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CAPITOLO 1
ISTITUTI SOCIALI E AZIENDA
Sono forme di collaborazione tra diverse persone che danno vita a societ umane o a gruppi aventi
regole e strutture di comportamento sufficientemente stabili (durabilit).
Sono costituiti per rispondere a svariate esigenze umane, un esempio di istituto sociale pu essere
la famiglia, lo Stato, un comune, o anche unazienda quale pu essere la Fiat, la Barilla ecc
Perch farne parte? Per raggiungere traguardi/fini che singolarmente non puoi ottenere.
Lazienda laspetto economico di un istituto sociale (ordine strettamente economico di un
istituto):
Coordinazione economica in atto istituita e retta per il soddisfacimento dei bisogni umani
(Zino Zappa, 1927). Cio unazienda un processo che via via evolve nel tempo coordinata e
gestita da qualcuno, e che stata formata con il fine di soddisfare bisogni umani.
In modo diretto: attraverso il consumo (es. in una famiglia).
In modo indiretto: attraverso lattivit dimpresa che vende sul mercato per
realizzare ricchezza che poi distribuisce ai soggetti che ne fanno parte.
Istituto economico (cio laspetto economico degli istituti sociali) destinati a durare nel
tempo che per soddisfare i bisogni umani, ordina e svolge in continua coordinazione la
produzione o il procacimento e il consumo della ricchezza (Zappa, 1957).
CARATTERISTICHE DELLAZIENDA
Unicit: ogni azienda un fenomeno unico e in-ripetibile, perch lazienda composta da
delle persone e queste hanno il loro modo di operare e svolgere le proprie operazioni, quali
produrranno variazioni sullintero sistema dazienda che non potranno essere riprodotte in
altri contesti, ci significa che non si avranno mai 2 aziende identiche anche se le 2 aziende
operano nello stesso settore con lo stesso numero di persone con gli stessi macchinari e
processi produttivi.
Unit economica: non sono le singole persone o macchinari a caratterizzare unazienda ma
il modo in cui si combinano i vari elementi che fa in modo che unazienda abbia una
caratteristica che la differenzia dalle altre, e avere un fine che gli accomuna.
Autonomia economica (raggiungere equilibrio economico per non dover patologicamente
ricorrere a terze economie): poter perseguire fini posti in via autonoma dal soggetto
economico (persona o gruppo di persone nel cui interesse lazienda viene amministrata),
senza avere linfluenza di terzi (sponsor, finanziatori, banche ecc.), attraverso la gestione
dellazienda anche sotto il profilo economico lazienda avr per delle influenze dettate
dallambiente economico di cui fa parte.
Durabilit: lazienda deve essere costituita per finalit non immediate ma durature.
Il valore di un bene economico: attribuito in base alla sua utilit, alla scarsit/abbondanza
ed disponibile in quantit limitata in natura:
a) Valore di scambio: valore che viene a formarsi sul mercato combinando le esigenze
dellacquirente e quello del venditore.
b) Valore duso: valore attribuito a un ben in base allutilizzo che intende farne il
soggetto che lo possiede.
c) Valore di produzione: costi sostenuti per produrre un bene.
Produzione economica:
a) Produzione per il mercato = imprese
b) Attivit economica di consumo = associazioni [anche queste tipo di aziende attivano
processi di produzione economica (produzione di utilit economica)]
STUDIO AZIENDA:
Le aziende possono essere studiate interpretandone come dei sistemi, il sistema una unit nella
quale ogni elemento pur avendo una propria individualit, non ha significato a s ma solo nelle
relazioni che lo congiungono agli altri, ha significato nel complesso di cui fa parte; si pu dire che
solo il sistema, lunit degli elementi che lo compongono, ha significato e d significato ai suoi
elementi. Quindi devo essere consapevole che se vado a toccare uno degli elementi che compone
unazienda, questo avr una ripercussione sugli altri poich tutti gli elementi di unazienda sono tra
loro collegati (interdipendenza).
Il sistema aziendale si contraddistingue per la presenza dei seguenti caratteri:
Sistema sociale: perch ha al centro le persone e il soddisfacimento dei loro bisogni,
orientando la propria attivit per il bene comune.
Aperto: ha continui scambi con lambiente economico di cui fa parte, ricevendo input e le
quali verranno poi trasformate e rese allambiente (output) modificandolo.
Complesso: la complessit deriva dal fatto che unazienda composta da una molteplicit
di elementi che interagiscono tra loro, quindi difficile prevedere con sicurezza le relazioni
che posso avere immettendo un input.
Dinamico: poich si evolve continuamente.
Finalistico: tutti gli elementi che lo compongono sono tra loro correlati e interdipendenti
rispetto al fine aziendale che congiuntamente perseguono (ogni azienda ha un proprio fine).
Per agevolare lanalisi delle specifiche caratteristiche inerenti alle attivit svolte in unazienda si usa
la scomposizione in sotto-insiemi ma che siano interconnesse con lintero sistema aziendale. Una
prima suddivisione potrebbe essere quella in 3 momenti distintI:
La gestione: insieme delle operazioni poste in essere (svolte) dallazienda mediante i suoi
processi caratteristici di produzione economica (gestione finanziaria), (aspetto oggettivo
dellamministrazione aziendale).
Lorganizzazione: come organizzare il lavoro delle persone che operano in unazienda
(aspetto soggettivo).
La rilevazione (sistema informativo): riguarda linsieme dei processi di informazione e
controllo relativi agli accadimenti aziendali (aspetto cognitivo).
Un altro modo sarebbe quello della suddivisione per aree di management, in questo caso si parla
dimprese complesse.
Aree dove si svolgono:
Operazioni caratteristiche: processi posti in essere nella produzione economica dimpresa
(ricerca e sviluppo, produzione e di marketing).
Operazioni integrative: di sviluppo alle attivit principali (organizzazione e amministrazione
del personale, e finanziaria dellimpresa).
Controllo e informazione: offrono al management gli strumenti necessari al governo delle
attivit aziendali.
Aree funzionali di management...
PIANIFICAZIONE E
PROGRAMMAZIONE
R&S
MARKETING PROD.NE
ORG.NE E
PERSONALE FINANZA
SISTEMA INFORMATIVO
Assetto
Istituzionale
.
INPUT Assetto Combinazioni Organismo .
DISPONIBILI Organizzativo Economiche Personale .
Patrimonio
VALUTAZIONE
RISULTATI
Feed-back e feed-forward
Combinazioni economiche: linsieme delle operazioni svolte dalle persone che operano
nellazienda mediante limpiego delle risorse economiche a disposizione dellazienda stessa.
CLASSIFICAZIONI AZIENDA
Due prospettive di analisi:
In base al soggetto economico:
a) Aziende private
b) Aziende pubbliche
In base alloggetto dellattivit aziendale:
a) Aziende di erogazione (consumo)
b) Aziende di produzione per lo scambio di mercato (imprese)
c) Aziende composte
Aziende di erogazione: latto principale il consumo:
Contributo diretto o indiretto dei membri (funzione principale)
Funzione complementare: risparmio, indebitamento e investimento.
Le aziende di erogazione hanno come fine intimo il consumo (processi di consumo) delle ricchezze
acquisite dallazienda mediante la contribuzione diretta o indiretta dei membri che ne fanno parte.
Se consumi sono maggiori dei contributi lazienda ricorrer allindebitamento, che dovr essere
rimborsato successivamente, invece se i consumi sono minori dei contributi si avr un risparmio che
potr essere usato per degli investimenti oppure il rimborsi di eventuali prestiti (famiglie,
associazioni, fondazioni, enti e istituzioni pubbliche).
Aziende di produzione: in questo caso il fine ultimo quello di produrre reddito (ricavi costi
reddito) sufficiente per remunerare coloro che hanno gli interessi primi sullazienda (chi ha portato
capitale di rischio e coloro che prestano lavoro presso lazienda) i processi di trasformazione posti
in essere dalle imprese per produrre nuovo valore (reddito) possono essere di diversa specie;
Trasformazione fisico tecnica e trasformazione economica
Trasformazione fisico tecnica: la trasformazione dei fattori produttivi al fine di ottenere nuovi
beni e servizi da collocare sul mercato.
Trasformazione economica: si riferisce allattivit di impresa volta a generare valore attraverso il
trasferimento nel tempo o nello spazio di beni non modificati, che acquisiscono un valore superiore
se resi disponibili nei tempi e nei luoghi funzionali alle esigenze dei potenziali acquirenti (soprattutto
attivit di commercio come supermarket, negozi ecc.).
Produzione nuovo valore (reddito) : ricavi di vendita e servizi costo acquisto e realizzo del
prodotto. Il reddito che si produce serve per la remunerazione e per ri investire nellazienda
(autofinanziamento)
Riguarda tutti gli elementi o circostanze che favoriscono oppure ostacolano la produzione
economica dimpresa sia in modo diretto che indiretto.
Capitale = risorse conferite allimpresa con scadenza indefinita e che prevedono una remunerazione
non fissa a priori ma sulla base dei risultati economici ( nuovo valore)
Aziende composte: questo tipo di societ possono svolgere operazioni destinate allo
scambio di mercato sia operazioni di consumo, ma con fine ultimo il soddisfacimento diretto
di specifiche classi di bisogni umani.
Pubbliche: cio appartengono allo Stato e ad altri istituti pubblici territoriali (regioni,
provincie, comuni) dove oltre alla produzione di servizi pubblici destinati al soddisfacimento
diretto dei bisogni delle persone appartenenti alla comunit politica di riferimento vi una
parte di produzione destinata al mercato. (es. universit pubbliche in cui lattivit di mercato
rappresentata da corsi di perfezionamento, ricerca ecc., mentre, lattivit di consumo
rappresentata dalla didattica).
Private: associazioni o fondazioni che svolgono, in via accessoria allattivit principale
(soddisfacimento diretto dei bisogni umani), attivit destinate al mercato. Es: associazione
sportiva che eroga ai propri associati servizi di natura sportiva, ma che decide di aprire un
bar presso la propria sede che serve a generare risorse per lattivit dellassociazione, ma
unattivit rivolta al mercato
Gestione in mano a: soggetti/o eletto mediante processi di selezione, ad esempio: voto dei cittadini.
Aziende no profit: vengono definite come aziende del terzo settore poich non sono riconducibili
n al sistema delle imprese n alla pubblica amministrazione, in questo tipo di aziende non vi mai
una finalit lucrativa cio non c obiettivo di produrre utili da distribuire ai soci o associati, ma
bisogna lo stesso raggiungere un equilibrio economico altrimenti lazienda fallirebbe. La ricchezza
viene trasformata in benessere sociale degli individui e trasformare valori individuali in valori
economici e sociali.
La ricchezza impiegata pu essere:
Esterna: raccolta fondi, donazioni da soci o enti pubblici ecc.
Interna: cio dallazienda stessa, in questo caso come finalit secondaria.
CAPITOLO 2
Lazienda vista come un insieme di soggetti (stakeholder) portatori di interessi prevalentemente
economici, delle relazioni che si instaurano tra questi, i loro contributi e le loro aspettative. Essendo
una pluralit di soggetti bisogna contemperare gli interessi e le esigenze di tutti questi soggetti
attraverso unazione unitaria, quindi le finalit comuni e la cooperazione sono le premesse perch
si possa arrivare a quel contemporamento di interessi che bisogna raggiungere per un
funzionamento unitario dellattivit aziendale, non solo in chiave economico finanziaria. In un
azienda il governo deve essere ben definito cio deve essere sempre chiaramente individuabile chi
compie le scelte e assume le decisioni, chi guida la gestione, chi svolge le funzioni volitive di
comando.
Assetto istituzionale (definisce gli elementi fondamentali che danno origine a unazienda): gli
elementi essenziali per ogni impresa chiamati condizioni primarie di produzione o fattori primi
dellazienda sono:
Il lavoro: attivit di persone prevalente allimprese
Il capitale: apporto dei mezzi conferiti a titolo di rischio da risparmiatori
Un altro aspetto fondamentale quello dei generatori di interessi economici primi, cio le energie
personali, le persone, i beni di varia specie che appartengono allazienda.
Oggetto economico: coloro che hanno interessi primi sullazienda, cio di coloro che hanno
conferito lavoro (quindi fattori primi) e di coloro che hanno portato capitale di rischio.
Conferimento lavoro: esprimono interessi economici primari che sono unadeguata remunerazione
per le prestazioni lavorative effettuate, condizioni di crescita professionale, ma esprimono anche
interessi istituzionali non economici, aspirando a condizioni lavorative idonee e pi stabili che
conferiscono sicurezza e tutela della salute, formazione continua per migliorare le proprie
competente. Anche questi sono fattori primi
Altri soggetti che hanno interessi sullimpresa (ma secondari) che generalmente non influiscono
sullassetto istituzionale possono essere:
Clienti: le attese di qualit, scambio dei servizi/beni, affidabilit.
