Sei sulla pagina 1di 17

APPUNTI SULLE AUTONOMIE LOCALI

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. INDICE

1. 1.1 1.2 1.3 2. 2.1 2.2

NATURA GIURIDICA DEGLI ENTI LOCALI ...................................................................... 4 Le Norme interne, Prassi e Consuetudine amministrativa. ................................................ 4 Nozione di ente locale e natura giuridica. ........................................................................... 4 Autonomia degli Enti Locali ................................................................................................ 4 FORMA DI GOVERNO DEI COMUNI E PROVINCE E SISTEMA ELETTORALE ........ 5 Forma di governo dei Comuni e Province. .......................................................................... 5 Il sistema elettorale comunale e provinciale. ....................................................................... 5 IL SISTEMA ELETTORALE DEI COMUNI CON MENO DI 15.000 ABITANTI .... 5 IL SISTEMA ELETTORALE DEI COMUNI CON PIU DI 15.000 ABITANTI........ 6

2.2.1 2.2.2 3. 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 4. 4.1 4.2 5. 5.1 5.2 5.3 6. 6.1 6.2 6.3

IL CONSIGLIO COMUNALE E PROVINCIALE .................................................................. 7 Funzioni del Consiglio.......................................................................................................... 7 Regolamento interno e regole di funzionamento................................................................. 7 Numero di Consiglieri........................................................................................................... 7 Presidenza del Consiglio. ...................................................................................................... 7 Le Commissioni..................................................................................................................... 7 Lo Status dei Consiglieri. ...................................................................................................... 8 Scioglimento ordinario e casi di scioglimento straordinario del Consiglio........................ 8 Sospensione e scioglimento del Consiglio per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso. ................................................................................................................................. 9 Rimozione e sospensione degli amministratori locali.......................................................... 9 IL SINDACO ........................................................................................................................... 10 Competenze del Sindaco. .................................................................................................... 10 Elezione, insediamento, durata e motivi di cessazione del mandato di Sindaco. ............. 10 LA GIUNTA COMUNALE ..................................................................................................... 11 Competenze della Giunta. ................................................................................................... 11 Nomina e composizione della Giunta................................................................................. 11 Cessazione dalla carica di Assessore. ................................................................................. 11 AMMINISTRATORI LOCALI ............................................................................................... 11 Nozione di amministratore locale. ...................................................................................... 11 Decadenza dalle cariche. .................................................................................................... 12 Inelegibilit, incompatibilit e incandidabilit degli amministratori locali. .................... 12 INELEGGIBILITA ..................................................................................................... 12 INCOMPATIBILITA .................................................................................................. 12 INCANDIDABILITA ................................................................................................. 13

6.3.1 6.3.2 6.3.3 7. 7.1 7.2 7.3

IL TERRITORIO COMUNALE E PROVINCIALE ............................................................. 13 Listituzione di nuovi Comuni. ........................................................................................... 13 La fusione di Comuni. ....................................................................................................... 13 Il decentramento comunale. ............................................................................................... 13 __________________ Pag. 2 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali.

7.4 7.5 8. 8.1 9. 9.1 9.2 10.

Listituzione di nuove Province ed il mutamento delle circoscrizioni (Circondari) provinciali. ........................................................................................................................... 14 Il distacco di Comuni e di Province da una Regione. ....................................................... 14 LAGGREGAZIONE E LESERCIZIO ASSOCIATO DI FUNZIONI ............................... 14 Forme associative tra gli enti locali. .................................................................................. 14 LE FUNZIONI DI NORMAZIONE: SATUTI E REGOLAMENTI .................................... 14 Lo Statuto. ........................................................................................................................... 14 I regolamenti. ...................................................................................................................... 15 IL SISTEMA DEI CONTROLLI ............................................................................................ 15

10.1 I controlli esterni ................................................................................................................. 15 10.1.1 CONTROLLO SUGLI ATTI ....................................................................................... 15 10.1.2 CONTROLLI ECONOMICO-FINANZIARI: LA CORTE DEI CONTI. ................... 16 10.2 I controlli interni ................................................................................................................. 16 10.2.1 I CONTROLLI DI REGOLARIT AMMINISTRATIVO-CONTABILE. ................ 17 10.2.2 IL CONTROLLO DI GESTIONE................................................................................ 17 10.2.3 VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA. .................................................................... 17 10.2.4 CONTROLLO STRATEGICO. ................................................................................... 17 10.2.5 CONTROLLO SUI SERVIZI. ..................................................................................... 17

__________________ Pag. 3 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali.

1. NATURA GIURIDICA DEGLI ENTI LOCALI


1.1 Le Norme interne, Prassi e Consuetudine amministrativa.
Le norme interne sono linsieme di regole emesse allinterno di una Amministrazione attinenti alla sua strutture, al suo funzionamento e alla sua operativit. La Pubblica Amministrazione pu emanare norme interne attraverso diversi atti amministrativi che sono: CIRCOLARI. Costituiscono la categoria pi ampia di norme interne ed un atto di espressione del potere di autorizzazione dellente. Asseconda del contenuto si distinguono in: o Circolari organizzative. o Circolari Interpretative. o Circolari informative. o Circolari normative, attraverso cui gli organi sovraordinati prescrivono agli uffici sottoposti il comportamento da osservare nellesercizio delle proprie attivit. o Circolari di Cortesia, contenenti auguri, saluti, ringraziamenti. o Circolari Intersoggettive. Rappresentano uneccezione in quanto sono dirette ad un ente diverso da quello che lo ha emesso. ORDINI. Sono atti amministrativi contenenti un comando ad agire emanati da unautorit gerarchicamente superiore verso una inferiore. REGOLAMENTI INTERNI. DIRETTIVE GENERALI. Emesse da un organo dindirizzo politico, definisce gli obiettivi e le priorit che i dirigenti amministrativi devono perseguire nella gestione. La Prassi amministrativa una ripetizione costante di un comportamento amministrativo, anche se manca la convinzione della sua obbligatoriet. A differenza della Consuetudine, la prassi amministrativa non fonte di diritto, per cui la sua violazione non d luogo a violazione di legge.

1.2

Nozione di ente locale e natura giuridica.

Lente locale un ente pubblico le cui competenze sono limitate entro determinate aree territoriali e persegue interessi pubblici propri in quelle aree. Il Testo Unico delle leggi sugli Enti Locali (TUEL = D.lgs 267/2000) individua gli enti locali allart. 2 nei: Comuni. Province. Citt Metropolitane. Comunit Montane. Comunit isolane. Unioni di Comuni. Si tratta di enti, in particolare i Comuni, delle Province e delle Citt metropolitane, che godono di ampia autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa, nonch impositiva e finanziaria, tant che sono chiamate Autonomie Territoriali. Tra gli enti locali vanno incluse anche le Regioni, anche se queste sono previste esplicitamente dalla Costituzione e godono di autonomia legislativa che gli altri enti locali non godono. Da notare che la legge costituzionale 3/2001 modifica la parte seconda del titolo V della Costituzione in senso di dare una notevole valorizzazione delle autonomie locali. In particolare mentre la Costituzione del 1948 riportava che la Repubblica si riparte in Regioni, Province e Comuni, il nuovo testo recita che la Repubblica costituita da Comuni, Province, Citt Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. Quindi, nel nuovo assetto Costituzionale gli enti locali diventano elementi costitutivi della Repubblica. Gli elementi costitutivi dei Comuni e delle Province sono: Il Territorio, cio lambito spaziale su cui si esercita lautorit dellente locale. La Popolazione, cio il complesso delle persone che dimorano stabilmente sul territorio dellente locale. La Personalit giuridica. Gli enti locali, infatti, hanno una personalit giuridica di diritto pubblico in quanto perseguono glinteressi dellintera popolazione facente parte del ente locale. La trattazione che segue sar dedicata ai Comuni.

