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Principio di imparzialità:esprime il dovere dell’amministrazione di non
discriminare la posizione dei soggetti coinvolti dalla sua azione nel perseguimento
degli interessi affidati alla sua cura.
Principio di buon andamento (art. 97 C.):impone che l’amministrazione agisca
nel modo più adeguato e conveniente possibile. Il buon andamento va invece
riferito alla P.A: nel suo complesso,non al funzionario,ma all’ente.
Criterio d'efficienza. Necessità di misurare il rapporto tre il risultato dell’azione
organizzativa e la quantità di risorse impiegate per ottenere quel dato risultato:esso
costituisce la capacità di organizzazione complessa di raggiungere i propri obiettivi
attraverso la combinazione ottimale dei fattori produttivi.
Criterio di efficacia:è collegato al rapporto tra ciò che si è effettivamente
realizzato e quanto si sarebbe dovuto realizzare sulla base di un piano o di un
programma.
Criterio di trasparenza:può essere riferito sia all’attività sia all’organizzazione e
dunque alla duplice declinazione del termine amministrazione (diritto di
accesso,pubblicità degli atti,la motivazione,la univoca definizione delle
competenze,istituzione degli uffici di relazione con il pubblico,responsabile del
procedimento,attività di informazione e di comunicazione delle amministrazioni.
Un’altra categoria di enti pubblici è costituita dagli enti pubblici economici la cui
disciplina generale è prevista nel codice civile (art.2201 c.c.,che si riferisce agli enti
pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale un’attività commerciale
;art.2221 c.c. che esclude dal fallimento gli enti pubblici) e in altre norme di legge
(art.409 n.4 c.p.c. e art. 37 L.300/1970).
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Enti territoriali:comuni,province,città metropolitane,regioni e Stato. Il territorio
consente di individuare gli enti stessi e ciò comporta una serie di conseguenze.
L’ente è politicamente rappresentativo del gruppo stanziato sul territorio e opera
tendenzialmente nell’interesse di tutto il gruppo. Soltanto gli enti territoriali
possono essere titolari di beni demaniali,posti al servizio di tutta la collettività. E’
molto frequente la tendenza ad introdurre regimi di diritto speciale:la legislazione
più recente ha istituito una serie di enti pubblici,denominati agenzie,direttamente
disciplinate dalla legge istitutiva.
Sono poi individuabili enti che non si pongono in relazione di strumentalità con lo
stato o con altro ente pubblico. Nella categoria rientrano gli enti esponenziali di
formazioni sociali che godono della possibilità di determinarsi autonomamente
(ordini e collegi professionali,Coni,accademie di scienze ed arti che siano enti
pubblici,enti locali non territoriali e via).
L’ordinamento disciplina il potere sostitutivo tra enti nei casi in cui il soggetto non
ponga in essere un atto obbligatorio per legge o non eserciti le funzioni
amministrative ad esso conferite. E la giurisprudenza sottolinea che il legittimo
esercizio del potere di sostituzione richiede la previa diffida.
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Federazioni di enti:svolgono attività di coordinamento de indirizzo dell’attività
degli enti federati,nonché attività di rappresentanza degli stessi. Non si
sostituiscono agli enti federati nello svolgimento dei compiti loro propri.
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Organo
Attraverso l’organo la persone giuridica agisce e l’azione svolta dall’organo si
considera posta in essere dall’ente. L’organo non è separato dall’ente ,così,a
differenza di quanto accade nella rappresentanza,l’azione non è svolta in nome e per
conto di altri diventando attività propria dell’ente. La capacità giuridica
spetterebbe però all’ente ,che è centro d’imputazioni di effetti e fattispecie. Pare
quindi corretto riferire la capacità d’agire soltanto all’organo e ritenere l’ente mero
centro d’imputazione di effetti e di attività.
L’organo perciò è uno strumento di imputazione, cioè l’elemento dell’ente che
consente di attribuirgli atti ed attività. E in particolare,l’organo si identifica nella
persona fisica o nel collegio perché investiti della competenza loro attribuita
dall’ordinamento.
I poteri vengono attribuiti soltanto all’ente che ha soggettività giuridica,e questo si
serve di più organi,dei quali ciascuno esercita una quota dei predetti poteri
(competenza).
Detta competenza può essere ripartita secondo svariati criteri:
• materia
• valore
• grado
• territorio
occorre infine distinguere la competenza dall’attribuzione,cioè la sfera di poteri
che l’ordinamento generale conferisce ad ogni ente pubblico (collegata di norma
alla personalità giuridica dell’ente)
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• Straordinari:operano in sostituzione degli organi ordinari
• Permanenti e stabili:i primi sono stabili e i secondi svolgono funzioni solo
per un limitato periodo di tempo
• Attivi:competenti a formare ed eseguire la volontà dell’amministrazione in
vista del conseguimento dei fini ad essa affidati
• Consultivi:rendono pareri
• Di controllo:sindacano l’attività posta in essere da organi attivi
• Rappresentativi:i loro componenti vengono designati o eletti dalla
collettività che costituisce la base dell’ente (ex:sindaco)
• Con legale rappresentanza:particolare tipo di organo esterno,cioè quello che
esprime la volontà dell’ente nei rapporti contrattuali con i terzi e che avendo
capacità processuale conferisce la procura alle liti per agire o resistere in
giudizio.
La personalità giuridica spetta solo all’ente;alcuni organi però per espressa volontà
di legge sono anche dotati di personalità giuridica (organi con personalità
giuridica),e sono perciò titolari di poteri e come strumenti d’imputazione di
fattispecie ad altro ente (in quanto organi di quest’ultimo). Un esempio di questo
tipo è l’ISTAT,alla dipendenza del Consiglio dei ministri.
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• Di direttiva:con cui si indicano fini ed obiettivi da raggiungere,con un
margine di scelta in ordine al modo con cui conseguire l’obiettivo
• Di sorveglianza sull’attività degli organi subordinati,che possono essere
sottoposti ad ispezioni e inchieste
• Potere di decidere i ricorsi gerarchici
• Potere di annullare d’ufficio e di revocare gli atti emanati dall’organo
subordinato
• Potere di risolvere i conflitti che insorgano tra organi subordinati
• Poteri in capo all’organo superiore di avocazione (per singoli affari,per motivi
di interesse pubblico (per singoli affari,per motivi di interesse
pubblico,indipendentemente dall’inadempimento dell’organo inferiore) e
sostituzione (a seguito di inerzia dell’organo inferiore).
Controllo
Il controllo indica un’attività di verifica,di esame e di revisione dell’operato altrui,e
costituisce un’autonoma funzione svolta da organi peculiari. In quanto relazione
interorganica,il controllo consiste in un esame,da parte di un apposito organo,di atti
e attività imputabili ad un altro organo controllato.
Il controllo,che è sempre doveroso,accessorio rispetto ad un’attività principale e
svolto nelle forme previste dalla legge,si conclude con la formulazione di un
giudizio,positivo o negativo,sulla cui base s’adotta una misura.
Art.3 co.8 L.20/1994:la Corte dei Conti può effettuare ispezioni.
Art.126 C. e artt.141 e ss. T.U. enti locali:prevedono il controllo sugli organi
territoriali.
Misure adottabili:
• Repressive:annullamento dell’atto,il quale è esercizio di un potere
vincolato,senza considerazione dell’interesse pubblico
• Impeditive:ostano a che l’atto produca efficacia (l’esito negativo del controllo
non determina l’eliminazione dell’atto)
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• Sostitutive:alla privazione della capacità di agire in capo al controllato si
accompagna l’esercizio di funzioni di amministrazione attiva da parte del
sostituito o dell’organo da lui nominato.
Nell’ambito dei controlli sugli atti,si distingue tra controlli preventivi (rispetto alla
produzione degli effetti degli atti) e controlli successivi (quando l’atto ha già
prodotto effetti). Esistono inoltre i controlli mediante riesame,che procrastinano
l’efficacia dell’atto all’esito di una nuova deliberazione dell’autorità decidente
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• Controllo successivo sulla gestione del bilancio e del patrimonio delle
amministrazioni pubbliche,nonché sulle gestioni fuori bilancio e sui fondi di
provenienza comunitaria. D.lgs. 419/1999 estende il controllo successivo
anche sulla gestione degli enti di diritto privato risultanti dalla privatizzazione
prevista da tale fonte,limitatamente all’esercizio di funzioni e servizi pubblici.
La Corte,nell’esercizio di una funzione giurisdizionale,pronuncia il giudizio di
parificazione sul rendiconto generale dello Stato,con relazione.
La disciplina del controllo preventivo risulta dalla combinazione della L. 20/1994 e
del T.U. corte dei conti. Il testo unico della Corte dei conti contempla anche il
meccanismo della registrazione con riserva ,che consente all’atto di venire vistato
e registrato. A fronte della ricusazione del visto, il Consiglio dei ministri,su
iniziativa del ministro interessato,può adottare una deliberazione con cui insiste
nella richiesta della registrazione. La Corte delibera a sezioni riunite,e ove non
riconosca cessata la causa del rifiuto,ne ordina la registrazione e appone il visto con
riserva.
Art.27,L.340/2000:la registrazione con riserva può essere richiesta anche
relativamente a una o più parti dell’atto. L’atto che il governo ritiene debba avere
corso diventa esecutivo se le sezioni riunite non abbiano deliberato entro 30 giorni
dalla richiesta.
