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sPes s.p.a.
Societ Pistoiese Edilizia Sociale
GiuLiano Beneforti
andrea ottaneLLi
L e
C a s e
P o P o L a r i
Il comune di Pistoia
Edifici, urbanistica e legislazione
d i
P i s t o i a
A Gianfranco Biagini,
ingegnere
Ringraziamenti:
Gianfranco Fagni.
Lucia Petrocchi, Archivio Storico del Comune di Pistoia.
Valeria Pasquali.
Maretto Braccialini.
Sigle:
Archivio Storico delle Case Popolari di Pistoia, ASCPPT.
Archivio Storico del Comune di Pistoia, ASCPT.
Archivio dellUfficio Tecnico del Comune di Pistoia, AUTCPT.
Ufficio Piano Regolatore Comune di Pistoia, UPRCPT.
Fotografie:
Andrea Ottanelli: pag. 32, 33, 53, 54, 55, 61, 80.
Giuliano Beneforti: pag. 55.
Sito web: Bing maps.
Copertina:
Progetto per ledificazione di case popolari agli Spalti (via Cammelli). R. Giannini progettista.
ASCPT, Sezione Ufficio Tecnico, serie varie, busta 5, 1920.
Progetto grafico e stampa:
Tipolito Vannini, Buggiano (PT)
www.tipolitovannini.it
2012, EdizioniVannini
ISBN: 978-88-905530-5-9
Presentazione
Presentazione
degli edifici e degli insediamenti, le difficolt tecniche e il ruolo particolare dei progettisti e delle imprese.
L'attivit dell'Istituto si sempre intrecciata con le vicende urbanistiche del Comune disegnando le direttrici
di sviluppo assunte dall'aggregato urbano e condizionando in pi occasioni le scelte del Comune.
La qualit e l'ampiezza degli interventi venuta migliorando negli anni a seguito dell'esperienze acquisite e dell'evoluzione legislativa e dei flussi finanziari ma spesso l'attivit dell'Istituto anticipa la legislazione con la realizzazione di consistenti interventi nel quartiere di via Pagliucola e al Villaggio Belvedere.
Seguiti, dopo l'approvazione della legge 167, dagli interventi di Scornio Est e Ovest, San Felice,
San Biagio, Pontelungo e Bottegone.
L'attivit si ridotta di molto dopo l'esaurimento del Piano decennale ed ripresa solo recentemente
con gli ultimi finanziamenti che vedono attualmente la SPES impegnata nella progettazione di interventi
in via Traversa della Vergine e nelle aree ex Breda.
La Cooperativa, lIstituto Autonomo per le Case Popolari, lAzienda Territoriale per lEdilizia
Residenziale e, oggi, la Societ Pistoiese di Edilizia Sociale, hanno operato per cento anni formando solide
strutture tecniche e amministrative costituiscono le tappe e le tessere della storia e del mosaico che la societ
pistoiese ha percorso per assicurare a tutti, e in particolare ai meno abbienti, il diritto a unabitazione
sana, confortevole e moderna.
Ricostruirne la storia e capirne i pregi e i limiti, crediamo sia un dovere e un riconoscimento per tutti
coloro che hanno creduto in questo grande progetto che ha reso la societ pistoiese pi giusta e accogliente.
Cos come riteniamo che, sullonda di quelle scelte e di quelle realizzazioni, sia ormai indispensabile
progettare e sostenere una nuova politica nazionale di investimenti sulla casa, e in particolare sugli alloggi
popolari, per contribuire a far ripartire leconomia e rispondere a un bisogno sociale che diviene ogni giorno
pi urgente e pressante.
Stefano Marini
Presidente sPes s.p.a.
Introduzione
Introduzione
Il rinnovato interesse per la storia delle case popolari in Toscana risale allinizio degli anni
Duemila quando su commissione della Soprintendenza Archivistica per la Toscana fu effettuato, ad opera di Rita Romanelli, un censimento degli archivi delle aziende territoriali
per ledilizia residenziale della regione, allinterno di una ricerca sulle fonti per la storia dellarchitettura. Le aziende conservavano, infatti, la documentazione relativa allattivit degli
Istituti Autonomi per le Case Popolari che dallinizio del Novecento e fino al 1987 erano
stati protagonisti delledilizia pubblica in tutta la Toscana.
I risultati del lavoro furono presentati in una relazione del 2002 in cui venivano riassunte le principali vicende degli IACP toscani e le caratteristiche e la consistenza dei loro
archivi storici.
Tra le Aziende coinvolte cera anche quella di Pistoia che presentava la caratteristica
di conservare, se pur non ordinata e distribuita in diversi locali, la documentazione relativa
alla vita della Societ Cooperativa per la Costruzione di Case Popolari in Pistoia, sorta nel
1908 e dellIstituto Autonomo delle Case Popolari dal 1913 al 1987.
Si tratta di un archivio complesso e ricco di documenti, disegni e foto che illustrano
in maniera completa la storia delledilizia popolare nella provincia di Pistoia che, con i suoi
edifici e i suoi villaggi, ha contribuito a modificare in modo sostanziale le periferie del capoluogo e di molti centri abitati e ha partecipato al processo di elevazione delle condizioni
di vita di migliaia di famiglie pistoiesi.
Per questo motivo il Consiglio di Amministrazione dellATER, presieduto da Marco
Bernardi, ha varato un programma di valorizzazione del proprio patrimonio storico, confermato poi dalla Societ per lEdilizia Sociale, presieduta da Stefano Marini.
I punti principali del progetto erano costituiti dal riordino e inventariazione dei materiali archivistici, affidati a Andrea Ottanelli e Ilaria Pagliai della cooperativa Scripta Manent, al fine di costituire un archivio delle case popolari di Pistoia ordinato e fruibile, dalla
stampa di alcune pubblicazioni storiche e da alcuni eventi che celebrassero il percorso plurisecolare compiuto dagli enti pubblici e privati che hanno costruito e gestito le case popolari nella provincia di Pistoia.
Oggi il lavoro di riordino dei materiali archivistici terminato ed stato ufficialmente
costituito dalla SPES lArchivio Storico delle Case Popolari di Pistoia1 e tutta la documentazione disponibile e consultabile.
Contemporaneamente Giuliano Beneforti sviluppava nello stesso periodo e allinterno di un suo collaudato interesse per la storia urbanistica di Pistoia,2 una ricerca e uno
studio sullattivit costruttiva dellIACP di Pistoia.
A. Ottanelli e I. Pagliai (a cura di), Inventario dellArchivio Storico delle Case Popolari di Pistoia, luglio 2011.
G. Beneforti, Appunti e documenti per una storia urbanistica di Pistoia 1840-1940, Tellini, Pistoia 1979; La zona sportiva di
Pistoia. Vicende urbanistiche e costruttive. 1934-1974, Pistoia 2010; La pianificazione urbanistica a Pistoia nel dopoguerra, 19491972, Storia locale, 18, 2011; Aree ex Breda a Pistoia, 1963-2010, vicende urbanistiche e amministrative di un troppo importante
frammento di citt, Pistoia 2011.
1
2
Per sviluppare la sua ricerca ricorso alla consultazione dellarchivio della SPES e i
due lavori in corso si sono naturalmente incontrati, ed stato cos deciso di programmare
la stampa di tre pubblicazioni che ricostruiscano in modo completo la vicenda delledilizia
popolare nella provincia di Pistoia.
Due volumi analizzano le vicende urbanistiche e le costruzioni realizzate rispettivamente nel comune di Pistoia e negli altri comuni della provincia, e uno dedicato alla
storia istituzionale, politica e sociale degli enti, delle forze politiche e degli uomini che sono
stati protagonisti di questa vicenda.
I temi illustrati in questo primo volume riguardano la costruzione di case popolari
effettuata dai vari enti privati e pubblici che nellarco di un secolo sono stati protagonisti
delledilizia residenziale pubblica nella citt di Pistoia e nelle altre localit del comune.
Il punto di vista assunto prevalentemente urbanistico e tecnico, e riguarda il ruolo
quantitativo e qualitativo che la realizzazione di case popolari ha avuto nella formazione
urbanistica di Pistoia e nella trasformazione del territorio comunale.
La legge Luzzatti
solitamente si fa coincidere la nascita degli istituti autonomi per le Case Popolari con la
prima legge promulgata in italia per facilitare la costruzione di case popolari.
si tratta della legge 31 maggio 1903 n. 254, presentata in parlamento per iniziativa dellonorevole Luigi Luzzatti e che da lui prende il nome.
una versione che si ritrova in molte pubblicazioni che fanno la storia di questo o quellistituto provinciale. di fatto in quella legge non viene nominato listituto autonomo come
ente attuatore delledilizia pubblica e solo larticolo 22, usa la denominazione istituti autonomi, con iniziali minuscole. infatti riferendosi ai soggetti che intendono finanziare gli
enti destinati alla costruzione di case popolari specifica che: a coloro che concorsero alla
formazione del capitale degli istituti autonomi o delle societ di beneficenza non pu essere
riservato negli statuti altro diritto fuorch quello al rimborso delle somme erogate.3
il provvedimento, tuttavia, mantiene tutta la sua notevole importanza come prima legge
dello stato sulledilizia popolare e si inseriva nel quadro di una politica sociale che, al principio del secolo, diffondeva in italia forme nuove di enti economici e promuoveva lintervento dello stato a beneficio dei ceti popolari, senza trascurarne leffetto indotto su scala
pi propriamente sociale e come fattore di sviluppo economico.
La legge si proponeva obiettivi ambiziosi di trasformazione e miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni urbane, specialmente dei ceti meno abbienti, applicando nel
rapporto sociale il principio della solidariet, informato a esigenze di giustizia distributiva.
di fatto, stante la scarsit dei finanziamenti e delle difficolt ad avviare i meccanismi e le
strutture previste, si tradurr in una serie di interventi dalla rilevanza assai limitata rispetto
alla gravit del problema della casa in italia.
Comunque il suo merito principale era costituito dal fatto che introduceva il principio che
lo stato interveniva per affrontare la situazione sociale di alcune categorie di cittadini in
ordine a un bisogno primario come quello dellabitazione.
il meccanismo procedurale prevedeva che (art. 1):
Le casse di risparmio ordinarie sono autorizzate a concedere prestiti per la costruzione e per lacquisto
di case popolari, oltre i limiti che () sono fissati nel rispettivo statuto. () sui prestiti di tale natura
le casse di risparmio potranno pattuire un interesse non superiore dell1-1,4 per cento a quello che
esse corrispondono sui depositi.
oltre alle casse di risparmio erano autorizzati a concedere prestiti a tassi agevolati i Monti
di Piet, le opere Pie, le imprese di assicurazione, la Cassa nazionale di previdenza per
linvalidit e la vecchiaia degli operai, gli istituti di risparmio e di credito e gli istituti di credito fondiario.
a loro volta i prestiti potevano essere erogati a (art. 2, 3):
societ cooperative legalmente costituite le quali () abbiano per oggetto esclusivo la costruzione,
lacquisto e la vendita ai soci o la locazione ai soci e non soci di case popolari () uguali facolt sono
riconosciute alle societ di mutuo soccorso, le quali costituiscano una sezione speciale per le case popolari. i prestiti concessi devono essere garantiti da prima ipoteca sulle case da questi possedute o
vendute ()
Per quanto riguarda i destinatari delle abitazioni la legge stabiliva che (art. 4, 5):
La casa popolare non potr essere venduta o locata, se non a famiglie o a persone le quali abbiano
una entrata complessiva () che non potr in verun caso eccedere le lire tremilacinquecento. La con
3
10
Veniva dato spazio anche al ruolo dei comuni a cui era riconosciuta una funzione sussidiaria rispetto agli altri enti individuati agli articoli 2 e 3, ma comunque rilevante poich si
affermava che (art. 18, 20, 23):
Quando sia riconosciuto il bisogno di provvedere alloggi per le classi meno agiate ed ove manchino
le societ (), o ne sia insufficiente lazione, i comuni sono autorizzati a intraprendere la costruzione
di case popolari soltanto per darle a pigione. () i comuni sono pure autorizzati () a imprendere
la costruzione degli alberghi popolari da affittarsi per dimora giornaliera e di dormitori pubblici ad
uso gratuito. Le case popolari () non potranno essere locate a famiglie che abbiano unentrata complessiva superiore a lire 1.500 oppure a lire 300 per ogni membro della famiglia. () Le rate corrispondenti agli interessi e agli ammortamenti dei mutui contratti dai comuni per le dette opere devono
essere coperte da delegazioni sul provento delle sovrimposte e () sugli altri tributi comunali. ()
i comuni, nei quali sia riconosciuta la necessit di risanare quartieri insalubri o di provvedere alla deficienza di alloggi e case popolari, dovranno compilare, a norma degli articoli 86 e 93 della legge 25
giugno 1865 sulla espropriazione per pubblica utilit, i rispettivi piani regolatori e di ampliamento.
Per la esecuzione del piano di ampliamento i Comuni, ove non abbiano aree disponibili, sono autorizzati a valersi dellart. 22 () domandando lespropriazione dei terreni compresi nel piano medesimo. i suoli edificatori, risultanti dalle espropriazioni, potranno esser venduti o concessi
temporaneamente, anche a privati. ()
data facolt ai comuni di cedere aree per la costruzione di case popolari a prezzo di costo alle
societ cooperative e di mutuo soccorso ed agli enti morali e alle societ di beneficenza.
infine si ampliavano i benefici di legge a tutti gli enti che costruivano case popolari, e a cui
era riconosciuta la qualifica di corpi morali, e si introduceva la denominazione di istituti
autonomi per indicare la soluzione che diverr pi praticata dai comuni per organizzare
il proprio intervento nellambito delledilizia popolare.
infatti lart. 22 specificava che
i corpi morali legalmente riconosciuti e che abbiano per fine esclusivo di compiere operazioni per le
case popolari godono di tutte le facolt e di tutti i benefici contenuti e richiamati nella presente legge.
eguali benefici e facolt si concedono alle societ di beneficenza che () provvederanno agli alloggi
per ricoverare i poveri a fitti minimi.
a coloro che concorsero alla formazione del capitale degli istituti autonomi (n.d.r.) o delle societ
di beneficenza non pu essere riserbato negli statuti altro diritto fuorch quello al rimborso delle
somme erogate ()4
Ibidem.
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Con lentrata in vigore della legge si avviarono lentamente alcuni processi per la formazione delle cooperative e per la costituzione allinterno delle societ di mutuo soccorso di
organismi specifici per la costruzione di case popolari, ma furono poche le realizzazioni
effettive se si eccettua i relativamente forti finanziamenti promossi per la citt di roma.
i Comuni, ai quali la legge affidava un ruolo sussidiario, in assenza di altri soggetti che
promuovessero la costruzione di case o in presenza di situazioni gravemente bisognose,
ma che erano pi sensibili e direttamente investiti dalle situazioni sociali pi degradate, divennero i pi solerti promotori di iniziative per la realizzazione di case popolari.
inizialmente si tratt di progetti gestiti in maniera diretta e successivamente attraverso la
costituzione di enti specificamente incaricati di occuparsi del reperimento di aree e della
costruzione di abitazioni popolari. si vennero cos formando spontaneamente in diverse
citt italiane strutture municipali che, assunsero la denominazione di istituti autonomi
per le Case Popolari.
il 27 febbraio 1908 si pubblica il regio decreto n. 89 che approva il testo unico di legge
sulle case popolari o economiche e definiva due modalit principali di finanziamento per
la costruzione di questo tipo di abitazioni.
La prima consisteva nel garantire prestiti ad un interesse non superiore al 4,50 per cento,
e per una misura non eccedente i due terzi del valore accertato delle case ai seguenti soggetti (art 1):
societ cooperative per la costruzione e per lacquisto di case popolari o economiche, o ai loro soci,
agli enti morali ed alle societ di beneficenza () ed alle societ di mutuo soccorso che assumono
tale servizio.
tali prestiti dovevano essere garantiti da prima ipoteca sulle case possedute o vendute e
alle amministrazioni pubbliche dipendenti dallo stato ed era comunque concessa la facolt
di trattenere sugli stipendi dei propri impiegati acquirenti o inquilini di case costruite da
societ cooperative o da istituti autonomi le quote di prezzo di acquisto o le rate di affitto.
La seconda modalit di finanziamento riguardava i Comuni poich (art. 18):
Per la costruzione degli alloggi per le classi meno agiate e degli alberghi popolari che i Comuni faranno
entro 10 anni () essi possono ottenere prestiti dalla Cassa depositi e Prestiti alla ragione dinteresse
normale. al pagamento delle quote annue dinteresse () concorrer lo stato in ragione non superiore
ad un sesto della spesa relativa.
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anche nel testo unico veniva ribadito il limite della sola concessione in affitto delle case
realizzate dai comuni e si confermava il loro ruolo sussidiario (art. 18):
Quando sia riconosciuto il bisogno di provvedere alloggi per le classi meno agiate ed ove manchino
le societ indicate negli articoli 2 e 3 o gli istituti considerati nellarticolo 23 o ne sia insufficiente
lazione i comuni sono autorizzati a intraprendere la costruzione di case popolari
il testo prevedeva anche una struttura gestionale delle procedure dal livello nazionale a
quello locale (art. 30, 31, 32):
Presso il Ministero di agricoltura, industria e commercio istituita una commissione centrale per le
case popolari o economiche, composta di nove membri, () alla commissione saranno sottoposti
tutti i regolamenti da emanarsi per la esecuzione della presente legge, nonch tutte le questioni che
con lapplicazione della presente legge hanno speciale attinenza (). in ogni comune in cui si costruiscono case popolari, sar costituito a cura del sindaco, un comitato locale, per le case popolari o
economiche. () i comitati locali hanno il compito dincoraggiare la costituzione di societ per case
popolari, le costruzioni di case sane e a buon mercato, sia da parte di privati che di societ, per la locazione o la vendita a persone poco agiate, di promuovere ligiene delle case. in particolare spetta al
comitato locale per le case popolari di accertare se le case popolari o economiche rispondono alle
condizioni di legge.
nel testo gli istituti autonomi per le Case Popolari ricevono un riconoscimento ufficiale
e sono infatti citati cinque volte, di cui quattro significative.
Larticolo 18 costituisce la prima legittimazione istituzionale degli istituti che nascono
come libera iniziativa dei Comuni al di fuori di ogni definizione e inquadramento di legge
e nei rilevati limiti di sussidiariet delle funzioni affidate ai Comuni dalla legge del 1903 e
confermati dal testo unico del 1908.
Qualora un comune, il quale si assunto il servizio delle case popolari () abbia fondato o voglia
fondare nel medesimo comune un istituto autonomo per le case popolari, pu conferire al detto istituto autonomo tutto o parte del capitale gi assegnato al servizio diretto delle case popolari.
5 regio decreto 27 febbraio 1908 n. 89, che approva il testo unico di legge sulle case popolari o economiche. il quadro
legislativo dinizio secolo sulle case popolari fu poi completato con il testo unico 20 novembre 1919 n. 2318.
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il 6 giugno 1935 fu emanata la legge n. 1129 che costituisce unimportante legge di riforma
degli istituti per le Case Popolari poich istitu gli istituti a livello provinciale, con eventuali
articolazioni locali, e ne defin i compiti e i poteri.
se ne riportano le parti pi importanti:
Con decreto reale potr essere costituito in ciascun capoluogo di Provincia un istituto autonomo
Provinciale per le Case Popolari, che svolger la propria attivit a beneficio delle classi meno abbienti,
in tutti quei comuni della circoscrizione provinciale nei quali se ne manifesti il bisogno. Gli istituti autonomi provinciali per le case popolari, con lapprovazione del ministero dei lavori pubblici, potranno
costituire nei comuni della rispettiva circoscrizione, ove sia necessario, apposite sezioni locali. nei capoluoghi di provincia ove gi esistono enti o istituti autonomi per le case popolari, questi, con decreto
del ministro per i lavori pubblici, saranno riconosciuti come istituti autonomi provinciali. Col decreto
di riconoscimento degli istituti provinciali sar provveduto altres allapprovazione del nuovo statuto
organico, il quale, () dovr riportare le norme fondamentali di uno statuto-tipo da emanarsi con
decreto reale su proposta del ministro per i lavori pubblici. i Presidenti degli istituti autonomi provinciali sono nominati con decreto reale su proposta del ministro per i lavori pubblici. nello statuto
saranno determinati il numero dei componenti il Consiglio di amministrazione, comunque non inferiore a cinque, il numero dei sindaci incaricati della revisione della gestione, il modo della loro elezione ed eventualmente le categorie entro le quali debbano essere scelti. il presidente, il vice-presidente
e i consiglieri durano in carica quattro anni e possono essere riconfermati o rieletti. Con decreto reale,
da emanarsi su proposta del ministro per i lavori pubblici, di concerto col ministro per le finanze,
sar costituito un consorzio nazionale fra gli istituti autonomi provinciali per le case popolari, con lo
scopo di promuovere e coordinare lazione degli istituti stessi. il predetto consorzio nazionale avr
personalit giuridica e facolt di imporre a tutti gli enti consorziati un contributo annuo nella misura
che, su sua proposta, sar fissata anno per anno.6
il 28 aprile 1938 fu emanato il regio decreto n. 1165, testo unico delle disposizioni sulledilizia popolare ed economica.
unopera ponderosa, quasi 400 articoli, che riordina tutte le procedure che hanno attinenza con ledilizia popolare e intende avviare un meccanismo finanziario nazionale pi
organico e continuo. nel testo i soggetti autorizzati a concedere i prestiti per la costruzione
o lacquisto di case popolari od economiche rimanevano gli stessi del decreto n. 89 di
trenta anni prima, a cui si aggiungevano:
- listituto nazionale fascista della Previdenza sociale e listituto nazionale fascista per lassicurazione contro gli infortuni sul Lavoro
- listituto nazionale delle assicurazioni,
- la sezione autonoma di credito fondiario della Banca nazionale del Lavoro,
- listituto nazionale di Previdenza e Credito delle Comunicazioni
- listituto nazionale di Credito edilizio,
- gli istituti e le societ di credito edilizio.
Ma assume un ruolo centrale la Cassa depositi e Prestiti che era autorizzata a concedere
mutui ai Comuni che intraprendevano direttamente la costruzione di case popolari, nonch
agli istituti autonomi per Case Popolari, a condizione che gli alloggi fossero dati esclusivamente in affitto:
La Cassa depositi e Prestiti pu, altres, concedere mutui allistituto nazionale per le Case degli impiegati dello stato nonch alle cooperative per costruzione di case popolari od economiche a propriet
individuale od indivisa () i mutui di favore col concorso dello stato concessi dalla Cassa devono
ammortizzarsi in un periodo non superiore ad anni 50, e sono concessi al saggio di interesse favorevole stabilito annualmente dal Ministro per le finanze.
Legge 6 giugno 1935 n. 1129, Norme per la riforma degli istituti per le case popolari e per la costituzione di un consorzio nazionale
fra gli istituti predetti, la legge fu poi seguita dal r. d. per lattuazione 30 aprile 1936 n. 1031.
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i soggetti ammessi a contrarre mutui allo scopo di costruire od acquistare case popolari
od economiche cambiano significativamente e sono:
- listituto nazionale per le Case degli impiegati dello stato (inCis)
- i Comuni che provvedano direttamente alla costruzione di case popolari
- gli istituti autonomi per Case Popolari (iaCP)
- le gestioni speciali
- le societ di assistenza e di benecenza che provvedano agli alloggi per i poveri;
- gli enti pubblici che si propongano di costruire case da locare ai loro impiegati e salariati;
- le societ cooperative per la costruzione e lacquisto di case popolari od economiche a favore dei
propri soci;
- le societ cooperative di credito e le societ di mutuo soccorso.
in questa maniera assumono una funzione centrale linCis e liaCP, oltre alle cooperative
e agli enti pubblici.
i Comuni, mantengono sostanzialmente le funzioni gi assegnate per cui:
Quando sia riconosciuto il bisogno di alloggi per le classi meno agiate sono autorizzati oltre che a
concorrere nella dotazione di istituti per case popolari a provvedere alla costruzione di case popolari
soltanto per darle a pigione () sono autorizzati a imprendere la costruzione di alberghi popolari da
affittare per dimora giornaliera e di dormitori pubblici ad uso gratuito.
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nel caso di pi concorrenti, a parit di altre condizioni, debbono essere preferiti i coniugati con prole
a quelli senza prole, e questi ultimi ai non coniugati.
Levoluzione legislativa
fino al 1971
dal 1938 i protagonisti della politica edilizia pubblica diventano gli enti specificati nel
testo unico.
in primo luogo gli istituti autonomi per Case Popolari provinciali, listituto nazionale
per le Case degli impiegati dello stato e i Comuni che provvedano direttamente alla costruzione di case popolari
e quindi gli enti pubblici che si propongano di costruire case da locare ai loro impiegati e
salariati e le societ cooperative per la costruzione e lacquisto di case popolari od economiche a favore dei propri soci.
ai Comuni demandata la funzione principale di acquisire, urbanizzare e fornire agli enti
attuatori, le aree fabbricabili ed eventuali stabili.
Ma il problema centrale la scarsit di risorse messe a disposizione. Lo stato interviene
ancora in maniera largamente insufficiente, mentre le casse di risparmio limitano il loro
apporto, peraltro relativamente modesto, alle regioni settentrionali.
ii capitale privato interviene quasi sempre sotto forma di elargizione benefica, fatti salvi
gli interventi diretti delle imprese per la costruzione di case per i propri dipendenti.
Pertanto gli istituti autonomi per le Case Popolari che vogliono sviluppare un proprio
programma edilizio significativo sono costretti a ricorrere al credito diretto. tutto ci finisce per pesare in maniera determinante nella vita degli istituti, se si pensa che dalla tempestivit e dalle condizioni di concessione dei finanziamenti dipendevano la realizzazione
dei programmi costruttivi e il livello dei canoni di locazione.
regio decreto 28 aprile 1938 n.1165, Del testo unico delle disposizioni sulledilizia popolare ed economica.
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il testo unico non definisce un chiaro e preciso sistema di norme o di poteri relativi alla
concessione dei mutui. al contrario, il rapporto triangolare fra gli istituti di credito (mutuanti),
gli iaCP (mutuatari) e lo stato (sovventore), non trova sufficiente coordinamento e automatismo, per cui gli istituti operano in una condizione di stretta dipendenza dagli altri due
poteri, dalla cui discrezionalit dipende lintero processo dintervento nelledilizia popolare.
il cambiamento sostanziale si ha con litalia repubblicana e a partire fin dai primi anni del
dopoguerra quando il sistema di finanziamento delledilizia popolare non si basa pi unicamente sul ricorso al credito esterno, poich lo stato, lina-Casa e la Gestione Case dei
lavoratori (Ges.Ca.L.) concorrono per intero al finanziamento delle costruzioni.
di quel periodo sono alcune fra le principali disposizioni relative al settore tra cui il pacchetto dei provvedimenti che operano con specifiche finalit con le leggi per i senzatetto
(1946), per la ricostruzione (1949), per lincremento delloccupazione (1949), e successivamente per leliminazione delle case malsane (1954).
occorre poi ricordare la legge 2 luglio 1949 n. 408, detta tupini da uno dei suoi firmatari,
che stabilisce i principi generali seguiti dalla successiva legislazione sulledilizia economica
e popolare. e ancora la legge 28 febbraio 1949 n. 43, nota come legge ina-Casa-fanfani,
fortemente innovativa, e successivamente la legge 14 febbraio 1963 n. 60, istitutiva della
Ges.Ca.L. che tentano di introdurre procedure programmatorie pi efficaci e incentivano
positivamente la qualit urbanistica e architettonica degli interventi, favorendo lattuazione
coordinata su aree pi vaste, curando la sistemazione di aree verdi e la realizzazione di attrezzature e servizi complementari allabitazione.
in particolare le scelte del periodo 1947-1954 hanno origine dalla necessit della ricostruzione postbellica e costituiscono una svolta determinante per gli iaCP anche se non sempre in termini positivi.
una prima conseguenza della nuova struttura delledilizia pubblica comport per gli istituti
una sostanziale modificazione del loro modo di operare, incidendo profondamente anche
nellautonomia delle loro scelte. essi non agirono pi esclusivamente per conto proprio
(e qualche volta per conto e in accordo con i Comuni), ma diventarono strumenti desecuzione e di gestione per conto terzi (stato, ina-Casa, Ges.Ca.L.).
Le loro strutture organizzative si modificarono in funzione dei nuovi compiti assegnati.
nei rapporti che furono instaurati, gli istituti si trovano in posizione subordinata, ed operano a condizioni non sempre compensative dei costi del servizio.
Ci si verifica soprattutto per quanto riguarda la gestione degli alloggi: un patrimonio costruito con economia di mezzi che richiede immediati e frequenti interventi di ordinaria
manutenzione, cui gli iaCP devono far fronte ricorrendo a risorse proprie.
a tal proposito basta ricordare labnorme situazione verificatasi nel corso del tempo in
ordine alla gestione delle abitazioni di propriet dello stato. Listituto deve infatti provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria di alloggi costruiti a costi minimi decine
di anni prima, utilizzando risorse annue inferiori all 1 per cento del costo di costruzione,
senza ulteriori finanziamenti.
un altro fattore che pesa negativamente sulla situazione economico-finanziaria degli iaCP
va ricercato nella mancanza di un regolare e costante flusso di investimenti, per cui a periodi di finanziamenti relativamente cospicui, se ne alternarono altri di quasi completa stagnazione. Come conseguenza gli istituti che si erano dati adeguate strutture, soprattutto
per far fronte tempestivamente ai compiti assunti, si trovarono, nei periodi di assenza o
scarsit di investimenti pubblici, in una situazione di sotto utilizzazione del proprio personale destinato alle costruzioni e alle manutenzioni, con conseguenze non indifferenti
nellequilibrio economico-finanziario dei bilanci.
Con lentrata in vigore della legge 18 aprile 1962 n. 167 si avvia finalmente una politica
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per lacquisizione delle aree che introduce procedure pi agili e prezzi pi adeguati alle finalit. si superano cos, almeno in parte, le enormi difficolt dei Comuni a reperire i terreni
necessari, difficolt che, assieme alla insufficienza dei finanziamenti, sono state il principale
ostacolo alla capacit di intervento degli iaCP.
si arriva cos al 1971, lanno della riforma, che segna una pietra miliare nella storia delle case
popolari, quando viene promulgata la legge 22 ottobre 1971 n. 865 che di fatto trasforma gli
istituti autonomi per le Case Popolari da enti pubblici economici in enti pubblici non economici con prevalenza dellattivit pubblico-assistenziale. La legge 865 non opera solo la trasformazione degli istituti ma pone degli obiettivi che spaziano su tutta ledilizia
economico-popolare. una vera, radicale riforma del sistema che riunifica e potenzia tutte
le frammentate forme di finanziamento pi o meno settoriali vigenti riconducendole ad una
struttura unitaria nazionale e adotta il metodo della programmazione con la formazione del
Piano come strumento centrale per la utilizzazione e allocazione delle risorse.
inoltre individua i bisogni e le risorse attraverso analisi tecnico-demografiche e con la partecipazione delle rappresentanze territoriali, economiche e sociali.
ridefinisce il ruolo e le procedure degli istituti finanziari e individua una struttura di gestione centralizzata e partecipata che parte dal livello nazionale con il Cer (Comitato per
ledilizia residenziale), giunge al livello locale basato sugli iaCP (fortemente riformati) e
sul Comune e, passando per la regione, delinea con precisione soggetti, funzioni e obbiettivi di ogni singolo livello. Valorizza le rappresentanze territoriali che svolgono una
funzione fondamentale nei processi decisionali e gestionali e affida un ruolo centrale alle
regioni che diventano lo snodo fondamentale per la gestione del meccanismo complessivo
del piano; anticipa addirittura la delega, per il settore delledilizia residenziale, delle funzioni
regionali, emanata nel 1972 poi completata con il dPr 616/77.
affronta il problema delle aree facilitando le procedure per la loro acquisizione e attenuando il loro costo. introduce una visione pi ampia della qualit urbanistica valorizzando
e potenziando la legge 167 e definendo standard, procedure e finanziamenti per le opere
di urbanizzazione primaria e secondaria riferiti ad aree pi vaste.
si tratta insomma del frutto di una stagione politica che affronta la politica della casa non
come unattivit settoriale specifica ma come un tassello di una politica integrata e complementare delle procedure urbanistiche e di assetto del territorio, delle scelte economiche
e di allocazione delle risorse pubbliche e della soddisfazione di bisogni fondamentali delle
categorie sociali pi deboli. La 765 rappresenta una sorta di soglia, uno spartiacque che
modifica radicalmente procedure e soggetti dividendo le politiche della casa in due periodi,
prima e dopo la sua entrata in vigore.
tutto ci evidenziato e accentuato dal fatto che il testo di legge non si occupa solo dei
programmi e del coordinamento delledilizia residenziale pubblica ma affronta e modifica
le norme sullespropriazione per pubblica utilit, le norme sullacquisizione e lallestimento
delle aree edificabili, introduce modifiche ed integrazioni alla legislazione urbanistica vigente e modifica lo stesso assetto istituzionale territoriale.
in applicazione della legge 865, vengono emanati i due dPr 1035 e 1036 del 1972 che disciplinarono le assegnazioni e lorganizzazione degli enti Pubblici operanti nel settore delledilizia residenziale pubblica.
a seguito dellemanazione di nuove leggi con la soppressione di enti quali la Ges.Ca.L. e
linCis, il patrimonio costruito viene in parte ceduto agli assegnatari ed in parte trasferito
agli iaCP. Gli iaCP diventano i soggetti preposti alla costruzione di edilizia residenziale
pubblica sovvenzionata mentre le cooperative organizzate in movimenti e le imprese diventano le strutture destinatarie dei finanziamenti per la costruzione di edilizia agevolata.
18
19
20
Lattivit dellIstituto
autonomo Case
Popolari fino al 1971
a Pistoia, una prima concreta iniziativa per la costruzione di case popolari avviata per
iniziativa privata dalla societ pistoiese di mutuo soccorso fra gli operai che, il 10 novembre 1907, costituisce un comitato con la partecipazione di tutti gli enti e gli istituti di
credito della citt con lobbiettivo di favorire il finanziamento e la costruzione di edilizia
economica e popolare attraverso la costituzione di una cooperativa.
L11 ottobre 1908 viene cos costituita la societ cooperativa per la costruzione di case
popolari in Pistoia sostenuta dalle azioni sottoscritte dai soci,8 che realizza il primo blocco
di case popolari nel 1912, nella campagna a ovest della citt (attuale via Cammelli).
successivamente, per iniziativa municipale, sorge listituto autonomo per le Case Popolari
in Pistoia il quale ha dimensioni comunali ed retto da uno statuto approvato con il regio
decreto del 26 ottobre 19139 e il 10 ottobre 1915 la cooperativa decide di fondersi nellistituto, che inizia la sua attivit lanno successivo. da allora, dopo la breve stagione delliniziativa privata in forma cooperativa, inizia la
storia delle case popolari pistoiesi costruite e gestite
da enti pubblici.10
dal 1912 al 1938 la cooperativa e listituto costruiscono solo quattro edifici per complessivi 104 alloggi.
due edifici, composti da 7 blocchi per complessivi
72 alloggi e 356 vani, sorgono, tra il 1912 e il 1929, in
via Cammelli e nella contigua via Bellini (fig. 1)11 e
altri due edifici, per indigenti, di 16 alloggi ciascuno
per complessivi 32 alloggi e 63 vani, sono costruiti in
via Corta della Brana nel 1927 e nel 1930 (fig. 2).
La costruzione di case popolari pistoiesi inizia pertanto con ledificio di via Cammelli nel 1912, e procede con un ritmo stentato fino al 1930.
Gli interventi di questi anni sono effettuati esclusivamente nel Comune di Pistoia e interessano le sole aree di via Cammelli e di via Corta della Brana.
nel 1941 larea di attivit dellistituto si amplia allintera provincia con la costituzione dellistituto fascista per le Case Popolari della Provincia di Pistoia ma non vengono portate
a compimento altre case. Lattivit dellistituto procede infatti con lentezza fino al 1942 e
si ferma totalmente nel 1943 a causa degli eventi bellici
Lattivit edificatoria riprende poi con un ritmo sempre pi accelerato nel periodo postbellico sulla spinta dalla legislazione della ricostruzione e grazie alla creazione di nuove
procedure e di nuove strutture istituzionali.
8 nel 1909 assume la denominazione di societ anonima Cooperativa ad azioni per la Costruzione di Case Popolari
nel comune di Pistoia, asCPPt, a 1023 - a 1036.
9 asCPPt, a 965, a 966.
10 Lente ha assunto nel tempo la denominazione di istituto autonomo per le Case Popolari in Pistoia, poi istituto
fascista autonomo per le Case Popolari di Pistoia, dal 1913 al 1941. diviene quindi istituto fascista autonomo per le
Case Popolari della Provincia di Pistoia dal 1941 al 1944 e istituto autonomo per le Case Popolari della Provincia di Pistoia dal 1944 al 1987. dopo di che assume il titolo di azienda territoriale per ledilizia residenziale (ater) dal 1988
al 2004 e infine di societ Pistoiese per ledilizia sociale (sPes) dal 2005. inoltre a Pistoia sono state realizzate abitazioni
di edilizia pubblica, dallistituto nazionale per le Case degli impiegati dello stato (inCis) e dallises (istituto per lo
sviluppo delledilizia sociale) gi unrra-Casas.
11 il primo blocco di 12 alloggi fu costruito nel 1912, il secondo di 6 alloggi nel 1921, il terzo di 6 alloggi nel 1924, il
quarto di 18 alloggi nel 1927, il quinto di 12 alloggi nel 1928, il sesto di 6 alloggi e il settimo di 12 alloggi nel 1929.
21
dal 1945 al 1953 si costruiscono complessivamente 27 edifici con 211 alloggi e 934 vani
che portano il totale del patrimonio edilizio a 31 edifici, 315 alloggi e 1.353 vani.
nellimmediato dopoguerra le costruzioni interessano anche gli altri comuni della Provincia tra cui:, Pescia, Massa e Cozzile, Monsummano, Borgo a Buggiano, Piteglio e san Marcello per un totale di 9 edifici con 71 alloggi e 268 vani.
il 31 dicembre 1963 il patrimonio provinciale costituito da 275 edifici con 2.161 alloggi
e 11.343 vani e il 31 dicembre 1971 risultano costruiti 455 edifici con 2.866 alloggi e
13.309 vani. Lo sviluppo e la crescita dellattivit edificatoria sono ben identificabili nella
tabella e nel grafico pubblicati nel 1960 su un fascicolo dedicato allinaugurazione del
Villaggio Belvedere, dove sono riportati anno per anno gli interventi effettuati dallistituto nella provincia di Pistoia dal 1913 al 1960:
22
Le case popolari costruite nel Comune di Pistoia fino al 1971 sono riportate, distinte per
fonti di finanziamento, nella seguente tabella:
g e s T I o n e P e r C o n T o D e L L o s Ta T o
23
fabbricati
alloggi
Vani utili
2
18
13
8
5
1
1
1
1
50
73
159
104
83
46
14
3
4
5
491
199
505
342
213
124
45
9
12
15
1.464
1
8
12
10
1
1
1
34
84
16
32
104
87
6
3
4
1
1
4
258
749
4
160
373
265
21
9
12
3
3
13
907
2.371
1
1
1
4
7
5
1
6
4
12
20
15
3
17
2
2
4
1
3
1
3
2
20
15
15
41
9
24
7
14
8
157
60
45
116
23
72
21
44
24
476
4
6
1
35
52
9
111
160
24
1
12
1
10
107
3
33
331
26
41
152
4
3
2
1
10
99
34
30
6
1
170
297
120
113
21
3
554
7
3
10
10
1
1
1
1
1
35
45
103
187
121
24
137
89
6
6
8
5
6
402
572
877
1.626
412
75
468
390
21
18
24
15
21
1.424
1.978
2.937
5.308
24
g L I I n T e rV e n T I D o P o I L 1 9 3 8
La ricerca e lacquisizione nel 1938, a seguito dellentrata in vigore del testo unico, la situazione finanziaria sembra
sbloccarsi.
delle aree edificabili
nellaprile il Consorzio nazionale fra gli istituti fascisti autonomi per le case popolari assegna allistituto di Pistoia un finanziamento di 500.000 lire attraverso un mutuo da stipulare con listituto nazionale fascista per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro,
destinato alla costruzione di un blocco di case popolari.
Pertanto listituto il 26 aprile delibera di incaricare:
i sigg. ingg. niccolai raffaello e turi Pilo di preparare un progetto per la costruzione di un blocco di
ventiquattro quartieri fabbricati a carattere popolare secondo le ultime norme in materia edilizia e
igienica per un prezzo complessivo di lavori di lire 500.000.12
nel mese di ottobre il Consorzio nazionale assegna allistituto altri due finanziamenti di
500.000 lire ciascuno, assistiti da contributi statali, uno per un secondo blocco di case in Pistoia e laltro finalizzato alla costruzione di case per gli operai delle industrie della provincia,
e pi precisamente () per la costruzione di alloggi ad uso degli operai della s. a. stabilimento industriale toscano.
il Consiglio pertanto il 10 gennaio 1939 delibera:
di incaricare i sigg. ingg. niccolai raffaello e turi Pilo di preparare altro progetto per la costruzione
di un nuovo blocco di case popolari sul tipo di quello della nostra deliberazione 26 aprile 1938 del
valore di lire 500.000.
di stipulare la convenzione con la s. a. stabilimento industriale toscano (Cartiera Cini) relativa alla
costruzione di un blocco alloggi operai per un valore di lire 500.000.13
Gli incarichi sono affidati senza che si siano ancora individuati i terreni ove saranno costruiti gli edifici.
inoltre la concessione dei mutui subordinata alladeguamento della struttura degli istituti
alle norme del testo unico del 1938 che prevedono, tra laltro, la loro trasformazione da
organismi comunali a enti provinciali, ma a Pistoia questo atto non pu essere compiuto
fino a quando le condizioni economiche dellistituto non siano risanate, e cio non siano
estinti i pagamenti arretrati di un mutuo contratto con la Cassa di risparmio.
Per questo motivo listituto delibera di contrarre un nuovo mutuo con la Cassa:
Con il quale verrebbe estinto il debito arretrato e quindi risanata la situazione dellente per cui senzaltro pu lente essere trasformato in Provinciale e quindi possono essere contratti i nuovi mutui
per complessive lire 1.500.000 da adibirsi per la costruzione di tre nuovi blocchi di case popolari due
in Pistoia e uno in san Marcello.14
in realt i lavori per il blocco di san Marcello, previsto a La Lima nei pressi della Cartiera
Cini, saranno interrotti per la guerra e ledificio sar completato solo nel dopoguerra,15 e
anche i due cantieri pistoiesi non prenderanno il via immediatamente per la mancanza dei
terreni su cui costruire gli alloggi.
solo nellagosto del 1940, a seguito di un sollecito del Consorzio nazionale degli iaCP
per lutilizzazione del mutuo concesso, si stipula un compromesso, in attesa del finanziamento per definire il contratto, per lacquisto di un terreno, di 2.956 m2 in via Castel de
Guidi in localit Le fornaci, col proprietario antonio Monfardini.
13
25
La ricerca di aree edificabili per la costruzione di edifici di alloggi popolari da parte dellistituto prosegue con impegno e si avviano trattative con i proprietari di altri due appezzamenti di terreno posti rispettivamente a sud della via spartitoio e a nord della via
Pagliucola. su queste tre aree prenderanno il via le attivit costruttive dellistituto.
Via Valiani 1
Via spartitoio
Per vedere il concreto inizio delle costruzioni bisogna attendere ancora fino al 28 febbraio 1942
quando vengono appaltati allimpresa Luigi Monfardini i lavori per la costruzione di quattro
corpi di fabbrica per 16 alloggi di due vani, sul terreno acquistato presso la via Castel de Guidi.
Gli edifici sono progettati dalling. raffaello niccolai sulla base dei progetti tipo trasmessi dal
Consorzio di quelli definiti tipi minimi con il solo piano terra diviso in tre alloggi (tipo B) o
quattro (tipo C), sono assai simili a quelli costruiti in via Corta della Brana e comportano una
spesa di 447.459 lire. i sei edifici sono serviti da una
nuova strada (via Valiani) che si stacca dalla via Castel de
Guidi, prosegue verso sud per tutta la lunghezza degli
edifici e termina a fondo cieco (fig. 3).
i lavori iniziano nellaprile del 1942 ma procedono
con lentezza a causa delle gravissime difficolt di approvvigionamento e di trasporto dei materiali dovute
allo stato di guerra.
ii progetto appaltato occupa solo una parte dellarea
disponibile e per utilizzare quella rimanente si approva un ulteriore progetto per la costruzione di due
nuovi edifici, con alloggi di tre vani ciascuno che sono quelli pi richiesti dalle famiglie
numerose, per una spesa di 173.000 lire.
Questi lavori sono affidati nellottobre 1942 alla stessa ditta Monfardini, ma lattivit deve
essere sospesa nellagosto 1943 a causa della guerra, e pu riprendere solo nel maggio
1945 previa adeguata revisione dei prezzi.
Gli edifici sono terminati il 17 luglio 1945. La sistemazione del terreno circostante con la
realizzazione dei muri di cinta, dei marciapiedi, dei lavatoi e altro viene affrontata solo nel
giugno 1948 con una nuova perizia di 1.825.000 lire. Questi ultimi lavori, appaltati nellottobre del 1948 alla ditta flori arrigo, sono terminati nel febbraio 1949.16
nel frattempo le cose procedono anche sulle altre due aree individuate in via spartitoio e
in via Pagliucola, se pur in maniera diversa.
nel settembre 1942 si firma il contratto di appalto con limpresa Bonacchi-iozzelliChelucci per la costruzione di un primo blocco di 16 appartamenti in via spartitoio del
costo di 1.570.650 lire. nel novembre si acquista il terreno di 3.332 m2 per la cifra di 74.778
lire, ma i lavori non possono procedere oltre il 14 agosto 1943, quando devono interrompersi a causa degli eventi bellici e il loro importo ammonta appena a 155.000 lire, di cui la
met utilizzate per lacquisto dellarea e per le spese tecniche.
nel dopoguerra riprende faticosamente lattivit dellistituto anche sulla spinta di una nuova
normativa che dispone finanziamenti per la conclusione dei lavori interrotti dalla guerra (decreto Legge 25 settembre 1945 n. 637) e assegna allistituto di Pistoia 60 milioni di lire.
Pertanto nel gennaio 1946 si procede allaggiornamento del vecchio progetto che viene
ulteriormente modificato (nel giugno) a seguito delle osservazioni del Provveditorato regionale alle opere Pubbliche.
16
asCPPt, a 967.
26
i quartieri sono di due tipi: di due vani utili con soggiorno, camera da letto, cucina, bagno
e disimpegni per un totale di 40,65 m2 e di tre vani utili con una camera da letto in pi e
disimpegni pi ampi per un totale di 52,37 m2.
Con lapprovazione del nuovo progetto si rescinde il contratto con la vecchia ditta appaltatrice e da quel momento le cose sembrano procedere con maggiore sollecitudine. i flussi
finanziari dallo stato, preoccupato per la grave situazione delloccupazione e per la necessit di nuovi alloggi, sono maggiori e le procedure per i progetti, gli appalti e linizio dei lavori si svolgono pi rapidamente.
nel luglio 1946 si approvano i progetti per due nuovi edifici di quattro piani (2 e 3
blocco) redatti dallo stesso ing. taddei e ubicati sulla stessa area.
i due nuovi edifici, pressoch uguali a quello precedente, sono rispettivamente di 16 alloggi
del costo di 8.405.920 lire e di 8 alloggi del costo di 5.769.000 lire e tra il luglio e lagosto
si appalta la costruzione di tutti e tre gli edifici alla ditta aCes (azienda Costruzioni edili
stradali) di firenze.
nel maggio del 1947 lo stato dei lavori molto avanzato e si approva una perizia suppletiva
per ciascun edificio con la quale si stanziano i finanziamenti mancanti per terminare i lavori
e nel settembre si approva unulteriore perizia per gli allacciamenti elettrici degli edifici definiti in fase di ultimazione. i tre edifici, che sono costruiti in maniera contigua cos da
costituire un unico blocco a forma di elle, vengono ultimati nel 1948 (fig. 4, 5).
nel dicembre 1947 intanto si approva un nuovo progetto delling. taddei per la costruzione
di un quarto edificio contiguo al precedente che prosegue il lato lungo della elle fino alla
via spartitoio. il progetto viene modificato una prima volta nellottobre 1948, a seguito
delle osservazioni del Provveditorato, riducendo a 8 il numero degli alloggi, ma nuovamente respinto dal Provveditorato che rileva che non stato tenuto conto delle raccomandazione fatte a suo tempo18 ed invia una planimetria tipo perch serva di base per lo
studio del progetto definitivo.
nel marzo del 1949 muore ling.taddei e si chiama a sostituirlo alla direzione dellistituto
e alla progettazione delledificio ling. alberto fondi, che si adegua alle osservazioni del
Provveditorato, ed elabora il nuovo progetto che viene approvato nel dicembre 1949.
nella relazione di accompagnamento al progetto il fondi afferma di aver
studiato il progetto allegato di fabbricato di quattro piani e otto alloggi, attenendosi senzaltro a detta
planimetria tipo che elimina con migliore utilizzazione dello spazio e pi felice distribuzione dei vani,
vari difetti funzionali, estetici, ed economici dei progetti gi predisposti dallistituto.19
relazione tecnica del progettista ing. alessandro taddei, Capo dellufficio tecnico dellistituto. asCPPt, a 949.
nota del Provveditorato alle oo. PP. n. 24872 dell8 giugno 1949. asCPPt, Ibidem.
19 Progetto di fabbricato di 4 piani e 8 alloggi in via spartitorio. relazione e preventivo generale delling. fondi del 28
agosto 1949. Ibidem.
17
18
27
il preventivo di spesa ammonta a 14.065.600 lire. i lavori sono appaltati alla ditta tonini
flavio nellagosto 1950 per limporto di 10.916.105 lire al netto del ribasso del 10,75 per
cento e vengono iniziati nello stesso mese. i lavori procedono tranquillamente con una
sola sospensione di trenta giorni e sono terminati il 4 aprile 1951 (fig. 4, 5).
ii progetto fondi del 1949 comprendeva anche un quinto edificio di 4 piani e 8 alloggi
ubicato a nord dellarea lungo la via spartitoio. il progetto viene aggiornato nel maggio
del 1950 a causa del rapido aumento dei prezzi, ma la sua realizzazione non procede perch
il mutuo necessario al finanziamento deve essere garantito dal Comune di Pistoia che non
ha ancora espletato le pratiche necessarie.
il progetto nuovamente riesaminato dal fondi nel marzo 1953 perch a causa dei
notevoli aumenti verificatisi () nel mercato della mano dopera e dei materiali si dovuto procedere
ad un nuovo aggiornamento questa volta senza lasciare inalterato limporto neppure col completo assorbimento della quota per imprevisti. non si ritiene daltra parte possibile modificare il progetto, non
solo perch da tempo approvato, ma anche per esigenze di armonizzazione coi blocchi gi costruiti cui
si addossa e che completa. La maggiore spesa sar nei limiti del possibile compensata da una riduzione
della consistenza dellultimo dellultimo fabbricato isolato in costruzione nella zona di via Pagliucola.20
il nuovo preventivo di spesa ammonta a 14.762.000 lire. dopo un altro anno in cui si prolungano le pratiche per le varie approvazioni si appaltano i lavori nel giugno 1954 alla ditta
Vannucci Gaetano. Prima dellinizio dei lavori cinque cittadini che abitano nelle case di fronte
sulla via spartitoio protestano per il mancato rispetto delle distanze dalla strada, ma in sostanza perch, come risulta da una lettera dellavvocato Bianchi allistituto e al Comune,
ove la costruzione dei nuovi fabbricati avvenisse lungo larea predetta ci costituirebbe un grave pregiudizio per i miei raccomandati che vedrebbero notevolmente ridotto lo spazio di visibilit e costituirebbe grave lesione agli interessi loro spettanti tanto pi che, agli stessi, si in precedenza imposto
di costruire a distanza non inferiore a tre metri dal nastro stradale in conformit di quanto prescritto
dalla legge in ossequio al piano regolatore.21
il progetto viene adeguato alla nuova posizione e finalmente, il 19 ottobre 1954, possono
iniziare i lavori che, dopo alcune proroghe, sono terminati il 31 dicembre 1955 (fig. 4, 5).
Con la costruzione di questo edificio la zona di via spartitolo completata (fig. 5), ma
merita ricordare che dopo la costruzione del quarto blocco, nel dicembre 1950 listituto
deve decidere dove costruire tre edifici finanziati con la legge per i senzatetto per un importo di 40.000.000 che, in un primo tempo (febbraio 1951), sono localizzati due in via
Pagliucola e uno in via spartitoio.
Passa il tempo e nel giugno 1953, il progetto ridotto a due soli edifici che vengono localizzati entrambi nellarea di via spartitoio, ove non saranno mai realizzati (fig. 6).
i due edifici saranno poi costruiti come vedremo nellarea ancora libera in via Cammelli.23
Progetto per la costruzione del 5 fabbricato di 4 piani e 8 alloggi in via spartitorio. relazione e preventivo generale
del progettista ing. fondi. 21 marzo 1953. asCPPt, a 756.
Lettera dellavv. Giulio Bianchi al sindaco e alliaCP del 28 agosto 1954. Ibidem.
22 Lettera delling. fondi al presidente delliaCP del 2 ottobre 1954. Ibidem.
23 asCPPt, a 967, a 968, a 969.
20
21
28
Poich il Comune di Pistoia inserito nellelenco della legge con la destinazione di finanziamenti per la costruzione di 80 alloggi per complessivi 400 vani, lamministrazione comunale deve mettere a disposizione le aree che non possiede e trova difficolt procedurali
e finanziarie al loro effettivo reperimento.
Per la individuazione di aree idonee a prezzi bassi si costituisce unapposita commissione
composta dai rappresentanti degli enti interessati. Per il Genio Civile: ing. angelini e ing.
24 schema di provvedimento legislativo proposto dal Ministro dei LL. PP. Cattani. recante: Autorizzazione della spesa di
10 miliardi per la costruzione di alloggi per i senza tetto e per la esecuzione di opere pubbliche di carattere straordinario a sollievo della disoccupazione operaia. relazione.
25 Lettera del Genio Civile al sindaco del Comune di Pistoia del 30 aprile 1946. asCPPt, a 757.
29
30
molizione delle mura urbane (fig. 9, 10). i tre edifici sono appaltati nel luglio 46 alla ditta
sPer (strade, Ponti, edilizia, ricostruzioni) nel luglio, consegnati e avviati nellagosto e,
dopo alcune proroghe, sono ultimati il 2 giugno 1947.28
Viale Malta e
viale Petrocchi
altri due edifici di tre piani e 12 alloggi, sono ubicati ancora tra via dei Mercati e il viale
Malta, sempre previa demolizione delle mura
non essendo permesso dalla sovrintendenza ai Monumenti di edificare ulteriormente nella piazza
darmi, le aree che restano disponibili sono quella di via Policarpo Petrocchi (sufficiente per un solo
fabbricato il cui progetto in corso di compilazione) e quella sul viale Malta nella quale, entro i limiti
prescritti dalla sovrintendenza stessa, potranno essere ubicati tre fabbricati uguali a quelli gi costruiti.29
Viale Italia
un edificio (perizia 358) ubicato ad est del fabbricato in costruzione ed uno (perizia 357)
ad ovest al di l dellimbocco della via delle Casermette. i progetti, redatti nellagosto 1946,
sono appaltati alla stessa ditta sPer nel novembre dello stesso anno e ultimati l8 aprile
1948 (fig 9, 10). nello stesso periodo viene progettato e costruito un quarto edificio sul
viale Malta proseguendo la demolizione del tratto di mura urbane corrispondente e un
edificio di quattro piani e 8 alloggi sul lato nord del viale Petrocchi (fig. 11).
Per completare lutilizzazione dei finanziamenti assegnati nellottobre 1948 ling. francese del
Genio Civile progetta, nel gennaio 1949, altri tre edifici di 12 alloggi nella immediata contiguit dei tre fabbricati ultimati e di quello in corso di ultimazione sul viale Malta.
ii Genio Civile vorrebbe dunque proseguire la demolizione delle mura per ricavare il terreno
e il materiale con cui costruire i nuovi edifici e chiede al Comune lautorizzazione a disporre
delle mura stesse. il Comune, confermando di non disporre di altre aree edificative e sollecitato
dal Genio Civile, inoltra domanda alla sovrintendenza di firenze e da questa al Ministero
competente per ottenere lautorizzazione a proseguire la demolizione delle mura. nel maggio
1949, il Ministero della Pubblica istruzione, visto il progetto informa il sindaco di Pistoia che:
questa amministrazione ha comunicato recentemente al sovrintendente che, nella considerazione
che occorra non gi demolire bens salvaguardare quanto ancora resta dellantica cerchia delle mura
urbane di Pistoia non ha ritenuto di poter concedere la richiesta
approvazione per la demolizione di un ulteriore tratto delle mura
stesse di cui al progetto.30
La sovrintendenza diffida dal proseguire nelle demolizioni delle mura senza la prescritta autorizzazione e al
contrario per salvaguardarne il valore di testimonianza
storico artistica e comunica che:
per evidenti ragioni storiche, urbanistiche e di decoro cittadino,
si fa presente la necessit di procedere dintesa, alla compilazione di un completo progetto di sistemazione della zona di rispetto delle mura pistoiesi ai sensi
della legge 1089/1939 da sottoporre allesame del Ministero della Pubblica istruzione il quale si riserva in proposito il parere del Consiglio superiore delle antichit e Belle arti.31
i tre edifici per i senzatetto sono gi progettati e appaltati e pertanto, vista limpossibilit
di proseguire alla demolizione delle mura, si decide di ubicare i primi due edifici sul lato di
Ministero dei LL. PP. ufficio del Genio Civile di Pistoia. Progetto per la costruzione di un edificio da destinare a ricovero
dei senza tetto nel Comune di Pistoia, da ubicare fra il viale Malta e la via dei Mercati. 13 settembre 1946. asCPPt, a 757.
30 Lettera del Ministero della Pubblica istruzione, direzione generale delle antichit e belle arti, al sindaco di Pistoia e
al Genio Civile, del 14 maggio 1949. Ibidem.
31 Lettera della sovrintendenza ai Monumenti delle Province di firenze, arezzo e Pistoia al Comune di Pistoia e al Genio
Civile. 16 maggio 1949. Ibidem.
29
Via franchini
31
ponente della via delle Casermette e si avviano rapidamente le pratiche per loccupazione
durgenza del terreno di propriet Venturi.
i due edifici (perizie 1224 e 1225) sono appaltati e consegnati nel giugno rispettivamente
alle ditte romeo Gualtierotti ed egisto Borrelli. i lavori iniziano nello stesso mese e sono
rapidamente terminati nel febbraio del 1950 (fig. 10, 12). Per il terzo edificio sempre di 12
alloggi (perizia 1528), si cerca di acquisire il terreno di propriet dellinCis sul lato opposto
del viale Malta, per il quale si interessa anche il Ministro ai LL. PP. in visita a Pistoia.
