Sei sulla pagina 1di 207

Le case popolari nel Comune di Pistoia

Le Case PoPoLari di Pistoia


1
Il Comune di Pistoia
Edifici, urbanistica e legislazione

Le case popolari nel Comune di Pistoia

Le case popolari nel Comune di Pistoia

sPes s.p.a.
Societ Pistoiese Edilizia Sociale

GiuLiano Beneforti
andrea ottaneLLi

L e

C a s e

P o P o L a r i
Il comune di Pistoia
Edifici, urbanistica e legislazione

d i

P i s t o i a

Le case popolari nel Comune di Pistoia

A Gianfranco Biagini,
ingegnere

Giuliano Beneforti, Andrea Ottanelli


Le case popolari di Pistoia
1. Il comune di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione.
2. La storia politica e sociale. Gli uomini e le scelte.
3. La provincia di Pistoia. Edifici e urbanistica.
Con il contributo di

Ringraziamenti:
Gianfranco Fagni.
Lucia Petrocchi, Archivio Storico del Comune di Pistoia.
Valeria Pasquali.
Maretto Braccialini.
Sigle:
Archivio Storico delle Case Popolari di Pistoia, ASCPPT.
Archivio Storico del Comune di Pistoia, ASCPT.
Archivio dellUfficio Tecnico del Comune di Pistoia, AUTCPT.
Ufficio Piano Regolatore Comune di Pistoia, UPRCPT.
Fotografie:
Andrea Ottanelli: pag. 32, 33, 53, 54, 55, 61, 80.
Giuliano Beneforti: pag. 55.
Sito web: Bing maps.
Copertina:
Progetto per ledificazione di case popolari agli Spalti (via Cammelli). R. Giannini progettista.
ASCPT, Sezione Ufficio Tecnico, serie varie, busta 5, 1920.
Progetto grafico e stampa:
Tipolito Vannini, Buggiano (PT)
www.tipolitovannini.it

2012, EdizioniVannini
ISBN: 978-88-905530-5-9

Presentazione

Presentazione

La realizzazione di questo volume si colloca allinterno di un pi ampio progetto di iniziative destinate


alla valorizzazione della storia delle case popolari pistoiesi, in corso da alcuni anni. Storia che si sviluppa,
con un percorso lineare e ricco di esperienze e interventi, nel corso degli ultimi cento anni a partire dal varo
della prima legislazione sulle case popolari in Italia, nel 1903.
Data, infatti, al 1908 la prima scelta delle forze politiche e sociali pistoiesi pi sensibili alle tematiche
sociali di costituire la Societ Anonima Cooperativa ad Azioni per la costruzione di case popolari nel comune di Pistoia che realizz il primo edificio di case popolari nellattuale via Cammelli.
Si tratta di una scelta pionieristica e originale nel panorama toscano, che si colloca nel settore delliniziativa privata, ma con fini mutualistici e sociali, e precede lintervento pubblico che giunge comunque
a maturazione pochi anni dopo, con la costituzione dellIstituto Autonomo per le Case Popolari, voluto
dallamministrazione comunale, operativo dal 1913, che tre anni dopo incorpor la cooperativa.
Il periodo compreso tra il 1908 e il 1913 costituisce pertanto la fase di gestazione della politica
della casa a Pistoia e la SPES ha voluto ricordarlo con un ampio progetto articolato in diversi momenti.
stato cos deciso di riordinare il ricco e importante materiale archivistico conservato nei locali della
societ e di procedere alla stesura del relativo inventario.
Oggi questo lavoro concluso, larchivio ordinato, accessibile e consultabile, ed disponibile lInventario dellArchivio Storico delle Case Popolari di Pistoia, a cura di Andrea Ottanelli e Ilaria Pagliai.
Questo lavoro ha reso accessibili le fonti per una ricerca approfondita sulla storia delle case popolari
nella provincia di Pistoia, che stata affidata a Giuliano Beneforti e Andrea Ottanelli e che prevede la
pubblicazione di tre volumi.
Il primo ricostruisce le vicende delledilizia popolare nel comune di Pistoia. Il secondo le vicende politiche, amministrative e sociali degli enti e delle persone che, nellarco di un secolo, sono state coinvolte nella
vicenda della costruzione di case popolari e alle conseguenze che le loro scelte hanno avuto nella vita quotidiana di migliaia di persone. Il terzo le vicende delledilizia popolare negli altri comuni della provincia.
A completamento di queste iniziative si prevede anche la realizzazione di una mostra documentaria
che esponga e faccia conoscere il ricco materiale costituito dai documenti, dai disegni e dalle foto conservati
nellarchivio storico e che illustrano in maniera ampia e dettagliata la nostra storia e un convegno sulle
odierne tematiche delledilizia pubblica come momento culminate delle celebrazioni.
Il volume che qui presentiamo contiene la storia delle case popolari costruite nel comune di Pistoia
dal 1912 fino ai giorni nostri.
Il libro illustra con efficacia il lento procedere del quadro legislativo dalla legge Luzzatti del 1903
fino al piano decennale della legge 457 del 1978 passando attraverso il testo unico del 1938, la 408 e la
legge istitutiva dell'INA-Casa nel 1949, la legge 167 sull'acquisizione delle aree nel 1962, la grande riforma della legge 865 nel 1971 e la legge sul regime dei suoli del 1977.
Leggi che hanno dettato le procedure e stanziato i finanziamenti per la costruzione di case popolari.
La quasi totalit degli interventi realizzata con i finanziamenti sovvenzionati a totale carico dello Stato
ma sono da sottolineare le iniziative dell'Istituto per la realizzazione di case popolari con finanziamenti
propri e quelle per soddisfare esigenze di particolari categorie sociali come i giovani sposi e gli anziani.
Il volume racconta in dettaglio le vicende costruttive di ogni singolo intervento rilevando i caratteri

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

degli edifici e degli insediamenti, le difficolt tecniche e il ruolo particolare dei progettisti e delle imprese.
L'attivit dell'Istituto si sempre intrecciata con le vicende urbanistiche del Comune disegnando le direttrici
di sviluppo assunte dall'aggregato urbano e condizionando in pi occasioni le scelte del Comune.
La qualit e l'ampiezza degli interventi venuta migliorando negli anni a seguito dell'esperienze acquisite e dell'evoluzione legislativa e dei flussi finanziari ma spesso l'attivit dell'Istituto anticipa la legislazione con la realizzazione di consistenti interventi nel quartiere di via Pagliucola e al Villaggio Belvedere.
Seguiti, dopo l'approvazione della legge 167, dagli interventi di Scornio Est e Ovest, San Felice,
San Biagio, Pontelungo e Bottegone.
L'attivit si ridotta di molto dopo l'esaurimento del Piano decennale ed ripresa solo recentemente
con gli ultimi finanziamenti che vedono attualmente la SPES impegnata nella progettazione di interventi
in via Traversa della Vergine e nelle aree ex Breda.
La Cooperativa, lIstituto Autonomo per le Case Popolari, lAzienda Territoriale per lEdilizia
Residenziale e, oggi, la Societ Pistoiese di Edilizia Sociale, hanno operato per cento anni formando solide
strutture tecniche e amministrative costituiscono le tappe e le tessere della storia e del mosaico che la societ
pistoiese ha percorso per assicurare a tutti, e in particolare ai meno abbienti, il diritto a unabitazione
sana, confortevole e moderna.
Ricostruirne la storia e capirne i pregi e i limiti, crediamo sia un dovere e un riconoscimento per tutti
coloro che hanno creduto in questo grande progetto che ha reso la societ pistoiese pi giusta e accogliente.
Cos come riteniamo che, sullonda di quelle scelte e di quelle realizzazioni, sia ormai indispensabile
progettare e sostenere una nuova politica nazionale di investimenti sulla casa, e in particolare sugli alloggi
popolari, per contribuire a far ripartire leconomia e rispondere a un bisogno sociale che diviene ogni giorno
pi urgente e pressante.
Stefano Marini
Presidente sPes s.p.a.

Introduzione

Introduzione

Il rinnovato interesse per la storia delle case popolari in Toscana risale allinizio degli anni
Duemila quando su commissione della Soprintendenza Archivistica per la Toscana fu effettuato, ad opera di Rita Romanelli, un censimento degli archivi delle aziende territoriali
per ledilizia residenziale della regione, allinterno di una ricerca sulle fonti per la storia dellarchitettura. Le aziende conservavano, infatti, la documentazione relativa allattivit degli
Istituti Autonomi per le Case Popolari che dallinizio del Novecento e fino al 1987 erano
stati protagonisti delledilizia pubblica in tutta la Toscana.
I risultati del lavoro furono presentati in una relazione del 2002 in cui venivano riassunte le principali vicende degli IACP toscani e le caratteristiche e la consistenza dei loro
archivi storici.
Tra le Aziende coinvolte cera anche quella di Pistoia che presentava la caratteristica
di conservare, se pur non ordinata e distribuita in diversi locali, la documentazione relativa
alla vita della Societ Cooperativa per la Costruzione di Case Popolari in Pistoia, sorta nel
1908 e dellIstituto Autonomo delle Case Popolari dal 1913 al 1987.
Si tratta di un archivio complesso e ricco di documenti, disegni e foto che illustrano
in maniera completa la storia delledilizia popolare nella provincia di Pistoia che, con i suoi
edifici e i suoi villaggi, ha contribuito a modificare in modo sostanziale le periferie del capoluogo e di molti centri abitati e ha partecipato al processo di elevazione delle condizioni
di vita di migliaia di famiglie pistoiesi.
Per questo motivo il Consiglio di Amministrazione dellATER, presieduto da Marco
Bernardi, ha varato un programma di valorizzazione del proprio patrimonio storico, confermato poi dalla Societ per lEdilizia Sociale, presieduta da Stefano Marini.
I punti principali del progetto erano costituiti dal riordino e inventariazione dei materiali archivistici, affidati a Andrea Ottanelli e Ilaria Pagliai della cooperativa Scripta Manent, al fine di costituire un archivio delle case popolari di Pistoia ordinato e fruibile, dalla
stampa di alcune pubblicazioni storiche e da alcuni eventi che celebrassero il percorso plurisecolare compiuto dagli enti pubblici e privati che hanno costruito e gestito le case popolari nella provincia di Pistoia.
Oggi il lavoro di riordino dei materiali archivistici terminato ed stato ufficialmente
costituito dalla SPES lArchivio Storico delle Case Popolari di Pistoia1 e tutta la documentazione disponibile e consultabile.
Contemporaneamente Giuliano Beneforti sviluppava nello stesso periodo e allinterno di un suo collaudato interesse per la storia urbanistica di Pistoia,2 una ricerca e uno
studio sullattivit costruttiva dellIACP di Pistoia.

A. Ottanelli e I. Pagliai (a cura di), Inventario dellArchivio Storico delle Case Popolari di Pistoia, luglio 2011.
G. Beneforti, Appunti e documenti per una storia urbanistica di Pistoia 1840-1940, Tellini, Pistoia 1979; La zona sportiva di
Pistoia. Vicende urbanistiche e costruttive. 1934-1974, Pistoia 2010; La pianificazione urbanistica a Pistoia nel dopoguerra, 19491972, Storia locale, 18, 2011; Aree ex Breda a Pistoia, 1963-2010, vicende urbanistiche e amministrative di un troppo importante
frammento di citt, Pistoia 2011.
1
2

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Per sviluppare la sua ricerca ricorso alla consultazione dellarchivio della SPES e i
due lavori in corso si sono naturalmente incontrati, ed stato cos deciso di programmare
la stampa di tre pubblicazioni che ricostruiscano in modo completo la vicenda delledilizia
popolare nella provincia di Pistoia.
Due volumi analizzano le vicende urbanistiche e le costruzioni realizzate rispettivamente nel comune di Pistoia e negli altri comuni della provincia, e uno dedicato alla
storia istituzionale, politica e sociale degli enti, delle forze politiche e degli uomini che sono
stati protagonisti di questa vicenda.
I temi illustrati in questo primo volume riguardano la costruzione di case popolari
effettuata dai vari enti privati e pubblici che nellarco di un secolo sono stati protagonisti
delledilizia residenziale pubblica nella citt di Pistoia e nelle altre localit del comune.
Il punto di vista assunto prevalentemente urbanistico e tecnico, e riguarda il ruolo
quantitativo e qualitativo che la realizzazione di case popolari ha avuto nella formazione
urbanistica di Pistoia e nella trasformazione del territorio comunale.

La legislazione sulle case popolari fino al 1971

La LegIsLazIone suLLe Case PoPoLarI fIno aL 1971

La legge Luzzatti

solitamente si fa coincidere la nascita degli istituti autonomi per le Case Popolari con la
prima legge promulgata in italia per facilitare la costruzione di case popolari.
si tratta della legge 31 maggio 1903 n. 254, presentata in parlamento per iniziativa dellonorevole Luigi Luzzatti e che da lui prende il nome.
una versione che si ritrova in molte pubblicazioni che fanno la storia di questo o quellistituto provinciale. di fatto in quella legge non viene nominato listituto autonomo come
ente attuatore delledilizia pubblica e solo larticolo 22, usa la denominazione istituti autonomi, con iniziali minuscole. infatti riferendosi ai soggetti che intendono finanziare gli
enti destinati alla costruzione di case popolari specifica che: a coloro che concorsero alla
formazione del capitale degli istituti autonomi o delle societ di beneficenza non pu essere
riservato negli statuti altro diritto fuorch quello al rimborso delle somme erogate.3
il provvedimento, tuttavia, mantiene tutta la sua notevole importanza come prima legge
dello stato sulledilizia popolare e si inseriva nel quadro di una politica sociale che, al principio del secolo, diffondeva in italia forme nuove di enti economici e promuoveva lintervento dello stato a beneficio dei ceti popolari, senza trascurarne leffetto indotto su scala
pi propriamente sociale e come fattore di sviluppo economico.
La legge si proponeva obiettivi ambiziosi di trasformazione e miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni urbane, specialmente dei ceti meno abbienti, applicando nel
rapporto sociale il principio della solidariet, informato a esigenze di giustizia distributiva.
di fatto, stante la scarsit dei finanziamenti e delle difficolt ad avviare i meccanismi e le
strutture previste, si tradurr in una serie di interventi dalla rilevanza assai limitata rispetto
alla gravit del problema della casa in italia.
Comunque il suo merito principale era costituito dal fatto che introduceva il principio che
lo stato interveniva per affrontare la situazione sociale di alcune categorie di cittadini in
ordine a un bisogno primario come quello dellabitazione.
il meccanismo procedurale prevedeva che (art. 1):
Le casse di risparmio ordinarie sono autorizzate a concedere prestiti per la costruzione e per lacquisto
di case popolari, oltre i limiti che () sono fissati nel rispettivo statuto. () sui prestiti di tale natura
le casse di risparmio potranno pattuire un interesse non superiore dell1-1,4 per cento a quello che
esse corrispondono sui depositi.

oltre alle casse di risparmio erano autorizzati a concedere prestiti a tassi agevolati i Monti
di Piet, le opere Pie, le imprese di assicurazione, la Cassa nazionale di previdenza per
linvalidit e la vecchiaia degli operai, gli istituti di risparmio e di credito e gli istituti di credito fondiario.
a loro volta i prestiti potevano essere erogati a (art. 2, 3):
societ cooperative legalmente costituite le quali () abbiano per oggetto esclusivo la costruzione,
lacquisto e la vendita ai soci o la locazione ai soci e non soci di case popolari () uguali facolt sono
riconosciute alle societ di mutuo soccorso, le quali costituiscano una sezione speciale per le case popolari. i prestiti concessi devono essere garantiti da prima ipoteca sulle case da questi possedute o
vendute ()

Per quanto riguarda i destinatari delle abitazioni la legge stabiliva che (art. 4, 5):
La casa popolare non potr essere venduta o locata, se non a famiglie o a persone le quali abbiano
una entrata complessiva () che non potr in verun caso eccedere le lire tremilacinquecento. La con
3

Legge 31 maggio 1903 n. 254, Per le case popolari.

10

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


cessione non sar revocabile per le mutate condizioni economiche degli acquirenti o dei conduttori.
i caratteri delle case popolari saranno determinati dal regolamento secondo il loro valore desunto
principalmente dagli elementi di costo e dal prezzo di vendita o secondo la misura della pigione, tenendo conto anche della densit della popolazione e dei valori locativi correnti nei singoli luoghi. nel
regolamento saranno determinate, per le costruzioni da farsi, le norme e le condizioni igieniche e sanitarie, i limiti degli stipendi, delle mercedi o proventi diversi dei minori impiegati, operai, salariati,
piccoli esercenti e delle altre classi assimilabili a questi, ai quali le case sono destinate.
ii compratore deve pagare il prezzo di acquisto della casa in rate annuali, semestrali, mensili, o quindicinali. Le rate comprendono linteresse e una quota dammortamento del capitale ()
il compratore di una casa popolare non pu alienarla a titolo oneroso o gratuito nel periodo di ammortamento del prezzo ()

erano inoltre previste agevolazioni fiscali per cui (art. 6):


a favore delle societ cooperative sono ridotte al quarto di quelle ordinarie le tasse di registro e di
negoziazione (). sono parimenti ridotte al quarto le tasse ipotecarie e di registro per gli atti di acquisto, di locazione e di trasferimento delle case popolari, quelle sui contratti di assicurazione sulla
vita e sulla loro cessione a garanzia della casa ()

Veniva dato spazio anche al ruolo dei comuni a cui era riconosciuta una funzione sussidiaria rispetto agli altri enti individuati agli articoli 2 e 3, ma comunque rilevante poich si
affermava che (art. 18, 20, 23):
Quando sia riconosciuto il bisogno di provvedere alloggi per le classi meno agiate ed ove manchino
le societ (), o ne sia insufficiente lazione, i comuni sono autorizzati a intraprendere la costruzione
di case popolari soltanto per darle a pigione. () i comuni sono pure autorizzati () a imprendere
la costruzione degli alberghi popolari da affittarsi per dimora giornaliera e di dormitori pubblici ad
uso gratuito. Le case popolari () non potranno essere locate a famiglie che abbiano unentrata complessiva superiore a lire 1.500 oppure a lire 300 per ogni membro della famiglia. () Le rate corrispondenti agli interessi e agli ammortamenti dei mutui contratti dai comuni per le dette opere devono
essere coperte da delegazioni sul provento delle sovrimposte e () sugli altri tributi comunali. ()
i comuni, nei quali sia riconosciuta la necessit di risanare quartieri insalubri o di provvedere alla deficienza di alloggi e case popolari, dovranno compilare, a norma degli articoli 86 e 93 della legge 25
giugno 1865 sulla espropriazione per pubblica utilit, i rispettivi piani regolatori e di ampliamento.
Per la esecuzione del piano di ampliamento i Comuni, ove non abbiano aree disponibili, sono autorizzati a valersi dellart. 22 () domandando lespropriazione dei terreni compresi nel piano medesimo. i suoli edificatori, risultanti dalle espropriazioni, potranno esser venduti o concessi
temporaneamente, anche a privati. ()
data facolt ai comuni di cedere aree per la costruzione di case popolari a prezzo di costo alle
societ cooperative e di mutuo soccorso ed agli enti morali e alle societ di beneficenza.

infine si ampliavano i benefici di legge a tutti gli enti che costruivano case popolari, e a cui
era riconosciuta la qualifica di corpi morali, e si introduceva la denominazione di istituti
autonomi per indicare la soluzione che diverr pi praticata dai comuni per organizzare
il proprio intervento nellambito delledilizia popolare.
infatti lart. 22 specificava che
i corpi morali legalmente riconosciuti e che abbiano per fine esclusivo di compiere operazioni per le
case popolari godono di tutte le facolt e di tutti i benefici contenuti e richiamati nella presente legge.
eguali benefici e facolt si concedono alle societ di beneficenza che () provvederanno agli alloggi
per ricoverare i poveri a fitti minimi.
a coloro che concorsero alla formazione del capitale degli istituti autonomi (n.d.r.) o delle societ
di beneficenza non pu essere riserbato negli statuti altro diritto fuorch quello al rimborso delle
somme erogate ()4

Ibidem.

La legislazione sulle case popolari fino al 1971

11

Con lentrata in vigore della legge si avviarono lentamente alcuni processi per la formazione delle cooperative e per la costituzione allinterno delle societ di mutuo soccorso di
organismi specifici per la costruzione di case popolari, ma furono poche le realizzazioni
effettive se si eccettua i relativamente forti finanziamenti promossi per la citt di roma.
i Comuni, ai quali la legge affidava un ruolo sussidiario, in assenza di altri soggetti che
promuovessero la costruzione di case o in presenza di situazioni gravemente bisognose,
ma che erano pi sensibili e direttamente investiti dalle situazioni sociali pi degradate, divennero i pi solerti promotori di iniziative per la realizzazione di case popolari.
inizialmente si tratt di progetti gestiti in maniera diretta e successivamente attraverso la
costituzione di enti specificamente incaricati di occuparsi del reperimento di aree e della
costruzione di abitazioni popolari. si vennero cos formando spontaneamente in diverse
citt italiane strutture municipali che, assunsero la denominazione di istituti autonomi
per le Case Popolari.

Il Testo unico del 1908

il 27 febbraio 1908 si pubblica il regio decreto n. 89 che approva il testo unico di legge
sulle case popolari o economiche e definiva due modalit principali di finanziamento per
la costruzione di questo tipo di abitazioni.
La prima consisteva nel garantire prestiti ad un interesse non superiore al 4,50 per cento,
e per una misura non eccedente i due terzi del valore accertato delle case ai seguenti soggetti (art 1):
societ cooperative per la costruzione e per lacquisto di case popolari o economiche, o ai loro soci,
agli enti morali ed alle societ di beneficenza () ed alle societ di mutuo soccorso che assumono
tale servizio.

Le stesse facolt e benefici erano concessi ai (art. 23):


Corpi morali legalmente riconosciuti e che abbiano per fine esclusivo da compiere operazioni per le
case popolari () alle societ di beneficenza che, senza alcuna mira di lucro, provvederanno agli alloggi per ricoverare i poveri a fitti minimi () alle persone o agli enti che concorrono alla formazione
del capitale degli istituti autonomi o delle societ di beneficenza

i soggetti autorizzati a erogare i prestiti erano (art. 1):


tutte indistintamente le casse di risparmio ordinarie;
le banche popolari e le societ ordinarie e cooperative di credito;
i monti di piet;
le istituzioni pubbliche di beneficenza;
gli istituti morali legalmente riconosciuti;
le societ di mutuo soccorso legalmente costituite;
le societ e le imprese dassicurazione;
le associazioni o imprese tontinarie di ripartizione;
la Cassa nazionale di previdenza per la invalidit e per la vecchiaia degli operai;
gli istituti di credito fondiario.

tali prestiti dovevano essere garantiti da prima ipoteca sulle case possedute o vendute e
alle amministrazioni pubbliche dipendenti dallo stato ed era comunque concessa la facolt
di trattenere sugli stipendi dei propri impiegati acquirenti o inquilini di case costruite da
societ cooperative o da istituti autonomi le quote di prezzo di acquisto o le rate di affitto.
La seconda modalit di finanziamento riguardava i Comuni poich (art. 18):
Per la costruzione degli alloggi per le classi meno agiate e degli alberghi popolari che i Comuni faranno
entro 10 anni () essi possono ottenere prestiti dalla Cassa depositi e Prestiti alla ragione dinteresse
normale. al pagamento delle quote annue dinteresse () concorrer lo stato in ragione non superiore
ad un sesto della spesa relativa.

12

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

anche nel testo unico veniva ribadito il limite della sola concessione in affitto delle case
realizzate dai comuni e si confermava il loro ruolo sussidiario (art. 18):
Quando sia riconosciuto il bisogno di provvedere alloggi per le classi meno agiate ed ove manchino
le societ indicate negli articoli 2 e 3 o gli istituti considerati nellarticolo 23 o ne sia insufficiente
lazione i comuni sono autorizzati a intraprendere la costruzione di case popolari

Comunque si stabiliva un importante principio poich si affermava che (art. 21):


il Comune ha lobbligo di provvedere contemporaneamente alla costruzione delle case, alla costruzione delle fogne, alla posa delle condutture stradali per lacqua potabile e allimpianto per la illuminazione, alla sistemazione delle strade, piazze, ed altri suoli di uso pubblico.

il testo prevedeva anche una struttura gestionale delle procedure dal livello nazionale a
quello locale (art. 30, 31, 32):
Presso il Ministero di agricoltura, industria e commercio istituita una commissione centrale per le
case popolari o economiche, composta di nove membri, () alla commissione saranno sottoposti
tutti i regolamenti da emanarsi per la esecuzione della presente legge, nonch tutte le questioni che
con lapplicazione della presente legge hanno speciale attinenza (). in ogni comune in cui si costruiscono case popolari, sar costituito a cura del sindaco, un comitato locale, per le case popolari o
economiche. () i comitati locali hanno il compito dincoraggiare la costituzione di societ per case
popolari, le costruzioni di case sane e a buon mercato, sia da parte di privati che di societ, per la locazione o la vendita a persone poco agiate, di promuovere ligiene delle case. in particolare spetta al
comitato locale per le case popolari di accertare se le case popolari o economiche rispondono alle
condizioni di legge.

nel testo gli istituti autonomi per le Case Popolari ricevono un riconoscimento ufficiale
e sono infatti citati cinque volte, di cui quattro significative.
Larticolo 18 costituisce la prima legittimazione istituzionale degli istituti che nascono
come libera iniziativa dei Comuni al di fuori di ogni definizione e inquadramento di legge
e nei rilevati limiti di sussidiariet delle funzioni affidate ai Comuni dalla legge del 1903 e
confermati dal testo unico del 1908.
Qualora un comune, il quale si assunto il servizio delle case popolari () abbia fondato o voglia
fondare nel medesimo comune un istituto autonomo per le case popolari, pu conferire al detto istituto autonomo tutto o parte del capitale gi assegnato al servizio diretto delle case popolari.

successivamente larticolo 24 specificava che:


sulle annualit che siano state assegnate agli istituti autonomi per le case popolari dai comuni o da
enti pubblici sottoposti alla vigilanza dello stato, per la costituzione del capitale di esercizio degli
istituti stessi, questi potranno fare operazioni di credito con la Cassa dei depositi e prestiti per conseguire lanticipazione delle somme ad essi assegnate, a condizione che i relativi prestiti siano assunti
e garantiti dai Comuni ()

Mentre larticolo 25 disponeva che:


Gli istituti autonomi per le case popolari sono autorizzati ad emettere obbligazioni () con le modalit stabilite nel regolamento.

Lultima citazione era contenuta nellarticolo 33:


nei comuni nei quali esistono istituti autonomi per case popolari o economiche ai quali i comuni
stessi abbiano delegato le facolt ad essi conferite nellart. 18 le amministrazioni di detti istituti possono
compiere gli uffici attribuiti dalla presente legge ai comitati locali.5

5 regio decreto 27 febbraio 1908 n. 89, che approva il testo unico di legge sulle case popolari o economiche. il quadro
legislativo dinizio secolo sulle case popolari fu poi completato con il testo unico 20 novembre 1919 n. 2318.

La legislazione sulle case popolari fino al 1971

gli Istituti autonomi


Provinciali per le Case
Popolari

13

il 6 giugno 1935 fu emanata la legge n. 1129 che costituisce unimportante legge di riforma
degli istituti per le Case Popolari poich istitu gli istituti a livello provinciale, con eventuali
articolazioni locali, e ne defin i compiti e i poteri.
se ne riportano le parti pi importanti:
Con decreto reale potr essere costituito in ciascun capoluogo di Provincia un istituto autonomo
Provinciale per le Case Popolari, che svolger la propria attivit a beneficio delle classi meno abbienti,
in tutti quei comuni della circoscrizione provinciale nei quali se ne manifesti il bisogno. Gli istituti autonomi provinciali per le case popolari, con lapprovazione del ministero dei lavori pubblici, potranno
costituire nei comuni della rispettiva circoscrizione, ove sia necessario, apposite sezioni locali. nei capoluoghi di provincia ove gi esistono enti o istituti autonomi per le case popolari, questi, con decreto
del ministro per i lavori pubblici, saranno riconosciuti come istituti autonomi provinciali. Col decreto
di riconoscimento degli istituti provinciali sar provveduto altres allapprovazione del nuovo statuto
organico, il quale, () dovr riportare le norme fondamentali di uno statuto-tipo da emanarsi con
decreto reale su proposta del ministro per i lavori pubblici. i Presidenti degli istituti autonomi provinciali sono nominati con decreto reale su proposta del ministro per i lavori pubblici. nello statuto
saranno determinati il numero dei componenti il Consiglio di amministrazione, comunque non inferiore a cinque, il numero dei sindaci incaricati della revisione della gestione, il modo della loro elezione ed eventualmente le categorie entro le quali debbano essere scelti. il presidente, il vice-presidente
e i consiglieri durano in carica quattro anni e possono essere riconfermati o rieletti. Con decreto reale,
da emanarsi su proposta del ministro per i lavori pubblici, di concerto col ministro per le finanze,
sar costituito un consorzio nazionale fra gli istituti autonomi provinciali per le case popolari, con lo
scopo di promuovere e coordinare lazione degli istituti stessi. il predetto consorzio nazionale avr
personalit giuridica e facolt di imporre a tutti gli enti consorziati un contributo annuo nella misura
che, su sua proposta, sar fissata anno per anno.6

Il Testo unico del 1938

il 28 aprile 1938 fu emanato il regio decreto n. 1165, testo unico delle disposizioni sulledilizia popolare ed economica.
unopera ponderosa, quasi 400 articoli, che riordina tutte le procedure che hanno attinenza con ledilizia popolare e intende avviare un meccanismo finanziario nazionale pi
organico e continuo. nel testo i soggetti autorizzati a concedere i prestiti per la costruzione
o lacquisto di case popolari od economiche rimanevano gli stessi del decreto n. 89 di
trenta anni prima, a cui si aggiungevano:
- listituto nazionale fascista della Previdenza sociale e listituto nazionale fascista per lassicurazione contro gli infortuni sul Lavoro
- listituto nazionale delle assicurazioni,
- la sezione autonoma di credito fondiario della Banca nazionale del Lavoro,
- listituto nazionale di Previdenza e Credito delle Comunicazioni
- listituto nazionale di Credito edilizio,
- gli istituti e le societ di credito edilizio.

Ma assume un ruolo centrale la Cassa depositi e Prestiti che era autorizzata a concedere
mutui ai Comuni che intraprendevano direttamente la costruzione di case popolari, nonch
agli istituti autonomi per Case Popolari, a condizione che gli alloggi fossero dati esclusivamente in affitto:
La Cassa depositi e Prestiti pu, altres, concedere mutui allistituto nazionale per le Case degli impiegati dello stato nonch alle cooperative per costruzione di case popolari od economiche a propriet
individuale od indivisa () i mutui di favore col concorso dello stato concessi dalla Cassa devono
ammortizzarsi in un periodo non superiore ad anni 50, e sono concessi al saggio di interesse favorevole stabilito annualmente dal Ministro per le finanze.

Legge 6 giugno 1935 n. 1129, Norme per la riforma degli istituti per le case popolari e per la costituzione di un consorzio nazionale
fra gli istituti predetti, la legge fu poi seguita dal r. d. per lattuazione 30 aprile 1936 n. 1031.

14

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i soggetti ammessi a contrarre mutui allo scopo di costruire od acquistare case popolari
od economiche cambiano significativamente e sono:
- listituto nazionale per le Case degli impiegati dello stato (inCis)
- i Comuni che provvedano direttamente alla costruzione di case popolari
- gli istituti autonomi per Case Popolari (iaCP)
- le gestioni speciali
- le societ di assistenza e di benecenza che provvedano agli alloggi per i poveri;
- gli enti pubblici che si propongano di costruire case da locare ai loro impiegati e salariati;
- le societ cooperative per la costruzione e lacquisto di case popolari od economiche a favore dei
propri soci;
- le societ cooperative di credito e le societ di mutuo soccorso.

in questa maniera assumono una funzione centrale linCis e liaCP, oltre alle cooperative
e agli enti pubblici.
i Comuni, mantengono sostanzialmente le funzioni gi assegnate per cui:
Quando sia riconosciuto il bisogno di alloggi per le classi meno agiate sono autorizzati oltre che a
concorrere nella dotazione di istituti per case popolari a provvedere alla costruzione di case popolari
soltanto per darle a pigione () sono autorizzati a imprendere la costruzione di alberghi popolari da
affittare per dimora giornaliera e di dormitori pubblici ad uso gratuito.

inoltre vengono definite dettagliatamente i criteri per la costituzione e il funzionamento


delle societ cooperative e assistenziali e degli enti e istituti destinati alla costruzione o allacquisto di case popolari od economiche.
il testo dedica unattenzione particolare agli iaCP che, seppure esistenti a livello comunale
fin dal 1908 e istituiti a livello provinciale nel 1935, assumono con questo provvedimento
un ruolo centrale e vedono definiti meglio i loro compiti e le modalit di direzione e funzionamento gi indicati nella legge istitutiva del 1935.
ruolo che sar confermato e sviluppato con la legislazione del dopoguerra.
si riportano qui le parti pi significative del testo, che ripercorre in molte parti la legge del
1935 e concreta attuazione alle sue disposizioni:
Con regio decreto pu essere costituito in ciascun capoluogo di provincia un istituto autonomo Provinciale per le Case Popolari che svolger la propria attivit a beneficio delle classi meno agiate in
tutti i comuni della provincia nei quali se ne manifesti il bisogno. Listituto provinciale prender la
denominazione di istituto fascista autonomo per le Case Popolari della provincia di.
nei capoluoghi di provincia dove gi esistono regolarmente costituiti enti od istituti per case popolari
questi, con decreto del ministro pei lavori pubblici, sono riconosciuti come istituti autonomi provinciali.
Con decreto del ministro pei lavori pubblici, di concerto con quello per linterno, possono essere incorporati negli istituti autonomi provinciali o nelle rispettive sezioni anche le gestioni comunali o provinciali per le case popolari.
il Ministro pei Lavori Pubblici, con suo decreto, pu pure disporre lincorporazione negli istituti provinciali delle gestioni speciali attualmente esistenti presso le societ di assistenza e beneficenza e presso
le societ di mutuo soccorso
il Presidente dei singoli istituti autonomi provinciali nominato con decreto reale su proposta del
ministro pei lavori pubblici.
Con regio decreto, su proposta del ministro pei lavori pubblici, di concerto con quello per le finanze,
costituito un Consorzio nazionale fra gli istituti autonomi provinciali con lo scopo di promuovere
e coordinare lazione degli istituti stessi
il Consorzio ha personalit giuridica e facolt dimporre a tutti i partecipanti un contributo annuo
nella misura che viene fissata anno per anno
Pu essere data facolt agli istituti per case popolari di sostituirsi, riscattandone le attivit, alle cooperative edilizie non fruenti di contributo erariale, con organizzazione insufficiente, non informate ai
principi cooperativi o che non abbiano i mezzi adeguati per condurre a termine il loro programma.
i Comuni, gli istituti nonch le societ ed istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, nelle
nuove locazioni di case popolari devono dare preferenza ai meno agiati.

La legislazione sulle case popolari fino al 1971

15

nel caso di pi concorrenti, a parit di altre condizioni, debbono essere preferiti i coniugati con prole
a quelli senza prole, e questi ultimi ai non coniugati.

Per quanto riguarda le locazioni stabilisce che:


non possono essere assegnate in locazione od in propriet le case popolari od economiche site nel
capoluogo del comune a chi sia ivi proprietario di fabbricati iscritti al catasto urbano il cui reddito
imponibile, accertato o presunto, sia superiore a lire 1.800.
Gli istituti per case popolari nella ipotesi di mancato pagamento di rate di fitto, possono richiedere
lo sfratto dellinquilino moroso con ricorso al conciliatore, al pretore od al presidente del tribunale.
il Ministro per i lavori pubblici pu autorizzare i Comuni e gli istituti per case popolari a vendere od
assegnare in locazione con patto di futura vendita, allinquilino od ai suoi eredi, gli stabili in qualunque
tempo costruiti.
La stipula del contratto di compra-vendita avverr quando sia stato eseguito il pagamento dellultima
rata di prezzo.
i Comuni e gli istituti per case popolari possono ottenere il concorso dello stato per costruire case
popolari da vendersi a singoli privati, ovvero da assegnarsi in locazione con patto di futura vendita, a
favore dello stesso inquilino o dei suoi eredi.
consentito che i contratti di affitto stipulati con patto di futura vendita siano trasformati in contratti
di semplice locazione ove intervenga il consenso di ambo le parti contraenti.

inoltre definisce le caratteristiche degli edifici per cui:


Le costruzioni normalmente comprendono appartamenti di non pi di 3 vani abitabili ed, eccezionalmente, anche di maggior numero non eccedente peraltro i 5, oltre la cucina e gli altri indispensabili
accessori.

e infine il concorso dello stato


viene ragguagliato, per ciascun alloggio, alla misura del 20 per cento della spesa consentita per lacquisto delle aree e per le costruzioni ed corrisposto per una met allinizio dei lavori accertato dal
ministero dei lavori pubblici, e per laltra met alla ultimazione di essi.7

Levoluzione legislativa
fino al 1971

dal 1938 i protagonisti della politica edilizia pubblica diventano gli enti specificati nel
testo unico.
in primo luogo gli istituti autonomi per Case Popolari provinciali, listituto nazionale
per le Case degli impiegati dello stato e i Comuni che provvedano direttamente alla costruzione di case popolari
e quindi gli enti pubblici che si propongano di costruire case da locare ai loro impiegati e
salariati e le societ cooperative per la costruzione e lacquisto di case popolari od economiche a favore dei propri soci.
ai Comuni demandata la funzione principale di acquisire, urbanizzare e fornire agli enti
attuatori, le aree fabbricabili ed eventuali stabili.
Ma il problema centrale la scarsit di risorse messe a disposizione. Lo stato interviene
ancora in maniera largamente insufficiente, mentre le casse di risparmio limitano il loro
apporto, peraltro relativamente modesto, alle regioni settentrionali.
ii capitale privato interviene quasi sempre sotto forma di elargizione benefica, fatti salvi
gli interventi diretti delle imprese per la costruzione di case per i propri dipendenti.
Pertanto gli istituti autonomi per le Case Popolari che vogliono sviluppare un proprio
programma edilizio significativo sono costretti a ricorrere al credito diretto. tutto ci finisce per pesare in maniera determinante nella vita degli istituti, se si pensa che dalla tempestivit e dalle condizioni di concessione dei finanziamenti dipendevano la realizzazione
dei programmi costruttivi e il livello dei canoni di locazione.

regio decreto 28 aprile 1938 n.1165, Del testo unico delle disposizioni sulledilizia popolare ed economica.

16

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

il testo unico non definisce un chiaro e preciso sistema di norme o di poteri relativi alla
concessione dei mutui. al contrario, il rapporto triangolare fra gli istituti di credito (mutuanti),
gli iaCP (mutuatari) e lo stato (sovventore), non trova sufficiente coordinamento e automatismo, per cui gli istituti operano in una condizione di stretta dipendenza dagli altri due
poteri, dalla cui discrezionalit dipende lintero processo dintervento nelledilizia popolare.
il cambiamento sostanziale si ha con litalia repubblicana e a partire fin dai primi anni del
dopoguerra quando il sistema di finanziamento delledilizia popolare non si basa pi unicamente sul ricorso al credito esterno, poich lo stato, lina-Casa e la Gestione Case dei
lavoratori (Ges.Ca.L.) concorrono per intero al finanziamento delle costruzioni.
di quel periodo sono alcune fra le principali disposizioni relative al settore tra cui il pacchetto dei provvedimenti che operano con specifiche finalit con le leggi per i senzatetto
(1946), per la ricostruzione (1949), per lincremento delloccupazione (1949), e successivamente per leliminazione delle case malsane (1954).
occorre poi ricordare la legge 2 luglio 1949 n. 408, detta tupini da uno dei suoi firmatari,
che stabilisce i principi generali seguiti dalla successiva legislazione sulledilizia economica
e popolare. e ancora la legge 28 febbraio 1949 n. 43, nota come legge ina-Casa-fanfani,
fortemente innovativa, e successivamente la legge 14 febbraio 1963 n. 60, istitutiva della
Ges.Ca.L. che tentano di introdurre procedure programmatorie pi efficaci e incentivano
positivamente la qualit urbanistica e architettonica degli interventi, favorendo lattuazione
coordinata su aree pi vaste, curando la sistemazione di aree verdi e la realizzazione di attrezzature e servizi complementari allabitazione.
in particolare le scelte del periodo 1947-1954 hanno origine dalla necessit della ricostruzione postbellica e costituiscono una svolta determinante per gli iaCP anche se non sempre in termini positivi.
una prima conseguenza della nuova struttura delledilizia pubblica comport per gli istituti
una sostanziale modificazione del loro modo di operare, incidendo profondamente anche
nellautonomia delle loro scelte. essi non agirono pi esclusivamente per conto proprio
(e qualche volta per conto e in accordo con i Comuni), ma diventarono strumenti desecuzione e di gestione per conto terzi (stato, ina-Casa, Ges.Ca.L.).
Le loro strutture organizzative si modificarono in funzione dei nuovi compiti assegnati.
nei rapporti che furono instaurati, gli istituti si trovano in posizione subordinata, ed operano a condizioni non sempre compensative dei costi del servizio.
Ci si verifica soprattutto per quanto riguarda la gestione degli alloggi: un patrimonio costruito con economia di mezzi che richiede immediati e frequenti interventi di ordinaria
manutenzione, cui gli iaCP devono far fronte ricorrendo a risorse proprie.
a tal proposito basta ricordare labnorme situazione verificatasi nel corso del tempo in
ordine alla gestione delle abitazioni di propriet dello stato. Listituto deve infatti provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria di alloggi costruiti a costi minimi decine
di anni prima, utilizzando risorse annue inferiori all 1 per cento del costo di costruzione,
senza ulteriori finanziamenti.
un altro fattore che pesa negativamente sulla situazione economico-finanziaria degli iaCP
va ricercato nella mancanza di un regolare e costante flusso di investimenti, per cui a periodi di finanziamenti relativamente cospicui, se ne alternarono altri di quasi completa stagnazione. Come conseguenza gli istituti che si erano dati adeguate strutture, soprattutto
per far fronte tempestivamente ai compiti assunti, si trovarono, nei periodi di assenza o
scarsit di investimenti pubblici, in una situazione di sotto utilizzazione del proprio personale destinato alle costruzioni e alle manutenzioni, con conseguenze non indifferenti
nellequilibrio economico-finanziario dei bilanci.
Con lentrata in vigore della legge 18 aprile 1962 n. 167 si avvia finalmente una politica

La legislazione sulle case popolari fino al 1971

17

per lacquisizione delle aree che introduce procedure pi agili e prezzi pi adeguati alle finalit. si superano cos, almeno in parte, le enormi difficolt dei Comuni a reperire i terreni
necessari, difficolt che, assieme alla insufficienza dei finanziamenti, sono state il principale
ostacolo alla capacit di intervento degli iaCP.
si arriva cos al 1971, lanno della riforma, che segna una pietra miliare nella storia delle case
popolari, quando viene promulgata la legge 22 ottobre 1971 n. 865 che di fatto trasforma gli
istituti autonomi per le Case Popolari da enti pubblici economici in enti pubblici non economici con prevalenza dellattivit pubblico-assistenziale. La legge 865 non opera solo la trasformazione degli istituti ma pone degli obiettivi che spaziano su tutta ledilizia
economico-popolare. una vera, radicale riforma del sistema che riunifica e potenzia tutte
le frammentate forme di finanziamento pi o meno settoriali vigenti riconducendole ad una
struttura unitaria nazionale e adotta il metodo della programmazione con la formazione del
Piano come strumento centrale per la utilizzazione e allocazione delle risorse.
inoltre individua i bisogni e le risorse attraverso analisi tecnico-demografiche e con la partecipazione delle rappresentanze territoriali, economiche e sociali.
ridefinisce il ruolo e le procedure degli istituti finanziari e individua una struttura di gestione centralizzata e partecipata che parte dal livello nazionale con il Cer (Comitato per
ledilizia residenziale), giunge al livello locale basato sugli iaCP (fortemente riformati) e
sul Comune e, passando per la regione, delinea con precisione soggetti, funzioni e obbiettivi di ogni singolo livello. Valorizza le rappresentanze territoriali che svolgono una
funzione fondamentale nei processi decisionali e gestionali e affida un ruolo centrale alle
regioni che diventano lo snodo fondamentale per la gestione del meccanismo complessivo
del piano; anticipa addirittura la delega, per il settore delledilizia residenziale, delle funzioni
regionali, emanata nel 1972 poi completata con il dPr 616/77.
affronta il problema delle aree facilitando le procedure per la loro acquisizione e attenuando il loro costo. introduce una visione pi ampia della qualit urbanistica valorizzando
e potenziando la legge 167 e definendo standard, procedure e finanziamenti per le opere
di urbanizzazione primaria e secondaria riferiti ad aree pi vaste.
si tratta insomma del frutto di una stagione politica che affronta la politica della casa non
come unattivit settoriale specifica ma come un tassello di una politica integrata e complementare delle procedure urbanistiche e di assetto del territorio, delle scelte economiche
e di allocazione delle risorse pubbliche e della soddisfazione di bisogni fondamentali delle
categorie sociali pi deboli. La 765 rappresenta una sorta di soglia, uno spartiacque che
modifica radicalmente procedure e soggetti dividendo le politiche della casa in due periodi,
prima e dopo la sua entrata in vigore.
tutto ci evidenziato e accentuato dal fatto che il testo di legge non si occupa solo dei
programmi e del coordinamento delledilizia residenziale pubblica ma affronta e modifica
le norme sullespropriazione per pubblica utilit, le norme sullacquisizione e lallestimento
delle aree edificabili, introduce modifiche ed integrazioni alla legislazione urbanistica vigente e modifica lo stesso assetto istituzionale territoriale.
in applicazione della legge 865, vengono emanati i due dPr 1035 e 1036 del 1972 che disciplinarono le assegnazioni e lorganizzazione degli enti Pubblici operanti nel settore delledilizia residenziale pubblica.
a seguito dellemanazione di nuove leggi con la soppressione di enti quali la Ges.Ca.L. e
linCis, il patrimonio costruito viene in parte ceduto agli assegnatari ed in parte trasferito
agli iaCP. Gli iaCP diventano i soggetti preposti alla costruzione di edilizia residenziale
pubblica sovvenzionata mentre le cooperative organizzate in movimenti e le imprese diventano le strutture destinatarie dei finanziamenti per la costruzione di edilizia agevolata.

18

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Gli interventi di edilizia economica-popolare

Nella pagina a fronte: gli interventi eseguiti nel comune di Pistoia.


Sopra: gli interventi nellarea urbana di Pistoia.

19

20

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le Case PoPoLarI CosTruITe a PIsToIa fIno aL 1971

Lattivit della societ


anonima Cooperativa
per la Costruzione delle
Case Popolari e
dellIstituto autonomo
Case Popolari fino al 1938

Fig. 1 - Via Cammelli.

Lattivit dellIstituto
autonomo Case
Popolari fino al 1971

a Pistoia, una prima concreta iniziativa per la costruzione di case popolari avviata per
iniziativa privata dalla societ pistoiese di mutuo soccorso fra gli operai che, il 10 novembre 1907, costituisce un comitato con la partecipazione di tutti gli enti e gli istituti di
credito della citt con lobbiettivo di favorire il finanziamento e la costruzione di edilizia
economica e popolare attraverso la costituzione di una cooperativa.
L11 ottobre 1908 viene cos costituita la societ cooperativa per la costruzione di case
popolari in Pistoia sostenuta dalle azioni sottoscritte dai soci,8 che realizza il primo blocco
di case popolari nel 1912, nella campagna a ovest della citt (attuale via Cammelli).
successivamente, per iniziativa municipale, sorge listituto autonomo per le Case Popolari
in Pistoia il quale ha dimensioni comunali ed retto da uno statuto approvato con il regio
decreto del 26 ottobre 19139 e il 10 ottobre 1915 la cooperativa decide di fondersi nellistituto, che inizia la sua attivit lanno successivo. da allora, dopo la breve stagione delliniziativa privata in forma cooperativa, inizia la
storia delle case popolari pistoiesi costruite e gestite
da enti pubblici.10
dal 1912 al 1938 la cooperativa e listituto costruiscono solo quattro edifici per complessivi 104 alloggi.
due edifici, composti da 7 blocchi per complessivi
72 alloggi e 356 vani, sorgono, tra il 1912 e il 1929, in
via Cammelli e nella contigua via Bellini (fig. 1)11 e
altri due edifici, per indigenti, di 16 alloggi ciascuno
per complessivi 32 alloggi e 63 vani, sono costruiti in
via Corta della Brana nel 1927 e nel 1930 (fig. 2).
La costruzione di case popolari pistoiesi inizia pertanto con ledificio di via Cammelli nel 1912, e procede con un ritmo stentato fino al 1930.
Gli interventi di questi anni sono effettuati esclusivamente nel Comune di Pistoia e interessano le sole aree di via Cammelli e di via Corta della Brana.
nel 1941 larea di attivit dellistituto si amplia allintera provincia con la costituzione dellistituto fascista per le Case Popolari della Provincia di Pistoia ma non vengono portate
a compimento altre case. Lattivit dellistituto procede infatti con lentezza fino al 1942 e
si ferma totalmente nel 1943 a causa degli eventi bellici
Lattivit edificatoria riprende poi con un ritmo sempre pi accelerato nel periodo postbellico sulla spinta dalla legislazione della ricostruzione e grazie alla creazione di nuove
procedure e di nuove strutture istituzionali.