Con il controllo successivo (in via eccezionale) la Corte dei conti il potere della
Corte dei conti non può avere effetti impeditivi nei confronti dell’efficacia dell’atto.
Si avrebbe un implicito annullamento dell’atto controllato;per altri vi sarebbe
l’obbligo dell’amministrazione di prendere atto della pronuncia di illegittimità e di
non dare corso all’esecuzione dell’atto.
Controlli interni
Il d.lgs. n.286/1999 stabilisce che le P.A.,nell’ambito della propria
autonomia,debbano istituire controlli interni,contrapposti al controllo
esterno,affidato alla Corte dei conti.
• Controllo di regolarità amministrativa e contabile:garantisce la legittimità,la
regolarità e la correttezza dell’azione amministrativa e deve rispettare,in
quanto applicabili,i principi generali della revisione aziendale utilizzati dagli
ordini e collegi professionali operanti nel settore.
• Controllo di gestione:mira a verificare l’efficacia,efficienza ed economicità
dell’azione amministrativa al fine di ottimizzare il rapporto tra costi e risultati.
• Valutazione della dirigenza:è svolta,sulla base dei risultati del controllo di
gestione e in coerenza a quanto stabilito al riguardo dei contratti collettivi
nazionali di lavoro,da strutture e soggetti che rispondono direttamente ai
dirigenti posti al vertice dell’unità organizzativa interessata. Tale valutazione
ha ad oggetto le prestazioni dei dirigenti,e i comportamenti relativi allo
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sviluppo delle risorse professionali,umane e organizzative ad essi
assegnate,tenendo conto dei risultati dell’attività e della gestione.
• Valutazione a controllo strategico:valuta l’adeguatezza delle scelte compiute
in sede di attuazione ,dei piani,programmi ed altri strumenti di determinazione
dell’indirizzo politico,in termini di congruenza tra risultati conseguiti e
obiettivi predefiniti.
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Uffici e rapporto di servizio
Negli enti e accanto agli organi esistono gli uffici,nuclei elementari
dell’organizzazione che si possono definire a contrario rispetto agli organi, cioè
svolgono attività non caratterizzata dal meccanismo di imputazione di fattispecie
sopra descritto.
Struttura degli uffici:sono costituiti da un insieme di mezzi materiali
(locali,risorse,attrezzature,etc..) e personali svolgono uno specifico compito,che in
coordinamento con quello degli altri uffici e strumentalmente rispetto all’esercizio
delle competenze,concorre al raggiungimento di un obiettivo.
Ex:URP,ufficio per i rapporti con il pubblico,che ha il compito di curare
l’informazione dell’utenza e di garantire i diritti di partecipazione dei cittadini.
Preposto:se in situazione di primarietà è il titolare;l’ufficio il cui titolare sia
temporaneamente assente o impedito ,viene affidato al supplente mentre si ha la
reggenza nell’ipotesi di mancanza di titolare,che dirige il lavoro dell’ufficio e ne è
responsabile.
Dovere di ufficio:gli addetti e titolari che prestano il proprio servizio sono legati
alla persona giuridica da un particolare rapporto giuridico (rapporto di servizio)
che ha come contenuto il dovere di agire prestando una particolare attività
,denominato dovere d’ufficio,al quale si contrappone una serie di diritti.
Rapporto di servizio:i soggetti legati da rapporto di servizio all’amministrazione
di norma sono dipendenti (rapporto di servizio d’impiego). Il rapporto può anche
essere coattivo,ovvero non professionale (onorario), oppure instaurato in via di
fatto. Il rapporto di servizio lega all’ente tutti i soggetti-persone fisiche che fanno
parte dell’organizzazione.
Rapporto organico:corre tra il titolare dell’organo e l’ente e viene in evidenza ai
fini della imputazione delle fattispecie.
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Disciplina attuale del rapporto di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni
pubbliche
La cosiddetta privatizzazione del rapporto d’impiego è stata operata dal d.lgs.
29/1993 ed è stata completata dal d.lgs. 165/2001.
In sintesi i principi della normativa di cui al d.lgs.165/2001:
• I rapporti di lavoro sono disciplinati dalla disposizioni del codice civile “fatte
salve le diverse disposizioni” e dalla contrattazione sia sul piano
individuale,sia su quello collettivo. L’unica eccezione all’assoggettabilità alla
disciplina contrattuale riguarda le categorie indicate all’art.3 (personale in
regime di diritto pubblico:magistrati,avvocati dello Stato,personale militare e
delle forze di polizia di Stato,personale della carriera diplomatica e prefettizia)
• La legge prevede limiti all’autonomia contrattuale individuale o collettiva
(ex:disciplina legale della parità di trattamento e dell’attribuzione delle
mansioni proprie delle qualifiche superiori)
• Restano assoggettati alla disciplina pubblicistica gli organi,gli uffici,i principi
fondamentali dell’organizzazione,i procedimenti di selezione per l’accesso al
lavoro e quello di avviamento,i ruoli,le incompatibilità,le responsabilità ad
eccezione delle sanzioni e degli illeciti disciplinari,la determinazione delle
dotazioni organiche.
• Le organizzazioni internazionali,devono essere consultate o informate senza
che sia richiesto il loro consenso (art.6,d.lgs 165/2001)
• La contrattazione collettiva si svolge a vari livelli (nazionale e
integrativa).Nella contrattazione collettiva nazionale la parte pubblica è
legalmente rappresentata da un apposita agenzia per la rappresentanza
negoziale delle P.A. (ARAN)
• Sotto il profilo giurisdizionale sono devolute al giudice ordinario,in funzione
di giudice del lavoro,tutte le controversie riguardanti il rapporto di lavoro dei
dipendenti,con l’eccezione di quelle dei dipendenti sottratti alla
privatizzazione (giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo)
• I dipendenti sono assoggettati ad una particolare responsabilità amministrativa
(per danni cagionati all’amministrazione),penale e contabile;la responsabilità
disciplinare è regolata dall’art. 55,d.lgs. 165/2001 che impone alcune garanzie
a favore del dipendente nel corso del procedimento disciplinare;se non sono
previste procedure di conciliazione stragiudiziali,l’interessato può impugnare
la sanzione inflittagli dinanzi al collegio arbitrale di disciplina che emette la
disciplina entro 90 giorni.
• Il reclutamento del personale (non dirigenziale) avviene tramite procedure
selettive che garantiscano in misura adeguata l’accesso dall’esterno
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• Viene eliminato il potere di gestione degli organi politici e affermato il
principio della distinzione tra indirizzo politico e gestione (spettante ai
dirigenti)
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La titolarità della proprietà dei beni pubblici appartenenti agli organi pubblici trova
la sua fonte innanzitutto nella legge. Alcuni beni appartengono allo Stato e alla
regione ex lege (beni del demanio naturale marittimo e idrico) e del patrimonio
indisponibile,nonché di altri beni quali i beni di interesse artistico,storico o
archeologico esistenti o ritrovati nel sottosuolo ,i relitti marittimi e di
aeromobili,etc..
La titolarità può derivare anche da:
• Fatti acquisitivi:acquisto della proprietà di beni mediante
occupazione,invenzione,accessione,specificazione,unione,usucapione,successi
one
• Atti di diritto comune
(contratti,testamento,donazione,pagamenti,provvedimenti giudiziari di
esecuzione)
• Fatti basati sul diritto internazionale (confisca e requisizione bellica,indennità
di guerra,successione ad altro stato) o basati sul diritto pubblico interno
• Atti pubblicistici che comportano l’ablazione di diritti reali su beni di altri
soggetti (confisca,espropriazione,requisizione in proprietà o in uso,etc..)
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• Le cose mobili di interesse
storico,paletnologico,paleontologico,artistico,appartenenti a qualsiasi ente
pubblico,sono assoggettate alla disciplina dei beni patrimoniali indisponibili
salvo che siano costituite in raccolte di musei,pinacoteche,archivi e
biblioteche.
N.B.:a differenza dei beni demaniali,i beni del patrimonio indisponibile non sono
assolutamente in commerciabili:gli atti di disposizione devono rispettare il vincolo
di destinazione. Si aggiunga però che:
• Alcuni del patrimonio indisponibile sono incommerciabili in via assoluta in
quanto trattasi di beni riservati ;gli altri sono in commerciabili e sottratti alla
garanzia patrimoniale dei creditori solo in costanza di destinazione pubblica
• Altri beni sono soggetti ad un regime di inalienabilità,salvo permesso
amministrativo
Privatizzazione dei beni pubblici
Le modalità di dismissione del patrimonio dello Stato sono tre (art.7
L.140/1997;art.3 L.662/1996;art.19 L.448/1998 sostituito dall’art.4 L.488/1999)
1. Il ministro dell’economia è autorizzato a sottoscrivere quote di fondi
immobiliari istituiti ai sensi della L.86/1994. i fondi sono gestiti da una o più
società di gestione che procedono all’offerta al pubblico delle quote derivate
dall’istituzione del fondo.
2. i beni immobili appartenenti allo Stato non conferiti nei fondi immobiliari
,individuati dal ministro dell’economia e delle finanze,possono essere alienati.
