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GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
Nona edizione
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A cura di
Paolo Dalle Carbonare
nel nostro ordinamento questi istituti sono stati elaborati per la tutela del cittadino che abbia
subito una lesione da un'attivit amministrativa.
Anche i controlli sugli atti sono previsti per assicurare la regolarit e la correttezza dell'azione
amministrativa e in genere riguardano un'attivit amministrativa gi conclusa.
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AMMINISTRATIVA
Studi recenti hanno posto in discussione la configurazione dei controlli come istituto di
diritto oggettivo. E' vero, per, che i ricorsi a un'autorit amministrativa o al giudice
amministrativo tutelano un interesse del cittadino leso dall'operato
dell'Amministrazione. Negli istituti di giustizia amministrativa il procedimento trova
ragione nell'interesse del cittadino, tanto che tale interesse non solo determina l'avvio
del procedimento, ma ne condiziona anche lo svolgimento e il risultato.
Gli istituti di giustizia amministrativa non si esauriscono negli strumenti per la tutela 'giurisdizionale'
dei cittadini nei confronti dell'Amministrazione
di conseguenza la distinzione fra i controlli e gli istituti di giustizia amministrativa non pu
essere ricercata nei caratteri specifici della funzione giurisdizionale.
Fra gli istituti di giustizia amministrativa sono compresi anche i ricorsi amministrativi: con essi la
contestazione del cittadino proposta a un organo amministrativo e la decisione assunta con un atto
amministrativo.
2.
l'esigenza di una tutela effettiva del cittadino anche nei confronti dell'Amministrazione-autorit.
Se il primo motivo indirizza particolarmente verso strumenti di tutela diversi da quelli ordinario,
talvolta, addirittura verso forme di tutela diverse da quelle giurisdizionali, il secondo motivo ha indotto
frequentemente a considerare come modello la giustizia 'comune', nella quale alla parit di posizioni
delle parti corrisponde l'elaborazione delle tecniche pi raffinate per la tutela del singolo.
E problematica anche l'individuazione dei profili di specificit dell'Amministrazione e della sua attivit
che giustifichino l'esclusione della giurisdizione ordinaria.
dell'attivit
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amministrazione.
In altri ordinamenti ancora, il criterio della specialit della disciplina non ritenuto
sufficiente e la ricerca della specificit sincentra nell'analisi delle relazioni fra
Amministrazione e cittadino. La specificit si desumerebbe, cos, per esempio, dalla
rilevanza assegnata all'interesse pubblico oppure dalla configurazione
dell'Amministrazione come 'autorit', ossia come soggetto titolare di un potere capace
di incidere unilateralmente su posizioni di terzi (si pensi a vicende come quella di
un'espropriazione, ecc.). Naturalmente, per, l'Amministrazione, in una vicenda
giuridica, non si presenta sempre e necessariamente come autorit.
In alcuni casi, infine, l'Amministrazione opera come soggetto equiordinato agli altri,
rispetto al quale valgono le medesime regole che valgono per i rapporti fra privati.
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(omissis)
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(omissis)
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(omissis)
la garanzia della posizione del cittadino viene concepita sono in correlazione con le
modalit di esercizio dellamministrazione
Diritto soggettivo: caso del cittadino creditore di un'obbligazione pecuniaria nei confronti della
stessa Amministrazione.
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Non
vale
per
la
conclusione
opposta:
l'attivit
unilaterale
dell'Amministrazione disciplinata dal diritto pubblico non si configura
necessariamente come potere amministrativo.
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1.
INTERPRETAZIONE 3
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Rimane, per oscuro, in questimpostazione, sulla base di quali criteri giuridici si possa
concludere che lattivit vincolata sia diretta a realizzare un interesse pubblico o
privato.
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Questa tesi non viene accolta dalla giurisprudenza prevalente: essa riconosce la
presenza di interessi legittimi di fronte ad un attivit amministrativa discrezionale, ma
esclude che quando lattivit sia vincolata siano configurabili necessariamente diritti
soggettivi. La giurisprudenza, rispetto allattivit vincolata, ammette interessi legittimi
quando si possa riconoscere che lattivit amministrativa indirizzata a un interesse
pubblico specifico, altrimenti identifica invece diritti soggettivi.
INTERPRETAZIONE 6
Da ultimo, si deve tener presente linflusso sempre maggiore del diritto comunitario.
Questo impone una tutela efficace del cittadino nei confronti dellAmministrazione;
nello stesso tempo non contempla la figura dellinteresse legittimo, perch questa
utilizzata solo nel diritto italiano.
Di conseguenza il diritto comunitario prevede una tutela del cittadino che non
condizionata, nei suoi risultati, dalla configurazione delle posizioni soggettive come
interesse legittimo anzich come diritto soggettivo.
b.
Tesi della distinzione fra attivit vincolata nell'interesse pubblico e attivit vincolata
nell'interesse privato.
Uno dei problemi maggiori rappresentato dalla valutazione delle posizioni soggettive di fronte
all'attivit vincolata dell'Amministrazione.
Secondo la giurisprudenza, l'interesse legittimo si caratterizzerebbe per il suo
confronto con un interesse pubblico.
se il potere dell'Amministrazione discrezionale, sarebbe sempre
configurabile un interesse legittimo (perch in questo caso il confronto con
l'interesse pubblico sempre immanente);
se il potere vincolato, allora si dovrebbe distinguere
Diritto soggettivo se il potere attribuito nell'interesse del cittadino
Interesse legittimo se
dell'Amministrazione
il
potere
attribuito
nell'interesse
3.
Tesi della distinzione fra cattivo esercizio del potere e carenza di potere.
tesi accolta dalla Cassazione
non sufficiente la considerazione della titolarit del potere da parte dell'Amministrazione per
Pagina
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2.
3.
2.
dei diritti definiti come tali dal legislatore anche in relazioni giuridiche
di diritto pubblico (diritto allindennit di esproprio, diritto del
cittadino a trattamenti sanitari obbligatori),
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differenziazione:
presuppone in capo al titolare la sussistenza di una posizione di interesse 'diversa' e pi
'intensa' rispetto a quella della generalit dei cittadini (posizione del commerciante rispoetto
al provvedimento che autorizzi lapertura di un esercizio analogo nella stessa zona ha un
interesse diverso da quello della generalit dei cittadini).
L'interesse legittimo deve essere perci 'differenziato'.
Per la mancanza di questo requisito a lungo non fu riconosciuto interesse legittimo linteresse
dei cittadini di una certa zona alla salvaguardia dei valori ambientali (interessi diffusi).
Il criterio della 'differenziazione' non viene ritenuto sufficiente da buona carte della dottrina,
anche perch rischia di essere piuttosto approssimativo.
qualificazione:
necessario che il potere dell'amministrazione coinvolga un soggetto che, rispetto a tale
potere,
a) sia titolare di un interesse non solo differenziato,
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2.
Solo in alcuni casi la titolarit dell'interesse legittimo pu essere ricavata dalla stessa norma
che disciplina lo svolgimento dell'azione amministrativa: ci si verifica, per esempio, nel caso
dei soggetti che siano destinatari del provvedimento.
Frequentemente, invece, la qualificazione viene ricavata dalla giurisprudenza in base alla
rilevanza attribuita a quell'interesse dall'ordinamento nel suo complesso e alla
incidenza concreta dell'azione amministrativa su tale interesse (si pensi al caso del
negoziante rispetto al rilascio di un'autorizzazione per attivit affine nella medesima zona,
ecc.). Tutto ci, per, introduce anche elementi dincertezza e di opinabilit (si pensi alla
difficolt a individuare, nell'esempio proposto da ultimo, l'estensione precisa della 'zona',
ecc.).
tutela del diritto soggettivo soddisfa direttamente la pretesa al bene della vita in cui si sostanzia il
diritto
La tutela dei diritti assicura la realizzazione di una pretesa che sidentifica con linteresse
materiale;
2.
tutela dell'interesse legittimo attua solo un soddisfacimento indiretto, che si realizza attraverso
l'eliminazione degli atti amministrativi lesivi.
La tutela dell'interesse legittimo assicurerebbe solo indirettamente l'interesse materiale, nel
senso che determinerebbe solo l'eliminazione dell'atto lesivo.
In passato
quando il diritto positivo sembrava riconoscere uno spazio all'interesse legittimo solo in termini
di reazione a una lesione
la rilevanza dellinteresse legittimo era risolta nella vicenda dellimpugnazione di un
provvedimento lesivo.
linteresse legittimo sembrava emergere solo in seguito a una sua lesione
l'interesse legittimo era visto come figura di ordine squisitamente processuale, cio ai fini della
legittimazione al ricorso e ai fini dellindividuazione del soggetto abilitato a contestare la legittimit
delloperato dellAmministrazione.
Ci a differenza del diritto soggettivo, che istituto tipicamente di ordine sostanziale.
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che le modalit della tutela non costituiscono di per s l'elemento caratterizzante della figura
dell'interesse legittimo;
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VA CHIARITO
Per questo motivo anche la garanzia dell'interesse legittimo si traduce innanzitutto nella
verifica del potere esercitato dall'Amministrazione.
Nel nostro ordinamento la tutela giurisdizionale dell'interesse legittimo si configura come tutela
'successiva':
presuppone che sia gi intervenuta una lesione dell'interesse protetto.
Di conseguenza, nel caso in cui la lesione sia stata determinata da un provvedimento
amministrativo, la tutela sincentra necessariamente nella verifica della legittimit del
provvedimento e, attraverso di esso, nella verifica della legittimit delloperato
dellAmministrazione nellintero procedimento.
Ci comporta, sul piano della tutela giurisdizionale, una pretesa all'annullamento dell'atto
amministrativo lesivo.
La lesione dell'interesse legittimo pu essere determinata, per, anche da altri fattori connessi
al potere amministrativo:
mancanza dell'esercizio di un potere
com nel caso del silenzio-rifiuto
In questo caso il giudizio non tende all'eliminazione provvedimento (e d'altra
parte ... non ve n alcuno), ma tende a garantire l'adempimento del dovere di
provvedere dell'amministrazione .
Pertanto la modalit impugnatoria della tutela non un elemento costitutivo dell'interesse
legittimo.
Questione della natura solo processuale o anche (e principalmente) sostanziale dell'interesse
legittimo
pu essere affrontata correttamente solo sulla base del diritto positivo.
Occorre capire se nel nostro ordinamento allinteresse legittimo siano
assegnate utilit ulteriori rispetto a quella della pretesa dellannullamento
dellatto lesivo.
A questo scopo decisivo stabilire se linteresse legittimo
autonomamente, indipendentemente da una sua lesione.
rilevi
Perch nasca un interesse legittimo, bisogna che sussistano le condizioni alla presenza delle quali l'esercizio
del potere sia doveroso.
Non rileva che al cittadino rispetto al potere dell'Amministrazione possa derivare una posizione
di vantaggio o di svantaggio.
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configurabile gi nel momento in cui ha inizio il procedimento amministrativo e forse ancora prima,
quando si realizzano i presupposti per il procedimento (si pensi, ancora, al caso del silenzio-rifiuto).
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Questaspetto ha un valore puramente descrittivo, tenuto conto anche del fatto che in molti casi
alla posizione di vantaggio per un cittadino ne corrisponde una di svantaggio per altri, e che in
questi casi entrambi sono soggetti titolari di un interesse legittimo.
Allidentificazione che si appena considerata, dei soggetti titolari dinteressi legittimi in un
procedimento amministrativo, non corrisponde necessariamente lidentificazione delle parti legittimate
a far valere il loro interesse legittimo nel processo amministrativo.
Questo secondo ambito pi limitato: le parti necessarie nel processo amministrativo vengono
individuate in base agli effetti prodotti dal provvedimento lesivo da impugnare (Cfr. infra X, 2).
Una volta stabilito che l'interesse legittimo una figura di diritto sostanziale,
va chiarito in che cosa consista, rispetto ad esso, quel 'bene della vita' che costituisce una
componente di tutte le posizioni soggettive di diritto sostanziale.
Bene della vita:
a) non pu identificarsi con un 'interesse alla legittimit dell'azione amministrativa'.
Non bisogna confondere la modalit della tutela di un interesse con il suo contenuto.
E vero che la lesione di un interesse legittimo si verifica ogni qualvolta lAmministrazione
eserciti il suo potere senza osservare le regole che lo disciplinano.
Tuttavia la legittimit dell'azione amministrativa non essa stessa un bene della vita.
La legittimit dellazione amministrativa pu essere concepita come loggetto di un
interesse generico, comune a tutti i cittadini, ma non come loggetto di una posizione
giuridica qualificata.
b) Linteresse legittimo viene spesso configurato con una dissociazione tra due ordini di interessi:
1.
un interesse materiale, che proprio del titolare dell'interesse legittimo, ma che esorbita dalla
rilevanza riconosciuta dall'ordinamento all'interesse legittimo stesso,
2.
c) l'interesse c.d. materiale non va considerato come un elemento pre-giuridico, estraneo all'interesse
legittimo, ma costituisce la componente essenziale di quest'ultimo, perch identifica proprio il
'bene della vita' cui l'interesse legittimo funzionale.
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In questo modo, per, il bene della vita, nell'interesse legittimo, rimarrebbe ancora in ombra
(perch in definitiva sarebbe distinto dalla posizione giuridica garantita dall'ordinamento) o, al
pi, si tradurrebbe solo in una serie di utilit secondarie e puramente strumentali (la
partecipazione al concorso, nell'esempio appena proposto).
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Di conseguenza il concorrente che impugni l'esito negativo dal concorso fa valere il suo
interesse all'esito positivo del concorso, e non un interesse spurio o secondario.
La legge, nel caso dell'interesse legittimo, non garantisce quindi la realizzazione del bene della
vita per iniziativa autonoma del suo titolare, (come invece vale, in genere, per il diritto
soggettivo): ne garantisce una tutela modellata sul potere dell'Amministrazione.
L'interesse legittimo, per questaspetto, pu essere accostato a una 'chance' che sia riconosciuta
dall'ordinamento.
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La Cassazione,
nel superare lidentificazione tradizionale del danno ingiusto con il danno a diritti
soggettivi,
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b) Questa posizione, bench a lungo criticata dalla dottrina, fu abbandonata dalla Cassazione
solo con la sentenza delle Sezioni Unite 22 luglio 1999, n. 500.
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in questo modo la giurisprudenza non delineava solo una disciplina del risarcimento dei danni
cagionati da provvedimenti amministrativi, ma ricavava da questa disciplina anche una regola
pratica sul rapporto fra le giurisdizioni. Se il risarcimento doveva essere preceduto
dall'annullamento del provvedimento lesivo, allora risultava necessario prima esperire lazione
di annullamento davanti al giudice amministrativo.
afferm che lart. 2043 c.c. non integrava le disposizioni sui diritti soggettivi e sulla loro
tutela,
ma aveva una propria autonomia, perch assicurava in via generale la riparazione del
danno ingiustamente subito da un soggetto a causa del comportamento di un altro
soggetto.
La riparazione non riguardava solo i diritti soggettivi: in via di principio, si estendeva a
tutti gli interessi giuridicamente qualificati, dovevano essere esclusi cos solo gli
interessi di mero fatto.
Nel suo intervento la Cassazione
riconosceva espressamente la natura sostanziale dell'interesse legittimo
rilevava la coerenza fra tale natura sostanziale e la possibilit del risarcimento,
nel caso di lesione da parte dell'Amministrazione.
Nello stesso tempo, per, sottolineava la specificit dell'interesse legittimo
rispetto al diritto soggettivo, rilevando che per il risarcimento non era
sufficiente la lesione dell'interesse legittimo in quanto tale, ma era necessaria
anche una lesione al bene della vita inteso come utilit 'finale'.
Si ammetteva cos un carattere diverso dellinteresse legittimo rispetto al
diritto soggettivo.
Diritto soggettivo: la lesione al bene della vita lesione dellinteresse
che sidentifica col diritto soggettivo e perci, di regola, non richiede
verifiche particolari.
In concreto quando l'interesse legittimo riguarda una posizione di vantaggio
che il cittadino intende conservare nei confronti dell'Amministrazione che
esercita il suo potere, il danno risarcibile sidentifica col sacrificio della
posizione di vantaggio (= bene della vita) ad opera del provvedimento
illegittimo.
Questo il caso dei c.d. interessi `oppositivi', ossia degli interessi
legittimi che ineriscono alla conservazione di un bene o di altra
posizione di vantaggio attuale.
Se invece l'interesse legittimo inerisce alla pretesa del cittadino di
ottenere un provvedimento favorevole che gli attribuisca un bene o
una posizione di vantaggio (c.d. interesse pretensivo), un danno
risarcibile si configura concretamente solo se la pretesa del cittadino,
sulla base di un giudizio 'prognostico', sarebbe stata destinata,
secondo un criterio di normalit, ad ottenere un esito positivo.
Si noti che, in questo quadro, viene meno la necessit di subordinare
l'azione per danni al previo annullamento del provvedimento
amministrativo.
Tale necessit si ricavava, secondo l'interpretazione precedente,
dallesigenza di ripristinare la posizione originaria di diritto soggettivo
estinta dal provvedimento amministrativo;
solo il diritto soggettivo, infatti, poteva essere risarcito.
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Dal novero delle posizioni soggettive istituzionalmente garantite nel nostro ordinamento rimangono
estranei i c.d. interessi semplici.
Interessi semplici:
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Una soluzione analoga, a giudizio di taluni, oggi dovrebbe essere estesa a ogni
ordine di associazione costituita a tutela di un interesse diffuso, alla luce di
quanto previsto dall'art. 9 della legge 7 agosto 1990, n. 241 che garantisce la
partecipazione nel procedimento amministrativo alle associazioni e ai comitati
costituiti a tutela dinteressi diffusi.
o Chi sostiene questa tesi ritiene che lassociazione che abbia partecipato
al procedimento amministrativo dovrebbe anche essere legittimata a
promuovere il successivo giudizio amministrativo, nel caso in cui il
procedimento si sia risolto sfavorevolmente.
Sia nel caso degli interessi collettivi che in quello degli interessi diffusi, emerge
comunque la rilevanza riconosciuta a determinate associazioni ai fini della
legittimazione a ricorrere.
I modelli, per, non sono identici.
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Questa conclusione viene per frequentemente criticata, dato che l'art. 9 della
legge 7 agosto 1990, n. 241, ha considerato solo il procedimento
amministrativo e non ha inciso sul principio generale in base al quale il ricorso
al giudice amministrativo ammesso solo per far valere un interesse legittimo
del ricorrente.
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Emblematica la disciplina della tutela dei consumatori e degli utenti, contenuta nel
Codice del consumo.
A garanzia degli interessi dei consumatori e degli utenti, anche rispetto a certe
attivit dellAmministrazione e a pubblici servizi, il Codice attribuisce a
determinate associazioni la legittimazione ad agire in giudizio, davanti al
giudice competente, per ottenere le pronunce del caso.
Gli interessi fatti valere in giudizio sono designati nella legge stessa come
interessi collettivi dei consumatori e degli utenti;
queste categorie sono per intese in senso ampio, tanto che per le associazioni
in questione richiesta la dimostrazione delladesione di un certo numero di
cittadini, ma senza riferimenti ulteriori circa lappartenenza di essi a categorie
o collettivit particolari (art. 5).
La tutela da parte delle associazioni non esclude quella dei singoli utenti o
consumatori che siano direttamente coinvolti, ma alle associazioni sono
riservate alcune azioni particolari, specialmente di tipo inibitorio, che sono
dirette a far cessare comportamenti lesivi e a eliminarne gli effetti dannosi su
scala generale.
Nelle ipotesi in cui non sia prevista una tutela in sede giurisdizionale o in via
amministrativa per i vizi di merito, non si pu affermare che il cittadino,
rispetto ai vizi di merito, sia carente di interesse legittimo: titolare di un
interesse legittimo che per privo di una tutela rispetto a quei vizi.
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Si tenga presente inoltre che, nel nostro ordinamento, la tutela degli interessi legittimi
assicurata, anche da disposizioni costituzionali, con riferimento ai vizi di legittimit
e solo raramente ammessa con riferimento ai vizi di merito.
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CAPITOLO V: I PRINCIPI COSTITUZIONALI SULLA TUTELA GIURISDIZIONALE DEL CITTADINO NEI CONFRONTI
DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
1. Quadro generale.
D.Lgs. 2 luglio 2010, n. 104: Codice del processo amministrativo
Il D.Lgs. 104/2010, art. 1:
la giurisdizione amministrativa deve attuare una tutela piena ed effettiva secondo i principi
della Costituzione
richiama i principi del diritto europeo
diritto comunitario
convenzione europea dei diritti delluomo
Diritto comunitario
Trattati comunitari
Il trattato sullUnione europea richiama lart. 6 della Carta dei diritti fondamentali
dellUnione europea, assegnandole il valore giuridico dei trattati
La Carta afferma importanti principi sul rapporto fra cittadino e
amministrazione comunitaria (41) e sulla tutela giurisdizionale dei diritti e
delle libert garantita dal diritto dellUnione
o Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata
equamente, pubblicamente ed entro un termine ragionevole da un
giudice indipendente e imparziale, precostituito per legge (47)
Interventi comunitari in materia di rapporti fra Amministrazioni e cittadini
Risarcimento dei danni in materia di appalti pubblici (direttive 89/665 e 92/13)
Uniformazione del processo amministrativo
Tuttavia anche gli interventi della Corte di Giustizia non sembrano indirizzati in modo organico a
definire un diritto del cittadino alla tutela giurisdizionale nei confronti dellAmministrazione.