Ma linCis, che ha in corso un suo programma di costruzioni, non intende cedere lappezzamento di terreno richiesto, sul quale peraltro esiste un campo sportivo gestito dallassociazione Calcistica san Marco, e il Comune procede allora alla richiesta di occupazione durgenza
di un terreno posto sul lato est del viale delle Casermette di fronte agli altri due edifici.
ottenuta la disponibilit dellarea si procede allappalto dei lavori con gara vinta dalla ditta
Cooperativa Combattenti e reduci di Pistoia che apre il cantiere nel luglio del 1949 e ultima
la costruzione il 16 maggio 1950 (fig. 10, 12).
Per completare il programma si costruiscono ancora due edifici nella zona pi a nord sempre sul lato est della via delle Casermette in angolo con la via Pagliucola. il primo edificio
(perizia 1363) di tre piani e sei alloggi progettato nel giugno 1949, appaltato alla Cooperativa Muratori e sterratori di Montecatini e consegnato nel novembre 1949 e i lavori terminano il 1 agosto 1950. il secondo di questi edifici (perizia 1528) sempre di sei alloggi
ma poi portato a otto col rialzamento di un piano progettato nel dicembre 1949 e appaltato alla stessa ditta. Consegnato nel luglio del 1950 terminato nel febbraio 1951 dopo
una proroga concessa per la variazione del progetto da tre a quattro piani (fig. 12).
nel dicembre 1950, lispettorato Centrale per la ricostruzione edilizia assegna allistituto
un ulteriore finanziamento di 40.000.000 di lire per la costruzione di case per i senzatetto.
nel febbraio del 1951 si procede alla compilazione e approvazione dei progetti per tre
edifici di 3 piani e 9 alloggi: due in via Pagliucola e uno in via spartitoio.
Le pratiche finanziarie per le case per i senzatetto sono complesse e procedono lentamente. i prezzi aumentano e pertanto, nel giugno 1953, i progetti sono rielaborati riducendo lintervento alla costruzione di due soli edifici di 4 piani e 8 alloggi ciascuno,
entrambi vengono localizzati nellarea gi densamente edificata di via spartitoio.
Gli edifici dovrebbero essere costruiti uno nel piazzale ovest delimitato su tre lati dagli edifici popolari
esistenti e laltro presso il fosso spartitoio dal lato
opposto (fig. 6).
Ma tale soluzione viene scartata come meno idonea
anche in seguito a parere dellufficio tecnico Comunale e della Commissione edilizia.
si decide cos di costruire i due edifici sul primo terreno acquisito dallistituto a Pistoia in via Cammelli
ove, nel 1951 sono stati restaurati gli edifici esistenti gravemente danneggiati dalla guerra.
tale zona una delle pi idonee per lesposizione, laltimetria, la natura del suolo e perch
dotata di impianti idrico, elettrico, di lavatoio pubblico, di fognatura, ecc. e di agevole accesso nelle immediate vicinanze delle mura urbane.
rimasta in tale zona sul lato di levante, verso la costruenda via franchini, una vasta area
usata come terreno ortivo da affittuari degli alloggi popolari di via Cammelli che si presta
perfettamente per lubicazione definitiva dei due fabbricati (fig. 13, 14). i lavori relativi sono
appaltati allimpresa arrigo flori nel dicembre 1954 e sono ultimati l11 ottobre 1955.
32
Piteccio e Cireglio
tra il 1945 e il 1948, sempre con i finanziamenti della legge per i senzatetto si costruiscono
6 edifici, 3 a Piteccio e 3 a Cireglio, rispettivamente: 2 di tre piani e sei alloggi e 1 di due
piani e quattro alloggi. tutti gli alloggi per i senzatetto costruiti dal Genio Civile nel comune di Pistoia sono affidati nel 1948 dal demanio dello stato in gestione alliaCP. si
tratta di 60 alloggi a Pistoia, 6 a Piteccio e 6 a Cireglio (fig. 15-21).32
Fig. 16 e 17 - Piteccio. I due edifici di via San Felice e Piteccio e ledificio di via 24 Maggio.
32
33
Bottegone
spazzavento
Progetto n. 22
Ledificio di 6 alloggi costruito in via di Gabbiano, nei pressi del passaggio a livello della
ferrovia Pistoia-Lucca, con i finanziamenti della legge 25.07.1952 n. 1058 per un importo
di 11.300.000 lire. i lavori iniziano nel 1953 e terminano nel 1956, come si pu leggere
sulla targa apposta sulledificio, e sono realizzati dalla ditta Casseri elio di Cireglio
anche in questo caso il progetto predisposto dalling. alberto fondi, con la variante, rispetto a quello di Bottegone, di un piano in pi (fig. 24, 25).34
33
34
34
VIa PagLIuCoLa
Larea attorno alla via Pagliucola appare nei primi anni quaranta in piena campagna e poco
gradita per ledificazione a causa della presenza nelle vicinanze degli edifici dei macelli e
delle carceri, della mancanza di urbanizzazioni adeguate e della difficolt di accesso consentito solo dai ponti sulla Brana di via dei Pappagalli e di Porta san Marco (fig. 26).
La scelta di tale zona da parte delliaCP certamente suggerita dalla facilit di acquisizione
e dal basso costo delle aree.
Ma sar proprio lavvio della costruzione delle case popolari e della relativa viabilit che
dar progressivamente alla zona un carattere urbano e la far diventare una delle pi ricercate per la realizzazione di lottizzazioni e la costruzione di edifici residenziali privati.
Lintervento delliaCP anticiper e trasciner (come era gi accaduto per i primi insediamenti in via Cammelli nel 1912 per lespansione ovest e come accadr poi con i villaggi
Belvedere e scornio alla fine degli anni cinquanta per lespansione verso Capostrada) lintenso sviluppo urbano della citt verso nord avviando la costituzione di quello che poi diverr il quartiere di via Pagliucola o delle Casermette.
La viabilit della zona immediatamente a nord della citt allinizio del XX secolo, e prima
della costruzione dei macelli, e delle carceri, (fig. 26) assai scarsa e pu essere cos brevemente descritta.
La via dello specchio si stacca dalla via dalmazia e, quasi in fondo alla discesa costeggiante
il bastione thirion, a mezzo costa gira verso nord con lo stesso nome e prosegue per la
via che conduce a Valdibrana.
una stretta e disagevole strada suburbana (via dei Mercati) adiacente alle mura si stacca
dalla via dello specchio e costeggia il torrente Brana fino a collegarsi alla Porta san Marco,
immettendosi dopo la porta della citt e prima del ponte sul torrente, nella via antonelli
che conduce a Candeglia.
il torrente Brana scavalcato solo dal ponte di Porta san Marco che costituisce lunico
collegamento della citt con il territorio a nord. a nord del torrente esiste solo la via Pagliucola, una piccola strada di campagna che si diparte dalla via antonelli, poco oltre il
ponte sul torrente, e prosegue verso ovest fino ad un punto corrispondente allattuale via
delle olimpiadi ove si dirama verso sud fino al torrente Brana e verso ovest fino a disperdersi nei poderi nellansa del torrente.
Via Pagliucola
35
dalla via Pagliucola si stacca la via della Quiete che si inoltra verso nord a servire i poderi
della campagna fino a reimmettersi sulla via di Valdibrana in localit Ponticino.
insomma siamo in piena campagna con una viabilit appena funzionale al traffico di collegamento con le case coloniche e i vari poderi.
negli anni trenta si costruisce allinterno delle mura il viale Malta, un ponte sul torrente in
corrispondenza della via dei Pappagalli e un tratto della via dei Macelli che conduce ai macelli e al carcere, che si ricongiunge colla via Pagliucola nel punto in cui essa termina, a
fondo cieco, sul torrente Brana (fig. 26).
Via delle Casermette (oggi viale Italia)
Gi nel 1934 quando si costruisce il viale Malta, si era rilevata lopportunit di costruire
un viale ortogonale alle mura per collegare la citt con le colline a nord e per consentire la
costruzione di un nuovo stadio polisportivo e di un nuovo campo marzio che avrebbero
liberato ampie aree per ledificazione in citt.
il progetto per il nuovo stadio con relativo viale largo 13 metri fu effettivamente redatto
dalling. fondi nel novembre 1934 ma non fu mai realizzato.
un viale con lo stesso tracciato era inoltre previsto dai tre progetti premiati al concorso
nazionale per un nuovo piano regolatore della citt del 1936.
nellinverno del 1940 il Ministero della Guerra decide di costruire una caserma a Pistoia.
su proposta dellufficio tecnico del Comune si individua unarea a nord della via Pagliucola dove era stata progettata la costruzione della nuova zona sportiva. i lavori sono appaltati nellaprile del 1941 alla ditta remolo Vaselli e terminano lanno successivo.
La caserma si trova praticamente in aperta campagna senza adeguati collegamenti viari e
il Ministero della difesa chiede insistentemente al Comune limpegno a realizzare una
nuova strada di collegamento con la citt.
il viale proposto parte dalla caserma e, perpendicolarmente alle mura, scavalca il torrente
Brana con un ponte che, attraverso un varco nelle mura urbane, lo immette direttamente
sul viale Malta. Ling. fondi nellaprile 1941 elabora il progetto di un viale largo 10 metri
e un ponte sul torrente Brana con una luce di 8 metri, con marciapiedi rialzati e carreggiata
in asfalto. Lungo il viale sono previste condutture per la fognature e lacquedotto.
il progetto, che comporta una spesa complessiva di 213.200 lire, viene effettivamente realizzato negli anni successivi (fig. 27).
nel dicembre 1948 la Giunta Comunale delibera di richiedere lautorizzazione per la compilazione di un progetto di proseguimento del viale dalle Caserme fino alla Villa Cappugi.
nel febbraio 1949 ling. capo compila una perizia per i lavori relativi che comporta una
spesa di 7.436.000 lire, ma questi lavori saranno eseguiti solo molti anni pi tardi.35
35
36
si incarica poi il geom. Baldi di definire meglio il progetto che, dopo i necessari rilievi di
campagna, viene presentato nel dicembre (fig. 28) ed cos descritto nella relazione:
La variante ha inizio a valle del cancello della propriet Baldacci e si congiunge alla vecchia strada
presso la villa di ricciardi, sviluppandosi, con tre tratti in rettifilo. La sede stradale stata tenuta allinizio alla minima distanza possibile dallargine del torrente Brana, anche per limitare il danno dellespropriazione ad uso degli espropriandi (nizzi) il quale possiede nella zona una piccola unit
poderale di solo un ettaro. il raggio della curva in prossimit della rampa dei Pappagalli di metri 880
circa, la seconda di 1000 metri circa, la terza di raccordo alla vecchia strada di metri 1100 circa; in
complesso quindi le curve sono insensibili. La sede stradale comprese le banchine stata prevista in
metri 8. La pendenza di appena dello 0,38 per cento. La strada in massima parte in rilevato con
un dislivello massimo rispetto al piano di campagna di metri 2,68.37
elaborata la perizia, che prevede una spesa di 4.100.000 lire, si avviano le solite non brevi
procedure di approvazione; ma la necessit di dare un po di sollievo alla pesante situazione
delloccupazione del dopoguerra, induce lamministrazione ad avviare subito i lavori in
economia diretta senza aspettare il concludersi delle procedure e senza appaltare i lavori.
si realizza cos una piccola parte dei lavori per un importo di 437.000 lire.
relazione delling. Lomi. Progetto di massima per la variante del primo tratto della via di Valdibrana presso la rampa dei Pappagalli,
21 luglio 1945, via del Villone, autCPt.
37 relazione delling. Lomi al sindaco. Progetto di costruzione di variante alla via di Valdibrana, 21 agosto 1945. Ibidem.
36
Via Pagliucola
37
nel marzo 1946 subentra la ditta imprese edili stradali cui stato nel frattempo appaltato
il completamento dei lavori che vengono rapidamente terminati il 28 agosto 1946.38
Via Pagliucola est
nellimmediato dopoguerra dopo la distruzione del ponte di Porta san Marco il traffico
proveniente da e per la citt percorre la via dei Macelli e tutta la via Pagliucola fino alla via
antonelli. il movimento intenso degli automezzi delle truppe alleate, oltre a rovinare ulteriormente il piano stradale, evidenzia linsufficienza della via Pagliucola in particolare nel
tratto fra la via delle casermette e il viale antonelli.
nel febbraio 1945 lufficio tecnico del Comune elabora un progetto di ampliamento per
portare la via ad unampiezza di metri 7 compresa la fossetta laterale e la relativa perizia
comporta una spesa di 530.000 lire.
i lavori sono appaltati alla ditta Luigi Monfardini che li inizia il 29 luglio 1945 e li termina
nel settembre del 1946.
rettifica di via Pagliucola ovest
nel 1949 terminati i sei edifici delliaCP a nord della via Pagliucola (Villaggio Pellizzi) si
prosegue con la progettazione di numerosi altri edifici a sud della stessa via che pongono
con urgenza il problema di risistemare anche la parte ovest della strada, che richiede un ben
pi radicale intervento con la rettifica, lallargamento, la dotazione di adeguati impianti di fognatura e acquedotto e le rifiniture che le diano il decoro richiesto da una strada urbana.
in particolare la rettifica del tratto finale necessaria per rendere la strada parallela agli
edifici gi costruiti e al torrente Brana in modo da
facilitare la lottizzazione dellintera area fra la via Pagliucola e il torrente stesso (fig. 29).
ii progetto, redatto nel gennaio 1949 dal geom. scardia dellufficio tecnico Comunale, prevede una
strada larga 10 metri rettilinea dal viale italia fino allattuale via delle olimpiadi per uno sviluppo di 601
metri; nel progetto sono previste anche una strada
ortogonale verso nord in sostituzione del corrispondente tratto di via della Quiete e il collegamento con
la via dei Macelli per una spesa di 6.514.000 lire.
i lavori di allargamento della via Pagliucola, escluso
il viale verso nord e il collegamento con la via dei
Macelli, sono appaltati dal Genio Civile allimpresa
del rosso di Montecatini, vengono consegnati nel marzo 1950 e sono rapidamente terminati il 31 ottobre 1950.
La mancanza dei finanziamenti non ha permesso di compiere tutti i lavori di rifinitura e
di decoro previsti che sono eseguiti a cottimo fiduciario dalla stessa impresa a carico del
Comune nel settembre dellanno successivo.
ii notevole traffico indotto anche dalla inagibilit del ponte di Porta san Marco deteriora
rapidamente la strada se gi nel luglio 1952 si approva un nuovo progetto di risistemazione
generale. i lavori sono appaltati alla ditta Giovanni Gioi nel novembre 1952 e sono ultimati
nel luglio 1953.39
Piano comunale di lottizzazione della zona sud di via Pagliucola
Mentre i lavori di progettazione e costruzione di edifici popolari continua intensamente e
38
39
Ibidem.
Via Pagliucola, auCPt.
38
i viali progettati sono: il primo tratto del proseguimento della via dei Macelli lungo il torrente Brana e i primi due viali fra questo e la via Pagliucola (attuali via Caduti del Lavoro e via della
Quiete, fig. 31). in questi viali prevista per esigenze
di viabilit e decoro cittadino la costruzione di un
fondo stradale macadam cilindrato e bitumato e dei
collettori di fognatura con lo scarico nel torrente e
dellimpianto di condutture idriche in modo da allacciarsi sia alla conduttura esistente derivata dalla via
delle Casermette sia a quella di progetto derivata dal
condotto principale di via dalmazia. La relazione rileva infine che
opportuno cogliere loccasione per creare uno sbocco della
via Pagliucola nel centro urbano attraversando il poligono di
tiro a segno nazionale, che rester sempre sufficiente per i tiri
col fucile mod. 91, e il torrente Brana con un nuovo ponte raccordandosi obliquamente con la via
degli armeni.42
Ibidem.
Progetto di sistemazione di tre tronchi di viale nella zona di via Pagliucola. relazione e preventivo generale compilata
dalling. fondi. 14 ottobre 1952. Ibidem.
42 Ibidem.
40
41
Via Pagliucola
39
il progetto comporta, escluso il ponte che non compreso nei lavori, una spesa di
13.500.000 di lire.
i lavori sono appaltati alla ditta Co.ri. con il ribasso dello 0,12 per cento nellottobre
1953, e consegnati nel mese successivo con limpegno a terminarli entro il giugno 1954.
dopo la concessione di quattro proroghe e alcuni cambiamenti di progetto i lavori sono
terminati il 12 dicembre 1954. nella perizia originaria era stato escluso il ponte sul torrente
Brana ma era compresa la realizzazione del tratto tra il torrente e il viale Malta con lattraversamento del tiro a segno. Lopposizione del Comando Militare competente impedisce
per il momento la realizzazione di questo piccolo tratto di strada.
durante lesecuzione dei lavori si decide di trasformare uno dei viali bitumati (via della
Quiete) in un viale alberato al centro e chiuso al traffico con vialetti alberati e pavimentati
con massicciata leggera il tutto allo scopo ultimo di creare al posto di inutili e costose e
troppo uniformi strade bitumate e marciapiedi in cemento, una zona alberata dotata di
panchine aiuole ecc. da servire come localit di ricreazione e riposo specie per i bambini.
Con le economie conseguenti a queste trasformazioni si realizza anche un tratto del viale
centrale fra la via dei Mercati e la via Pagliucola.
Contemporaneamente alla realizzazione dei viali si provvede ad una risistemazione complessiva del sistema viario della zona comprendente il viale italia, la via Pagliucola, la via
dei Macelli, lo slargo sulla via dei Pappagalli e i primi cento metri della nuova via del Villone.
Queste strade erano rimaste in parte sterrate e non perfettamente rifinite.
nel novembre 1952 si compila un progetto generale comprendente varie opere di rifinitura
(zanelle, marciapiedi, fognoli, alberature copertura fossa, risagomatura, asfaltatura ecc.).
i lavori sono appaltati alla ditta Cori nellottobre 1953 e sono terminati nellagosto 1954.43
La costruzione del ponte sul torrente Brana in corrispondenza di via degli armeni
il piano di lottizzazione della zona di via Pagliucola progettato dal Comune del 1949 non
prevedeva la prosecuzione della via oltre il tiro a segno e il torrente Brana per collegarsi
con il viale Malta e la via degli armeni. Ma gi nel 1952, quando ling. fondi progetta la
realizzazione di tre viali previsti nel piano, si manifesta lesigenza di mettere in comunicazione pressoch diretta il rione delle Casermette con il centro della citt e si elabora un
progetto per il ponte e lattraversamento del tiro a segno che non trova n la copertura
finanziaria n il necessario consenso del comando militare.
nel gennaio 1953 il progetto fondi ripreso e aggiornato con una perizia che comporta
la spesa di 3.000.000 di lire, ma non si riesce ancora a trovare i finanziamenti necessari.
il progetto completamente rifatto nel luglio 1958 e i lavori sono appaltati alla ditta sCaC
di Milano nellaprile 1959 e sono terminati il 10 giugno 1959.44
Via giusti
Lultimo viale ad essere realizzato nella parte sud di via Pagliucola la via Giusti. il progetto
redatto dallufficio tecnico del Comune nel gennaio del 1956 ricorda che:
stanno per essere ultimati sul fronte di tale viale a cura dellistituto autonomo Case Popolari, dellina-Casa e del Comune di Pistoia gli edifici previsti e quindi si rende urgente predisporre almeno
il collettore per la fognatura, mentre per la pavimentazione potr essere provveduto in un secondo
tempo. il progetto prevede la spesa di lire 1.000.000.
i Lavori di costruzione della fognatura sono appaltati alla ditta Margelli dario di Pistoia sono
avviati nel febbraio del 1957 e terminati dopo alcune sospensioni e proroghe il 15 luglio 1957.45
Ibidem.
Ibidem.
45 asCPPt, a 1046.
43
44
40
Il Villaggio Pellizzi
Gi nellagosto 1942 era stato progettato per la citt di Pistoia dalling. domenico Pellizzi
di reggio emilia un complesso di 7 fabbricati per 73 alloggi per un importo di 4.585.000
lire, che pu essere definito col nome del suo progettista.
si tratta del primo intervento destinato alla realizzazione di un complesso di edifici pensati
unitariamente e con attenzione allarredo pubblico costituito dalle aree verdi attrezzate.
il progetto viene modificato, a seguito delle osservazioni del Ministero che ritengono
troppo alto il costo, dallo stesso Pellizzi ed approvato nel gennaio 1943. il progetto finale
risulta composto da due fabbricati di tipo a (3 piani per 9 alloggi), due di tipo B (2 piani
per 6 alloggi) e due di tipo C (4 piani per 28 alloggi) per complessivi 86 alloggi. i lavori
per la costruzione di questi edifici sono appaltati a trattativa privata nel dicembre 1942 alla
ditta ermindo Martelli e figli prima ancora dellindividuazione del terreno su cui saranno
costruiti. si procede quindi celermente alla ricerca di unarea idonea che viene individuata
e acquistata nel marzo 1943 per 25 lire/m2.
il terreno in angolo fra la via Pagliucola e la via della Quiete, di propriet di niobe e Pietro
Venturi, ha una superficie di 6.784 m2 ed considerato in zona salubre, a prezzo conveniente ed idoneo a realizzare i fabbricati gi appaltati (fig. 33).
La scelta dellarea sulla quale saranno costruiti i primi edifici residenziali e che danno effettivo avvio allespansione nord della citt, sembra avvenuta con una certa casualit.
non c un piano regolatore, non ci sono discussioni particolari n allinterno dellistituto
n dellamministrazione Comunale che rilevino limportanza che tale intervento assume
per lo sviluppo complessivo di Pistoia.
si trova solo una lieve controversia tra listituto e il Genio Militare che, proponendosi di costruire alcuni stabili per alloggio ufficiali sui terreni antistanti alla nuova Caserma Marini, si
preoccupa che la costruzione di case popolari possa ostacolare tale disegno e comunica che:
intendimento di questo ufficio di costruire sul terreno di fronte alla nuova caserma alcuni stabili
per alloggi ufficiali e per conseguenza si gradirebbe che, ove fosse possibile, non venissero costruite
in detta localit case popolari che ostacolassero la realizzazione del piano. inoltre la immediata vicinanza di case popolari alle caserme sarebbe assolutamente inopportuna per ovvie e molteplici ragioni;
invita listituto a considerare la convenienza di scegliere altra localit per la costruzione del villaggio
di case popolari,46
nota del Comando ufficio lavori del Genio della difesa territoriale di firenze n. 13059 del 7 aprile 1943. asCPPt,
a 530.
47 Lettera del commissario prefettizio delliaCP al podest di Pistoia, 13 aprile 1943. Ibidem.
46
Via Pagliucola
41
inoltre le solite lentezze per le difficolt di approvvigionamento per cui i lavori sono effettivamente terminati solo il 24 aprile 1948.50
Perizie 378 e 387
Gli ultimi due edifici del Villaggio Pellizzi (perizie 378 e 387, fig. 33) sono appaltati allimpresa albino Colombano nel novembre 1946.
il fabbricato di 9 alloggi relativo alla perizia 387 dovrebbe essere terminato entro il febbraio
47 ma la necessit di concordare nuovi prezzi, le ben sette proroghe per 445 giorni e una
Lavori di costruzione di un fabbricato di 9 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 340. relazione annessa al conto finale.
5 ottobre 1948. asCPPt, C 138.
49 Lavori di costruzione di un fabbricato di 6 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 275. relazione annessa al conto finale.
asCPPt, a 271.
50 asCPPt, a 1046.
48
42
sospensione di 44 giorni concesse fanno terminare i lavori solo il 28 luglio 1948. anche
per lultimo fabbricato (perizia 378) di 28 alloggi il termine di ultimazione fissato per il maggio 1947 viene, per le solite difficolt di approvvigionamento materiali, condizioni climatiche
e difficolt finanziarie dellimpresa, prorogato per sette volte per 632 giorni.
Le proroghe furono accordate dallistituto su proposta della direzione dei lavori, che si trov a scegliere fra due soluzioni possibili: o dichiarare inadempiente limpresa e rescindere il contratto, con
grave danno per limpresa e senza apprezzabile vantaggio per lente appaltante, o tollerare la lentezza
di esecuzione per consentire allimpresa di giungere al termine senza eccessivo disborso.51
in considerazione della notevole importanza assunta dalla zona di via Pagliucola per lo
sviluppo edilizio a carattere popolare, il Comune di Pistoia elabora allinizio del 1949 un
progetto di rettifica, ampliamento e sistemazione della strada. nei mesi successivi predispone un piano di lottizzazione delle aree a sud della via Pagliucola, per permettere la costruzione di altri blocchi di case popolari, delle case del piano fanfani ed eventualmente
di quelle cooperative edilizie fra impiegati recentemente costituite a Pistoia. LiaCP intanto
prosegue nelle trattative per lacquisto delle aree di propriet Capecchi, Magni, tuci e altri
per far fronte alle proprie esigenze costruttive derivanti dai nuovi finanziamenti assegnati,
prima che le costruzione stradali, degli impianti e servizi pubblici a cura del Comune ne determini un
forte aumento di valore. Cos, data la notevole disponibilit di aree a relativo buon prezzo, e la probabilit di una rapida sistemazione dei servizi, listituto ha stabilito di costruire in prevalenza nella
zona di via Pagliucola i fabbricati di cui possibile il finanziamento con la recente assegnazione ministeriale di contributo di 50 milioni.52
LiaCP continua dunque ad acquistare terreni nella zona di via Pagliucola grazie al prezzo
Costruzione di un fabbricato di 28 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 274. relazione finale. 15 marzo 1951. asCPPt, C 138.
Progetto per la costruzione di tre fabbricati di 3 piani e 6 alloggi in via Pagliucola. relazione e preventivo generale
delling. taddei. asCPPt, a 889.
51
52
Via Pagliucola
43
conveniente e per la probabile, rapida sistemazione dei servizi e della viabilit della zona
finanziata con i fondi per la disoccupazione.
Perizie 870, 871 e 872
nel dicembre del 1948 ling. taddei progetta tre edifici uguali di tre piani e 9 alloggi (fig.
33) da costruire sulle aree a sud di via Pagliucola lungo la via della Quiete in corso di acquisto dal proprietario, tuci. i fabbricati sono finanziati dallo stato in conto capitale per
il 50 per cento e con partecipazione agli interessi in ragione del 3 per cento per il mutuo
da contrarsi a copertura dellaltro 50 per cento.
Ledificio ha aspetto assai semplice, appropriata la distribuzione dei balconcelli, armonico il movimento delle masse, zoccolatura di colore pietra serena, zona di faccia vista di mattoni compressi a vivace contrasto di colori caldi devono costituirne una piacevole rifinitura decorativa dello esterno.53
nel febbraio 1953 la cooperativa fallisce e tutti i successivi tentativi per far riprendere e
completare ledificio non riescono e pertanto, il 7 agosto 1953, viene dichiarato decaduto
il contratto e si procede ad una nuova perizia e a nuovi appalti. i lavori nel frattempo realizzati dallimpresa ammontano a meno del 50 per cento della perizia iniziale.
Costruzione di fabbricato racchiudente 9 quartieri in via Pagliucola. relazione e preventivo generale delling. taddei,
20 dicembre 1948. asCPPt, C 163.
54 Lavori di costruzione di un fabbricato di 3 piani e 9 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 870. relazione al conto finale
redatta dalling. fondi. 24 dicembre 1955. asCPPt, a 526.
53
44
i lavori per il completamento delledificio sono appaltati alla ditta innocenti Vitaliano fu
arrigo, riprendono il 20 febbraio 1954 e sono terminati il 21 giugno dello stesso anno.
il secondo e il terzo fabbricato (perizie 871 e 872) vengono appaltati assieme al primo nel dicembre 1950 rispettivamente allimpresa Martelli ermindo e figli di Pistoia per un importo di
12.667.080 lire col 15,10 per cento di ribasso e alla ditta imprese edili e stradali, per un importo
di 13.425.016 lire col 10,02 per cento. anche la costruzione di questi edifici inizia nel gennaio
1951, ma sono condotti con regolarit e terminati rapidamente il 30 ottobre 1951 (fig. 35).55
Perizie 12, 13 e 11
un nuovo progetto per la costruzione di tre edifici di tre piani e sei alloggi redatto dalling.
fondi nel 1949 e poi modificato nel maggio 1950.
Gli edifici, come riporta la relazione al progetto:
sono studiati secondo un raggruppamento non intensivo orientati coi lati lunghi in senso nord sud,
come i fabbricati esistenti dal lato opposto di via Pagliucola in modo da avere camere e soggiorni
colle finestre a levante e ponente ed aventi sul lato nord solo finestre di corridoi e servizi.56
55
Ibidem.
Progetto per la costruzione di tre fabbricati di 3 piani e 6 alloggi in via Pagliucola. relazione generale delling. fondi.
20 novembre 1949. 31 maggio 1950. asCPPt, C 83.
57 Lavori di costruzione di un fabbricato di 3 piani e 6 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 11. relazione al conto
finale delling. fondi. 16 maggio 1957. asCPPt, a 527.
58 asCPPt, a 1046.
56
Via Pagliucola
45
Perizia 1458
Con la nascita del quartiere delle Casermette, praticamente in piena campagna, si fa evidente lesigenza di dotare la zona di alcune strutture commerciali.
nel settembre 1950 ling. fondi progetta un fabbricato di tre piani con quattro alloggi e
due negozi con relativo magazzino (che poi diventeranno 4 negozi). il fabbricato localizzato a nord della via Pagliucola in angolo con via della Quiete di fronte agli edifici gi
costruiti (fig. 33).
il progetto approvato nel febbraio 1952 e comporta la spesa di 9.101.200 lire.
i lavori sono appaltati alla ditta Vannucci adriano nel giugno 1952 col ribasso dello 0,43
per cento. il cantiere si apre nellagosto del 1952 e dopo una breve proroga e una perizia
suppletiva i lavori sono terminati il 22 marzo 1953.59
La legge 2 luglio 1949 n. 408
nel 1949 entra in vigore la legge n. 408 recante Disposizioni per lincremento delle costruzioni
edilizie che importante perch, oltre a disporre di finanziamenti, fornisce norme procedurali per la costruzione di case popolari e stabilisce che:
Per la concessione di contributi in annualit da parte dello stato agli enti e societ che costruiscano case
popolari la legge autorizza il ministero dei lavori pubblici ad assumere i seguenti impegni: lire due miliardi
nellesercizio 1949-50; lire due miliardi nellesercizio 1950-51; lire un miliardo nellesercizio 1951-52.
tali contributi saranno corrisposti in misura costante per trentacinque anni e saranno commisurati
ad una percentuale della spesa riconosciuta ammissibile () ogni alloggio deve: 1) avere non meno
di due e non pi di cinque vani abitabili, oltre i locali accessori costituiti da cucina, bagno, latrina, ripostiglio e ingresso; 2) avere il proprio accesso diretto dal ripiano della scala; 3) essere fornito di
latrina propria; 4) essere provvisto di presa dacqua nel suo interno, se esiste nel centro urbano limpianto di distribuzione di acqua potabile; 5) soddisfare alle altre condizioni di salubrit richieste dai
regolamenti di igiene e di edilizia.
La superficie utile non pu essere superiore:a 65 m2 per gli alloggi di due vani ed accessori; a 80 m2
per gli alloggi di tre vani ed accessori; a 95 m2 per gli alloggi di quattro vani ed accessori; a 110 m2 per
gli alloggi di cinque vani ed accessori.
devono essere escluse tutte le opere e le forniture che, per la loro natura, non abbiano carattere di
utilit e di normale necessit. possono quindi essere previsti impianti di riscaldamento adeguati alle
condizioni del clima locale, ed impianti di ascensore per gli stabili che hanno pi di quattro piani.
sono altres consentiti gli allacciamenti agli impianti di distribuzione del gas e dellenergia elettrica.
Le Casse di risparmio potranno concedere mutui agli istituti per le Case Popolari ad ammortamento
trentacinquennale anche in deroga ai loro particolari statuti.
Perizie 21 e 15
Con la nuova legge 408 inizia una nuova procedura finanziaria con la quale listituto di Pistoia ottiene i finanziamenti per la realizzazione della perizia 11 e, nel luglio del 1952, unassegnazione di 80 milioni con la quale si progettano e si approvano tre interventi per alloggi
minimi rispettivamente a Casalguidi, alla Lima e a spazzavento, e due fabbricati, di 9 e di
6 alloggi, a Pistoia ancora nella zona di via Pagliucola. i due fabbricati di tre piani e nove
alloggi sono progettati dalling. fondi sugli schemi tradizionali dellistituto.
La perizia 21 (fig. 33) viene approvata nel maggio 1954 e i lavori sono appaltati alla ditta
Vannucci Gaetano che offre un ribasso dello 0,47 per cento.
il cantiere si apre nel dicembre 1954 e i lavori, condotti lentamente, pur senza sospensioni,
si concludono il 31 dicembre 1955.
La perizia 15 (fig. 33) approvata nel settembre del 1953. i lavori sono appaltati, dopo
due gare andate deserte per i prezzi troppo bassi, alla stessa ditta Vannucci con laumento
del 5,50 per cento nel dicembre del 1954.
59
asCPPt, C 83.
46
60
61
asCPPt, a 888.
asCPPt, a 1046.
Via Pagliucola
47
privati e gli enti pubblici, datori di lavoro verseranno un contributo pari all1,20 per cento delle retribuzioni mensili corrisposte ai propri dipendenti.
data facolt ai comuni di applicare una imposta a carico di coloro che occupano, a qualsiasi titolo, appartamenti con un numero di vani di abitazione, esclusi i servizi, eccedente le necessit del complesso
familiare. il comitato di cui allart. 1 predisporr un piano tecnico-finanziario della durata di sette anni,
da attuarsi per tutte le operazioni previste per la costruzione ed assegnazione di alloggi per lavoratori.
Per la costruzione delle case per lavoratori, il comitato pu incaricare lo stesso istituto nazionale delle
assicurazioni, listituto nazionale della previdenza sociale, le amministrazioni dello stato per i propri dipendenti, listituto nazionale per le case degli impiegati dello stato, gli istituti per le case popolari o altri
enti pubblici o di diritto pubblico, nonch consorzi e cooperative di produzione e di lavoro.
Met degli alloggi costruiti dalla gestione ina-Casa sar assegnata in propriet e met sar destinata
alla locazione. Lassegnatario otterr la libera propriet dellalloggio al termine di 25 anni, durante i
quali corrisponder rate mensili costanti comprensive del prezzo dellalloggio e di una quota proporzionale delle spese generali della gestione ina-Casa.
Per le aree edificabili, necessarie allattuazione della presente legge, ammessa la espropriazione per
causa di pubblica utilit. autorizzata una spesa annua di lire 15 miliardi per sette esercizi finanziari
decorrenti dallesercizio 1948-1949.62
Legge 28 febbraio 1949 n. 43. Provvedimenti per incrementare loccupazione operaia, agevolando la costruzione di case per
lavoratori.
63 asCPPt, B 553.
62
48
Perizia 4197
il secondo intervento ina-Casa consiste in due fabbricati di 4 piani rispettivamente di 8
e 16 alloggi. dopo un lungo lavoro in collaborazione tra il Comune i progettisti e la direzione dellina-Casa per la scelta del terreno e la definizione delle tipologie (che si svolge
fra lautunno 1950 e lagosto 1951) gli edifici sono ubicati nel lotto centrale sulla via dei
Macelli prospiciente il torrente Brana (fig. 33).
il progetto redatto su incarico del Consiglio dellina dallarch ezio tesi di roma nel
gennaio 1952 e il Comune viene incaricato di fungere da stazione appaltante.
dopo due licitazioni deserte i lavori sono affidati alla ditta Vannucci Costantino nel febbraio 1952 e sono conclusi l11 aprile 1953 (fig. 38).64
Perizia 8462
ii terzo intervento ina-Casa interessa unarea fra la via Pagliucola e la via dei Macelli su
cui si costruiscono quattro edifici per complessivi 42 alloggi (fig. 33). il progetto, redatto
dallarchitetto tesi, approvato nel giugno 1954 e comporta una spesa di 82.444.400 lire.
La gara di appalto, indetta dalliaCP, stazione appaltante per conto dellamministrazione
ina-Casa, nel giugno 1954, vinta dalla ditta Vannucci Costantino con il ribasso dello 0,01
per cento. Con due perizie suppletive dellagosto 54 e del giugno 55 il costo sale a
84.825.000 lire. i lavori iniziano il 2 agosto 1954 e, dopo la compilazione di due perizie suppletive e la concessione di due proroghe per complessivi cinque mesi, sono ultimati il 25
ottobre 1955 (fig. 37).65
Perizia 6797
il quarto intervento ina-Casa interessa unarea rettangolare di 400 m2 sempre fra la via
Pagliucola e la via dei Macelli (fig. 33).
il progetto compilato dalling. tesi nel dicembre
1953 e prevede la costruzione di tre edifici due di 16
e uno di 8 alloggi per complessivi 40 alloggi.
il progetto di due dei tre fabbricati (uno di 16 e uno
di 8 alloggi) sostanzialmente uguale a quello degli
edifici del secondo intervento, il terzo un fabbricato
a L in angolo fra la via Giusti e la via dei Macelli.
il progetto approvato nel marzo 1953 comporta una
spesa di 110.848.000 lire. i lavori sono appaltati nellaprile 1953 alla ditta Vannucci Costantino al netto
del ribasso dello 0,30 per cento.
il cantiere si avvia il 5 giugno 1953 con limpegno a
terminare i lavori entro laprile del 1954. dopo lapprovazione di due perizie suppletive per limporto
complessivo di 5.100.000 lire e la concessione di due
proroghe e due sospensioni i lavori sono terminati il 15 gennaio 1955 (fig. 37).66
Centro sociale
il primo intervento ina-Casa prevedeva la realizzazione di un Centro sociale la cui progettazione viene affidata allarch. Mario Paniconi di roma.
il progetto prevede un edificio a piano terra con sale e locali per attivit e assistenza sociale
e sanitaria viene redatto nel giugno del 1953, modificato e approvato nel luglio del 1954 e
poi nuovamente nel novembre 1955 e comporta una spesa di 10.464.200 lire.
asCPPt, B 448.
asCPPt, B 538.
66 asCPPt, a 1046.
64
65
Via Pagliucola
49
Tipologia
ed. pi. al.
finanziamento
Progettista
approvazione
data
298
1 3 9
stato
ricostruzione
taddei
lug. 46
340
1 3 9
taddei
274
28
275
1 3
378
387
Inizio lavori
fine lavori
seLL
set. 46
nov. 47
lug. 46
seLL
set. 46
gen. 48
taddei
lug. 46
aCes
ago. 46
feb. 49
taddei
lug. 46
aCes
ago. 46
apr. 48
28
taddei
ago. 46
Colombano
nov. 46
mag. 49
1 3
taddei
ago. 46
Colombano
nov. 46
lug. 48
870
1 3
taddei
dic. 48
Coop Com.
e reduci
dic. 50
giu. 54
872
1 3 9
taddei
dic. 48
i.e.stradali
dic. 50
ott. 51
12
1 3 6
fondi
feb. 50
Pedicini
mag. 52
nov. 53
13
1 3 6
fondi
feb. 50
Pedicini
mag. 52
nov. 53
11
1 3 6
fondi
gen. 54
Vannucci
mag. 54
gen. 56
fondi
set. 50
Vannucci
giu. 52
mar 53
1458
408
1 3 6 2
Impresa
21
1 3 9
408
fondi
mag. 54
Vannucci
dic. 54
dic. 55
15
1 3 9
408
fondi
set. 53
Vannucci
feb. 55
dic. 55
18
1 3 6
408
rauty
set. 52
niccolai
set. 54
giu. 56
17
1 3 9
rauty
set. 53
Vannucci
nov. 54
gen. 56
25
1 4 14
rauty
feb. 55
Vannucci
gen. 55
gen. 56
Galardi
apr. 53
Cori
ago. 54
nov. 55
dip. Comunali
14
408
50
i lavori sono assegnati alla ditta Quinzio Benedetti di Montecatini che li inizia il 28 maggio
1956 e li termina il 3 marzo 1957.
nelledificio non si svolgeranno le funzioni originali ma verr usato come ambulatorio
medico e scuola materna dal Comune, cui sar poi ceduto nel 1971 (fig. 36).67
Ledificio per i dipendenti nel novembre del 1949 il Ministero dei Lavori Pubblici accoglie la richiesta del Comune
di un finanziamento di 10.000.000 con la legge 408/49 per la costruzione di un edificio di
comunali
67
68
asCPPt, B 462.
asCPPt, a 1046.
51
Bonelle
Ledificio di Bonelle ubicato sulla via Bonellina a sud del ponte sul torrente ombrone
(fig. 39). il progetto redatto dallarch. rivieccio di napoli, ha caratteristiche simili a quello
di spazzavento, comporta una spesa di 15.015.000 lire e viene approvato nel gennaio 1959.
La gara di appalto a licitazione privata vinta dalla cooperativa aCLi di Campo tizzoro
con un ribasso del 2,5 per cento.
i lavori iniziano il 6 aprile 1959 e sono regolarmente terminati il 18 marzo 1960 (fig. 40).70
spazzavento
Ledificio, su progetto redatto dallarch. rivieccio, approvato dalla gestione ina-Casa
nellaprile del 1958 per limporto totale di 13.793.984 lire.
il suolo a disposizione ubicato nelle zone a nord della frazione di spazzavento di fronte alledificio
scolastico (fig 41) con accesso direttamente dalla strada; il fabbricato di tre piani con due ingressi
per piano per complessivi 33 vani oltre i cantinati.71
La gara di appalto, esperita dalliaCP (nominato stazione appaltante) nellaprile del 1958,
vinta dalla cooperativa di lavoro aCLi di Campo tizzoro con un ribasso dello 0,05 per
cento. i lavori, consegnati il 22 agosto 1958, vengono eseguiti regolarmente e sono terminati con perfetto rispetto degli impegni l8 agosto 1959 (fig. 42).72
Fig. 41 e 42 - Spazzavento: planimetria
ed edificio.
Bottegone
anche questo progetto elaborato dallarch. rivieccio ma diverso da quelli di spazzavento e Bonelle perch:
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 170/bis del 14 luglio 1958.
asCPPt, B 447.
71
Case per lavoratori nel Comune di Pistoia frazione spazzavento. relazione dellarch rivieccio, 1958. asCPPt,
B 469.
72
asCPPt, Ibidem.
69
70
52
il progetto comporta una spesa di 14.355.000 lire ed approvato nel luglio 1958.
nellagosto dello stesso anno si svolge la gara dappalto alla quale non partecipa nessuna
impresa. Limpresa Loris nesti si dichiara disposta ad accollarsi i lavori con laumento del
10 per cento e si aggiudica lappalto a trattativa privata. i lavori iniziano il 5 febbraio 1959
e vengono regolarmente terminati il 30 gennaio 1960 (fig. 44).74
Via erbosa
il finanziamento sulla via erbosa assegnato alla Cooperativa edificatrice Giovacchino
Banti e localizzato su una nuova traversa di via Castel de frosini (attuale via fausto Vannucci) da costruire assieme alledificio dalla cooperativa assegnataria (fig. 45).
il progetto, redatto dallarch. adolfo Pagani, approvato il 21 ottobre 1958, prevede un
edificio di tre piani con sei alloggi distribuiti da una scala centrale e comporta una spesa
di 14.550.000 lire.
La gara dappalto tenutasi il 4 dicembre 1958 vinta dallimpresa Ciatti remo di Maresca
con il ribasso dello 0,25 %. i lavori iniziano il 9 marzo 1959 e dopo tre proroghe sono ultimati il 3 marzo 1960 (fig. 46).75
Via di santalessio
nel 1957 la gestione ina-Casa domanda al Comune di Pistoia lautorizzazione per la costruzione di un fabbricato per lavoratori ferrovieri costituito da 12 quartieri e 48 vani, a tre
Perizia 1835 bis; Case per lavoratori nel comune di Pistoia frazione di Bottegone. relazione dellarch. rivieccio.
1958. asCPPt, B 510, a 524.
74
asCPPt, Ibidem.
75
asCPPt, B 465.
73
53
asCPt, sezione ufficio tecnico, domande per concessioni edilizie, affare 10988/15. asCPPt, Xi. 1. 49.
76
54
aree collinari
Piteccio
edificio di sei alloggi.
nellaprile del 1955 il ministero LL. PP. assegna alliaCP di Pistoia un contributo (legge 408)
in misura costante per 35 anni sulla spesa di 145 milioni di lire di cui 12 milioni sono destinati
alla costruzione di un edificio di tre piani con sei alloggi nella frazione di Piteccio (fig. 49).
il progetto, redatto dalling. rauty per una spesa di 12.500.000 lire, approvato il 30 maggio
1955. il fabbricato ubicato su unarea prospiciente la via 24 Maggio, attigua ad altro lotto
per le case popolari costruite con i fondi della legge per i senzatetto. i sei alloggi, uguali
fra loro e distribuiti da un vano scala centrale, hanno una superficie utile netta di 72 m2.
La gara per laggiudicazione dei lavori si svolge nel dicembre del 1955 ed vinta dalla ditta
Gaetano Vannucci di Pistoia con il ribasso dello 0,10 per cento. i lavori iniziano il 30
giugno 1956 e sono terminati regolarmente il 26 aprile del 1957 (fig. 50).77
edificio di tre alloggi.
nel gennaio del 1962 il ministero approva il programma costruttivo delliaCP di Pistoia
di 203 milioni finanziati con la legge 195/62 per la costruzione di case popolari a Pistoia
e Pescia di cui 12 milioni per la costruzione di un edificio di tre alloggi a Piteccio (fig. 49).
il fabbricato di tre piani con un vano scale che distribuisce 3 alloggi di cinque vani organizzato in modo da consentire un futuro raddoppio mai realizzato. il progetto comporta
una spesa di 16.582.742 lire ed approvato il 29 ottobre 1964.
La gara di appalto si svolge il 20 maggio 1965 ed vinta dalla ditta Primario Biagioni di
Pistoia con il ribasso del 13,20 per cento. i lavori iniziano il 18 settembre 1965 e a causa
di 245 giorni di proroghe e sospensioni sono terminati solo il 16 marzo 196778 (fig. 51).
Le grazie
un intervento pi interessante viene realizzato con finanziamenti Ges.Ca.L. a Le Grazie
per la costruzione di un gruppo di cinque fabbricati per nove alloggi.
77
78
Fig. 52 e 53 - Le Grazie.
Fig. 54 - Ledificio di Villa di Baggio.
55
il finanziamento assegnato alla Cooperativa edilizia Casa Piccini nominata anche stazione appaltante dellintervento.
il progetto delling. Benedetti prevede
quattro edifici a piano terra bifamiliari e
un edificio monofamiliare distribuiti attorno ad un anello viario centrale (fig. 52)
e comporta una spesa di 11.749.992 lire.
La gara dappalto si svolge nel marzo
1972 ed vinta dallimpresa del geom. orlando Casalini con il ribasso dello 0,1 per cento.
i lavori iniziano il 27 aprile 1972 e terminano il 31 maggio 197379 (fig. 53).
Villa di Baggio
il Consiglio di amministrazione delliaCP il 21 settembre 1954 accoglie la domanda
della popolazione di Villa di Baggio () in cui pi si nota la necessit di abitazioni a buon
mercato e decide di costruire un fabbricato di tre piani e tre alloggi utilizzando le economie per 7.985.800 lire realizzate nella costruzione di due fabbricati in via Pagliucola e via
spartitoio, finanziati con mutui.
il progetto delledificio, di cui previsto lampliamento, curato dalling. alberto fondi
per un importo di 7.500.000 lire e i lavori vengono completati, dopo una perizia aggiuntiva
per maggiori spese per lallacciamento elettrico, nel 1956 (fig. 54).80
aree montane
Fig. 55 e 56 - Pracchia: planimetria
ed edificio.
Pracchia
La gestione ina-Casa decide di programmare la costruzione di un edificio di otto alloggi
nella frazione montana di Pracchia (fig. 55), e di nominare stazione appaltante liaCP
di Pistoia.
i lavori dellimporto di 17.044.000 lire
sono aggiudicati alla cooperativa di lavoro aCLi di Campo tizzoro con il ribasso dello 0,40 per cento.
i lavori iniziano il 10 gennaio 1955 e
dopo due proroghe e due sospensioni
per complessivi 295 giorni sono ultimati
il 31 luglio 195681 (fig. 56).
orsigna
un altro edificio di sei alloggi viene programmato dalla Gestione ina-Casa nella frazione
montana di orsigna (fig. 57). il progetto dellarch. Preti approvato l8 maggio 1956.
La gara di appalto si svolge il 28 giugno
1956 ed vinta dalla stessa cooperativa
di lavoro aCLi di Campo tizzoro col ribasso dello 0,20 per cento.
il cantiere si apre il 19 settembre 1956 e
dopo tre sospensioni per 280 giorni e
due proroghe per 105 giorni i lavori sono
terminati il 5 giugno 195882 (fig. 58).
56
nel dicembre 1960 viene emanata una legge per il finanziamento di abitazioni da riservare
ai lavoratori agricoli dipendenti previa la formazione di un piano nazionale.83
il piano prevede la ripartizione tra le varie province dei fondi disponibili, tenendo conto
delle caratteristiche economiche delle province stesse, del numero di giornate di lavoro
svolte nellagricoltura, del rapporto tra numero dei lavoratori e giornate di lavoro, degli indici di affollamento e delle condizioni igienico-sanitarie delle abitazioni nonch del prevedibile andamento delloccupazione dei lavoratori dipendenti dallagricoltura.
il servizio di cassa relativo ai fondi della legge affidato alla Banca nazionale del Lavoro.
La realizzazione delle opere affidata al Genio Civile, agli istituti autonomi Case Popolari,
allunrra-Casas o direttamente ai lavoratori agricoli.
Per lesecuzione dei programmi di costruzione sono previsti mutui, da contrarre con il
Consorzio di Credito per le opere pubbliche, da ammortizzarsi in un periodo non superiore
a 20 anni, per un importo di 20 miliardi annui dal 1961 al 1979, e 30 miliardi nel 1980.
in ogni provincia costituito un Comitato provinciale presieduto dal prefetto per effettuare
la ripartizione dei fondi nellambito provinciale e per formare le graduatorie di assegnazione. Le abitazioni vengono assegnate in propriet, a riscatto o in locazione, secondo la preferenza degli aventi titolo allassegnazione.
alla provincia di Pistoia viene assegnato nel periodo dal 1961 al 1974
1.050.000.000 di lire. Quasi la met dei finanziamenti sono localizzati nel comune di Pistoia per la realizzazione da parte delliaCP di tre interventi principali: a Pontelungo, alle sei arcole in via Bure Vecchia e a san Pierino Casa
al Vescovo localit Castel de Luci in via ombrone Vecchio.
i progetti prevedono la costruzione di case unifamiliari a uno o due piani
in aree agricole, che si vengono configurando come piccoli villaggi agricoli,
ben serviti dalla viabilit e con tutte le caratteristiche necessarie comprese le rimesse per
animali e per attrezzi agricoli.
Pontelungo
a Pontelungo sono localizzati 4 fabbricati per complessivi 4 alloggi di tre vani pi accessori; gli alloggi comprendono un vasto soggiorno affiancato da una cucina con annesso
ripostiglio. il reparto notte comprende due ampie camere e un servizio.
il terreno ceduto gratuitamente dal Comune di Pistoia e si trova nel centro di Pontelungo
a sud della strada statale lucchese (fig. 59). il progetto delling. Giannini comporta una
spesa di 20.125.688 lire ed approvato il 18 dicembre 1969.
La gara di appalto svoltasi il 3 febbraio 1970, va deserta per cui i lavori vengono affidati a
trattativa privata alla societ Co.Ge.Ca. di tobia scatolini di Montecatini.
i lavori di costruzione iniziano il 18 aprile 1970 e sono terminati il 17 aprile 1971 per i
lavori principali e il 30 novembre 1971 per i lavori di perizia suppletiva (fig. 60).84
Castel de Luci
Per la realizzazione di 19 edifici per 36 alloggi unifamiliari viene acquistata, con il contributo
di 10 milioni da parte della Provincia di Pistoia, una vasta area in via ombrone Vecchio, localit Castel de Luci, al centro delle colture orto vivaistiche del Comune di Pistoia (fig. 61).
Gli edifici sono realizzati con quattro distinti progetti uno di 6 edifici con 15 alloggi, uno
di 3 edifici e 6 alloggi, uno di 2 edifici con 5 alloggi, uno di 11 edifici e 11 alloggi.
83
84
Legge 30 dicembre 1960 n. 1676. Norme per la costruzione di abitazioni per i lavoratori agricoli.
asCPPt, C 128.
57
58
sei arcole
nel novembre del 1971 ling. Giannini progetta 13 edifici per 19 alloggi da costruirsi a
san Pierino Casa al Vescovo. il progetto approvato nellaprile del 1972, ma nel settembre
Viste le difficolt insorte per lacquisizione dellarea occorrente, specie per quanto riguarda lalto costo
del terreno. Preso atto dellaccordo intervenuto con il Comune di Pistoia per localizzare in via Bure
Vecchia, su terreno della societ saita di roma le predette costruzioni.89
liaCP decide di localizzare la costruzione dei 19 alloggi in localit sei arcole sul lato est della
via Bure Vecchia (fig. 63) da realizzare con tre interventi, due di sei alloggi e uno di sette.
Intervento di 6 edifici e 6 alloggi
il progetto per la costruzione
dei 6 fabbricati lo stesso redatto per la localizzazione a san
Pierino salvo una diversa disposizione planimetrica. il progetto
comporta una spesa di 50 milioni
di lire. La gara per lassegnazione
dei lavori vinta dallimpresa
Co.Ge.Ca. di tobia scatolini di
Massa e Cozzile con il ribasso
dello 0,01 per cento.
i lavori iniziano il 25 ottobre
1973 e dopo la concessione di 4
sospensioni per complessivi 180
Fig. 63 e 64 - Sei Arcole: abitazioni per
lavoratori agricoli, planimetria ed edifici,
ASCPPT.
59
nel 1954 viene emanata una nuova legge per leliminazione delle abitazioni malsane di cui
si riportano le parti principali:
il Ministero dei lavori pubblici autorizzato a disporre la costruzione a spese dello stato di alloggi per
accogliere le famiglie allocate in grotte, baracche, scantinati, edifici pubblici, locali malsani e simili.
il Ministero dei lavori pubblici autorizzato a promuovere il trasferimento degli abitanti. a tal fine il
Comune procede alla dichiarazione della inabitabilit degli ambienti riconosciuti insalubri e il sindaco
ne ordina lo sgombero da effettuarsi in un termine alluopo prefisso.
Le case costruite sono di tipo popolare e debbono comprendere di regola alloggi da due a tre vani
utili e con un massimo di quattro oltre i servizi accessori.
Per la progettazione e per lesecuzione dei lavori, compreso lappalto, il ministero dei lavori pubblici
pu valersi, oltre che degli uffici del genio civile, degli istituti per le case popolari. Gli alloggi costruiti
ai sensi della presente legge sono trasferiti, dopo il collaudo, in gestione agli istituti per le case popolari.
Gli alloggi sono assegnati in locazione ovvero con patto di futura vendita.
i locatari degli alloggi pagano un corrispettivo annuo, da determinarsi dai ministri per i lavori pubblici
e per il tesoro, comprensivo di tutto o parte sia del frutto del capitale investito nella costruzione.
non hanno titolo a concorrere allassegnazione degli alloggi i nuclei familiari che hanno preso alloggio
in grotte, baracche, scantinati, edifici pubblici, locali malsani e simili successivamente alla data di pubblicazione della presente legge.
i locatari devono effettivamente occupare gli alloggi entro il termine massimo di quindici giorni dalla
data della consegna, sotto pena di decadenza.
vietato di cedere a qualsiasi titolo e in qualsiasi forma luso degli alloggi. il genio civile provvede,
allatto stesso del trasferimento degli assegnatari nei nuovi alloggi, ai lavori necessari per la demolizione
delle baracche e simili esistenti sul suolo di propriet dello stato e di altri enti pubblici nonch alla ostruzione delle grotte, caverne e simili. il Ministero dei lavori pubblici, qualora proceda alla formazione di
nuove borgate per famiglie gi alloggiate in case malsane autorizzato a costruire nellambito delle borgate stesse edifici aventi carattere sociale come scuole, asili, chiese, ricreatori e simili.
Per la costruzione delle case autorizzata la spesa, a carico del bilancio del ministero dei lavori pubblici,
di lire 8 miliardi per lesercizio 1953-54, di lire 10 miliardi per lesercizio 1954-55 e di lire 25 miliardi
per ciascuno degli esercizi dal 1955-56 al 1960-61 compreso.92
Gi nel settembre del 1954 il Ministero assegna la somma di 70 milioni di lire per un programma edilizio finalizzato alleliminazione delle abitazioni malsane da attuare nellintera provincia di Pistoia negli esercizi finanziari 1953-54 e 1954-55, attraverso i seguenti interventi.
Perizia 1
nel novembre del 1954 viene approvato il programma proposto dalliaCP di Pistoia per
limpiego delle risorse assegnate, che destina 49 milioni per la costruzione di alloggi nel
Comune di Pistoia. il progetto affidato alling. rauty nel dicembre prevede la costruzione
di tre edifici, due a tre piani per complessivi 18 alloggi e uno a quattro piani per 12 alloggi
(fig. 65). Gli edifici progettati secondo modelli prestabiliti hanno una pianta a t con tre
alloggi per piano distribuiti da una scala centrale. Le aree su cui costruire gli edifici devono
essere procurate dal Comune che si impegna a metterle a disposizione gratuitamente.
La ricerca si indirizza nella zona di via Castel de Guidi in prossimit delle case per indigenti
gi costruite in via Valiani ove sono possibili tre soluzioni: una a sud della via Castel de
Guidi e due a nord. nella zona si devono individuare anche il terreno per la costruzione
di un edificio per le scuole elementari. Ling. rauty, incaricato di esprimere un parere tecnico, dopo un accurato sopraluogo ritiene consigliabile scegliere larea in localit fornaci
a nord della via Castel de Guidi, pi vicina alla via antonelli e comunica che
92
Legge 9 agosto 1954, n.640, Provvedimenti per leliminazione delle abitazioni malsane.
60
La scelta dellarea accolta e ling. rauty procede alla progettazione dei primi tre fabbricati
che comporta le spesa di 49 milioni di lire.
i fabbricati comprendono 4 e 3 piani con scala centrale a comune e tre appartamenti per piano per
complessivi 30 appartamenti. La pianta ha una forma a t abbastanza adatta per ottenere una buona
insolazione per tutti gli alloggi. Gli alloggi sono di tre tipi: il primo di due vani (6 alloggi), il secondo
di tre vani (20 alloggi), il terzo di quattro vani (4 alloggi).94
il progetto approvato dal Ministero nel novembre 1956 con limpegno del Comune ad
acquistare e mettere a disposizione larea, che avviene effettivamente solo il 18 gennaio
1957. i lavori per la costruzione dei tre edifici sono appaltati alla ditta Gaetano Vannucci
di Pistoia con il ribasso del 4,49 per cento nellagosto del 1956.
i lavori iniziano il 21 gennaio 1957 e sono terminati il 19 marzo 1958 (fig. 66).95
Perizia 3
il 15 luglio 1956 ling. ezio Vivarelli presenta il progetto di un quarto edificio di quattro
piani e dodici alloggi da costruire sullarea messa a disposizione dal comune (fig. 65).
