
Oltre alla classificazione, vista pocanzi, possibili osservare lattivit di gestione sulla base delle
diverse fasi che contraddistinguono levolversi dellintero ciclo vitale del sistema dazienda.
Vi sono tre fai attraverso le quali pu essere scomposta e analizzata lattivit gestionale dazienda,
che sono:
1. La fase di istituzione (o di costituzione): rappresentata da quel complesso di atti e
operazioni che sono indispensabili al fine di consentire linizio del processo economico
produttivo (es. scelta della forma giuridica da adottare sulla base delle possibili tipologie
previste dalla normativa vigente, e contestuale compimento delle diverse pratiche legali e
burocratiche richieste ai fini della sua istituzione e inizio dellattivit produttiva). In parole
povere, questa fase riguarda aspetti di assoluta rilevanza per il futuro dellazienda, i quali
sono fondamentali per i successivi rapporti con lambiente circostante e, soprattutto, per la
coerente attuazione della successiva fase di funzionamento della medesima.
2. La fase di funzionamento: di solito, riguarda la fase di pi ampia durata e complessit
allinterno delle diverse fasi della gestione dazienda. Infatti, durante la fase di
funzionamento, si realizza tutto quel complesso di operazioni attraverso le quali si esplica la
funzione di produzione economica e lo scambio di mercato. Al suo interno si sviluppano le
operazioni di esterna ed interna gestione. In estrema sintesi, le operazioni che si svolgono
nella fase di funzionamento possono essere: operazioni di finanziamento passivo (e
rimborso del medesimo es. approvvigionamento di capitale di debito), operazioni di
provvista o approvvigionamento dei fattori produttivi (es. acquisto della propriet delle
materie prime dai fornitori), operazioni di pagamento dei fornitori (estinzione dei debiti di
funzionamento), operazioni di trasformazione produttiva [economica e fisico tecnica
(es. sviluppo dei fattori produttivi e svolgendo la loro funzione economica)], tali operazioni
differiscono a seconda della tipologia di azienda cui si riferiscono, operazioni di cessione dei
beni (ricavi di vendita o crediti di funzionamento), operazioni di incasso dai clienti (incasso
dei crediti di funzionamento accesi nei confronti dei clienti) e infine operazioni di
investimento o di finanziamento attivo (es. acquisto fattori produttivi o acquisto strategico
di quote del capitale di altre imprese). Le operazioni possono essere a loro volta raggruppate
in cicli, ossia in sequenze tipiche di operazioni. I cicli sono:
a) Ciclo industriale: coincide con lattivit di trasformazione produttiva (utilizzo
materie prime e allestimento dei prodotti finiti e il loro imballaggio).
b) Ciclo mercantile: sostenimento del costo per lapprovvigionamento dei fattori
produttivi fino alla vendita dei prodotti finiti.
c) Ciclo operativo aziendale: il ciclo completo delle operazioni caratteristiche
dellimpresa industriale e che inizia con il sostenimento del costo per
lacquisto delle materie prime e si conclude con lincasso derivante dalla
cessione dei beni realizzati.
3. La fase di cessazione: si configura nel momento in cui le aziende, istituite e funzionanti,
perdono la loro operativit e, conseguentemente, vengono a terminare la loro esistenza. Di
solito, la cessazione dellazienda deriva da motivazioni che dipendono dalla volont del
soggetto economico (ad esempio: raggiungimento del fine aziendale). Spesso, per, la
cessazione dellazienda da correlare a sopravvenute difficolt di funzionamento che
spingono a terminare loperativit di impresa (es. una disfunzione aziendale che condiziona
il corretto funzionamento). Al riguardo, si possono individuare due aspetti differenti relativi
al momento della cessione dazienda. Il primo, riguarda una nozione di cessazione in senso
assoluto, e un secondo che configura, al contrario, una cessazione dazienda di tipo relativo.
Si ha cessazione assoluta quando lazienda cessa effettivamente di funzionare e ne viene
sancita lestinzione. La tipica situazione che determina la cessazione assoluta la
liquidazione volontaria, ossia quel processo attraverso cui si realizza lestinzione dellimpresa
e viene convertito in denaro il suo capitale, mediante la vendita dei beni di propriet e il
pagamento degli eventuali debiti residui. Tuttavia, spesso si di fronte a una decisione
giudiziaria che applica diverse procedure concorsuali, come ad esempio il fallimento oppure
il raggiungimento di un accordi con i creditori per il pagamento parziale dei propri crediti
attraverso la procedura di concordato preventivo, se definita precedentemente
alleventuale avvio della procedura fallimentare, o di concordato fallimentare, qualora
laccordo vengo raggiunto successivamente allavvio di tale procedura. Invece, la cessazione
relativa avviene quando lazienda modifica le proprie caratteristiche costitutive o il soggetto
economico di riferimento, pur continuando a funzionare. Esempi tipici di cessazione relativa
sono i seguenti:
a) Cessione: vendita del complesso aziendale, o ramo dello stesso a un altro
imprenditore.
b) Fusione: si manifesta quando due o pi aziende si sciolgono e vengono
incorporate allinterno di una azienda gi esistente (fusione per
incorporazione), oppure si fondono allinterno di una azienda di nuova
costituzione (fusione per unione). In entrambi i casi, le aziende cessano di
esistere individualmente nella forma, ma nella sostanza sopravvivono e la loro
gestione permane allinterno della societ incorporante o di nuova
costituzione.
c) Scissione: in questo caso, una societ (scissa) trasferisce tutto, o solamente
una parte, del proprio complesso aziendale a una o pi differenti societ
(beneficiaria). Nel primo caso si tratta di una scissione totale mentre nel
secondo di una scissione parziale. I diretti intestatari delle azioni o quote delle
societ beneficiarie sono i vecchi soci della societ scissa, che in caso di
scissione parziale continuer a sussistere, mentre si scioglier definitivamente
in caso di scissione totale.
d) Conferimento (o scorporo): la societ conferente cede tutta o solo una parte
del complesso aziendale a un altro soggetto giuridico, costituito a tale fine o
gi esistente, ricevendo in contropartita quote o azioni della societ
conferitaria intestate direttamente alla societ conferente (e non ai soci come
invece avviene nelloperazione di scissione). Il complesso conferito, pertanto,
continua a funzionare mediante lintegrazione nella struttura della
conferitaria, senza per questo determinare la cessazione dellazienda
conferente.
e) Trasformazione dazienda: una forma particolare che avviene con una
operazione comportante semplicemente il cambiamento della forma giuridica
della societ (es. S.r.l. S.p.a.).
IL PRINCIPIO DI ECONOMICITA DELLA GESTIONE (MOLTO IMPORTANTE!!)
Il principio di economicit sintetizza il fatto che la gestione dellazienda in funzionamento debba
svolgersi attraverso principi e regole di condotta che ne possano consentire lo sviluppo nel tempo
in modo duraturo e autonomo. Infatti, lazienda per perseguire coerentemente i propri obiettivi
deve essere duratura, ossia deve svolgersi secondo condizioni di vita e di funzionamento tali da
consentire di perdurare nel tempo secondo convenienza in un unico ambiente mutevole. Infine,
essendo rivolta a soddisfare le finalit economiche alla base del perseguimento dei fini generali di
istituto al quale pertiene, non pu che considerare tali finalit economiche in unottica duratura di
lungo periodo e, anzi, proprio nel lungo andare che si possono meglio e pi compiutamente
soddisfare le finalit di tale istituto ed chiaro che la durabilit di una azienda non significa
immutabilit della stessa, ma bens capacit di permanere pur nel dinamismo delle attivit e dei
soggetti che la compongono.
In secondo luogo, il principio di economicit presuppone che lazienda possa essere gestita come
entit autonoma, ossia in modo tale che non si manifestino sistematici ricorsi a interventi di
sostegno, economico o finanziario, da parte di altre economie e soggetti terzi. In parole povere,
lautonomia la condizione delleconomicit che consente che i fini generali distituto possano
essere perseguiti senza il patologico ricorso a interventi di terze economie.
Leconomicit condizione di vita delle aziende di ogni ordine ed contemporaneamente un
principio e un obiettivo fondamentale di buon governo delle stesse (caratterizza sia le aziende di
produzione per lo scambio di mercato sia di erogazione e composte, particolarmente le aziende
composte pubbliche).
Il principio di economicit, nel suo presupposto di regola di funzionamento dellazienda, si traduce
in termini operativi nel contemporaneo rispetto di un insieme di condizioni che permettono
allazienda di svolgersi in modo duraturo e autonomo nel tempo. La condizione di equilibrio generale
in grado di garantire il perseguimento dei fini aziendali in accordo al principio di economicit pu
essere indagata attraverso lanalisi dellintegrazione di condizioni di equilibrio particolari:
lequilibrio economico e lequilibrio finanziario.
La condizione di equilibrio economico (e autosufficienza economica), implica in modo pi analitico
che il volume di ricavi da ottenere in seguito alla vendita dei beni o dei servizi debba essere adeguato
al fine di fronteggiare i costi sostenuti per i fattori produttivi acquistati e utilizzati per la
trasformazione fisico tecnica. Lequilibrio economico fondamentale per il perseguimento
delleconomicit, in quanto il fluire dei ricavi nel tempo alimenta la continuit dei processi produttivi
che si sviluppano a seguito del sostenimento dei costi, garantendo in questo modo autonomia e
durabilit alla gestione aziendale.
Una fondamentale condizione da considerare quando si analizza il grado di autosufficienza
economica la variabile tempo. Lequilibrio economico dazienda, infatti, pu essere considerato
con riferimento a diversi periodi di tempo: breve, medio o lungo. Ogni iniziativa economica
dimpresa, infatti, necessit di tempi di attesa pi o meno lunghi affinch si possano conseguire i
risultati sperati. Lequilibrio economico, in qualit di condizione duratura dazienda, deve
necessariamente essere di lungo periodo. (per sicurezza leggi anche sul libro la parte riguardante
alla variabile tempo perch qui non ho specificato che ci possono essere dei casi pag. 140 )
Oltre alla necessit di rispettare la condizione di autosufficienza economica, al fine di perseguire
leconomicit, lazienda deve perseguire anche la condizione dellequilibrio monetario finanziario.
Lazienda, infatti, oltre a operare al fine di ottenere lequilibrio tra componenti positivi e negativi di
reddito, deve contemporaneamente essere sempre in grado di far fronte, in ogni momento, ai
propri impegni di pagamento.
Lazienda deve essere in grado di gestire attraverso una logica unitaria sia i flussi monetari correlati
con le operazioni di esercizio, unitamente agli investimenti e disinvestimenti negli elementi
strutturali (flussi monetario gestionali), sia i flussi derivanti dalle motivazioni dei debiti e dei
crediti di finanziamento e delle variazioni di capitale proprio (flussi finanziari).