Fornitori: rapporto contrattuale
Finanziatori: rimborsi
Lo Stato e altri enti pubblici: tasse
Dalla collettivit: soddisfacimento delle esigenze di consumo, crescita sviluppo territoriale,
creazione di occupazione.
La tutela di questi elementi non economici costituisce allimpresa la migliore permessa alla sua
durabilit e sostenibilit nel tempo.
In caso di una societ per azioni non tutti i detentori di capitale rientrano in questa categoria
ma solo chi ha portato capitale di maggioranza che riesce attraverso la nomina di
amministratori a controllare lattivit di impresa mentre chi ha il capitale di minoranza molto
spesso escluso dal controllo effettivo dellattivit di impresa.
In ogni caso il soggetto economico deve essere sempre interpretato come un organismo unitario
anche se formato da un vasto gruppo di persone, perch una caratteristica di tutte le aziende
proprio lunit. quando le categorie di persone che detengono questo diritto dovere di
governare lazienda sono numerose e spesso viene nominato un organismo rappresentativo
attraverso il conferimento di una delega, soci () votazione dellassemblea ()
componenti del consiglio di amministrazione. Spesso nelle imprese troviamo un soggetto
economico improprio, una fetta soltanto della parte azionaria che gestisce per conto di tutti, ma che
non avrebbe quel potere per la quota che ha di capitale, ma siccome vi sono azionisti che non hanno
alcun interesse nel gestire limpresa ma ad esempio sono interessati solo alla compravendita delle
azioni, questi di fatto danno potere a chi detiene una quota di capitale di minoranza la gestione
dellattivit di impresa.
Nelle imprese individuali: il soggetto economico il proprietario coincide con chi conferisce capitale
e lavoro. soggetto giuridico
Nelle societ il soggetto economico non coincide necessariamente con i proprietari o una parte di
essi.
SOGGETTO GIURIDICO
la persona o linsieme delle persone che assumono i diritti sotto il profilo giuridico e rispondono
delle obbligazioni aziendali.
Impresa individuale: la persone fisica, titolare dellimpresa il soggetto politico, risponde nei
confronti di terzi con lintero patrimonio quindi sia quello conferito dallimpresa sia personale.
Imprese gestite in forma societaria: il soggetto giuridico cambia a seconda della forma giuridica
Societ di persone: poich in questo tipo di societ i soci sono illimitatamente responsabili
nei confronti di terzi, e la societ in questi casi non assume personalit giuridica separata da
quella dei soci, si ha che i soci stessi sono il soggetto giuridico e quindi sono loro stessi i
responsabili di ci che viene fatto dallazienda e che beneficiano dellattivit dimpresa,
perci in questo i soci sono sia soggetto economico che soggetto giuridico.
Societ di capitali: in questo caso si ha una separazione tra il patrimonio della societ ed i
patrimoni dei soci che quindi rimangono completamente esclusi dalle eventuali pretese dei
creditori. Il soggetto giuridico in queste imprese la societ stessa in quanto pienamente in
grado di godere dei diritti e di assumere le obbligazioni derivanti dallesercizio dellattivit
economica.
Societ cooperative: se la responsabilit limitata soggetto giuridico societ. Se la
responsabilit dei soci illimitata soggetto giuridico soci
Ente pubblico economico: il soggetto giuridico lazienda in quanto ha piena personalit
giuridica per lattivit economica realizzata, anche quando opera attraverso una struttura
interposta.
Associazioni:
a) Associazioni riconosciute soggetto giuridico lazienda
b) Associazioni non riconosciute soggetto giuridico sono i soci
Fondazioni: dato che hanno piena autonomia patrimoniale e personalit giuridica, il
soggetto giuridico la societ.
Gruppi:
a) Soggetto economico: soggetto economico della capogruppo
b) Soggetto giuridico: le singole societ che formano il gruppo
CORPORATE GOVERNANCE
Il termine identifica le relazioni che esistono tra i diversi soggetti che operano nellambito delle
societ e soprattutto per le S.p.a., perch in questo tipo di societ a seconda delle dimensioni che
si possono avere problemi pi consistenti. Quindi definisce i rapporti tra gli azionisti, consiglieri di
amministrazione (che vengono eletti dagli azionisti), va anche ad indentificare gli strumenti con cui
chi conferisce capitali tende ad assicurarsi il ritorno del proprio investimento. Lobiettivo quello di
cercare di comprimere gli effetti negativi che questa situazione sviluppa un rapporto detto di
agenzia, cos denominata la teoria elaborata negli anni 70 per indagare sulle relazioni fra un
soggetto detto principale (azionisti), che delega lutilizzo di risorse a un altro soggetto, detto
agente (manager), il quale in base a un accordo formale o informale opera rappresentando gli
interessi del principale.
La letteratura ha evidenziato come nelle relazioni di agenzia si determinano alcune criticit:
Gli interessi dellagente (= avere delle remunerazioni pi elevate possibili e non perdere il
posto di lavoro) e del principale (= lazienda produca reddito e che duri nel tempo) non
sempre coincidono.
La propensione al rischio tra il principale e lagente non identica, i manager hanno una
propensione al rischio nettamente inferiore rispetto a quella di chi porta capitali nellattivit
di impresa.
Le informazioni di chi dispone lagente sono in genere superiori e pi complete rispetto a
quelle di chi dispone il principale.
Per cercare di compiere questa
asimmetria informativa si alzata
sempre di pi la soglia delle informazioni
minime obbligatorie che i manager
devono fornire agli azionisti.
Intese informali: le intese formali sono accordi e alleanze tra aziende operanti negli
stessi mercati allo scopo di disciplinare la concorrenza attraverso la comune
definizione dei prezzi di vendita dei prodotti o servizi, dei volumi di produzione e dei
mercati di sbocco. Le intese informali, in alcuni casi, sono al limite della legalit
poich possono infrangere le norme antitrust che hanno lobiettivo contrario, ossia
la tutela della concorrenza a favore della riduzione dei prezzi e dei consumatori. Per
tali ragioni le intese informali non sono rese note al mercato, che rimane alloscuro
sia della loro esistenza, sia dei particolari contenuti degli accordi. Le intese informali
non hanno una durata prestabilita ma necessario aggiornare periodicamente i
contenuti degli accordi e alleanze per seguire le tendenze die mercati. Infine, il
mancato rispetto di una intesa informale non genera particolari conseguenze ser non
quelle morali, connesse allimmagine aziendale sul mercato e di eventuali reazioni
difensive da parte delle aziende concorrenti.
Aggregazioni di natura finanziaria: le aggregazioni di specie informale relative alla
gestione finanziaria delle imprese trovano differenti giustificazioni: da un lato la
scarsa propensione degli imprenditori a effettuare adeguati investimenti a titolo di
capitale di rischio nelle aziende di cui sono titolari; dallaltro lato le banche e gli altri
intermediari finanziari che finanziano le imprese per realizzare redditi ma devono
continuamente monitorare il rischio di credito e di insolvenza delle imprese. In
questo contesto le imprese sono molto solido sotto laspetto produttivo e
commerciale ma deboli sotto il profilo della struttura e della dinamica finanziaria. I
differenti aspetti della gestione sono strettamente interconnessi e devono trovare
un costante e duraturo equilibrio. Laggregazione su basi finanziarie indica la
compartecipazione al rischio dimpresa dei conferenti capitale di prestito e pu
condurre, in alcuni casi, alla perdita totale dellautonomia economica se le banche o
gli altri finanziatori decidono di subentrare al soggetto economico per risanare
limpresa.
LE AGGREGAZIONI FORMALI
Le aggregazioni formali sono quelle disciplinate dallordinamento giuridico e, generalmente, sono
formalizzate con un contratto. Gli strumenti sono direttamente stabiliti dallordinamento giuridico
oppure sono fondati sullo strumento della partecipazione al capitale dellazienda aderente. Le
principali aggregazioni formali sono:
GRUPPI AZIENDALI
I gruppi aziendali solo le aggregazioni che fanno perdere lautonomia economica delle aziende
originarie. Per gruppo aziendale sintende unazienda con utilit economiche giuridicamente
indipendenti. Di seguito un approfondimento della definizione data precedentemente:
Partecipazioni totali, che corrispondo al 100% delle azioni o quote sociali della societ
Partecipazioni di maggioranza assoluta, che assicurano il 50% + 1 dei diritti di voto nelle
assemblee ordinarie delle societ
Partecipazioni di maggioranza relativa, che assicurano una quota di diritti di voto inferiore
o uguale al 50% ma sufficiente per esercitare uninfluenza dominante nelle assemblee
ordinarie delle societ
Le partecipazioni di controllo possono essere:
Dirette: se si detengono direttamente le azioni o quote sociali di una societ
Indirette: se il controllo di una societ ottenuto attraverso la partecipazione al patrimonio
netto di unaltra societ che a sua volta controlla la prima
Reciproche: se comportano investimenti reciproci nel capitale delle societ e conseguente
riduzione delleffettiva consistenza delle garanzie patrimoniali. Se una societ acquista una
partecipazione totale del capitale netto di unaltra societ e questultima a sua volta effettua
la stessa operazione sul patrimonio della prima, si arriva ad annullare completamente la
dotazione di capitale proprio delle due societ. Per evitare tutto ci, le partecipazioni
reciproche sono sottoposte a una rigida disciplina con precisi limiti e divieti.
1. La capogruppo
2. Eventuali societ sottocapogruppo
3. Le societ controllate.
La societ capogruppo (holding) pu essere direttamente coinvolta nei processi di produzione
economica (holding mista) ovvero limitarsi a esercitare lattivit di direzione e coordinazione
unitamente alla gestione strategica e finanziaria del gruppo aziendale (holding pura). Nei gruppi di
grandi dimensioni e che operano a livello internazionale in mercati e settori differenziati, la struttura
del gruppo comporta la presenza di societ sottocapogruppo (subholding) che hanno la
responsabilit di gestire segmenti o aree daffari omogenee del gruppo. Infine, le societ controllate
possono avere unarticolazione estremamente differenziata da gruppo a gruppo in relazione alla
dimensione, al settore di appartenenza, allarticolazione internazionale e al grado di complessit
delle attivit svolte.
In base alle principali strutture, i gruppi aziendali si classificano in gruppi a struttura semplice, gruppi
a struttura complessa e gruppi a struttura a catena.
Gruppi a struttura semplice
In questi gruppi esistono solamente partecipazioni dirette tra societ capogruppo e societ
controllate. La presenza di un solo livello assicura semplicit della struttura e trasparenza nei
rapporti societari.
Struttura semplice
Dinamico: bassa prevedibilit degli eventi futuri. Pu riguardare gli aspetti economici
(inflazione) e di mercato (cambiamento dei gusti dei consumatori, concorrenza), politici e
legislativi (instabilit dei governi), tecnologici (sistemi informativi integrati) e culturali
sociali (cambiamento dei valori e dei modelli di vita).
Complesso: si concretizza nel livello di conoscenze tecniche necessarie per lo svolgimento
dellattivit produttiva.
Leterogeneit dei mercati di sbocco, ossia della gamma di prodotti, di clienti e di aree
geografiche misura la diversit ambientale.
Ostile: un ambiente pu essere pi o meno ostile in funzione della difficolt di unimpresa
a svolgere in esso i propri processi operativi (es. acquisto di fattori produttivi e vendita di
prodotti e di servizi) e ad avere rapporti con altri soggetti, privati o pubblici. Tuttavia,
influenzato da variabili, come ad esempio, condizioni di mercato, caratteristiche fisico
geografiche, politiche della pubblica amministrazione, atteggiamenti della collettivit o
della societ in generale.
SUB SISTEMI AMBIENTALI
Lambiente pu essere interpretato come il risultato di una combinazione di pi elementi: i sub
sistemi (o sotto sistemi o dimensioni) ambientali.
I principali sub sistemi dellambiente considerato nella sua generalit (macroambiente) sono i
seguenti:
Ambiente fisico naturale: tale ambiente richiama gli aspetti geografici (morfologia e
lorografica del territorio; il clima e le risorse naturarli ecc.) e demografici (fanno
riferimento alla popolazione e alle sue caratteristiche demografiche, quali ad esempio,
densit, natalit, mortalit ecc.) peculiari del contesto in cui limpresa opera e che possono
influenzare, pi o meno intensamente, le sue scelte operative e strategiche.
Ambiente politico legislativo (o istituzionale): riguarda le modalit con gli organi del
pubblico potere esercitano la loro attivit nonch linsieme delle leggi e dei regolamenti
che definiscono il contesto normativo in cui lazienda opera (regolamentazione dellattivit
di scambio, del lavoro, della concorrenza, delle forme di imprese, normativa fiscale). Con
tale ambiente, si fa riferimento al modello di regime politico che configura lordinamento
economico sociale e allordinamento giuridico dal quale scaturisce il sistema legislativo,
fonte delle norme di legge in campo economico. Alcune variabili che caratterizzano
lambiente politico legislativo e che possono influenzare, in particolare, lattivit
economica dellimpresa sono rappresentate da:
1) Il ruolo che le forme di governo e il sistema degli organi pubblici (centrali e locali)
esercitano sul contesto sociale rispetto allaggregazione dei soggetti in gruppi,
movimenti politici e di opinione.