8 nel 1909 assume la denominazione di societ anonima Cooperativa ad azioni per la Costruzione di Case Popolari
nel comune di Pistoia, asCPPt, a 1023 - a 1036.
9 asCPPt, a 965, a 966.
10 Lente ha assunto nel tempo la denominazione di istituto autonomo per le Case Popolari in Pistoia, poi istituto
fascista autonomo per le Case Popolari di Pistoia, dal 1913 al 1941. diviene quindi istituto fascista autonomo per le
Case Popolari della Provincia di Pistoia dal 1941 al 1944 e istituto autonomo per le Case Popolari della Provincia di Pistoia dal 1944 al 1987. dopo di che assume il titolo di azienda territoriale per ledilizia residenziale (ater) dal 1988
al 2004 e infine di societ Pistoiese per ledilizia sociale (sPes) dal 2005. inoltre a Pistoia sono state realizzate abitazioni
di edilizia pubblica, dallistituto nazionale per le Case degli impiegati dello stato (inCis) e dallises (istituto per lo
sviluppo delledilizia sociale) gi unrra-Casas.
11 il primo blocco di 12 alloggi fu costruito nel 1912, il secondo di 6 alloggi nel 1921, il terzo di 6 alloggi nel 1924, il
quarto di 18 alloggi nel 1927, il quinto di 12 alloggi nel 1928, il sesto di 6 alloggi e il settimo di 12 alloggi nel 1929.

Le case popolari costruite a Pistoia fino al 1971

21

Fig. 2 - Via Corta della Brana. Progetto


del 2 blocco Case per indigenti, ASCPPT.

dal 1945 al 1953 si costruiscono complessivamente 27 edifici con 211 alloggi e 934 vani
che portano il totale del patrimonio edilizio a 31 edifici, 315 alloggi e 1.353 vani.
nellimmediato dopoguerra le costruzioni interessano anche gli altri comuni della Provincia tra cui:, Pescia, Massa e Cozzile, Monsummano, Borgo a Buggiano, Piteglio e san Marcello per un totale di 9 edifici con 71 alloggi e 268 vani.
il 31 dicembre 1963 il patrimonio provinciale costituito da 275 edifici con 2.161 alloggi
e 11.343 vani e il 31 dicembre 1971 risultano costruiti 455 edifici con 2.866 alloggi e
13.309 vani. Lo sviluppo e la crescita dellattivit edificatoria sono ben identificabili nella
tabella e nel grafico pubblicati nel 1960 su un fascicolo dedicato allinaugurazione del
Villaggio Belvedere, dove sono riportati anno per anno gli interventi effettuati dallistituto nella provincia di Pistoia dal 1913 al 1960:

22

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le case popolari costruite nel Comune di Pistoia fino al 1971 sono riportate, distinte per
fonti di finanziamento, nella seguente tabella:

gesTIone Ina-Casa e ges.Ca.L.

g e s T I o n e P e r C o n T o D e L L o s Ta T o

aLLoggI In ProPrIeT IaCP

Le case popolari costruite a Pistoia fino al 1971


Localit
LoCaZione
Via Bellini, via Cammelli
Villaggio Belvedere
Villaggio scornio
Via Pagliucola
Via spartitoio
Via del Villone
Piteccio
san felice
spazzavento
Totale locazione
LoCaZione Vendita
Villaggio Belvedere
Via sestini
Villaggio scornio
Via Pagliucola
Via spartitoio
Bottegone
Piteccio
spazzavento
Villa di Baggio
Via del Villone
Totale locazione vendita
ToTaLe ProPrIeT
Case per senza Tetto
LoCaZione
Via Ciampi
Via ferrucci
Viale italia
Via dei Mercati
Cireglio
Piteccio
LoCaZione Vendita
Via Ciampi
Via ferrucci
Viale italia
Viale Malta
Via dei Mercati
Viale Petrocchi
Cireglio
Piteccio
Totale
Case antimalsane
LoCaZione
Capostrada
fornaci
nespolo
LoCaZione Vendita
Capostrada
fornaci
Totale
LaVoratori aGriCoLi
Pistoia
LoCaZione
Villaggio Belvedere
Villaggio scornio
Via Pagliucola
Bottegone
santalessio
Totale locazione
LoCaZione Vendita
Villaggio Belvedere
Villaggio scornio
Via Pagliucola
Cooperative capoluogo
Bonelle
orsigna
Pracchia
santalessio
spazzavento
Totale locazione vendita
Totale
ToTaLe ProPrIeT
ToTaLe generaLe

23

fabbricati

alloggi

Vani utili

2
18
13
8
5
1
1
1
1
50

73
159
104
83
46
14
3
4
5
491

199
505
342
213
124
45
9
12
15
1.464

1
8
12
10
1
1
1
34
84

16
32
104
87
6
3
4
1
1
4
258
749

4
160
373
265
21
9
12
3
3
13
907
2.371

1
1

1
4
7
5
1
6

4
12
20
15
3
17

2
2
4
1
3
1
3
2
20

15
15
41
9
24
7
14
8
157

60
45
116
23
72
21
44
24
476

4
6
1

35
52
9

111
160
24

1
12

1
10
107

3
33
331

26

41

152

4
3
2
1
10

99
34
30
6
1
170

297
120
113
21
3
554

7
3
10
10
1
1
1
1
1
35
45
103
187

121
24
137
89
6
6
8
5
6
402
572
877
1.626

412
75
468
390
21
18
24
15
21
1.424
1.978
2.937
5.308

24

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

g L I I n T e rV e n T I D o P o I L 1 9 3 8

La ricerca e lacquisizione nel 1938, a seguito dellentrata in vigore del testo unico, la situazione finanziaria sembra
sbloccarsi.
delle aree edificabili

nellaprile il Consorzio nazionale fra gli istituti fascisti autonomi per le case popolari assegna allistituto di Pistoia un finanziamento di 500.000 lire attraverso un mutuo da stipulare con listituto nazionale fascista per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro,
destinato alla costruzione di un blocco di case popolari.
Pertanto listituto il 26 aprile delibera di incaricare:
i sigg. ingg. niccolai raffaello e turi Pilo di preparare un progetto per la costruzione di un blocco di
ventiquattro quartieri fabbricati a carattere popolare secondo le ultime norme in materia edilizia e
igienica per un prezzo complessivo di lavori di lire 500.000.12

nel mese di ottobre il Consorzio nazionale assegna allistituto altri due finanziamenti di
500.000 lire ciascuno, assistiti da contributi statali, uno per un secondo blocco di case in Pistoia e laltro finalizzato alla costruzione di case per gli operai delle industrie della provincia,
e pi precisamente () per la costruzione di alloggi ad uso degli operai della s. a. stabilimento industriale toscano.
il Consiglio pertanto il 10 gennaio 1939 delibera:
di incaricare i sigg. ingg. niccolai raffaello e turi Pilo di preparare altro progetto per la costruzione
di un nuovo blocco di case popolari sul tipo di quello della nostra deliberazione 26 aprile 1938 del
valore di lire 500.000.
di stipulare la convenzione con la s. a. stabilimento industriale toscano (Cartiera Cini) relativa alla
costruzione di un blocco alloggi operai per un valore di lire 500.000.13

Gli incarichi sono affidati senza che si siano ancora individuati i terreni ove saranno costruiti gli edifici.
inoltre la concessione dei mutui subordinata alladeguamento della struttura degli istituti
alle norme del testo unico del 1938 che prevedono, tra laltro, la loro trasformazione da
organismi comunali a enti provinciali, ma a Pistoia questo atto non pu essere compiuto
fino a quando le condizioni economiche dellistituto non siano risanate, e cio non siano
estinti i pagamenti arretrati di un mutuo contratto con la Cassa di risparmio.
Per questo motivo listituto delibera di contrarre un nuovo mutuo con la Cassa:
Con il quale verrebbe estinto il debito arretrato e quindi risanata la situazione dellente per cui senzaltro pu lente essere trasformato in Provinciale e quindi possono essere contratti i nuovi mutui
per complessive lire 1.500.000 da adibirsi per la costruzione di tre nuovi blocchi di case popolari due
in Pistoia e uno in san Marcello.14

in realt i lavori per il blocco di san Marcello, previsto a La Lima nei pressi della Cartiera
Cini, saranno interrotti per la guerra e ledificio sar completato solo nel dopoguerra,15 e
anche i due cantieri pistoiesi non prenderanno il via immediatamente per la mancanza dei
terreni su cui costruire gli alloggi.
solo nellagosto del 1940, a seguito di un sollecito del Consorzio nazionale degli iaCP
per lutilizzazione del mutuo concesso, si stipula un compromesso, in attesa del finanziamento per definire il contratto, per lacquisto di un terreno, di 2.956 m2 in via Castel de
Guidi in localit Le fornaci, col proprietario antonio Monfardini.

deliberazione del Consiglio di amministrazione 26 aprile 1938, asCPPt, a 966.


deliberazione del Consiglio di amministrazione 10 gennaio 1939, asCPPt, Ibidem.
14 deliberazione del Consiglio di amministrazione 10 gennaio 1939, asCPPt, Ibidem.
15 deliberazione del Consiglio di amministrazione 16 settembre 1946, asCPPt, a 967, a 540, C 83.
12

13

Gli interventi dopo il 1938

25

La ricerca di aree edificabili per la costruzione di edifici di alloggi popolari da parte dellistituto prosegue con impegno e si avviano trattative con i proprietari di altri due appezzamenti di terreno posti rispettivamente a sud della via spartitoio e a nord della via
Pagliucola. su queste tre aree prenderanno il via le attivit costruttive dellistituto.

Via Valiani 1

Fig. 3 - Progetto degli edifici di via Valiani,


ASCPPT.

Via spartitoio

Per vedere il concreto inizio delle costruzioni bisogna attendere ancora fino al 28 febbraio 1942
quando vengono appaltati allimpresa Luigi Monfardini i lavori per la costruzione di quattro
corpi di fabbrica per 16 alloggi di due vani, sul terreno acquistato presso la via Castel de Guidi.
Gli edifici sono progettati dalling. raffaello niccolai sulla base dei progetti tipo trasmessi dal
Consorzio di quelli definiti tipi minimi con il solo piano terra diviso in tre alloggi (tipo B) o
quattro (tipo C), sono assai simili a quelli costruiti in via Corta della Brana e comportano una
spesa di 447.459 lire. i sei edifici sono serviti da una
nuova strada (via Valiani) che si stacca dalla via Castel de
Guidi, prosegue verso sud per tutta la lunghezza degli
edifici e termina a fondo cieco (fig. 3).
i lavori iniziano nellaprile del 1942 ma procedono
con lentezza a causa delle gravissime difficolt di approvvigionamento e di trasporto dei materiali dovute
allo stato di guerra.
ii progetto appaltato occupa solo una parte dellarea
disponibile e per utilizzare quella rimanente si approva un ulteriore progetto per la costruzione di due
nuovi edifici, con alloggi di tre vani ciascuno che sono quelli pi richiesti dalle famiglie
numerose, per una spesa di 173.000 lire.
Questi lavori sono affidati nellottobre 1942 alla stessa ditta Monfardini, ma lattivit deve
essere sospesa nellagosto 1943 a causa della guerra, e pu riprendere solo nel maggio
1945 previa adeguata revisione dei prezzi.
Gli edifici sono terminati il 17 luglio 1945. La sistemazione del terreno circostante con la
realizzazione dei muri di cinta, dei marciapiedi, dei lavatoi e altro viene affrontata solo nel
giugno 1948 con una nuova perizia di 1.825.000 lire. Questi ultimi lavori, appaltati nellottobre del 1948 alla ditta flori arrigo, sono terminati nel febbraio 1949.16
nel frattempo le cose procedono anche sulle altre due aree individuate in via spartitoio e
in via Pagliucola, se pur in maniera diversa.
nel settembre 1942 si firma il contratto di appalto con limpresa Bonacchi-iozzelliChelucci per la costruzione di un primo blocco di 16 appartamenti in via spartitoio del
costo di 1.570.650 lire. nel novembre si acquista il terreno di 3.332 m2 per la cifra di 74.778
lire, ma i lavori non possono procedere oltre il 14 agosto 1943, quando devono interrompersi a causa degli eventi bellici e il loro importo ammonta appena a 155.000 lire, di cui la
met utilizzate per lacquisto dellarea e per le spese tecniche.
nel dopoguerra riprende faticosamente lattivit dellistituto anche sulla spinta di una nuova
normativa che dispone finanziamenti per la conclusione dei lavori interrotti dalla guerra (decreto Legge 25 settembre 1945 n. 637) e assegna allistituto di Pistoia 60 milioni di lire.
Pertanto nel gennaio 1946 si procede allaggiornamento del vecchio progetto che viene
ulteriormente modificato (nel giugno) a seguito delle osservazioni del Provveditorato regionale alle opere Pubbliche.

16

asCPPt, a 967.

26

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

il nuovo progetto prevede la costruzione di un edificio (1 blocco) di quattro piani con 16


alloggi (fig. 5) e comporta una spesa di 8.471.000 lire.
dalla relazione del progettista ing. alessandro taddei, che accompagna il nuovo progetto
si apprende che:
ledificio ha aspetto assai semplice. Zoccolatura di colore pietra serena, zone di faccia vista di mattoni
compressi e vivace contrasto di colori caldi deve costituirne una piacevole rifinitura decorativa dellesterno. () i muri in pietrame e malta di calce ordinaria vengono realizzati con ricorsi di mattoni
in doppio strato () il tetto previsto con orditura di legname di abete () i solai sono del tipo
misto con minimo impiego di ferro () i tramezzi interni sono costruiti in mattoni pieni dello spessore di una testa () i pavimenti sono di mezzane compresse disposte a spina () Le scale sono di
scalini di pietra da taglio messi in opera a sbalzo.17

Fig. 4 - Progetto in via Spartitoio, ASCPPT.

i quartieri sono di due tipi: di due vani utili con soggiorno, camera da letto, cucina, bagno
e disimpegni per un totale di 40,65 m2 e di tre vani utili con una camera da letto in pi e
disimpegni pi ampi per un totale di 52,37 m2.
Con lapprovazione del nuovo progetto si rescinde il contratto con la vecchia ditta appaltatrice e da quel momento le cose sembrano procedere con maggiore sollecitudine. i flussi
finanziari dallo stato, preoccupato per la grave situazione delloccupazione e per la necessit di nuovi alloggi, sono maggiori e le procedure per i progetti, gli appalti e linizio dei lavori si svolgono pi rapidamente.
nel luglio 1946 si approvano i progetti per due nuovi edifici di quattro piani (2 e 3
blocco) redatti dallo stesso ing. taddei e ubicati sulla stessa area.
i due nuovi edifici, pressoch uguali a quello precedente, sono rispettivamente di 16 alloggi
del costo di 8.405.920 lire e di 8 alloggi del costo di 5.769.000 lire e tra il luglio e lagosto
si appalta la costruzione di tutti e tre gli edifici alla ditta aCes (azienda Costruzioni edili
stradali) di firenze.
nel maggio del 1947 lo stato dei lavori molto avanzato e si approva una perizia suppletiva
per ciascun edificio con la quale si stanziano i finanziamenti mancanti per terminare i lavori
e nel settembre si approva unulteriore perizia per gli allacciamenti elettrici degli edifici definiti in fase di ultimazione. i tre edifici, che sono costruiti in maniera contigua cos da
costituire un unico blocco a forma di elle, vengono ultimati nel 1948 (fig. 4, 5).
nel dicembre 1947 intanto si approva un nuovo progetto delling. taddei per la costruzione
di un quarto edificio contiguo al precedente che prosegue il lato lungo della elle fino alla
via spartitoio. il progetto viene modificato una prima volta nellottobre 1948, a seguito
delle osservazioni del Provveditorato, riducendo a 8 il numero degli alloggi, ma nuovamente respinto dal Provveditorato che rileva che non stato tenuto conto delle raccomandazione fatte a suo tempo18 ed invia una planimetria tipo perch serva di base per lo
studio del progetto definitivo.
nel marzo del 1949 muore ling.taddei e si chiama a sostituirlo alla direzione dellistituto
e alla progettazione delledificio ling. alberto fondi, che si adegua alle osservazioni del
Provveditorato, ed elabora il nuovo progetto che viene approvato nel dicembre 1949.
nella relazione di accompagnamento al progetto il fondi afferma di aver
studiato il progetto allegato di fabbricato di quattro piani e otto alloggi, attenendosi senzaltro a detta
planimetria tipo che elimina con migliore utilizzazione dello spazio e pi felice distribuzione dei vani,
vari difetti funzionali, estetici, ed economici dei progetti gi predisposti dallistituto.19

relazione tecnica del progettista ing. alessandro taddei, Capo dellufficio tecnico dellistituto. asCPPt, a 949.
nota del Provveditorato alle oo. PP. n. 24872 dell8 giugno 1949. asCPPt, Ibidem.
19 Progetto di fabbricato di 4 piani e 8 alloggi in via spartitorio. relazione e preventivo generale delling. fondi del 28
agosto 1949. Ibidem.
17

18

Gli interventi dopo il 1938

27

il preventivo di spesa ammonta a 14.065.600 lire. i lavori sono appaltati alla ditta tonini
flavio nellagosto 1950 per limporto di 10.916.105 lire al netto del ribasso del 10,75 per
cento e vengono iniziati nello stesso mese. i lavori procedono tranquillamente con una
sola sospensione di trenta giorni e sono terminati il 4 aprile 1951 (fig. 4, 5).
ii progetto fondi del 1949 comprendeva anche un quinto edificio di 4 piani e 8 alloggi
ubicato a nord dellarea lungo la via spartitoio. il progetto viene aggiornato nel maggio
del 1950 a causa del rapido aumento dei prezzi, ma la sua realizzazione non procede perch
il mutuo necessario al finanziamento deve essere garantito dal Comune di Pistoia che non
ha ancora espletato le pratiche necessarie.
il progetto nuovamente riesaminato dal fondi nel marzo 1953 perch a causa dei
notevoli aumenti verificatisi () nel mercato della mano dopera e dei materiali si dovuto procedere
ad un nuovo aggiornamento questa volta senza lasciare inalterato limporto neppure col completo assorbimento della quota per imprevisti. non si ritiene daltra parte possibile modificare il progetto, non
solo perch da tempo approvato, ma anche per esigenze di armonizzazione coi blocchi gi costruiti cui
si addossa e che completa. La maggiore spesa sar nei limiti del possibile compensata da una riduzione
della consistenza dellultimo dellultimo fabbricato isolato in costruzione nella zona di via Pagliucola.20

Fig. 5 - Via Spartitoio.

il nuovo preventivo di spesa ammonta a 14.762.000 lire. dopo un altro anno in cui si prolungano le pratiche per le varie approvazioni si appaltano i lavori nel giugno 1954 alla ditta
Vannucci Gaetano. Prima dellinizio dei lavori cinque cittadini che abitano nelle case di fronte
sulla via spartitoio protestano per il mancato rispetto delle distanze dalla strada, ma in sostanza perch, come risulta da una lettera dellavvocato Bianchi allistituto e al Comune,
ove la costruzione dei nuovi fabbricati avvenisse lungo larea predetta ci costituirebbe un grave pregiudizio per i miei raccomandati che vedrebbero notevolmente ridotto lo spazio di visibilit e costituirebbe grave lesione agli interessi loro spettanti tanto pi che, agli stessi, si in precedenza imposto
di costruire a distanza non inferiore a tre metri dal nastro stradale in conformit di quanto prescritto
dalla legge in ossequio al piano regolatore.21

Listituto impegnato contrattualmente a consegnare i lavori entro il 19 ottobre e pertanto


ling. fondi:
ritiene opportuno non ritardare ulteriormente la consegna dei lavori in oggetto allimpresa Vannucci.
avendo da tempo scritto al Comune che listituto pro bono pacis in accoglimento delle proteste e
richieste dellavv. Bianchi per i proprietari dei fabbricati antistanti, anche se erroneamente motivate,
ha deciso di costruire il fabbricato nel suo piazzale anzich sul limite stradale.22
Fig. 6 - Progetto case per i senzatetto in via
Spartitoio.

il progetto viene adeguato alla nuova posizione e finalmente, il 19 ottobre 1954, possono
iniziare i lavori che, dopo alcune proroghe, sono terminati il 31 dicembre 1955 (fig. 4, 5).
Con la costruzione di questo edificio la zona di via spartitolo completata (fig. 5), ma
merita ricordare che dopo la costruzione del quarto blocco, nel dicembre 1950 listituto
deve decidere dove costruire tre edifici finanziati con la legge per i senzatetto per un importo di 40.000.000 che, in un primo tempo (febbraio 1951), sono localizzati due in via
Pagliucola e uno in via spartitoio.
Passa il tempo e nel giugno 1953, il progetto ridotto a due soli edifici che vengono localizzati entrambi nellarea di via spartitoio, ove non saranno mai realizzati (fig. 6).
i due edifici saranno poi costruiti come vedremo nellarea ancora libera in via Cammelli.23

Progetto per la costruzione del 5 fabbricato di 4 piani e 8 alloggi in via spartitorio. relazione e preventivo generale
del progettista ing. fondi. 21 marzo 1953. asCPPt, a 756.
Lettera dellavv. Giulio Bianchi al sindaco e alliaCP del 28 agosto 1954. Ibidem.
22 Lettera delling. fondi al presidente delliaCP del 2 ottobre 1954. Ibidem.
23 asCPPt, a 967, a 968, a 969.
20

21

28

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le Case Per I senzaTeTTo


il 12 aprile 1946 il ministro dei lavori pubblici, Cattani, emana un provvedimento legislativo
che autorizza la spesa 10 miliardi di lire per la costruzione di alloggi per i senzatetto e per
la esecuzione di opere pubbliche di carattere straordinario a sollievo della disoccupazione
operaia. La relazione introduttiva ricorda che:
Con i provvedimenti di legge fin qui emanati in materia di costruzione di alloggi per dare ricovero
alle persone rimaste senzatetto, il Governo, oltre che provvedere alla costruzione di ricoveri stabili,
ha anche finanziato listituto nazionale per le case degli impiegati dello stato, gli istituti autonomi per
le case popolari e lente edilizio di reggio Calabria al fine di agevolarli nella ricostituzione del loro
patrimonio edilizio danneggiato da eventi bellici e nel completamento dei fabbricati, la cui costruzione
era rimasta sospesa a causa della guerra.
nonostante tale fervore di attivit edilizia che stata svolta e tuttora si sta svolgendo, ancora si lontani dal coprire leffettivo fabbisogno di alloggi specialmente nello zone che pi sono state provate
dalla guerra.
allo scopo, quindi, di potere avere entro il corrente anno un maggior numero di alloggi da mettere a
disposizione delle persone rimaste senzatetto, appare necessario un ulteriore intervento statale consentendo un fondo adeguato per mettere il Ministero dei lavori pubblici in grado di attuare rapidamente un organico programma preventivamente concordato con i propri organi regionali, i quali
possono graduarli in relazione allurgenza effettiva.
a tal fine stato predisposto uno schema di provvedimento che autorizza la spesa di lire 10 miliardi
da servire anche per la esecuzione di opere pubbliche di carattere straordinario a sollievo della disoccupazione operaia che in questi ultimi tempi ha subito un notevole aumento.
Larticolo 2 dello schema di legge prevede che il Ministero dei lavori pubblici, col fondo come sopra
autorizzato, potr in parte provvedere alla costruzione di case in quei comuni, nei quali, per effetto
di contingenze di guerra, si verificato un eccezionale aumento di popolazione stabile.
Con larticolo 3 si concede alli. n. C. i. s. e agli istituti autonomi per le case popolari la possibilit di
destinare parte dei fondi loro assegnati allesecuzione di nuove costruzioni nelle localit dove queste
siano necessarie per dare ricovero ai senzatetto.
nellarticolo 4 dello schema in parola, si prevede che lesecuzione di opere di enti locali pu essere
assunta a carico dello stato, salvo recupero della met della spesa in trenta annualit senza interessi
ed il Ministero dei lavori pubblici ha facolt di affidare le opere stesse agli enti interessati, sempre
che essi possiedano una propria adeguata attrezzatura tecnica.24

gli edifici nel Campo


Marzio (ora via ferrucci)
e il primo edificio sul viale
Malta (ora viale Matteotti)
Fig. 7 - Case per i senzatetto in Campo
Marzio, ASCPPT.

il 30 aprile 1946 il Genio Civile comunica al Comune di Pistoia che:


il Provveditorato regionale alle opere Pubbliche per la toscana, in base ad apposita assegnazione di
fondi che verr fatta dal Ministero dei Lavori Pubblici potrebbe autorizzare e finanziare la costruzione
di case in codesto capoluogo del Comune, sempre che codesto Comune, che compreso negli elenchi
della legge sui senzatetto, dimostri la buona volont mettendo a disposizione gratuitamente larea necessaria. si rivolge pertanto con tutta urgenza invito alla s.V. di dare sollecita risposta a questo ufficio,
ed in ogni caso non pi tardi del 10 maggio p. v.25

Poich il Comune di Pistoia inserito nellelenco della legge con la destinazione di finanziamenti per la costruzione di 80 alloggi per complessivi 400 vani, lamministrazione comunale deve mettere a disposizione le aree che non possiede e trova difficolt procedurali
e finanziarie al loro effettivo reperimento.
Per la individuazione di aree idonee a prezzi bassi si costituisce unapposita commissione
composta dai rappresentanti degli enti interessati. Per il Genio Civile: ing. angelini e ing.

24 schema di provvedimento legislativo proposto dal Ministro dei LL. PP. Cattani. recante: Autorizzazione della spesa di
10 miliardi per la costruzione di alloggi per i senza tetto e per la esecuzione di opere pubbliche di carattere straordinario a sollievo della disoccupazione operaia. relazione.
25 Lettera del Genio Civile al sindaco del Comune di Pistoia del 30 aprile 1946. asCPPt, a 757.

Le case per i senzatetto

29

de Beaumont; per la sovrintendenza ai Monumenti


arch. alidamo Preti; per il Comune ing. fondi, pi il
medico provinciale dr. Pasero e lufficiale sanitario
dr. Chiappella.
La commissione dopo accurati sopraluoghi presenta
nel giugno 1946 una relazione nella quale si riferisce
di aver proceduto:
nei giorni 13 e 14 giugno alla ricognizione delle aree sottospecificate offerte dal Comune per la costruzione delle case del
popolo e allesame dei rispettivi requisiti.26
Fig. 8 - Campo Marzio.

Fig. 9 - Case per i senzatetto in viale


Malta e viale Italia, ASCPPT.

Fig. 10 - Viale Malta.

Le quattro aree esaminate sono le seguenti:


- due strisce di terreno fra la via dei Mercati e il viale Malta nel tratto fra il tiro a segno e
la Porta san Marco, che comportano la demolizione delle mura urbane;
- una striscia di terreno nel viale Petrocchi presso limbocco della via del Molinuzzo;
- tre strisce di terreno a circondare il Campo Marzio ad ovest e a nord;
- una striscia di terreno a est della via delle Casermette (oggi viale italia)
La relazione esamina per le singole aree le caratteristiche di forma, estensione ed orientamento, la possibilit di alimentazione idrica, di smaltimento delle acque luride, di impianto
di illuminazione elettrica e per il terreno lungo la via dei Mercati lopportunit e possibilit
di abbattere le mura urbane per avere laccesso alle case anche dal viale Malta.
ed esprime le seguenti valutazioni:
nei riguardi della fognatura, il medico provinciale e i funzionari del Comune hanno fatto presente la
necessit di costruire efficaci fosse biologiche a doppia camera chiarificatrice e depuratrice per limmissione delle acque luride e scarichi di latrine nel torrente Brana e nei collettori di fognatura del
Campo Marzio e del viale Petrocchi; o altrimenti di costruire dei pozzi neri a tenuta.
nei riguardi della viabilit e dei pubblici servizi, stata constatata la possibilit e facilit di provvedervi
in tutte le aree proposte.
in merito allabbattimento delle mura urbane fra la via dei Mercati ed il viale Malta, nel tratto in cui dovranno sorgere le Case al Popolo il rappresentante della sopraintendenza ai Monumenti, aderendo al
desiderio espresso dai funzionari del Genio civile e in accordo col parere del prefetto e del sindaco, ha
dato il suo benestare di massima; in merito invece alla costruzione delle case in oggetto nelle due strisce
del Campo Marzio parallele alla via omonima e a quella di Porta Carratica, larch. Preti ha espresso il parere che sia inopportuna per la tutela delle bellezze panoramiche e caratteristiche ambientali,data la movimentazione degli edifici esistenti alternati con macchie di verde; mentre ha dato il suo benestare per
la striscia di terreno dello stesso Campo Marzio fra la chiesa di santa Maria e il viale arcadia.
stata pure constatata lidoneit dellarea di propriet privata come proposta fra il torrente Brana e
la via Pagliucola, rilevando pero lopportunit di dare la preferenza per ovvie ragioni ai terreni di propriet comunale, pure
idonei e sufficienti.27

Mentre la commissione elabora la relazione, il Genio


Civile procede rapidamente alla compilazione dei progetti per la costruzione di tre edifici di tre piani e 12
alloggi ciascuno, progetti che sono gi pronti il 28 giugno 1946. due edifici (perizia 225) sono ubicati a nord del Campo Marzio (fig. 7, 8) e il terzo
(perizia 224) nel viale Malta allangolo est dello sbocco di via delle Casermette, previa de
26 relazione del 20 giugno 1946, firmata a nome della Commissione dallarch. alidamo Preti, avente per oggetto: Costruzione di 80 alloggi per senza tetto nella citt di Pistoia. Scelta delle aree. Ibidem.
27 Ibidem.
28 asCPPt, d 49.

30

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

molizione delle mura urbane (fig. 9, 10). i tre edifici sono appaltati nel luglio 46 alla ditta
sPer (strade, Ponti, edilizia, ricostruzioni) nel luglio, consegnati e avviati nellagosto e,
dopo alcune proroghe, sono ultimati il 2 giugno 1947.28

Viale Malta e
viale Petrocchi

altri due edifici di tre piani e 12 alloggi, sono ubicati ancora tra via dei Mercati e il viale
Malta, sempre previa demolizione delle mura
non essendo permesso dalla sovrintendenza ai Monumenti di edificare ulteriormente nella piazza
darmi, le aree che restano disponibili sono quella di via Policarpo Petrocchi (sufficiente per un solo
fabbricato il cui progetto in corso di compilazione) e quella sul viale Malta nella quale, entro i limiti
prescritti dalla sovrintendenza stessa, potranno essere ubicati tre fabbricati uguali a quelli gi costruiti.29

Fig. 11 - Viale Petrocchi.

Viale Italia

un edificio (perizia 358) ubicato ad est del fabbricato in costruzione ed uno (perizia 357)
ad ovest al di l dellimbocco della via delle Casermette. i progetti, redatti nellagosto 1946,
sono appaltati alla stessa ditta sPer nel novembre dello stesso anno e ultimati l8 aprile
1948 (fig 9, 10). nello stesso periodo viene progettato e costruito un quarto edificio sul
viale Malta proseguendo la demolizione del tratto di mura urbane corrispondente e un
edificio di quattro piani e 8 alloggi sul lato nord del viale Petrocchi (fig. 11).
Per completare lutilizzazione dei finanziamenti assegnati nellottobre 1948 ling. francese del
Genio Civile progetta, nel gennaio 1949, altri tre edifici di 12 alloggi nella immediata contiguit dei tre fabbricati ultimati e di quello in corso di ultimazione sul viale Malta.
ii Genio Civile vorrebbe dunque proseguire la demolizione delle mura per ricavare il terreno
e il materiale con cui costruire i nuovi edifici e chiede al Comune lautorizzazione a disporre
delle mura stesse. il Comune, confermando di non disporre di altre aree edificative e sollecitato
dal Genio Civile, inoltra domanda alla sovrintendenza di firenze e da questa al Ministero
competente per ottenere lautorizzazione a proseguire la demolizione delle mura. nel maggio
1949, il Ministero della Pubblica istruzione, visto il progetto informa il sindaco di Pistoia che:
questa amministrazione ha comunicato recentemente al sovrintendente che, nella considerazione
che occorra non gi demolire bens salvaguardare quanto ancora resta dellantica cerchia delle mura
urbane di Pistoia non ha ritenuto di poter concedere la richiesta
approvazione per la demolizione di un ulteriore tratto delle mura
stesse di cui al progetto.30

Fig. 12 - Viale Italia.

La sovrintendenza diffida dal proseguire nelle demolizioni delle mura senza la prescritta autorizzazione e al
contrario per salvaguardarne il valore di testimonianza
storico artistica e comunica che:
per evidenti ragioni storiche, urbanistiche e di decoro cittadino,
si fa presente la necessit di procedere dintesa, alla compilazione di un completo progetto di sistemazione della zona di rispetto delle mura pistoiesi ai sensi
della legge 1089/1939 da sottoporre allesame del Ministero della Pubblica istruzione il quale si riserva in proposito il parere del Consiglio superiore delle antichit e Belle arti.31

i tre edifici per i senzatetto sono gi progettati e appaltati e pertanto, vista limpossibilit
di proseguire alla demolizione delle mura, si decide di ubicare i primi due edifici sul lato di

Ministero dei LL. PP. ufficio del Genio Civile di Pistoia. Progetto per la costruzione di un edificio da destinare a ricovero
dei senza tetto nel Comune di Pistoia, da ubicare fra il viale Malta e la via dei Mercati. 13 settembre 1946. asCPPt, a 757.
30 Lettera del Ministero della Pubblica istruzione, direzione generale delle antichit e belle arti, al sindaco di Pistoia e
al Genio Civile, del 14 maggio 1949. Ibidem.
31 Lettera della sovrintendenza ai Monumenti delle Province di firenze, arezzo e Pistoia al Comune di Pistoia e al Genio
Civile. 16 maggio 1949. Ibidem.
29

Le case per i senzatetto

Fig. 13 - Case per i senzatetto in via


Franchini, ASCPPT.

Via franchini

Fig. 14 - Via Franchini.

31

ponente della via delle Casermette e si avviano rapidamente le pratiche per loccupazione
durgenza del terreno di propriet Venturi.
i due edifici (perizie 1224 e 1225) sono appaltati e consegnati nel giugno rispettivamente
alle ditte romeo Gualtierotti ed egisto Borrelli. i lavori iniziano nello stesso mese e sono
rapidamente terminati nel febbraio del 1950 (fig. 10, 12). Per il terzo edificio sempre di 12
alloggi (perizia 1528), si cerca di acquisire il terreno di propriet dellinCis sul lato opposto
del viale Malta, per il quale si interessa anche il Ministro ai LL. PP. in visita a Pistoia.
Ma linCis, che ha in corso un suo programma di costruzioni, non intende cedere lappezzamento di terreno richiesto, sul quale peraltro esiste un campo sportivo gestito dallassociazione Calcistica san Marco, e il Comune procede allora alla richiesta di occupazione durgenza
di un terreno posto sul lato est del viale delle Casermette di fronte agli altri due edifici.
ottenuta la disponibilit dellarea si procede allappalto dei lavori con gara vinta dalla ditta
Cooperativa Combattenti e reduci di Pistoia che apre il cantiere nel luglio del 1949 e ultima
la costruzione il 16 maggio 1950 (fig. 10, 12).
Per completare il programma si costruiscono ancora due edifici nella zona pi a nord sempre sul lato est della via delle Casermette in angolo con la via Pagliucola. il primo edificio
(perizia 1363) di tre piani e sei alloggi progettato nel giugno 1949, appaltato alla Cooperativa Muratori e sterratori di Montecatini e consegnato nel novembre 1949 e i lavori terminano il 1 agosto 1950. il secondo di questi edifici (perizia 1528) sempre di sei alloggi
ma poi portato a otto col rialzamento di un piano progettato nel dicembre 1949 e appaltato alla stessa ditta. Consegnato nel luglio del 1950 terminato nel febbraio 1951 dopo
una proroga concessa per la variazione del progetto da tre a quattro piani (fig. 12).
nel dicembre 1950, lispettorato Centrale per la ricostruzione edilizia assegna allistituto
un ulteriore finanziamento di 40.000.000 di lire per la costruzione di case per i senzatetto.
nel febbraio del 1951 si procede alla compilazione e approvazione dei progetti per tre
edifici di 3 piani e 9 alloggi: due in via Pagliucola e uno in via spartitoio.
Le pratiche finanziarie per le case per i senzatetto sono complesse e procedono lentamente. i prezzi aumentano e pertanto, nel giugno 1953, i progetti sono rielaborati riducendo lintervento alla costruzione di due soli edifici di 4 piani e 8 alloggi ciascuno,
entrambi vengono localizzati nellarea gi densamente edificata di via spartitoio.
Gli edifici dovrebbero essere costruiti uno nel piazzale ovest delimitato su tre lati dagli edifici popolari
esistenti e laltro presso il fosso spartitoio dal lato
opposto (fig. 6).
Ma tale soluzione viene scartata come meno idonea
anche in seguito a parere dellufficio tecnico Comunale e della Commissione edilizia.
si decide cos di costruire i due edifici sul primo terreno acquisito dallistituto a Pistoia in via Cammelli
ove, nel 1951 sono stati restaurati gli edifici esistenti gravemente danneggiati dalla guerra.
tale zona una delle pi idonee per lesposizione, laltimetria, la natura del suolo e perch
dotata di impianti idrico, elettrico, di lavatoio pubblico, di fognatura, ecc. e di agevole accesso nelle immediate vicinanze delle mura urbane.
rimasta in tale zona sul lato di levante, verso la costruenda via franchini, una vasta area
usata come terreno ortivo da affittuari degli alloggi popolari di via Cammelli che si presta
perfettamente per lubicazione definitiva dei due fabbricati (fig. 13, 14). i lavori relativi sono
appaltati allimpresa arrigo flori nel dicembre 1954 e sono ultimati l11 ottobre 1955.

32

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Piteccio e Cireglio

tra il 1945 e il 1948, sempre con i finanziamenti della legge per i senzatetto si costruiscono
6 edifici, 3 a Piteccio e 3 a Cireglio, rispettivamente: 2 di tre piani e sei alloggi e 1 di due
piani e quattro alloggi. tutti gli alloggi per i senzatetto costruiti dal Genio Civile nel comune di Pistoia sono affidati nel 1948 dal demanio dello stato in gestione alliaCP. si
tratta di 60 alloggi a Pistoia, 6 a Piteccio e 6 a Cireglio (fig. 15-21).32

Fig. 15 - I due edifici di via San Felice e Piteccio.

Fig. 16 e 17 - Piteccio. I due edifici di via San Felice e Piteccio e ledificio di via 24 Maggio.

Fig. 18 - Gli edifici di Cireglio.

Fig. 19 e 20 - Cireglio. I due edifici di via Ciriceto.

Fig. 21 - Cireglio. Ledificio di via Castello 4.

32

asCPPt, a 967, Xi. 1. 26.

Gli edifici di Bottegone e Spazzavento

33

gLI eDIfICI DI BoTTegone e sPazzaVenTo

Bottegone

Fig. 22 e 23 - Bottegone. Planimetria ed


edificio.

spazzavento

Fig. 24 e 25 - Spazzavento. Planimetria


ed edificio.

Perizia 1835 bis


nel 1951 liaCP delibera la costruzione di un edificio di due piani e 4 alloggi a Bottegone
che viene localizzato nel centro dellabitato lungo la s.s. 66, e finanziato attraverso il d. L.
08.05.1947 n. 399 per una spesa di 8.100.000 lire. il progetto redatto dalling. alberto
fondi e la gara dappalto assegnata alla ditta innocenti Vitaliano. i lavori iniziano il 12
ottobre 1953 e terminano il 13 ottobre 1956 (fig. 22, 23).33

Progetto n. 22
Ledificio di 6 alloggi costruito in via di Gabbiano, nei pressi del passaggio a livello della
ferrovia Pistoia-Lucca, con i finanziamenti della legge 25.07.1952 n. 1058 per un importo
di 11.300.000 lire. i lavori iniziano nel 1953 e terminano nel 1956, come si pu leggere
sulla targa apposta sulledificio, e sono realizzati dalla ditta Casseri elio di Cireglio
anche in questo caso il progetto predisposto dalling. alberto fondi, con la variante, rispetto a quello di Bottegone, di un piano in pi (fig. 24, 25).34

33
34

asCPPt, a 524, a 968, a 1046.


asCPPt, a 525.

34

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

VIa PagLIuCoLa
Larea attorno alla via Pagliucola appare nei primi anni quaranta in piena campagna e poco
gradita per ledificazione a causa della presenza nelle vicinanze degli edifici dei macelli e
delle carceri, della mancanza di urbanizzazioni adeguate e della difficolt di accesso consentito solo dai ponti sulla Brana di via dei Pappagalli e di Porta san Marco (fig. 26).
La scelta di tale zona da parte delliaCP certamente suggerita dalla facilit di acquisizione
e dal basso costo delle aree.
Ma sar proprio lavvio della costruzione delle case popolari e della relativa viabilit che
dar progressivamente alla zona un carattere urbano e la far diventare una delle pi ricercate per la realizzazione di lottizzazioni e la costruzione di edifici residenziali privati.
Lintervento delliaCP anticiper e trasciner (come era gi accaduto per i primi insediamenti in via Cammelli nel 1912 per lespansione ovest e come accadr poi con i villaggi
Belvedere e scornio alla fine degli anni cinquanta per lespansione verso Capostrada) lintenso sviluppo urbano della citt verso nord avviando la costituzione di quello che poi diverr il quartiere di via Pagliucola o delle Casermette.

La viabilit nella zona


di via Pagliucola

Fig. 26 - La zona di via Pagliucola nel 1940.

La viabilit della zona immediatamente a nord della citt allinizio del XX secolo, e prima
della costruzione dei macelli, e delle carceri, (fig. 26) assai scarsa e pu essere cos brevemente descritta.
La via dello specchio si stacca dalla via dalmazia e, quasi in fondo alla discesa costeggiante
il bastione thirion, a mezzo costa gira verso nord con lo stesso nome e prosegue per la
via che conduce a Valdibrana.
una stretta e disagevole strada suburbana (via dei Mercati) adiacente alle mura si stacca
dalla via dello specchio e costeggia il torrente Brana fino a collegarsi alla Porta san Marco,
immettendosi dopo la porta della citt e prima del ponte sul torrente, nella via antonelli
che conduce a Candeglia.
il torrente Brana scavalcato solo dal ponte di Porta san Marco che costituisce lunico
collegamento della citt con il territorio a nord. a nord del torrente esiste solo la via Pagliucola, una piccola strada di campagna che si diparte dalla via antonelli, poco oltre il
ponte sul torrente, e prosegue verso ovest fino ad un punto corrispondente allattuale via
delle olimpiadi ove si dirama verso sud fino al torrente Brana e verso ovest fino a disperdersi nei poderi nellansa del torrente.

Via Pagliucola

35

dalla via Pagliucola si stacca la via della Quiete che si inoltra verso nord a servire i poderi
della campagna fino a reimmettersi sulla via di Valdibrana in localit Ponticino.
insomma siamo in piena campagna con una viabilit appena funzionale al traffico di collegamento con le case coloniche e i vari poderi.
negli anni trenta si costruisce allinterno delle mura il viale Malta, un ponte sul torrente in
corrispondenza della via dei Pappagalli e un tratto della via dei Macelli che conduce ai macelli e al carcere, che si ricongiunge colla via Pagliucola nel punto in cui essa termina, a
fondo cieco, sul torrente Brana (fig. 26).
Via delle Casermette (oggi viale Italia)
Gi nel 1934 quando si costruisce il viale Malta, si era rilevata lopportunit di costruire
un viale ortogonale alle mura per collegare la citt con le colline a nord e per consentire la
costruzione di un nuovo stadio polisportivo e di un nuovo campo marzio che avrebbero
liberato ampie aree per ledificazione in citt.
il progetto per il nuovo stadio con relativo viale largo 13 metri fu effettivamente redatto
dalling. fondi nel novembre 1934 ma non fu mai realizzato.
un viale con lo stesso tracciato era inoltre previsto dai tre progetti premiati al concorso
nazionale per un nuovo piano regolatore della citt del 1936.
nellinverno del 1940 il Ministero della Guerra decide di costruire una caserma a Pistoia.
su proposta dellufficio tecnico del Comune si individua unarea a nord della via Pagliucola dove era stata progettata la costruzione della nuova zona sportiva. i lavori sono appaltati nellaprile del 1941 alla ditta remolo Vaselli e terminano lanno successivo.
La caserma si trova praticamente in aperta campagna senza adeguati collegamenti viari e
il Ministero della difesa chiede insistentemente al Comune limpegno a realizzare una
nuova strada di collegamento con la citt.

Fig. 27 - Progetto di via delle Casermette


(viale Italia), AUTCPT.

il viale proposto parte dalla caserma e, perpendicolarmente alle mura, scavalca il torrente
Brana con un ponte che, attraverso un varco nelle mura urbane, lo immette direttamente
sul viale Malta. Ling. fondi nellaprile 1941 elabora il progetto di un viale largo 10 metri
e un ponte sul torrente Brana con una luce di 8 metri, con marciapiedi rialzati e carreggiata
in asfalto. Lungo il viale sono previste condutture per la fognature e lacquedotto.
il progetto, che comporta una spesa complessiva di 213.200 lire, viene effettivamente realizzato negli anni successivi (fig. 27).
nel dicembre 1948 la Giunta Comunale delibera di richiedere lautorizzazione per la compilazione di un progetto di proseguimento del viale dalle Caserme fino alla Villa Cappugi.
nel febbraio 1949 ling. capo compila una perizia per i lavori relativi che comporta una
spesa di 7.436.000 lire, ma questi lavori saranno eseguiti solo molti anni pi tardi.35

35

Casermette, Comune di Pistoia, autCPt.

36

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Via del Villone


Lapertura nel 1921 delle mura urbane in corrispondenza di via dei Pappagalli per collegare
alla citt i macelli e le carceri, aveva gi evidenziato la tortuosit e ristrettezza dellultimo
tratto della via dello specchio che conduceva a Valdibrana, ma non si erano elaborati i
progetti per la sua risistemazione.
nellaprile del 1945, quando ling. Lomi progetta la ricostruzione del ponte sul torrente
Brana che collega la citt ai macelli comunali, distrutto dai tedeschi in ritirata nel 1944, si
ripropone lopportunit di un collegamento pi diretto con la via di Valdibrana in prosecuzione della via dei Pappagalli.
nel luglio 1945 lufficio tecnico del Comune elabora un progetto di massima per una variante della via di Valdibrana che:
dovrebbe avere inizio dalla via dei Macelli presso il cancello del recinto di propriet Baldacci per far
capo dopo un rettifilo di 360 metri in un punto della vecchia strada situato in un tratto quasi pianeggiante. in tal modo si verrebbe innanzitutto ad evitare limbocco attuale che non consente a molti
veicoli di superare la curva quando questi provengono da valle, e in secondo luogo si eviterebbe il
percorso tortuoso, ristretto, con forte pendenza per un tratto di circa mezzo chilometro.36

si incarica poi il geom. Baldi di definire meglio il progetto che, dopo i necessari rilievi di
campagna, viene presentato nel dicembre (fig. 28) ed cos descritto nella relazione:
La variante ha inizio a valle del cancello della propriet Baldacci e si congiunge alla vecchia strada
presso la villa di ricciardi, sviluppandosi, con tre tratti in rettifilo. La sede stradale stata tenuta allinizio alla minima distanza possibile dallargine del torrente Brana, anche per limitare il danno dellespropriazione ad uso degli espropriandi (nizzi) il quale possiede nella zona una piccola unit
poderale di solo un ettaro. il raggio della curva in prossimit della rampa dei Pappagalli di metri 880
circa, la seconda di 1000 metri circa, la terza di raccordo alla vecchia strada di metri 1100 circa; in
complesso quindi le curve sono insensibili. La sede stradale comprese le banchine stata prevista in
metri 8. La pendenza di appena dello 0,38 per cento. La strada in massima parte in rilevato con
un dislivello massimo rispetto al piano di campagna di metri 2,68.37

Fig. 28 - Progetto di via di Valdibrana,


oggi via del Villone, AUTCPT.

elaborata la perizia, che prevede una spesa di 4.100.000 lire, si avviano le solite non brevi
procedure di approvazione; ma la necessit di dare un po di sollievo alla pesante situazione
delloccupazione del dopoguerra, induce lamministrazione ad avviare subito i lavori in
economia diretta senza aspettare il concludersi delle procedure e senza appaltare i lavori.
si realizza cos una piccola parte dei lavori per un importo di 437.000 lire.

relazione delling. Lomi. Progetto di massima per la variante del primo tratto della via di Valdibrana presso la rampa dei Pappagalli,
21 luglio 1945, via del Villone, autCPt.
37 relazione delling. Lomi al sindaco. Progetto di costruzione di variante alla via di Valdibrana, 21 agosto 1945. Ibidem.
36

Via Pagliucola

Fig. 29 - Progetto di allargamento di via


Pagliucola, AUTCPT.