1.3

Autonomia degli Enti Locali

Dallarticolo 3 del TUEL (D.lgs 267/2000) si evince che i Comuni e le province hanno:

__________________ Pag. 4 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. AUTONOMIA NORMATIVA: Cio la capacit di emanare atti con i quali disciplinano il proprio assetto organizzativo e lesercizio delle funzioni loro attribuite. In particolare possiamo distinguere anche: Autonomia statutaria: relativa alla capacit di approvare il proprio Statuto. Autonomia regolamentare: relativa alla capacit di approvare i propri Regolamenti.

AUTONOMIA ORGANIZZATIVA E AMMINISTRATIVA: Cio la capacit di modulare la propria organizzazione secondo le proprie esigenze, nel rispetto delle leggi statali, mediante lemissioni di atti amministrativi. AUTONOMIA IMPOSITIVA E FINANZIARIA: Cio la capacit di disporre delle risorse necessarie allassolvimento dei propri compiti attraverso limposizione di tributi propri oppure mediante altre entrate. AUTONOMIA DI SPESA: Cio la libert di poter stabilire autonomamente limpiego delle risorse ottenute.

2. FORMA DI GOVERNO DEI COMUNI E PROVINCE E SISTEMA ELETTORALE


2.1 Forma di governo dei Comuni e Province.
Il Governo dei Comuni e delle Province si basa sulla presenza di 3 organi: 1) Il Sindaco o il Presidente della Provincia. 2) La Giunta Comunale o Provinciale (Organo esecutivo). 3) Il Consiglio Comunale o Provinciale (organo assembleare). Il Sindaco ed il Presidente della Provincia sono eletti a suffragio universale diretto, cio sono legittimati direttamente dal popolo che li vota esplicitamente. Il Sindaco ed il Presidente della Provincia nominano e revocano gli assessori della Giunta. Nei Comuni e Province con pi di 15.000 abitanti, assicurata la separazione tra Presidente del Consiglio Comunale/provinciale e Sindaco/Presidente della Provincia. Nei Comuni con meno di 15.000 abitanti tale separazione facoltativa. La carica di Consigliere incompatibile con quella di Assessore, salvo nei comuni con meno di 15.000 abitanti. Lapprovazione di una mozione di sfiducia verso il Sindaco/Presidente della Provincia comporta lo scioglimento del Consiglio Comunale/Provinciale. Le dimissioni, rimozione, impedimento permanente, decadenza o il decesso del Sindaco/Presidente della Provincia comporta lo scioglimento del Consiglio Comunale/Provinciale. Sindaco e Presidente della Provincia possono ricoprire la carica per solo 2 mandati consecutivi.

2.2

Il sistema elettorale comunale e provinciale.

Le procedure elettorali sono disciplinate sempre dal TUEL (D.lgs 267/2000). Il TUEL prevede un procedimento semplificato nei Comuni con meno di 15.000 abitanti ed uno pi complesso per quelli con pi di 15.000 abitanti e per le Province. 2.2.1 IL SISTEMA ELETTORALE DEI COMUNI CON MENO DI 15.000 ABITANTI In questo caso il Sindaco eletto in un solo turno, insieme al Consiglio Comunale, con un sistema elettorale maggioritario. Le fasi previste dalla legge sono: Presentazione delle candidature: Insieme alla lista dei candidati al Consiglio Comunale deve essere presentato anche il candidato Sindaco ed il programma elettorale. Il numero di candidati al Consiglio Comunale non pu essere superiore al numero di Consiglieri da eleggere, n inferiore ai 3/4. Votazione: Lelettore vota un candidato a Sindaco opponendo un segno sul relativo contrassegno. Pu esprimere anche una preferenza solo nella lista collegata al Sindaco che ha votato. In altre parole non ammesso il voto disgiunto.

__________________ Pag. 5 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. E eletto il candidato a Sindaco che ha ottenuto la maggioranza relativa, cio il maggior numero di voti. In caso di parit si effettua un ballottaggio tra i 2 candidati pi votati da effettuarsi la seconda domenica successiva. In caso di ulteriore parit eletto il candidato pi anziano. Elezione dei Consiglieri: Alla lista collegata al Sindaco eletto sono assegnati 2/3 dei Consiglieri assegnati, mentre il rimanente terzo e ripartito proporzionalmente tra le altre liste. Nellambito di ogni lista eletto il candidato che ha ottenuto pi preferenze. In caso di parit sono proclamati i candidati che precedono nellordine di lista. Il primo seggio del Consiglio Comunale delle liste minoritarie tocca al candidato Sindaco di queste liste. Un caso particolare, previsto dalla legge, quello in cui sia stata ammessa una sola lista elettorale. Il TUEL prevede che sono eletti tutti i candidati della lista unica ed il Sindaco ad essa collegata solo se: Il numero dei voti validi non inferiore al 50% dei votanti. Il numero dei votanti non inferiore al 50% degli iscritti alle liste elettorali del Comune. 2.2.2 IL SISTEMA ELETTORALE DEI COMUNI CON PIU DI 15.000 ABITANTI In questo caso il Sindaco eletto con un sistema maggioritario a doppio turno, insieme al Consiglio Comunale. Le fasi previste dalla legge sono: Presentazione delle candidature: Ciascun candidato alla carica di Sindaco, allatto della presentazione della candidatura, deve dichiarare il collegamento a una o pi liste. La dichiarazione ha efficacia solo se convergente con analoga dichiarazione resa dai delegati delle liste interessate. Il numero di candidati al Consiglio Comunale non pu essere superiore al numero di Consiglieri da eleggere n inferiore ai 2/3. Votazione: La scheda per lelezione del Sindaco la stessa utilizzata per lelezione del Consiglio Comunale. Essa reca, in un apposito rettangolo, i nomi e cognomi dei candidati sindaci al cui fianco ci sono i simboli delle liste collegate. Si pu votare mediante un segno sul nome del candidato sindaco o su una delle liste collegate. E ammesso un voto di preferenza per un candidato Consigliere ed possibile effettuare un voto disgiunto, cio votare un candidato Sindaco ed una lista che non lo sostiene. Elezione del Sindaco: Al primo turno eletto Sindaco il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi. Qualora questo quorum non sia stato raggiunto si procede al ballottaggio, che ha luogo la seconda domenica successiva alla prima votazione, tra i 2 candidati sindaci che hanno avuto il maggior numero di voti. In questo caso, entro 7 giorni dal ballottaggio, i candidati sindaci possono stabilire collegamenti con altre liste mantenendo, per, i collegamenti presenti al primo turno. Al secondo turno si pu votare solo il candidato a Sindaco ed eletto quello che ha ottenuto il maggior numero di voti validi. In caso di parit eletto il Candidato che era collegato alla lista che al primo turno aveva ottenuto il maggior numero di voti. In caso d ulteriore parit si elegge il candidato Sindaco pi anziano. Elezione dei Consiglieri: I consiglieri Comunali sono eletti solo successivamente alla proclamazione del Sindaco. Il numero di voti ottenuti da un singolo candidato Consigliere dato dalla somma dei voti della lista di appartenenza + i voti di preferenza del candidato. Lassegnazione dei seggi avviene con un sistema proporzionale corretto da uno sbarramento che esclude le liste che non abbiano superato il 3% e che non facciano parte di coalizioni che abbiano superato tale sbarramento. Inoltre previsto anche un premio di maggioranza. a) Se il Sindaco eletto al primo turno e le liste collegate ottengono meno del 40%, i seggi sono distribuiti col metodo proporzionale, cio ad ogni lista viene attribuita una percentuale dei seggi totali pari alla percentuale dei voti ottenuti dalla lista. b) Se il sindaco eletto al primo turno e le liste ad esso collegate hanno ottenuto almeno il 40%, ma meno del 60%, viene assegnato comunque il 60% dei seggi (premio di Elezione del Sindaco:

__________________ Pag. 6 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. maggioranza) a meno che non vi sia altre liste che hanno ottenuto il 50%. I seggi restanti sono attribuiti proporzionalmente alle liste di minoranza. Se il sindaco eletto al secondo turno e le liste ad esso collegato non hanno superato il 60%, viene assegnato comunque il 60% dei seggi (premio di maggioranza) a meno che non vi sia altre liste che hanno ottenuto il 50%. I seggi restanti sono attribuiti proporzionalmente alle liste di minoranza.

c)

3. IL CONSIGLIO COMUNALE E PROVINCIALE


3.1 Funzioni del Consiglio.
Il Consiglio Comunale e quello Provinciale sono organi di indirizzo e di controllo politico-amministrativo. FUNZIONE DINDIRIZZO: Rappresenta la competenza ad emanare una serie di atti tassativamente indicati dal TUEL quali atti di normazione, di programmazione, di pianificazione, di scelte finanziarie e fiscali. FUNZIONE DI CONTROLLO: I poteri di controllo sono attribuiti ai singoli Consiglieri che possono presentare interrogazioni e mozioni, e hanno diritto di ottenere dagli uffici e dalle aziende ed enti dipendenti, tutte le notizie e le informazioni utili allespletamento del controllo. Il Consiglio, inoltre, pu istituire apposite commissioni di indagine sullattivit amministrativa.

3.2

Regolamento interno e regole di funzionamento.

Il TUEL stabilisce le regole di base per lorganizzazione ed il funzionamento dei Consigli e rimanda al regolamento interno dellorgano (dapprovare a maggioranza assoluta) per una pi compiuta disciplina. Altre disposizioni sono previste direttamente dal testo unico come: Durata della Carica di Consigliere pari a 5 anni. Obbligo di tenere sedute pubbliche, salvi i casi previsti dal Regolamento interno. Obbligo di esporre allesterno la bandiera italiana ed europea. Obbligo di convocare la prima seduta entro 10 giorni dalla proclamazione da tenersi entro 10 giorni dalla convocazione.

3.3

Numero di Consiglieri.

Il TUEL stabilisce che il Consiglio Comunale (Provinciale) composto dal Sindaco (Presidente della Provincia) e da un numero di Consiglieri ben definito in funzione della popolazione del Comune (Provincia). Cos, ad esempio per citt con popolazione superiore al milione di abitanti i membri del Consiglio Comunale sono 60. Nel caso specifico di Roma, lapprovazione del D.lgs 156/2010 (Roma Capitale) porta i Consiglieri del Comune di Roma da 60 a 45.

3.4

Presidenza del Consiglio.

Il TUEL stabilisce che: a) Nei Comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti questa funzione svolta dal Sindaco, salvo diverse disposizioni dello Statuto. b) Nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e nelle Province deve essere eletto un Presidente del Consiglio tra i Consiglieri alla prima seduta del Consiglio durante la quale il Consiglio Comunale presieduto dal Consigliere anziano, cio il Consigliere che alle elezioni comunali ha ottenuto il maggior numero di voti individuali, ad esclusione del Sindaco neoeletto e dei candidati a Sindaco proclamati consiglieri. Al Presidente del Consiglio sono attribuiti i poteri di convocazione e direzione dei lavori, nonch di disciplina delle attivit del Consiglio. In particolare il presidente obbligato a riunire il Consiglio entro 20 giorni quando lo richiedano 1/5 dei Consiglieri o il Sindaco (Presidente della Provincia). In caso di inosservanza degli obblighi di convocazione provvede il prefetto previa diffida.

3.5

Le Commissioni.

Lo Statuto pu prevedere che i lavori consiliari si svolgano attraverso commissioni costituite in modo proporzionale alla composizione del Consiglio. Spetter al regolamento/regolamenti stabilire i poteri delle varie commissioni. Inoltre, sempre se previsto dallo Statuto, la presidenza della commissione di garanzia e di controllo pu essere attribuita allopposizione (questo il caso del Comune di Roma).

__________________ Pag. 7 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali.

3.6

Lo Status dei Consiglieri.

I Consiglieri hanno diritto di: Iniziativa per gli atti consiliari. Presentare interrogazioni, interpellanza, mozioni e risoluzioni, con le modalit previste dal Regolamento. Il Sindaco o il Presidente della Provincia deve rispondere entro 30 giorni. Ottenere, liberamente e gratuitamente, dagli uffici comunali o enti e gestori di servizi pubblici locali informazioni e copie di atti e documenti con le modalit stabilite dal regolamento per il diritto allaccesso alle informazioni. I Consiglieri sono tenuti al segreto nei casi specificati dalla legge. ELEZIONE ALLA CARICA DI CONSIGLIERE COMUNALE E PROVINCIALE: E eleggibile qualsiasi cittadino elettore italiano, di qualsiasi Comune della Repubblica, che abbia compiuto il 18 anno di et nel primo giorno fissato per la votazione. Sono elettori e sono eleggibili anche i cittadini dellUnione europea residenti in Italia. CESSAZIONE DALLA CARICA DI CONSIGLIERE:Si pu avere per diversi motivi: Rinnovo del Consiglio e mancata rielezione. Scioglimento del Consiglio per i motivi descritti nel paragrafo 3.7. Dimissioni. Sono irrevocabili e subito efficaci. Decadenza. Si pu avere per ineleggibilit, per incompatibilit (si veda poi) e per mancata partecipazione alle sedute. Il TUEL stabilisce che lo Statuto a stabilire i casi di decadenza per mancata partecipazione alle sedute, garantendo il diritto del consigliere a far valere le cause giustificative. Rimozione. Cessazione definitiva dalla carica mediante decreto del Ministro dellInterno. Prevista dal TUEL per tutti gli amministratori locali, si ha per: o Atti contrari alla Costituzione. o Gravi e persistenti violazioni di legge. o Gravi motivi di ordine pubblico. Sospensione. Cessazione temporanea dalla carica descritta nel capitolo 3.9. SOSTITUZIONE DEL CONSIGLIERE: Qualora per una delle cause prima citate sia necessario sostituire un Consigliere, si applicano i seguenti Istituti: Surrogazione. Si parla di surrogazione quando necessario procedere alla definitiva sostituzione del consigliere. Il seggio vacante attribuito al candidato della stessa lista del consigliere cessato che segue lultimo eletto. In caso di dimissioni, il Consiglio deve procedere entro 10 giorni alla surroga dei dimissionari con separate deliberazioni, seguendo lordine delle dimissioni. I consiglieri surroganti entrano in carica appena il Consiglio effettua la relativa delibera. Supplenza Si parla di surrogazione quando necessario procedere alla temporanea sostituzione del consigliere. Il seggio vacante attribuito al candidato della stessa lista del consigliere sospeso che segue lultimo eletto. In caso di dimissioni, il Consiglio procede alla nomina del supplente alla prima adunanza successiva alla notifica della sospensione.