Ledificio, tipologicamente simile ai tre progettati dalling rauty, comporta la spesa di 19
milioni di lire ed approvato dal Ministero nel gennaio 1957.
La gara dappalto per laggiudicazione dei lavori si svolge nel gennaio del 1957 e viene
vinta dalla ditta Melani di Pistoia con un ribasso del 4,56 per cento.
i lavori iniziano il 25 marzo 1957 e sono terminati il 24 aprile 1958 (fig. 66).96
Via Valiani 2
nel dicembre 1957 il Ministero, proseguendo il finanziamento della legge per la eliminazione delle case malsane comunica di avere assegnato alliaCP di Pistoia altri 40 milioni
di lire. Listituto predispone un programma che prevede la realizzazione di due fabbricati
nel comune di Pistoia e uno nel comune di san Marcello.
Perizia 11
il comune di Pistoia provvede alla individuazione, allacquisto e alla cessione gratuita dellarea
necessaria nel marzo 1958. Larea si trova a nord di Capostrada lungo la via del Legno rosso,
ha una superficie di 1423 m2 ed stata acquistata dal proprietario armando Poli.
nel giugno 1957 listituto approva il progetto esecutivo dei due fabbricati di tre piani con
tre alloggi per piano elaborato dalling. rauty e sostanzialmente uguale a tutti quelli realizzati con la legge 640.
La gara di appalto svolta nel febbraio del 1958 vinta dalla ditta Gaetano Vannucci con
lo 0,10 per cento di ribasso.
i lavori iniziano il primo gennaio 1958 e terminano il 26 agosto 1959 (fig. 67).97
il 23 dicembre del 1957 il Ministero comunica di avere assegnato alliaCP di Pistoia 200
milioni di lire per proseguire nella provincia la costruzione di alloggi destinati allelimina
Lettera delling. rauty al Presidente delliaCP. oggetto: area in Comune di Pistoia per fabbricati del piano romita. 1 febbraio 1955. asCPPt, a 247.
94 relazione tecnica delling. rauty. 15 aprile 1955. Ibidem.
95 Ibidem.
96 Ibidem.
97 arCPPt, a 253.
93
61
zione delle case malsane, di cui 100 milioni nellesercizio 1957-58 e 100 milioni nellesercizio 1958-59. Listituto propone un programma che prevede la costruzione nel comune
di Pistoia di 50 alloggi con due interventi da 55 milioni ciascuno e altri 40 alloggi nei comuni di Pescia, san Marcello e Piteglio per i rimanenti 90 milioni.
Perizia 16
nel giugno del 1958 il Consiglio di amministrazione delliaCP approva il programma e i
progetti esecutivi delling. rauty per la costruzione di due gruppi di tre fabbricati a tre
piani e 27 alloggi su unarea a nord della via sestini che il Comune dovr reperire e mettere
a disposizione (fig. 65).98
infatti poco dopo, nel mese di settembre, la Giunta Municipale:
assume formale impegno di cedere gratuitamente allo stato unarea di 5.008 m2 per la costruzione di
50 alloggi minimi da parte delliaCP di Pistoia per un volume di 20.000 m3 e per limporto di lire 110
milioni.99
in seguito si riveler pi opportuno utilizzare solo la parte ovest dellarea prevista per la
costruzione dei primi tre edifici spostando altrove la realizzazione degli altri tre.
Larea di propriet del sig. silla Breschi viene acquistata dal Comune e ceduta allo stato il
26 maggio 1959.
il progetto dei tre edifici predisposto dalling. rauty presenta una tipologia a pianta stellare
di tre piani con tre alloggi per piano sostanzialmente uguali a quelli gi costruiti in via
Castel de Guidi e viene approvato dal Provveditorato nel marzo del 1959 per una spesa
prevista di 55 milioni di lire.
La gara di appalto vinta dallimpresa faCio di firenze con il ribasso del 4,50 per cento.
i lavori iniziano l8 giugno 1959 e sono rapidamente terminati il 25 febbraio del 1960 (fig.
68). il tracciato della strada di accesso agli edifici definito, dopo diverse variazioni, in
prosecuzione del tratto di via Valiani sulla quale si affacciano le case minime per indigenti.
La sua realizzazione, assieme alle necessarie sistemazione esterne, viene affidata a trattativa
privata alla ditta sorini arrighetto che esegue i lavori nei mesi di gennaio e febbraio del 1961.
Limporto aggiuntivo, rispetto al milione previsto nel progetto originario, di 2.672.000 lire,
viene riconosciuto con una perizia suppletiva a sanatoria, solo nel gennaio del 1964.101
Perizia 15, via Barbi e via Bartolina
Gli altri tre edifici inizialmente previsti in via Valiani non possono essere costruiti perch
non si riesce a concludere le trattative per lacquisto dellarea necessaria.
il Comune cerca altre localizzazioni in zone periferiche, ove il terreno ha prezzi pi accessibili, e individua due lotti uno per la costruzione di due edifici a Capostrada a sud di via
Barbi e un altro per la costruzione del terzo edificio al nespolo in via Bartolina (fig. 69).
Le aree vengono acquistate a trattativa bonaria e cedute al Genio Civile il 26 maggio 1959.
99
100
62
il progetto degli edifici sempre sullo stesso modello a stella di 3 piani con 3 alloggi per
piano per una spesa di 50.320.000 lire viene approvato nellagosto del 1959.
La gara di appalto si svolge nellaprile 1959 e viene vinta dalla ditta faCio con il ribasso
del 4 per cento.
i lavori iniziano l8 giugno del 1959 e sono terminati il 30 maggio 1960 (fig. 69).102
Via Valiani 1
Le case minime di via Valiani costruite molti anni addietro con mezzi di fortuna, sono
ormai fatiscenti e a densit troppo bassa essendo solo a piano terra.
nel 1968 liaCP decide di affrontare il problema, gi pi volte posto con la loro demolizione e ricostruzione per dare ai loro abitanti una soluzione abitativa pi decorosa Contemporaneamente anche il Comune affronta un problema analogo: dare una sistemazione
definitiva e dignitosa a tutti quei residenti pi o meno abusivi, che sopravvivono in condizioni di estrema indigenza negli squallidi e antigienici ambienti di san Mercuriale e di
altre antiche fabbriche cittadine.
si costituisce una specie di consorzio informale fra il Comune, liaCP e la Provincia di
Pistoia per costruire gli alloggi necessari per conseguire entrambi gli obiettivi e, per consentire lapplicazione di un canone basso, adeguato alle condizioni economiche dei soggetti
interessati, viene coinvolta anche la Cassa di risparmio che concede mutui a eccezionali
condizioni di favore.
anche tutta larea attorno agli alloggi minimi costruiti nel 1945 in via Valiani, dopo gli interventi della legge 640 sopra ricordati, presenta una sistemazione urbanistica confusa per
la viabilit, la carenza di verde e la trascuratezza delle sistemazioni esterne.
il progetto, affidato allarch. Marcello frasca del comune e alling. Gianfranco Biagini delliaCP si propone di riqualificare lassetto urbanistico e edilizio di tutta la zona est di via
antonelli in coordinazione con il piano di lottizzazione e di ristrutturazione che la interessa.
il progetto prevede la demolizione dei sei edifici minimi esistenti
che sorgono lungo la via Valiani e la loro sostituzione con un
unico grande edificio. La via Valiani viene spostata verso est e
collegata funzionalmente con la via antonelli, la via Castel de
Guidi e con le strade previste dalla lottizzazione vicina. Viene
inoltre inclusa la sistemazione di unampia area a verde attrezzato
a ovest delledificio fino alla riva del rio diecine (fig. 70). il progetto delledificio che contiene 40 alloggi, una scuola materna e
servizi collettivi viene approvato, assieme al finanziamento dei
250 milioni preventivati, nel febbraio 1971.103
i lavori sono appaltati nel marzo del 1971 alla ditta Co.Ge.Ca.
il cantiere si apre il 15 marzo 1971 e i lavori sono ultimati dopo varie sospensioni e proroghe il 1 gennaio 1974 (fig. 71).104
asCPPt, a 258.
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 3 del 18 febbraio 1971. asCPPt, a 985.
104
asCPPt, a 567, a 1046.
102
103
63
nel settembre 1955 il Ministero dei Lavori Pubblici assegna alliaCP di Pistoia un contributo del 4 per cento per 35 anni sulla spesa di 200 milioni di lire, di cui alla legge 408/1949.
il mutuo corrispondente viene concesso dalla Cassa di risparmio a condizioni molto favorevoli.
Listituto decide di impegnare questi finanziamenti per la costruzione di otto case multiple
per complessivi 32 alloggi a Pistoia in via sestini per un costo di 153 milioni di lire e di un
fabbricato di 15 alloggi a Pescia dellimporto di 52 milioni di lire.105
nella stessa seduta il Consiglio autorizza lacquisto dellarea su cui costruire gli edifici in via
sestini dal proprietario niccolai-Lazzerini. Lappezzamento di terreno seminativo di forma
trapezoidale ha una superficie di 13.000 m2 e costa 865 lire al m2 per un totale di 12 milioni
e mezzo.
il 15 marzo 1956 ling. rauty progetta in questarea un piccolo villaggio di otto case multiple
per complessivi trentadue alloggi denominato Villaggio Cassa di risparmio (fig. 72).
La relazione tecnica descrive cos il progetto:
La zona, nella immediata periferia nord della citt, dista dal centro di questa non pi di 1500 metri.
in ottima posizione, ben aerata e ventilata, su una buona strada di comunicazione servita da automezzi pubblici () Le otto case, identiche fra loro oppure ricavate per ribaltamento speculare, sono disposte sopra un lotto
di terreno di circa 13.000 m2 in modo da formare un piccolo
villaggetto autonomo e compiuto in se stesso. una strada interna di lottizzazione si distacca dalla via sestini, si snoda a ferro
di cavallo e torna nuovamente sulla via sestini, dando accesso
a tutte le casette () prevista poi la costruzione di altre piccole che permettono laccesso a tergo dei resedi privati, sui quali
potranno essere costruiti dei box per rimessa (uno per ogni alloggio) () Ciascuna casa, su due piani fuori terra, costituita
da quattro alloggi due al piano terreno e due al primo piano.
Ciascun alloggio ha un ingresso indipendente dallesterno ()
a ciascun alloggio annesso un appezzamento di terreno da
sistemare a giardino sul davanti e ad orto sul retro.106
105
106
64
LinCis aveva gi realizzato a Pistoia nel 1929 nei pressi di piazza del Carmine, nella via
XXViii ottobre (ora via Cosimo trinci), la costruzione di tre edifici (1 lotto)107 e stava da
tempo cercando di acquistare unarea per la costruzione di altri fabbricati (2 e 3 lotto).
nel 1942 inizia la trattativa per lacquisto di unarea in angolo fra il viale Malta e la via del
funaro di 4.864 m2, che viene definito con atto del 4 gennaio 1943, ma la guerra impedisce
di procedere alla costruzione degli edifici programmati.
nellimmediato dopo guerra, come si visto, il comune tenta pi volte senza esito di acquistare tale area per la costruzione degli edifici per i senzatetto.
il terreno ha una forma quadrangolare ed diviso in due lotti uno in angolo fra la via del
funaro e il viale Malta (2902 m2) e laltro in angolo fra la via del funaro e la via del Piloto
(2962 m2).
sui due lotti vengono progettati due edifici (fig. 74), il primo composto da due corpi collegati di tre piani con due alloggi per piano serviti da un vano scala centrale per complessivi
12 alloggi finanziato con la legge 408.
i lavori, appaltati nellaprile del 1952 allimpresa saCC, iniziano il 21 aprile 1952 e terminano il 5 giugno 1953 (fig. 75).
La planimetria del progetto originale in via del funaro prevede la sistemazione a verde del
terreno residuo del primo lotto e la costruzione di un edificio con il lato lungo parallelo
alla via del funaro sullaltro lotto. Ma la Pubblica sicurezza convince linCis a vendere una parte del terreno per costruire alloggi per i suoi dipendenti per
cui la disposizione viene cambiata: il verde si riduce
e ledificio del secondo lotto viene ruotato di 90 gradi
disponendo il lato lungo sulla via del Piloto.
in questo modo si ricava un lotto centrale rettangolare di circa 500 m2 disposto sulla via del funaro sul
quale viene costruito dalla ditta iozzelli Gino un edifico di 4 piani con 8 alloggi e 40 vani per gli agenti di
Pubblica sicurezza.
i lavori iniziano nel maggio del 1954 e sono terminati
nel 1955 (fig. 75).
il terzo edificio (secondo lotto) costruito sullarea acquistata nel 1943 si compone di due corpi fabbrica
collegati da un vano scala, di quattro piani con 16 alloggi complessivi.
i lavori sono appaltati alla ditta faCio di firenze nel novembre del 1960, iniziano il 13
novembre 1960 e sono ultimati il 15 aprile 1962 (fig. 75).108
107
108
asCPPt, C 230.
asCPPt, a 275.
Il Villaggio Belvedere
65
IL VILLaggIo BeLVeDere
Lacquisizione dellarea
nel 1957 lina-Casa sta concludendo le trattative con il proprietario, sig. tessi, per lacquisto di unarea di 50.000 m2 in localit Belvedere, lungo la via dalmazia, immediatamente
a sud del Parco della villa Puccini di scornio ma le trattative non riescono a giungere a
conclusione poich la sovrintendenza ai monumenti impone
lobbligo di lasciar libero da costruzione un tratto di m 200 x 50 circa lungo il lato sud del viale dei
platani che immette al Villone Puccini. Lina Casa aveva gi concordato il prezzo di lire 730 a m2
per lintera area, ed ora non pi disposta a corrispondere il prezzo totale del terreno con lobbligo
di lasciare inutilizzato per le costruzioni il tratto vincolata.109
Pertanto liaCP autorizza il suo presidente a trattare per lacquisto di 17.000 m2 di terreno
dal sig. Burchietti, di 31.000 m2 da don Berti per una superficie complessiva, aggiungendo
i 4.000 m2 ceduti dal sig. tessi, di 52.000 m2 che danno la possibilit di affrontare con tranquillit e sicurezza i futuri programmi dellistituto.
di fatto lacquisto dal Burchietti non si concretizza mentre vanno a buon fine sia lacquisto
di circa 50.000 m2 da parte dellina-Casa dal sig. tessi sia lacquisto di circa 30.000 m2 delliaCP da don Berti, con la cessione gratuita dei 4.000 m2 destinati ad attrezzature pubbliche.
Latto di acquisto del terreno fra il proprietario Berti e il presidente delliaCP antonio
Cariglia viene stipulato il 28 settembre 1957.
Larea cos descritta nella perizia estimativa predisposta per la valutazione del terreno:
ha un fronte sulla via Comunale di Valdibrana di metri 230 con una profondit massima di metri 130 per
una superficie complessiva di 29.500 m2 () La contiguit dellarea con quella di propriet della Gestione
ina-Casa ha consentito di sviluppare un piano edilizio coordinato con la creazione di un nuovo villaggio
autosufficiente. Lattivit costruttiva in corso nel nuovo villaggio (ina-Casa) e lesecuzione di importanti
opere di pubblica utilit (strade, acquedotto, fognature, illuminazione elettrica, zone a verde, ecc.) ha completamente rivalutato una zona che pur avendo fino a pochi anni fa una assoluta destinazione agricola
presenta i pi importanti requisiti per un nuovo insediamento residenziale. La zona infatti, posta sulle ultime propaggini dellappennino, gode di una posizione pi elevata rispetto alla pianura e presenta di conseguenza migliori caratteristiche di salubrit e di ventilazione. La giacitura del terreno in leggero declivio
consente costruzioni su quote diverse in modo da lasciare a ciascun edificio il godimento del panorama
verso le colline circostanti. La natura del terreno costituita da ghiaia mista ad argilla, si presenta in genere
assai favorevole per sopportare i carichi trasmessi dalle fondazioni (fig. 76).111
da notare che due mesi dopo, nel dicembre 1957, viene adottato il nuovo piano regolatore
comunale che nella prima versione classificava le aree comprese fra quelle acquistate dal
66
Il piano urbanistico
Il Villaggio Belvedere
67
con lettere maiuscole dalla a alla P), pi due edifici destinati a centro sociale e asilo nido (fig. 79).
La progettazione degli edifici i, L e M, posti nella fascia sud dellarea ina Casa affidata allarch. Leonardo ricci, ma gli edifici
non saranno realizzati, escluso uno che viene spostato a ovest.
Larea risultante viene cos destinata a verde pubblico per il gioco
dei bambini e per la costruzione della chiesa che sar poi progettata
dallarch. Giovanni Michelucci. il progetto della nuova e definitiva
sistemazione viene proposto nel gennaio 1958 (fig. 80) ed accompagnato da una relazione che lo illustra:
e prosegue
Lo schema viario interno costituito da una arteria di spina che, dalla via
dalmazia, conduce a quel viale che, richiesto dalla soprintendenza ai Monumenti, sale dalla strada comunale vecchia di Valdibrana ad est e giunto al
confine ovest dei terreni di propriet delliaCP si dirige nella direttrice del
68
Villone Puccini, concludendosi in una piazza nella quale sono stati ubicati il centro sociale ed un asilo
nido e scuola materna.
Particolare andamento, essendo legato alla conformazione del terreno, ha questa via che, partendo
dalla piazza a sud della Villa Puccini, dopo aver superato il maggior dislivello, si biforca per scendere,
con ambedue i rami, sulla strada comunale vecchia di Valdibrana a nord e sud, servendo i vari edifici
residenziali situati nei terreni di propriet delliaCP.
Per quanto concerne larea di propriet della Gestione ina-Casa si hanno, tre zone nettamente distinte:
a) unampia fascia al confine nord, soggetta a vincolo non aedificandi, della profondit di circa m 50 e
della lunghezza di circa m. 240, destinata prevalentemente a parco e giardini pubblici, nella quale sono
state concentrate tutte le attrezzature sportive e di svago, di carattere collettivo;
b) una zona residenziale compresa fra questa e larteria principale di collegamento della via dalmazia
con il Centro, caratterizzata dallorientamento costante dei fabbricati secondo un asse nord-sud; la
composizione a pettine di questi edifici residenziali a tre e quattro piani stata suggerita dal desiderio
di far sentire direttamente a tutti gli abitanti del quartiere, anche i pi lontani, limportante polmone
di verde allestremo nord del complesso; i fabbricati che si attestano sulla strada sono collegati fra
loro da una tettoia per il ricovero dei cicli e motocicli di propriet degli abitanti i fabbricati
c) un secondo nucleo residenziale a mezzogiorno della strada principale di collegamento est-ovest,
caratterizzato da fabbricati a due piani con disposizione a nastro che, contrassegnando con un elemento continuo laspetto e la funzione della strada, conducono dalla Via dalmazia al centro del quartiere residenziale.
Lingresso allunit di abitazione dalla via dalmazia sottolineato a nord da un fabbricato a quattro
piani che, disposto ortogonalmente, la via dalmazia stessa, fiancheggia per un breve tratto la via principale interna per poi dirigersi verso la zona verde concludendo la serie dei fabbricati a pettine; a sud
dal centro commerciale che, arretrato rispetto alla via dalmazia, affaccia i suoi negozi su questa e
sulla via principale interna, attestandosi a mezzogiorno ad un fabbricato a quattro piani che chiude a
sud la piazza pedonale antistante i negozi.
il centro commerciale servito sul retro da una piazzetta veicolare dalla quale, attraverso due passaggi
coperti, si filtra pedonalmente sulla piazza prospiciente la via dalmazia.
Per il centro sociale invece e per lasilo nido e scuola materna, stata prescelta una posizione baricentrica rispetto a tutto il complesso residenziale, di fronte alla Villa Puccini collegato al centro sociale,
ledificio scolastico ubicato in prossimit della zona verde, in immediato contatto con questa.
La densit; edilizia riferita ai complessivi 83.080 m2, di 260 ab/ha, cosi suddivisa: ina-Casa, superficie terreno 56.730 m2 con una densit di 214 ab/ha; iaCP Pistoia, superficie terreno 26.350 m2 con
una densit di 375 ab/ha.115
115 Quartiere residenziale di case per lavoratori in Pistoia, via dalmazia, localit Belvedere. Progetto urbanistico. relazione
del progettista arch. roberto Cantamessi, 30 gennaio 1958. asCPPt, a 551.
Il Villaggio Belvedere
69
Lurbanizzazione
i quattro interventi ina-Casa realizzati in via Pagliucola avevano dimensione ridotte (2, 3 o
4 edifici) e comunque si era tentato, secondo le indicazioni della nuova legge, di progettare
i complessi edilizi in maniera unitaria assieme alla sistemazione di pi ampi spazi a verde e
con linserimento, nel primo intervento, di un edificio destinato a centro di servizi sociali.
Larea di Belvedere acquistata dalla gestione ina-Casa assai pi ampia e si presta meglio
alla progettazione di un piano complesso con edifici residenziali e di servizio (negozi,
scuola, centro sociale, chiesa e canonica) e con ampi spazi a verde per il gioco e lo sport.
il piano dellarch. Cantamessi un vero e proprio piano urbanistico preventivo di elevata
qualit progettuale se confrontato con le lottizzazioni private autorizzate dal Comune nello
stesso periodo. La sua realizzazione sar abbastanza rispettosa del progetto iniziale, sia per
la ubicazione e forma degli edifici residenziali, sia per lallestimento della viabilit e degli
spazi esterni, unica eccezione la scuola, prevista vicino al centro sociale e che sar costruita
pi a sud, fuori dal villaggio (fig. 80).
La realizzazione delle opere di urbanizzazione avverr in due tempi; prima le opere primarie, strade acquedotto e fognatura e rete elettrica per consentire la costruzione dei nuovi
edifici e il loro allacciamento alle reti e poi le sistemazioni esterne, il verde gli impianti per
il gioco e lo sport, il centro sociale.
nel 1957 i progetti dei primi edifici sono rapidamente approvati e nel maggio del 1958 si
aprono i primi cantieri, che rendono urgente avviare la costruzione delle opere di urbanizzazione in particolare della strada principale che consente laccesso ai cantieri.
nellaprile del 1958 viene espletata una gara bonaria per i primi lavori per consentire laccesso
allarea. Questi lavori consistono nella copertura
della gora esistente lungo la via dalmazia, nellabbattimento del muro di contenimento e nello
spianare il terreno sopraelevato e comportano
una spesa di 1.494.750 lire. Per lassegnazione si
espleta una gara vinta dalla ditta arrighetto sorini
dini che inizia i lavori il 21 aprile 1958 e li termina
il 9 luglio 1958.
70
in seguito si rende necessario coprire un ulteriore tratto di gora, rifinire il raccordo con la
via dalmazia, recingere il cantiere ove gi avviata la costruzione degli edifici, allacciare
provvisoriamente lacquedotto e altri lavori preliminari che vengono affidati alla stessa
ditta nello stesso mese di luglio con un nuovo contratto.
Con il progredire dellattivit costruttiva si procede alla realizzazione dellossatura viaria e
dellacquedotto che viene affidata a trattativa privata alla stessa ditta con un contratto del
luglio 1958 per un importo di 9.183.329 lire, gravanti sulla perizia principale di attrezzatura
dellarea dellimporto di 71.400.000 lire.
Questi lavori sono iniziati il 24 luglio 1958 e sono terminati il 30 dicembre del 1958.
il 27 aprile del 1959 si svolge la gara per laggiudicazione dei lavori di costruzione della
rete fognaria per un costo di 8.105.168 lire; la gara viene vinta dalla ditta sorini, unica partecipante, con il ribasso del 2 per cento. i lavori, iniziano il 27 aprile 1959. durante lesecuzione si manifestano difficolt impreviste che rendono necessario lesecuzione di alcune
opere di imbrigliamento di alcune falde superficiali, modificare la fognatura proveniente
dagli edifici n, P e del Centro sociale e costruire una cabina di clorazione non prevista
per consentire ai liquami di essere sversati nel torrente Brana. tutto ci comporta un aumento dei costi di oltre 4 milioni.
i lavori sono dichiarati ultimati il 20 agosto 1959 e il 26 settembre si
ravvisa la convenienza di provvedere allappalto dei lavori per la costruzione e sistemazione delle
strade, per un importo di lire 11.343.000, mediante trattativa privata con la locale impresa sorini la
quale, per avere gi eseguito nella localit fognature, strade di collegamento e altre opere di sistemazione esterna, da pieno affidamento per seriet e capacit di esecuzione.116
Limpresa sorini accetta di applicare lo stesso ribasso del 2 per cento della gara per le fognature e i lavori iniziati il 26 settembre 1959 sono praticamente terminati il 4 giugno del 1960.
Per le sistemazione esterne larch. Cantamessi aveva dimensionato e previsto due aree, una
pi importante a nord al confine con il viale della villa Puccini e una a sud. Larea a nord
utilizzata per il complesso dei campi sportivi (palla a volo, palla a canestro, gioco del calcio),
mentre nellarea a sud prevista la realizzazione di una zona erbosa, due zone di panchine
per gli adulti, recinti di arenili per il gioco dei bambini e uno spiazzo libero in terra battuta.
Con lavvio della costruzione del centro sociale si provvede alla sistemazione dellarea antistante e, per lurgente necessit di addivenire allultimazione di tutte le opere esterne, redatto
dallufficio tecnico un progetto che comprende anche la sistemazione della piazza principale,
la costruzione di una vasca, la sistemazione dei vialetti e gli allestimenti a verde.
i lavori sono affidati alla ditta Mario Bruschi di Pistoia che li inizia il 21 marzo e li conclude
il 14 maggio.
Per la sistemazione delle aree a verde di tutta la zona sempre a cura dellufficio tecnico si
redige un progetto per un importo di 3.325.000 lire la cui realizzazione affidata bonariamente alla stessa ditta Bruschi che inizia i lavori il 2 aprile 1960 e li conclude il 9 luglio
1960. Ma la sistemazione definitiva delle aree esterne con il completamento delle recinzioni,
delle fognature, dei passaggi pedonali, dei marciapiedi, della bitumatura, della sistemazione
della piazza antistante la chiesa e della rifinitura delle sistemazioni a verde richiede unulteriore perizia di 10 milioni di lire e i relativi lavori sono ultimati solo allinizio del 1962.117
gli edifici a, B, C, D
il progetto dei quattro edifici (a, B, C, d) posti allestremit sud ovest dellarea destinata agli
insediamenti ina Casa viene redatto dal Gruppo dellarch. Cantamessi nel 1958 (fig. 81).
Contratto di appalto dei lavori per la costruzione e sistemazione delle strade nel quartiere Belvedere in via dalmazia
a seguito di trattativa privata. 26 settembre 1959. asCPPt, a 273.
117 asCPPt, B 606, B 259, a 273, C 109.
116
Il Villaggio Belvedere
71
i fabbricati a e d sono specularmente uguali, di cinque piani e con ossatura in cemento armato. il fabbricato B ad un solo piano, comprende cinque
negozi ed ha una struttura in mattoni pieni. il fabbricato C a due piani, comprende undici negozi al
piano terreno e sei alloggi al primo piano ed ha una
struttura a mattoni pieni.
il progetto viene approvato dalla direzione della gestione ina-Casa di roma il 21 marzo 1958, con
lesclusione momentanea del fabbricato B di soli negozi e dei negozi del fabbricato C per il quale si autorizzano solo le strutture necessarie alla realizzazione
degli alloggi. il costo delle opere previsto in
98.069.000 lire. La gara dappalto, esperita il 17 aprile 1958, aggiudicata dalla ditta Magnani di Pescia con un ribasso dello 0,70 per cento.
il cantiere viene aperto il 16 maggio 1958 e i lavori, dopo la concessione di sospensioni e
proroghe per complessivi 246 giorni, sono ultimati il 28 febbraio 1960. durante lesecuzione dei lavori si sblocca anche lautorizzazione per la costruzione dei negozi delledificio
C e delledificio B interamente a negozi che vengono assegnati alla stessa ditta Magnani a
trattativa privata.
i lavori iniziano nel dicembre 1959 e sono ultimati il 31 marzo 1960 (fig. 84).118
gli edifici e, f, g, H
Gli edifici e, f, G, e H sono edifici simili collegati in serie e posti al centro dellarea. il
progetto redatto dal Gruppo dellarch. Leonardo savioli viene appaltato a trattativa privata allimpresa
Costantino Vannucci e figli (fig. 81).
i lavori iniziano il 21 maggio 1958 e terminano il 31
maggio 1960 (fig. 85).119
il progetto savioli si differenzia dalle tipologie normalmente utilizzate, assai originale e interessante,
con distribuzione a ballatoi e percorsi pedonali sopraelevati; ma la sua realizzazione presenter notevoli
inconvenienti per l'insufficiente protezione dall'acqua
e dall'insolazione degli infissi. Le proteste degli abitanti porteranno alcuni anni dopo a interventi di ristrutturazione.
gli edifici n e o
Gli edifici n e o sono posti alle due estremit ovest ed est dellinsediamento ina-Casa.
il progetto delling. Letterio donato rispetta con il massimo rigore la planimetria del piano
urbanistico e prevede due edifici identici di 4 piani sopra i cantinotti al piano terra per 24
alloggi distribuiti da tre vani scale (fig. 81). il progetto approvato nellaprile del 1958 per
un importo di 62.700.000 lire per edificio. i lavori sono appaltati nellaprile dello stesso
anno alla ditta tesi Guido con un ribasso dell1,27 per cento. il cantiere ha inizio i lavori
il 21 maggio 1958 e i lavori terminano regolarmente il 16 maggio 1960.120
Ledificio I
Ledificio i inserito nel piano urbanistico a sud tra la piazza il terreno riservato al gioco
per bambini e, diversamente a tutti gli altri, un edificio di due soli piani con dieci alloggi
72
a schiera (fig. 81). il progetto, redatto dallufficio tecnico delliaCP comporta una spesa
di 22.850.000 lire ed approvato nel gennaio del 1959. i lavori sono appaltati a trattativa
privata allimpresa Costantino Vannucci che li inizia il 3 luglio 1959 e li termina, dopo una
sospensione di tre mesi per cause di forza maggiore, il 7 luglio 1960.
i lavori di una perizia suppletiva redatta per la costruzione di ripostigli e lavatoi sono terminati nellagosto del 1961.121
Ledificio P
il fabbricato P fa parte di un nucleo di due edifici (di cui laltro non sar mai costruito) previsto a levante fra il centro sociale e la via di Valdibrana su unarea di 3960 m2 ceduta, nel
febbraio del 1959, dalliaCP alla gestione ina-Casa. il progetto dellarch. Cantamessi prevede la costruzione di un edificio di quattro piani con quattro appartamenti per piano, serviti
da due gruppi scale (fig. 81). il progetto approvato nellaprile 1958 e comporta una spesa
di 42.680.000 lire. i lavori sono aggiudicati a trattativa privata alla ditta cooperativa aCLi di
Campo tizzoro con il ribasso dello 0,25 per cento. il cantiere inizia a lavorare il 10 giugno
1958 con limpegno a terminare in 360 giorni; ma laggiunta di quattro perizie suppletive e
la sospensione di 492 giorni, protraggono lultimazione fino al 7 ottobre 1960.122
Il Centro sociale
il progetto urbanistico complessivo prevede la realizzazione di un edificio destinato ad attivit sociali e sanitarie ubicato nella parte nord, immediatamente a sud della villa Puccini e
prospiciente la piazza principale dellinsediamento
(fig. 81). il progetto delledificio redatto dallarch.
rivieccio e comprende un solo piano diviso in due
corpi separati riuniti da un loggiato. Le attivit di
gruppo sono state ubicate nelledificio pi esteso
(circa 445 m2). La costruzione comporta la spesa di
25.380.000 lire e viene approvato nel marzo 1961. La
gara esperita nellagosto va deserta e avendo riscontrata la impossibilit di appaltare anche a trattativa privata viene elaborato a cura delliaCP un nuovo
progetto che diminuisce la cubatura dellimmobile eliminando un corpo di fabbrica. La nuova gara indetta
nel marzo 1963 per un importo di 24.869.000 lire va
nuovamente deserta e non si riesce ad appaltare i lavori nemmeno a trattativa privata. Pertanto si ritiene
opportuno procedere ad un aggiornamento dei
prezzi che porta il costo prima a 35 milioni e poi ancora a 40.215.000 lire. La gara di appalto svolta nel
luglio 1964 viene vinta dallimpresa Primario Biagioni
di Quarrata con un ribasso dello 0,70 per cento. i lavori iniziano il 2 settembre 1964 e dopo
la concessione di proroghe e sospensioni sono ultimati il 10 marzo 1966 (fig. 86).123
Parallelamente alla costruzione degli edifici finanziati con la legge ina-Casa, la legge 408
continua a garantire una continuit di finanziamenti che consente alliaCP di proseguire
un suo consistente programma costruttivo sui terreni acquistati in via di Valdibrana.
asCPPt, C 322.
asCPPt, B 232.
123 asCPPt, a 942.
121
122
Il Villaggio Belvedere
73
i terreni, come abbiamo visto, sono scoscesi con notevoli dislivelli fra la via di Valdibrana
e la via dalmazia e richiedono opere di urbanizzazione impegnative gi disegnate dal piano
urbanistico complessivo. La viabilit principale (viale Belvedere) parte dalla via di Valdibrana e si sviluppa in salita con due tornanti ad esse e una consistente pendenza fino a
raccordarsi con il viale nord-sud proveniente dal villone Puccini. (fig. 80).
dalla prima curva si stacca una strada in quota (via Vecchio oliveto) che distribuisce il
traffico alle altre costruzioni previste dal piano. Pertanto gli edifici possono essere costruiti
solo dopo lallestimento della viabilit e delle altre opere di urbanizzazione primaria partendo dalla via di Valdibrana gi esistente.
Lurbanizzazione
il costo dellurbanizzazione dellarea acquistata dalliaCP non compreso nelle perizie
dei singoli interventi, la costruzione degli edifici inizia prima che si sia provveduto a finanziare e appaltare le opere di urbanizzazione primaria e pertanto si procede confusamente con perizie parziali a realizzare di volta in volta le opere necessarie per laccesso ai
singoli lotti.
il Consiglio delliaCP affronta la questione dellurbanizzazione dellarea del Villaggio Belvedere di propria competenza diretta nel novembre 1958, quando si sono gi aperti i cantieri dei primi edifici sulla via di Valdibrana, dichiarando che:
Listituto autonomo per le Case Popolari ha predisposto un progetto di un nuovo centro abitato in
localit Belvedere coordinato con il villaggio ina-Casa, a tal uopo ha reperito unarea di 29.499 m2
con una spesa complessiva fra acquisto ed altri oneri consequenziali di circa lire 29.499.400.
naturalmente lintera area dovr essere attrezzata e dotata dei servizi pubblici essenziali quali strade,
fognature, acquedotto, recinzione ecc. per le quali stata predisposta una perizia dettagliata dellimporto globale di 30 milioni. ii costo complessivo dellarea attrezzata risulta pertanto di lire 59.499.500.
ii progetto generale prevede la costruzione di 180 alloggi per un totale di 934 vani. si ritiene pertanto
che, sopratutto per ragioni di unequa distribuzione della spesa sia necessario ripartire lintera somma
proporzionalmente fra i singoli alloggi tenendo conto della consistenza in vani e della area privata o
condominiale annessa.124
124
deliberazione del Consiglio di amministrazione delliaCP n.9 dell8 novembre 1958. asCPPt, a 973.
74
una disponibilit complessiva per lacquisto dellarea e per la realizzazione delle opere di
urbanizzazione notevolmente inferiore a quella che deriva dalla ripartizione proporzionale
dei costi complessivi.
il Consiglio dellistituto approva pertanto, in via di massima, una nuova perizia generale
di 59.499.500 lire per lattrezzatura di tutta larea e finanzia il progetto esecutivo per la realizzazione delle prime opere di urbanizzazione necessarie per accedere ai dieci edifici gi
iniziati o di imminente avvio per un importo di 29.510.250 lire.
un primo stralcio realizzato dalla ditta sorini incaricata bonariamente di sistemare la viabilit provvisoria per consentire laccesso ai dieci cantieri e la sistemazione delle opere
esterne relative per una cifra complessiva di 3.800.000 lire.
nel marzo del 1959 viene approvato il progetto redatto dalling. rauty per la realizzazione
di un secondo stralcio delle opere di urbanizzazione (sistemazioni stradali, fognatura, acquedotto e recinzioni) per una spesa di 9.976.350 lire.
nel maggio del 1959 si svolge la gara di appalto che vinta dalla ditta arrighetto sorini di
Pistoia con il ribasso dell1,50 per cento.
i lavori iniziano il 6 luglio 1959, quando 5 fabbricati sono gi terminati e gli altri 5 sono in
fase avanzata (4 in costruzione saranno ultimati nel gennaio 1960 e lultimo nellagosto
dello stesso anno) e sono gi ultimati il 3 ottobre 1959.
successivamente vengono redatti altri tre progetti per le sistemazioni esterne rispettivamente dalling. rauty, dalling. Giannini e dallarch Giovan Battista Bassi per una somma
complessiva di 7.500.000 lire. Con questa somma vengono rimborsati i maggiori oneri di
2,5 milioni di lire risultanti dai lavori effettuati dalla ditta sorini e viene finanziata una
nuova perizia per 5 milioni appaltata allimpresa rosi.
Per i lavori rimanenti, che comprendono la sistemazione a verde, parte della massicciata e
la bitumatura di tutte le strade fino al limite dei negozi il Consiglio:
Visto che la locale impresa sorini dino arrighetto, la quale ha gi eseguito la maggior parte delle
opere di attrezzatura, si dichiarata disposta ad assumere subito lappalto dei lavori rimasti da eseguire
senza alcun ribasso accettando per di riscuoterne limporto non prima del 31 dicembre 1960125,
e quindi approva la perizia di 6.690.000 lire per la esecuzione dei rimanenti lavori di sistemazione delle aree di Belvedere; e ne affida lesecuzione a trattativa privata alla medesima
impresa. i lavori sono completati nel corso dellanno 1960.
Ma la sistemazione definitiva dellarea comprendente il proseguimento della via del Vecchio
oliveto, alcune sistemazioni stradali e la rifinitura delle aree libere viene eseguita negli anni
successivi e finanziata a sanatoria con 11,5 milioni nel settembre 1965.
infine vale la pena di ricordare che nel 1962 si progetta unautorimessa interrata da realizzare sullarea libera rimasta sulla via di Valdibrana, fra ledificio XV e quello per i giovani
sposi del costo di 12.000.000 di lire ma la gara dappalto per la sua realizzazione, indetta
nel luglio del 1972, va deserta126 e il progetto non sar mai realizzato.127
Perizia 35: fabbricati I e II; perizia 36: fabbricato III; perizia 37: fabbricato XI
nel dicembre del 1956 il Ministero assegna sulla legge 408 allistituto un contributo del
4 per cento per trentacinque anni nella spesa di 200.000.000 di lire. Centocinquanta milioni sono destinati al Comune di Pistoia met per la costruzione di alloggi da assegnare
in locazione e met per alloggi con patto di futura vendita.
Il Villaggio Belvedere
75
su tale finanziamento si elaborano i progetti di quattro edifici due affidati alling. rauty e
due alling. abruzzini.
Gli edifici i e ii e iii (fig. 81) sono i primi ad essere iniziati perch immediatamente accessibili: i primi due si fronteggiano ai lati della piazzola, dalla quale si diparte la strada di
accesso al quartiere, che si trova nelle immediate vicinanze della via di Valdibrana e il terzo
si trova sulla stessa via su cui ha laccesso diretto.
il progetto delling. rauty (fabbricati i e ii) prevede due edifici a forma stellare, di quattro
piani, con scala al centro e tre appartamenti per piano per complessivi 24 appartamenti:
16 di cinque vani e 8 di sei. il progetto comporta una spesa di 65.000.000 di lire ed approvato nellaprile del 1958. La gara di appalto si svolge nellaprile del 1958 e viene vinta
dalla ditta f.a.C.i.o. di firenze con il ribasso del 4 per cento. il cantiere si apre il 12 giugno
1958 e ultima regolarmente i lavori il 6 giugno 1959.
il primo progetto delling. abruzzini (fabbricato iii) prevede un edificio composto da due
corpi affiancati ciascuno con due appartamenti per piano ed un vano scale per complessivi
12 alloggi di 3 vani utili pi servizi con una superficie utile compresa fra i 70 e i 75 m2.
il progetto prevede una spesa di 32 milioni di lire ed approvato nellaprile del 1958.
La gara di appalto vinta dalla ditta f.a.C.i.o. con il ribasso del 4 per cento.
i lavori sono avviati il 12 giugno 1958 e ultimati il 3 agosto 1959 (fig. 87).
il secondo fabbricato progettato dalling. abruzzini, (edificio Xi, fig. 81), si trova sulla seconda rampa della strada che dalla via di Valdibrana sale fino alla quota della villa Puccini.
il progetto prevede un fabbricato di tre piani con due appartamenti per piano distribuiti
da un vano scala centrale e con la facciata prospiciente la strada orientata a sud est. Gli appartamenti sono di quattro vani pi servizi con una superficie compresa fra i 90 e i 93 m2.
il progetto costa 14.407.000 lire, ed approvato nellaprile del 1958. La gara di appalto
vinta dalla ditta Leopoldo ancillotti di Lamporecchio con un ribasso del 2,27 per cento.
i lavori sono iniziati il 14 agosto 1958 e, dopo sospensioni per 41 giorni e una proroga di
90 giorni, vengono ultimati il 18 giugno 1959.128
Perizia 34: fabbricato IV
anche il fabbricato iV finanziato, come gli edifici precedenti, con i 200 milioni stanziati
sulla 408. Ledificio ubicato allinizio della strada che si stacca dalla prima rampa, che
sale dalla via di Valdibrana, e si estende in quota verso nord (fig. 81). il progetto redatto
dalling. rauty costituito da un corpo di fabbrica centrale con tre piani fuori terra e uno
scantinato e due ali laterali con tre piani. Le ali laterali sono sfalsate rispetto a quella centrale
in modo che si accede ad un solo quartiere per ogni ripiano. Gli appartamenti sono di
quattro vani utili pi servizi ed hanno una superficie compresa fra i 70 e i 75 m2. il progetto
comporta una spesa di 27.970.000 lire ed approvato nel maggio 1958. La gara di appalto
vinta dalla ditta f.a.C.i.o. di firenze con un ribasso del 4 per cento.
i lavori sono iniziati il 12 giugno 1958 e dopo una sola sospensione di 60 giorni sono regolarmente terminati il 6 giugno 1959 (fig. 87).129
Perizia 26: fabbricati V e VI
il progetto per questo edificio era gi stato elaborato per la via Pagliucola nel 1955 e finanziato
con un mutuo di 145 milioni assistito dal contributo dello stato in base alla legge 408. a
seguito di difficolt incontrate nel reperimento dellarea occorrente per ampliare un lotto di
per s insufficiente di propriet dellistituto nella zona di via Pagliucola, si decide di realizzare
la costruzione nella zona di Belvedere (fig. 81). il progetto viene completamente ristudiato e
prevede due fabbricati costituiti da due corpi riuniti attraverso il vano scala; unala di quattro
128
129
asCPPt, a 284.
asCPPt, a 269.
76
piani abitati ed coperta a tetto, unala di tre piani ed coperta a terrazza. Le due ali hanno
piani sfalsati per cui da ogni pianerottolo si accede ad un solo appartamento, ogni fabbricato
comprende sette alloggi di due tipi: tre vani utili pi servizi e quattro vani utili pi servizi.
il progetto comporta una spesa di 38,5 milioni di lire ed approvato nellaprile del 1958.
La gara di appalto vinta dalla societ f.a.C.i.o. di firenze con il ribasso del 4 per cento.
i lavori iniziano il 12 giugno 1958 e terminano regolarmente il 6 giugno 1959 (fig. 87).130
Perizie 41, 42 e 43: fabbricati VII, VIII e IX
nel 1957 viene assegnato alliaCP di Pistoia, sempre con la legge 408, un contributo in misura costante per 35 anni sulla spesa di 200 milioni di lire ammessa nellesercizio 1957-58.
Listituto decide di utilizzare 50 milioni per costruire tre fabbricati nella zona del Villaggio
Belvedere e incarica ling. abruzzini di progettarli.
Gli edifici sono ubicati nella parte sud dellinsediamento allinterno dellansa fra le prime
due rampe della strada di accesso (fig. 81). il progetto prevede tre fabbricati uguali, di tre
piani con due appartamenti per piano distribuiti da una scala. ogni edificio ha quindi 6 alloggi di 3 vani pi servizi con una superficie utile fra i 70 e i 75 m2 ciascuno e comportano
una spesa due di 16 milioni per i primi due e di 18 per laltro.
il progetto approvato nel gennaio 1959. Le gare di appalto separate sono vinte dalla
stessa ditta di Gaetano Vannucci con il ribasso dell1,60 per cento.
i lavori iniziano il 3 marzo per le perizie 42 e 43 e l8 marzo 1959 per la perizia 41 e sono
ultimati il 25 gennaio 1960 (fig. 87).131
Perizia 45 e 46: fabbricato X e XII
nel novembre del 1958 con lo stesso finanziamento di 200 milioni delle perizie precedenti,
vengono approvati altri due progetti per due fabbricati uno a firma delling. Giannini (perizia 45) e laltro a firma delling. rauty (perizia 46).
il fabbricato delling. Giannini ubicato al margine sud ovest del quartiere nella seconda
ansa della strada che sale dalla via di Valdibrana che labbraccia da tre lati (fig. 81). il fabbricato consta di due corpi di fabbrica uno di tre e uno di due piani per complessivi 5 alloggi di tre vani pi servizi con una superficie di 80 m2 ciascuno.
il progetto approvato nel gennaio del 1959 per una spesa di 16.110.000 lire, aumentata
da una perizia suppletiva di oltre 16 milioni e da verbali di nuovi prezzi.
La gara di appalto vinta dallimpresa Gaetano Vannucci con il ribasso del 4,56 per cento.
i lavori iniziano il 2 marzo 1959 e terminano il 26 dicembre dello stesso anno.
il fabbricato progettato dalling. rauty ubicato lungo il viale nord sud in quota che finisce
sulla piazza di fronte alla villa Puccini di fianco a nord della perizia 45 ed costituito da
tre corpi di fabbrica leggermente sfalsati rispetto al bordo stradale, ciascuno con tre piani
fuori terra, oltre al piano terreno con portico e vani cantina.
il fabbricato servito da 3 vani scala ciascuno dei quali disimpegna 2 alloggi per piano per
complessivi 18 alloggi. Gli appartamenti sono di 3 vani utili pi servizi e misurano circa
75 m2 ciascuno. il costo dei lavori ammonta a 42.820.000 lire e il progetto approvato nel
febbraio del 1959.
La gara di appalto esperita nellaprile del 1959 vinta dalla ditta Guido tesi e figlio di Pistoia con il ribasso del 5,27 per cento.
i lavori iniziano il 4 maggio 1959 e, dopo tre proroghe per complessivi 180 giorni sono
terminati il 25 agosto 1960 (fig. 87).132
asCPPt, a 276.
asCPPt, a 274.
132 asCPPt, a 272, a 283.
130
131
Il Villaggio Belvedere
77
Tipologia
ed. pi. al.
finanziamento
Progettista
approvazione
data
Impresa
Inizio lavori
fine lavori
a, d
5 16
ina-Casa
Cantamessi
apr. 58
Magnani
mag. 58
feb. 60
ina-Casa
Cantamessi
apr. 58
Magnani
dic. 59
mar. 60
ina-Casa
Cantamessi
apr. 58
Magnani
mag. 58
feb. 60
e ,f, G, H
108
ina-Casa
savioli
lug. 58
Vannucci
mag. 58
mag. 60
o, n
4 24
ina-Casa
Letterio
apr. 58
tesi
mag. 58
mag. 60
2 10
ina-Casa
iaCP
gen. 59
Vannucci
lug. 59
ago. 61
4 16
ina-Casa
Cantamessi
apr. 58
Coop acli
giu. 58
ott. 60
Centro sociale
1 0
ina-Casa
rivieccio
mar. 61
Biagioni
set. 64
mar. 66
i e ii - 35
2 4 24
408
rauty
apr 58
facio
giu. 58
giu 59
iii - 36
1 3 12
408
abruzzini
apr 58
facio
giu. 58
ago 59
Xi - 37
1 3
408
abruzzini
apr 58
ancillotti
ago. 58
giu 59
iV - 34
1 3 12
408
rauty
mag 58
facio
giu. 58
sett 59
14
408
rauty
apr 58
facio
giu. 58
giu 59
V e Vi 26
Vii - 43
1 3
408
abruzzini
gen 59
Vannucci G.
mar. 59
gen 60
Viii - 42
1 3
408
abruzzini
gen 59
Vannucci G.
mar. 59
gen 60
iX - 41
1 3
408
abruzzini
gen 59
Vannucci G.
mar. 59
gen 60
X - 45
408
Giannini
gen 59
Vannucci G.
mar. 59
dic 59
Xii - 46
1 3 18
408
rauty
feb 59
tesi
mag. 59
ago 60
Giovani sposi
2 2 16
proprio
santi
ott 59
Coop acli
apr. 60
giu 61
negozi
6+1
proprio
rauty
lug 59
tesi
nov. 59
dic 61
XiV, XV-49
2 3 12
408
Bassi
apr 60
diddi
dic. 61
feb 62
XVi - 50
1 3 12
408
Montemagni
giu 60
facio
ago. 60
nov 61
Xiii - 53
1 4 16
408
Giannini
ago 61
facio
lug. 61
dic 62
78
si delibera pertanto di affrontare questa situazione con la costruzione, su unarea di propriet dellistituto, di un edificio a schiera di otto alloggi di 5 vani legali che comporta un
costo stimato di massima in 16-18 milioni di lire. La spesa potrebbe essere finanziata con
un mutuo proprio che la Cassa di risparmio si dichiarata disposta ad accordare al tasso
particolarmente favorevole del 6 per cento da ammortizzare in 25 anni.
si incarica larch. renzo santi di redigere un progetto che viene approvato il 3 ottobre
1959 assieme allautorizzazione a contrarre il mutuo relativo.
il progetto consiste in due edifici a schiera per complessivi 16 alloggi ubicati allestremo
nord dellarea di propriet dellistituto uno nellangolo ovest e laltro nellangolo est lungo
la via di Valdibrana (fig. 81). i lavori sono affidati a trattativa privata alla cooperativa aCLi
di Campo tizzoro con un ribasso dell1,45 per cento. i lavori iniziano il 20 aprile 1960 e
sono terminati, dopo sospensioni per complessivi 130 giorni, il 20 giugno 1961 (fig. 87).134
Perizia 49: fabbricati XIV e XV
Proseguendo limpegno dei fondi del Prestito nazionale delle legge 408 del biennio 1959
- 60 viene concesso un contributo di 50 milioni in conto capitale con il quale il Consiglio
di amministrazione dellistituto nella seduta del 4 settembre finanzia due interventi nellarea di Belvedere e uno nel Comune di Pescia.
il primo intervento, progettato dallarch. Bassi, prevede la costruzione di due fabbricati di
tre piani, ubicati a nord dellarea fra la via del Vecchio oliveto e la via di Valdibrana (fig.
81). i due fabbricati comprendono 12 alloggi di 5 vani legali e di circa 75 m2 di superficie.
il progetto comporta una spesa di 37 milioni di lire ed approvato dal Ministero nellaprile
del 1960. La gara di appalto aggiudicata alla ditta arrigo flori di Pistoia con il ribasso
del 6,07 per cento. i lavori iniziano il 18 luglio 1960 e, dopo tre sospensioni dovute al maltempo per complessivi 262 giorni, sono ultimati il 25 gennaio 1962 (fig. 87).135
Perizia 50, fabbricato XVI
nella stessa seduta del settembre 1959 il Consiglio di amministrazione delliaCP approva
il progetto dellarch. santi per la costruzione di un fabbricato di 10 alloggi e tre negozi da
finanziarsi per met con lassegnazione di 50 milioni di lire in conto capitale concessa per
i biennio 1959-60 dal Ministero e per met mediante mutuo in corso di contrazione con
la Cassa depositi e Prestiti. il progetto viene bocciato dal Provveditorato regionale con
numerose osservazioni e larch. santi, frattanto ammalatosi gravemente, non pu lavorare
alla rielaborazione del progetto che viene affidato agli arch. Montemagni e Marello.
Ledificio ubicato a nord dellarea interessata dagli interventi iaCP prospiciente la via
del Vecchio oliveto (fig. 81) ed costituito da un unico corpo di fabbrica di tre piani fuori
terra e uno scantinato parzialmente interrato.
Il Villaggio Belvedere
79
ad ogni piano delledificio si trovano 4 appartamenti distribuiti da due vani scala, per complessivi 12 di cinque vani tranne quello della testata nord che di sei vani. il progetto prevede una spesa di 27.625.000 lire ed approvato nel giugno del 1960. La gara di appalto,
esperita nel luglio, vinta dalla ditta f.a.C.i.o. con un ribasso del 3,10 per cento. i lavori
iniziano il 30 agosto 1960 e dopo sospensioni e proroghe per un totale di 193 giorni sono
ultimati il 6 novembre 1961 (fig. 87).136
Perizia 53: fabbricato XIII (Il grattacielo)
il fabbricato Xiii non previsto nel piano urbanistico originario, viene inserito successivamente e ubicato nella parte centrale, a valle della via Vecchio oliveto, in unarea libera
prospiciente la scalinata che discende dallarea superiore dell ina-Casa (fig. 81).
La costruzione finanziata sul programma di 209 milioni della legge 1327 in attuazione
della legge 408. il progetto redatto dalling. Giannini prevede un edificio di quattro piani
con 16 alloggi di cui uno di cinque vani legali e quindici di sei vani. Ledifico composto
di tre corpi di fabbrica due prospicienti la strada e uno a est pi a valle, il corpo a nord
comprende 4 appartamenti di sei vani quello a sud 6 di 5 e 6 vani e quello a est 6 di 6 vani.
in una prima versione al piano terra sono previsti 4 alloggi e un magazzino poi eliminati.
il progetto prevede una spesa di 58,9 milioni di lire ed approvato nellagosto 1961. Per
le sue forme diverse e per la sua maggior altezza viene identificato dagli abitanti del Villaggio come il grattacielo.
La gara di appalto si svolge nel luglio del 1961 ed vinta dalla ditta f.a.C.i.o. di firenze
con un ribasso dell1,15 per cento.
i lavori iniziano il 31 luglio 1961 e dopo sospensioni per complessivi 108 giorni sono terminati il 12 dicembre 1962 (fig. 87).137
I negozi
nel 1959 molti edifici sono gi costruiti e altri sono in fase di costruzione e si manifesta la
necessit di dotare il quartiere di un centro commerciale con la costruzione di un edificio di
quattro negozi da finanziare con i proventi della vendita di aree di propriet dellistituto.
il progetto viene ubicato sul lotto ancora libero a fianco delledificio destinato a giovani sposi
a monte della via del fiume (fig. 81). il progetto redatto dalling. rauty approvato nel luglio
del 1959 e comporta una spesa di 4,4 milioni di lire. i lavori sono affidati a trattativa privata
alla ditta tesi aldo con il ribasso del 3,50 per cento e sono iniziati nel novembre del 1959.
Liniziativa incontra il favore delle categorie dei commercianti i quali hanno gi avanzato numerose domande per ottenere in locazione i quattro negozi rispettivamente di alimentari,
frutta e verdura, macelleria e mercerie e listituto decide di costruire altri due negozi affiancati
a quelli in costruzione con le stesse caratteristiche progettati sempre dalling. rauty per il
costo di 2,2 milioni di lire. i lavori sono affidati bonariamente alla stessa ditta con lo stesso
ribasso del 3,5 per cento. i lavori di costruzione dei sei negozi sono terminati nei primi mesi
del 1960. nel maggio 1961 liaCP approva un nuovo progetto delling. rauty per la costruzione di un vano ad uso negozio da costruire in proseguimento dello stesso edificio in linea
contenente i sei negozi gi costruiti.
i lavori sono appaltati alla cooperativa aCLi di Campo tizzoro che li inizia nellagosto del
1961 e li termina il 13 dicembre 1961 (fig. 87).138
Con questo intervento il Villaggio Belvedere praticamente terminato; successivamente saranno costruiti: un altro edificio per giovani sposi nel lotto rimasto libero nella parte centrale
e, nel 1962, la chiesa di Michelucci.
asCPPt, C 105.
asCPPt, a 332.
138 asCPPt, B 252.
136
137
80
La chiesa di Michelucci
Larea rimasta libera dalledificazione di 3000 m2 viene donata dallina-Casa alla Curia di
Pistoia che, nel 1959, chiama larch. Giovanni Michelucci a redigere il progetto della nuova
chiesa. Per la costruzione si usa un finanziamento del Ministero dei Lavori Pubblici (22
milioni per il rustico della chiesa e per la canonica stanziati nel 1959) e in questo caso
Michelucci non ripiega su tipologie gi collaudate, ma rielabora il concetto stesso di luogo sacro per delineare
uno spazio che evochi la citt, lunione, lo stare insieme. attraverso una successione di soluzione che portano progressivamente alla scarnificazione dei motivi formali e simbolici, definisce la configurazione di
unaula a sviluppo trasversale caratterizzata dal percorso fra i due ingressi laterali e ritmato dalla successione
di pilastri ramificati. tale percorso interno inteso come prolungamento di quelli pubblici esterni e lintera
aula diviene una sorta di piazza coperta a rispecchiare la natura comunitaria del sacrificio.139
Le approvazioni del progetto da parte della Pontificia commissione darte sacra, del Ministero LL.PP. e del Comune di Pistoia vengono ottenute dopo un anno e il cantiere viene
avviato nellottobre del 1960 dallimpresa sfeLs delling. Giuntoli. La chiesa viene consacrata il 21 settembre 1961 (fig. 86).140
Ledificio in via Vecchio oliveto
Gli interventi nel Villaggio Belvedere sono conclusi molti anni pi tardi quando, il 22 settembre 2003, dopo pi di 10 anni dagli ultimi finanziamenti per ledilizia residenziale pubblica, si vara un programma sperimentale finanziato dal dCr 173 a cui si aggiungono
fondi sPes.
nel 2005 larch. Maraviglia elabora il progetto di un edificio con 16 alloggi.
Lintervento ubicato in un lotto residuale rimasto libero in via Vecchio oliveto in angolo
con via Valdibrana (fig. 89).
il progetto ripropone le linee e i volumi gi presenti nellarchitettura di sviluppo del quartiere con
larticolazione degli elementi in direttrici non ortogonali e la presenza di setti murari rivestiti di pietra.
La volumetria del fabbricato si conforma agli edifici del quartiere mentre nella scelta dei materiali di
finitura si cercato di dare unimmagine attuale con linserimento di alluminio per gli infissi e parapetti
dei terrazzi.141
Regesto delle chiese italiane. 1 Pistoia. a cura di r. agnoletti, G. Pasquini, a. suppressa. Milano, di Baio 1966, p. 54-55.
asCPPt, B 518.
141 Progetto di costruzione di 16 alloggi, Programma sperimentale 20.000 abitazioni in affitto, in Comune di Pistoia PEEP Belvedere.
Progetto architettonico. relazione tecnica dellarch. Maraviglia, 22 settembre 2005. sPes, ufficio tecnico.