37

nel marzo 1946 subentra la ditta imprese edili stradali cui stato nel frattempo appaltato
il completamento dei lavori che vengono rapidamente terminati il 28 agosto 1946.38
Via Pagliucola est
nellimmediato dopoguerra dopo la distruzione del ponte di Porta san Marco il traffico
proveniente da e per la citt percorre la via dei Macelli e tutta la via Pagliucola fino alla via
antonelli. il movimento intenso degli automezzi delle truppe alleate, oltre a rovinare ulteriormente il piano stradale, evidenzia linsufficienza della via Pagliucola in particolare nel
tratto fra la via delle casermette e il viale antonelli.
nel febbraio 1945 lufficio tecnico del Comune elabora un progetto di ampliamento per
portare la via ad unampiezza di metri 7 compresa la fossetta laterale e la relativa perizia
comporta una spesa di 530.000 lire.
i lavori sono appaltati alla ditta Luigi Monfardini che li inizia il 29 luglio 1945 e li termina
nel settembre del 1946.
rettifica di via Pagliucola ovest
nel 1949 terminati i sei edifici delliaCP a nord della via Pagliucola (Villaggio Pellizzi) si
prosegue con la progettazione di numerosi altri edifici a sud della stessa via che pongono
con urgenza il problema di risistemare anche la parte ovest della strada, che richiede un ben
pi radicale intervento con la rettifica, lallargamento, la dotazione di adeguati impianti di fognatura e acquedotto e le rifiniture che le diano il decoro richiesto da una strada urbana.
in particolare la rettifica del tratto finale necessaria per rendere la strada parallela agli
edifici gi costruiti e al torrente Brana in modo da
facilitare la lottizzazione dellintera area fra la via Pagliucola e il torrente stesso (fig. 29).
ii progetto, redatto nel gennaio 1949 dal geom. scardia dellufficio tecnico Comunale, prevede una
strada larga 10 metri rettilinea dal viale italia fino allattuale via delle olimpiadi per uno sviluppo di 601
metri; nel progetto sono previste anche una strada
ortogonale verso nord in sostituzione del corrispondente tratto di via della Quiete e il collegamento con
la via dei Macelli per una spesa di 6.514.000 lire.
i lavori di allargamento della via Pagliucola, escluso
il viale verso nord e il collegamento con la via dei
Macelli, sono appaltati dal Genio Civile allimpresa
del rosso di Montecatini, vengono consegnati nel marzo 1950 e sono rapidamente terminati il 31 ottobre 1950.
La mancanza dei finanziamenti non ha permesso di compiere tutti i lavori di rifinitura e
di decoro previsti che sono eseguiti a cottimo fiduciario dalla stessa impresa a carico del
Comune nel settembre dellanno successivo.
ii notevole traffico indotto anche dalla inagibilit del ponte di Porta san Marco deteriora
rapidamente la strada se gi nel luglio 1952 si approva un nuovo progetto di risistemazione
generale. i lavori sono appaltati alla ditta Giovanni Gioi nel novembre 1952 e sono ultimati
nel luglio 1953.39
Piano comunale di lottizzazione della zona sud di via Pagliucola
Mentre i lavori di progettazione e costruzione di edifici popolari continua intensamente e

38
39

Ibidem.
Via Pagliucola, auCPt.

38

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Fig. 30 - Piano comunale di lottizzazione


delle aree a sud di via Pagliucola, AUTCPT.

un po confusamente nella zona di via Pagliucola, si


manifesta sempre pi evidentemente la necessit di
un piano complessivo di assetto della nuova viabilit.
il Comune provvede cos nel novembre 1949 alla stesura di un piano di lottizzazione di massima con il
quale si definiscono i tracciati stradali e gli allineamenti per le costruzione degli edifici delliaCP, delle
cooperative edilizie finanziate dallo stato e delle case
del piano fanfani.
il piano di lottizzazione (fig. 30) prevede la costruzione di due viali di metri 10, in direzione est- ovest,
uno lungo il torrente Brana in continuazione della
via dei Macelli e laltro parallelo fra questo e la via
Pagliucola e di tre viali ortogonali, in direzione nord
sud, dello sviluppo complessivo di 580 metri. Le
aree fabbricabili delimitate da questi viali e dalla via Pagliucola risultano in numero di sette
per complessivi 12.623 m2 per la costruzione presumibile di circa 350 alloggi.40
Via Caduti del Lavoro e via della Quiete
sulla base delle indicazioni della lottizzazione si procede alla realizzazione delle strade e
nellottobre del 1952 ling. fondi redige un progetto per la costruzione di tre viali. nella
relazione di accompagnamento al progetto si legge:
si premette che in questi ultimi anni sono sorti in via Pagliucola otto blocchi di case popolari con 107
alloggi e altri quattro fabbricati per un complesso di 25 alloggi sono in corso di costruzione a sud della
via Pagliucola per conto dellina-Casa. secondo le vigenti disposizioni sulle case popolari, e gli impegni
assunti dal Comune verso lina-Casa, quando furono proposte le aree fabbricabili nella zona, necessario provvedere alla graduale sistemazione dei viali del piano di lottizzazione a integrazione dei lavori
di rettifica ed ampliamento della via Pagliucola eseguiti nellanno 1950.41

i viali progettati sono: il primo tratto del proseguimento della via dei Macelli lungo il torrente Brana e i primi due viali fra questo e la via Pagliucola (attuali via Caduti del Lavoro e via della
Quiete, fig. 31). in questi viali prevista per esigenze
di viabilit e decoro cittadino la costruzione di un
fondo stradale macadam cilindrato e bitumato e dei
collettori di fognatura con lo scarico nel torrente e
dellimpianto di condutture idriche in modo da allacciarsi sia alla conduttura esistente derivata dalla via
delle Casermette sia a quella di progetto derivata dal
condotto principale di via dalmazia. La relazione rileva infine che
opportuno cogliere loccasione per creare uno sbocco della
via Pagliucola nel centro urbano attraversando il poligono di
tiro a segno nazionale, che rester sempre sufficiente per i tiri
col fucile mod. 91, e il torrente Brana con un nuovo ponte raccordandosi obliquamente con la via
degli armeni.42

Fig. 31 - Progetto di via Caduti del Lavoro


e via della Quiete, AUTCPT.

Ibidem.
Progetto di sistemazione di tre tronchi di viale nella zona di via Pagliucola. relazione e preventivo generale compilata
dalling. fondi. 14 ottobre 1952. Ibidem.
42 Ibidem.
40

41

Via Pagliucola

39

il progetto comporta, escluso il ponte che non compreso nei lavori, una spesa di
13.500.000 di lire.
i lavori sono appaltati alla ditta Co.ri. con il ribasso dello 0,12 per cento nellottobre
1953, e consegnati nel mese successivo con limpegno a terminarli entro il giugno 1954.
dopo la concessione di quattro proroghe e alcuni cambiamenti di progetto i lavori sono
terminati il 12 dicembre 1954. nella perizia originaria era stato escluso il ponte sul torrente
Brana ma era compresa la realizzazione del tratto tra il torrente e il viale Malta con lattraversamento del tiro a segno. Lopposizione del Comando Militare competente impedisce
per il momento la realizzazione di questo piccolo tratto di strada.
durante lesecuzione dei lavori si decide di trasformare uno dei viali bitumati (via della
Quiete) in un viale alberato al centro e chiuso al traffico con vialetti alberati e pavimentati
con massicciata leggera il tutto allo scopo ultimo di creare al posto di inutili e costose e
troppo uniformi strade bitumate e marciapiedi in cemento, una zona alberata dotata di
panchine aiuole ecc. da servire come localit di ricreazione e riposo specie per i bambini.
Con le economie conseguenti a queste trasformazioni si realizza anche un tratto del viale
centrale fra la via dei Mercati e la via Pagliucola.
Contemporaneamente alla realizzazione dei viali si provvede ad una risistemazione complessiva del sistema viario della zona comprendente il viale italia, la via Pagliucola, la via
dei Macelli, lo slargo sulla via dei Pappagalli e i primi cento metri della nuova via del Villone.
Queste strade erano rimaste in parte sterrate e non perfettamente rifinite.
nel novembre 1952 si compila un progetto generale comprendente varie opere di rifinitura
(zanelle, marciapiedi, fognoli, alberature copertura fossa, risagomatura, asfaltatura ecc.).
i lavori sono appaltati alla ditta Cori nellottobre 1953 e sono terminati nellagosto 1954.43
La costruzione del ponte sul torrente Brana in corrispondenza di via degli armeni
il piano di lottizzazione della zona di via Pagliucola progettato dal Comune del 1949 non
prevedeva la prosecuzione della via oltre il tiro a segno e il torrente Brana per collegarsi
con il viale Malta e la via degli armeni. Ma gi nel 1952, quando ling. fondi progetta la
realizzazione di tre viali previsti nel piano, si manifesta lesigenza di mettere in comunicazione pressoch diretta il rione delle Casermette con il centro della citt e si elabora un
progetto per il ponte e lattraversamento del tiro a segno che non trova n la copertura
finanziaria n il necessario consenso del comando militare.
nel gennaio 1953 il progetto fondi ripreso e aggiornato con una perizia che comporta
la spesa di 3.000.000 di lire, ma non si riesce ancora a trovare i finanziamenti necessari.
il progetto completamente rifatto nel luglio 1958 e i lavori sono appaltati alla ditta sCaC
di Milano nellaprile 1959 e sono terminati il 10 giugno 1959.44
Via giusti
Lultimo viale ad essere realizzato nella parte sud di via Pagliucola la via Giusti. il progetto
redatto dallufficio tecnico del Comune nel gennaio del 1956 ricorda che:
stanno per essere ultimati sul fronte di tale viale a cura dellistituto autonomo Case Popolari, dellina-Casa e del Comune di Pistoia gli edifici previsti e quindi si rende urgente predisporre almeno
il collettore per la fognatura, mentre per la pavimentazione potr essere provveduto in un secondo
tempo. il progetto prevede la spesa di lire 1.000.000.

i Lavori di costruzione della fognatura sono appaltati alla ditta Margelli dario di Pistoia sono
avviati nel febbraio del 1957 e terminati dopo alcune sospensioni e proroghe il 15 luglio 1957.45

Ibidem.
Ibidem.
45 asCPPt, a 1046.
43

44

40

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Il Villaggio Pellizzi

Gi nellagosto 1942 era stato progettato per la citt di Pistoia dalling. domenico Pellizzi
di reggio emilia un complesso di 7 fabbricati per 73 alloggi per un importo di 4.585.000
lire, che pu essere definito col nome del suo progettista.
si tratta del primo intervento destinato alla realizzazione di un complesso di edifici pensati
unitariamente e con attenzione allarredo pubblico costituito dalle aree verdi attrezzate.
il progetto viene modificato, a seguito delle osservazioni del Ministero che ritengono
troppo alto il costo, dallo stesso Pellizzi ed approvato nel gennaio 1943. il progetto finale
risulta composto da due fabbricati di tipo a (3 piani per 9 alloggi), due di tipo B (2 piani
per 6 alloggi) e due di tipo C (4 piani per 28 alloggi) per complessivi 86 alloggi. i lavori
per la costruzione di questi edifici sono appaltati a trattativa privata nel dicembre 1942 alla
ditta ermindo Martelli e figli prima ancora dellindividuazione del terreno su cui saranno
costruiti. si procede quindi celermente alla ricerca di unarea idonea che viene individuata
e acquistata nel marzo 1943 per 25 lire/m2.
il terreno in angolo fra la via Pagliucola e la via della Quiete, di propriet di niobe e Pietro
Venturi, ha una superficie di 6.784 m2 ed considerato in zona salubre, a prezzo conveniente ed idoneo a realizzare i fabbricati gi appaltati (fig. 33).
La scelta dellarea sulla quale saranno costruiti i primi edifici residenziali e che danno effettivo avvio allespansione nord della citt, sembra avvenuta con una certa casualit.
non c un piano regolatore, non ci sono discussioni particolari n allinterno dellistituto
n dellamministrazione Comunale che rilevino limportanza che tale intervento assume
per lo sviluppo complessivo di Pistoia.
si trova solo una lieve controversia tra listituto e il Genio Militare che, proponendosi di costruire alcuni stabili per alloggio ufficiali sui terreni antistanti alla nuova Caserma Marini, si
preoccupa che la costruzione di case popolari possa ostacolare tale disegno e comunica che:
intendimento di questo ufficio di costruire sul terreno di fronte alla nuova caserma alcuni stabili
per alloggi ufficiali e per conseguenza si gradirebbe che, ove fosse possibile, non venissero costruite
in detta localit case popolari che ostacolassero la realizzazione del piano. inoltre la immediata vicinanza di case popolari alle caserme sarebbe assolutamente inopportuna per ovvie e molteplici ragioni;
invita listituto a considerare la convenienza di scegliere altra localit per la costruzione del villaggio
di case popolari,46

Fig. 32 - Villaggio Pellizzi.

ovviamente i programmi dellistituto sono troppo


inoltrati e, non ritenendo che una relativa vicinanza
di abitazioni a carattere popolare possa portare pregiudizio alle caserme,47 prosegue le sue pratiche per
avviare la costruzione degli edifici.
La ditta Martelli, assegnataria, inizia effettivamente i
lavori nel marzo del 1943 e li prosegue fino allagosto
quando sono sospesi, assieme a tutti gli altri lavori
dellistituto in corso, a causa del procedere degli
eventi bellici. Con la sospensione dei lavori rimane
pure definitivamente sciolto ogni rapporto con limpresa appaltatrice, anche perch la superiore autorit
non aveva approvato il contratto stipulato a trattativa
privata senza le procedure di gara pubblica previste.
i tre fabbricati appaltati alla ditta Martelli sono quelli

nota del Comando ufficio lavori del Genio della difesa territoriale di firenze n. 13059 del 7 aprile 1943. asCPPt,
a 530.
47 Lettera del commissario prefettizio delliaCP al podest di Pistoia, 13 aprile 1943. Ibidem.
46

Via Pagliucola

41

ad ovest del villaggio ed i lavori eseguiti consistono nello splateamento e nellapprontamento


fino al piano di spicco di due fabbricati, uno di di 9 e laltro di 6 alloggi, e lo splateamento
del lungo fabbricato di 28 alloggi.
Quando nel 1946 si riavviano le procedure il cantiere gravemente danneggiato ed in particolare gli splateamenti che sono stati utilizzati per il deposito delle macerie trasportate
dagli edifici bombardati nel centro urbano.
Perizie 298, 340, 274 e 275
nel luglio 1946 ling. alessandro taddei procede allaggiornamento del progetto per la
costruzione di 4 fabbricati del Villaggio Pellizzi, uno di tre piani e 6 alloggi, due di tre piani
e 9 alloggi e uno di quattro piani e 28 alloggi, e nellagosto aggiorna i progetti degli altri
due fabbricati di quattro piani e 28 alloggi e di tre piani e 9 alloggi. i due fabbricati di 9 alloggi (perizie 298 e 340; fig. 33) sono appaltati alla ditta societ edile Ligure Lombarda
(seLL) nel settembre 1946. il primo viene eseguito rapidamente senza interruzioni e i lavori finiscono il 5 novembre 1947, e anche i lavori del secondo si svolgono regolarmente,
seppure con ritmo ritardato a causa delle difficolt incontrate nellapprovvigionamento dei materiali
e soprattutto causa le difficolt economiche alle quali la ditta appaltatrice ha dovuto far presente per
le vorticose maggiorazioni verificatesi48

e terminano il 12 gennaio 1948 (fig. 32).


Gli altri due fabbricati di 28 alloggi (perizia 274, fig. 33) e di 6 (perizia 275, fig. 33) sono appaltati nellagosto del 1946 alla azienda Costruzioni edili stradali (aCes), la stessa che costruisce gli edifici in via spartitoio, che ha vinto la gara con un ribasso del 17,20 per cento.
il termine per la fine dei lavori relativi alla perizia 274 fissato al febbraio 1948. Ma il procedere dei lavori caratterizzato da molte controversie fra limpresa e listituto (sui prezzi
e sui tempi di realizzazione) in parte oggettive ma in parte dovute a pretesti dellimpresa
che si trova in gravi difficolt finanziarie a causa dei numerosi cantieri aperti contemporaneamente. di fatto per la perizia 274 si concordano due verbali di nuovi prezzi (nel settembre 1947 e nellottobre 1948) e ben sette proroghe di cui lultima nel luglio 1948.
Le proroghe sono motivate anche dalla oggettiva difficolt di approvvigionare il cantiere
dei materiali necessari (in particolare i mattoni) per lintensit dei lavori di ricostruzione
che interessano lintera regione. i lavori sono sospesi anche a causa del maltempo per tre
volte. Ledificio terminato il 19 febbraio 1949, con un anno di ritardo.
il temine dei lavori relativi alla perizia 275 sono fissati al novembre 1946. Ma
in seguito a motivate richieste da parte dellimpresa si concessero alla stessa proroghe per complessivi
210 giorni () due giorni prima della scadenza si sospesero i lavori in attesa dellapprovazione di una
perizia suppletiva resa necessaria per il perfetto completamento dellopera appaltata.49

inoltre le solite lentezze per le difficolt di approvvigionamento per cui i lavori sono effettivamente terminati solo il 24 aprile 1948.50
Perizie 378 e 387
Gli ultimi due edifici del Villaggio Pellizzi (perizie 378 e 387, fig. 33) sono appaltati allimpresa albino Colombano nel novembre 1946.
il fabbricato di 9 alloggi relativo alla perizia 387 dovrebbe essere terminato entro il febbraio
47 ma la necessit di concordare nuovi prezzi, le ben sette proroghe per 445 giorni e una

Lavori di costruzione di un fabbricato di 9 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 340. relazione annessa al conto finale.
5 ottobre 1948. asCPPt, C 138.
49 Lavori di costruzione di un fabbricato di 6 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 275. relazione annessa al conto finale.
asCPPt, a 271.
50 asCPPt, a 1046.
48

42

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Fig. 33 - Gli interventi in via Pagliucola.

sospensione di 44 giorni concesse fanno terminare i lavori solo il 28 luglio 1948. anche
per lultimo fabbricato (perizia 378) di 28 alloggi il termine di ultimazione fissato per il maggio 1947 viene, per le solite difficolt di approvvigionamento materiali, condizioni climatiche
e difficolt finanziarie dellimpresa, prorogato per sette volte per 632 giorni.
Le proroghe furono accordate dallistituto su proposta della direzione dei lavori, che si trov a scegliere fra due soluzioni possibili: o dichiarare inadempiente limpresa e rescindere il contratto, con
grave danno per limpresa e senza apprezzabile vantaggio per lente appaltante, o tollerare la lentezza
di esecuzione per consentire allimpresa di giungere al termine senza eccessivo disborso.51

i lavori sono terminati solo il 20 maggio 1949.


nel 1949 risultano terminati e abitati tutti e sei gli edifici del progetto originario, per un
totale di 89 alloggi, che completano larea a nord della via Pagliucola (fig. 32).

gli altri interventi IaCP


a sud di via Pagliucola

in considerazione della notevole importanza assunta dalla zona di via Pagliucola per lo
sviluppo edilizio a carattere popolare, il Comune di Pistoia elabora allinizio del 1949 un
progetto di rettifica, ampliamento e sistemazione della strada. nei mesi successivi predispone un piano di lottizzazione delle aree a sud della via Pagliucola, per permettere la costruzione di altri blocchi di case popolari, delle case del piano fanfani ed eventualmente
di quelle cooperative edilizie fra impiegati recentemente costituite a Pistoia. LiaCP intanto
prosegue nelle trattative per lacquisto delle aree di propriet Capecchi, Magni, tuci e altri
per far fronte alle proprie esigenze costruttive derivanti dai nuovi finanziamenti assegnati,
prima che le costruzione stradali, degli impianti e servizi pubblici a cura del Comune ne determini un
forte aumento di valore. Cos, data la notevole disponibilit di aree a relativo buon prezzo, e la probabilit di una rapida sistemazione dei servizi, listituto ha stabilito di costruire in prevalenza nella
zona di via Pagliucola i fabbricati di cui possibile il finanziamento con la recente assegnazione ministeriale di contributo di 50 milioni.52

LiaCP continua dunque ad acquistare terreni nella zona di via Pagliucola grazie al prezzo

Costruzione di un fabbricato di 28 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 274. relazione finale. 15 marzo 1951. asCPPt, C 138.
Progetto per la costruzione di tre fabbricati di 3 piani e 6 alloggi in via Pagliucola. relazione e preventivo generale
delling. taddei. asCPPt, a 889.
51

52

Via Pagliucola

43

Fig. 34 - Cronologia degli interventi in via


Pagliucola.

conveniente e per la probabile, rapida sistemazione dei servizi e della viabilit della zona
finanziata con i fondi per la disoccupazione.
Perizie 870, 871 e 872
nel dicembre del 1948 ling. taddei progetta tre edifici uguali di tre piani e 9 alloggi (fig.
33) da costruire sulle aree a sud di via Pagliucola lungo la via della Quiete in corso di acquisto dal proprietario, tuci. i fabbricati sono finanziati dallo stato in conto capitale per
il 50 per cento e con partecipazione agli interessi in ragione del 3 per cento per il mutuo
da contrarsi a copertura dellaltro 50 per cento.
Ledificio ha aspetto assai semplice, appropriata la distribuzione dei balconcelli, armonico il movimento delle masse, zoccolatura di colore pietra serena, zona di faccia vista di mattoni compressi a vivace contrasto di colori caldi devono costituirne una piacevole rifinitura decorativa dello esterno.53

e il costo di ogni singolo edificio ammonta a 17.858.000 lire.


i tre fabbricati sono appaltati l11 dicembre 1950 e aggiudicati a tre diverse ditte. il primo
(perizia 870) allimpresa Cooperativa Combattenti e reduci di Pistoia per un importo di
13.167.000 lire al netto del ribasso dell11,75 per cento. i lavori iniziano nel gennaio 1951
con un termine di ultimazione fissato al 16 agosto 1951 ma:
i lavori si svolgono fin dallinizio con molta lentezza. Malgrado i solleciti e lincoraggiamento dellistituto e la benevola concessione di proroghe (ben 5 per un totale di 470 giorni) i lavori si protrassero
con maestranze sempre pi ridotte fino al gennaio 1953 data in cui furono arbitrariamente sospesi
dai pochi operai superstiti.54

nel febbraio 1953 la cooperativa fallisce e tutti i successivi tentativi per far riprendere e
completare ledificio non riescono e pertanto, il 7 agosto 1953, viene dichiarato decaduto
il contratto e si procede ad una nuova perizia e a nuovi appalti. i lavori nel frattempo realizzati dallimpresa ammontano a meno del 50 per cento della perizia iniziale.

Costruzione di fabbricato racchiudente 9 quartieri in via Pagliucola. relazione e preventivo generale delling. taddei,
20 dicembre 1948. asCPPt, C 163.
54 Lavori di costruzione di un fabbricato di 3 piani e 9 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 870. relazione al conto finale
redatta dalling. fondi. 24 dicembre 1955. asCPPt, a 526.
53

44

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i lavori per il completamento delledificio sono appaltati alla ditta innocenti Vitaliano fu
arrigo, riprendono il 20 febbraio 1954 e sono terminati il 21 giugno dello stesso anno.
il secondo e il terzo fabbricato (perizie 871 e 872) vengono appaltati assieme al primo nel dicembre 1950 rispettivamente allimpresa Martelli ermindo e figli di Pistoia per un importo di
12.667.080 lire col 15,10 per cento di ribasso e alla ditta imprese edili e stradali, per un importo
di 13.425.016 lire col 10,02 per cento. anche la costruzione di questi edifici inizia nel gennaio
1951, ma sono condotti con regolarit e terminati rapidamente il 30 ottobre 1951 (fig. 35).55
Perizie 12, 13 e 11
un nuovo progetto per la costruzione di tre edifici di tre piani e sei alloggi redatto dalling.
fondi nel 1949 e poi modificato nel maggio 1950.
Gli edifici, come riporta la relazione al progetto:
sono studiati secondo un raggruppamento non intensivo orientati coi lati lunghi in senso nord sud,
come i fabbricati esistenti dal lato opposto di via Pagliucola in modo da avere camere e soggiorni
colle finestre a levante e ponente ed aventi sul lato nord solo finestre di corridoi e servizi.56

Fig. 35 - Gli interventi a sud di via Pagliucola.

i tre edifici sono in un primo tempo ubicati nel lotto


ad ovest di via della Quiete, ma poi su tale lotto vengono costruiti i tre edifici precedentemente progettati
dalling. taddei e i fabbricati in questione sono spostati
pi a sud sul lotto prospiciente il torrente Brana, completando cos ledificazione della striscia di terreno di
9840 m2 acquistata nel novembre 1949.
Gli edifici della perizia 12 e 13 (fig. 33) vengono appaltati alla ditta Pedicini nellaprile del 1952 col ribasso dello 0,36 per cento dopo che una precedente
gara era andata deserta.
i lavori iniziano il 3 maggio del 1952 e dopo quattro
proroghe per complessivi 370 giorni sono ultimati il
25 novembre 1953.
Per il terzo fabbricato (perizia 11, fig. 33) ci sono ritardi nella contrazione del mutuo e il
progetto viene ulteriormente aggiornato, sempre dalling. fondi: si riduce la consistenza e
il numero dei vani delledificio, portando limporto della perizia a 10.934.000 lire, per non
superare la somma a disposizione di 50 milioni e si sposta lubicazione sui terreni nel frattempo acquistati sul lato opposto della via della Quiete a sud del fabbricato esistente sulla
via Pagliucola. Ma il progetto deve essere nuovamente rivisto nellaprile del 1953 quando
ling. fondi elabora una nuova perizia di 9.887.900 lire finanziata sulla nuova legge 408.
il progetto, approvato nel gennaio 1954, viene appaltato alla ditta Vannucci Gaetano con
un ribasso dello 0,47 per cento. i lavori sono iniziati il 26 maggio del 1954 con limpegno
a terminarli entro il novembre 1954. di fatto
i lavori sono stati pi volte arbitrariamente sospesi dallimpresa, malgrado i richiami solleciti della direzione dei lavori, che espresse parere contrario alla concessione di proroghe, queste furono ugualmente
concesse dal presidente dellistituto dott. Bianchi con molta larghezza per complessi 430 giorni.57

dopo molteplici contrasti e contestazioni, i lavori sono effettivamente terminati solo il 30


gennaio 1956 (fig. 35).58

55

Ibidem.

Progetto per la costruzione di tre fabbricati di 3 piani e 6 alloggi in via Pagliucola. relazione generale delling. fondi.
20 novembre 1949. 31 maggio 1950. asCPPt, C 83.
57 Lavori di costruzione di un fabbricato di 3 piani e 6 alloggi in via Pagliucola. Perizia n. 11. relazione al conto
finale delling. fondi. 16 maggio 1957. asCPPt, a 527.
58 asCPPt, a 1046.
56

Via Pagliucola

45

Perizia 1458
Con la nascita del quartiere delle Casermette, praticamente in piena campagna, si fa evidente lesigenza di dotare la zona di alcune strutture commerciali.
nel settembre 1950 ling. fondi progetta un fabbricato di tre piani con quattro alloggi e
due negozi con relativo magazzino (che poi diventeranno 4 negozi). il fabbricato localizzato a nord della via Pagliucola in angolo con via della Quiete di fronte agli edifici gi
costruiti (fig. 33).
il progetto approvato nel febbraio 1952 e comporta la spesa di 9.101.200 lire.
i lavori sono appaltati alla ditta Vannucci adriano nel giugno 1952 col ribasso dello 0,43
per cento. il cantiere si apre nellagosto del 1952 e dopo una breve proroga e una perizia
suppletiva i lavori sono terminati il 22 marzo 1953.59
La legge 2 luglio 1949 n. 408
nel 1949 entra in vigore la legge n. 408 recante Disposizioni per lincremento delle costruzioni
edilizie che importante perch, oltre a disporre di finanziamenti, fornisce norme procedurali per la costruzione di case popolari e stabilisce che:
Per la concessione di contributi in annualit da parte dello stato agli enti e societ che costruiscano case
popolari la legge autorizza il ministero dei lavori pubblici ad assumere i seguenti impegni: lire due miliardi
nellesercizio 1949-50; lire due miliardi nellesercizio 1950-51; lire un miliardo nellesercizio 1951-52.
tali contributi saranno corrisposti in misura costante per trentacinque anni e saranno commisurati
ad una percentuale della spesa riconosciuta ammissibile () ogni alloggio deve: 1) avere non meno
di due e non pi di cinque vani abitabili, oltre i locali accessori costituiti da cucina, bagno, latrina, ripostiglio e ingresso; 2) avere il proprio accesso diretto dal ripiano della scala; 3) essere fornito di
latrina propria; 4) essere provvisto di presa dacqua nel suo interno, se esiste nel centro urbano limpianto di distribuzione di acqua potabile; 5) soddisfare alle altre condizioni di salubrit richieste dai
regolamenti di igiene e di edilizia.
La superficie utile non pu essere superiore:a 65 m2 per gli alloggi di due vani ed accessori; a 80 m2
per gli alloggi di tre vani ed accessori; a 95 m2 per gli alloggi di quattro vani ed accessori; a 110 m2 per
gli alloggi di cinque vani ed accessori.
devono essere escluse tutte le opere e le forniture che, per la loro natura, non abbiano carattere di
utilit e di normale necessit. possono quindi essere previsti impianti di riscaldamento adeguati alle
condizioni del clima locale, ed impianti di ascensore per gli stabili che hanno pi di quattro piani.
sono altres consentiti gli allacciamenti agli impianti di distribuzione del gas e dellenergia elettrica.
Le Casse di risparmio potranno concedere mutui agli istituti per le Case Popolari ad ammortamento
trentacinquennale anche in deroga ai loro particolari statuti.

Perizie 21 e 15
Con la nuova legge 408 inizia una nuova procedura finanziaria con la quale listituto di Pistoia ottiene i finanziamenti per la realizzazione della perizia 11 e, nel luglio del 1952, unassegnazione di 80 milioni con la quale si progettano e si approvano tre interventi per alloggi
minimi rispettivamente a Casalguidi, alla Lima e a spazzavento, e due fabbricati, di 9 e di
6 alloggi, a Pistoia ancora nella zona di via Pagliucola. i due fabbricati di tre piani e nove
alloggi sono progettati dalling. fondi sugli schemi tradizionali dellistituto.
La perizia 21 (fig. 33) viene approvata nel maggio 1954 e i lavori sono appaltati alla ditta
Vannucci Gaetano che offre un ribasso dello 0,47 per cento.
il cantiere si apre nel dicembre 1954 e i lavori, condotti lentamente, pur senza sospensioni,
si concludono il 31 dicembre 1955.
La perizia 15 (fig. 33) approvata nel settembre del 1953. i lavori sono appaltati, dopo
due gare andate deserte per i prezzi troppo bassi, alla stessa ditta Vannucci con laumento
del 5,50 per cento nel dicembre del 1954.

59

asCPPt, C 83.

46

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i lavori iniziano il 26 febbraio 1955 e la loro ultimazione certificata il 31 dicembre 1955


avviene di fatto solo nellestate del 1956 (fig. 35).60
Perizie 18 e 17
nel gennaio del 1952 il Ministero assegna alliaCP di Pistoia in esecuzione della legge
408/1949 un contributo in misura costante per 35 anni sulla spesa di 80.000.000 lire per
la costruzione di due edifici di case popolari.
Gli edifici, ubicati in un nuovo lotto in angolo fra la via della Concordia e la via dei Macelli
prospiciente il torrente Brana, sono progettati dalling. natale rauty
La perizia 18 (fig. 33) prevede un fabbricato di tre piani con due alloggi per piano e un
vano scala centrale, ubicato nel lato sud del nuovo lotto, e comporta una spesa 12.500.000
di lire. La gara dappalto viene vinta dallimpresa niccolai Cesare con il ribasso dello 0,49
per cento. i lavori iniziano il 27 settembre del 1954 e sono ultimati, dopo una sospensione
e una nuova consegna, il 1 giugno 1956.
La perizia 17 (fig. 33) prevede un edificio di tre piani con tre alloggi per piano distribuiti da
un unico vano scale centrale, ubicato nella parte nord del nuovo lotto ed ha accesso diretto
dalla via della Concordia. il costo previsto di 18.750.000 lire. il progetto viene approvato
nel settembre del 1953. i lavori sono appaltati alla ditta Vannucci Gaetano nel giugno 54 con
il ribasso dello 0,04 per cento. il cantiere si avvia il 25 ottobre 1954 e i lavori vengono ultimati
dopo molte proroghe concesse per ben 233 giorni solo il 31 gennaio 1956 (fig. 35).61
Perizia 25
nel gennaio del 1953 il Ministero assegna alliaCP di Pistoia un ulteriore contributo di
80.000.000 sulla legge 1058/1952, attuativa della legge 408.
Con tale stanziamento si finanzia fra gli altri un edificio da costruire su un lotto, gi di
propriet dellistituto, ubicato dalla parte opposta di via della Concordia a sud del fabbricato di cui alla perizia 15.
il progetto redatto ancora dalling. rauty prevede un edificio articolato in tre corpi riuniti
da due vani scala, il corpo centrale di quattro piani e quelli laterali di tre e comprende 14
appartamenti. La perizia comporta una spesa di 29.000.000 lire.
il progetto, approvato dallistituto nel febbraio del 1953 viene appaltato nel novembre
1954 alla ditta Vannucci Gaetano con il ribasso dello 0,01 per cento. i lavori sono consegnati il 17 gennaio 1955 e, dopo la concessione di due proroghe per complessivi 165 giorni,
sono terminati il 25 gennaio 1956 (fig. 35).
il 28 febbraio 1949 viene emanata unimportante legge, la n. 43 Provvedimenti per incrementare
La legge 43/1949
e gli interventi Ina-Casa loccupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori, denominata legge inaCasa. si riportano le parti pi significative del testo:

istituito il comitato di attuazione di un piano per incrementare loccupazione operaia mediante la


costruzione di case per lavoratori. il comitato presiede allimpiego dei fondi raccolti, predispone il
piano di costruzione degli alloggi e dei relativi ammortamenti e ne vigila lattuazione.
Per lesecuzione delle operazioni previste dalla presente legge costituita presso listituto nazionale
delle assicurazioni una gestione autonoma, munita di propria personalit giuridica e denominata gestione ina-Casa.
Per la costituzione dei fondi necessari allattuazione del piano, per ciascun anno del settennio che
si inizia col primo del mese successivo allentrata in vigore della presente legge: a) lo stato verser un
contributo pari al 4,30 per cento del complesso dei contributi di cui alle successive lettere b) e c),
oltre il contributo di cui allart. 22 per il periodo successivo alla data di assegnazione degli alloggi; b)
i dipendenti verseranno un contributo pari allo 0,60 per cento delle loro retribuzioni mensili; c) i

60
61

asCPPt, a 888.
asCPPt, a 1046.

Via Pagliucola

47

privati e gli enti pubblici, datori di lavoro verseranno un contributo pari all1,20 per cento delle retribuzioni mensili corrisposte ai propri dipendenti.
data facolt ai comuni di applicare una imposta a carico di coloro che occupano, a qualsiasi titolo, appartamenti con un numero di vani di abitazione, esclusi i servizi, eccedente le necessit del complesso
familiare. il comitato di cui allart. 1 predisporr un piano tecnico-finanziario della durata di sette anni,
da attuarsi per tutte le operazioni previste per la costruzione ed assegnazione di alloggi per lavoratori.
Per la costruzione delle case per lavoratori, il comitato pu incaricare lo stesso istituto nazionale delle
assicurazioni, listituto nazionale della previdenza sociale, le amministrazioni dello stato per i propri dipendenti, listituto nazionale per le case degli impiegati dello stato, gli istituti per le case popolari o altri
enti pubblici o di diritto pubblico, nonch consorzi e cooperative di produzione e di lavoro.
Met degli alloggi costruiti dalla gestione ina-Casa sar assegnata in propriet e met sar destinata
alla locazione. Lassegnatario otterr la libera propriet dellalloggio al termine di 25 anni, durante i
quali corrisponder rate mensili costanti comprensive del prezzo dellalloggio e di una quota proporzionale delle spese generali della gestione ina-Casa.
Per le aree edificabili, necessarie allattuazione della presente legge, ammessa la espropriazione per
causa di pubblica utilit. autorizzata una spesa annua di lire 15 miliardi per sette esercizi finanziari
decorrenti dallesercizio 1948-1949.62

Fig. 36 - INA-Casa, perizia 2307


e Centro sociale.

Con questa legge si istituisce un meccanismo di finanziamento che coinvolge lavoratori


e imprenditori, una procedura di programmazione per piani settennali e una struttura
di gestione facente capo allina, per la costruzione di alloggi di edilizia economica e
popolare con criteri nuovi di progettazione e assetto
urbanistico.
Gli interventi ina-Casa, a differenza degli interventi
precedenti destinati essenzialmente a fornire alloggi
in quantit massima possibile senza preoccuparsi eccessivamente della qualit della progettazione e degli
assetti urbanistici circostanti, affronta con decisione
il problema della qualit.
Gli edifici sono progettati e appaltati per superfici
pi vaste con pi fabbricati, comprendono la sistemazione delle aree circostanti prevedendo oltre alle
strade e alle fognature anche linserimento di aree a
verde, di attrezzature e servizi essenziali e ricercano
una progettazione di maggiore qualit coinvolgendo
studi di architettura rinomati.
i primi interventi ina-Casa a Pistoia sono realizzati
in via Pagliucola su quattro aree. Per la prima, comprendente rispettivamente tre edifici, viene nominato come stazione appaltante il Comune di Pistoia
e per le altre, comprendenti rispettivamente due edifici la seconda, quattro la terza e tre la quarta, viene nominato come stazione appaltante
liaCP di Pistoia.
Perizia 2307
nel giugno 1950 autorizzata loccupazione durgenza di unarea posta in angolo fra la
via Pagliucola e la via dei Macelli per la costruzione di tre edifici due di 24 e uno di 15 alloggi (fig. 33). i tre edifici che costituiscono il primo intervento ina-Casa a Pistoia sono
realizzati lanno successivo (fig. 36).63

Legge 28 febbraio 1949 n. 43. Provvedimenti per incrementare loccupazione operaia, agevolando la costruzione di case per
lavoratori.
63 asCPPt, B 553.
62

48

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Perizia 4197
il secondo intervento ina-Casa consiste in due fabbricati di 4 piani rispettivamente di 8
e 16 alloggi. dopo un lungo lavoro in collaborazione tra il Comune i progettisti e la direzione dellina-Casa per la scelta del terreno e la definizione delle tipologie (che si svolge
fra lautunno 1950 e lagosto 1951) gli edifici sono ubicati nel lotto centrale sulla via dei
Macelli prospiciente il torrente Brana (fig. 33).
il progetto redatto su incarico del Consiglio dellina dallarch ezio tesi di roma nel
gennaio 1952 e il Comune viene incaricato di fungere da stazione appaltante.
dopo due licitazioni deserte i lavori sono affidati alla ditta Vannucci Costantino nel febbraio 1952 e sono conclusi l11 aprile 1953 (fig. 38).64
Perizia 8462
ii terzo intervento ina-Casa interessa unarea fra la via Pagliucola e la via dei Macelli su
cui si costruiscono quattro edifici per complessivi 42 alloggi (fig. 33). il progetto, redatto
dallarchitetto tesi, approvato nel giugno 1954 e comporta una spesa di 82.444.400 lire.
La gara di appalto, indetta dalliaCP, stazione appaltante per conto dellamministrazione
ina-Casa, nel giugno 1954, vinta dalla ditta Vannucci Costantino con il ribasso dello 0,01
per cento. Con due perizie suppletive dellagosto 54 e del giugno 55 il costo sale a
84.825.000 lire. i lavori iniziano il 2 agosto 1954 e, dopo la compilazione di due perizie suppletive e la concessione di due proroghe per complessivi cinque mesi, sono ultimati il 25
ottobre 1955 (fig. 37).65

Fig. 37 - INA-Casa perizie 8462 e 6797.

Perizia 6797
il quarto intervento ina-Casa interessa unarea rettangolare di 400 m2 sempre fra la via
Pagliucola e la via dei Macelli (fig. 33).
il progetto compilato dalling. tesi nel dicembre
1953 e prevede la costruzione di tre edifici due di 16
e uno di 8 alloggi per complessivi 40 alloggi.
il progetto di due dei tre fabbricati (uno di 16 e uno
di 8 alloggi) sostanzialmente uguale a quello degli
edifici del secondo intervento, il terzo un fabbricato
a L in angolo fra la via Giusti e la via dei Macelli.
il progetto approvato nel marzo 1953 comporta una
spesa di 110.848.000 lire. i lavori sono appaltati nellaprile 1953 alla ditta Vannucci Costantino al netto
del ribasso dello 0,30 per cento.
il cantiere si avvia il 5 giugno 1953 con limpegno a
terminare i lavori entro laprile del 1954. dopo lapprovazione di due perizie suppletive per limporto
complessivo di 5.100.000 lire e la concessione di due
proroghe e due sospensioni i lavori sono terminati il 15 gennaio 1955 (fig. 37).66
Centro sociale
il primo intervento ina-Casa prevedeva la realizzazione di un Centro sociale la cui progettazione viene affidata allarch. Mario Paniconi di roma.
il progetto prevede un edificio a piano terra con sale e locali per attivit e assistenza sociale
e sanitaria viene redatto nel giugno del 1953, modificato e approvato nel luglio del 1954 e
poi nuovamente nel novembre 1955 e comporta una spesa di 10.464.200 lire.

asCPPt, B 448.
asCPPt, B 538.
66 asCPPt, a 1046.
64
65

Via Pagliucola

49

Fig. 38 - Il quartiere di via Pagliucola.

riePiLoGo deGLi interVenti in Via PaGLiuCoLa


Interventi
numero perizia

Tipologia
ed. pi. al.

finanziamento

Progettista

approvazione
data

298

1 3 9

stato
ricostruzione

taddei

lug. 46

340

1 3 9

taddei

274

28

275

1 3

378

387

Inizio lavori

fine lavori

seLL

set. 46

nov. 47

lug. 46

seLL

set. 46

gen. 48

taddei

lug. 46

aCes

ago. 46

feb. 49

taddei

lug. 46

aCes

ago. 46

apr. 48

28

taddei

ago. 46

Colombano

nov. 46

mag. 49

1 3

taddei

ago. 46

Colombano

nov. 46

lug. 48

870

1 3

taddei

dic. 48

Coop Com.
e reduci

dic. 50

giu. 54

872

1 3 9

taddei

dic. 48

i.e.stradali

dic. 50

ott. 51

12

1 3 6

fondi

feb. 50

Pedicini

mag. 52

nov. 53

13

1 3 6

fondi

feb. 50

Pedicini

mag. 52

nov. 53

11

1 3 6

fondi

gen. 54

Vannucci

mag. 54

gen. 56

fondi

set. 50

Vannucci

giu. 52

mar 53

1458

408

1 3 6 2

Impresa

21

1 3 9

408

fondi

mag. 54

Vannucci

dic. 54

dic. 55

15

1 3 9

408

fondi

set. 53

Vannucci

feb. 55

dic. 55

18

1 3 6

408

rauty

set. 52

niccolai

set. 54

giu. 56

17

1 3 9

rauty

set. 53

Vannucci

nov. 54

gen. 56

25

1 4 14

rauty

feb. 55

Vannucci

gen. 55

gen. 56

Galardi

apr. 53

Cori

ago. 54

nov. 55

dip. Comunali

14

408

50

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i lavori sono assegnati alla ditta Quinzio Benedetti di Montecatini che li inizia il 28 maggio
1956 e li termina il 3 marzo 1957.
nelledificio non si svolgeranno le funzioni originali ma verr usato come ambulatorio
medico e scuola materna dal Comune, cui sar poi ceduto nel 1971 (fig. 36).67

Ledificio per i dipendenti nel novembre del 1949 il Ministero dei Lavori Pubblici accoglie la richiesta del Comune
di un finanziamento di 10.000.000 con la legge 408/49 per la costruzione di un edificio di
comunali

sei alloggi per i dipendenti comunali.


un primo progetto, redatto dallufficio tecnico nel dicembre del 1949, viene approvato
dal Consiglio Comunale. successivamente il Comune richiede un ulteriore finanziamento
per consentire la costruzione di altri otto alloggi e la richiesta viene accolta nella misura di
ulteriori 20.000.000 di lire nel dicembre 1950.
nellottobre del 1953 ling. Galardi dellufficio tecnico del Comune compila un nuovo
progetto per un fabbricato a tre corpi: uno centrale di tre piani e due laterali simmetrici di
quattro piani, per complessivi 14 alloggi, con un costo previsto di 30.000.000 di lire.
Ledificio ubicato in un lotto di propriet iaCP in via dei Macelli (fig. 33), lungo il torrente
Brana ceduto a prezzo di costo dallistituto al Comune. i lavori sono appaltati alla impresa
Cori che li inizia nellagosto del 1954 con limpegno a terminarli entro il 24 agosto 1955.
Limpresa incontra diverse difficolt e malgrado una proroga di 60 giorni rinuncia ai lavori
ormai pressoch terminati il 29 novembre 1955. al termine dei lavori mancano solo alcuni
infissi e rifiniture che vengono completati direttamente dal Comune (fig. 35).68
nel 1956, dopo dieci anni dalla ripresa dellattivit nel dopoguerra, sono quindi terminati
tutti i 41 edifici di case popolari costruiti nella zona di via Pagliucola: 19 realizzati direttamente dalliaCP, 9 costruiti con i finanziamenti delle case per i senzatetto, 1 costruito dal
Comune per i propri dipendenti e 12 costruiti in quattro interventi finanziati sui programmi
ina-Casa (fig. 35, 38).

67
68

asCPPt, B 462.
asCPPt, a 1046.

Gli altri interventi INA-Casa

51

gLI aLTrI InTerVenTI Ina-Casa

gli edifici in periferia


Fig. 39 e 40 - Bonelle: planimetria
ed edificio.

in esecuzione del secondo piano settennale ina-Casa viene finanziata la costruzione di


cinque edifici nel Comune di Pistoia su terreni acquistati in via erbosa, a spazzavento,
Bonelle, Bottegone e santalessio.
su richiesta delliaCP il Comune si impegna alla realizzazione
delle opere pubbliche essenziali occorrenti (strada, acquedotto, fognatura ed illuminazione pubblica)
per rendere possibile la costruzione di nuovi alloggi a favore della popolazione meno abbiente.69

Bonelle
Ledificio di Bonelle ubicato sulla via Bonellina a sud del ponte sul torrente ombrone
(fig. 39). il progetto redatto dallarch. rivieccio di napoli, ha caratteristiche simili a quello
di spazzavento, comporta una spesa di 15.015.000 lire e viene approvato nel gennaio 1959.
La gara di appalto a licitazione privata vinta dalla cooperativa aCLi di Campo tizzoro
con un ribasso del 2,5 per cento.
i lavori iniziano il 6 aprile 1959 e sono regolarmente terminati il 18 marzo 1960 (fig. 40).70
spazzavento
Ledificio, su progetto redatto dallarch. rivieccio, approvato dalla gestione ina-Casa
nellaprile del 1958 per limporto totale di 13.793.984 lire.
il suolo a disposizione ubicato nelle zone a nord della frazione di spazzavento di fronte alledificio
scolastico (fig 41) con accesso direttamente dalla strada; il fabbricato di tre piani con due ingressi
per piano per complessivi 33 vani oltre i cantinati.71

La gara di appalto, esperita dalliaCP (nominato stazione appaltante) nellaprile del 1958,
vinta dalla cooperativa di lavoro aCLi di Campo tizzoro con un ribasso dello 0,05 per
cento. i lavori, consegnati il 22 agosto 1958, vengono eseguiti regolarmente e sono terminati con perfetto rispetto degli impegni l8 agosto 1959 (fig. 42).72
Fig. 41 e 42 - Spazzavento: planimetria
ed edificio.