2) Le norme emanate per regolamentare lo svolgimento dellattivit economica e la
concorrenza tra le imprese (limiti, interventi dello Stato, diretto o indiretto).
3) Le regolamentazioni emanate con lobiettivo di garantire il normale funzionamento
dei mercati.
4) I regimi autorizzativi previsti per lesercizio dellimpresa, le norma giuridiche, i livelli
di potere e di responsabilit.
Lambiente economico generale si concretizza nella modalit con cui organizzata la vita
economica dello Stato in cui limpresa opera. Uno dei numerosi aspetti di analisi il modello di
sistema economico che delinea lintensit dellintervento pubblico, diretto o indiretto con
peculiarit di integrare lattivit privata, di condizionarla o di sostituirla. Questo aspetto, appena
descritto, influenza il funzionamento dei mercati, ovvero la struttura della domanda e dellofferta e
le modalit con cui si svolgono le transazioni tra i soggetti che in essi operano.
Lambiente culturale costituisce il risultato delle conoscenze, dei valori e delle ideologie che
caratterizzano il contesto sociale. In generale, esso definito da variabili quali, per esempio:
caratteristiche del sistema scolastico, livello culturale delle persone, tasso di analfabetismo ecc. Di
particolare rilievo risultano, per esempio: gli atteggiamenti manifestati verso il mondo delle imprese
(richieste di maggiore socialit, legittimit del profitto) e verso i consumi, i modelli culturali diffusi
(tipologie di relazioni sociali, importanza data ai concetti di autorit, di leadership, di
intraprendenza), ecc. Seguendo unaltra classificazione, le variabili culturali possono elencarsi in:
1) Valori culturali in materia economica e conseguenti atteggiamenti rispetto al tema
dellimprenditorialit (etica religiosa e ideologie in merito a lavoro umano).
2) Conoscenza tecnico scientifica in campo produttivo (ambiente tecnologico).
Linsieme dei risultati del progresso tecnico e scientifico, il livello e il ritmo degli stessi costituisce la
dimensione tecnologia dellambiente. In questo senso, lautomazione della produzione, lo sviluppo
di sistemi informativi integrati e la diffusone di avanzati sistemi di comunicazione possono
rappresentare grandi opportunit per le imprese.
Lambiente sociale correlato allambiente politico e quello culturale. La suddivisione in classi
sociali (es. stratificazione in base al reddito, al livello distruzione ecc.) e la mobilit sociale (es.
dinamicit delle relazioni tra i vari gruppi o classi sociali), le organizzazioni di categoria
rappresentative degli interessi di determinate classi sociali (es. sindacati) e il clima sociale (definito
dai rapporti pi o meno conflittuali tra le classi che compongono una societ) delineano le
caratteristiche pi importanti di tale sub sistema.
Anche lambiente specifico (o microambiente) pu essere osservato come il risultato di una serie
di componenti (o sub sistemi) di natura economica, sociale, culturale e politica. Ricordiamo che
il contesto in cui opera unimpresa raccoglie elementi in grado di influenzare in maniera notevole e
diretta la sua attivit, possibile sintetizzare le principali dimensioni che lo compongono in:
1) Mercati: di capitali, di fattori della produzione, materie prime, lavoro, impianti e servizi, e di
prodotti finiti.
2) Progresso tecnologico
3) Dello Stato e delle Istituzioni (aspetti politici e legislativi).
In questa prospettiva danalisi possibile individuare i diversi sub sistemi del sistema ambiente,
classificandoli di primo, secondo e terzo livello.
RAPPORTO AZIENDA AMBIENTE
Il rapporto tra lazienda e lambiente si esplica in una serie di scambi che si concretizzano in elementi
che influenzano lattivit della prima (input) e che dalla stessa promanano verso lambiente
(output). In particolare, gli input sono riconducibili a condizionamenti ambientali che possono
classificarsi in:
1) Opportunit: condizioni fonte di vantaggi soprattutto di tipo economico.
2) Vincoli: condizioni che influenzano, limitandola, la libert di scelta e di decisione del soggetto
economico.
3) Risorse: materiali e immateriali, necessarie a svolgere lattivit di produzione e le cui
condizioni (positive e negative) possono tradursi in opportunit o vincoli per limpresa.
Gli output sono riconducibili alle influenze che lazienda emana verso lambiente in cui opera e, in
generale, si concretizzano nei prodotti/servizi offerti e nei comportamenti che, sotto diversi aspetti
e in base alla dimensione aziendale, possono influenzare in maniere talvolta importante, il contesto
che la circonda.
Con la definizione dei vari sub sistemi dellambiente inteso in senso generale e delle caratteristiche
dellambiente specifico, data pocanzi, possibile analizzare le relazioni che potrebbero verificarsi
tra limpresa e ciascuno di essi.
In merito al rapporto con lambiente fisico naturale, evidente come le caratteristiche dello stesso
possano influenzare le decisioni in merito, ad esempio, alla localizzazione e alla struttura del sistema
produttivo aziendale (input). In particolare, tali influenze si concretizzano in vincoli con riferimento
alle esigenze di salvaguardia dellambiente, alla tipologia, alla disponibilit e allubicazione
geografica delle risorse (materie prime), alle vie di comunicazione e ai trasporti, ai fattori
demografici (es. distribuzione territoriale della popolazione).
Con riferimento alle opportunit, queste possono sintetizzarsi nello sfruttamento delle risorse
disponibili, nella creazione e commercializzazione di risorse sostitutive di quelle naturali o
suscettibili di rigenerazione, nella formazione e nello sviluppo di mercati, tecnologie e prodotti
idonei a favorire lo sfruttamento delle risorse naturali e limitare linquinamento seguente, nella
progettazione, costruzione e utilizzo di strumenti volti a permettere un efficace monitoraggio della
loro evoluzione. Si evidenziano le possibili influenze (output) che lattivit produttiva pu indurre
sullambiente che la circonda (es. cambiamenti di natura economica, sociale e culturale dai quali
promanano fenomeni come lurbanismo ecc.).
Il rapporto che lazienda ha con lambiente fisico naturale risulta fondamentale con riferimento
alle improrogabili esigenze legate alla tutela ambientale, per la quale dobbligo lo sviluppo di una
coscienza sociale delleventuale danno ecologico causato da processi e prodotti inquinati.
Lambiente politico legislativo (o istituzionale) pu influenzare il comportamento e le strategie
adottate dallimpresa con riferimento a determinate variabili in input (opportunit e vincoli) che si
originano, ad esempio, dal modello di regime politico (es. forma di governo) dal quale promanano
azioni volte a limitare lintervento delle imprese nei settori di pubblico interesse o volte ad agevolare
specifici settori economici attraverso interventi di politica monetaria e creditizia, tributaria;
dallordinamento giuridico da quale promana il sistema legislativo che regolamenta anche gli aspetti
inerenti lattivit economica dellazienda (es. forme di giuridiche che lattivit imprenditoriale pu
assumere), dal clima politico sociale pi o meno stabile, che contraddistingue il funzionamento
delle Istituzioni pubbliche. Allo stesso tempo, soprattutto quando limpresa caratterizzata da
grandi dimensioni e da un ruolo sociale rilevante, pu a sua volta, esercitare influenze sul contesto
politico in cui opera.
Con riferimento allambiente economico generale, le caratteristiche del sistema economico
delineate anche dal peso dellintervento pubblico possono influenzare il funzionamento dei mercati,
la struttura della domanda e dellofferta e le modalit con cui si svolgono gli scambi tra i vari
soggetti. Oltre al tipo di sistema economico, una variabile di forte influenza sullattivit dellimpresa
lo stadio di sviluppo raggiunto dallo stesso in termini di entit del reddito pro capite, andamento
dei prezzi e tasso dinflazione, occupazione, debito pubblico.
Le variabili culturali caratterizzanti lambiente in cui limpresa opera hanno un determinante
influsso sullattivit che essa svolge. Pensiamo, ad esempio, a:
1) Letica religiosa e al modo con cui essa pu influenzare attivit quali, per esempio, limpego
della risorsa umana, il consumo, il prestito.
2) Le ideologie socio economiche in merito ai fenomeni della produzione, della distribuzione
e del consumo della ricchezza, della propriet dei mezzi di produzione, dellattivit
imprenditoriale e del comportamento dellimpresa.
3) Il grado di istruzione e competenza professionale che possono influenzare la qualit delle
risorse umane a disposizione dellazienda.
4) La cultura del management che delinea modelli decisionali (autoritari, partecipativi, di
leadership) che possono influenzare lattivit imprenditoriale.
A sua volta, limpresa pu condizionare i gusti e i valori di un determinato contesto sociale,
concorrendo, talvolta, a definire la formazione dei modelli e delle attee di consumo e di qualit della
vita.
Il rapporto che si esplica con lambiente tecnologico (sub sistema del progresso tecnologico)
riguarda, in primis, i condizionamenti che lazienda riceve in merito alle innovazioni relative ai fattori
della produzione, ai processi tecnico produttivi, ai prodotti e ai servizi offerti.
Con riferimento, infine, alle relazioni che si esplicano con lambiente sociale (strettamente connesso
agli aspetti culturali) esse si concretizzano nei riflessi generati sullattivit aziendale da variabili quali
la qualit delle relazioni industriali, la formazione e il comportamento dei movimenti sociali e di
opinione (associazioni di consumatori), la stratificazione sociale della popolazione (ossia la
suddivisione in classi sociali), i problemi etnici e i livelli di integrazione fra gruppi diversi per lingua,
provenienza geografica, usi e consumi e, in generale, il clima sociale. Tali variabili agiscono sulla
struttura e sul comportamento dellimpresa (es. secondo la dinamica delle condizioni qualitativo
quantitative della domanda e della corrispondente offerta ecc.).
Con il schema seguente si sintetizzano le principali relazioni che intercorrono tra limpresa e
lambiente espresse in termini di input/ output (vincoli, opportunit e flussi di risorse, informazioni
e mezzi monetari.
Il rapporto azienda-ambiente: vincoli, opportunit e flussi
INPUT OUTPUT
Risorse: Risorse:
- fattori produttivi - beni e servizi allestiti
(materie, beni - mezzi monetari
strumentali, risorsa
umana, know-how, Vincoli e opportunit
tecnologia, energia) derivanti da: A
A - mezzi monetari
M - attivit promozionale M
Vincoli e opportunit - programmi di
BI derivanti da: AZIENDA investimento
BI
E - offerta di beni e E
- risorse naturali e servizi, tecnologia,
N umane distribuzione della N
- valori socio-culturali ricchezza
- quadro politico-
legislativo
- sistema economico-
finanziario
N.B: Non esistendo un obbligo di legge o regolamentare, tali strumenti possono assumere forme,
contenuti e denominazioni diverse.
CODICE ETICO
Il codice etico rappresenta un fondamentale strumento di governance con il quale limpresa pu
precisare e riferire, allesterno e allinterno dellorganizzazione, le regole che orientano la sua
condotta, esplicitando il fondamento della cultura che ispira la definizione.
Il codice etico offre unespressione di sintesi dellinsieme di riflessioni di carattere morale e filosofico
applicabili alle questioni economiche, che possono essere affrontate a diversi livelli: da quello pi
generale concernente Stato, Istituzioni e mercato, ai livelli intermedi riferibili a imprese e varie
organizzazioni, fino al livello pi particolare e specifico attinente le singole decisioni degli individui.
In relazione ai differenti livelli di analisi pu delinearsi una diversa connotazione di codice etico:
A livello istituzionale, lo strumento si propone di regolamentare i comportamenti,
esplicitando una serie di regole e precetti, definiti e imperativi, a cui i soggetti a cui rivolto
sono chiamati ad attenersi.
Inserito in unorganizzazione, assume i tratti di uno standard nel quale vengono chiariti
principi e norme a cui i diversi partecipanti allorganizzazione devono ispirarsi, nella
consapevolezza che detto strumento rappresenta al contempo sia un insieme di norme di
comportamento a cui aderire, sia un riferimento a cui aspirare.
Nellottica del singolo individuo, tende a presentarsi come una illustrazione di principi che
devono essere dal singolo recepiti, introiettati, discussi e condivisi per condurre poi lo stesso
a scegliere autonomamente, su tali basi, le proprie azioni.