3.7

Scioglimento ordinario e casi di scioglimento straordinario del Consiglio.

Oltre allo scioglimento ordinario o naturale del Consiglio per scadenza del mandato, esistono diverse ipotesi straordinarie di scioglimento dei Consigli Comunali e Provinciali operati mediante decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dellInterno. I principali casi di scioglimento straordinario previsti dal TUEL sono: Quando il Consiglio compie atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonch per gravi motivi di ordine pubblico.

__________________ Pag. 8 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. Quando non pu essere assicurato il normale funzionamento degli organi e dei servizi per: o Dimissioni, rimozione, decadenza o decesso del Sindaco o del Presidente della Provincia. o Cessazione dalla carica, per dimissioni contestuali di almeno la met pi uno dei membri del Consiglio, non considerando il Sindaco o il Presidente della Provincia. o Riduzione del Consiglio alla met dei componenti per impossibilit di surroga. o Approvazione della Mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco o del Presidente della Provincia. o Mancata approvazione del Bilancio nei termini di legge. o Etc. Al decreto di scioglimento allegata la relazione del Ministro contenente i motivi del provvedimento che comunicato al Parlamento e viene pubblicato in GU. Col decreto, inoltre si provvede anche alla gestione commissariale del Comune o della Provincia e alla nomina del Commissario. Nel caso, invece di scioglimento dovuto a: Cessazione di carica del Sindaco o del Presidente della Provincia. Infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso. il decreto contempla la nomina di una commissione straordinaria.

3.8

Sospensione e scioglimento del Consiglio per infiltrazioni e condizionamenti di tipo mafioso.

Il TUEL prevede una procedura particolare per lo scioglimento dellAmministrazione Locale per la quale emergono concreti, univoci e rilevanti elementi su: Collegamenti diretti ed indiretti con la criminalit organizzata di tipo mafioso o similare degli amministratori locali. Forme di condizionamento delle stesse Amministrazioni. La valutazione dellesistenza delle infiltrazioni e condizionamento di tipo mafioso effettuata mediante la seguente procedura: 1) Il Prefetto competente per territorio dispone ogni opportuno accertamento nominando anche una commissione dindagine. 2) Entro 45 giorni dal deposito delle conclusioni della commissione, il Prefetto, sentito il Comitato provinciale per lordine e la sicurezza, invia una Relazione al Ministero dellInterno specificando anche gli appalti, i contratti etc. interessati dai fenomeni di compromissione o interferenza con la criminalit organizzata. 3) Entro 3 mesi dallinvio della relazione prefettizia il Presidente della Repubblica emette il decreto di scioglimento, su proposta del Ministro dellInterno, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri. 4) Il decreto di scioglimento ha una durata da 12 a 18 mesi, prorogabili fino a 24 mesi in casi eccezionali. 5) Elezione del nuovo Consiglio. Nei casi in cui non disposta lo scioglimento del Consiglio, ma la relazione prefettizia evidenzi collegamenti o condizionamenti di tipo mafioso riferiti a singoli amministratori o dipendenti dellente locale, il Ministro dellinterno pu, con proprio decreto e su proposta del Prefetto, adottare ogni provvedimento utile a far cessare tale pregiudizio, ad esempio sospendendo limpiegato o destinandolo ad altro ufficio. In attesa del decreto di scioglimento, il Prefetto ha la facolt di sospendere il Consiglio Comunale o Provinciale per non pi di 90 giorni a condizione che ricorrano i seguenti presupposti: E stata gi attivata la procedura per lo scioglimento. Esistono motivi di grave ed urgente necessit. Con lo stesso decreto il Prefetto nomina uno o pi Commissari per amministrazione provvisoria.

3.9

Rimozione e sospensione degli amministratori locali..

Il TUEL prevede anche listituto della Sospensione e della Rimozione per i singoli amministratori locali (Sindaco, Presidenti dei Consigli circoscrizionali (municipi a Roma), Presidente della Provincia, Presidenti dei Consorzi e delle Comunit montane, i componenti dei Consigli e delle Giunte). La rimozione avviene con decreto del Ministro dellInterno. Anche in questo caso, in attesa del decreto ministeriale di rimozione, il Prefetto pu sospendere i menzionati amministratori qualora sussistano motivi di gravit e di urgente necessit.

__________________ Pag. 9 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali.

4. IL SINDACO
4.1 Competenze del Sindaco.
Possiede delle competenze legate al fatto che egli : 1) Responsabile dellamministrazione comunale ed rappresentante dellente. 2) Rappresentante della comunit locale ed Autorit locale. 3) Un Ufficiale del Governo. In qualit di responsabile dellamministrazione comunale le sue funzioni principali sono: Promuovere e coordinare le attivit della Giunta di cui presidente e ne determina lOdG. Conferire e revocare glincarichi di direzione secondo le modalit stabilite dalla legge, Statuto e dai regolamenti. Sovraintendere al funzionamento dei servizi e degli uffici impartendo le direttive al Segretario e al Direttore generale (city manager), se nominati, e ai responsabili delle strutture amministrative comunali. Provvedere alla nomina, designazione e revoca dei rappresentanti comunali presso enti, istituzioni e gestori di servizi pubblici presenti nel territorio comunale. In qualit di rappresentante della comunit locale ed Autorit locale, il Sindaco coordina e riorganizza, sulla base dindirizzi del Consiglio Comunale e degli eventuali criteri fissati dalla regione, gli orari degli esercizi commerciali, degli esercizi e dei servizi pubblici, nonch gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici. Il Sindaco, inoltre, pu adottare le cosiddette ordinanze contingibili (di necessit) e urgenti, in particolare in caso di emergenze sanitarie o di igiene locale. Si tratta di provvedimenti di emergenza adottabili dal Sindaco fino a quando non intervengono i soggetti di governo superiore competenti. Le ordinanze contingibili possono essere anche in deroga a leggi nazionali, in quanto atti emanati per far fronte in modo urgente ad un pericolo di danno grave ed imminente per la generalit dei cittadini. Esistono tuttavia delle limitazioni alle ordinanze contingibili: Non possono derogare leggi costituzionali. Non possono essere in contrasto con i principi generali dellordinamento. Necessitano sempre di una specifica motivazione e di unadeguata pubblicizzazione. Non possono mai contenere norme penali. In qualit ufficiale di Governo, il sindaco assolve a 2 gruppi di funzioni: Anagrafe e stato civile. o Registro di stato civile e di popolazione. o Adempimenti in materia elettorale. o Adempimenti in materia di statistica. Ordine pubblico e sicurezza. Nellambito della sicurezza e dellordine pubblico, il sindaco tenuto ad informare il Prefetto, ad assicurare cooperazione tra le forze di polizia locali e quelle statali, oltre a poter emettere ordinanze contingibili per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano lincolumit e la sicurezza pubblica. Nellambito delle funzioni di Ufficiale di Governo il Sindaco pu delegare ad un Assessore quella di Ufficiale di Anagrafe. Molte altre, dallemanazione di atti in materia di ordine e sicurezza, a quelle in materia elettorale etc, possono essere delegate dal Sindaco al Presidente del Consiglio Circoscrizionale oppure, se non esistono organi di decentramento, ad un Consigliere Comunale, previa comunicazione al Prefetto. Il Prefetto, in qualit di autorit statale periferica, pu disporre ispezioni atte a verificare il regolare svolgimento dei compiti affidati al Sindaco in qualit di Ufficiale del Governo. In caso dinerzia delle autorit locali (Sindaco o delegato), a svolgere questa funzione, il Prefetto ha facolt di intervenire con propri provvedimenti.