Bottegone
anche questo progetto elaborato dallarch. rivieccio ma diverso da quelli di spazzavento e Bonelle perch:

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 170/bis del 14 luglio 1958.
asCPPt, B 447.
71
Case per lavoratori nel Comune di Pistoia frazione spazzavento. relazione dellarch rivieccio, 1958. asCPPt,
B 469.
72
asCPPt, Ibidem.
69
70

52

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


La configurazione e la dimensione del suolo non hanno consentito ladattamento del progetto di Bonelle. il suolo a disposizione ubicato a nord della strada statale (fig. 43); il fabbricato da costruire
di tre piani con due ingressi per piano per complessivi 6 alloggi e 33 vani oltre i cantinati.73

Fig. 43 e 44 - Bottegone: planimetria


ed edificio, ASCPPT.

il progetto comporta una spesa di 14.355.000 lire ed approvato nel luglio 1958.
nellagosto dello stesso anno si svolge la gara dappalto alla quale non partecipa nessuna
impresa. Limpresa Loris nesti si dichiara disposta ad accollarsi i lavori con laumento del
10 per cento e si aggiudica lappalto a trattativa privata. i lavori iniziano il 5 febbraio 1959
e vengono regolarmente terminati il 30 gennaio 1960 (fig. 44).74

Fig. 45 e 46 - Via Erbosa: planimetria


ed edificio, ASCPPT.

Via erbosa
il finanziamento sulla via erbosa assegnato alla Cooperativa edificatrice Giovacchino
Banti e localizzato su una nuova traversa di via Castel de frosini (attuale via fausto Vannucci) da costruire assieme alledificio dalla cooperativa assegnataria (fig. 45).
il progetto, redatto dallarch. adolfo Pagani, approvato il 21 ottobre 1958, prevede un
edificio di tre piani con sei alloggi distribuiti da una scala centrale e comporta una spesa
di 14.550.000 lire.
La gara dappalto tenutasi il 4 dicembre 1958 vinta dallimpresa Ciatti remo di Maresca
con il ribasso dello 0,25 %. i lavori iniziano il 9 marzo 1959 e dopo tre proroghe sono ultimati il 3 marzo 1960 (fig. 46).75

Via di santalessio
nel 1957 la gestione ina-Casa domanda al Comune di Pistoia lautorizzazione per la costruzione di un fabbricato per lavoratori ferrovieri costituito da 12 quartieri e 48 vani, a tre

Perizia 1835 bis; Case per lavoratori nel comune di Pistoia frazione di Bottegone. relazione dellarch. rivieccio.
1958. asCPPt, B 510, a 524.
74
asCPPt, Ibidem.
75
asCPPt, B 465.
73

Gli altri interventi INA-Casa

Fig. 47 e 48 - SantAlessio: planimetria


ed edificio, ASCPPT.

53

piani e parzialmente interrato, in via di santalessio, presso Le fornaci(fig. 47), su progetto


elaborato dal Ministero dei trasporti, ferrovie dello stato a firma delling. ermanno Politi.
il progetto prevede la realizzazione di un unico edificio con 2 ingressi separati che servono
ciascuno 6 alloggi di 3 vani pi servizi e per i due a piano terreno previsto un accesso diretto allesterno, sul retro.
il 1 gennaio 1958 il permesso viene concesso ma alla fine di novembre 1949 i lavori non
sono ancora iniziati per cui viene concessa una proroga fino al gennaio 1961.
Ledificio viene realizzato al termine degli edifici esistenti allinizio della via di santalessio,
in aperta campagna e in posizione pedecollinare.
Gli alloggi vengono affidati in gestione alliaCP e poi venduti a riscatto (fig. 48).76

asCPt, sezione ufficio tecnico, domande per concessioni edilizie, affare 10988/15. asCPPt, Xi. 1. 49.

76

54

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

InTerVenTI neLLe zone CoLLInarI e MonTane

aree collinari

Fig. 49, 50 e 51 - Piteccio:


planimetria, ledificio di via 24 Maggio e
ledificio di piazza V. Veneto.

Piteccio
edificio di sei alloggi.
nellaprile del 1955 il ministero LL. PP. assegna alliaCP di Pistoia un contributo (legge 408)
in misura costante per 35 anni sulla spesa di 145 milioni di lire di cui 12 milioni sono destinati
alla costruzione di un edificio di tre piani con sei alloggi nella frazione di Piteccio (fig. 49).
il progetto, redatto dalling. rauty per una spesa di 12.500.000 lire, approvato il 30 maggio
1955. il fabbricato ubicato su unarea prospiciente la via 24 Maggio, attigua ad altro lotto
per le case popolari costruite con i fondi della legge per i senzatetto. i sei alloggi, uguali
fra loro e distribuiti da un vano scala centrale, hanno una superficie utile netta di 72 m2.
La gara per laggiudicazione dei lavori si svolge nel dicembre del 1955 ed vinta dalla ditta
Gaetano Vannucci di Pistoia con il ribasso dello 0,10 per cento. i lavori iniziano il 30
giugno 1956 e sono terminati regolarmente il 26 aprile del 1957 (fig. 50).77
edificio di tre alloggi.
nel gennaio del 1962 il ministero approva il programma costruttivo delliaCP di Pistoia
di 203 milioni finanziati con la legge 195/62 per la costruzione di case popolari a Pistoia
e Pescia di cui 12 milioni per la costruzione di un edificio di tre alloggi a Piteccio (fig. 49).
il fabbricato di tre piani con un vano scale che distribuisce 3 alloggi di cinque vani organizzato in modo da consentire un futuro raddoppio mai realizzato. il progetto comporta
una spesa di 16.582.742 lire ed approvato il 29 ottobre 1964.
La gara di appalto si svolge il 20 maggio 1965 ed vinta dalla ditta Primario Biagioni di
Pistoia con il ribasso del 13,20 per cento. i lavori iniziano il 18 settembre 1965 e a causa
di 245 giorni di proroghe e sospensioni sono terminati solo il 16 marzo 196778 (fig. 51).

Le grazie
un intervento pi interessante viene realizzato con finanziamenti Ges.Ca.L. a Le Grazie
per la costruzione di un gruppo di cinque fabbricati per nove alloggi.

77
78

asCPPt, a 275; a 971.


asCPPt, C 164; a 978.

Interventi nelle zone collinari e montane

Fig. 52 e 53 - Le Grazie.
Fig. 54 - Ledificio di Villa di Baggio.

55

il finanziamento assegnato alla Cooperativa edilizia Casa Piccini nominata anche stazione appaltante dellintervento.
il progetto delling. Benedetti prevede
quattro edifici a piano terra bifamiliari e
un edificio monofamiliare distribuiti attorno ad un anello viario centrale (fig. 52)
e comporta una spesa di 11.749.992 lire.
La gara dappalto si svolge nel marzo
1972 ed vinta dallimpresa del geom. orlando Casalini con il ribasso dello 0,1 per cento.
i lavori iniziano il 27 aprile 1972 e terminano il 31 maggio 197379 (fig. 53).
Villa di Baggio
il Consiglio di amministrazione delliaCP il 21 settembre 1954 accoglie la domanda
della popolazione di Villa di Baggio () in cui pi si nota la necessit di abitazioni a buon
mercato e decide di costruire un fabbricato di tre piani e tre alloggi utilizzando le economie per 7.985.800 lire realizzate nella costruzione di due fabbricati in via Pagliucola e via
spartitoio, finanziati con mutui.
il progetto delledificio, di cui previsto lampliamento, curato dalling. alberto fondi
per un importo di 7.500.000 lire e i lavori vengono completati, dopo una perizia aggiuntiva
per maggiori spese per lallacciamento elettrico, nel 1956 (fig. 54).80

aree montane
Fig. 55 e 56 - Pracchia: planimetria
ed edificio.

Fig. 57 e 58 - Orsigna: planimetria


ed edificio.

Pracchia
La gestione ina-Casa decide di programmare la costruzione di un edificio di otto alloggi
nella frazione montana di Pracchia (fig. 55), e di nominare stazione appaltante liaCP
di Pistoia.
i lavori dellimporto di 17.044.000 lire
sono aggiudicati alla cooperativa di lavoro aCLi di Campo tizzoro con il ribasso dello 0,40 per cento.
i lavori iniziano il 10 gennaio 1955 e
dopo due proroghe e due sospensioni
per complessivi 295 giorni sono ultimati
il 31 luglio 195681 (fig. 56).
orsigna
un altro edificio di sei alloggi viene programmato dalla Gestione ina-Casa nella frazione
montana di orsigna (fig. 57). il progetto dellarch. Preti approvato l8 maggio 1956.
La gara di appalto si svolge il 28 giugno
1956 ed vinta dalla stessa cooperativa
di lavoro aCLi di Campo tizzoro col ribasso dello 0,20 per cento.
il cantiere si apre il 19 settembre 1956 e
dopo tre sospensioni per 280 giorni e
due proroghe per 105 giorni i lavori sono
terminati il 5 giugno 195882 (fig. 58).

asCPPt, B 655, B 684.


asCPPt, a970, a971, a 1046, d 41, Xi.1.18
81 asCPPt, B 503.
82 asCPPt, B 563.
79
80

56

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le aBITazIonI Per I LaVoraTorI agrICoLI DIPenDenTI

Fig. 59 - Pontelungo: abitazioni per


lavoratori agricoli, planimetria, ASCPPT.

Fig. 60 - Pontelungo: abitazioni per


lavoratori agricoli.

nel dicembre 1960 viene emanata una legge per il finanziamento di abitazioni da riservare
ai lavoratori agricoli dipendenti previa la formazione di un piano nazionale.83
il piano prevede la ripartizione tra le varie province dei fondi disponibili, tenendo conto
delle caratteristiche economiche delle province stesse, del numero di giornate di lavoro
svolte nellagricoltura, del rapporto tra numero dei lavoratori e giornate di lavoro, degli indici di affollamento e delle condizioni igienico-sanitarie delle abitazioni nonch del prevedibile andamento delloccupazione dei lavoratori dipendenti dallagricoltura.
il servizio di cassa relativo ai fondi della legge affidato alla Banca nazionale del Lavoro.
La realizzazione delle opere affidata al Genio Civile, agli istituti autonomi Case Popolari,
allunrra-Casas o direttamente ai lavoratori agricoli.
Per lesecuzione dei programmi di costruzione sono previsti mutui, da contrarre con il
Consorzio di Credito per le opere pubbliche, da ammortizzarsi in un periodo non superiore
a 20 anni, per un importo di 20 miliardi annui dal 1961 al 1979, e 30 miliardi nel 1980.
in ogni provincia costituito un Comitato provinciale presieduto dal prefetto per effettuare
la ripartizione dei fondi nellambito provinciale e per formare le graduatorie di assegnazione. Le abitazioni vengono assegnate in propriet, a riscatto o in locazione, secondo la preferenza degli aventi titolo allassegnazione.
alla provincia di Pistoia viene assegnato nel periodo dal 1961 al 1974
1.050.000.000 di lire. Quasi la met dei finanziamenti sono localizzati nel comune di Pistoia per la realizzazione da parte delliaCP di tre interventi principali: a Pontelungo, alle sei arcole in via Bure Vecchia e a san Pierino Casa
al Vescovo localit Castel de Luci in via ombrone Vecchio.
i progetti prevedono la costruzione di case unifamiliari a uno o due piani
in aree agricole, che si vengono configurando come piccoli villaggi agricoli,
ben serviti dalla viabilit e con tutte le caratteristiche necessarie comprese le rimesse per
animali e per attrezzi agricoli.

Pontelungo

a Pontelungo sono localizzati 4 fabbricati per complessivi 4 alloggi di tre vani pi accessori; gli alloggi comprendono un vasto soggiorno affiancato da una cucina con annesso
ripostiglio. il reparto notte comprende due ampie camere e un servizio.
il terreno ceduto gratuitamente dal Comune di Pistoia e si trova nel centro di Pontelungo
a sud della strada statale lucchese (fig. 59). il progetto delling. Giannini comporta una
spesa di 20.125.688 lire ed approvato il 18 dicembre 1969.
La gara di appalto svoltasi il 3 febbraio 1970, va deserta per cui i lavori vengono affidati a
trattativa privata alla societ Co.Ge.Ca. di tobia scatolini di Montecatini.
i lavori di costruzione iniziano il 18 aprile 1970 e sono terminati il 17 aprile 1971 per i
lavori principali e il 30 novembre 1971 per i lavori di perizia suppletiva (fig. 60).84

Castel de Luci

Per la realizzazione di 19 edifici per 36 alloggi unifamiliari viene acquistata, con il contributo
di 10 milioni da parte della Provincia di Pistoia, una vasta area in via ombrone Vecchio, localit Castel de Luci, al centro delle colture orto vivaistiche del Comune di Pistoia (fig. 61).
Gli edifici sono realizzati con quattro distinti progetti uno di 6 edifici con 15 alloggi, uno
di 3 edifici e 6 alloggi, uno di 2 edifici con 5 alloggi, uno di 11 edifici e 11 alloggi.

83
84

Legge 30 dicembre 1960 n. 1676. Norme per la costruzione di abitazioni per i lavoratori agricoli.
asCPPt, C 128.

Le abitazioni per i lavoratori agricoli dipendenti

Fig. 61 e 62 - Castel de Luci: abitazioni


per lavoratori agricoli, planimetria, ed edifici
ASCPPT.

57

Intervento di 6 edifici di 15 alloggi


il primo progetto che prevede la realizzazione di 18 alloggi compilato dalling. Giannini,
comporta una spesa di 90 milioni di lire ed approvato dalliaCP il 10 giugno 1963. il
progetto prevede alloggi unifamiliari terra tetto con la parte notte al primo piano.
Visto che altre gare di appalto per edifici simili sono andate deserte si decide di appaltare
i lavori con offerta in aumento rispetto al prezzo base. Le due licitazioni private con offerta
in aumento svolte nel novembre 1963 e nel gennaio 1964 vanno anchesse deserte per
mancanza di offerte. a questo punto liaCP invita in via breve diverse ditte per tentare di
appaltare i lavori a trattativa privata. Le grandi imprese rifiutano e pertanto si decide di accettare lofferta della ditta niccol Cannata di enna di eseguire i lavori con un aumento
del 42,50 per cento. Laumento impone la revisione del progetto con la riduzione degli alloggi realizzabili da 18 a 15.
Gli alloggi sono di 5, 6 e 7 vani con una pertinenza agricola ciascuno. il nuovo progetto
approvato nel giugno del 1964 per lo stesso importo di 90 milioni di lire.
i lavori iniziano il 21 maggio 1964 e sono ultimati, dopo la concessione di due proroghe
per 120 giorni, il 13 luglio 1965 (fig. 62).85
Intervento di 3 edifici di 6 alloggi
il progetto delling. Giannini, uguale al precedente, comporta una spesa di 40 milioni di
lire ed approvato nel dicembre del 1965.
La gara di appalto svolta nello stesso mese vinta dalla Cooperativa edile di Larciano con
il ribasso del 7,27 per cento.
i lavori iniziano l1 giugno 1966 e sono ultimati il 14 agosto 1967.86
Intervento di 2 edifici di 5 alloggi
il progetto redatto dalling. Giannini prevede tipologie uguali al primo intervento con 5
alloggi unifamiliari aggregati in un edificio a schiera ubicato nella parte est della zona e un
edificio isolato con un alloggio nella parte ovest. il progetto comporta una spesa di
37.503.00 lire ed approvato il 3 marzo 1966.
La gara di appalto si svolge il 21 maggio 1966 ed vinta dalla Cooperativa edile di Larciano
con il ribasso del 3,15 per cento.
i lavori iniziano il 3 aprile 1967e dopo 217 di sospensioni e proroghe sono terminati il 15
marzo 1969.87
Intervento di 11 edifici e 11 alloggi
nel settembre 1967 ling. Giannini progetta un nuovo intervento per complessivi 11 edifici

asCPPt, B 350, B 393.


asCPPt, B 349.
87 asCPPt, B 347.
85
86

58

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

unifamiliari, ad un solo piano e identici fra loro. Le procedure di finanziamento e di appalto


sono divise in due perizie una di 4 e una di 7 edifici. i progetti comportano rispettivamente
una spesa di 24 e 40 milioni di lire e sono approvati il 18 marzo 1968.
La gara dappalto si svolge nellaprile del 1968 ed vinta dalla Cooperativa edile di Larciano con il ribasso dello 0,80 per cento.
i lavori principali iniziano il 10 gennaio 1969 sono terminati il 9 aprile 1970. altri lavori
relativi ad una perizia suppletiva sono terminati il 10 gennaio 1972 (fig. 62).88

sei arcole

nel novembre del 1971 ling. Giannini progetta 13 edifici per 19 alloggi da costruirsi a
san Pierino Casa al Vescovo. il progetto approvato nellaprile del 1972, ma nel settembre
Viste le difficolt insorte per lacquisizione dellarea occorrente, specie per quanto riguarda lalto costo
del terreno. Preso atto dellaccordo intervenuto con il Comune di Pistoia per localizzare in via Bure
Vecchia, su terreno della societ saita di roma le predette costruzioni.89

liaCP decide di localizzare la costruzione dei 19 alloggi in localit sei arcole sul lato est della
via Bure Vecchia (fig. 63) da realizzare con tre interventi, due di sei alloggi e uno di sette.
Intervento di 6 edifici e 6 alloggi
il progetto per la costruzione
dei 6 fabbricati lo stesso redatto per la localizzazione a san
Pierino salvo una diversa disposizione planimetrica. il progetto
comporta una spesa di 50 milioni
di lire. La gara per lassegnazione
dei lavori vinta dallimpresa
Co.Ge.Ca. di tobia scatolini di
Massa e Cozzile con il ribasso
dello 0,01 per cento.
i lavori iniziano il 25 ottobre
1973 e dopo la concessione di 4
sospensioni per complessivi 180
Fig. 63 e 64 - Sei Arcole: abitazioni per
lavoratori agricoli, planimetria ed edifici,
ASCPPT.

giorni, vengono ultimati il 23 aprile 1975 (fig. 64).90


Intervento di 5 edifici e 6 alloggi
Laltro progetto redatto sempre dalling. Giannini di 5 fabbricati e 6 alloggi comporta una
spesa di 50 milioni di lire. i lavori sono appaltati nellottobre del 1972 allimpresa
Co.Ge.Ca. con il ribasso dello 0,01 per cento.
i lavori iniziano il 15 settembre 1973 e dopo sospensioni concesse per complessivi 231
giorni sono terminati, compresa una perizia suppletiva, il 7 aprile 1975.91
Intervento di 2 edifici e 7 alloggi
anche questo intervento progettato dalling. Giannini e realizzato nel 1975 assieme ai
due precedenti.

asCPPt, C 54, C 55 e a 747.


asCPPt deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 68 del 19 settembre 1972. asCPPt, a 986.
90 asCPPt, C 126.
91 asCPPt, C 127.
88
89

Leliminazione delle case malsane

59

LeLIMInazIone DeLLe Case MaLsane


La legge 9 agosto 1954
n. 640

nel 1954 viene emanata una nuova legge per leliminazione delle abitazioni malsane di cui
si riportano le parti principali:
il Ministero dei lavori pubblici autorizzato a disporre la costruzione a spese dello stato di alloggi per
accogliere le famiglie allocate in grotte, baracche, scantinati, edifici pubblici, locali malsani e simili.
il Ministero dei lavori pubblici autorizzato a promuovere il trasferimento degli abitanti. a tal fine il
Comune procede alla dichiarazione della inabitabilit degli ambienti riconosciuti insalubri e il sindaco
ne ordina lo sgombero da effettuarsi in un termine alluopo prefisso.
Le case costruite sono di tipo popolare e debbono comprendere di regola alloggi da due a tre vani
utili e con un massimo di quattro oltre i servizi accessori.
Per la progettazione e per lesecuzione dei lavori, compreso lappalto, il ministero dei lavori pubblici
pu valersi, oltre che degli uffici del genio civile, degli istituti per le case popolari. Gli alloggi costruiti
ai sensi della presente legge sono trasferiti, dopo il collaudo, in gestione agli istituti per le case popolari.
Gli alloggi sono assegnati in locazione ovvero con patto di futura vendita.
i locatari degli alloggi pagano un corrispettivo annuo, da determinarsi dai ministri per i lavori pubblici
e per il tesoro, comprensivo di tutto o parte sia del frutto del capitale investito nella costruzione.
non hanno titolo a concorrere allassegnazione degli alloggi i nuclei familiari che hanno preso alloggio
in grotte, baracche, scantinati, edifici pubblici, locali malsani e simili successivamente alla data di pubblicazione della presente legge.
i locatari devono effettivamente occupare gli alloggi entro il termine massimo di quindici giorni dalla
data della consegna, sotto pena di decadenza.
vietato di cedere a qualsiasi titolo e in qualsiasi forma luso degli alloggi. il genio civile provvede,
allatto stesso del trasferimento degli assegnatari nei nuovi alloggi, ai lavori necessari per la demolizione
delle baracche e simili esistenti sul suolo di propriet dello stato e di altri enti pubblici nonch alla ostruzione delle grotte, caverne e simili. il Ministero dei lavori pubblici, qualora proceda alla formazione di
nuove borgate per famiglie gi alloggiate in case malsane autorizzato a costruire nellambito delle borgate stesse edifici aventi carattere sociale come scuole, asili, chiese, ricreatori e simili.
Per la costruzione delle case autorizzata la spesa, a carico del bilancio del ministero dei lavori pubblici,
di lire 8 miliardi per lesercizio 1953-54, di lire 10 miliardi per lesercizio 1954-55 e di lire 25 miliardi
per ciascuno degli esercizi dal 1955-56 al 1960-61 compreso.92

Fig. 65 - Legge 640. Eliminazione case


malsane. via Castel de Guidi, via Valiani,
planimetria.

Via Castel de guidi

Gi nel settembre del 1954 il Ministero assegna la somma di 70 milioni di lire per un programma edilizio finalizzato alleliminazione delle abitazioni malsane da attuare nellintera provincia di Pistoia negli esercizi finanziari 1953-54 e 1954-55, attraverso i seguenti interventi.
Perizia 1
nel novembre del 1954 viene approvato il programma proposto dalliaCP di Pistoia per
limpiego delle risorse assegnate, che destina 49 milioni per la costruzione di alloggi nel
Comune di Pistoia. il progetto affidato alling. rauty nel dicembre prevede la costruzione
di tre edifici, due a tre piani per complessivi 18 alloggi e uno a quattro piani per 12 alloggi
(fig. 65). Gli edifici progettati secondo modelli prestabiliti hanno una pianta a t con tre
alloggi per piano distribuiti da una scala centrale. Le aree su cui costruire gli edifici devono
essere procurate dal Comune che si impegna a metterle a disposizione gratuitamente.
La ricerca si indirizza nella zona di via Castel de Guidi in prossimit delle case per indigenti
gi costruite in via Valiani ove sono possibili tre soluzioni: una a sud della via Castel de
Guidi e due a nord. nella zona si devono individuare anche il terreno per la costruzione
di un edificio per le scuole elementari. Ling. rauty, incaricato di esprimere un parere tecnico, dopo un accurato sopraluogo ritiene consigliabile scegliere larea in localit fornaci
a nord della via Castel de Guidi, pi vicina alla via antonelli e comunica che

92

Legge 9 agosto 1954, n.640, Provvedimenti per leliminazione delle abitazioni malsane.

60

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


Larea prescelta in posizione elevata, vicinissima ad un agglomerato organizzato, e servita dai pubblici
servizi di autotrasporti. inoltre larea provvista di acquedotto ed ha la possibilit di un rapido smaltimento delle fognature. () Poich larea ha una superficie superiore alle immediate necessit del
programma del 1 anno (tre fabbricati), si pensato di indicare una possibile disposizione planimetrica
di cinque fabbricati analoghi in modo da realizzare un piccolo villaggetto, con un po di verde attorno
e con una disposizione dei fabbricati tale da garantire a ciascun alloggio una buona insolazione.93

Fig. 66 - Gli edifici di via Castel de Guidi.

La scelta dellarea accolta e ling. rauty procede alla progettazione dei primi tre fabbricati
che comporta le spesa di 49 milioni di lire.
i fabbricati comprendono 4 e 3 piani con scala centrale a comune e tre appartamenti per piano per
complessivi 30 appartamenti. La pianta ha una forma a t abbastanza adatta per ottenere una buona
insolazione per tutti gli alloggi. Gli alloggi sono di tre tipi: il primo di due vani (6 alloggi), il secondo
di tre vani (20 alloggi), il terzo di quattro vani (4 alloggi).94

il progetto approvato dal Ministero nel novembre 1956 con limpegno del Comune ad
acquistare e mettere a disposizione larea, che avviene effettivamente solo il 18 gennaio
1957. i lavori per la costruzione dei tre edifici sono appaltati alla ditta Gaetano Vannucci
di Pistoia con il ribasso del 4,49 per cento nellagosto del 1956.
i lavori iniziano il 21 gennaio 1957 e sono terminati il 19 marzo 1958 (fig. 66).95
Perizia 3
il 15 luglio 1956 ling. ezio Vivarelli presenta il progetto di un quarto edificio di quattro
piani e dodici alloggi da costruire sullarea messa a disposizione dal comune (fig. 65).
Ledificio, tipologicamente simile ai tre progettati dalling rauty, comporta la spesa di 19
milioni di lire ed approvato dal Ministero nel gennaio 1957.
La gara dappalto per laggiudicazione dei lavori si svolge nel gennaio del 1957 e viene
vinta dalla ditta Melani di Pistoia con un ribasso del 4,56 per cento.
i lavori iniziano il 25 marzo 1957 e sono terminati il 24 aprile 1958 (fig. 66).96

Via del Legno rosso

Fig. 67 - Gli edifici di via del Legno Rosso.

Via Valiani 2

nel dicembre 1957 il Ministero, proseguendo il finanziamento della legge per la eliminazione delle case malsane comunica di avere assegnato alliaCP di Pistoia altri 40 milioni
di lire. Listituto predispone un programma che prevede la realizzazione di due fabbricati
nel comune di Pistoia e uno nel comune di san Marcello.
Perizia 11
il comune di Pistoia provvede alla individuazione, allacquisto e alla cessione gratuita dellarea
necessaria nel marzo 1958. Larea si trova a nord di Capostrada lungo la via del Legno rosso,
ha una superficie di 1423 m2 ed stata acquistata dal proprietario armando Poli.
nel giugno 1957 listituto approva il progetto esecutivo dei due fabbricati di tre piani con
tre alloggi per piano elaborato dalling. rauty e sostanzialmente uguale a tutti quelli realizzati con la legge 640.
La gara di appalto svolta nel febbraio del 1958 vinta dalla ditta Gaetano Vannucci con
lo 0,10 per cento di ribasso.
i lavori iniziano il primo gennaio 1958 e terminano il 26 agosto 1959 (fig. 67).97
il 23 dicembre del 1957 il Ministero comunica di avere assegnato alliaCP di Pistoia 200
milioni di lire per proseguire nella provincia la costruzione di alloggi destinati allelimina

Lettera delling. rauty al Presidente delliaCP. oggetto: area in Comune di Pistoia per fabbricati del piano romita. 1 febbraio 1955. asCPPt, a 247.
94 relazione tecnica delling. rauty. 15 aprile 1955. Ibidem.
95 Ibidem.
96 Ibidem.
97 arCPPt, a 253.
93

Leliminazione delle case malsane

61

zione delle case malsane, di cui 100 milioni nellesercizio 1957-58 e 100 milioni nellesercizio 1958-59. Listituto propone un programma che prevede la costruzione nel comune
di Pistoia di 50 alloggi con due interventi da 55 milioni ciascuno e altri 40 alloggi nei comuni di Pescia, san Marcello e Piteglio per i rimanenti 90 milioni.

Fig. 68 - Gli edifici di via Valiani.

Perizia 16
nel giugno del 1958 il Consiglio di amministrazione delliaCP approva il programma e i
progetti esecutivi delling. rauty per la costruzione di due gruppi di tre fabbricati a tre
piani e 27 alloggi su unarea a nord della via sestini che il Comune dovr reperire e mettere
a disposizione (fig. 65).98
infatti poco dopo, nel mese di settembre, la Giunta Municipale:
assume formale impegno di cedere gratuitamente allo stato unarea di 5.008 m2 per la costruzione di
50 alloggi minimi da parte delliaCP di Pistoia per un volume di 20.000 m3 e per limporto di lire 110
milioni.99

Larea viene individuata


in una estesa zona destinata alledilizia statale e sovvenzionata, compresa fra il torrente diecine e la
nuova strada che il Comune deve costruire per congiungere via sestini con via Castel de Guidi. Lappezzamento di terreno composto da due particelle una di 2.660 m2 di propriet del sig. Breschi silla
e laltra di 2.340 m2 di propriet del sig. nesi silvio. il terreno attraversato dalla gora demaniale detta
di Candeglia per la quale stato richiesto il permesso per leventuale copertura.100

Fig. 69 - Capostrada, via Barbi e ledificio


di via Bartolina a Nespolo.

in seguito si riveler pi opportuno utilizzare solo la parte ovest dellarea prevista per la
costruzione dei primi tre edifici spostando altrove la realizzazione degli altri tre.
Larea di propriet del sig. silla Breschi viene acquistata dal Comune e ceduta allo stato il
26 maggio 1959.
il progetto dei tre edifici predisposto dalling. rauty presenta una tipologia a pianta stellare
di tre piani con tre alloggi per piano sostanzialmente uguali a quelli gi costruiti in via
Castel de Guidi e viene approvato dal Provveditorato nel marzo del 1959 per una spesa
prevista di 55 milioni di lire.
La gara di appalto vinta dallimpresa faCio di firenze con il ribasso del 4,50 per cento.
i lavori iniziano l8 giugno 1959 e sono rapidamente terminati il 25 febbraio del 1960 (fig.
68). il tracciato della strada di accesso agli edifici definito, dopo diverse variazioni, in
prosecuzione del tratto di via Valiani sulla quale si affacciano le case minime per indigenti.
La sua realizzazione, assieme alle necessarie sistemazione esterne, viene affidata a trattativa
privata alla ditta sorini arrighetto che esegue i lavori nei mesi di gennaio e febbraio del 1961.
Limporto aggiuntivo, rispetto al milione previsto nel progetto originario, di 2.672.000 lire,
viene riconosciuto con una perizia suppletiva a sanatoria, solo nel gennaio del 1964.101
Perizia 15, via Barbi e via Bartolina
Gli altri tre edifici inizialmente previsti in via Valiani non possono essere costruiti perch
non si riesce a concludere le trattative per lacquisto dellarea necessaria.
il Comune cerca altre localizzazioni in zone periferiche, ove il terreno ha prezzi pi accessibili, e individua due lotti uno per la costruzione di due edifici a Capostrada a sud di via
Barbi e un altro per la costruzione del terzo edificio al nespolo in via Bartolina (fig. 69).
Le aree vengono acquistate a trattativa bonaria e cedute al Genio Civile il 26 maggio 1959.

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 47 del 21 giugno 1958. asCPPt, a 972.


Comune di Pistoia, deliberazione della Giunta Municipale n 1314 del 30 settembre 1958.
Costruzione di 6 fabbricati per complessivi 54 alloggi. relazione al Piano particellare desproprio. ing. rauty. asCPPt,
a 255.
101 asCPPt, a 255.
98

99

100

62

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

il progetto degli edifici sempre sullo stesso modello a stella di 3 piani con 3 alloggi per
piano per una spesa di 50.320.000 lire viene approvato nellagosto del 1959.
La gara di appalto si svolge nellaprile 1959 e viene vinta dalla ditta faCio con il ribasso
del 4 per cento.
i lavori iniziano l8 giugno del 1959 e sono terminati il 30 maggio 1960 (fig. 69).102

Via Valiani 1

Fig. 70 - Via Valiani. planimetria della


demolizione e della ricostruzione, ASCPPT.

Fig. 71 - Gli edifici ricostruiti di via Valiani.

Leliminazione delle case minime

Le case minime di via Valiani costruite molti anni addietro con mezzi di fortuna, sono
ormai fatiscenti e a densit troppo bassa essendo solo a piano terra.
nel 1968 liaCP decide di affrontare il problema, gi pi volte posto con la loro demolizione e ricostruzione per dare ai loro abitanti una soluzione abitativa pi decorosa Contemporaneamente anche il Comune affronta un problema analogo: dare una sistemazione
definitiva e dignitosa a tutti quei residenti pi o meno abusivi, che sopravvivono in condizioni di estrema indigenza negli squallidi e antigienici ambienti di san Mercuriale e di
altre antiche fabbriche cittadine.
si costituisce una specie di consorzio informale fra il Comune, liaCP e la Provincia di
Pistoia per costruire gli alloggi necessari per conseguire entrambi gli obiettivi e, per consentire lapplicazione di un canone basso, adeguato alle condizioni economiche dei soggetti
interessati, viene coinvolta anche la Cassa di risparmio che concede mutui a eccezionali
condizioni di favore.
anche tutta larea attorno agli alloggi minimi costruiti nel 1945 in via Valiani, dopo gli interventi della legge 640 sopra ricordati, presenta una sistemazione urbanistica confusa per
la viabilit, la carenza di verde e la trascuratezza delle sistemazioni esterne.
il progetto, affidato allarch. Marcello frasca del comune e alling. Gianfranco Biagini delliaCP si propone di riqualificare lassetto urbanistico e edilizio di tutta la zona est di via
antonelli in coordinazione con il piano di lottizzazione e di ristrutturazione che la interessa.
il progetto prevede la demolizione dei sei edifici minimi esistenti
che sorgono lungo la via Valiani e la loro sostituzione con un
unico grande edificio. La via Valiani viene spostata verso est e
collegata funzionalmente con la via antonelli, la via Castel de
Guidi e con le strade previste dalla lottizzazione vicina. Viene
inoltre inclusa la sistemazione di unampia area a verde attrezzato
a ovest delledificio fino alla riva del rio diecine (fig. 70). il progetto delledificio che contiene 40 alloggi, una scuola materna e
servizi collettivi viene approvato, assieme al finanziamento dei
250 milioni preventivati, nel febbraio 1971.103
i lavori sono appaltati nel marzo del 1971 alla ditta Co.Ge.Ca.
il cantiere si apre il 15 marzo 1971 e i lavori sono ultimati dopo varie sospensioni e proroghe il 1 gennaio 1974 (fig. 71).104

asCPPt, a 258.
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 3 del 18 febbraio 1971. asCPPt, a 985.
104
asCPPt, a 567, a 1046.
102

103

Il villaggio Cassa di Risparmio di via Sestini

63

IL VILLaggIo Cassa DI rIsParMIo DI VIa B. sesTInI

Fig. 72 - Progetto del villaggio di via Sestini,


ASCPPT.

nel settembre 1955 il Ministero dei Lavori Pubblici assegna alliaCP di Pistoia un contributo del 4 per cento per 35 anni sulla spesa di 200 milioni di lire, di cui alla legge 408/1949.
il mutuo corrispondente viene concesso dalla Cassa di risparmio a condizioni molto favorevoli.
Listituto decide di impegnare questi finanziamenti per la costruzione di otto case multiple
per complessivi 32 alloggi a Pistoia in via sestini per un costo di 153 milioni di lire e di un
fabbricato di 15 alloggi a Pescia dellimporto di 52 milioni di lire.105
nella stessa seduta il Consiglio autorizza lacquisto dellarea su cui costruire gli edifici in via
sestini dal proprietario niccolai-Lazzerini. Lappezzamento di terreno seminativo di forma
trapezoidale ha una superficie di 13.000 m2 e costa 865 lire al m2 per un totale di 12 milioni
e mezzo.
il 15 marzo 1956 ling. rauty progetta in questarea un piccolo villaggio di otto case multiple
per complessivi trentadue alloggi denominato Villaggio Cassa di risparmio (fig. 72).
La relazione tecnica descrive cos il progetto:
La zona, nella immediata periferia nord della citt, dista dal centro di questa non pi di 1500 metri.
in ottima posizione, ben aerata e ventilata, su una buona strada di comunicazione servita da automezzi pubblici () Le otto case, identiche fra loro oppure ricavate per ribaltamento speculare, sono disposte sopra un lotto
di terreno di circa 13.000 m2 in modo da formare un piccolo
villaggetto autonomo e compiuto in se stesso. una strada interna di lottizzazione si distacca dalla via sestini, si snoda a ferro
di cavallo e torna nuovamente sulla via sestini, dando accesso
a tutte le casette () prevista poi la costruzione di altre piccole che permettono laccesso a tergo dei resedi privati, sui quali
potranno essere costruiti dei box per rimessa (uno per ogni alloggio) () Ciascuna casa, su due piani fuori terra, costituita
da quattro alloggi due al piano terreno e due al primo piano.
Ciascun alloggio ha un ingresso indipendente dallesterno ()
a ciascun alloggio annesso un appezzamento di terreno da
sistemare a giardino sul davanti e ad orto sul retro.106

Fig. 73 - Il villaggio di via Sestini.

il costo totale previsto in 152.680.000 lire.


i lavori di costruzione del villaggio sono affidati allimpresa Biagini di Montecatini nel giugno del 1957 e terminano il 18 agosto 1958 (fig. 73).

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 39 del 20 marzo 1956. asCPPt, a 971.


Progetto per la costruzione di otto case multiple per complessivi 32 alloggi in Via Bartolomeo sestini. relazione tecnica delling. rauty. 15 marzo 1956. asCPPt, 145.

105
106

64

Le case popolari nel Comune di Pistoia

gLI eDIfICI DI VIa DeL funaro

Fig. 74 - Via del Funaro, primo assetto,


ASCPPT.

Fig. 75 - Gli edifici di via del Funaro.

LinCis aveva gi realizzato a Pistoia nel 1929 nei pressi di piazza del Carmine, nella via
XXViii ottobre (ora via Cosimo trinci), la costruzione di tre edifici (1 lotto)107 e stava da
tempo cercando di acquistare unarea per la costruzione di altri fabbricati (2 e 3 lotto).
nel 1942 inizia la trattativa per lacquisto di unarea in angolo fra il viale Malta e la via del
funaro di 4.864 m2, che viene definito con atto del 4 gennaio 1943, ma la guerra impedisce
di procedere alla costruzione degli edifici programmati.
nellimmediato dopo guerra, come si visto, il comune tenta pi volte senza esito di acquistare tale area per la costruzione degli edifici per i senzatetto.
il terreno ha una forma quadrangolare ed diviso in due lotti uno in angolo fra la via del
funaro e il viale Malta (2902 m2) e laltro in angolo fra la via del funaro e la via del Piloto
(2962 m2).
sui due lotti vengono progettati due edifici (fig. 74), il primo composto da due corpi collegati di tre piani con due alloggi per piano serviti da un vano scala centrale per complessivi
12 alloggi finanziato con la legge 408.
i lavori, appaltati nellaprile del 1952 allimpresa saCC, iniziano il 21 aprile 1952 e terminano il 5 giugno 1953 (fig. 75).
La planimetria del progetto originale in via del funaro prevede la sistemazione a verde del
terreno residuo del primo lotto e la costruzione di un edificio con il lato lungo parallelo
alla via del funaro sullaltro lotto. Ma la Pubblica sicurezza convince linCis a vendere una parte del terreno per costruire alloggi per i suoi dipendenti per
cui la disposizione viene cambiata: il verde si riduce
e ledificio del secondo lotto viene ruotato di 90 gradi
disponendo il lato lungo sulla via del Piloto.
in questo modo si ricava un lotto centrale rettangolare di circa 500 m2 disposto sulla via del funaro sul
quale viene costruito dalla ditta iozzelli Gino un edifico di 4 piani con 8 alloggi e 40 vani per gli agenti di
Pubblica sicurezza.
i lavori iniziano nel maggio del 1954 e sono terminati
nel 1955 (fig. 75).
il terzo edificio (secondo lotto) costruito sullarea acquistata nel 1943 si compone di due corpi fabbrica
collegati da un vano scala, di quattro piani con 16 alloggi complessivi.
i lavori sono appaltati alla ditta faCio di firenze nel novembre del 1960, iniziano il 13
novembre 1960 e sono ultimati il 15 aprile 1962 (fig. 75).108

107
108

asCPPt, C 230.
asCPPt, a 275.

Il Villaggio Belvedere

65

IL VILLaggIo BeLVeDere
Lacquisizione dellarea

nel 1957 lina-Casa sta concludendo le trattative con il proprietario, sig. tessi, per lacquisto di unarea di 50.000 m2 in localit Belvedere, lungo la via dalmazia, immediatamente
a sud del Parco della villa Puccini di scornio ma le trattative non riescono a giungere a
conclusione poich la sovrintendenza ai monumenti impone
lobbligo di lasciar libero da costruzione un tratto di m 200 x 50 circa lungo il lato sud del viale dei
platani che immette al Villone Puccini. Lina Casa aveva gi concordato il prezzo di lire 730 a m2
per lintera area, ed ora non pi disposta a corrispondere il prezzo totale del terreno con lobbligo
di lasciare inutilizzato per le costruzioni il tratto vincolata.109

anche liaCP, essendo terminate le aree disponibili in via Pagliucola, intenzionato a


comprare aree nella zona e avvia trattative con i sigg. tessi, Burchietti e don Berti per lacquisto di 50.000 m2 di loro propriet sulla via di Valdibrana e in una posizione a est e contigua alle aree che interessano lina-Casa. Le due trattative si unificano e si definisce un
possibile compromesso fra le varie esigenze, per cui:
lina Casa consentirebbe a mantenere il prezzo totale concordato con il sig. tessi prima del vincolo
fissato dalla sovrintendenza a condizione che liaCP, a parziale compenso del terreno di rispetto, che
verrebbe sistemato a verde pubblico cedesse gratuitamente un appezzamento di 4.500 m2 circa. a
sua volta il sig. tessi, allo scopo di facilitare la conclusione della vendita progettata, cederebbe allistituto una striscia di terreno di circa 4.000 m2 al prezzo virtuale di lire 1/m2.110

Pertanto liaCP autorizza il suo presidente a trattare per lacquisto di 17.000 m2 di terreno
dal sig. Burchietti, di 31.000 m2 da don Berti per una superficie complessiva, aggiungendo
i 4.000 m2 ceduti dal sig. tessi, di 52.000 m2 che danno la possibilit di affrontare con tranquillit e sicurezza i futuri programmi dellistituto.
di fatto lacquisto dal Burchietti non si concretizza mentre vanno a buon fine sia lacquisto
di circa 50.000 m2 da parte dellina-Casa dal sig. tessi sia lacquisto di circa 30.000 m2 delliaCP da don Berti, con la cessione gratuita dei 4.000 m2 destinati ad attrezzature pubbliche.
Latto di acquisto del terreno fra il proprietario Berti e il presidente delliaCP antonio
Cariglia viene stipulato il 28 settembre 1957.
Larea cos descritta nella perizia estimativa predisposta per la valutazione del terreno:
ha un fronte sulla via Comunale di Valdibrana di metri 230 con una profondit massima di metri 130 per
una superficie complessiva di 29.500 m2 () La contiguit dellarea con quella di propriet della Gestione
ina-Casa ha consentito di sviluppare un piano edilizio coordinato con la creazione di un nuovo villaggio
autosufficiente. Lattivit costruttiva in corso nel nuovo villaggio (ina-Casa) e lesecuzione di importanti
opere di pubblica utilit (strade, acquedotto, fognature, illuminazione elettrica, zone a verde, ecc.) ha completamente rivalutato una zona che pur avendo fino a pochi anni fa una assoluta destinazione agricola
presenta i pi importanti requisiti per un nuovo insediamento residenziale. La zona infatti, posta sulle ultime propaggini dellappennino, gode di una posizione pi elevata rispetto alla pianura e presenta di conseguenza migliori caratteristiche di salubrit e di ventilazione. La giacitura del terreno in leggero declivio
consente costruzioni su quote diverse in modo da lasciare a ciascun edificio il godimento del panorama
verso le colline circostanti. La natura del terreno costituita da ghiaia mista ad argilla, si presenta in genere
assai favorevole per sopportare i carichi trasmessi dalle fondazioni (fig. 76).111

da notare che due mesi dopo, nel dicembre 1957, viene adottato il nuovo piano regolatore
comunale che nella prima versione classificava le aree comprese fra quelle acquistate dal

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 18 del 30 marzo 1957. asCPPt, a 972.


ibidem.
111 Perizia estimativa del terreno delling. rauty. 16 marzo 1957. asCPPt, a 841.
109
110

66

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

liaCP e quelle, pi a sud, destinate allespansione urbana


come agricole, e quindi non edificabili. Ma nella seduta del
Consiglio Comunale del 27 dicembre, in cui si discute il
Piano regolatore, si torna a discutere delle destinazione di
queste aree e il consigliere Cariglia
accenna che nella zona compresa fra la via dalmazia e via di Valdibrana sorger quanto prima, ad iniziativa delliaCP e dellina
Casa, un vasto agglomerato di fabbricati per la costruzione dei
quali gi pronto un finanziamento di 70 milioni di lire per lattrezzatura dellarea e 850 milioni per le edificazioni; rileva che detta
zona completamente isolata e che nel progetto del Piano non
prevista alcuna soluzione per eliminare lisolamento con opportune costruzioni di nuove strade.112
Fig. 76 - Zona di Belvedere nel 1954.

anche il consigliere rauty affronta la stessa questione


in contrapposto si sono lasciati bianchi, cio a verde agricolo, tanti spazi, specialmente
nella zona nord-ovest della citt gi serviti da strade facilmente collegabili. Lo stesso
nuovo quartiere ina-Casa (Villaggio Belvedere) in corso di realizzazione rimane
avulso dal tessuto urbano, staccato da questo da oltre 20 ettari di zona agricola. in
sostanza si sono trascurate alcune ottime zone lontane dai traffici e vicine alla citt
per ingrossare ed allungare i famosi borghi attorno alle attuali vie di traffico in attesa
che queste vengano spostate.113

e infine due giorni dopo, in sede di votazione, Cariglia presenta la seguente


proposta di emendamento
il Consiglio Comunale di Pistoia, ritenuto che larea a sud del costruendo villaggio
residenziale ina-Casa e iaCP sia suscettibile, in considerazione dei complessi servizi
sociali, igienico-sanitari connessi al villaggio residenziale medesimo, di uno sviluppo
edilizio di notevole entit, approva che larea sopra specificata sia prevista nel Piano
regolatore Generale come zona residenziale semintensiva.114

Fig. 77 - PRG 1957, zona semintensiva


aggiunta al PRG con emendamento,
UPRCPT.

Il piano urbanistico

che viene messa in votazione e approvata allunanimit dai 36 consiglieri


presenti (fig. 77).
ancora una volta le iniziative di localizzazione residenziale promosse dalliaCP rappresentano lanticipazione, il motivo attrattivo e in questa occasione anche liniziativa istituzionale che determina lindirizzo dello sviluppo
urbano della citt di Pistoia.
Le aree del Villaggio Belvedere saranno sufficienti per realizzare tutti gli
interventi di edilizia pubblica dal 1958 al 1961 e saranno propedeutiche al successivo acquisto di aree ancora pi a nord della Villa Puccini, che a loro volta indurranno il Comune
a inserire nel piano della legge 167 la zona sulla quale sar realizzato il Villaggio scornio.
Lina-Casa e LiaCP decidono di procedere alla compilazione di un piano urbanistico
unitario per la sistemazione degli edifici e delle opere di urbanizzazione da realizzare nelle
aree acquistate che viene affidata allarch. roberto Cantamessi.
il progetto passa attraverso varie elaborazioni di cui riportiamo due versioni elaborate durante il 1957 (fig. 78).
il progetto del 1958 della parte ina-Casa prevede la costruzione di 14 edifici (denominati

deliberazione del Consiglio Comunale n. 553 del 27 dicembre 1957.


Ibidem.
114 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 554 del 29 dicembre 1957.
112
113

Il Villaggio Belvedere

67

con lettere maiuscole dalla a alla P), pi due edifici destinati a centro sociale e asilo nido (fig. 79).
La progettazione degli edifici i, L e M, posti nella fascia sud dellarea ina Casa affidata allarch. Leonardo ricci, ma gli edifici
non saranno realizzati, escluso uno che viene spostato a ovest.
Larea risultante viene cos destinata a verde pubblico per il gioco
dei bambini e per la costruzione della chiesa che sar poi progettata
dallarch. Giovanni Michelucci. il progetto della nuova e definitiva
sistemazione viene proposto nel gennaio 1958 (fig. 80) ed accompagnato da una relazione che lo illustra:

Fig. 78 - Belvedere, primi Piani Urbanistici 1957.