LEQUILIBRIO MONETARIO FINANZIARIO

Incasso di crediti di funzionamento Pagamento di debiti di


(derivanti da ricavi da cessione di funzionamento (derivanti da costi di
beni) acquisto di fattori produttivi)

Flussi monetario-gestionali

Entrate Equilibrio monetario-finanziario Uscite

Flussi finanziari

Accensione di debiti di Concessione di crediti di


Una cattiva finanziamento finanziamento gestione
Apporto di capitale proprio Rimborso di capitale proprio
dei flussi Restituzione di crediti di Rimborso di debiti di economici
si riversa in una finanziamento finanziamento cattiva
gestione monetario
finanziaria, mentre un cattiva gestione dei flussi monetario finanziari impatta negativamente
sullequilibrio economico di gestione.
Per evitare tutto ci, necessario determinare grandezze finanziarie, e correlate politiche di
gestione delle stesse, in grado di consentire il monitoraggio del perseguimento di
unarmonizzazione dei flussi finanziari in entrata e in uscita.
Una prima grandezza di carattere finanziario atta a consentire il monitoraggio del perseguimento
degli equilibri monetario finanziari il Capitale Circolante Netto (CCN), ossia linsieme dei mezzi
finanziari rappresentati da grandezze gi in forma liquida o destinate a dare origine a entrate o
uscite monetarie entro i dodici mesi successivi (tra cui vengono annoverati crediti di funzionamento,
debiti di funzionamento e rimanenze). Oltre al CCN, in tema di grandezze finanziarie bisogna
segnalare il concetto di Flusso di Cassa aziendale (o Cash Flow). Il Cash Flow permette di indicare,
le variazioni intervenute, in determinato periodo, nella liquidit dellimpresa per effetto della
gestione. Per la determinazione di tale valore, si utilizza, di solito, un procedimento indiretto che,
partendo dai valori economici e tenendo in considerazione i flussi monetario gestionali e finanziari
del periodo, valorizza il flusso di cassa generato nel corso del periodo oggetto di osservazione.
A tale proposito, si pu calcolare il Reddito Netto Rettificato (RNR), attraverso un procedimento a
ritroso, esso determinato apportando specifiche rettifiche al risultato netto di esercizio, inserendo
con segno opposto quei valori che non hanno suscitato movimenti di moneta e di credito
(ammortamenti, accantonamenti, svalutazioni, rivalutazioni). Affinch il RNR possa correttamente
esprimere il Flusso di cassa generato dalla Gestione Reddituale (FCGR), occorre procedere alla sua
ulteriore rettifica per tenere conto di incrementi o decrementi avvenuti nel corso del periodo
amministrativo nella consistenza dei crediti, dei debiti e delle rimanenze di esercizio. Una volta
determinata anche lultima grandezza, si pu in seguito pervenire alla definitiva valorizzazione del
Flusso di Cassa (Cash Flow) aggiungendo al Flusso di Cassa generato dalla Gestione Reddituale i
flussi monetari, positivi o negativi, derivanti dalla gestione degli investimenti (immobilizzazioni,
partecipazioni, crediti di finanziamento) e dalla gestione dei debiti di finanziamento e del capitale
proprio.
Reddito netto
+ ammortamenti e accantonamenti
+ svalutazioni (- rivalutazioni)
Reddito Netto Rettificato (RNR)
+/- variazione dei crediti di funzionamento
+/- variazione dei debiti di funzionamento
+/- variazione delle rimanenze
Flusso di Cassa generato dalla Gestione Reddituale (FCGR)
+/- flussi monetari da investimenti in immobilizzazioni
+/- flussi monetari da partecipazioni
+/- flussi monetari da crediti di finanziamento
+/- flussi monetari da debiti di finanziamento
+/- flussi monetari da movimentazioni di capitale proprio
Flusso di Cassa (Cash Flow)
Pare opportuno osservare come difficilmente limpresa sia in grado di operare soltanto con i mezzi
finanziari prodotti dalla gestione reddituale, senza limitare al contempo la sua potenzialit
gestionale. Proprio per questa fisiologia necessit di gestire le entrate di cassa anche mediante fonti
di finanziamento ed appare di fondamentale importanza monitorare lequilibrio esistente tra
impieghi e fonti di natura finanziaria. Unavveduta gestione finanziaria dovr essere
necessariamente orientata a garantire unarmonica correlazione temporale tra le fonti e gli impieghi
di risorse finanziarie componenti la situazione patrimoniale dellazienda nei vari momenti della sua
gestione.
Contrapposizione tra fonti e impieghi

Impieghi Fonti

Disponibilit liquide
Crediti di funzionamento e Debiti di funzionamento di
di finanziamento a breve finanziamento a breve
Rimanenze di magazzino

Crediti di funzionamento e Fondo Trattamento di


di finanziamento a lungo Fine Rapporto
Immobilizzazioni materiali
Debiti di funzionamento di
Immobilizzazioni finanziamento a lungo
immateriali
Capitale proprio

Il rapporto tra mezzi propri e indebitamento esterno molto importante per lazienda sotto un
duplice punto di vista. Da un lato, lincidenza del capitale proprio sul totale dei mezzi di terzi
sintomo della capacit dellimpresa di garantire con i mezzi propri il rimborso dei finanziamenti
ottenuti, rappresentando cos un indice di solvibilit della medesima. Dallaltro, lintensit della
dipendenza dellazienda dal sostegno di finanziatori esterni pu essere un importante sintomo della
quantit di oneri finanziari che lazienda pu essere chiamata a sostenere a fronte dellapporto di
capitali di terzi a titolo oneroso.
La definizione di una ottimale struttura finanziaria pu essere, al contempo, esaminata in relazione
a quanto la stessa concorra direttamente a determinare il saggio di redditivit netto dellazienda.
Tale contributo evidenziato dalla leva finanziaria, la quale pone a confronto il tasso di redditivit
del capitale investito dallazienda nellattivit produttiva (ROI o Return on investment) e il costo del
capitale preso a prestito. Leffetto netto complessivo sulla redditivit dellazienda sar positivo nel
caso in cui lazienda riesca a sviluppare un tasso di rendimento del proprio capitale investito
maggiore del costo medio dellindebitamento. Nel caso opposto, leffetto sulla redditivit sar
necessariamente negativo.
Un fisiologico indebitamento, effettuato avendo cura di garantire un costante equilibrio tra impieghi
e fonti di finanziamento pu addirittura generare effetti positivi sulla gestione aziendale.
Accanto alleconomicit aziendale, in senso stretto, propria di entit autonome che devono trovare
in s stesse e nel mercato le condizioni di duratura e autonoma sussistenza, deve tuttavia
considerarsi anche leconomicit super aziendale relativa allazienda analizzata allinterno di
strutture ed economie pi ampie, ma sempre riconducibili a direzioni di tipo unitario. La
convenienza economica e monetario finanziaria dellattivit aziendale deve, infatti, essere
analizzata in relazione alla connessione tra iniziative ed entit diverse realizzate dello stesso
soggetto economico. Fra i complessi economici super aziendali una posizione di particolare
importanza rivestita dai gruppi aziendali, in relazione ai quali si parla solitamente di perseguimento
di una economicit in funzione del gruppo. Leconomicit in funzione del gruppo pu essere intesa
in due significati differenti:
Il primo significato quello per cui una unit facente parte del gruppo raggiunge
leconomicit in funzione della sua appartenenza al gruppo in quanto solo allinterno del
gruppo aziendale essa riesce a conseguire lautosufficienza economica e lequilibrio
monetario finanziario, mentre se la medesima si trovasse al di fuori del gruppo non
riuscirebbe a sopravvivere in modo autonomo e duraturo nel tempo (economicit di
gruppo).
Il secondo significato quello per cui una entit facente parte del gruppo non raggiunge
lautosufficienza economica e monetario finanziaria, ma il gruppo aziendale allinterno del
quale la stessa trova collocazione ha convenienza a mantenerla in vita (economicit super
aziendale di gruppo)
EFFICACIA, EFFICIENZA E RISCHI AZIENDALI
Lefficienza sta a indicare la capacit di realizzare la capacit di realizzare il livello pi conveniente
di produzione attraverso il pi basso utilizzo possibile di fattori produttivi impiegati. Infatti,
lefficienza fa riferimento al rapporto tra input impiegati nella produzione e output realizzati tramite
la medesima, ed evidenza pertanto la capacit di massimizzare tale rapporto, riducendo linput a
parit di output o aumentando loutput a parit di input. Lefficienza trova espressione tramite la
seguente formula:

PRODUZIONE REALIZZATA

FATTORI PRODUTTIVI IMPIEGATI

Lefficacia, invece, esprime la capacit della gestione dazienda di conseguire obiettivi


programmati di tipo economico, tecnico, o commerciale, prescindendo dalla valutazione delle
risorse impiegate a tal fine. A sua volta, lefficacia trova espressione tramite la seguente formula:

RISULTATO OTTENUTO

RISULTATO PROGRAMMATO
INCERTEZZA

Le diverse variabili interne di impresa o esterne di ambiente si manifestano in direzioni e con


velocit di esecuzione non facilmente prevedibili da parte del soggetto economico. Inoltre, le
limitate capacit intellettive e conoscitive delluomo possono rappresentare un ostacolo al
corretto agire di azienda, che da uomini costituita e retta. Tale situazione determina
inevitabilmente la creazione di condizioni di incertezza, innalzando, conseguentemente, il livello
di rischio della gestione aziendale.

Lincertezza rappresenta una condizione insita nelloperare del sistema di azienda, in quanto
riflette necessariamente il variabile esito che le operazioni di interna ed esterna gestione hanno
sugli aspetti economici, patrimoniali, finanziari, produttivi e organizzativi in relazione al diverso
manifestarsi delle variabili ambientali e dei comportamenti aziendali. Lincertezza deriva dalla
necessit per limpresa di decidere in senso economico essendo consapevoli di muoversi
allinterno di un ambiente imperfetto e di cui non si hanno a disposizione tutte le informazioni utili
a governarlo. (LEGGI LAPPROFONDIMENTO CHE CE A PAG. 149 )

RISCHI AZIENDALI

Il rischio rappresenta una componente ineliminabile del sistema economico, e del sistema
aziendale in particolare, co come lassunzione del rischio rappresenta una premessa
indispensabile per ritorni di tipo economico e finanziario. Proprio il fatto di essere strettamente
correlato al pi ampio e dinamico sistema di azienda determina che anche per quanto riguarda il
rischio si possa parlare di azienda come sistema di rischi. Il sistema dei rischi dazienda pu essere
distinto in un rischio economico generale e in rischi particolari dimpresa.

Il rischio economico generale (o rischio generale dimpresa) rappresenta la configurazione pi


astratta e generale di rischio che interessa la combinazione produttiva dimpresa, e che al
contempo viene maggiormente a gravare sulla vita della stessa. Il rischio economico generale
sintetizza per lazienda le situazioni di rischiosit specifica che la stessa si trova ad affrontare, in
considerazione delle combinazioni economiche poste in essere e delle circostanze esterne
presenti. Il rischio economico generale tende a identificarsi con gli andamenti essenziali della vita
dellazienda, ed per questo necessariamente ineliminabile. Ci significa che i singoli rischi
particolari dimpresa possono essere eliminati, ma solo in tempi diversi, in quanto la simultanea
eliminazione degli stessi significherebbe eliminazione del rischio economico generale.

A loro volta, i rischi particolari dimpresa sono fortemente condizionati da una serie di fattori di
varia e complessa natura i quali, combinati opportunamente fra di loro, determinano una
particolare configurazione del sistema dei rischi dazienda. Possiamo sintetizzare gli stessi
raggruppandoli nelle seguenti classi:
Fenomeni fisici e biologici.
Indole delle persone.
Azione dei gruppi sociali e dello Stato.
Progresso scientifico e tecnico.
Politica dellazienda.
Tali fattori, considerati nel complesso delle loro reciproche relazioni e dei vincoli che li uniscono a
sistema, si combinano tra loro in modo diverso secondo la particolare natura delle operazioni
gestionali, esercitando in questo modo la loro azione sulle condizioni di equilibrio dazienda nelle
diverse fasi della vita della stessa.

In via indicativa, possiamo menzionare delle situazioni di rischio che lazienda si pu trovare a
fronteggiare nello svolgimento delle specifiche operazioni di gestione:
Rischio di credito (mancato incasso totale o parziale).
Rischio di cambio (variazione negativa del cambio della valuta).
Rischio di fornitura (ritardi nel ricevere la merce o di merce difetta).
Rischio di interesse (impatto economico negativo in conseguenza della variazione
dellandamento dei tassi di interesse).
Rischio di Paese (il debitore estero non adempie per cause dipendenti dalle variabili
macroeconomiche del Paese in cui lo stesso opera).