Pertanto, il codice etico uno strumento che mira a regolare le scelte dei diversi operatori, con
specifico riferimento alle decisioni di carattere economico, stabilendo norme comportamentali
destinate a regolamentare sia latteggiamento dei dipendenti nei loro rapporti interni e verso
limpresa, sia le relazioni fra limpresa e gli stakeholder esterni. Secondo questa prospettiva di
analisi, pu essere considerato come la carta costituzionale di unazienda, ovvero il complesso di
principi che precisano diritti e doveri morali di ogni partecipante allorganizzazione e individuano la
condotta da tenere con riferimento sia delle diverse aree critiche di attivit, sia alle diverse categorie
di stakeholder.
IL BILANCIO SOCIALE
Il bilancio sociale uno strumento di rendicontazione con cui lazienda informa in merito alle
relazioni con i propri stakeholder, sia sotto il profilo della vastit e della tipologia di relazioni
intraprese, sia per quanto attiene alla qualit delle stesse. Il bilancio sociale, quindi, si configura
come uno strumento per informare tutti gli stakeholder delle performance realizzate dallazienda
sia sul fronte economico sia con riferimento al pi ambio e variegato ambito delle performance
sociali, andando a rendicontare in merito ad aspetti rilevanti per un ampio pubblico di interlocutori.
Il bilancio sociale formato da:
Identit aziendale: fornisce indicazioni per presentare la realt aziendale, attraverso, ad
esempio, notizie inerenti alla storia, al contesto di riferimento, ai valori, alla missione, alla
strategia, allassetto istituzionale e organizzativo.
Valore aggiunto: misura la ricchezza prodotta dallimpresa nello svolgimento della sua
attivit di acquisto di fattori produttivi, trasformazione e vendita di prodotti finiti. Indicando
anche com stato distribuito (es. in salari e stipendi, dividendi, interessi passivi, imposte e
tasse e infine in forma di ammortamento alla medesima) e si ottiene un significativo
strumento che permette di evidenziare e rendere trasparente la corrispondenza tra missione
aziendale e risultati economici e la coerenza tra gli assunti di principio e i comportamenti
concreti posti in essere dal management. La sezione dedicata alla produzione e distribuzione
del valore aggiunto la parte contabile del bilancio sociale in cui vengono ripresi i dati
provenienti dalle scritture contabili e dai documenti di bilancio.
CREAZIONE E DISTRIBUZIONE DEL VALORE AGGIUNTO
1. Gestione caratteristica:
a) Ricerca e sviluppo.
b) Approvvigionamento.
c) Commercializzazione.
d) Logistica.
2. Gestione finanziaria:
a) Gestione del capitale di rischio.
b) Gestione dei debiti di prestito.
3. Gestione patrimoniale.
4. Gestione tributaria.
La gestione, che accomuna in modo dinamico nei molteplici processi produttivi e nelle svariate
combinazioni economiche le produzioni di impresa, esprime nelle sue coordinazioni le pi alte e
complesse funzioni dellamministrazione economica dimpresa.
Nellambito della gestione dimpresa, bisogna fare una distinzione significativa tra operazioni di
esterna gestione e operazioni di interna gestione.
Le operazione di esterna gestione sono quelle operazioni che ciascuna azienda pu compiere
solamente con il concorso e con la collaborazione di altre aziende.
Le operazioni di interna gestione, invece, sono quelle operazioni che unazienda pu compiere
senza la collaborazione di altre aziende e si sviluppano nel sistema aziendale senza scambi di risorse
con lambiente esterno o con economie terze. Le principali operazioni di interna gestione che si
sviluppano in unazienda industriale possono riguardare le seguenti attivit:
Attivit di trasformazione fisico tecnica per lottenimento di prodotti finiti (es. lavorazione
della materia prima ecc.).
Attivit di direzione e controllo dei lavoratori dipendenti, compresi la programmazione delle
carriere, lattribuzione delle mansioni ecc.
Attivit di ricerca e sviluppo, comprese le attivit di test dei prototipo e di sperimentazione
di innovativi processi produttivi.
Attivit di pianificazione e controllo dellattivit dazienda, intese come quelle azioni di
rilevazione e valutazione preventiva, concomitante e susseguente delle operazioni aziendali
al fine di ottenere conoscenze utili per la direzione e la gestione futura dellazienda.
Nelle imprese industriali, la produzione si svolge nel succedersi di molte fasi e processi,
dallacquisizione delle materie prime fino alla realizzazione dei prodotti finiti, dopo diverse
lavorazioni dei semilavorati.
Le operazioni di esterna gestione, al contrario, rappresentano operazioni che avvengono con la
necessaria collaborazione di soggetti esterni allazienda, sia che si manifestino quali trasferimenti di
risorse, come ad esempio scambi di beni o servizi di ogni specie, sia che non si manifestino tramite
trasferimento di risorse, quali ad esempio intese sulle politiche dei prezzi. Le operazioni tra lazienda
e il mercato, qualunque sia il loro oggetto, istituiscono quelle relazioni solitamente denominate
scambi di mercato. Ovviamente, affinch queste relazioni interaziendali possano essere considerate
relazioni economiche propriamente dette, occorre che tali operazioni abbiano il contenuto
economico degli scambi di mercato.
Con riferimento agli scambi di risorse economiche con lambiente, si evidenzia in modo particolare
la fase iniziale del processo produttivo, ossia lacquisizione dei fattori di produzione, e la fase finale
del processo di produzione economica, ossia la cessione delle produzioni realizzate. Gli scambi di
beni e di servizi realizzati con terze economie trovano solitamente contropartita in definite quantit
di moneta, o alternativi mezzi di pagamento, che a propria volta alimentano e completano le
relazioni di scambio di mercato tra lazienda e lambiente a essa circostante.
Per quanto riguarda gli scambi che non coinvolgono in via diretta trasferimenti di risorse, un ruolo
di rilevante importanza ricoperto dallo scambio di informazioni con lambiente esterno
allimpresa. Tali interscambi afferiscono ai condizionamenti e alle opportunit generati dai flussi
informativi in entrata e in uscita tra azienda e ambiente. Tra i flussi di informazioni in entrata, o
input informativi, possono essere menzionati le imposizioni di tipo legislativo, le pressioni di natura
sindacale, ecc. Inoltre, esistono anche, degli output informativi che limpresa riversa allesterno,
condizionando a propria volta lambiente circostante. il caso, ad esempio, dei positivi ritorni
nellambiente degli studi aziendale compiuti, oppure delle politiche di comunicazione e di marketing
realizzate dallimpresa. Elementi che affluiscono positivamente sui successivi scambi di risorse tra
azienda e ambiente, nonch sulle operazioni interne di gestione.
Le operazioni di interna e di esterna gestione non si svolgono in modo distinto, ma riguardano
relazioni che si intrecciano in modo fitto e talvolta inestricabile lungo il dinamico svolgersi delle
combinazioni e coordinazioni aziendali di gestione. Lo svolgimento delle operazioni di scambio di
mercato , infatti, strettamente correlato allo svolgimento delle operazioni di interna gestione (es.
lefficacia dellazione di vendita dei prodotti sul mercato). Le opportunit commerciali sono
evidentemente condizionate dalle caratteristiche qualitative del prodotto, il quale viene realizzato
attraverso operazioni di interna gestione nellambito del processo produttivo (es. linnovazione
tecnologica apportata al medesimo prodotto mediante lattivit interna svolta dalla funzione di
ricerca e sviluppo).
Le operazioni di interna ed esterna gestione riflettono due aspetti della gestione che sono soltanto
astrattamente individuabili e separabili, in quanto fra gli stessi sussistono nessi inscindibili di
complementariet e interdipendenza.
La corretta collocazione e il successo dellimpresa derivanti dallo svolgimento delle operazioni di
interna ed esterna gestione dipendono in buona parte anche dalla dimensione aziendale. a tale
fine fondamentale il raggiungimento di quella dimensione critica minima e sufficiente a consentire
allazienda di confrontarsi efficacemente con le forze competitive presenti nellambiente
circostante.
GLI ELEMENTI CHE QUALIFICANO LA GESTIONE AZIENDALE
Oltre agli aspetti, visti precedentemente, la gestione dazienda pu essere studiata sotto un
ulteriore punto di vista, ossia nei rapporti esistenti tra i flussi di costi e di ricavi che
contraddistinguono levolversi della gestione e i correlati flussi di uscite ed entrate monetarie che
ne costituiscono correlata contropartita.
Sotto il primo profilo, la gestione viene studiata nellaspetto economico. Se, al contrario, oggetto di
studio sono i correlati aspetti di entrate e uscite monetarie, allora la gestione viene analizzata nel
suo aspetto monetario.
Laspetto economico della gestione mira ad ottenere, nel lungo andare, un reddito sufficiente per
la remunerazione dei fattori di lavoro e capitale impiegato nella produzione da parte del soggetto
economico. Le manifestazioni di ricavi, costi e redditi che caratterizzano laspetto economico della
gestione sono spesso conseguenti a scelte di convenienza economica (scelte che si articolano in
combinazioni, processi e operazioni economiche sempre varie e diverse perch devono sempre
adattarsi alle mutevoli condizioni di impresa e di mercato).
La gestione monetaria, invece, riguarda il compimento delle entrate e delle uscite monetare, ossia
degli incassi e dei pagamenti. Ad esempio, a fronte dellacquisto dei fattori produttivi, si ottiene una
quantificazione monetaria che pu assumere la forma di uscita di denaro in caso di regolamento
immediato, oppure, in caso di regolamento differito, di accensione di un debito di funzionamento
nei confronti del fornitore di tali fattori, vale lo stesso discorso anche per le vendite in cui al posto
del debito avremo dei crediti verso i clienti.
Acquisto di beni e di servizi
ASPETTO MONETARIO ASPETTO ECONOMICO
Flussi monetario-gestionali
Flussi finanziari
Impieghi Fonti
Disponibilit liquide
Crediti di funzionamento e Debiti di funzionamento di
di finanziamento a breve finanziamento a breve
Rimanenze di magazzino
Il rapporto tra mezzi propri e indebitamento esterno molto importante per lazienda sotto un
duplice punto di vista. Da un lato, lincidenza del capitale proprio sul totale dei mezzi di terzi
sintomo della capacit dellimpresa di garantire con i mezzi propri il rimborso dei finanziamenti
ottenuti, rappresentando cos un indice di solvibilit della medesima. Dallaltro, lintensit della
dipendenza dellazienda dal sostegno di finanziatori esterni pu essere un importante sintomo della
quantit di oneri finanziari che lazienda pu essere chiamata a sostenere a fronte dellapporto di
capitali di terzi a titolo oneroso.
La definizione di una ottimale struttura finanziaria pu essere, al contempo, esaminata in relazione
a quanto la stessa concorra direttamente a determinare il saggio di redditivit netto dellazienda.
Tale contributo evidenziato dalla leva finanziaria, la quale pone a confronto il tasso di redditivit
del capitale investito dallazienda nellattivit produttiva (ROI o Return on investment) e il costo del
capitale preso a prestito. Leffetto netto complessivo sulla redditivit dellazienda sar positivo nel
caso in cui lazienda riesca a sviluppare un tasso di rendimento del proprio capitale investito
maggiore del costo medio dellindebitamento. Nel caso opposto, leffetto sulla redditivit sar
necessariamente negativo.
Un fisiologico indebitamento, effettuato avendo cura di garantire un costante equilibrio tra impieghi
e fonti di finanziamento pu addirittura generare effetti positivi sulla gestione aziendale.
Accanto alleconomicit aziendale, in senso stretto, propria di entit autonome che devono trovare
in s stesse e nel mercato le condizioni di duratura e autonoma sussistenza, deve tuttavia
considerarsi anche leconomicit super aziendale relativa allazienda analizzata allinterno di
strutture ed economie pi ampie, ma sempre riconducibili a direzioni di tipo unitario. La
convenienza economica e monetario finanziaria dellattivit aziendale deve, infatti, essere
analizzata in relazione alla connessione tra iniziative ed entit diverse realizzate dello stesso
soggetto economico. Fra i complessi economici super aziendali una posizione di particolare
importanza rivestita dai gruppi aziendali, in relazione ai quali si parla solitamente di perseguimento
di una economicit in funzione del gruppo. Leconomicit in funzione del gruppo pu essere intesa
in due significati differenti:
Il primo significato quello per cui una unit facente parte del gruppo raggiunge
leconomicit in funzione della sua appartenenza al gruppo in quanto solo allinterno del
gruppo aziendale essa riesce a conseguire lautosufficienza economica e lequilibrio
monetario finanziario, mentre se la medesima si trovasse al di fuori del gruppo non
riuscirebbe a sopravvivere in modo autonomo e duraturo nel tempo (economicit di
gruppo).