La preoccupazione della Corte pare quella di assicurare che le modalit di tutela giurisdizionali
negli ordinamenti nazionali siano adeguate a salvaguardare gli interessi dellUnione europea
DIRITTO EUROPEO RICHIAMATO DALLART. 1 DEL D.LGS. 104/2010 fa riferimento
Convenzione europea dei diritti delluomo
La Corte costituzionale ha affermato che la sua violazione pu essere motivo di
illegittimit costituzionale
Non gli riconosciuto valore costituzionale, ma la violazione costituirebbe
violazione dellarticolo 117 Cost. che impone al legislatore nazionale di
rispettare i vincoli derivanti dagli obblighi internazionali
Art. 6: Ogni persona ha diritto che la sua causa sia esaminata imparzialmente,
pubblicamente e in un tempo ragionevole, da parte di un tribunale indipendente ed
imparziale, costituito dalla legge
Questi canoni furono recepiti nel 1999 nel testo dellarticolo 111 della Costituzione, sul
giusto processo.
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I primi articoli del Codice del processo amministrativo richiamano una serie di principi costituzionali
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I caratteri fondamentali del diritto del cittadino alla tutela giurisdizionale nei confronti
dellAmministrazione, per essenziale riferirsi alla Costituzione
2.
in disposizioni 'sullazione'
(artt. 24 e 113 Cost.),
3.
Es. termini per il deposito delle difese conclusionali avanti al Consiglio di Stato
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che deve essere del tutto indifferente sul piano personale rispetto alla vertenza
su cui tenuto a pronunciarsi:
per questo aspetto l'imparzialit e la terziet trovano riscontro anche nelle disposizioni degli
ordinamenti processuali
sulle situazioni di incompatibilit (cfr. art. 51 c.p.c., richiamato per i giudici
amministrativi dall'art. 47 reg. proc. Cons. Stato)
negli istituti dell'astensione e della ricusazione del giudice.
L'indipendenza del giudice invece, inerisce alla relazione dell'organo giurisdizionale con soggetti
estranei al rapporto processuale, che potrebbero influire sulle sue decisioni: si tratta del Governo e del
potere politico in generale.
Nella Costituzione riceve particolare considerazione l'indipendenza del giudice ordinario.
Non implica, per, in alcun modo l'accettazione di una concezione che giustifichi con il carattere
'speciale' della giurisdizione una posizione di 'dipendenza' del giudice amministrativo dal
Governo o dal potere politico.
L'indipendenza del giudice non una caratteristica solo del giudice ordinario (cfr. art. 104
Cost.), ma essenziale per l'esercizio di ogni funzione giurisdizionale (cfr. art. 101, 2 comma,
Cost.).
Il criterio per la distinzione fra giudice ordinario e giudice speciale non costituito
dall'indipendenza o meno del giudice rispetto al potere politico, ma solo l'appartenenza o
meno del giudice allordine giudiziario, nell'assetto delineato negli artt. 104-107 Cost.
Una parte dei Consiglieri di Stato comunque nominata direttamente dal Governo, in assenza di
qualsiasi procedimento di selezione; la Corte Costituzionale ha ritenuto che la nomina
governativa non violasse il principio dell'indipendenza del giudice.
Il principio costituzionale dell'indipendenza del giudice ha avuto un ruolo fondamentale
nell'assetto della giustizia amministrativa, determinando la soppressione di quasi tutte le
giurisdizioni amministrative speciali, diverse dal Consiglio di Stato e dalla Corte dei Corti.
I giudici amministrativi non sono soggetti al Consiglio Superiore della Magistratura, che
organo di autogoverno dei soli magistrati ordinari.
Presso il Consiglio di Stato istituito un apposito organo di autogoverno dei giudici
amministrativi, il Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, le cui competenze
sono state definite dalla legge 27 aprile 1982, n. 186. Del Consiglio di Presidenza debbono far
parte, oltre al Presidente del Consiglio di Stato ed altri giudici amministrativi designati dal
Consiglio di Stato e dai Tar, anche alcuni cittadini scelti dalle Camere.
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L'introduzione nel 1999 del principio del giusto processo (art. 111, 1 comma ss., Cost.) ha dato nuovo
vigore al dibattito sull'attuazione dei principi di indipendenza, imparzialit e terziet nella giurisdizione
amministrativa.
sulla prassi dei Governi di assegnare a consiglieri di Stato incarichi di stretta collaborazione con
autorit politiche (il consigliere di Stato, in questi casi di regola collocato 'fuori ruolo', ma alla
cessazione dell'incarico riprende normalmente l'esercizio delle funzioni giurisdizionali);
sulle norme per il reclutamento (in riferimento alle nomine governative).
2.
La collocazione, sullo stesso piano, dei diritti soggettivi e degli interessi legittimi ha fatto
sorgere la convinzione che la Costituzione sancisse una certa interpretazione dell'interesse
legittimo da intendersi come posizione qualificata di carattere sostanziale, proprio
perch anche il diritto soggettivo tipicamente posizione di carattere sostanziale. Di
conseguenza, per effetto dell'interpretazione accolta dalla norma costituzionale, linteresse
legittimo assurgerebbe al rango dinteresse individuale del cittadino che lo fa valere, e
non potrebbe pi essere considerato solo come una posizione processuale, o come un mero
riflesso di un interesse pubblico al corretto esercizio del potere da parte
dell'Amministrazione.
3.
La norma afferma il principio della completezza della tutela e non la natura (sostanziale,
anzich processuale) dell'interesse legittimo. L'interpretazione dell'interesse legittimo
come posizione di carattere sostanziale va condivisa, ma non imposta dalla norma
costituzionale.
L'art. 24 Cost., deve essere considerato come valore-guida per qualsiasi interpretazione della
giustizia amministrativa e dei sui istituti.
Inoltre lart. 24 Cost. stata occasione per alcuni interventi significativi della Corte
costituzionale sui singoli istituti della giustizia amministrativa.
La garanzia del diritto d'azione comporta anche la necessit che sia assicurata la
possibilit di esercitare tale diritto in tutte le modalit che sono ad esso connaturate
istituzionalmente.
Solo con istanza della parte, per gravi motivi, possibile ottenere la sospensione
del provvedimento stesso (55 cpa). La possibilit di una tutela cautelare risulta quindi
fondamentale.
Nel caso del processo amministrativo (a differenza di quanto si rileva, invece, per altri
processi nei confronti di una parte pubblica, come in particolare quello tributario) la
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a) rilevanza del principio delleffettivit della tutela giurisdizionale rispetto alla tutela
cautelare.
Corte costituzionale ha sempre valutato con rigore gli interventi del legislatore che
limitavano la possibilit di una tutela cautelare.
Principi analoghi sono stati affermati dalla Corte Costituzionale anche per il
giudizio civile. Non si deve ritenere, per, che il principio di effettivit della tutela
giurisdizionale comporti la necessit per il legislatore di adottare le medesime
soluzioni nel processo civile e nel processo amministrativo.
Nel processo amministrativo, per esempio, non prevista una tutela
cautelare prima dell'introduzione del giudizio, come invece contemplato
per il processo civile dall'art. 669-ter c.p.c. La Corte Costituzionale ha
ritenuto che l'esclusione di una tutela cautelare ante causam non sia
illegittima, perch la disciplina vigente assicura comunque nel processo
amministrativo una tutela cautelare sufficientemente tempestiva, e ha
affermato che il legislatore pu adottare soluzioni differenziate nei due
processi, perch ogni sistema processuale ha una sua propria individualit.
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OGGI: (55.1 cpa) la misura cautelare nel processo amministrativo ha la stessa ampiezza
di quella ammessa nel processo civile
c) rilevanza del principio delleffettivit della tutela giurisdizionale e limiti alla c.d.
giurisdizione, condizionata.
giurisdizione condizionata
accesso alla tutela giurisdizionale che risulti subordinata al previo esperimento
di un ricorso in via amministrativa.
In questi casi, poich l'azione giurisdizionale ammessa solo dopo la
presentazione del ricorso amministrativo, risulta impossibile adire
immediatamente il giudice.
La questione dell'ammissibilit della giurisdizione condizionata ha pertanto
due risvolti:
subordinazione dell'azione giurisdizionale a un adempimento estraneo
al processo, com' il ricorso amministrativo
esclusione della immediatezza della tutela giurisdizionale.
Rispetto alla questione in esame sembra riscontrabile un'evoluzione nella
giurisprudenza costituzionale.
La prima giurisprudenza della Corte (criticata in genere dalla dottrina,
in particolare da Esposito) afferm che l'art. 24 Cost. non avrebbe
contemplato, fra i contenuti del diritto d'azione, anche il diritto
all'immediatezza' dell'azione: la garanzia costituzionale (cfr. anche
art. 113, 1 comma, Cost.) avrebbe riguardato la 'indefettibilit'
dell'azione giurisdizionale e non la sua immediatezza.
L'illegittimit era configurata pertanto solo quando l'assoggettamento
del ricorso amministrativo a termini brevi di decadenza fosse
incompatibile con la natura del diritto vantato dal cittadino.
La prima giurisprudenza della Corte si riferiva particolarmente a
ipotesi in cui il ricorso al giudice civile era subordinato alla previa
presentazione di un ricorso amministrativo.
Ma si deve considerare anche che, fino al 1971, valeva in generale la
regola, affermata anche dalla legge del 1889 distituzione della Quarta
sezione, secondo cui la possibilit di ricorrere al giudice
amministrativo era garantita solo nei confronti dei provvedimenti
definitivi dell'Amministrazione: quindi, nei confronti di provvedimenti
per i quali fossero gi stati esperiti tutti ricorsi amministrativi
ordinari ammessi dalla legge. La giurisdizione 'condizionata'
rappresentava pertanto un principio generale nel processo
amministrativo.
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Dalla fine degli anni '80 si affermato un diverso indirizzo della Corte
costituzionale, che ha considerato con sempre maggiore severit le
disposizioni che condizionavano l'ammissibilit della tutela
giurisdizionale al previo esperimento di un ricorso amministrativo:
nelle pronunce pi recenti sulla giurisdizione condizionata la Corte
sembra considerarla incompatibile con l'art. 24 Cost.
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liquidazione di indennit
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tariffe aministrate
La Corte successivamente ha anche chiarito che non illegittima la legge che
devolva ad arbitri le vertenze in una certa materia, se, per ammette che
ciascuna parte, con atto unilaterale, possa declinare la competenza arbitrale a
favore della competenza del giudice infatti, in questa ipotesi, l'arbitrato non ha
pi carattere di obbligatoriet (Corte cost. 9 maggio 1996, n. 152).
In passato le previsioni di arbitrati obbligatori avevano riguardato solo contratti
pubblici: attualmente in questo ambito, la devoluzione della controversia ad arbitri non
imposta dalla legge, ma rimessa ad una scelta dellamministrazione che deve essere
dichiarata allinizio della procedura di evidenza pubblica
Allaggiudicatario, inoltre, riconosciuta la facolt, da esercitare entro certi
termini, di escludere larbitrato.
L'art. 111.2 Cost. afferma che ogni processo si svolge nel contraddittorio fra le parti, in condizioni di parit.
Il principio del contraddittorio
il giudice non pu statuire sulla domanda se la parte nei cui confronti stata proposta non sia stata
regolarmente evocata in giudizio (2 e 27 cpa).
Garanzia del contraddittorio completata, oggi, da
Art. 111.2 principio di parit delle parti, precisa che ogni parte deve disporre degli stessi strumenti di
tutela: solo cos posta nelle condizioni di difendersi efficacemente (2 cpa).
In questa prospettiva il principio del contraddittorio integra innanzitutto il
Pagina
Nel processo amministrativo il principio del contraddittorio, nella sua portata pi generale,
parso talvolta in conflitto con l'esigenza di rendere pi spedito il giudizio.
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Nel principio del contraddittorio troverebbero,cos, una maggiore garanzia istituti che
precedono la stessa instaurazione del giudizio, come l'accesso agli atti amministrativi, o che
consentono di integrarne l'oggetto, come i motivi aggiunti.
Ammissione possibilit di anticipare la decisione del ricorso gi nella fase cautelare (60
cpa)
possibile che il giudice decida la vertenza anche prima che siano scaduti i termini
ordinari per lo svolgimento, ad opera delle parti, delle loro attivit di difesa
Se stata proposta istanza cautelare, la decisione potrebbe intervenire prima che le
parti abbiano potuto svolgere attivit essenziali per una difesa, come la
presentazione del ricorso incidentale da parte del contro interessato e la
presentazione dei motivi aggiunti da parte del ricorrente
I dubbi sollevati da queste previsioni sono stati esaminati dalla Corte costituzionale
(427/99) prima dell'introduzione del principio del giusto processo.
La Corte non ha ritenuto che la legislazione speciale in questione fosse
illegittima: ha affermato, infatti, che la legge pu ammettere una decisione
del giudice prima della decorrenza di tutti i termini fissati per l'esercizio
delle attivit di difesa.
Ha per sostenuto che il giudice non pu adottare una decisione accelerata
se le parti abbiano richiesto di svolgere ulteriori attivit processuali che
risultino obiettivamente rilevanti per il giudizio: in presenza di una
richiesta del genere, il giudice tenuto a rinviare la decisione, per dare
tempo alle parti per l'adempimento processuale.
La Corte, cos, ha riconosciuto l'importanza della celerit nella definizione
del giudizio, ma ha chiarito che essa non pu sacrificare i contenuti
fondamentali della tutela giurisdizionale.
Pagina
33
b) L'art. 113.2: impedisce di circoscrivere i margini della tutela giurisdizionale: in relazione alla
tipologia degli atti amministrativi impugnati o alla tipologia dei vizi fatti valere in giudizio.
La garanzia si estende, per, solo ai vizi di legittimit: rimangono escluse da ogni specifica
protezione costituzionale le possibilit di sindacato per vizi di merito.
E stata invocata per giustificare il superamento del principio sancito dall'art. 31, tu. Cons. Stato
sulla esclusione della tutela giurisdizionale nei confronti degli 'atti politici' (cfr. supra III, 1).
Nella dottrina e nella giurisprudenza per prevalsa la tesi della vigenza dell'art. 31 cit, e della
sua compatibilit con la norma costituzionale, sulla base di una interpretazione restrittiva della
nozione di 'atto politico':
viene ritenuto tale, infatti, non l'atto amministrativo che sia stato emanato sulla base di
valutazioni di ordine politico, ma solo l'atto che sia esercizio di un potere politico,
ossia di un potere diverso da quello amministrativo e riconducibile direttamente a
funzioni disciplinate dalla Costituzione.
Questa interpretazione consentirebbe di leggere l'esclusione dellimpugnazione
dell'atto politico non come una deroga al principio sancito dall'art. 113.2 Cost., ma
come una riaffermazione dell'estraneit dellatto politico rispetto all'ambito degli atti
amministrativi.
c) L'art, 113.3: rinvia alla legge per l'individuazione dei giudici competenti ad annullare gli atti
amministrativi e dei relativi casi ed effetti.
La norma esclude che nel nostro ordinamento valga una riserva costituzionale a favore del
giudice amministrativo del potere di annullamento degli atti amministrativi
non stato 'costituzionalizzato' il principio affermato dall'art. 4 della legge di
abolizione del contenzioso amministrativo sulla preclusione per il giudice ordinario
di pronunce di annullamento.
Di conseguenza non possono essere ritenute illegittime quelle disposizioni legislative
che conferiscono al giudice ordinario il potere di annullare provvedimenti
amministrativi (cfr. art. 23 della legge 24 novembre 1981, n. 689, in tema di
opposizione a sanzione amministrativa pecuniaria). D'altra parte, per, la norma
costituzionale esclude implicitamente che il potere di annullamento degli atti
amministrativi debba ritenersi un corollario necessario di qualsiasi potest
giurisdizionale nei confronti dell'Amministrazione: altrimenti non avrebbe alcun senso
il rinvio alla legge.
Il coordinamento con il principio affermato nel 1 comma dello stesso art. 113 Cost., va ricercato
nei termini che al giudice sempre garantito il potere di sindacare la legittimit dell'atto
amministrativo, ma non sempre garantito che tale sindacato si debba risolvere
necessariamente in un potere di annullamento.
In questo contesto viene considerato l'art. 21-octies della legge n. 241/1990, introdotto dalla legge 11
febbraio 2005 n. 175.
Esso stabilisce che la violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti non ne
comporta l'annullabilit, se per la natura vincolata del provvedimento sia palese che il contenuto
non sarebbe potuto essere diverso;
stabilisce inoltre che il provvedimento amministrativo non annullabile per violazione delle
norme sulla comunicazione dell'avvio del procedimento, se l'amministrazione dimostri in
giudizio che il contenuto del provvedimento non sarebbe potuto essere diverso.
Naturalmente giurisdizione sugli interessi e giurisdizione esclusiva sono profili distinti nell'assetto delle
attribuzioni del giudice amministrativo:
la giurisdizione a tutela dell'interesse legittimo ha carattere generale,
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La Costituzione, oltre a recepire la distinzione fra diritti soggettivi e interessi legittimi, ha sanzionato la
regola del riparto di giurisdizione fra giudice ordinario e giudice amministrativo.
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L'art. 103.1 richiama, oltre al Consiglio di Stato, altri organi della giustizia amministrativa.
Pagina
La Corte Costituzionale, anche in questo caso, si richiamata agli art. 24 e 111 Cost.,
sostenendo che, alla luce dei principi costituzionali sull'azione, la pluralit delle
giurisdizioni non pu sacrificare il diritto della parte ad ottenere una decisione sul
merito della sua pretesa. Il ragionamento svolto nella sentenza esprime la convinzione
che il riparto di giurisdizione non comprometta l'unitariet della funzione
giurisdizionale e che l'intero sistema giurisdizionale vada sempre interpretato alla luce
di una ragione essenziale, quella della tutela complessiva dei diritti soggettivi e degli
interessi legittimi.
35
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36
Risalta, in questo modo, anche la specificit del ruolo della Cassazione rispetto alla giurisdizione
amministrativa e contabile. Infatti, rispetto alle sentenze del Consiglio di Stato (e della Corte dei
conti), la Corte di Cassazione pu essere adita solo per motivi inerenti alla giurisdizione,
mentre per le sentenze degli altri giudici speciali il ricorso alla Cassazione ammesso anche
per violazione di legge (art. 111, 7 comma, Cost.).
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37
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b) Il rigetto della tesi del petitum induce a valorizzare fortemente l'altro elemento tradizionale
dell'azione, rappresentato dalla causa petendi:
la controversia di competenza
Pagina
Nel caso delle vertenze edilizie il cittadino non fa valere la medesima posizione
soggettiva davanti al giudice amministrativo o davanti al giudice ordinario: il cittadino,
in base alla legge, titolare di due posizioni soggettive distinte, una d'interesse
legittimo e l'altra di diritto soggettivo. Le due posizioni si riferiscono ciascuna a
rapporti distinti e la tutela di ciascuna posizione segue rigidamente le regole che le
sono proprie.
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a) Una riflessione critica su questi svolgimenti porta, in primo luogo, a considerare la nozione di atto
amministrativo (o di atto dell'autorit amministrativa).
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Ci vale non solo perch questa norma vieta al giudice ordinario di revocare o modificare
l'atto amministrativo, ma anche perch il divieto di revoca e di modifica stato
interpretato estensivamente, fino a considerare oggetto di protezione qualsiasi espressione
di attivit amministrativa che non fosse riducibile al mero diritto privato.
Questa nozione costituisce la linea discriminante per i poteri del giudice ordinario nei confronti
dell'Amministrazione in base all'art. 4 della legge di abolizione del contenzioso amministrativo.
Una prima interpretazione portava a identificare tale nozione
dell'Amministrazione posto in essere nell'interesse pubblico.
con
qualsiasi
atto
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Le prime erano ammesse perch il loro carattere dichiarativo escludeva che potessero avere
un'efficacia esecutiva e quindi garantiva da qualsiasi incidenza su unattivit
provvedimentale dell'Amministrazione. La sentenza dichiarativa si limita ad accertare la
situazione delle parti rispetto a un bene giuridico: pertanto non implica, da parte del
giudice, l'esercizio di poteri dispositivi che possano incidere su atti dell'Amministrazione,
n rappresenta il titolo per un'esecuzione.
41
In questa logica le uniche sentenze compatibili con l'art. 4 cit. sembravano essere le sentenze di
mero accertamento e le sentenze di condanna al pagamento di somme di denaro.
attivit giurisdizionale e
attivit amministrativa:
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Come si appena visto, residua solo la possibilit di una garanzia dell'atto amministrativo, intesa
come garanzia non rispetto a un potere di cognizione giurisdizionale circa la legittimit dell'atto ma
rispetto a un potere di annullamento o a una sovrapposizione della sentenza al potere esercitato
dall'Amministrazione col provvedimento.