3. modello della cartolarizzazione.
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apparato organizzativo di uffici,né della gestione di uno stato di previsione della
spesa.
Il ministro può essere coadiuvato da uno o più sottosegretari nominati con d.p.R.,su
proposta del presidente del Consiglio,di concerto con il ministro che il sottos.
Coadiuverà. Art.10 L.400/1988, a non più di 10 sottosegretari può essere conferito
il titulo di viceministro,se ad essi sono conferite deleghe dal ministro competente.
d.lgs. 300/1999:è stato ridotto il numero dei ministeri ed è stata rimodellata la loro
struttura organizzativa.
Agenzie:sono strutture che svolgono attività a carattere tecnico operativo di
interesse nazionale attualmente esercitate da ministeri ed enti pubblici.
d.lgs. 300/1999:istituisce 4 agenzie fiscali (agenzia delle entrate,delle dogane,del
territorio,e del demanio);l’agenzia industrie difesa;agenzia per la protezione
dell’ambiente e per i servizi tecnici;agenzia dei trasporti terrestri e delle
infrastrutture;agenzia di protezione civile;agenzia per la formazione e l’istruzione
professionale.
Le agenzie operano al servizio delle amministrazioni pubbliche. Hanno autonomia
nei limiti stabiliti dalla legge,e sono sottoposte al controllo della Corte dei conti e ai
poteri di indirizzo e vigilanza del ministro.
A capo dell’agenzia è posto un direttore generale. Le agenzie possono anche avere
personalità giuridica.
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CIS:comitato interministeriale per le informazioni,che si occupa di politica della
sicurezza.
ORGANIZZAZIONE DELL
’AMMINISTRAZIONE CONTABILE DELLO STATO
Gli uffici centrali del bilancio sono dipendenti dalla ragioneria centrale dello Stato
del ministero del tesoro,del bilancio,e della programmazione economica.
DIPARTIMENTI PROVINCIALI,si occupano delle amministrazioni statali
decentrate e sono articolati al loro interno nelle ragionerie provinciali.
ISTAT:istituto centrale di statistica.
AMMINISTRAZIONI INDIPENDENTI
Come autorità indipendenti generalmente vengono ricordate:
• BANCA D’ITALIA
• CONSOB
• ISTITUTO PER LA VIGILANZA SULLE ASSICURAZIONI PRIVATE
(ISVAP)
• AUTORITA’ PER LE GARANZIE NELLE COMUNICAZIONI
• AUTORITA’ GARANTE PER LA CONCORRENZA ED IL MERCATO
• AUTORITA’ PER LA VIGILANZA SUI LAVORI PUBBLICI
• AUTORITA’ PER L’ENERGIA ELETTRICA E IL GAS
• GARANTE PER LA TUTELA DELLE PERSONE E DI ALTRI SOGGETTI
RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI
• COMMISSIONE DI GARANZIA PER L’ATTUAZIONE DELLA LEGGE
SUL DIRITTO DI SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI
Le autorità sono indipendenti dal potere politico del Governo pur dovendo di norma
trasmettergli relazioni,oltre che al Parlamento,in ordine all’attività svolta.
Di conseguenza non sono tenute ad adeguarsi all’indirizzo politico espresso dalla
maggioranza e adottano decisioni simili a quelle degli organi giurisdizionali.
Problematiche relative all’assenza di copertura costituzionale nei loro confronti.
ENTI PARASTATALI
Termine utilizzato dal 1975 per definire gli enti disciplinati dalla L. 70/1975. La
legge si applica a tutti gli enti con esclusione di quelli espressamente indicati e li
raggruppa in 7 categorie in base al settore d’attività:
1. enti che gestiscono forme obbligatorie di previdenza e assistenza
2. enti di assistenza generica
3. enti di promozione economica
4. enti preposti a settori di pubblico interesse
5. enti preposti ad attività sportive,turistiche e del tempo libero
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6. enti scientifici di ricerca e di sperimentazione
7. enti culturali e di promozione turistica
La legge ha reso uniforme lo stato giuridico e il trattamento dei dipendenti degli
enti,ha stabilito le modalità di nomina,revoca e conferma degli amministratori;ha
disciplinato la gestione finanziaria e contabile e le modalità di controllo e vigilanza
Art. 30 L.70/1975 :tutti gli enti del parastato sono soggetti al controllo della Corte
dei Conti (ad esempio INPS e INAIL)
Anche il CONI è ricompresso tra gli enti parastatali,ma non è stato trasformato (ma
la L.178/2002 gli affianca una società per azioni)
Dato che gli enti pubblici economici operano con strumenti di diritto comune,si
contesta la possibilità di riferire loro la nozione di autarchia. Esiste comunque un
minimum di potestà pubblica:
1. poteri di autocertificazione
2. poteri di autoorganizzazione interna
3. prerogativa dell’autotutela
CAMERE DI COMMERCIO,INDUSTRIA,ARTIGIANATO E
AGRICOLTURA:sono enti di diritto pubblico che svolgono funzioni di interesse
generale per il sistema della imprese. Sono enti d’appartenenza necessaria di tipo
associativo a competenza territoriale delimitata(a base provinciale) che raggruppano
commercianti,industriali,agricoltori e artigiani.
Compiti principali:
1. cura degli interessi delle categorie rappresentate
2. tenuta del registro delle imprese
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3. formazione di mercuriali e listini prezzi
4. amministrazione delle borse valori
5. funzioni di supporto e di promozione degli interessi generali delle imprese
6. promozione della formazione di commissioni arbitrali e conciliative per la
soluzione delle controversie tra imprenditori e tra questi e gli imprenditori
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L’art. 117 prevede la potestà legislativa regionale concorrente,relativamente ad
alcune materie e stabilisce che alle regioni spetta (ma non è riservata) la potestà
legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla
legislazione dello Stato.
Art. 118 Le regioni esercitano funzioni amministrative conferite loro per assicurare
l’esercizio unitario sulla base dei principi di sussidiarietà,differenziazione ed
adeguatezza (presumibilmente saranno le funzioni di indirizzo,programmazione e
controllo)
Art. 121 Cost. Il presidente della giunta regionale dirige le funzioni amministrative
delegate dallo Stato alla regione ,conformandosi alle istruzioni del governo della
Repubblica.
La Costituzione prevede anche intese con altre regioni,per il migliore esercizio delle
proprie funzioni,anche con individuazione di organi comuni.
La L. 31/2003 prevede la figura del rappresentante dello Stato per i rapporti con il
sistema delle autonomie.
Art. 3 co. 4 l. 20/1994 Il controllo sulla gestione del bilancio e del patrimonio
esercitato dalla corte dei conti anche nei confronti delle amministrazioni regionali
concerne il perseguimento degli obiettivi stabilititi dalle leggi di principio e di
programma.
Controllo sugli organ. l’art. 126 prevede la possibilità che il consiglio regionale
venga sciolto e il presidente della Giunta rimosso con decreto del presidente della
repubblica,sentita una commissione di deputati e senatori costituita per le questioni
regionali,quando abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni
di legge.
Organizzazione regionale
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3. Presidente della Giunta regionale:rappresenta la regione;dirige la politica della
giunta e ne è responsabile;promulga le leggi ed emana i regolamenti
regionali;dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla
regione,conformandosi alle istruzioni del Governo della Repubblica
Delega di funzioni
Per la cura degli interessi ad essa affidati la regione ,oltre ad impiegare il modello di
amministrazione diretta e il conferimento di funzioni agli enti locali,può avvalersi
anche di enti dipendenti,che si caratterizzano come uffici regionali entificati.
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espressamente i principi che costituiscono limite inderogabile per l’autonomia
normativa dei Comuni e delle Province.
T.U. enti locali riconosce che “le comunità locali,ordinate in comuni e province
sono autonome” e dispone che “i comuni e le province hanno autonomia
statutaria ,normativa,organizzativa,ed amministrativa,nonché autonomia impositiva
e finanziaria nell’ambito dei propri statuti e regolamenti e delle leggi di
coordinamento della finanza pubblica.
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Art. 90 t.u. :uffici di supporto per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e di
controllo.
Nei comuni con popolazione superiore a 15000 abitanti e nelle province gli
assessori sono nominati anche al di fuori dei componenti il consiglio (negli altri la
possibilità può essere prevista dallo statuto)
Dirigenti comunali/provinciali
Svolgono la propria attività sulla base di incarichi a tempo determinato,e sono
responsabili,in relazione agli obiettivi dell’ente,della correttezza amministrativa e
dell’efficienza della gestione ed hanno tutti i compiti di attuazione degli obiettivi e
dei programmi definiti con atti di indirizzo adottati dall’organo politico.
Ai dirigenti è attribuita la gestione amministrativa,finanziaria e tecnica mediante
autonomi poteri di spesa ,di organizzazione delle risorse umane ,strumentali e di
controllo. Sulla base dello Statuto e del regolamento possono esercitare funzioni
delegate dal sindaco
Segretario (comunale/provinciale)
Organo alle dipendenze dello Stato e nominato dall’amministrazione degli interni
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(dopo la L. 549/1995)
Tale organo,pur legato da un rapporto funzionale con l’ente,dipende da apposita
agenzia avente personalità giuridica di diritto pubblico sottoposta alla vigilanza del
ministero dell’interno,ed è nominato dal sindaco tra gli iscritti in apposito albo,per
la durata del mandato del sindaco.