Il secondo significato quello per cui una entit facente parte del gruppo non raggiunge
lautosufficienza economica e monetario finanziaria, ma il gruppo aziendale allinterno del
quale la stessa trova collocazione ha convenienza a mantenerla in vita (economicit super
aziendale di gruppo)
EFFICACIA, EFFICIENZA E RISCHI AZIENDALI
Lefficienza sta a indicare la capacit di realizzare la capacit di realizzare il livello pi conveniente
di produzione attraverso il pi basso utilizzo possibile di fattori produttivi impiegati. Infatti,
lefficienza fa riferimento al rapporto tra input impiegati nella produzione e output realizzati tramite
la medesima, ed evidenza pertanto la capacit di massimizzare tale rapporto, riducendo linput a
parit di output o aumentando loutput a parit di input. Lefficienza trova espressione tramite la
seguente formula:
PRODUZIONE REALIZZATA
RISULTATO OTTENUTO
RISULTATO PROGRAMMATO
INCERTEZZA
Lincertezza rappresenta una condizione insita nelloperare del sistema di azienda, in quanto
riflette necessariamente il variabile esito che le operazioni di interna ed esterna gestione hanno
sugli aspetti economici, patrimoniali, finanziari, produttivi e organizzativi in relazione al diverso
manifestarsi delle variabili ambientali e dei comportamenti aziendali. Lincertezza deriva dalla
necessit per limpresa di decidere in senso economico essendo consapevoli di muoversi
allinterno di un ambiente imperfetto e di cui non si hanno a disposizione tutte le informazioni utili
a governarlo. (LEGGI LAPPROFONDIMENTO CHE CE A PAG. 149 )
RISCHI AZIENDALI
Il rischio rappresenta una componente ineliminabile del sistema economico, e del sistema
aziendale in particolare, co come lassunzione del rischio rappresenta una premessa
indispensabile per ritorni di tipo economico e finanziario. Proprio il fatto di essere strettamente
correlato al pi ampio e dinamico sistema di azienda determina che anche per quanto riguarda il
rischio si possa parlare di azienda come sistema di rischi. Il sistema dei rischi dazienda pu essere
distinto in un rischio economico generale e in rischi particolari dimpresa.
A loro volta, i rischi particolari dimpresa sono fortemente condizionati da una serie di fattori di
varia e complessa natura i quali, combinati opportunamente fra di loro, determinano una
particolare configurazione del sistema dei rischi dazienda. Possiamo sintetizzare gli stessi
raggruppandoli nelle seguenti classi:
Fenomeni fisici e biologici.
Indole delle persone.
Azione dei gruppi sociali e dello Stato.
Progresso scientifico e tecnico.
Politica dellazienda.
Tali fattori, considerati nel complesso delle loro reciproche relazioni e dei vincoli che li uniscono a
sistema, si combinano tra loro in modo diverso secondo la particolare natura delle operazioni
gestionali, esercitando in questo modo la loro azione sulle condizioni di equilibrio dazienda nelle
diverse fasi della vita della stessa.
In via indicativa, possiamo menzionare delle situazioni di rischio che lazienda si pu trovare a
fronteggiare nello svolgimento delle specifiche operazioni di gestione:
Rischio di credito (mancato incasso totale o parziale).
Rischio di cambio (variazione negativa del cambio della valuta).
Rischio di fornitura (ritardi nel ricevere la merce o di merce difetta).
Rischio di interesse (impatto economico negativo in conseguenza della variazione
dellandamento dei tassi di interesse).
Rischio di Paese (il debitore estero non adempie per cause dipendenti dalle variabili
macroeconomiche del Paese in cui lo stesso opera).
Il posizionamento verso lambiente esterno, sia sotto il profilo dei mercati che quello
dellacquisizione dei fattori della produzione.
Il governo dellazienda, cio la costituzione degli organi, la rappresentativit, i poteri degli
organi, ecc.
Le tecnologie in uso e in senso lato di esternalizzazione o di internalizzazione dei processi
tecnici di produzione.
Il supporto delle professionalit e delle persone allinterno dellazienda.
Lo sviluppo delle relazioni sociali e dei gruppi allinterno dellazienda
Le peculiari caratteristiche delle persone sono rilevanti nei processi organizzativi, infatti, oltre alle
competenze professionali, le caratteristiche personali giocano un rilevante ruolo allinterno dei
processi propri di una organizzazione. Esistono ruoli in cui le specificit personali possono divenire
punti di forza o di debolezza dellorganizzazione.
di fondamentale importanza sapere che le modalit di funzionamento delle organizzazioni
dipendono anche dalle caratteristiche delle persone e che il funzionamento dellorganizzazione
determina una selezione delle stesse. Questo dimostra che c un rapporto di interdipendenza e
che assume un importante rilievo soprattutto nei momenti di cambiamento (inteso come
modificazione degli assetti organizzativi e di potere allinterno dellazienda).
Accade, di fatto, che alcuni ruoli nei processi di cambiamento possano essere sviluppati o, al
contrario, venir meno anche in relazione alle persone che li ricoprono. Daltra parte, occorre
mettere in atto dei comportamenti organizzativi (delle modalit concrete di funzionamento
dellinsieme dei fattori produttivi messi in campo) che permettano di conseguire concretamente i
risultati desiderati dallazienda. Occorre, cio che lorganizzazione produca in modo efficiente ed
efficace quanto ritenuto necessario in termini di beni e servizi, sviluppo di know how per la
sopravvivenza futura, soddisfazione degli appartenenti alla organizzazione, ecc.
Per generale scelte organizzative che permettano tutto ci, devono essere considerate molteplici
alternative, alcune immediatamente comprensibili (es. quando persone devono lavorare
allinterno dellorganizzazione ecc.), altre pi indirette (come ad esempio, quale sviluppo
professionale interno dei membri dellorganizzazione e a quali sistemi motivazionali fare
riferimento). Alcune scelte poi riguardano, ad esempio, le tecnologie maggiormente coerenti con
la produttivit, in grado di migliorare leffettiva produttivit nel sistema aziendale, oppure la
logistica aziendale, di come distribuire nello spazio le attivit produttive o amministrative.
Per poter governare tutte queste variabili bisogna tenere un comportamento concreto che mira a
ottenere efficienza ed efficacia, cio a generare risultati accettabili da chi governa lazienda. Come
generare questo comportamento governando le molteplici variabili che incidono sulla
organizzazione stessa?
In poche parole, si tratta di governare le cosiddette variabili organizzative:
Struttura organizzativa, intesa come la possibilit di strutturare i compiti e individuare le
modalit di coordinamento.
I meccanismi operativi intesi come regole (scritte o non scritte) che informano (o
comunque influenzano) il comportamento dei vari membri dellorganizzazione.
La distribuzione del potere, intesa come influenza di varia natura che si esercita sulle
molteplici decisioni aziendali.
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
La struttura organizzativa il modo attraverso cui si suddivide il lavoro allinterno della
organizzazione. Esplicita le unit organizzative e i compiti affidati alle stesse unit. La struttura
organizzativa esplicita anche i legami di natura gerarchica propri di ciascuna struttura, cos
attraverso la struttura organizzativa si manifesta la specializzazione e le modalit gerarchica
coordinamento.
[GUARDA GLI ESEMPI DI STRUTTURE ORGANIZZATIVE SUL LIBRO DA PAG. 159 )
Le forme viste finora sono schematiche mentre nella realt si assiste a forme molto pi complesse,
dove gli elementi funzionali e divisionali si mixano per rispondere in modo adeguato ai
fabbisogni organizzativi. Si possono individuare due tipologie di risposte a questi:
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Una tipologia organizzativa che cerca di gestire una maggiore interdipendenza fra le
funzioni e le organizzazioni quella denominata organizzazione a matrice.
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In questa struttura si hanno congiunte le caratteristiche della struttura funzionale e di quella
divisionale. Si costituiscono a livello operativo dei team di lavoro che collaborano apportando
competenze specialistiche e competenze orientate al prodotto. In un certo senso, un
operatore vede la dipendenza da due linee diverse, e questo non sempre di facile gestione,
soprattutto in organizzazioni molto vaste con una ampia differenziazione dei poteri e delle
competenze. La scelta della pi adeguata struttura organizzativa ovviamente collegata a
molteplici variabili ed altres correlata ad altre scelte organizzative, come ad esempio il livello
di accentramento o decentramento.
ACCENTRAMENTO E DECENTRAMENTO
Un elemento significativo delle organizzazioni il livello di accentramento o decentramento
decisionale. Ipotizziamo una decisione aziendale che, ad esempio, in una azienda di produzioni per
lo scambio di mercato il livello di attivit da realizzare in un reparto, piuttosto che agli incentivi
economici da proporre ai venditori, o alle politiche di prezzo di un prodotto. In una azienda non
profit esempi di decisioni aziendali possono essere la realizzazione di una campagna di
fundraising, oppure il livello di servizio da garantire agli ospiti di una casa di riposo. Per una
azienda pubblica (es. ospedale) esempi di decisioni possono essere la casistica da trattare in un
dipartimento ospedaliero o la individuazione di quanti medici e infermieri destinare a una unit
organizzativa.
Lorganigramma indica i livelli di responsabilit e a quale livello gerarchico sono prese le decisioni,
quindi la struttura organizzativa esprime un livello di accentramento o decentramento delle
funzioni. Le decisioni possono essere accentrate o decentrate in base a specifiche esigenze, ma
anche in base allo stile di leadership dei responsabili. Infatti, se da un lato la responsabilit
espressa dallorganigramma indica il livello di accentramento/decentramento decisionale,
dallaltro la delega di responsabilit o lo stile di leadership possono precisare le concrete modalit
di presa delle decisioni.
Si afferma che il decentramento delle decisioni utile per essere maggiormente aderenti ai
problemi locali. Le decisioni centralizzate sarebbero in grado di considerare linsieme dei problemi
dellorganizzazione. Le decisioni decentrate, invece, sarebbero maggiormente responsabilizzanti
per il management periferico sugli obiettivi e sullinnovazione. Le decisioni accentrate, invece, in
grado di favore il coordinamento tra le varie parti dellorganizzazioni e predisporre strategie di
medio e lungo periodo.
Accentramento e decentramento decisionale sono il frutto di numerose variabili che si modificano
nel tempo nella stessa azienda. Si possono generare brusche accelerazioni determinate, ad
esempio, dalla necessit di rivedere le politiche aziendali (accentramento) o anche per supportare
tecnologie che stanno modificando specifici prodotti e mercati (decentramento). Proprio in base a
numerose variabili che incidono sullazienda, legate al mercato, alla tecnologia, m anche agli
uomini che guidano le organizzazioni e alle loro preferenze in campo di leadership, si realizzano
modelli accentrati o decentrati.
Pertanto, accentramento o decentramento decisionale sono frutto, da un lato, di una
progettazione organizzativa consapevole e razionale e, dallaltro, di una cultura aziendale acquisita
nel tempo e di una specificit di leadership.
I MECCANISMI OPERATIVI
I meccanismi (o sistemi) operativi sono regole, formalizzate e non formalizzate, che
lorganizzazione si d per guidare i comportamenti delle persone e per favorire il coordinamento
tra lattivit di ciascuno e le finalit aziendali. I meccanismi operativi sono perci il criterio di
riferimento di molteplici decisioni e azioni organizzative. Cosi, ad esempio, lindividuazione delle
priorit di produzione, la valutazione sistematica delle performance, la selezione del personale
sono tutti sistemi operativi che permettono alle organizzazioni di funzionare, cio di realizzare i
processi e combinazioni di processi che generano i risultati aziendali. La rilevanza di questi
meccanismi operativi realmente significativa e la loro progettazione permette di generare le
condizioni che favoriscono (o ostacolano) la realizzazione dei risultati.
I sistemi operativi sono molteplici e non sempre si traducono in procedure, che sono le modalit
attraverso le quali in via formalizzata i meccanismi operativi diventano conosciuti allinterno della
organizzazione (es. definizione delle procedure per la valutazione del personale, ecc.).
Il ruolo centrale delle procedure e, in pi in generale, dei sistemi operativi appare evidente:
esprimono le modalit concrete e operative dei processi di unorganizzazione. La progettazione di
una organizzazione non quindi solo legata alla individuazione della struttura organizzativa e al
livello di accentramento o decentramento decisionale, ma altres a come i sistemi operativi si
progettano e si implementano e anche a come si modificano nel tempo.
I sistemi operativi sono schematizzabili nei seguenti:
1) Verifica risultati conseguiti, validit strategie applicate e coerenza della gestione con i piani
programmati.
2) Programmazione attivit futura.
3) Rispetto obblighi di legge in tema di redazione dei bilanci e determinazione dellimponibile
fiscale.
4) Verifica limite per prelievo ricchezza da parte dei proprietari.
Ambiente:
1) Tutela del risparmio
2) Efficiente allocazione risorse finanziarie
3) Base di calcolo per il prelievo fiscale
Per il soggetto economico il reddito dimpresa rappresenta la base fondamentale su cui formare un
fondato giudizio in merito alla gestione passata e una pi coerente valutazione delle azioni da porre
in essere affinch la gestione futura sia aderente ai piani programmati, tenendo conto delle
mutevoli condizioni esterne dambiente.