42
Non si pu quindi ammettere pi una preclusione generale, per il giudice ordinario, a pronunciare
sentenze costitutive o di condanna nei confronti dell'Amministrazione.
1.
2.
la valutazione degli atti amministrativi e dei regolamenti ai fini della loro disapplicazione
concerne solo la legittimit, e non l'opportunit, degli stessi;
43
3.
Pagina
nel caso di una pretesa di un privato verso l'Amministrazione che si fondi su di un atto
amministrativo,
2.
nella controversia tra privati, in cui sia rilevante un titolo rappresentato da un atto amministrativo.
Si pensi alla controversia fra due privati, che facciano valere entrambi la qualit di concessionari del
medesimo bene demaniale: criterio di preferenza fra le due pretese non pu che essere la legittimit
della concessione; a tal fine il giudice civile esercita il suo potere di disapplicazione, in seguito alla
verifica della legittimit di ciascuno dei due provvedimenti di concessione.
del tutto inutile, invece, invocare la disapplicazione con riferimento a contestazioni fra privati
concernenti provvedimenti puramente 'permissivi' (e non 'costitutivi') dell'Amministrazione.
Il vicino che agisca davanti al giudice civile a tutela del suo diritto di propriet non deve
richiedere la disapplicazione della concessione edilizia, perch per la decisione sufficiente
verificare l'inosservanza, nel caso della nuova costruzione, delle norme sulle distanze nelle
costruzioni e la circostanza che la concessione sia o meno regolare non ha alcun rilievo.
La disapplicazione presuppone che l'atto amministrativo sia rilevante per la decisione e, quindi, sia
produttivo di effetti da disapplicare (cfr. Cass., sez. I, 17 febbraio 1995, n. 1737). Per la stessa ragione
non ha senso invocare la disapplicazione rispetto a un atto amministrativo inefficace.
Di disapplicazione, ai sensi dell'art. 5, si pu trattare quando il giudizio verta su un rapporto giuridico
determinato o condizionato da un provvedimento amministrativo: la disapplicazione si riferisce agli
effetti prodotti dall'atto amministrativo e inerenti al rapporto dedotto in giudizio.
Invece non corretto invocare la disapplicazione nel caso di un atto amministrativo 'nullo':
tale atto non passibile di essere disapplicato, perch comunque improduttivo di effetti
giuridici, e le situazioni giuridiche delle parti non sono modificate da esso.
Inoltre non corretto invocare la disapplicazione quando l'atto amministrativo rilevi come mera
circostanza di fatto.
Infine, anche in sede penale, non corretto invocare la disapplicazione in ipotesi sanzionatorie in cui
elemento dell'illecito la violazione di un provvedimento legittimo (cfr. art. 650 c.p.): se il
provvedimento illegittimo, la ragione per cui la condotta non va sanzionata sta nell'estraneit della
condotta rispetto alla previsione normativa.
In alcuni casi, comunque, il legislatore ha disciplinato alcuni giudizi sulla base di un assetto diverso dei
limiti 'interni' della giurisdizione ordinaria nei confronti dell'Amministrazione.
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Le regole desumibili dagli artt. 4 e 5 della legge di abolizione del contenzioso amministrativo hanno una
portata generale.
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1. La tutela giurisdizionale del cittadino nei confronti dei provvedimenti amministrativi con cui
siano state applicate sanzioni amministrative pecuniarie (= ordinanze-ingiunzioni) spetta per
legge al giudice ordinario.
In materia di sanzioni amministrative il cittadino pu ricorrere proponendo opposizione contro
l'ordinanza-ingiunzione,
mentre prima dell'emanazione del provvedimento sanzionatorio ammessa solo una tutela in via
amministrativa, con la presentazione di difese e documenti nel procedimento sanzionatorio.
L'opposizione all'ordinanza-ingiunzione pu investire qualsiasi profilo della pretesa sanzionatoria
dell'Amministrazione.
Il giudice dell'opposizione pu sospendere cautelarmente l'ordinanza-ingiunzione e, se accoglie
l'opposizione, annulla in tutto o in parte l'ordinanza o [la] modifica anche limitatamente all'entit
della sanzione dovuta (art. 23 della legge n. 689/1981).
Al giudice ordinario conferito espressamente un potere di sospensione e di annullamento del
provvedimento amministrativo.
Inoltre la previsione espressa di un potere di modifica del provvedimento determina una piena
fungibilit dei poteri decisori del giudice rispetto all'Amministrazione.
2. Per gli accertamenti e per i trattamenti sanitari obbligatori in condizioni di degenza ospedaliera
l'art. 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, prevede che il Sindaco disponga l'effettuazione del
trattamento;
il provvedimento del Sindaco immediatamente efficace, ma deve essere convalidato dal giudice
tutelare entro un termine perentorio molto breve.
Nei confronti del provvedimento convalidato il destinatario o chiunque vi abbia interesse pu
ricorrere al Tribunale civile, il ricorso al Tribunale ammesso anche da parte del Sindaco contro
l'eventuale diniego di convalida del suo provvedimento.
La tutela spetta al giudice ordinario perch in giudizio sono diritti primari di libert del cittadino.
La legge, per, non dice se il Tribunale, accogliendo il ricorso, annulli il provvedimento del Sindaco.
La logica dell'istituto e la stessa formulazione della norma (l'interessato al Tribunale propone
ricorso contro il provvedimento) inducono a considerare favorevolmente questa soluzione.
3. Nei confronti dei provvedimenti del Prefetto di espulsione di stranieri, il d.lgs. 25 luglio 1998, n.
286, modif. dalla legge 30 luglio 2002, n. 189, prevede che la tutela vada esperita avanti al
giudice ordinario: il ricorso va proposto entro sessanta giorni al Tribunale civile (oggi al giudice
di pace).
L'attribuzione della giurisdizione al giudice ordinario riflette anche in questo caso la convinzione che nei
confronti di un provvedimento di espulsione siano in gioco posizioni di libert e diritti della persona;
tuttavia il quadro complessivo non appare omogeneo, perch nell'ipotesi di espulsione dello straniero
disposta dal Ministro dell'interno per motivi di ordine pubblico o di sicurezza dello Stato il ricorso va
proposto avanti al TAR.
Anche nel caso del ricorso contro il decreto prefettizio di espulsione, la legge non precisa quali siano i
poteri del giudice civile.
Per ragioni di effettivit della tutela si deve per ammettere che il giudice, se accoglie il ricorso, debba
intervenire sul provvedimento di espulsione e, perci, possa disporne l'annullamento.
In seguito alla pronuncia della Corte costituzionale la materia stata ridisciplinata dal d.l. 14 settembre
2004, n. 241, convertito in legge 12 novembre 2004, n. 271: l'esecuzione del provvedimento di
Pagina
In considerazione dell'incidenza del provvedimento sulla libert personale la disciplina stabiliva che il
provvedimento di accompagnamento forzato, nelle 48 ore successive, dovesse essere convalidato dal
Tribunale; la normativa stata per dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale perch non
assicurava in alcun modo il diritto alla difesa dello straniero e non garantiva neppure che la convalida
precedesse l'esecuzione del provvedimento.
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La legge ammette che, in taluni casi, nei confronti dello straniero che si trattenga indebitamente nel
territorio dello Stato, possa essere disposto l'accompagnamento alla frontiera per mezzo della forza
pubblica.
accompagnamento alla frontiera sospesa fino all'esito del giudizio di convalida (in genere di
competenza del giudice di pace) e in tale giudizio deve essere assicurata la difesa dello straniero. Se la
convalida non concessa, il provvedimento perde ogni effetto.
4. La decisione del Garante, su un ricorso proposto a tutela dei diritti della privacy pu essere
impugnata dagli interessati entro trenta giorni dalla comunicazione, davanti al Tribunale civile
(legge 31 dicembre 1996, n. 675, art. 29).
Il giudizio si svolge con il rito previsto per i procedimenti in Camera di consiglio e il Tribunale provvede
con decreto, ricorribile solo per cassazione, disponendo ogni misura necessaria per la tutela dei diritti
del cittadino.
Si discute se in questo caso il giudice civile possa anche annullare la decisione del Garante e autorizzare,
col suo decreto, l'attivit che invece il Garante avesse negato.
A favore della soluzione affermativa assumono rilievo nella legge sia l'attribuzione espressa al
Tribunale del potere di sospendere in via cautelare l'esecuzione della decisione del garante, sia
la disposizione secondo cui il giudice civile, in queste vertenze, provvede anche, in deroga al
divieto di cui all'art. 4 della legge di abolizione del contenzioso amministrativo.
2.
mentre i dipendenti degli altri enti pubblici erano soggetti in genere a un rapporto
pubblicistico, il c.d. rapporto di pubblico impiego.
La diversit di regime sostanziale si rifletteva anche sulla tutela processuale: per le vertenze dei
Pagina
1. i dipendenti degli enti pubblici economici erano soggetti a un rapporto di lavoro di diritto
privato, secondo le regole del codice civile,
46
Prima della riforma del 1993 per i dipendenti degli enti pubblici erano previste due diverse discipline:
dipendenti degli enti pubblici economici era competente il giudice civile (giudice del lavoro), mentre per
le vertenze inerenti al pubblico impiego era competente il giudice amministrativo, in sede di
giurisdizione esclusiva.
Dagli anni '70 la disciplina del pubblico impiego stata oggetto di una profonda revisione, caratterizzata
dall'adozione di modelli sempre pi affini a quelli privatistici.
A conclusione di questa evoluzione, in attuazione della delega legislativa conferita al Governo con la
legge 23 ottobre 1992, n. 421, il d.lgs. 3 febbraio 1993, n. 29, ha introdotto una riforma generale del
pubblico impiego, ispirata all'obiettivo della c.d. privatizzazione, o, meglio, 'contrattualizzazione', del
rapporto di pubblico impiego.
Il disegno di riforma stato successivamente precisato e integrato dal d.lgs. 31 marzo 1998, n. 80; la
disciplina stata da ultimo raccolta nel d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165.
Secondo queste disposizioni i rapporti di lavoro dei dipendenti delle Pubbliche amministrazioni
assoggettati precedentemente alla disciplina del pubblico impiego sono ora regolati innanzitutto dalle
disposizioni del codice civile sul rapporto di lavoro dipendente, nonch dalle leggi sui rapporti di lavoro
subordinato nell'impresa (art. 2, 2 comma, del d.lgs. n. 165/2001).
La disciplina non corrispondente in tutto a quella privatistica, perch sono dettate disposizioni speciali
sul rapporto di lavoro dei dipendenti delle Amministrazioni; queste disposizioni speciali, per, non
identificano una disciplina alternativa a quella del settore privato (comera invece per il rapporto di
pubblico impiego), ma comportano solo deroghe a essa. Tant' vero che, come per il settore privato,
anche per i dipendenti delle Pubbliche amministrazioni vale come principio generale che i rapporti
individuali di lavoro sono regolati contrattualmente (art. 2, 3 comma, del d.lgs. n. 165/2001).
La nuova disciplina, per, non si applica a tutte le categorie di dipendenti di Pubbliche amministrazioni.
Rimangono regolate dai principi sul rapporto di pubblico impiego alcune categorie di dipendenti
dell'Amministrazione statale: i magistrati ordinari e amministrativi, gli avvocati dello Stato, il personale
militare e delle forze di polizia, il personale della carriera diplomatica, parte del personale della carriera
prefettizia, il personale di alcune Autorit indipendenti, nonch, in via transitoria, i professori e i
ricercatori universitari
Si delineata pertanto una netta distinzione fra due settori del personale delle medesime
Amministrazioni pubbliche, uno assoggettato al regime contrattuale, l'altro a quello del pubblico
impiego, distinzione che ha riflessi significativi anche sulla tutela giurisdizionale.
1. per il personale con rapporto contrattuale la tutela giurisdizionale di competenza del
giudice ordinario (giudice del lavoro), secondo la disciplina del codice di procedura civile, in
coerenza con i caratteri del rapporto sostanziale.
2. per il personale con rapporto di pubblico impiego, le vertenze spettano sempre al giudice
amministrativo, in sede di giurisdizione esclusiva (cfr. art. 63, 4 comma, d.lgs. n. 165/2001)
Per completare il quadro, si tenga presente che le vertenze concernenti comportamenti antisindacali
delle Amministrazioni risultano invece devolute tutte al giudice ordinario.
La giurisdizione ordinaria non si estende, per, a tutte le vertenze inerenti al personale con rapporto
contrattuale:
la giurisdizione amministrativa stata conservata per le vertenze concernenti le procedure di
concorso per l'assunzione del personale (art. 63, 4 comma, del d.lgs. n. 165/2001; cfr. Corte
Cost. 4 gennaio 2001, n. 2).
La portata di tale disposizione stata estesa dalla giurisprudenza anche alle vertenze per i c.d.
concorsi interni, per il passaggio a una qualifica superiore del personale gi assunto.
Si tenga presente che, invece, nel caso degli enti pubblici economici, anche le controversie relative alle
procedure concorsuali di assunzione sono di competenza del giudice ordinario.
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La competenza territoriale, per le vertenze di lavoro, spetta al Tribunale civile nella cui
circoscrizione ha sede l'ufficio al quale addetto il dipendente o al quale era addetto al
momento della cessazione del rapporto: pertanto non si applica la disciplina del foro erariale.
Le Amministrazioni possono avvalersi di propri funzionari per la difesa in giudizio di primo
grado, fatta salva la possibilit, per le Amministrazioni statali, che la difesa sia assunta
47
La tutela giurisdizionale per il personale con rapporto contrattuale presenta vari profili peculiari.
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Con riferimento all'espropriazione forzata emergono, per, anche questioni peculiari, che attengono
principalmente all'individuazione dei beni e dei diritti pignorabili.
48
n quelli del demanio necessario (perch per definizione possono solo appartenere
allo Stato o agli Enti territoriali: artt. 822 e 824 c.c.),
n quelli del demanio accidentale.
L'inespropiabilit pertanto considerata una delle caratteristiche del regime demaniale di
questi beni.
Si ritiene che non possano essere assoggettati a esecuzione forzata neppure i beni del
patrimonio indisponibile.
Si deve perci concludere che solo i beni del patrimonio disponibile sono passibili di
esecuzione forzata.
b) L'espropriazione di crediti dell'Amministrazione stata oggetto in passato di vivaci discussioni, che
non sembrano ancora superate.
Innanzitutto era esclusa la possibilit di espropriare crediti di cui l'Amministrazione fosse
titolare in virt di rapporti pubblicistici, ed questo tuttora l'indirizzo della giurisprudenza in
tema di crediti per le entrate tributarie (Cass., sez. I, 22 agosto 1997, n. 7864; per l'estensione
del principio ad altre obbligazioni pubblicistiche, cfr. Cass., sez. III, 15 gennaio 2003, n. 493).
Rispetto alle somme gi nella disponibilit dell'Amministrazione, e che essa normalmente
detiene presso il proprio tesoriere, si tendeva a limitare pesantemente la possibilit di
un'espropriazione,
perch si riconosceva all'Amministrazione una sorta di discrezionalit nella
graduazione del pagamento dei suoi debitori, si attribuiva conseguentemente carattere
dinfungibilit e rilevanza esterna agli adempimenti contabili imposti dalla legge
all'Amministrazione per qualsiasi pagamento
e si affermava che comunque l'esecuzione era possibile solo nei limiti degli importi che
il bilancio dell'Ente pubblico non destinasse a scopi specifici dinteresse generale. In
pratica, se l'Ente pubblico non avesse stanziato nel suo bilancio una somma ad hoc,
l'esecuzione era esclusa.
Si noti come anche quest'ultima tesi trovasse un riscontro nell'interpretazione allora dominante
dell'art. 4 della legge di abolizione del contenzioso amministrativo. Se al giudice vietato
interferire comunque sull'attivit amministrativa, allora anche il bilancio dell'ente, che atto
amministrativo, rappresenta un limite a ogni intervento del giudice.
Solo negli anni '80 la Cassazione ha mutato indirizzo ed ha riconosciuto che non vi pu essere
discrezionalit l dove c' un obbligo di adempiere a una condanna al pagamento e che d'altra
parte sia le procedure di pagamento previste dalle leggi di contabilit, sia le previsioni dei
bilanci degli Enti non possono limitare le possibilit di esecuzione forzata. Alle procedure di
pagamento e ai bilanci deve essere riconosciuta una rilevanza sostanzialmente 'interna'.
La Cassazione (cfr. Cass., sez. I, 16 novembre 2000, n. 847) sembra fare eccezione solo per quei
fondi pubblici che siano soggetti a un particolare vincolo di destinazione specifica, diverso da
quello risultante dal bilancio o da un mero impegno di spesa, e imposto da una legge speciale (si
pensi al caso di certi contributi erariali finalizzati, ecc.). In questo caso l'impignorabilit
discenderebbe dal fatto che il vincolo di destinazione avrebbe una rilevanza esterna, in una
logica analoga a quella espressa nell'art. 514, 5 comma, c.p.c. gi citato.
c) Su questo quadro incide oggi pesantemente una legislazione speciale, che riflette lo stato di tensione
sulla finanza pubblica accentuatosi negli ultimi decenni.
Il legislatore ha introdotto nuovi limiti all'espropriabilit dei beni dell'Amministrazione,
precludendo del tutto l'espropriazione di beni e limitando l'espropriazione dei crediti alle
somme non impegnate dall'Ente per servizi pubblici essenziali.
Questo indirizzo legislativo controproducente per gli enti pubblici, perch determina
l'applicazione di condizioni pi esose da parte dei loro fornitori, ed di dubbia legittimit
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In altre ipotesi, infine, le innovazioni hanno riguardato i termini per l'adempimento di sentenze
di condanna, introducendo un termine dilatorio per l'esecuzione forzata.
49
In alcuni casi stata sancita l'inespropriabilit di tutte le somme a disposizione per certi capitoli
di spesa o addirittura per tutte le somme a disposizione di un Ente.
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il ricorso gerarchico,
2.
3.
il ricorso di opposizione
4.
il ricorso straordinario.
Hanno carattere di rimedi generali (e quindi la loro esperibilit non richiede una disposizione specifica
che li ammetta)
1.
il ricorso gerarchico (che si ritiene sempre ammesso in presenza di una relazione gerarchica
fra organi)
2.
Gli altri, invece, hanno carattere di rimedi tassativi, perch sono esperibili solo quando siano
espressamente previsti da una specifica disposizione.
Sulla base dei caratteri e della disciplina dei ricorsi amministrativi, tali ricorsi vengono variamente
classificati:
1. distinzione fra ricorsi ordinari e ricorso straordinario.
I ricorsi ordinari sono ammessi solo nei confronti di un provvedimento non definitivo.
Per provvedimento 'definitivo' sintendeva in origine l'atto emesso dall'organo di grado pi
elevato competente a provvedere in quella materia, o, pi in generale, l'atto dell'organo
collocato al vertice della struttura gerarchica di un'Amministrazione.
Con la legge istitutiva della IV Sezione, il ricorso giurisdizionale fu ammesso, di regola, solo
nei confronti di atti definitivi, proprio perch sembrava opportuno che, prima
dell'intervento di un'autorit esterna, l'Amministrazione si potesse esprimere sino al pi
alto livello su quella determinata questione.
Fino allistituzione dei TAR, il cittadino, per ricorrere al giudice amministrativo, aveva
l'onere di esperire, prima i ricorsi amministrativi ordinari, proponendoli in pi gradi cos da
percorrere tutta la scala gerarchica, fino a ottenere una decisione che costituisse un
provvedimento definitivo. Tale decisione era l'atto contro il quale finalmente era ammesso
il ricorso giurisdizionale.
Con il d.p.r. n. 1199/1971 stata introdotta la regola secondo cui il ricorso ordinario ammesso in
unico grado: di conseguenza, se l'atto amministrativo da impugnare non gi di per s definitivo, la
definitivit si consegue dopo aver esperito solo un grado di ricorso amministrativo.
Ricorsi ordinari sono
1. il ricorso gerarchico (proprio e improprio)
2. il ricorso in opposizione.
Il ricorso straordinario,
Si ricordi che, come si appena visto, definitivit significa ora solamente che quell'atto non
assoggettato a ricorsi ordinari.
54
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nei confronti dei provvedimenti non definitivi lesivi dinteressi legittimi, oggi, dopo l'istituzione
dei TAR, sono ammessi sia il ricorso al giudice amministrativo, che il ricorso amministrativo
ordinario;
2.
nei confronti dei provvedimenti definitivi lesivi dinteressi legittimi, sono ammessi sia il ricorso
al giudice amministrativo, che (in alternativa al primo) il ricorso straordinario;
3.
4.
nei confronti dei provvedimenti lesivi di diritti soggettivi, il ricorso amministrativo ordinario di
regola facoltativo (e quindi l'azione avanti al giudice civile ammessa anche in relazione a
provvedimenti non definitivi); fanno eccezione i casi di giurisdizione condizionata, cui si gi fatto
cenno;
l'organo adito col ricorso ha gi di per s una capacit di provvedere che si estende a
qualsiasi profilo dell'atto impugnato, proprio in virt del rapporto gerarchico che la
collega con l'organo che ha emanato l'atto di primo grado.