Compiti e funzioni
Il segretario svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-
amministrativa nei confronti degli organi dell’ente in ordine alla conformità
dell’azione amministrativa alle leggi,allo Statuto e ai regolamenti (art 97 t.u.)
Tale organo partecipa,con funzioni consultive,referenti e di assistenza alle riunioni
del Consiglio e della giunta e ne cura la verbalizzazione.
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Capacità giuridica:idoneità di un soggetto ad essere titolare di situazioni
giuridiche.
Nota Bene:l’interesse legittimo non sorge tutte le volte in cui un soggetto venga
implicato dall’esercizio di un potere,bensì quando la soddisfazione del suo interesse
dipende dall’esercizio di un potere.
L’interesse legittimo è un interesse differenziato rispetto ad altri interessi e
qualificato da una norma.
Libertà di concorrenza
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Libertà di circolazione dei beni
POTERI AMMINISTRATIVI
POTERI SANZIONATORI
Sanzione:conseguenza sfavorevole di un illecito applicata coattivamente dallo Stato
o da altro ente pubblico.
Illecito:violazione di un precetto compiuta da un soggetto
Sanzione:
• ha carattere affittivo
• è la conseguenza del comportamento antigiuridico dio un soggetto,di cui è
diretta e immediata conseguenza
sanzione amministrativa misura affittiva non consistente in una pena criminale o
in una sanzione civile,irrogata nell’esercizio di potestà amministrativa come
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conseguenza di un comportamento assunto da un soggetto in violazione di una
norma o di un provvedimento amministrativo.
Sanzioni ripristinatorie:che colpiscono le res e mirano a reintegrare l’interesse
pubblico leso.
Sanzioni afflittive:si rivolgono direttamente all’autore dell’illecito.
Sanzioni disciplinari:si riferiscono ai soggetti che si trovano in un peculiare
rapporto con l’amministrazione. Ai dipendenti presso le pubbliche amministrazioni
si applicano l’art.2106 c.c. e art. 7 L.300/1970.Sono devolute al giudice ordinario
tutte le controversie attinenti al loro rapporto di lavoro,comprese quelle riguardanti
le sanzioni disciplinari.
Sanzioni accessorie:consistono nella privazione o nella sospensione di facoltà o
diritti derivanti da provvedimenti della P.A.
L. 689/1981 prevede una riserva di legge per l’illecito amministrativo.Ai fini
dell’esistenza dell’illecito si richiede il dolo o la colpa.
Art. 71 T. U.:il controllo sulle dichiarazione sostitutive deve avvenire in tutti i casi
in cui sorgano fondati dubbi sulla loro veridicità.E’ effettuato secondo due
modalità:
1. consultando gli archivi dell’amministrazione certificante
2. richiedendo conferma scritta della corrispondenza di quanto dichiarato con le
risultanze dei registri
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Esempio:chiamata alle armi,bandi di concorso,ordinanze del ministero della
pubblica amministrazione per la determinazione delle modalità di conferimento di
incarichi e di supplenze e di trasferimento degli insegnanti,atti con cui si aggiornano
i canoni di concessione di beni demaniali e patrimoniali dello Stato.
Sono ricollegabili allo schema NORMA-POTERE-EFFETTO.Non sono
caratterizzati dall’astrattezza,in quanto la produzione dell’effetto non necessità di
ulteriore esercizio di poteri da parte di altro o medesimo soggetto pubblico.
45
Le norme di relazione proteggono in particolare i diritti soggettivi. Quindi la
violazione di una norma di relazione comporta la lesione di un diritto soggettivo.
46
Regolamenti attuativi e integrativi rispetto a leggi che pongono norme di
principio,possono essere adottati al di fuori delle materie riservate alla competenza
regionale. Possono sviluppare i principi posti dalla legge,introducendo elementi
d’integrazione.
Regolamenti indipendenti sono emanati per disciplinare le materie in cui ancora
manchi la disciplina da parte di leggi o atti aventi forza di legge,sempre che non
siano materie comunque riservate alla legge.
Regolamenti che disciplinano l’organizzazione e il funzionamento delle
amministrazioni pubbliche secondo le disposizioni dettate dalla legge.
Art. 17 L. 400/1988 l’organizzazione e la disciplina degli uffici dei ministeri sono
determinate con regolamento governativo emanato ai sensi del co. 2.
L’art. 17 co. 2 L. 400/1988 disciplina i regolamenti di delegificazione:”con decreto
del presidente della Repubblica,previa deliberazione del C.d.M.,sentito il Consiglio
di Stato,sono emanati i regolamenti per la disciplina delle materie,non coperte da
riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione,per le quali la legge della
Repubblica,autorizzando l’esercizio della potestà regolamentare del
governo,determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono
l’abrogazione delle norme vigenti,con effetto dall’entrata in vigore delle norme
regolamentari”.
L’effetto abrogante è da riferire alla legge che autorizza l’emanazione e non al
regolamento stesso.
Fonti secondarie
L’autonomia normativa è riconosciuta non solo a Stato e regioni ma anche ad altri
enti pubblici,con l’emanazione di Statuti e regolamenti. L’autonomia statutaria e
regolamentare è stata espressamente riconosciuta dalla L. 142/1990,secondo un
modello nel quale alla legge spetta dettare linee fondamentali dell’organizzazione
dell’ente,lasciando alle scelte autonome la possibilità di specificare.
E’ un atto espressione di autonomia costituzionalmente garantita,che deve osservare
i principi fissati dalla Costituzione.
L. cost. 3/2001 “comuni,province e città metropolitane sono enti autonomi con
propri statuti,secondo i principi fissati dalla Costituzione.
La normazione degli enti locali non si esaurisce nello Statuto,perché la legge
riconosce loro anche la potestà regolamentare (art. 117 co. 6 Cost.).
Il T.U. enti locali prevede diverse materie da disciplinare con regolamento:
• accesso ai documenti
47
• individuazione dei responsabili del procedimento
• organizzazione delle circoscrizioni
• poteri,organizzazione e forme di pubblicità dei lavori delle commissioni
costituite in seno al Consiglio
N.B. :non sono fonti del diritto le circolari,gli atti che pongono le norme interne e la
prassi.
48
In sede giurisdizionale,il terzo potrà far valere e dedurre anche i vizi che attengono
agli atti endoprocedimentale,in quanto hanno concorso alla formazione del
provvedimento che ha concluso il procedimento.
Pluriqualificazione e delle fattispecie giuridiche:lo stesso atto può rilevare sia
come atto del procedimento sia come atto lesivo di posizioni giuridiche di alcuni
terzi.
L’effetto esterno può essere prodotto anche da un atto che determini l’arresto del
procedimento.
Il rapporto può derivare dal fatto che alcuni procedimenti costituiscono una fase di
un procedimento principale (subprocedimenti)
I procedimenti si dicono connessi quando l’atto conclusivo di un autonomo
procedimento,condiziona l’esercizio del potere che si svolge nel corso di un altro
procedimento (connessione funzionale)
Presupposizione:al fine di esercitare legittimamente un potere,occorre la
sussistenza di un certo atto che funge da presupposto di un altro procedimento in
quanto crea una qualità in un bene,cosa o persona che costituisce oggetto anche del
successivo provvedere (esempio:dichiarazione di pubblica utilità ripetto
all’emanazione del decreto di esproprio).
Presupposto: art. 3 L. 241/1990 Si tratta di una circostanza che deve sussistere
affinché il potere sia legittimamente esercitato.
Iniziativa d’ufficio:
50
Dovere di concludere il procedimento
Art. 2 L.241/1990 entro il termine stabilito il procedimento deve essere concluso.
Il procedimento si conclude con l’emanazione dell’ultimo atto della serie
procedimentale,che non necessariamente coincide con il provvedimento.
esempio:atti di controllo o accettazione dell’interessato,che seguono l’emanazione
del provvedimento.
Il legislatore chiarisce che la P.A. ha il dovere di concludere il
procedimento,mediante l’adozione di un provvedimento espresso.il termine si
intende rispettato quando entro 30 giorni emani il provvedimento finale.
51
Dovere di concludere il procedimento
Art. 2 L.241/1990 entro il termine stabilito il procedimento deve essere concluso.
Il procedimento si conclude con l’emanazione dell’ultimo atto della serie
procedimentale,che non necessariamente coincide con il provvedimento. esempio:atti d
controllo o accettazione dell’interessato,che seguono l’emanazione del provvedimento.
Il legislatore chiarisce che la P.A. ha il dovere di concludere il procedimento,mediante
l’adozione di un provvedimento espresso.il termine si intende rispettato quando entro 30
giorni emani il provvedimento finale.
Principio tempus regit actum Ogni atto deve essere disciplinato dalla normativa vigen
al momento in cui essa è posta in essere.il principio vale anche per il provvedimento
finale,così,nell’ipotesi in cui la sua emanazione richieda,ai sensi della normativa
52
sopravvenuta,l’esistenza di atti endoprocedimentali non previsti dalla legge precedente
non sussistenti,l’amministrazione dovrà rifiutarsi di emanarlo (fatta salva l’ipotesi di
integrazione).