4.2

Elezione, insediamento, durata e motivi di cessazione del mandato di Sindaco.

La durata del mandato, stabilita dal TUEL, di 5 anni. Il sindaco pu essere eletto per solo 2 mandati, salvo il caso eccezionale che uno dei 2 abbia avuto la durata di 2 anni, sei mesi ed 1 giorno, per cause diverse alle dimissioni volontarie. Il Sindaco ed il Presidente della Provincia prestano davanti al Consiglio, nella seduta dinsediamento, il giuramento di fedelt alla Costituzione. Riguardo le elezioni del Sindaco si gi discusso nel paragrafo 2.2.2. La cessazione dalla carica di Sindaco pu avvenire per le seguenti cause:

__________________ Pag. 10 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. 1) Scioglimento del Consiglio Comunale, ordinario e straordinario, (vedi paragrafo 3.7). Comporta la cessazione dalla carica di Sindaco e della Giunta. 2) Impedimento permanente, rimozione, decadenza o decesso. In questo caso si ha la decadenza della Giunta e si procede allo scioglimento del consiglio. Tuttavia Giunta e Consiglio restano in carica fino alle nuove elezioni ed il Vice Sindaco svolge le funzioni di massimo esponente del Comune. 3) Dimissioni. Diventano efficaci ed irrevocabili dopo 20 giorni dalla presentazione al Consiglio. In questo caso si ha lo scioglimento del Consiglio e la nomina di un Commissario. 4) Approvazione, a maggioranza assoluta e per appello nominale, di una mozione di sfiducia da parte del Consiglio. La mozione deve essere richiesta da almeno 2/5 dei consiglieri assegnati senza computare il Sindaco e deve essere messa in discussione non prima di 10 giorni e non dopo 30 giorni dalla presentazione. In questo caso si procede allo scioglimento del,Consiglio e alla nomina di un Commissario.

5. LA GIUNTA COMUNALE
5.1 Competenze della Giunta.
La Giunta un organo collegiale che ha competenze residuali, ossia compie gli atti che non sono prerogativa del Consiglio, del Sindaco/Presidente della Provincia o degli organi di decentramento (Circoscrizioni) o dei dirigenti dellente locale. In linea generale, sempre in base al TUEL, le funzioni della Giunta sono: 1) Collabora col Sindaco/Presidente della Provincia nellattuazione degli indirizzi generali del Consiglio e nel governo del Comune/Provincia operando attraverso deliberazioni. 2) Riferisce annualmente al Consiglio sulla propria attivit e svolge attivit propositive e dimpulso nei confronti dello stesso. 3) Adotta i regolamenti sullordinamento degli uffici e dei servizi, nel rispetto dei criteri generali stabiliti dal Consiglio.

5.2

Nomina e composizione della Giunta.

La competenza a nominare i componenti della Giunta (Assessori), spetta al Sindaco/Presidente della Provincia che provvede anche alla nomina di un Vice dandone comunicazione, non motivata, al Consiglio nella prima seduta successiva allelezione. Da notare che non possono far parte della Giunta, n essere nominati rappresentanti del Comune/Provincia il coniuge ed i parenti ed affini entro il terzo grado del Sindaco/Presidente della Provincia. I soggetti che possono ricoprire la carica di Assessore sono: PROVINCE E COMUNI CON POPOLAZIONE SUPERIORE A 15.000 ABITANTI. In questo caso gli assessori possono essere individuati anche al di fuori del Consiglio, fra i cittadini comunque in possesso dei requisiti di candidabilit, eleggibilit e compatibilit (vedi cap. 6.2) alla carica di consigliere. Qualora la scelta ricadesse su un consigliere, questo tenuto a dimettersi da questultima carica essendo le 2 incompatibili tra loro. COMUNI CON POPOLAZIONE INFERIORE A 15.000 ABITANTI. In questo caso non esiste incompatibilit tra le cariche di Consigliere ed Assessore in quanto la regola quella di scegliere gli assessori tra i Consiglieri Comunali. Tuttavia lo Statuto pu derogare a tale regola. Il TUEL non stabilisce il numero di assessori, ma fissa il limite massimo a 1/3 del numero dei consiglieri compreso il Sindaco/Presidente della Provincia, arrotondato aritmeticamente, e comunque non superiore a 12 unit. La finanziaria 2010 ha ridotto gli assessori comunali ad 1/4 e quelli Provinciali ad 1/5 del numero dei consiglieri arrotondati al numero superiore (secondo una interpretazione letterale larrotondamento si riferisce agli assessori da ridurre).

5.3

Cessazione dalla carica di Assessore.

La cessazione dalla carica di Assessore si ha per dimissioni, decadenza, scioglimento dellente o per revoca. La revoca viene operata dal Sindaco/Presidente della Provincia mediante motivata comunicazione al Consiglio. Si noti che a differenza della nomina in cui la comunicazione non motivata, per la revoca deve esserci la motivazione.

6. AMMINISTRATORI LOCALI
6.1 Nozione di amministratore locale. __________________ Pag. 11 di 17
Per amministratori locali sintendono:

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. I Sindaci, anche metropolitani. I Presidenti delle Province. I Consiglieri Comunali, anche metropolitani e provinciali. I Componenti delle Giunte comunali, metropolitane e provinciali. I Presidenti dei Consigli Comunali, anche metropolitani e provinciali. I Presidenti, i Consiglieri e gli assessori delle Comunit montane. I componenti degli organi di Unioni di Comuni e dei Consorzi fra enti locali. I Componenti degli organi di decentramento (Presidenti etc. delle circoscrizioni/municipi).

6.2

Decadenza dalle cariche.

Tutte le cause dineleggibilit e di incompatibilit (vedi Cap. seguente), sia preesistenti alle elezioni che sopravvenute, comportano la decadenza dalla carica elettiva. Un caso particolare di decadenza quello contemplato dal TUEL per i Presidenti di Provincia e per i Sindaci di Comuni con popolazione > di 20.000 abitanti che si candidano per Camera o Senato. In questo caso la sola accettazione della candidatura (non lelezione) comporta lautomatica decadenza dalla carica precedentemente ricoperta. La decadenza pu essere richiesta anche da qualsiasi cittadino elettore del Comune o dal Prefetto attraverso lavvio di unaazione popolare.