Fig. 79 - Belvedere, Piano Urbanistico INA-Casa 1958.

ii terreno interessato dal presente studio urbanistico situato alla periferia


di Pistoia, fra la via dalmazia e la strada comunale vecchia di Valdibrana,
con una superficie complessiva di 83.080 m2 suddivisi in due lotti: uno di
propriet della Gestione ina-Casa con 52.730 m2, e laltro di propriet delliaCP di Pistoia, con una superficie di 30.350 m2.
ii lotto di propriet della Gestione ina-Casa confina:ad ovest con la via
dalmazia ed sopraelevato rispetto a questa di circa ml 3,00 sul confine
nord-ovest e di circa ml 1,00 sul confine sud-ovest; a nord con il viale privato
che conduce al Villone Puccini, mantenendo la stessa quota costante di
quello; ad est con il terreno di propriet delliaCP separato da questo da un
fosso di acqua corrente proveniente dal torrente Brana; a sud con terreni
agricoli di propriet privata.
La configurazione del terreno delliaCP pi complessa per le particolari
caratteristiche altimetriche del terreno stesso. sul lato ovest, per il tratto confinante con il terreno di propriet della Gestione ina-Casa, si ha un rapido
degradare da quota 95 a quota 90 per poi scendere pi dolcemente fin sulla
via di Valdibrana.
un piccolo corso d acqua corrente (fosso scornio) corre da nord a sud
pressoch parallelamente al confine ovest, ad una distanza di circa m 20 da
questo; ad ovest del fosso stesso si ha ancora il rapido degradare del terreno
da quota 95 a quota 90.
La via dalmazia ad ovest del complesso, ha una pendenza variabile dalli,25
per cento all1,50 per cento; la strada comunale vecchia di Valdibrana ad est
ha una pendenza di circa lo 0,8 per cento.
di particolare importanza la posizione limitrofa del Villone Puccini e del
viale che ad esso conduce dalla via dalmazia. La soprintendenza ai Monumenti ha infatti posto il vincolo non aedificandi sulla fascia di terreno parallela
al viale, a sud di questo, per una profondit di circa m 50, imponendo inoltre
che nella sistemazione urbanistica della zona fosse previsto un viale nella
direttrice della Villa Puccini in modo che questa resti inquadrata nel fondale
del viale stesso.
in prossimit dellarea interessata dal nostro studio, sulla via dalmazia, esistono attualmente alcuni negozi, i quali potranno servire i primi abitanti
della zona nella fase iniziale di attuazione del piano
in prossimit di questi negozi abbiamo anche la Chiesa nuova, la cui parrocchia conta attualmente circa 3000 anime; questo numero destinato a
diminuire di circa 2000 unit per la prevista costruzione di una nuova chiesa
pi a sud, verso Pistoia, e per la quale gi stato provveduto allacquisto
dellarea.

e prosegue

Fig. 80 - Belvedere, Piano Urbanistico definitivo 1958.

Lo schema viario interno costituito da una arteria di spina che, dalla via
dalmazia, conduce a quel viale che, richiesto dalla soprintendenza ai Monumenti, sale dalla strada comunale vecchia di Valdibrana ad est e giunto al
confine ovest dei terreni di propriet delliaCP si dirige nella direttrice del

68

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Fig. 81 - Belvedere interventi.

Villone Puccini, concludendosi in una piazza nella quale sono stati ubicati il centro sociale ed un asilo
nido e scuola materna.
Particolare andamento, essendo legato alla conformazione del terreno, ha questa via che, partendo
dalla piazza a sud della Villa Puccini, dopo aver superato il maggior dislivello, si biforca per scendere,
con ambedue i rami, sulla strada comunale vecchia di Valdibrana a nord e sud, servendo i vari edifici
residenziali situati nei terreni di propriet delliaCP.
Per quanto concerne larea di propriet della Gestione ina-Casa si hanno, tre zone nettamente distinte:
a) unampia fascia al confine nord, soggetta a vincolo non aedificandi, della profondit di circa m 50 e
della lunghezza di circa m. 240, destinata prevalentemente a parco e giardini pubblici, nella quale sono
state concentrate tutte le attrezzature sportive e di svago, di carattere collettivo;
b) una zona residenziale compresa fra questa e larteria principale di collegamento della via dalmazia
con il Centro, caratterizzata dallorientamento costante dei fabbricati secondo un asse nord-sud; la
composizione a pettine di questi edifici residenziali a tre e quattro piani stata suggerita dal desiderio
di far sentire direttamente a tutti gli abitanti del quartiere, anche i pi lontani, limportante polmone
di verde allestremo nord del complesso; i fabbricati che si attestano sulla strada sono collegati fra
loro da una tettoia per il ricovero dei cicli e motocicli di propriet degli abitanti i fabbricati
c) un secondo nucleo residenziale a mezzogiorno della strada principale di collegamento est-ovest,
caratterizzato da fabbricati a due piani con disposizione a nastro che, contrassegnando con un elemento continuo laspetto e la funzione della strada, conducono dalla Via dalmazia al centro del quartiere residenziale.
Lingresso allunit di abitazione dalla via dalmazia sottolineato a nord da un fabbricato a quattro
piani che, disposto ortogonalmente, la via dalmazia stessa, fiancheggia per un breve tratto la via principale interna per poi dirigersi verso la zona verde concludendo la serie dei fabbricati a pettine; a sud
dal centro commerciale che, arretrato rispetto alla via dalmazia, affaccia i suoi negozi su questa e
sulla via principale interna, attestandosi a mezzogiorno ad un fabbricato a quattro piani che chiude a
sud la piazza pedonale antistante i negozi.
il centro commerciale servito sul retro da una piazzetta veicolare dalla quale, attraverso due passaggi
coperti, si filtra pedonalmente sulla piazza prospiciente la via dalmazia.
Per il centro sociale invece e per lasilo nido e scuola materna, stata prescelta una posizione baricentrica rispetto a tutto il complesso residenziale, di fronte alla Villa Puccini collegato al centro sociale,
ledificio scolastico ubicato in prossimit della zona verde, in immediato contatto con questa.
La densit; edilizia riferita ai complessivi 83.080 m2, di 260 ab/ha, cosi suddivisa: ina-Casa, superficie terreno 56.730 m2 con una densit di 214 ab/ha; iaCP Pistoia, superficie terreno 26.350 m2 con
una densit di 375 ab/ha.115

115 Quartiere residenziale di case per lavoratori in Pistoia, via dalmazia, localit Belvedere. Progetto urbanistico. relazione
del progettista arch. roberto Cantamessi, 30 gennaio 1958. asCPPt, a 551.

Il Villaggio Belvedere

69

Fig. 82 - Belvedere interventi. cronologia.

gli interventi Ina-Casa

Fig. 83 - Belvedere, gli edifici INA-Casa.

Lurbanizzazione
i quattro interventi ina-Casa realizzati in via Pagliucola avevano dimensione ridotte (2, 3 o
4 edifici) e comunque si era tentato, secondo le indicazioni della nuova legge, di progettare
i complessi edilizi in maniera unitaria assieme alla sistemazione di pi ampi spazi a verde e
con linserimento, nel primo intervento, di un edificio destinato a centro di servizi sociali.
Larea di Belvedere acquistata dalla gestione ina-Casa assai pi ampia e si presta meglio
alla progettazione di un piano complesso con edifici residenziali e di servizio (negozi,
scuola, centro sociale, chiesa e canonica) e con ampi spazi a verde per il gioco e lo sport.
il piano dellarch. Cantamessi un vero e proprio piano urbanistico preventivo di elevata
qualit progettuale se confrontato con le lottizzazioni private autorizzate dal Comune nello
stesso periodo. La sua realizzazione sar abbastanza rispettosa del progetto iniziale, sia per
la ubicazione e forma degli edifici residenziali, sia per lallestimento della viabilit e degli
spazi esterni, unica eccezione la scuola, prevista vicino al centro sociale e che sar costruita
pi a sud, fuori dal villaggio (fig. 80).
La realizzazione delle opere di urbanizzazione avverr in due tempi; prima le opere primarie, strade acquedotto e fognatura e rete elettrica per consentire la costruzione dei nuovi
edifici e il loro allacciamento alle reti e poi le sistemazioni esterne, il verde gli impianti per
il gioco e lo sport, il centro sociale.
nel 1957 i progetti dei primi edifici sono rapidamente approvati e nel maggio del 1958 si
aprono i primi cantieri, che rendono urgente avviare la costruzione delle opere di urbanizzazione in particolare della strada principale che consente laccesso ai cantieri.
nellaprile del 1958 viene espletata una gara bonaria per i primi lavori per consentire laccesso
allarea. Questi lavori consistono nella copertura
della gora esistente lungo la via dalmazia, nellabbattimento del muro di contenimento e nello
spianare il terreno sopraelevato e comportano
una spesa di 1.494.750 lire. Per lassegnazione si
espleta una gara vinta dalla ditta arrighetto sorini
dini che inizia i lavori il 21 aprile 1958 e li termina
il 9 luglio 1958.

70

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

in seguito si rende necessario coprire un ulteriore tratto di gora, rifinire il raccordo con la
via dalmazia, recingere il cantiere ove gi avviata la costruzione degli edifici, allacciare
provvisoriamente lacquedotto e altri lavori preliminari che vengono affidati alla stessa
ditta nello stesso mese di luglio con un nuovo contratto.
Con il progredire dellattivit costruttiva si procede alla realizzazione dellossatura viaria e
dellacquedotto che viene affidata a trattativa privata alla stessa ditta con un contratto del
luglio 1958 per un importo di 9.183.329 lire, gravanti sulla perizia principale di attrezzatura
dellarea dellimporto di 71.400.000 lire.
Questi lavori sono iniziati il 24 luglio 1958 e sono terminati il 30 dicembre del 1958.
il 27 aprile del 1959 si svolge la gara per laggiudicazione dei lavori di costruzione della
rete fognaria per un costo di 8.105.168 lire; la gara viene vinta dalla ditta sorini, unica partecipante, con il ribasso del 2 per cento. i lavori, iniziano il 27 aprile 1959. durante lesecuzione si manifestano difficolt impreviste che rendono necessario lesecuzione di alcune
opere di imbrigliamento di alcune falde superficiali, modificare la fognatura proveniente
dagli edifici n, P e del Centro sociale e costruire una cabina di clorazione non prevista
per consentire ai liquami di essere sversati nel torrente Brana. tutto ci comporta un aumento dei costi di oltre 4 milioni.
i lavori sono dichiarati ultimati il 20 agosto 1959 e il 26 settembre si
ravvisa la convenienza di provvedere allappalto dei lavori per la costruzione e sistemazione delle
strade, per un importo di lire 11.343.000, mediante trattativa privata con la locale impresa sorini la
quale, per avere gi eseguito nella localit fognature, strade di collegamento e altre opere di sistemazione esterna, da pieno affidamento per seriet e capacit di esecuzione.116

Limpresa sorini accetta di applicare lo stesso ribasso del 2 per cento della gara per le fognature e i lavori iniziati il 26 settembre 1959 sono praticamente terminati il 4 giugno del 1960.
Per le sistemazione esterne larch. Cantamessi aveva dimensionato e previsto due aree, una
pi importante a nord al confine con il viale della villa Puccini e una a sud. Larea a nord
utilizzata per il complesso dei campi sportivi (palla a volo, palla a canestro, gioco del calcio),
mentre nellarea a sud prevista la realizzazione di una zona erbosa, due zone di panchine
per gli adulti, recinti di arenili per il gioco dei bambini e uno spiazzo libero in terra battuta.
Con lavvio della costruzione del centro sociale si provvede alla sistemazione dellarea antistante e, per lurgente necessit di addivenire allultimazione di tutte le opere esterne, redatto
dallufficio tecnico un progetto che comprende anche la sistemazione della piazza principale,
la costruzione di una vasca, la sistemazione dei vialetti e gli allestimenti a verde.
i lavori sono affidati alla ditta Mario Bruschi di Pistoia che li inizia il 21 marzo e li conclude
il 14 maggio.
Per la sistemazione delle aree a verde di tutta la zona sempre a cura dellufficio tecnico si
redige un progetto per un importo di 3.325.000 lire la cui realizzazione affidata bonariamente alla stessa ditta Bruschi che inizia i lavori il 2 aprile 1960 e li conclude il 9 luglio
1960. Ma la sistemazione definitiva delle aree esterne con il completamento delle recinzioni,
delle fognature, dei passaggi pedonali, dei marciapiedi, della bitumatura, della sistemazione
della piazza antistante la chiesa e della rifinitura delle sistemazioni a verde richiede unulteriore perizia di 10 milioni di lire e i relativi lavori sono ultimati solo allinizio del 1962.117
gli edifici a, B, C, D
il progetto dei quattro edifici (a, B, C, d) posti allestremit sud ovest dellarea destinata agli
insediamenti ina Casa viene redatto dal Gruppo dellarch. Cantamessi nel 1958 (fig. 81).

Contratto di appalto dei lavori per la costruzione e sistemazione delle strade nel quartiere Belvedere in via dalmazia
a seguito di trattativa privata. 26 settembre 1959. asCPPt, a 273.
117 asCPPt, B 606, B 259, a 273, C 109.
116

Il Villaggio Belvedere

Fig. 84 - Belvedere, gli edifici a-b-c-d.

Fig. 85 - Belvedere, gli edifici e-f-g-h.

71

i fabbricati a e d sono specularmente uguali, di cinque piani e con ossatura in cemento armato. il fabbricato B ad un solo piano, comprende cinque
negozi ed ha una struttura in mattoni pieni. il fabbricato C a due piani, comprende undici negozi al
piano terreno e sei alloggi al primo piano ed ha una
struttura a mattoni pieni.
il progetto viene approvato dalla direzione della gestione ina-Casa di roma il 21 marzo 1958, con
lesclusione momentanea del fabbricato B di soli negozi e dei negozi del fabbricato C per il quale si autorizzano solo le strutture necessarie alla realizzazione
degli alloggi. il costo delle opere previsto in
98.069.000 lire. La gara dappalto, esperita il 17 aprile 1958, aggiudicata dalla ditta Magnani di Pescia con un ribasso dello 0,70 per cento.
il cantiere viene aperto il 16 maggio 1958 e i lavori, dopo la concessione di sospensioni e
proroghe per complessivi 246 giorni, sono ultimati il 28 febbraio 1960. durante lesecuzione dei lavori si sblocca anche lautorizzazione per la costruzione dei negozi delledificio
C e delledificio B interamente a negozi che vengono assegnati alla stessa ditta Magnani a
trattativa privata.
i lavori iniziano nel dicembre 1959 e sono ultimati il 31 marzo 1960 (fig. 84).118
gli edifici e, f, g, H
Gli edifici e, f, G, e H sono edifici simili collegati in serie e posti al centro dellarea. il
progetto redatto dal Gruppo dellarch. Leonardo savioli viene appaltato a trattativa privata allimpresa
Costantino Vannucci e figli (fig. 81).
i lavori iniziano il 21 maggio 1958 e terminano il 31
maggio 1960 (fig. 85).119
il progetto savioli si differenzia dalle tipologie normalmente utilizzate, assai originale e interessante,
con distribuzione a ballatoi e percorsi pedonali sopraelevati; ma la sua realizzazione presenter notevoli
inconvenienti per l'insufficiente protezione dall'acqua
e dall'insolazione degli infissi. Le proteste degli abitanti porteranno alcuni anni dopo a interventi di ristrutturazione.
gli edifici n e o
Gli edifici n e o sono posti alle due estremit ovest ed est dellinsediamento ina-Casa.
il progetto delling. Letterio donato rispetta con il massimo rigore la planimetria del piano
urbanistico e prevede due edifici identici di 4 piani sopra i cantinotti al piano terra per 24
alloggi distribuiti da tre vani scale (fig. 81). il progetto approvato nellaprile del 1958 per
un importo di 62.700.000 lire per edificio. i lavori sono appaltati nellaprile dello stesso
anno alla ditta tesi Guido con un ribasso dell1,27 per cento. il cantiere ha inizio i lavori
il 21 maggio 1958 e i lavori terminano regolarmente il 16 maggio 1960.120
Ledificio I
Ledificio i inserito nel piano urbanistico a sud tra la piazza il terreno riservato al gioco
per bambini e, diversamente a tutti gli altri, un edificio di due soli piani con dieci alloggi

asCPPt, B 757, B 252.


asCPPt, B 235, B 232.
120
asCPPt, B 223.
118
119

72

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

a schiera (fig. 81). il progetto, redatto dallufficio tecnico delliaCP comporta una spesa
di 22.850.000 lire ed approvato nel gennaio del 1959. i lavori sono appaltati a trattativa
privata allimpresa Costantino Vannucci che li inizia il 3 luglio 1959 e li termina, dopo una
sospensione di tre mesi per cause di forza maggiore, il 7 luglio 1960.
i lavori di una perizia suppletiva redatta per la costruzione di ripostigli e lavatoi sono terminati nellagosto del 1961.121
Ledificio P
il fabbricato P fa parte di un nucleo di due edifici (di cui laltro non sar mai costruito) previsto a levante fra il centro sociale e la via di Valdibrana su unarea di 3960 m2 ceduta, nel
febbraio del 1959, dalliaCP alla gestione ina-Casa. il progetto dellarch. Cantamessi prevede la costruzione di un edificio di quattro piani con quattro appartamenti per piano, serviti
da due gruppi scale (fig. 81). il progetto approvato nellaprile 1958 e comporta una spesa
di 42.680.000 lire. i lavori sono aggiudicati a trattativa privata alla ditta cooperativa aCLi di
Campo tizzoro con il ribasso dello 0,25 per cento. il cantiere inizia a lavorare il 10 giugno
1958 con limpegno a terminare in 360 giorni; ma laggiunta di quattro perizie suppletive e
la sospensione di 492 giorni, protraggono lultimazione fino al 7 ottobre 1960.122

Fig. 86 - Belvedere, chiesa, Centro Sociale


ed edificio O.

gli interventi IaCP

Il Centro sociale
il progetto urbanistico complessivo prevede la realizzazione di un edificio destinato ad attivit sociali e sanitarie ubicato nella parte nord, immediatamente a sud della villa Puccini e
prospiciente la piazza principale dellinsediamento
(fig. 81). il progetto delledificio redatto dallarch.
rivieccio e comprende un solo piano diviso in due
corpi separati riuniti da un loggiato. Le attivit di
gruppo sono state ubicate nelledificio pi esteso
(circa 445 m2). La costruzione comporta la spesa di
25.380.000 lire e viene approvato nel marzo 1961. La
gara esperita nellagosto va deserta e avendo riscontrata la impossibilit di appaltare anche a trattativa privata viene elaborato a cura delliaCP un nuovo
progetto che diminuisce la cubatura dellimmobile eliminando un corpo di fabbrica. La nuova gara indetta
nel marzo 1963 per un importo di 24.869.000 lire va
nuovamente deserta e non si riesce ad appaltare i lavori nemmeno a trattativa privata. Pertanto si ritiene
opportuno procedere ad un aggiornamento dei
prezzi che porta il costo prima a 35 milioni e poi ancora a 40.215.000 lire. La gara di appalto svolta nel
luglio 1964 viene vinta dallimpresa Primario Biagioni
di Quarrata con un ribasso dello 0,70 per cento. i lavori iniziano il 2 settembre 1964 e dopo
la concessione di proroghe e sospensioni sono ultimati il 10 marzo 1966 (fig. 86).123
Parallelamente alla costruzione degli edifici finanziati con la legge ina-Casa, la legge 408
continua a garantire una continuit di finanziamenti che consente alliaCP di proseguire
un suo consistente programma costruttivo sui terreni acquistati in via di Valdibrana.

asCPPt, C 322.
asCPPt, B 232.
123 asCPPt, a 942.
121
122

Il Villaggio Belvedere

Fig. 87 - Belvedere, gli edifici Iacp.

73

i terreni, come abbiamo visto, sono scoscesi con notevoli dislivelli fra la via di Valdibrana
e la via dalmazia e richiedono opere di urbanizzazione impegnative gi disegnate dal piano
urbanistico complessivo. La viabilit principale (viale Belvedere) parte dalla via di Valdibrana e si sviluppa in salita con due tornanti ad esse e una consistente pendenza fino a
raccordarsi con il viale nord-sud proveniente dal villone Puccini. (fig. 80).
dalla prima curva si stacca una strada in quota (via Vecchio oliveto) che distribuisce il
traffico alle altre costruzioni previste dal piano. Pertanto gli edifici possono essere costruiti
solo dopo lallestimento della viabilit e delle altre opere di urbanizzazione primaria partendo dalla via di Valdibrana gi esistente.
Lurbanizzazione
il costo dellurbanizzazione dellarea acquistata dalliaCP non compreso nelle perizie
dei singoli interventi, la costruzione degli edifici inizia prima che si sia provveduto a finanziare e appaltare le opere di urbanizzazione primaria e pertanto si procede confusamente con perizie parziali a realizzare di volta in volta le opere necessarie per laccesso ai
singoli lotti.
il Consiglio delliaCP affronta la questione dellurbanizzazione dellarea del Villaggio Belvedere di propria competenza diretta nel novembre 1958, quando si sono gi aperti i cantieri dei primi edifici sulla via di Valdibrana, dichiarando che:
Listituto autonomo per le Case Popolari ha predisposto un progetto di un nuovo centro abitato in
localit Belvedere coordinato con il villaggio ina-Casa, a tal uopo ha reperito unarea di 29.499 m2
con una spesa complessiva fra acquisto ed altri oneri consequenziali di circa lire 29.499.400.
naturalmente lintera area dovr essere attrezzata e dotata dei servizi pubblici essenziali quali strade,
fognature, acquedotto, recinzione ecc. per le quali stata predisposta una perizia dettagliata dellimporto globale di 30 milioni. ii costo complessivo dellarea attrezzata risulta pertanto di lire 59.499.500.
ii progetto generale prevede la costruzione di 180 alloggi per un totale di 934 vani. si ritiene pertanto
che, sopratutto per ragioni di unequa distribuzione della spesa sia necessario ripartire lintera somma
proporzionalmente fra i singoli alloggi tenendo conto della consistenza in vani e della area privata o
condominiale annessa.124

nel novembre 1958 listituto ha in corso di esecuzione o di approvazione 8 progetti per


ledificazione di 10 isolati per 86 alloggi e 450 vani. nelle perizie relative a tali progetti vi

124

deliberazione del Consiglio di amministrazione delliaCP n.9 dell8 novembre 1958. asCPPt, a 973.

74

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

una disponibilit complessiva per lacquisto dellarea e per la realizzazione delle opere di
urbanizzazione notevolmente inferiore a quella che deriva dalla ripartizione proporzionale
dei costi complessivi.
il Consiglio dellistituto approva pertanto, in via di massima, una nuova perizia generale
di 59.499.500 lire per lattrezzatura di tutta larea e finanzia il progetto esecutivo per la realizzazione delle prime opere di urbanizzazione necessarie per accedere ai dieci edifici gi
iniziati o di imminente avvio per un importo di 29.510.250 lire.
un primo stralcio realizzato dalla ditta sorini incaricata bonariamente di sistemare la viabilit provvisoria per consentire laccesso ai dieci cantieri e la sistemazione delle opere
esterne relative per una cifra complessiva di 3.800.000 lire.
nel marzo del 1959 viene approvato il progetto redatto dalling. rauty per la realizzazione
di un secondo stralcio delle opere di urbanizzazione (sistemazioni stradali, fognatura, acquedotto e recinzioni) per una spesa di 9.976.350 lire.
nel maggio del 1959 si svolge la gara di appalto che vinta dalla ditta arrighetto sorini di
Pistoia con il ribasso dell1,50 per cento.
i lavori iniziano il 6 luglio 1959, quando 5 fabbricati sono gi terminati e gli altri 5 sono in
fase avanzata (4 in costruzione saranno ultimati nel gennaio 1960 e lultimo nellagosto
dello stesso anno) e sono gi ultimati il 3 ottobre 1959.
successivamente vengono redatti altri tre progetti per le sistemazioni esterne rispettivamente dalling. rauty, dalling. Giannini e dallarch Giovan Battista Bassi per una somma
complessiva di 7.500.000 lire. Con questa somma vengono rimborsati i maggiori oneri di
2,5 milioni di lire risultanti dai lavori effettuati dalla ditta sorini e viene finanziata una
nuova perizia per 5 milioni appaltata allimpresa rosi.
Per i lavori rimanenti, che comprendono la sistemazione a verde, parte della massicciata e
la bitumatura di tutte le strade fino al limite dei negozi il Consiglio:
Visto che la locale impresa sorini dino arrighetto, la quale ha gi eseguito la maggior parte delle
opere di attrezzatura, si dichiarata disposta ad assumere subito lappalto dei lavori rimasti da eseguire
senza alcun ribasso accettando per di riscuoterne limporto non prima del 31 dicembre 1960125,

e quindi approva la perizia di 6.690.000 lire per la esecuzione dei rimanenti lavori di sistemazione delle aree di Belvedere; e ne affida lesecuzione a trattativa privata alla medesima
impresa. i lavori sono completati nel corso dellanno 1960.
Ma la sistemazione definitiva dellarea comprendente il proseguimento della via del Vecchio
oliveto, alcune sistemazioni stradali e la rifinitura delle aree libere viene eseguita negli anni
successivi e finanziata a sanatoria con 11,5 milioni nel settembre 1965.
infine vale la pena di ricordare che nel 1962 si progetta unautorimessa interrata da realizzare sullarea libera rimasta sulla via di Valdibrana, fra ledificio XV e quello per i giovani
sposi del costo di 12.000.000 di lire ma la gara dappalto per la sua realizzazione, indetta
nel luglio del 1972, va deserta126 e il progetto non sar mai realizzato.127
Perizia 35: fabbricati I e II; perizia 36: fabbricato III; perizia 37: fabbricato XI
nel dicembre del 1956 il Ministero assegna sulla legge 408 allistituto un contributo del
4 per cento per trentacinque anni nella spesa di 200.000.000 di lire. Centocinquanta milioni sono destinati al Comune di Pistoia met per la costruzione di alloggi da assegnare
in locazione e met per alloggi con patto di futura vendita.

deliberazione del Consiglio di amministrazione n.121 del 5 dicembre 1959. Ibidem.


Verbale di diserzione della gara dappalto dei lavori di costruzione di unautorimessa in comune di Pistoia, Belvedere
15 aprile 1962. asCPPt, C 132.
127 asCPPt, B 259, a 273.
125
126

Il Villaggio Belvedere

75

su tale finanziamento si elaborano i progetti di quattro edifici due affidati alling. rauty e
due alling. abruzzini.
Gli edifici i e ii e iii (fig. 81) sono i primi ad essere iniziati perch immediatamente accessibili: i primi due si fronteggiano ai lati della piazzola, dalla quale si diparte la strada di
accesso al quartiere, che si trova nelle immediate vicinanze della via di Valdibrana e il terzo
si trova sulla stessa via su cui ha laccesso diretto.
il progetto delling. rauty (fabbricati i e ii) prevede due edifici a forma stellare, di quattro
piani, con scala al centro e tre appartamenti per piano per complessivi 24 appartamenti:
16 di cinque vani e 8 di sei. il progetto comporta una spesa di 65.000.000 di lire ed approvato nellaprile del 1958. La gara di appalto si svolge nellaprile del 1958 e viene vinta
dalla ditta f.a.C.i.o. di firenze con il ribasso del 4 per cento. il cantiere si apre il 12 giugno
1958 e ultima regolarmente i lavori il 6 giugno 1959.
il primo progetto delling. abruzzini (fabbricato iii) prevede un edificio composto da due
corpi affiancati ciascuno con due appartamenti per piano ed un vano scale per complessivi
12 alloggi di 3 vani utili pi servizi con una superficie utile compresa fra i 70 e i 75 m2.
il progetto prevede una spesa di 32 milioni di lire ed approvato nellaprile del 1958.
La gara di appalto vinta dalla ditta f.a.C.i.o. con il ribasso del 4 per cento.
i lavori sono avviati il 12 giugno 1958 e ultimati il 3 agosto 1959 (fig. 87).
il secondo fabbricato progettato dalling. abruzzini, (edificio Xi, fig. 81), si trova sulla seconda rampa della strada che dalla via di Valdibrana sale fino alla quota della villa Puccini.
il progetto prevede un fabbricato di tre piani con due appartamenti per piano distribuiti
da un vano scala centrale e con la facciata prospiciente la strada orientata a sud est. Gli appartamenti sono di quattro vani pi servizi con una superficie compresa fra i 90 e i 93 m2.
il progetto costa 14.407.000 lire, ed approvato nellaprile del 1958. La gara di appalto
vinta dalla ditta Leopoldo ancillotti di Lamporecchio con un ribasso del 2,27 per cento.
i lavori sono iniziati il 14 agosto 1958 e, dopo sospensioni per 41 giorni e una proroga di
90 giorni, vengono ultimati il 18 giugno 1959.128
Perizia 34: fabbricato IV
anche il fabbricato iV finanziato, come gli edifici precedenti, con i 200 milioni stanziati
sulla 408. Ledificio ubicato allinizio della strada che si stacca dalla prima rampa, che
sale dalla via di Valdibrana, e si estende in quota verso nord (fig. 81). il progetto redatto
dalling. rauty costituito da un corpo di fabbrica centrale con tre piani fuori terra e uno
scantinato e due ali laterali con tre piani. Le ali laterali sono sfalsate rispetto a quella centrale
in modo che si accede ad un solo quartiere per ogni ripiano. Gli appartamenti sono di
quattro vani utili pi servizi ed hanno una superficie compresa fra i 70 e i 75 m2. il progetto
comporta una spesa di 27.970.000 lire ed approvato nel maggio 1958. La gara di appalto
vinta dalla ditta f.a.C.i.o. di firenze con un ribasso del 4 per cento.
i lavori sono iniziati il 12 giugno 1958 e dopo una sola sospensione di 60 giorni sono regolarmente terminati il 6 giugno 1959 (fig. 87).129
Perizia 26: fabbricati V e VI
il progetto per questo edificio era gi stato elaborato per la via Pagliucola nel 1955 e finanziato
con un mutuo di 145 milioni assistito dal contributo dello stato in base alla legge 408. a
seguito di difficolt incontrate nel reperimento dellarea occorrente per ampliare un lotto di
per s insufficiente di propriet dellistituto nella zona di via Pagliucola, si decide di realizzare
la costruzione nella zona di Belvedere (fig. 81). il progetto viene completamente ristudiato e
prevede due fabbricati costituiti da due corpi riuniti attraverso il vano scala; unala di quattro

128
129

asCPPt, a 284.
asCPPt, a 269.

76

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

piani abitati ed coperta a tetto, unala di tre piani ed coperta a terrazza. Le due ali hanno
piani sfalsati per cui da ogni pianerottolo si accede ad un solo appartamento, ogni fabbricato
comprende sette alloggi di due tipi: tre vani utili pi servizi e quattro vani utili pi servizi.
il progetto comporta una spesa di 38,5 milioni di lire ed approvato nellaprile del 1958.
La gara di appalto vinta dalla societ f.a.C.i.o. di firenze con il ribasso del 4 per cento.
i lavori iniziano il 12 giugno 1958 e terminano regolarmente il 6 giugno 1959 (fig. 87).130
Perizie 41, 42 e 43: fabbricati VII, VIII e IX
nel 1957 viene assegnato alliaCP di Pistoia, sempre con la legge 408, un contributo in misura costante per 35 anni sulla spesa di 200 milioni di lire ammessa nellesercizio 1957-58.
Listituto decide di utilizzare 50 milioni per costruire tre fabbricati nella zona del Villaggio
Belvedere e incarica ling. abruzzini di progettarli.
Gli edifici sono ubicati nella parte sud dellinsediamento allinterno dellansa fra le prime
due rampe della strada di accesso (fig. 81). il progetto prevede tre fabbricati uguali, di tre
piani con due appartamenti per piano distribuiti da una scala. ogni edificio ha quindi 6 alloggi di 3 vani pi servizi con una superficie utile fra i 70 e i 75 m2 ciascuno e comportano
una spesa due di 16 milioni per i primi due e di 18 per laltro.
il progetto approvato nel gennaio 1959. Le gare di appalto separate sono vinte dalla
stessa ditta di Gaetano Vannucci con il ribasso dell1,60 per cento.
i lavori iniziano il 3 marzo per le perizie 42 e 43 e l8 marzo 1959 per la perizia 41 e sono
ultimati il 25 gennaio 1960 (fig. 87).131
Perizia 45 e 46: fabbricato X e XII
nel novembre del 1958 con lo stesso finanziamento di 200 milioni delle perizie precedenti,
vengono approvati altri due progetti per due fabbricati uno a firma delling. Giannini (perizia 45) e laltro a firma delling. rauty (perizia 46).
il fabbricato delling. Giannini ubicato al margine sud ovest del quartiere nella seconda
ansa della strada che sale dalla via di Valdibrana che labbraccia da tre lati (fig. 81). il fabbricato consta di due corpi di fabbrica uno di tre e uno di due piani per complessivi 5 alloggi di tre vani pi servizi con una superficie di 80 m2 ciascuno.
il progetto approvato nel gennaio del 1959 per una spesa di 16.110.000 lire, aumentata
da una perizia suppletiva di oltre 16 milioni e da verbali di nuovi prezzi.
La gara di appalto vinta dallimpresa Gaetano Vannucci con il ribasso del 4,56 per cento.
i lavori iniziano il 2 marzo 1959 e terminano il 26 dicembre dello stesso anno.
il fabbricato progettato dalling. rauty ubicato lungo il viale nord sud in quota che finisce
sulla piazza di fronte alla villa Puccini di fianco a nord della perizia 45 ed costituito da
tre corpi di fabbrica leggermente sfalsati rispetto al bordo stradale, ciascuno con tre piani
fuori terra, oltre al piano terreno con portico e vani cantina.
il fabbricato servito da 3 vani scala ciascuno dei quali disimpegna 2 alloggi per piano per
complessivi 18 alloggi. Gli appartamenti sono di 3 vani utili pi servizi e misurano circa
75 m2 ciascuno. il costo dei lavori ammonta a 42.820.000 lire e il progetto approvato nel
febbraio del 1959.
La gara di appalto esperita nellaprile del 1959 vinta dalla ditta Guido tesi e figlio di Pistoia con il ribasso del 5,27 per cento.
i lavori iniziano il 4 maggio 1959 e, dopo tre proroghe per complessivi 180 giorni sono
terminati il 25 agosto 1960 (fig. 87).132

asCPPt, a 276.
asCPPt, a 274.
132 asCPPt, a 272, a 283.
130
131

Il Villaggio Belvedere

77

Fig. 88 - Foto aerea del Villaggio Belvedere.

riePiLoGo deGLi interVenti ina-Casa e iaCP aL ViLLaGGio BeLVedere


Interventi
numero perizia

Tipologia
ed. pi. al.

finanziamento

Progettista

approvazione
data

Impresa

Inizio lavori

fine lavori

a, d

5 16

ina-Casa

Cantamessi

apr. 58

Magnani

mag. 58

feb. 60

ina-Casa

Cantamessi

apr. 58

Magnani

dic. 59

mar. 60

ina-Casa

Cantamessi

apr. 58

Magnani

mag. 58

feb. 60

e ,f, G, H

108

ina-Casa

savioli

lug. 58

Vannucci

mag. 58

mag. 60

o, n

4 24

ina-Casa

Letterio

apr. 58

tesi

mag. 58

mag. 60

2 10

ina-Casa

iaCP

gen. 59

Vannucci

lug. 59

ago. 61

4 16

ina-Casa

Cantamessi

apr. 58

Coop acli

giu. 58

ott. 60

Centro sociale

1 0

ina-Casa

rivieccio

mar. 61

Biagioni

set. 64

mar. 66

i e ii - 35

2 4 24

408

rauty

apr 58

facio

giu. 58

giu 59

iii - 36

1 3 12

408

abruzzini

apr 58

facio

giu. 58

ago 59

Xi - 37

1 3

408

abruzzini

apr 58

ancillotti

ago. 58

giu 59

iV - 34

1 3 12

408

rauty

mag 58

facio

giu. 58

sett 59

14

408

rauty

apr 58

facio

giu. 58

giu 59

V e Vi 26
Vii - 43

1 3

408

abruzzini

gen 59

Vannucci G.

mar. 59

gen 60

Viii - 42

1 3

408

abruzzini

gen 59

Vannucci G.

mar. 59

gen 60

iX - 41

1 3

408

abruzzini

gen 59

Vannucci G.

mar. 59

gen 60

X - 45

408

Giannini

gen 59

Vannucci G.

mar. 59

dic 59

Xii - 46

1 3 18

408

rauty

feb 59

tesi

mag. 59

ago 60

Giovani sposi

2 2 16

proprio

santi

ott 59

Coop acli

apr. 60

giu 61

negozi

6+1

proprio

rauty

lug 59

tesi

nov. 59

dic 61

XiV, XV-49

2 3 12

408

Bassi

apr 60

diddi

dic. 61

feb 62

XVi - 50

1 3 12

408

Montemagni

giu 60

facio

ago. 60

nov 61

Xiii - 53

1 4 16

408

Giannini

ago 61

facio

lug. 61

dic 62

78

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Case per i giovani sposi


nel settembre del 1959 il Consiglio
ricorda che in virt dei finanziamenti concessi dallo stato e delle costruzioni ina casa si ormai
quasi riusciti ad alleviare in maniera sensibile nei comuni della Provincia la carenza di alloggi, esamina
la possibilit di costruire alcuni alloggi da destinare esclusivamente a giovani coppie di sposi bisognose
e desiderose di avere unabitazione propria, dato che, per effetto delle vigenti disposizioni in materia,
i piccoli nuclei familiari restano di solito esclusi dalle assegnazioni, per cui difficilissimo che due
giovani sposi allinizio della vita matrimoniale possano ottenere una casa popolare pur essendo in
possesso dei requisiti richiesti.133

si delibera pertanto di affrontare questa situazione con la costruzione, su unarea di propriet dellistituto, di un edificio a schiera di otto alloggi di 5 vani legali che comporta un
costo stimato di massima in 16-18 milioni di lire. La spesa potrebbe essere finanziata con
un mutuo proprio che la Cassa di risparmio si dichiarata disposta ad accordare al tasso
particolarmente favorevole del 6 per cento da ammortizzare in 25 anni.
si incarica larch. renzo santi di redigere un progetto che viene approvato il 3 ottobre
1959 assieme allautorizzazione a contrarre il mutuo relativo.
il progetto consiste in due edifici a schiera per complessivi 16 alloggi ubicati allestremo
nord dellarea di propriet dellistituto uno nellangolo ovest e laltro nellangolo est lungo
la via di Valdibrana (fig. 81). i lavori sono affidati a trattativa privata alla cooperativa aCLi
di Campo tizzoro con un ribasso dell1,45 per cento. i lavori iniziano il 20 aprile 1960 e
sono terminati, dopo sospensioni per complessivi 130 giorni, il 20 giugno 1961 (fig. 87).134
Perizia 49: fabbricati XIV e XV
Proseguendo limpegno dei fondi del Prestito nazionale delle legge 408 del biennio 1959
- 60 viene concesso un contributo di 50 milioni in conto capitale con il quale il Consiglio
di amministrazione dellistituto nella seduta del 4 settembre finanzia due interventi nellarea di Belvedere e uno nel Comune di Pescia.
il primo intervento, progettato dallarch. Bassi, prevede la costruzione di due fabbricati di
tre piani, ubicati a nord dellarea fra la via del Vecchio oliveto e la via di Valdibrana (fig.
81). i due fabbricati comprendono 12 alloggi di 5 vani legali e di circa 75 m2 di superficie.
il progetto comporta una spesa di 37 milioni di lire ed approvato dal Ministero nellaprile
del 1960. La gara di appalto aggiudicata alla ditta arrigo flori di Pistoia con il ribasso
del 6,07 per cento. i lavori iniziano il 18 luglio 1960 e, dopo tre sospensioni dovute al maltempo per complessivi 262 giorni, sono ultimati il 25 gennaio 1962 (fig. 87).135
Perizia 50, fabbricato XVI
nella stessa seduta del settembre 1959 il Consiglio di amministrazione delliaCP approva
il progetto dellarch. santi per la costruzione di un fabbricato di 10 alloggi e tre negozi da
finanziarsi per met con lassegnazione di 50 milioni di lire in conto capitale concessa per
i biennio 1959-60 dal Ministero e per met mediante mutuo in corso di contrazione con
la Cassa depositi e Prestiti. il progetto viene bocciato dal Provveditorato regionale con
numerose osservazioni e larch. santi, frattanto ammalatosi gravemente, non pu lavorare
alla rielaborazione del progetto che viene affidato agli arch. Montemagni e Marello.
Ledificio ubicato a nord dellarea interessata dagli interventi iaCP prospiciente la via
del Vecchio oliveto (fig. 81) ed costituito da un unico corpo di fabbrica di tre piani fuori
terra e uno scantinato parzialmente interrato.

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 86 del 4 settembre 1959. asCPPt, a 973.


asCPPt, a 542, a 553.
135 asCPPt, a 895.
133
134

Il Villaggio Belvedere

79

ad ogni piano delledificio si trovano 4 appartamenti distribuiti da due vani scala, per complessivi 12 di cinque vani tranne quello della testata nord che di sei vani. il progetto prevede una spesa di 27.625.000 lire ed approvato nel giugno del 1960. La gara di appalto,
esperita nel luglio, vinta dalla ditta f.a.C.i.o. con un ribasso del 3,10 per cento. i lavori
iniziano il 30 agosto 1960 e dopo sospensioni e proroghe per un totale di 193 giorni sono
ultimati il 6 novembre 1961 (fig. 87).136
Perizia 53: fabbricato XIII (Il grattacielo)
il fabbricato Xiii non previsto nel piano urbanistico originario, viene inserito successivamente e ubicato nella parte centrale, a valle della via Vecchio oliveto, in unarea libera
prospiciente la scalinata che discende dallarea superiore dell ina-Casa (fig. 81).
La costruzione finanziata sul programma di 209 milioni della legge 1327 in attuazione
della legge 408. il progetto redatto dalling. Giannini prevede un edificio di quattro piani
con 16 alloggi di cui uno di cinque vani legali e quindici di sei vani. Ledifico composto
di tre corpi di fabbrica due prospicienti la strada e uno a est pi a valle, il corpo a nord
comprende 4 appartamenti di sei vani quello a sud 6 di 5 e 6 vani e quello a est 6 di 6 vani.
in una prima versione al piano terra sono previsti 4 alloggi e un magazzino poi eliminati.
il progetto prevede una spesa di 58,9 milioni di lire ed approvato nellagosto 1961. Per
le sue forme diverse e per la sua maggior altezza viene identificato dagli abitanti del Villaggio come il grattacielo.
La gara di appalto si svolge nel luglio del 1961 ed vinta dalla ditta f.a.C.i.o. di firenze
con un ribasso dell1,15 per cento.
i lavori iniziano il 31 luglio 1961 e dopo sospensioni per complessivi 108 giorni sono terminati il 12 dicembre 1962 (fig. 87).137
I negozi
nel 1959 molti edifici sono gi costruiti e altri sono in fase di costruzione e si manifesta la
necessit di dotare il quartiere di un centro commerciale con la costruzione di un edificio di
quattro negozi da finanziare con i proventi della vendita di aree di propriet dellistituto.
il progetto viene ubicato sul lotto ancora libero a fianco delledificio destinato a giovani sposi
a monte della via del fiume (fig. 81). il progetto redatto dalling. rauty approvato nel luglio
del 1959 e comporta una spesa di 4,4 milioni di lire. i lavori sono affidati a trattativa privata
alla ditta tesi aldo con il ribasso del 3,50 per cento e sono iniziati nel novembre del 1959.
Liniziativa incontra il favore delle categorie dei commercianti i quali hanno gi avanzato numerose domande per ottenere in locazione i quattro negozi rispettivamente di alimentari,
frutta e verdura, macelleria e mercerie e listituto decide di costruire altri due negozi affiancati
a quelli in costruzione con le stesse caratteristiche progettati sempre dalling. rauty per il
costo di 2,2 milioni di lire. i lavori sono affidati bonariamente alla stessa ditta con lo stesso
ribasso del 3,5 per cento. i lavori di costruzione dei sei negozi sono terminati nei primi mesi
del 1960. nel maggio 1961 liaCP approva un nuovo progetto delling. rauty per la costruzione di un vano ad uso negozio da costruire in proseguimento dello stesso edificio in linea
contenente i sei negozi gi costruiti.
i lavori sono appaltati alla cooperativa aCLi di Campo tizzoro che li inizia nellagosto del
1961 e li termina il 13 dicembre 1961 (fig. 87).138
Con questo intervento il Villaggio Belvedere praticamente terminato; successivamente saranno costruiti: un altro edificio per giovani sposi nel lotto rimasto libero nella parte centrale
e, nel 1962, la chiesa di Michelucci.

asCPPt, C 105.
asCPPt, a 332.
138 asCPPt, B 252.
136
137

80

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

La chiesa di Michelucci
Larea rimasta libera dalledificazione di 3000 m2 viene donata dallina-Casa alla Curia di
Pistoia che, nel 1959, chiama larch. Giovanni Michelucci a redigere il progetto della nuova
chiesa. Per la costruzione si usa un finanziamento del Ministero dei Lavori Pubblici (22
milioni per il rustico della chiesa e per la canonica stanziati nel 1959) e in questo caso
Michelucci non ripiega su tipologie gi collaudate, ma rielabora il concetto stesso di luogo sacro per delineare
uno spazio che evochi la citt, lunione, lo stare insieme. attraverso una successione di soluzione che portano progressivamente alla scarnificazione dei motivi formali e simbolici, definisce la configurazione di
unaula a sviluppo trasversale caratterizzata dal percorso fra i due ingressi laterali e ritmato dalla successione
di pilastri ramificati. tale percorso interno inteso come prolungamento di quelli pubblici esterni e lintera
aula diviene una sorta di piazza coperta a rispecchiare la natura comunitaria del sacrificio.139

Le approvazioni del progetto da parte della Pontificia commissione darte sacra, del Ministero LL.PP. e del Comune di Pistoia vengono ottenute dopo un anno e il cantiere viene
avviato nellottobre del 1960 dallimpresa sfeLs delling. Giuntoli. La chiesa viene consacrata il 21 settembre 1961 (fig. 86).140
Ledificio in via Vecchio oliveto
Gli interventi nel Villaggio Belvedere sono conclusi molti anni pi tardi quando, il 22 settembre 2003, dopo pi di 10 anni dagli ultimi finanziamenti per ledilizia residenziale pubblica, si vara un programma sperimentale finanziato dal dCr 173 a cui si aggiungono
fondi sPes.
nel 2005 larch. Maraviglia elabora il progetto di un edificio con 16 alloggi.
Lintervento ubicato in un lotto residuale rimasto libero in via Vecchio oliveto in angolo
con via Valdibrana (fig. 89).

Fig. 89 - Planimetria delledificio di 16 alloggi,


Ufficio Tecnico SPES.

il progetto ripropone le linee e i volumi gi presenti nellarchitettura di sviluppo del quartiere con
larticolazione degli elementi in direttrici non ortogonali e la presenza di setti murari rivestiti di pietra.
La volumetria del fabbricato si conforma agli edifici del quartiere mentre nella scelta dei materiali di
finitura si cercato di dare unimmagine attuale con linserimento di alluminio per gli infissi e parapetti
dei terrazzi.141

Fig. 90 - Gli edifici di via Vecchio Oliveto.

i 16 alloggi sono distribuiti su quattro piani da un


vano scala centrale e hanno dimensioni che variano
da un minimo di 46 m2 ad un massimo di 86, la superficie utile netta complessiva di 1.185 m2 per 61
abitanti.
il progetto validato nel settembre del 2005 per la
spesa di 1.461.000 euro. La gara di appalto si svolge
nellottobre 2005 ed vinta dallimpresa iMP.teC.
con sede in Giugliano in provincia di napoli con
un ribasso del 15,21 per cento.
nel corso dei lavori vengono approvate tre perizie
aggiuntive per un importo totale di 211.289 euro.
i lavori iniziano il 3 novembre 2005 e, dopo la concessione di sospensioni e proroghe per complessivi
447 giorni, sono ultimati il 17 settembre 2008 (fig. 90).