Proprio in considerazione della piena consapevolezza di operare in un ambiente dinamico,


perturbato e incerto diviene fondamentale il ruolo che la programmazione, la pianificazione e
il controllo aziendale assumono allinterno dellazienda. Mediante tali attivit lazienda riesce
ab orgine le determinanti del rischio stesso, e per tale ragione la funzione di programmazione
e controllo riveste unimportanza fondamentale allinterno dellazienda.
CAPITOLO 6 LORGANIZZAZIONE DELLE AZIENDE
(PARAGRAFI DI SOLO LETTURA 6.9 6.10 6.12 -
NON GLI HO INSERITI IN QUESTO FILE)
ORGANIZZAZIONE E AZIENDA
Quando si progetta lassetto organizzativo si decide: quante persone, e con quali caratteristiche,
sono necessarie per svolgere le combinazioni economiche dellimpresa, quali insiemi di compiti
deve svolgere ciascuna persona, con quali obiettivi, secondo quali modalit, con quali risorse,
come e quanto ciascuna persona deve essere retribuita, quali sono i percorsi professionali
coerenti con le dinamiche delle persone e delle combinazioni economiche aziendali. Tutto ci deve
essere configurato in modo tale che i compiti siano svolti secondo efficienza ed efficacia. Con i
massimi livelli di coordinamento e di integrazione possibili, con grande flessibilit e capacit di
fronteggiare il dinamismo ambientale.
Le organizzazioni non sono frutto del caso, ma di una progettazione, pi o meno adeguata, pi o
meno in grado di dare le risposte desiderate. Ci sono organizzazioni rigide, dove le procedure sono
del tutto determinanti e dove il lavoro delluomo ripetitivo e con scarsa possibilit decisionale.
Altre organizzazioni sono, invece maggiormente flessibili, si adattano alle situazioni ambientali, ma
anche alle caratteristiche delle persone che ne fanno parte. La definizione dellorganizzazione non
si realizza una volta per tutte, le organizzazioni mutano continuamente in base ai comportamenti
e, in generale, a tutti gli stimoli che riceve. Anche rispetto alla capacit di modificarsi vi una
grande variabilit: vi sono organizzazioni molto adattive e organizzazioni rigide, esistono
organizzazioni innovative (che anticipano le modificazioni dellambiente) e ci sono organizzazioni
chiuse, che non recepiscono gli stimoli ambientali.
Lorganizzazione funzionale allazienda, legata in modo stabile allazienda e le scelte
organizzative sono determinanti per leconomicit aziendale. La strategia condizionata
dallorganizzazione e, a sua volta, la condiziona. La gestione aziendale condizionata
dallorganizzazione, ma nello stesso tempo condiziona lorganizzazione del lavoro (es. la natura dei
processi gestionali caratterizza i processi organizzativi). Le scelte organizzative sono quindi scelte
che influenzano i risultati aziendali.
STRUTTURA E MECCANISMI
Le variabili che influenzano lorganizzazione sono moltissime e riguardano tutti gli aspetti della vita
aziendale. Un elenco non esaustivo comprende:

Il posizionamento verso lambiente esterno, sia sotto il profilo dei mercati che quello
dellacquisizione dei fattori della produzione.
Il governo dellazienda, cio la costituzione degli organi, la rappresentativit, i poteri degli
organi, ecc.
Le tecnologie in uso e in senso lato di esternalizzazione o di internalizzazione dei processi
tecnici di produzione.
Il supporto delle professionalit e delle persone allinterno dellazienda.
Lo sviluppo delle relazioni sociali e dei gruppi allinterno dellazienda
Le peculiari caratteristiche delle persone sono rilevanti nei processi organizzativi, infatti, oltre alle
competenze professionali, le caratteristiche personali giocano un rilevante ruolo allinterno dei
processi propri di una organizzazione. Esistono ruoli in cui le specificit personali possono divenire
punti di forza o di debolezza dellorganizzazione.
di fondamentale importanza sapere che le modalit di funzionamento delle organizzazioni
dipendono anche dalle caratteristiche delle persone e che il funzionamento dellorganizzazione
determina una selezione delle stesse. Questo dimostra che c un rapporto di interdipendenza e
che assume un importante rilievo soprattutto nei momenti di cambiamento (inteso come
modificazione degli assetti organizzativi e di potere allinterno dellazienda).
Accade, di fatto, che alcuni ruoli nei processi di cambiamento possano essere sviluppati o, al
contrario, venir meno anche in relazione alle persone che li ricoprono. Daltra parte, occorre
mettere in atto dei comportamenti organizzativi (delle modalit concrete di funzionamento
dellinsieme dei fattori produttivi messi in campo) che permettano di conseguire concretamente i
risultati desiderati dallazienda. Occorre, cio che lorganizzazione produca in modo efficiente ed
efficace quanto ritenuto necessario in termini di beni e servizi, sviluppo di know how per la
sopravvivenza futura, soddisfazione degli appartenenti alla organizzazione, ecc.
Per generale scelte organizzative che permettano tutto ci, devono essere considerate molteplici
alternative, alcune immediatamente comprensibili (es. quando persone devono lavorare
allinterno dellorganizzazione ecc.), altre pi indirette (come ad esempio, quale sviluppo
professionale interno dei membri dellorganizzazione e a quali sistemi motivazionali fare
riferimento). Alcune scelte poi riguardano, ad esempio, le tecnologie maggiormente coerenti con
la produttivit, in grado di migliorare leffettiva produttivit nel sistema aziendale, oppure la
logistica aziendale, di come distribuire nello spazio le attivit produttive o amministrative.
Per poter governare tutte queste variabili bisogna tenere un comportamento concreto che mira a
ottenere efficienza ed efficacia, cio a generare risultati accettabili da chi governa lazienda. Come
generare questo comportamento governando le molteplici variabili che incidono sulla
organizzazione stessa?
In poche parole, si tratta di governare le cosiddette variabili organizzative:
Struttura organizzativa, intesa come la possibilit di strutturare i compiti e individuare le
modalit di coordinamento.
I meccanismi operativi intesi come regole (scritte o non scritte) che informano (o
comunque influenzano) il comportamento dei vari membri dellorganizzazione.
La distribuzione del potere, intesa come influenza di varia natura che si esercita sulle
molteplici decisioni aziendali.
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
La struttura organizzativa il modo attraverso cui si suddivide il lavoro allinterno della
organizzazione. Esplicita le unit organizzative e i compiti affidati alle stesse unit. La struttura
organizzativa esplicita anche i legami di natura gerarchica propri di ciascuna struttura, cos
attraverso la struttura organizzativa si manifesta la specializzazione e le modalit gerarchica
coordinamento.
[GUARDA GLI ESEMPI DI STRUTTURE ORGANIZZATIVE SUL LIBRO DA PAG. 159 )

DIVISIONE DEL LAVORO E COORDINAMENTO


La divisione del lavoro un elemento caratteristico di tutte le organizzazioni. La divisione del
lavoro nasce per aumentare la produttivit, lefficienza. un processo che nei ultimi secoli ha
avuto un importante sviluppo, determinato in modo sostanziale anche dal continuo e significativo
progredire delle conoscenze sempre pi significative. Lorganizzazione divide, quindi, il lavoro.
per tutti normale considerare che chi si occupa di produzione non si occupa di marketing o di
contabilit. In realt, le modalit per suddividere e specializzare il lavoro sono molteplici e
dipendono da numerose variabili, come ad esempio leffettiva specializzazione delle conoscenze in
un determinato campo, le dimensioni dellorganizzazione o le specifiche scelte organizzative.
La suddivisione del lavoro richiede coordinamento. Il tema del coordinamento centrale nelle
organizzazioni, in un certo senso ne lelemento maggiormente caratterizzante. Come pu infatti
una organizzazione funzionare efficacemente ed efficientemente se le varie parti non sono tra
loro coordinate?
Si tratta di bilanciare la divisione del lavoro con il coordinamento, cos da rendere compatibile la
specializzazione delle varie parti dellorganizzazione. Si pu affermare che maggiore la divisione
del lavoro, maggiore la necessit (il fabbisogno) di coordinamento. La progettazione
dellorganizzazione ha quindi questo grande compito: generare un equilibrio tra questi due
elementi, ricercando quella combinazione che permette di operare in modo efficace ed efficiente.
Il processo di divisione e specializzazione del lavoro avviene attraverso la suddivisione delle
complessive attivit in compiti, aggregati in funzioni. Cos, ogni parte della organizzazione e
ciascuna persona che opera in una parte dellorganizzazione avr un suo compito (o un gruppo di
compiti). In questo modo, aggregando compiti in raggruppamenti tra loro omogenei, si
costituiscono unit organizzative specializzate. In altri termini, lassegnazione di compiti risponde a
una specifica politica di divisione del lavoro. Rispetto ai compiti saranno richieste specifiche
conoscenze, capacit e competenze per il loro svolgimento. Lorganizzazione acquisisce cos una
sua specifica configurazione: ciascuno ha un compito (o un gruppo di compiti) e linsieme dei
compiti, coordinato, permette di generare lattivit funzionale al raggiungimento delle finalit.
LE DIFFERENTI STRUTTURE ORGANIZZATIVE
La tradizione organizzativa riconosce varie tipologie di strutture organizzative:
La struttura funzionale: caratterizzata da una aggregazione dei compiti omogenei sotto il
profilo della natura dellattivit. Le caratteristiche della medesima sono collegate alla
specializzazione, alla capacit di sviluppare Know how specifico, di favorire efficienza e,
nello stesso tempo, capacit di risposta ai bisogni.
Nel grafico seguente, si individua una struttura funzionale elementare di una impresa italiana.
La struttura divisionale: necessaria quando lorganizzazione diviene grande o fornisce
prodotti/merci diversi.

Elemento caratteristico di una struttura divisionale unampia autonomia, che si manifesta


nelle decisioni che vengono attribuite alle divisioni. Ad esempio, a livello divisionale si ha
una responsabilit sul profitto che determina le scelte del livello dei prezzi e delle politiche
di vendita, delle politiche di produzione, ecc. A livello corporate rimane, invece,
lallocazione delle risorse tra le varie divisioni e le politiche aziendali trasversali quali, ad
esempio, possono essere la gestione del personale, piuttosto che le politiche di relazione
istituzionale. Naturalmente in questo tipo di organizzazione si ha un forte orientamento al
prodotto, alla capacit di rispondere in modo adeguato alla competizione nel singolo
segmento. Sotto le divisioni si pu ricreare una struttura funzionale o anche una ulteriore
strutturazione per prodotti. Tuttavia, le strutture divisionali sono di molte specie diverse.
Quelle viste, pocanzi, sono collegate ai prodotti, ma esistono anche divisioni su base
geografica (es. molte imprese multinazionali hanno organizzazioni divisionali che
prevedono forte autonoma per le divisioni presenti in aree geografiche o Stati diversi).
Il contenuto delle organizzazioni divisionali quello di mettere al centro dellattenzione
non la specifica funzione specialistica, ma il prodotto o larea geografica, decentrando cos
a questo livello le responsabilit.

Le forme viste finora sono schematiche mentre nella realt si assiste a forme molto pi complesse,
dove gli elementi funzionali e divisionali si mixano per rispondere in modo adeguato ai
fabbisogni organizzativi. Si possono individuare due tipologie di risposte a questi:

A livello corporate si ritiene di mantenere alcune funzioni specialistiche per realizzare


particolari economia di scala. Per esempio, unimpresa potrebbe considerare vantaggioso
non duplicare le attivit amministrative e quindi svolgere queste funzioni a livello centrale
per tutte le divisioni.
Struttura divisionale + funzionale

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Una tipologia organizzativa che cerca di gestire una maggiore interdipendenza fra le
funzioni e le organizzazioni quella denominata organizzazione a matrice.