6.3

Inelegibilit, incompatibilit e incandidabilit degli amministratori locali.

6.3.1 INELEGGIBILITA Rappresenta la condizione di chi presenta un impedimento giuridico con non gli consente di essere eletto. Lineleggibilit evita che alcuni soggetti abbiano un vantaggio elettorale dovuto alle posizioni occupate. Il TUEL, allart. 60, elenca i casi tassativi di ineleggibilit per le cariche di Sindaco, Presidente della Provincia, Consigliere provinciale, comunale e circoscrizionale. Di seguito alcuni esempi di soggetti ineleggibili: a) Il Capo ed i vice capi di Polizia, gli ispettori generali di pubblica sicurezza che prestano servizio presso il Ministero dellinterno ed i dipendenti dello steso che svolgono funzioni equiparate o superiori a quelle di direttore generale (city manager). b) Solo per il territorio nel quale esercitano le funzioni, i Commissari di Governo, i Prefetti, i vice Prefetti ed i funzionari di pubblica sicurezza. c) I legali rappresentanti ed i dirigenti delle SpA con capitale superiore al 50% del Comune e della Provincia, rispettivamente. d) I Sindaci, i Presidenti di Provincia, i consiglieri comunali, provinciali e circoscrizionali in carica, rispettivamente in altro Comune, Provincia o circoscrizione. e) Etc. Sono inoltre ineleggibili alle cariche di Sindaco o Presidente della Provincia: a) I ministri di culto. b) Coloro che hanno legami parentali col Segretario Comunale e Provinciale. 6.3.2 INCOMPATIBILITA Rappresenta la condizione di chi, pur essendo stato regolarmente eletto, risulta gi titolare di altra carica non cumulabile. Lincompatibilit serve ad evitare condizioni di conflitto dinteresse o dimpedimenti funzionali, in modo da assicurare un esercizio imparziale e corretto. Leletto deve scegliere tra la carica di cui si era titolare ed il mandato per il quale stato eletto. Sempre il TUEL, in diversi articoli, elenca i casi tassativi di incompatibilit alle cariche di Sindaco, Presidente della Provincia, Consigliere provinciale, comunale e circoscrizionale. Di seguito alcuni esempi di soggetti incompatibilit: a) Lamministratore o il dipendente con poteri di rappresentanza o di coordinamento di ente, istituto o azienda soggetti a vigilanza e in cui vi sia almeno il 20% di partecipazione b) Coloro che, avendo un debito liquido ed eleggibile verso il Comune o la Provincia ovvero verso istituti o aziende da essi dipendenti, sono stati legalmente messi in mora. c) Coloro che, avendo un debito liquido ed eleggibile per imposte, tasse o tributi verso il Comune o la Provincia ovvero verso istituti o aziende da essi dipendenti, hanno ricevuto invano notificazione dellavviso di pagamento. Le cariche di Presidente e assessori provinciali e di Sindaco e assessori comunali sono incompatibile con la carica di Consigliere Regionale.

__________________ Pag. 12 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. La carica di consigliere comunale incompatibile con quella di consigliere di circoscrizione dello stesso Comune. Le cariche di consigliere provinciale, comunale e circoscrizionale sono incompatibili con le cariche, rispettivamente, di consigliere provinciale, comunale e circoscrizionale di altra Provincia, altro Comune e altra Circoscrizione. Le cariche di Direttore generale (city manager), Direttore Amministrativo, e di Direttore Sanitario di ASL e ospedali sono incompatibili con quelle di consigliere provinciale, di Sindaco, di assessore comunale, di presidente o di assessore di Comunit montana. Infine, nei comuni > 15.000 abitanti Assessore e Consigliere comunale sono incompatibili. 6.3.3 INCANDIDABILITA Rappresenta il divieto per alcune categorie di soggetti di presentarsi alle elezioni. Si applica in modo ostativo, ad esempio, a coloro che sono stati condannati con sentenza passata in giudicato per alcuni gravi delitti (ad es. associazione mafiosa o traffico di armi). Per queste persone prevista la nullit dellelezione o della nomina. Nel caso in cui la situazione dincandidabilit ostativa si configuri per il Sindaco, vengono annullate tutte le operazioni elettorali e non solo la sua eventuale elezione. Per coloro, invece, che non hanno riportato una condanna definitiva si applica la sospensione che si trasforma in decadenza al passaggio in giudicato della sentenza di condanna. Il TUEL prevede anche limitazioni alla possibilit di presentare un candidatura, ad esempio: a) Se le elezioni si svolgono nella stessa data, nessuno pu presentarsi come candidato consigliere in 2 Province o in pi di 2 Comuni. b) I Consiglieri provinciali, comunali e circoscrizionali in carica non possono candidarsi alla medesima carica in altro Consiglio provinciale, comunale o circoscrizionale. c) Nessuno pu essere candidato alla carica di Sindaco o Presidente di Provincia, in pi di un Comune o di una Provincia.

7. IL TERRITORIO COMUNALE E PROVINCIALE


7.1 Listituzione di nuovi Comuni.
Secondo quanto stabilito dalla Costituzione, la regione, sentite le popolazioni interessate (mediante referendum), pu con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni. Il TUEL ha introdotto un limite demografico a 10.000 abitanti, affermando che non possono essere costituiti nuovi Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti o la cui costituzione ha come conseguenza la diminuzione sotto questa soglia di altri Comuni. Tuttavia, la dottrina prevalente ritiene che tale limite possa essere stabilito dalle Regioni stesse, come ad esempio hanno fatto le Regioni Piemonte e Abruzzo che hanno abbassato tale limite a 5.000 abitanti.

7.2

La fusione di Comuni.

Sempre mediante legge regionale possibile procedere alla fusione di 2 o pi Comuni territorialmente contigui senza limitazione demografica di 10.000 abitanti. Normalmente, le leggi regionali demandano liniziativa per la fusione di Comuni ad apposite deliberazioni a maggioranza qualificata dei Consigli Comunali degli enti che vanno fusi. Successivamente viene fatta la proposta al Consiglio Regionale che provvede allapprovazione con unapposita legge. Il TUEL prevede che i Comuni istituiti mediante fusione possano prevedere nello Statuto listituzione di Municipi nei territori delle comunit di origine, la cui organizzazione e funzione sia normata da un apposito regolamento.

7.3

Il decentramento comunale.

Il decentramento comunale in circoscrizioni serve a favorire la gestione amministrativa di grandi agglomerati urbani. Tuttavia la Finanziaria 2010 impone ai comuni di adottare misure volte a sopprimere le circoscrizioni. Il TUEL definisce le circoscrizioni come organismi di partecipazione, consultazione e di gestione di servizi base e di esercizio delle funzioni delegate dal Comune il cui numero di abitanti non pu essere inferiore a 30.000. Il TUEL prevede che la loro istituzione obbligatoria nei Comuni con popolazione superiore a 250.000 abitanti, mentre facoltativa per quelli con popolazione compresa tra 100.000 e 250.000 abitanti. Inoltre nei Comuni con popolazione superiore a 300.000 abitanti, il TUEL prevede che lo Statuto possa contemplare pi accentuate forme di decentramento che hanno avuto diverse denominazioni quali Municipi (Roma, Genova) e Municipalit (Napoli, Venezia).