Regesto delle chiese italiane. 1 Pistoia. a cura di r. agnoletti, G. Pasquini, a. suppressa. Milano, di Baio 1966, p. 54-55.
asCPPt, B 518.
141 Progetto di costruzione di 16 alloggi, Programma sperimentale 20.000 abitazioni in affitto, in Comune di Pistoia PEEP Belvedere.
Progetto architettonico. relazione tecnica dellarch. Maraviglia, 22 settembre 2005. sPes, ufficio tecnico.
139
140

La nuova sede dellIacp di via del Villone

81

La nuoVa seDe DeLLIaCP In VIa DeL VILLone


i due edifici ad un piano per indigenti costruiti nel 1927 1930 in via Corta della Brana
sono deperiti col tempo e presentano da anni condizioni di degrado igienico e sociale,
tanto da essere ormai definiti dai pistoiesi con il termine negativo: La Cirenaica. il problema della loro destinazione viene affrontata pi volte dallistituto con proposte di demolizione e riutilizzazione o alienazione dellarea.
nel 1959 il Consiglio delliaCP affronta nuovamente il problema e decide di utilizzare
larea di sua propriet su cui sorgono le casette demolendole per costruire al loro posto
un nuovo edificio. La decisione si concretizza nel 1960 quando il Ministero concede un finanziamento in base alla legge 408 di 250 milioni e approva, nel dicembre, il programma
costruttivo dellistituto comprendente ledificio in via del Villone,142 in cui fin dal dicembre
1960 decide di spostare anche la sede dellistituto.143
il terreno di circa 2300 m2, diviso dalla via del Villone dal torrente Brana, che ha in
questo tratto una larghezza di circa 7 metri con un profondit media di alveo di 2 metri, e
si trova a un livello pi basso di quello stradale di 1,80 metri. Pertanto il progetto prevede
la copertura del torrente per tutto il fronte del lotto interessato con due muri dargine in
calcestruzzo ed una soletta portante con piano viario a quota strada. il piazzale anteriore
del nuovo edificio viene rialzato fino al piano della via del Villone. il piazzale posteriore
rimane invece allincirca allattuale piano di campagna con accesso alle cantine.
il progetto redatto dalling. rauty nel febbraio 1961 riguarda la costruzione di un edificio a
5 piani comprendente 18 alloggi, 8 distribuiti dalla scala a e 10 dalla scala B. Gli alloggi sono
di quattro o cinque vani utili e hanno una superficie utile che va da 75 a 110 m2. il progetto
comporta la spesa di 77.700.000 lire ed approvato dal Ministero nellagosto del 1961.
La gara di appalto per lesecuzione dei lavori si svolge nel luglio del 1961 ed vinta dallimpresa f.a.C.i.o. con il ribasso dello 0,71 per cento. i lavori iniziano il 31 luglio 1961
e dopo alcune controversie sono ultimati il 28 febbraio 1963 (fig. 91).
nel gennaio del 1963 a lavori quasi ultimati il Consiglio di amministrazione dellistituto
Premesso che in seguito alla riorganizzazione dei servizi
dellistituto, sia sotto il profilo funzionale che sotto quello
organico, e al notevole sviluppo raggiunto dal settore delle
costruzioni e nel complesso degli alloggi in amministrazione, gi da tempo si era reso urgente e indilazionabile
trasferire la sede dellistituto in locali pi idonei e funzionali. Considerato lassoluta impossibilit di continuare ad
utilizzare lattuale sede di via della torre 13, del tutto inadatta allo scopo, fu presentata disdetta al proprietario locatore della stessa per il 31 gennaio 1963.144

Fig. 91 - Ledificio di via del Villone, retro.

e decide pertanto di scorporare i locali del primo


piano delledificio in costruzione, destinato a contenere 4 alloggi, al fine di acquisirlo al patrimonio
dellente e adibirlo a sede dei propri uffici.
La sede attuale della sPes si trova ancora nei locali di via del Villone.145

nota ministeriale n. 14153 del 19 dicembre 1960. Perizia 52, asCPPt, a 329.
asCPPt, a 974.
144 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 11 del 5 gennaio 1963. asCPPt, a 977.
145 Perizia 52, asCPPt, a 329.
142
143

82

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

La LegIsLazIone urBanIsTICa suLLaCQuIsIzIone


DeLLe aree PrIMa DeLLa Legge 167 DeL 1962
Lacquisizione delle aree il Villaggio Belvedere lultimo intervento realizzato in mancanza di una organica procedura
per ledilizia residenziale legislativa per lacquisizione delle aree per la costruzione di edilizia economica e popolare.
pubblica di Pistoia
fino al 1962 si proceduto allacquisizione dei terreni necessari alledificazione con iniziative sporadiche ed occasionali delliaCP o del Comune.
a seguito o in previsione della concessione di finanziamenti si ricercano, di volta in volta,
le aree necessarie senza nessuna programmazione preventiva con il solo criterio delleconomicit. si reperiscono cos terreni dispersi sul territorio normalmente di piccola dimensione e, a volte, anche singoli lotti.
abbiamo seguito le sofferte vicende per lacquisizione delle aree delle vie Cammelli, Bellini
e Corta della Brana, prima della guerra. Poi, nellimmediato dopoguerra, quelle, ancora pi
complicate, per acquisire le aree su cui costruire gli edifici per i senzatetto. in questa occasione si sono utilizzati i terreni di propriet del Comune ricavati malamente dalla riduzione
della piazza darmi e dalla demolizione delle mura sul viale Malta, proseguendo cos una
procedura sperimentata prima della guerra quando si sono utilizzati i terreni risultanti dalla
demolizione delle mura per le cooperative edilizie sul viale Petrocchi, poi, con la minaccia
dellesproprio e il conseguente accordo bonario si sono acquisite le aree sul viale italia.
dopo queste vicende liaCP mette a punto una procedura autonoma che lesperienza ha
indicato come maggiormente efficace e che del resto stata attuata per il primo intervento
in via Cammelli nel 1912. anzich perdersi in estenuanti richieste e trattative con il Comune, procede alla ricerca di aree idonee a basso costo da acquisire direttamente, con accordi bonari, dai proprietari, finanziando lacquisto con mutui propri o con i fondi disposti
alluopo dalle varie leggi. in questo modo si acquisiscono singoli lotti o piccole aree nelle
vie Valiani, spartitoio, erbosa, Castel de Guidi, del Legno rosso, del funaro, sestini, viale
italia, a Capostrada e al nespolo.
Con lacquisto progressivo di appezzamenti di terreno a nord e a sud della via Pagliucola
si viene configurando per la prima volta, un quartiere insediativo di grande dimensione.
La sua estensione per non programmata in anticipo ma il risultato di acquisizioni successive derivanti da singoli accordi con i proprietari dei terreni per la realizzazione di piccoli
interventi di due o tre edifici.
Ci comporta la mancanza di un progetto urbanistico unitario preventivo e la qualit funzionale complessiva ne risente. solo a posteriori il Comune progetta una lottizzazione
(fig. 30) che riordina e completa lurbanizzazione dellarea quando gli edifici sono, quasi
tutti, gi costruiti. anche i quattro interventi ina-Casa che pure nascono da una legge
che tenta di dare un inquadramento urbanistico agli edifici finanziati, sono composti da
due o tre edifici ciascuno e occupano aree troppo piccole per essere progettate e allestite
con un respiro urbanistico adeguato.
solo nel 1957 con lacquisto delle aree del Villaggio Belvedere (quinto e ultimo intervento
ina-Casa a Pistoia) si capisce che il problema delle aree importante e che conviene premunirsi con la loro acquisizione prima della assegnazione dei finanziamenti.
Per iniziativa dellina-Casa e del presidente delliaCP Cariglia si riesce ad acquisire tutta
insieme e preventivamente una vasta area fra le vie dalmazia e Valdibrana, a sud della villa
Puccini, ove vengono utilizzati, come abbiamo visto, i finanziamenti ina-Casa e delliaCP.
Per la prima volta viene compilato un piano urbanistico preventivo dellintera zona che
anticipa di fatto le procedure progettuali della legge 167.
importante rilevare nuovamente che questa ricerca pi o meno affannosa di aree da

La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962

83

parte delliaCP ha determinato, nelle varie fasi storiche, un ruolo trainante delledilizia residenziale pubblica nei confronti dei processi di espansione della citt.
infatti le aree venivano acquisite, per ovvi motivi di fattibilit economica degli interventi,
a bassi costi e quindi sono aree esterne alla citt in zone agricole e in momenti in cui nessuno poteva pensare ad un loro uso edilizio.
Cos lacquisto dei terreni ad ovest dove sono stati costruiti gli edifici e le vie Cammelli e
Bellini hanno dato origine alla progettazione del primo piano regolatore della citt ed
hanno avviato la costruzione di un ampio quartiere compreso fra il viale Petrocchi e la
linea ferroviaria Porrettana denominato Pistoia nuova.
Cos lintervento in via Valiani e poi in via Castel de Guidi hanno, se non proprio avviato
perch la tendenza espansiva in quellarea era gi presente, accompagnato e incoraggiato
le scelte di sviluppo in quella direzione da parte del piano regolatore del 1957.
Cos nel 1942, lacquisto del terreno per la realizzazione del Villaggio Pellizzi a nord di via
Pagliucola in una zona totalmente agricola e non tanto favorevole per lespansione urbana
a causa della presenza degli edifici dei Macelli, delle Carceri e poi delle Caserme ha anticipato e spinto, molto prima della localizzazione nella zona degli impianti sportivi, le numerose iniziative dei privati per lottizzare a scopo residenziale i terreni di loro propriet e poi
ha condizionato le scelte residenziali di sviluppo a nord del Piano regolatore del 1957.
Cos ancora nel 1957 lacquisto dei terreni fra le vie dalmazia e Valdibrana in aperta campagna assai lontano dai limiti urbani ove sorger il Villaggio Belvedere, far sviluppare un
dibattito che anzich evidenziare i limiti urbanistici di una espansione in zona agricola lontana dalla citt, la accetta come fatto compiuto e si pone il problema di rendere edificabili
i terreni lasciati bianchi, cio a verde agricolo, perch: lo stesso nuovo quartiere inaCasa (Villaggio Belvedere) in corso di realizzazione rimane avulso dal tessuto urbano, staccato da questo da oltre 20 ettari di zona agricola.146
in questo caso le iniziative di localizzazione residenziale promosse dalliaCP rappresentano lanticipazione di scelte urbanistiche poich il Consiglio Comunale di Pistoia, accoglie,
come abbiamo visto, un emendamento dellultimo minuto e ritenuto che larea a sud del
costruendo villaggio residenziale ina Casa e iaCP sia suscettibile di uno sviluppo edilizio
di notevole entit, approva che larea sopra specificata sia prevista nel Piano regolatore
Generale come zona residenziale semintensiva.147
Cos, infine, quando nel 1962 il Comune elabora il piano per le aree di edilizia economica
e popolare liaCP chiede che le aree acquistate a scornio nel 1963 per realizzare i propri
programmi, vengano inserite nel piano e il Comune accoglie la richiesta inserendo la Zona
d - scornio, Capostrada.
Linserimento di tale larea costituisce unulteriore espansione urbana allestremo nord che
ingloba definitivamente il centro di Capostrada con la citt.
dopo la costruzione del Villaggio scornio est tutti gli interventi di edilizia economica e
popolare saranno realizzati allinterno delle aree previste dal PeeP, acquisite, progettate
ed urbanizzate preventivamente dal Comune secondo le procedure previste dalla legge.
Con la legge 167 del 1962 (prima legge che consente lesproprio di ampi aree di terreno
per la costruzione di interi quartieri di edilizia residenziale pubblica) si avvia un quindicennio di riforme urbanistiche e di edilizia pubblica culminato con la legge 10 del 1977,
poi rovinosamente regredito a causa delle sentenze della Corte Costituzionale e dellaffievolirsi della spinta riformatrice.
Prima della legge 167 non esistevano procedure specifiche per lacquisizione e lallestimento di aree destinate alla costruzione di edilizia economica e popolare.

146
147

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 553 del 27 dicembre 1957.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 554 del 29 dicembre 1957.

84

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

si procedeva faticosamente attraverso ladattamento di leggi che hanno normato luso forzoso della propriet privata nellinteresse pubblico, allinizio solo per rilevanti cause di
forza maggiore e di grave urgenza.
si lentamente arrivati ad autorizzare lesproprio preordinato alla costruzione di edifici
residenziali e poi produttivi; si passati dal faticoso reperimento di aree per la costruzione
di uno o pochi edifici alla realizzazione di interi quartieri di ampiezza adeguata opportunamente localizzati nellassetto pi generale definito dal PrG.
stata resa obbligatoria la realizzazione delle opere di urbanizzazione necessarie a garantire
la funzionalit primaria degli insediamenti (strade, fogne, acquedotti, illuminazione, parcheggi) e poi la realizzazione di spazi attrezzati per il gioco, lo sport, le attrezzature di servizio sociale, commerciale, scolastico e direzionale.
si affermava cos un nuovo carattere degli insediamenti di case popolari intesi come organismi urbani attrezzati e funzionanti, luoghi di relazioni sociali e umane. in questo processo
si sono infine venuti definendo parametri di qualit formale per garantire una pi gradevole
organizzazione degli spazi urbanistici e una maggiore qualit dellarchitettura.
tutto ci avvenuto lentamente nei decenni, con contrasti enormi con la propriet dei
terreni e con la funzione oggettiva che la speculazione edilizia svolgeva come principale
volano per la formazione di capitali utili per la crescita del sistema industriale.
Molti dei principali gruppi industriali si sono fondati e/o hanno accresciuto la loro consistenza attraverso linvestimento in operazioni immobiliare pi o meno rilevanti.
Purtroppo gli interventi legislativi sono stati quasi sempre insufficienti e tardivi, adottati
dopo che le trasformazioni territoriali erano gi avvenute. e comunque la questione principale (lacquisizione di aree pubbliche a prezzi agricoli per garantire la soddisfazione dei
bisogni collettivi con la creazione di spazi urbani ampi, gradevoli e funzionali da realizzare
con la separazione del diritto di propriet dal diritto di costruire) non mai stata risolta e
oggi pare addirittura scomparsa dallagenda politica del nostro paese e, purtroppo, anche
da quella culturale e sociale.
La legge n. 2359 del 1865
nel 1865, pochi anni dopo lunificazione politica dellitalia, viene varata la prima legge di
rilievo urbanistico.
Questa normativa integra e sostituisce una legge dello stesso anno relativa ai contenuti dei
regolamenti di ornato e polizia locale. La legge prevede lesproprio a prezzi di mercato
per la realizzazione di opere pubbliche (strade, ferrovie, canali) e la formazione, nei comuni
con una popolazione riunita di pi di 10.000 abitanti, di un piano regolatore nel quale venivano tracciati gli allineamenti delledificazione, con il duplice scopo di rimediare alla viziosa disposizione degli edifici e per provvedere alla salubrit degli abitati.
i contenuti urbanistici della legge si limitano alla logica degli allineamenti stradali e dei
conseguenti sventramenti per ledificazione.
La legge norma principalmente lespropriazione dei beni immobili per lesecuzione di
opere di pubblica utilit:
sono opere di pubblica utilit quelle che vengono espressamente dichiarate tali per atto dellautorit
competente. La dichiarazione di pubblica utilit deve farsi con legge per la costruzione delle strade
nazionali, delle ferrovie pubbliche, dei canali navigabili, per prosciugamento dei laghi e per altri grandi
lavori di interesse generale.
Glintraprenditori ed esecutori di una opera dichiarata di pubblica utilit possono occupare temporaneamente i beni privati per estrarre, pietre, ghiaia, sabbia, terra o zolle, per farvi deposito di materiali,
per stabilire magazzini ed officine, per praticarvi passaggi provvisori, per aprire canali di diversione
delle acque e per altri usi necessari allesecuzione dellopera stessa.
Colui che promosse la dichiarazione di pubblica utilit unitamente al piano particolareggiato desecuzione, deve far compilare un elenco in cui sia indicato il prezzo che offre per la loro espropriazione.

La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962

85

affinch la somma offerta dagli esproprianti si possa considerare accettata dai proprietari, necessario
che essi ne abbiano fatta espressa dichiarazione in iscritto.
Lindennit dovuta allespropriato consister nel giusto prezzo che a giudizio dei periti avrebbe avuto
limmobile in una libera contrattazione di compravendita.
il prefetto decreta lespropriazione ed autorizza loccupazione dei beni. il decreto del prefetto che
autorizza loccupazione immediata dei fondi e quello che ne pronuncia lespropriazione saranno trascritti nellufficio delle ipoteche, e sar fatta lopportuna voltura nel catasto o nei libri censuari.
nei casi di rottura degli argini, di rovesciamenti di ponti per impeto delle acque, e negli altri casi di
forza maggiore o di assoluta urgenza, i prefetti (ed i sottoprefetti), previa la compilazione dello stato
di consistenza dei fondi da occuparsi, possono ordinare la occupazione temporanea dei beni immobili
che occorressero alla esecuzione delle opere alluopo necessarie. se poi lurgenza fosse tale da non
consentire nemmeno lindugio richiesto per fare avvertire il prefetto e il sottoprefetto ed attenderne
il provvedimento, il sindaco pu autorizzare loccupazione temporanea dei beni indispensabili per
lesecuzione dei lavori sopraindicati.148

La legge non prevede listituto delloccupazione durgenza preordinato allesproprio ma


solo loccupazione definitiva al termine delle procedure o loccupazione temporanea per
due motivi: quando necessaria alla realizzazione di opere di pubblica utilit o nei casi di
rottura degli argini, di rovesciamenti di ponti per impeto delle acque e negli altri casi di
forza maggiore e di assoluta urgenza.
La legge non prevede la possibilit di occupare stabilmente il fondo per la realizzazione di
unopera pubblica prima del decreto di esproprio; loccupazione temporanea e dettata
dallurgenza (o dallestrema urgenza, caso in cui la competenza passava dal prefetto al sindaco) e non permanente per realizzare lopera pubblica. infatti:
anche se la legge di unificazione 20 marzo 1865 n. 2248 prevede che per grave necessit pubblica
lautorit amministrativa potesse senza indugio disporre della propriet privata, tuttavia dottrina e
giurisprudenza interpretarono la norma nel senso che si pu disporre dellaltrui propriet privata solo
se una legge speciale attribuisce tali specifici poteri (). nella prassi, lesigenza di realizzare rapidamente lopera, indusse le amministrazioni ad immettersi nel possesso dellimmobile subito dopo la
dichiarazione di pubblica utilit, senza attendere il decreto desproprio. nel dicembre 1879 venne
quindi introdotta la previsione di un decreto di occupazione durgenza emesso dal Prefetto nei casi
in cui fossero dichiarati urgenti ed indifferibili i lavori.
si creava cos un istituto che non richiedeva pi come presupposto la temporaneit delloccupazione,
in quanto era chiaramente preordinato ad anticipare, per motivi di indifferibilit ed urgenza, loccupazione del bene destinato alla realizzazione dellopera pubblica.149

La legge del 1865 introduce anche le prime norme urbanistiche del regno con il piano regolatore per la ricostruzione e il piano regolatore di ampliamento per la costruzione di
nuove zone urbane di espansione:
i Comuni, in cui trovasi riunita una popolazione di diecimila abitanti almeno, potranno, per causa di pubblico vantaggio determinata da attuale bisogno di provvedere alla salubrit ed alle necessarie comunicazioni, fare un piano regolatore, nel quale siano tracciate le linee da osservarsi nella ricostruzione di quella
parte dellabitato in cui sia da rimediare alla viziosa disposizione degli edifizi, per raggiungere lintento.
i progetti dei piani regolatori debbono essere fatti pubblici a cura del sindaco ed essere adottati dal
Consiglio Comunale, il quale delibera sulle opposizioni che fossero presentate. se il Consiglio Comunale respinge le opposizioni, la deputazione Provinciale chiamata a dar parere sul merito del
progetto e delle opposizioni. i piani regolatori sono approvati sentito il Consiglio superiore dei Lavori
Pubblici ed anche il Consiglio Provinciale di sanit, ove occorra. nel decreto di approvazione sar
determinato il tempo, non maggiore danni 25, entro il quale si dovr eseguire il piano () diventato
definitivo il piano, dal giorno della sua pubblicazione i proprietari dei terreni e degli edifizi in esso
compresi, volendo far nuove costruzioni o riedificare o modificare quelle esistenti, sia per volont
loro, sia per necessit, debbono uniformarsi alle norme tracciate nel piano.
i lavori fatti in contravvenzione allarticolo precedente saranno distrutti, ed il proprietario condannato
alla multa estensibile a lire 1.000.

148
149

Legge 26 giugno1865 n. 2359, Disciplina sullespropriazione forzata per pubblica utilit.


C. taglienti, Occupazione durgenza preordinata allesproprio. www.Giustiziaamministrativa. it

86

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


Lapprovazione del piano regolatore equivale ad una dichiarazione di pubblica utilit, e potr dar luogo
alle espropriazioni delle propriet nel medesimo comprese, osservate le prescrizioni della presente legge.
i Comuni pei quali sia dimostrata la attuale necessit di estendere labitato, potranno adottare un piano
regolatore di ampliamento in cui siano tracciate le norme da osservarsi nella edificazione di nuovi edifizi,
a fine di provvedere alla salubrit dellabitato, ed alla pi sicura, comoda e decorosa sua disposizione.
a questi piani sono applicabili le disposizioni del precedente capo.
se per la esecuzione del piano di ampliamento il Comune deve procedere alla costruzione delle vie
pubbliche, i proprietari saranno obbligati a cedere il terreno necessario, senzaltra formalit.150

La legge 15 gennaio 1885 n. 2892


nel gennaio 1885 viene emanata la cosiddetta Legge di napoli formulata per far fronte
alla situazione di emergenza venutasi e a creare a napoli dopo lo scoppio dellepidemia di
colera dellanno precedente.
essa prevede la possibilit di risanamento dellabitato, attraverso la dichiarazione di pubblica
utilit per tutte quelle opere necessarie al risanamento e modifica il calcolo del prezzo di indennizzo introducendo la media del valore venale dei terreni e dei fitti coacervati nel decennio.
autorizza inoltre gli istituti di credito a concedere mutui per il risanamento delle abitazioni.
La validit della legge estesa a quei comuni in cui le condizioni di insalubrit delle abitazioni, della rete fognaria e delle acque ne avevano manifesto bisogno.
si riportano i contenuti principali della legge:
sono dichiarate di pubblica utilit tutte le opere necessarie al risanamento della citt di napoli, giusta il
piano che, in seguito a proposta del municipio, sar approvato per regio decreto.
i contratti per le espropriazioni, per la esecuzione delle nuove opere e tutti gli atti relativi saranno stipulati
dal municipio;e diverranno esecutivi quando il ministero dellinterno li abbia approvati.
nel piano () sar determinata larea di zone, laterali alle nuove strade, che il municipio potr espropriare
per pubblica utilit. Lindennit dovuta ai proprietari deglimmobili espropriati sar determinata sulla
media del valore venale e dei fitti coacervati dellultimo decennio purch essi abbiano la data certa corrispondente al rispettivo anno di locazione. in difetto di tali fitti accertati lindennit sar fissata sullimponibile netto agli effetti delle imposte su terreni e su fabbricati.
Per la costruzione di nuove case ad uso di abitazione nel perimetro del piano di risanamento gli istituti
di credito fondiario potranno far prestiti fino al montare di tre quinti del valore dellimmobile, compreso
il terreno sul quale presto sar costruito risultante da perizia giurata, redatta da tre ingegneri.
il sindaco di napoli potr, nel primo biennio dopo la promulgazione della presente legge, per ordinanza
da pubblicarsi nei modi legali, emanare tutti i provvedimenti necessari:
a) per chiusura o risanamento di case insalubri;
b) per soppressione di pozzi o cisterne che sieno per causa permanente pericolosi alla salute dei cittadini;
c) per rimozione di cause dinsalubrit dalle acque o dalle abitazioni;
d) per chiusura o rifazione di ogni canale o tubo di scarico delle case, o per obbligo a costruirli;
e) per obbligo al proprietario, il cui immobile manchi di acqua potabile, di fornirsene in determinato tempo;
f) per obbligo al proprietario di non impedire al condomino o allinquilino che lo chieda, il passaggio di
tubi conduttori di acqua;
g) per multe a carico dei contravventori, le quali potranno estendersi fino al doppio della somma occorrente per lesecuzione del lavoro ordinato;
h) per esecuzione dei lavori a carico dei contravventori.
ai comuni che ne faranno richiesta potranno essere estese, per decreto regio tutte o parte delle disposizioni della legge qualora le condizioni dinsalubrit delle abitazioni o della fognatura e delle acque
ne facessero manifesto bisogno.151

Le leggi sulle aree pubbliche e sulla tutela del territorio fino al 1938
Come si visto nel 1903 viene approvata la prima legge sulledilizia popolare, la cosiddetta
legge Luzzatti, che autorizza gli istituti di credito a concedere prestiti agevolati alle cooperative e, in subordine, alle societ di mutuo soccorso e ai comuni per la costruzione di case
popolari. tale legge inserisce la possibilit di procedere alla formazione di piani regolatori

150
151

Legge 25 giugno 1865 n. 2359.


Ibidem.

La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962

87

di ampliamento e, per le finalit sociali indicate dalla legge stessa, allesproprio di aree per
la costruzione di edifici residenziali:
i comuni, nei quali sia riconosciuta la necessit di risanare quartieri insalubri o di provvedere alla deficienza di alloggi e case popolari, dovranno compilare i rispettivi piani regolatori e di ampliamento.
Per la esecuzione del piano di ampliamento i Comuni, ove non abbiano aree disponibili, sono autorizzati a domandare lespropriazione dei terreni compresi nel piano medesimo. i suoli edificatori, risultanti dalle espropriazioni, potranno esser venduti o concessi temporaneamente, anche a privati.152

il 27 febbraio 1908 viene pubblicato il regio decreto n. 89 che approva il testo unico di legge
sulle case popolari o economiche e rafforza le funzioni comunali sullallestimento di aree
i Comuni nei quali sia riconosciuta la necessit di risanare i quartieri insalubri o di provvedere alla deficienza di alloggi e di case popolari o economiche, dovranno compilare appositi piani regolatori e di
ampliamento. Per la esecuzione del piano di ampliamento i comuni che non abbiano aree disponibili,
sono autorizzati a domandare lespropriazione dei terreni compresi nel piano medesimo.
Le indennit di espropriazione di tutti gli immobili occorrenti per la costruzione degli alloggi o delle
case popolari o economiche, saranno valutate a norma delle disposizioni adottate per il risanamento
della citt di napoli.
il Comune ha lobbligo di provvedere contemporaneamente alla costruzione delle case, alla costruzione delle fogne, alla posa delle condutture stradali per lacqua potabile e allimpianto per la illuminazione, alla sistemazione delle strade, piazze, ed altri suoli di uso pubblico.153

il testo unico contiene due indicazioni rilevanti: la possibilit di procedere allesproprio


delle aree per la costruzione di case popolari, e lobbligo per il Comune di allestire assieme
alla costruzione delle case le opere di urbanizzazioni principali (strade, fogne, acquedotto,
illuminazione, spazi pubblici)
da quella data in poi si susseguono diverse leggi relative allambiente: boschi, miniere,
agricoltura. negli anni trenta, con tre regi decreti, vengono approvati tre testi unici di
una certa importanza: il primo relativo alla legge comunale e provinciale, il secondo (sempre del 1934) relativo alle leggi sanitarie (prevede, fra laltro, lintroduzione di fasce di rispetto cimiteriale) e il terzo nel 1938 relativo alledilizia popolare
Il Testo unico delle disposizioni sulledilizia popolare ed economica
il testo unico del 1938, labbiamo gi visto, unopera ponderosa che riordina tutta la
normativa in materia, individua i soggetti finanziatori e attuatori, determina la qualit e
quantit delle agevolazioni, riordina e potenzia il ruolo degli iaCP e delle cooperative.
il testo unico importante anche perch amplia le funzioni affidate ai Comuni per la costruzione di case, il coordinamento delle attivit e, soprattutto, per lesproprio e lallestimento di aree edificabili:
sulle aree, che siano state o siano destinate da parte delle societ, degli istituti e dei privati alla costruzione di case popolari od economiche, il Comune ha lobbligo di provvedere a proprie spese, contemporaneamente alla costruzione delle case, alla costruzione delle fogne, alla posa delle condutture
stradali per lacqua potabile, allimpianto per lilluminazione, alla sistemazione delle strade, piazze ed
altri suoli duso pubblico.
i comuni sono autorizzati:
- primo a stanziare somme nei loro bilanci per sovvenzionare enti e societ per la costruzione di case
popolari od economiche;
- secondo a cedere per la costruzione di case popolari od economiche, terreni propri o espropriati
gratuitamente o a prezzo di costo ovvero mediante corresponsione di canone annuo, in perpetuo o
per un dato numero di anni;
- terzo a creare, quando si tratti di comuni superiori a centomila abitanti, uffici delle abitazioni con

152
153

Legge 31maggio 1903 n. 251.


regio decreto 27 febbraio 1908 n. 89.

88

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


facolt di sorveglianza sul mercato delle abitazioni, uffici ai quali i proprietari di case debbono denunziare la disponibilit di locali ed i relativi affitti.
i comuni possono anche promuovere lesproprio di abitazioni private non ultimate o che si trovino in
deficienti condizioni igieniche, allo scopo di adattarle ad alloggi popolari, qualora il proprietario non possa
o non voglia provvedere alla ultimazione od al risanamento di esse nel termine fissato dal prefetto.
Per le espropriazioni ed occupazioni temporanee si applicano le indennit di esproprio nella misura
fissata per il risanamento della citt di napoli.

e inoltre definisce le caratteristiche delle case popolari ed economiche:


sono considerate case popolari, agli effetti del presente testo unico, quelle costruite per essere date
in locazione dagli enti e dalle societ preposti e che restano in propriet inalienabile ed indivisa degli
enti e delle societ medesimi. ogni alloggio deve:
a) avere non pi di tre vani abitabili - ed eccezionalmente non pi di cinque, oltre i locali accessori
costituiti da cucina, bagno, latrina, ripostiglio e ingresso;
b) avere il proprio accesso diretto dal ripiano della scala;
c) essere fornito di latrina propria;
d) essere provvisto di presa dacqua nel suo interno se esiste nel centro urbano limpianto completo
di distribuzione di acqua potabile;
e) soddisfare alle altre condizioni di salubrit richieste dai regolamenti di igiene e di edilizia.
nelle case popolari od economiche pu essere consentita la costruzione di locali destinati a scopi di
igiene, assistenza ed educazione o da adibirsi a pubblici esercizi, eccettuati quelli destinati esclusivamente a spaccio di bevande alcooliche.154

La tutela dei beni culturali e naturali


alla fine degli anni trenta si ha in italia un interessante sviluppo del dibattito e della riflessione culturale sul territorio con importanti ricadute sul piano legislativo relative alla
tutela dei beni culturali e naturali e alla legislazione urbanistica generale.
nel giugno del 1939, a venti giorni di distanza luna dallaltra, escono due leggi importanti per la tutela
dei beni culturali ed ambientali: la 1089 relativa ai beni di interesse artistico, storico, archeologico ed etnografico e la 1497 relativa alle bellezze naturali. in entrambe queste leggi erano previsti procedimenti
diretti ad accertare il valore dei beni, nonch i poteri repressivi per controllare luso del bene tutelato e reprimere gli eventuali abusi, sino alla possibilit di espropriarli onde salvaguardarli. in particolare la 1497
distingueva due categorie di beni da tutelare: le bellezze individue e le bellezze dinsieme; e proprio in riferimento a queste ultime prevedeva la possibilit di formare dei piani territoriali Paesistici di competenza
del Ministero della Pubblica istruzione. Queste leggi pur contenendo una visione estetizzante del bene
culturale e del paesaggio, arriveranno a noi come le uniche relative alla salvaguardia ambientale e monumentale. solo nel 1985, a 45 anni di distanza, con il decreto Galasso, si arriver a legiferare nuovamente
sullambiente e il paesaggio, questa volta in termini pi sistematici e con imposizioni allinerzia ministeriale
e regionale in materia di Piani Paesistici. fanno peraltro eccezione in quegli anni (1930 1940) alcune
leggi relative alla formazione di parchi nazionali (Gran Paradiso, abruzzo, stelvio, Circeo, Calabro).155

La legge urbanistica del 1942

nellestate del 1942, viene approvata la legge urbanistica generale italiana definita dal ministro Gorla una legge che non pu fare paura ai galantuomini ma solo a coloro che attraverso il diritto di propriet vogliono difendere la speculazione.
La stesura della legge era stata preceduta da lunghi studi e dibattiti e si configura come una
legge moderna e fortemente innovativa assai lontana dalle ideologie politiche dominanti.
infatti questa legge:
ancor oggi la legge fondamentale in materia urbanistica. nonostante i decenni trascorsi, nonostante
la pienezza legislativa delle regioni a statuto ordinario, nonostante le moltissime modificazioni e integrazioni intercorse, limpianto complessivo della pianificazione ancora determinato dagli istituti, dai
contenuti e dalle procedure da essa stabiliti.156

regio decreto 28 aprile 1938 n.1165, Approvazione del testo unico delle disposizioni sulledilizia popolare ed economica.
G. Majoli, Breve storia della legislazione urbanistica in Italia dal 1865 al 2000, www, regione Lombardia, archivi e documenti.
156 e. salzano. Fondamenti di Urbanistica. Bari, Laterza 1998.
154
155

La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962

89

La legge ruota attorno al Piano regolatore Generale Comunale (PrGC) obbligatorio ed


esteso allintero territorio comunale.
il PrG deve indicare la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e,
navigabili, concepita per la sistemazione e lo sviluppo dellabitato, in modo da soddisfare
alle esigenze del traffico, delligiene e del pubblico decoro.
il Piano divide il territorio in zone destinate allespansione dellaggregato urbano secondo
specifiche destinazioni duso; determina i parametri, i caratteri e i vincoli di zona da osservare nelledificazione; prescrive lindicazione delle aree destinate a formare spazi di uso
pubblico o sottoposte a speciale servit e le aree da riservare alla costruzione di scuole e
chiese e ad opere e impianti dinteresse pubblico in generale.
sono obbligati a fare il PrG tutti i comuni compresi in appositi elenchi che il Ministero
dei Lavori pubblici tenuto a formare e aggiornare. ne hanno facolt tutti gli altri.
ii Piano regolatore generale attuato a mezzo di piani particolareggiati di esecuzione nei
quali devono essere indicate le reti stradali e i principali dati altimetrici di ciascuna zona.
oltre alla pianificazione comunale, la legge prevede altri due livelli di pianificazione, entrambi sovracomunali. un primo livello costituito dal Piano regolatore intercomunale
che un piano regolatore identico al PrG ma esteso al territorio di pi comuni limitrofi.
un secondo livello costituito dal Piano territoriale di Coordinamento (PtC).
Con la decisione di formare il Piano il Comune deve decidere il soggetto cui affidare la redazione tecnica. La soluzione preferibile, che si affermata nei comuni che hanno costruito
una pi solida cultura della pianificazione, quella di costituire un ufficio di pianificazione affiancato da esperti incaricati come consulenti. Ma in moltissimi comuni si delega
la redazione dei piani a professionisti esterni, generalmente scelti o perch famosi, o con
il metodo della lottizzazione politica, o per amicizia diretta con gli amministratori.
Conclusa la redazione tecnica, il piano viene adottato dal Consiglio Comunale e successivamente pubblicato per rendere di pubblica conoscenza il contenuto ai fini della presentazione di osservazioni. Queste hanno il carattere di un contributo migliorativo delle scelte
del piano e vengono formulate dagli enti, dalle associazioni di categoria e dai cittadini.
una grande innovazione della legge lindicazione dellesproprio come metodo di attuazione del Piano.
Lesproprio pu essere avviato senza bisogno della specifica dichiarazione di pubblica utilit, purch il PrG sia corredato di un piano finanziario.
La procedura desproprio e lindennit espropriativa previste sono quelle della legge
2359/1865. inoltre la stessa legge prescrive che
per la determinazione dellindennit non si tiene conto degli incrementi di valore attribuibili sia direttamente che indirettamente allapprovazione del piano regolatore generale e alla sua attuazione

Ma queste innovative e, per lepoca, avveniristiche procedure desproprio non sono mai
state applicate.
Questo avviene per diversi motivi. La legge nasce in periodo di guerra e i problemi della
ricostruzione richiedono interventi rapidi, ed frutto della elaborazione di un gruppo di
intellettuali che conoscono le esperienze europee degli anni venti e trenta ma lontana
dalla mentalit culturale del Paese: degli amministratori comunali che dovevano attuarla e
anche, salvo eccezione della classe dirigente. Ma soprattutto va contro gli interessi dei proprietari terrieri e di tutti gli operatori speculativi che comprendono i capitali della grande
media e piccola industria. La ricostruzione e poi limpetuoso sviluppo urbano generano
enormi interessi speculativi nei proprietari delle aree, nei costruttori, negli operatori finanziari e anche negli operatori economici che trovano nelle operazioni immobiliari un modo
rapido ed efficace per moltiplicare i capitali.

90

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le energie della pi avanzata cultura urbanistica si rivolgono principalmente a promuovere


una nuova radicale riforma urbanistica pi che ad applicare fino in fondo la nuova normativa.
La sconfitta determina anche linapplicazione della legge del 1942 con la conseguente mancata formazione dei PrG e a maggior ragione dei Piani Particolareggiati e delle procedure
di esproprio. si costruisce a valanga e senza regole con la deturpazione totale e irreversibile
delle nostre periferie e di gran parte del territorio agricolo.
inoltre limpianto complessivo della legge e in particolare le procedure di esproprio erano
un po semplicistiche e se veramente applicate si sarebbero scontrate, come poi accaduto
alla legge 10/1977, con il granitico impianto delle leggi a difesa della propriet privata.
si riportano i commi principali della legge.
innanzitutto si riordina la struttura istituzionale affidando compiti specifici di coordinamento e controllo:
il Ministero dei lavori pubblici vigila sullattivit urbanistica anche allo scopo di assicurare, nel rinnovamento ed ampliamento edilizio delle citt, il rispetto dei caratteri tradizionali, di favorire il disurbanamento e di frenare la tendenza allurbanesimo.
nelle sedi degli ispettorati compartimentali del genio civile e degli uffici decentrati del ministero dei
lavori pubblici sono istituite sezioni urbanistiche rette da funzionari del ruolo architetti ingegneri urbanisti del genio civile.
Le sezioni urbanistiche compartimentali promuovono, vigilano e coordinano lattivit urbanistica
nella rispettiva circoscrizione

La legge poi definisce gli strumenti della pianificazione ponendo alla base il Piano territoriale di Coordinamento, il Piano regolatore Comunale o intercomunale e il Piano particolareggiato
La disciplina urbanistica si attua a mezzo dei piani regolatori territoriali, dei piani regolatori comunali
e delle norme sullattivit costruttiva edilizia, sancite dalla presente legge..
allo scopo di orientare o coordinare lattivit urbanistica il Ministero dei lavori pubblici ha facolt di
provvedere alla compilazione di Piani territoriali di Coordinamento fissando il perimetro di ogni singolo piano () il Piano regolatore Generale di un Comune deve considerare la totalit del territorio
comunale. esso deve indicare essenzialmente:
1. la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e, laddove occorra, navigabili, concepita per la sistemazione e lo sviluppo dellabitato, in modo da soddisfare alle esigenze del traffico,
delligiene e del pubblico decoro;
2. la divisione in zone del territorio, con precisazione di quelle destinate allespansione dellaggregato
urbano, ed i caratteri e vincoli di zona da osservare nelledificazione;
3. le aree destinate a formare spazi di u4. le aree da riservare a sede della casa comunale e della casa del
fascio, alla costruzione di scuole e di chiese e ad opere ed impianti dinteresse pubblico in generale.
ogni comune del regno ha facolt di formare il piano regolatore del proprio territorio.
La formazione del piano obbligatoria per tutti i comuni compresi in appositi elenchi.
il Piano regolatore Generale del Comune ha vigore a tempo indeterminato.
i proprietari degli immobili hanno lobbligo di osservare nelle costruzioni e nelle ricostruzioni le linee
e le prescrizioni di zona che sono indicate nel piano.
il piano regolatore generale attuato a mezzo di piani particolareggiati di esecuzione nei quali devono
essere indicate le reti stradali e i principali dati altimetrici di ciascuna zona e debbono inoltre essere
determinati:
le masse e le altezze delle costruzioni lungo le principali strade e piazze;
gli spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico;
gli edifici destinati a demolizione o ricostruzione ovvero soggetti a restauro o a bonifica edilizia;
le suddivisioni degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia indicata nel piano;
gli elenchi catastali delle propriet da espropriare o da vincolare;
Ciascun piano particolareggiato di esecuzione deve essere corredato dalla relazione illustrativa e dal
piano finanziario.
Lapprovazione dei piani particolareggiati equivale a dichiarazione di pubblica utilit delle opere in
essi previste.

La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962

91

il Piano particolareggiato doveva essere negli intendimenti della legge lo strumento normale di attuazione del PrG necessario per procedere a qualsiasi tipo di costruzione, la lottizzazione definita in forma subordinata:
fino a quando non sia approvato il piano regolatore particolareggiato vietato di procedere a lottizzazione dei terreni a scopo edilizio senza la preventiva autorizzazione del comune.
approvato il piano particolareggiato il Podest ha facolt di invitare i proprietari di aree fabbricabili
esistenti nei singoli isolati a presentare entro un congruo termine, un progetto di lottizzazione, se
essi non aderiscano, provvede alla compilazione di ufficio.
il progetto di lottizzazione approvato con le modificazioni che lautorit comunale abbia ritenuto di
apportare notificato ai proprietari delle aree fabbricabili, ove i proprietari non accetino, il podest
ha facolt di procedere alla espropriazione delle aree.

La legge detta norme per il rilascio delle licenze edilizie nel rispetto delle previsioni dei
Piani sanzioni per le trasgressioni:
Chiunque intenda eseguire nuove costruzioni edilizie ovvero ampliare quelle esistenti o modificarne
la struttura o laspetto nei centri abitati ed ove esista il piano regolatore comunale, anche dentro le
zone di espansione deve chiedere apposita licenza al Podest del comune.
il Podest esercita la vigilanza sulle costruzioni che si eseguono nel territorio del comune per assicurarne la rispondenza alle norme della presente legge e dei regolamenti, alle prescrizioni del Piano regolatore comunale ed alle modalit esecutive fissate nella licenza di costruzione.
Qualora sia constatata linosservanza delle dette norme, prescrizioni e modalit esecutive, il podest
ordina limmediata sospensione dei lavori
nel caso di lavori iniziati senza licenza o proseguiti dopo lordinanza di sospensione il podest pu
ordinarne la demolizione a spese del contravventore senza pregiudizio delle sanzioni penali.

Le procedure espropriative sono semplificate con lautomatica dichiarazione di pubblica utilit delle opere incluse nel piano e le indennit sono decurtate dei valori aggiunti dal Piano:
Per le espropriazioni dipendenti dallattuazione dei piani regolatori approvati in base alla presente
legge la relativa indennit sar determinata a norma della legge n. 2359 del1865
Per la determinazione dellindennit di espropriazione delle aree non si terr conto degli incrementi
di valore attribuibile sia direttamente che indirettamente allapprovazione del piano regolatore generale
ed alla sua attuazione.
agli effetti della determinazione della indennit di espropriazione non si tiene conto degli aumenti di
valore dipendenti da lavori eseguiti nellimmobile dopo la pubblicazione del piano particolareggiato,
nessuna indennit dovuta per i vincoli di zona e per le limitazioni e gli oneri relativi allallineamento
edilizio delle nuove costruzioni.157

La legislazione urbanistica nel dopoguerra


nel dopoguerra, mentre in molti paesi deuropa la ricostruzione fu loccasione per impostare su basi nuove e razionali i problemi dello sviluppo urbano e territoriale, in italia loccasione venne utilizzata per fare marcia indietro rispetto agli strumenti di cui gi si
disponeva, con lalibi di superare rapidamente la fase contingente della ricostruzione dei
centri abitati. fu votata infatti nel 1951 la Legge 1402 che prevedeva, per i comuni compresi in appositi elenchi, lobbligo di adottare entro tre mesi un piano di ricostruzione;
nonostante la scadenza ben precisa, attraverso successive proroghe, molti comuni hanno
potuto beneficiare di quel regime particolare, alternativo a quello della legge urbanistica,
fino a oltre trentanni dalla fine della guerra.
La pianificazione viene apertamente boicottata dagli stessi organi di governo. il primo
PrG viene approvato nel 1950 e gli anni cinquanta sono appunto gli anni della speculazione pi sfrenata: gli anni delle cosiddette mani sulla citt. a napoli lamministrazione
di achille Lauro si d al saccheggio della citt. a roma, Milano, Genova, napoli e Catania

157

Legge 17 agosto 1942 n. 1150.

92

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

imperversa la societ Generale immobiliare. il disinteresse dellopinione pubblica per le


sorti della citt intanto alimentato dalla impostazione privatistica che si d agli interventi
pubblici in materia di edilizia economico popolare. il dibattito sulla distruzione delle nostre
citt limitato a pochi. nel 1957 Lespresso attacca duramente lamministrazione comunale di roma e la societ Generale immobiliare; ne esce un clamoroso processo che
alla fine si risolve praticamente in una vittoria della speculazione.
nello stesso anno viene fondata italia nostra, con lobiettivo della conservazione e della
tutela dei centri storici e degli ambienti naturali. Viene alla luce, sia pur timidamente, la contraddizione tra il settore delledilizia speculativa e i settori industriali pi avanzati, che sentono lesigenza di un pi razionale uso del territorio che consenta di realizzare economie di
scala a livelli pi elevati. ed a partire dal 1960 che si assiste, specialmente al nord, alla fioritura di innumerevoli iniziative di pianificazione, ed databile allo stesso anno lapertura
della battaglia per la riforma urbanistica.
ed listituto nazionale di urbanistica che nel dicembre del 1960 presenta una proposta
di riforma: il cosiddetto codice dellurbanistica.
si auspica listituzione delle regioni e si tenta di integrare la pianificazione urbanistica con
la programmazione economica, di cui si comincia a parlare. il Codice dellinu non prevede
lesproprio generalizzato dei suoli destinati alledificazione, se non in casi eccezionali e territorialmente limitati; prevede lobbligo dei comuni di dotarsi, attraverso lesproprio, di patrimoni di aree da urbanizzare per utilizzarle direttamente o da cedere in uso o in propriet,
e quello dei proprietari di cedere gratuitamente al Comune una quota del 30 per cento dellarea totale da destinare ad attrezzature pubbliche, e di sostenere le spese di urbanizzazione
primaria (strade, luce, gas). La programmazione economica, la riforma urbanistica, la nazionalizzazione dellenergia elettrica, sono alcuni dei temi sui quali si polarizza il dibattito
politico in vista della partecipazione dei socialisti al governo. di riforma urbanistica si comincia a parlare concretamente anche in sede ministeriale: ministro dei Lavori Pubblici del
governo fanfani Benigno Zaccagnini, che insedia una Commissione per la riforma urbanistica con la partecipazione di astengo, Piccinato, samon. La proposta resa pubblica
nel settembre 1961; essa resta nel solco della Legge del 1942 e non risolve il problema dellacquisizione, a favore della collettivit, del plusvalore delle aree.158
La riforma sullo del 1962
autore della proposta che tende a risolvere alla radice il problema della rendita fondiaria
il democristiano fiorentino sullo, Ministro dei Lavori Pubblici dal febbraio del 1962. il
disegno di legge sullo pronto nel giugno del 1962: la riforma impostata su basi completamente nuove e originali. il PrG attuato per mezzo di Piani Particolareggiati, le cui
prescrizioni hanno valore a tempo indeterminato e nel cui ambito il Comune promuove
lesproprio di tutte le aree inedificate e delle aree gi utilizzate per costruzioni, se luso in
atto sensibilmente difforme a quello del Piano Particolareggiato. acquisite le aree, il Comune provvede alle opere di urbanizzazione primaria e vende, con il mezzo dellasta pubblica, il diritto di superficie sulle aree destinate ad edilizia residenziale, che restano di
propriet del Comune. Ci si avvicina per alla scadenza della legislatura e alle elezioni politiche della primavera del 1963. ed appunto nellaprile del 1963 che si scatena una campagna di stampa contro il ministro sullo, accusato di voler togliere la casa agli italiani, che,
dopo le elezioni, viene sostituito dal socialista Pieraccini.
successivamente, nel primo governo Moro, viene elaborata la proposta Pieraccini, ove si
conserva il principio dellesproprio generalizzato, ma lindennizzo non pari al prezzo

158

Majoli, Breve storia, cit.

La legislazione urbanistica sullacquisizione delle aree prima della Legge 167 del 1962

93

agricolo, bens rapportato al valore di mercato del 1958. il diritto di superficie abolito
e sono esonerati dallesproprio i progetti presentati prima del 12 dicembre 1963. Mentre
la proposta di legge cadeva insieme al governo, in tutta italia vengono rilasciate una valanga
di licenze edilizie. in seguito agli accordi per la formazione del secondo governo Moro di
centro-sinistra, il ministro dei Lavori Pubblici Mancini presenta un nuovo progetto di
legge, che segna un ulteriore passo indietro: lindennit di espropriazione viene addirittura
valutata in base alla legge del 1865. sono cos ampie le possibilit di esonero dallesproprio
che la proposta viene definita non pi dellesproprio ma dellesonero generalizzato.
Comunque anche la proposta Mancini non arriver mai in Parlamento.159

159

Ibidem.