22
In questa struttura si hanno congiunte le caratteristiche della struttura funzionale e di quella
divisionale. Si costituiscono a livello operativo dei team di lavoro che collaborano apportando
competenze specialistiche e competenze orientate al prodotto. In un certo senso, un
operatore vede la dipendenza da due linee diverse, e questo non sempre di facile gestione,
soprattutto in organizzazioni molto vaste con una ampia differenziazione dei poteri e delle
competenze. La scelta della pi adeguata struttura organizzativa ovviamente collegata a
molteplici variabili ed altres correlata ad altre scelte organizzative, come ad esempio il livello
di accentramento o decentramento.
ACCENTRAMENTO E DECENTRAMENTO
Un elemento significativo delle organizzazioni il livello di accentramento o decentramento
decisionale. Ipotizziamo una decisione aziendale che, ad esempio, in una azienda di produzioni per
lo scambio di mercato il livello di attivit da realizzare in un reparto, piuttosto che agli incentivi
economici da proporre ai venditori, o alle politiche di prezzo di un prodotto. In una azienda non
profit esempi di decisioni aziendali possono essere la realizzazione di una campagna di
fundraising, oppure il livello di servizio da garantire agli ospiti di una casa di riposo. Per una
azienda pubblica (es. ospedale) esempi di decisioni possono essere la casistica da trattare in un
dipartimento ospedaliero o la individuazione di quanti medici e infermieri destinare a una unit
organizzativa.
Lorganigramma indica i livelli di responsabilit e a quale livello gerarchico sono prese le decisioni,
quindi la struttura organizzativa esprime un livello di accentramento o decentramento delle
funzioni. Le decisioni possono essere accentrate o decentrate in base a specifiche esigenze, ma
anche in base allo stile di leadership dei responsabili. Infatti, se da un lato la responsabilit
espressa dallorganigramma indica il livello di accentramento/decentramento decisionale,
dallaltro la delega di responsabilit o lo stile di leadership possono precisare le concrete modalit
di presa delle decisioni.
Si afferma che il decentramento delle decisioni utile per essere maggiormente aderenti ai
problemi locali. Le decisioni centralizzate sarebbero in grado di considerare linsieme dei problemi
dellorganizzazione. Le decisioni decentrate, invece, sarebbero maggiormente responsabilizzanti
per il management periferico sugli obiettivi e sullinnovazione. Le decisioni accentrate, invece, in
grado di favore il coordinamento tra le varie parti dellorganizzazioni e predisporre strategie di
medio e lungo periodo.
Accentramento e decentramento decisionale sono il frutto di numerose variabili che si modificano
nel tempo nella stessa azienda. Si possono generare brusche accelerazioni determinate, ad
esempio, dalla necessit di rivedere le politiche aziendali (accentramento) o anche per supportare
tecnologie che stanno modificando specifici prodotti e mercati (decentramento). Proprio in base a
numerose variabili che incidono sullazienda, legate al mercato, alla tecnologia, m anche agli
uomini che guidano le organizzazioni e alle loro preferenze in campo di leadership, si realizzano
modelli accentrati o decentrati.
Pertanto, accentramento o decentramento decisionale sono frutto, da un lato, di una
progettazione organizzativa consapevole e razionale e, dallaltro, di una cultura aziendale acquisita
nel tempo e di una specificit di leadership.
I MECCANISMI OPERATIVI
I meccanismi (o sistemi) operativi sono regole, formalizzate e non formalizzate, che
lorganizzazione si d per guidare i comportamenti delle persone e per favorire il coordinamento
tra lattivit di ciascuno e le finalit aziendali. I meccanismi operativi sono perci il criterio di
riferimento di molteplici decisioni e azioni organizzative. Cosi, ad esempio, lindividuazione delle
priorit di produzione, la valutazione sistematica delle performance, la selezione del personale
sono tutti sistemi operativi che permettono alle organizzazioni di funzionare, cio di realizzare i
processi e combinazioni di processi che generano i risultati aziendali. La rilevanza di questi
meccanismi operativi realmente significativa e la loro progettazione permette di generare le
condizioni che favoriscono (o ostacolano) la realizzazione dei risultati.
I sistemi operativi sono molteplici e non sempre si traducono in procedure, che sono le modalit
attraverso le quali in via formalizzata i meccanismi operativi diventano conosciuti allinterno della
organizzazione (es. definizione delle procedure per la valutazione del personale, ecc.).
Il ruolo centrale delle procedure e, in pi in generale, dei sistemi operativi appare evidente:
esprimono le modalit concrete e operative dei processi di unorganizzazione. La progettazione di
una organizzazione non quindi solo legata alla individuazione della struttura organizzativa e al
livello di accentramento o decentramento decisionale, ma altres a come i sistemi operativi si
progettano e si implementano e anche a come si modificano nel tempo.
I sistemi operativi sono schematizzabili nei seguenti:

Sistemi di pianificazione e controllo strategico: hanno il compito di identificare


lorientamento dellazienda, di aiutare a tradurre le finalit in decisioni aziendali (es.
orientano la mission aziendale, piani per il futuro ecc.).
Sistemi di programmazione e controllo: hanno il compito di determinare quali obiettivi
perseguire e con quali risorse, individuano le responsabilit sui risultati da raggiungere, i
criteri per la valutazione degli stessi, le modalit di controllo e di aggiustamento dei
processi per il raggiungimento degli obiettivi (ad esempio: il budget).
Sistemi di gestione del personale: raggruppano molti elementi determinanti nelle aziende,
come ad esempio la selezione del personale e la valutazione, la determinazione degli
organici e lindividuazione delle competenze necessarie, il sistema retributivo, ecc.
Sistemi informativi: hanno il compito di fornire a ciascun ruolo organizzativo le
informazioni corrette per prendere le specifiche decisioni.
I sistemi operativi di una organizzazione devono permettere di realizzare processi che permettono
il raggiungimento dei risultati programmati. I sistemi operativi sono perci coerenti con la
struttura organizzativa e finalizzati al raggiungimento della economicit aziendale. Incoerenze
generano problemi alla gestione, incapacit di adeguare i comportamenti organizzativi alle
necessit aziendali. La capacit direzionale orientata a rendere struttura organizzativa, sistemi
operativi e livello di accentramento conformi con la possibilit di produrre attivit coerenti con
lambiente di riferimento.
LA FUNZIONE DEL PERSONALE
Il personale svolge un ruolo fondamentale allinterno dellorganizzazione. Importante la sua
motivazione.
La gestione del personale ha il compito di far s che le persone che operano nelle organizzazioni
siano coerenti con gli obiettivi che lazienda persegue e, nello stesso tempo, che siano la base
solida su cui costruire le strategie per il futuro.
Gli aspetti relativi alla gestione del personale allinterno delle aziende possono essere cos definiti:

Dimensionamento e qualificazione degli organici: cio la distribuzione tra le varie unit


organizzative e della caratterizzante sotto il profilo della professionalit di ciascuna
posizione di lavoro. Le scelte relative al dimensionamento e alla qualificazione sono
fortemente collegate alle scelte sulla mission aziendale, sul posizionamento organizzativo
e, in generale, sulle modalit di svolgimento delle attivit aziendali (ad esempio, quanto
internalizzare o esternalizzare nei processi di produzione e di supporto amministrativo).
Nelle aziende pubbliche le scelte di dimensionamento e di organico sono spesso collegate a
normative nazionali o regionali che definiscono organici di riferimento.
La selezione del personale: lattivit posta in essere per allineare i fabbisogni derivanti
dalla differenza tra il dimensionamento e leffettiva realt organizzativa. Si ricercano in
questo modo le posizioni vacanti che possono essere coperte sia da personale esterno che
interno alla organizzazione. La selezione del personale da considerarsi una significativa
funzione organizzativa, in quanto ricerca costantemente le condizioni per ottenere
competenze adeguate al complessivo disegno organizzativo.
Valutazione: ha una conseguenza rilevante nella gestione del personale. Attraverso la
valutazione del personale si definiscono sistemi premianti anche di natura economica, si
realizzano i presupposti dello sviluppo di carriera, si danno feedback espliciti sulle
performance lavorative. In generale i sistemi di valutazione del personale hanno lo scopo di
rafforzare la motivazione, indicando i comportamenti coerenti con il ruolo ricoperto.
Retribuzione: una variabile fondamentale nella politica del personale. in linea generale,
la retribuzione si ricollega alla posizione svolta allinterno dellorganizzazione, alla
valutazione di risultati conseguenti e al livello della remunerazione delle posizioni simili nel
mercato del lavoro. Il sistema retributivo allinterno di una organizzazione sicuramente
condizionato dai contratti di lavoro collettivi che sono siglati a livello nazionale dai
rappresentanti dei lavoratori e delle imprese. Ciascuna organizzazione identifica una
propria politica retributiva, coerente con tutte le altre variabili organizzative.
Adeguamento delle competenze alle specifiche necessita: si realizza attraverso un
costante confronto tra gli organici necessari e coerenti con gli obiettivi aziendali e la
situazione di fatto, generata dalle posizioni ricoperte e la loro funzionalit, le posizioni
scoperte, la necessit di modificare posizioni aziendali.
Formazione: un elemento fondamentale per far crescere la professionalit per generare
motivazione nel personale. Quindi appare sicuramente una funzione aziendale preziosa e
in grado di generare percorsi di sviluppo.
CAPITOLO 7 REDDITO E CAPITALE NELLE IMPRESE
IL REDDITO
Il reddito desercizio rappresenta una grandezza essenziale sia per il soggetto economico dimpresa,
sia per lambiente in genere, ovvero tutti gli altri portatori di interessi istituzionali che, a vario titolo,
sono interessati a conoscere le dinamiche reddituali dellimpresa. Il reddito, infatti, sempre
fenomeno preminente della gestione dazienda. La produzione di azienda non pu svolgersi
continuamente quando la gestione nel lungo andare non consegua i redditi di conveniente misura.
Solo il divenire dei redditi rileva vita economica delle aziende e il formarsi o il dissolversi dei
patrimoni.
Le sintesi totali sono di grande utilit per linvestigazione dei sistemi e dei sotto sistemi di valori
poich consentono lunitaria visione dinsieme degli elementi e dei sottosistemi che lo compongono
e delle relazioni tra di essi intercorrenti. Inoltre, le sintesi periodiche sono indispensabili per il
controllo dellattivit che concorre alla loro composizione con i programmi di gestione di varia
specie, tanto che possono indurre alla revisione e trasformazione dei programmi stessi e, con le
informazioni che offrono, possono concorrere alla soluzione di problemi di fondo della gestione.
I principali scopi della determinazione del reddito:
Soggetto economico:

1) Verifica risultati conseguiti, validit strategie applicate e coerenza della gestione con i piani
programmati.
2) Programmazione attivit futura.
3) Rispetto obblighi di legge in tema di redazione dei bilanci e determinazione dellimponibile
fiscale.
4) Verifica limite per prelievo ricchezza da parte dei proprietari.
Ambiente:
1) Tutela del risparmio
2) Efficiente allocazione risorse finanziarie
3) Base di calcolo per il prelievo fiscale
Per il soggetto economico il reddito dimpresa rappresenta la base fondamentale su cui formare un
fondato giudizio in merito alla gestione passata e una pi coerente valutazione delle azioni da porre
in essere affinch la gestione futura sia aderente ai piani programmati, tenendo conto delle
mutevoli condizioni esterne dambiente.
Oltre a questa funzione attinente alla gestione, la determinazione periodica del reddito consente al
soggetto economico di far fronte a una serie di adempimenti imposti dal Legislatore e derivanti dal
Codice Civile (redazione annuale del bilancio) e dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
Per lambiente in cui opera limpresa la conoscenza del reddito di esercizio utile al fine di assumere
decisioni economiche efficienti, in quanto proprio su tali grandezze che i portatori di interessi
basano gran parte delle proprie valutazioni in merito allo stato di salute dellimpresa e alle sue
condizioni di operativit (ad esempio per gli istituti di credito che sono interessati a conoscere il
grado di redditivit dimpresa).
Tutte queste necessit conoscitive sono in larga misura soddisfatte dalla conoscenza del reddito
dimpresa.
Il reddito dimpresa laccrescimento che, in determinato periodo amministrativo, il capitale di
unimpresa data subisce in conseguenza della gestione. Il reddito dunque una complessa
variazione di valore distinta dal riferimento al capitale di unimpresa data, dal periodo di tempo nel
quale si determinato e dalla relazione, come di effetto e causa, alla gestione di quellimpresa. I
componenti positivi e negativi che concorrono alla formazione del reddito hanno causa necessaria
nella gestione e sono strettamente connessi agli elementi patrimoniali contenuti nel capitale. I
risultati della gestione devono essere infatti opportunamente integrati dalla consapevole
valutazione della situazione patrimoniale e finanziaria dimpresa. Il reddito e il capitale sono
strettamente interdipendenti, essendo la loro origine unitaria e comune la relativa determinazione.
IL REDDITO HA NATURA QUANTITATIVA DINCREMENTO DI CAPITALE
Il reddito dimpresa rappresenta (sotto il profilo quantitativo) la differenza tra due grandezze riferite
a istanti diversi, tra loro separati da un intervallo di tempo. Tale relazione (Reddito del periodo n =
Capitale netto alla fine del periodo n Capitale netto allinizio del periodo n) valida solo in ipotesi
di invarianza nominale del capitale, ovvero nel caso in cui nellarco temporale preso a riferimento
per il calcolo del reddito non vengano realizzate operazioni di apporto di nuovi mezzi da parte dei
soci o di rimborso parziale dei conferimenti, che fanno variare la misura nominale del capitale.
IL REDDITO E UN CONCETTO DI FLUSSO
Il reddito dimpresa rappresenta un fenomeno in continuo divenire, dinamico, variabile,
strettamente connesso alla gestione dimpresa e alla sua produzione economica. Il reddito si forma
in modo continuo e solo per astrazione possibile una sua frammentazione allo scopo di evidenziare
il risultato riferito a periodi parziali dellattivit dimpresa (reddito di esercizio). Il reddito, in quanto
flusso di valori, pu essere quindi rilevato e concepito solo con riferimento a un arco temporale.
IL REDDITO SI RIFERISCE ALLINTERA AZIENDA
Il reddito un valore che ricomprende gli effetti economici di tutte le operazioni compiute
allinterno dellazienda, senza riferimento a specifiche divisioni, che non pu essere inteso come
somma di una serie di risultati particolari.
IL REDDITO E DETERMINATO A CONSUNTIVO
Il reddito dimpresa ( e anche il capitale) determinato con riferimento al passato, ovvero a un
periodo di tempo concluso per il quale si ha interesse a verificare il risultato economico conseguito.
Si evidenzia che tuttavia, il risultato economico utilizzato come base per la determinazione di
previsioni future necessarie per supportare le decisioni del soggetto economico e dei portatori
dinteresse.
Il reddito dimpresa pu essere considerato rispetto allintera gestione, osservata dallinizio al
termine dellimpresa, o rispetto a distinte frazioni della stessa, corrispondenti ai successivi periodi
amministrativi nei quali pu astrattamente suddividersi la durata dellazienda. Nel primo caso si fa
riferimento al concetto di reddito totale e nel secondo di reddito di esercizio, ove per esercizio si
intende il complesso dei fatti e dei fenomeni di gestione che viene riferito a un dato periodo
amministrativo. (Per comprendere meglio guarda lo schema a pag. 186 ).
Il reddito di esercizio si riferisce, a un sistema economico di operazioni pi o meno esteso nel tempo
e nello spazio, e non rappresenta il frutto di una singola operazione (ricorda tutte le operazioni di
gestione, interne ed esterne, producono effetti sul reddito, in quanto contribuiscono al processo
creazione di valore e ricchezza).
IL REDDITO TOTALE
Il reddito totale si riferisce esclusivamente ad aziende gi cessata e rappresenta lincremento di
ricchezza generato dal complesso delle operazioni realizzate durante lintero ciclo di vita aziendale.
Essendo lattivit del tutto cessata, possibile determinare in oggettivo e certo il risultato
economico conseguito.
Lo scopo della determinazione quello di verificare il risultato complessivo dellattivit dimpresa e
quindi di poter valutare i risultati ottenuti sullinvestimento effettuato, al fine anche di ottenere
elementi utili per eventuali future attivit dimpresa.
La determinazione del reddito totale non comporta la necessit di operare stime e congetture in
merito al futuro svolgimento dellattivit aziendale, ma rappresenta di fatto una grandezza del tutto
teorica e priva di un elevato contenuto conoscitivo, in quanto fornisce dati a consuntivo di
unazienda che ha ormai cessato la propria gestione. Inoltre, occorre tenere in considerazione che
lattendibilit di tale risultato strettamente legata al grado di stabilit del potere di acquisto della
moneta; in situazioni perturbate con elevati livelli di inflazione o deflazione, si possono riscontrare
distorsioni dei procedimenti di determinazione che possono portare a risultati fuorvianti, per cui si
rende necessario porre in essere azioni correttive nel calcolo al fine di trasformare i valori nominali
in valori reali, a parit di potere di acquisto, per poter confrontare opportunamente le grandezze
economiche.
Il reddito totale pu essere determinato secondo due procedure. Indipendentemente dalla
procedura e dal metodo prescelto, la caratteristica fondamentale del reddito totale quella di
essere il risultato di grandezze economiche oggettive e per questo di assumere connotati di certezza
e oggettivit.
Procedure di calcolo del reddito totale

SINTETICA O
ANALITICA PROCEDURA
PATRIMONIALE

FINANZIARIO REDDITUALE
PROCEDURA SINTETICA (O PATRIMONIALE)
Utilizzando la procedura sintetica (o patrimoniale) il reddito totale viene calcolato come differenza
tra il capitale finale di liquidazione e il capitale di costituzione dellazienda. Qualora durante la vita
dellimpresa si sia dato luogo a aumenti o riduzioni di capitale sociale o a distribuzione di dividenti
(q+uindi a modifiche del patrimonio netto), occorre sterilizzare leffetto di tali operazioni sul calcolo
del reddito totale, escludendone dalla variazione complessiva del capitale.

PROCEDURA PATRIMONIALE
(+) Capitale finale di liquidazione (rimborso finale)
(+) Prelevamenti durante la vita aziendale (dividendi)
(+) Riduzioni di capitale sociale durante la vita aziendale
(-) Conferimenti durante la vita aziendale (aumenti di capitale)
(-) Capitale di costituzione (conferimento iniziale)
= REDDITO TOTALE

PROCEDURA ANALITICA
A) METODO REDDITUALE
Il reddito totale determinato come differenza tra i ricavi totali e i costi totali sostenuti nellintera
vita aziendale.

PROCEDURA ANALITICA METODO REDDITUALE


(+) Ricavi totali
(-) Costi totali
= REDDITO TOTALE

B) METODO FINANZIARIO
Il reddito totale determinato come differenza tra entrate totali e uscite totali di mezzi monetari,
fatta eccezione per lentrata iniziale del conferimento del capitale, delle entrate successive per
aumenti di capitale sociale a pagamento e delle uscite relative a rimborsi di capitale ai soci o
distribuzione di redditi

PROCEDURA ANALITICA METODO FINANZIARIO


(+) Entrate totali di moneta
(-) Uscite totali di moneta
(+) Prelevamenti durante la vita aziendale (dividendi)
(+) Riduzioni di capitale sociale durante la vita aziendale
(-) Conferimenti durante la vita aziendale (aumenti di capitale)
= REDDITO TOTALE

Indipendentemente dalla procedura e dal metodo utilizzato, il valore del reddito totale risulta
sempre il medesimo. In particolare si ha:
- Reddito totale nullo: coincidenza tra componenti positive e negative.
- Reddito totale positivo: utile totale dimpresa.
- Reddito totale negativo: perdita totale dimpresa.
IL REDDITO DI ESERCIZIO
Il reddito di esercizio il risultato economico dimpresa astrattamente attribuito a un determinato
periodo amministrativo.
La natura astratta del reddito deriva dalla unitariet e dalla continuit dei processi produttivi che
sono rappresentati nelle sintesi di esercizio del sistema dei valori dimpresa, sistema che solamente
per finalit operative connesse alle determinazioni periodiche irrealmente scomposto in
sottosistemi di ordine inferiore correlabili a definiti periodi di tempo, sulla base dei quali si possa
procedere allosservazione e interpretazione della dinamica economica dimpresa.
Alla formazione del reddito desercizio concorrono valori stimati e congetturati determinati sulla
base di previsioni relative ai fenomeni aziendali trascorsi e a quelli futuri.
In particolare le stime si riferiscono a ipotesi di previsione connesse allandamento di processi
economici incompiuti (ad esempio perdite presunte sui crediti verso clienti), sono valutate in base
allandamento storico e alle informazioni specifiche, e si caratterizzano per poter essere verificate
ex novo nei successivi periodi amministrativi. Le congetture, invece, si fondano su ipotesi finzione
che hanno lobiettivo di suddividere i redditi in corso di formazione in differenti periodi
amministrativi secondo competenza economica (ad esempio, lammortamento delle
immobilizzazioni) e non possono essere verificate a posteriori.
Il reddito, quindi scaturisce da un processo non oggettivo di valutazione attuato alla fine di un
periodo in funzione del principio di competenza economica e sulla base, in particolare, di ipotesi
soggettive in merito alla futura gestione dimpresa. Sulla determinazione del reddito pesano sia un
insieme di grandezze certe nella loro quantificazione, sia valori la cui entit frutto di apprezzamenti
di tipo soggettivo.
Nella gestione dimpresa non esiste, per ogni singolo esercizio, un reddito autonomo e proprio di
ciascuno in senso assoluto: la gestione si svolge continua e unitaria nelle sue molteplici
manifestazioni simultanee e successive: non ha vita in esercizi autonomi e separati, aventi senso
ciascuno in s stesso. Il reddito che promana dalla gestione non si forma quindi per esercizi: solo
mediante estrazioni (per s arbitrarie, anche se razionali, nel loro vario atteggiamento secondo i
diversi fini conoscitivi della rilevazione) pu essere configurato, esercizio per esercizio, dividendo e
dissociando ci che nel concreto indivisibile e indissociabile.
Per determinare il reddito di esercizio occorre che i costi e i ricavi vengano imputati allesercizio
secondo un criterio di competenza economica.
Il periodo amministrativo misura un arco di tempo, che solitamente coincide con lanno solare
(01/01 31/12), mentre lesercizio rappresenta linsieme delle operazioni di gestione svolte
allinterno dellintervallo temporale di riferimento, ovvero il periodo amministrativo.
Immaginare di interrompere lattivit aziendale al termine del periodo amministrativo al fine di
attribuire il reddito desercizio rappresenta una mera finzione, in quanto in realt al termine del
periodo amministrativo esistono una serie di cicli economici e finanziari non conclusi, il cui continuo
svolgimento nel fluire dellattivit dimpresa comporta la necessit per il soggetto economico di
porre in essere stime e congetture di vario genere in merito allesito finale di tali processi in corso
di svolgimento. Da qui deriva il carattere di soggettivit e di astrattezza del reddito di esercizio, che
tuttavia rappresenta una grandezza fondamentale ai fini decisionali, in quanto sulla base della sua
conoscenza che il soggetto economico fonda il proprio giudizio e apprezzamento del conseguimento
di condizioni di economicit nel passato e programma e decide in merito alle azioni da porre in
essere nel futuro.
Il reddito di esercizio pu essere determinato secondo due metodo, che conducono al medesimo
risultato.
METODI DI CALCOLO DEL REDDITO DI ESERCIZIO

REDDITUALE (O
SINTETICO METODO ANALITICO)

METODO SINTETICO
Il reddito di esercizio con il metodo sintetico si determina come differenza tra il valore del capitale
netto finale e il capitale netto iniziale rilevati rispettivamente alla data di chiusura e di apertura del
periodo amministrativo. Come per la determinazione del reddito totale anche in questo calcolo si
devono escludere eventuali variazioni del capitale netto estranee alla gestione.

METODO SINTETICO
(+) Capitale netto alla fine del periodo amministrativo
(+) Prelevamenti durante il periodo amministrativo (dividendi)
(+) Riduzioni di capitale sociale durante il periodo amministrativo
(-) Conferimenti durante il periodo amministrativo
(-) Capitale netto allinizio del periodo amministrativo
= REDDITO DI ESERCIZIO

METODO REDDITUALE O ANALITICO


Il reddito di esercizio con il metodo reddituale (o analitico) viene determinato come differenza tra i
ricavi e i correlati costi di competenza di esercizio.