Pagina
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Il ricorso gerarchico rimedio attraverso il quale viene richiesto un nuovo esercizio del potere
amministrativo all'organo gerarchicamente sovraordinato, per qualsiasi ordine di censure prospettate
da un cittadino.
Questa caratterizzazione del ricorso gerarchico permane ancora oggi, anche se si assiste,
nell'ambito della riforma dell'organizzazione amministrativa, a un depotenziamento del
rapporto gerarchico e a una maggiore valorizzazione delle competenze esclusive di ciascun
organo dell'Amministrazione.
In questo contesto il ricorso gerarchico finisce con l'assumere un rilievo nuovo,
nell'organizzazione amministrativa:
non pi riflesso dei poteri riconosciuti al superiore gerarchico,
ma esso stesso strumento per introdurre un potere di ingerenza dell'organo superiore
rispetto all'operato dell'organo di primo grado.
Il ricorso straordinario invece rimedio ammesso solo per vizi di legittimit.
Il ricorso in opposizione segue le medesime logiche del ricorso gerarchico,
Per il ricorso gerarchico improprio la limitazione a vizi di legittimit non rappresenta una regola
assoluta.
Si tenga presente, per, che tipologia delle censure ammissibili (ossia censure per vizi di legittimit o
anche per vizi di merito) e carattere rinnovatorio o eliminatorio di un ricorso non corrispondono
necessariamente:
nulla vieta, infatti, che un potere di riforma sia ammesso dalla legge anche solo in casi in cui
siano previste solo censure di legittimit.
In casi del genere, per, il potere di riforma non potrebbe estendersi al merito delle valutazioni
discrezionali dell'Amministrazione.
Non rappresenta, invece, un elemento discriminante nel quadro dei ricorsi amministrativi la situazione
soggettiva qualificata fatta valere dal ricorrente.
Tale situazione pu corrispondere indifferentemente a un diritto soggettivo o a un interesse
legittimo:
la ragione dei ricorsi amministrativi non la tutela di una particolare situazione
soggettiva, ma la garanzia del cittadino che assume di essere stato leso da un
provvedimento illegittimo dell'Amministrazione e che ne chiede perci la rimozione.
Tutti i ricorsi amministrativi hanno carattere di 'rimedi formali':
sono assoggettati a modalit particolari di presentazione e a termini tassativi di proposizione.
Secondo la giurisprudenza il dovere dell'Amministrazione di decidere i ricorsi, sarebbe
strettamente correlato all'osservanze di queste regole:
la loro violazione preclude la stessa configurabilit dell'impugnativa come ricorso e, secondo
l'interpretazione prevalente, la contestazione della legittimit dell'atto impugnato varrebbe, in
questo caso, come semplice esposto.
Nello stesso tempo, per, proprio perch non si tratta di rimedi processuali, i ricorsi
amministrativi non sono soggetti a forme o istituti specifici dei mezzi di tutela giurisdizionale.
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Il ricorrente non tenuto a dare notizia del ricorso n all'organo che ha emesso l'atto di primo
grado, n ai c.d. controinteressati (ossia ai soggetti che hanno un interesse qualificato alla
conservazione dell'atto impugnato).
Rispetto all'organo di primo grado non prevista alcuna forma di contraddittorio:
nel ricorso gerarchico l'interesse istituzionale dell'Amministrazione gi garantito dal
fatto che il ricorso sia diretto all'organo sovraordinato a quello che ha emanato l'atto
57
Pagina
2.
impugnato.
Per quanto riguarda i contro interessati, l'art. 4 impone all'organo adito con il ricorso
di comunicarlo ai contro interessati stessi, per consentire a essi di presentare
deduzioni (memorie scritte) e documenti.
Nel ricorso gerarchico non vi una garanzia piena del contraddittorio, come invece
prescritto per il procedimento giurisdizionale.
La previsione di un termine tassativo per la decisione (v. art. 6 del d.p.r. n. 1199/1971)
esclude, per esempio, che la decisione del ricorso possa essere rinviata fino
all'esaurimento degli scambi di memorie fra le parti;
anzi non neppure garantito al ricorrente il diritto di replicare alle deduzioni dei
contro interessati.
Le difese delle parti non hanno come destinatari le altre parti, ma sono dirette esclusivamente
all'autorit competente per la decisione;
fra l'altro, non prescritta l'istituzione di una sorta di fascicolo del ricorso gerarchico, e l'esame
delle memorie e dei documenti acquisiti dall'Amministrazione possibile per tutte le parti, ma
rappresenta una mera facolt, rimessa nel suo esercizio all'iniziativa di ciascuna parte.
Non prevista alcuna forma di tutela del diritto alla difesa nel caso di espletamento di
adempimenti istruttori.
3.
4.
L'art. 5 del d.p.r. n. 1199/1971 individua i contenuti possibili della decisione, del ricorso gerarchico.
Pagina
la distinzione generale fra decisioni di rito (rispetto alle quali assorbente una questione
attinente alle condizioni di ammissibilit del ricorso) e decisioni di merito (decisioni sulla
fondatezza o meno dei motivi del ricorso),
58
5.
rapporti con il ricorso giurisdizionale (cfr. art. 20, 2 comma, legge TAR).
Se nei confronti dello stesso atto venga proposto, dal medesimo cittadino, sia il ricorso gerarchico che
quello giurisdizionale, secondo la giurisprudenza prevarrebbe sempre il ricorso giurisdizionale, con
la conseguenza che il ricorso gerarchico, se proposto per primo, diventerebbe improcedibile, ovvero, se
proposto dopo quello giurisdizionale, sarebbe inammissibile.
Questa regola riflette la convinzione che non sia possibile la contemporanea pendenza di due
rimedi equipollenti nei confronti di un medesimo atto e che, come criterio per valutare a quale
rimedio si debba accordare la preferenza, dovrebbe valere la maggiore compiutezza di garanzie
offerte dalla tutela giurisdizionale.
L'incompatibilit dei due rimedi (gerarchico e giurisdizionale) emerge dall'art. 20,
2comma della legge TAR, con riferimento al caso di un atto che leda gli interessi legittimi di pi
cittadini.
Se alcuni cittadini propongono contro quell'atto un ricorso giurisdizionale, il ricorso
gerarchico proposto dagli altri diventa improcedibile e i ricorrenti in sede gerarchica
hanno l'onere di riproporre il loro ricorso in sede giurisdizionale.
6.
rimedi ammessi contro la decisione del ricorso gerarchico (cfr. art. 20, 1 comma, legge TAR).
Pagina
impugnabile con ricorso straordinario oppure, se lede interessi legittimi, anche con ricorso al giudice
amministrativo (e fatta salva, in ogni caso, la tutela dei diritti davanti al giudice civile).
59
ancora oggi che il ricorso straordinario o giurisdizionale proposto contro la decisione di rigetto
di un ricorso gerarchico non pu contemplare motivi di impugnazione per vizi dell'atto di primo
grado non dedotti in sede gerarchica.
Questa giurisprudenza considera, perci, il procedimento introdotto col ricorso gerarchico non
pu contemplare motivi dimpugnazione per vizi dell'atto di primo grado non dedotti in sede
gerarchica.
La dottrina prevalente contraria a questa impostazione, sottolineando gli elementi di diversit
fra la tutela in via gerarchica e quella in via giurisdizionale.
Se viene accolta in sede giurisdizionale l'impugnazione di una decisione di rigetto di un ricorso
gerarchico, secondo una parte della giurisprudenza il giudice dovrebbe emettere una sentenza di
annullamento con rinvio e restituire gli atti all'autorit adita con ricorso gerarchico;
se il ricorso in sede giurisdizionale sia stato accolto per motivi di forma o di procedura della decisione
amministrativa.
2.
3.
proprio perch la decorrenza del termine, anche se non implica lassunzione di un atto
amministrativo, ha pur sempre valore equipollente a una decisione di rigetto, ogni
Pagina
1.
60
Finalmente, nel 1978 lAdunanza Plenaria riprese in esame la questione e prospett le seguenti
conclusioni:
eventuale decisione successiva di accoglimento del ricorso deve ritenersi illegittima, perch
assunta in violazione del ne bis in idem;
4.
Nel 1989 il tema fu nuovamente preso in esame dallAdunanza Plenaria del Consiglio di Stato.
LAdunanza, in questoccasione, ha sostenuto che la formazione del silenzio-rigetto non priva
l'Amministrazione del potere di decidere il ricorso gerarchico (e quindi le decisioni tardive non
sono di per s illegittime),
ma consente al ricorrente di scegliere fra la possibilit di un ricorso giurisdizionale o
straordinario contro l'atto impugnato in via gerarchica, e la possibilit di attendere la decisione
del ricorso gerarchico. In questo secondo caso, alla scadenza del termine di novanta giorni
corrisponde una situazione affine a quella del silenzio-rifiuto (o silenzio-inadempimento):
il cittadino, se l'Amministrazione tarda a decidere, pu notificare una diffida e poi tutelarsi come
nei confronti di un silenzio-rifiuto.
In questo modo il cittadino pu assicurarsi una decisione sul ricorso gerarchico, risultato che
pu essere particolarmente interessante nel caso di ricorso gerarchico proposto per vizi di
merito.
Per alcuni profili, le due decisioni del 1989 non sono riuscite a esprimere soluzioni coincidenti. In
particolare, rimasto controverso se la decisione tardiva di rigetto comporti un onere dimpugnazione.
Si noti che, alla stregua di questa interpretazione pi recente, il silenzio-rigetto finirebbe col
rappresentare sempre di meno uno strumento di raccordo fra il ricorso amministrativo e il ricorso
giurisdizionale (o straordinario) e assumerebbe sempre di pi il ruolo di strumento produttivo di utilit
proprie, in particolare di rimedio idoneo a garantire effettivamente una tutela estesa al merito, anche se
il ricorso giurisdizionale rimane circoscritto ai profili di mera legittimit.
La disciplina dei due rimedi la stessa prevista per il ricorso gerarchico, salvo che per quanto
diversamente previsto da singole normative speciali.
Il ricorso gerarchico improprio un rimedio previsto in alcune materie particolari (impiego
Pagina
il ricorso in opposizione (cfr. art. 7 del d.p.r. n. 1199/1971) invece diretto allo stesso organo
che ha emanato l'atto impugnato.
61
scolastico, ordinamenti professionali, commercio, ecc.), in ipotesi nelle quali l'atto da impugnare sarebbe
stato, alla stregua dei principi, gi di per s definitivo.
Si pensi al caso di un atto emesso da un organo che sia collocato istituzionalmente al vertice
della scala gerarchica, ovvero, all'atto emesso da un organo collegiale (gli organi collegiali sono
considerati tradizionalmente come organi estranei a vincoli gerarchici), ovvero, all'atto emesso
da certe Amministrazioni, che siano per dipendenti funzionalmente da altre.
In queste ipotesi talvolta ammesso ugualmente un ricorso a un organo diverso, anche se
manca una giustificazione in un rapporto gerarchico.
Sembra logico concludere che, il ricorso gerarchico improprio, risolvendosi in una forma di
sindacato puntuale su un atto, debba essere ammesso solo nell'ambito di una identica
Amministrazione, o nell'ambito di Amministrazioni riconducibili ad Enti diversi, legati per da
rapporti funzionali (si pensi al caso dell'ente parastatale rispetto al Ministero che ne esercita la
vigilanza), e non nell'ambito di Amministrazioni diverse, caratterizzate reciprocamente da
posizioni di autonomia costituzionalmente garantite.
Questa impostazione non accolta, per, dal Consiglio di Stato, che in sostanza tende a
considerare con una certa larghezza la possibilit di ricorsi che coinvolgano Amministrazioni
diverse, in omaggio a un preteso carattere giudiziale dei ricorsi amministrativi, che li
renderebbe estranei a qualsiasi logica di controllo.
La logica del ricorso, secondo questa giurisprudenza, non atterrebbe alla funzione
amministrativa coinvolta dallatto di primo grado, ma atterrebbe a una funzione
diversa, neutra, di garanzia del cittadino (funzione giustiziale).
Quindi, sarebbe possibile il ricorso gerarchico improprio ad autorit statale, anche nei
confronti di un atto regionale.
Il ricorso in opposizione rappresenta uno strumento di limitata utilizzazione, previsto in ipotesi molto
particolari, che ricorrono soprattutto nel pubblico impiego.
Anche in questo caso il ricorso d inizio a un procedimento contenzioso, di secondo grado, e non
a un procedimento di amministrazione attiva, cosicch sembra possibile sostenere che anche
per il ricorso in opposizione resterebbe ferma la distinzione fra elementi rilevanti per la
decisione (che sono solo quelli desumibili dal ricorso) ed elementi che possono essere presi in
considerazione solo alla luce di una funzione distinta (che sono quelli estranei al ricorso, che
possono giustificare l'esercizio di poteri ordinari di amministrazione o di annullamento
d'ufficio).
5. Il ricorso straordinario.
Fra i ricorsi amministrativi il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica (cui corrisponde,
nella Regione siciliana, nei confronti degli atti regionali, il ricorso straordinario al Presidente della
Regione, ai sensi dell'art. 21 dello Statuto speciale di autonomia)
si caratterizza per l'attuazione pi puntuale della garanzia del contraddittorio e, soprattutto, per
l'introduzione di uno strumento specifico di garanzia, rappresentato dal parere del Consiglio di
Stato.
La decisione del ricorso, infatti, deve essere preceduta da un parere del Consiglio di Stato, la cui
rilevanza sottolineata dalla previsione che solo una deliberazione del Consiglio dei ministri
pu consentire una decisione difforme (art. 14, d.p.r. n. 1199/1971).
Queste circostanze e la previsione di un termine per la presentazione del ricorso (120 giorni)
pi ampio di quello previsto per il ricorso giurisdizionale, avrebbero potuto assegnare al ricorso
straordinario un rilievo significativo per la tutela del cittadino nei confronti
dellAmministrazione.
Pagina
62
piena conoscenza del provvedimento definitivo, ovvero, dalla formazione del silenzio rigetto.
Entro tale termine, il ricorso straordinario, a pena dinammissibilit, deve essere notificato ad
almeno uno dei contro interessati e presentato all'autorit amministrativa che ha emanato l'atto
impugnato o al Ministero competente per materia.
Se la presentazione avviene mediante l'invio del ricorso con raccomandata a.r., la data di
spedizione vale come data di presentazione.
I contro interessati, entro sessanta giorni dalla notificazione del ricorso, possono presentare
deduzioni e documenti ed eventualmente un ricorso incidentale.
Se il ricorso stato notificato ad almeno uno dei contro interessati, il Ministero competente
dispone l'integrazione del contraddittorio, indicando le modalit attraverso le quali il ricorrente
deve portare a conoscenza degli altri contro interessati il ricorso stesso (art. 9 del d.p.r. n.
1199/1971).
Su richiesta del ricorrente il Ministro adito pu sospendere, in via cautelare, l'atto impugnato,
previo parere conforme del Consiglio di Stato (art. 3, 4 comma, della legge 21 luglio 2000, n.
205).
Una volta presentato il ricorso e integrato il contraddittorio, il Ministero competente deve
procedere all'istruzione del ricorso, raccogliendo tutti gli elementi utili per la valutazione del
ricorso.
Listruttoria va completata nei 120 giorni successivi al termine per le deduzioni dei contro
interessati.
Scaduto inutilmente tale termine, consentito al ricorrente di procedere allinterpello del
Ministero e, successivamente, depositare direttamente il ricorso presso il Consiglio di Stato, per
il parere prescritto.
Una volta conclusa listruttoria, il ricorso, con tutti gli atti relativi, trasmesso dal Ministro al
Consiglio di Stato per il suo parere, che viene emesso da una sezione consultiva, o
dall'adunanza generale, o da commissioni speciali costituite ad hoc.
Sulla base del parere del Consiglio di Stato, il Ministro formula la sua proposta di decreto al
Presidente della Repubblica.
Se il Ministro intende discostarsi dal parere del Consiglio di Stato, deve sottoporre la
questione al Consiglio dei Ministri (art. 14 del d.p.r. n. 1199/1971).
La decisione del ricorso straordinario assunta con decreto del Presidente della Repubblica
(art. 14 del d.p.r. n. 1199/1971; art. 1, lett. d) della legge 12 gennaio 1991, n. 13), di cui il
Ministro proponente assume ogni responsabilit.
La decisione del ricorso impugnabile per revocazione, con ricorso da proporre nelle stesse
forme del ricorso straordinario (art. 15 del d.p.r. n. 1199/1971); inoltre ammessa, con i limiti
che saranno esaminati pi avanti, l'impugnazione in sede giurisdizionale (art. 10, 3 comma, del
d.p.r. n. 1199/1971).
E opportuno, a questo punto, richiamare due aspetti, che attengono alla tutela de
contraddittorio nei confronti delle Amministrazioni che abbiano emanato latto impugnato e
alloperativit dellistituto nelle materie di competenza regionale.
Pagina
La legge, invece, non prevede nulla del genere per l'Amministrazione che abbia
emanato l'atto impugnato, evidentemente sul presupposto che lattribuzione a
unAutorit Amministrativa del potere di decidere il ricorso assicurasse gi di per s la
garanzia degli interessi complessivi dellAmministrazione e che la posizione dinteresse
del contro interessato alla conservazione dellatto impugnato fosse diversa da
quellautorit che avesse emanato latto stesso.
63
Il primo profilo si riconnette alla garanzia del contraddittorio nei confronti dei contro
interessati. La legge assicura che a quanti ricevono un beneficio qualificato dal
provvedimento in questione debba essere notificato il ricorso, o all'introduzione del
procedimento, o in un secondo tempo, in seguito all'ordine dintegrazione del
contraddittorio. La garanzia del contraddittorio nei confronti dei contro interessati
riflette l'esigenza di tutelare, anche in questo procedimento, il diritto alla difesa.
La Corte costituzionale, per, ha respinto questa logica, affermando che le stesse garanzie
previste per i contro interessati devono valere per l'Amministrazione non statale che abbia
assunto il provvedimento impugnato con il ricorso straordinario (Corte Cost. 29 luglio 1982, n.
148).
Il fatto che il ricorso sia deciso da un organo statale (il Ministro competente per materia o il
Consiglio dei Ministri) esclude la necessit di tali garanzie rispetto all'autorit 'statale' che abbia
emanato il provvedimento impugnato, perch essa fa capo alla medesima Amministrazione cui
appartiene lAutorit che decide il ricorso;
in ogni altro caso, per, da ritenere che il contraddittorio debba essere assicurato. Si
deve perci concludere che il ricorso, ove non venga direttamente presentato
allautorit non statale che abbia emanato latto impugnato, debba essere notificato ad
essa, nello stesso termine e con le stesse modalit previste per la notifica al contro
interessato.
Lintervento della Corte Costituzionale implica il superamento di una concezione monolitica
dellAmministrazione pubblica e il riconoscimento di un sistema di pluralismo
amministrativo:
il Ministro e il Governo, nella decisione del ricorso straordinario, non rappresentano
lAmministrazione nel suo complesso.
Questa conclusione rimette in discussione anche la competenza a istruire e a decidere il
ricorso straordinario, quando il provvedimento impugnato sia emanato da un organo
regionale o in materia di competenza regionale:
se, infatti, il Ministro e il Governo, in questo procedimento, agiscono come organi
specificamente statali, sembra possibile configurare una lesione dellautonomia
regionale, perch essa pu essere incisa, sul piano amministrativo, solo nei casi e con
gli strumenti previsti espressamente dalla Costituzione.
La Corte ha respinto ripetutamente questa tesi, in sostanza finendo con il configurare il
ricorso straordinario come strumento riconducibile a una funzione non propriamente
amministrativa, ma piuttosto di ordine giustiziale, condizionata dai principi sulla tutela
giurisdizionale pi che da quelli sullorganizzazione amministrativa.
Non appare molto convincente la tesi, accolta dalla Corte Costituzionale nellultima delle
sentenze citate, secondo cui la delibera del Governo, nel caso di contrasto fra il Ministro
competente e il Consiglio di Stato, costituirebbe un atto tipicamente politico, e anche in
questo modo simporrebbe sulle esigenze di garanzia dellautonomia regionale: la tesi
della decisione politica incompatibile con la qualificazione del ricorso amministrativo
come rimedio giuridico e di tutela del cittadino nei confronti dellAmministrazione.
Il profilo pi peculiare della disciplina del ricorso straordinario costituito, comunque, dalla sua
alternativit con il ricorso al giudice amministrativo:
non solo i due rimedi non possono essere proposti contro il medesimo atto,
ma non vale neppure un criterio di preferenza per il ricorso giurisdizionale, e la presentazione
del ricorso straordinario preclude la proposizione del ricorso giurisdizionale (art. 8, 2 comma,
del d.p.r. n. 1199/1971; art. 34, 2 comma, t.u. Cons. Stato).
L'alternativit fra i due rimedi viene spesso considerata come una conseguenza della
'straordinariet' del ricorso al Presidente della Repubblica;
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Questa esigenza riflette anche il fatto che i pareri del Consiglio di Stato sui ricorsi straordinari
hanno s carattere formale di pareri, ossia di atti 'consultivi', ma dal punto di vista sostanziale
hanno gli stessi contenuti di una decisione (cfr. art. 13 del d.p.r. n. 1199/1971) e si risolvono,
quindi, in un giudizio sulla fondatezza o meno del ricorso.