94

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

La nuoVa Legge Per LaCQuIsIzIone DeLLe aree


resIDenzIaLI
ii 18 aprile 1962 entra in vigore la legge n. 167 Disposizioni per favorire lacquisizione di aree
per ledilizia economica e popolare.
Gli studi per la redazione della legge erano iniziati gi nel 1951 ma si deve al Ministero
sullo la sua approvazione. si riportano di seguito i commi pi importanti, semplificati:
i Comuni con popolazione superiore ai 50.000 abitanti o che siano capoluoghi di Provincia sono
tenuti a formare un piano delle zone da destinare alla costruzione di alloggi a carattere economico o
popolare, nonch alle opere e servizi complementari, urbani e sociali, ivi comprese le aree a verde
pubblico. tutti gli altri Comuni possono procedere, con deliberazione del Consiglio Comunale, alla
formazione del piano.
Lestensione delle zone da includere nei piani determinata in relazione alle esigenze delledilizia economica e popolare e dal suo prevedibile sviluppo per un decennio.
Le aree da comprendere nei piani sono, di norma, scelte nelle zone destinate ad edilizia residenziale
nei piani regolatori vigenti, con preferenza in quelle di espansione dellaggregato urbano. ove si renda
comunque necessario apportare modifiche ai Piani regolatori Generali, il piano approvato a norma
della presente legge costituisce variante al piano regolatore.
il piano deve contenere i seguenti elementi: a) la rete stradale e la delimitazione degli spazi riservati
ad opere ed impianti di interesse pubblico, nonch ad edifici pubblici o di culto; b) la suddivisione in
lotti delle aree, con lindicazione della tipologia edilizia e, ove del caso, lubicazione e la volumetria
dei singoli edifici; c) la profondit delle zone laterali a opere pubbliche, la cui occupazione serva ad
integrare le finalit delle opere stesse ed a soddisfare prevedibili esigenze future.
il progetto del piano costituito dai seguenti elaborati: 1) planimetria in scala non inferiore a 1:10.000,
contenente le previsioni del piano regolatore, ovvero, quando questo non esista, le indicazioni del
programma di fabbricazione, con la precisa individuazione delle zone destinate alledilizia popolare;
2) planimetria in scala non inferiore ad 1:2.000, disegnata sulla mappa catastale e contenente gli elementi di cui allarticolo 4; 3) gli elenchi catastali delle propriet comprese nel piano; 4) il compendio
delle norme urbanistiche edilizie per la buona esecuzione del piano; 5) relazione illustrativa e relazione
sulle previsioni della spesa occorrente per le sistemazioni generali necessarie per lattuazione del piano.
Lapprovazione dei piani equivale anche a dichiarazione di indifferibilit ed urgenza di tutte le opere,
impianti ed edifici in esso previsti
i Comuni possono riservarsi lacquisizione, anche mediante esproprio, fino ad un massimo del 50 per
cento delle aree comprese nel piano, e sono autorizzati a cederne il diritto di superficie o a rivenderle,
previa urbanizzazione ad enti o privati che si impegnino a realizzare la costruzione di case economiche
o popolari. il prezzo di cessione deve essere determinato sulla base del prezzo di acquisto o dellindennit di esproprio, maggiorato delle spese sostenute per la realizzazione degli impianti urbanistici.
Le rimanenti aree edificabili possono essere richieste per la costruzione di case popolari: a) dallo stato,
dalle regioni, dalle Province e dai Comuni; b) dallistituto nazionale per le case agli impiegati dello
stato e dagli istituti autonomi per le case popolari; c) dalli.n.a.-Casa; d) dalle societ cooperative per
la costruzione di case popolari a favore dei propri soci; e) dallistituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani; f) dagli enti morali, dagli enti e dagli istituti che costruiscono case popolari da assegnare
in locazione o con patto di futura vendita, non aventi scopo di lucro. Lufficio tecnico erariale determina lindennit di espropriazione delle aree nella misura prevista dalla legge 25 giugno 1865, n. 2359.
i Comuni sono obbligati a provvedere, con priorit rispetto ad altre zone, alla sistemazione della rete
viabile, alla dotazione dei necessari servizi igienici e allallacciamento alla rete dei pubblici servizi delle
zone incluse nei piani.160

Con la legge 167 si avvia un processo riformatore che favorisce lacquisizione delle aree
per la costruzione di case popolari semplificando lapplicazione delle procedure di esproprio facilitando loccupazione dei terreni e la rapida apertura dei cantieri. inoltre si introduce il criterio di programmare gli interventi di edilizia economica e popolare in un piano

161

Legge 18 aprile 1962, n. 167 Disposizioni per favorire lacquisizione di aree per ledilizia economica e popolare.

La nuova legge per lacquisizione di aree residenziali

95

generale di localizzazione delle zone sul territorio comunale e di definire lassetto delle
singole zone con piani particolareggiati che indicano la viabilit, le quantit e gli assetti
planivolumetrici delle attrezzature, dei servizi e degli edifici residenziali in un disegno urbanistico complessivo.
Le procedure previste dalla legge per lacquisizione delle aree verr dichiarato illegittimo
dalla Corte Costituzionale, con la sentenza n. 22 del 1965, con la motivazione che lindennit deve costituire un serio ristoro del danno patrimoniale subito dallespropriato.
Per rimediare al vuoto lasciato dalla sentenza si emana la legge 904 del luglio 1965, con la
quale, si ritorna alla vecchia Legge di napoli del 1885 che in alcuni casi determinava valutazioni superiori al valore di mercato delle aree.
Comunque le norme della 167 funzioneranno a lungo e daranno ai Comuni, che non sempre hanno saputo usarlo adeguatamente, uno strumento efficace per calmierare il mercato
delle aree e fare una buona urbanistica attraverso lesproprio e lurbanizzazione delle aree
residenziali e poi, con la legge 865 del 1971, anche per le aree industriali, commerciali e
direzionali.

96

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

IL PIano DI eDILIzIa eConoMICa e PoPoLare


DeL CoMune DI PIsToIa DeL 1963
La formazione

il Comune di Pistoia si dimostra sensibile al tema dellacquisizione di aree per ledilizia


economica e popolare e, alluscita delle legge 167 nellaprile del 1962, vengono immediatamente incaricati larch. Bartoli e ling. spinelli, (gi progettisti del Piano regolatore del
1957 approvato nel 1962, per il quale si stanno predisponendo importanti varianti) di progettare il Piano per ledilizia economica e Popolare secondo le indicazioni della legge.161
il piano, rapidamente elaborato, si compone della relazione, delle norme di attuazione,
della planimetria generale del territorio comunale con la localizzazione delle sette zone
prescelte (fig. 92) e di una planimetria in scala 1:2000 per ciascuna zona con lindicazione
dellassetto planivolumetrico complessivo, della viabilit, della sistemazione del verde e
delle attrezzature. Le zone del piano sono localizzate in larga misura, diversamente da
come suggerito dalla legge, al di fuori delle aree residenziali del piano regolatore e quindi
costituiscono variante al piano stesso e non possono essere approvate con le procedure
accelerate previste dalla legge 167.
nella relazione tecnica si spiegano i criteri scelti per il dimensionamento e la localizzazione
delle zone. Per definire il dimensionamento, in numero di vani, si calcola che lincremento
degli abitanti del comune nel biennio 62-63 stato di 2.675 unit con una media annuale di
1337 unit. date le caratteristiche di tale incremento dovuto oltre che alle nascite, alle nuove
iniziative industriali e commerciali sorte a Pistoia da ritenersi che detto aumento medio
debba ripetersi nel decennio 1963-73 aumentando la popolazione esistente di 13.370 unit.162
a questo valore si aggiungono 9.525 vani necessari per equiparare a uno il rapporto vani-abitante (attualmente a fronte di 84.525 abitanti esistono solo 75.000 vani con una differenza di
9.525). a questi infine si aggiungono 2.600 vani da attribuirsi al prevedibile fabbisogno indotto
dallo sviluppo industriale. ne risulta un fabbisogno decennale totale di 26.000 vani. ipotizzando
che per le caratteristiche della popolazione il 70 per cento degli edifici costruiti debba essere
di edilizia economica e popolare il fabbisogno del piano di zona risulta essere di 18.200 vani.
La localizzazione delle singole aree evidenzia ancora una volta la mancanza di una idea
complessiva di sviluppo urbano e dei suoi assetti e si assume come criterio guida una sorta
di equa distribuzione attorno alla citt:
Per quanto riguarda la scelta si cercato di individuare quelle posizioni che a nord fra la via sestini e
Candeglia, a est lungo la Via fiorentina, a sud lungo la Via Bonellina, a ovest in espansione alle previsioni del PrG, a nord-ovest verso Capostrada, a Bottegone e a san felice, rappresentassero delle
zone capaci di soddisfare le esigenze psicologiche e di vita delle popolazioni in movimento.

e ancora:
le zone sono state scelte secondo le naturali direttrici di espansione edilizia lungo le strade: Bonellina,
fiorentina, Montalese e della montagna, inoltre si considerata la tendenza alla espansione verso
ovest con la zona san Biagio.163

La distribuzione del dimensionamento totale fra le singole zone non motivato. C da


notare inoltre che le zone sono state scelte senza tener conto delle indicazione di legge:
Le aree da comprendere nei piani sono, di norma, scelte nelle zone destinate ad edilizia residenziale
nei piani regolatori vigenti, con preferenza in quelle di espansione dellaggregato urbano.164

asCPPt, C 96, C 119.


Comune di Pistoia. Piano delle aree fabbricabili per ledilizia economica e popolare. relazione, arch. Bartoli, ing. spinelli. autCPt, PeeP 1963.
163 ibidem.
164 Legge 18 aprile 1962, n. 167.
161
162

Il Piano di edilizia economica e popolare del Comune di Pistoia del 1963

97

infatti tutte le zone di eeP sono localizzate in zona agricola meno una fascia della zona
di san Biagio e una piccola porzione della zona di Bottegone che integrano aree gi inserite
nel PrG. Le zone che compongono il piano proposto sono, in conclusione, sette:

superficie totale
strade e piazze
Giardini e attrezzature collettive
superficie coperta fabbricati
Volume totale abitazioni
Volume totale fabbricati
numero vani utili
Volume chiesa, scuola, mercati
Volume attrezzature
indice territoriale m3/m2
densit territoriale ab/ha

zona a

zona B

san Biagio

Ponte alla Pergola

m2
m2
m2
m2
m3

192.344
32.782
53.590
26.162
354.855

4.174
m3 30.000

2,01
260

m2
m2
m2
m2

127.470
35.000
27.500
26.868

m3 259.309
3.238
m3 25.000

2,23
260

zona C

zona D

Castel dei guidi scornio-Capostrada

m2
m2
m2
m2
m3

215.800
30.000
92.300
32.028
344.250

4.050
m3 35.000

1,75
187

m2
m2
m2
m2
m3

150.800
28.200
36.646
23.200
253.669

3.109
m3 21.918

1,84
205

zona e

zona f

zona g

Bonelle

Bottegone

san felice

m2 158.600
m2 29.534
m2 56.236
m2 18.066
m3 253.13

2.978
m3 15.000

1,70
188

m2
m2
m2
m2
m3

m3
m3

60.500
10.300
21.000
6.555
43.850

516
5.600
2.000
0,82
85

m2 20.000
m2 2.400
m2 7.600

3
m 25.000

250

1,35
125

Complessivamente le caratteristiche tecniche del piano e le spese di realizzazione previste


sono cos riassunte nella relazione:
a) Cubatura totale delle costruzioni edilizie economiche e popolari del prossimo decennio:
18.000 x 85 = 1.530.000 m3
b) estensione delle aree, per densit di 200 ab/ha, 18.000/200
= ha 90
c) ripartizione delle aree:
superficie per residenza (50 per cento)
ha 45
superficie per servizi (12 per cento)
ha 11
superficie per strade e zone di rispetto verde (38 per cento)
ha 34
superfice territoriale
ha 90
d) indici di fabbricabilit
territoriale
1.530.000/900.000 = 1.70 m3/m2
fondiario
1.530.000/450.000 = 3.40 m3/m2
e) attrezzature speciali a carico del Comune:
6 asili, 7 scuole, 4 ambulatori, 6 mercati, 4 campi da gioco.165

Le spese complessivamente previste per la realizzazione del piano sono di 3.600.000.000 di


lire cui 900.000.000 per lacquisto delle aree, 1.800.000.000 per la realizzazione delle opere
di urbanizzazione primaria e 900.000.000 per la realizzazione delle attrezzature speciali.

Ladozione

il piano delle aree fabbricative per ledilizia economica e popolare viene discusso dal Consiglio Comunale il 18 febbraio 1963 ma la sua adozione viene rimandata per consentire
linserimento di alcune proposte dei consiglieri socialisti.
Le proposte sono definite in particolare dal consigliere franconi che ritiene di non essere
stato informato adeguatamente sui contenuti del progetto proposto e rileva che le zone
sono eccessivamente decentrate e che opportuno prevedere anche zone pi addentro al
tessuto urbano.
il 28 dicembre 1963 si affronta nuovamente la discussione consiliare. Lassessore onorio
Galligani introduce la discussione con alcune osservazioni generali sulla legislazione urbanistica, sulla necessit di considerare la casa come un servizio pubblico e di poter espropriare le aree a prezzi adeguati alla finalit sociale. apprezza la nuova legge considerata
come una tappa verso una riforma urbanistica pi generale. Passa poi a una descrizione

165

Comune di Pistoia. Piano delle aree fabbricabili per ledilizia economica e popolare. relazione. autCPt, PeeP 1963.

98

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

dei metodi seguiti per il calcolo del fabbisogno e della ubicazione delle zone che ha tenuto
conto dei seguenti aspetti:
a) attuazione in corso delle previsioni di PrG. b) zone pi richieste e meno costose in relazione ai
nuovi insediamenti industriali; c) aree di propriet degli enti preposti alledilizia sovvenzionata; d) aree
ben servite da strade ed ubicate in modo che vantassero requisiti ottimi per giacitura, quota e possibilit
di smaltimento dei residui liquidi e solidi

Lassessore poi elenca le zone del piano indicando per ciascuna una sintetica, a volte curiosa, indicazione dei motivi della scelta:
ad ovest della camionabile per incidere notevolmente sullalto costo dei terreni; lungo la via fiorentina
quale naturale zona di espansione industriale (); lungo la via sestini, zona verso la quale sono spinte
le scelte edificatorie in atto e molto vicina alla zona industriale prevista dal PrG; lungo la via dalmazia
per il completamento di un normale insediamento in atto ad opera delliaCP; ad ovest della frazione
di Bonelle quale insediamento pi opportuno alle esigenze conseguenti alla realizzazione del nuovo
stabilimento san Giorgio; nella frazione di Bottegone, unica con incremento di popolazione e per la
sua sollecita realizzazione; presso san felice per linsediamento imprevisto di alcune industrie in fase
anche di ulteriore sviluppo

dopo aver descritto i caratteri delle zone, le opere di urbanizzazione, le attrezzature, le


spese presunte lassessore riferisce che il dimensionamento giustificato anche dalle richieste avanzate dagli enti preposti alledilizia economica e popolare:
linCis richiede terreni per circa 3500 abitanti, listituto Case per Lavoratori per circa 1000 escludendo
le previsioni per le cooperative e per singoli lavoratori, per un totale approssimativo di circa 7-8000
vani che si aggirano pressappoco sulla nostra previsione di 9.000.166

ed quindi del parere che il piano possa trovare lappoggio unanime del Consiglio.
dopo un breve dibattito e la replica dellassessore il piano viene approvato allunanimit.
dopo il previsto periodo di pubblicazione sono presentate 42 opposizioni da parte dei
cittadini interessati alle quali il Comune controdeduce nel febbraio 1964167 senza apportare
sostanziali modifiche al Piano.

Lapprovazione
ministeriale

il 25 settembre 1964 il ministro dei Lavori pubblici Mancini:


considerato che il piano risulta studiato tenendo conto delle esigenze urbanistiche della citt ed proporzionato allincremento della popolazione e al conseguente sviluppo delledilizia economica e popolare nel prossimo decennio; che le variazioni apportate al PrG appaiono pienamente ammissibili;
che pertanto il piano delle zone da destinare alledilizia economica e popolare nel territorio della citt
di Pistoia di massima meritevole di approvazione; che, tuttavia, appare opportuno che il Comune
provveda ad un nuovo studio della rete viaria della zona e alfine di adeguarla alle esigenze presenti e
future del traffico cittadino e che pertanto detta zona va stralciata dallapprovazione; che , inoltre,
da prescrivere che gli edifici ricadenti nelle zone C e d non superino laltezza corrispondente a cinque
piani fuori terra; che, infine, necessario prescrivere che il Comune, in sede di attuazione del piano,
nel precisare, dintesa con il competente Provveditorato agli studi, il perimetro delle aree destinate ad
attrezzature scolastiche, adotti le misure minime specificate. () decreta Con lo stralcio del comprensorio Bonelle (e) e con le prescrizioni di cui in narrativa, approvato il piano delle zone da destinare alledilizia economica e popolare nel territorio della citt di Pistoia.168

Le zone approvate risultano quindi sei, (sette se consideriamo, come sar fatto in sede attuativa, scornio-Capostrada come due zone separate: scornio est e scornio ovest). La
zona di Bonelle sar reinserita e realizzata negli anni settanta mentre saranno stralciate e
mai attuate le zone di Ponte alla Pergola e Castel de Guidi.

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 392 del 28 dicembre 1963.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 45 del 22 febbraio 1964.
168
decreto del Ministro dei lavori Pubblici Giacomo Mancini n. 3056 del 1 settembre 1964.
166
167

Il Piano di edilizia economica e popolare del Comune di Pistoia del 1963

Fig. 92 - Le aree del Piano 167 del Comune di Pistoia nel 1963.

99

100

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

IL VILLaggIo sCornIo esT


Lacquisizione dellarea

nel settembre del 1961 liaCP valuta


la necessit di adottare tempestivi provvedimenti per lacquisto di idonee aree edificatorie nellambito
dellagglomerato urbano, o almeno nelle immediate vicinanze, in vista della preannunciata nuova legge
per ledilizia popolare ed economica. il Consiglio decide di nominare una commissione per reperire
e trattare lacquisto di terreno fabbricativi nella citt di Pistoia e nelle sue prossimit e con facolt,
ove da parte della commissione stessa ne venisse ravvisata lurgenza e la convenienza, di anticipare a
titolo di caparra un versamento nel limite di un terzo del prezzo dellacquistando terreno.169

nel novembre il presidente riferisce che


stato assunto limpegno di acquistare dal sig. Glauco Piovani un appezzamento di terreno di circa
26.170 m2, al prezzo a corpo di lire 9.300.00, situato fra la Via dalmazia e la propriet della Casa di
riposo Villone Puccini da destinarsi ad uso fabbricativo per lo sviluppo dei nuovi programmi edilizi.
() Proseguendo il presidente riferisce che contiguo allacquistando terreno esiste un appezzamento
che completerebbe il presumibile fabbisogno di aree per i prossimi programmi.170

Fig. 93 - La zona del Villaggio Scornio,


1954.

Il piano urbanistico

nella seduta del febbraio 1962171 si torna di nuovo sulla vicenda perch nel frattempo
sono sorte complicazioni sulla propriet dellarea.
La soluzione dei problemi richiede un altro anno e lacquisto dellarea pu essere definita
solo il 3 giugno 1963 (fig. 94). Lappezzamento contiguo, di circa 60.000 m2 a sud di quello
acquistato nel 1963, viene effettivamente acquistato con atto del 27 luglio 1968.
Gli altri appezzamenti verranno acquistati come vedremo assieme alla progettazione dei
singoli interventi.
Quando nel 1962 il Comune elabora il piano per le aree di edilizia economica e popolare
liaCP richiede che le aree acquistate a scornio per realizzare i propri programmi, vengano
comprese nel piano, il Comune accoglie la richiesta inserendo la Zona d - scornio, Capostrada (fig. 92).
Pare questo il motivo principale per il quale larea viene inserita nel piano della 167: ancora
una volta liniziativa dellistituto precede e guida le scelte urbanistiche del Comune.
il progetto urbanistico della zona di scornio est redatto dallarch. Bartoli e dalling. spinelli
(fig. 96) prevede la realizzazione di una strada ad anello centrale, collegato in due punti
con la via dalmazia, dal quale si diramano cinque radiali verso il perimetro esterno.
Gli edifici residenziali sono dunque distribuiti in una fascia periferica e in un gruppo centrale racchiuso dallanello. Le tipologie sono sostanzialmente due: una a stecca con un
vano scala che distribuisce due alloggi per piano in edifici di due o tre piani pi portico
che contengono da un minimo di due alloggi per piano ad un massimo di otto; una a
pianta centrale con vano scala che distribuisce quattro alloggi per piano in edifici di quattro
piani pi portico. prevista la realizzazione di un edificio scolastico, uno commerciale e
uno per attrezzature per lo sport.
Larea si trova in una splendida posizione a nord del Villaggio Belvedere e si affaccia ad
est sul parco della villa Puccini e sul suo lago.
il progetto forse eccessivamente denso di costruzioni equamente distribuite in modo
che risulta privilegiato il verde distribuito di arredo pi che il verde concentrato e attrezzato,
ma il risultato complessivo appare gradevole e tranquillo.

169

Fig. 94 - Area acquistata a Scornio nel 1963,


ASCPPT.

170
171

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 72 del 19 settembre 1961. asCPPt, a 975.


deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 77 del 6 novembre 1961. Ibidem.
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 29 del 3 febbraio 1962. asCPPt, a 976.

Il Villaggio Scornio Est

101

Prima di avviare gli interventi consentiti dai finanziamenti liaCP ritiene opportuno definire
lassetto urbanistico della zona e la tipologia edilizia pi adeguata e si affida il relativo incarico
alling. Biagini funzionario dellistituto e a due architetti esterni (Carlo
sguazzoni ed emilio Pagnini).
il piano urbanistico per la sistemazione viaria e volumetrica delle aree di
scornio adotta sostanzialmente la planimetria del piano di zona di cui
alla 167 definendone meglio la fattibilit, dettagliando la tipologia degli
edifici e le volumetrie, la sistemazione delle strade, delle aree a verde, ecc.
il piano illustrato da una relazione delling. Biagini che si riporta pressoch interamente perch oltre a descrivere i caratteri attuativi del piano
chiarisce le impostazioni programmatiche e introduce i temi e le impostazioni che caratterizzeranno poi i singoli gruppi di intervento:

Fig. 95 - Scornio Est. piano parcellare


dopo gli acquisti Gescal e Iacp, AUTCPT.

Fig. 96 - Scornio Est. Piano 167 zona


Capostrada-Scornio.1963, AUTCPT.

Listituto autonomo per le Case Popolari della Provincia di Pistoia ha mosso fin dagli
ultimi mesi dellanno scorso 1962, un programma edilizio assai vasto. il proposito dellistituto si spinge al di l delle funzioni, diremo normali, di tramite, per riversare su un
certo tipo di edilizia i finanziamenti previsti dalle varie iniziative statali, ma esso stesso
decide di accollarsi lintero peso di un primo complesso di lavori che pur saranno inseriti
nel pi ampio programma edilizio cui si destina, in base alla legge 167, una vasta zona
a nord ovest della citt. Perci venne affidato ai progettisti il compito di ordinare uno
studio completo del progetto, che muovendo dalla proposta di alcuni tipi edilizi modellati su quei criteri di economia e di decoro (due cose che quasi sempre vanno bene
insieme nonostante si pensi e si faccia pensare il contrario), si evolvesse poi in un piano
urbanistico con le caratteristiche che vedremo ()
una cura particolare stata posta nella progettazione dellalloggio in sette tipi fondamentali () nella distribuzione, interna allalloggio ove si cercato di trasmettere la sensazione dellunit domestica, con la ricerca di uno svolgersi di ambienti, destinati ai vari usi, intorno ad a contorno
della zona in cui si svolge la vita comune. in questo, pur rimanendo naturalmente nello schema dellappartamento si attua a nostro avviso un concetto pi ampio dellabitazione, meno rigido e nel complesso pi vicino alla distribuzione della casa uni-familiare.
La limitazione dellaltezza degli edifici, fra i dati che dicevamo imposti fin dalla prima
progettazione, non certo fra gli ultimi a far sentire la sua influenza in tutto lassetto
urbanistico. si chiese poi che i veicoli potessero normalmente giungere a tutti gli edifici,
in modo da dare la possibilit di ricovero per le loro auto. occorre dire allora che fin
dalla elaborazione dei tipi edilizi si era creduto pi opportuno escludere dalluso di abitazione il piano terreno; sia per mettere ogni famiglia in condizioni analoghe rispetto
alle servit di veduta che nascono inevitabilmente ai piani terreni, sia par risolvere in
maniera netta, e in definitiva pi economica, lisolamento dal suolo. ()
il terreno pianeggiante e perci, in questo senso senza particolari suggerimenti ambientali. Bens questi sorgono per il modo in cui si delimita: ad ovest la via dalmazia a
nord-ovest la ferrovia Pistoia-Porretta-Bologna, ad est il parco Puccini con il suo laghetto (il lago di scornio, dalla denominazione della zona) a sud infine il viale di accesso
al Villone Puccini ornato di forti platani.
ancora una volta la via dalmazia avrebbe dovuto accollarsi il carico di traffico del Villaggio di scornio, (cos come listituto per suggerimenti dei progettisti decise di chiamarlo), ai progettisti era lasciata sola libert sul modo di sfociare sulla via dalmazia ma
non sulla posizione; questa infatti era praticamente obbligata dal rispetto di alcune propriet degli edifici esistenti che guardano sulla via.
si posto il problema di rilegare con una trama urbanistica gli elementi ambientali della
zona che acquistano valore nel loro stesso accostamento.
su due lati la cortina arborea richiama le zone verdi dellabitato in modo da congiungere
verde a verde e dare potenza al nuovo e salvezza al vecchio, tanto pi se le nuove zone
alberate e con alto fusto non si limitano ad una fascia marginale, ma dilagano per itinerari trasversali fino ad apparire sulla via nei punti in cui i vecchi edifici lasciano varchi obbligati.
nel nostro caso le fasce di verde che costituiscono come un itinerario attraverso tutto iabitato, e

102

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


nello stesso tempo unossatura singolare, accolgono distribuite le varie zone di interesse pubblico relative a edifici come la scuola e lasilo nido, loratorio, il mercato ed i negozi.
nella viabilit del quartiere assumono poi un proprio carattere i vari rami minori che conducono agli
edifici e che sono destinati unicamente ad un traffico limitato, nel tempo e nella quantit e comunque
sempre a velocit ridotta.
tenendo conto di queste caratteristiche di traffico si ritenuto opportuno ridurre lampiezza della
sede stradale,(anche per stabilire una giusta gerarchia fra strade principali pubbliche e strade come
queste, che potremmo definire condominiali) dando naturalmente modo di invertire la marcia con
opportuni slarghi terminali.
inoltre nella fascia tra limite della sede stradale e limite degli edifici prevista una zona per la sosta temporanea dei veicoli, perch questi non abbiano a ingombrare minimamente la strada vera e propria.
un terzo elemento di connessione urbanistica degli edifici la zona verde ma con caratteristiche di
giardino eventualmente privato, aiuole e simili che si vorrebbero realizzare in modo da garantire prima
la durevolezza che laspetto allettante ma fragile. Le stesse zone sportive e di gioco per i bambini, a
sud-est, a contatto con il viale alberato del Villone Puccini e la residua campagna, hanno caratteristiche
che, salvo linserimento di impianti molteplici, le legano a quelle zone di verde basso. Per quanto riguarda le opere di urbanizzazione queste sono state tenute ben presenti nel corso della elaborazione
del piano urbanistico.
Le sedi stradali saranno complete di massicciata e bitumatura con banchine laterali; limpianto di fognatura dovr snodarsi lungo la rete viaria con allacciamento ai singoli fabbricati; limpianto dapprovvigionamento idrico sar a pressione in tubo Mannesmann di derivazione dallacquedotto comunale.
i tipi edilizi impiegati prevedono alloggi di 4, 5, 6 e 7 vani legali, con netta preponderanza degli alloggi
di tipo medio (5, 6 vani). Gli edifici risultano composti da 6, 8 e 16 alloggi ciascuno, con preminenza
degli edifici a 6 alloggi, e con uno solo a 16 alloggi.
Lo schema a due alloggi piano-scale si articola prevalentemente su due e tre piani raggiungendo i
quattro piani solo nel caso delledificio a 16 alloggi; ne deriva cos un minimo di sei alloggi ed un
massimo di otto per punto scala.
Lintera superficie costruita nel primo lotto di lavori assomma a 2315 m2.172

il piano urbanistico e il progetto di massima del primo intervento per la costruzione di 62


alloggi con finanziamento senza il contributo dello stato sono approvati nel settembre 1963.173

Lurbanizzazione

secondo gli accordi con liaCP il Comune di Pistoia si era accollato lonere di eseguire le
opere di urbanizzazione necessarie al funzionamento della zona di scornio est.
Lufficio tecnico dellistituto, incaricato dal Comune, elabora un primo progetto della
sola rete viaria il 31 marzo 1966 quando i primi edifici sono gi in fase di ultimazione.
dalla relazione tecnica si apprende che:
il progetto stato impostato con fedele aderenza al piano di zona e con le necessarie modificazioni
risultanti dal trasferimento dalla scala 1:2000 a quella 1:500 ed in dipendenza della verifica catastale e
del rilievo planivolumetrico direttamente eseguito per lintero comprensorio. () tali adattamenti e
modificazioni sono di lieve entit ed interessano in particolare lo svincolo su via dalmazia, lorientamento della Piazza ed altri aspetti minori. () il piano viario costituito dal tronco di raccordo e di
svincolo con la via dalmazia, dallanello principale interno, dalle strade di penetrazione che da questo
si dipartono per servire gli isolati e le unit di abitazione. il complesso problema dello scorrimento
modulato da alcune piazze, da zone di sosta e da terminali in testa alle strade di penetrazione.174

Lanello centrale ha una larghezza di 8 metri mentre le strade di penetrazione hanno una
carreggiata non inferiore a 5 metri. il progetto introduce come innovazione un secondo
svincolo su via dalmazia al fine di alleggerire la concentrazione del traffico di penetrazione
dalla via dalmazia; ma questo accesso non sar realizzato.

Zona scornio est. impostazione del Piano urbanistico. relazione delling. Biagini. 1963. autCPt, PeeP scornio.
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 72 del 16 settembre 1963. asCPPt, a 977.
174 urbanizzazione primaria delle aree destinate alledilizia economica e popolare. Zona d, Capostrada-scornio. Progetto della rete viabile. relazione tecnica. 31 marzo 1966. autCPt, PeeP scornio.
172
173

Il Villaggio Scornio Est

103

il progetto dedica particolare attenzione alla pavimentazione delle strade e dei marciapiedi
al fine di ridurre al minimo gli interventi di manutenzione successivi. La superficie totale
interessata dalla rete viaria, dalle piazze e dai marciapiedi di 24.500 m2 con una previsione
di spesa di 77.200.000 lire. Lesproprio delle aree riguarda 5 ditte: iaCP 6.137 m2, trallori
6.811 m2, tessi 8.734 m2, Venturi 2.165 m2, enti urbani 435 m2, per un totale di 24.282 m2
e una spesa prevista di 29.138.400 lire.
il progetto poi completato con limpianto di illuminazione, lacquedotto, la fognatura e
lallestimento degli spazi liberi a verde per attivit ricreative e sportive, il tutto comporta
una spesa di 300 milioni.
successivi accordi fra il Comune e liaCP definiscono un primo intervento stralcio per
una spesa di 204.263.600 lire.175 La spesa viene imputata ad un mutuo in corso di definizione con la Cassa depositi e Prestiti di 400 milioni.
il 27 luglio, vista la non imminente definizione del mutuo comunale, liaCP elabora una
nuova perizia con i progetti stralcio della rete di distribuzione dellacqua potabile e della
fognatura nera. Lurgenza motivata dalla relazione tecnica:
LiaCP ha attualmente in fase di avanzata costruzione 64 alloggi costruiti a scornio senza il contributo
dello stato, di recente sono stati iniziati altri 4 fabbricati per 50 alloggi mentre saranno appaltati entro la
met di agosto altri 8 edifici costruiti con il contributo statale per 52 alloggi. nella somma delle previsioni
a breve scadenza sono da considerare anche i programmi da eseguire a cura della Ges.Ca.L.. ()176

La costruzione dei fabbricati pregiudicata dal ritardo delliter amministrativo dei progetti
generali di urbanizzazione primaria. Pertanto si ritiene di appaltare le opere necessarie al
funzionamento dei fabbricati mano a mano che essi andranno in ultimazione. da questo
programma stralcio sono escluse le strade in quanto nel frattempo sono utilizzabili le strade
del cantiere ormai sufficientemente stabilizzate, mentre per altre vie si proceder per le
reti elettriche e del gas177. il costo complessivo dei lavori previsti si riduce cos a 13.450.000
lire che vengono fornite dalliaCP in attesa di rimborso da parte del Comune.
i lavori sono appaltati con gare distinte per la fognatura e la parziale sistemazione della
viabilit e per lacquedotto nel novembre del 1966. Le gare sono vinte entrambe dalla ditta
sorini con il ribasso del 5,70 per cento che inizia i lavori nel novembre del 1966 e li termina:
lacquedotto il 19 dicembre 1966 e la fognatura il 16 giugno 1967.178

gli interventi edilizi

alloggi senza contributo dello stato. 1 e 2 lotto


nel 1963 listituto decide di contrarre un mutuo proprio, senza alcun contributo dello
stato, di 500.000.000 di lire per la costruzione di alloggi nei Comuni di Pistoia, Pescia,
Quarrata e agliana. Per gli interventi nel Comune di Pistoia viene incaricato ling. Biagini
di predisporre un progetto generale per la costruzione di sei edifici per 62 alloggi e 352
vani sui terreni recentemente acquistati nella zona di scornio (fig. 97).
il progetto che comporta una spesa di 279.650.000 lire pronto nel settembre del 1963 e
viene approvato, assieme al piano urbanistico generale, nello stesso mese.179
Passa pi di un anno prima che il Consiglio di amministrazione riesamini il progetto aggiornandolo a causa dei recenti aumenti dei prezzi, si riducono a 60 gli alloggi da costruire per una spesa di 337 milioni di lire.
il Consiglio ritiene opportuno dividere i lavori da appaltare in due lotti: il primo di
167.252.979 lire e il secondo di 116.135.150 lire.

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 211 dell11 luglio 1966.
stralcio esecutivo dai progetti della rete di distribuzione dellacqua potabile e della fogna nera eseguito dalliaCP per
conto del Comune di Pistoia. relazione tecnica. 27 luglio 1966. autCPt, PeeP scornio.
177 Ibidem.
178 asCPPt, a 559.
179 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 72 del 16 settembre 1963. asCPPt, a 977.
175
176

104

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Fig. 97 e 98 - Scornio Est.


Interventi e cronologia degli interventi.

il 1 lotto si compone di due fabbricati rispettivamente di 12 e 24 alloggio per complessivi


36 alloggi. il 2 lotto si compone di quattro fabbricati simili di 6 alloggi ciascuno per complessivi 24 alloggi. il complesso degli edifici utilizza una superficie di 8.900 m2 situata al
confine est della zona.180
La licitazione privata per lassegnazione dei lavori, indetta il 19 novembre 1964, vinta dallimpresa Becheri di Prato con un ribasso del 6,90 per cento. i lavori iniziano il 1 marzo 1965.
Ma il progetto viene ulteriormente modificato in corso dopera. il 4 settembre 1965 listituto approva un progetto dellarch. sguazzoni per la realizzazione di un fabbricato di quattro alloggi da costruire assieme agli altri per una spesa ulteriore di 23.500.000 lire.
La costruzione del nuovo edificio viene affidata alla stessa impresa Becheri. i lavori complessivi dei due lotti sono ultimati dopo due sospensioni e due proroghe il 20 dicembre 1966. (fig. 99).
Gli edifici effettivamente costruiti risultano pertanto
sette per complessivi 64 alloggi cos distribuiti: 1 edificio a pianta centrale a stella di 4 piani pi portico
con 16 alloggi; 1 edificio in linea molto allungato di
due piani pi portico con 16 alloggi, 1 edificio in
linea di 2 piani pi met portico con 6 alloggi, 1 edificio, inserito nellappalto con perizia suppletiva, di 2 piani con 4 alloggi e 3 edifici di 3
piani con 6 alloggi ciascuno.181

Fig. 99 - Scornio Est.


Interventi senza contributo dello Stato.

180
181

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 97 del 10 novembre 1964. asCPPt, a 978.


asCPPt, C. 108.

Il Villaggio Scornio Est

Fig. 100 - Scornio Est. Parte sud.

Fig. 101 - Scornio Est. Parte nord.

105

Perizia 59
nel giugno 1964 liaCP approva un programma di 210.582.742 lire, ottenuti con i finanziamenti della legge 1327/60 cui aggiunge i residui della legge 195/62, per la costruzione
di 31 alloggi di cui 28 a Pistoia localizzati nella zona di via Cammelli, dove prevista
unopera di risanamento con labbattimento di 12 alloggi esistenti.
successivamente per si verifica che il nuovo progetto occupa in maniera eccessiva il terreno disponibile e che la nuova costruzione porterebbe disagio agli inquilini gi residenti
nella zona. inoltre sorgono altri problemi legati alla sistemazione delle famiglie sfrattate e
alla loro possibilit di sostenere i nuovi affitti.
Pertanto si decide di non demolire gli alloggi esistenti e di costruire i 28 alloggi nella zona
di scornio.182 il progetto, che prevede la costruzione di due edifici di 14 alloggi ciascuno
per una spesa di 142.000.000 lire, approvato nel giugno del 1964.
Gli edifici in un primo tempo vengono localizzati nella parte est della zona di scornio su
un terreno gi di propriet dellistituto, ma in seguito alla redazione del piano urbanistico
i fabbricati sono spostati in altra area non di propriet dellistituto per la quale necessario
avviare le procedure di acquisizione (fig. 97).
i lavori sono appaltati il 25 settembre 1965 allimpresa Biagini orazio con il ribasso del
12,80 per cento.
i lavori diretti dalling. Giannini iniziano il 18 maggio 1966 con un termine di ultimazione
di 450 giorni. dopo molteplici sospensioni e rinvii i lavori principali terminano il 21 dicembre 1967. Ma alcuni lavori suppletivi sono terminati il 27 marzo 1969.183
Perizie 62 e 63
Con nota del 4 agosto 1965 il Ministero dei Lavori Pubblici comunica di aver assegnato
un contributo di 300.000.000 di lire sulla legge 218/65 per la realizzazione di un programma costruttivo da realizzare nei vari Comuni della Provincia.
al Comune di Pistoia destinata la somma di 116.000.000 di lire per la costruzione di due
fabbricati rispettivamente di 16 e 6 alloggi. Gli edifici, ubicati su unarea di circa 2.500 m2
allestremo nord della zona di scornio al confine col lago (fig. 97), sono progettati dalling.
Biagini, (perizia 62 e 63) e approvati dallistituto nellottobre del 1965.
il progetto relativo alla perizia 62 descritto nella relazione come un fabbricato, dal punto
di vista tipologico, conforme a quanto previsto nel piano di zona, edificio monoblocco
con quattro piani utili per appartamenti e un portico libero.184
Ledificio di forma a stella di quattro piani con quattro alloggi per piano serviti da una
scala centrale e ascensore. Ciascun alloggio misura 82 m2 con 5 vani comprendenti salasoggiorno, camera e servizi. il progetto comporta una spesa di 80.800.000 lire.
i lavori di costruzione sono appaltati allimpresa Quinzio Benedetti di Montecatini per
unofferta col ribasso dell11,75 per cento.
il cantiere si avvia il 20 aprile 1966 con un termine di ultimazione fissato al 14 aprile 1967.
dopo una sospensione dei lavori i lavori sono ultimati il 13 agosto 1967.
il secondo fabbricato (perizia 63) di 3 piani e 6 alloggi progettato ancora dalling. Biagini
con tre piani utili pi portico a piano terra. Ledificio ha una pianta rettangolare con 2 alloggi per piano e scala centrale, ogni alloggio ha una superficie utile di 96 m2 ed composto
di 6 vani, sala-soggiorno, 3 camere, cucina-pranzo, bagno e ripostiglio. La spesa prevista
di 35.700.000 lire. anche in questo caso i lavori sono appaltati allimpresa Benedetti di
Montecatini con il ribasso del 10,70 per cento, nel dicembre 1965.

deliberazione del consiglio di amministrazione n. 71 del 27 giugno 1964. asCPPt, a 978.


asCPPt, C 47, C 49.
184 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 83 dell1 ottobre 1965. asCPPt, a 979.
182
183

106

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i lavori iniziano il 20 aprile 1966 con limpegno a terminarli entro 365 giorni. dopo una
sospensione di un mese i lavori sono effettivamente conclusi il 18 luglio 1967 (fig. 101).185
Perizie 71, 72, 73 e 74
il Ministero dei Lavori Pubblici, con nota del 6 novembre 1965, assegna alliaCP di Pistoia
(sulla legge 1022/65) un contributo statale per la durata di 35 anni di 16.000.000 di lire su
una spesa complessiva di 400.000.000.
Con questo finanziamento si decide di realizzare otto interventi di cui quattro nel comune di
Pistoia a scornio (perizia 71 per 2 fabbricati e 14 alloggi; perizia 72 per 2 fabbricati e 12 alloggi;
perizia 73 per 2 fabbricati e 14 alloggi; perizia 74 per 2 fabbricati e 12 alloggi.186
il progetto del primo intervento (perizia 71, fig. 97) prevede la realizzazione di 2 fabbricati
per 14 alloggi, elaborato dalling. Biagini, approvato dalliaCP nel dicembre 1965. nella
relazione il progettista sottolinea che:
i fabbricati inseriti nel contesto urbanistico sono ubicati lungo la corda interna dellanello stradale
principale di scorrimento. Questo fatto unito allintensa suggestione che provoca il rigoglioso verde
prospiciente il lago di scornio e la posizione dominante, hanno suggerito forme volumetriche non
eccessivamente rigide e composte ma che, pur essendo geometricamente finite contribuiscono a partecipare di queste singolari condizioni di ambiente.187

il costo complessivo delle opere ammonta a 75.950.000 lire. Per acquisire larea necessaria agli
edifici, 2.300 m2 del valore di 1.000 lire al m2, si arriva ad un accordo con i proprietari signori
tessi che comprende lacquisto di una pi ampia porzione di terreno circostante di 9.910 m2.
in una relazione dellagosto 1971 redatta per la valutazione del valore del terreno che deve
essere rimborsato dalla Ges.Ca.L. alliaCP, si trovano interessanti considerazioni urbanistiche
occorre tener presente che larea ormai iscritta nel tessuto urbanistico della citt e costituisce parte
sostanziale di essa. Considerato peraltro che per effetto del nuovo piano regolatore molte zone sono
state tolte alla naturale espansione edilizia del nucleo urbano [da sottolinea come il piano regolatore
sia considerato, come era nella consapevolezza diffusa, un sottrattore di aree alledificazione naturale
n.d.r.] e che di conseguenza liniziativa edilizia e la richiesta di terreno si maggiormente concentrata
nelle zone, come quella in esame, riconosciute residenziali dal nuovo piano regolatore, considerato la
vicinanza del centro cittadino, le ottime vie di collegamento, lo stato dei servizi pubblici, la autosufficienza del quartiere, lottima giacitura e salubrit del terreno, visti gli attuali prezzi di mercato per
terreni in condizioni e posizioni analoghe, si pu con sicurezza affermare che il valore unitario del
terreno non pu in nessun caso essere valutato al di sotto delle lire 1.500 al metro quadro.188

il 10 agosto 1966 si svolge la gara di appalto a licitazione privata che viene aggiudicata alla
ditta Corvi fausto di firenze con il ribasso dell11,55 per cento. i lavori iniziano il 14 luglio
1967 e dopo una breve sospensione sono ultimati il 6 settembre 1968 (fig. 102).189
il secondo intervento (perizia 72, fig. 97) viene affidato alling Giannini ed approvato nel
dicembre 1965. La relazione tecnica descrive cos il progetto.
Lappalto in oggetto prevede la costruzione di 2 fabbricati popolari in Pistoia localit scornio nella
immediata periferia della citt e particolarmente indicata per destinazione residenziale stante lottima
esposizione, la posizione leggermente collinare alle pendici della montagna, unite ad una facilit di
collegamento con la citt di cui la zona si sente parte integrante per le esigenze dei servizi di lavoro
e della vita pubblica di relazione. () i fabbricati sono stati inseriti nel complesso urbanistico della
zona e risultano dislocati lungo il bordo stradale del raccordo anulare principale interno, in prossimit
della grande piazza centrale () il progetto prevede la costruzione di due edifici gemelli su tre piani

asCPPt, a 347.
asCPPt, a a 350.
187
asCPPt, Progetto per la costruzione di due fabbricati. asCPPt, a 348.
188
Costruzione di due fabbricati per 14 alloggi a scornio. Perizia estimativa del terreno. direttore dei lavori ing. Biagini,
12 agosto 1978. asCPPt, a 348.
189
asCPPt, a 348.
185
186

Il Villaggio Scornio Est

107

utili e un piano a portico con due alloggi per piano e quindi 6 alloggi per fabbricato da 5 vani. ()
ogni alloggio di 80,62 m2 comprende due camere da letto la sala-soggiorno, la cucina-pranzo, il bagno,
un ripostiglio, una cantina oltre alle zone di disimpegno.190

La spesa complessiva prevista di 59.650.000 lire.


i lavori iniziano il 15 marzo 1967 e li terminano il 21 maggio 1968, ma si rendono necessari
alcuni lavori suppletivi che sono conclusi nel luglio 1968 (fig. 102).
anche il terzo intervento (perizia 73, fig. 97) di questo finanziamento affidato alling.
Giannini, approvato dalliaCP nel dicembre del 1965 e prevede
la costruzione di due edifici cosi composti: un fabbricato su tre piani utili ed un piano a portico con
due alloggi per piano, 6 alloggi da 5 vani; un fabbricato su due piani utili ed uno a portico con 4
alloggi per piano serviti da due gruppi di scale per un totale per un totale di 8 alloggi di cui 6 da sei
vani e 2 di cinque vani. () i fabbricati risultano dislocati lungo il bordo stradale della radiale che si
diparte dal raccordo anulare principale interno in prossimit della grande piazza centrale. () ogni
alloggio comprende due o tre camere da letto, la sala-soggiorno, la cucina pranzo, il bagno, il ripostiglio
interno e una cantina oltre alle zone di disimpegno.191

La relazione simile alla precedente nella descrizione dellarea e dellinserimento urbanistico e la spesa complessiva prevista ammonta a 72.750.000 lire.
assieme al progetto viene approvato il piano parcellare per dare avvio alle procedure di
esproprio. i lavori sono appaltati allimpresa Corvi fausto di firenze che li avvia il 15
marzo 1967, e li termina, assieme ad altri lavori suppletivi successivamente aggiudicati, il
23 giugno 1968 (fig. 102).
il quarto intervento (perizia 74, fig. 97) si compone di due edifici con 12 alloggi. il progetto
redatto sempre dalling. Giannini approvato nel dicembre del 1965. Gli edifici sono disposti lungo lanello stradale principale e ogni alloggio comprende 2 camere da letto, salasoggiorno, cucina e pranzo oltre alle zone di disimpegno, balconi di servizio e ampi balconi
di soggiorno.
il progetto comporta una spesa di 59.650.000 lire.
Larea interessata misura 1.746 m2 ed composta di due parti una di 1.603 m2 viene acquistata il 27 luglio 1968 e laltra di 143 m2 viene acquistata insieme ad una pi ampia porzione di 234 m2 il 7 aprile 1968.
i lavori sono appaltati allimpresa Corvi fausto di firenze con un ribasso dell11,55 per
cento. il cantiere avvia i suoi lavori il 16 settembre 1968 e sono terminati dopo alcune sospensioni il 13 marzo 1970 (fig. 102).192

La legge n. 60 del 1963,


o legge ges.Ca.L.

nel febbraio 1963 entra in vigore una nuova importante legge che sostituisce la legge
ina-Casa e che permetter di disporre di finanziamenti pi consistenti e continui, si accompagna a nuove procedure di programmazione degli interventi che tengono conto della
acquisizione delle aree e curano una migliore qualit della progettazione e degli allestimenti
esterni. si riportano i passaggi pi significativi della legge:
a decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge la gestione ina-Casa soppressa, ed
istituita la Gestione Case per Lavoratori.
al fine di provvedere alla costruzione di case per lavoratori sar attuato un programma decennale finanziato con i seguenti fondi:
a) un contributo pari al 4,30 per cento del complesso dei contributi indicati alle successive lettere b)
e c), a carico dello stato;
b) un contributo pari allo 0,35 per cento della retribuzione mensile, a carico dei dipendenti;

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 119 del 20 dicembre 1965. asCPPt, a. 979.
deliberazione del Consiglio di amministrazione delliaCP n. 120. dicembre 1965. asCPPt, a 979.
192 asCPPt, a 350.
190
191

108

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


c) un contributo pari allo 0,70 per cento delle retribuzioni mensili corrisposte ai propri dipendenti, a carico delle aziende, enti
e amministrazioni;
d) un contributo a carico dello stato per ciascun alloggio in ragione del 3,20 per cento del costo, fino allimporto massimo di
lire seicentomila a vano.
Hanno diritto a concorrere allassegnazione di alloggi tutti i lavoratori che abbiano contribuito ai piani settennali () per il
periodo minimo di un mese.
il comitato formula un programma decennale di costruzioni
diviso in piani pluriennali, inteso ad assicurare ai lavoratori ed
alle loro famiglie alloggi inseriti in quartieri muniti dei requisiti
necessari alla civile convivenza.
a tale scopo i piani dovranno prevedere, in relazione alla necessit delle famiglie degli assegnatari, le attrezzature, i fabbricati, gli spazi verdi ed ogni altra provvidenza che sia ritenuta necessaria ad assicurare gli
approvvigionamenti, le attivit spirituali, culturali, ricreative e sociali in genere, fra queste compreso
il servizio sociale.
in relazione allesecuzione dei piani previsti dalla presente legge sono compiti della gestione:
a) gestire i fondi destinati alla esecuzione dei programmi,
b) sovraintendere alla esecuzione dei piani esercitando, azioni di indirizzo e di vigilanza sugli istituti
autonomi per le case popolari;
c) fissare le norme tecniche di esecuzione delle costruzioni, con speciale riferimento alla progettazione;
d) designare le stazioni appaltanti competenti per territorio;
e) predisporre attraverso appositi concorsi biennali, lalbo nazionale dei progettisti
g) provvedere, dintesa con le amministrazioni comunali interessate, alla predisposizione dei progetti
relativi ai servizi pubblici e alle attrezzature dei quartieri;
l) promuovere studi e ricerche operative nel settore delledilizia residenziale e predisporre lattuazione
dei progetti pilota;
m) dintesa con i comitati provinciali, istituire il servizio sociale in favore delle famiglie dei lavoratori
assegnatari.
in ciascuna Provincia, con deliberazione del comitato centrale, istituito un comitato provinciale in
cui sia garantita anche la rappresentanza dei comuni.
allacquisizione delle aree edificabili necessarie alla attuazione delle costruzioni previste dalla presente
legge provveder la Gestione.
Le aeree fabbricabili dovranno essere prescelte, nellambito delle zone destinate alla costruzione di
alloggi a carattere economico o popolare dai piani di cui alla legge 18 aprile 1962, n. 167.
La esecuzione dei programmi nelle singole province, in riferimento alla costruzione degli alloggi,
affidata agli istituti autonomi per le case popolari.
Le aree dovranno essere acquistate in misura eccedente lo stretto fabbisogno per la costruzione dei
fabbricati destinati allabitazione, in modo che sia consentito provvedere alla necessit di spazio relativa
a tutti i servizi occorrenti alla vita dei quartieri previsti
il 50 per cento dei fondi destinati alla costruzione di case per i lavoratori saranno impiegati per la costruzione di alloggi destinati ad essere assegnati in locazione.193

Fig. 102 - Scornio est. Anello centrale.