METODO REDDITUALE O ANALITICO


(+) Ricavi di esercizio
(-) Costi di esercizio
= REDDITO DI ESERCIZIO

Il metodo analitico quello pi utilizzato in quanto permette di apprezzare in modo pi dettagliato


rispetto al metodo sintetico la formazione e composizione del risultato economico di esercizio.
Il risultati di questi metodi si riassumono in una delle seguenti situazioni:
- Costi di esercizio uguali ai ricavi di esercizio: reddito nullo.
- Costi di esercizio maggiori dei ricavi di esercizio: perdita di esercizio.
- Costi di esercizio minori dei ricavi di esercizio: utile di esercizio.
IL PRINCIPIO DI COMPETENZA ECONOMICA
La competenza economia il principio in base al quale si stabiliscono le modalit per attribuire i
costi e i ricavi al periodo amministrativo e concorrere, in tal modo, alla determinazione del reddito
di esercizio.
In generale, i ricavi sono riconosciuti di competenza nel momento della realizzazione economica e,
in particolare, nel momento in cui il processo produttivo dei beni e servizi stato completato e lo
scambio monetario ha avuto esecuzione con la consegna e il passaggio di propriet dei beni o
lerogazione del servizio. Per definire la competenza dei costi occorre correlarli ai relativi ricavi.
Lattribuzione dei costi e dei ricavi allesercizio avviene tramite un procedimento che si svolge in fasi
successive, che semplificando si pu suddividere in tre momenti
1momento: individuazione costi e ricavi con manifestazione monetaria nellesercizio.
2momento: individuazione costi e ricavi derivanti da operazioni in corso di svolgimento al termine
dellesercizio e costi e ricavi comuni a pi esercizi.
3momento: individuazione costi e ricavi imputabili allesercizio ma con manifestazione monetaria
negli esercizi successivi o precedenti.
Per rilevare correttamente i costi e i ricavi, secondo competenza economia, occorre osservare i cicli
reddituali dellesercizio e verificare se:
a) Le operazioni e i processi sono conclusi (in tal caso i costi e i ricavi generati partecipano
integralmente al calcolo del reddito).
b) Le operazioni e i processi sono in corso di svolgimento.
In poche parole, al termine dellesercizio occorre anzitutto verificare la correttezza dellimputazione
dei ricavi e dei costi con manifestazione monetaria nellesercizio, ovvero di quei costi e di quei ricavi
che hanno comportato una variazione nel numerario (moneta) nellesercizio. Tali valori sono
normalmente supportati da documenti formali, quali fatture, estratti conto bancari, cedolini paghe
dei dipendenti, ecc. Tali costi e tali ricavi possono riferirsi a quattro diverse fattispecie:

OPERAZIONI COMPETENZA
Operazioni svolte interamente nellesercizio Dellesercizio in chiusura
Operazioni in corso di svolgimento al termine Dellesercizio in chiusura e di quello/i
dellesercizio successivo/i
Operazioni in corso di svolgimento allinizio Dellesercizio in chiusura e di quello/i
dellesercizio che si sono concluse precedente/i
Impiego di fattori a utilizzo pluriennale Di pi esercizi (tra cui quello in chiusura)

Il riconoscimento dei ricavi di competenza dellesercizio nel loro momento di realizzazione


principio strettamente connesso a quello di valutazione dei costi sulla base del relativo valore storico
(o costo storico), che rappresenta il criterio base per le valutazioni contenute nel bilancio di esercizio
redatto secondo i principi contabili nazionali. Il costo storico rappresenta, in tale logica, il valore in
base al quale si esprimono le condizioni produttive fino a quando non si sono manifestati i correlati
ricavi. Lattuale sistema di bilancio secondo i principi contabili nazionali un sistema basato sul
criterio del costo storico, che in alcuni casi pu condurre alla lettura dei valori poco significativi ma,
tuttavia, migliorabili grazie alle informazioni aggiuntive che possono essere inserite nelle note di
commento di bilancio.
LA RAPPRESENTAZIONE DEL REDDITO DI ESERCIZIO NEL CONTO ECONOMICO
La tavola dei valori che rappresenta i componenti positivi e negativi di reddito di competenza
dellesercizio, allinterno della quale viene rappresentato in particolare il risultato dellesercizio, il
conto economico. In generale, si possono costruire diverse strutture di conto economico quanti
sono i criteri di raggruppamento ed esposizione dei valori che si possono ipotizzare.
Le strutture di conto economico pi utilizzate sono: a costi, ricavi e rimanenze e quella in forma
scalare.
il conto economico a costi, ricavi e rimanenze offre una rappresentazione completa del generale e
indistinto contrapporsi dei componenti positivi e negativi del reddito.

Componenti negativi Importo Componenti positivi Importo


Rimanenze attive iniziali ... Rimanenze passive iniziali
Costi di esercizio ... Ricavi di esercizio
Rimanenze passive finali Rimanenze attive finali
Utile di esercizio Perdita di esercizio

Il reddito di esercizio viene determinato secondo questo schema per contrapposizione algebrica di
componenti positivi e negativi di reddito, individuati sulla base dei principi di formazione del bilancio
di esercizio.
La modalit espositiva prevista dallart. 2425 c.c., quella che presenta il conto economico con una
struttura a forma scalare con costi classificati per natura, articolata nelle seguenti macroclassi.

Voce Importo
Valore della produzione
Costi della produzione
Differenza tra valore e costi della produzione
+/- Proventi e oneri finanziari
+/- Rettifiche di valore di attivit finanziarie
+/- Proventi e oneri straordinari
Risultato prima delle imposte
Imposte sul reddito
Utile (perdita) di esercizio

Tale rappresentazione evidenzia le principali aree di gestione dellimpresa, a cui corrispondono


altrettanti risultati parziali, capaci di esprimere il contributo delle diverse aree di gestione al
conseguimento del risultato economico complessivo. Considerando che le operazioni che
compongono la gestione sono di varia natura e riflettono le diverse funzioni attraverso le quali
limpresa consegue la produzione, ogni impresa si caratterizza per:
- Gestione operativa: un complesso di operazioni attraverso cui si ottiene e cede la
produzione dimpresa, ovvero il core business. La gestione operativa ci dice quanto limpresa
in grado di ricavare dallattivit che la caratterizza, prescindendo dalle sue politiche
finanziarie, da eventi straordinari e dal carico fiscale.
- Gestione finanziarie: complesso di operazioni di investimento e disinvestimento finanziario,
che consentono allimpresa di far fronte ai fabbisogni finanziari che sostengono la gestione
operativa.
- Gestione straordinaria: la dottrina e la prassi contabile hanno elaborato diversi criteri per
lindividuazione dei componenti straordinari di reddito. I principali sono:
a) La frequenza dellevento (eccezionalit).
b) Limpatto sul reddito di esercizio (anormalit).
c) Lestraneit alla gestione tipica.
- Gestione tributaria: risultato del calcolo del carico fiscale che grava sullimpresa.
N.B: RICORDA CHE OLTRE ALLE RAPPRESENTAZIONI DEL CONTO ECONOMICO VISTE, CE NE
SONO DELLE ALTRE, COME QUELLE VISTE LANNO SCORSO (VALORE AGGIUNTO, A RICAVI E
COSTI DEL VENDUTO ECC.)
IL CAPITALE
Il capitale un fattore indispensabile per lo svolgimento delle attivit economiche dimpresa, in
quanto con la sua combinazione con il fattore lavoro concorre allo sviluppo dei processi
economici volti alla creazione della ricchezza aziendale. in poche parole, il capitale pu essere
definito con linsieme di fattori e mezzi che in un dato momento sono a disposizione del soggetto
economico per il perseguimento delle finalit aziendali.
Il capitale va inteso come un valore complesso dipendente dai valori elementari che lo
costituiscono: esso un fondo di valori a cui partecipano tutti gli elementi che concorrono alla
sua formazione.
Le principali caratteristiche e peculiarit del capitale possono essere sintetizzate secondo i punti
seguenti
Il capitale un concetto di stock
Il capitale studiato come un fondo di valori riferito a un preciso istante della vita aziendale. In
relazione alle esigenze conoscitive del soggetto economico, il capitale determinato
periodicamente nel bilancio di esercizio in momenti particolari della vita aziendale, quali la
cessione o la cessazione dazienda.
Il capitale pu essere studiato in senso qualitativo o quantitativo
il capitale dimpresa in senso qualitativo il complesso dei beni, dei diritti e delle obbligazioni a
disposizione dellimpresa in un dato istante.
Lanalisi del capitale in senso qualitativo consente al soggetto economico di apprezzare i diversi
elementi che lo compongono nelle relative caratteristiche fisiche, materiali o immateriali,
giuridiche o economiche, di esplicitare la sua funzione di strumento di produzione, ovvero del
suo apporto in termini funzionali e di servizi alla produzione economica dimpresa. Lindagine
qualitativa consente di acquisire una serie di informazioni utili al soggetto economico e ai
portatori di interessi in merito a:

- La distinzione tra investimenti (attivit) e finanziamenti (passivit e patrimonio netto). Da


questanalisi si pu verificare dove sono state impiegate o investite le risorse finanziarie
(attivit a lungo, attivit a breve) e da dove provengono tal risorse finanziarie (capitale
proprio o capitale di terzi, capitale di terzi a breve o a lungo termine).
- Il titolo di detenzione delle componenti attive dimpresa, ovvero se i beni sono di propriet
dellimpresa o se sono temporaneamente di propriet di altre imprese (es. leasing).
- Le caratteristiche qualitative di fonti e impieghi.
Sul fronte delle fonti, lanalisi qualitativa consente di valutare se questultime provengono dal
proprietario o da soggetti esterni. La prima fonte detta capitale di rischio, la seconda capitale di
credito. Le fonti si contraddistinguono per una diversa durata del vincolo (il capitale proprio
vincolato alla gestione a tempo indeterminato, mentre quello di terzi ha una scadenza, che pu
essere di breve o lunga durata), del rischio di remunerazione (in caso di assenza di risultati positivi
il capitale proprio non pu essere remunerato, mentre il capitale di terzi ha normalmente diritto a
una remunerazione prefissata) e del rischio dimpresa.
Tuttavia, lanalisi non esaurisce le potenzialit informative del capitale e per cui emerge la necessit
di individuare uno strumento di misurazione omogenea (monetaria) delle stesso, che consenta di
studiare la dinamica nel tempo e nello. possibile tramite losservazione dellanalisi delle
caratteristiche quantitative.
Il capitale dimpresa in senso quantitativo il fondo di valori a disposizione dellimpresa in dato
istante.
La trasposizione in valori monetari di tutti i componenti attivi e passivi del capitale consente di
utilizzare una misura omogenea del capitale in senso relativo e di quantificarlo sia in via analitica,
sia nel suo complesso.
Lattribuzione dei valori ai singoli beni permette di giungere alla misurazione quantitativa del
patrimonio aziendale e in tale ottica non si parla pi di investimenti e finanziamenti, ma di attivit e
passivit:
- Le attivit sono i valori attribuiti a beni, servizi e diritti a disposizione dellimprenditore nel
momento della determinazione del capitale.
- Le passivit sono i valori attribuiti ai debiti che gravano sullimpresa.
LE DIVERSE CONFIGURAZIONI DI CAPITALE
Il capitale dimpresa rimane un concetto indeterminato fino a che non si esplicitano le finalit di
determinazione. Infatti, differenti finalit di determinazione conducono a diverse configurazione di
capitale dimpresa. Le principali configurazione di capitale sono:

- Capitale di costituzione
- Capitale di bilancio (o funzionamento)
- Capitale di liquidazione
- Capitale economico
Finalit di valutazione Configurazione del capitale
Verifica dotazione iniziale dimpresa Capitale di costituzione
Determinazione del reddito desercizio Capitale di bilancio
Verifica del valore del capitale in funzione Capitale di liquidazione
della cessazione dellimpresa
Verifica del valore del capitale in funzione Capitale economico
della cessazione in blocco dellimpresa