Oltre a questa funzione attinente alla gestione, la determinazione periodica del reddito consente al
soggetto economico di far fronte a una serie di adempimenti imposti dal Legislatore e derivanti dal
Codice Civile (redazione annuale del bilancio) e dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
Per lambiente in cui opera limpresa la conoscenza del reddito di esercizio utile al fine di assumere
decisioni economiche efficienti, in quanto proprio su tali grandezze che i portatori di interessi
basano gran parte delle proprie valutazioni in merito allo stato di salute dellimpresa e alle sue
condizioni di operativit (ad esempio per gli istituti di credito che sono interessati a conoscere il
grado di redditivit dimpresa).
Tutte queste necessit conoscitive sono in larga misura soddisfatte dalla conoscenza del reddito
dimpresa.
Il reddito dimpresa laccrescimento che, in determinato periodo amministrativo, il capitale di
unimpresa data subisce in conseguenza della gestione. Il reddito dunque una complessa
variazione di valore distinta dal riferimento al capitale di unimpresa data, dal periodo di tempo nel
quale si determinato e dalla relazione, come di effetto e causa, alla gestione di quellimpresa. I
componenti positivi e negativi che concorrono alla formazione del reddito hanno causa necessaria
nella gestione e sono strettamente connessi agli elementi patrimoniali contenuti nel capitale. I
risultati della gestione devono essere infatti opportunamente integrati dalla consapevole
valutazione della situazione patrimoniale e finanziaria dimpresa. Il reddito e il capitale sono
strettamente interdipendenti, essendo la loro origine unitaria e comune la relativa determinazione.
IL REDDITO HA NATURA QUANTITATIVA DINCREMENTO DI CAPITALE
Il reddito dimpresa rappresenta (sotto il profilo quantitativo) la differenza tra due grandezze riferite
a istanti diversi, tra loro separati da un intervallo di tempo. Tale relazione (Reddito del periodo n =
Capitale netto alla fine del periodo n Capitale netto allinizio del periodo n) valida solo in ipotesi
di invarianza nominale del capitale, ovvero nel caso in cui nellarco temporale preso a riferimento
per il calcolo del reddito non vengano realizzate operazioni di apporto di nuovi mezzi da parte dei
soci o di rimborso parziale dei conferimenti, che fanno variare la misura nominale del capitale.
IL REDDITO E UN CONCETTO DI FLUSSO
Il reddito dimpresa rappresenta un fenomeno in continuo divenire, dinamico, variabile,
strettamente connesso alla gestione dimpresa e alla sua produzione economica. Il reddito si forma
in modo continuo e solo per astrazione possibile una sua frammentazione allo scopo di evidenziare
il risultato riferito a periodi parziali dellattivit dimpresa (reddito di esercizio). Il reddito, in quanto
flusso di valori, pu essere quindi rilevato e concepito solo con riferimento a un arco temporale.
IL REDDITO SI RIFERISCE ALLINTERA AZIENDA
Il reddito un valore che ricomprende gli effetti economici di tutte le operazioni compiute
allinterno dellazienda, senza riferimento a specifiche divisioni, che non pu essere inteso come
somma di una serie di risultati particolari.
IL REDDITO E DETERMINATO A CONSUNTIVO
Il reddito dimpresa ( e anche il capitale) determinato con riferimento al passato, ovvero a un
periodo di tempo concluso per il quale si ha interesse a verificare il risultato economico conseguito.
Si evidenzia che tuttavia, il risultato economico utilizzato come base per la determinazione di
previsioni future necessarie per supportare le decisioni del soggetto economico e dei portatori
dinteresse.
Il reddito dimpresa pu essere considerato rispetto allintera gestione, osservata dallinizio al
termine dellimpresa, o rispetto a distinte frazioni della stessa, corrispondenti ai successivi periodi
amministrativi nei quali pu astrattamente suddividersi la durata dellazienda. Nel primo caso si fa
riferimento al concetto di reddito totale e nel secondo di reddito di esercizio, ove per esercizio si
intende il complesso dei fatti e dei fenomeni di gestione che viene riferito a un dato periodo
amministrativo. (Per comprendere meglio guarda lo schema a pag. 186 ).
Il reddito di esercizio si riferisce, a un sistema economico di operazioni pi o meno esteso nel tempo
e nello spazio, e non rappresenta il frutto di una singola operazione (ricorda tutte le operazioni di
gestione, interne ed esterne, producono effetti sul reddito, in quanto contribuiscono al processo
creazione di valore e ricchezza).
IL REDDITO TOTALE
Il reddito totale si riferisce esclusivamente ad aziende gi cessata e rappresenta lincremento di
ricchezza generato dal complesso delle operazioni realizzate durante lintero ciclo di vita aziendale.
Essendo lattivit del tutto cessata, possibile determinare in oggettivo e certo il risultato
economico conseguito.
Lo scopo della determinazione quello di verificare il risultato complessivo dellattivit dimpresa e
quindi di poter valutare i risultati ottenuti sullinvestimento effettuato, al fine anche di ottenere
elementi utili per eventuali future attivit dimpresa.
La determinazione del reddito totale non comporta la necessit di operare stime e congetture in
merito al futuro svolgimento dellattivit aziendale, ma rappresenta di fatto una grandezza del tutto
teorica e priva di un elevato contenuto conoscitivo, in quanto fornisce dati a consuntivo di
unazienda che ha ormai cessato la propria gestione. Inoltre, occorre tenere in considerazione che
lattendibilit di tale risultato strettamente legata al grado di stabilit del potere di acquisto della
moneta; in situazioni perturbate con elevati livelli di inflazione o deflazione, si possono riscontrare
distorsioni dei procedimenti di determinazione che possono portare a risultati fuorvianti, per cui si
rende necessario porre in essere azioni correttive nel calcolo al fine di trasformare i valori nominali
in valori reali, a parit di potere di acquisto, per poter confrontare opportunamente le grandezze
economiche.
Il reddito totale pu essere determinato secondo due procedure. Indipendentemente dalla
procedura e dal metodo prescelto, la caratteristica fondamentale del reddito totale quella di
essere il risultato di grandezze economiche oggettive e per questo di assumere connotati di certezza
e oggettivit.
Procedure di calcolo del reddito totale
SINTETICA O
ANALITICA PROCEDURA
PATRIMONIALE
FINANZIARIO REDDITUALE
PROCEDURA SINTETICA (O PATRIMONIALE)
Utilizzando la procedura sintetica (o patrimoniale) il reddito totale viene calcolato come differenza
tra il capitale finale di liquidazione e il capitale di costituzione dellazienda. Qualora durante la vita
dellimpresa si sia dato luogo a aumenti o riduzioni di capitale sociale o a distribuzione di dividenti
(q+uindi a modifiche del patrimonio netto), occorre sterilizzare leffetto di tali operazioni sul calcolo
del reddito totale, escludendone dalla variazione complessiva del capitale.
PROCEDURA PATRIMONIALE
(+) Capitale finale di liquidazione (rimborso finale)
(+) Prelevamenti durante la vita aziendale (dividendi)
(+) Riduzioni di capitale sociale durante la vita aziendale
(-) Conferimenti durante la vita aziendale (aumenti di capitale)
(-) Capitale di costituzione (conferimento iniziale)
= REDDITO TOTALE
PROCEDURA ANALITICA
A) METODO REDDITUALE
Il reddito totale determinato come differenza tra i ricavi totali e i costi totali sostenuti nellintera
vita aziendale.
B) METODO FINANZIARIO
Il reddito totale determinato come differenza tra entrate totali e uscite totali di mezzi monetari,
fatta eccezione per lentrata iniziale del conferimento del capitale, delle entrate successive per
aumenti di capitale sociale a pagamento e delle uscite relative a rimborsi di capitale ai soci o
distribuzione di redditi
Indipendentemente dalla procedura e dal metodo utilizzato, il valore del reddito totale risulta
sempre il medesimo. In particolare si ha:
- Reddito totale nullo: coincidenza tra componenti positive e negative.
- Reddito totale positivo: utile totale dimpresa.
- Reddito totale negativo: perdita totale dimpresa.
IL REDDITO DI ESERCIZIO
Il reddito di esercizio il risultato economico dimpresa astrattamente attribuito a un determinato
periodo amministrativo.
La natura astratta del reddito deriva dalla unitariet e dalla continuit dei processi produttivi che
sono rappresentati nelle sintesi di esercizio del sistema dei valori dimpresa, sistema che solamente
per finalit operative connesse alle determinazioni periodiche irrealmente scomposto in
sottosistemi di ordine inferiore correlabili a definiti periodi di tempo, sulla base dei quali si possa
procedere allosservazione e interpretazione della dinamica economica dimpresa.
Alla formazione del reddito desercizio concorrono valori stimati e congetturati determinati sulla
base di previsioni relative ai fenomeni aziendali trascorsi e a quelli futuri.
In particolare le stime si riferiscono a ipotesi di previsione connesse allandamento di processi
economici incompiuti (ad esempio perdite presunte sui crediti verso clienti), sono valutate in base
allandamento storico e alle informazioni specifiche, e si caratterizzano per poter essere verificate
ex novo nei successivi periodi amministrativi. Le congetture, invece, si fondano su ipotesi finzione
che hanno lobiettivo di suddividere i redditi in corso di formazione in differenti periodi
amministrativi secondo competenza economica (ad esempio, lammortamento delle
immobilizzazioni) e non possono essere verificate a posteriori.
Il reddito, quindi scaturisce da un processo non oggettivo di valutazione attuato alla fine di un
periodo in funzione del principio di competenza economica e sulla base, in particolare, di ipotesi
soggettive in merito alla futura gestione dimpresa. Sulla determinazione del reddito pesano sia un
insieme di grandezze certe nella loro quantificazione, sia valori la cui entit frutto di apprezzamenti
di tipo soggettivo.
Nella gestione dimpresa non esiste, per ogni singolo esercizio, un reddito autonomo e proprio di
ciascuno in senso assoluto: la gestione si svolge continua e unitaria nelle sue molteplici
manifestazioni simultanee e successive: non ha vita in esercizi autonomi e separati, aventi senso
ciascuno in s stesso. Il reddito che promana dalla gestione non si forma quindi per esercizi: solo
mediante estrazioni (per s arbitrarie, anche se razionali, nel loro vario atteggiamento secondo i
diversi fini conoscitivi della rilevazione) pu essere configurato, esercizio per esercizio, dividendo e
dissociando ci che nel concreto indivisibile e indissociabile.
Per determinare il reddito di esercizio occorre che i costi e i ricavi vengano imputati allesercizio
secondo un criterio di competenza economica.
Il periodo amministrativo misura un arco di tempo, che solitamente coincide con lanno solare
(01/01 31/12), mentre lesercizio rappresenta linsieme delle operazioni di gestione svolte
allinterno dellintervallo temporale di riferimento, ovvero il periodo amministrativo.
Immaginare di interrompere lattivit aziendale al termine del periodo amministrativo al fine di
attribuire il reddito desercizio rappresenta una mera finzione, in quanto in realt al termine del
periodo amministrativo esistono una serie di cicli economici e finanziari non conclusi, il cui continuo
svolgimento nel fluire dellattivit dimpresa comporta la necessit per il soggetto economico di
porre in essere stime e congetture di vario genere in merito allesito finale di tali processi in corso
di svolgimento. Da qui deriva il carattere di soggettivit e di astrattezza del reddito di esercizio, che
tuttavia rappresenta una grandezza fondamentale ai fini decisionali, in quanto sulla base della sua
conoscenza che il soggetto economico fonda il proprio giudizio e apprezzamento del conseguimento
di condizioni di economicit nel passato e programma e decide in merito alle azioni da porre in
essere nel futuro.
Il reddito di esercizio pu essere determinato secondo due metodo, che conducono al medesimo
risultato.
METODI DI CALCOLO DEL REDDITO DI ESERCIZIO
REDDITUALE (O
SINTETICO METODO ANALITICO)
METODO SINTETICO
Il reddito di esercizio con il metodo sintetico si determina come differenza tra il valore del capitale
netto finale e il capitale netto iniziale rilevati rispettivamente alla data di chiusura e di apertura del
periodo amministrativo. Come per la determinazione del reddito totale anche in questo calcolo si
devono escludere eventuali variazioni del capitale netto estranee alla gestione.
METODO SINTETICO
(+) Capitale netto alla fine del periodo amministrativo
(+) Prelevamenti durante il periodo amministrativo (dividendi)
(+) Riduzioni di capitale sociale durante il periodo amministrativo
(-) Conferimenti durante il periodo amministrativo
(-) Capitale netto allinizio del periodo amministrativo
= REDDITO DI ESERCIZIO
OPERAZIONI COMPETENZA
Operazioni svolte interamente nellesercizio Dellesercizio in chiusura
Operazioni in corso di svolgimento al termine Dellesercizio in chiusura e di quello/i
dellesercizio successivo/i
Operazioni in corso di svolgimento allinizio Dellesercizio in chiusura e di quello/i
dellesercizio che si sono concluse precedente/i
Impiego di fattori a utilizzo pluriennale Di pi esercizi (tra cui quello in chiusura)
Il reddito di esercizio viene determinato secondo questo schema per contrapposizione algebrica di
componenti positivi e negativi di reddito, individuati sulla base dei principi di formazione del bilancio
di esercizio.