64
in realt si spiega con l'esigenza di evitare una concorrenza fra il Consiglio di Stato in sede
consultiva (che deve esprimere il suo parere sul ricorso straordinario) e il Consiglio di Stato in
sede giurisdizionale (che in passato si pronunciava in unico grado e oggi si esprime in grado
d'appello sui ricorsi giurisdizionali).
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Nella stessa logica la Corte Costituzionale ha escluso che il Consiglio di Stato potesse
sollevare, nel procedimento per la decisione del ricorso straordinario, questioni di
legittimit costituzionale.
65
Questo indirizzo stato respinto dalla Cassazione, che ha rilevato che le garanzie
previste nel procedimento del ricorso straordinario non tolgono nulla al fatto che la
decisione sia comunque solo un atto amministrativo (Cass., sez. un., 18 dicembre 2001,
n. 15978).
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66
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67
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68
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69
Il CPA ha previsto azioni diverse (artt. 29-31) talvolta articolate nella distinzione fra tutela degli
interessi legittimi e tutela dei diritti soggettivi (30.1) e a tali azioni corrispondono contenuti diversi delle
sentenze di merito (34)
2.
Omissioni
3.
E stato sostenuto che la giurisdizione di legittimit per effetto del 7.4 si estenderebbe
anche alle controversie concernenti atti amministrativi nulli (21 septies 241/90) anche
se siano fatti valere diritti soggettivi
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a.
Risarcimento del danno per inosservanza del termine per la conclusione del
procedimento (2 bis L. 241/90)
b.
c.
d.
e.
f.
g.
2.
3.
4.
a.
b.
c.
d.
e.
Vigilanza sul credito, sulle assicurazioni, sul mercato mobiliare, sul servizio
farmaceutico, sui trasporti , telecomunicazioni e altri servizi di pubblica utilit
Controversie sulle procedure per laffidamento di lavori, servizi o forniture da parte delle
pubbliche amministrazioni .
Riguarda le procedure di affidamento e non si estende alle vertenze relative
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Controversie assegnate dalla L.. 241/90: la ragione si ravvisa nella correlazione tra le
questioni fra tali diritti e gli atti o procedimenti amministrativi o per una affinit di
questioni, di caratteri e di effetti con provvedimenti amministrativi
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1.
8.
9.
Controversie riguardanti i provvedimenti dell'Autorit per le garanzie nelle telecomunicazioni e quelli contro i provvedimenti adottati dal Ministero delle comunicazioni
in base al Codice delle comunicazioni elettroniche (133.m)
10. Controversie concernenti i provvedimenti anche sanzionatori della Banca dItalia, da alcune
autorit indipendenti o affini (consob, garante per la concorrenza e mercato etc) (133.f)
11. Controversie concernenti le procedure amministrative in tema di impianti di produzione di
energia
12. Controversie concernenti i provvedimenti commissariali nelle situazioni di emergenze
13. Controversie sui provvedimenti del Sindaco in materia di ordine e sicurezza pubblica,
incolumit pubblica e sicurezza urbana (133.q)
14. Controversie in materia di imprese insalubri (133.r)
15. Controversie sulle ordinanze ministeriali di ripristino ambientale e risarcimento danni
ambientali (133.s)
16. Controversie in materia di debito pubblico (133.v)
17. i ricorsi contro gli atti del CONI e delle Federazioni sportive che non abbiano una rilevanza
circoscritta solo all'ordinamento sportivo e che perci non siano riservati agli organi di
giustizia sportiva.
18. Sono inoltre devoluti alla giurisdizione esclusiva i ricorsi previsti dal D. Lgs. 198/2009 per
porre rimedio allineficienza dellamministrazione e dei concessionari di servizi pubblici
Nelle ipotesi di giurisdizione esclusiva il giudice amministrativo pu pronunciarsi, con efficacia di giudicato,
sia su interessi legittimi sia su diritti soggettivi, ferma restando la competenza del giudice ordinario per le
questioni concernenti lo stato e la capacit delle persone e l'incidente di falso.
La competenza del giudice amministrativo, nelle materie devolute alla giurisdizione esclusiva, si estende
alle domande risarcitorie, sia per lesione di diritti soggettivi che per lesione dinteressi legittimi (7.5 CPA).
Ampiezza assegnata di recente alla giurisdizione esclusiva
comporta con maggiore frequenza che il giudizio amministrativo sia promosso non da un soggetto
privato contro un'Amministrazione, ma da un'Amministrazione contro un privato, o da un soggetto
privato contro un altro privato.
72
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Questi casi meritano particolare attenzione, anche alla luce del fatto che la norma costituzionale
assegna al giudice amministrativo la tutela nei confronti della Pubblica Amministrazione (art. 103
Cost.).
4. La giurisdizione esclusiva nel codice del processo amministrativo: problemi aperti e nuove
prospettive.
La giurisdizione esclusiva, come si gi visto, fu introdotta dal legislatore perch in molte vertenze
(come quelle in materia di pubblico impiego) interessi legittimi e diritti soggettivi risultavano strettamente correlati.
In questi casi un riparto fondato sulla natura delle posizioni soggettive, avrebbe potuto obbligare il
cittadino a promuovere una pluralit di giudizi, davanti al giudice amministrativo e davanti al giudice
ordinario, in relazione a unidentica vicenda.
Fra laltro, in questo modo, per individuare il giudice competente non sarebbe stato pi necessario
procedere alla verifica, spesso complessa, della natura delle posizioni soggettive e sarebbe stato
sufficiente stabilire se la vertenza rientrava o meno nellambito devoluto dal legislatore al giudice
amministrativo in via esclusiva.
Il riparto fra giudice amministrativo e giudice ordinario, nelle ipotesi di giurisdizione esclusiva, segue
pertanto il criterio della 'materia':
7.5 CPA: Le vertenze riconducibili alle materie della giurisdizione esclusiva vanno proposte
avanti al giudice amministrativo, anche se il cittadino faccia valere in giudizio un diritto
soggettivo.
Stabilire, per, se la vertenza inerisca o meno alla materia devoluta alla giurisdizione esclusiva
non sempre agevole. Le difficolt nascono da vari fattori.
Innanzitutto le disposizioni legislative sulla giurisdizione esclusiva non sono omogenee
e rispecchiano una nozione di 'materia' non uniforme.
Non stupisce che in vari casi siano incerti i limiti concreti delle materie
Il termine 'materia' per la giurisdizione esclusiva ha comunque un significato diverso
rispetto ad altri contesti:
Pagina
Anche gli istituti contemplati non sono omogenei: sono considerati provvedimenti e atti
unilaterali, ma anche accordi, condotte o vertenze, ai quali corrispondono mezzi di
tutela specifici
73
Art. 133 CPA: in alcuni casi la devoluzione al giudice amministrativo stata disposta dal
legislatore rispetto a istituti generali (si pensi al pubblico impiego); in altri casi
disposta rispetto a istituti specifici o a singoli procedimenti o provvedimenti
ha un significato diverso da quello che emerge nell'art. 117 Cost., dove designa
un complesso tendenzialmente 'organico' di attivit, di funzioni e di interessi.
A queste difficolt la giurisprudenza cerca di rispondere individuando un criterio generale di
lettura delle previsioni di giurisdizione esclusiva:
in passato la Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato discutevano soprattutto sulla
possibilit di adottare criteri estensivi o invece restrittivi.
Oggi ovviamente centrale il richiamo alla Corte Costituzionale, che con la sentenza 6
luglio 2004, n. 204, cit., ha sottolineato l'esigenza di interpretazione della
giurisdizione esclusiva pi rispettosa dell'art. 103 Cost.
Secondo la Corte, l'assegnazione, da parte del legislatore, di materie alla
giurisdizione esclusiva deve presupporre una relazione (coinvolgimento) fra
l'ambito devoluto alla giurisdizione esclusiva e un potere amministrativo.
Alla luce di quanto affermato dalla Corte Costituzionale appare pi difficile riconoscere, nei casi
dubbi, la devoluzione di una vertenza al giudice amministrativo, quando rispetto alloggetto
della vertenza non sia rilevante lespressione di un potere dellAmministrazione.
Questa conclusione richiede, per, alcuni chiarimenti.
In primo luogo la Corte Costituzionale non ha considerato come 'potere
amministrativo' (il potere la cui rilevanza giustificherebbe la giurisdizione
amministrativa, anche esclusiva) solo quello che si esprime in via unilaterale,
attraverso provvedimenti. La Corte ha riconosciuto espressamente che anche gli
accordi pubblici, previsti dall'art. 11 della legge n. 241/1990, sono riconducibili al
potere amministrativo, tant' vero che la legge li considera nel contesto di un
procedimento e li prevede in alternativa a provvedimenti.
In questi casi la giurisdizione esclusiva rispetta senzaltro i parametri costituzionali.
In secondo luogo la Corte non ha inteso limitare la giurisdizione esclusiva alle sole
vertenze che investano direttamente un potere amministrativo. Salvo che nel caso di
accordi pubblici o di altri istituti analoghi, il potere amministrativo si esprime
normalmente attraverso atti amministrativi e rispetto a essi la situazione soggettiva del
cittadino in genere dinteresse legittimo, non di diritto soggettivo.
La possibilit di una giurisdizione amministrativa estesa ai diritti ammessa espressamente dalla
Costituzione e della giurisdizione esclusiva ormai una componente naturale anche la tutela rispetto
agli atti 'paritetici', che non sono esercizio di un potere.
La Corte ha inteso colpire invece l'eccessiva estensione assegnata alla giurisdizione esclusiva dal
legislatore ordinario.
I problemi maggiori in tema di giurisdizione esclusiva concernono lampiezza e leffettivit della tutela
dei diritti soggettivi nella giurisdizione amministrativa.
Il criterio della 'materia', per la giurisdizione esclusiva, comporta che tutte le vertenze fra il
cittadino e l'Amministrazione inerenti a quella materia siano devolute al giudice
amministrativo, senza che sia determinante l'individuazione di un interesse legittimo o di un
diritto soggettivo.
Se il cittadino leso in un interesse legittimo da un provvedimento, esso va impugnato per vizi
di legittimit secondo le regole generali (art. 29, CPA)
Tale regola non subisce deroghe per il fato che la vertenza inerente ad una materia
devoluta alla giurisdizione esclusiva
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allimpugnazione e all'annullamento.
La giurisprudenza amministrativa, di recente, ha parlato di una possibilit di
'disapplicazione' di atti regolamentari, specie nelle vertenze su diritti soggettivi, ma
riferendosi in genere a casi nei quali l'atto regolamentare risultava gi di per s
improduttivo di effetti.
N si pu parlare di disapplicazione con riferimento a un provvedimento nullo.
Latto nullo per definizione inefficace e pertanto non si configura rispetto a esso
n un onere dimpugnazione, n la necessit di una disapplicazione dei suoi effetti.
Maggiori problemi sono sorti nel caso in cui il cittadino sia leso non da un provvedimento, ma da
comportamenti non riconducibili alla titolarit di un potere:
A tale esigenza ha dato risposta il CPA, riprendendo e sviluppando quanto previsto nella
legge 21 luglio 2000, n. 205.
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Oggi, soprattutto per effetto dell'estensione della giurisdizione esclusiva operata nel 19982000, solo parzialmente circoscritta dall'intervento della Corte costituzionale del 2004,
l'esigenza di assicurare una tutela efficace dei diritti anche nella giurisdizione esclusiva
divenuta ancora pi stringente.
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Si faceva notare che la tutela dei diritti soggettivi, nelle materie devolute alla giurisdizione
esclusiva, finiva con lessere subordinata alle regole generali del processo amministrativo,
anche quando esse erano meno coerenti di quelle del processo civile: di conseguenza
lassegnazione di una materia alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo
incideva negativamente, almeno in via di fatto, sulla tutela dei diritti e finiva con lassimilare i
diritti agli interessi legittimi.
In questo modo sembra trovare accoglimento il criterio secondo cui la tutela dei diritti
soggettivi assegnati alla giurisdizione esclusiva non deve essere qualitativamente inferiore a
quella offerta dal giudice civile.
In questa logica va considerato anche l'art. 12 CPA, che consente la devoluzione ad arbitrato
(rituale di diritto) delle vertenze su diritti assegnate alla giurisdizione esclusiva.
Queste innovazioni recenti non comportano, per, che nel giudizio amministrativo possano
essere esperite, a tutela dei diritti, tutte le azioni ammesse dal codice di procedura civile. La
distanza rispetto agli strumenti per la tutela dei diritti nel processo civile diminuita, ma
non stata annullata del tutto.
Alcuni istituti specifici della tutela dei diritti rimangono ancora oggi circoscritti al processo
civile. Per esempio, nel processo amministrativo, prescindendo da alcune limitate e
controverse aperture della giurisprudenza, non hanno ancora trovato spazio gli istituti
distruzione preventiva (cfr. art. 696 c.p.c.) e l'esecuzione forzata riceve una disciplina
adeguata solo per le sentenze pronunciate contro una Pubblica amministrazione.
2.
ricorsi contro atti e operazioni in materia elettorale quando il contenzioso sia devoluto al
giudice amministrativo (134.c)
3.
4.
ricorsi contro il diniego di nulla osta per la c.d. censura cinematografica (134.e)
Pagina
1.
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Tema importante nel giudizio di ottemperanza, ossia dal giudizio proposto davanti al giudice
amministrativo per ottenere l'adempimento dell'obbligo dell'autorit amministrativa di
conformarsi ... al giudicato.
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Il riferimento ai vizi di merito, come oggetto del sindacato del giudice, appare oggi superato
Mentre gli altri casi di giurisdizione di merito non vertono su attivit discrezionale
dellamministrazione, nel giudizio di ottemperanza il giudizio pu riguardare una
inottemperanza a un giudizio che concerna attivit discrezionali.
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Il CPA non pone limiti al potere di adottare prounce sostitutive in sede di ottemperanza (114.4)
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Inoltre, linteresse a un risultato utile deve permanere fino al momento della decisione del
ricorso (interesse alla decisione). Linteresse processuale del ricorrente, secondo la
giurisprudenza, condiziona lesercizio dellazione in ogni momento, anche nelle fasi successive
alla presentazione del ricorso. Pertanto, se nel corso del giudizio si verifica un mutamento della
situazione di fatto o di diritto, tale da escludere che laccoglimento del ricorso possa comportare
un risultato utile al cittadino, il ricorso viene dichiarato improcedibile per sopravvenuta
carenza dinteresse: qualsiasi circostanza sopravvenuta che precluda il raggiungimento di un
risultato utile rende improcedibile lazione pur efficacemente proposta.
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Non addirittura menzionata lazione di accertamento dei diritti, che in passato rivestiva grandi
importanza
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Il codice, nel testo definitivo, nei suoi articoli dedicati alle azioni (29-31) non ha alcun carattere di
sistematicit e di completezza
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Infine vi una parte della giurisprudenza che ammette unazione specifica per i giudizi contro
lamministrazione concernenti una dichiarazione di inizio attivit.
Lassetto delle azioni esperibili va definito tenendo conto del principio (34.2) in base al quale
in nessun caso il giudice pu pronunciare con riferimento a poteri amministrativi non
ancora esercitati
Sono escluse azioni volte ad accertare modalit di unazione futura
Nel processo amministrativo assume rilievo il giudizio di ottemperanza
si differenzia nettamente dal processo civile di esecuzione forzata quanto a presupposti
non necessario un titolo esecutivo come richiesto dal 474 cpc
non quieti necessario che la sentenza da eseguire sia una sentenza di
condanna.
Le modalit di esecuzione sono specifiche
Inerisce alla giurisdizione di emerito e perci consente un intervento
tipicamente sostitutivo del giudice amministrativo rispetto
allamministrazione
Nei giudizi promossi a tutela di interessi legittimi lazione costitutivo si risolve
nellimpugnazione del provvedimento lesivo.
In questo modo col ricorso viene richiesto al giudice amministrativo lannullamento del
provvedimento impugnato (29)
Nei casi di giurisdizione di merito, inoltre, pu essere richiesta una sentenza costitutiva
che comporta un intervento sostitutivo del giudice.
Nei giudizi promossi a tutela di interessi legittimi, esclusa lazione di accertamento nel caso
sarebbe stata proponibile lazione di annullamento (34.2).
La contestazione della legittimit di un provvedimento amministrativo pu essere svolta solo
attraverso unazione costitutiva, impugnando quellatto per chiederne lannullamento, e nello
stesso caso non ammessa lazione di accertamento
Nei giudizi a tutela di diritti soggettivi ammessa anche unazione di condanna: nel codice
lattenzione per lazione di condanna concentrata soprattutto sulle vertenze risarcitorie (30 e
34)
Nel processo amministrativo ammesso il cumulo di domande purch connesse (art. 32.1
sembra alludere ad una connessione oggettiva)
Lerrore della parte nella qualificazione proposta non comporta, di per s, alcuna particolare
conseguenza negativa: la qualificaizone demandata al giudice (iura novit curia, 32.2 CPA)
3. Lazione di annullamento
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o mero accertamento.
In caso di inosservanza esperibile il giudizio di ottemperanza che assicura lesecuzione della
sentenza.
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ma anche dannullamento
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Si deve ammettere lazione di accertamento anche quando lazione ha per oggetto un atto
nullo
in quanto esso non producendo effetti non pu essere oggetto di una azione costitutiva.
Il CPA ha introdotto una azione specifica per la declaratoria di nullit di atti amministrativi,
per tutti i casi in cui la competenza sia del giudice amministrativo,
da proporre perentoriamente entro 180 gg.
In ogni caso la scadenza del termine non ha riflessi sulla efficacia dellatto che,
in quanto nullo, improduttivo di effetti, tant che nullit pu essere opposta
anche dopo scadenza e rilevata dufficio dal giudice. (31.4).
5. Azione di condanna
introdotta dallart. 26.3 della legge Tar
con riferimento alla giurisdizione esclusiva
ed esclusivamente per il pagamento di somme di denaro dovute dallamministrazione,
come la condanna alladempimento di una obbligazione pecuniaria.
Nel capo del CPA dedicato alle azioni, la condanna oggi prevista in termini pi generali
non sono menzionate n la sua limitazione alle pronunce contro lamministrazione n a
quelle a contenuto pecuniario.
Nella giurisdizione di legittimit
pu avere ad oggetto solo il risarcimento dei danni per lesione di interessi legittimi,
Nelle materie di giurisdizione esclusiva
pu riguardare ladempimento di qualsiasi obbligazione, devoluta alla giurisdizione
esclusiva (30.1).
La legge istitutiva dei TAR imponeva per due limitazioni:
1. lazione era esperibile solo nei confronti della p.a.
Ci rendeva impossibile alla p.a. una tutela nel processo esecutivo in quanto essa
poteva ottenere solo una sentenza di mero accertamento (il giudizio di ottemperanza
infatti esperibile solo dai privati e non contro i privati).
Tale limitazione stata eliminata dal CPA e si deve senzaltro ritenere che, nelle
materie di giurisdizione esclusiva, lazione di condanna possa essere proposta anche
dalla amministrazione, per ladempimento di obbligazioni gravanti su un privato.
2. Erano ammesse solo condanne al pagamento di una somma di denaro, mentre nelle
materie di giurisdizione esclusiva il cittadino poteva vantare nei confronti della p.a. anche
diritti soggettivi con un contenuto non pecuniario.
Il CPA attribuisce rilievo al contenuto dellobbligazione, ai fini del rilascio della formula
esecutiva sulle sentenze e alla conseguente esperibilit dellesecuzione forzata nelle
forme del cpc.
Attenzione particolare riservata alle vertenze risarcitorie (30).
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a proposito dei rapporti tra tutela impugnatoria e tutela risarcitoria, ossia tra
domanda di annullamento e domanda di risarcimento,
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Nel passato
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Nel CPA non v alcun richiamo a tale azione e quindi si dubita della sua operativit.
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Non v spazio per risarcimento del danno o misure che comportino nuovi e
maggiori oneri per la finanza pubblica.
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Il carattere soggettivo dellinteresse fatto valere esclude che ricorrente possa considerarsi
come mero rappresentante della collettivit
ed infatti il processo inizia per suo atto di iniziativa: il ricorso;
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1. Il ricorrente
che pu anche essere proposto congiuntamente da pi soggetti fra loro, purch le loro
posizioni siano omogenee.
2. Parte necessaria in quanto resistente anche lamministrazione che ha emanato latto impugnato.
Lart 41 CPA conferma che per amministrazione deve intendersi lente pubblico o ministero, e
non un organo di esso.
soggetta in tutto e per tutto alle regole del processo su un piano di parit rispetto alle altre
parti, sebbene sul piano sostanziale essa abbia una posizione di autorit e quindi vantaggio.
L amministrazione daltra parte ha un interesse nel processo, quello a mantenere il suo atto,
impugnato dal ricorrente.
3. Parti necessarie sono anche i controinteressati
ovvero soggetti ai quali latto impugnato conferisce unun utilit specifica e quindi sono titolari
di un interesse qualificato alla conservazione dellatto.