139
140
81
nota ministeriale n. 14153 del 19 dicembre 1960. Perizia 52, asCPPt, a 329.
asCPPt, a 974.
144 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 11 del 5 gennaio 1963. asCPPt, a 977.
145 Perizia 52, asCPPt, a 329.
142
143
82
La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962
83
parte delliaCP ha determinato, nelle varie fasi storiche, un ruolo trainante delledilizia residenziale pubblica nei confronti dei processi di espansione della citt.
infatti le aree venivano acquisite, per ovvi motivi di fattibilit economica degli interventi,
a bassi costi e quindi sono aree esterne alla citt in zone agricole e in momenti in cui nessuno poteva pensare ad un loro uso edilizio.
Cos lacquisto dei terreni ad ovest dove sono stati costruiti gli edifici e le vie Cammelli e
Bellini hanno dato origine alla progettazione del primo piano regolatore della citt ed
hanno avviato la costruzione di un ampio quartiere compreso fra il viale Petrocchi e la
linea ferroviaria Porrettana denominato Pistoia nuova.
Cos lintervento in via Valiani e poi in via Castel de Guidi hanno, se non proprio avviato
perch la tendenza espansiva in quellarea era gi presente, accompagnato e incoraggiato
le scelte di sviluppo in quella direzione da parte del piano regolatore del 1957.
Cos nel 1942, lacquisto del terreno per la realizzazione del Villaggio Pellizzi a nord di via
Pagliucola in una zona totalmente agricola e non tanto favorevole per lespansione urbana
a causa della presenza degli edifici dei Macelli, delle Carceri e poi delle Caserme ha anticipato e spinto, molto prima della localizzazione nella zona degli impianti sportivi, le numerose iniziative dei privati per lottizzare a scopo residenziale i terreni di loro propriet e poi
ha condizionato le scelte residenziali di sviluppo a nord del Piano regolatore del 1957.
Cos ancora nel 1957 lacquisto dei terreni fra le vie dalmazia e Valdibrana in aperta campagna assai lontano dai limiti urbani ove sorger il Villaggio Belvedere, far sviluppare un
dibattito che anzich evidenziare i limiti urbanistici di una espansione in zona agricola lontana dalla citt, la accetta come fatto compiuto e si pone il problema di rendere edificabili
i terreni lasciati bianchi, cio a verde agricolo, perch: lo stesso nuovo quartiere inaCasa (Villaggio Belvedere) in corso di realizzazione rimane avulso dal tessuto urbano, staccato da questo da oltre 20 ettari di zona agricola.146
in questo caso le iniziative di localizzazione residenziale promosse dalliaCP rappresentano lanticipazione di scelte urbanistiche poich il Consiglio Comunale di Pistoia, accoglie,
come abbiamo visto, un emendamento dellultimo minuto e ritenuto che larea a sud del
costruendo villaggio residenziale ina Casa e iaCP sia suscettibile di uno sviluppo edilizio
di notevole entit, approva che larea sopra specificata sia prevista nel Piano regolatore
Generale come zona residenziale semintensiva.147
Cos, infine, quando nel 1962 il Comune elabora il piano per le aree di edilizia economica
e popolare liaCP chiede che le aree acquistate a scornio nel 1963 per realizzare i propri
programmi, vengano inserite nel piano e il Comune accoglie la richiesta inserendo la Zona
d - scornio, Capostrada.
Linserimento di tale larea costituisce unulteriore espansione urbana allestremo nord che
ingloba definitivamente il centro di Capostrada con la citt.
dopo la costruzione del Villaggio scornio est tutti gli interventi di edilizia economica e
popolare saranno realizzati allinterno delle aree previste dal PeeP, acquisite, progettate
ed urbanizzate preventivamente dal Comune secondo le procedure previste dalla legge.
Con la legge 167 del 1962 (prima legge che consente lesproprio di ampi aree di terreno
per la costruzione di interi quartieri di edilizia residenziale pubblica) si avvia un quindicennio di riforme urbanistiche e di edilizia pubblica culminato con la legge 10 del 1977,
poi rovinosamente regredito a causa delle sentenze della Corte Costituzionale e dellaffievolirsi della spinta riformatrice.
Prima della legge 167 non esistevano procedure specifiche per lacquisizione e lallestimento di aree destinate alla costruzione di edilizia economica e popolare.
146
147
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 553 del 27 dicembre 1957.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 554 del 29 dicembre 1957.
84
si procedeva faticosamente attraverso ladattamento di leggi che hanno normato luso forzoso della propriet privata nellinteresse pubblico, allinizio solo per rilevanti cause di
forza maggiore e di grave urgenza.
si lentamente arrivati ad autorizzare lesproprio preordinato alla costruzione di edifici
residenziali e poi produttivi; si passati dal faticoso reperimento di aree per la costruzione
di uno o pochi edifici alla realizzazione di interi quartieri di ampiezza adeguata opportunamente localizzati nellassetto pi generale definito dal PrG.
stata resa obbligatoria la realizzazione delle opere di urbanizzazione necessarie a garantire
la funzionalit primaria degli insediamenti (strade, fogne, acquedotti, illuminazione, parcheggi) e poi la realizzazione di spazi attrezzati per il gioco, lo sport, le attrezzature di servizio sociale, commerciale, scolastico e direzionale.
si affermava cos un nuovo carattere degli insediamenti di case popolari intesi come organismi urbani attrezzati e funzionanti, luoghi di relazioni sociali e umane. in questo processo
si sono infine venuti definendo parametri di qualit formale per garantire una pi gradevole
organizzazione degli spazi urbanistici e una maggiore qualit dellarchitettura.
tutto ci avvenuto lentamente nei decenni, con contrasti enormi con la propriet dei
terreni e con la funzione oggettiva che la speculazione edilizia svolgeva come principale
volano per la formazione di capitali utili per la crescita del sistema industriale.
Molti dei principali gruppi industriali si sono fondati e/o hanno accresciuto la loro consistenza attraverso linvestimento in operazioni immobiliare pi o meno rilevanti.
Purtroppo gli interventi legislativi sono stati quasi sempre insufficienti e tardivi, adottati
dopo che le trasformazioni territoriali erano gi avvenute. e comunque la questione principale (lacquisizione di aree pubbliche a prezzi agricoli per garantire la soddisfazione dei
bisogni collettivi con la creazione di spazi urbani ampi, gradevoli e funzionali da realizzare
con la separazione del diritto di propriet dal diritto di costruire) non mai stata risolta e
oggi pare addirittura scomparsa dallagenda politica del nostro paese e, purtroppo, anche
da quella culturale e sociale.
La legge n. 2359 del 1865
nel 1865, pochi anni dopo lunificazione politica dellitalia, viene varata la prima legge di
rilievo urbanistico.
Questa normativa integra e sostituisce una legge dello stesso anno relativa ai contenuti dei
regolamenti di ornato e polizia locale. La legge prevede lesproprio a prezzi di mercato
per la realizzazione di opere pubbliche (strade, ferrovie, canali) e la formazione, nei comuni
con una popolazione riunita di pi di 10.000 abitanti, di un piano regolatore nel quale venivano tracciati gli allineamenti delledificazione, con il duplice scopo di rimediare alla viziosa disposizione degli edifici e per provvedere alla salubrit degli abitati.
i contenuti urbanistici della legge si limitano alla logica degli allineamenti stradali e dei
conseguenti sventramenti per ledificazione.
La legge norma principalmente lespropriazione dei beni immobili per lesecuzione di
opere di pubblica utilit:
sono opere di pubblica utilit quelle che vengono espressamente dichiarate tali per atto dellautorit
competente. La dichiarazione di pubblica utilit deve farsi con legge per la costruzione delle strade
nazionali, delle ferrovie pubbliche, dei canali navigabili, per prosciugamento dei laghi e per altri grandi
lavori di interesse generale.
Glintraprenditori ed esecutori di una opera dichiarata di pubblica utilit possono occupare temporaneamente i beni privati per estrarre, pietre, ghiaia, sabbia, terra o zolle, per farvi deposito di materiali,
per stabilire magazzini ed officine, per praticarvi passaggi provvisori, per aprire canali di diversione
delle acque e per altri usi necessari allesecuzione dellopera stessa.
Colui che promosse la dichiarazione di pubblica utilit unitamente al piano particolareggiato desecuzione, deve far compilare un elenco in cui sia indicato il prezzo che offre per la loro espropriazione.
La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962
85
affinch la somma offerta dagli esproprianti si possa considerare accettata dai proprietari, necessario
che essi ne abbiano fatta espressa dichiarazione in iscritto.
Lindennit dovuta allespropriato consister nel giusto prezzo che a giudizio dei periti avrebbe avuto
limmobile in una libera contrattazione di compravendita.
il prefetto decreta lespropriazione ed autorizza loccupazione dei beni. il decreto del prefetto che
autorizza loccupazione immediata dei fondi e quello che ne pronuncia lespropriazione saranno trascritti nellufficio delle ipoteche, e sar fatta lopportuna voltura nel catasto o nei libri censuari.
nei casi di rottura degli argini, di rovesciamenti di ponti per impeto delle acque, e negli altri casi di
forza maggiore o di assoluta urgenza, i prefetti (ed i sottoprefetti), previa la compilazione dello stato
di consistenza dei fondi da occuparsi, possono ordinare la occupazione temporanea dei beni immobili
che occorressero alla esecuzione delle opere alluopo necessarie. se poi lurgenza fosse tale da non
consentire nemmeno lindugio richiesto per fare avvertire il prefetto e il sottoprefetto ed attenderne
il provvedimento, il sindaco pu autorizzare loccupazione temporanea dei beni indispensabili per
lesecuzione dei lavori sopraindicati.148
La legge del 1865 introduce anche le prime norme urbanistiche del regno con il piano regolatore per la ricostruzione e il piano regolatore di ampliamento per la costruzione di
nuove zone urbane di espansione:
i Comuni, in cui trovasi riunita una popolazione di diecimila abitanti almeno, potranno, per causa di pubblico vantaggio determinata da attuale bisogno di provvedere alla salubrit ed alle necessarie comunicazioni, fare un piano regolatore, nel quale siano tracciate le linee da osservarsi nella ricostruzione di quella
parte dellabitato in cui sia da rimediare alla viziosa disposizione degli edifizi, per raggiungere lintento.
i progetti dei piani regolatori debbono essere fatti pubblici a cura del sindaco ed essere adottati dal
Consiglio Comunale, il quale delibera sulle opposizioni che fossero presentate. se il Consiglio Comunale respinge le opposizioni, la deputazione Provinciale chiamata a dar parere sul merito del
progetto e delle opposizioni. i piani regolatori sono approvati sentito il Consiglio superiore dei Lavori
Pubblici ed anche il Consiglio Provinciale di sanit, ove occorra. nel decreto di approvazione sar
determinato il tempo, non maggiore danni 25, entro il quale si dovr eseguire il piano () diventato
definitivo il piano, dal giorno della sua pubblicazione i proprietari dei terreni e degli edifizi in esso
compresi, volendo far nuove costruzioni o riedificare o modificare quelle esistenti, sia per volont
loro, sia per necessit, debbono uniformarsi alle norme tracciate nel piano.
i lavori fatti in contravvenzione allarticolo precedente saranno distrutti, ed il proprietario condannato
alla multa estensibile a lire 1.000.
148
149
86
Le leggi sulle aree pubbliche e sulla tutela del territorio fino al 1938
Come si visto nel 1903 viene approvata la prima legge sulledilizia popolare, la cosiddetta
legge Luzzatti, che autorizza gli istituti di credito a concedere prestiti agevolati alle cooperative e, in subordine, alle societ di mutuo soccorso e ai comuni per la costruzione di case
popolari. tale legge inserisce la possibilit di procedere alla formazione di piani regolatori
150
151
La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962
87
di ampliamento e, per le finalit sociali indicate dalla legge stessa, allesproprio di aree per
la costruzione di edifici residenziali:
i comuni, nei quali sia riconosciuta la necessit di risanare quartieri insalubri o di provvedere alla deficienza di alloggi e case popolari, dovranno compilare i rispettivi piani regolatori e di ampliamento.
Per la esecuzione del piano di ampliamento i Comuni, ove non abbiano aree disponibili, sono autorizzati a domandare lespropriazione dei terreni compresi nel piano medesimo. i suoli edificatori, risultanti dalle espropriazioni, potranno esser venduti o concessi temporaneamente, anche a privati.152
il 27 febbraio 1908 viene pubblicato il regio decreto n. 89 che approva il testo unico di legge
sulle case popolari o economiche e rafforza le funzioni comunali sullallestimento di aree
i Comuni nei quali sia riconosciuta la necessit di risanare i quartieri insalubri o di provvedere alla deficienza di alloggi e di case popolari o economiche, dovranno compilare appositi piani regolatori e di
ampliamento. Per la esecuzione del piano di ampliamento i comuni che non abbiano aree disponibili,
sono autorizzati a domandare lespropriazione dei terreni compresi nel piano medesimo.
Le indennit di espropriazione di tutti gli immobili occorrenti per la costruzione degli alloggi o delle
case popolari o economiche, saranno valutate a norma delle disposizioni adottate per il risanamento
della citt di napoli.
il Comune ha lobbligo di provvedere contemporaneamente alla costruzione delle case, alla costruzione delle fogne, alla posa delle condutture stradali per lacqua potabile e allimpianto per la illuminazione, alla sistemazione delle strade, piazze, ed altri suoli di uso pubblico.153
152
153
88
nellestate del 1942, viene approvata la legge urbanistica generale italiana definita dal ministro Gorla una legge che non pu fare paura ai galantuomini ma solo a coloro che attraverso il diritto di propriet vogliono difendere la speculazione.
La stesura della legge era stata preceduta da lunghi studi e dibattiti e si configura come una
legge moderna e fortemente innovativa assai lontana dalle ideologie politiche dominanti.
infatti questa legge:
ancor oggi la legge fondamentale in materia urbanistica. nonostante i decenni trascorsi, nonostante
la pienezza legislativa delle regioni a statuto ordinario, nonostante le moltissime modificazioni e integrazioni intercorse, limpianto complessivo della pianificazione ancora determinato dagli istituti, dai
contenuti e dalle procedure da essa stabiliti.156
regio decreto 28 aprile 1938 n.1165, Approvazione del testo unico delle disposizioni sulledilizia popolare ed economica.
G. Majoli, Breve storia della legislazione urbanistica in Italia dal 1865 al 2000, www, regione Lombardia, archivi e documenti.
156 e. salzano. Fondamenti di Urbanistica. Bari, Laterza 1998.
154
155
La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962
89
Ma queste innovative e, per lepoca, avveniristiche procedure desproprio non sono mai
state applicate.
Questo avviene per diversi motivi. La legge nasce in periodo di guerra e i problemi della
ricostruzione richiedono interventi rapidi, ed frutto della elaborazione di un gruppo di
intellettuali che conoscono le esperienze europee degli anni venti e trenta ma lontana
dalla mentalit culturale del Paese: degli amministratori comunali che dovevano attuarla e
anche, salvo eccezione della classe dirigente. Ma soprattutto va contro gli interessi dei proprietari terrieri e di tutti gli operatori speculativi che comprendono i capitali della grande
media e piccola industria. La ricostruzione e poi limpetuoso sviluppo urbano generano
enormi interessi speculativi nei proprietari delle aree, nei costruttori, negli operatori finanziari e anche negli operatori economici che trovano nelle operazioni immobiliari un modo
rapido ed efficace per moltiplicare i capitali.
90
La legge poi definisce gli strumenti della pianificazione ponendo alla base il Piano territoriale di Coordinamento, il Piano regolatore Comunale o intercomunale e il Piano particolareggiato
La disciplina urbanistica si attua a mezzo dei piani regolatori territoriali, dei piani regolatori comunali
e delle norme sullattivit costruttiva edilizia, sancite dalla presente legge..
allo scopo di orientare o coordinare lattivit urbanistica il Ministero dei lavori pubblici ha facolt di
provvedere alla compilazione di Piani territoriali di Coordinamento fissando il perimetro di ogni singolo piano () il Piano regolatore Generale di un Comune deve considerare la totalit del territorio
comunale. esso deve indicare essenzialmente:
1. la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e, laddove occorra, navigabili, concepita per la sistemazione e lo sviluppo dellabitato, in modo da soddisfare alle esigenze del traffico,
delligiene e del pubblico decoro;
2. la divisione in zone del territorio, con precisazione di quelle destinate allespansione dellaggregato
urbano, ed i caratteri e vincoli di zona da osservare nelledificazione;
3. le aree destinate a formare spazi di u4. le aree da riservare a sede della casa comunale e della casa del
fascio, alla costruzione di scuole e di chiese e ad opere ed impianti dinteresse pubblico in generale.
ogni comune del regno ha facolt di formare il piano regolatore del proprio territorio.
La formazione del piano obbligatoria per tutti i comuni compresi in appositi elenchi.
il Piano regolatore Generale del Comune ha vigore a tempo indeterminato.
i proprietari degli immobili hanno lobbligo di osservare nelle costruzioni e nelle ricostruzioni le linee
e le prescrizioni di zona che sono indicate nel piano.
il piano regolatore generale attuato a mezzo di piani particolareggiati di esecuzione nei quali devono
essere indicate le reti stradali e i principali dati altimetrici di ciascuna zona e debbono inoltre essere
determinati:
le masse e le altezze delle costruzioni lungo le principali strade e piazze;
gli spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico;
gli edifici destinati a demolizione o ricostruzione ovvero soggetti a restauro o a bonifica edilizia;
le suddivisioni degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia indicata nel piano;
gli elenchi catastali delle propriet da espropriare o da vincolare;
Ciascun piano particolareggiato di esecuzione deve essere corredato dalla relazione illustrativa e dal
piano finanziario.
Lapprovazione dei piani particolareggiati equivale a dichiarazione di pubblica utilit delle opere in
essi previste.
La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962
91
il Piano particolareggiato doveva essere negli intendimenti della legge lo strumento normale di attuazione del PrG necessario per procedere a qualsiasi tipo di costruzione, la lottizzazione definita in forma subordinata:
fino a quando non sia approvato il piano regolatore particolareggiato vietato di procedere a lottizzazione dei terreni a scopo edilizio senza la preventiva autorizzazione del comune.
approvato il piano particolareggiato il Podest ha facolt di invitare i proprietari di aree fabbricabili
esistenti nei singoli isolati a presentare entro un congruo termine, un progetto di lottizzazione, se
essi non aderiscano, provvede alla compilazione di ufficio.
il progetto di lottizzazione approvato con le modificazioni che lautorit comunale abbia ritenuto di
apportare notificato ai proprietari delle aree fabbricabili, ove i proprietari non accetino, il podest
ha facolt di procedere alla espropriazione delle aree.
La legge detta norme per il rilascio delle licenze edilizie nel rispetto delle previsioni dei
Piani sanzioni per le trasgressioni:
Chiunque intenda eseguire nuove costruzioni edilizie ovvero ampliare quelle esistenti o modificarne
la struttura o laspetto nei centri abitati ed ove esista il piano regolatore comunale, anche dentro le
zone di espansione deve chiedere apposita licenza al Podest del comune.
il Podest esercita la vigilanza sulle costruzioni che si eseguono nel territorio del comune per assicurarne la rispondenza alle norme della presente legge e dei regolamenti, alle prescrizioni del Piano regolatore comunale ed alle modalit esecutive fissate nella licenza di costruzione.
Qualora sia constatata linosservanza delle dette norme, prescrizioni e modalit esecutive, il podest
ordina limmediata sospensione dei lavori
nel caso di lavori iniziati senza licenza o proseguiti dopo lordinanza di sospensione il podest pu
ordinarne la demolizione a spese del contravventore senza pregiudizio delle sanzioni penali.
Le procedure espropriative sono semplificate con lautomatica dichiarazione di pubblica utilit delle opere incluse nel piano e le indennit sono decurtate dei valori aggiunti dal Piano:
Per le espropriazioni dipendenti dallattuazione dei piani regolatori approvati in base alla presente
legge la relativa indennit sar determinata a norma della legge n. 2359 del1865
Per la determinazione dellindennit di espropriazione delle aree non si terr conto degli incrementi
di valore attribuibile sia direttamente che indirettamente allapprovazione del piano regolatore generale
ed alla sua attuazione.
agli effetti della determinazione della indennit di espropriazione non si tiene conto degli aumenti di
valore dipendenti da lavori eseguiti nellimmobile dopo la pubblicazione del piano particolareggiato,
nessuna indennit dovuta per i vincoli di zona e per le limitazioni e gli oneri relativi allallineamento
edilizio delle nuove costruzioni.157
157
92
158
La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962
93
agricolo, bens rapportato al valore di mercato del 1958. il diritto di superficie abolito
e sono esonerati dallesproprio i progetti presentati prima del 12 dicembre 1963. Mentre
la proposta di legge cadeva insieme al governo, in tutta italia vengono rilasciate una valanga
di licenze edilizie. in seguito agli accordi per la formazione del secondo governo Moro di
centro-sinistra, il ministro dei Lavori Pubblici Mancini presenta un nuovo progetto di
legge, che segna un ulteriore passo indietro: lindennit di espropriazione viene addirittura
valutata in base alla legge del 1865. sono cos ampie le possibilit di esonero dallesproprio
che la proposta viene definita non pi dellesproprio ma dellesonero generalizzato.
Comunque anche la proposta Mancini non arriver mai in Parlamento.159
159
Ibidem.
94
Con la legge 167 si avvia un processo riformatore che favorisce lacquisizione delle aree
per la costruzione di case popolari semplificando lapplicazione delle procedure di esproprio facilitando loccupazione dei terreni e la rapida apertura dei cantieri. inoltre si introduce il criterio di programmare gli interventi di edilizia economica e popolare in un piano
161
Legge 18 aprile 1962, n. 167 Disposizioni per favorire lacquisizione di aree per ledilizia economica e popolare.
95
generale di localizzazione delle zone sul territorio comunale e di definire lassetto delle
singole zone con piani particolareggiati che indicano la viabilit, le quantit e gli assetti
planivolumetrici delle attrezzature, dei servizi e degli edifici residenziali in un disegno urbanistico complessivo.
Le procedure previste dalla legge per lacquisizione delle aree verr dichiarato illegittimo
dalla Corte Costituzionale, con la sentenza n. 22 del 1965, con la motivazione che lindennit deve costituire un serio ristoro del danno patrimoniale subito dallespropriato.
Per rimediare al vuoto lasciato dalla sentenza si emana la legge 904 del luglio 1965, con la
quale, si ritorna alla vecchia Legge di napoli del 1885 che in alcuni casi determinava valutazioni superiori al valore di mercato delle aree.
Comunque le norme della 167 funzioneranno a lungo e daranno ai Comuni, che non sempre hanno saputo usarlo adeguatamente, uno strumento efficace per calmierare il mercato
delle aree e fare una buona urbanistica attraverso lesproprio e lurbanizzazione delle aree
residenziali e poi, con la legge 865 del 1971, anche per le aree industriali, commerciali e
direzionali.
96
e ancora:
le zone sono state scelte secondo le naturali direttrici di espansione edilizia lungo le strade: Bonellina,
fiorentina, Montalese e della montagna, inoltre si considerata la tendenza alla espansione verso
ovest con la zona san Biagio.163
97
infatti tutte le zone di eeP sono localizzate in zona agricola meno una fascia della zona
di san Biagio e una piccola porzione della zona di Bottegone che integrano aree gi inserite
nel PrG. Le zone che compongono il piano proposto sono, in conclusione, sette:
superficie totale
strade e piazze
Giardini e attrezzature collettive
superficie coperta fabbricati
Volume totale abitazioni
Volume totale fabbricati
numero vani utili
Volume chiesa, scuola, mercati
Volume attrezzature
indice territoriale m3/m2
densit territoriale ab/ha
zona a
zona B
san Biagio
m2
m2
m2
m2
m3
192.344
32.782
53.590
26.162
354.855
4.174
m3 30.000
2,01
260
m2
m2
m2
m2
127.470
35.000
27.500
26.868
m3 259.309
3.238
m3 25.000
2,23
260
zona C
zona D
m2
m2
m2
m2
m3
215.800
30.000
92.300
32.028
344.250
4.050
m3 35.000
1,75
187
m2
m2
m2
m2
m3
150.800
28.200
36.646
23.200
253.669
3.109
m3 21.918
1,84
205
zona e
zona f
zona g
Bonelle
Bottegone
san felice
m2 158.600
m2 29.534
m2 56.236
m2 18.066
m3 253.13
2.978
m3 15.000
1,70
188
m2
m2
m2
m2
m3
m3
m3
60.500
10.300
21.000
6.555
43.850
516
5.600
2.000
0,82
85
m2 20.000
m2 2.400
m2 7.600
3
m 25.000
250
1,35
125
Ladozione
il piano delle aree fabbricative per ledilizia economica e popolare viene discusso dal Consiglio Comunale il 18 febbraio 1963 ma la sua adozione viene rimandata per consentire
linserimento di alcune proposte dei consiglieri socialisti.
Le proposte sono definite in particolare dal consigliere franconi che ritiene di non essere
stato informato adeguatamente sui contenuti del progetto proposto e rileva che le zone
sono eccessivamente decentrate e che opportuno prevedere anche zone pi addentro al
tessuto urbano.
il 28 dicembre 1963 si affronta nuovamente la discussione consiliare. Lassessore onorio
Galligani introduce la discussione con alcune osservazioni generali sulla legislazione urbanistica, sulla necessit di considerare la casa come un servizio pubblico e di poter espropriare le aree a prezzi adeguati alla finalit sociale. apprezza la nuova legge considerata
come una tappa verso una riforma urbanistica pi generale. Passa poi a una descrizione
165
Comune di Pistoia. Piano delle aree fabbricabili per ledilizia economica e popolare. relazione. autCPt, PeeP 1963.
98
dei metodi seguiti per il calcolo del fabbisogno e della ubicazione delle zone che ha tenuto
conto dei seguenti aspetti:
a) attuazione in corso delle previsioni di PrG. b) zone pi richieste e meno costose in relazione ai
nuovi insediamenti industriali; c) aree di propriet degli enti preposti alledilizia sovvenzionata; d) aree
ben servite da strade ed ubicate in modo che vantassero requisiti ottimi per giacitura, quota e possibilit
di smaltimento dei residui liquidi e solidi
Lassessore poi elenca le zone del piano indicando per ciascuna una sintetica, a volte curiosa, indicazione dei motivi della scelta:
ad ovest della camionabile per incidere notevolmente sullalto costo dei terreni; lungo la via fiorentina
quale naturale zona di espansione industriale (); lungo la via sestini, zona verso la quale sono spinte
le scelte edificatorie in atto e molto vicina alla zona industriale prevista dal PrG; lungo la via dalmazia
per il completamento di un normale insediamento in atto ad opera delliaCP; ad ovest della frazione
di Bonelle quale insediamento pi opportuno alle esigenze conseguenti alla realizzazione del nuovo
stabilimento san Giorgio; nella frazione di Bottegone, unica con incremento di popolazione e per la
sua sollecita realizzazione; presso san felice per linsediamento imprevisto di alcune industrie in fase
anche di ulteriore sviluppo
ed quindi del parere che il piano possa trovare lappoggio unanime del Consiglio.
dopo un breve dibattito e la replica dellassessore il piano viene approvato allunanimit.
dopo il previsto periodo di pubblicazione sono presentate 42 opposizioni da parte dei
cittadini interessati alle quali il Comune controdeduce nel febbraio 1964167 senza apportare
sostanziali modifiche al Piano.
Lapprovazione
ministeriale
Le zone approvate risultano quindi sei, (sette se consideriamo, come sar fatto in sede attuativa, scornio-Capostrada come due zone separate: scornio est e scornio ovest). La
zona di Bonelle sar reinserita e realizzata negli anni settanta mentre saranno stralciate e
mai attuate le zone di Ponte alla Pergola e Castel de Guidi.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 392 del 28 dicembre 1963.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 45 del 22 febbraio 1964.
168
decreto del Ministro dei lavori Pubblici Giacomo Mancini n. 3056 del 1 settembre 1964.
166
167
Fig. 92 - Le aree del Piano 167 del Comune di Pistoia nel 1963.
99
100
Il piano urbanistico
nella seduta del febbraio 1962171 si torna di nuovo sulla vicenda perch nel frattempo
sono sorte complicazioni sulla propriet dellarea.
La soluzione dei problemi richiede un altro anno e lacquisto dellarea pu essere definita
solo il 3 giugno 1963 (fig. 94). Lappezzamento contiguo, di circa 60.000 m2 a sud di quello
acquistato nel 1963, viene effettivamente acquistato con atto del 27 luglio 1968.
Gli altri appezzamenti verranno acquistati come vedremo assieme alla progettazione dei
singoli interventi.
Quando nel 1962 il Comune elabora il piano per le aree di edilizia economica e popolare
liaCP richiede che le aree acquistate a scornio per realizzare i propri programmi, vengano
comprese nel piano, il Comune accoglie la richiesta inserendo la Zona d - scornio, Capostrada (fig. 92).
Pare questo il motivo principale per il quale larea viene inserita nel piano della 167: ancora
una volta liniziativa dellistituto precede e guida le scelte urbanistiche del Comune.
il progetto urbanistico della zona di scornio est redatto dallarch. Bartoli e dalling. spinelli
(fig. 96) prevede la realizzazione di una strada ad anello centrale, collegato in due punti
con la via dalmazia, dal quale si diramano cinque radiali verso il perimetro esterno.
Gli edifici residenziali sono dunque distribuiti in una fascia periferica e in un gruppo centrale racchiuso dallanello. Le tipologie sono sostanzialmente due: una a stecca con un
vano scala che distribuisce due alloggi per piano in edifici di due o tre piani pi portico
che contengono da un minimo di due alloggi per piano ad un massimo di otto; una a
pianta centrale con vano scala che distribuisce quattro alloggi per piano in edifici di quattro
piani pi portico. prevista la realizzazione di un edificio scolastico, uno commerciale e
uno per attrezzature per lo sport.
Larea si trova in una splendida posizione a nord del Villaggio Belvedere e si affaccia ad
est sul parco della villa Puccini e sul suo lago.
il progetto forse eccessivamente denso di costruzioni equamente distribuite in modo
che risulta privilegiato il verde distribuito di arredo pi che il verde concentrato e attrezzato,
ma il risultato complessivo appare gradevole e tranquillo.
169
170
171
101
Prima di avviare gli interventi consentiti dai finanziamenti liaCP ritiene opportuno definire
lassetto urbanistico della zona e la tipologia edilizia pi adeguata e si affida il relativo incarico
alling. Biagini funzionario dellistituto e a due architetti esterni (Carlo
sguazzoni ed emilio Pagnini).
il piano urbanistico per la sistemazione viaria e volumetrica delle aree di
scornio adotta sostanzialmente la planimetria del piano di zona di cui
alla 167 definendone meglio la fattibilit, dettagliando la tipologia degli
edifici e le volumetrie, la sistemazione delle strade, delle aree a verde, ecc.
il piano illustrato da una relazione delling. Biagini che si riporta pressoch interamente perch oltre a descrivere i caratteri attuativi del piano
chiarisce le impostazioni programmatiche e introduce i temi e le impostazioni che caratterizzeranno poi i singoli gruppi di intervento:
Listituto autonomo per le Case Popolari della Provincia di Pistoia ha mosso fin dagli
ultimi mesi dellanno scorso 1962, un programma edilizio assai vasto. il proposito dellistituto si spinge al di l delle funzioni, diremo normali, di tramite, per riversare su un
certo tipo di edilizia i finanziamenti previsti dalle varie iniziative statali, ma esso stesso
decide di accollarsi lintero peso di un primo complesso di lavori che pur saranno inseriti
nel pi ampio programma edilizio cui si destina, in base alla legge 167, una vasta zona
a nord ovest della citt. Perci venne affidato ai progettisti il compito di ordinare uno
studio completo del progetto, che muovendo dalla proposta di alcuni tipi edilizi modellati su quei criteri di economia e di decoro (due cose che quasi sempre vanno bene
insieme nonostante si pensi e si faccia pensare il contrario), si evolvesse poi in un piano
urbanistico con le caratteristiche che vedremo ()
una cura particolare stata posta nella progettazione dellalloggio in sette tipi fondamentali () nella distribuzione, interna allalloggio ove si cercato di trasmettere la sensazione dellunit domestica, con la ricerca di uno svolgersi di ambienti, destinati ai vari usi, intorno ad a contorno
della zona in cui si svolge la vita comune. in questo, pur rimanendo naturalmente nello schema dellappartamento si attua a nostro avviso un concetto pi ampio dellabitazione, meno rigido e nel complesso pi vicino alla distribuzione della casa uni-familiare.
La limitazione dellaltezza degli edifici, fra i dati che dicevamo imposti fin dalla prima
progettazione, non certo fra gli ultimi a far sentire la sua influenza in tutto lassetto
urbanistico. si chiese poi che i veicoli potessero normalmente giungere a tutti gli edifici,
in modo da dare la possibilit di ricovero per le loro auto. occorre dire allora che fin
dalla elaborazione dei tipi edilizi si era creduto pi opportuno escludere dalluso di abitazione il piano terreno; sia per mettere ogni famiglia in condizioni analoghe rispetto
alle servit di veduta che nascono inevitabilmente ai piani terreni, sia par risolvere in
maniera netta, e in definitiva pi economica, lisolamento dal suolo. ()
il terreno pianeggiante e perci, in questo senso senza particolari suggerimenti ambientali. Bens questi sorgono per il modo in cui si delimita: ad ovest la via dalmazia a
nord-ovest la ferrovia Pistoia-Porretta-Bologna, ad est il parco Puccini con il suo laghetto (il lago di scornio, dalla denominazione della zona) a sud infine il viale di accesso
al Villone Puccini ornato di forti platani.
ancora una volta la via dalmazia avrebbe dovuto accollarsi il carico di traffico del Villaggio di scornio, (cos come listituto per suggerimenti dei progettisti decise di chiamarlo), ai progettisti era lasciata sola libert sul modo di sfociare sulla via dalmazia ma
non sulla posizione; questa infatti era praticamente obbligata dal rispetto di alcune propriet degli edifici esistenti che guardano sulla via.
si posto il problema di rilegare con una trama urbanistica gli elementi ambientali della
zona che acquistano valore nel loro stesso accostamento.
su due lati la cortina arborea richiama le zone verdi dellabitato in modo da congiungere
verde a verde e dare potenza al nuovo e salvezza al vecchio, tanto pi se le nuove zone
alberate e con alto fusto non si limitano ad una fascia marginale, ma dilagano per itinerari trasversali fino ad apparire sulla via nei punti in cui i vecchi edifici lasciano varchi obbligati.
nel nostro caso le fasce di verde che costituiscono come un itinerario attraverso tutto iabitato, e
102
Lurbanizzazione
secondo gli accordi con liaCP il Comune di Pistoia si era accollato lonere di eseguire le
opere di urbanizzazione necessarie al funzionamento della zona di scornio est.
Lufficio tecnico dellistituto, incaricato dal Comune, elabora un primo progetto della
sola rete viaria il 31 marzo 1966 quando i primi edifici sono gi in fase di ultimazione.
dalla relazione tecnica si apprende che:
il progetto stato impostato con fedele aderenza al piano di zona e con le necessarie modificazioni
risultanti dal trasferimento dalla scala 1:2000 a quella 1:500 ed in dipendenza della verifica catastale e
del rilievo planivolumetrico direttamente eseguito per lintero comprensorio. () tali adattamenti e
modificazioni sono di lieve entit ed interessano in particolare lo svincolo su via dalmazia, lorientamento della Piazza ed altri aspetti minori. () il piano viario costituito dal tronco di raccordo e di
svincolo con la via dalmazia, dallanello principale interno, dalle strade di penetrazione che da questo
si dipartono per servire gli isolati e le unit di abitazione. il complesso problema dello scorrimento
modulato da alcune piazze, da zone di sosta e da terminali in testa alle strade di penetrazione.174
Lanello centrale ha una larghezza di 8 metri mentre le strade di penetrazione hanno una
carreggiata non inferiore a 5 metri. il progetto introduce come innovazione un secondo
svincolo su via dalmazia al fine di alleggerire la concentrazione del traffico di penetrazione
dalla via dalmazia; ma questo accesso non sar realizzato.
Zona scornio est. impostazione del Piano urbanistico. relazione delling. Biagini. 1963. autCPt, PeeP scornio.
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 72 del 16 settembre 1963. asCPPt, a 977.
174 urbanizzazione primaria delle aree destinate alledilizia economica e popolare. Zona d, Capostrada-scornio. Progetto della rete viabile. relazione tecnica. 31 marzo 1966. autCPt, PeeP scornio.
172
173
103
il progetto dedica particolare attenzione alla pavimentazione delle strade e dei marciapiedi
al fine di ridurre al minimo gli interventi di manutenzione successivi. La superficie totale
interessata dalla rete viaria, dalle piazze e dai marciapiedi di 24.500 m2 con una previsione
di spesa di 77.200.000 lire. Lesproprio delle aree riguarda 5 ditte: iaCP 6.137 m2, trallori
6.811 m2, tessi 8.734 m2, Venturi 2.165 m2, enti urbani 435 m2, per un totale di 24.282 m2
e una spesa prevista di 29.138.400 lire.
il progetto poi completato con limpianto di illuminazione, lacquedotto, la fognatura e
lallestimento degli spazi liberi a verde per attivit ricreative e sportive, il tutto comporta
una spesa di 300 milioni.
successivi accordi fra il Comune e liaCP definiscono un primo intervento stralcio per
una spesa di 204.263.600 lire.175 La spesa viene imputata ad un mutuo in corso di definizione con la Cassa depositi e Prestiti di 400 milioni.
il 27 luglio, vista la non imminente definizione del mutuo comunale, liaCP elabora una
nuova perizia con i progetti stralcio della rete di distribuzione dellacqua potabile e della
fognatura nera. Lurgenza motivata dalla relazione tecnica:
LiaCP ha attualmente in fase di avanzata costruzione 64 alloggi costruiti a scornio senza il contributo
dello stato, di recente sono stati iniziati altri 4 fabbricati per 50 alloggi mentre saranno appaltati entro la
met di agosto altri 8 edifici costruiti con il contributo statale per 52 alloggi. nella somma delle previsioni
a breve scadenza sono da considerare anche i programmi da eseguire a cura della Ges.Ca.L.. ()176
La costruzione dei fabbricati pregiudicata dal ritardo delliter amministrativo dei progetti
generali di urbanizzazione primaria. Pertanto si ritiene di appaltare le opere necessarie al
funzionamento dei fabbricati mano a mano che essi andranno in ultimazione. da questo
programma stralcio sono escluse le strade in quanto nel frattempo sono utilizzabili le strade
del cantiere ormai sufficientemente stabilizzate, mentre per altre vie si proceder per le
reti elettriche e del gas177. il costo complessivo dei lavori previsti si riduce cos a 13.450.000
lire che vengono fornite dalliaCP in attesa di rimborso da parte del Comune.
i lavori sono appaltati con gare distinte per la fognatura e la parziale sistemazione della
viabilit e per lacquedotto nel novembre del 1966. Le gare sono vinte entrambe dalla ditta
sorini con il ribasso del 5,70 per cento che inizia i lavori nel novembre del 1966 e li termina:
lacquedotto il 19 dicembre 1966 e la fognatura il 16 giugno 1967.178
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 211 dell11 luglio 1966.
stralcio esecutivo dai progetti della rete di distribuzione dellacqua potabile e della fogna nera eseguito dalliaCP per
conto del Comune di Pistoia. relazione tecnica. 27 luglio 1966. autCPt, PeeP scornio.
177 Ibidem.
178 asCPPt, a 559.
179 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 72 del 16 settembre 1963. asCPPt, a 977.
175
176
104
180
181
105
Perizia 59
nel giugno 1964 liaCP approva un programma di 210.582.742 lire, ottenuti con i finanziamenti della legge 1327/60 cui aggiunge i residui della legge 195/62, per la costruzione
di 31 alloggi di cui 28 a Pistoia localizzati nella zona di via Cammelli, dove prevista
unopera di risanamento con labbattimento di 12 alloggi esistenti.
successivamente per si verifica che il nuovo progetto occupa in maniera eccessiva il terreno disponibile e che la nuova costruzione porterebbe disagio agli inquilini gi residenti
nella zona. inoltre sorgono altri problemi legati alla sistemazione delle famiglie sfrattate e
alla loro possibilit di sostenere i nuovi affitti.
Pertanto si decide di non demolire gli alloggi esistenti e di costruire i 28 alloggi nella zona
di scornio.182 il progetto, che prevede la costruzione di due edifici di 14 alloggi ciascuno
per una spesa di 142.000.000 lire, approvato nel giugno del 1964.
Gli edifici in un primo tempo vengono localizzati nella parte est della zona di scornio su
un terreno gi di propriet dellistituto, ma in seguito alla redazione del piano urbanistico
i fabbricati sono spostati in altra area non di propriet dellistituto per la quale necessario
avviare le procedure di acquisizione (fig. 97).
i lavori sono appaltati il 25 settembre 1965 allimpresa Biagini orazio con il ribasso del
12,80 per cento.
i lavori diretti dalling. Giannini iniziano il 18 maggio 1966 con un termine di ultimazione
di 450 giorni. dopo molteplici sospensioni e rinvii i lavori principali terminano il 21 dicembre 1967. Ma alcuni lavori suppletivi sono terminati il 27 marzo 1969.183
Perizie 62 e 63
Con nota del 4 agosto 1965 il Ministero dei Lavori Pubblici comunica di aver assegnato
un contributo di 300.000.000 di lire sulla legge 218/65 per la realizzazione di un programma costruttivo da realizzare nei vari Comuni della Provincia.
al Comune di Pistoia destinata la somma di 116.000.000 di lire per la costruzione di due
fabbricati rispettivamente di 16 e 6 alloggi. Gli edifici, ubicati su unarea di circa 2.500 m2
allestremo nord della zona di scornio al confine col lago (fig. 97), sono progettati dalling.
Biagini, (perizia 62 e 63) e approvati dallistituto nellottobre del 1965.
il progetto relativo alla perizia 62 descritto nella relazione come un fabbricato, dal punto
di vista tipologico, conforme a quanto previsto nel piano di zona, edificio monoblocco
con quattro piani utili per appartamenti e un portico libero.184
Ledificio di forma a stella di quattro piani con quattro alloggi per piano serviti da una
scala centrale e ascensore. Ciascun alloggio misura 82 m2 con 5 vani comprendenti salasoggiorno, camera e servizi. il progetto comporta una spesa di 80.800.000 lire.
i lavori di costruzione sono appaltati allimpresa Quinzio Benedetti di Montecatini per
unofferta col ribasso dell11,75 per cento.
il cantiere si avvia il 20 aprile 1966 con un termine di ultimazione fissato al 14 aprile 1967.
dopo una sospensione dei lavori i lavori sono ultimati il 13 agosto 1967.
il secondo fabbricato (perizia 63) di 3 piani e 6 alloggi progettato ancora dalling. Biagini
con tre piani utili pi portico a piano terra. Ledificio ha una pianta rettangolare con 2 alloggi per piano e scala centrale, ogni alloggio ha una superficie utile di 96 m2 ed composto
di 6 vani, sala-soggiorno, 3 camere, cucina-pranzo, bagno e ripostiglio. La spesa prevista
di 35.700.000 lire. anche in questo caso i lavori sono appaltati allimpresa Benedetti di
Montecatini con il ribasso del 10,70 per cento, nel dicembre 1965.
106
i lavori iniziano il 20 aprile 1966 con limpegno a terminarli entro 365 giorni. dopo una
sospensione di un mese i lavori sono effettivamente conclusi il 18 luglio 1967 (fig. 101).185
Perizie 71, 72, 73 e 74
il Ministero dei Lavori Pubblici, con nota del 6 novembre 1965, assegna alliaCP di Pistoia
(sulla legge 1022/65) un contributo statale per la durata di 35 anni di 16.000.000 di lire su
una spesa complessiva di 400.000.000.
Con questo finanziamento si decide di realizzare otto interventi di cui quattro nel comune di
Pistoia a scornio (perizia 71 per 2 fabbricati e 14 alloggi; perizia 72 per 2 fabbricati e 12 alloggi;
perizia 73 per 2 fabbricati e 14 alloggi; perizia 74 per 2 fabbricati e 12 alloggi.186
il progetto del primo intervento (perizia 71, fig. 97) prevede la realizzazione di 2 fabbricati
per 14 alloggi, elaborato dalling. Biagini, approvato dalliaCP nel dicembre 1965. nella
relazione il progettista sottolinea che:
i fabbricati inseriti nel contesto urbanistico sono ubicati lungo la corda interna dellanello stradale
principale di scorrimento. Questo fatto unito allintensa suggestione che provoca il rigoglioso verde
prospiciente il lago di scornio e la posizione dominante, hanno suggerito forme volumetriche non
eccessivamente rigide e composte ma che, pur essendo geometricamente finite contribuiscono a partecipare di queste singolari condizioni di ambiente.187
il costo complessivo delle opere ammonta a 75.950.000 lire. Per acquisire larea necessaria agli
edifici, 2.300 m2 del valore di 1.000 lire al m2, si arriva ad un accordo con i proprietari signori
tessi che comprende lacquisto di una pi ampia porzione di terreno circostante di 9.910 m2.
in una relazione dellagosto 1971 redatta per la valutazione del valore del terreno che deve
essere rimborsato dalla Ges.Ca.L. alliaCP, si trovano interessanti considerazioni urbanistiche
occorre tener presente che larea ormai iscritta nel tessuto urbanistico della citt e costituisce parte
sostanziale di essa. Considerato peraltro che per effetto del nuovo piano regolatore molte zone sono
state tolte alla naturale espansione edilizia del nucleo urbano [da sottolinea come il piano regolatore
sia considerato, come era nella consapevolezza diffusa, un sottrattore di aree alledificazione naturale
n.d.r.] e che di conseguenza liniziativa edilizia e la richiesta di terreno si maggiormente concentrata
nelle zone, come quella in esame, riconosciute residenziali dal nuovo piano regolatore, considerato la
vicinanza del centro cittadino, le ottime vie di collegamento, lo stato dei servizi pubblici, la autosufficienza del quartiere, lottima giacitura e salubrit del terreno, visti gli attuali prezzi di mercato per
terreni in condizioni e posizioni analoghe, si pu con sicurezza affermare che il valore unitario del
terreno non pu in nessun caso essere valutato al di sotto delle lire 1.500 al metro quadro.188
il 10 agosto 1966 si svolge la gara di appalto a licitazione privata che viene aggiudicata alla
ditta Corvi fausto di firenze con il ribasso dell11,55 per cento. i lavori iniziano il 14 luglio
1967 e dopo una breve sospensione sono ultimati il 6 settembre 1968 (fig. 102).189
il secondo intervento (perizia 72, fig. 97) viene affidato alling Giannini ed approvato nel
dicembre 1965. La relazione tecnica descrive cos il progetto.
Lappalto in oggetto prevede la costruzione di 2 fabbricati popolari in Pistoia localit scornio nella
immediata periferia della citt e particolarmente indicata per destinazione residenziale stante lottima
esposizione, la posizione leggermente collinare alle pendici della montagna, unite ad una facilit di
collegamento con la citt di cui la zona si sente parte integrante per le esigenze dei servizi di lavoro
e della vita pubblica di relazione. () i fabbricati sono stati inseriti nel complesso urbanistico della
zona e risultano dislocati lungo il bordo stradale del raccordo anulare principale interno, in prossimit
della grande piazza centrale () il progetto prevede la costruzione di due edifici gemelli su tre piani
asCPPt, a 347.
asCPPt, a a 350.
187
asCPPt, Progetto per la costruzione di due fabbricati. asCPPt, a 348.
188
Costruzione di due fabbricati per 14 alloggi a scornio. Perizia estimativa del terreno. direttore dei lavori ing. Biagini,
12 agosto 1978. asCPPt, a 348.
189
asCPPt, a 348.
185
186
107
utili e un piano a portico con due alloggi per piano e quindi 6 alloggi per fabbricato da 5 vani. ()
ogni alloggio di 80,62 m2 comprende due camere da letto la sala-soggiorno, la cucina-pranzo, il bagno,
un ripostiglio, una cantina oltre alle zone di disimpegno.190
La relazione simile alla precedente nella descrizione dellarea e dellinserimento urbanistico e la spesa complessiva prevista ammonta a 72.750.000 lire.
assieme al progetto viene approvato il piano parcellare per dare avvio alle procedure di
esproprio. i lavori sono appaltati allimpresa Corvi fausto di firenze che li avvia il 15
marzo 1967, e li termina, assieme ad altri lavori suppletivi successivamente aggiudicati, il
23 giugno 1968 (fig. 102).
il quarto intervento (perizia 74, fig. 97) si compone di due edifici con 12 alloggi. il progetto
redatto sempre dalling. Giannini approvato nel dicembre del 1965. Gli edifici sono disposti lungo lanello stradale principale e ogni alloggio comprende 2 camere da letto, salasoggiorno, cucina e pranzo oltre alle zone di disimpegno, balconi di servizio e ampi balconi
di soggiorno.
il progetto comporta una spesa di 59.650.000 lire.
Larea interessata misura 1.746 m2 ed composta di due parti una di 1.603 m2 viene acquistata il 27 luglio 1968 e laltra di 143 m2 viene acquistata insieme ad una pi ampia porzione di 234 m2 il 7 aprile 1968.
i lavori sono appaltati allimpresa Corvi fausto di firenze con un ribasso dell11,55 per
cento. il cantiere avvia i suoi lavori il 16 settembre 1968 e sono terminati dopo alcune sospensioni il 13 marzo 1970 (fig. 102).192
nel febbraio 1963 entra in vigore una nuova importante legge che sostituisce la legge
ina-Casa e che permetter di disporre di finanziamenti pi consistenti e continui, si accompagna a nuove procedure di programmazione degli interventi che tengono conto della
acquisizione delle aree e curano una migliore qualit della progettazione e degli allestimenti
esterni. si riportano i passaggi pi significativi della legge:
a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge la gestione ina-Casa soppressa, ed
istituita la Gestione Case per Lavoratori.
al fine di provvedere alla costruzione di case per lavoratori sar attuato un programma decennale finanziato con i seguenti fondi:
a) un contributo pari al 4,30 per cento del complesso dei contributi indicati alle successive lettere b)
e c), a carico dello stato;
b) un contributo pari allo 0,35 per cento della retribuzione mensile, a carico dei dipendenti;
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 119 del 20 dicembre 1965. asCPPt, a. 979.
deliberazione del Consiglio di amministrazione delliaCP n. 120. dicembre 1965. asCPPt, a 979.
192 asCPPt, a 350.
190
191
108
Legge 14 febbraio 1963 n. 60. Liquidazione del patrimonio edilizio della gestione INA-Casa e istituzione di un programma
decennale di costruzione di alloggi per lavoratori Ges.Ca.L. (Gestione Case Lavoratori).
193
109
per la realizzazione del primo programma per la costruzione di case senza il contributo dello stato.
tenuto conto delle particolari esigenze di natura tecnico economica e per consentire di sviluppare un
piano edilizio coordinato, si ritiene opportuno localizzare lintervento Ges.Ca.L nella zona centrale del
complesso, in vicinanza di uno dei due sbocchi della
viabilit del quartiere sulla via dalmazia. Larea prescelta per la costruzione di tre fabbricati per complessivi 24 alloggi misura 3910 m2 ed di propriet,
per 3.000 m2 circa dei fratelli trallori e per il rimanente delling. tessi. nel luglio 1965 listituto comunica alla Ges.Ca.L. che
in seguito a trattative con i proprietari interessanti larea in parola, i fratelli trallori sono disposti a
vendere il terreno al prezzo di lire 1.800 al m2, mentre ling. tessi a tuttoggi dopo lunghe e laboriose
trattative, si oppone alla vendita. Pertanto questo istituto ritiene opportuno addivenire allesproprio
dellarea di circa 900 m2.194
il Programma di intervento approvato dalla Ges.Ca.L. il 29 aprile 1966 prevede la costruzione di 3 edifici 2 di 4 e 1 di 14 alloggi per complessivi 112 vani (fig. 97).
il progetto affidato ad un gruppo di quattro professionisti: ling. natalini di Montecatini
per la programmazione e i costi, larch. Bassi di Pistoia (coordinatore del gruppo) per ledilizia, ling. Lacann di Pistoia per le strutture e i calcoli e ling. Puccetti di firenze per gli
impianti tecnici. il gruppo elabora un progetto di massima molto articolato e architettonicamente curato. nella relazione si legge:
lesigenza di porre la struttura edilizia in un rapporto di spazio murato che rispettasse lo spazio a
verde, ha evidenziato la necessit di condensare in un unico lungo nastro a forma leggermente ondulata il maggiore numero di alloggi (14) lasciando gli altri due blocchi edilizi di 4 alloggi ciascuno si
disponessero nelle zone pi ampie lasciate libere. () nelledificio allungato si pensato di studiare
alloggi su due piani con al primo piano il reparto giorno (ingresso, cucina pluriuso, soggiorno pranzo)
e al secondo piano il reparto notte (camere da letto e w. c.). () sia la zona giorno che quella notte
hanno uno sfalsamento di quattro gradini onde diminuire la dimensione in lunghezza della scala e
dare una caratterizzazione di villetta e non di un appartamento in edificio pluricondominiale. ()
Gli altri due edifici saranno di quattro alloggi, due per piano distribuiti da una scala centrale.197
110
i lavori iniziano il 26 giugno 1967 e, dopo proroghe e sospensioni per 543 giorni vengono
apparentemente terminati il 15 gennaio 1970. Ma i lavori non sono completamente ultimati. il 23 settembre si chiedono i nuovi termini di ultimazione e, ancora il 23 luglio 1970,
si approva lelenco degli assegnatari degli alloggi e si avverte che accertata la compiutezza
degli edifici si potr procedere alla consegna degli alloggi stessi. i lavori sono definitivamente terminati nei mesi successivi (fig. 103).
Mentre si svolgono i lavori, proseguono le trattative con i proprietari per la definizione
dellacquisizione dellarea che si conclude nel luglio 1968 con lacquisto dai fratelli trallori
di 2.966 m2 per 5.190.902 lire. nei mesi successivi si raggiunge anche laccordo con ling
tessi per lacquisto dei rimanenti 910 m2 di sua propriet.198
Perizia 778
il 16 giugno 1964 viene comunicata una nuova assegnazione di 169.830.000 lire per la costruzione di case per lavoratori nel comune di Pistoia e si decide di costruire tre fabbricati
di 24 alloggi da destinare ai dipendenti della prefettura e di vari ministeri.
Larch. rivieccio elabora il relativo progetto approvato il 5 aprile 1967. il progetto prevede
la costruzione di tre edifici delle dimensioni e disposizione previste dal piano di zona con
24 alloggi per complessivi 135 vani e una spesa di 107 milioni di lire oltre 5,2 milioni per
lacquisto dellarea. il terreno interessato ha una superficie di 5.590 m2 ed posto a nord
della zona scornio al confine con il lago. Larea gi dotata delle reti idrica, fognaria ed
elettrica, mentre in corso di costruzione la strada di accesso (fig. 97). dopo lavvio delle
procedure di esproprio larea viene effettivamente acquisita l11 luglio 1968, parte dalliaCP
(m2 4.390 che laveva comprata in precedenza) e parte (m2 1.200) dai fratelli trallori.
i lavori sono appaltati a licitazione privata il 19 giugno 1967 con la partecipazione di 39
ditte. La ditta aggiudicataria risulta limpresa Vannucci Gaetano di Pistoia con un ribasso
del 4,75 per cento. i lavori sono avviati l8 novembre 1967 e dopo tre sospensioni sono
terminati il 4 ottobre 1969 (fig. 101).199
alloggi senza il contributo dello stato, 3 lotto
nel 1967 listituto, sulla base della precedente iniziativa di costruzione di alloggi senza
contributo dello stato da cedere a riscatto, avvia trattative con la Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia per ottenere un nuovo mutuo di 250.000.000 lire, a un tasso non inferiore
al 6,75 per cento.
La compilazione del progetto affidata alling. Biagini che nella relazione richiama i motivi
delliniziativa:
sono ormai alcuni anni che listituto si posto il problema di esaminare la possibilit di contribuire a
risolvere la questione casa per una vasta categoria di cittadini lavoratori con redditi fissi normalmente
esclusi dalle ordinarie assegnazioni sulla base di programmi costruttivi che si avvalgono del contributo
dello stato. in questa vasta categoria rientra tutta una classe che, pur godendo di condizioni economiche
e sociali di una certa tranquillit, ha una dimensione di risparmio personale che non gli consente di risolvere in modo integrale ed immediato il problema dellacquisto di un alloggio eppure indifesa a rivolgersi al mercato privato. Questa constatazione convinse della necessit di promuovere programmi a
favore di queste categorie di persone con finanziamenti a tasso agevolato. Con questi intendimenti fu,
negli anni scorsi, contratto un mutuo di lire 530.000.000 in base al quale furono promosse costruzioni
nei comuni di Pistoia (64 alloggi), Pescia (24 alloggi), agliana (12 alloggi) e Quarrata (6 alloggi).
il successo delliniziativa, che permette agli assegnatari di riscattare la propria abitazione ad un canone
mensile normalmente inferiore ai fitti di mercato corrente, lo stimolo a proseguire su una strada che
rientra fra gli scopi principali dei compiti dellistituto.200
asCPPt, B 696.
asCPPt, B 583, B 561.
200
Progetto di alloggi senza il contributo dello stato. terzo lotto. relazione tecnica delling. Biagini. asCPPt, C 3, C 4, C 6.
198
199
111
ASCPPT, C 3, C 4, C 6.
ASCPPT, B 698.
203
ASCPPT, B 667.
204
Deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 83 del 27 novembre 1970. ASCPPT, A 984.
201
202
112
si approva il nuovo progetto che riduce gli alloggi da 16 a 12 e li colloca in un unico fabbricato (fig. 97). il nuovo costo risulta di 80.000.000 di lire.
Ma i lavori sono ulteriormente differiti e il progetto nuovamente approvato nellagosto
del 1972. il fabbricato, ubicato nella parte sud della zona di scornio su unarea di 1700 m2,
gi di propriet dellistituto, di due piani pi portico e contiene 12 alloggi distribuiti da tre
vani scala e comporta una spesa di 92.500.000 lire. i lavori sono appaltati alla ditta
Co.Ge.Ca. di Montecatini con il ribasso del 4,13 per cento. il cantiere si apre il 26 marzo
1973 e i lavori sono ultimati il 22 luglio 1974 (fig. 100). durante i lavori si sono avute perizie
suppletive e aumenti di costo che hanno portato la spesa totale a 145.000.000 di lire.205
Perizia 2844
nellottobre del 1968 la Ges.Ca.L. approva un programma di interventi straordinari per la
costruzione di alloggi destinati alla generalit dei lavoratori nelle province colpite dalle alluvioni o mareggiate dellautunno 1966. LiaCP, stazione appaltante, decide di costruire
20 alloggi nel villaggio scornio in due aree ancora inedificate fra quelle previste dal piano
di zona (167). il progetto redatto dallarch. rivieccio nel marzo 1969 prevede la costruzione
di due edifici su due piani con portico, uno per 12 alloggi e laltro per 8, di tipologia simile
a quelli degli edifici circostanti (fig. 97). il progetto comporta una spesa complessiva di
127.246.000 lire e viene approvato il 16 maggio 1969.