La modalit espositiva prevista dallart. 2425 c.c., quella che presenta il conto economico con una
struttura a forma scalare con costi classificati per natura, articolata nelle seguenti macroclassi.
Voce Importo
Valore della produzione
Costi della produzione
Differenza tra valore e costi della produzione
+/- Proventi e oneri finanziari
+/- Rettifiche di valore di attivit finanziarie
+/- Proventi e oneri straordinari
Risultato prima delle imposte
Imposte sul reddito
Utile (perdita) di esercizio
- Capitale di costituzione
- Capitale di bilancio (o funzionamento)
- Capitale di liquidazione
- Capitale economico
Finalit di valutazione Configurazione del capitale
Verifica dotazione iniziale dimpresa Capitale di costituzione
Determinazione del reddito desercizio Capitale di bilancio
Verifica del valore del capitale in funzione Capitale di liquidazione
della cessazione dellimpresa
Verifica del valore del capitale in funzione Capitale economico
della cessazione in blocco dellimpresa
Capitale di costituzione
Il capitale di costituzione formato dal complesso dei mezzi conferiti a titolo di capitale di rischio
dal proprietario o dai soci nel momento di costituzione dellazienda. il capitale di costituzione
rappresenta la dotazione iniziale da utilizzarsi per dare avvio allattivit dimpresa.
Capitale di funzionamento (o di bilancio)
Successivamente alla costituzione, limpresa d avvio alla propria attivit economica con lo scopo di
perseguire gli obiettivi fissati dal soggetto economico secondo criteri di economicit. Durante
questa fase (la fase del funzionamento), si determina il capitale di funzionamento, che si riferisce a
unimpresa in attivit e che tiene conto della continuit della stessa. Il capitale di funzionamento e
la nozione di capitale che si utilizza in funzione della determinazione periodica del reddito di
esercizio. Il valore del capitale di bilancio non ha significato autonomo, ma strumentale alla
determinazione del reddito di esercizio. I valori elementari che compongono il capitale di bilancio
rappresentano lespressione di un complesso giudizio economico relativo alla scomposizione di
processi che sono ancora in corso di svolgimento al termine del periodo amministrativo e che
pertanto manifestano i propri effetti su pi piccoli. Il capitale di funzionamento, pertanto, un
insieme di elementi, tra loro complementari e tutti di pertinenza dellazienda, strumentale allo
svolgimento delle attivit di produzione, scambio, consumo, osservato in un certo instante di
tempo.
Il capitale di funzionamento rappresentato in uno schema di Stato Patrimoniale (simile a quello
rielaborato secondo criteri finanziari) che indica le attivit, le passivit e il capitale netto dimpresa,
secondo le seguente relazione:
Capitale netto = Attivit Passivit
Capitale di liquidazione
Il capitale di liquidazione il valore assegnato al capitale dimpresa in fase di cessazione
dellattivit per la liquidazione totale.
Capitale economico
Il capitale economico determinato normalmente in occasione di operazioni di gestione
straordinaria dimpresa, quali fusioni, scissioni, conferimenti, cessioni dazienda, aumenti di
capitale sociale con sovrapprezzo, ovvero di momenti in cui vi la necessita di conoscere il valore
effettivo dellazienda in quanto il valore del patrimonio netto non atto a esprimere alcune
condizioni produttive atte a produrre redditi futuri, che devono tuttavia essere considerate al
momento in cui lazienda oggetto di compravendita. Bisogna considerare che il valore
attribuito al capitale economico non il prezzo di vendita dellimpresa, in quanto, pur essendo il
primo il punto di partenza e di riferimento per la determinazione del secondo, questultimo
frutto di negoziazioni che risentono, oltre che del potere contrattuale delle parti, anche di altre
condizioni che intervengono nella trattativa.
Il capitale economico un valore unitario in quanto riferito a unimpresa considerata come un
istituto economico destinato a perdurare nel tempo in cui gli elementi sono strettamente
complementari e interdipendenti; la valutazione del capitale economico deve tenere conto delle
relazioni di complementariet e interdipendenza esistenti tra tutti i componenti positivi e negativi.
La determinazione del capitale economico non pu prescindere dalla sua considerazione come
complesso unitario di elementi al servizio della produzione economica dimpresa.
Il valore attribuibile al capitale economico non un valore assoluto, in quanto la sua
determinazione pu essere realizzata con differenti metodi e concorrere quindi a differenti
valutazioni del capitale economico ed un valore astratto, in quanto al pari del capitale di
funzionamento, espressione di cicli ancora non conclusi e quindi soggetto a stime e congetture.
per questi motivi che si parla di stima del capitale economico.
Le principali metodologie di stima del capitale economico sono le seguenti:
1) Metodi reddituali: valutano il capitale dimpresa in funzione della capacit della stessa di
produrre redditi futuri. Il valore del capitale economico viene stimato attualizzando i
redditi dimpresa previsti per il futuro. I due parametri presi a riferimento per la stima del
capitale economico sono il reddito futuro e il tasso di attualizzazione di tale reddito. Per
quanto riguarda il primo parametro, sono di fondamentale importanza lindividuazione
dellarco temporale di previsione, ovvero se considerare lintera vita dellimpresa (rendita
perpetua) o un periodo limitato di tempo. Per quanto riguarda il tasso, occorre individuare
un parametro di riferimento adeguato (piccole variazioni del tasso possono infatti variare
in modo rilevante la stima), tenendo conto che esso dovrebbe esprimere il rendimento del
capitale dimpresa e quindi scontare i rischi che su di essa gravano.
2) Metodi patrimoniali: valutano il capitale dimpresa in funzione di una stima analitica dei
componenti positivi e negativi del patrimonio. Il punto di partenza di tale valutazione il
capitale di bilancio, che viene poi rianalizzato al fine di adeguare i valori storici a valori
corretti. Tale metodo viene in particolare utilizzato quando le attivit componenti il
patrimonio hanno un autonomo valore di realizzo, caso che si riscontra in particolare per la
valutazione delle societ immobiliari o delle holding di partecipazione. Il metodo
patrimoniale esprime il valore dellazienda in funzione del valore del suo patrimonio,
quantificandone il valore come valore di ricostituzione nella prospettiva di funzionamento
aziendale. il valore, infatti, coincide con linvestimento netto che sarebbe necessario ad
avviare una nuova impresa con una struttura patrimoniale identica a quella oggetto di
valutazione.
3) Metodo misto patrimoniale reddituale: valuta il capitale economico come somma tra il
capitale di bilancio espresso a valori correnti e leventuale avviamento, determinato in
funzione di una serie di elementi che consentono allimpresa di incrementare nel futuro il
proprio capitale in funzione della propria redditivit prospettica. Stimare leventuale
avviamento, significa individuare quel valore che esprime la capacit dellimpresa di
generare sovra redditi nel futuro rispetto ad altre aziende con caratteristiche similari.
4) Metodi finanziari: valutano il capitale dimpresa in funzione dellaspetto finanziario
dellattivit dimpresa, considerando questultima come un qualsiasi investimento. In
particolare, si sono sviluppati due diversi approcci (particolarmente utilizzati nei mercati
finanziari anglosassoni):
a. Discounted cash flow: il valore del capitale economico determinato sulla base di
un tasso di attualizzazione corrispondente al costo medio ponderato del capitale.
b. EVA: il valore del capitale economico determinato sulla base dellattualizzazione
dellEVA, ovvero dellEconomic Value Added, che pu essere determinato come la
differenza tra il reddito operativo al netto delle imposte e il costo medio ponderato
del capitale investito.
5) Metodi empirici o di mercato: sono frequenti nei mercanti di Borsa, fanno riferimento ai
prezzi di mercato o a prezzi misurati in operazioni straordinarie di aziende similari a quella
oggetto di valutazione. Ad esempio, il c.d. metodo dei multipli misurano il capitale
economico come prodotto tra un moltiplicatore di mercato e una grandezza espressiva del
capitale economico scelta dal valutatore (es. una configurazione di reddito operativo
prospettico).
RELAZIONI TRA CAPITALE E REDDITO
Nel momento in cui limpresa viene costituita, il capitale di costituzione (di solito una somma di
denaro) ha un valore oggettivo. Tale capitale, una volta investito insieme ai capitali di credito
provenienti da terzi finanziatori, viene utilizzato per acquisire i fattori produttivi e diviene un
insieme variegato di beni materiali e immateriali, diritti e obbligazioni avvinti da strette relazioni di
interconnessione, che fanno s che il valore del capitale stesso non possa pi essere accertato in
via oggettiva ma solo stimato. Il capitale proprio si interconnette in tal senso con i costi e i ricavi
che si susseguono nel continuo fluire della gestione e con essi forma un unicum dove solo
convenzionalmente si possono scindere capitale e reddito.
In poche parole, insieme il reddito di esercizio e il capitale di funzionamento esprimono s una
sintesi su base storica del sistema dei valori dimpresa riferiti al fluire della gestione in un dato
periodo amministrativo, ma rappresentano anche e soprattutto la premessa su cui possono
poggiarsi i processi produttivi aziendali relativi a futuri esercizi. Tale considerazione evidenzia
come la gestione aziendale sia contraddistinta da un continuo fluire di valori avvinti tra loro da
mutue relazioni nelle spazio e nel tempo.
LULTIMO PARAGRAFO DI QUESTO CAPITOLO FA VEDERE DEGLI ESEMPI PER LA DETERMINAZINE
DEL REDDITO TOTALE E DEL REDDITO DI ESERCIZIO A PAG. 210
CAPITOLO 8 IL SISTEMA DI CONTABILITA GENERALE
DELLE IMPRESE
LE DETERMINAZIONI QUANTITATIVE DIMPRESA: IL SISTEMA DI CONTABILITA GENERALE E IL
SISTEMA DI CONTABILITA ANALITICA
Lunitaria attivit di produzione economica delle imprese pu essere idealmente scomposta nei
momenti di gestione, organizzazione e rilevazione.
La rilevazione funzionale alla gestione e organizzazione aziendale, nel comune obiettivo di
condurre le imprese in condizioni di economicit, ossia secondo principi e regole che garantiscano
alle stesse di svilupparsi nel tempo in modo duraturo ed autonomo. Le condizioni dazienda, di
mercato e dambiente, considerate a s stanti e nelle loro relazioni rappresentano il complesso
oggetto delle determinazioni correlate al processo di conoscenza che caratterizza le ricerche
economico aziendali.
Le determinazioni dimpresa, consentono di dare unorganica rappresentazione degli accadimenti,
dei processi e delle combinazioni dazienda, che vengono osservati e determinati con riferimento
alle reciproche relazioni, nonch con riguardo alle relazioni tra i fenomeni dazienda, tra i fenomeni
di mercato, e tra i fenomeni dazienda e di mercato, per avvertirne le tendenze al fine di informare
utilmente la gestione futura.
Tali determinazioni sono finalizzate alla produzione di informazioni di varia specie e sono rivolte a
differenti categorie di utilizzatori. Le stesse possono essere classificate secondo molteplici criteri. In
particolare, si distinguono determinazioni obbligatorie e volontarie, in relazione allorigine della
determinazione che pu essere richiesta da disposti normativi o dovuta a esigenze informative
integrative volontarie dellazienda; determinazioni ordinarie e straordinarie, in base alla regolarit
o eccezionalit dei fenomeni che le originano; determinazioni antecedenti, concomitanti e
susseguenti, rispetto al momento di svolgimento delle operazioni aziendali alle quali le stesse si
riferiscono; determinazioni continue, discontinue e cicliche in relazione alla sistematicit
dellesigenza informativa alla quale rispondono; determinazioni quantitative e qualitative, secondo
la natura delle conoscenze sulle quali riposano, la logica seguita e la natura dei risultati. In
particolare, le determinazioni che si ancorano a unosservazione quantitativa dei fenomeni sono
definite determinazioni economico quantitative dazienda. Fra queste, una rilevanza particolare
assumono le determinazioni contabili, ossia le determinazioni che utilizzano il conto quale
strumento per la raccolta, la classificazione ed elaborazione dei dati e la determinazione dei risultati.
Con le determinazioni extracontabili, invece, si considerano tutte le determinazioni che escludono
lutilizzo dello strumento contabile, quali, ad esempio, elaborazioni matematiche e statistiche o
descrizioni e analisi dei fenomeni dimpresa.