53
Concerto:istituto che si riscontra di norma nelle relazioni tra organi dello stesso
ente:solo l’autorità concertante ha potere di iniziativa.
Intesa:di norma viene raggiunta tra enti differenti ai quali si imputa l’effetto
(un’amministrazione deve chiedere l’intesa ad altra autorità ,il cui consenso condiziona
l’atto finale)
SILENZIO-INADEMPIMENTO,SILENZIO-RIGETTO,SILENZIO
SIGNIFICATIVO,SILENZIO DEVOLUTIVO
54
Silenzio significativo:l’ordinamento collega al decorso del termine la produzione di un
effetto equipollente all’emanazione di un provvedimento favorevole (silenzio assenso)
o di diniego (silenzio-diniego) a seguito di un’istanza di un privato titolare di un
interesse pretensivo.
Esempio di silenzio diniego:art. 53 d.lgs. 165/2001 ai sensi del quale l’autorizzazione
richiesta dai dipendenti pubblica all’amministrazione di appartenenza al fine dello
svolgimento di incarichi retribuiti si intende definitivamente negata quando sia
inutilmente decorso il termine di 30 giorni per provvedere.
55
Provvedimento:atto con cui si chiude il procedimento amministrativo (è emanato
dall’organo competente). Soltanto il provvedimento è dotato di effetti sul piano
dell’ordinamento generale.
Comunque l’amministrazione pone anche in essere comportamenti giuridicamente
rilevanti che non sono atti amministrativi in senso proprio (operazioni materiali e
misure di partecipazione)
Agli atti amministrativi si applicano alcune delle norme del codice civile per
l’interpretazione del contratto:
art. 1362 c.c. rilevanza dell’intenzione del soggetto e comportamento complessivo
art.1363 c.c. le clausole si interpretano l’una per mezzo delle altre
art. 1364 c.c. l’atto non si riferisce che agli oggetti suoi propri
art.1367 c.c. le disposizioni devono interpretarsi nel senso in cui possono avere
qualche effetto.
Art.1366 c.c. il contratto si deve interpretare secondo buona fede.
57
termine passivo della vicenda che verrà a prodursi in seguito all’azione
amministrativa:deve essere possibile,lecito,determinato e determinabile. l’oggetto può
essere il bene,la situazione giuridica o l’attività destinati a subire effetti giuridici.
Il potere e il corrispondente provvedimento sono caratterizzati dalla preordinazione alla
cura dell’interesse pubblico che è risultato vincente nel giudizio di bilanciamento tra
valori diversi,risolto dalla norma di relazione (finalità o causa del potere).
La legge attributiva del potere può inoltre prevedere che l’atto debba rivestire una certa
forma a pena di nullità (di norma si tratta della forma scritta)
l’analisi dei vizi va condotta tenendo conto che essi conseguono alla violazione delle
norme di azione,cioè delle disposizioni che attengono alle modalità di esercizio di un
potere..
incompetenza:vizio che consegue alla violazione della norma di azione che definisce
la competenza dell’organo,e cioè il quantum di funzioni spettante all’organo stesso.
Incompetenza assoluta:violazione di una norma attinente all’elemento soggettivo ma
che sia norma di relazione.
Incompetenza relativa:consegue alla violazione di norme di azione (l’atto sarà nullo
per carenza di potere).
Tipi di incompetenza:
l’incompetenza può aversi per:
59
• materia
• valore
• grado
• territorio
Il vizio di violazione di legge sussiste allorché si violi una qualsiasi altra norma di
azione generale ed astratta che non attenga alla competenza.
Il vizio ricorre dunque in tutti i casi in cui sia violata una norma di
azione,indipendentemente dal fatto che essa sia contenuta nella legge in senso
formale,ovvero in altra fonte (Costituzione,normativa
comunitaria,regolamento,statuto,etc..)
La violazione di legge abbraccia moltissime situazioni:
• violazioni procedimentale
• vizi di forma
• Carenza di presupposti fissati dalla legge
• Violazione delle norme sulla formazione della volontà collegiale
• Violazione del principio di parità di trattamento
60
meritano un cenno particolare i vizi della motivazione e la violazione delle circolari e
delle norme interne.
Ricorre eccesso di potere allorché la motivazione sia:
• insufficiente
• incongrua (dà peso indebito ad alcuni profili)
• contraddittoria
• apodittica
• dubbiosa
• illogica
• perplessa
in tali ipotesi si parla di difetto di motivazione.
L’assenza di motivazione (altrimenti detta carenza di motivazione) oggi dà luogo al
vizio di violazione di legge,atteso che la motivazione è obbligatoria.
Costituiscono eccesso di potere anche le violazione i di circolari ,di ordini e di
istruzioni di servizio e il mancato rispetto della prassi amministrativa.
Norme interne
Norme non operanti per l’ordinamento generale,non aventi la natura di norme
giuridiche e destinate a disciplinare soltanto i rapporti interni.
62
il provvedimento che viene adottato quando l’amministrazione verifica l’insussistenza
di vizi nell’atto sottoposto a riesame viene definito atto di conferma o atto
confermativo.
Presupposti dell’annullamento:
Illegittimità del provvedimento e sussistenza di un interesse pubblico specifico.
Efficacia dell’annullamento
La produzione degli effetti retroattivi dell’annullamento può essere impedita
dall’esistenza di situazioni già consolidate non suscettibili di rimozione o la cui
rimozione configgerebbe con il principio di buona fede o di affidamento ingenerato in
capo a chi vi abbia dato esecuzione.
Convalescenza
Il potere di annullamento viene esercitato senza un limite temporale,pur se l’eccessivo
decorso del tempo,rapportato all’affidamento ingenerato nei terzi,può causare
l’illegittimità del relativo atto.in questo caso ricorre la figura della convalescenza
dell’atto per decorso del tempo,la quale impedisce l’annullamento d’ufficio di atti
illegittimi qualora essi abbiano prodotto i loro effetti per un periodo adeguatamente
lungo.
Titolarità del potere di annullamento
Spetta all’autorità che ha emanato l’atto, o a quella gerarchicamente superiore.
Potere governativo di annullamento
L’ordinamento prevede il potere del governo di procedere in ogni tempo (art. 118
T.U. enti locali e art.2 L.400/1988) all’annullamento degli atti di ogni
amministrazione. Il potere in esame ha carattere straordinario,ed è da ascrivere a quelli
di alta amministrazione (il provvedimento, su proposta del ministro dell’interno, è
63
emanato,d’ufficio o su denuncia,con decreto del presidente della Repubblica ,su
deliberazione del Consiglio dei ministri e previo parere del consiglio di Stato).
Conversione:istituto che riguarda gli atti nulli.In luogo dell’atto nullo è da considerare
esistente un differente atto ,purchè sussistano tutti i requisiti di questo.Opera ex tunc.
In dottrina e in giurisprudenza si ammette talora la possibilità della conversione anche
di atti annullabili.
64
Revoca:provvedimento che fa venire meno la vigenza degli atti ad efficacia durevole,a
conclusione di un procedimento per verificare se i risultati cui si è pervenuti meritano
di essere conservati
65
ACCORDI AMMINISTRATIVI
Accordi tra amministrazione e privati ex. Art.11, L.7 agosto 1990 ,n.241
Accordi sostitutivi di provvedimento:tiene luogo del provvedimento ed è soggetto
ai medesimi controlli previsti per i provvedimenti.
Accordo integrativo:accordo endoprocedimentale destinato a riversarsi nel
provvedimento finale.E’ ammissibile soltanto nell’ipotesi in cui il provvedimento
sia discrezionale e fa sorgere un vincolo tra le parti. L’amministrazione è tenuta ad
emanare un provvedimento corrispondente al tenore dell’accordo.
Contratti di programma:
atto mediante il quale i soggetti pubblici e privati raggiungono intese mirate al
conseguimento di obiettivi comuni. In questo il contratto di programma si
contrappone all’accordo di programma,che coinvolge soltanto soggetti pubblici.
Forme di contratto simili:
• Programmazione negoziata
• Intese istituzionali di programma
• Accordi di programma quadro
• Patti territoriali
• Contratti di programma
• Contratti d’area
Gli accordi tra amministrazioni sono impiegati come strumenti per concordare lo
svolgimento di attività in comune in un contesto in cui la frammentazione dei poteri
richiede misure di raccordo e di semplificazione.
Accordi di programma:vedi art. 34 T.U. enti locali. Rispetto alla norma base
costituita dall’art. 15 L.241,gli accordi di programma del testo unico enti locali si
caratterizzano per la specificità dell’oggetto,per il carattere fortemente
discrezionale,e per il contenuto di regolamentazione dell’esercizio dei poteri delle
amministrazioni interessate.
Con riguardo ai riflessi sul bilancio dell’ente si opera la distinzione tra contratti
attivi (se mediante essi l’amministrazione si procura entrate,vendite e locazioni) e
contratti passivi (attraverso i quali l’amministrazione si procura beni e
servizi,quindi tali contratti comportano l’erogazione di spese).
67
pubbliche è svolta sia dall’avvocatura dello Stato sia dal consiglio superiore dei
lavori pubblici.
Ai sensi dell’art.3 r.d. 2240/1923 l’asta è obbligatoria per i contratti dai quali deriva
un’entrata per lo Stato (contratti attivi) salvo che non sia opportuno ricorrere alla
licitazione.