La gara di appalto indetta in data 4 giugno 1969 viene vinta dallimpresa Vannucci Gaetano
di Pistoia che in seguito rinuncia a realizzare le opere previste. Pertanto si rende necessario
indire una nuova gara che per gli strascichi della rinuncia e le complicazioni burocratiche
si svolge solo il 31 marzo 1971 con una perizia di 140.669.000 lire ed vinta dalla ditta
Corvi di firenze con un ribasso dello 0,01 per cento. i lavori iniziano l11 dicembre 1971
con limpegno alla ultimazione entro 365 giorni, ma le numerose proroghe e sospensioni
per un totale di 483 giorni portano la conclusione dei lavori all8 aprile 1974 (fig. 100).206
La caserma dei carabinieri
a seguito della richiesta formulata dal Comando locale del Gruppo Carabinieri, listituto ha esaminato
la possibilit di costruire la Caserma dei Carabinieri della stazione di Capostrada in area del comprensorio su cui sta sorgendo il Villaggio scornio. Questo esame preliminare ha rilevato lopportunit e
asCPPt, C 1, C 2.
asCPPt, B 697.
207
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 14 del 23 marzo 1968. asCPPt, a 982.
208
asCPPt, C 136.
205
206
113
s.C.s. 1
59
62
63
71
72
73
74
765
778
s.C.s. 2
1288
oMfP
2844
79
Carabinieri
negozi
asilo
Tipologia
ed. pi. al.
7
2
1
1
2
2
2
2
3
3
5
1
1
2
1
1
1
1
3-4
4
3
2-3
3
2-3
3
2
2-3
2-3
4
2-3
2
2
1
1
1
64
28
16
6
14
12
14
6
22
24
40
12
10
20
12
finanziamento
Progettista
approvazione
data
proprio
195/62
218/65
218/65
1022/65
1022/65
1022/65
1022/65
Ges.Ca.L.
Ges.Ca.L.
proprio
Ges.Ca.L.
Ges.Ca.L.
Ges.Ca.L.
422/68
Biagini
Biagini
Biagini
Biagini
Biagini
Giannini
Giannini
Giannini
Bassi
rivieccio
Biagini
Bassi
sguazzoni
rivieccio
Biagini
Biagini
Giannini
Giusti
nov. 64
giu. 64
ott. 65
ott. 65
dic. 65
dic. 65
dic. 65
dic. 65
dic. 66
apr. 67
set. 68
ago. 67
gen. 69
mag. 69
ago. 72
mar. 68
apr. 67
mar. 75
Impresa
Becheri
Biagini o.
Benedetti
Benedetti
Corvi
Corvi
Corvi
Corvi
Biagini o.
Vannucci G.
Corvi
Corvi
Corvi
Corvi
Co.Ge.Ca
Biagini o.
Zarri
Corvi
Inizio lavori
fine lavori
mar. 65
set. 65
apr. 66
apr. 66
lug. 67
mar. 67
mar. 67
set. 68
giu. 67
nov. 67
ott. 68
ago. 68
nov. 71
dic. 71
mar. 73
lug. 69
gen. 69
set. 65
mag. 66
dic. 67
ago. 67
lug. 67
set. 68
mag. 68
mag. 68
mar. 70
gen. 70
ott. 69
apr. 71
sett. 70
nov. 74
apr. 74
lug. 74
ago. 70
nov. 71
ago. 78
la convenienza economica di una tale costruzione. infatti la presenza ai margini del Villaggio di un
nucleo di polizia militare accresce il decoro e lautosufficienza del quartiere residenziale e costituisce
un deterrente a favore dellordinato sviluppo di una comunit che, allinsediamento, sar per sua
natura estremamente composita.207
nel piano urbanistico della zona di scornio prevista unarea destinata a servizi pubblici
che si presta ottimamente per la costruzione della caserma (fig. 97). anche le condizioni
di affitto garantiscono un positivo risultato economico dellinvestimento.
il progetto redatto dalling. Biagini prevede un edificio a due piani con gli uffici della caserma e laccasamento (alloggi e servizi dei militari con refettorio-soggiorno la cucina, 4
posti letto e servizi) al piano terra e due alloggi (per il comandante e un militare con famiglia) al primo piano. il progetto comporta una spesa di 24.000.000 di lire.
La gara di appalto per la costruzione della caserma vinta dallimpresa Biagini orazio di
Casalguidi con il ribasso dello 0,10 per cento, poi aumentato fino allo 0,50 per cento.
i lavori sono iniziati il 14 luglio 1969 con limpegno alla loro ultimazione in 365 giorni.
dopo tre sospensioni dei lavori per complessivi 52 giorni la costruzione effettivamente
ultimata il 4 agosto 1970 (fig. 102).208
I negozi
il 10 dicembre 1966, Preso atto che nellerigendo Villaggio scornio a Pistoia sono in costruzione circa 200 alloggi ed necessario dotarlo di un nucleo di negozi, il Consiglio
delliaCP approva un progetto per la costruzione di un complesso commerciale. il progetto comprende 12 negozi suddivisi in tre zone: nella zona centrale tre unit di circa 35
m2 e un bar; nella zona laterale sud 5 di circa 450 m2 di cui tre posteriori e due anteriori
collegati da un passaggio interno coperto; nella zona laterale nord 3 di circa 35 m2. il tutto
per una spesa di 56.460.000 lire comprensivo del costo del terreno (fig. 97).
il 5 aprile 1967 liaCP delibera di realizzare un primo lotto di nove negozi da finanziare
con un mutuo in corso di contrattazione con la Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia di
250.000.000 di lire. La spesa complessiva assomma a 42.915.000 lire.
114
i lavori sono appaltati nel luglio 1968 alla ditta Zarri Guido di Pistoia con il ribasso del
2,32 per cento e sono iniziati il 4 gennaio 1969. nel corso dei lavori si decide di trasformare
il gruppo di 4 negozi nella parte est in supermercato per il quale si predispone un nuovo
progetto che richiede un incremento di spesa di circa 6.000.000 di lire.
il 29 maggio 1971 liaCP approva una nuova perizia comprendente la costruzione di due
nuovi negozi per 10.600.000. inoltre si approva lapplicazione di nuovi prezzi dovuti alla
particolarit degli edifici commerciali rispetto a quelli residenziali e allintroduzione di voci
migliorative e di perfezionamento dei lavori per un importo complessivo di 20.000.000.
i lavori aggiuntivi derivanti dalle variazione di progetto sono assegnati alla stessa ditta nellottobre del 1970. i lavori principali sono effettivamente terminati il 18 ottobre 1970, e i
lavori aggiuntivi sono terminati il 22 novembre 1971.
in una delibera del 4 febbraio 1972 si riassume landamento dei lavori e le variazioni del
costo dellopera che ammonta a circa 105 milioni di lire. Gli aumenti sono dovuti oltre
alle perizie suppletive gi approvate, ad una serie di nuovi aggiustamenti (impianto di refrigerazione, condizionamento daria, parcheggi aggiuntivi e altri) richiesti dalla costruzione
del supermercato (fig. 105).209
Lasilo nido
il 17 aprile 1974, quando ormai il Villaggio scornio completamente realizzato, la regione
toscana incarica liaCP di attuare il programma relativo alla costruzione di un asilo nido
a Pistoia. La costruzione viene ubicata nella parte nord a confine con il parco e il lago di
scornio ed progettata dallarch. renato Giusti e dal geom. Marco Marlazzi del Comune
di Pistoia (fig. 97). il progetto esecutivo, molto elaborato, viene approvato dalliaCP il 18
marzo 1975 per una spesa di 59.660.000 lire, precisando che:
in conformit del programma di intervento gli impegni di spesa relativi allacquisizione dellarea e per
le opere di urbanizzazione non sono stati evidenziati in quanto esiste un impegno di massima dellamministrazione Comunale, la quale ceder gratuitamente larea ed eseguir a suo carico le opere
di urbanizzazione.210
La gara di appalto, esperita il 23 marzo 1975, vinta dalla ditta ing. fausto Corvi di firenze
con laumento del 79,60 per cento. i lavori sono iniziati il 4 settembre 1975 e dopo numerose sospensioni e proroghe sono terminati il 20 agosto 1978 (fig. 105).211
Lintervento ges.Ca.L.
a santomato
nel 1966 la Ges.Ca.L. conferisce lincarico di stazione appaltante alla cooperativa fides e
Labor di santomato assegnataria di un finanziamento per la costruzione di 14 alloggi a
santomato. il progetto viene affidato allarch. sguazzoni di Pistoia che lo descrive nella
relazione tecnica:
Le premesse poste nel programma di intervento dai committenti i quali non erano evidentemente disposti ad accettare la soluzione della casa ad appartamenti sia pure in numero limitato, prefiggendosi di
poter disporre di una abitazione tutta propria. il criterio pu stupire chi abituato a inserire automaticamente la casa in un dimensione urbana, ma qui (santomato) si deve tener conto di tuttaltro ambiente
paesistico e umano in cui non la casa singola sarebbe una nota fuor di luogo ma la casa multifamiliare.212
La riforma
115
1971 La rIforMa
La legge 22 ottobre 1971
n. 865
il 22 ottobre 1971 viene varata la legge 865 recante Programmi e coordinamento delledilizia residenziale pubblica; norme sulla espropriazione per pubblica utilit che segna
una pietra miliare nella storia delledilizia popolare.
una vera, radicale riforma del sistema che riunifica e potenzia tutte le frammentate forme
di finanziamento pi o meno settoriali vigenti riconducendole ad una struttura unitaria
nazionale e a ununica procedura. adotta il metodo della programmazione, con la formazione del Piano come strumento centrale, per lutilizzazione e allocazione delle risorse.
individua i bisogni e le risorse attraverso analisi tecnico-demografiche e con la partecipazione delle rappresentanze territoriali, economiche e sociali.
ridefinisce il ruolo e le procedure degli istituti finanziari e individua una struttura di gestione centralizzata e partecipata che da livello nazionale Cer al livello locale, (basato sulliaCP, fortemente riformato, e sul Comune), passando per la regione, delinea con
precisione soggetti, funzioni e obbiettivi di ogni singolo livello.
Valorizza le rappresentanze territoriali che assumono un ruolo fondamentale nei processi
decisionali e gestionali e affida un ruolo centrale alle regioni che diventano lo snodo fondamentale del meccanismo complessivo del piano (anticipando la delega delle funzioni
regionali del 1972 poi completata con il dr 616/77).
affronta il problema delle aree aumentando le finalit dellesproprio, semplificando i processi di acquisizione e riferendo le indennit al valore agricolo. introduce una visione pi
ampia della qualit urbanistica valorizzando e potenziando lefficacia della 167 e definendo
standard, procedure e finanziamenti per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
stanzia nuove risorse per finanziare la costruzione di case popolari ed economiche e prefigura una modalit permanente, una continuit temporale e una cadenza pianificatoria
pluriennale per la disponibilit e allocazione dei finanziamenti.
amplia infine la possibilit di elaborare piani attuativi di iniziativa pubblica anche per la realizzazione di insediamenti produttivi, industriali e artigianali, commerciali, direzionali e turistici.
si tratta insomma di un provvedimento intersettoriale che affronta la politica della casa
non pi come unattivit specifica ma come un tassello di una politica integrata e complementare, non solo delle procedure urbanistiche e di assetto del territorio, ma anche degli
indirizzi economici e di allocazione delle risorse pubbliche e della soddisfazione di bisogni
fondamentali delle categorie sociali pi deboli.
La 765 rappresenta una sorta di soglia, uno spartiacque che modifica radicalmente procedure
e soggetti dividendo le politiche della casa in due periodi, prima e dopo la sua entrata in vigore.
tutto ci evidenziato e accentuato dal fatto che il testo di legge non si occupa solo dei
programmi e del coordinamento delledilizia residenziale pubblica ma affronta e modifica
le norme sullespropriazione per pubblica utilit, le norme sullacquisizione e lallestimento
delle aree edificabili, introduce modifiche ed integrazioni alla legislazione urbanistica vigente e modifica lo stesso assetto istituzionale territoriale.
in applicazione della legge 765, vennero poi emanati i due dPr 1035 e 1036 del 1972 che
disciplinano le assegnazioni e lorganizzazione degli enti pubblici operanti nel settore delledilizia residenziale pubblica.
a seguito dellemanazione di nuove leggi con la soppressione di enti come la Ges.Ca.L. e
linCis, il patrimonio costruito viene in parte ceduto agli assegnatari ed in parte trasferito
agli iaCP, che diventano gli unici soggetti attuatori delledilizia residenziale pubblica sovvenzionata mentre le cooperative organizzate in movimenti diventano i principali soggetti
realizzatori delledilizia agevolata.
116
si riportano gli articoli pi importanti relativi alla programmazione, alle procedure di esproprio e alla modifica della 167. il primo titolo della legge dedicato a definire le procedure
e i soggetti per la programmazione e il coordinamento delledilizia pubblica:
Per la realizzazione di programmi di interventi di edilizia abitativa e degli altri fini indicati nella presente
legge, tutti i fondi stanziati a qualsiasi titolo dallo stato, dalle aziende statali e dagli enti pubblici edilizi
a carattere nazionale, destinati agli stessi scopi sono impiegati unitariamente dallo stato.
istituito, presso il ministero dei lavori pubblici, il Comitato per ledilizia residenziale (Cer).
il Cer formula il progetto del piano di attribuzione alle regioni dei fondi recependo, i programmi
gi deliberati dalle amministrazioni dello stato, dalle aziende statali e dagli enti pubblici.
Le regioni sono delegate allattuazione dei programmi da esse approvati avvalendosi degli istituti
autonomi per le Case Popolari e loro consorzi regionali e di cooperative edilizie e loro consorzi.
sono trasferite alle regioni a statuto ordinario le attribuzioni dellamministrazione dei lavori pubblici relative
ai regolamenti edilizi, ai programmi di fabbricazione, ai piani di zona di cui alla Legge 167/62, ai piani particolareggiati di esecuzione del piano regolatore generale ed ai piani di lottizzazione. il Cer, avvalendosi
delle regioni, predispone e realizza ogni due anni un censimento dei fabbisogni abitativi del paese.
La riforma
117
nel 1971, quando esce la legge 865, il PeeP di Pistoia adottato nel 1963 ancora in vigore
Il primo programma
e
pluriennale di attuazione contiene, dopo lo stralcio di Bonelle, sei zone: san Biagio, Ponte alla Pergola, Castel dei
scornio ovest
san Biagio
Bottegone
san felice
superficie m2
60.311
192.344
60.000
7.500
Volume residenze m3
97.669
354.835
43.850
10.500
abitanti
1.220
4.435
548
132
Le zone inserite nel Piano pluriennale hanno praticamente lo stesso progetto, la stessa dimensione e gli stessi costi del piano originario del 1963.
in sintesi i dati e le previsioni riportate nelle singole analisi di comprensorio costituiscono una puntualizzazione e aggiornamento di quelle esistenti, e tale precisazione dettata, oltre che dai variati e
maggiori costi, da nuove disposizioni legislative in vigore dalla data dellultima deliberazione sullargomento () il relatore precisa che la quota di aree in termini volumetrici che potr essere ceduta in
propriet a cooperative edilizie ed a singoli viene proposto nella misura del 30 per cento del totale.
in conclusione il Consiglio delibera: di approvare il programma pluriennale di attuazione del PeeP
presentato dallassessore Cipriani e di autorizzare il sindaco a presentare alla regione toscana la richiesta dei finanziamenti occorrenti per lacquisizione delle aree e la realizzazione delle opere di urbanizzazione previste.215
214 Legge 22 ottobre 1971 n. 865. Programmi e coordinamento delledilizia residenziale pubblica; Norme sulla espropriazione per
pubblica utilit; Modifiche ed integrazioni alle leggi 17 agosto 1942, n. 1150; 18 aprile 1962, n. 167; 29 settembre 1964, n. 847 ed autorizzazione di spesa per interventi straordinari nel settore delledilizia residenziale, agevolata e convenzionata.
215 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio comunale n. 729 del 27 dicembre 1971.
118
il primo Piano di edilizia economica e Popolare del Comune di Pistoia, adottato nel 1963,
contiene sette zone tra cui anche la zona Zona d scornio-Capostrada divisa in due parti
una ad est della via dalmazia (denominata scornio dal nome della localit e poi scornio
est) ed una ad ovest (denominata Capostrada e poi scornio ovest, fig. 92).
il piano particolareggiato del 1963 (est e ovest) occupa una superficie totale di 150.800 m2
di cui 28.200 m2 per strade e piazze e 36.646 m2 per giardini ed attrezzature collettive.
Lindice fabbricativo territoriale risulta di 1,84 m3/m2 e la densit territoriale di 205 ab/ha.
il volume delle attrezzature (chiesa, scuole, mercato etc.) complessivamente di 21.918 m3.
nel 1969, quando la zona di scornio est in fase di completamento, il Comune inizia la
realizzazione della zona di scornio ovest con la progettazione delle opere di urbanizzazione
e la prosegue con la richiesta dei finanziamenti e con lavvio delle procedure di esproprio.
il piano mantiene gli assetti disegnati dal progetto originario del 1963 (fig. 109) con solo
due piccole modifiche. una prima modifica (adottata dal Consiglio Comunale il 29 aprile
1974) varia leggermente la disposizione planimetrica e le propriet da espropriare. una
seconda adottata l11 ottobre 1985, quando le costruzioni e le opere di urbanizzazione
sono praticamente terminate, per evitare la demolizione di un fabbricato colonico preesistente che viene restaurato e destinato alla residenza. Con la stessa delibera si formalizzano
le piccole variazioni intervenute nella planivolumetria durante i lavori (fig 110).
Le caratteristiche dimensionali del piano sono le seguenti: superficie totale 59180 m2, superficie per strade e piazze 21700 m2, superficie per giardini e attrezzature
collettive 29269 m2, volume totale delle abitazioni 81515 m3, numero dei
vani 959, volume di scuola mercato ecc. 11918 m3, densit di popolazione
territoriale 162 ab/ha, indice di fabbricabilit territoriale 1,65 m3/m2.
il piano occupa unarea triangolare fra la ferrovia ad ovest e le vecchie
case in fregio alla via dalmazia a est. Le residenze sono raggruppate in
tre blocchi di edifici due molto grandi in linea allungata posti uno ad ovest
lungo la ferrovia con fabbricati di altezza di quattro e due piani pi portico e laltro a est parallelo alla via dalmazia con altezza di tre piani pi
portico. il terzo blocco di due e tre piani pi portico si trova nella parte
centrale fra le due strade principali.
Gli edifici sono realizzati con pi interventi frazionati. Ledifico ad ovest
progettato in quattro blocchi, ledificio a est in due blocchi e ledificio
centrale in due blocchi per un totale di otto progetti.
Gli edifici sono distribuiti da una strada che si diparte dalla via dalmazia a
nord della zona in corrispondenza dellingresso alla zona di scornio est,
attraversa tutta larea costituendone la spina centrale fino alla scuola prevista
nella parte sud. da questasse principale si distaccano due strade parallele
alla via dalmazia: una breve verso nord, la via Braille, e laltra verso sud, la
via Pordoi che si reimmette nella via dalmazia in corrispondenza della via stelvio.
Lacquisizione delle aree a seguito dellapprovazione del progetto di urbanizzazione il Comune, nel febbraio 1973,
autorizza il sindaco a promuovere il procedimento di esproprio nei confronti dei proprietari delle aree necessarie (fig. 111).
subito dopo linizio delle operazioni di occupazione alcuni proprietari (tessi olga, rina e
Margherita e fittavolo ferretti) accettano la cessione volontaria delle aree oggetto di esproprio beneficiando della maggiorazione dellindennit del 10 per cento consentita dalla
119
legge. Per loccupazione delle aree rimanenti, il Comune richiede e ottiene dalla regione
toscana il relativo decreto di autorizzazione (emanato il 16 dicembre 1974) e la determinazione delle indennit provvisorie da corrispondere ai proprietari (definite l8 luglio 1975).
alcune delle ditte espropriande (rafanelli elio, Vaccai ida, ada e fausta; Bartoletti, Biagiotti e fittavolo Bruni) accettano lindennit fissata dalla regione che emette la definitiva
ordinanza di pagamento nellottobre del 1975.
il definitivo di esproprio per le ditte rimanenti (Cipriani, Monfardini e rafanelli nicle e
iliana) avviene solo il 6 settembre 1976. i contratti di acquisto delle aree vengono tutti stipulati nel corso del 1976.
Lurbanizzazione
La spesa complessiva prevista ammonta a 260.532.125 lire. il progetto viene approvato allunanimit dal Consiglio Comunale.218 nel corso della discussione si manifesta la soddisfazione generale per liniziativa e lemergere della convinzione, espressa dal consigliere
agostino Bardelli e ripresa dal consigliere nesti che le aree debbano essere espropriate, ur
Comune di Pistoia, deliberazione del Consiglio Comunale n. 463 dell11 ottobre 1965.
Zona scornio ovest, urbanizzazione primaria delle aree destinate alla edilizia economica e popolare. relazione del
progettista ing. Carlo Giovannelli. 21 luglio 1969. asCPPt, C 119.
218 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 352 del 24 novembre 1969.
216
217
120
banizzate e messe a disposizione oltre che degli enti preposti alla costruzione di edilizia residenziale pubblica anche dei singoli privati cittadini per sottrarli allelevato costo delle aree
imposto dagli speculatori. il consigliere dapruzzo rileva invece la difficolt a dare il terreno
a piccoli gruppi di cittadini stante la tipologia di grossi edifici prevista nel piano di zona.
Lassessore Galligani conclude rilevando che i costi di esproprio e di urbanizzazione sono
molto elevati e rendono difficile la realizzazione di numerosi interventi e si impegna a rivedere le tipologie degli edifici pi alti.
La gara di appalto per la realizzazione dellurbanizzazione della zona viene vinta dallimpresa romiti con un aumento del 54 per cento.
Ma i lavori saranno rinviati per diversi anni e nellaprile 1974 si apportano alcune varianti
al progetto.219
Linizio dei lavori avviene solo il 25 maggio 1975 senza che sia redatta una nuova perizia
in base al nuovo progetto. Landamento dei lavori si rileva da una lunga relazione riassuntiva redatta dallarch. aliperta nel gennaio del 1977:
i lavori si rilevavano subito complessi a causa della differenza tra il progetto originario e quello da eseguire; inoltre anche lo stesso progetto redatto a suo tempo dalling. Giovannelli non era corrispondente
alla realt in quanto i piani quotati non risultavano esatti e per conseguenza anche gli elaborati esecutivi.
tutto ci ha comportato la realizzazione in corso di opera di un progetto del quale non
esistevano gli esecutivi con comprensibili difficolt sia per limpresa che per la direzione
dei lavori.
C da sottolineare che alle difficolt sopra citate si aggiunto anche il disagio creato
dal primo blocco gi in costruzione da parte delliaCP che non era alla distanza dovuta
dai fabbricati prospicienti, ma era stato impostato alla quota del terreno senza tenere
conto minimamente della viabilit prevista dal piano che ha portato ad un abbassamento
di tutti i piani stradali.
i lavori sono proceduti fino all8 agosto 1975, giorno in, cui sono stati sospesi perch
alcuni proprietari hanno impedito laccesso ai, terreni da, urbanizzare. tale diniego di
accesso era dettato dal fatto che sui fondi oggetto di esproprio esistevano colture vivaistiche non verbalizzate al momento dellaccesso e per le quali i coltivatori esigevano un
risarcimento a parte in quanto il prodotto, di prossimo raccolto, era gi stato venduto.
da parte dellamministrazione fu deciso di soprassedere ai lavori ed aspettare i primi
di ottobre, mese in. cui tali colture sarebbero stante rimosse.
i lavori furono ripresi in data, 13 ottobre e al momento di iniziare le fognature nere nel
suo tratto terminale, ci si rese conto, e tale giudizio fu poi confermato dai tecnici della
ditta che ci avrebbe fornito limpianto di depurazione, che prima, di impostare le quote
della fognatura era necessario lacquisto e la posa in opera del depuratore suddetto.
C da sottolineare che la direzione Lavori fece presente pi volte, alla divisione acquedotti che tale impianto depurante avrebbe, svolto il suo compito solo fino al momento
dellentrata in, funzione della, fognatura lungo la via dalmazia. Per un cos breve periodo,
considerato tempi realizzativi dellintervento e che un solo fabbricato era abitato da 12
famiglie si sarebbe potuto scaricare le fognature sullattuale fogna promiscua della via dalmazia ed
evitare la spesa per un impianto non recuperabile.
La divisione acquedotti ritenne pi opportuna la depurazione e fu deciso lacquisto di un impianto
atto allo scopo.
tali lavori,che non erano previsti nel contratto stipulato con la impresa romiti, resero necessaria una
perizia con conseguente approvazione da parte del C. C.
Limpianto di che trattasi fu acquistato dalla ditta itaLnorBe di sesto fiorentino e fu messo in
opera durante il periodo dal 22 ottobre 75 al 5 luglio del 1976.
tali lavori furono eseguiti, in condizioni pressoch disastrose. durante lo sbancamento della sede
dellimpianto una vena dacqua, alimentata dalle piogge incessanti riempiva lo scavo in tempo brevissimo cos che si rese necessaria da parte dellimpresa il suo prosciugamento continuo (talvolta anche
219
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 342 del 29 aprile 1974.
121
di notte). in queste condizioni limpianto depurante fu definitivamente terminato nel febbraio del
1976, dopodich furono iniziati gli scavi per un drenaggio rovescio di filtraggio delle acque di rifiuto,
espressamente richiesto dalla divisione fognature. nel contempo limpresa, poneva in opera tutta la
rete di distribuzione del gas.
durante questo periodo di sospensione erano iniziati i lavori per la costruzione dei rimanenti fabbricati
dello iaCP. Lapertura di tali cantieri fece sprofondare la zona in un impensabile caos. Continui passaggi di automezzi pesanti, nonostante che limpresa e questa direzione avessero ammonito i capi
cantieri a procedere con cautela, danneggiarono le opere gi eseguite e pi precisamente si verificarono, come si rileva da una nota inviata dallo iaCP in data 30.12.1975, spostamenti e rottura di lapidi
dei tombini, rottura di tubazioni delle acque bianche e acquedotti, avvallamento della massicciata stradale gi. completata, rimozione di tutti i picchetti di allineamento ecc.
alla ripresa dei lavori in data 5 luglio 1976 e per tutti i giorni seguenti fino alla loro nuova sospensione
in data 4 agosto furono effettuati lavori di allacciamento dellacquedotto in quanto le ultime imprese
appaltatrici dei fabbricati iaCP abbisognavano dellacqua per i cantieri.
una nuova ripresa fu fatta in data 4 ottobre 1976 in quanto era stato deciso il completamento delle
opere entro breve tempo. alle opere previste in contratto per, per terminare completamente lurbanizzazione, mancavano: posa in opera dellimpianto siP e della rete di adduzione elettrica.
nel novembre 1976 scadevano i. termini contrattuali per iimpresa romiti. il titolare richiedeva e
otteneva una proroga di giorni 60 per il completamento dei lavori. i lavori sono proseguiti per alcuni
giorni con la formazione di massicciate per lasfaltatura definitiva, ma, le abbondanti piogge e il ripetuto passaggio di camion delle ditte appaltatrici dei lavori dello iaCP complicavano le cose e limpresa
romiti soprassedeva al lavoro. nel gennaio 1977 scadevano anche i 60 giorni di proroga chiesti senza
che la ditta avesse potuto riprendere proficuamente i lavori.220
dopo la concessione di nuove proroghe i lavori sono effettivamente terminati nei mesi
successivi.
Le assegnazioni delle aree Le aree della zona di scornio ovest sono assegnate ai seguenti soggetti attuatori:
- Ges.Ca.L. 415 m2 per la costruzione di 16 alloggi per ciechi in via Braille, n. civici 1-3,
nel 1969.
- iaCP 712 m2 per la costruzione di 16 alloggi per coniugi anziani, nel 1972. Gli alloggi
non saranno realizzati e lassegnazione verr revocata.
- iaCP 925 m2 per la costruzione di 2 fabbricati con 28 alloggi in via Monterosa n. civici
15-21, nel 1972.
- iaCP 890 m2 per la costruzione di 3 fabbricati con 28 alloggi in via Monterosa 7-13, nel
1972.
- iaCP 640 m2 per la costruzione di 24 alloggi in via Monterosa n. civici 1-5, nel 1972.
- istituto nazionale Ciechi per la costruzione di un fabbricato di 12 alloggi in via Pordoi,
nel 1973.
- iaCP 5.180 m2 per la costruzione di 54 alloggi in via Monterosa n. 2 e via Pordoi n. 620, nel 1975.
- iaCP 410 m2 per la costruzione di 12 alloggi per ciechi in via Pordoi n. 1-3, nel 1976.
- impresa edilindustria La Porta 1665 m2 per la costruzione di 12 alloggi, nel 1976.
- Cooperativa Primavera 520 m2 per la costruzione di 6 alloggi, nel 1981. (fig. 98).
La Ges.Ca.L. e listituto nazionale Ciechi nominano liaCP come stazione appaltante che
pertanto realizza tutti gli edifici di scornio ovest meno i due assegnati rispettivamente allimpresa La Porta e alla Cooperativa Primavera.
Ledificio ges.Ca.L. in via Braille
il primo edificio di 16 alloggi ad essere realizzato quello ubicato allestremit nord della
220
Lavori di urbanizzazione scornio ovest. relazione dellarch. Giuliano aliperta. 28 gennaio 1977. asCPPt, C 119.
122
zona su unarea di 415 m2. Il finanziamento di 150 milioni di lire per la sua costruzione assegnato a Pistoia, sui fondi e con le procedure Ges.Ca.L., il 21 maggio 1969 (fig. 112).
Il progetto viene affidato allarch. Enzo Ciardetti di Firenze che disegna un edificio rettangolare di 4 piani pi portico articolato su due vani scala che distribuiscono 4 alloggi
per piano per un totale di 16 alloggi; la dimensione degli alloggi varia in tipologie tra gli 83
e i 95 m2. Al piano porticato sono situati 16 piccoli ambienti di servizio, la centrale termica,
lingresso alle scale e 16 posti auto al coperto. Il progetto comporta una spesa di
129.366.752 lire. Il Consiglio di Amministrazione dellIACP nella sua seduta del settembre
1972 delibera di approvare il progetto e di autorizzare il Presidente a procedere allappalto
delle opere edilizie e di attrezzatura dellarea mediante licitazione privata.221
La gara per laggiudicazione dei lavori si svolge il 30 novembre 1972 ed vinta dallimpresa
Fausto Corvi con un ribasso dello 0,01 per cento. I lavori di costruzione delledificio iniziano
il 10 ottobre 1973 e sono ultimati il 16 aprile 1976 (fig. 114).222
123
Pi precisamente lintervento interessa gli edifici ad ovest del piano di zona di scornio
ovest distribuiti sulla via Monterosa su unarea di 2455 m2 (fig. 112).
il primo progetto delling. Biagini riguarda la costruzione di tre edifici contigui immediatamente collegati con ledificio Ges.Ca.L. in costruzione, per 34 alloggi e comporta una spesa
di 367.453.100 lire. il 23 novembre 1973, preso atto che la gara dappalto andata deserta
a causa dei prezzi eccessivamente bassi (101.720 lire/m2 inferiore ai prezzi regionali di
110.000 lire/m2), liaCP decide225 di approvare un nuovo progetto dal quale stato tolto
un edificio con la conseguente riduzione degli alloggi da 34 a 28 con 152 vani convenzionali.
il nuovo progetto prevede due fabbricati: uno di due piani pi portico comprendente alloggi
da 7 vani convenzionali distribuiti da un gruppo di scale; laltro di quattro piani (fig. 112) e
comporta una spesa di 355 milioni di lire.226 La gara di appalto si svolge nellottobre dello
stesso anno ed vinta dalla ditta Cooperativa Muratori e sterratori di Montecatini con un
aumento del 17,50 per cento. i lavori iniziano il 24 febbraio 1975 e dopo due sospensioni
per complessivi 224 giorni sono terminati il 7 aprile 1977.
il terzo progetto, redatto dalling. Biagini, interessa lultimo edificio a sud del complesso,
sulla via Monterosa (fig. 112). il progetto prevede un edificio di 4 piani pi portico, comprende 24 alloggi, comporta una spesa di 270.596.700 lire ed approvato il 19 ottobre 1973.
La gara di appalto si svolge l11 maggio 1974 ed vinta dalla ditta Biagini orazio con laumento del 56,50 per cento. i lavori iniziano il 13 settembre 1974 e sono terminati il 20
marzo 1978 (fig. 115).227
gli edifici in via Pordoi
nel maggio 1975 entra in vigore la legge 166228 con la quale, nellambito del piano triennale
per ledilizia residenziale pubblica, autorizzata lassegnazione anticipata agli istituti autonomi per le Case Popolari di 1.062 miliardi di lire ai fini della realizzazione di edilizia
sovvenzionata ai sensi della legge 865.
nel giugno 1975 la regione toscana approva il relativo programma di localizzazione degli
interventi di edilizia sovvenzionata che comprende lo stanziamento di 1.250.000.000 di
lire da utilizzare per la costruzione di 54 alloggi nel Comune di Pistoia.229
LiaCP chiede al Comune lindicazione dellarea destinata alla realizzazione degli alloggi
e nel luglio 1975 la Giunta Municipale delibera che:
124
e indica unarea di 5180 m2 nella zona di scornio ovest (fig. 112), precisando che la concessione delle aree in diritto di superficie sar formalizzata non appena il Comune avr la
disponibilit del terreno attualmente di propriet dei sigg. rafanelli elio, Monfardini alberta,
e rafanelli nicla e Liliana. il progetto redatto dalling. Biagini prevede 3 fabbricati contigui
in linea di quattro piani pi portico, con due vani scala e 16 alloggi ciascuno per un totale
di 54 alloggi (fig. 98). il progetto approvato nel settembre del 1975.231 La gara dappalto
si svolge il 19 settembre 1975 ed vinta dallimpresa spa Pa-Bar di roma con il ribasso
del 15, 25 per cento. i lavori iniziano il 18 dicembre del 1975 e dopo due sospensioni e due
proroghe per complessivi 438 giorni sono ultimati il 30 giugno 1978 (fig. 116).232
Case per ciechi in via Pordoi
nel novembre 1963 con la legge n. 1460 si autorizza il Ministero dei lavori pubblici a concedere contributi per 9 miliardi nel triennio 1963-66 per assicurare lattuazione di un programma straordinario di costruzioni nel settore delledilizia economica e popolare.233
il 1 agosto 1965 allistituto nazionale Case Popolari per Ciechi viene concesso, su tale
legge, un contributo in conto interesse di 6.775.000 lire per la costruzione di alloggi nella
provincia di Pistoia. il finanziamento viene localizzato a scornio ovest su unarea assegnata
dal Comune di 480 m2 (fig. 112). Lunione italiana Ciechi incarica ling. Mario Bechi di
Pistoia per la redazione del progetto di un fabbricato di 12 alloggi. il progetto prevede la
costruzione di un fabbricato di 3 piani pi portico con 4 alloggi per piano distribuiti da
due vani scala. sei alloggi sono di 5 vani per circa 80 m2 di superficie e gli altri 6 sono di 6
vani e di 96 m2 di superficie. il progetto, che comporta una spesa di 169.375.000 lire viene
approvato dalliaCP (stazione appaltante) nel novembre del 1974.234
La gara dappalto, indetta per il 18 dicembre 1974 vinta dalla ditta fausto Corvi di firenze
con laumento del 54,11 per cento. i lavori iniziano solo due anni dopo, il 10 novembre
1976, e, dopo una sospensione di 210 giorni, sono ultimati il 10 luglio del 1978 (fig. 117).235
tutti gli edifici costruiti dalliaCP nella zona di scornio ovest sorgono su aree indicate
dal Comune e assegnate provvisoriamente con regolari delibere consiliari che rimandano
a successivo atto lapprovazione dello schema di convenzione.
Le convenzioni ufficiali che stabiliscono la concessione del diritto di superficie alliaCP
sono definite soltanto il 17 giugno 1966 quando si approva lo schema di convenzione e si
ricorda che () per una serie di fattori legati alla definizione dei frazionamenti catastali
delle aree per la lungaggine degli espropri gli interventi risultano ancora privi di convenzione tra le parti.236
La convenzione definitiva viene stipulata il 31 ottobre 1997.
deliberazione della Giunta Municipale del Comune di Pistoia n. 2194 del 29 luglio 1975.
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 222 del 5 settembre 1975. asCPPt, a 989.
232 asCPPt, C 14, C 120.
233 Legge 4 novembre 1963 n. 1460. Disposizioni per lincremento delledilizia economica e popolare.
234 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 220 del 22 novembre 1974. asCPPt a 988.
235 asCPPt, B 406.
236 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n 181 del 17 giugno 1996.
230
231
125
Tipologia
ed. pi. al.
finanziamento
Progettista
approvazione
data
GesCaL
iaCP 865. 1
iaCP 865. 2
iaCP 865. 3
iaCP 161
CieCHi
1 4 16
1 2-4 28
1 2-4 28
1 4 24
3 4
1 3 12
GesCaL
865
865
865
161
1460
Ciardetti
Giannini
Giannini
Giannini
Biagini
Bechi
set. 72
nov. 73
mag. 74
ott. 73
set. 75
nov. 74
Impresa
Corvi
Corvi
Coop Muratori
Biagini
Pa-Bar
Corvi
Inizio lavori
fine lavori
ott. 73
set. 74
feb. 75
set. 74
dic. 75
nov. 76
apr. 76
apr. 77
apr. 77
mar. 78
giu. 78
lug. 78
237
238
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n 99 e n 100 del 26 gennaio 1976.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n 465 del 22 aprile 1980 e n 1279 del 22 dicembre 1980.
126
san BIagIo
Il PeeP nella zona
di san Biagio
nel 1963 le aree a sud della via san Biagio, oltre il viale adua, si trovano allestrema periferia
dellespansione urbana, ancora in aperta campagna (fig. 92) e costituiscono unampia zona
che, assieme a quella di Castel de Guidi, la pi vicina al centro urbano e la meglio inserita
nel tessuto edilizio.
il piano particolareggiato del PeeP di san Biagio del 1963 (fig. 121) occupa una superficie
totale di 192.344 m2 di cui 32.782 m2 per strade e piazze, 53.590 m2 per giardini e attrezzature collettive. il volume totale di abitazioni costruibili di 354.855 m3 con 4.174 di vani
utili. Lindice territoriale di 2,01 m3/m2 e la densit territoriale di 260 ab/ha.
nel dicembre 1971 il Comune approva il programma pluriennale di attuazione nel quale
inserita anche la zona di san Biagio. in questa occasione si precisano meglio, previa una
analisi dei fabbisogni, le attrezzature necessarie nella zona che risultano essere: un asilo
per 88 bambini, una scuola materna per 155 bambini, una scuola elementare per 293
alunni, una scuola media per 160 alunni e attrezzature a carattere comunitario (mercato,
centro sociale, e attrezzature culturali e sanitarie) per un costo totale di 574.212.500 lire.
Per lurbanizzazione primaria (strade, servizi a rete, giardini e attrezzature a verde) si prevede la spesa di 224.000.000 di lire.
Per lacquisizione delle aree prevista una spesa 577.000.000 di lire per
un costo totale 1.375.212.500 di lire.
La zona di san Biagio appare fra quelle rimaste nel piano quella meglio
ubicata e pi opportunamente utilizzabile per la localizzazione dei nuovi
finanziamenti poich le zone di scornio est e ovest sono pressoch saturate, le zone di san felice e Bottegone sono pi distanti dalla citt, la zona
di Bonelle stata stralciata dal piano e le zone di ponte alla Pergola e Castel
de Guidi sono in fase di eliminazione con gli studi del nuovo PrG.
inoltre la zona di san Biagio gi stata utilizzata nel 1968 per la costruzione di un edificio su iniziativa dellistituto per lo sviluppo delledilizia
sociale (ises).
allinizio del 1974 sono in fase di definizione gli elaborati del nuovo PrG
che propongono un diverso assetto generale dello sviluppo urbano (fig.
124) e che quindi presuppongono una totale rielaborazione del PeeP
del 1963.
in particolare si richiede una riorganizzazione organica delle zone di sviluppo a ovest della citt per poterle convenientemente collegare fra loro,
e con la grande viabilit
Pertanto quando nel 1974 si avviano le procedure per lattuazione della
zona di san Biagio, si anticipa una prima variante del piano particolareggiato di questa zona
(fig. 122) che sar seguita negli anni successivi da altre.
La variante cos motivata:
La zona ad ovest della citt gravante su tutto il viale adua risulta ormai estremamente congestionata
e carente di aree da adibire al soddisfacimento degli standards residenziali. inoltre la viabilit primaria
di scorrimento, il viale adua, presenta caratteristiche ormai insufficienti. i nuovi criteri dimensionali
proposti dal nuovo PrG hanno quindi messo in luce che un insediamento di edilizia economica e
popolare col dimensionamento previsto nella zona di san Biagio non farebbe che accrescere le carenze
ormai gi notevoli e sottrarrebbe grosse aree che potrebbero andare a soddisfare gli standards mancanti agli insediamenti gi realizzati. Lintervento della 167 dovrebbe essere variato e ridotto in due
tempi: prima una nuova disposizione dei fabbricati senza modificare i volumi e le caratteristiche generali del piano e successivamente con provvedimento legato alla revisione complessiva del PeeP
del Comune, il piano di san Biagio verrebbe ridotto da 4174 vani a 1560 escludendo tutta la superficie
San Biagio
127
ad est del nuovo i viale di collegamento parallelo al viale adua (via salvo dacquisto).
La carenza di viabilit generale ha reso necessario affiancare al Viale adua una nuova
strada che ricalca in linea di massima la strada che, nel piano approvato nel 1963, lo attraversa parallelamente alla via Borgognoni senza collegarsi alla via di san Biagio e che
serviva da penetrazione e disimpegno dellinsediamento stesso. il potenziamento di
questo asse e il suo proseguimento oltre la Via di san Biagio permette il collegamento
alla grande viabilit comporta laggiustamento del tracciato ed una revisione della disposizione dei fabbricati con una compressione degli stessi verso ovest riducendo cos
i distacchi fra i vari corpi di fabbrica.
apparsa quindi la necessit di aumentare tali distacchi, sia per evitare introspezioni,
sia per creare pi ampi spazi a verde allinterno del quartiere e quindi una migliore organizzazione degli spazi pubblici.239
inoltre il piano originario prevede una distribuzione dei fabbricati estremamente accentrata e con corpi di fabbrica massicci e di lunghezza assai
rilevante, che risulta pressoch inattuabile se non con un intervento interamente realizzato da parte di un unico soggetto.
di qui una terza modifica che consiste nel frazionare i fabbricati pi lunghi in modo da migliorare la controllabilit degli interventi e rendere possibile la realizzazione del piano per comparti successivi.
si varia inoltre la posizione e landamento di alcuni corpi di fabbrica la
cui realizzazione avrebbe comportato la demolizione di alcuni fabbricati esistenti che si
vuole evitare.
Con la variante al piano si smembrano e ridimensionano i fabbricati del corpo centrale (di
forma stellare) in due corpi distinti con maggiore distacchi e con una volumetria che partendo da due piani non supera i quattro piani pi pilotis.
il frazionamento e la diversa disposizione dei lunghi fabbricati aumentando in alcuni corpi di fabbrica la volumetria, creando cos una zona di
maggiore interesse allinterno del complesso. infine si sposta nella parte
bassa piano la posizione della scuola materna, prevista originariamente
nelle adiacenze di via san Biagio.
Ladozione della variante urgente e pertanto si inseriscono solo alcune
modifiche alla disposizione degli edifici (senza eliminare completamente
la tipologia a stella) e si rinuncia alla modifica del perimetro e delle dimensioni del piano che comporterebbe una procedura pi lunga con lapprovazione regionale.240
il mantenimento della tipologia a stella di alcuni edifici comporter unaltra variazione. nel luglio del 1975 la Giunta
accertato che le realizzazioni di edilizia abitativa effettuate in questi anni hanno escluso
il tipo di edificio a stella sia per il costo superiore sia per la scarsa flessibilit di assemblaggio di unit abitative di superficie diversa. ritenuto che con lentrata in vigore della
nuova legge 166 le caratteristiche negative della tipologia a stella vengono ad accentuarsi
() delibera di variare le planivolumetrie dellattuale PeeP di san Biagio, precisando che tale variazione
non incide sul perimetro, sugli indici di fabbricabilit, le dotazione di spazi pubblici ma riguarda esclusivamente le tipologie edilizie ed i conseguenti aggiustamenti della viabilit.241
nel gennaio 1976 si approva una terza variante alla zona di san Biagio con lindividuazione
di nuove tipologie edilizie e nuove volumetrie (fig. 123).
Modifica della planivolunetria della zona di san Biagio. relazione tecnica del 12 febbraio 1974. autCPt, san Biagio.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 453 del 10 giugno 1974.
241
Comune di Pistoia. deliberazione della Giunta Municipale n. 2005 dell11 luglio 1975.
239
240
128
Lintervento Ises
San Biagio
129
il 25 ottobre 1966 si apre il cantiere ed iniziano i lavori che dovrebbero essere terminati
entro 440 giorni. Vengono concesse sospensioni e proroghe per un totale di 185 giorni
che portano il termine dei lavori al 13 luglio 1968 (fig. 127).245
Lacquisizione
delle aree e il progetto
di urbanizzazione
Lattuazione del piano di zona di san Biagio inizia con la compilazione del piano parcellare
(fig. 128) nellaprile 1974 e con lautorizzazione del Comune ad introdursi nei terreni interessati allesproprio per la compilazione degli stati di consistenza.246
nel febbraio 1976, si procede alloccupazione durgenza dei terreni per la realizzazione
delle opere di urbanizzazione. Le occupazione saranno ostacolate da alcuni proprietari che
protrarranno di alcuni mesi linizio dei lavori. nel giugno del 1977 il Comune:
Premesso che questa amministrazione Comunale vuole portare a conclusione lattuazione del piano
di zona di san Biagio con lesecuzione delle opere di urbanizzazione necessarie a garantire il completo funzionamento dellinsediamento. Che per lesecuzione del piano
si rende necessario procedere alla stipula dei contratti di acquisto delle aree che risultano complessivamente di 63.39 m2.247
Le assegnazioni
delle aree
Considerato che sulle aree di san Biagio gi iniziata la costruzione di numerose abitazioni si ravvisa la necessit di procedere alla costruzione delle opere di urbanizzazione. Visto il progetto predisposto nel giugno 1977 dalling. innocenti che prevede
la costruzione della rete stradale a servizio del complesso residenziale nonch del
complesso scolastico che previsto immediatamente a sud, oltre alla strada principale
che unir la via di san Biagio con la via dello spartitoio.248
delibera quindi allunanimit di approvare il progetto che oltre alla viabilit, comprende la
realizzazione della rete fognaria delle acque bianche e nere, lilluminazione pubblica e la
rete telefonica il tutto per un importo complessivo di 490.000.000 di lire.
Le aree del PeeP di san Biagio sono assegnate ai soggetti beneficiari dei finanziamenti
ottenuti sulla legge 166 prima provvisoriamente con la semplice indicazione nellottobre
1975, e poi con lassegnazione definitiva nel gennaio 1976.
i soggetti assegnatari dellarea sono i seguenti, per complessivi 296 alloggi (fig. 129):
assegnatari
iaCP
Coop. 2000
Coop. domus aurea
Coop. Galeno
Coop. dipendenti ff.ss
Coop. Casa Primavera
impresa La Porta edil industria
alloggi
88
8
8
18
8
6
18
assegnatari
Coop. Bellavista
Coop. Casa nostra
abit Coop
Coop. La Concordia
Coop La Quiete
impresa Biagini
alloggi
10
8
80
12
10
22
130
Lintervento IaCP
il Consiglio regionale della toscana approva il programma di localizzazione degli interventi nel quale incluso il finanziamento di 2 miliardi per la costruzione di alloggi nel comune di Pistoia.250
Lufficio tecnico delliaCP predispone il programma che prevede la costruzione di 88
alloggi. il costo di acquisto dellarea accollato al Comune di Pistoia che per, a causa
delle gravi difficolt di bilancio costretto a chiederne allistituto il rimborso pur mantenendo limpegno a realizzare gratuitamente le opere di urbanizzazione primaria.
Legge 16 ottobre 1975 n 492. Conversione in legge,con modificazioni,del decreto-legge 13 agosto 1975 n.376 concernente provvedimenti per il rilancio della economia riguardanti le esportazioni,ledilizia e le opere pubbliche.
250 regione toscana. deliberazione del Consiglio regionale n 513 del 25 novembre 1975.
249
San Biagio
131
Tipologia
ed. pi. al.
finanziamento
Progettista
approvazione
data
ises
iaCP 1 lotto
iaCP 2 lotto
iaCP 3 lotto
1 4 24
1 4 36
5 3-4 48
1 2 4
L. 1460/63
L. 492/75
L. 492/75
L. 492/75
Gizzi
Biagini
Biagini
Biagini
dic. 65
dic. 75
dic. 75
mar. 78
Impresa
Coop Modena
Paolieri
Gambin
Gambin
Inizio lavori
fine lavori
ott. 66
mar. 76
mar. 76
gen. 79
lug. 68
feb. 78
mar. 78
gen. 80
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 280 del 15 dicembre 1975. relazione dellufficio tecnico.
asCPPt, a 989.
251
132
Lultimo edificio a due piani con 4 alloggi viene in un primo tempo escluso destinando il
suo finanziamento allacquisto dellarea. il progetto dei due lotti comporta una spesa di
782 milioni di lire per il primo lotto e di 1.218 milioni per il secondo lotto.
La gara di appalto si svolge il 30 dicembre 1975 ed vinta per lintervento del primo lotto
dallimpresa Paolieri di Prato con il ribasso del 17,01 per cento, e per lintervento del secondo lotto dalla ditta Gambin di Montemurlo con il ribasso del 14,72 per cento.
i lavori sono consegnati ad entrambe le imprese il 1 marzo 1976 e sono terminati rispettivamente il 9 febbraio (fig. 131) e il 23 marzo del 1978 (fig. 132).
recuperati i fondi dedicati allacquisto dellarea si decide di costruire anche il fabbricato
con i quattro alloggi a suo tempo stralciato e viene compilato un nuovo progetto delling
Biagini approvato il 1 marzo 1978 per un importo di 81.100.000 di lire. La gara di appalto
vinta dalla ditta Gambin nel giugno del 1978.
i lavori consegnati il 15 gennaio del 1979 sono terminati il 23 gennaio 1980.253
252
253
deliberazione del consiglio di amministrazione n. 281 del 15 dicembre 1975. relazione dellufficio tecnico. Ibidem.
asCPPt, a 390.
133
L11 novembre 1974 il Consiglio Comunale adotta finalmente il nuovo PrG, progettato
direttamente dallufficio comunale del Piano diretto dallarch. sandro stilli. formalmente
la modifica delle varianti al PrG vigente avviate nel 1964, ma di fatto un nuovo piano
con un impianto radicalmente diverso dal precedente e che modifica le aree destinate allespansione residenziale valorizzando lo sviluppo dei centri periferici e indirizzando lo
sviluppo del centro capoluogo decisamente verso est, parallelamente alla zona industriale
di santagostino.
il dimensionato complessivo delle zone residenziali del nuovo PrG commisurato alleffettivo fabbisogno decennale 1974-83. si cercato, seguendo gli orientamenti della regione
toscana, di evitare il sovradimensionamento che caratterizza la generalit dei Piani regolatori (il PrG di Pistoia del 1957 consentiva linsediamento di oltre 200.000 abitanti).
Le nuove zone di espansioni previste dal PrG, con leccezione di quella principale ad est
della citt, presentano dimensioni relativamente modeste, comprese fra i 200 e i 1500 vani
che consentono di realizzare un riequilibrio e unintegrazione con il tessuto disomogeneo
esistente, utilizzando le attrezzature di quartiere come cerniera fra labitato esistente e
quello di nuova previsione.
Questo criterio risultato particolarmente utile per la riqualificazione dei centri minori di
pianura, caratterizzati da una struttura edilizia dispersa, casualmente disposta lungo la vecchia viabilit e carente di attrezzature.
La zona di espansione est delimitata a nord dalla provinciale Montalese e a sud dalla viabilit principale prevista dal PrG come asse portante dei nuovi insediamenti, destinata
ad assorbire, mediante interventi di iniziativa pubblica e privata, la quota fondamentale
del nuovo sviluppo urbano. dimensionata per la costruzione di 8.000 vani residenziali
essa dovr accogliere, oltre alle attrezzature di stretta pertinenza residenziale, attivit a carattere direzionale, commerciale e di servizio, e dovr riorganizzare e integrare gli abitati
esistenti e la sottostante zona industriale.
in particolare il Piano prevede una vasta area destinata a insediamenti direzionali che
avrebbe dato soluzione unitaria e funzionale ai molteplici problemi delle pubbliche amministrazioni evitando la disseminazione sul territorio che poi si verificata.
trattandosi di unespansione di dimensioni rilevanti, in grado di sostenere unarticolata
gamma di attrezzature e di attivit, e non di una semplice appendice della citt esistente,
s cercato di garantire alla espansione quella ricchezza e complessit di interrelazioni che,
sia pure in un diverso contesto, caratterizzano la vita del centro storico.
unattenta progettazione in sede di Piano particolareggiato ed il carattere prevalentemente
pubblico dellintervento dovrebbero essere in grado di garantire in prospettiva il concretizzarsi di queste intenzioni. il nuovo asse pedecollinare verso Montale, sul quale la zona
si appoggia, materializza una chiara direttrice di sviluppo al bordo del sistema collinare,
che potr trovare una ulteriore conferma nelle scelte urbanistiche degli anni a venire.
La densit edilizia consentita nelle zone di espansione previste dal PrG nel 1957 consentiva
d insediare oltre 200 abitanti per ettaro mentre le nuove densit previste oscillano tra i 110
e i 130 abitanti per ettaro, con una dotazione di aree per servizi (verde, parcheggi, attrezzature scolastiche e di quartiere) pari a 30 m2/ab che, pur comportando un maggior costo
per abitante, consentono di articolare nuovi insediamenti secondo tipologie edilizie non
necessariamente intensive e un pi favorevole rapporto fra spazi pubblici e spazi per abitazioni, creando cosi le condizioni per un notevole salto qualitativo dei nuovi insediamenti.
134
Lobiettivo del PrG di andare ad una progressiva riduzione della rendita fondiaria urbana
e in conseguenza delle disfunzioni che essa genera nello sviluppo della citt o dei pesanti
costi sociali che ne derivano, viene realizzato con una massiccia quota di aree da urbanizzare per iniziativa pubblica, che consente una riduzione dei costi una migliore qualit delle
attrezzature e favorisce lintervento delliaCP, delle cooperative di abitazione e anche degli
imprenditori privati disposti a convenzionarsi. delle zone comprese nel vecchio PeeP
del 1963 il nuovo PrG conferma, inserendole nelle aree di espansione residenziale, quelle
di scornio ovest e san Biagio nel centro urbano, e quelle di san felice, Bonelle e Bottegone
nei centri periferici ed esclude le zone di Castel de Guidi e di Ponte alla Pergola.
Lo stato di attuazione
del PeeP
nel 1975 si insedia la nuova Giunta comunale che, proseguendo lattuazione delle zone di
scornio e san Biagio propone lapprovazione della convenzione tipo da stipulare con i
concessionari delle aree espropriate nella seduta del Consiglio Comunale del 1 settembre.
in questa occasione lassessore renzo Bardelli propone unampia relazione che riassume
lo stato di attuazione del PeeP e dei finanziamenti in corso di concessione, e afferma:
il piano PeeP adottato nel 1963 prevede lurbanizzazione di 90 ettari di terreno sui quali potranno
essere costruiti circa 18.000 vani distribuiti in sette localit.
a seguito delle note traversie legislative, dellalto costo dei terreni,solo parzialmente mitigato dai dispositivo della Legge 167, e soprattutto per lendemica carenza di finanziamenti il PeeP rimane inattuato per lunghi anni, se si eccettua lintervento di scornio est, attuato dallo iaCP.
il piano esprime una volont attuativa, ma non riesce a trovare, a causa dellinadempienza dello stato,
unadeguata copertura finanziaria che ne garantisca la reale operativit e viene realizzato per la sola
zona di scornio ovest, senza poter far fronte alle richieste avanzate dalla cooperazione edilizia e propriet divisa e indivisa.
nel dicembre 1972 il Consiglio Comunale, utilizzando lart.26 della Legge 865, vincola una serie di
aree di espansione residenziale (viale adua, via desideri, fornaci, Candeglia, Piteccio o santomato)
per complessivi 791.000 m2, al fine di utilizzarle per la realizzazione di servizi pubblici per le zone
che risultano carenti sotto questo profilo. (viale adua, via desideri) o per la costituzione di nuovi insediamenti residenziali di iniziativa pubblica (es. fornaci)
occorre tener presente che i 25.000 vani previsti dal PrG per la zona, urbana e di pianura per il decennio 1974/83 rappresentano con buona approssimazione leffettivo fabbisogno, che dovr essere
soddisfatto attraverso programmi pluriennali di intervento che dovranno garantire mediamente lurbanizzazione delle aree necessarie per 2.500/3.000 vani annui. tenuto conto delle richieste arretrate
e non ancora soddisfatte sembra necessario urbanizzare nel primo triennio aree per circa 10.000 vani
per un costo presumibile di circa 6 miliardi(comprensivo di costo di, acquisizione delle aree; urbanizzazione primaria e secondaria).
sinteticamente al fine di garantire unefficace gestione del PrG, per la parte relativa alledilizia residenziale risulta necessario attuare i seguenti punti:
rapida definizione dei programmi di intervento pubblico (individuazione delle aree di espansione
da urbanizzare attraverso lintervento del Comune (art. 26 e Legge 167) e revisione dei piani relativi
in modo da consentire anche ai privati di procedere alla urbanizzazione delle residue aree di espansione (lottizzazione private).
Messa a punto dei piani di intervento pubblico a breve termine, con carattere operativo, corredati
da una seria analisi finanziaria che assicuri la copertura dei costi.
Potenziamento e ristrutturazione degli uffici preposti alla pianificazione e alla progettazione dei
relativi piani particolareggiati.
Coordinamento delle iniziative con gli operatori pubblici e privati delledilizia, al fine di prevedere,
gi in sede di progettazione, tipologie e tipi di intervento effettivamente utilizzabili dagli, acquirenti
e concessionari delle aree urbanizzate
Contemporanea realizzazione dei programmi di investimento per il recupero del patrimonio edilizio esistente (centro storico, case coloniche, ecc.)anche al fine di evitare che la domanda di nuovi
alloggi risulti incrementata dallabbandono degli alloggi obsolescenti
dopo questa premessa generale lassessore riferisce i motivi della convenzione-tipo oggetto
della delibera:
135
i provvedimenti deliberativi alla nostra attenzione sono attuativi delle prescrizioni della Legge
27.51975 n. l66 recante norme per interventi straordinari di emergenza per la attivit edilizia. La
legge 166, uno stralcio del disegno di legge concernente il piano triennale per ledilizia residenziale
pubblica, da tempo in attesa di approvazione del Parlamento. La 166 assegna 1.062 miliardi per ledilizia sovvenzionata per il 1975, 35 miliardi di contributi per ledilizia convenzionata e 25 miliardi di
contributi per ledilizia agevolata, contributi in grado di mettere in movimento circa 800 miliardi per
il 1975 e 1976.