Le stringenti relazioni di interdipendenza e complementariet che caratterizzano i fenomeni
aziendali si riflettono anche nelle connesse determinazioni che, di conseguenza, vanno a costituire
un sistema di determinazioni caratterizzano in modo specifico in relazione ai differenti obiettivi di
conoscenza che lo stesso intende soddisfare. Diversi obiettivi informativi, infatti, presuppongono
sistemi di determinazioni costruiti secondo principi differenti. In particolare, in funzione delle
finalit informative, possono distinguersi:
Il sistema di contabilit generale: rilevazioni finalizzate alla determinazione periodica del
reddito di esercizio e del connesso capitale di funzionamento.
Il sistema di contabilit analitica: la finalit la rilevazione di informazioni utili per il
processo di programmazione e controllo della gestione dimpresa.
Il sistema di valutazione del capitale economico: finalit della rilevazione la conclusione
di operazioni di gestione straordinarie (cessioni, fusioni, ecc).
Il sistema di contabilit generale dimpresa, in particolare, il complesso di rilevazioni concernenti
i fenomeni di esterna gestione finalizzato alla determinazione del reddito desercizio e del capitale
di funzionamento attraverso la redazione periodica desercizio. Tale documento rappresenta la
sintesi del processo di rilevazione dei valori connessi alle singole operazioni che sono
sistematicamente rilevate nel sistema di contabilit generale.
I valori oggetto di rendicontazione si riferiscono a operazioni economiche passate e riguardano
lazienda considerata nel suo complesso.
La contabilit analitica, invece, consta di un insieme di strumenti e tecniche per rilevare, elaborare
e presentare informazioni di supporto alle decisioni aziendali. Perci, i principali destinatari sono
soggetti interni allazienda e le informazioni sono orientate alla stima degli andamenti futuri della
stessa.
La contabilit generale obbligatoria in virt di norme di legge o regolamenti ed esistono numerosi
riferimenti normativi e principi contabili nazionali e internazionali che determinano le regole per
una corretta tenuta della stessa. La contabilit analitica, invece, frutto di una volontaria scelta
delle aziende che possono altres strutturarne le modalit e le tempistiche di rilevazione nel modo
pi funzionale agli obiettivi che con la stessa si intendono perseguire.
Infine, mentre la contabilit generale, in quanto importante strumento informativo anche per i
soggetti esterni allazienda, deve fornire informazioni precise e verificabili a tutela dei soggetti terzi,
la contabilit analitica prevalentemente finalizzata a fornire informazioni tempestive
concentrandosi, in modo particolare su quelle maggiormente rilevanti per la pianificazione e il
controllo.
LA CLASSIFICAZIONE DEI VALORI
La contabilit rileva i valori connessi alle singole operazioni (elementari) e, successivamente, li
ricongiunge per riferirli ai processi economici e alle combinazioni economiche parziali e generali
(valori di sintesi). Tali valori, riferibili al complessivo sistema degli accadimenti aziendali,
rappresentano il sistema dei valori dimpresa. Questo sistema trae origine dalle operazioni di
esterna gestione, ossia dalle operazioni che intercorrono tra limpresa e terze economie e che, in
genere, sono costituite da operazioni di scambio monetario.
Ogni operazione osservata sotto un duplice aspetto:
Aspetto originario: che associato alla formazione di valori finanziari.
Aspetto derivato: riguarda i valori economici che sorgono in connessione allaspetto
originario, ossia gli aspetti dei fatti di gestione che spiegano il sorgete di valori economici.
I valori derivanti dalle operazioni aziendali, osservate pocanzi, possono essere rappresentati
secondo il seguente schema:
ASPETTO ORIGINARIO
= VALORI FINANZIARI {
(
)
ASPETTO FINANZIARIO
ASPETTO DERIVATO
= VALORI ECONOMICI { (
)
ASPETTO ECONOMICO
Secondo questo approccio, i valori finanziari comprendono sia i valori numerari sia i valori nominali
(ossia la parte finanziaria pura) dei crediti e debiti di finanziamento. Pi precisamente, i valori
finanziari possono essere classificati nel seguente modo:
Valori numerari certi: originati da operazioni che impattano direttamente sulle disponibilit
monetarie dellimpresa (riscossioni e pagamenti).
Valori numerari assimilati: rappresentati da crediti e debiti di regolamento che sorgono da
operazioni commerciali, di acquisto o di vendita, con regolamento differito. Lassimilazione
legata al fatto che essi sostituiscono temporaneamente la moneta (valore numerario certo)
ma sono comunque espressi in moneta di conto.
Valori numerari presunti: connessi a operazioni la cui espressione in termini monetari
legata a stime (e quindi soggetta a possibili ridefinizioni) e congetture (es. crediti e debiti di
regolamento definiti in moneta estera che richiedono un processo di traduzione in moneta
di conto o di valori numerari determinati a fine esercizio prima della loro effettiva
manifestazione numeraria).
Crediti e debiti di finanziamento (o di prestito): valori connessi a prestiti concessi o ottenuti
per lo scambio di disponibilit di moneta o risorse finanziarie. In genere, questi maturano un
interesse che rappresenta il provento o lonere delloperazione (valore economico).
Infine, i valori economici si possono distinguere in:
Valori economici di capitale: che riguardano i valori che si riferiscono al capitale netto
formato sia dalla dotazione iniziale del patrimonio e dalle successive modificazioni dovute a
nuove sottoscrizioni o rimborsi, sia dai risultati complessivi della gestione.
Valori economici di reddito: connessi a operazioni che generano costi e ricavi aventi impatto
diretto sulla dinamica reddituale dellimpresa, quali i costi e i ricavi connessi ai cicli economici
di acquisizione dei fattori produttivi, di cessione di prodotti o servizi, di remunerazione dei
lavoratori dipendenti ed autonomi, ecc.
Il sistema dei valori ha origine con limpresa e dinamicamente si modifica per accogliere le continue
variazioni delle sue componenti elementari dovute alla rilevazione dei valori connessi alle operazioni
di gestione. La contabilit, quindi, rileva il complesso di variazioni di valori che genera il sistema degli
accadimenti dimpresa. In questo senso, occorre comprendere la valenza (positiva o negativa) che
ogni singola operazione aziendale ha sulle categorie di valori, viste pocanzi. Periodicamente, poi, il
sistema dei valori viene sintetizzato per giungere alla determinazione del reddito di esercizio e del
connesso capitale di funzionamento, al fine di apprezzare leconomicit aziendale.
Procedendo secondo limpostazione finora seguita, anche il sistema delle variazioni dei valori
aziendali analizzabile secondo una duplice prospettiva: le variazioni finanziarie, connesse alle
modificazioni prodotte sulla categoria dei valori finanziari, e le variazioni economiche, relative ai
movimenti intervenuti a modifica della classe dei valori economici.
IL CONTO
Il conto lo strumento fondamentale per la rilevazione dei valori in contabilit generale, accoglie
una serie di scritture riguardanti un dato oggetto, con lobiettivo di comprenderne lammontare e
le variazioni di valore. Il conto, quindi, un insieme di scritture riferite a uno specifico oggetto (es.
banca x c/c): ne accoglie il valore iniziale e le successive variazioni di valore occorse nel tempo.
Infine, costituisce linsieme delle rilevazioni concernenti il valore di un determinato oggetto, e
poich questo valore pu subire modificazioni sia in aumento che in diminuzione, il conto, pur
potendo assumere forme differenti, in genere si presenta come un prospetto a due sezioni
contrapposte denominate Dare e Avere.
Attraverso il conto possibile classificare le operazioni in modo omogeneo e collegarle a
determinati oggetti di cui la contabilit consente di seguire la grandezza, variabile e misurabile.
LA TERMILOGIA TIPICA DEI CONTI:
Per i conti si utilizza una terminologia specifica, i cui principali termini possono essere riassunti nei
seguenti: istituire, accendere, movimentare, addebitare e accreditare, chiudere, stornare e infine
riepilogare (o integrare).
LA CLASSIFICAZIONE DEI CONTI
I conti possono essere classificati come:
Conti unilaterali (monofase) e conti bilaterali (bifase): in relazione alle regole di
funzionamento, ossia alla possibilit di accogliere le scritture in una sola o in entrambe le
sezioni.
Conti analitici e sintetici: in relazione allestensione delloggetto al quale sono connessi,
ossia alla possibilit di essere scissi in altri conti. Sono sintetici quando possono essere scissi
in altri conti, e analitici quando, invece, sono riferiti a specifici oggetti non ulteriormente
specificabili.
Conti sinottici o descrittivi: in relazione alle informazioni fornite in merito alloggetto.
Conti accesi o spenti: in relazione al loro effettivo utilizzo.
IL METODO DELLA PARTITA DOPPIA
Le rilevazioni effettuate nei singoli conti possono essere rese omogenee per il raggiungimento di
scopi complessi attraverso una lettura sistemica delle stesse, che tenga conto delle relazioni fra le
operazioni e delle variazioni che queste determinano nelloggetto complesso (ad esempio il
reddito). In questo senso, il sistema riguarda il complesso delle scritture, mentre il metodo attiene
alle regole e alle modalit con cui le stesse funzionano. In altre parole si pu dire che fra metodo e
sistema esiste una relazione del tipo contenitore (il metodo) contenuto (il sistema).
I metodi contabili, quindi, riguardano la forma, lordine e le connessioni fra le rilevazioni contabili di
unimpresa. Fra queste si possono distinguere scritture semplici, che rilevano le operazioni sotto un
solo profilo di osservazione (di solito quello finanziario) e dunque utilizzano una sola serie di conti,
dando luogo a una sola rilevazione per ogni accadimento, e scritture doppie che, invece, rilevano
sotto due profili (finanziario ed economico) e utilizzano una doppia serie di conti (finanziari ed
economici).
In genere, per la tenuta delle scritture doppie utilizzato il metodo della partita doppia, che si basa
sui seguenti principi fondamentali:
Principio dualistico (duplicit degli aspetti di osservazione): in base al quale ogni operazione
o fatto amministrativo deve essere osservato simultaneamente sotto due aspetti, pur
mantenendo una visione sistemica degli stessi:
a) Laspetto originario (finanziario), ossia laspetto del fenomeno direttamente
percepibile e che consente di misurare cosa accade nellaspetto derivato.
b) Laspetto derivato (economico), conseguente al primo.
Principio della duplicit dei conti: si attivano, in relazione ai due profili di osservazioni delle
operazioni dimpresa, conti originari (finanziari), destinati ad accogliere valori di natura
finanziaria e conti derivati (economici) destinati ad accogliere valori di natura economica.
Principio del funzionamento antitetico delle sezioni dei conti: ogni conto ha due sezioni
distinte denominate, rispettivamente a sinistra e a destra, Dare e Avere, destinate ad
accogliere variazioni di segno opposto.
Principio del funzionamento antitetico delle serie di conti: in base al quale se unoperazione
attiva il conto di una serie con segno Dare, contestualmente la stessa operazione attiva un
conto della stessa serie o della serie differente con segno opposto al precedente (quindi in
Avere).
Le rilevazioni in tutti i conti devono essere effettuate con ununica moneta di conto: per
garantire omogeneit al sistema dei valori e conseguentemente attendibilit e significativit
delle informazioni prodotte.
GLI STRUMENTI DELLA CONTABILITA GENERALE
LApplicazione del metodo della partita doppia alla contabilit generale dimpresa prevede la
rilevazione dei valori contestualmente in differenti libri contabili al fine sia di determinare
correttamente il reddito di esercizio e il capitale di funzionamento, sia di assolvere gli obblighi
dettati dalla normativa civilistica e fiscale e consentire laccertamento della regolare tenuta della
contabilit da parte degli uffici competenti.
I libri fondamentali per le scritture di contabilit generale sono:
Il libro mastro: che raccoglie sistematicamente tutti i conti utilizzati per la tenuta della
contabilit generale e per la determinazione periodica del reddito desercizio e del capitale
di funzionamento di unazienda, nonch le relative movimentazioni in Dare e in Avere.
(RICORDATI I MASTRINI )
Il libro giornale: che rileva cronologicamente, giorno per giorno, le scritture concernenti le
operazioni effettuate e, di conseguenza, le relative variazioni dei valori nei conti. Le scritture
possono riguardare singole operazioni (scritture analitiche) o classi di operazioni (scritture
sintetiche). Il libro giornale intende rappresentare i fatti di gestione in funzione del tempo e
stabilire un collegamento fra i conti in modo da consentire la verifica della corrispondenza
fra addebitamenti e accreditamenti in ogni singola annotazione. Ogni scrittura del libro
giornale numerata progressivamente e definita articolo. Ogni articolo riporta, per ciascuna
operazione, un insieme di informazioni, quali la data delloperazione, la sua descrizione,
lindicazione del conto (o dei conti) da addebitare o accreditare, i valori unitari e complessivi
delloperazione. Larticolo si definisce semplice se interessa solo due conti (uno addebitato
e laltro accreditato), si dice composto se si hanno pi conti addebitati o pi conti accreditati,
si definisce, infine, complesso se i conti coinvolti nella rilevazione sono pi di due sia in Dare
sia in Avere.