L’ asta pubblica è il pubblico incanto aperto a tutti gli interessati che posseggano i
requisiti fissati nel bando ,mentre la licitazione privata è la gara caratterizzata dal
fatto che ad essa sono invitate a partecipare soltanto le ditte che in base ad una
valutazione preliminare sono ritenute idonee a concludere il contratto. Nell’asta
pubblica e nella licitazione privata la pubblica amministrazione predefinisce
compiutamente lo schema negoziale, senza che il privato possa negoziare il
contenuto del contratto.
La procedura è ristretta nella gara privata e aperta in quella pubblica:a livello
comunitario si parla di procedure aperte e di procedure ristrette (cioè asta e
licitazione).
La struttura della gara,simile nelle due ipotesi,è caratterizzata dalla presenza del
bando di gara nell’asta pubblica, e dell’invito nella licitazione (solo per gli
interessati).
Il procedimento si articola nelle fasi della pubblicazione del bando e della
presentazione delle offerte (cui segue la valutazione delle offerte,la scelta della
migliore e l’aggiudicazione) se si tratta di asta,mentre la licitazione di norma si
svolge con le seguenti scansioni:
• Avviso o bando
• Richiesta di invito da parte degli interessati
• Invito a partecipare rivolto dalla stazione appaltante agli interessati
68
• Valutazione delle offerte
• Scelta dell’offerta migliore
• Aggiudicazione
I soggetti ammessi alle gare per affidamento di appalti sono non solo imprese e
società ,ma anche consorzi tra società cooperative e tra imprese artigiane,consorzi
stabili e associazioni temporanee costituite ai soli costituite ai soli fini della
partecipazione all’appalto dai predetti soggetti che conferiscono mandato collettivo
speciale con rappresentanza ad uno di essi,il quale esprime l’offerta in nome e per
conto anche dei mandanti.
70
giurisprudenza utilizza la figura della caducazione automatica del contratto ,come
conseguenza dell’annullamento dell’aggiudicazione.
71
Art.345:l’amministrazione può risolvere in qualunque tempo i contratti d’appalto di
opere,verso la corresponsione del pagamento dei lavori eseguiti ,dei materiali
esistenti in cantiere e del decimo dell’importo dei lavori rimasti ineseguiti.
Appalti di servizi: sono i contratti a titolo oneroso stipulati in forma scritta tra un
prestatore di servizi e un’amministrazione aggiudicatrice,aventi ad oggetto la
prestazione di servizi indicati in due appositi allegati. L’ambito di applicazione del
decreto è limitato agli appalti il cui valore stimato sia uguale o superiore al
controvalore in euro di 20000 valori speciali di prelievo .
72
Appalti nei settori esclusi:per lungo tempo la normativa comunitaria ha escluso
dal proprio ambito di applicazione gli appalti relativi ai settori dell’acqua,
dell’energia ,dei trasporti e delle telecomunicazioni.
Direttiva 531/1990 e direttiva 38/1993 : l’Unione europea ha proceduto a dettare
un’organica disciplina degli appalti di lavori,di servizi e di forniture indetti nei
settori esclusi.
d.lgs. 158/1995:l’Italia ha recepito la disciplina comunitaria sugli appalti in tsali
settori.
Affinché in capo alla P.A. sorga l’obbligo di risarcimento occorre che intercorra tra
questa e l’agente un rapporto senza il quale non vi è luogo a configurare una
responsabilità per un fatto altrui.
Sentenza Corte cost. n.2/1968 :se una norma legislativa sulla responsabilità del
funzionario o dipendente non la nega totalmente o non esclude del tutto quella
dello Stato ,essa è conforme a Costituzione,con ciò ammettendo che qualsiasi
legge,anche amministrativa,possa sancire una disciplina diversa da quella delle
leggi civili e più favorevole all’impiegato e all’ente da cui dipende ,purchè non la
annulli in toto.
74
Responsabilità precontrattuale:per violazione dell’art. 1337 c.c. (dovere di buona
fede nelle trattative e nella formazione del contratto) e dell’art.1338 c.c. (che si
occupa del dovere di comunicare all’altra parte le cause di invalidità del contratto).
76
• Danno
• Nesso di causalità
77
Il servizio pubblico è assunto dal soggetto pubblico con legge o con un atto
generale,rendendo doverosa la conseguente attività. Alla fase dell’assunzione del
servizio segue quella della sua erogazione,e cioè la concreta attività volta a fornire
prestazioni ai cittadini. L’ordinamento prevede forme tipizzate di gestione
,contemplando spesso anche l’intervento di privati. Di recente si è introdotto
l’impiego del contratto di servizio quale strumento per disciplinare i rapporti tra
l’amministrazione e soggetto esercente.
Al fine di garantire la continuità dell’offerta di una prestazione,la disciplina
comunitaria talora prevede il meccanismo,alternativo rispetto al
contratto,dell’imposizione ai privati già presenti sul mercato di obblighi di
servizio.
Per quanto riguarda i servizi pubblici locali che rientrano nella titolarità di comuni e
province gli artt.112 e ss. T.U. enti locali distinguono tra i servizi a rilevanza
economica (energia elettrica,trasporto,raccolta rifiuti e ciclo delle acque) e servizi
privi di tale rilevanza.
L’erogazione del servizio avviene secondo le discipline di settore con conferimento
della titolarità del servizio:
• a società di capitali individuate
• a società a capitale misto pubblico
• a società a capitale interamente pubblico
accanto all’affidamento mediante gara la legge prevede l’affidamento diretto a
società pubbliche secondo il modello dell’in house providing.
78
• con riferimento agli enti locali la legge si riferisce ai servizi indispensabili e
a quelli ritenuti necessari per lo sviluppo della comunità. Sono finanziati dalle
entrate fiscali,le quali integrano comunque la contribuzione erariale per
l’erogazione dei servizi indispensabili.
• Servizi sociali,sono caratterizzati dai seguenti elementi:finalizzazione alla
tutela e alla promozione del benessere della persona,doverosità della
predisposizione degli apparati pubblici necessari per la loro gestione e assenza
del divieto per i privati di svolgere siffatte attività.
• Servizio universale:insieme minimo definito di servizi di determinata qualità
disponibile a tutti gli utenti a prescindere dalla loro ubicazione geografica e ad
un prezzo accessibile. Il servizio pubblico universale,rivolto a tutti i
cittadini,indipendentemente dalle loro condizioni personali ed economiche e
dall’ubicazione territoriale,è nozione elaborata nell’ambito comunitario,ove,a
livello di trattato,il servizio pubblico costituisce oggetto di disciplina indiretta
sul presupposto che possa incidere sul libero gioco della concorrenza.
• Processo di liberalizzazione:le attività di liberalizzazione in passato erano
gestite in situazione di monopolio da concessionari di servizi pubblici. La
liberalizzazione invece comporta l’eliminazione delle barriere all’ingresso.
Adempimento delle obbligazioni pubbliche e responsabilità patrimoniale
dell’amministrazione
Le obbligazioni di carattere patrimoniale sono soggette non solo alla disciplina del
diritto comune,ma anche a quella pubblicistica relativa al pagamento di somme di
denaro da parte dell’amministrazione. Le disposizioni sulla contabilità pubblica
prevedono un procedimento che inizia con la comunicazione agli uffici di
ragioneria dell’atto dal quale deriva l’obbligo di pagare una somma,per la
registrazione dell’impegno,e si chiude con il pagamento della somma.
Luogo dell’adempimento:secondo una teoria,i pagamenti devono essere eseguiti
secondo le regole civilistiche,mentre secondo l’altra il luogo dell’adempimento è
costituito dalla sede degli uffici di tesoreria.
Tempo dell’adempimento:i crediti producono interessi dal momento in cui sono
liquidi ed esigibili. L’esaurimento della procedura di erogazione della spesa non
condiziona il sorgere degli interessi.
La disciplina del procedimento contabile stabilisce ora che i pagamenti avvengano
nel tempo stabilito dalle leggi,dai regolamenti,e dagli atti amministrativi generali:in
ogni caso,alla scadenza del termine per il pagamento il credito liquido si deve
senz’altro ritenere esigibile.
Le parti,nella propria libertà contrattuale,possono stabilire un termine superiore a
quello legale,a condizione che le diverse pattuizioni siano stabilite per iscritto e
rispettino i limiti concordati nell’ambito di accordi sottoscritti,presso il ministero
delle attività produttive,dalle organizzazioni maggiormente rappresentative a livello
79
nazionale della produzione,della trasformazione,e della distribuzione per categorie
di prodotti deteriorabili specifici.
GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
Giustizia amministrativa:definizione
Con il termine giustizia amministrativa si indica un complesso di istituti
assoggettati a differenti discipline.
La giustizia amministrativa comprende:
• Disposizioni che trovano applicazione ad opera del giudice amministrativo o
di un giudice amministrativo speciale
• Parte delle disposizioni relative al giudizio che si svolge dinanzi al giudice
ordinario
• Normativa sui ricorsi amministrativi
Di tali discipline alcune sono di natura processuale,altre di natura sostanziale. La
giustizia amministrativa italiana si caratterizza per la presenza di rimedi
giurisdizionali (di fronte al giudice ordinario,a quello amministrativo,e ai giudici
amministrativi speciali).