__________________ Pag. 13 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali.

7.4

Listituzione di nuove Province ed il mutamento delle circoscrizioni (Circondari) provinciali.

La Costituzione stabilisce che quanto sopra detto pu avvenire mediante leggi delle Repubblica, su iniziativa dei Comuni interessati, sentita la Regione e, cosa unica, senza necessit di referendum. La Provincia pu disciplinare nello Statuto la suddivisione del proprio territorio in circondari (Circoscrizioni provinciali) che, in genere, sono costituiti da un Comune di maggiori dimensioni cui sono collegati Comuni limitrofi.

7.5

Il distacco di Comuni e di Province da una Regione.

Lipotesi di cui sopra che avviene per aggregarsi ad unaltra Regione disciplinata dalla Costituzione che prevede i seguenti passaggi: 1) Iniziativa da parte dellente interessato a staccarsi dalla Regione di appartenenza per aggregarsi ad unaltra. 2) Svolgimento di una consultazione referendaria dalla quale deve emergere una maggioranza favorevole delle popolazioni interessate allipotesi di distacco. 3) Emissione di un parere da parte dei Consigli regionali delle 2 Regioni interessate. 4) Approvazione di una legge statale che sostanzialmente ratifica la volont popolare circa il distacco. Da notare che, se il distacco finalizzato a creare una nuova Regione, allora necessaria una modifica costituzionale che alteri lart.131 contenente lelenco delle Regioni italiane.

8. LAGGREGAZIONE E LESERCIZIO ASSOCIATO DI FUNZIONI


8.1 Forme associative tra gli enti locali.
Attualmente, le forme associative previste dal TUEL sono: COMUNITA MONTANE: Si tratta di aggregazioni tra Comuni Montani e parzialmente montani, anche appartenenti a Province diverse, costituite per valorizzare il territorio montano. Alle Comunit Montane sono assimilate anche le Comunit isolane e darcipelago. Il TUEL stabilisce che la Regione. ad individuare le zone omogenee per la costituzione della Comunit Montana ed sempre la Regione a stabilire tutti gli altri aspetti costitutivi, quali le modalit di approvazione dello Statuto. CONVENZIONI: Rappresentano la forma pi semplice di collaborazione tra enti locali, dal momento che la convenzione non implica la creazione di un nuovo ente, ma devolve ad uno dei soggetti partecipanti il compito di svolgere le funzioni ed i servizi determinati. Ad esempio il segretario comunale che opera per conto di pi Comuni. Esistono convenzioni spontanee e convenzioni obbligatorie. Queste ultime possono essere previste dallo Stato e dalle Regioni verso enti locali per svolgere, a tempo determinato, uno specifico servizio o per la realizzazione di unopera. CONSORZI: Rappresenta una forma associativa tra enti locali costituiti, come per le convenzioni, per la gestione associata di servizi e funzioni. Tuttavia, a differenza delle convenzioni, i consorzi sono dei veri e propri enti locali dotati di personalit giuridica, organi propri e autonomia statutaria e finanziaria. Per la loro costituzione, infatti, necessaria lapprovazione, a maggioranza assoluta, da parte dei Consigli degli enti partecipanti della convenzione e dello statuto del consorzio. In particolare il TUEL prevede la creazione di consorzi obbligatori (Ad esempio quello degli oli usati). UNIONE DI COMUNI: Si tratta di enti locali costituiti da 2 o pi Comuni, di norma confinanti, allo scopo di esercitare congiuntamente una pluralit di funzioni di loro competenza. Latto costitutivo e lo Statuto devono essere approvati dai Consigli Comunali. I propri organi di governo, le funzioni e le risorse finanziarie sono aspetti disciplinati dallo statuto.

9. LE FUNZIONI DI NORMAZIONE: SATUTI E REGOLAMENTI


9.1 Lo Statuto.
I Comuni, le Province e le Citt Metropolitane hanno podest normativa che si estrinseca attraverso ladozione di statuti e regolamenti.

__________________ Pag. 14 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. Lo statuto pu essere definito come un atto a contenuto normativo costituente lespressione pi alta dellautonomia di un ente. Lo Statuto pu derogare alle disposizioni di legge che non contengono principi inderogabili. Il TUEL, dispone che lo Statuto deve avere un contenuto obbligatorio, tra cui: Stabilire le norme fondamentali ed i criteri generali in materia di organizzazione dellente. Disciplinare le forme di collaborazione tra Comune e Province. Etc. Sempre il TUEL prevede anche un contenuto facoltativo per lo Statuto che a titolo di esempio : Istituzione del difensore civico. Costituzione di commissioni consiliari Etc. Lapprovazione dello Statuto avviene mediante delibera consiliare in seduta pubblica e con voto palese favorevole dei 2/3 dei consiglieri assegnati. Qualora la maggioranza non venga raggiunta, la votazione ripetuta in successive sedute da tenersi entro 30 giorni e lo Statuto approvato se ottiene due volte il voto favorevole della maggioranza assoluta. La pubblicazione dello Statuto avviene in triplice forma: NellAlbo Pretorio dellente per 30 giorni consecutivi. Nel Bollettino Ufficiale della Regione (BUR). Nella Raccolta ufficiale degli statuti presso il Ministero dellInterno.

9.2

I regolamenti.

Il potere regolamentare degli enti locali deriva dalla carta costituzionale e pi recentemente dal TUEL e si esprime attraverso lapprovazione di propri regolamenti. Il TUEL stabilisce che il Comune e la Provincia adottano propri regolamenti per: Il funzionamento delle istituzioni e degli organismi di partecipazione (Istanze, referendum etc.). Da notare che il TUEL specifica che lordinamento di tali istituti oggetto dello Statuto, mentre il funzionamento e oggetto regolamentare. Lorganizzazione ed il funzionamento degli uffici dellente. Lesercizio delle funzioni dellente. (es. regolamenti edilizi, di polizia urbana, trasporto etc.) Rispetto alle leggi e allo Statuto risulta che: I regolamenti sono assoggettati al rispetto dei soli principi di legge (statale o regionale) espressamente qualificati come inderogabili per gli enti locali. I regolamenti devono rispettare tutti i principi previsti dallo Statuto. Linosservanza delle disposizioni regolamentari costituisce ipotesi di illecito amministrativo per il quale, salvo diverse disposizioni di legge, si applica una sanzione pecuniaria da 25 a 500 euro. Lapprovazione dei regolamenti avviene con delibera consiliare dellente locale, ad eccezione dei regolamenti sullordinamento degli uffici e dei servizi, che sono di competenza della Giunta. E lo Statuto a definire le modalit di votazione e le maggioranze necessarie. Le delibere di approvazione dei regolamenti dovranno essere pubblicate, oltre che nellalbo pretorio, anche sui siti informatici dellamministrazione locale.

10.

IL SISTEMA DEI CONTROLLI

Si parla di controlli interni, qualora siano esercitati dalla stessa amministrazione e di controlli esterni se effettuati da organismi estranei agli atti controllati.