Nel caso in cui siano pi di uno, il ricorso valido anche se notificato ad uno solo di essi, purch
per sia fatta integrazione del contraddittorio nei confronti degli altri, nei tempi e modalit
previste. (49)
Essi sono in una posizione speculare rispetto al ricorrente perch loro traggono dal
provvedimento impugnato la realizzazione del loro interesse legittimo, e quindi vanno trattati
alla stessa maniera durante il processo.
Esempio ne il ricorso incidentale con cui possono a loro volta proporre censure contro il
provvedimento impugnato dal ricorrente principale o contro atti presupposti.
Ai fini della loro identificazione non sufficiente per il requisito di ordine sostanziale
rappresentato dalla utilit specifica,
ma anche un requisito di ordine formale cio controinteressato deve essere identificato
o identificabile alla stregua dellatto amministrativo stesso. (41)
I controinteressati non identificati nellatto, cd controinteressati sostanziali,
possono intervenire nel processo e proporre difesa.
Possono inoltre proporre ricorso incidentale e impugnare sentenza con il rimedio
dellopposizione di terzo. Il giudice pu ordinarne la chiamata in giudizio.
nelle vertenze in tema di diritti demandate alla giurisdizione civile, possono presentarsi
situazioni analoghe a quelle che nel processo civile comportano un litisconsorzio necessario.
Anche nel processo amministrativo sono parti necessarie.
3. Le parti non necessarie
Art 50 CPA
definisce in termini omogenei le modalit dingresso nel processo di una parte non necessaria,
Lingresso deve avvenire con la notifica di un atto di intervento in giudizio,
non individua i soggetti interessati.
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Sono individuate dal codice in modo generico come chiunquevi abbia interesse, pu
intervenire in giudizio ma in realt il codice introduce due novit:
le
tendenze
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Non abilita invece ad atti di disposizione del ricorso come la rinuncia. (art 84 CPA)
Lamministrazione statale rappresentata dalla avvocatura dello stato. (cfr. cap VI)
5. I principi generali del processo
1. Il processo amministrativo, anche se verte su unattivit pubblica dellamministrazione e pu,
annullando latto impugnato, travolgere interessi pubblici, sottosta al cd principio della domanda,
il giudice amministrativo non pu esercitare le sue funzioni giurisdizionali se non vi
iniziativa di parte, che pu anche rinunciarvi in corso al giudizio. (art 84 CPA)
Il giudice inoltre non pu pronunciarsi oltre i limiti della domanda n pu
pronunciarsi su eccezioni riservate alle parti dalla legge, a meno che non si tratti di
giudizi in materia di contratti pubblici. (artt 34 e 123 CPA)
Nel giudizio di annullamento la domanda identificata non solo dal provvedimento
impugnato ma anche dai vizi allegati dal ricorrente.
Il Giudice non pu annullare per vizi diversi da quelli allegati o sindacare su
provvedimenti diversi da quello impugnato,
la deduzione di nuovo vizio equivale a nuova domanda, che preclusa pertanto
se siano decorsi termini perentori per il ricorso, fatta salva possibilit di
integrare con motivi aggiunti nei casi ammessi.
Il giudice amministrativo pu sempre rilevare dufficio la nullit di atti
amministrativi rilevanti nel giudizio.
2. Nel processo amministrativo vige, inoltre, il principio del contraddittorio, previsto dallart 101
cpc e garantito dallart 111 cost.
Il giudice infatti non pu pronunciarsi sulla domanda se prima non sia stato integrato il
contraddittorio rispetto a tutte le parti necessarie del giudizio. (art 27 CPA)
Elementi di rilievo introdotti dal codice sono:
bilanciamento fra la garanzia del contraddittorio e lobiettivo di assicurare una celere
definizione del giudizio.
Lart 49 CPA stabilisce che integrazione del contraddittorio non necessaria nei
casi in cui ricorso sia manifestamente irricevibile, inammissibile o infondato. E
per lart 95 co5 CPA per il giudizio dappello.
il contraddittorio deve essere garantito in modo pieno, oltre che ai fini della decisione
sul ricorso, anche ai fini della pronuncia sullistanza cautelare, perch misura cautelare
pu incidere pesantemente sugli interessi sostanziali delle parti e quindi giudice prima
di adottarla deve accertare che tutte le parti necessarie siano state evocate in giudizio.
Poich ci potrebbe pregiudicare le esigenze di urgenza, prima dellintegrazione del
contraddittorio sono concesse misure cautelari provvisorie.
Infine, se giudice ritiene di decidere sulla base di questione rilevata dufficio, deve
prima sottoporla alle parti. (art 73 CPA)
3. Il processo assoggettato anche al principio di impulso di parte,
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Listanza di discussione deve essere rinnovata nel caso di cancellazione della causa dal ruolo,
mentre esclusa per i ricorsi che vengono decisi in camera di consiglio, come quelli in materia
di silenzio o accesso ai documenti e per lottemperanza, perch la camera di consiglio fissata
dufficio.
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secondo cui, una volta presentato ricorso, il giudizio cade in perenzione e si estingue se entro
un anno una delle parti costituite non abbia presentato listanza per la fissazione delludienza
di discussione. (art 71 e 81 CPA)
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Lart 39 CPA ha accolto tale visione, considerato anche che il codice costruisce
un sistema di tutela che da spazio a istituti di matrice processualcivilistica ma
al tempo stesso costruisce modello processuale comune alle controversie su
interessi legittimi e a quelle su diritti sogg.
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Altre tesi invece che configurano lazione in funzione delle censure e quindi si
identificherebbe una pluralit di azioni.
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Il vizio dellatto impugnato, nel processo amministrativo, viene considerato un elemento per
lidentificazione della domanda, ovvero per valutarne la validit o la novit.
Per vizio si intende uno dei tre ordini di vizi di legittimit, cio
a) incompetenza,
b) violazione di legge,
c) eccesso di potere.
Con riferimento alleccesso di potere, si dovrebbe far riferimento alle ipotesi
a) di sviamento di potere
b) disparit di trattamento
c) ingiustizia manifesta ecc.
Certi vizi possono essere individuati semplicemente negando la sussistenza, nel caso
concreto, di un elemento necessario dellatto amministrativo ad esempio nel caso di
incompetenza.
mentre per gli altri vizi necessaria affermazione di un fatto specifico che deve essere
allegato dal ricorrente.
Pertanto se durante giudizio emerge competenza di un terzo organo, diverso da
quello indicato dal ricorrente, il ricorso va comunque accolto perch indicazione
dellorgano competente per ricorrente, mero argomento.
mentre se viene impugnato un atto discrezionale per contraddittoriet rispetto
ad un certo atto della p.a., il ricorrente non pu giovarsi della contraddittoriet
del provvedimento con un terzo atto, perch ci identificherebbe un vizio diverso
da quello fatto valere.
Non sono richieste formule sacramentali per lidentificazione del vizio, ma a pena di
inammissibilit rileva che esso sia
oggettivamente identificato nei suoi elementi concreti.
La qualificazione proposta dalla parte invece non assume rilevanza decisiva, perch
giudice non da questa vincolato.
Nel giudizio sul silenzio non essendoci nessuna impugnazione, non sono configurabili
censure per vizi di legittimit di un atto.
La lesione dellinteresse legittimo causata dalla omissione del provvedimento.
E nel caso il ricorrente richieda al giudice di ordinare alla amministrazione di
provvedere secondo modalit specifiche, dovr definire puntualmente la sua
domanda.
Nei casi di giurisdizione esclusiva, quando non impugnato nessun atto e si tratta di
diritti soggettivi, nel ricorso deve essere identificato il diritto, anche con lindicazione
del titolo o fatto costitutivo del diritto fatto valere. Domanda non di annullamento ma
di accertamento o condanna.
b) il ricorso deve essere notificato alla amministrazione e ad almeno uno dei controinteressati, entro
60 giorni dalla comunicazione, pubblicazione o piena conoscenza del provvedimento stesso.
La notifica deve essere fatta presso lavvocatura dello Stato nel cui distretto ha sede il Tar
competente per il ricorso.
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Per la notifica degli atti, il codice del processo amministrativo rinvia al codice di procedura
civile, secondo il quale losservanza del termine per la notifica va verificata con riferimento
alla data di consegna del ricorso allagente notificatore, o al servizio postale se effettuata
dal difensore a mezzo postale.
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con la prova della notifica, deve essere depositato presso la segreteria del Tar adito, anche
loriginale del ricorso entro 30 giorni dal perfezionamento dellultima notifica.
La parte pu per procedere al deposito gi dopo aver richiesto la notifica, perch con il
deposito del ricorso si attua la costituzione in giudizio del ricorrente.
Nel codice confermato che la p.a. allatto di costituzione, tenuta a depositare latto
impugnato e gli altri atti relativi al procedimento. (art 46 CPA)
Il deposito determina la pendenza del giudizio.
La rimessione in termini, prevista dal T.U.CdS solo per ipotesi particolari, ha poi assunto
portata generale operando ogni qual volta inosservanza del termine per la notifica fosse
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In realt per quando questa inosservanza sia stata causata da errore scusabile, il giudice
amministrativo pu concedere rimessione in termini alla parte per procedere a nuova notifica.
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riconducibile a ragioni oggettivamente apprezzabili e anche per la notifica di atti come ricorso
incidentale e motivi aggiunti.
Il codice ha accolto tale interpretazione giurisprudenziale e ha esteso la rimessione
anche alle inosservanze determinate da gravi impedimenti di fatto.
La rimessione in termini per errore scusabile coerente con idea che diritto della parte
a una decisione di merito non debba sacrificarsi di fronte a irregolarit minori.
In particolare nel CPA allart 44 co2 si dispone che il collegio, se riscontra irregolarit
che non determinino la nullit del ricorso e le parti non si siano costituite, pu
rimettere nei termini il ricorrente per rinnovare latto.
Al co4 stabilisce inoltre che se notifica non va a buon fine per ragioni non imputabili
alla parte richiedente la notifica, il giudice pu rimettere nei termini per la sua
rinnovazione.
Nel caso di nullit della notifica del ricorso, la costituzione delle parti ha effetto sanante.
Prima del CPA la giurisprudenza riteneva che effetto sanante si producesse in via
retroattiva, anche se costituzione fosse tardiva, ma codice oggi ammette
espressamente effetto sanante con un limite nella salvezza dei diritti acquisiti
anteriormente alla comparizione (art 42 co3 CPA) pertanto la costituzione delle
parti, in genere dopo il decorso del termine perentorio per limpugnazione, non
preclude di rilevare la decorrenza del termine per la notifica.
2. I motivi aggiunti
Lassoggettamento dellazione di annullamento ad un termine perentorio per limpugnazione
comporta che decorso il termine siano precluse ulteriori censure contro latto. (art 29 CPA)
Se tale regola fosse applicata con rigore potrebbe compromettere lo stesso diritto dazione
perch spesso il cittadino viene a conoscenza di un vizio dellatto, solo in un secondo momento,
quando tardi per proporre ricorso.
Ecco allora che la giurisprudenza ha ammesso che il ricorrente che abbia gi impugnato latto e
solo successivamente abbia conosciuto di un altro vizio, possa integrare il ricorso originario
con i cd motivi aggiunti.
Originariamente con essi il ricorrente cambiava la domanda, facendo valere anche i vizi del
provvedimento impugnato dei quali fosse venuto a conoscenza solo dopo la notifica dellatto,
anche in sede extraprocessuale.
E a integrazione di quanto gi esposto nel ricorso, poteva chiedere annullamento anche
per tali altri vizi.
Nella L205/2000, si accolsero esigenze della giurisprudenza del tempo che credeva possibile
presentare i motivi aggiunti anche per vizi di altri provvedimenti purch connessi con quello
impugnato.
La L205 infatti introdusse lonere per il ricorrente di impugnare con i motivi aggiunti
anche gli atti sopravvenuti nel corso del giudizio.
La stessa soluzione si accolta nel codice
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art 43 ammette che possano essere proposte con i motivi aggiunti nuove ragioni a
sostegno delle domande gi proposte, e che possano essere proposte nuove domande
purch connesse a quelle proposte.
Poich peraltro il ricorso incidentale pu proporsi anche contro atti diversi da quello
impugnato purch connessi ad esso, lamministrazione resistente non ha potere di
annullamento dufficio su di essi, a meno che nn sia essa stessa ad averli emanati.
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Ricorso incidentale espressione del principio della parit delle armi ex art 111 cost, in base
al quale ricorrente e resistente devono avere equivalenti strumenti processuali di difesa, ma
ricorso incidentale comunque condizionato da ricorso principale che, se dichiarato
inammissibile o respinto, rende improcedibile quello incidentale.
Rimane ferma la competenza del Tar competente per ricorso principale, a meno che per latto
proposto con ricorso incidentale non sia competente Tar Lazio o altro Tar in forza di
competenza funzionale; in tali casi lintero giudizio devoluto a questo.
Nelle controversie su diritti demandate alla giurisdizione esclusiva, parit delle parti
garantita non con ricorso incidentale ma con domande riconvenzionali espressamente
ammesse oggi dal codice allart 42.5.
Nel giudizio di annullamento quindi i termini per ricorso principale, incidentale e motivi
aggiunti sono identici e pari a sessanta giorni.
Invece in termini per la costituzione delle parti diverse dal ricorrente non sono perentori
perch ammesso intervento fino alludienza di discussione del ricorso.
Nel testo del codice, il principio di non contestazione accolto dallart 64 in base al quale
giudice deve porre, a fondamento della decisione, i fatti non specificamente contestati dalle
parti e che quindi si hanno per provati, non contiene riferimento ai termini per la costituzione
tempestiva.
Lonere di contestazione specifica non deve per forza avvenire nella memoria di
contestazione.
Lintervento, a giudizio iniziato, va proposto con apposito atto da notificare alle parti e poi
depositato presso il Tar adito almeno 30 giorni prima delludienza di discussione (art 50 CPA).
La Corte Costituzionale, aveva ammesso oltre allintervento volontario anche quello
iussu iudicis cio per ordine del giudice, per lo meno con riferimento ai soggetti che
potessero proporre opposizione di terzo.
Alla luce di queste considerazioni, codice ha ammesso espressamente che il giudice
possa ordinare la chiamata in causa di un terzo, in tutti i casi in cui ritenga opportuno
che il processo si svolga nei confronti di un terzo. (art 28 e 51 cod.proc)
4. Listruttoria: i principi
Listruzione in qualsiasi ordinamento processuale
lattivit del giudice diretta a conoscere i fatti rilevanti per il giudizio, che ha per
oggetto controversie reali relative a situazioni di vita concrete e non astratte.
Al giudice quindi necessario conoscere anche in termini di fatto la vicenda, in modo
da valutare le norme da applicarvi.
Una indagine particolare per esclusa quando i fatti non siano controversi, perch le
parti ne forniscono una rappresentazione coincidente o perch non siano stati
puntualmente contestati.
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Nel processo amministrativo, la fase istruttoria non di per s autonoma, potendosi svolgere
istruttoria, senza soluzioni di continuit anche nel corso della trattazione della controversia.
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Il codice ha infatti sancito lonere della specifica contestazione dei fatti a carico delle
parti costituite, con la conseguenza che il giudice deve attenersi per la sua decisione a
quelli non contestati. (art 64 co2)
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lart 65 co1 richiede inoltre per i provvedimenti istruttori, una istanza motivata di parte.
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La loro disciplina dettata sommariamente dal CPA perch sono richiamate norme del cpc.
(art 79 CPA)
1. Per quanto concerne la sospensione necessaria per ragioni di pregiudizialit,
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Alcuni eventi possono incidere sullo svolgimento del processo, provocandone taluni la
sospensione, talaltri la interruzione.
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vanno considerate le questioni attinenti allo stato e alla capacit delle persone e di
incidente di falso.
La loro decisione devoluta al giudice ordinario, pertanto la sospensione disposta
sulla base di una semplice valutazione.
invece rimessa a valutazione di opportunit del giudice amministrativo, quando sia
pendente processo penale relativo a medesimi fatti controversi nel proc.amm.
Processo amministrativo deve inoltre essere sospeso quando il collegio abbia sollevato
questione di costituzionalit o abbia deferito alla corte di giustizia una pregiudiziale,
di interpretazione di una norma comunitaria.
Sospensione in questi casi disposta con ordinanza appellabile e non preclude
richiesta tutela cautelare.
Anche nel proc.amm ammesso il regolamento preventivo di giurisdizione
ovvero regolamento proposto dalle parti alla corte di cassazione, finch sul
ricorso non sia intervenuta decisione del tar.
La sospensione non per automatica ma disposta dal Tar che deve valutare se
sia manifestamente inammissibile o infondata.
Il codice non contempla espressamente sospensione richiesta delle parti, cd
sospensione facoltativa, disciplinata invece nel processo civile.
Ma richiamo ampio al codice di rito, consente di darvi spazio anche nel
proc.amm.
disposta con ordinanza del Tar ed appellabile al consiglio di stato, come
tutte le ordinanze di sospensione del processo amministrativo.
Particolare rilievo ha poi il regolamento di competenza.
Oggi lart 71 CPA accoglie soluzione secondo cui non obbligatoria sospensione
del processo quando una delle parti presenta istanza di regolamento di
competenza.
Infatti prevede soltanto possibilit di un rinvio delludienza di discussione fino
alla decisione del regolamento di competenza, se la parte abbia depositato
prima delludienza copia dellistanza gi notificata alle altre parti.
2. Linterruzione del processo amministrativo, rinvia allart 299 ss cpc:
a. morte o perdita della capacit di una parte o rappresentante legale prima della
costituzione in giudizio
b. morte o perdita della capacit di una parte costituita o del contumace
c. morte o impedimento del procuratore, se la parte sta in giudizio a mezzo di questo
Quando sia cessata causa di sospensione o processo si interrotto, necessaria istanza di
discussione del ricorso per far proseguire il processo.
richiesto invece un vero e proprio atto di riassunzione, da notificare alle parti, solo nel caso
di interruzione, se la parte nei cui confronti si sia verificato atto interruttivo non abbia gi
presentato nuova istanza di fissazione dudienza.
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Perch il ricorso possa essere deciso, deve essere richiesta apposita istanza di fissazione
delludienza di discussione del ricorso.
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7. La decisione
Quando per vi ordinanza del Tar che disponga una misura cautelare, questa deve anche
fissare ludienza di discussione, o in caso di mancanza di tale indicazione, per evitare che le
misure cautelari abbiano effetti a tempo indeterminato, concesso appello al CdS.
Le parti costituite possono depositare documenti fino a 40 gg prima, memorie conclusionali
fino a 30 gg prima e memorie di replica fino a 20 gg prima.
La previsione di una replica scritta novit di rilievo del codice a tutela del contraddittorio,
tenuto conto del fatto che amministrazione resistente potrebbe svolgere difese scritte per la
prima volta solo nella comparsa conclusionale.
Nelludienza, che pubblica, ciascuna parte pu intervenire per illustrare sinteticamente le
proprie ragioni, e una volta conclusa discussione, il Tar assume decisione e pronuncia
sentenza. (art 75 CPA)
In base allart 74 CPA in alcuni casi il giudice pu decidere con sentenza in forma
semplificata che si caratterizza per una motivazione sintetica cio incentrata sui profili
essenziali della vertenza, o per un rinvio ad altre precedenti pronunce in vertenze analoghe.
ammessa quando ricorso risulti manifestamente fondato o manifestamente
infondato, improcedibile, inammissibile o irricevibile, pertanto quando carattere
evidente della decisione renda superflua motivazione.
La decisione pu anche avvenire in via anticipata nella fase cautelare se esito del ricorso risulta
gi chiaro.
In ogni caso la sinteticit della motivazione della sentenza non pu mai sacrificare valori
essenziali per la garanzia del diritto dazione come quello della necessit della motivazione per
ogni provvedimento decisorio ex art 3 co 1 CPA.
Quando sia possibile la sentenza in esito alla fase cautelare, la sentenza pu intervenire prima
che siano scaduti termini per esercizio poteri di difesa delle parti, cio sufficiente che sia
verificata completezza del contraddittorio e dellistruttoria e che siano trascorsi almeno 20
giorni dallultima notifica del ricorso. (art 60 cod)
Il codice precisa che collegio pu decidere in esito ad istanza cautelare, solo se ha sentito le
parti che possono segnalare necessit di attivit istruttorie o di difesa, o se le parti propongono
motivi aggiunti o ricorso incidentale o regolamento di giurisdizione o regolamento di
competenza.
Infine il codice ammette che in alcuni casi il giudizio sia definito con decreto presidenziale,
quando si verificata estinzione del processo
o nel caso in cui ricorso sia divenuto improcedibile perch magari venuto meno
interesse alla decisione
o nel caso di contraddittorio non integrato nel termine stabilito.
possibile opposizione al collegio contro il decreto presidenziale con rito camerale.
Collegio decide con ordinanza appellabile. Se accoglie opposizione, ricorso di nuovo iscritto al
ruolo dei ricorsi pendenti. (art 85 CPA)
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Nel quarto libro del codice, sono previsti vari riti speciali che presentano profili di peculiarit
rispetto al rito ordinario previsto dal libro secondo del CPA.