80
Inoltre confluisce in essa un intero processo (amministrativo),mentre per ciò che
attiene al giudice ordinario,le trattazioni di giustizia amministrativa si occupano di
studiare le disposizioni processuali che trovano applicazione quando parte del
rapporto processuale sia una pubblica amministrazione.
Disciplina costituzionale
La Costituzione si è inserita in un contesto caratterizzato da due
giurisdizioni:quella del giudice ordinario,delineata dalla legge abolitrice del
contenzioso del 1865 in ragione del criterio della situazione giuridica lesa e quella
del giudice amministrativo nata nel 1889.
Si aggiunga la presenza di giurisdizioni amministrative speciali,quali la Corte dei
conti e il tribunale superiore delle acque pubbliche,e di rimedi amministrativi
(ricorso straordinario al capo dello Stato e ricorso gerarchico).
La Costituzione ha esplicitato il principio di ripartizione della giurisdizione tra i
due ordini di giudici,fondato sulla natura della situazione giuridica soggettiva
lesa,demandando al giudice ordinario la tutela dei diritti e a quello amministrativo
la tutela degli interessi legittimi (artt.24,103 e 113 C.).
La Corte costituzionale,con sent. N.204/2004 ha statuito che la giurisdizione
esclusiva può essere introdotta soltanto nelle materie in cui l’amministrazione
agisce come autorità.
Conflitti
Nel nostro ordinamento i conflitti possono essere:
• conflitti di attribuzione,allorché sorgano tra soggetti dotati di una sfera di
competenza costituzionalmente riservata:la Costituzione affida alla Corte
costituzionale il compito di fornire loro soluzione.
• Conflitti di giurisdizione,se riguardano organi appartenenti a diversi organi
giurisdizionali;la loro soluzione spetta alla Corte di cassazione a sezioni unite
• Conflitti di competenza (amministrativi o giurisdizionali),nell’ipotesi in cui
sorgano tra organi appartenenti allo stesso soggetto o allo stesso complesso
giurisdizionale;la soluzione dei conflitti amministrativi spetta all’organo
sovraordinato,mentre per quanto attiene ai conflitti giurisdizionali,la loro
risoluzione è affidata alla corte di cassazione a sezione semplice,ovvero
nell’ipotesi di giudice speciale,a quello di grado più elevato.
81
competenze trasferite al tribunale,che risulta suddiviso in tribunale che giudica in
composizione monocratica e tribunale che giudica in composizione collegiale.
Artt.2,4,e 5 L.2248/1865:individuano sia l’ambito di giurisdizione spettante al
giudice ordinario in relazione alle controversie che coinvolgano una pubblica
amministrazione,sia i poteri del giudice medesimo.
Ai sensi dell’art.2 ,i giudici ordinari conoscono di tutte le controversie in cui si
faccia questione di un diritto civile o politico,nonché di tutte le cause per
contravvenzione.
Art.4 L.2248/1865:quando la contestazione cade sopra un diritto che si pretende
leso da un atto dell’autorità amministrativa, i tribunali si limiteranno a conoscere
degli effetti dell’atto stesso in relazione all’oggetto dedotto in giudizio. L’atto
amministrativo non potrà essere revocato o modificato se non sovra ricorso alle
competenti autorità amministrative,le quali si conformeranno al giudicato in quanto
riguarda il caso deciso.
La pronuncia del giudice non ha efficacia erga omnes ,ma vale soltanto per il caso
deciso ed inter partes,in quanto il giudice si limita a conoscere degli effetti dell’atto
in relazione all’oggetto dedotto in giudizio. Il giudizio di cui tale norme si occupa
ha per oggetto la lesione del diritto e non la legittimità dell’atto.
Art.5:”in questo,come in ogni altro caso,le autorità giudiziarie applicheranno gli
atti amministrativi ed i regolamenti generali e locali in quanto siano conformi a
legge. Da questa norma è stato tratto l’istituto della disapplicazione del
provvedimento amministrativo.
Art. 4 co.2: le autorità amministrative hanno l’obbligo di conformarsi al giudicato
dei tribunali per quanto riguarda il caso deciso. Il privato che abbia ottenuto una
pronuncia favorevole può rivolgersi all’amministrazione al fine di ottenere la
rimozione dell’atto.
La legge istitutiva della IV sezione del consiglio di Stato ha introdotto nel 1889 il
rimedio del ricorso di ottemperanza,che consente alla parte che abbia ottenuto una
pronuncia favorevole del giudice ordinario di rivolgersi al giudice ammnistrativo
nel caso in cui l’amministrazione nel caso in cui l’amministrazione non si conformi
al giudicato.
L’atto è disapplicabile quando sia affetto da qualsiasi vizio di legittimità,atteso che
la legge non pone alcuna limitazione. Il sindacato non si estende al merito. Il potere
di disapplicazione è esercitatile d’ufficio.
Espresso potere del potere di disapplicazione degli atti amministrativi illegittimi è
effettuato dalla legge nei riguardi delle controversie attinenti al rapporto di lavoro
presso le P.A. e devolute dal d.lgs. 165/2001 al giudice ordinario,in funzione di
giudice del lavoro.
Parte della dottrina e della giurisprudenza ritiene che il potere di disapplicazione sia
esercitatile anche dal giudice penale.
82
Il potere di disapplicazione è stato di recente riconosciuto in capo al giudice
ammnistrativo. Un cenno merita la normativa che ha affermato la giurisdizione del
giudice ordinario in materia di danno ambientale. Ai sensi dell’art.
18,L.349/1986.
83
Processo di esecuzione
Nei casi in cui siano ammissibili sentenze di condanna,si pone il problema della
tutela che può essere offerta al privato ove l’amministrazione si rifiuti di
eseguirla spontaneamente.
Il codice di procedura civile prevede il rimedio della esecuzione in forma specifica
(esecuzione forzata per consegna o rilascio,esecuzione forzata di obblighi di fare e
di non fare) e quello della espropriazione
Per l’esecuzione delle sentenze di condanna si ammette dal consiglio di Stato la via
rappresentata dal giudizio di ottemperanza che consente al giudice ammnistrativo di
sostituirsi all’amministrazione.
IL GIUDICE AMMINISTRATIVO
86
Questioni patrimoniali consequenziali:le questioni sono consequenziali
quando,pur derivando dalla pronuncia di illegittimità,non ne costituiscono
conseguenza immediata. Si tratta delle pretese che non trovano la fonte diretta nel
rapporto dedotto in giudizio,anche se tale rapporto costituisce il loro presupposto.
Costituisce in particolare questione patrimoniale consequenziale la pretesa al
risarcimento del danno conseguente alla lesione ingiusta di una situazione
meritevole di tutela.
Sent. 204/2004:la pronuncia di incostituzionalità non investe l’art. 7
L.205/200,atteso che il potere di disporre il risarcimento del danno ingiusto non
costituisce sotto alcun profilo una nuova materia devoluta alla sua
giurisdizione,bensì uno strumento di tutela ulteriore ,rispetto a quello classico
demolitorio.
Art. 6 L.205/2000:ha devoluto alla giurisdizione esclusiva del giudice
amministrativo tutte le controversie relative a procedure di affidamento di
lavori,servizi o forniture svolte da soggetti comunque tenuti,nella scelta del
contraente o del socio ,all’applicazione della normativa comunitaria ovvero al
rispetto dei procedimenti di evidenza pubblica previsti dalla normativa statale
o regionale.
Art. 63 d.lgs. 165/2001:ha disposto la devoluzione al giudice ordinario in funzione
di giudice del lavoro di tutte le controversie riguardanti il rapporto di lavoro
dei dipendenti pubblici,ad eccezione di quelle relative all’assunzione dei
dipendenti e di quelle attinenti ai rapporti di lavoro di alcune categorie di
soggetti (magistrati ordinari,amministrativi e contabili,avvocati e procuratori
dello Stato,personale militare e delle forze di polizia dello Stato,personale di
carriera diplomatica e prefettizia).
Con riferimento alle controversie relative ai rapporti di lavoro sottratte alla
privatizzazione,l’articolo afferma la sussistenza della giurisdizione
esclusiva,specificando che il giudice ammnistrativo decide anche delle controversie
attinenti ai diritti patrimoniali connessi.
Art. 8 L.205/2000:introduce la tutela a cognizione sommaria ,ammettendo la
pronuncia di ingiunzioni di pagamento di somme liquide ed esigibili,nonché la
figura dell’ordinanza provvisoriamente esecutiva con cui il collegio dispone la
condanna al pagamento di somme di denaro in corso di causa.
Poteri di decisione:può emanare sentenze di annullamento,di accertamento,nonché
di condanna dell’amministrazione.
Art.35 d.lgs. 80/1998,prevede,accanto al meccanismo della reintegrazione in forma
specifica,anche quello del risarcimento per equivalente.
Potere di disapplicazione:il giudice amministrativo in sede di giurisdizione
esclusiva può disapplicare anche d’ufficio atti amministrativi a contenuto normativo
contrastanti con norme di rango superiore,ancorché non impugnati.
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Giurisdizione esclusiva ed arbitrato:art. 6,L.205/2000 “le controversie
concernenti diritti soggettivi devolute alla giurisdizione del giudice amministrativo
possono essere risolte mediante arbitrato rituale di diritto”.