10.1

I controlli esterni

Per schematizzare, i controlli esterni possono essere divisi in controlli sugli atti degli enti locali e in controlli economico-finanziari effettuati dalla Corte dei Conti. 10.1.1 CONTROLLO SUGLI ATTI Alcuni atti degli enti locali possono essere controllati ed eventualmente annullati da organismi esterni: Si parla di: CONTROLLO EVENTUALE: Alcune ben specificate delibere della Giunta e del Consiglio possono essere sottoposte a controllo mediante richiesta scritta e motivata, con indicazione delle norme violate, da farsi entro 10 giorni dalla pubblicazione nellalbo pretorio da parte di: 1/4 dei consiglieri provinciali o comunali (per Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti.

__________________ Pag. 15 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. 1/5 dei consiglieri comunali (per Comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti. Il controllo pu avvenire solo per le delibere che interessano: Appalti e affidamento di servizi. Dotazioni organiche e relative variazioni. Assunzioni di personale. Il controllo viene effettuato dal difensore civico che, se ritiene la delibera illegittima, ne d comunicazione allente entro 15 giorni dalla richiesta e lo invita ad eliminare i vizi riscontrati.: ANNULLAMENTO STRAORDINARIO: Il TUEL prevede che il Governo pu annullare, dufficio o su denuncia, gli atti degli enti locali viziati da illegittimit. Questo annullamento effettuato mediante decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dellinterno, sentito il parere, obbligatorio ma non vincolante, del Consiglio di Stato. CONTROLLO SOSTITUTIVO: Si pu avere: Controllo sostitutivo del difensore civico: laddove gli enti locali ritardino o omettano di compiere atti obbligatori per legge. In questo caso il difensore civico regionale provvede a nominare un commissario ad acta. Controllo sostitutivo del Governo: in caso di inadempimenti agli obblighi derivanti dallUnione Europea o per pericolo di grave pregiudizio agli interessi nazionali, il Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il soggetto inadempiente, nomina un commissario che provvede in via sostitutiva. Se c assoluta urgenza il Consiglio dei Ministri pu provvedere direttamente. 10.1.2 CONTROLLI ECONOMICO-FINANZIARI: LA CORTE DEI CONTI. E lorgano di rilevanza costituzionale avente funzioni di controllo esterno sullequilibrio economico-finanziario del settore pubblico. Allinterno della Corte dei conti esiste la sezione delle autonomie che svolge la funzione di controllo specifiche per gli enti locali. La Corte dei conti svolge inoltre: CONTROLLO SUCCESSIVO SULLA GESTIONE: rappresenta un controllo sulle amministrazioni pubbliche (dalle Regioni, alle Comunit montane etc.), effettuato successivamente alla gestione, svolto sulla base di un programma che la Corte approva ogni anno per lanno successivo. Tale Programma viene comunicato ai Presidenti delle Camere e dei Consigli Regionali. Il controllo successivo riguarda la gestione: Del bilancio. Del patrimonio. Dei fuori bilancio. Dei fondi comunitari. CONTROLLO CONCOMITANTE: Introdotto dalla legge Brunetta (15/2009) prevede una tipologia di controllo effettuato sulle gestioni pubbliche statali in corso di svolgimento (concomitante). Tale controllo svolto sempre dalla Corte dei conti, anche su richiesta di Commissioni parlamentari competenti. Le sezioni regionali della Corte dei Conti possono eseguire questo controllo concomitante a livello delle gestioni regionali.

10.2

I controlli interni

Nel 1999 sono stati introdotti per legge i controlli interni, oggi regolamentati dal TUEL, che hanno comportato il passaggio da un controllo puramente burocratico formale attento alla legalit degli atti, ad un controllo attento ai risultati e affidato a strutture non in conflitto dinteressi su quanto da controllare. I controlli interni sono articolati in: 1) Controlli di regolarit amministrativo-contabile. 2) Controllo di gestione. 3) Valutazione dei dirigenti.

__________________ Pag. 16 di 17

Dr Domenico Maglione Appunti sulle autonomie locali. 4) Controllo strategico. 5) Controllo sui servizi. 10.2.1 I CONTROLLI DI REGOLARIT AMMINISTRATIVO-CONTABILE. Sono lo strumento di controllo atto a garantire la legittimit, la correttezza e la regolarit dellazione amministrativa. Sono generalmente di tipo successivo ed affidati ad organi appositamente previsti nei diversi comparti della PA, in particolare gli organi di revisione e gli uffici di ragioneria. 10.2.2 IL CONTROLLO DI GESTIONE. Serve a verificare il conseguimento degli obiettivi e dei risultati di una gestione verificandone lefficienza, lefficacia e leconomicit dellazione amministrativa. Questo controllo permette ai dirigenti di intervenire tempestivamente per ottimizzare il rapporto costo/risultati. Si ricorda che: EFFICIENZA: Misura la convenienza di unazione. Pi alto il rapporto Output(risultati)/Input(risorse impegnate) pi alta lefficienza (e si efficienti). EFFICACIA: Misura in che proporzione lobbiettivo programmato stato raggiunto (risultato ottenuto/obiettivo programmato). ECONOMICITA: E la capacit di utilizzare in modo efficiente le proprie risorse raggiungendo in modo efficace i propri obiettivi. Secondo normativa, le fasi di controllo di gestione sono: a) Predisposizione di un dettagliato piano degli obiettivi. b) Rilevazione dei dati relativi ai costi, ai proventi ed ai risultati raggiunti. c) Valutazione dei dati ottenuti al fine di verificare lo stato di attuazione degli obiettivi, lefficacia, lefficienza ed il grado di economicit raggiunti. d) Eventuale azione correttiva. Da quanto detto risulta chiaro che il controllo di gestione un controllo a feedback. Infine, la legge prevede che il referto di questa attivit di controllo deve essere comunicato alla Corte dei conti. 10.2.3 VALUTAZIONE DELLA DIRIGENZA. Essa consiste nella valutazione delle prestazioni (risultati raggiunti) e delle capacit organizzative dei dirigenti, e serve, tra laltro, a responsabilizzarli. Inoltre, attraverso la valutazione vengono erogate le indennit di risultato o viene revocato lincarico. Il procedimento di valutazione deve essere svolto secondo questi 3 principi: Lorgano che effettua la valutazione deve conoscere direttamente lattivit del valutato. Le valutazioni di tale organo sono soggette ad un secondo grado di giudizio. Il valutato deve poter partecipare al procedimento di valutazione che lo riguarda. 10.2.4 CONTROLLO STRATEGICO. Essa mira a verificare leffettiva attuazione delle scelte contenute nelle direttive ed in altri atti di indirizzo politico. Nel caso specifico degli enti locali questo controllo disciplinato dal TUEL e sinserisce nei rapporti tra Giunta e Consiglio. Esso prevede che, almeno una volta lanno, entro il 30 settembre vi sia una ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi. 10.2.5 CONTROLLO SUI SERVIZI. Apposite direttive del Presidente del Consiglio dei Ministri (aggiornabili annualmente) hanno il compito di stabilire le modalit di definizione, adozione e pubblicizzazione: Degli standard di qualit. Delle carte dei servizi. Dei criteri di misurazione della qualit dei servizi. Delle condizioni di tutela degli utenti. I casi e le modalit dindennizzo automatico degli utenti per mancato rispetto degli standard di qualit. Nel caso di servizi erogati direttamente o indirettamente da enti locali si provvede con atti dindirizzo e coordinamento.

__________________ Pag. 17 di 17

Potrebbero piacerti anche