Per quel che riguarda i fondi agli iaCP, per il territorio della provincia Pistoia sono stati assegnati
complessivamente i seguenti contributi:
alliaCP di Pistoia per ciascuno dei Comuni di Lamporecchio, Massa e Cozzile, agliana e san Marcello, lire 500 milioni, per il Comune di Pistola lire 1.250 milioni per nuovi alloggi, e lire 500 milioni
per il risanamento del patrimonio edilizio degli iaCP.
Per permettere linvestimento dei 1.250 milioni delliaCP, il Comune ha concentrato gli interventi
nellarea di scornio ovest con evidenti risparmi nelle opere di urbanizzazione e che, soprattutto, permettono di completare lattuazione di quel piano.
nella zona di scornio possono essere insediati 769 abitanti in 192 alloggi per complessivi 959 Vani.
tutta la zona riservata alliaCP e alle case per i ciechi come da nostra indicazione concordata con
liaCP stesso.
i lavori di urbanizzazione sono stati appaltati alla ditta romiti stefano per un importo di lire
154.579.040, e tali lavori sono in corso di esecuzione,
Le cooperative edilizie e le imprese di costruzione che aspiravano alla concessione di contributi dovevano presentare alla regione nel cui territorio ricada il progetto di intervento, ad un istituto di
credito ed al Comune interessato apposita domanda corredata del programma di massima da realizzare
nonch dallindicazione dellammontare complessivo dellintervento determinato secondo le modalit
vigenti per i mutui agevolati.
ii quadro delle domande presentate nel nostro Comune il seguente:
aspiranti al contributo
n.
finanziamento in lire
alloggi n.
imprese
Cooperative divise
Cooperative indivise
6
12
5
4.186.140.000
7.981.888.811
7.905.647.000
244
466
462
totale
23
20.073.675.811
1.172
254
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 506 del 1 settembre 1975.
136
Le integrazione del PeeP nel 1976 la situazione del PeeP si presenta grave, tanto da far temere per i futuri finan-
ziamenti: la zona di scornio est risulta completamente attuata, tanto che non stata computata nel fabbisogno del PrG, la zona di scornio ovest in fase di completamento, nella
zona di san Biagio sono gi assegnate le aree e stanno per aprirsi i cantieri e nella zona di
san felice sono in corso di acquisizione le aree assegnate alliaCP.
Pertanto del vecchio PeeP rimane solo la zona di Bottegone, attuata in piccola parte, che
appare largamente insufficiente a soddisfare i programmi di finanziamento imminenti e
che comunque deve essere interamente rivista per adeguarla alle nuove previsioni del PrG.
nel 1976 Bardelli viene eletto sindaco e il nuovo assessore allurbanistica, Giuliano Beneforti, affronta di nuovo la situazione del PeeP in una relazione al Consiglio del 25 ottobre
1976, in occasione della approvazione della zona PeeP di Bottegone.
Con questa relazione si propone unimpostazione generale tendente ad usare la 167 in
tutta la sua potenzialit di strumento per la urbanizzazione dei centri minori, anche senza
finanziamenti pubblici dello stato, realizzando le attrezzature e i servizi che ne definiscano
un grado di autonomia rispetto al centro capoluogo.
Le nuove impostazioni legislative consentono di cedere le aree della 167 non solo a soggetti
che usufruiscono di sovvenzioni o agevolazioni pubbliche, ma anche a soggetti che possono e vogliono costruirsi la prima casa con finanziamenti propri purch possiedano i requisiti richiesti dalla legge tendenti ad evitare ogni forma di speculazione.
La 167 pu diventare il principale strumento di urbanizzazione riducendo gli ambiti di
speculazione edilizia, calmierando il mercato delle aree e delle costruzioni e consentendo
cos laccesso alla propriet della casa a ceti sociali che altrimenti non avrebbero potuto
permettersela.
Lassessore afferma:
Le condizioni in cui ci troviamo per quanto riguarda la disponibilit di aree di edilizia economica e popolare sono abbastanza difficili. nella zona di Capostrada sono disponibili aree per la costruzione di 12
alloggi gi contrattati dallassociazione dei Ciechi. nella zona di san Biagio rimasta larea per la costruzione di soli quattro appartamenti. infine nella zona di san felice sono ancora costruibili 30 alloggi.
Quindi abbiamo a disposizione aree per la costruzione di complessivi 34 alloggi. una cifra veramente
irrisoria se confrontata con le esigenze complessive di fronte ai presumibili finanziamenti in fase di
preparazione.
nel predisporre i nuovi piani della 167 nel quadro del nuovo PrG intendiamo proporre alcune scelte
di priorit che inducano un allentamento della pressione sul centro urbano capoluogo, attivando le
aree in quei centri periferici che vengono strutturandosi come centri importanza in qualche misura
alternativi al centro urbano principale.
in particolare si propone la seguente priorit di progettazione e adozione: le zone di Bottegone in discussione oggi, di Pontelungo e di spazzavento che sono in fase di avanzata elaborazione. Poi si
ritiene di affrontare il problema delle zone di 167 da prevedere nel PrG delle zone collinari e montane.
La zona est, di espansione urbana della citt di Pistoia sar presa in considerazione in fondo a questo
ordine di priorit.
un altro punto assai importante riguarda lintenzione di questa amministrazione di avviare una utilizzazione delle aree della 167 che vada al di la del motivo principale per cui la legge fu fatta e del
modo come usualmente queste aree sono utilizzate. infatti si sempre parlato di edilizia economica
e popolare come edilizia pubblica, che cio avesse una qualche sovvenzione o agevolazione pubblica
e destinata ai ceti popolari di reddito inferiore.
noi crediamo che, dopo le modifiche introdotte dalla 865, la 167 possa diventare uno strumento per
la gestione urbanistica del territorio. uno strumento che consente alla pubblica amministrazione di
superare concretamente il ruolo di controllo dellattivit dei privati per divenire un organismo di intervento diretto per lacquisizione e lallestimento delle aree fabbricabili () e lassegnazione a prezzi
di calmieramento del mercato delle aree utilizzabili da tutti gli utenti che abbiano le caratteristiche
consentite, delle quali le tre pi importanti sono il reddito non superiore a sei milioni, non avere altre
abitazioni in propriet, essere lavoratore dipendente.
137
si avvia un meccanismo finanziario che consente di allestire le aree residenziali senza una lira di denaro
pubblico attraverso le anticipazioni dei privati in sede di assegnazione provvisoria e di pagamento in
sede di assegnazione definitiva esattamente la stessa procedura che sta funzionando perfettamente
per le aree industriali di santagostino.255
nel dibattito intervengono il consigliere Buiani, che inizia la sua dichiarazione con una
domanda:
Come pu diventare la legge 167 uno strumento per ledilizia non assistita da contributi pubblici?
Lattuazione della 167 legata ai contributi statali diretti ad utenti con certe prerogative. se non si
chiarisce questo punto si rischia di fare grandi progetti che poi restano inutilizzati. Perch vero che
sulla carta i terreni sono stati assegnati quasi tutti ma anche vero che molte cooperative non hanno
iniziato le costruzioni proprio per le difficolt di reperimento dei fondi.()
Mi sembra che lassessore si sia dimenticato che esiste anche larticolo 26 che pi adatto per pianificare le costruzioni sul territorio con investimenti esclusivamente privati.()
anche la gente delle campagne ha bisogno delle case popolari, forse pi degli altri, specialmente nel
vivaismo. Pensare che un agricoltore, un salariato dellagricoltura accetti di buon grado di andare ad
abitare in un agglomerato urbano non mi sembra realistico, cos i servizi giusto che siano il pi possibile centralizzati e comodi per questo lo si pu ottenere con una densit inferiore, basta fare collegamenti abbastanza rapidi.256
sullultima questione sollevata dal consigliere Buiani lassessore esprime la volont di superare il carattere oppressivo delle periferie urbane congestionata e povere di aree a verde,
attrezzature e servizi, ma esprime contrariet ad una diluizione della residenza sul territorio
con alti costo di urbanizzazione e scarsa socialit di rapporti.
Pertanto, stante la grave carenza di aree PeeP, vengono rapidamente progettati nuovi
piani: Quello di Bottegone viene adottato il 25 ottobre 1976, Bonelle il 29 novembre 1976,
Pontelungo il 3 gennaio 1977 e infine fornaci e sperone sono adottati il 23 giugno 1977.
Con questi atti il PeeP raggiunge la dimensione insediativa di 5.500 vani che coprono il
20 per cento delle previsioni residenziali del PrG.
Comune di Pistoia. deliberazione del consiglio Comunale n. 998 del 25 ottobre 1976.
Ibidem.
257 Ibidem.
255
256
138
139
Con questo nuovo piano si impegna il 49 per cento delle previsioni residenziali del PrG
percentuale che soddisfa abbondantemente il minimo richiesto dalla legge.
il calcolo del fabbisogno decennale per dimensionare il nuovo piano stato fatto assumendo il parametro di: 1,25 vani per ciascun abitante (1 vano convenzionale uguale a
28,33 m2). il fabbisogno complessivo per il decennio 1977-87 viene calcolato sommando
quattro fattori: lincremento della popolazione, leliminazione del sovraffollamento nelle
abitazioni, il trasferimento in atto dalle case sparse ai centri abitati e la sostituzione degli
alloggi fatiscenti e irrecuperabili.
Lincremento della popolazione calcolato estrapolando lincremento del venticinquennio
1951-1976 che stato di 676,3 abitanti per ogni anno, che nel decennio corrisponde a
6763 abitanti, pari a 8.454 vani.
Per il sovraffollamento stato assunto il parametro ottimale di un alloggio per famiglia.
nel 1976 leccedenza di famiglie stata di 3.443. ipotizzando che solo il 75 per cento di
dette coabitazione debba essere sanato (il restante 25 per cento da considerare fisiologico
perch formate da un singolo componente) si hanno 2.852 coabitazioni che necessitano di
9.392 nuovi vani. Per il trasferimento dalle case sparse ai centri si calcolano 4.984 vani e per
la sostituzione di abitazioni fatiscenti, stimate in circa 1.312, ne sono necessari altri 4.755.
in totale il fabbisogno sul quale viene dimensionato il PeeP decennale di 27.585 vani
che corrisponde al 20,26 per cento dei vani esistenti al 1976.
Le 11 zone sono prescelte con i due criteri che concretizzano le scelte fondamentali del
Piano regolatore del 1974: il potenziamento e la riqualificazione dei centri periferici e lo
sviluppo ad est del centro urbano. infatti nove zone PeeP sono localizzate in centri periferici della pianura e della bassa collina le altre due sono lespansione est e le fornaci che
conferma una scelta di riqualificazione degli insediamenti attorno alla via antonelli, fatta
con le procedure dellarticolo 26. C da notare inoltre che questo piano decennale viene
fatto sulla parte di pianura del PrG gi adottato perch laltra parte, collinare e montana,
ancora in fase di formazione (fig. 121).
Ladozione
nella sua relazione al Consiglio Comunale lassessore riassume le vicende che hanno portato alla decisione di progettare e adottare il nuovo Piano reinserendo le sei zone gi progettate e aggiungendone altre cinque per completare il dimensionamento.
riferisce sulle consultazioni effettuate con le circoscrizioni ricordando che alcune hanno
approvato il piano, altre hanno rinviato la discussione, quasi tutte hanno espresso perplessit sulla eccessiva altezza degli edifici, in particolare la circoscrizione 2 interessata allampia
zona di Pistoia est lunica che per il suo carattere pi propriamente urbano non ha tipologie
di case basse a schiera.
La giunta ritiene di non accogliere tali richieste perch la maggiore densit richiesta dalla
regione, abbassa i costi degli investimenti e consente una pi ricca disponibilit di spazi
pubblici a verde. si accolgono invece le richieste di inserire nella zona est una scuola media,
una chiesa e maggiori attrezzature sportive negli spazi a verde. Per le circoscrizioni che
non hanno terminato lesame lassessore propone di discutere i pareri che saranno inoltrati
insieme alle osservazioni dei privati in modo da consentire una valutazione globale in sede
di definizione delle scelte.
infine lassessore dichiara:
concludendo vorrei dare due informazioni al consiglio, la prima che limportanza fondamentale che
lamministrazione assegna al PeeP si accresce enormemente con lentrata in vigore della legge 10
che esalta la funzione pubblica dei Comuni nellallestimento e nella rivendita di aree a tutti i cittadini
singoli, associati in cooperative. associazioni, enti, imprese che hanno necessit e volont di costruire
una casa per diretto uso abitativo.
140
m2
m2
m2
m3
n.
n.
m3/m2
Lire
Lire
Lire
Lire
superficie fondiaria
superficie urbanizzazioni
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
indice territoriale
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale
34.364
5.320
39.684
71.356
840
672
1,43
139.677.970
288.603.000
369.277.500
797.558.470
m2
m2
m2
m3
n.
n.
m3/m2
Lire
Lire
Lire
Lire
m2
33.279
m2
51.921
m2
85.200
m3
140. 713
n.
1.655
n.
1.324
m3/m2
1,74
Lire
275.801.675
Lire
566.020.000
Lire
716.137.000
Lire 1.557.958.675
20.467
11.563
32.030
53.171
626
501
1,66
199.262.750
160.718.000
277.472.500
637.423.250
santomato
sperone
33,655
m
m2
56.455
m2
90.110
m3
129,055
n.
1.518
n.
1.215
m3/m2
1,52
Lire
533.440.637
Lire
370.835.250
Lire
369.737.500
Lire 1.574.013.487
m
10.078
m2
11.800
m2
21.878
m3
30.636
n.
361
n.
289
m3/m2
1,40
Lire
18.015.420
Lire
146.300.000
Lire
164.073.500
Lire
350.588.920
m2
m2
m2
m3
n.
n.
m3/m2
Lire
Lire
Lire
Lire
Chiazzano
espansione est
san felice
m
m2
m2
m3
n.
n.
m3/m2
Lire
Lire
Lire
Lire
m
82.840
m2
202.983
m2
285.823
m3
472.140
n.
5.555
n.
4.444
m3/m2
1,83
Lire 1.287.831.130
Lire 2.317.924.000
Lire 2.468.570.000
Lire 6.074.325.130
m2
24.030
m2
17.530
m2
41.580
m3
49.494
n.
582
n.
466
m3/m2
1,24
Lire
91.249.200
Lire
161.600.000
Lire
258.510.000
Lire
511.359.200
superficie fondiaria
superficie urbanizzazioni
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
indice territoriale
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale
fornaci
Bottegone
2
superficie fondiaria
superficie urbanizzazioni
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
indice territoriale
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale
Pontelungo
12.450
35.030
47.480
37.865
445
356
1,52
220.802.400
121.363.000
197.715.000
539.880.400
Valdibrana
gello
m2
21.408
m2
18.832
m2
40.240
m3
42.792
n.
503
n.
402
m3/m2
1,12
Lire
44.720.000
Lire
208.512.000
Lire
223.087.000
Lire
476.319.000
m2
33.306
m2
44.394
m2
77.700
m3
91.872
n.
1.080
n.
864
m3/m2
1,43
Lire
215.711.400
Lire
297.770.000
Lire
500.250.000
Lire 1.013.731.400 258
258
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio comunale n. 708 del 19 settembre 1977.
9.589
8.121
17.710
29.808
351
281
1,68
128.042.517
178.376.000
156.022.500
462.441.017
141
Mentre nel passato le lottizzazioni dei privati soddisfacevano la stragrande maggioranza delle necessit
di aree per la costruzione di abitazioni, credo che a partire da questanno non sar pi cos, la maggioranza delle aree dovranno essere messe a disposizione dallamministrazione Comunale (la legge
consente fino ad un massimo del 70 per cento del fabbisogno). Per questo motivo abbiamo affrontato
il problema con una certa preoccupazione che implica adempienze gravose e centrali che riteniamo
di dover assolvere con la massima rapidit.
stiamo lavorando per allestire un piano triennale di attuazione che sar presto sottoposto alla consultazione delle circoscrizioni e della cittadinanza e verr portato quanto prima in commissione consiliare
competente e che costituir il documento fondamentale dellintervento attuativo delle previsioni urbanistiche e di tutti gli investimenti pubblici dellamministrazione.
Laltra informazione riguarda la legge 513 che stanzia 1.078 miliardi come stralcio anticipativo del
piano decennale, alla regione toscana sono toccati 50 miliardi e alla Provincia di Pistoia 2 miliardi e
700 milioni quasi tutti assegnati al Comune di Pistoia. inoltre avremo altri 450 milioni per il risanamento di alcuni edifici del Comune allo scopo di farne case parcheggio per il risanamento del centro
storico, questa cifra ci consentir il risanamento dei 18 alloggi in piazza san Lorenzo. Questo il fatto
pi importante perch consente di iniziare il risanamento del centro storico che rimane il principale
anche se necessariamente difficile, lento e faticoso, impegno di questa amministrazione.259
il consigliere Bechi ricorda che con questo piano si attua la scelta del PrG di fare dei centri
periferici dei
Luoghi di incontro nei quali poter vivere con quanto la vita moderna consente di avere quanto a spazio, verde, servizi, ecc. () per quanto riguarda la densit edilizia c stata una indicazione regionale
e comunque essa facilita la fattibilit economica dellintervento pubblico che riduce la possibilit di
speculazione e conseguentemente ledilizia privata. () ed allora una scelta utile dal punto di vista
economico pu diventare discutibile dal punto di vista urbanistico, vi sono valori che non sono sacrificabili come quello di uno sviluppo ordinato della citt.
ricordato che le scelte sono ancora parziali perch manca il Piano delle zone collinari e
montane e che necessario definire con attenzione la priorit di realizzazione delle zone,
conviene con il consigliere Buiani che il progetto della zona est stato affrettato
() a fine luglio lufficio non aveva ancora messo mano al progetto ed oggi ultimato, si deve dare
atto ai progettisti dello sforzo compiuto, ma si tratta di costruire una zona completamente nuova
259
260
Ibidem.
Ibidem.
142
Lassessore replica dichiarandosi daccordo con Buiani sulla necessit di una discussione
generale sullo sviluppo della citt e il suo assetto futuro, ma ricorda che certe scelte, in
particolare lo sviluppo est della citt e il potenziamento dei centri limitrofi al capoluogo,
sono gi state compiute nel 1974 in sede di approvazione del piano regolatore.
inoltre:
() lanno scorso nel mese di ottobre quando discutemmo il piano di zona di Bottegone e successivamente col piano di Bonelle portai ampie considerazioni sullo sviluppo urbano e sulla qualit dellorganizzazione spaziale del territorio.
La discussione si svilupp allora forse troppo sommessamente. () devo dire che ho trovato nellintervento di Buiani molte delle impostazioni generali proposte dalla Giunta. sono rimasto un po
sorpreso del tono polemico, sembra che si vogliano creare contrapposizioni pretestuose sulle cose
che invece ci trovano daccordo. ()
sono invece meno daccordo sul modo come si posto il problema che assilla da anni la cultura urbanistica italiana e internazionale:lantinomia fra case alte a case basse. La cultura architettonica moderna una scelta prevalente lha fatta. e questa scelta delle case mediamente alte si imposta
nelloccidente perch prima di tutto il territorio un bene finito, la crescita delle popolazione ha assunto ritmi tali per cui impensabile che si possa insediare la popolazione in agglomerati di case basse
la cui estensione sarebbe impraticabile con costi di urbanizzazione assai elevati. C una contraddizione
fra la scelta delle case basse e la volont asserita di voler salvaguardare il territorio agricolo, il vivaismo,
ecc. inoltre le case alte consentono di praticare una accettabile densit urbana mantenendo ampi spazi
a verde pubblico e per le attrezzature.
infine c unaltra considerazione di ordine sociale il tipo di aggregazione sociale che si determina
nello spazio urbano, il rapporto famiglia societ, la vita nel quartiere etc. Mentre la casetta racchiusa
con il giardino e magari lorto che pure ha molti aspetti positivi determina anche un momento di
chiusura di separatezza. il modello di quartiere, con attrezzature collettive e spazi sociali favorisce la
fruibilit dei servizi e i rapporti di vita comunitaria. Ma non si tratta di contrapporre estremi, in fondo
si propongono edifici di 5, 6 piani e indici fondiari che non superano mai il 2-2,5 m3/m2, gli indici
fondiari degli speculatori degli anni ruggenti arrivavano anche a 8-10 m3/m2. Gli indici territoriali poi
sono fra l1,4 e i1,7 m3/m2 che rappresentano la densit ottimale per aree urbane attrezzate. La stessa
regione invita oggi lamministrazione ad intensificare gli insediamenti superando una prima tendenza
alle basse densit. densit ottimali che consentono una spaziatura degli edifici e degli standards necessari;
abbiamo 30 m2 per ciascun abitante insediato abbiamo ampi spazi a verde, attrezzature e servizi tali da
garantire una qualit, un tipo di vita che credo sia meritevole di essere chiamata a misura duomo.
Certamente il progetto stato compilato celermente ma non credo i che si possa parlare di affrettato
261
Ibidem.
143
attribuendo a queste parole il senso di trascuratezza e discutibilit dei risultati. a mio parere la progettazione stata sufficientemente accurata ed il risultato accettabile, non il meglio possibile forse e comunque accogliamo le proposte di procedere ad una riflessione ulteriore in sede attuativa per ricercare
tutti i miglioramenti possibili.262
alla fine del dibattito il piano viene approvato con 17 voti a favore (gruppi PCi e Psi) e
7 voti di astensione (gruppi dC e Pri) a seguito della disponibilit della Giunta ad una ulteriore riflessione sullassetto della zona est.
Lapprovazione
il PeeP approvato viene pubblicato per trenta giorni per le osservazioni dei cittadini che
ne avanzano 26, di cui 21 sono relative alla zona est e 5 alle altre zone. il 28 novembre
1977 il Consiglio delibera di accogliere parzialmente alcune osservazioni e di rimandare al
momento delle assegnazioni la richiesta di molte altri di usare direttamente larea come
del resto la legge consente riservando ai proprietari il diritto di prelazione .
La Commissione regionale tecnico amministrativa esamina il piano l8 febbraio 1978,
dopo avere rilevato che:
limpostazione generale accettabile anche se un pi approfondito studio delle tipologie e dellimpianto avrebbe potuto condurre a soluzioni, in alcuni casi, pi coerenti con gli abitati esistenti ai quali
i nuovi insediamenti si aggregano anche da raccomandare che lamministrazione affronti opportunamente il problema del recupero e del riuso delle abitazioni esistenti per ridurre la tendenza
alla occupazione di nuovi terreni da urbanizzare
ed esprime il parere
le varianti al Piano per ledilizia economica e Popolare del Comune di Pistoia possono essere approvate con lo stralcio delle zone di Valdibrana e Gello che sono rinviate ad una fase successiva in cui le
aree PeeP possano trovare un organico inserimento nellassetto pi generale degli abitati quando il
Comune abbia terminato la elaborazione delle previsioni relative alle zone collinari e montane.263
ottenuta lapprovazione del PeeP il Comune avvia rapidamente la sua attuazione con la
Il nuovo programma
pluriennale di attuazione formazione del nuovo programma pluriennale di attuazione per il triennio 78-80, che
deve indicare lestensione delle aree di cui si prevede lutilizzazione, la quota di aree da cedere in propriet, la spesa prevista per la realizzazione delle opere di urbanizzazione e i
mezzi finanziari con i quali si intende fare fronte alla spesa.
il programma, approvato nel marzo 1978, contiene solo le zone della pianura e dovr
quindi essere integrato con le nuove zone che saranno individuate nella variante al PrG
per la parte collinare e montana, in fase di elaborazione.
Le zone inserite nel programma triennale sono 8 di cui 3 per lintera area interessata e 5
per una porzione stralcio.
Gli interventi nelle suddette consentono la realizzazione totale di 3696 vani pari al 44,66 per
cento del fabbisogno globale di edilizia abitativa nel triennio considerato e la spesa totale ammonta a 3.606.842.812 lire di cui 681.692.737 per esproprio delle aree, 1.289.117.000 per lurbanizzazione primaria e 1.636.033.075 per lurbanizzazione secondaria.
i finanziamenti a disposizione dellamministrazione Comunale disponibili ammontano a
259.675.787 lire cos costituiti:
95.305.213 lire, residuo di un mutuo di 342.000.000 con la Cassa dd.PP.;
17.370.574 lire, assegnazioni delle aree alle cooperative in zona PeeP san Biagio:
100.000.000 di lire, contributi regionali in base alla L. r. n. 8 del 17.1.1973;
47.000.000 di lire, oneri di urbanizzazione di cui alla L. 10 del 28.1.1977.
Ibidem.
Commissione regionale tecnico amministrativa. Parere espresso nella seduta del 12 gennaio 1978. autCPt, Piano
PeeP del Comune di Pistoia, 1977.
262
263
144
intenzione dellamministrazione Comunale intervenire immediatamente per la realizzazione della zona di Bonelle, e di stralci delle zone di Pontelungo e san felice.
Per la zona di san felice stata predisposta lacquisizione delle aree con stanziamenti gi
accantonati; per le zone di Bonelle e Pontelungo 1 stralcio sar predisposta lacquisizione
delle aree con parte degli stessi finanziamenti sopra citati.
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale
Bonelle
intera zona
san felice
stralcio
Pontelungo
stralcio
m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire
m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire
m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire
49684
71356
840
672
139.677.970
288.603.000
369.277.500
797.558.470
fornaci
stralcio
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale
m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale
22915
61285
721
577
70.562,500
252.050.000
311.879.365
634.491.865
15985
27318
321
257
39.228.000
72.820.000
142.509.555
254.557.555
Bottegone
stralcio
santomato
intera zona
m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire
m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire
15.360
41.395
487
390
86.904.000
168.050.000
214.798.655
469.752.655
sperone
intera zona
Pontelungo
secondo stralcio
m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire
m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire
18940
29835
351
280
128.042.517
178,376.000
158.022.000
350.588.500
18545
31641
373
300
114.452.750
55.298.000
165,219.410
335.970.160264
264
13485
21526
253
203
84.810.000
104.420.000
12.253.090
301.483.090
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 230 del 30 marzo 1978.
21878
29750
350
280
18.015.000
168.500.000
164.073.500
350.588.500
San Felice
145
san feLICe
Piani particolareggiati
il primo PeeP approvato dal Comune di Pistoia nel 1963 comprendeva una zona G san
felice ubicata a sud del paese di san felice e comprendente due aree: una a ovest fra il
torrente ombrone e la via di san felice e laltra a est dalla parte opposta della strada.
La zona ha una superficie totale di 20.000 m2 di cui 2.400 m2 per strade
e piazze e 7.600 m2 per giardini ed attrezzature. il volume di abitazioni
costruibili di 25.000 m3, con 250 vani utili e 200 abitanti (fig. 134).
nel settembre 1977 il Comune approva il nuovo piano PeeP che comprende ancora la zona di san felice ampliata e riprogettata su una superficie totale di 41.580 m2 con un volume residenziale di 50.000 m3 per 466
abitanti (fig. 135).265
il costo dellesproprio previsto in 91.249.200 di lire. Lurbanizzazione
primaria in 74.100.000 lire, gli allacciamenti alle reti in 87.500.000.
Per lurbanizzazione secondaria sono previsti verde pubblico a parco e
per il gioco libero per 7.494 m2 e un costo di 26.229.000 lire.
nel 1978 lelaborazione dei progetti esecutivi delliaCP, cui stata assegnata larea, evidenzia che le tipologie previste dal piano mal si adattano
ai programmi dellistituto imposti dalla legge 513. si adotta una nuova
variante che di fatto inserisce linsediamento dei tre fabbricati progettati
dalliaCP per la realizzazione di 79 alloggi.
La variante consiste in una diversa disposizione e aggregazione dei fabbricati e nel conseguente assetto della viabilit e dei parcheggi, senza modificare il perimetro della zona n la dotazione di spazi pubblici.266
La variante prevede anche la costruzione di un quarto piccolo edificio a nord della zona,
dalla parte opposta della strada di penetrazione. rimane invariato il disegno dellarea posta
ad est, dalla parte opposta della via di san felice (fig. 136).
nel 1974 il sindaco del Comune di Pistoia autorizzato ad avviare le procedure di esproLacquisizione
prio
del terreno della zona di san felice. i proprietari, signori Vivarelli, si dichiarano die lassegnazione dellarea
sposti alla cessione volontaria del terreno al prezzo di 900 lire al m2 e pertanto nel luglio
del 1978 si stipula, fra il Comune e i Vivarelli il contratto definitivo di acquisto.
Le aree, di 15.145 m2, sono destinate alla realizzazione del programma delliaCP finanziato
265
266
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 708 del 19 settembre 1977.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 283 del 17 aprile 1978.
146
con la legge 513. Lonere gravato alliaCP per lacquisizione delle aree di 179.797.061 lire,
risultanti dal costo dellintera area e del 70 per cento del costo delle opere di urbanizzazione.
i terreni sono consegnati alliaCP il 27 luglio 1978, nel dicembre approvato lo schema
di convenzione per la costituzione del diritto di superficie e il contratto di cessione viene
stipulato il 27 marzo 1979.
gli interventi
LIaCP
nellagosto 1977 la legge n. 513267 autorizza il finanziamento degli istituti autonomi per
le case popolari, della somma di 1.078 miliardi e 400 milioni di lire ai fini della realizzazione
di programmi dintervento di edilizia sovvenzionata di ammontare unitario non inferiore
a un miliardo di lire, da realizzare prioritariamente nelle aree metropolitane in cui si rilevino
pi intensamente fenomeni di immigrazione o di concentrazione demografica.
La regione toscana nel programma di localizzazione comprende uno stanziamento di
2.700 milioni alla Provincia di Pistoia di cui 1.700 per la costruzione di alloggi nel Comune
di Pistoia. il programma di intervento approvato dalliaCP il 30 novembre 1977 prevede
la costruzione di 79 alloggi a san felice.
il progetto, redatto dalling. Giannini dellufficio tecnico delliaCP, approvato il 30 marzo
1978, prevede tre edifici da realizzare in due lotti.
il primo lotto comprende un edificio in linea che si sviluppa da est verso nord ovest; ed
suddiviso in tre sezioni: una prima allestremit nord di tre piani con due vani scala e 12
alloggi, una seconda allestremit est a due piani con quattro vani scala e 16 alloggi; una
terza centrale con andamento curvilineo, di tre piani pi portico, con tre vani scala che distribuiscono tre alloggi per piano per 27 alloggi complessivi. il progetto prevede la costruzione di 55 alloggi e comporta una spesa di 765.144.780 lire.
il secondo lotto prevede due edifici: uno centrale con pianta ad H su tre piani pi portico
con due vani scala che distribuiscono tre alloggi per piano per complessivi 18 alloggi; uno
ad est, lungo la strada comunale, di tre piani con un vano scala e 6 alloggi. Complessivamente il secondo lotto prevede la costruzione di 24 alloggi e comporta un costo di
422.842.360 lire. Le tipologie dimensionali dei 79 alloggi progettati sono: 24 alloggi di 45
m2, 7 di 60 m2, 33 di 75 m2 e 15 di 85 m2 (fig. 137).
Le gare dappalto per lassegnazione dei due lotti separati vengono svolte il 15 aprile 1978
e sono entrambe vinte dalla ditta saCis di roma con un ribasso del 21,05 per cento.
i due cantieri sono aperti rispettivamente il 28 e il 31 luglio 1978. La conduzione dei lavori
appare molto laboriosa per diversi problemi dellimpresa. si verificano, infatti, interruzioni
e proroghe che portano un ritardo di complessivi 1430 giorni per il primo lotto e di 1492
per il secondo. La lentezza nella conduzione dei lavori oggetto di ripetute sollecitazioni
e discussioni fra limpresa saCis e liaCP e si perviene a un accordo transattivo che fissa
un termine ultimo per la consegna degli alloggi completamente ultimati e agibili e limpresa
si impegna ad un incremento notevole e immediato di mezzi e uomini.
Ma di fatto i lavori continuano a svolgersi con labituale lentezza, si hanno ulteriori sospensioni nel periodo estivo e anche successivamente finche, il 10 agosto 1983, limpresa viene
riePiLoGo deGLi interVenti a san feLiCe
soggetti attuatori
Tipologia
ed. pi. al.
finanziamento
Progettista
approvazione
data
iaCP 1 lotto
iaCP 2 lotto
Comune
1 2-3 55
2 3 24
1 2 10
L. 513/77
L. 531/77
L. 968/53
Giannini
Giannini
aliperta
mar. 78
mar. 78
dic. 82
Impresa
saCis-CoGeCa
saCis-CoGeCa
edilprogress
Inizio lavori
fine lavori
lug. 78
lug. 78
dic. 84
mar. 86
mar. 86
giu. 86
Legge 8 agosto 1977 n.513. Provvedimenti urgenti per laccelerazione dei programmi in corso, finanziamento di un programma straordinario e canone minimo delledilizia residenziale pubblica.
267
San Felice
147
Il Comune
La legge 968 del 1953 sulla ricostruzione di edifici danneggiati dalla guerra prevede che:
qualora non sia possibile la ricostruzione del cespite sullarea di quello distrutto ammessa la concessione del contributo a favore di terzi che abbiano gi ricostruito o ricostruiscano il cespite su altra
area nellambito territoriale dello stesso Comune.268
Questo articolo coinvolge gli istituti raggruppati, proprietari di immobili siti in via fonda
distrutti dai bombardamenti. infatti lente avevano ricevuto il contributo per la ricostruzione dei volumi distrutti e, non potendoli ricostruire tutti in via fonda, predispone, assieme al Comune, un programma per realizzare, con i finanziamenti della legge 968, gli
alloggi distrutti, nella zona PeeP di san felice, nel lotto rimasto libero a nord, oltre la
strada di penetrazione.
tale scelta comporta una variante al piano di zona ove prevista la costruzione di un fabbricato di tre piani con tre alloggi per piano; al posto di esso la variante prevede un fabbricato a schiera per 10 alloggi (fig. 137).269
nel dicembre del 1982 il Comune decide di realizzare direttamente ledificio e pertanto
delibera di
Fig. 138 - San Felice, veduta aerea.
acquistare il diritto alla ricostruzione della porzione di fabbricato (3 piano) di Via fonda 2 e gli eventuali indennizzi per danni di guerra. () di corrispondere agli istituti raggruppati di Pistoia un contributo pari all80 per cento del valore attuale delle annualit.270
nella stessa seduta il si approva il progetto dellarch. Giuliano aliperta che prevede la costruzione di 10 alloggi di 90 m2 per un totale di 3.040 m3 con rimessa - cantina di 23 m2,
con una spesa di 800 milioni di lire. Le motivazioni che inducono al cambio di tipologia sono di carattere sismico ed estetico
e una tipologia a schiera consente altres una maggiore flessibilit nelle assegnazioni. nel luglio 1984, prima dello svolgimento
della gara di appalto, il progetto il progetto viene nuovamente
modificato con una previsione di spesa di 995 milioni di lire.
La gara di appalto vinta dallimpresa edilprogress di Prato
con il ribasso del 6,88 per cento.
i lavori iniziano il 10 dicembre 1984 e sono ultimati il 20 giugno
1986 (fig. 139).
Con questo intervento si completa la realizzazione della zona PeeP di san felice, laltra area
del piano posta ad est della strada comunale non sar realizzata.
Legge 27 dicembre 1953 n. 968, Concessioni di indennizzi e contributi per danni di guerra.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 1261 del 20 dicembre 1982.
270 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 1261 bis del 20 dicembre 1982.
268
269
148
IL PIano DeCennaLe
nellagosto del 1978 viene varata la legge 457 che d corpo alla riforma del 1971 istituendo
una procedura costante di intervento per la costruzione di nuovi edifici di edilizia pubblica
anche rurale e per il recupero del patrimonio edilizio esistente attraverso una pianificazione
continua a cadenza decennale. si riportano le parti innovative della legge:
a partire dallanno 1978 attuato un piano decennale di edilizia residenziale riguardante: a) gli interventi di edilizia sovvenzionata diretti alla costruzione di abitazioni e al recupero del patrimonio edilizio
degli enti pubblici; b) gli interventi di edilizia convenzionata e agevolata diretti alla costruzione di abitazioni e al recupero del patrimonio edilizio esistente; c) lacquisizione e lurbanizzazione di aree destinate agli insediamenti residenziali... il piano decennale definisce il programma operativo per il primo
quadriennio ed soggetto a revisione ogni quattro anni. sulla base del piano nazionale le regioni formulano propri programmi quadriennali e progetti biennali di intervento.
Presso la della Cassa depositi e prestiti, vengono depositate anche le somme derivanti da: a) gli stanziamenti previsti per il finanziamento del piano per ledilizia di cui alla presente legge; b) i contributi
dei lavoratori e dei datori di lavoro c) tutti i rientri contabilizzati nella gestione speciale; i mutui previsti
sono destinati alla realizzazione di programmi di edilizia residenziale in aree comprese nei piani di
zona di cui alla legge 18 aprile 1962, n. 167 e sono concessi ad enti pubblici che intendano costruire
abitazioni da assegnare in propriet, a cooperative edilizie a propriet individuale, ad imprese di costruzione ed a privati che intendano costruire la propria abitazione, con onere iniziale a carico del
mutuatario del 4,5 per cento, oltre al rimborso del capitale.
al fine di migliorare le condizioni di vita nelle campagne, concesso un concorso nel pagamento degli
interessi sui mutui () per la costruzione, lampliamento o il riattamento di fabbricati rurali ad uso di
abitazione di coltivatori diretti, proprietari o affittuari, mezzadri o coloni e di imprenditori a titolo principale, a condizione che gli stessi vi risiedano da almeno cinque anni, esercitando lattivit agricola.
Per gli interventi di edilizia sovvenzionata, autorizzata per il quadriennio 1978, 1979, 1980 e 1981
lassegnazione agli istituti autonomi per le case popolari e loro consorzi, nonch ai comuni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, della somma di lire 3.500 miliardi.
detta somma sar iscritta nello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro in ragione di
lire 300 miliardi nellanno 1979, di lire 500 miliardi nellanno 1980 e di lire 700 miliardi nellanno 1981.
Gli istituti autonomi per le case popolari e loro consorzi e i comuni, sono autorizzati ad assumere
impegni fino alla concorrenza dellimporto loro assegnato nel programma regionale di localizzazione
ed a provvedere immediatamente a tutte le operazioni relative allacquisizione delle aree ed allappalto
delle opere da localizzare () Per la concessione di contributi autorizzato in ciascuno degli anni finanziari 1978, 1979, 1980 e 1981, il limite di impegno di lire 70 miliardi.
Per la concessione del concorso nel pagamento degli interessi per ledilizia rurale () autorizzato
per lanno finanziario 1978, un limite di impegno di lire 30 miliardi, () autorizzato per lanno finanziario 1977 il limite di impegno di lire 20 miliardi da destinare, a cura delle regioni, al completamento di iniziative in corso, di ammontare unitario tale da consentire la realizzazione di programmi
funzionali.271
271
149
Pontelungo
PonTeLungo
Piani particolareggiati
La zona di Pontelungo non compresa nel PeeP del 1963. il nuovo prg del 1974, che
persegue la riqualificazione dei centri minori espandendoli e dotandoli delle attrezzature e
dei servizi necessari a renderli funzionalmente autonomi, individua nel centro di Pontelungo
unampia area di espansione residenziale a nord della via Lucchese che si presta ad essere inclusa nel piano di edilizia economica e popolare (fig. 141).
dopo la saturazione delle zone di scornio ovest e di san Biagio e la utilizzazione di pi
della met della zona di san felice il Comune, in carenza di aree residenziali pubbliche,
procede rapidamente allapprovazione uno per uno di nuovi piani di zona a Bottegone e
Bonelle, ritenuti prioritari, poi a Pontelungo e a seguire alle fornaci e sperone.
il piano di edilizia economica e popolare per la zona di Pontelungo viene adottato dal
Consiglio Comunale il 3 gennaio 1977 (fig. 142) e comprende una superficie totale di
32.030 m2 per la costruzione di un volume residenziale di 41.760 m3, con la realizzazione
di 18 alloggi unifamiliari e 80 condominiali per un totale di 394 abitanti.
La distribuzione planimetrica prevede edifici in linea e a schiera unifamiliari. nel piano, assieme alle residenze sono previste una vasta area
a verde con attrezzature e un centro sociale di quartiere con attrezzature terziarie e negozi. il costo totale della urbanizzazione ed esproprio
del piano di 913 milioni di lire, di cui solo 218 gravano su coloro che
andranno a costruire nella zona incidendo sul costo di cessione delle
aree per 9.224 lire al m3. La relazione che introduce la discussione del
Consiglio Comunale ribadisce le ragioni delle scelte effettuate:
a) favorire lespansione di alcuni centri che si trovano attorno alla citt alfine di allentare la pressione costruttiva sul centro capoluogo.
b) Consentire la utilizzazione delle aree della 167, oltre che agli enti pubblici preposti
anche a tutti i cittadini singoli o associati con finanziamenti propri
delle 7 zone del PeeP approvato nel 1963 alcune sono state realizzate (scornio e
Capostrada), alcune sono state parzialmente realizzate (san Biagio), alcune sono state
totalmente eliminate con la variante generale del PrG del 1974, altre sono state profondamente modificate () allo stato attuale, il PeeP comprende la zona di scornio e Capostrada ormai completata, la zona di san Biagio, in cui sono da assegnare
aree per soli 6 alloggi, la zona di san felice, le zone di Bonelle e Bottegone adottate
dal C.C. qualche mese addietro e larea di Pontelungo in discussione questa sera.
probabile che la zona delle fornaci, sulla quale si adottato un piano a norma dellarticolo 26 della
865, dovr essere trasformato in zona PeeP. in questo modo si potr disporre di aree sufficienti a
consentire lattivazione dei finanziamenti per ledilizia pubblica del prossimo stralcio triennale del
piano decennale attualmente in discussione alla Camera. Questi finanziamenti,, assieme i quelli privati
150
il consigliere socialista Bechi interviene ritenendo che per quanto riguarda il centro sociale sia necessario definire con maggiore esattezza
quali e quante funzioni culturali, ricreative, sanitarie, scolastiche ecc. si
prevede di realizzare.
il consigliere repubblicano Barontini chiede chiarimenti in merito allo
stato della viabilit e della fognatura della zona che ritiene possa essere
insufficiente a soddisfare le esigenze di un insediamento cos consistente.
il consigliere comunista Venturi condivide la scelta del potenziamento
dei centri minori da adottare anche per le zone montane; apprezza la
ricerca dellequilibrio fra gli insediamenti esistenti e quelli di nuova costruzione, fra le tipologie residenziali a schiera e condominiali e lampiezza degli spazi a verde e delle attrezzature previste opportunamente
localizzate in posizione centrale rispetto alle residenze.
riprende infine il problema della salvaguardia del territorio vivaistico invitando lamministrazione ad una attenta analisi dei territori pedecollinari proposti al fine di ridurre al minimo loccupazione di terreni a vocazione vivaistica in modo da ridurre
anche i costi di esproprio.
infine il Consigliere democristiano stignani rileva che il piano proposto
riveste caratteristiche prevalentemente tecniche, i rilievi politici riguardano i dubbi sui tempi e le modalit di attuazione. Preannuncia un
voto di astensione non preconcetta ma tesa a controllare le fasi successive di finanziamento e attuazione.
dopo una replica dellassessore che accoglie i vari suggerimenti il piano
viene adottato con 25 voti favorevoli e 4, del gruppo democristiano,
di astensione.
il Piano di Pontelungo viene inserito con alcune modifiche nella variante generale al piano della 167 approvata il 19 settembre 1977.
Le modifiche consistono in un aumento dei volumi residenziali e degli
alloggi costruibili con la tipologia condominiale per cui la volumetria
complessiva passa da 41.760 m3 a 53.171 m3, il numero di vani da 491
a 626 e il numero di alloggi da 98 a 126.
il costo degli espropri e delle urbanizzazioni finali risultano i seguenti:
espropriazione
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
totale
lire
lire
lire
lire
333.832.000
169.568.000
913.391.500
1.416.791.500
272
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n.10. del 3 gennaio 1977.
Pontelungo
151
Lacquisizione e
nel 1978 a seguito della notifica di esproprio i proprietari delle aree si dichiarano disponibili
lassegnazione delle aree a cederle al comune per bonario accordo (fig. 144).
il 16 giugno 1979 si decide di assegnare provvisoriamente le aree acquistate nel PeeP di
Pontelungo ai seguenti soggetti ammessi a contributo (fig. 145):
iaCP
30 alloggi
abit Coop
36 alloggi
Coop Zodiaco
12 alloggi
Coop La Pineta
12 alloggi
Coop Gioia
12 alloggi
impresa Biagini
24 alloggi
Lintervento IaCP
nel gennaio 1980 viene assegnata alla Coop il Micco lultima area rimasta per la costruzione di 20 alloggi unifamiliari a schiera.
nel marzo 1979 la regione toscana approva il programma di localizzazione degli interventi
di edilizia sovvenzionata del piano quadriennale di cui alla legge 457, con cui assegna limporto di 1.440 milioni di lire per la costruzione di 60 alloggi nel Comune di Pistoia.
Per la realizzazione del programma il Comune di Pistoia indica due aree: una nella zona
di Pontelungo per la costruzione di 36 alloggi (fig. 145) e una nella zona di Bottegone per
la costruzione di 24 alloggi.
273
274
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 577 del 18 giugno 1979.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 983 del 18 ottobre 1982.
152
rescisso il contratto con la ditta saCis il completamento dei lavori viene appaltato con
gara a trattativa privata svolta il 11 luglio 1984 e rimane aggiudicataria la ditta edilprogress
di Prato con il ribasso del 4 per cento. i lavori iniziano il 24 luglio 1984 e sono ultimati il
18 gennaio 1985 (fig. 147).276
275
276
Bottegone
153
BoTTegone
Il PeeP e le sue variazioni il centro di Bottegone il pi importante del Comune di Pistoia dopo il capoluogo ed
quello che accresce maggiormente la sua popolazione; perci gi il primo piano PeeP del
1963 aveva compreso una vasta area a nord della via fiorentina denominata Zona f - Bottegone (fig. 148) con le seguenti caratteristiche dimensionali:
superficie totale
strade e piazze
Giardini ed attrezzature
superficie coperta delle abitazioni
Volume totale abitazioni
Vani utili
Volume scuola, mercati
indice territoriale
densit territoriale
m2
m2
m2
m2
m3
n.
m2
m3/m2
85 ab/ha
60.500
10.300
21.000
6.555
43.850
516
5.600
0,82
tale zona viene inserita nel primo programma pluriennale di attuazione del 1971, ma le procedure attuative procedono lentamente e senza effetti.
il 12 gennaio 1974 il sindaco avvia le procedure di
esproprio e l1 dicembre 1975 viene concessa in via
provvisoria unarea alla cooperativa Bottegone per la
costruzione di un fabbricato di 5.000 m3, concessione poi revocata per la rinuncia della cooperativa stessa.
nel 1974 il Comune adotta il nuovo PrG che modifica radicalmente gli assetti previsti
per il centro di Bottegone e anche la dimensione e la disposizione delle zone residenziali;
ma lamministrazione pressata da alcune richieste
tenta di procedere allattuazione del piano nelle parti
non in contrasto con il nuovo PrG e lo modifica
parzialmente per renderlo pi aderente alle tipologie
pi frazionate richieste dai soggetti attuatori:
per ricercare un migliore equilibrio fra costruito, verde e spazi
pubblici, con una diversa dislocazione dei servizi, dei parcheggi,
oltre che una diversa disposizione dei fabbricati. i fabbricati
della planivolumetria approvata nel 1963 venivano a configurarsi in tipi edilizi innestantesi tra loro perpendicolarmente e
perci di scarsa flessibilit assemblativa.
daltra parte nel settore delledilizia abitativa si sono affermati
tipi edilizi maggiormente flessibili e di minore costo economico. La variante crea un nuovo schema in cui lassemblaggio
delle unit abitative possa essere meglio adattato agli operatori
economici che dovranno intervenire nella zona, senza modificare il perimetro, gli indici di fabbricabilit e le dotazioni di spazi pubblici, riguarda la diversa aggregazione delle tipologie edilizie e i conseguenti aggiustamenti di viabilit.277
nel gennaio 1976 si approva la nuova disposizione planimetrica del piano278 e lamministrazione cerca di procedere alla sua attuazione (fig. 149) indicando larea da concedere
alla Cooperativa edile Mutilati e invalidi per servizio che ne ha fatto richiesta.
277
278
154
Ma, malgrado gli sforzi, non si riesce a conciliare lassetto del piano di zona con le previsioni del nuovo
PrG e si elabora un piano completamente nuovo,
pi ampio e complesso che viene adottato nellottobre del 1976 (fig. 150).279
il PeeP di Bottegone il primo riprogettato dopo
ladozione del nuovo PrG ed loccasione per impostare i criteri per lutilizzazione dei piani PeeP
come strumenti fondamentali, parzialmente alternativi alle lottizzazione private, per lattuazione del PrG.
in Consiglio Comunale si svolge unampia discussione generale sulla politica urbanistica, sul potenziamento dei centri minori, sulla residenze e le aree
pubbliche e sullutilizzazione delle aree di 167, anche
per la costruzione di case con finanziamenti interamente privati.
La volont di potenziare e attrezzare i centri periferici per farne delle comunit urbane
funzionanti con livelli di servizi adeguati trova nel centro di Bottegone una situazione ottimale per la gi ampia dimensione del centro, per la sua capacit attrattiva che ne determina
un ritmo di crescita elevato, per la sua posizione distante dal centro capoluogo e baricentrica in una pianura agricola prevalentemente vivaistica.
a Bottegone sono previste espansioni residenziali, una zona artigianale e attrezzature scolastiche sportive, commerciali e ricreative capaci di favorire lo sviluppo del centro con attivit economiche differenziate industriali, artigianali e terziarie che possono integrare
lattivit agricola e vivaistica. nella relazione tecnica si motivano le variazioni e si descrive
le caratteristiche del nuovo piano:
si rileva che la frazione di Bottegone risulta in costante aumento di popolazione che comporta la
sempre maggior richiesta di vani con la conseguente richiesta di urbanizzazione di nuove aree.
Larea prevista risultata insufficiente a tali richieste. La rielaborazione del piano in oggetto aumenta
le possibilit insediative portando i vani previsti da 516 ad un totale di 1102.
Considerato altres che la densit territoriale prevista originariamente ipotizzava 200 abitanti per ettaro
che per tale frazione potevano essere considerati eccessivi, si ritenuto opportuno ridurre tale valore
a 100 abitanti/ha circa e per conseguenza ampliare i limiti del piano.
il nuovo perimetro cos individuato coincide con la variante generale al PrG e attualmente allesame
dei suddetti organi regionali. si fa notare altres che aumentando le possibilit insediative della zona
si sono ridotti i costi unitari di incidenza per espropriazione dal momento che nella zona esiste circa
il 70 per cento di vivaio ad alto costo di acquisizione. in fase di progettazione del PP sono inoltre
stati effettuati alcuni aggiustamenti di confine, al fine di snellire le procedure espropriative.
ii piano che viene ad inserirsi in una zona a ridosso della via fiorentina con una situazione di edifici
ormai precostituita e carente di molte infrastrutture essenziali, tende ad adeguare tali servizi oltre che
alle nuove unit abitative anche alle esigenze degli insediamenti gi esistenti in modo da creare un
territorio completamente urbanizzato e del tutto risanato.
il collegamento della zona attestato sulla viabilit di scorrimento veloce che costeggia, ad est, linsediamento (tale asse escluso dal piano in oggetto) con i due svincoli della via salceto, e della trasversale n/s che la incrocia allaltezza della via Vespucci per proseguire fino a rientrare, tramite la
viabilit esistente, sulla statale n. 66.
detto asse viario longitudinale ricalca la viabilit di PrG con i necessari aggiustamenti planimetrici
dovuti soprattutto al precedente inserimento della zona scolastica a sud della via salceto. Le diramazioni di penetrazione allinterno dellinsediamento, si articolano perpendicolarmente alla suddetta viabilit per poi convergere di nuovo sulla pi volte citata via di salceto, che per limportanza che verrebbe
ad assumere quale raccordo di tutto il sistema viario interno, dovrebbe essere ristrutturata e necessariamente allargata () Purtroppo,una penetrazione dalla statale n 66 nella via di salceto rimane
quanto mai difficoltosa a causa della situazione precostituita degli insediamenti, se non a prezzo di
279
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 998 del 25 ottobre 1976.
Bottegone
155
demolizioni costose e di difficile attuazione. Gli edifici vengono ad inserirsi in questo sistema viario
suddivisi in nuclei funzionali e realizzabili anche per stralci.
tale suddivisione comprende abitazioni a schiera, poste a coronamento dellasse di scorrimento veloce; abitazioni in blocchi o isolate con altezza massima di m. 16,00 che nella zona sud-est sono collegati al centro di quartiere o commerciale, che risulta il fulcro di tutto il sistema. il verde che risulta
in eccedenza rispetto agli standard, stato sistemato in modo da poter avere vasti spazi da attrezzare
per il tempo libero, per il gioco dei ragazzi . per lo sport, sfruttando a questo scopo, non conteggiato
negli standard anche la fascia di rispetto alla viabilit principale.
a proposito degli standard c da sottolineare che sono stati inseriti nel P. P. anche aree che nel PrG risultano destinate a funzioni specifiche, come larea scolastica e le aree per le attrezzature sportive che
sono oltremodo sovradinensionate per il piano in oggetto ma che sono state calcolate, sia per il fabbisogno
del nuovo insediamento, sia per soddisfare gli standard mancanti degli insediamenti esistenti. ()
Lire
Lire
722.000.000
426.000.000
Lire
Lire
Lire
Lire
303.000.000
500.000.000
300.000.000
2.251.000.000280
nel 1977 a seguito dellentrata in vigore della legge 10 che stabilisce un minimo del 40 per
cento delle aree da inserire nel Piano di zona il Comune adotta il nuovo PeeP comunale
che comprende ovviamente la zona di Bottegone con un progetto sostanzialmente uguale
al precedente con la variazione delle dimensioni e della densit insediativa.
Le nuove dimensioni sono le seguenti:
superficie fondiaria
m2 33.655
superficie urbanizzazioni m2 56.455
superficie totale
m2 90.110
Volume residenziali
m3 129.055
Vani realizzabili
n. 1.518
abitanti insediabili
n. 1.215
indice territoriale
m3/m2 1,52
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
totale
Lire
Lire
Lire
Lire
533.440.637
370.835.250
369.737.500
1.574.013.487
La legge 457 nellagosto 1978 assegna fondi consistenti per la realizzazione di edilizia pubblica nel comune di Pistoia e laministrazione localizza parte consistente degli interventi
nella zona di Bottegone.
LiaCP, le imprese e le cooperative assegnatarie delle aree avviano finalmente la progettazione concreta degli edifici e propongono tipologie edilizie diverse in contrasto con quelle previste dal Piano.
Pertanto nel giugno 1979 si adotta unaltra variante cos motivata:
da un esame pi attento della distribuzione degli edifici lufficio ha ritenuto opportuno predisporre una variante al piano in modo da permettere linsediamento delle
cooperative finanziate e la migliore disposizione delle attrezzature rispetto ai fabbricati. La variante propone una diversa disposizione degli edifici con una tipologia pi
adeguata e lo spostamento del centro di quartiere in una posizione pi baricentrica
sullasse viario principale dellarea. tale variazione ha permesso laccorpamento del
verde pubblico in unarea pi vasta e meno frazionata ed una riduzione della viabilit
con un notevole risparmio economico sui costi di urbanizzazione (fig. 151).281
280
281
Ibidem.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 576 del 18 giugno 1979.
156
Lattuazione del PeeP di Bottegone inizia concretamente nel 1974 e prosegue fino ai
primi anni novanta.
il Consiglio Comunale delibera di autorizzare il sindaco al compimento di tutti gli atti necessari a promuovere il procedimento di esproprio e pi precisamente alla richiesta per laccesso nellarea per la formazione
del verbale di consistenza, alla occupazione durgenza e alla determinazione della indennit di esproprio.283
Lacquisizione delle aree il programma di localizzazione dei finanziamenti della 457 approvato dalla regione toe le assegnazioni
scana nel marzo 1979. Gli interventi nel Comune di Pistoia localizzati a Bottegone sono
assegnati provvisoriamente gi nel giugno. il costo delle aree accollato agli assegnatari viene
calcolato in 53.231 lire al m2 di superficie utile degli alloggi (fig. 153).284
il CareP e la Coop Bottegone recedono e le assegnazioni vengono definite negli anni
successivi come segue:
assegnatari
alloggi
24
assegnazione provvisoria
assegnazione definitiva
31 ottobre 1979
16 febbraio 1976 (in sostituzione della Coop Bottegone)
12
20
12
36
20
27
30
24
70
30
Convenzione
19 dicembre 1979
15 novembre 1979
9 agosto 1980.
31 ottobre 1979
5 luglio 1982
9 dicembre 1981
15 ottobre 1984
21 marzo 1990
24 giugno 1991
24 dicembre 1983
24 marzo 1983
16 marzo 1982
30 aprile 1985.
26 settembre 1991
26 settembre 1991
16 giugno 1979
30 gennaio 1984
11 marzo 1985
31 gennaio 1984
Ledificio di 24 alloggi
nel marzo 1979 la regione toscana approva il programma di localizzazione degli interventi di edilizia sovvenzionata della legge 457 con cui assegna limporto di 1.440 milioni
di lire per la costruzione di 60 alloggi nel Comune di Pistoia.
Per la realizzazione del programma il Comune di Pistoia indica due aree: una nella zona
di Pontelungo per la costruzione di 36 alloggi e una nella zona di Bottegone per la costruzione di 24 alloggi.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 114 del 16 aprile 1991.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 105 del 21 gennaio 1974.
284 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 577 del 18 giugno 1979.
282
283
Bottegone
157
rescisso il contratto con la ditta saCis il completamento dei lavori viene appaltato con
gara a trattativa privata svolta il 11 luglio 1984 nella quale rimane aggiudicataria la ditta
edilprogress di Prato con il ribasso del 4 per cento. i lavori iniziano il 24 luglio 1984 e
sono ultimati il 18 gennaio 1985 (fig. 154).285
Ledificio di 70 alloggi
il 23 febbraio 1983 la regione toscana delibera sulla base della legge 16/83 un programma
straordinario per laffitto che prevede la realizzazione di 580 alloggi nella regione. il programma finanziato in parte con fondi di edilizia agevolata delle leggi 457 e 94 e in parte
con contributi a fondo perduto stanziati dalla regione toscana.
il programma deve essere attuato con interventi di 30, 50, e 70 alloggi e deve essere avviato
nel 1983 e concluso entro il 1985. un intervento di 70 alloggi viene concesso al Comune
di Pistoia che decide di localizzarlo nel PeeP di Bottegone in fase di realizzazione ed assegna larea necessaria alliaCP.
Ledificio si trova a nord dellinsediamento di fronte allaltro edificio di 31 alloggi progettato
dalliaCP. il progetto delling. Biagini assai simile allaltro e prevede un edificio di 7 piani
con tre vani scala e tre ascensori che distribuiscono: quello centrale 4 alloggi per piano e i
due laterali 3 alloggi per piano per complessivi 70 alloggi di cui 56 con superficie fra 40 e
60 m2 e 14 di superficie fra 60 e 70 m2.