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8. Il rito camerale
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Allo stesso tempo per giudice deve valutare anche i riflessi che misura
cautelare avrebbe su amministrazione e controinteressati e nel caso in cui
danno a carico della p.a. o del controinteressato fosse maggiore rispetto a
quello a carico del ricorrente, giudice valuter i vari interessi in via comparata
decidendo secondo prudente apprezzamento.
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3. La procedura ordinaria
Primo intervento significativo sulla tutela cautelare lha compiuto la L205/2000 e poi in
profondit il codice sul processo amministrativo.
Le innovazioni hanno riguardato principalmente tre profili:
1. la garanzia del contraddittorio
2. la previsione di pi semplici modalit daccesso alla tutela cautelare
3. la valorizzazione della fase cautelare del processo ai fini di una sollecita decisione
In gioco rispetto a questi profili vi sono
i principi della parit delle armi,
della ragionevole durata del processo
dellirrinunciabilit ad una tutela cautelare adeguata alla garanzia del diritto dazione
del ricorrente.
La domanda di una misura cautelare presentata dal ricorrente o da parte interessata, al
giudice adito per ricorso principale, con istanza scritta da notificare alla amministrazione
resistente e ai controinteressati.
Fino agli 90 si riteneva necessaria notifica al almeno uno dei controinteressati.
Poi nel corso degli anni 90 il CdS, vedeva una definizione della fase cautelare senza una
garanzia del contraddittorio con tutte le parti necessarie come incompatibile coi
principi di essenzialit e col carattere decisorio della tutela cautelare espressi dalla
Corte costituzionale.
Oggi col codice stato chiarito che il giudice amministrativo pu provvedere definitivamente
sullistanza cautelare, solo dopo integrazione del contraddittorio con tutte le parti necessarie del
giudizio.
E prima della integrazione, giudice pu prendere solo misure cd interinali cio
provvisorie, soggette ad essere riesaminate una volta che tutte le parti siano state
evocate in giudizio.
Sulla domanda cautelare provvede ordinariamente il collegio in camera di consiglio,
decorsi almeno 20 giorni dalla notifica dellistanza e dieci giorni dal suo deposito, in
modo da consentire a tutte le parti intimante di costituirsi in giudizio e presentare le
loro proprie difese.
Si tratta di termini abbastanza ampi, perch il collegio pu trattenere il ricorso
per la decisione di merito gi in esito alla istanza cautelare.
Le parti possono depositare memorie e documenti fino a due giorni prima della
camera di consiglio, ma possono costituirsi per trattazione orale anche soltanto in
camera di consiglio, dove sono sentiti i difensori che ne abbiano fatto richiesta.
La domanda non pu essere trattata fino a quando non sia stata depositata listanza di
fissazione della udienza di discussione, salvi i casi di rito camerale o fissazione
dufficio, e ci per evitare che ricorrente una volta ottenuta misura cautelare non coltivi
pi il giudizio prolungando al massimo gli effetti della misura cautelare.
Lordinanza del collegio deve essere motivata e pubblicata mediante deposito presso
la cancelleria del Tar dal quale decorre la sua efficacia.
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Obbligo di motivazione delle pronunce cautelari in passato non era spesso rispettato,
bench sancito dalla legge, cos lart 55 CPA ha ribadito tale necessit di motivazione e
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ha inoltre precisato che motivazione deve estendersi alla valutazione del pregiudizio
allegato dalla parte istante e indicare i profili che, prima face, inducono a ragionevole
previsione sullesito del ricorso.
Nellordinanza giudice liquida anche le spese della fase cautelare del giudizio, in
rispetto al principio di autonomia di questa fase del processo e ponendo rimedio al
rischio di uso improprio del ricorso.
La trattazione dellistanza cautelare prima occasione di contatto tra collegio e le parti,
tant che alcuni volevano valorizzarla come udienza preliminare. La proposta non
stata accolta, ma codice ha previsto che in tale fase il collegio possa adottare i
provvedimenti istruttori utili per il giudizio e per lintegrit del contraddittorio, purch
per vi sia istanza di parte. (rendendola eccezionale)
Nb: se il collegio ritiene che istanza cautelare sia fondata e nello stesso tempo che le
ragioni della tutela possano essere soddisfatte con decisione sollecita del ricorso, pu
limitarsi a fissare udienza di discussione (ad esempio ricorso proposto contro
provvedimento la cui esecuzione non sia imminente) e nel caso in cui si verifichino
condizioni previste dallart 60 CPA il collegio pu pronunciarsi in camera di consiglio
con sentenza in forma semplificata.
4. La tutela cautelare nei casi di particolare urgenza
In base al codice, in caso di estrema gravit ed urgenza, tale da non consentire neppure la
dilazione fino alla data della camera di consiglio, la misura cautelare pu essere richiesta al
Presidente del Tar o della sezione cui il ricorso principale sia stato assegnato, previa notifica
alle altre parti.
Il presidente, verificata competenza del Tar, provvede con decreto motivato, non
impugnabile ma revocabile, efficace fino allordinanza del collegio al quale va sottoposta
istanza alla prima camera di consiglio utile.
Decreto quindi provvedimento cautelare interinale.
La tutela ha comunque carattere incidentale e si svolge nellambito del giudizio instaurato con
ricorso principale.
Il decreto non pu essere pronunciato se la notifica del ricorso non si sia perfezionata
nei confronti almeno della parte resistente e di almeno un controinteressato.
Le parti cui notificata istanza cautelare possono poi chiedere al presidente del Tar di
essere sentite prima del decreto, fuori udienza e senza formalitanche separatamente.
La disciplina descritta si applica anche avanti al Consiglio di stato, nei casi di estrema gravit e
urgenza dopo la sentenza di primo grado.
Fino al codice, che la estende ad ogni tipo di vertenza del giudice amministrativo, il processo
amministrativo non conosceva la tutela ante causam, perch Corte costituzionale riteneva
sufficiente quella interinale del decreto, ma Corte di giustizia CE afferm esigenza di tutela
precedente allinstaurazione del giudizio nelle vertenze di rilievo per diritto comunitario e
codice dei contratti pubblici la recep per tutte le vertenze in materia di appalti pubblici.
Infatti, in caso di eccezionale urgenza tale da non permettere neppure notifica del ricorso,
legittimato a ricorrere pu presentare istanza al presidente del Tar per assicurare tutela fino a
che non possa essere proposto ricorso e trattata istanza cautelare nelle forme ordinarie.
provvede con decreto, sentite le parti ove possibile e omessa ogni altra formalit, che
avr valore fino alla pronuncia cautelare collegiale, successiva alla notifica del ricorso,
e il decreto devessere notificato entro termine perentorio non superiore a 5 giorni.
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Altre volte invece la misura cautelare comporta la necessit per lamministrazione di compiere
una certa attivit come ad esempio nel caso di sospensione di licenziamento, lamministrazione
deve riammettere dipendente.
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Il codice allart 59 precisa che se amministrazione non ha eseguito ordinanza cautelare, parte
interessata con istanza notificata alle altre parti pu rivolgersi al giudice che emesso
ordinanza, il quale adotter tutte le misure necessarie ad assicurare lesecuzione
dellordinanza cautelare, potendo in particolare dettare ordini alla p.a. o nominare commissari
che si sostituiscano allorgano inadempiente.
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Capitolo XIII - La decisione del ricorso e i rimedi nei confronti della sentenza
1. La decisione del ricorso
Il giudizio amministrativo definito in genere da una sentenza, che viene deliberata da un
collegio giudicante (art 33 CPA);
solo in alcuni casi, quando si sia verificata una causa di estinzione del giudizio, ovvero ricorso
sia divenuto improcedibile, alla declaratoria provvede il Presidente con un decreto.
Il decreto, se non viene opposto o lopposizione respinta, passa in giudicato e
definisce il giudizio esattamente come la sentenza.
Stesse considerazioni per decreto ingiuntivo ex art 118 CPA.
Il codice del processo amministrativo impone una definizione pi rigorosa delle pronunce del
giudice amministrativo.
La sentenza
pronuncia che definisce in tutto o in parte il giudizio. (art 33.1)
Deve quindi ritenersi superata tendenza a designare come sentenza qualunque
provvedimento collegiale adottato a fini istruttori o che detti prescrizioni per lo
svolgimento del giudizio come le pronunce interlocutorie.
Il termine sentenza nel codice utilizzato con una portata analoga a quella del cpc,
infatti sentenza anche la pronuncia su questioni pregiudiziali attinenti al processo
nonch su questioni pregiudiziali di merito, anche se non definisca il giudizio.
Tale termine designa indifferentemente sia le pronunce del Tar sia quelle del Consiglio
di stato, che abbiano caratteri appena descritti.
Si soliti distinguere tra sentenze di rito e sentenze di merito.
Lart 35 CPA riconduce alle sentenze di rito
1. le pronunce di irricevibilit (in caso di tardivit della notifica o del
deposito),
2. inammissibilit (carenza dinteresse o legittimazione)
3. improcedibilit (sopravvenuta carenza di interesse o mancata
integrazione del contraddittorio)
4. quelle che dichiarino estinzione del giudizio (omissione o tardivit
della riassunzione, o perenzione, o per rinuncia).
Fra le sentenze di merito
1. quelle che dichiarino la cessazione della materia del contendere che
si verifica quando nel corso del giudizio la pretesa del ricorrente risulti
pienamente soddisfatta. (ad esempio perch provvedimento impugnato
stato annullato dufficio dalla p.a.)
Nel caso di declinatoria della giurisdizione, dovuta al fatto che la vertenza inerisce alla
giurisdizione di altro giudice nazionale,
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e, fatti salvi gli effetti sostanziali e processuali della domanda presentata avanti al Tar,
la parte interessata deve riproporre domanda nel termine perentorio di tre mesi dal
passaggio in giudicato della sentenza che aveva declinato giurisdizione, davanti al
giudice indicato.
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termini la parte se ne ricorrano le condizioni, per il caso di errore scusabile. (art 11.5
CPA).
Se la domanda riproposta tempestivamente, le prove gi raccolte possono essere
valutate come argomento di prova e alle misure cautelari assegnata una certa
ultrattivit fino a 30 giorni dalla pubblicazione della sentenza che dichiara difetto di
giurisdizione. (art 11.7 CPA)
Il giudice indicato nella declinatoria di giurisdizione non vincolato da tale indicazione,
perch solo la pronuncia della Cassazione ha effetti vincolanti nei confronti di
qualunque altro giudice.
Pertanto se secondo giudice adito dopo la declinatoria, si ritenga privo di giurisdizione,
sollever dufficio conflitto di giurisdizione sul quale si pronuncer Cassazione. (art
11.3 CPA)
Le sentenze di merito intervengono invece sul contenuto della domanda, accogliendola o
dichiarandola infondata, in tutto o in parte.
Le sentenze di accoglimento possono
disporre annullamento del provvedimento
disporne la riforma
disporne modifica
ordinare alla amministrazione di provvedere in un certo termine nel caso di un
giudizio sul silenzio-rifiuto
dichiarare la nullit di un atto
condannare la p.a. alladempimento di unobbligazione pecuniaria o non.
Inoltre pu aversi senzaltro una sentenza che accerti un diritto soggettivo del
ricorrente in ipotesi di giurisdizione esclusiva.
In coerenza con il principio della domanda,
il giudice amministrativo tenuto a pronunciarsi su tutta la domanda e non oltre i limiti di
essa,
tenendo conto del vincolo di pregiudizialit che pu sussistere fra le varie questioni
rilevanti per la decisione.
Fenomeno diverso dalla pregiudizialit lassorbimento delle questioni che si verifica
quando le questioni sollevate, pur non essendo collegate secondo relazione di
pregiudizialit in senso tecnico, seguono un preciso ordine logico, che il giudice deve
seguire ai fini della decisione, come censure correlate secondo rapporto di subordinazione o
continenza o alternativit, cos che il rigetto o accoglimento di una renda superfluo lesame
dellaltra.
Nella sentenza giudice pu pronunciare dufficio su eccezioni che possono essere proposte
solo dalle parti. (art 112 cpc) ma nel processo amministrativo eccezioni processuali
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Secondo alcuni autori, in rispetto al principio della domanda, anche la parte potrebbe
determinare lordine dellesame delle questioni merito, formulando le censure secondo
certe priorit, per esempio vantaggio che deriverebbe dallaccoglimento di una rispetto ad
unaltra.
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Per evitare che un riesercizio illegittimo del potere, dottrina e giurisprudenza hanno
identificato effetti ulteriori della sentenza rispetto a quello eliminatorio dellatto.
Si tratta di effetti che non hanno carattere reale come la caducazione del
provvedimento ma carattere obbligatorio nel senso che costituiscono a carico della
p.a. doveri di condotta.
Il codice del processo amministrativo allude a tale sistematica individuando tre ordini di effetti
della sentenza di annullamento (art 113 comma 1) :
1. effetto eliminatorio o caducatorio perch annullamento determina il venir meno
degli effetti prodotti dal provvedimento, ripristinando le situazioni precedenti;
2. effetto ripristinatorio in quanto la sentenza opera ex tunc eliminando non solo il
titolo che determinava un certo assetto di interessi, ma impone che quellasseto di
interessi sia eliminato sin dallorigine.
3. effettoconformativo in quanto la sentenza non pu essere disattesa dalla
amministrazione che ha obbligo di ottemperare al giudicato, gi ex art 4 legge Crispi.
Pertanto nella rinnovazione del procedimento la p.a. non pu riprodurre il vizio accertato nella
sentenza perch laccertamento equivale ad affermazione di una regola che la p.a. tenuta a
rispettare quando riesercita il suo potere.
La regola enunciata di solito indicata nella sentenza in negativo (in positivo nelle sentenze
sul silenzio) ma affermare che lamministrazione non doveva provvedere in quel certo modo
equivale a dire che doveva provvedere con altre modalit. In ogni caso una regola vincolante.
La riflessione sugli effetti della sentenza di annullamento ha portato ad una classificazione
delle utilit conseguibili, in relazione ai vizi accertati dal giudice.
Se annullamento stato disposto per vizio di legittimit sostanziale cio inerente alla
illegittimit del contenuto, il vantaggio ottenuto maggiore perch impedisce
lemanazione di un nuovo provvedimento con lo stesso contenuto.
Se invece lannullamento disposto per vizio di legittimit formale cio inerente alla
forma o alla motivazione dellatto, il vantaggio del ricorrente minore perch non
impedisce di per s emanazione di nuovo atto con stesso contenuto purch sia emendato
dai vizi formali accertati nella sentenza.
Se per potere amministrativo era soggetto a termine perentorio decorso o
poteva essere esercitato una sola volta, lannullamento risulta pienamente
satisfattivo.
Quanto invece alla sentenza che rigetti ricorso perch infondato, essa contiene
accertamento della insussistenza del vizio lamentato e della lesione ma non comporta
accertamento della legittimit dellatto.
Vincolo di questa sentenza di impedire alla amministrazione di annullare
dufficio latto impugnato per il vizio ritenuto insussistente dal giudice.
Lart 21-octies L. 241/90 esclude annullamento del provvedimento adottato in violazione
di norme sul procedimento o sulla forma degli atti qualora, per la natura vincolata dellatto
sia palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso.
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termine breve che decorre dalla notifica della sentenza di regola di sessanta
giorni
termine lungo che decorre dalla pubblicazione della sentenza (qnd non vi
stata notifica) di regola di sei mesi.
a) I termini sono perentori ma rimane ferma la possibilit per la parte non costituita nel
grado precedente di dimostrare di non avere avuto conoscenza per nullit del ricorso o
della sua notifica, ammettendo cos impugnazione tardiva.
La notifica del ricorso va effettuata alla controparte presso la residenza dichiarata o il
domicilio eletto da essa nellatto di notifica della sentenza o, in difetto, presso il difensore o
residenza/domicilio eletto per il giudizio.
Rimessione nei termini se trasferimento del domiciliatario, non comunicato, abbia reso
impossibile la notifica.
Deve seguire deposito della notifica dellimpugnazione entro 30 giorni dallultima notifica,
insieme ad una copia della sentenza impugnata.
a) il contraddittorio
disciplinato per due profili nodali:
1. lindividuazione delle parti del precedente grado di giudizio che siano anche parti
necessarie nel grado successivo
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2. MODALITA DI EVOCAZIONE
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Manca per nel CPA una disposizione analoga a quella dettata dallart 332 cpc e
non affatto pacifico che questa possa essere estesa anche al processo
amministrativo.
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la rimessione alla adunanza plenaria pu essere disposta dalla sezione del CdS chiamata
a decidere impugnazione o prima ancora dal presidente del CdS, anche dufficio quando
in discussione vi sia un punto di diritto che ha dato luogo o che possa dar luogo a
contrasti giurisprudenziali o quando la questione da risolvere sia di particolare
importanza.
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Fra le disposizioni generali sulle impugnazioni, codice del processo amministrativo ha inserito
anche articolo sul deferimento di questioni alla adunanza plenaria del CdS.
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poi vietato dedurre nuovi mezzi di prova e produrre nuovi documenti, a meno che (unica
deroga) il collegio non li ritenga indispensabili per la decisione oppure la parte non li abbia potuti
produrre o dedurre per causa ad essa non imputabile.
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Per quanto riguarda invece le eccezioni nuove, il codice ammette solo quelle che siano rilevabili
dufficio.
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Come nellappello civile possono essere chiesti interessi e accessori maturati dopo sentenza di
primo grado, risarcimento dei danni subiti e in caso di accoglimento dellappello quanto
corrisposto in ragione della sentenza di primo grado.
Lappello al CdS si configura oggi pi come rimedio agli errori del giudice di primo grado piuttosto
che come nuovo esame della controversia da parte del giudice di grado superiore.
5. Lo svolgimento del giudizio e la decisione
In estrema sintesi (codice fa rinvio alla disciplina per il primo grado), lappello contro una
sentenza del Tar va proposto entro sessanta giorni dalla notifica della sentenza da impugnare,
o entro sei mesi dalla pubblicazione della sentenza se non vi stata notifica.
Ricorso in appello deve essere notificato alle parti ex art 95 CPA sia che esse siano o non
costituite.
Se non notificato a tutte, CdS ordina integrazione del contraddittorio a pena di
inammissibilit.
Nei trenta giorni successivi alla notifica, deve essere depositato presso la segreteria del CdS, e
col deposito si determina anche costituzione in giudizio dellappellante e la pendenza del
giudizio.
Lappello non comporta sospensione dellesecutivit della sentenza, che deve essere in caso
richiesta dalla parte interessata, o nel ricorso stesso o con atto separato notificato alle altre
parti.
Gli appellati possono costituirsi depositando memoria di costituzione entro termine ordinatorio
di 60 giorni dalla notifica dellappello ma se vogliono proporre appello incidentale, termine di
60 giorni perentorio.
ammesso inoltre intervento di quanti avrebbero potuto intervenire ad adiuvandum o ad
opponendum nel giudizio di primo grado.
necessaria istanza di fissazione delludienza di discussione dellappello.
Quando la sentenza del tar abbia declinato la giurisdizione, in appello la questione sar
sostanzialmente una sola, cos il giudizio in questo caso si svolge con rito camerale ex art 105
co2 CPA.
La declinatoria di competenza, che pronunciata con ordinanza, invece impugnabile
solo con regolamento di competenza.
Lappello nel processo amministrativo ha carattere rinnovatorio nel senso che se CdS accoglie
lappello decide anche sulla controversia, non essendo vincolato dalla regola del fatto enunciata
nella sentenza impugnata, ma anzi in alcuni casi pu anche acquisire nuovi elementi di prova.
a) vizi della sentenza rilevabili dufficio:
CdS riteneva di poter rilevare dufficio alcuni vizi della sentenza impugnata come il
difetto di giurisdizione, della nullit, inammissibilit o irricevibilit della domanda e
dellirregolare costituzione del rapporto processuale, a meno che questi vizi non
fossero stati oggetto di esplicita statuizione nella sentenza impugnata.
Nel codice del processo amministrativo il tema affrontato rispetto alla questione di
giurisdizione:
b) lart 105 CPA prevede alcune ipotesi tassative di decisioni del CdS di annullamento (senza
riforma) della sentenza impugnata, con rinvio degli atti al giudice di primo grado.
Fra questi casi tassativi sono considerati
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Revocazione viene distinta in ordinaria e straordinaria, a seconda che le sentenze contro cui
ammessa siano o meno passate in giudicato. Quella straordinaria riguarda le sentenze
passate in giudicato per vizi che possono venire in evidenza solo in un secondo momento.
I casi di revocazione previsti dallart 395 cpc sono:
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Tuttavia non dettata disciplina specifica ma fatto rinvio al codice di procedura civile circa i
casi in cui ammessa revocazione, e rinvio generale alla disciplina del giudizio di primo grado
(art 38 CPA) circa lo svolgimento del giudizio di revocazione.
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Lart 106 CPA ammette rimedio della revocazione contro le sentenze dei Tar e del Consiglio di
Stato.
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Giudice decide con ordinanza su questa istanza o con sentenza per lintero processo. Si tratta di
documenti connessi cio utili non al giudice per conoscere fatti controversi ma utili al
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ricorrente per conoscere fatti a lui non noti e consentirgli di proporre eventuali nuove
impugnazioni.
3. Il giudizio nei confronti del silenzio
Lart 117 CPA disciplina giudizio contro il silenzio o silenzio-rifiuto della amministrazione.