Giurisdizione di merito:consente di sindacare non solo la legittimità,bensì anche il
merito dell’atto ammnistrativo,ingerendosi quindi in ambito sottratto in via normale
alla sua cognizione. Nei casi di giurisdizione di merito,aventi carattere eccezionale
perché sussistenti solo nelle materie tassativamente indicate dalla legge,il giudice
conosce anche dei vizi di legittimità:è un’estensione dell’ambito del sindacato del
giudice che non tocca quello attinente ai profili di legittimità.
Il giudice in ogni caso ha il potere di annullare l’atto,nonché quello di riformarlo o
di sostituirlo e di adottare i consequenziali ulteriori provvedimenti. E’ da ritenere
che il giudice possa anche conoscere di tutte le questioni relative all’eventuale
risarcimento danni.
Materie rientranti nella giurisdizione di merito:
• ricorso volto ad ottenere l’adempimento dell’obbligo di conformarsi al
giudicato
• ricorsi per contestazione sui confini di comuni o province
• ricorsi in materia di consorzi per strade che tocchino il territorio di più
province e per opere di bonifica
• ricorsi in tema di strade provinciali e comunali e provvedimenti prefettizi in
materia di opere pubbliche
• ricorsi contro provvedimenti con tingibili e urgenti di sicurezza pubblica del
sindaco in materia di edilizia,polizia locale ed igiene.
RICORSI AMMINISTRATIVI
Sono istanze rivolte dai soggetti interessati ad una pubblica amministrazione per
ottenere la tutela di una situazione giuridica soggettiva che si assume essere lesa da
un provvedimento o da un comportamento amministrativo. Si tratta di rimedi
giuridici offerti per la soluzione di una controversia che può sorgere
dall’emanazione di un atto o in via eccezionale indipendentemente da esso.
I ricorsi amministrativi non hanno natura giurisdizionale:non sono rivolti ad un
giudice ,ma ad un soggetto che non si trova in p0osizione di estraneità rispetto alle
parti in causa e agli interessi coinvolti;il procedimento che si instaura ha carattere
amministrativo,così come l’atto con cui l’autorità si pronuncia è un atto
amministrativo espressione di autotutela,che la dottrina definisce come decisione
amministrativa,in suscettibile di passare in giudicato ed in linea di massima
soggetto al regime degli atti amministrativi con l’eccezione della revocabilità.
I ricorsi amministrativi hanno invece carattere giustiziale:traggono origine da una
controversia sono strumenti di tutela di situazioni giuridiche,sono instaurati su
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istanza di parte,sono retti dal principio della domanda e si svolgono in
contraddittorio tra le parti.
I ricorsi amministrativi presuppongono che sia insorta una vera e propria
controversia e vi sia la presenza di un atto oggetto dell’impugnazione del privato,o
comunque di un assetto di interessi già determinato dall’amministrazione.
Disciplina normativa:la disciplina generale dei ricorsi amministrativi è contenuta
nel d.p.r. 1199/1971 emanato sulla base della delega contenuta nella
L.775/1970:regola il procedimento per la decisione del ricorso e l’istituto del
silenzio rigetto . alcune disposizioni sui ricorsi sono contenute nell’art.20
L.1034/1971 e nella L.241/1990.
Art.117 c.2 costituzione:”la giustizia amministrativa rientra tra le materie riservate
alla legislazione dello Stato”.
Atto definitivo:l’esaurimento di alcuni ricorsi è condizione perché si formi l’atto
definitivo;il ricorso al presidente della Repubblica è straordinario perché esperibile
avverso un atto definitivo (la sussistenza o l’insussistenza della definitività è
l’elemento discriminante per stabilire se un provvedimento sia suscettibile di un
ricorso amministrativo ordinario o invece di un ricorso straordinario).
La definitività si acquisisce con la decisione sul ricorso gerarchico o sul ricorso
gerarchico improprio,ovvero,in caso di mancata decisione dell’autorità adita entro il
termine di 90 giorni dalla proposizione del ricorso.
Sono definitivi anche gli atti espressamente dichiarati tali dalla legge. La
definitività è altresì riferibile agli atti emanati dalle autorità di vertice
dell’amministrazione (definitiva soggettiva).
Oggi i rimedi amministrativi costituiscono di norma un rimedio facoltativo e
aggiuntivo rispetto ai rimedi giuridici,fatta salve l’eccezione del ricorso
straordinario che è un rimedio alternativo al ricorso giurisdizionale amministrativo.
I R.A. offrono ala parte la possibilità di ottenere un’ulteriore pronuncia da parte
dell’amministrazione ;alcuni ricorsi consentono poi di far valere i vizi di merito ,in
linea di massima non sindacabili dal giudice.
Il ricorso amministrativo,a pena di nullità,deve essere redatto in forma scritta ;deve
contenere l’indicazione dell’autorità adita,le generalità del ricorrente,gli estremi del
provvedimento impugnato,i motivi di impugnazione,la data,la sottoscrizione del
ricorrente. Per gli enti pubblici occorre la deliberazione di autorizzazione
dell’organo collegiale competente.
Le decisioni su ricorsi ,analogamente a quanto accade per le sentenze dei
giudici,possono configurarsi come pronunce di accoglimento o di rigetto della
domanda proposta dal ricorrente ovvero dare atto dell’impossibilità di scendere
all’esame del merito per la presenza di ostacoli procedurali (decisioni di rito).
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di legittimità. Per lo più si tratta di ricorsi contro provvedimenti emessi da organi
collegiali,ovvero da un’amministrazione diversa da quella cui appartiene l’organo
decidente.
Ricorso in opposizione:è un ricorso ordinario ed a carattere rinnovatorio,nei casi
tassativamente previsti dalla legge,alla stessa autorità che ha emanato il
provvedimento impugnato,la quale agisce esercitando un potere diverso da quello
utilizzato al momento dell’emanazione dell’atto,allorché aveva operato come
amministrazione attiva. Il ricorrente può fare valere vizi sia di legittimità sia di
merito. Al ricorso in opposizione si applicano per i profili non disciplinati dalla
legge le norme dettate nel capo I,d.p.r. 1199/1971 per il ricorso gerarchico.
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Il ricorso deve essere proposto entro il termine perentorio di centoventi giorni,la cui
ampiezza consente la tutela degli interessi legittimi anche nei casi in cui il termine
per il ricorso giurisdizionale sia scaduto.
Ai fini della decorrenza del termine,si applicano gli stessi principi del ricorso
gerarchico. Entro il termine di 120 giorni,il ricorso non solo deve essere notificato
nei modi e nelle forme prescritti per i ricorsi giurisdizionali ad almeno unoi dei
controinteressati,ma a differenza di quanto accade per i ricorsi giurisdizionali,anche
presentato con la prova dell’eseguita notificazione. Tale presentazione può avvenire
in tre modalità:
1. consegna diretta
2. mediante notificazione
3. mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento
sospensione del provvedimento impugnato:secondo quanto dispone l’art.3
L.205/2000 a richiesta del ricorrente ove siano allegati danni gravi e irreparabili
derivanti dall’esecuzione dell’atto impugnato,la sospensione del medesimo può
essere disposta con atto motivato del ministero competente,su parere del Consiglio
di Stato definito dalla legge conforme,e come tale non suscettibile di essere
disatteso.
Parere del consiglio di Stato
Trascorso il predetto termine di 60 giorni,inizia a decorrerne un altro,di 120
giorni,entro il quale il ministero competente deve effettuare l’istruttoria e
trasmettere il ricorso istruito,insieme con gli atti e i documenti che vi si
riferiscono,al Consiglio di Stato per il parere previsto dalla legge.
Decisione del ricorso
Il ricorso straordinario viene deciso con decreto del presidente della Repubblica,su
proposta del ministro competente in base al parere del Consiglio di Stato. Il parere
del consiglio di Stato è obbligatorio,nel senso che il ministro competente non può
proporre una decisione che da esso si discosti,salvo investire della questione il
Consiglio dei ministri,il quale deve assumere la responsabilità giuridica e politica di
discostarsi dal parere.
Rimedi contro la decisione
La decisione del ricorso straordinario è formalmente un atto amministrativo ed è
assoggettabile all’istituto della disapplicazione da parte dell’autorità
giurisdizionale ordinaria ed è impugnabile dinanzi al giudice ammnistrativo,ma per
soli vizi di forma e di procedimento propri della decisione.
Art.15 co. 1 d.p.r. 1199/1971 :prevede il rimedio della revocazione nei casi previsti
dall’art.395 c.p.c. il ricorso,diretto allo stesso presidente della Repubblica,deve
essere presentato nell’osservanza delle forme previste per il ricorso straordinario.
Esecuzione della decisione:l’amministrazione è tenuta a dare esecuzione alla
decisione. Si negava inizialmente l’esperibilità del ricorso per l’ottemperanza (al
massimo era riconosciuta la possibilità di mettere in mora l’amministrazione). Di
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recente,sulla base del carattere giurisdizionale del parere reso dal Consiglio di
Stato,ha ammesso l’esperibilità del giudizio di ottemperanza in caso di
inottemperanza della decisione del Presidente della Repubblica (ma l’apertura pare
contrastata,viste alcune pronunce della Corte di Cassazione).
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