Capitale di costituzione
Il capitale di costituzione formato dal complesso dei mezzi conferiti a titolo di capitale di rischio
dal proprietario o dai soci nel momento di costituzione dellazienda. il capitale di costituzione
rappresenta la dotazione iniziale da utilizzarsi per dare avvio allattivit dimpresa.
Capitale di funzionamento (o di bilancio)
Successivamente alla costituzione, limpresa d avvio alla propria attivit economica con lo scopo di
perseguire gli obiettivi fissati dal soggetto economico secondo criteri di economicit. Durante
questa fase (la fase del funzionamento), si determina il capitale di funzionamento, che si riferisce a
unimpresa in attivit e che tiene conto della continuit della stessa. Il capitale di funzionamento e
la nozione di capitale che si utilizza in funzione della determinazione periodica del reddito di
esercizio. Il valore del capitale di bilancio non ha significato autonomo, ma strumentale alla
determinazione del reddito di esercizio. I valori elementari che compongono il capitale di bilancio
rappresentano lespressione di un complesso giudizio economico relativo alla scomposizione di
processi che sono ancora in corso di svolgimento al termine del periodo amministrativo e che
pertanto manifestano i propri effetti su pi piccoli. Il capitale di funzionamento, pertanto, un
insieme di elementi, tra loro complementari e tutti di pertinenza dellazienda, strumentale allo
svolgimento delle attivit di produzione, scambio, consumo, osservato in un certo instante di
tempo.
Il capitale di funzionamento rappresentato in uno schema di Stato Patrimoniale (simile a quello
rielaborato secondo criteri finanziari) che indica le attivit, le passivit e il capitale netto dimpresa,
secondo le seguente relazione:
Capitale netto = Attivit Passivit
Capitale di liquidazione
Il capitale di liquidazione il valore assegnato al capitale dimpresa in fase di cessazione
dellattivit per la liquidazione totale.
Capitale economico
Il capitale economico determinato normalmente in occasione di operazioni di gestione
straordinaria dimpresa, quali fusioni, scissioni, conferimenti, cessioni dazienda, aumenti di
capitale sociale con sovrapprezzo, ovvero di momenti in cui vi la necessita di conoscere il valore
effettivo dellazienda in quanto il valore del patrimonio netto non atto a esprimere alcune
condizioni produttive atte a produrre redditi futuri, che devono tuttavia essere considerate al
momento in cui lazienda oggetto di compravendita. Bisogna considerare che il valore
attribuito al capitale economico non il prezzo di vendita dellimpresa, in quanto, pur essendo il
primo il punto di partenza e di riferimento per la determinazione del secondo, questultimo
frutto di negoziazioni che risentono, oltre che del potere contrattuale delle parti, anche di altre
condizioni che intervengono nella trattativa.
Il capitale economico un valore unitario in quanto riferito a unimpresa considerata come un
istituto economico destinato a perdurare nel tempo in cui gli elementi sono strettamente
complementari e interdipendenti; la valutazione del capitale economico deve tenere conto delle
relazioni di complementariet e interdipendenza esistenti tra tutti i componenti positivi e negativi.
La determinazione del capitale economico non pu prescindere dalla sua considerazione come
complesso unitario di elementi al servizio della produzione economica dimpresa.
Il valore attribuibile al capitale economico non un valore assoluto, in quanto la sua
determinazione pu essere realizzata con differenti metodi e concorrere quindi a differenti
valutazioni del capitale economico ed un valore astratto, in quanto al pari del capitale di
funzionamento, espressione di cicli ancora non conclusi e quindi soggetto a stime e congetture.
per questi motivi che si parla di stima del capitale economico.
Le principali metodologie di stima del capitale economico sono le seguenti:

1) Metodi reddituali: valutano il capitale dimpresa in funzione della capacit della stessa di
produrre redditi futuri. Il valore del capitale economico viene stimato attualizzando i
redditi dimpresa previsti per il futuro. I due parametri presi a riferimento per la stima del
capitale economico sono il reddito futuro e il tasso di attualizzazione di tale reddito. Per
quanto riguarda il primo parametro, sono di fondamentale importanza lindividuazione
dellarco temporale di previsione, ovvero se considerare lintera vita dellimpresa (rendita
perpetua) o un periodo limitato di tempo. Per quanto riguarda il tasso, occorre individuare
un parametro di riferimento adeguato (piccole variazioni del tasso possono infatti variare
in modo rilevante la stima), tenendo conto che esso dovrebbe esprimere il rendimento del
capitale dimpresa e quindi scontare i rischi che su di essa gravano.
2) Metodi patrimoniali: valutano il capitale dimpresa in funzione di una stima analitica dei
componenti positivi e negativi del patrimonio. Il punto di partenza di tale valutazione il
capitale di bilancio, che viene poi rianalizzato al fine di adeguare i valori storici a valori
corretti. Tale metodo viene in particolare utilizzato quando le attivit componenti il
patrimonio hanno un autonomo valore di realizzo, caso che si riscontra in particolare per la
valutazione delle societ immobiliari o delle holding di partecipazione. Il metodo
patrimoniale esprime il valore dellazienda in funzione del valore del suo patrimonio,
quantificandone il valore come valore di ricostituzione nella prospettiva di funzionamento
aziendale. il valore, infatti, coincide con linvestimento netto che sarebbe necessario ad
avviare una nuova impresa con una struttura patrimoniale identica a quella oggetto di
valutazione.
3) Metodo misto patrimoniale reddituale: valuta il capitale economico come somma tra il
capitale di bilancio espresso a valori correnti e leventuale avviamento, determinato in
funzione di una serie di elementi che consentono allimpresa di incrementare nel futuro il
proprio capitale in funzione della propria redditivit prospettica. Stimare leventuale
avviamento, significa individuare quel valore che esprime la capacit dellimpresa di
generare sovra redditi nel futuro rispetto ad altre aziende con caratteristiche similari.
4) Metodi finanziari: valutano il capitale dimpresa in funzione dellaspetto finanziario
dellattivit dimpresa, considerando questultima come un qualsiasi investimento. In
particolare, si sono sviluppati due diversi approcci (particolarmente utilizzati nei mercati
finanziari anglosassoni):
a. Discounted cash flow: il valore del capitale economico determinato sulla base di
un tasso di attualizzazione corrispondente al costo medio ponderato del capitale.
b. EVA: il valore del capitale economico determinato sulla base dellattualizzazione
dellEVA, ovvero dellEconomic Value Added, che pu essere determinato come la
differenza tra il reddito operativo al netto delle imposte e il costo medio ponderato
del capitale investito.
5) Metodi empirici o di mercato: sono frequenti nei mercanti di Borsa, fanno riferimento ai
prezzi di mercato o a prezzi misurati in operazioni straordinarie di aziende similari a quella
oggetto di valutazione. Ad esempio, il c.d. metodo dei multipli misurano il capitale
economico come prodotto tra un moltiplicatore di mercato e una grandezza espressiva del
capitale economico scelta dal valutatore (es. una configurazione di reddito operativo
prospettico).
RELAZIONI TRA CAPITALE E REDDITO
Nel momento in cui limpresa viene costituita, il capitale di costituzione (di solito una somma di
denaro) ha un valore oggettivo. Tale capitale, una volta investito insieme ai capitali di credito
provenienti da terzi finanziatori, viene utilizzato per acquisire i fattori produttivi e diviene un
insieme variegato di beni materiali e immateriali, diritti e obbligazioni avvinti da strette relazioni di
interconnessione, che fanno s che il valore del capitale stesso non possa pi essere accertato in
via oggettiva ma solo stimato. Il capitale proprio si interconnette in tal senso con i costi e i ricavi
che si susseguono nel continuo fluire della gestione e con essi forma un unicum dove solo
convenzionalmente si possono scindere capitale e reddito.
In poche parole, insieme il reddito di esercizio e il capitale di funzionamento esprimono s una
sintesi su base storica del sistema dei valori dimpresa riferiti al fluire della gestione in un dato
periodo amministrativo, ma rappresentano anche e soprattutto la premessa su cui possono
poggiarsi i processi produttivi aziendali relativi a futuri esercizi. Tale considerazione evidenzia
come la gestione aziendale sia contraddistinta da un continuo fluire di valori avvinti tra loro da
mutue relazioni nelle spazio e nel tempo.
LULTIMO PARAGRAFO DI QUESTO CAPITOLO FA VEDERE DEGLI ESEMPI PER LA DETERMINAZINE
DEL REDDITO TOTALE E DEL REDDITO DI ESERCIZIO A PAG. 210
CAPITOLO 8 IL SISTEMA DI CONTABILITA GENERALE
DELLE IMPRESE
LE DETERMINAZIONI QUANTITATIVE DIMPRESA: IL SISTEMA DI CONTABILITA GENERALE E IL
SISTEMA DI CONTABILITA ANALITICA
Lunitaria attivit di produzione economica delle imprese pu essere idealmente scomposta nei
momenti di gestione, organizzazione e rilevazione.
La rilevazione funzionale alla gestione e organizzazione aziendale, nel comune obiettivo di
condurre le imprese in condizioni di economicit, ossia secondo principi e regole che garantiscano
alle stesse di svilupparsi nel tempo in modo duraturo ed autonomo. Le condizioni dazienda, di
mercato e dambiente, considerate a s stanti e nelle loro relazioni rappresentano il complesso
oggetto delle determinazioni correlate al processo di conoscenza che caratterizza le ricerche
economico aziendali.
Le determinazioni dimpresa, consentono di dare unorganica rappresentazione degli accadimenti,
dei processi e delle combinazioni dazienda, che vengono osservati e determinati con riferimento
alle reciproche relazioni, nonch con riguardo alle relazioni tra i fenomeni dazienda, tra i fenomeni
di mercato, e tra i fenomeni dazienda e di mercato, per avvertirne le tendenze al fine di informare
utilmente la gestione futura.
Tali determinazioni sono finalizzate alla produzione di informazioni di varia specie e sono rivolte a
differenti categorie di utilizzatori. Le stesse possono essere classificate secondo molteplici criteri. In
particolare, si distinguono determinazioni obbligatorie e volontarie, in relazione allorigine della
determinazione che pu essere richiesta da disposti normativi o dovuta a esigenze informative
integrative volontarie dellazienda; determinazioni ordinarie e straordinarie, in base alla regolarit
o eccezionalit dei fenomeni che le originano; determinazioni antecedenti, concomitanti e
susseguenti, rispetto al momento di svolgimento delle operazioni aziendali alle quali le stesse si
riferiscono; determinazioni continue, discontinue e cicliche in relazione alla sistematicit
dellesigenza informativa alla quale rispondono; determinazioni quantitative e qualitative, secondo
la natura delle conoscenze sulle quali riposano, la logica seguita e la natura dei risultati. In
particolare, le determinazioni che si ancorano a unosservazione quantitativa dei fenomeni sono
definite determinazioni economico quantitative dazienda. Fra queste, una rilevanza particolare
assumono le determinazioni contabili, ossia le determinazioni che utilizzano il conto quale
strumento per la raccolta, la classificazione ed elaborazione dei dati e la determinazione dei risultati.
Con le determinazioni extracontabili, invece, si considerano tutte le determinazioni che escludono
lutilizzo dello strumento contabile, quali, ad esempio, elaborazioni matematiche e statistiche o
descrizioni e analisi dei fenomeni dimpresa.
Le stringenti relazioni di interdipendenza e complementariet che caratterizzano i fenomeni
aziendali si riflettono anche nelle connesse determinazioni che, di conseguenza, vanno a costituire
un sistema di determinazioni caratterizzano in modo specifico in relazione ai differenti obiettivi di
conoscenza che lo stesso intende soddisfare. Diversi obiettivi informativi, infatti, presuppongono
sistemi di determinazioni costruiti secondo principi differenti. In particolare, in funzione delle
finalit informative, possono distinguersi:
Il sistema di contabilit generale: rilevazioni finalizzate alla determinazione periodica del
reddito di esercizio e del connesso capitale di funzionamento.
Il sistema di contabilit analitica: la finalit la rilevazione di informazioni utili per il
processo di programmazione e controllo della gestione dimpresa.
Il sistema di valutazione del capitale economico: finalit della rilevazione la conclusione
di operazioni di gestione straordinarie (cessioni, fusioni, ecc).
Il sistema di contabilit generale dimpresa, in particolare, il complesso di rilevazioni concernenti
i fenomeni di esterna gestione finalizzato alla determinazione del reddito desercizio e del capitale
di funzionamento attraverso la redazione periodica desercizio. Tale documento rappresenta la
sintesi del processo di rilevazione dei valori connessi alle singole operazioni che sono
sistematicamente rilevate nel sistema di contabilit generale.
I valori oggetto di rendicontazione si riferiscono a operazioni economiche passate e riguardano
lazienda considerata nel suo complesso.
La contabilit analitica, invece, consta di un insieme di strumenti e tecniche per rilevare, elaborare
e presentare informazioni di supporto alle decisioni aziendali. Perci, i principali destinatari sono
soggetti interni allazienda e le informazioni sono orientate alla stima degli andamenti futuri della
stessa.
La contabilit generale obbligatoria in virt di norme di legge o regolamenti ed esistono numerosi
riferimenti normativi e principi contabili nazionali e internazionali che determinano le regole per
una corretta tenuta della stessa. La contabilit analitica, invece, frutto di una volontaria scelta
delle aziende che possono altres strutturarne le modalit e le tempistiche di rilevazione nel modo
pi funzionale agli obiettivi che con la stessa si intendono perseguire.
Infine, mentre la contabilit generale, in quanto importante strumento informativo anche per i
soggetti esterni allazienda, deve fornire informazioni precise e verificabili a tutela dei soggetti terzi,
la contabilit analitica prevalentemente finalizzata a fornire informazioni tempestive
concentrandosi, in modo particolare su quelle maggiormente rilevanti per la pianificazione e il
controllo.
LA CLASSIFICAZIONE DEI VALORI
La contabilit rileva i valori connessi alle singole operazioni (elementari) e, successivamente, li
ricongiunge per riferirli ai processi economici e alle combinazioni economiche parziali e generali
(valori di sintesi). Tali valori, riferibili al complessivo sistema degli accadimenti aziendali,
rappresentano il sistema dei valori dimpresa. Questo sistema trae origine dalle operazioni di
esterna gestione, ossia dalle operazioni che intercorrono tra limpresa e terze economie e che, in
genere, sono costituite da operazioni di scambio monetario.
Ogni operazione osservata sotto un duplice aspetto:
Aspetto originario: che associato alla formazione di valori finanziari.
Aspetto derivato: riguarda i valori economici che sorgono in connessione allaspetto
originario, ossia gli aspetti dei fatti di gestione che spiegano il sorgete di valori economici.
I valori derivanti dalle operazioni aziendali, osservate pocanzi, possono essere rappresentati
secondo il seguente schema:
ASPETTO ORIGINARIO