Si gi visto come nel caso di accoglimento del ricorso, il giudice ordini allamministrazione di
provvedere e, su istanza della parte, pu ordinare di provvedere in un certo modo, e cio
imporre anche allamministrazione di adottare quel certo provvedimento.
pertanto ammessa in via generale una sentenza ordinatoria anche in forma specifica che
definisce modalit concrete.
Tale sentenza ordinatoria pu incidere anche su situazioni giuridiche di terzi e quindi
possono configurarsi soggetti controinteressati rispetto al ricorso sul silenzio, sebbene
il giudizio non verta su provvedimento che attribuisca benefici a terzi.
La notifica del ricorso va fatta quindi alle altre parti intese come comprensive della
amministrazione resistente ma anche dei controinteressati al silenzio cio soggetti nei cui
confronti provvedimento che giudice ordini alla amministrazione di adottare, produca su di
essi effetti sfavorevoli. E notifica devessere fatta entro termine annuale di decadenza, a pena
di inammissibilit.
Si svolge secondo le regole del rito camerale e giudice si pronuncia con sentenza in forma
semplificata.
Se accoglie ricorso, giudice ordina di provvedere entro congruo termine, di regola non
superiore a trenta giorni, con la possibilit di nominare un commissario che si sostituisca alla
amministrazione se essa continui a rimanere inerte.
In questo caso, il codice non richiama le disposizioni sul giudizio di ottemperanza,
perch il commissario non interviene ai fini della esecuzione della sentenza ma della
sostituzione della amministrazione rimasta inerte.
Si verifica spesso che amministrazione, sperando di evitare una sentenza sfavorevole del
giudice, comunichi, a ricorso gi presentato, un provvedimento formale di rigetto dellistanza
del cittadino.
In passato giurisprudenza era unanime nel dire che giudizio si estinguesse, perch
venuto meno interesse ad ricorrere.
Il codice invece ha ammesso che ricorrente possa scegliere se impugnare latto
sopravvenuto con ricorso autonomo o se impugnarlo con motivi aggiunti nel medesimo
giudizio gi in corso sul silenzio, proseguendo nel secondo caso con rito ordinario.
Il codice ammette anche domanda risarcitoria nello stesso ricorso contro il silenzio se abbia
comportato danno patrimoniale per il cittadino, e anche qui prevale rito ordinario, a meno che
giudice non valuti le due domande in modo distinto seguendo i rispettivi riti (camerale per
silenzio, ordinario per risarcimento).
4. Il decreto ingiuntivo
Giudice provveder sulla base di cognizione sommaria, senza bisogno di contraddittorio, con
semplice decreto ingiuntivo, che acquista efficacia di giudicato se entro termine perentorio non
proposta opposizione.
Lopposizione comporta apertura normale giudizio di cognizione sulla pretesa del creditore.
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Chi creditore di una somma liquida di denaro o di una determinata quantit di cose fungibili,
o ha diritto alla consegna di cosa mobile determinata, pu avvalersi del procedimento
dingiunzione, in alternativa al giudizio ordinario,
Il codice allart 118 ha confermato listituto del decreto ingiuntivo anche per il processo
amministrativo nei casi previsti dagli artt 633 ss cpc.
Il ricorso va depositato presso il Tar competente e su di esso si pronuncia con decreto il
presidente del Tar o magistrato da lui delegato. Devessere notificato insieme al ricorso dalla
parte al debitore ed ammessa opposizione da notificare entro 40 giorni dalla notifica del
decreto stesso.
5. Il rito abbreviato
Lart 119 del codice disciplina una serie di ricorsi che investono atti di particolare importanza
amministrativa o economica o sociale.
Elemento comune laccelerazione dei tempi del processo e della decisione. Codice ha coniato
termine di rito abbreviato.
Riguarda
1. innanzitutto i ricorsi proposti contro provvedimenti in tema di affidamento di pubblici
lavori, servizi e forniture. (ma loro disciplina in parte derogatoria e in parte del tutto
particolare)
2. inoltre i ricorsi al giudice amministrativo contro gli atti delle autorit amministrative
indipendenti esclusi quelli relativi al rapporto dimpiego coi dipendenti,
3. i ricorsi concernenti provvedimenti di privatizzazione o dismissione di imprese o beni
pubblici e di costituzione, soppressione o modificazione di societ, aziende o istituzioni
degli enti locali,
4. i ricorsi concernenti le procedure espropriative o di occupazione durgenza,
5. i ricorsi contro i provvedimenti del Coni e delle federazioni sportive, i ricorsi contro
ordinanze adottate in situazioni durgenza in base alla legge sulla protezione civile,
6. i ricorsi proposti contro vari provvedimenti concernenti impianti e infrastrutture in
materia di energia elettrica ivi compresa quella nucleare nb: in molti di questi giudice
ha giurisdizione esclusiva.
La competenza territoriale del Tar ha carattere funzionale. Competente per provvedimenti
dellautorit per energia elettrica e il gas il Tar Lombardia.
Lobiettivo di accelerare giudizio perseguito innanzitutto con
la riduzione a met di tutti i termini processuali, ad eccezione di quelli stabiliti per la
notifica del ricorso principale, del ricorso incidentale e dei motivi aggiunti.
Inoltre, se sia stata richiesta misura cautelare, il Tar, nella camera di consiglio fissata
per esame dellistanza, se ritiene che ricorso possa essere accolto e che vi sia rischio di
danno grave ed irreparabile, dispone con ordinanza che la discussione nel merito si
tenga nella prima udienza successiva alla scadenza del termine di 30 giorni dal
deposito dellordinanza stessa.
La tutela cautelare per non pu essere esclusa del tutto, cos in caso di estrema urgenza e
gravit, giudice pu adottare misure cautelari che ritenga opportune.
Alla parte interessata consentito proporre appello al CdS direttamente nei confronti del
dispositivo della sentenza, entro 30 giorni dalla sua pubblicazione per ottenerne la
sospensione.
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Il dispositivo pubblicato entro 7 giorni dopo che collegio abbia maturato decisione, e cio di
solito prima che sia stata redatta motivazione, se almeno una parte ne abbia fatto richiesta in
corso dudienza.
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Rimane ferma possibilit di definire giudizio nella camera di consiglio fissata per esame
dellistanza cautelare, ex art 60 CPA e con sentenza in forma semplificata.
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se sia stata proposta istanza cautelare, giudizio pu essere definito ex art 60 CPA.
Ludienza di discussione fissata dufficio, senza necessit di istanza di parte, e con
precedenza rispetto agli altri ricorsi.
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eventuali nuovi atti vanno impugnati con i motivi aggiunti nel termine di 30 giorni,
ossia stesso termine per ricorso principale
regole di svolgimento valgono anche per giudizi in sede di gravame e per appello
cautelare.
La nuova disciplina ha previsioni importanti anche in tema di contenuti ed effetti della
sentenza.
In passato profilo critico della tutela del ricorrente era che contratto stipulato dalla p.a. non era
travolto automaticamente da sentenza che annullava aggiudicazione perch non
espressamente prevista come causa di nullit nel codice civile. Serviva iniziativa
dellamministrazione, nei fatti improbabile. Codice del processo amministrativo, recependo
facolt concessa dalla direttiva CE, ha assegnato al giudice amministrativo il potere di
dichiarare linefficacia del contratto. (art 121 CPA)
Linefficacia per non viene dichiarata in modo indiscriminato, per il solo fatto che sia stata
annullata laggiudicazione, potendo sulla base del suo prudente apprezzamento anche non
dichiararla o dichiararla solo per alcune prestazioni ancora da eseguire o addirittura talvolta in
via retroattiva.
Lapprezzamento del giudice analogo a quello del giudice civile di fronte a clausole generale
come quella di ordine pubblico, e non comporta una selezione degli interessi in gioco secondo
canoni della discrezionalit amministrativa perch non configurato nessun intervento
sostitutivo del giudice rispetto alla p.a.
Il pregiudizio subito dalla parte, nel caso in cui giudice non dichiari inefficacia e contratto
quindi prosegua, pu essere risarcito per equivalente.
Non chiaro se la dichiarazione di inefficacia sia subordinata a domanda del ricorrente o se
possa intervenire dufficio. Il ricorrente per pu ovviamente chiedere annullamento della
aggiudicazione e del contratto, coerentemente con il principio della domanda, e accoglimento
presuppone che giudice dichiari inefficacia. Se per viene accolto annullamento ma non
dichiarata inefficacia, ricorrente ha diritto solo al risarcimento per equivalente e ai fini della
liquidazione il giudice terr conto anche della disponibilit a subentrare nel contratto
dimostrata dal ricorrente e della eventuale omessa richiesta di conseguire aggiudicazione e
contratto senza giustificato motivo.
Anche la domanda di conseguire laggiudicazione ed il contratto secondo molti
comporterebbe estensione dellambito dindagine del giudice amministrativo ma art 122 CPA
precisa che giudice deve considerare leffettiva possibilit per il ricorrente di conseguire
laggiudicazione alla luce dei vizi riscontrati. giudice deve quindi stabilire se, alla stregua dei
vizi, laggiudicazione avrebbe potuto o dovuto intervenire a favore del ricorrente.
Giudice deve adottare provvedimento sanzionatorio a carico dellamministrazione se non
dichiara inefficacia o se la dichiara in presenza di vizi gravi. La sanzione pecuniaria
proporzionale al valore del contratto o, in via cumulativa, della durata residua del contratto,
coerentemente con possibilit di limitare dichiarazione di inefficacia alle prestazione ancora
da eseguire.
In questi casi per dichiarazione di inefficacia non mai rimessa a valutazioni del giudice ma
disposta dalla legge per casi tassativi, e se non disposta si ha diritto sol al risarcimento dei
danni per equivalente.
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La disciplina del giudizio su contratti pubblici si estende, in base al codice, anche alle
procedure di progettazione, approvazione e realizzazione delle infrastrutture pubbliche ed
insediamenti produttivi individuati dallart 161 ss del codice dei contratti pubblici, nonch ai
giudizi concernenti le relative attivit di espropriazione, occupazione e asservimento. (art 125
CPA)
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Non sono sanzioni processuali, ma giudice tenuto ad applicare dufficio anche in assenza di
istanza del ricorrente. Allamministrazione garantito contraddittorio processuale.
In considerazione del rilievo strategico delle opere, codice richiede poi valutazione pi
rigorosa per rilascio misura cautelare, dando rilievo al preminente interesse nazionale alla
sollecita realizzazione dellopera in bilanciamento con interesse del ricorrente.
7. Il contenzioso elettorale
Il contenzioso elettorale concerne lo svolgimento delle operazioni elettorali per le elezioni
amministrative ossia rinnovo organi elettivi di Comuni e Province, per le elezioni regionali e
per le elezioni dei componenti italiani del parlamento europeo. (giudice ordinario
competente per questioni attinenti al diritto di elettorato attivo e passivo)
Il codice ha delineato due ordini di contenzioso elettorale:
1. contenzioso relativo ad atti del procedimento preparatorio
2. contenzioso relativo alle operazioni elettorali
In entrambi i casi il giudice esercita poteri della giurisdizione di merito. E escluso invece ricorso
straordinario.
La distinzione tra i due ordina dovuta al fatto che tradizionalmente si ammetteva ricorso solo
contro atto conclusivo per procedimento elettorale ovvero latto di proclamazione degli eletti.
Ma aspettative di liste o candidati esclusi erano cos pregiudicate.
Il codice ha introdotto rito speciale contro gli atti di esclusione di liste o candidati dalle elezioni
amministrative comunali e provinciali e dalle elezioni regionali.
Legittimati sono delegati di lista o gruppi di candidati esclusi e ricorso va portato avanti al Tar
competente entro termine di tre giorni dalla pubblicazione o comunicazione dellatto.
Il collegio decide con sentenza in forma semplificata e avendo poteri di giurisdizione di merito,
pu direttamente disporre ammissine di candidati o delle liste.
Contro gli atti di ammissione o contro qualunque altro atto preparatorio, invece, il ricorso pu
essere proposto solo dopo la conclusione del procedimento elettorale, impugnando anche atto
di proclamazione degli eletti.
Il giudizio relativo alle operazioni elettorali concerne qualsiasi atto del procedimento,
successivo allindizione dei comizi elettorali;
pu essere promosso solo dopo conclusione del procedimento elettorale e devessere
impugnato anche atto di proclamazione degli eletti. Legittimato il candidato
interessato e anche qualsiasi elettore dellente interessato dalle elezioni: si tratta infatti
di azione popolare. Parte pu stare in giudizio personalmente.
Ricorso va depositato presso il Tar entro 30 giorni dalla proclamazione degli eletti.
Tar competente quello che ha sede nella circoscrizione delle elezioni.
Ma se elezione del parlamento europeo, competenza in via funzionale del Tar Lazio.
Presidente del Tar fissa, dufficio, udienza di discussione con decreto da notificare
allente della cui elezione si tratta e ad almeno un controinteressato.
Qualunque vizio ammesso. E se accolto il ricorso, Tar pu disporre rettifica dei
risultati elettorali, anche con la sostituzione degli eletti.
Il d.lgs. 198/2009 ha introdotto un rito speciale per i ricorsi per lefficienza delle
amministrazioni e dei concessionari dei servizi pubblici, per assicurare un corretto
svolgimento di una funzione amministrativa o una corretta erogazione di un servizio.
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Appello al CdS va proposto entro 20 giorni dalla notifica o comunicazione della sentenza, e per
i terzi dalla pubblicazione sullalbo pretorio dellente interessato. Si svolge con modalit del
rito ordinario ma con termini dimezzati.
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La sentenza del Tar, parziale o definitiva, immediatamente esecutiva e quindi a meno che
non sia intervenuta sospensione, lamministrazione tenuta a dare esecuzione con tutti i mezzi
e comportamenti necessari alla pronuncia del giudice.
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Il diritto amministrativo non conosce norme come lart 2377.7 cc che sembra estendere anche
a terzi rimasti estranei nel giudizio, gli effetti del giudizio di impugnazione di un medesimo
atto n norme come lart 1306 cc che in rapporti con pluralit di parti, estendono anche ad
altre parti giudicato formatosi solo su iniziativa di una sola parte.
Per il caso di inesecuzione o incertezze sugli effetti della sentenza da eseguire o sugli
adempimenti necessari per lesecuzione, esperibile il ricorso per lottemperanza al giudice
amministrativo, quindi anche dalla parte tenuta allesecuzione.
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Rispetto alle sentenze del giudice amministrativo invece richiede spesso ladozione di atti
corrispondenti a provvedimenti amministrativi.
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Rispetto alle sentenze del giudice civile, lesecuzione da parte dellamministrazione comporta
prevalentemente ladozione di meri atti che concretino i comportamenti materiali necessari
per lesecuzione della sentenza, come il pagamento di una somma di denaro, ecc.
Per lesecuzione delle sentenze del giudice amministrativo, esperibile dal fatto che siano
passate in giudicato o solo definitive, e non rileva che inadempiente sia amministrazione o
parte privata.
Pi in generale rispetto ad una sentenza ancora passibile di appello, la giurisprudenza
oscilla fra considerare come limite per lesecuzione la irreversibilit dei suoi risultati o
la loro irreparabilit.
Il codice infatti equipara la sentenza esecutiva alla sentenza passata in giudicato ai fini
dellammissibilit del ricorso in ottemperanza, ma precisa che giudice determina
modalit di esecuzione quando la sentenza non sia passata in giudicato per non
pregiudicare ragioni dellappello.
Il ricorso per lottemperanza esperibile
Anche per lesecuzione delle sentenze passate in giudicato del giudice ordinario e
dei giudici speciali avanti ai quali nn sia previsto un giudizio di ottemperanza,
nonch per esecuzione dei lodi arbitrali esecutivi divenuti inoppugnabili.
In questi casi per ammesso solo contro unamministrazione.
Col ricorso per lottemperanza possono essere richiesti anche gli interessi e, ove dovuta, anche
la rivalutazione monetaria. Pu essere chiesto anche risarcimento dei danni provocati
dallinadempimento della sentenza.
Il codice prevede espressamente che nel giudizio per lottemperanza possa essere proposto
anche risarcimento dei danni provocati dal provvedimento illegittimo originario, annullato dal
giudice con sentenza rimasta ineseguita, e prevede che cumulo delle due domande comporta
assoggettamento di entrambe al rito ordinario.
Il cumulo per comporta perdita di un grado di giudizio, essendo competente per
lottemperanza, in taluni casi, il CdS.
Lart 134.1 lett. a CPA conferma che giudice amministrativo esercita giurisdizione estesa al
merito e cio possa sostituirsi, direttamente o attraverso commissario, alla amministrazione
inadempiente, senza nessuna possibilit di riserva di potere per la p.a.
Il codice conferma inoltre, al giudice dellottemperanza capacit di adottare misure
ordinatorie come la fissazione dei termini per eseguire o la precisazione delle modalit
desecuzione.
Riconosce espressamente anche potere di dichiarare nullit degli atti adottati in
violazione o elusione del giudicato.
E ai fini dellesecuzione di una sentenza, giudice dellottemperanza non incontra mai
limite della distinzione tra interesse legittimo e diritto soggettivo.
La nullit pu essere dichiarata dufficio, e non soggetta a termini del genere di quelli
contemplati dallart 31 co4 CPA.
Esecuzione attuazione di una regola; ma laddove la regola non sia gi stata definita, si rientra
nellordinaria attivit di cognizione.
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Lesecuzione della sentenza talvolta non pu essere meramente attuativa di quanto nella
sentenza disposto, ma pu imporre nuove valutazioni per potere amministrativo. Giudizio di
ottemperanza presenta dunque profili compositi, perch nel giudizio confluirebbero profili
propri della attivit di cognizione oltre a quelli della attivit di esecuzione.
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Presupposto del ricorso la inottemperanza al giudicato che non si esprime solo attraverso
comportamenti omissivi ma anche nella adozione di atti diretti in realt a rinviare (cd atti
soprassessori) o a eludere esecuzione del giudicato.
In tutte le vertenze che comportino condanna pecuniaria, giudice pu limitarsi a fissare criteri
per la liquidazione, a meno che le parti non si oppongano.
Parte debitrice proporr offerta a quella creditrice, e in caso di rifiuto della proposta,
ricorrer al giudice dellottemperanza.
In base al codice, giudice pu, nella sentenza di merito, fissare un termine per
lesecuzione e pu nominare un commissario che si sostituisca allamministrazione nel
caso in cui essa non ottemperi.
Se guardiamo a ci come ad una anticipazione di elementi specifici del giudizio di
ottemperanza, bisogna notare che emergono dei profili problematici. Infatti, equilibrio
tra giudizio di merito e di ottemperanza verrebbe alterato, in quanto nella fissazione
del termine o nomina del commissario si esaurirebbero poteri del giudice di cognizione
e quindi esecuzione rischierebbe di rimanere senza garanzie, e senza utilit pratiche.
Nel CPA, per comunque permesso rivolgersi al giudice dellottemperanza, anche per
ottenere chiarimenti sulle modalit di esecuzione o se su di esse sorga controversia tra le parti.
Giudice finisce per, per governare ugualmente lesecuzione della sentenza.
4. Il commissario ad acta
Lintervento sostitutivo del giudice pu avvenire in forma diretta o in forma indiretta,
attraverso la nomina di un commissario ad acta.
Il giudice avrebbe, secondo la giurisprudenza del CdS, tutti i poteri di valutazione e scelta
demandati allamministrazione attiva, sebbene in molte occasione si faccia rinvio a decisioni
politiche o ideologiche.
Il giudice nomina quindi commissario, pur continuando ad esercitare poteri di vigilanza, anche
dufficio, sul suo operato.
Secondo alcuni, il commissario ad acta dovrebbe essere considerato come un organo
straordinario della amministrazione, competente solo per lesecuzione di quella sentenza.
Ma in questo caso, esso dovrebbe considerarsi come autorit amministrativa ed i suoi
atti sarebbero impugnabili davanti al giudice amministrativo secondo regole
generali.contenzioso rischia di essere infinito.
In giurisprudenza prevale pertanto tesi che commissario sia ausiliario del giudice,
come il consulente o lesperto nel processo civile. I suoi atti non sono atti
giurisdizionali ma vanno comunque inquadrati nelle vicende del giudizio di esecuzione.
Il codice del processo amministrativo ha preso posizioni su alcuni punti:
1. ha considerato commissario ad acta come ausiliare del giudice, chiarendo che nei suoi
confronti valgono motivi di ricusazione ex art 51 cpc e ex art 63 cpc
2. ha assegnato al giudice per lottemperanza la competenza a pronunciarsi su tutte le
questioni relative allesatta ottemperanza della sentenza, precisando che fra esse sono
comprese quelle inerenti agli atti del commissario. (art 114 co6 CPA)
5. Lo svolgimento del giudizio di ottemperanza
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Il codice inoltre precisa che oggi non pi necessario adempimento formale della diffida ad
adempiere contro lamministrazione, e che ricorso non soggetto ai termini di decadenza
perch non ha carattere impugnatorio, potendo essere presentato fino a che il diritto
allesecuzione della sentenza non si sia prescritto. (dieci anni, decorrenti dal passaggio in
giudicato della sentenza)
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