285
asCPPt, a 105.
158
286
287
Bottegone
159
1987, si giunge, malgrado le diverse sollecitazioni e contestazioni della direzione dei lavori,
ad una unilaterale sospensione dei lavori da parte dellimpresa che viene dichiarata fallita
dal tribunale di Prato il 12 gennaio 1988.
al momento dellultima sospensione i lavori eseguiti sono quasi la totalit, rimangono
poche opere di verniciatura e murarie, la sistemazione esterna e il completamento degli
impianti per un totale di 178 milioni di lire su un totale di appalto di 2 miliardi.
Queste opere vengono nuovamente appaltate e aggiudicate alla ditta Co.Ge.Ca. per le
opere murarie e sistemazione esterne e ad altre ditte per il completamento degli impianti
il 5 settembre 1988. La ditta Co.Ge.Ca inizia i lavori il 15 dicembre 1988 che terminano
nel gennaio del 1989 (fig.155).288
288
160
Le fornaCI
Primi interventi
Larticolo 26
nella parte nord est della citt presso la localit Le fornaci fra la via antonelli e la via sestini liaCP ha realizzato negli anni, diversi interventi: le case minime in via Valiani nel
1945, quattro edifici in via Castel de Guidi nel 1958, il villaggio della Cassa di risparmio
in via sestini nel 1958, altri tre edifici in via Valiani nel 1960 e infine la demolizione delle
case minime di via Valiani e la loro sostituzione con un nuovo edificio nel 1974.
il primo piano di edilizia economica e popolare del 1963, comprende una vasta zona denominata Castel de Guidi ubicata a est della tangenziale e a nord della via sestini. tale
zona non sar mai realizzata (fig. 159).
nel 1972 il Comune di Pistoia289 decide, ai sensi dellarticolo 26 della legge 865 del 1971,
di procedere allesproprio di alcune zone residenziali del PrG tra cui unarea ubicata in
localit fornaci sempre a nord della via sestini ma (assai pi appropriatamente rispetto al
piano del 1963) ad ovest della tangenziale fra questa e la citt. nel 1975 viene approvato
il progetto del piano particolareggiato, richiesto dalla legge, per procedere allattuazione
degli insediamenti.290
Ma il progetto non prosegue il suo iter di attuazione perch la legge 10/1977 abroga lart.
26 e i piani approvati su quella base vengono di fatto assimilati ai PeeP.
dopo lentrata in vigore delle legge 865 lamministrazione Comunale sembra preferire,
lacquisizione delle aree residenziali con le nuove procedure offerte dalla legge che recita:
i Comuni hanno facolt di espropriare,entro le zone di espansione dellaggregato urbano, le aree inedificate e quelle su cui insistono costruzioni che siano in contrasto con la destinazione di zona ovvero
abbiano carattere provvisorio.291
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 1376 del 28 dicembre 1972.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 309 del 21 aprile 1975.
291 Legge 22 ottobre 1971 n 865. articolo 26.
289
290
Le Fornaci
161
coordinata e concentrata per aree ampie non consente fra laltro la programmazione coordinata ed
efficace degli investimenti in opere pubbliche che spesso risultano estranee al tessuto edilizio di cui
dovrebbero essere parte integrante () Lazione dellamministrazione si manifestata con una serie
di ordinanze dirette a sollecitare lazione dei proprietari per una efficace ed organica attuazione degli
interventi che non hanno avuto alcun effetto.292
inoltre riferisce che non possibile inserire nel programma la zona di Bottegone
poich lo sviluppo di Bottegone non avvenuto secondo le previsioni del PrG del 1957, ma in un
modo quasi opposto, per cui le varianti al prg del 1964 e del 1966 hanno spostato le zone di espansione
da levante a ponente della via fiorentina. ()
se non che la legge non ci consente di utilizzare le varianti ai fini dellapplicazione dellarticolo 26.
() in sede di revisione del PrG potremo, anzi dovremo, tenere conto di Bottegone che una delle
zone di maggiore sviluppo demografico e produttivo del nostro territorio.294
Quindi affronta poi la proposta di coinvolgere anche i terreni a sud della via Gora ribadendo che i terreni proposti sono quelli gi inseriti nelle ordinanze comunicate dal sindaco
ai proprietari nel 1968, e che lintervento nella zona reso necessario per creare unalternativa insediativa, ben definita, al viale adua.
Pertanto vengono inserite nel programma, oltre alle aree comprese fra la via Gora, la ferrovia Porrettana e la via desideri, anche quelle comprese fra la stessa via Gora, la ferrovia,
il viale adua e la via di san Biagio.
nel dibattito interviene il consigliere Bechi, capogruppo socialista, che avendo proposto
un allargamento della zona anche ad ovest del viale adua prende atto con soddisfazione
del parziale accoglimento della richiesta, peraltro la parte pi importante per un certo discorso urbanistico.
il consigliere Paci (capogruppo democristiano) svolge un ampio intervento esprimendo
una serie di perplessit, dobbligo per un partito di opposizione, sulle procedure, sulla localizzazione delle zone prescelte, sui ritardi dellamministrazione ecc., ma anche alcune
osservazioni generali importanti, che merita sottolineare, e afferma:
in questi anni di evoluzione legislativa sul piano urbanistico, di accresciuti poteri conferiti ai comuni,
di nuova maturazione di certe impostazioni culturali intorno allo sviluppo del territorio, non sarebbe
male cercare di inquadrare le scelte in un quadro un pochino pi vasto ed anche un pochino pi proiettate nel tempo ()
Comune di Pistoia. deliberazione della Giunta Municipale n. 2326 del 17 ottobre 1972.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 1376 del 28 dicembre 1972.
294 Ibidem.
292
293
162
di fatto le aree oggetto dellarticolo 26 non saranno realizzate perch la legge 10 del 1977
abroga larticolo 26 della legge 865 e le aree gi vincolate sono assoggettate al regime previsto per le aree PeeP.
delle aree inserite ai sensi dellart. 26 la solo zona delle fornaci proseguir con la progettazione del relativo Piano particolareggiato.
Lapprovazione del PeeP nel maggio 1977 il Consiglio Comunale discute e approva il nuovo PeeP della zona delle
delle fornaci
fornaci (fig. 161) assai simile al precedente piano elaborato ai sensi dellarticolo 26.
il piano cos descritto:
La giacitura del terreno si presenta con un lieve declivio verso sud-ovest ed attraversata in tal senso
da un corso dacqua che dopo aver tagliato il comprensorio confluisce nel torrente diecine. Le colture
della zona sono in gran parte a seminativo irriguo (per un 89 per cento) e con una piccola parte di vivaio (8 per cento) ed altre colture (3 per cento) di basso costo di acquisizione.
ii suo perimetro variato rispetto al vecchio articolo 26 perch la nuova variante al PrG del 1974 restringe appunto tali limiti di intervento. in fase di progettazione del Piano. sono state scorporate
Ibidem.
Ibidem.
297 Ibidem.
298 Ibidem.
295
296
Le Fornaci
163
alcune abitazioni esistenti con le relative pertinenze catastali in modo da ridurre il costo
di acquisizione e la reale possibilit di intervento nellarea stessa.
il piano in oggetto viene ad inserirsi in un contesto di edifici gi realizzati e carenti di
qualsiasi attrezzatura a livello sociale e pubblico. La viabilit esistente costituita soltanto
dalla via di Castel de Guidi mancante di infrastrutture primarie quali fognature e illuminazione. si cos cercato di adeguare i servizi primari e secondari delle nuove unit abitative anche alle esigenze degli insediamenti gi esistenti e di risanare quindi tutta la parte
di territorio interessata dal piano stesso.
Lasse viario principale di progetto parte dalla via Bartolomeo sestini, procede verso nord
est, evitando gli insediamenti esistenti, si raccorda prima al prolungamento della via prevista
dalla lottizzazione Biagioni-Monfardini e poi alla via di Castel dei Guidi. detto asse riprende
il suo tracciato a met di detta via di Castel de Guidi per attraversare in senso nord sud linsediamento e allacciarsi al di sopra della via Carota e Molina sia con la via antonelli che
con lo svincolo previsto allinnesto tra la Pistoia-riola e la futura tangenziale nord.
un secondo collegamento tra la nuova espansione e la viabilit di scorrimento assicurato
dallo svincolo previsto tra questultima e la viabilit ordinaria circa allaltezza della via sestini;
tale possibilit di innesto avrebbe il vantaggio di non affaticare ulteriormente le ormai logore
strutture viarie di penetrazione della citt. infine il traffico verso la citt verrebbe assicurato
ancora sia dalla via antonelli che dalla via sestini con la previsione di un futuro miglioramento del nodo ormai sovraccarico di Porta san Marco.
Gli edifici vengono a collocarsi al margine di tale asse attrezzato e sviluppato secondo
due grossi nuclei il pi grande, a sud, adiacente al villaggio dei dipendenti della Cassa di
risparmio comprendente oltre alle abitazioni anche il centro di quartiere e tutti gli esercizi
commerciali articolati in un corpo centrale e due secondari collegati fra loro tramite due
passaggi pedonali che attraversano uno lasse attrezzato, laltro una delle strade primarie.
tale impianto sviluppato su vari livelli per poter permettere, la realizzazione al di sopra di esso di nuclei
abitativi senza che i percorsi commerciali o comunque pubblici dello impianto medesimo vengano ad
interferire con le abitazioni. La parte in oggetto proprio per la sua vicinanza alla citt e per la adiacenza
ad edifici gi realizzati di altezza abbastanza elevata presenta volumetrie pi alte ma comunque contenute
in quattro piani pi pilotis. il secondo nucleo pi a nord, dal momento che il terreno tende leggermente
a salire ed a configurarsi come un ambiente pedecollinare, presenta un intervento pi diradato rimanendo
contenuto nelle altezze degli edifici che in questo caso non superano i due piani.
si inserito anche, per accentuare questo carattere di rarefazione alcune abitazioni unifamiliari che
anche se disposte a piccoli gruppi possono considerarsi come case a schiera. il verde risulta in eccedenza rispetto agli standard, stato sistemato in modo da poter creare anche con il corso dacqua
che lo attraversa, un vasto spazio dedicato al tempo libero ed ai giochi dei ragazzi sfruttando a questo
scopo anche la fascia di rispetto stradale a protezione della viabilit di scorrimento Pistoia-riola.299
La nuova progettazione
a questo punto fra i tecnici e gli amministratori si avvia una riflessione sulla qualit degli
assetti urbanistici e dellarchitettura finora realizzati nelle zone della 167 di scornio ovest,
san Biagio, Pontelungo, Bottegone e Bonelle, progettate e realizzate con modalit diverse.
Per le zone di scornio ovest e san Biagio il piano particolareggiato planivolumetrico
stato progettato dallufficio tecnico del Comune; i singoli edifici da costruire sui fondi as
299
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio comunale n. 445 del 23 maggio 1977.
164
segnati alliaCP e agli altri soggetti attuatori sono stati progettati separatamente gli uni
dagli altri con progettisti e caratteristiche diverse.
il risultato stato certamente migliore rispetto ai precedenti interventi quando si reperivano
i terreni pi o meno a caso secondo la disponibilit e il prezzo, senza piani dinsieme e
(salvo il Villaggio Belvedere e scornio est) senza progetti urbanistici preventivi.
Le zone scornio ovest e san Biagio sono pi spaziose, con pi verde, e con le urbanizzazioni primarie funzionanti, ma ancora insoddisfacenti per la qualit dellarchitettura, lintegrazione nel tessuto preesistente e la dimensione e qualit delle attrezzature e dei servizi.
nelle zone di Pontelungo e Bottegone, al fine di favorire una pi elevata qualit complessiva, lamministrazione Comunale impone una coordinazione unitaria della progettazione
degli edifici ancora affidata ai tecnici scelti dai soggetti assegnatari. si ottengono certamente
dei risultati migliori ma, in ultima istanza, la qualit complessiva non aumenta di molto.
Per la zona di Bonelle si adotta una procedura assai diversa che ottiene un risultato finale
assai pi soddisfacente. Questo intervento realizzato al di fuori delle agevolazioni finanziarie pubbliche, con una operazione unica nel suo genere, definita da una convenzione a
tre stipulata fra imprese, movimento cooperativo rappresentante lutenza e il Comune.
La progettazione viene affidata ad un gruppo di tecnici composto da rappresentanti degli
utenti e delle imprese costruttrici e coordinato dai tecnici comunali. il progetto viene elaborato interamente e unitariamente e comprende il Piano urbanistico, le opere di urbanizzazione primaria e secondaria e gli esecutivi di tutti gli edifici.
La qualit degli spazi e delle urbanizzazioni del PeeP di Bonelle risulta assai pi soddisfacente rispetto agli interventi precedenti anche se la qualit dellarchitettura e lintegrazione
con il tessuto sociale e urbanistico preesistente lasciano qualcosa da migliorare ulteriormente.
La riflessione su queste esperienze induce lamministrazione Comunale ad avviare lattuazione del PeeP di fornaci aprendo una trattativa con i soggetti richiedenti CareP, e
soCet, in rappresentanza dei costruttori, la Lega Cooperative e la unione Cooperative
in rappresentanza dellutenza e liaCP per definire le modalit attuative secondo una procedura unitaria, simile a quella sperimentata a Bonelle.
si concorda la costituzione di un gruppo di progettazione unitario di tutte le opere previste
dal Piano particolareggiato fino agli esecutivi degli edifici e delle opere di urbanizzazione
e ununica direzione dei lavori.
La novit introdotta nella progettazione delle fornaci consiste nellaffidarne il coordinamento a un progettista di chiara fama e riconosciuta capacit che, dopo aver interpellato
e valutato le offerte di diversi studi di architettura, viene individuato nel prof. Leonardo
savioli, docente di composizione architettonica della facolt di architettura di firenze.
Lincarico per la progettazione del complesso viene formalizzato nellaprile 1980 con delibera consiliare che precisa:
Per garantire comunque una progettazione unitaria tra le zone del P.e.e.P. destinato al biennio del
piano decennale (168 alloggi) e quello da assegnarsi alle cooperative al di fuori dei finanziamenti della
lire 457 (232 alloggi) , si propone un gruppo di progettazione articolato con i rappresentanti tecnici di:
per i 168 alloggi del piano decennale: iaCP, imprese e utenza rappresentata dalla Lega e dallunione
delle Cooperative.
per i 232 alloggi da assegnarsi alle cooperative: imprese e utenza sempre rappresentata dalla Lega
Cooperative e dalla unione Cooperativa.
il gruppo cos formato dovr quindi portare a termine la progettazione della planivolumetria di variante del piano particolareggiato, del progetto di massima ed esecutivo degli edifici e delle opere di
urbanizzazione e assumersi la direzione dei lavori.
nella fase di progettazione del planivolumetrico e del progetto di massima, limpegno maggiore sar
prestato dal Prof. savioli che potr avvalersi di 2 suoi collaboratori di fiducia, indicati nelle persone del
prof. santi danilo e dott. arch. saraceni Walter, e che dovranno comunque collaborare con gli altri
Le Fornaci
165
componenti tenendo conto delle esigenze costruttive manifestate dalle imprese, delle esigenze funzionali espresse dallutenza e di quelle di inserimento urbanistico e ambientale indicate dal Comune.
La progettazione esecutiva e la direzione dei lavori saranno svolte prevalentemente dai tecnici rappresentanti delle imprese o associazioni cooperative.300
il progetto viene elaborato rapidamente dal prof. savioli che presenta una prima proposta
gi nel giugno del 1980. LiaCP, le imprese e gli utenti esprimono diverse osservazione
che portano a consistenti variazioni del piano. il nuovo e definitivo progetto rielaborato
nel 1981 (fig. 162) descritto dalla relazione tecnica:
il perimetro dellintervento variato per permettere di escludere alcune abitazioni esistenti con le
loro pertinenze catastali che mal si legavano con la nuova impostazione del piano che tendeva a escludere tutto lesistente ed a creare un quartiere nuovo e autonomo almeno dal punto di vista figurativo.
da notare comunque che allarea prevista potranno essere aggiunte le aree dal PrG destinate a
fascia di rispetto stradale per la nuova tangenziale (aree che rimarranno con vincolo di inedificabilit
ma utilizzate a fini del PeeP).
il piano in oggetto viene ad inserirsi in un contesto di edifici di vecchia edificazione e carenti di qualsiasi attrezzatura a livello pubblico.
tale situazione, estremamente frazionata, a bassa densit, e priva di un tessuto connettivo capace di
formare da base alla nuova edificazione ha fatto si che i progettisti abbiano trovato estrema difficolt
nellinserimento dei nuovi edifici allinterno dellarea assegnata adottando la soluzione di creare un
insediamento formalmente del tutto autonomo rispetto all ambiente circostante.
i progettisti hanno evidenziato la variante in 6 edifici singoli, ciascuno con un particolare carattere
e collegati da un tessuto connettivo vario formato da viabilit, spazi collettivi, attrezzature verdi
e sportive ecc.
Gli edifici sono stati denominati:
-nastro 1 comprendete 90 alloggi su 5-8 piani,
-nastro 2 comprendente 102 alloggi su 6 piani con una altezza max di mt. 18.70,
-Certosa, comprendente 70 alloggi su 5 piani con una altezza max di mt.16.00,
-triangolo comprendente 48 alloggi oltre ad un asilo nido e uffici-da 1 a 14 piani con
unaltezza max di mt. 47.00
-torre (a) comprendente 36 alloggi su 14 piani con altezza max di 47 mt.; a tale torre
anche collegato un nucleo integrato di strutture socio sanitarie e residenze protette per
anziani con 47 mini alloggi,
-torre (b) comprendente 30 alloggi suddivisi in 2 nuclei uno di elementi bassi a 2 piani
e uno su 14 piani con unaltezza massima di mt.44.50.
La loro disposizione fa si che la viabilit di accesso allinsediamento sia tangente a tutti
gli edifici e si snodi tra essi in modo da offrire sempre nuove prospettive tra gli stessi.
il collegamento alla viabilit di scorrimento veloce assicurata da uno svincolo baricentrico a tutto il complesso che viene cos ad avere unautonomia tutta propria.
sostanzialmente gli edifici si dispongono su due grossi nuclei, uno a nord pi ampio e
comprendente gli edifici nastro 2, Certosa, triangolo che unito a quello pi a sud,
comprendente gli edifici nastro 1 (stecca) e le due torri con il nucleo integrato di strutture socio sanitarie, tramite il centro commerciale che risulta quindi essere il fulcro dei
due nuclei.
il verde, come ricordato risulta in eccedenza rispetto agli standard stato suddiviso in
modo da avere, oltre al verde di arredo stradale ed ai parcheggi, delle zone distinte una
sistemata con verde libero attrezzato con terrazzamenti sia per il gioco ragazzi che per
lo svago laltra attrezzata anche per lo sport con zone di sosta e campi di bocce, pista di
pattinaggio, campo di minibasket e centro polisportivo. tali sistemazioni a verde risultano essere
quindi il tessuto connettivo di tutto il quartiere.301
La superficie complessiva del piano risulta essere di 90.250 m2 di cui 86.913 m2 di propriet
comunale. La pertinenza dellarea fondiaria, per i vari edifici la seguente: nastro 4047 m2,
300
301
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 495 del 22 aprile 1980.
relazione tecnica di accompagnamento al PeeP delle fornaci. autCPt, PeeP fornaci.
166
stecca 5900 m2, Certosa 6413 m2, triangolo 3638 m2, torre-1 5000 m2, torre-2 2370 m2,
Centro commerciale 2732 m2 per un totale di 30.100 m2.
il Piano progettato dallo studio savioli viene approvato nellaprile del 1981 (fig.148);302 e
comporta delle modifiche al PrG che vengono formalizzate solo nel luglio 1983.
assieme allapprovazione del Piano delle fornaci, il Comune, che ha gi acquisito le aree
della zona, assegna alliaCP i terreni necessari per la realizzazione di tre interventi: il triangolo (48 alloggi), la torre-1 (36 alloggi) e la torre-2 (30 alloggi) per un totale di 114 alloggi.
i lavori sono rapidamente iniziati con la direzione dello studio savioli e gi nel 1984 viene
compilata una nota informativa sullo stato dei lavori. La riportiamo integralmente perch
ci pare illustri bene la complessit della progettazione, la sua qualit e i suoi obbiettivi:
i tre cantieri, triangolo, torre-1 e torre-2, sono in corso di attivit, ed in avanzata fase di ultimazione,
nel Piano di Zona de Le fornaci a Pistoia.
Questo Piano rappresenta una esperienza avanzata di progettazione urbanistica perch affronta, termini sicuramente innovativi, i problemi di insediamento delledilizia residenziale Pubblica correlati
alle interazioni ed ai significati tra nucleo storico e periferia urbana.
allinterno del Piano, fra gli altri, furono individuati alcuni edifici aventi particolari caratteristiche sia
dal punto di vista costruttivo che dal punto di vista urbanistico per le problematiche di profilo sugli
orizzonti della citt e della fascia pedecollinare.
disposti sui vertici ideali di un triangolo, che individua planimetricamente il Piano di Zona, questi tre
edifici, triangolo, torre-1 e torre-2, si elevano per quattordici piani di senza peraltro disconnettersi
dalledilizia che ai livelli sottostanti disegna la configurazione del Piano alternando gli spazi di residenza
e di relazione con le maglie di viabilit e del verde.
essi costituiscono il segno forte di una citt che continua in modo ordinato e congruente assegnandole
un ruolo di dignit e di funzionalit nei confronti della citt storica alla quale peraltro, pur con le proprie emergenze significative, non vuole contendere i segni propri e caratteristici della sua storia.
fra gli enti attuatori del Piano di Zona liaCP si accoll lonere di affrontare la realizzazione di
queste complesse costruzioni ne affid la progettazione al compianto prof. arch. Leonardo savioli,
con il suo gruppo delluniversit di firenze e la partecipazione del Coordinatore tecnico dellistituto
dr. ing. Gianfranco Biagini.
Gli edifici sono stati realizzati in conformit della vigente normativa antisismica e, per la progettazione
strutturale, si rese necessario un confronto di alto livello tecnico scientifico fra listituto ed il Genio
Civile di Pistoia che pass anche attraverso due voti del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici ed
approd ad un metodo di calcolo che ebbe significati di rilevanza nazionale e segn il punto di arrivo
di un metodo di confronto fra enti ed attuatori. Gli edifici sono stati anche un utile banco di prova
per la verifica della evoluzione delle norme tecniche che la regione toscana ha promulgato e via
via affinato in questi anni sulle caratteristiche costruttive degli alloggi e sugli standards residenziali.
Gli interventi sono stati realizzati con tecnologie avanzate ed industrializzate sia per quanto concerne
gli aspetti costruttivi veri e propri sia per quanto concerne le tecnologie di cantiere.
ii triangolo un edificio di tipo crescent, da uno a 14 piani, e comprende 48 alloggi oltre a servizi
per la residenza ed un complesso destinato ad asilo nido ed uffici. al 6 piano il compendio immobiliare pu usufruire di una vasta area destinata a spazio di relazione alla quale si accede da un percorso
specializzato che permette una fruizione dei caratteri delledificio e del contesto urbanistico accentuando i valori umani di una architettura percorsa. La particolarit di questo momento costruttivo
che esso non riservato esclusivamente alla residenza locale ma ha carattere pubblico a significare
una presenza della comunit che si ripete anche in altre occasioni costruttive negli altri edifici.
La torre-1 un edificio a torre di 14 piani comprendente 36 alloggi oltre i servizi per la residenza
con spazi di relazione disposti su vari livelli ed una vasta area attrezzata per attivit collettive sullimpalcato di sommit. Questo edificio destinato anche a costituire, in prospettiva, la cerniera funzionale
di un polo urbano comprendente residenze protette, servizi sociali e hospital-day del quale listituto
ha promosso la progettazione e partecipa, con esso, al concorso per il programma di sperimentazione
di edilizia sovvenzionata di cui alla Legge 25/3/1982, n. 94. anche in questo edificio e nelle sue aggregazioni si ritrovano quelle esperienze innovative sia sul piano costruttivo che nelle correlazioni ur
302
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 277 del 15 aprile 1971.
Le Fornaci
167
bane che sono state il segno costante di una ricerca di nuovi modelli abitativi e di stare insieme che
ha caratterizzato costantemente lesperienza de Le fornaci dilatando il significato di questa anche
negli approcci viari che sono in fase di attuazione e nelle pi recenti esperienze che si vanno maturando
nellattuale fase di elaborazione della variante al Piano regolatore Generale.
La torre-2 invece un compendio pi complesso formato da un edificio a torre di 14 piani e di una
doppia schiera in linea di uno e tre piani nella quale larchitettura delledificio accentua i suoi aspetti
spaziali e di relazione nella trama dei percorsi allaperto che finiscono per coniugare in modo stretto
le residenze al Cento sociale che ne costituisce lepilogo ed il punto di riferimento. dal punto di vista
delle residenze nel complesso sono insediati 30 alloggi.303
La realizzazione del PeeP di fornaci fu decisa dopo dubbi e riflessioni alla fine degli anni
settanta quando il PrG era stato consistentemente attuato per una delle sue scelte strategiche: favorire lo sviluppo dei centri minori attorno al centro capoluogo ma non per laltra
che prevedeva lespansione urbana verso est.
Lindicazione delle zona PeeP da realizzare nellambito urbano presentava due alternative:
la zona est o le fornaci.
Lubicazione nella zona est significava dare decisamente avvio e rendere irreversibile la
realizzazione della scelta fondamentale del PrG del 1974: lo sviluppo verso est parallelamente alla ferrovia e alla zona industriale di santagostino.
La scelta delle fornaci consentiva di recuperare e valorizzare un tessuto edilizio sfrangiato
e compromesso da interventi sporadici e assolutamente disordinati, integrando e completando la lottizzazione Biagioni Monfardini in fase di realizzazione. fu preferita questa seconda opzione nella piena convinzione che lo sviluppo est fosse un fatto ormai acquisito
e che la sua attuazione sarebbe stata solo questione di tempo ma non fu cos.
Col senno del poi si pu giudicare non fortunata la scelta delle fornaci perch il mancato
avvio dellespansione est ha lasciato spazio alla successiva decisione di abbandonare del
tutto tale indicazione urbanistica a favore dello sviluppo a sud e con il completamento
della macchia dolio urbana sui rimanenti spazi liberi attorno alla citt. se si fosse avviata
lattuazione della zona residenziale est labbandono del PrG del 1974 sarebbe risultato
impossibile e si sarebbe attuato anche il centro direzionale previsto nellarea Pallavicini
che avrebbe evitato lo sparpagliamento per la citt degli edifici amministrativi pubblici e
delle funzioni direzionali.
gli interventi
Lattuazione della zona delle fornaci, avviata dal Comune invitando tutte le cooperative
e le imprese, che hanno rimesso domanda di assegnazione dei finanziamenti pubblici, a
manifestare la loro disponibilit alla realizzazione di ulteriori alloggi anche con finanziamenti non agevolati dallo stato.
allo scopo pubblica un bando informale per sondare lentit della domanda e il maggiore
gradimento fra le diverse zone P.e.e.P. inserite nel Programma Pluriennale di attuazione
tra le quali la zona di fornaci compare con uno stralcio di 111 alloggi.
La domanda appare rilevante: si richiedono aree per la costruzione di 521 alloggi di cui 410
nella zona delle fornaci (263 alloggi da parte delle cooperative e 147 da parte delle imprese).
sulla base di questa domanda lamministrazione modifica il PPa, inserendovi tutta la zona
di fornaci per 400 alloggi complessivi, e avvia una trattativa con i soggetti richiedenti
(CareP, Consorzio artigiani edili Pratesi, e soCet, societ Costruttori edili toscani,
in rappresentanza dei costruttori; la Lega Cooperative e la unione Cooperative in rappresentanza dellutenza e liaCP per gli interventi di edilizia sovvenzionata) per definire le
modalit attuative secondo una procedura unitaria, simile a quella sperimentata a Bonelle.
303
nota informativa redatta dallufficio tecnico delliaCP, senza data ma 1984. autCPt, PeeP fornaci.
168
Le Fornaci
169
IaCP - Il Triangolo
il progetto delledificio denominato triangolo sviluppato assieme al complesso del piano
dal prof. savioli ed illustrato nella seguente relazione tecnica:
non si possono spiegare bene le. ragioni che hanno determinato planimetria, altimetria, forma e caratteristiche compositive e strutturali di questo edificio se non si fa una osservazione anche molto
breve, della planimetria generale di tutto il complesso nuovo: il quale sorgendo in ad unarea con
edifici esistenti, non sempre molto qualificati ed in una superficie pianeggiante non molto regolare,
doveva qualificarsi ed evitare quellespansione generica ed indifferenziata caratteristica dei nuovi quartieri popolari in generale.
ii planivolumetrico ha inteso perci dare una caratterizzazione a tutti gli edifici ed a tenerli collegati
opportunamente. infatti se si osserva il planivolumetrico si pu notare due cose fondamentali: che
ciascun edificio diverso dallaltro e che ciascuno collegato allaltro da una precisa relazione talvolta
funzionale, talvolta formale.
Le relazioni che esistono tra ledificio del trianGoLo con quelli circostanti sono le seguenti:
dal punto di vista funzionale si deve constatare che in fondo alla Certosa ( il caratteristico edificio
con un cortile allungato e con le relative cellette) esiste un piccolo centro sociale; inoltre sotto ledificio
tiangolare esistono nella testata una attrezzatura collettiva: un asilo ed un ufficio. dal punto di vistavisuale si deve notare che ledificio a triangolo esattamente in prospettiva rispetto alle pareti della
Certosa. dal punto di vista del traffico si deve constatare che tutta la zona servita ai margini
dal traffico, mentre la parte centrale funziona da piazza o luogo di sosta e di ritrovo, opportunamente
pavimentato. inoltre unampia zona a verde collega il tutto con ledificio in curva delle cooperative.
il complesso formato da 48 appartamenti con tre attrezzature collettive abbastanza importanti. Questa
necessit di riunire un numero considerevole di appartamenti con attrezzature collettive una delle varie
ragioni che hanno determinato la forma a triangolo delledificio. infatti tale forma, se in un punto solo
raggiunge una certa altezza (che caratterizza il paesaggio urbano anonimo e monotono e piatto della
zona) subito dopo scende rapidamente a terra; daltra parte si deve dire che la forma del complesso non
semplicistica e schematica ma anche articolata.
Ci permettiamo di fare notare che soluzioni a triangolo analoghe sono gi state realizzate varie
volte sia in italia (non ultima Bologna e Modena) che allestero
con risultato assai vantaggioso. Con tale forma si evitato che
la necessit di raggruppare un numero cos considerevole di appartamenti portasse a soluzioni fitte, troppo dense, o con caratteristiche di casermoni o scatoloni. a contribuire a
rendere pi vivo lorganismo stato inserito da un lato un asilo
(250 m2) e una serie di uffici, attrezzature disposte, tutte su un
lato e con ingressi indipendenti; tali attrezzature sono disposte
o a terra o al piano primo.
si fa presente inoltre che al piano quinto stato studiato un
percorso pedonale pubblico.
alcuni appartamenti a duplex sono stati disposti in una torre
di non grande altezza; la scala e lascensore relativi servono
anche 4 piani degli alloggi di 65 m2.
si fa notare che nonostante larticolazione del complesso, ledificio assai compatto con strutture semplicissime e tutte ripetitive s da poter usare la prefabbricazione.304
Fig. 165 - Le Fornaci, Triangolo.
Ledificio comprende 48 alloggi, un locale destinato ad asilo nido, uno a uffici pubblici e
uno spazio dincontro e di scambio umano ubicato nellampia area nella media altezza del
fabbricato raccordato ai percorsi a quota terreno.
Gli alloggi vanno da una superficie di 68 m2 ad una superficie di 96 m2.
il fabbricato risulta una composizione di varie forme geometriche, torre quadrata di 10
piani pi portico, ed un fabbricato a triangolo che sale da un solo piano terra, dalla parte
nord, a 13 piani oltre il porticato dallaltra.
304
relazione tecnica di accompagnamento al progetto del triangolo, novembre 1981, asCPPt, a 86.
170
il progetto, che comporta una spesa di 2.575 milioni di lire, approvato dalliaCP il 10
novembre 1981.
i lavori sono appaltati con gara a licitazione privata svoltasi il 7 gennaio 1982 nella quale
rimane aggiudicataria la ditta Cooperativa Muratori e sterratori di Montecatini con il ribasso dello 0,15 per cento. i lavori iniziano il 15 aprile 1982 e dopo tre sospensioni per
complessivi 640 giorni e tre proroghe per complessivi 300 giorni terminano il 31 giugno
1986 (fig. 165).305
il complesso della torre-1 costituito da due corpi di fabbrica uniti da un elemento scale
spazi di relazione nella parte centrale e comprende 36 alloggi con i quali si eleva, nel punto
305
306
Le Fornaci
171
massimo, oltre 45 metri. Completano gli edifici una serie di servizi a terra per cantine ripostigli, spazi di relazione ed associativi.
si rileva subito che il complesso si distingue per due caratteristiche fondamentali: le rilevanti
altezze delle torri e la notevole superficie complessiva coperta con gli spazi di servizio e
di relazione e con edifici a corpo basso, a schiera ed in linea.
La torre-2 si compone di un edificio a torre di 13 piani con un alloggio per piano distribuiti
da un vano scala e un ascensore e un edificio di due stecche una al piano terra sopraelevato
e una di tre piani con un percorso che distribuisce gli alloggi al piano terra e un ballatoio
al primo piano che distribuisce gli alloggi superiori.
il progetto viene approvato il 23 marzo 1982 e comporta una spesa di 3.347 milioni di lire.
L8 settembre 1982 si svolge la gara per laggiudicazione dei lavori per la costruzione dei
66 alloggi della torre-1 e della torre-2 che vinta dalla ditta edilprogress di Prato con un
ribasso del 4,55 per cento.
i lavori iniziano il 20 dicembre 1982 e dopo tre sospensioni e due proroghe per complessivi
428 giorni sono ultimati il 15 giugno 1985 (fig. 166, 167).307
307
asCPPt, a 89.
172
legge 457. di conseguenza il Comune decide di accogliere nel luglio la rinuncia della cooperativa e di assegnare alliaCP larea di 5.650 m2 sulla quale deve sorgere la stecca, ma
non si ancora deciso definitivamente chi dovr costruire i relativi alloggi.
nei dirigenti della cooperativa sorgono ripensamenti e si raggiunge un primo accordo con
liaCP per la realizzazione ciascuno del 50 per cento dei 102 alloggi previsti.
LiaCP si impegna a realizzare i 51 alloggi di propria competenza e si fa carico della progettazione dellintero edificio, sempre affidata al Gruppo savioli.
durante la progettazione delledificio la tangenziale est viene spostata verso ovest rispetto
alle previsioni del PrG e i fabbricati vengono leggermente spostati rispetto al progetto originario; per cui appare impossibile inserire sul terreno ledificio nella sua lunghezza originale.
Cos vengono modificate le dimensioni del fabbricato e gli alloggi costruibili si riducono
da 102 a 90. Ma il numero dei soci della cooperativa non ancora sufficiente per occupare
gli alloggi disponibili e si giunge ad un nuovo accordo con liaCP che si accolla la realizzazione di 60 alloggi, lasciando aperta la possibilit della cooperativa di realizzare i rimanenti 30. a questo punto si avvia una vicenda, anche con risvolti giudiziari, che vede
protagonisti la Cooperativa fornaci 81, gli istituti di credito e le ditte costruttrici.
il Consiglio di amministrazione della Cooperativa decide di chiedere al Comune, con domanda del 19 aprile 1985, lassegnazione ufficiale e definitiva delle aree per realizzare i 30
alloggi disponibili nella stecca. Gli uffici del Comune esprimono dubbi e perplessit sottolineando lo stato di insolvenza della cooperativa:
Come noto la cooperativa fornaci 81 ha recentemente chiesto lassegnazione dellarea per la costruzione di 30 alloggi sociali allinterno della stecca da realizzare nel PeeP di fornaci.
Ci premesso, lo scrivente intende sottolineare la difficolt di istruire tale pratica, per i motivi sotto
esposti ()
ii 19/4/1985 la cooperativa chiede di realizzare 30 alloggi nella stecca, senza peraltro dimostrare lincremento del numero dei soci (nel 1983 la mancanza dei soci stato il motivo della rinuncia; nel 1985
i soci devono essere evidentemente aumentati se si chiedono altri 30 alloggi).
occorre innanzi tutto stabilire con certezza la situazione debitoria della cooperativa, che a fronte di
un impegno finanziario di lire 1.834.560.00, di cui lire 1.459.500 in opere di urbanizzazione e il resto
in contanti, ha effettivamente corrisposto lire 75.000.000 in contanti e realizzato opere per un importo
mai quantizzato n dalla cooperativa, n dal Comune.
non sembra sostenibile innestare su rapporti tanto fatiscenti ulteriori rapporti obbligatori.308
rapporto dellistruttore amministrativo, dr. Vito Papa, dellufficio legale del Comune di Pistoia allassessore allurbanistica. 14 giugno 1985. asCPPt, a 83.
308
Le Fornaci
173
Considerato che a tuttoggi la cooperativa, ha versato lire 75.000.000, da imputarsi a quanto dovuto
per il prezzo di esproprio, la cooperativa si obbliga al pagamento del residuo prezzo di esproprio pari
a lire 106.544.000 (...)
di rinunciare alla causa intentata presso il locale tribunale; (...)
di stabilire che, non addivenendosi alla stipula dellatto in argomento oltrech a procedere in sede
giudiziaria sar provveduto allincameramento delle fideiussioni.309
i contenuti della deliberazione sono tradotti in una convenzione firmata il 7 agosto 1986
con cui si cede il terreno per la costruzione di 30 alloggi della stecca e da un successivo
pro memoria dellarch. Giuliano aliperta del Comune di Pistoia si apprende che:
i lavori vennero appaltati alla impresa itaLia di roma () e anticipando alla citata impresa una
somma di lire 500 milioni. su tale operazione la Lega Cooperative si dissoci con lettera in data 30
maggio 1985.
a tutela del credito di lire 300.060.000 vantato dal Comune nei confronti della cooperativa, lamministrazione intent azione giudiziaria per la esecuzione del contratto, presso il locale tribunale ( atto
di citazione notificato il 8.5.1985);
i lavori di costruzione del 2 lotto di 30 alloggi furono portati avanti dallimpresa itaLia dietro corrispettivo in stati davanzamento lavori, fino al raggiungimento dello stato attuale dellopera, di circa
1300 milioni (quindi per un totale di 500+1300 = 1800 milioni). ii valore dellopera ad oggi sembra
comunque non essere pi di 750-800 milioni circa.
da notare che i 30 alloggi non erano coperti da nessun mutuo n vi erano soci acquirenti al momento
dellappalto.
Loperazione pertanto fu portata avanti utilizzando le somme necessario alla liquidazione delle imprese
soGePi e CareP per i lavori del 1 lotto. da questo il sequestro cautelativo intentato dalle medesime contro le fornaci 81.
a questo punto si inserisce in tutta la vicenda listituto di Credito fondiario con un sequestro di lire
5.038.000.000 in quanto la cooperativa non risulta aver mai rimborsato note di mutuo in scadenza n
aver mai eseguito le assegnazioni ai soci che si sono quindi limitati al pagamento di quanto richiesto
dalla cooperativa.
ad oggi gli alloggi invenduti sono 16 nel serpentone 30 nella stecca con evidenti impossibilit di
vendita
al termine dei lavori del nastro le imprese soGePi (societ Generale edilizia Pistoiese
che ha sostituito la ditta soCet) e CareP risultano creditrici rispettivamente di 1.074 e
537 milioni di lire (debiti che non risultano mai saldati) e gli alloggi continuano a rimanere
invenduti. inoltre gli istituti di credito si rifiutano di concedere la fideiussione a garanzia degli
oneri di convenzione e la cooperativa costretta a farseli avallare dallimpresa soGePi.
allinizio del 1989 i lavori di costruzione dei 30 alloggi della stecca proseguono dietro il
pagamento allimpresa itaLia dei vari stati di avanzamento che assommano a circa 1.800
milioni. La cooperativa risulta non aver rimborsato le rate di mutuo in scadenza, n aver
mai eseguito le assegnazioni ai soci che, risultano ignari delle scelte compiute, compresa la
decisione di costruire gli ulteriori 30 alloggi, e pur avendo pagato tutte le quote di mutuo
richieste si ritrovano senza la propriet degli alloggi.
nellagosto del 1989 risultano ancora invenduti 16 alloggi del nastro e tutti i 30 della
stecca.
intanto alcuni soci della cooperativa richiedono la convocazione dellassemblea dei soci e
174
Lettera alla regione toscana e al sindaco di Pistoia del Presidente del Consiglio di amministrazione della nuova cooperativa il nastro del 20 marzo 1993. asCPPt, a 84.
312 Il Tirreno, cronaca di Pistoia, febbraio 1989.
311
Le Fornaci
175
emergeva inoltre da sopraluoghi effettuati che a causa di vari spostamenti sia della viabilit tangenziale
est sia dei fabbricati realizzati, non era possibile inserire nellarea un fabbricato della lunghezza ipotizzata.
si giungeva cos alla redazione di un progetto esecutivo che se lasciava inalterato landamento lineare
del fabbricato ne modificava la struttura nel senso di trovare nel suo complesso degli ambiti di intervento ben definiti per i due operatori.
tale nuovo progetto implica perci la variante alla planivolumetria approvata per permettere sia
alli.a.C.P. che alla cooperativa di poter richiedere le concessioni edilizie. tale variante non modifica
n gli indici n le dotazioni di spazi pubblici n il perimetro del PeeP.313
il progetto dellintero edificio che riguarda liaCP per la costruzione di 60 alloggi (di cui
15 finanziati con i fondi ania e 45 sono parte dei 75 alloggi finanziati con il quarto biennio della legge 457 di cui 30 localizzati a Bottegone) viene approvato il 1 aprile 1985.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 353 dell11 marzo 1985.
Ibidem.
315 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 124 del 12 marzo 1985. asCPPt, a 999.
316 Lettera del Presidente delliaCP allassessore allurbanistica del Comune di Pistoia, 21 marzo 1985. asCPPt, a 84.
313
314
176
La commissione si riunisce nel dicembre 1996 e nel gennaio 1997 esamina lunica offerta
pervenuta dalla ditta so.G.e.Pi. e rilevato che il prezzo di cessione di 2.221.467.000 lire
superiore al prezzo massimo ammissibile, non ritiene possibile procedere allaggiudicazione.
317
318
asCPPt, a 84.
ater di Pistoia. Bando per lacquisto di 15 alloggi di nuova costruzione. 4 marzo 1996. ufficio tecnico sPes.
Le Fornaci
177
si procede rapidamente ad un secondo esperimento di gara con gli stessi termini del primo.
La commissione si riunisce nuovamente nel marzo del 1997, esamina la sola offerta pervenuta
da parte della so.G.e.Pi. di 2.062.622.680 lire che risulta inferiore al prezzo massimo ammissibile stabilito, e decide di aggiudicare la gara a condizione che la ditta si impegni alla realizzazione di alcuni lavori necessari per il risanamento e la piena funzionalit degli alloggi. il
contratto di acquisto rogato il 1 aprile 1997 previo versamento di una fideiussione a garanzia della esecuzione dei lavori che sono regolarmente eseguiti nel giugno del 1997.
IaCP - La Certosa
il 22 luglio 1986 la regione toscana approva il programma di localizzazione dei finanziamenti del quinto biennio della legge 457 assegnando al Comune di Pistoia 3.240 milioni
di lire per la realizzazione di 54 alloggi di edilizia sovvenzionata.
il Comune decide di localizzare tali finanziamenti nella zona di fornaci nellarea ove il
piano particolareggiato prevede la realizzazione delledificio denominato Certosa e, nel
novembre 1986, assegna allater di Pistoia larea relativa sulla quale prevista la costruzione di 84 alloggi anche se il finanziamento non sufficiente a costruirli tutti.
Per la realizzazione dei due edifici si decide di procedere ad un esperimento pilota con
lindizione di un appalto concorso che chiede alle imprese che partecipano alla gara di presentare anche il progetto delle opere da eseguire. Pertanto si approva il programma dimensionale degli edifici che prevede la realizzazione di 33 alloggi di 60 m2, di 15 fra i 60 e
i 70 m2 e di 14 fra i 70 e i 95 m2. La relazione tecnica che accompagna la delibera descrive
cos il progetto di massima:
il complesso costituito da due edifici rettilinei e paralleli, pressoch gemelli, prossimi al preesistente triangolo, con andamento nord-est/sud-ovest, composti ciascuno di cinque piani fuori terra,
senza seminterrati.
sia tale disposizione sul terreno, sia alcuni dei caratteri generali degli edifici sono frutto di unelaborazione progettuale originale che ha preso lavvio dalle indicazioni di larga massima e dai lineamenti
architettonici a suo tempo suggeriti dallarch. Leonardo savioli nel corso della redazione del Piano di
Zona per la cosiddetta Certosa () Ci pur nella consapevolezza che il passaggio alla fase progettuale
ed operativa vere e proprie avrebbe necessariamente richiesto la completa riconsiderazione e ridefinizione di tutto il tema, sia rispetto alle concrete esigenze abitative e di fattibilit dellazienda, sia rispetto alle disposizioni normative vigenti in materia di edilizia residenziale pubblica.
Per quanto riguarda la nuova proposta, entrambi gli edifici mantengono sostanzialmente la distribuzione a ballatoio (integrata per da corpi scala in linea), la serialit e lalternanza di aggetti e
volumi pieni e vuoti che caratterizzavano in sezione e prospetto lidea savioli.
al di l di questo il taglio, la dimensione e la tipologia degli alloggi ed i complessi edilizi nel loro insieme
hanno goduto di una riorganizzazione e progettazione ex novo che ha posto () problemi progettuali
di non facile soluzione, che si ritiene abbiano tuttavia trovato risposte consone e convincenti.
i tagli di alloggio [sono] vari ed assortiti dimensionalmente per consentire la maggior rispondenza
possibile ai diversi nuclei familiari (da 1-2 a 6 persone).
stato perseguito lobiettivo della maggior linearit e modularit possibile, per contenere i costi di
costruzione e di gestione, limitando le interferenze delle parti impiantistiche con le componenti strutturali ed aprendo la via anche a soluzioni di tradizionale evoluto o prefabbricate pi o meno spinte
sia per la stessa struttura che per altre parti costitutive.
Conseguenza pressoch inevitabile di questo sforzo prioritario sono stati la parziale aereazione forzata
e meccanica di alcuni bagni e - sopratutto negli alloggi di taglio minore - la cucina in nicchia direttamente comunicante con il soggiorno.
al contempo sono state ricercate per gli ambienti delle cosiddette zone notte soluzioni pi articolate
e distinte rispetto al consueto, per offrire un uso pi libero delle camere da parte dei diversi gruppi
di utenti esistenti in seno al nucleo familiare (genitori, figli, ecc. ), spesso in diretto rapporto con le
zone di soggiorno.319
319
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 274 del 12 maggio 1987. asCPPt, a 1002.
178
nel luglio 1987 si svolge la gara mediante appalto concorso per lassegnazione dei lavori
di costruzione di 62 alloggi per un importo presunto di 6.051 milioni di lire. alla gara vengono invitate 8 ditte ma partecipano solo in due la CareP di Prato e la fratelli Becheri
di Prato. Questultima viene esclusa per irregolarit negli atti di presentazione dellofferta
e pertanto rimane assegnataria limpresa CareP.
La relazione tecnica di accompagnamento al progetto presentato lo descrive cos:
oggetto della presente relazione la costruzione di due fabbricati per civile abitazione per complessivi
62 alloggi con struttura portante a pareti in calcestruzzo cementizio armato gettato in opera, da eseguirsi nel comune di Pistoia, localit Le fornaci, per conto dell azienda territoriale per ledilizia residenziale di Pistoia.
La tipologia architettonica la cos detta a stecca, in quanto le due costruzioni si snodano, parallele
fra loro a distanza di 25 metri, in direzione nord-sud..
in pianta gli edifici hanno forma rettangolare; ciascuno composto da piano terra (pilotis), destinato
in parte ad alloggi, in parte a zone condominiali ed in parte a cantine, piani primo, secondo, terzo e
quarto destinati a civile abitazione e dalla copertura piana. i nuovi edifici hanno altezza in gronda di
metri 15,55 dalla quota media del piano di campagna. il primo, secondo, terzo e quarto piano sono
collegati a mezzo di sei vani scale in cemento armato (tre per ciascun edificio) ed altrettanti ascensori.
La copertura degli alloggi, come quella dei nuclei scala-ascensore, piana.
il piano primo dei due edifici pu essere raggiunto a mezzo di una passerella con sezione ad acca su
pilastri. il collegamento funzionale agli alloggi avviene a mezzo rampe.
il camminamento situato a +3.30 dal piano terra. dal piano terra si accede al piano della passerella
per mezzo di una scala posta a nord sul lato ovest delledificio B e per mezzo di una rampa adiacente
alla parete nord delledificio a.320
relazione tecnica presentata dal CareP alla gara per lappalto concorso degli edifici Certosa svoltasi il 13 luglio
1987. asCPPt, a 21.
321 asCPPt, a 21, a 22.
322 Progetto di costruzione di 16 alloggi in localit fornaci. relazione tecnica del progettista ing. Gennari. asCPPt, a 22.
320
Le Fornaci
179
ii progetto di una struttura di servizi e di residenze protette completa lunit residenziale a torre prevista allestremo sud - ovest della planimetria di Piano Particolereggiato delle fornaci.
esso si pone come cerniera tra il nuovo sistema residenziale previsto dal piano particolareggiato e
180
323
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 187 del 10 settembre 1982, asCPPt, a 996.
Le Fornaci
181
La delibera definisce con maggiore precisioni le funzioni del complesso e il suo costo:
nellarea, destinata allintervento proposto, assegnata dal Comune di Pistoia, in diritto di superficie
delli.a.C.P. Pistola, risulta localizzato il polo urbano comprendente:
a) il day Hospital nella sua configurazione di struttura sanitaria preselettiva si riconosce nelle strutture
di terapia riabilitativa, strutture di diagnostica e strutture di assistenza socio-sanitaria. in questo senso
in grado di supportare un complesso di servizi di osservazione e di assistenza delle residenze protette
seguendone gli aspetti evolutivi sotto il profilo medico-sociale anche in relazione al sistema di relazioni
che si instaurano fra polo urbano, quartiere residenziale e citt. dal punto di vista organizzativo si
compone di: 1) sale mediche (di tipo ambulatoriale diagnostica e riabilitativa); 2) locali di psicoterapia;
3) terapia occupazionale; 4) medicina del lavoro; 5) locali di degenza provvisoria o strumentale; 6)
deposito farmaceutico; 7) sale riunioni; 8) locali per il personale, strutture di servizio e di amministrazione. in tutto per una superficie utile di 1728,80 m2 e una superficie non residenziale di 813,87
m2 pari al 47 per cento.
b) Le residenze protette comprendono una serie di unit abitative mono e bilocali per individui soli
o in coppia. Le cellule abitative sono integrate nel complesso dalle relazioni giorno costituite dagli
spazi comunitari e quelli per i servizi collettivi. talune di queste strutture si proiettano sullesterno
sotto la forma di servizio in un contesto di integrazione funzionale. Gli alloggi in numero di 47 risultano cos suddivisi: 7 alloggi di 26,40 m2, 2 alloggi di 26,50 m2, 28 alloggi di 35,30 m2, 4 alloggi di tipo
B di 36,00 m2, 2 alloggi di 39,30 m2, 4 alloggi di 51,08 m2. Le residenze protette con le integrazioni
degli spazi comunitari e dei servizi collettivi hanno una superficie utile di 3129,38 m2 ed una superficie
non residenziale di 1583,94 m2 pari al 50 per cento.
c) i negozi, gli uffici pubblici e le attivit commerciali, per una superficie complessiva di 1362,30 m2,
pur facendo parte del polo urbano nellambito delle funzioni e delle relazioni previste avendo, per
altro, scopi pi specializzati non fanno carico al programma di edilizia residenziale. essi vengono
realizzati contestualmente allinsieme ma con un canale di finanziamento indipendente e chiaramente
distinto in termini tecnici dal suddetto programma di edilizia residenziale.
il quadro economico dellintervento comporta un importo complessivo di lire 5.560.000.000.325
il presidente rinnova la richiesta di finanziare il progetto con i fondi della legge 94/1982
con lettera al segretario generale del Cer del 15 novembre 1985. Ma anche questa richiesta
non corrisposta.
il 16 giugno 1986 si addiviene ad un accordo di programma fra la regione toscana, il Comune di Pistoia, lunit sanitaria Locale e liaCP di Pistoia che stabilisce che:
324
325
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 279 del 30 luglio 1985, asCPPt, a 1000.
Ibidem.
182
LiaCP provvede alla costruzione del complesso acquisendone la propriet che gestir direttamente
limitatamente al comparto alloggi. il Comune gestir, tramite apposita convenzione, le funzioni di
servizio (esercizi commerciali, mensa, uffici pubblici) e realizzer tutta lurbanizzazione primaria occorrente, Lunit sanitaria sar destinata, attraverso il sistema della convenzione e della locazione
tutta la parte del compendio immobiliare che attiene le attivit socio-sanitarie con lonere a suo carico
di attrezzarla per avere un centro di sevizi day-hospital.
Listituto ha richiesto e ottenuto dalla direzione generale dellinaiL un mutuo ipotecario di lire 3 miliardi
con ammortamento ventennale al tasso del 14 per cento ed ha in corso una richiesta di finanziamento
straordinario per un investimento di lire 3 miliardi presso il Comitato per ledilizia residenziale.326
Tipologia
ed. pi. al.
finanziamento
Progettista
approvazione
data
triangolo
torre 1 e 2
nastro
stecca iaCP
stecca iaCP
stecca CooP
Certosa
Polo urbano
48
66
102
15
45
15
70
33
457
457
457
ania
457
457
457
94
savioli
savioli
savioli
savioli
savioli
savioli
savioli
savioli
nov. 81
mar. 82
apr. 85
apr. 85
apr. 85
mag. 87
lug. 85
Impresa
CMsa
edilprogres
CareP e soCet
edilprogres
edilprogres
itaLia
CareP
edilprogres
Inizio lavori
fine lavori
apr. 82
dic. 82
dic. 81
apr. 85
giu. 85
giu. 86
giu. 85
apr. 85
dic. 87
feb. 87
ago. 88
giu. 88
mag. 90
apr. 94
in conclusione si costituisce un comitato costituito dai tre enti pistoiesi e presieduto dallassessore regionale che dovr coordinare tutte le fasi realizzative e finanziare delloperazione.
La regione toscana che fa parte del Cer si impegna a favorire lammissione del programma ai finanziamenti della legge 94 destinati a contenuti sperimentali di varia natura
fra cui la configurazione medico-residenziale-sociale di un organismo socio-sanitario di
tipo distrettuale.
il finanziamento di 2 miliardi in conto capitale e 300 milioni in conto interesse viene effettivamente concesso con decreto del 1 giugno 1987.
il costo che risulta dalla relazione tecnico finanziaria dell8 febbraio 1988 di 7,5 miliardi di
lire per la realizzazione delle seguenti opere: 50 residenze, di cui 39 per anziani e 11 per gio
326
accordo di Programma fra la regione, il Comune e later. 16 giugno 1986. ater Polo urbano, asCPPt, a 373.
Le Fornaci
183
vani coppie, per 2.648 m2, soggiorno collettivo per 532 m2, palestra per 68 m2, centro socio
sanitario per 1.523 m2, mensa per 773 m2, sede circoscrizionale per 288 m2, 10 uffici per 207
m2, 6 negozi per 925 m2 e una biblioteca.
La copertura finanziaria dellintervento garantita da: un finanziamento in conto capitale
di 2 miliardi di lire per la realizzazione delle residenze e del soggiorno collettivo; un mutuo
agevolato di 3 miliardi con tasso del 5 per cento di cui la met pagata dal Cer, per la costruzione della palestra, del centro socio sanitario e della mensa bar; un mutuo ordinario
di 2,5 miliardi di lire al tasso dell11, 75 per cento a carico dellater per la realizzazione
dei negozi, uffici e sede della circoscrizione.
trovata la copertura finanziaria, later procede allassegnazione dei lavori mediante gara
di appalto concorso con progetto pilota che si svolge il giorno 11 maggio 1988 ed vinta
dalla ditta edilprogress di Prato che si impegna a realizzare le opere in 700 giorni.
i lavori vengono iniziati il 6 giugno 1988 e dopo la concessione di una proroga dovevano
essere terminati entro il dicembre 1990. il 18 marzo 1991 viene dichiarato il fallimento
dellimpresa edilprogress. i lavori ancora da completare vengono assegnati a varie ditte e
sono effettivamente terminati solo il 30 aprile 1994 (fig. 172).
i rapporti fra il Comune e later per le cessione dellarea e per luso dei locali di servizio
pubblico da parte del Comune e dellusL sono caratterizzati da ritardi e incomprensioni
per cui la convenzione di cessione dellarea da parte del Comune allater si firma solo
il 9 aprile del 1996 e luso dei locali occupati dal Comune e dallusL non viene mai definita
con atti ufficiali tanto che la questione finisce in tribunale. Later conviene in giudizio
il Comune perch le porzioni di fabbricato occupate dalla circoscrizione n. 2 e dallusL
8, per le quali era prevista la stipula di un contratto con locazione con patto di futura vendita, sono state occupate in modi e forme non concordate; e perch, nonostante vari solleciti, la locazione non era mai stata definita e il Comune non aveva mai deliberato di
concludere il contratto. Pertanto il tribunale condanna il Comune alla restituzione dei locali
al pagamento delle indennit e delle spese processuali. La situazione viene regolarizzata
dal Comune solo nel febbraio 1988.327
Il risultato
La realizzazione del quartiere delle fornaci si protratta per pi di 20 anni ed stata caratterizzata dalle infelici vicende della cooperativa fornaci 81 e dalle incertezze dei finanziamenti che hanno indotto liaCP e later a cambiamenti dei programmi, che hanno
allungato i tempi di realizzazione e complicato le soluzioni.
Le dimensioni dellintervento di forte impatto territoriale e le sue forme architettoniche
assai innovative rispetto ai caratteri tradizionali e moderni della citt, rappresentano una
realt anomala che non mai stata accettata dalla cultura cittadina anche a causa delle complesse vicende che hanno caratterizzato la sua attuazione e di alcune scelte sociali discutibili.
il progetto urbanistico complesso e caratterizzato si pone come elemento di forte connotazione non solo dellambiente in cui si colloca ma anche rispetto alla citt e allorografia
collinare circostante.
unarchitettura di avanguardia fortemente innovativa per certi aspetti provocante e in
stridente contrasto con la modestia delledilizia della zona e mediamente dellintera citt.
non poteva non sollevare polemiche, avversioni e discussioni che di fatto ci sono state e
si sono protratte a lungo facendo prevalere un giudizio a tratti pesantemente negativo della
qualit dellintervento nel suo complesso.
oggi possibile una riflessione pi pacata che esamini gli aspetti positivi e quelli negativi
alla luce dei caratteri reali del quartiere del suo aspetto, della sua funzionalit e del suo assestamento nel tessuto urbano e territoriale.