= VALORI FINANZIARI {
(
)
ASPETTO FINANZIARIO

ASPETTO DERIVATO


= VALORI ECONOMICI { (
)

ASPETTO ECONOMICO
Secondo questo approccio, i valori finanziari comprendono sia i valori numerari sia i valori nominali
(ossia la parte finanziaria pura) dei crediti e debiti di finanziamento. Pi precisamente, i valori
finanziari possono essere classificati nel seguente modo:

Valori numerari certi: originati da operazioni che impattano direttamente sulle disponibilit
monetarie dellimpresa (riscossioni e pagamenti).
Valori numerari assimilati: rappresentati da crediti e debiti di regolamento che sorgono da
operazioni commerciali, di acquisto o di vendita, con regolamento differito. Lassimilazione
legata al fatto che essi sostituiscono temporaneamente la moneta (valore numerario certo)
ma sono comunque espressi in moneta di conto.
Valori numerari presunti: connessi a operazioni la cui espressione in termini monetari
legata a stime (e quindi soggetta a possibili ridefinizioni) e congetture (es. crediti e debiti di
regolamento definiti in moneta estera che richiedono un processo di traduzione in moneta
di conto o di valori numerari determinati a fine esercizio prima della loro effettiva
manifestazione numeraria).
Crediti e debiti di finanziamento (o di prestito): valori connessi a prestiti concessi o ottenuti
per lo scambio di disponibilit di moneta o risorse finanziarie. In genere, questi maturano un
interesse che rappresenta il provento o lonere delloperazione (valore economico).
Infine, i valori economici si possono distinguere in:

Valori economici di capitale: che riguardano i valori che si riferiscono al capitale netto
formato sia dalla dotazione iniziale del patrimonio e dalle successive modificazioni dovute a
nuove sottoscrizioni o rimborsi, sia dai risultati complessivi della gestione.
Valori economici di reddito: connessi a operazioni che generano costi e ricavi aventi impatto
diretto sulla dinamica reddituale dellimpresa, quali i costi e i ricavi connessi ai cicli economici
di acquisizione dei fattori produttivi, di cessione di prodotti o servizi, di remunerazione dei
lavoratori dipendenti ed autonomi, ecc.
Il sistema dei valori ha origine con limpresa e dinamicamente si modifica per accogliere le continue
variazioni delle sue componenti elementari dovute alla rilevazione dei valori connessi alle operazioni
di gestione. La contabilit, quindi, rileva il complesso di variazioni di valori che genera il sistema degli
accadimenti dimpresa. In questo senso, occorre comprendere la valenza (positiva o negativa) che
ogni singola operazione aziendale ha sulle categorie di valori, viste pocanzi. Periodicamente, poi, il
sistema dei valori viene sintetizzato per giungere alla determinazione del reddito di esercizio e del
connesso capitale di funzionamento, al fine di apprezzare leconomicit aziendale.
Procedendo secondo limpostazione finora seguita, anche il sistema delle variazioni dei valori
aziendali analizzabile secondo una duplice prospettiva: le variazioni finanziarie, connesse alle
modificazioni prodotte sulla categoria dei valori finanziari, e le variazioni economiche, relative ai
movimenti intervenuti a modifica della classe dei valori economici.
IL CONTO
Il conto lo strumento fondamentale per la rilevazione dei valori in contabilit generale, accoglie
una serie di scritture riguardanti un dato oggetto, con lobiettivo di comprenderne lammontare e
le variazioni di valore. Il conto, quindi, un insieme di scritture riferite a uno specifico oggetto (es.
banca x c/c): ne accoglie il valore iniziale e le successive variazioni di valore occorse nel tempo.
Infine, costituisce linsieme delle rilevazioni concernenti il valore di un determinato oggetto, e
poich questo valore pu subire modificazioni sia in aumento che in diminuzione, il conto, pur
potendo assumere forme differenti, in genere si presenta come un prospetto a due sezioni
contrapposte denominate Dare e Avere.
Attraverso il conto possibile classificare le operazioni in modo omogeneo e collegarle a
determinati oggetti di cui la contabilit consente di seguire la grandezza, variabile e misurabile.
LA TERMILOGIA TIPICA DEI CONTI:
Per i conti si utilizza una terminologia specifica, i cui principali termini possono essere riassunti nei
seguenti: istituire, accendere, movimentare, addebitare e accreditare, chiudere, stornare e infine
riepilogare (o integrare).
LA CLASSIFICAZIONE DEI CONTI
I conti possono essere classificati come:
Conti unilaterali (monofase) e conti bilaterali (bifase): in relazione alle regole di
funzionamento, ossia alla possibilit di accogliere le scritture in una sola o in entrambe le
sezioni.
Conti analitici e sintetici: in relazione allestensione delloggetto al quale sono connessi,
ossia alla possibilit di essere scissi in altri conti. Sono sintetici quando possono essere scissi
in altri conti, e analitici quando, invece, sono riferiti a specifici oggetti non ulteriormente
specificabili.
Conti sinottici o descrittivi: in relazione alle informazioni fornite in merito alloggetto.
Conti accesi o spenti: in relazione al loro effettivo utilizzo.
IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA
Le rilevazioni effettuate nei singoli conti possono essere rese omogenee per il raggiungimento di
scopi complessi attraverso una lettura sistemica delle stesse, che tenga conto delle relazioni fra le
operazioni e delle variazioni che queste determinano nelloggetto complesso (ad esempio il
reddito). In questo senso, il sistema riguarda il complesso delle scritture, mentre il metodo attiene
alle regole e alle modalit con cui le stesse funzionano. In altre parole si pu dire che fra metodo e
sistema esiste una relazione del tipo contenitore (il metodo) contenuto (il sistema).
I metodi contabili, quindi, riguardano la forma, lordine e le connessioni fra le rilevazioni contabili di
unimpresa. Fra queste si possono distinguere scritture semplici, che rilevano le operazioni sotto un
solo profilo di osservazione (di solito quello finanziario) e dunque utilizzano una sola serie di conti,
dando luogo a una sola rilevazione per ogni accadimento, e scritture doppie che, invece, rilevano
sotto due profili (finanziario ed economico) e utilizzano una doppia serie di conti (finanziari ed
economici).
In genere, per la tenuta delle scritture doppie utilizzato il metodo della partita doppia, che si basa
sui seguenti principi fondamentali:

Principio dualistico (duplicit degli aspetti di osservazione): in base al quale ogni operazione
o fatto amministrativo deve essere osservato simultaneamente sotto due aspetti, pur
mantenendo una visione sistemica degli stessi:
a) Laspetto originario (finanziario), ossia laspetto del fenomeno direttamente
percepibile e che consente di misurare cosa accade nellaspetto derivato.
b) Laspetto derivato (economico), conseguente al primo.
Principio della duplicit dei conti: si attivano, in relazione ai due profili di osservazioni delle
operazioni dimpresa, conti originari (finanziari), destinati ad accogliere valori di natura
finanziaria e conti derivati (economici) destinati ad accogliere valori di natura economica.
Principio del funzionamento antitetico delle sezioni dei conti: ogni conto ha due sezioni
distinte denominate, rispettivamente a sinistra e a destra, Dare e Avere, destinate ad
accogliere variazioni di segno opposto.
Principio del funzionamento antitetico delle serie di conti: in base al quale se unoperazione
attiva il conto di una serie con segno Dare, contestualmente la stessa operazione attiva un
conto della stessa serie o della serie differente con segno opposto al precedente (quindi in
Avere).
Le rilevazioni in tutti i conti devono essere effettuate con ununica moneta di conto: per
garantire omogeneit al sistema dei valori e conseguentemente attendibilit e significativit
delle informazioni prodotte.
GLI STRUMENTI DELLA CONTABILITA GENERALE
LApplicazione del metodo della partita doppia alla contabilit generale dimpresa prevede la
rilevazione dei valori contestualmente in differenti libri contabili al fine sia di determinare
correttamente il reddito di esercizio e il capitale di funzionamento, sia di assolvere gli obblighi
dettati dalla normativa civilistica e fiscale e consentire laccertamento della regolare tenuta della
contabilit da parte degli uffici competenti.
I libri fondamentali per le scritture di contabilit generale sono:
Il libro mastro: che raccoglie sistematicamente tutti i conti utilizzati per la tenuta della
contabilit generale e per la determinazione periodica del reddito desercizio e del capitale
di funzionamento di unazienda, nonch le relative movimentazioni in Dare e in Avere.
(RICORDATI I MASTRINI )
Il libro giornale: che rileva cronologicamente, giorno per giorno, le scritture concernenti le
operazioni effettuate e, di conseguenza, le relative variazioni dei valori nei conti. Le scritture
possono riguardare singole operazioni (scritture analitiche) o classi di operazioni (scritture
sintetiche). Il libro giornale intende rappresentare i fatti di gestione in funzione del tempo e
stabilire un collegamento fra i conti in modo da consentire la verifica della corrispondenza
fra addebitamenti e accreditamenti in ogni singola annotazione. Ogni scrittura del libro
giornale numerata progressivamente e definita articolo. Ogni articolo riporta, per ciascuna
operazione, un insieme di informazioni, quali la data delloperazione, la sua descrizione,
lindicazione del conto (o dei conti) da addebitare o accreditare, i valori unitari e complessivi
delloperazione. Larticolo si definisce semplice se interessa solo due conti (uno addebitato
e laltro accreditato), si dice composto se si hanno pi conti addebitati o pi conti accreditati,
si definisce, infine, complesso se i conti coinvolti nella rilevazione sono pi di due sia in Dare
sia in Avere.

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