327
asCPPt, a 373.
184
riflessione che riesca a evidenziare gli elevati valori della progettazione architettonica e
urbanistica e a individuare i motivi del suo parziale fallimento sul piano dellaccettazione
sociale e della sua funzionalit complessiva.
Il progetto urbanistico
Larea delle fornaci delimitata dal PrG delimitata e contorta; stretta fra il torrente diecine, la circonvallazione e la via sestini divisa in due parti da edifici agricoli antichi e dai
precedenti interventi delliaCP sulle vie Castel de Guidi e Valiani.
inizialmente lunica strada di accesso la via Castel de Guidi che si innesta sulla via antonelli e si perde ad est nella campagna circostante. da essa si distacca il primo tratto della
via Valiani, realizzata per collegare gli edifici per indigenti costruiti dalliaCP negli anni
quaranta, senza sbocchi sulla via sestini.
Con la lottizzazioni Biagioni Monfardini si realizzano le vie La Pira e Capitini che collegano
la via Castel de Guidi alla via sestini e costituiscono assieme alla tangenziale lossatura
viaria sulla quale si innesta il progetto.
La viabilit del PeeP impostata attorno alla via Gentile, che parte dalla tangenziale e si
biforca collegandosi da una parte attraverso le vie Valiani e Capitini alla via sestini e dallaltra si sviluppa ad anello consentendo laccesso agli edifici della parte nord.
La caratteristica planimetrica della zona, divisa dagli edifici preesistenti fra una parte sud
e una a nord, condiziona la soluzione progettuale: gli edifici preesistenti vengono isolati
con i loro resedi senza ricercare unintegrazione viaria e spaziale con il contesto del piano.
Comunque la soluzione adottata condizionata dalla delimitazione della zona e dagli espropri effettuati, che escludono nettamente gli edifici preesistenti e impediscono un loro inserimento organico nel progetto.
nella parte nord sono previsti tre edifici con caratteristiche architettoniche diverse e originali:
il nastro o serpentone. si tratta di un edificio in linea di quattro piani con andamento
curvilineo aperto a ovest che racchiude un ampio spazio verde per il gioco, con una tipologia sperimentata in italia e in europa in diverse forme.
La Certosa. Composta da due edifici paralleli di quattro piani separati da uno spazio verde
con una tipologia di alloggi assai variegata distribuiti da scale e ballatoi.
il Triangolo. ledificio pi caratteristico e originale, di forma triangolare col tetto che
degrada verso le colline da unaltezza di 13 piani fino a terra ove si conclude con lasilo
nido del quartiere.
Gli ampi parcheggi sono distribuiti attorno agli edifici. il verde diffuso in spazi articolati
in modo da costituire un sistema in cui sono immersi i fabbricati, arreda le vie e le piazze
e offre attrezzature per il gioco, lo sport e le relazioni sociali.
Le attrezzature previste sono lasilo nido collocato nellestremit nord del triangolo, una
struttura commerciale prevista originariamente presso lingresso dalla circonvallazione che
non stata poi realizzata, un centro sociale nella parte ovest, una struttura socio sanitaria,
una piazza attrezzata nel Polo urbano e, idea originale che non ha dato felici risultati, ampi
spazi pubblici ricavati allinterno degli edifici.
nella parte sud sono previsti tre complessi:
La Torre-1 a ovest. composta da tre edifici; due torri di 12 e 14 piani collegate tra loro,
un edificio a elle di quattro piani destinato alla residenza assistita e attrezzature pubbliche,
un edificio articolato di varie altezze per attrezzature sociosanitarie e altri servizi. Ledifico
a elle e le torri racchiudono una piazza su cui si affacciano negozi e funzioni pubbliche
che avrebbe dovuto costituire un centro di attrazione socio-economica del quartiere;
La Torre-2, a est. composta di due edifici, una torre di tredici piani con un solo alloggio
per piano e due stecche, rispettivamente di tre e un piano, distribuite da un percorso pe-
Le Fornaci
185
donale a piano terra e da un ballatoio che collegano gli alloggi direttamente con il centro
sociale posto al termine delledificio;
La stecca. un lungo fabbricato in linea di altezza variabile fra i tre e i sette piani che
collega la torre-1 e la torre-2.
i parcheggi sono ampi e collocati attorno alla stecca, gli spazi a verde di arredo sono distribuiti mentre lampio spazio per il gioco e gli incontri ha forma triangolare e si trova tra
la torre-2 e la stecca.
La parte sud del quartiere si caratterizza nel complesso come insediamento residenziale
moderno attrezzato e immerso nel verde; fa eccezione la torre-1 che si presenta con caratteri pi urbani: compatto, densamente edificato, articolato attorno ad una piazza lastricata su cui si affacciano negozi e attivit pubbliche.
I limiti
186
insomma non si riusciti a rapportare il nuovo intervento con le esigenze del tessuto urbano circostante.
Queste critiche si possono rivolgere a tutti i precedenti interventi di edilizia economica e
popolare, salvo forse al Villaggio Belvedere che, collocandosi in aperta campagna al di
fuori del tessuto urbano e presentando in misura minore unesigenza di integrazione con
lesterno, ha trovato assetti e funzioni sufficienti a soddisfare le esigenze sociali interne allinsediamento.
Ma alle fornaci linsuccesso pi pesante perch lintegrazione e la realizzazione di attrezzature per colmare le lacune di tutta la zona circostante era il principale obbiettivo
posto a base dellintera operazione.
La mancata integrazione degli edifici esistenti
Gli edifici esistenti in parte di propriet iaCP rimangono al centro della zona con un perimetro incerto come presenza estranea per la disposizione planimetrica, per il rapporto
spaziale e le caratteristiche edilizie.
si poteva certamente realizzare un migliore inserimento di questi edifici nella progettazione
con la possibilit di ottenere una maggiore armonia, non solo funzionale, (che forse in
qualche misura stata realizzata), ma anche formale.
si poteva inserire questi vecchi edifici nel perimetro della zona coinvolgendoli pi direttamente nella progettazione.
Questi fabbricati inoltre segnano una separazione della zona nord da quella sud che, per
quanto risolta brillantemente nelle condizioni date, rimane una cesura formale assai rilevante che ostacola la compattezza e la funzionalit del complesso.
Le attrezzature e i servizi
La localizzazione delle attrezzature appare sparpagliata la scuola esistente in via Castel
de Guidi, lasilo nido viene posto allestremit nord dellinsediamento, il centro sociale allestremit est, il centro commerciale realizzato fuori dal PeeP a sud vicino alla via sestini
e il polo urbano, con le sue funzioni incerte e non completamente realizzate, non riuscito a diventare il centro attrattivo dellinsediamento.
inoltre gli spazi pubblici previsti allinterno degli edifici anche per la mancata definizione
delle loro funzioni e scarsa attrattivit, non hanno mai assolto a uno scopo ben preciso e
sono rimasti ghetti separati e deserti.
insomma linsediamento per quanto equilibrato e ben distribuito non riuscito a definire
un fulcro attrattivo che ne costituisse il centro funzionale di riferimento interno e il tramite
per il collegamento con lesterno.
Ma i veri motivi della non piena riuscita che la raffinata qualit della progettazione si
scontrata con le difficolt tecniche di cantiere, con la scarsit dei finanziamenti e, soprattutto, con le consuetudini culturali del ceto sociale cui era destinata.
Lesecuzione edilizia
La realizzazione della zona stata caratterizzata da molteplici problemi: con il fallimento
della cooperativa fornaci 81, i vari cambiamenti dei programmi delliaCP, il fallimento
dellimpresa edilprogress e soprattutto linadeguatezza dei parametri finanziari rispetto
alla qualit dellarchitettura che richiedeva ben altre risorse e raffinatezza di esecuzione.
Lesecuzione edilizia stata pessima: materiali di bassa qualit, rifiniture approssimate edifici terminati in tempi diversi e con soggetti, tecniche e a volte progetti diversi.
tanto che dopo pochi anni gli intonaci cadevano a pezzi, il cemento armato si disfaceva
e le rifiniture precarie si rovinavano, alcuni spazi rimanevano estranei alla vita sociale.
Il ceto sociale
il limite pi grande stato destinare 309 dei 426 alloggi alliaCP e solo 117 ai privati.
La concentrazione di edilizia sovvenzionata con la caratterizzazione sociale conseguente
Le Fornaci
187
un errore sociale grave. si discusso a lungo sul modo per evitare che zone specifiche
della citt si caratterizzino secondo il ceto sociale prevalente; sia i quartieri per i benestanti
sia quelli per i meno abbienti determinano anomalie urbanistiche.
Ma alle fornaci questo errore si accentuato, come in parte molto minore era gi accaduto
trentanni prima al Villaggio Belvedere, per unarchitettura molto particolare, totalmente
aliena dalle abitudini culturali di coloro cui stata destinata.
architettura che, assieme alla cattiva realizzazione e alla carenza di manutenzione, ha determinato da una parte correzioni in corso dopera con soluzioni improvvisate, e dallaltra
un adattamento delle esigenze reali agli spazi, spesso incompatibili con un degrado fisico
e funzionale degli edifici e degli spazi progettati.
Qui certo la responsabilit dei progettisti appare pi rilevante. Larchitettura non pu essere
ridotta, come oggi si tende a credere, a scultura gigante, con forme fantasiose spesso assai
piacevoli ma che sottovaluta le necessit delle persone cui destinata.
Larchitettura anche soddisfazione di bisogni individuali e sociali cui le forme si devono
adeguare. i progettisti sapevano chi erano i destinatari degli edifici e degli spazi progettati
e avrebbero dovuto con maggiore umilt e impegno cercare soluzioni corrispondenti alle
loro esigenze culturali, alle loro abitudini abitative e sociali.
in conclusione si pu dire che limpianto urbanistico complessivo soddisfacente, larchitettura di qualit, alle fornaci contrariamente ad altre zone urbane periferiche ci sono
le condizioni per interventi di recupero urbanistico da operare senza rottamazioni, ma
solo con integrazioni funzionali e con il restauro e la riqualificazione degli spazi pubblici
interni agli edifici, la riqualificazione degli spazi esterni e larricchimento delle attrezzature.
su questa realt la sPes intervenuta nel 2005 con un progetto di recupero sulle torri 1 e 2.
sono state cos risanate le pareti in calcestruzzo, rivestite le facciate con pareti ventilate, montati
nuovi serramenti, realizzati nuovi impianti elettrici e sistemate altre parti dei due edifici.328
inoltre attualmente sono in corso i lavori del Contratto di Quartiere 2 Le fornaci, attuati
in base alla normativa dei Contratti quartieri disciplinati dal dM 22 ottobre 1997 che prevedono progetti di recupero urbano edilizio e sociale. il progetto, complesso e articolato, voluto
dal Comune e dalla Circoscrizione 2 e partecipato dagli abitanti, gode di un finanziamento
statale di 10 milioni di euro, di uno comunale di oltre 3 milioni e il concorso di privati.
Lintervento prevede la sostituzione di 3 edifici, costruiti nel 1960 con i finanziamenti della
legge per leliminazione delle case malsane, con un edificio moderno con planimetria ad
arco attorno a un ampio spazio a verde, la riqualificazione complessiva degli spazi pubblici
e la modifica dellassetto viario. Lassetto delledificato risulta notevolmente migliorato sia
per la qualit dellarchitettura che per lampiezza degli spazi pubblici, mentre la soluzione
viaria appare pi invasiva e riduce gli spazi di sosta e ricreazione. Per una riqualificazione
pi strutturale dellintero insediamento appare ancora necessario superare la frattura tra la
parte nord e quella sud con la ristrutturazione degli edifici intermedi e la creazione di un
centro attrattivo, con attrezzature, servizi e spazi che contribuiscano a unificare funzionalmente il complesso degli edifici.
328
sPes s.p.a., Un progetto di recupero per il quartiere Le Fornaci a Pistoia, a cura di ottorino Gaburri.
188
ConCLusIonI
Il quadro legislativo
I finanziamenti
in europa, come in italia quella dell'edilizia pubblica in gran parte una storia del novecento. in questo secolo si diffonde la convinzione e si codifica legislativamente il principio
secondo il quale compito dello stato e delle sue articolazioni locali occuparsi del miglioramento delle condizioni di vita minime allinterno delle citt.
nel corso del novecento il tema della casa economica e quello del quartiere popolare assumono un ruolo centrale nella riflessione e nella ricerca progettuale di architetti, urbanisti,
ingegneri, non solo in quanto questione tecnica ma anche etica.
Ma il processo di crescita di effettivi interventi per la costruzione di case popolari in italia
assai lento e pu essere diviso in diverse fasi che scandiscono la loro l'intensit e qualit:
1. dal 1903 anno di approvazione della prima legge (legge Luzzatti) al 1938 quando viene
pubblicato il testo unico per ledilizia economica e popolare.
2. dal 1938 al 1949 quando sono approvate le leggi tupini (n. 408) e la legge istitutiva dellina-Casa (n. 43)
3. dal 1949 al 1971 quando si studia e si approva un progetto di riforma radicale
4. dal 1971 al 1978 quando attraverso la legge 457 si danno le gambe alla riforma con
listituzione di una pianificazione finanziaria certa e articolata in piani decennali e programmi attuativi quadriennali
5. dal 1978 (legge 457) al 1992, quando viene varata la legge di modifica n.179
6. dal 1992 al 2008.
nel primo periodo si ha uno sviluppo legislativo assai significativo.
La legge Luzzatti del 1903 sinserisce nel quadro di una politica sociale che diffondeva in
italia forme nuove di intervento a beneficio dei ceti popolari.
La legge si propone obiettivi ambiziosi di trasformazione e miglioramento delle condizioni
di vita delle popolazioni urbane, in specie dei ceti meno abbienti, applicando nel rapporto
sociale il principio della solidariet, informato a esigenze di giustizia distributiva.
il regio decreto del 1908 definisce due modalit principali di finanziamento per la costruzione di questo tipo di abitazioni.
La prima consiste nel garantire prestiti alle societ cooperative, agli enti morali, alle societ
di beneficenza e alle societ di mutuo soccorso, per la costruzione e lacquisto di case popolari. La seconda diretta ai comuni per la costruzione di alloggi per le classi meno agiate
e di alberghi popolari.
in quegli anni sorgono gli istituti autonomi per le case popolari a livello comunale.
nel 1935 sistituiscono per legge gli istituti autonomi per le case popolari a livello provinciale definendone compiti e poteri.
Ma il processo di evoluzione legislativa sviluppatosi in questo periodo non accompagnato
da un adeguato impegno finanziario e salvo attivit pi consistenti nelle grandi citt, in
particolare roma, le realizzazioni nel resto del territorio sono assai modeste e affidate pi
a iniziative filantropiche di societ umanitarie e dei Comuni che a organici programmi
dintervento finanziario dello stato.
il secondo periodo si avvia con il testo unico delle disposizioni sull'edilizia popolare ed
economica del 1938, che intende riorganizzare tutto il settore.
si tratta di unopera ponderosa, costituita da quasi 400 articoli, che riordina tutte le procedure che hanno attinenza con ledilizia popolare e si propone di avviare un meccanismo
finanziario nazionale pi organico e continuo, ma la sua attuazione bruscamente interrotta dagli eventi bellici.
Conclusioni
189
Cos nel dopoguerra si completano i pochi programmi avviati con il testo unico e si avviano quelli finanziati con la legge detta dei senzatetto varata nel 1946 che stanzia un
fondo di 10 miliardi di lire per attuare un programma di costruzione di alloggi per le persone senza unabitazione, e a sollievo della disoccupazione operaia che ha subito un notevole aumento.
il terzo periodo si apre nel 1949 con due leggi fondamentali.
La legge n. 408, detta tupini, che stabilisce i principi generali seguiti dalla successiva legislazione sull'edilizia economica e popolare e la legge n. 43, nota come legge ina-Casa,
(sostituita a sua volta nel 1963 dalla legge n. 60 o Ges.Ca.L.)
La legge n. 43 fortemente innovativa e introduce un meccanismo di finanziamento che
coinvolge lavoratori e imprenditori, una procedura di programmazione per piani settennali
e una struttura di gestione facente capo allina (istituto nazionale assicurazioni), per la
costruzione di alloggi di edilizia economica e popolare con criteri nuovi di progettazione
e assetto urbanistico e affronta con decisione il problema della qualit.
Gli edifici sono progettati e appaltati per superfici pi vaste con pi fabbricati, con linserimento di aree a verde e di attrezzature e servizi essenziali e ricercano una progettazione
di maggiore qualit coinvolgendo rinomati studi di architettura.
in questo periodo escono anche due leggi di rilievo: la n. 640 nel 1954 che dispone finanziamenti per la costruzione a spese dello stato di alloggi per accogliere le famiglie sistemate
in ambienti malsani e la n. 1676 del 1960, che stanzia finanziamenti per la costruzione di
abitazioni per i lavoratori agricoli dipendenti.
il quarto periodo si avvia nel 1971 con il grande rinnovamento dellintero settore delledilizia pubblica costituito dalla legge n. 865.
Questo provvedimento costituisce una profonda riforma del sistema e riunifica e potenzia
tutte le frammentate forme di finanziamento pi o meno settoriali vigenti, riconducendole
ad una struttura unitaria nazionale e adottando il metodo della programmazione con la formazione del Piano come strumento centrale per la utilizzazione e allocazione delle risorse.
inoltre individua i bisogni e le risorse attraverso analisi demografiche e con la partecipazione delle rappresentanze territoriali, economiche e sociali.
ridefinisce il ruolo e le procedure degli istituti finanziari e individua una struttura di gestione centralizzata e partecipata che parte dal livello nazionale con il Cer (Comitato per
ledilizia residenziale), giunge al livello locale basato sugli iaCP (fortemente riformati) e
sul Comune e, passando per la regione, delinea con precisione soggetti, funzioni e obbiettivi di ogni singolo livello.
si tratta di una profonda ristrutturazione del sistema che affronta la politica della casa
come una parte di una politica integrata e complementare delle procedure urbanistiche e
di assetto del territorio e degli indirizzi economici e di allocazione delle risorse pubbliche
e della soddisfazione di bisogni fondamentali delle categorie sociali pi deboli.
Questa legge rappresenta uno spartiacque dividendo le politiche della casa in due periodi
prima e dopo la sua entrata in vigore poich modifica le norme sull'espropriazione per pubblica utilit, sull'acquisizione e l'allestimento delle aree edificabili, introduce modifiche ed integrazioni alla legislazione urbanistica vigente e modifica lassetto istituzionale territoriale.
in questo periodo si intensifica l'attivit legislativa con il varo delle leggi n. 492 del 1975,
la n. 166 del 1975 e la n. 513 del 1977.
inoltre in questo periodo, in cui prendono forma strategie e governi frutto della politica
di unit nazionale e del compromesso storico, escono tre leggi assai importanti per il settore
edilizio la n. 10 del 1977 che rivoluziona il regime dei suoli e le norme urbanistiche, la n.
392 del 1978 (equo canone) che pone fine al secolare blocco dei fitti e la n. 457 dello stesso
190
anno che assicura i piani finanziari decennali a tutte le strutture e procedure definite con
la legge 865.
La legge 457 inizia il quinto periodo caratterizzato da unintensa attivit derivante da flussi
finanziari certi con la pianificazione decennale dei finanziamenti per la costruzione di
nuovi edifici di edilizia pubblica anche rurale e per il recupero del patrimonio edilizio esistente con un piano decennale soggetto a revisione ogni quattro anni, e i relativi finanziamenti continuano con una certa regolarit fino al 1991.
Con la legge 17 febbraio 1992, n.179 sinizia il sesto periodo che va fino ai giorni nostri.
La legge modifica le norme per l'edilizia residenziale pubblica della 457 e stanzia un finanziamento aggiuntivo rispetto alle entrate ex Ges.Ca.L.
La legge approva un programma quadriennale 1992 - 95 di edilizia residenziale con pochi
finanziamenti che riguarda gli interventi di edilizia sovvenzionata, agevolata diretti al recupero del patrimonio edilizio esistente e alla costruzione di nuove abitazioni, realizzati
con finanziamento misto pubblico privato.
di fatto i finanziamenti pubblici a partire dai primi anni novanta saranno assai scarsi e le
realizzazioni concrete di edilizia sovvenzionata si ridurranno progressivamente.
Lacquisizione delle aree
La disponibilit di aree edificabili assieme ai finanziamenti pubblici condizione necessaria
per la costruzioni di case popolari.
Purtroppo la legislazione sul regime dei suoli in italia stata lentissima a evolversi e rapidissima a dissolversi riportandoci allo stato originale.
La prima legge urbanistica, la n. 2359 del 1865 stabilisce l'indennit dovuta all'espropriato
nel giusto prezzo che a giudizio dei periti avrebbe avuto l'immobile in una libera contrattazione di compravendita e limita la possibilit di esproprio a casi di estrema necessit (rottura degli argini, rovesciamenti di ponti per impeto delle acque, e negli altri casi di forza
maggiore o di assoluta urgenza) e l'occupazione d'urgenza temporanea solo in caso di catastrofe immediata.
La legge non prevede la possibilit di occupare stabilmente il fondo per la realizzazione di
unopera pubblica prima del decreto di esproprio.
nel gennaio 1885 viene emanata la cos detta Legge di napoli(n. 2892) formulata per
far fronte alla situazione di emergenza venutasi e a creare a napoli dopo lepidemia di colera dellanno precedente che prevede la possibilit di risanamento dellabitato, attraverso
la dichiarazione di pubblica utilit per tutte quelle opere necessarie al risanamento e modifica il calcolo del prezzo di indennizzo introducendo la media del valore venale dei terreni
e dei fitti coacervati nel decennio.
nel 1908 esce il testo unico sulle case popolari che affida ai Comuni nei quali sia riconosciuta
la necessit di risanare i quartieri insalubri o di provvedere alla deficienza di alloggi e di case
popolari o economiche, il compito di compilare appositi piani regolatori e di ampliamento
e li autorizza a domandare l'espropriazione dei terreni compresi nel piano medesimo.
Le indennit di espropriazione sono comunque valutate a norma delle disposizioni adottate
per il risanamento della citt di napoli.
il testo unico del 1938 lascia praticamente inalterata la normativa limitandosi ad affidare
ai comuni la possibilit di promuovere l'esproprio di abitazioni private non ultimate o che
si trovino in deficienti condizioni igieniche, allo scopo di adattarle ad alloggi popolari,
nel 1942 esce la prima organica legge urbanistica la n. 1150. una legge molto avanzata
avveniristica per il tempo che purtroppo rimarr largamente inattuata.
una significativa innovazione della legge lindicazione dellesproprio come metodo di
attuazione del Piano.
Conclusioni
191
Lesproprio pu essere avviato senza bisogno della specifica dichiarazione di pubblica utilit, purch il Piano regolatore Generale del comune sia corredato di un piano finanziario.
La procedura d'esproprio e l'indennit rimangono quelle della legge 2359/1865, ma per la
determinazione dell'indennit non si deve tener conto degli incrementi di valore attribuibili
sia direttamente che indirettamente all'approvazione e all'attuazione del piano regolatore
generale e cos bisogna attendere il 1962 con la legge n. 167, che avvia il processo riformatore.
si obbligano i Comuni alla formazione di un piano per l'acquisizione delle aree destinate
all'edilizia economica e popolare che localizza le zone e progetta ciascuna zona con la viabilit, le quantit e gli assetti planivolumetrici degli edifici residenziali, delle attrezzature e
dei servizi; si autorizzano i Comuni allacquisizione, anche mediante esproprio, fino ad un
massimo del 50 per cento, delle aree comprese nel piano e si semplifica lapplicazione delle
procedure di esproprio facilitando loccupazione dei terreni.
inoltre la legge stabilisce che lufficio tecnico erariale determini lindennit di espropriaTab. 1
zione delle aree nella misura prevista dalla legge
alloggi popolari realizzati nel comune di Pistoia
1865/2359, ma il valore venale riferito a due anni
precedenti e va determinato senza tenere conto degli
Periodo
alloggi
alloggi/anno
incrementi di valore dipendenti, direttamente o in1912-1938
104
4
direttamente, dalla formazione e attuazione del
Via Cammelli
72
piano. Le procedure previste dalla legge per l'acquiVia Corta della Brana
32
sizione delle aree verranno dichiarate illegittime dalla
1938-1949
315
29
Corte Costituzionale (sentenza n. 22 del 1965) con
Via spartitoio
40
la motivazione che l'indennit deve costituire un
Case per i senza tetto
156
serio
ristoro del danno patrimoniale subito dalVia Pagliucola
119
l'espropriato. Per rimediare al vuoto lasciato dalla
1949-1962
706
54
sentenza si emana la legge n. 904 del luglio 1965,
Via Pagliucola
215
con la quale, si ritorna praticamente alla vecchia
altri interventi ina-Casa
24
legge di napoli del 1885.
interventi in zone collinari e montane
32
La legge di riforma (865/1971) oltre a chiarire e faVia del funaro
26
cilitare le procedure per l'esproprio e l'occupazione,
Via sestini
32
Villaggio Belvedere
385
determina finalmente che l'indennit di espropriaVia del Villone
18
zione per le aree esterne ai centri edificati commisurata al valore agricolo medio corrispondente al tipo
1962-1971
542
49
di
coltura in atto nell'area da espropriare.
Case per i lavoratori agricoli
72
interventi per leliminazione delle case malsane
154
nelle aree edificabili il valore agricolo medio molVillaggio scornio est
300
tiplicato per coefficienti che tengono conto dell'amVillaggio scornio ovest
16
piezza del comune e della zona della citt ove si trova
1971-1978
313
45
l'area da espropriare.
La legge n. 10 del 1977 va ancora oltre e definisce un
Villaggio scornio ovest
146
san Biagio
88
regime dei suoli che separa il diritto di costruire da
san felice
79
quello di propriet e stabilisce che il valore di un ter1978-1992
587
42
reno il valore agricolo e che l'incremento di valore
dovuto alla concessione pubblica a costruire apparPontelungo
36
Bottegone
125
tiene allo stato.
Le fornaci
426
Ma queste norme saranno dichiarate incostituzionali
da una sentenza del 1981 e da allora iniziato un pro1992-2008
31
2
cesso regressivo che ci ha riportato alle origini con
Belvedere
16
fornaci stecca
15
le indennit di esproprio molto vicine a quelle di valore di mercato.
ToTaLe
2.624
27
192
Le realizzazioni
nel Comune di Pistoia
La costruzione di case popolari nel Comune di Pistoia (tab. 1) inizia assai lentamente con
gli interventi assistenziali di inizio secolo (4 alloggi/anno); cresce timidamente con il testo
unico del 1938 e con le leggi sulla ricostruzione e per i senzatetto (29 alloggi/anno); riceve un impulso assai consistente negli anni Cinquanta e sessanta che fa raggiungere il
culmine con le leggi 408 (tupini), 43 (ina Casa) e per il risanamento delle case malsane
(54 alloggi/anno) e mantiene un ritmo consistente con la riforma del 1971 e con il piano
decennale della 457 che determina un costante afflusso di finanziamenti fino al 1992 (42
alloggi/anno).
a partire dagli anni novanta i finanziamenti pubblici andranno prevalentemente all'edilizia
agevolata realizzata dai privati e l'edilizia sovvenzionata si riduce a due interventi all'interno
delle aree gi realizzate dall'istituto (2 alloggi/anno).
Per valutare l'incidenza delle case popolari costruite rispetto al totale delle abitazioni si riportano i dati dei censimenti nella seguente tabella:
aBitaZioni risuLtanti ai CensiMenti neL CoMune di Pistoia
Censimenti
abitazioni occupate
Totale
18.507
22.389
27.105
29.507
31.327
34.327
862
1.833
3.854
5.381
4.243
5.383
19.510
24.222
30.959
34.888
35.570
39.710
1951
1961
1971
1981
1991
2001
Totale
abitazioni*
4.712
6.737
3.929
682**
4.140
20.200
* dato ottenuto dalla differenza fra le abitazioni rilevate con quelle del censimento precedente.
** questo dato probabilmente influenzato dalla inattendibilit del censimento del 1991.
il confronto, in periodi simili, fra il numero di case popolari costruite nel comune di Pistoia
e le abitazioni in totale rappresentato nella seguente tabella
Confronto fra Le aBitaZioni Costruite e Le Case PoPoLari
anno
abitazioni totali
1951-1961
1961-1971
1971-1981
1981-1991
1991-2001
4.712
6.737
3.929
682
4.140
abitazioni/anno
471
674
393
68
414
1949-1962
1962-1971
1971-1978
1978-1992
1992-2008
anno
706
542
313
587
31
11,46
8,90
11,45
61,76
0,48
54
60
45
42
2
1951-2001
20.200
404
1949-2008
2.179
9,16
44
nella tabella sono rappresentati il numero di abitazioni totale costruite nei periodi fra i
censimenti, il numero di abitazioni costruite mediamente per ciascun anno, il numero
totale di case popolari costruite in periodi vicini a quelli censuari, il numero di case popolari
costruite mediamente per ciascun anno e la percentuale di case popolari sul totale delle
abitazioni costruite.
da notare che gli alloggi popolari costruiti nel comune di Pistoia dal 1949 al 2008 (approssimativamente confrontabile con il 2001 del censimento per il ridotto numero di case
popolari costruite nellultimo ventennio) sono 2.179 su un totale comunale di 20.200 rappresentano una percentuale assai consistente (10,8 per cento).
nella prima met del secolo e fino al 1938 le costruzioni realizzate sono pochissime e corrispondono all'impostazione legislativa e alla scarsa disponibilit di finanziamenti.
La prima concreta iniziativa per la costruzione di case popolari a Pistoia avviata dalla societ
Conclusioni
193
anonima Cooperativa per la Costruzione di Case Popolari in Pistoia, costituita nel 1908 che
realizza il primo intervento nellattuale via Cammelli nel 1912 (esattamente 100 anni fa).
successivamente, per iniziativa municipale, sorge listituto autonomo per le Case Popolari
in Pistoia che nel 1916 si fonde con la societ.
Complessivamente, dal 1912 al 1938, la cooperativa e l'istituto costruiscono solo quattro
edifici in via Cammelli e in via Bellini, e due edifici per indigenti in via Corta della Brana
per 104 alloggi complessivi. solo con l'emanazione del testo unico del 1938 si potr avviare
un'attivit pi consistente con l'acquisto di tre aree, in via Castel de Guidi nella localit Le
fornaci, in via spartitoio e in via Pagliucola.
Gli interventi, appena iniziati, sono interrotti dalla guerra e sono terminati solo nel 1945.
La legge del 1946 per i senzatetto consente di costruire 156 alloggi dal 1947 (Campo
Marzio) al 1955 (via franchini).
Con i finanziamenti e le procedure delle leggi n.408 e 43 del 1949, e per leliminazione
delle case malsane del 1954, si raggiunge il picco delle costruzioni con la realizzazione
degli edifici nelle tre zone pi importanti, dopo quella delle fornaci, e cio: via Pagliucola
(215 alloggi che si aggiungono ai 119 gi costruiti con i finanziamenti precedenti); il Villaggio Belvedere (385 alloggi) e il Villaggio scornio est (300 alloggi).
Questo periodo caratterizzato dalla difficolt di trovare le aree necessarie. L'iaCP, in
mancanza di norme procedurali che consentano di programmare organicamente e per
tempo l'individuazione delle aree, costretto a ricercarle di volta in volta, con localizzazioni
casuali, guidate unicamente dal basso costo.
e cos si individuano le aree in via Cammelli, in via Corta della Brana, alle fornaci, in via
Pagliucola, in via spartitoio e poi ancora pi faticosamente usando terreni di propriet comunale in Campo Marzio e sul viale Malta con la demolizione di un tratto delle mura urbane e nel viale italia con l'esproprio concordato con altri proprietari.
Le aree acquistate sono sparpagliate e di piccole e casuali dimensioni, anche singoli lotti,
che consentono di costruire solo gli edifici e le opere di urbanizzazione indispensabili
(strade e allacciamenti alle reti) senza verde, parcheggi e attrezzature urbane.
anche la zona di via Pagliucola che progressivamente raggiunge dimensioni assai consistenti non programmata a priori e risulta da acquisti parziali effettuati per costruire gli
edifici a gruppi di uno, due o tre, via via che si dispongono i blocchi di finanziamento.
La sua sistemazione urbanistica successiva e si limita a un piano di lottizzazione che sistema le strade in una trama ortogonale perpendicolare al torrente Brana.
nemmeno l'entrata in vigore della legge ina-Casa, che pur aveva fra i suoi obiettivi la
maggiore ampiezza e qualit degli insediamenti, riesce a ottenere risultati migliori. i primi
quattro interventi ina-Casa realizzati in via Pagliucola sono al massimo di quattro edifici
e solo nel primo di essi si riesce a costruire una struttura di assistenza sociale che poi non
funzioner, e sar utilizzata come attrezzatura scolastica.
il progetto del Villaggio Pellizzi, a nord della via Pagliucola, rappresenta il primo timido
tentativo di una progettazione urbanistica su un'area pi ampia, con sei edifici e con alcune
zone a verde alberato di arredo, ma senza attrezzature.
il Villaggio Belvedere lultimo intervento realizzato in mancanza di una organica procedura legislativa per lacquisizione delle aree per la costruzione di edilizia economica e popolare. nel 1957 con lacquisto delle aree del Villaggio Belvedere (quinto e ultimo
intervento ina-Casa a Pistoia) si capisce che il problema delle aree importante e che
conviene premunirsi con la loro acquisizione prima dellassegnazione dei finanziamenti.
Per iniziativa dellina-Casa e del presidente delliaCP, antonio Cariglia si riesce ad acquisire tutta insieme e preventivamente una vasta area fra le vie dalmazia e Valdibrana a
sud della Villa Puccini, ove vengono utilizzati i finanziamenti ina-Casa e delliaCP.
194
La localizzazione della zona non risulta da una scelta del Piano regolatore che, alla data
dell'acquisto gi definito anche se non ancora adottato, ma dall'iniziativa dell'iaCP e dell'ina-Casa che il PrG recepisce assieme alla trasformazione in zona edificativa dell'ampia
fascia fra la via del Villone e la via dalmazia che salda il Villaggio Belvedere alla citt.
La localizzazione non appare felicissima perch eccessivamente vicina alla Villa Puccini e
perch trascina e compatta lo sviluppo urbano verso nord vanificando le indicazioni dell'arch.
Piccinato per la massima conservazione della parte agricolo-collinare in quella direzione.
Ma il villaggio Belvedere presenta diverse novit positive rispetto al panorama precedente.
Per la prima volta si opera su un'area assai vasta interamente disponibile a priori e ben disposta per esposizione, accessibilit e qualit del suolo.
Per la prima volta si dispongono le risorse economiche per la realizzazione di tutti gli
edifici previsti (ben 385 alloggi)
Per la prima volta, anticipando le procedure della legge 167, viene predisposto un piano
urbanistico preventivo dellintera zona progettato dall'arch. Cantamessi e si possono realizzare gli indirizzi innovativi della legge ina-Casa: area vasta, progettazione qualificata,
dotazione di verde, attrezzature e servizi.
si pu pertanto considerare uniniziativa lungimirante, di alta qualit organizzativa e finanziaria e ben riuscita per la funzionalit e la qualit formale dell'assetto urbanistico e architettonico. L'area ha una superficie di circa 80.000 mq ed divisa nettamente in due parti:
una pianeggiante compresa fra la via dalmazia e il viale Belvedere di 50.000 m2, utilizzata
per l'intervento ina-Casa e l'altra che scende dalla quota di 94 metri del viale Belvedere
alla quota di 78 metri della via di Valdibrana di 30.000 m2, utilizzata per l'intervento dell'iaCP. il sistema viario del piano particolareggiato costituito: da una strada che parte
dalla via dalmazia fino alla piazza Belvedere (viale dei tigli), da un secondo viale verso
sud (viale Belvedere) che con due tornanti in discesa si collega alla via di Valdibrana e da
una strada (via Vecchio uliveto) che distribuisce gli edifici dell'iaCP e si ricollega, pi a
nord, alla via di Valdibrana.
La progettazione della zona ina-Casa ricca di spazi e attrezzature: una fascia di verde
attrezzato a nord che distanzia gli edifici dal viale di accesso alla Villa Puccini, un'ampia
piazza centrale ove si affacciano il centro sociale e la chiesa progettata dallarchitetto Michelucci, uno spazio per il gioco dei bambini e altre due piazze (piazza dei Cedri e piazza
del Mercato) su cui si affacciano i negozi.
L'insieme urbanistico, di elevata qualit, valorizzato da una buona architettura nella quale
emergono le stecche dei 108 alloggi dell'architetto savioli e la chiesa dell'architetto Michelucci.
La zona dell'iaCP pi densa di costruzioni con poche attrezzature (solo una stecca di
negozi) e con una architettura pi tradizionale valorizzata dall'andamento declive del terreno. La realizzazione degli edifici si svolge parallelamente a quella delle opere di urbanizzazioni con qualche difficolt che serve comunque ad acquisire la consapevolezza della
necessit di anticipare la costruzione delle opere di urbanizzazione a quella degli edifici.
il Comune di Pistoia adempie con rapidit ai disposti della nuova legge sulle aree ed elabora, gi nel 1963, il Piano relativo.
il dimensionamento del piano, commisurato alle ipotesi di crescita della popolazione e di
adeguamento dell'edilizia esistente, ottimisticamente consistente (circa 6.000 alloggi nel
decennio) ed ripartito su sette zone distribuite (tutte meno san felice e Bottegone) pi
o meno casualmente attorno alla citt (una a ovest, una a nord, una a est e due a sud).
Questa localizzazione rispecchia la visione dello sviluppo urbano di allora direzionata
ovunque con preferenza per le quattro radiali uscenti dalle quattro antiche porte della citt.
inoltre le zone scelte sono in gran parte fuori dalle aree di espansione del PrG, contraria-
Conclusioni
195
mente a quanto suggerito dalla legge ed anche questo indica la scarsa incidenza del PrG
di allora, tanto che i due principali atti di localizzazione: le zone della 167 e l'area industriale
per il nuovo stabilimento della Breda sono decisi al di fuori delle indicazioni del PrG.
il Piano per le aree di edilizia economica e Popolare (PeeP) di Pistoia inizia una nuova
fase: da ora in poi le localizzazioni saranno rigorosamente poste all'interno delle zone di
167 e saranno decise dal Comune che si far carico anche dell'esproprio e dell'urbanizzazione delle aree.
Ma la prima zona del Piano ad essere realizzata, scornio est, fa eccezione perch quando
si adotta il PeeP di Pistoia l'iaCP ha praticamente gi acquistato l'area e il suo inserimento
nel Piano dovuto esclusivamente a questo fatto.
L'introduzione nel Piano della zona di scornio est non una scelta felice dal punto di
vista urbanistico per due motivi. il primo perch la posizione dal punto di vista ambientale assai delicata poich si trova a ridosso del parco della Villa Puccini che avrebbe meritato
uno spazio di rispetto pi ampio. il secondo perch con questo insediamento si completa
la saldatura, dopo la costruzione del Villaggio Belvedere e la trasformazione in zona edificativa dell'ampia area fra il Villaggio Belvedere e la citt, con il centro abitato di Capostrada che viene inglobato senza soluzione di continuit nell'espansione urbana.
L'assetto urbanistico interno di scornio est si attiene esattamente al planivolumetrico del piano
della 167 che si articola attorno ad un anello viario centrale, collegato con la via dalmazia, dal
quale si dipartono diramazioni a raggiera verso l'esterno e che distribuisce le abitazioni.
scornio est realizzato con tre tipi di finanziamento: il primo deriva da mutui contratti direttamente dall'iaCP senza contributo dello stato che prosegue cos il metodo iniziato con
la costruzione del Villaggio della Cassa di risparmio in via sestini; il secondo con i finanziamenti e le procedure Ges.Ca.L.; il terzo con i finanziamenti ordinari dell'istituto.
La zona immersa nel verde e prevede alcune attrezzature (una scuola, un centro commerciale, impianti per lo sport e una caserma dei carabinieri) e risulta complessivamente
piacevole per la sua ubicazione, per l'ordine urbanistico, per la qualit della progettazione
(da sottolineare la scelta di progettisti di migliore qualit derivante dall'impostazione inaCasa e Ges.Ca.L.) e per la loro tipologia prevalentemente in linea a due o tre piani con soli
tre edifici a quattro piani e a distribuzione centralizzata.
La costruzione del quartiere si svolge con regolarit e le urbanizzazioni sono realizzate
parallelamente alla costruzione degli edifici con un soddisfacente risultato finale.
importante a questo punto rilevare nuovamente che la ricerca pi o meno affannosa di
aree da parte delliaCP ha determinato, nelle varie fasi storiche, un ruolo trainante delledilizia residenziale pubblica nei confronti delle direzioni di espansione della citt.
L'istituto per ovvi motivi economici cerca aree a basso costo che si trovano esternamente
alla citt, in zone agricole non interessanti, allora, al fine edificativo urbano. Questo fatto
crea una valorizzazione delle zone e un interessamento che determina le direzioni dello
sviluppo della citt e ci accade in diverse occasioni e con effetti di enorme valore.
nel 1912, lacquisto dei terreni a ovest, dove sono stati costruiti gli edifici e le vie Cammelli
e Bellini, hanno dato origine alla progettazione del primo piano regolatore della citt ed
hanno avviato la costruzione dell'ampio quartiere fra il viale Petrocchi e la ferrovia Porrettana denominato Pistoia nuova.
nel 1942 e nel 1954 lintervento in via Valiani e poi in via Castel de Guidi hanno, se non
proprio avviato perch la tendenza espansiva in quella direzione era gi presente, comunque favorito le scelte di sviluppo in quella direzione da parte del piano regolatore del 1957.
nel 1942, lacquisto del terreno per la realizzazione del villaggio Pellizzi a nord di via Pagliucola in una zona totalmente agricola, e non tanto favorevole per lespansione urbana
a causa della presenza degli edifici dei macelli, del carcere e poi della caserma, ha anticipato
196
e spinto, molto prima della localizzazione nella zona degli impianti sportivi, le numerose
iniziative dei privati per lottizzare a scopo residenziale i terreni di loro propriet e ha poi
condizionato le scelte residenziali di sviluppo nord del Piano regolatore del 1957.
ancora nel 1957, lacquisto dei terreni fra le vie dalmazia e di Valdibrana, in aperta campagna assai lontano dai limiti urbani, ove sorger il Villaggio Belvedere, induce a rendere
edificabili i terreni a verde agricolo, fra la citt e il villaggio.
infine nel 1963 quando il Comune elabora il piano per le aree di edilizia economica e popolare liaCP chiede che le aree acquistate a scornio nello stesso anno per realizzare i propri programmi, vengano inserite nel piano e il Comune accoglie la richiesta determinando
il massiccio sviluppo verso nord - ovest che arriver ad inglobare il centro di Capostrada
nella citt.
La zona di scornio est l'ultima interamente utilizzata per l'edilizia sovvenzionata. tutti
gli interventi successivi di edilizia economica e popolare saranno realizzati allinterno delle
aree previste dal PeeP, acquisite, progettate e urbanizzate preventivamente dal Comune
secondo le procedure previste dalla legge.
in queste zone ci sar sempre una compresenza di edilizia sovvenzionata realizzata dall'iaCP e di edilizia agevolata realizzata dai privati (cooperative ed imprese edilizie).
Questo fatto determiner una maggiore articolazione sociale degli insediamenti evitando la
concentrazione di strati sociali della popolazione pi deboli, per tanti aspetti problematica.
il primo intervento effettuato con le procedure di acquisizione dell'area previste dalla legge
167 quello di scornio ovest.
La sua realizzazione lascia praticamente immutato il progetto originario che prevede la costruzione di tre edifici in linea di cui due molto lunghi e articolati con altezze variabili da
tre a cinque piani.
Gli edifici sono distribuiti da una strada che si diparte dalla via dalmazia in corrispondenza
dellingresso alla zona di scornio est, attraversa tutta larea costituendone la spina centrale
fino ad immettersi nella via delle Molina di Gora. da questo asse principale si distaccano
due strade parallele alla via dalmazia: una breve verso nord (via Braille) e laltra verso sud
(via Pordoi). L'impianto urbanistico compatto e funzionale, gli spazi liberi sono ampi
ma le attrezzature previste si limitano al verde di arredo, ai parcheggi e alla scuola anche
perch questo insediamento si avvale delle attrezzature di scornio est e di quelle della citt
nella quale inglobato. tutti gli edifici sono realizzati con finanziamenti sovvenzionati
meno due pi piccoli di edilizia agevolata.
Con scornio ovest l'architettura inizia ad assumere l'aspetto tipico delle periferie con
edifici in linea di altezza superiore alla media che comunque mantiene un suo carattere
soprattutto per l'ampiezza degli spazi liberi.
il Piano particolareggiato della zona di san Biagio quello che subisce le maggiori variazioni e incertezze perch la sua attuazione si incrocia con la formazione del nuovo PrG
del 1974 che riduce la sua ampiezza e modifica la viabilit e cos la via salvo d'acquisto,
prevista come originariamente come strada di distribuzione interna al Piano, si trasforma
in importante strada di scorrimento urbano.
il piano viene variato pi volte. il suo assetto definitivo prevede la realizzazione di una
strada ad anello (via allende) che parte e arriva nella via salvo d'acquisto. Gli spazi liberi
sono ampi e sistemati a verde di arredo non attrezzato, non sono previste attrezzature se
non i parcheggi e la scuola che serve tutta la zona circostante.
Le tipologie degli edifici pur essendo in linea con una scala che serve due appartamenti
per piano, sono pi varie con altezze di quattro o cinque piani e architetture tradizionali.
Le caratteristiche urbanistiche del complesso appaiono simili a quelle di scornio ovest
Conclusioni
197
anche se la zona pi grande e gli edifici pi contenuti danno una sensazione di maggiore
spaziosit e vivacit dell'insieme che appare piacevole immerso nel verde e tranquillo, urbanisticamente funzionale e con una architettura equilibrata.
La vera novit della zona che per la prima volta gli interventi di edilizia sovvenzionata
(liaCP e lises costruiscono 112 alloggi) sono nettamente inferiori a quelli privati di edilizia agevolata (le cooperative e le imprese private costruiscono 208 alloggi) e forse anche
per questo l'aspetto complessivo appare pi vario e vivace.
Gli interventi di Belvedere, scornio e san Biagio sono i pi consistenti, interessano la parte
nord ovest della citt quella maggiormente investita dallo sviluppo urbano in quegli anni
e contribuiscono a definirne il carattere influenzando in varia maniera anche gli interventi
privati delle zone circostanti.
agli inizi degli anni settanta la situazione urbanistica del Comune di Pistoia assai complessa: sono state bocciate le varianti al PrG del 1966 e il PeeP, si sta avviando ad esaurimento. il nuovo PrG del 1974 modifica radicalmente le aree destinate allespansione
residenziale valorizzando i centri periferici e indirizzando lo sviluppo del centro capoluogo
decisamente verso est, parallelamente alla zona industriale di santagostino.
nel 1976 la situazione del PeeP tanto grave da far temere per l'utilizzazione degli imminenti finanziamenti: la zona di Bonelle stata stralciata dalla regione, la zona di Ponte
alla Pergola irrealizzabile, la zona di scornio est risulta completamente attuata, la zona
di scornio ovest in fase di completamento, nella zona di san Biagio sono gi assegnate
le aree e stanno per aprirsi i cantieri e nella zona di san felice sono in corso di acquisizione
le aree assegnate alliaCP.
Pertanto del vecchio PeeP rimane solo la zona di Bottegone, attuata in piccola parte, che
appare largamente insufficiente a soddisfare i programmi di finanziamento e che comunque deve essere interamente rivista per adeguarla alle nuove previsioni del PrG.
si procede pertanto prima alla riprogettazione di alcuni piani di zona (Bottegone, Bonelle,
Pontelungo) e poi allelaborazione di un nuovo PeeP.
il nuovo PeeP adottato nel settembre del 1977 si propone l'ambizioso obiettivo, reso
possibile dall'entrata in vigore della legge 10 di quellanno, di usare la aree in tutta la sua
potenzialit destinandole non solo all'edilizia sovvenzionata e agevolata ma anche a soggetti
che possono e vogliono costruirsi la prima casa con finanziamenti propri.
La legge 167 diventa il principale strumento di urbanizzazione delle aree fabbricabili riducendo la speculazione edilizia, calmierando il mercato delle aree e delle costruzioni e consentendo cos laccesso alla propriet della casa a ceti sociali che altrimenti non avrebbero
potuto permettersela.
il nuovo Piano, che interessa il 49 per cento delle previsioni residenziali del PrG, contiene
undici zone: Bottegone, Bonelle, Pontelungo, fornaci, sperone, santomato, Chiazzano,
Zona di espansione est, san felice, Valdibrana e Gello.
La prima zona del nuovo Piano a essere attuata quella di san felice assegnata all'iaCP il
cui progetto modifica radicalmente il Piano particolareggiato del Comune. La variante prevede la costruzione di tre edifici (per complessivi 79 alloggi): uno piccolo sulla via di san
felice, un secondo molto lungo in linea con andamento curvilineo che si sviluppa dalla
via di san felice verso lombrone e il terzo con forma planimetrica ad H centrale.
La viabilit costituita da una strada che parte e si conclude nella via di san felice dopo
aver circondato l'edificio centrale. nella zona sar costruito dal Comune un quarto edificio
a schiera di dieci alloggi. La zona di san felice una piccola area senza attrezzature e poco
verde di arredo che sinquadra, come le successive zone di Pontelungo e Bottegone, nell'obiettivo di valorizzare e potenziare i centri minori del Comune.
198
La prima zona a essere attuata con i finanziamenti della legge 457 Pontelungo.
Il Piano comprende una superficie totale di oltre tre ettari per la costruzione di alloggi per
un totale di 394 abitanti. La distribuzione planimetrica prevede edifici in linea e a schiera
unifamiliari. Nel piano, assieme alle residenze sono previsti una vasta area a verde con attrezzature e un centro sociale di quartiere con attrezzature terziarie e negozi.
Nellurbanizzazione secondaria sono inseriti il verde pubblico, le attrezzature sportive,
quelle per listruzione, e il centro di quartiere e commerciale, e tali attrezzature sono calcolate per fabbisogno dellintero centro di Pontelungo.
Il piano prevede la realizzazione di un centro commerciale e di un centro di quartiere con
annessa zona sportiva che sono posti sul retro dellinsediamento al fine di evitare possibili
intralci di traffico sulla gi congestionata via Lucchese.
Il piano di Pontelungo certamente riuscito nell'intento di riqualificare l'angustia del precedente aggregato edilizio con la realizzazione delle attrezzature, in precedenza assai carenti, e di un'ampia zona di verde attrezzato che d respiro all'abitato.
I 140 alloggi previsti nel Piano sono realizzati in piccola parte dall'IACP (30 alloggi di edilizia sovvenzionata), e per la maggior parte dai privati: Abit Coop (36 alloggi), Coop Zodiaco (12 alloggi), Coop La Pineta (12 alloggi), Coop Gioia (12 alloggi), Impresa Biagini
(24 alloggi), Coop Il Micco (20 alloggi unifamiliari a schiera).
Si realizzano cos quattro edifici di dimensione architettura simili e due edifici a schiera.
Nelle sue limitate dimensioni la zona costituisce un risultato positivo che realizza un soddisfacente equilibrio di ceti sociali, spazi e attrezzature, esprime la qualit di un'edilizia dignitosa e arricchisce e qualifica l'ambiente preesistente.
La zona di Bottegone contenuta gi nel primo piano di edilizia economica e popolare di Pistoia. Ma la sua attuazione risulta assai complicata e il suo assetto viene modificato pi volte.
Il nuovo PRG del 1974 modifica radicalmente gli assetti previsti per il centro di Bottegone
e anche la dimensione e la localizzazione delle zone residenziali.
Il PEEP del 1977 trova nel centro di Bottegone una situazione ottimale per attuare la sua
impostazione strategica di potenziare e attrezzare i centri periferici per farne delle comunit
urbane funzionanti con livelli di servizi adeguati.
Lampia dimensione, la capacit attrattiva che ne determina un ritmo di crescita elevato, la
posizione distante dal centro capoluogo e baricentrica in una pianura agricola prevalentemente vivaistica danno al centro di Bottegone caratteristiche di autonomia che sono accentuate dalle previsioni del PRG di espansioni residenziali, di una zona artigianale e di
attrezzature scolastiche sportive, commerciali e ricreative.
Gli alloggi costruiti a Bottegone sono 302 di cui 124 di edilizia sovvenzionata e 178 privati.
Gli edifici sono distribuiti in un'ampia zona immersa nel verde di arredo da un'asse centrale
(via Di Vittorio) che parte dalla via Fiorentina e simmette nella via Bonechi trasformata
in asse territoriale. Il verde attrezzato, la scuola, il Centro di quartiere e commerciale sono
realizzati solo in parte e fuori dal perimetro del piano.
Il risultato finale presenta una soddisfacente distribuzione interna con ampi spazi e parcheggi, ma l'edilizia di media fattura e l'insufficiente livello di attrezzature lasciano la zona
un po' appartata e non pienamente integrata con l'abitato circostante.
L'intervento delle Fornaci certamente il pi ambizioso e nelle intenzioni dell'Amministrazione comunale doveva raccogliere tutte le esperienze organizzative e progettuali precedenti per elevare la qualit dell'insediamento.
Purtroppo le tormentate vicende della sua attuazione hanno vanificato parte degli obiettivi.
Il progetto urbanistico, complesso e decisamente caratterizzato, si pone come elemento
di forte connotazione non solo dellambiente in cui si colloca, ma anche rispetto alla citt
e allorografia collinare circostante.
Conclusioni
199
La situazione attuale
Negli ultimi venti anni, dopo il piano decennale, i finanziamenti si sono drasticamente
prosciugati e in massima parte destinati all'agevolazione dell'edilizia privata.
Le realizzazioni di edilizia sovvenzionata si sono cos limitate a due interventi: l'acquisto
di quindici alloggi nell'edificio la stecca alle Fornaci e la costruzione di un edificio di sedici
alloggi nell'ultimo lotto rimasto libero al Villaggio Belvedere, nel tratto terminale della via
Vecchia Oliveto.
Complessivamente si pu concludere che l'edilizia residenziale sovvenzionata nel Comune
di Pistoia, anche se al di sotto delle esigenze, non stata marginale.
Ha coinvolto le forze politiche e sociali pistoiesi nel dibattito e la gestione del problema
della casa come diritto di tutti i cittadini.
Ha realizzato oltre il dieci per cento delle abitazioni totali costruite nel Comune nel dopoguerra assicurando abitazioni nuove e dignitose a fasce sociali della popolazione che
avevano difficolt ad accedere al libero mercato degli affitti o non potevano acquistare
una casa. Ha messo in movimento capitali e attivit costruttive che hanno coinvolto centinaia di imprese promuovendo una parte importante dell'attivit economica e sostenendo
l'occupazione.
200
stata spesso determinante nelle scelte di pianificazione urbanistica precedendo e indicando le principali direttrici dell'espansione urbana.
L'istituto ha sempre avuto un ufficio tecnico capace di produrre progetti, che se non
sempre di qualit elevata, hanno costituito un punto di riferimento per l'edilizia media
della citt, capace di formulare i programmi finanziari, di predisporre perizie e gare di appalto senza che siano mai sorte gravi questioni di scorrettezza o di cattiva conduzione.
attorno all'attivit dell'istituto, infine, hanno trovato modo di esprimere le loro capacit
progettuali molti professionisti esterni di elevata capacit e notoriet che si sono confrontati con le diverse tipologie abitative e hanno prodotto idee formali innovative, che costituiscono ancora oggi elemento dinteresse per la tecnica e la cultura locale dellabitare.
Indice
201
INDICE
Presentazione
Introduzione
5
7
20
24
28
33
vIa PagLIucoLa
La viabilit della zona di via Pagliucola
34
Il villaggio Pellizzi
202
51
Bonelle
spazzavento
Bottegone
Via erbosa
Via di santalessio
54
Piteccio
Le Grazie
Villa di Baggio
aree montane
Pracchia
orsigna
56
sei arcole
Via Valiani 2
Perizia 16
Perizia 15. Via Barbi e via Bartolina
Via Valiani 1
59
Indice
203
63
64
il ViLLaGGio BeLVedere
Lacquisizione dellarea
il Piano urbanistico
Gli interventi ina-Casa
65
Lurbanizzazione
Gli edifici a, B, C e d
Gli edifici e, f, G e H
Gli edifici n e o
Ledificio i
Ledificio P
il Centro sociale
Lurbanizzazione
Perizia 35: fabbricati i, ii; perizia 36: fabbricato iii; perizia 37: fabbricato Xi
Perizia 34: fabbricato iV
Perizia 26: fabbricati V e Vi
Perizie 41, 42 e 43: fabbricati Vii, Vii, e iX
Perizia 45 e 46: fabbricato X e Xii
Le case per i giovani sposi
Perizia 49: fabbricato XiV e XV
Perizia 50: fabbricato XVi
Perizia 53: fabbricato Xiii (il grattacielo)
i negozi
La chiesa di Michelucci
Ledificio in via Vecchio oliveto
81
82
94
96
100
204
1971 La riforMa
La legge 22 ottobre 1971 n. 865
il primo programma pluriennale di attuazione
115
118
interventi Privati
san BiaGio
il PeeP nella zona di san Biagio
Lintervento ises
Lacquisizione delle aree e il progetto di urbanizzazione
Le assegnazioni delle aree
Lintervento iaCP
Verso iL nuoVo Piano di ediLiZia eConoMiCa e PoPoLare
Per Le Zone di Pianura
il Piano regolatore Generale del 1974
Lo stato di attuazione del PeeP
Le integrazioni del PeeP
il nuovo PeeP del 1977
Ladozione
Lapprovazione
il nuovo programma pluriennale di attuazione
san feLiCe
Piani particolareggiati.
Lacquisizione e lassegnazione dellarea
Gli interventi
LiaCP
il Comune
126
133
145
Indice
205
iL Piano deCennaLe
148
PonteLunGo
Piani particolareggiati
Lacquisizione e lassegnazione delle aree
Lintervento iaCP
149
BotteGone
il PeeP e le sue variazioni
Lacquisizione delle aree e le assegnazioni
Gli interventi iaCP
153
Ledifico di 24 alloggi
Ledificio di 70 alloggi
Ledificio di 31 alloggi
Le fornaCi
Primi interventi
Larticolo 26
Lapprovazione del PeeP delle fornaci
La nuova progettazione
La scelta delle fornaci e lo sviluppo est
Gli interventi
160
iaCP - triangolo
iaCP - torre-1 e torre-2
il nastro. Cooperativa fornaci 81
La stecca e le vicende della Cooperativa fornaci 81
iaCP - La stecca, 15 e 45 alloggi
iaCP - La stecca. acquisto di 15 alloggi dalla societ so.Ge.Pi.
iaCP - La Certosa
iaCP - Certosa, 16 alloggi
iaCP - Polo urbano, 50 alloggi
il risultato
il progetto urbanistico
Gli elementi positivi
i limiti
ConCLusioni
il quadro legislativo
i finanziamenti
Lacquisizione delle aree
188
206
finito di stampare
nel mese di giugno 2012
dalla tipolito Vannini
Buggiano (Pt)
207