Perizia 765. 1 intervento gescal


L8 giugno 1964 il primo stanziamento triennale di cui alla legge n. 60 assegna a Pistoia
138,7 milioni di lire e nomina come stazione appaltante per la realizzazione delle costruzioni listituto autonomo per le Case Popolari.
Larea per la costruzione degli alloggi deve essere reperita ai termini di legge tra le aree inserite nel piano di cui alla legge 167.
tra le varie zone comprese nel piano della 167 di Pistoia il Comune indica come prioritaria
la zona di scornio ove una vasta area (m2 25.500) era stata acquistata dalliaCP e utilizzata

Legge 14 febbraio 1963 n. 60. Liquidazione del patrimonio edilizio della gestione INA-Casa e istituzione di un programma
decennale di costruzione di alloggi per lavoratori Ges.Ca.L. (Gestione Case Lavoratori).

193

Il Villaggio Scornio Est

Fig. 103 - Scornio Est. 1 intervento Gescal.

109

per la realizzazione del primo programma per la costruzione di case senza il contributo dello stato.
tenuto conto delle particolari esigenze di natura tecnico economica e per consentire di sviluppare un
piano edilizio coordinato, si ritiene opportuno localizzare lintervento Ges.Ca.L nella zona centrale del
complesso, in vicinanza di uno dei due sbocchi della
viabilit del quartiere sulla via dalmazia. Larea prescelta per la costruzione di tre fabbricati per complessivi 24 alloggi misura 3910 m2 ed di propriet,
per 3.000 m2 circa dei fratelli trallori e per il rimanente delling. tessi. nel luglio 1965 listituto comunica alla Ges.Ca.L. che
in seguito a trattative con i proprietari interessanti larea in parola, i fratelli trallori sono disposti a
vendere il terreno al prezzo di lire 1.800 al m2, mentre ling. tessi a tuttoggi dopo lunghe e laboriose
trattative, si oppone alla vendita. Pertanto questo istituto ritiene opportuno addivenire allesproprio
dellarea di circa 900 m2.194

e nellagosto listituto informa il Comune sulla scelta dellarea e invita


Codesta amministrazione a voler trasmettere con cortese sollecitudine una deliberazione nella quale
risulti che Codesto Comune nellesprimere il proprio gradimento per la scelta dellarea si dichiari impegnato ad eseguire a propria cura e spese entro un anno dalla data di inizio dei lavori di costruzione
degli alloggi, i servizi pubblici mancanti.195

nel settembre 1965 la Giunta Municipale delibera


di esprimere il gradimento dellamministrazione per la scelta dellarea (). di assumere impegno
alla esecuzione a cura e spese del Comune delle opere di urbanizzazione relative secondo le disposizioni di legge subordinatamente al reperimento dei mezzi finanziari.196

il Programma di intervento approvato dalla Ges.Ca.L. il 29 aprile 1966 prevede la costruzione di 3 edifici 2 di 4 e 1 di 14 alloggi per complessivi 112 vani (fig. 97).
il progetto affidato ad un gruppo di quattro professionisti: ling. natalini di Montecatini
per la programmazione e i costi, larch. Bassi di Pistoia (coordinatore del gruppo) per ledilizia, ling. Lacann di Pistoia per le strutture e i calcoli e ling. Puccetti di firenze per gli
impianti tecnici. il gruppo elabora un progetto di massima molto articolato e architettonicamente curato. nella relazione si legge:
lesigenza di porre la struttura edilizia in un rapporto di spazio murato che rispettasse lo spazio a
verde, ha evidenziato la necessit di condensare in un unico lungo nastro a forma leggermente ondulata il maggiore numero di alloggi (14) lasciando gli altri due blocchi edilizi di 4 alloggi ciascuno si
disponessero nelle zone pi ampie lasciate libere. () nelledificio allungato si pensato di studiare
alloggi su due piani con al primo piano il reparto giorno (ingresso, cucina pluriuso, soggiorno pranzo)
e al secondo piano il reparto notte (camere da letto e w. c.). () sia la zona giorno che quella notte
hanno uno sfalsamento di quattro gradini onde diminuire la dimensione in lunghezza della scala e
dare una caratterizzazione di villetta e non di un appartamento in edificio pluricondominiale. ()
Gli altri due edifici saranno di quattro alloggi, due per piano distribuiti da una scala centrale.197

il progetto esecutivo approvato il 10 dicembre 1966. La gara di appalto viene indetta


per un importo di 94.297.860 lire ed vinta dallimpresa Biagini orazio con un ribasso
del 2,30 per cento.

Lettera delliaCP alla Ges.Ca.L., 22 luglio 1965. asCPPt, B 696.


Lettera delliaCP al Comune di Pistoia, 18 agosto 1965. Ibidem.
196 deliberazione della Giunta Municipale del Comune di Pistoia n. 1654 del 9 settembre 1965. Ibidem.
197 Progettazione Ges.Ca.L.. relazione dellarch. Giovan Battista Bassi. 15 giugno 1966. Ibidem.
194
195

110

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i lavori iniziano il 26 giugno 1967 e, dopo proroghe e sospensioni per 543 giorni vengono
apparentemente terminati il 15 gennaio 1970. Ma i lavori non sono completamente ultimati. il 23 settembre si chiedono i nuovi termini di ultimazione e, ancora il 23 luglio 1970,
si approva lelenco degli assegnatari degli alloggi e si avverte che accertata la compiutezza
degli edifici si potr procedere alla consegna degli alloggi stessi. i lavori sono definitivamente terminati nei mesi successivi (fig. 103).
Mentre si svolgono i lavori, proseguono le trattative con i proprietari per la definizione
dellacquisizione dellarea che si conclude nel luglio 1968 con lacquisto dai fratelli trallori
di 2.966 m2 per 5.190.902 lire. nei mesi successivi si raggiunge anche laccordo con ling
tessi per lacquisto dei rimanenti 910 m2 di sua propriet.198
Perizia 778
il 16 giugno 1964 viene comunicata una nuova assegnazione di 169.830.000 lire per la costruzione di case per lavoratori nel comune di Pistoia e si decide di costruire tre fabbricati
di 24 alloggi da destinare ai dipendenti della prefettura e di vari ministeri.
Larch. rivieccio elabora il relativo progetto approvato il 5 aprile 1967. il progetto prevede
la costruzione di tre edifici delle dimensioni e disposizione previste dal piano di zona con
24 alloggi per complessivi 135 vani e una spesa di 107 milioni di lire oltre 5,2 milioni per
lacquisto dellarea. il terreno interessato ha una superficie di 5.590 m2 ed posto a nord
della zona scornio al confine con il lago. Larea gi dotata delle reti idrica, fognaria ed
elettrica, mentre in corso di costruzione la strada di accesso (fig. 97). dopo lavvio delle
procedure di esproprio larea viene effettivamente acquisita l11 luglio 1968, parte dalliaCP
(m2 4.390 che laveva comprata in precedenza) e parte (m2 1.200) dai fratelli trallori.
i lavori sono appaltati a licitazione privata il 19 giugno 1967 con la partecipazione di 39
ditte. La ditta aggiudicataria risulta limpresa Vannucci Gaetano di Pistoia con un ribasso
del 4,75 per cento. i lavori sono avviati l8 novembre 1967 e dopo tre sospensioni sono
terminati il 4 ottobre 1969 (fig. 101).199
alloggi senza il contributo dello stato, 3 lotto
nel 1967 listituto, sulla base della precedente iniziativa di costruzione di alloggi senza
contributo dello stato da cedere a riscatto, avvia trattative con la Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia per ottenere un nuovo mutuo di 250.000.000 lire, a un tasso non inferiore
al 6,75 per cento.
La compilazione del progetto affidata alling. Biagini che nella relazione richiama i motivi
delliniziativa:
sono ormai alcuni anni che listituto si posto il problema di esaminare la possibilit di contribuire a
risolvere la questione casa per una vasta categoria di cittadini lavoratori con redditi fissi normalmente
esclusi dalle ordinarie assegnazioni sulla base di programmi costruttivi che si avvalgono del contributo
dello stato. in questa vasta categoria rientra tutta una classe che, pur godendo di condizioni economiche
e sociali di una certa tranquillit, ha una dimensione di risparmio personale che non gli consente di risolvere in modo integrale ed immediato il problema dellacquisto di un alloggio eppure indifesa a rivolgersi al mercato privato. Questa constatazione convinse della necessit di promuovere programmi a
favore di queste categorie di persone con finanziamenti a tasso agevolato. Con questi intendimenti fu,
negli anni scorsi, contratto un mutuo di lire 530.000.000 in base al quale furono promosse costruzioni
nei comuni di Pistoia (64 alloggi), Pescia (24 alloggi), agliana (12 alloggi) e Quarrata (6 alloggi).
il successo delliniziativa, che permette agli assegnatari di riscattare la propria abitazione ad un canone
mensile normalmente inferiore ai fitti di mercato corrente, lo stimolo a proseguire su una strada che
rientra fra gli scopi principali dei compiti dellistituto.200

asCPPt, B 696.
asCPPt, B 583, B 561.
200
Progetto di alloggi senza il contributo dello stato. terzo lotto. relazione tecnica delling. Biagini. asCPPt, C 3, C 4, C 6.
198
199

Il Villaggio Scornio Est

Fig. 104 - Scornio est. Edificio OMFP.

111

Il progetto approvato il 13 settembre 1968 prevede la costruzione di 5 edifici per 40 alloggi,


localizzati a Scornio nella parte est, contiguo a sud al programma precedentemente realizzato con la stessa finalit; 22 alloggi sono di 6 vani (m2 95,87) e 18 da 5 vani (m2 84,05).
La spesa complessiva prevista ammonta a 220.100.000 lire.
Il 4 ottobre 1968 viene indetta la gara a licitazione privata per lappalto dei lavori alla quale
partecipano 12 imprese. Risulta vincitrice limpresa Corvi di Firenze con un ribasso
dell1,50 per cento.
I lavori iniziano il 30 ottobre 1968 con limpegno ad essere terminati il 28 dicembre 1969.
Di fatto sono concesse allimpresa diverse sospensioni e proroghe e sono ultimati solo il
10 aprile 1971.
In seguito si rende necessario eseguire alcuni lavori suppletivi che, iniziati nellaprile 1971,
sono terminati nellagosto dello stesso anno (fig. 100).201
Perizia 1288
Il 2 febbraio 1966 il comitato Ges.Ca.L. assegna la somma di 75.000.000 di lire per la costruzione di case per lavoratori a Pistoia. Si sceglie larea rimasta nella parte centrale vicino
al primo intervento Ges.Ca.L. (fig. 97), che prevede la realizzazione di un edificio a stella
di quattro piani con tre alloggi per piano. Il progetto, redatto dallarch. Bassi, approvato
l11 agosto 1967 e comporta una spesa di 49.295.760 lire.
La gara di appalto vinta dalla ditta ing. Fausto Corvi di Firenze con un ribasso dello
0,001 per cento.
I lavori di costruzione delledificio iniziano il 19 agosto 1968 e, dopo sospensioni e proroghe per complessivi 379 giorni, sono ultimati il 1 settembre 1970 (fig. 102).202
Alloggi OMFP
A seguito di un bando in data 30 luglio 1964 lazienda OMFP (Officine Meccaniche Ferroviarie Pistoiesi) ammessa alla prenotazione di 10 alloggi da destinarsi ai propri dipendenti ai sensi delle legge 60/63.
LOMFP decide di costruire gli alloggi nella zona 167 di Scornio e indica come stazione appaltante lIACP di Pistoia che prepara il relativo programma dintervento alla fine del 1966.
Il 31 gennaio 1969, ottenute le necessarie approvazioni da parte della Ges.Ca.L., lIACP
approva un progetto redatto dallarch. Sguazzoni per la costruzione di un fabbricato di 10
alloggi ubicato allestremo nord della zona di Scornio (fig. 97). Il progetto comporta una
spesa di 57.276.462 lire. La gara di appalto esperita a licitazione privata il 31 marzo 1971
ed aggiudicata alla ditta Corvi ing. Fausto di Firenze con il ribasso dello 0,01 per cento.
I lavori sono avviati il 9 novembre 1971 ma subiscono cinque lunghe sospensioni per cui
sono terminati solo il 26 novembre 1974 (fig. 104).203
Perizia 79
Il 18 luglio 1968 lIstituto prende atto di un finanziamento sulla legge 422/68 di
262.500.000 lire e delibera di destinare 94.500.000 lire per finanziare la costruzione di un
intervento al Villaggio Scornio (fig. 97). Il progetto delling. Biagini prevede la realizzazione
di due edifici per complessivi 16 alloggi.
Nel novembre 1970, visto che:
i recenti aumenti verificatisi nel mercato edilizio hanno reso necessario procedere ad una revisione
globale delle analisi dei prezzi () ovvio che i maggiori costi dovevano essere assorbiti in sede progettuale procedendo ad alcune restrizioni volumetriche ed alla riduzione del numero di quartieri.204

ASCPPT, C 3, C 4, C 6.
ASCPPT, B 698.
203
ASCPPT, B 667.
204
Deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 83 del 27 novembre 1970. ASCPPT, A 984.
201
202

112

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Fig. 105 - Scornio Est.

si approva il nuovo progetto che riduce gli alloggi da 16 a 12 e li colloca in un unico fabbricato (fig. 97). il nuovo costo risulta di 80.000.000 di lire.
Ma i lavori sono ulteriormente differiti e il progetto nuovamente approvato nellagosto
del 1972. il fabbricato, ubicato nella parte sud della zona di scornio su unarea di 1700 m2,
gi di propriet dellistituto, di due piani pi portico e contiene 12 alloggi distribuiti da tre
vani scala e comporta una spesa di 92.500.000 lire. i lavori sono appaltati alla ditta
Co.Ge.Ca. di Montecatini con il ribasso del 4,13 per cento. il cantiere si apre il 26 marzo
1973 e i lavori sono ultimati il 22 luglio 1974 (fig. 100). durante i lavori si sono avute perizie
suppletive e aumenti di costo che hanno portato la spesa totale a 145.000.000 di lire.205
Perizia 2844
nellottobre del 1968 la Ges.Ca.L. approva un programma di interventi straordinari per la
costruzione di alloggi destinati alla generalit dei lavoratori nelle province colpite dalle alluvioni o mareggiate dellautunno 1966. LiaCP, stazione appaltante, decide di costruire
20 alloggi nel villaggio scornio in due aree ancora inedificate fra quelle previste dal piano
di zona (167). il progetto redatto dallarch. rivieccio nel marzo 1969 prevede la costruzione
di due edifici su due piani con portico, uno per 12 alloggi e laltro per 8, di tipologia simile
a quelli degli edifici circostanti (fig. 97). il progetto comporta una spesa complessiva di
127.246.000 lire e viene approvato il 16 maggio 1969.
La gara di appalto indetta in data 4 giugno 1969 viene vinta dallimpresa Vannucci Gaetano
di Pistoia che in seguito rinuncia a realizzare le opere previste. Pertanto si rende necessario
indire una nuova gara che per gli strascichi della rinuncia e le complicazioni burocratiche
si svolge solo il 31 marzo 1971 con una perizia di 140.669.000 lire ed vinta dalla ditta
Corvi di firenze con un ribasso dello 0,01 per cento. i lavori iniziano l11 dicembre 1971
con limpegno alla ultimazione entro 365 giorni, ma le numerose proroghe e sospensioni
per un totale di 483 giorni portano la conclusione dei lavori all8 aprile 1974 (fig. 100).206
La caserma dei carabinieri
a seguito della richiesta formulata dal Comando locale del Gruppo Carabinieri, listituto ha esaminato
la possibilit di costruire la Caserma dei Carabinieri della stazione di Capostrada in area del comprensorio su cui sta sorgendo il Villaggio scornio. Questo esame preliminare ha rilevato lopportunit e

asCPPt, C 1, C 2.
asCPPt, B 697.
207
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 14 del 23 marzo 1968. asCPPt, a 982.
208
asCPPt, C 136.
205
206

Il Villaggio Scornio Est

113

riePiLoGo deGLi interVenti aL ViLLaGGio sCornio est


Interventi
numero perizia

s.C.s. 1
59
62
63
71
72
73
74
765
778
s.C.s. 2
1288
oMfP
2844
79
Carabinieri
negozi
asilo

Tipologia
ed. pi. al.

7
2
1
1
2
2
2
2
3
3
5
1
1
2
1
1
1
1

3-4
4
3
2-3
3
2-3
3
2
2-3
2-3
4
2-3
2
2
1
1
1

64
28
16
6
14
12
14
6
22
24
40
12
10
20
12

finanziamento

Progettista

approvazione
data

proprio
195/62
218/65
218/65
1022/65
1022/65
1022/65
1022/65
Ges.Ca.L.
Ges.Ca.L.
proprio
Ges.Ca.L.
Ges.Ca.L.
Ges.Ca.L.
422/68

Biagini
Biagini
Biagini
Biagini
Biagini
Giannini
Giannini
Giannini
Bassi
rivieccio
Biagini
Bassi
sguazzoni
rivieccio
Biagini
Biagini
Giannini
Giusti

nov. 64
giu. 64
ott. 65
ott. 65
dic. 65
dic. 65
dic. 65
dic. 65
dic. 66
apr. 67
set. 68
ago. 67
gen. 69
mag. 69
ago. 72
mar. 68
apr. 67
mar. 75

Impresa

Becheri
Biagini o.
Benedetti
Benedetti
Corvi
Corvi
Corvi
Corvi
Biagini o.
Vannucci G.
Corvi
Corvi
Corvi
Corvi
Co.Ge.Ca
Biagini o.
Zarri
Corvi

Inizio lavori

fine lavori

mar. 65
set. 65
apr. 66
apr. 66
lug. 67
mar. 67
mar. 67
set. 68
giu. 67
nov. 67
ott. 68
ago. 68
nov. 71
dic. 71
mar. 73
lug. 69
gen. 69
set. 65

mag. 66
dic. 67
ago. 67
lug. 67
set. 68
mag. 68
mag. 68
mar. 70
gen. 70
ott. 69
apr. 71
sett. 70
nov. 74
apr. 74
lug. 74
ago. 70
nov. 71
ago. 78

la convenienza economica di una tale costruzione. infatti la presenza ai margini del Villaggio di un
nucleo di polizia militare accresce il decoro e lautosufficienza del quartiere residenziale e costituisce
un deterrente a favore dellordinato sviluppo di una comunit che, allinsediamento, sar per sua
natura estremamente composita.207

nel piano urbanistico della zona di scornio prevista unarea destinata a servizi pubblici
che si presta ottimamente per la costruzione della caserma (fig. 97). anche le condizioni
di affitto garantiscono un positivo risultato economico dellinvestimento.
il progetto redatto dalling. Biagini prevede un edificio a due piani con gli uffici della caserma e laccasamento (alloggi e servizi dei militari con refettorio-soggiorno la cucina, 4
posti letto e servizi) al piano terra e due alloggi (per il comandante e un militare con famiglia) al primo piano. il progetto comporta una spesa di 24.000.000 di lire.
La gara di appalto per la costruzione della caserma vinta dallimpresa Biagini orazio di
Casalguidi con il ribasso dello 0,10 per cento, poi aumentato fino allo 0,50 per cento.
i lavori sono iniziati il 14 luglio 1969 con limpegno alla loro ultimazione in 365 giorni.
dopo tre sospensioni dei lavori per complessivi 52 giorni la costruzione effettivamente
ultimata il 4 agosto 1970 (fig. 102).208
I negozi
il 10 dicembre 1966, Preso atto che nellerigendo Villaggio scornio a Pistoia sono in costruzione circa 200 alloggi ed necessario dotarlo di un nucleo di negozi, il Consiglio
delliaCP approva un progetto per la costruzione di un complesso commerciale. il progetto comprende 12 negozi suddivisi in tre zone: nella zona centrale tre unit di circa 35
m2 e un bar; nella zona laterale sud 5 di circa 450 m2 di cui tre posteriori e due anteriori
collegati da un passaggio interno coperto; nella zona laterale nord 3 di circa 35 m2. il tutto
per una spesa di 56.460.000 lire comprensivo del costo del terreno (fig. 97).
il 5 aprile 1967 liaCP delibera di realizzare un primo lotto di nove negozi da finanziare
con un mutuo in corso di contrattazione con la Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia di
250.000.000 di lire. La spesa complessiva assomma a 42.915.000 lire.

114

Fig. 106 - Santomato, planimetria


dellintervento Ges.Ca.L, ASCPPT.

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i lavori sono appaltati nel luglio 1968 alla ditta Zarri Guido di Pistoia con il ribasso del
2,32 per cento e sono iniziati il 4 gennaio 1969. nel corso dei lavori si decide di trasformare
il gruppo di 4 negozi nella parte est in supermercato per il quale si predispone un nuovo
progetto che richiede un incremento di spesa di circa 6.000.000 di lire.
il 29 maggio 1971 liaCP approva una nuova perizia comprendente la costruzione di due
nuovi negozi per 10.600.000. inoltre si approva lapplicazione di nuovi prezzi dovuti alla
particolarit degli edifici commerciali rispetto a quelli residenziali e allintroduzione di voci
migliorative e di perfezionamento dei lavori per un importo complessivo di 20.000.000.
i lavori aggiuntivi derivanti dalle variazione di progetto sono assegnati alla stessa ditta nellottobre del 1970. i lavori principali sono effettivamente terminati il 18 ottobre 1970, e i
lavori aggiuntivi sono terminati il 22 novembre 1971.
in una delibera del 4 febbraio 1972 si riassume landamento dei lavori e le variazioni del
costo dellopera che ammonta a circa 105 milioni di lire. Gli aumenti sono dovuti oltre
alle perizie suppletive gi approvate, ad una serie di nuovi aggiustamenti (impianto di refrigerazione, condizionamento daria, parcheggi aggiuntivi e altri) richiesti dalla costruzione
del supermercato (fig. 105).209
Lasilo nido
il 17 aprile 1974, quando ormai il Villaggio scornio completamente realizzato, la regione
toscana incarica liaCP di attuare il programma relativo alla costruzione di un asilo nido
a Pistoia. La costruzione viene ubicata nella parte nord a confine con il parco e il lago di
scornio ed progettata dallarch. renato Giusti e dal geom. Marco Marlazzi del Comune
di Pistoia (fig. 97). il progetto esecutivo, molto elaborato, viene approvato dalliaCP il 18
marzo 1975 per una spesa di 59.660.000 lire, precisando che:
in conformit del programma di intervento gli impegni di spesa relativi allacquisizione dellarea e per
le opere di urbanizzazione non sono stati evidenziati in quanto esiste un impegno di massima dellamministrazione Comunale, la quale ceder gratuitamente larea ed eseguir a suo carico le opere
di urbanizzazione.210

La gara di appalto, esperita il 23 marzo 1975, vinta dalla ditta ing. fausto Corvi di firenze
con laumento del 79,60 per cento. i lavori sono iniziati il 4 settembre 1975 e dopo numerose sospensioni e proroghe sono terminati il 20 agosto 1978 (fig. 105).211

Lintervento ges.Ca.L.
a santomato

nel 1966 la Ges.Ca.L. conferisce lincarico di stazione appaltante alla cooperativa fides e
Labor di santomato assegnataria di un finanziamento per la costruzione di 14 alloggi a
santomato. il progetto viene affidato allarch. sguazzoni di Pistoia che lo descrive nella
relazione tecnica:
Le premesse poste nel programma di intervento dai committenti i quali non erano evidentemente disposti ad accettare la soluzione della casa ad appartamenti sia pure in numero limitato, prefiggendosi di
poter disporre di una abitazione tutta propria. il criterio pu stupire chi abituato a inserire automaticamente la casa in un dimensione urbana, ma qui (santomato) si deve tener conto di tuttaltro ambiente
paesistico e umano in cui non la casa singola sarebbe una nota fuor di luogo ma la casa multifamiliare.212

Fig. 107 - Santomato, edifici Gescal.

il progetto (fig. 106) prevede la costruzione di 9 edifici di cui 3 bifamiliari e 6 unifamiliari


con due tipologie diverse ed approvato il 29 dicembre 1967. i lavori, appaltati alla ditta Biagini Mario di Casalguidi con il ribasso dello 09,18 %, iniziano il 2 settembre del 1968 e sono
terminati, dopo 7 sospensioni per complessivi 933 giorni, solo il 23 marzo 1972 (fig. 107).213

asCPPt, C 107, C 137.


deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 36 del 18 marzo 1975. asCPPt, a 989.
211 asCPPt, B 735, B 736.
212 relazione del 31 gennaio 1967. asCPPt, B 682.
213 asCPPt, B 590, C 135.
209
210

La riforma

115

1971 La rIforMa
La legge 22 ottobre 1971
n. 865

il 22 ottobre 1971 viene varata la legge 865 recante Programmi e coordinamento delledilizia residenziale pubblica; norme sulla espropriazione per pubblica utilit che segna
una pietra miliare nella storia delledilizia popolare.
una vera, radicale riforma del sistema che riunifica e potenzia tutte le frammentate forme
di finanziamento pi o meno settoriali vigenti riconducendole ad una struttura unitaria
nazionale e a ununica procedura. adotta il metodo della programmazione, con la formazione del Piano come strumento centrale, per lutilizzazione e allocazione delle risorse.
individua i bisogni e le risorse attraverso analisi tecnico-demografiche e con la partecipazione delle rappresentanze territoriali, economiche e sociali.
ridefinisce il ruolo e le procedure degli istituti finanziari e individua una struttura di gestione centralizzata e partecipata che da livello nazionale Cer al livello locale, (basato sulliaCP, fortemente riformato, e sul Comune), passando per la regione, delinea con
precisione soggetti, funzioni e obbiettivi di ogni singolo livello.
Valorizza le rappresentanze territoriali che assumono un ruolo fondamentale nei processi
decisionali e gestionali e affida un ruolo centrale alle regioni che diventano lo snodo fondamentale del meccanismo complessivo del piano (anticipando la delega delle funzioni
regionali del 1972 poi completata con il dr 616/77).
affronta il problema delle aree aumentando le finalit dellesproprio, semplificando i processi di acquisizione e riferendo le indennit al valore agricolo. introduce una visione pi
ampia della qualit urbanistica valorizzando e potenziando lefficacia della 167 e definendo
standard, procedure e finanziamenti per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria.
stanzia nuove risorse per finanziare la costruzione di case popolari ed economiche e prefigura una modalit permanente, una continuit temporale e una cadenza pianificatoria
pluriennale per la disponibilit e allocazione dei finanziamenti.
amplia infine la possibilit di elaborare piani attuativi di iniziativa pubblica anche per la realizzazione di insediamenti produttivi, industriali e artigianali, commerciali, direzionali e turistici.
si tratta insomma di un provvedimento intersettoriale che affronta la politica della casa
non pi come unattivit specifica ma come un tassello di una politica integrata e complementare, non solo delle procedure urbanistiche e di assetto del territorio, ma anche degli
indirizzi economici e di allocazione delle risorse pubbliche e della soddisfazione di bisogni
fondamentali delle categorie sociali pi deboli.
La 765 rappresenta una sorta di soglia, uno spartiacque che modifica radicalmente procedure
e soggetti dividendo le politiche della casa in due periodi, prima e dopo la sua entrata in vigore.
tutto ci evidenziato e accentuato dal fatto che il testo di legge non si occupa solo dei
programmi e del coordinamento delledilizia residenziale pubblica ma affronta e modifica
le norme sullespropriazione per pubblica utilit, le norme sullacquisizione e lallestimento
delle aree edificabili, introduce modifiche ed integrazioni alla legislazione urbanistica vigente e modifica lo stesso assetto istituzionale territoriale.
in applicazione della legge 765, vennero poi emanati i due dPr 1035 e 1036 del 1972 che
disciplinano le assegnazioni e lorganizzazione degli enti pubblici operanti nel settore delledilizia residenziale pubblica.
a seguito dellemanazione di nuove leggi con la soppressione di enti come la Ges.Ca.L. e
linCis, il patrimonio costruito viene in parte ceduto agli assegnatari ed in parte trasferito
agli iaCP, che diventano gli unici soggetti attuatori delledilizia residenziale pubblica sovvenzionata mentre le cooperative organizzate in movimenti diventano i principali soggetti
realizzatori delledilizia agevolata.

116

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

si riportano gli articoli pi importanti relativi alla programmazione, alle procedure di esproprio e alla modifica della 167. il primo titolo della legge dedicato a definire le procedure
e i soggetti per la programmazione e il coordinamento delledilizia pubblica:
Per la realizzazione di programmi di interventi di edilizia abitativa e degli altri fini indicati nella presente
legge, tutti i fondi stanziati a qualsiasi titolo dallo stato, dalle aziende statali e dagli enti pubblici edilizi
a carattere nazionale, destinati agli stessi scopi sono impiegati unitariamente dallo stato.
istituito, presso il ministero dei lavori pubblici, il Comitato per ledilizia residenziale (Cer).
il Cer formula il progetto del piano di attribuzione alle regioni dei fondi recependo, i programmi
gi deliberati dalle amministrazioni dello stato, dalle aziende statali e dagli enti pubblici.
Le regioni sono delegate allattuazione dei programmi da esse approvati avvalendosi degli istituti
autonomi per le Case Popolari e loro consorzi regionali e di cooperative edilizie e loro consorzi.
sono trasferite alle regioni a statuto ordinario le attribuzioni dellamministrazione dei lavori pubblici relative
ai regolamenti edilizi, ai programmi di fabbricazione, ai piani di zona di cui alla Legge 167/62, ai piani particolareggiati di esecuzione del piano regolatore generale ed ai piani di lottizzazione. il Cer, avvalendosi
delle regioni, predispone e realizza ogni due anni un censimento dei fabbisogni abitativi del paese.

il secondo titolo definisce le nuove norme sullespropriazione per pubblica utilit:


Le disposizioni contenute nella presente legge si applicano:
- per lacquisizione delle aree comprese nei piani di cui alla Legge 167/62,
- per la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria e secondaria compresi i parchi pubblici e di
singole opere pubbliche,
- per il risanamento, anche conservativo, degli agglomerati urbani,
- per la ricostruzione di edifici o quartieri distrutti o danneggiati da eventi bellici o da calamit naturali,
- per lacquisizione delle aree comprese nelle zone di espansione,
il Presidente della Giunta regionale dichiara la pubblica utilit nonch la indifferibilit e lurgenza
delle opere e degli interventi previsti nella relazione ed indica la misura dellindennit di espropriazione
da corrispondere a titolo provvisorio. i proprietari possono convenire con lespropriante la cessione
volontaria degli immobili, per un prezzo non superiore del 10 per cento allindennit provvisoria.
Lufficio tecnico erariale determina ogni anno entro il 31 gennaio il valore agricolo medio,nel precedente anno solare, dei terreni secondo i tipi di coltura effettivamente praticati.
Lindennit di espropriazione, per le aree esterne ai centri edificati commisurata al valore agricolo medio.
nel caso che larea da espropriare sia coltivata lindennit di espropriazione raddoppiata.
Per lacquisizione di aree occorrenti per la realizzazione degli interventi di cui alla Legge 167/62, i
Comuni, oltre ad utilizzare i fondi di cui dispongono per tali fini, possono richiedere le anticipazioni
alla Cassa depositi e prestiti.

il terzo titolo modifica il quadro legislativo urbanistico introducendo significatine innovazioni:


i Comuni hanno facolt di espropriare, entro le zone di espansione dellaggregato urbano, le aree inedificate e quelle su cui insistono costruzioni che siano in contrasto con la destinazione di zona ovvero
abbiano carattere provvisorio.
i Comuni dotati di piano regolatore generale o di programma di fabbricazione approvati possono deliberare, previa autorizzazione della regione,un piano delle aree da destinare a insediamenti produttivi.
Le aree comprese nel piano approvato a norma del presente articolo sono espropriate dai comuni o
loro consorzi e utilizzate per la realizzazione di impianti produttivi di carattere industriale, artigianale,
commerciale e turistico, in misura non superiore al 50 per cento mediante la cessione in propriet e per
la rimanente parte mediante la concessione del diritto di superficie () Le varianti che non incidono
sul dimensionamento globale del piano e non comportano modifiche al perimetro, agli indici di fabbricabilit ed alle dotazioni di spazi pubblici o di uso pubblico, o costituiscono adeguamento delle
previsioni del piano agli standards, sono approvate con deliberazione del Consiglio Comunale.
Le opere di urbanizzazione secondaria sono le seguenti:
a) asili nido e scuole materne; b) scuole dellobbligo; c) mercati di quartiere; d) delegazioni comunali;
e) chiese ed altri edifici per servizi religiosi; f) impianti sportivi di quartiere; g) centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie; h) aree verdi di quartiere.
costituito presso la Cassa depositi e prestiti un fondo speciale con gestione autonoma di lire 300
miliardi per la concessione di mutui per lacquisizione e lurbanizzazione primaria delle aree,nonch
per la realizzazione delle altre opere necessarie ad allacciare le aree stesse ai pubblici servizi, in attuazione dei piani di zona.

La riforma

117

il quarto titolo stanzia i fondi e stabilisce nuove normative di gestione e programmazione,


si riportano solo due articoli:
i fondi sono destinati per: a) la costruzione di alloggi destinati alla generalit dei lavoratori dipendenti
nella misura non inferiore al 60 per cento; b) interventi per la costruzione di alloggi destinati ai dipendenti di imprese, ammesse a costruire direttamente; c) finanziamenti di cooperative costituite tra
lavoratori dipendenti, le quali concorrano alla costruzione degli alloggi con lapporto dellarea; d) prestiti individuali per la costruzione e lacquisto di alloggi o miglioramento o risanamento di alloggi di
propriet dei richiedenti; e) interventi di ristrutturazione,risanamento o restauro conservativo di interi
complessi edilizi compresi nei centri storici.214

nel 1971, quando esce la legge 865, il PeeP di Pistoia adottato nel 1963 ancora in vigore
Il primo programma
e
pluriennale di attuazione contiene, dopo lo stralcio di Bonelle, sei zone: san Biagio, Ponte alla Pergola, Castel dei

Guidi, scornio, Capostrada, Bottegone e san felice.


Lo stato di attuazione del piano il seguente: la zona di scornio est praticamente ultimata
a opera delliaCP e della Ges.Ca.L. e mancano da costruire solo tre edifici; per le zone di
scornio ovest e di san Biagio sono avviate le procedure di esproprio mentre le zone di
Ponte alla Pergola e Castel de Guidi saranno stralciate.
La legge 865 introduce unimportante novit nelle procedure: prima di richiedere i finanziamenti e di avviare lesproprio delle aree necessario formare un Programma di attuazione pluriennale, da aggiornare annualmente, che indichi quali zone lamministrazione
intende realizzare, la quota da cedere in propriet, la spesa prevista per le urbanizzazioni
e la disponibilit dei mezzi finanziari necessari. inoltre, in sede di prima applicazione, la
richiesta di finanziamenti alla regione deve essere effettuata entro sessanta giorni a partire
dal 22 ottobre 1971 data di entrata in vigore della legge.
Pertanto viene rapidamente definito il primo programma pluriennale di attuazione del
piano di edilizia economica e popolare di Pistoia nel quale sono inserite le seguenti zone:
zone

scornio ovest
san Biagio
Bottegone
san felice

superficie m2

60.311
192.344
60.000
7.500

Volume residenze m3

97.669
354.835
43.850
10.500

abitanti

1.220
4.435
548
132

Le zone inserite nel Piano pluriennale hanno praticamente lo stesso progetto, la stessa dimensione e gli stessi costi del piano originario del 1963.
in sintesi i dati e le previsioni riportate nelle singole analisi di comprensorio costituiscono una puntualizzazione e aggiornamento di quelle esistenti, e tale precisazione dettata, oltre che dai variati e
maggiori costi, da nuove disposizioni legislative in vigore dalla data dellultima deliberazione sullargomento () il relatore precisa che la quota di aree in termini volumetrici che potr essere ceduta in
propriet a cooperative edilizie ed a singoli viene proposto nella misura del 30 per cento del totale.
in conclusione il Consiglio delibera: di approvare il programma pluriennale di attuazione del PeeP
presentato dallassessore Cipriani e di autorizzare il sindaco a presentare alla regione toscana la richiesta dei finanziamenti occorrenti per lacquisizione delle aree e la realizzazione delle opere di urbanizzazione previste.215

214 Legge 22 ottobre 1971 n. 865. Programmi e coordinamento delledilizia residenziale pubblica; Norme sulla espropriazione per
pubblica utilit; Modifiche ed integrazioni alle leggi 17 agosto 1942, n. 1150; 18 aprile 1962, n. 167; 29 settembre 1964, n. 847 ed autorizzazione di spesa per interventi straordinari nel settore delledilizia residenziale, agevolata e convenzionata.
215 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio comunale n. 729 del 27 dicembre 1971.

118

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

IL VILLaggIo sCornIo oVesT


Il piano di zona

Fig. 108 - Scornio Ovest. Veduta dellarea


nel 1963.

Fig. 109 - Scornio Ovest. Peep 1963,


AUTCPT.

il primo Piano di edilizia economica e Popolare del Comune di Pistoia, adottato nel 1963,
contiene sette zone tra cui anche la zona Zona d scornio-Capostrada divisa in due parti
una ad est della via dalmazia (denominata scornio dal nome della localit e poi scornio
est) ed una ad ovest (denominata Capostrada e poi scornio ovest, fig. 92).
il piano particolareggiato del 1963 (est e ovest) occupa una superficie totale di 150.800 m2
di cui 28.200 m2 per strade e piazze e 36.646 m2 per giardini ed attrezzature collettive.
Lindice fabbricativo territoriale risulta di 1,84 m3/m2 e la densit territoriale di 205 ab/ha.
il volume delle attrezzature (chiesa, scuole, mercato etc.) complessivamente di 21.918 m3.
nel 1969, quando la zona di scornio est in fase di completamento, il Comune inizia la
realizzazione della zona di scornio ovest con la progettazione delle opere di urbanizzazione
e la prosegue con la richiesta dei finanziamenti e con lavvio delle procedure di esproprio.
il piano mantiene gli assetti disegnati dal progetto originario del 1963 (fig. 109) con solo
due piccole modifiche. una prima modifica (adottata dal Consiglio Comunale il 29 aprile
1974) varia leggermente la disposizione planimetrica e le propriet da espropriare. una
seconda adottata l11 ottobre 1985, quando le costruzioni e le opere di urbanizzazione
sono praticamente terminate, per evitare la demolizione di un fabbricato colonico preesistente che viene restaurato e destinato alla residenza. Con la stessa delibera si formalizzano
le piccole variazioni intervenute nella planivolumetria durante i lavori (fig 110).
Le caratteristiche dimensionali del piano sono le seguenti: superficie totale 59180 m2, superficie per strade e piazze 21700 m2, superficie per giardini e attrezzature
collettive 29269 m2, volume totale delle abitazioni 81515 m3, numero dei
vani 959, volume di scuola mercato ecc. 11918 m3, densit di popolazione
territoriale 162 ab/ha, indice di fabbricabilit territoriale 1,65 m3/m2.
il piano occupa unarea triangolare fra la ferrovia ad ovest e le vecchie
case in fregio alla via dalmazia a est. Le residenze sono raggruppate in
tre blocchi di edifici due molto grandi in linea allungata posti uno ad ovest
lungo la ferrovia con fabbricati di altezza di quattro e due piani pi portico e laltro a est parallelo alla via dalmazia con altezza di tre piani pi
portico. il terzo blocco di due e tre piani pi portico si trova nella parte
centrale fra le due strade principali.
Gli edifici sono realizzati con pi interventi frazionati. Ledifico ad ovest
progettato in quattro blocchi, ledificio a est in due blocchi e ledificio
centrale in due blocchi per un totale di otto progetti.
Gli edifici sono distribuiti da una strada che si diparte dalla via dalmazia a
nord della zona in corrispondenza dellingresso alla zona di scornio est,
attraversa tutta larea costituendone la spina centrale fino alla scuola prevista
nella parte sud. da questasse principale si distaccano due strade parallele
alla via dalmazia: una breve verso nord, la via Braille, e laltra verso sud, la
via Pordoi che si reimmette nella via dalmazia in corrispondenza della via stelvio.

Lacquisizione delle aree a seguito dellapprovazione del progetto di urbanizzazione il Comune, nel febbraio 1973,
autorizza il sindaco a promuovere il procedimento di esproprio nei confronti dei proprietari delle aree necessarie (fig. 111).
subito dopo linizio delle operazioni di occupazione alcuni proprietari (tessi olga, rina e
Margherita e fittavolo ferretti) accettano la cessione volontaria delle aree oggetto di esproprio beneficiando della maggiorazione dellindennit del 10 per cento consentita dalla

il Villaggio Scornio Ovest

119

legge. Per loccupazione delle aree rimanenti, il Comune richiede e ottiene dalla regione
toscana il relativo decreto di autorizzazione (emanato il 16 dicembre 1974) e la determinazione delle indennit provvisorie da corrispondere ai proprietari (definite l8 luglio 1975).
alcune delle ditte espropriande (rafanelli elio, Vaccai ida, ada e fausta; Bartoletti, Biagiotti e fittavolo Bruni) accettano lindennit fissata dalla regione che emette la definitiva
ordinanza di pagamento nellottobre del 1975.
il definitivo di esproprio per le ditte rimanenti (Cipriani, Monfardini e rafanelli nicle e
iliana) avviene solo il 6 settembre 1976. i contratti di acquisto delle aree vengono tutti stipulati nel corso del 1976.

Lurbanizzazione

il Consiglio Comunale affida la progettazione delle opere di urbanizzazione alling. Carlo


Giovannelli di Pistoia.216
il progetto illustrato da una relazione del progettista che conferma lassetto viario disegnato dai progettisti della 167 originaria:
Modifiche sensibili a queste previsioni non potevano essere ragionevolmente proposte,
tanto pi che secondo il piano larea veniva ad inserirsi per ultima in un complesso in via
di graduale completamento: i villaggi di Belvedere e di scornio est, la fascia di Via dalmazia, le lottizzazioni private a sud della zona. () Larea pu considerarsi divisa, dalla
disposizione stessa della rete, in tre porzioni: ovest, nord-est e sud. nella porzione nord
est sar concentrata la maggior parte del volume edificatorio, rappresentata da soli fabbricati di abitazione, di ampie dimensioni con sviluppo fino a sei piani. il piano prevede
per questa porzione anche una piccola parte di strade private, di esclusivo servizio di questi
fabbricati, che sar realizzata a cura dei costruttori. nella porzione sud-est la sola costruzione prevista la scuola e la parte rimanente destinata a verde pubblico. nella porzione
ovest sono previsti, oltre alle abitazioni, edifici di carattere commerciale ed attrezzature
collettive. Questa porzione perci particolarmente dotata di slarghi e piazze nonch di
una strada che la attraversa longitudinalmente.
Le larghezze delle strade sono state di norma mantenute come previste dal piano di
zona: ampiezze variabili da 12 a 16 metri. solo nel caso della strada che taglia longitudinalmente la zona commerciale stato ritenuto opportuno portare la larghezza da m
9 a m 12 per dotare la strada di marciapiedi propri. Comunque lampiezza delle strade
e delle piazze progettate da ritenersi necessaria anche in vista della funzione di parcheggio che vi dovr essere assolta. ()
La rete di distribuzione dellacqua potabile stata prevista per un consumo giornaliero
pro-capite di litri 150 per una popolazione di 1.500 abitanti. Vi solo un allacciamento
sulla condotta di Via dalmazia che si divide in due rami che raggiungono lestremit
sud ovest e la zona commerciale. () Per le fognature stato adottato il criterio di due
reti distinte per le acque meteoriche e per quelle domestiche. ()
Larea destinata a verde pubblico misura circa 7.300 m2 ed localizzata nel settore sud est dove sorger
anche la scuola. ()
Lungo il perimetro dellarea si trovano ingressi pedonali che, attraverso altrettanti stradelli, conducono
alle varie piazzole attrezzate. nella parte centrale dellarea si troveranno su di una piastra quadrata di
900 m2 gli attrezzi per giochi vari.217

Fig. 110 - Scornio Ovest, AUTCPT.

La spesa complessiva prevista ammonta a 260.532.125 lire. il progetto viene approvato allunanimit dal Consiglio Comunale.218 nel corso della discussione si manifesta la soddisfazione generale per liniziativa e lemergere della convinzione, espressa dal consigliere
agostino Bardelli e ripresa dal consigliere nesti che le aree debbano essere espropriate, ur

Comune di Pistoia, deliberazione del Consiglio Comunale n. 463 dell11 ottobre 1965.
Zona scornio ovest, urbanizzazione primaria delle aree destinate alla edilizia economica e popolare. relazione del
progettista ing. Carlo Giovannelli. 21 luglio 1969. asCPPt, C 119.
218 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 352 del 24 novembre 1969.
216
217

120

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

banizzate e messe a disposizione oltre che degli enti preposti alla costruzione di edilizia residenziale pubblica anche dei singoli privati cittadini per sottrarli allelevato costo delle aree
imposto dagli speculatori. il consigliere dapruzzo rileva invece la difficolt a dare il terreno
a piccoli gruppi di cittadini stante la tipologia di grossi edifici prevista nel piano di zona.
Lassessore Galligani conclude rilevando che i costi di esproprio e di urbanizzazione sono
molto elevati e rendono difficile la realizzazione di numerosi interventi e si impegna a rivedere le tipologie degli edifici pi alti.
La gara di appalto per la realizzazione dellurbanizzazione della zona viene vinta dallimpresa romiti con un aumento del 54 per cento.
Ma i lavori saranno rinviati per diversi anni e nellaprile 1974 si apportano alcune varianti
al progetto.219
Linizio dei lavori avviene solo il 25 maggio 1975 senza che sia redatta una nuova perizia
in base al nuovo progetto. Landamento dei lavori si rileva da una lunga relazione riassuntiva redatta dallarch. aliperta nel gennaio del 1977:
i lavori si rilevavano subito complessi a causa della differenza tra il progetto originario e quello da eseguire; inoltre anche lo stesso progetto redatto a suo tempo dalling. Giovannelli non era corrispondente
alla realt in quanto i piani quotati non risultavano esatti e per conseguenza anche gli elaborati esecutivi.
tutto ci ha comportato la realizzazione in corso di opera di un progetto del quale non
esistevano gli esecutivi con comprensibili difficolt sia per limpresa che per la direzione
dei lavori.
C da sottolineare che alle difficolt sopra citate si aggiunto anche il disagio creato
dal primo blocco gi in costruzione da parte delliaCP che non era alla distanza dovuta
dai fabbricati prospicienti, ma era stato impostato alla quota del terreno senza tenere
conto minimamente della viabilit prevista dal piano che ha portato ad un abbassamento
di tutti i piani stradali.
i lavori sono proceduti fino all8 agosto 1975, giorno in, cui sono stati sospesi perch
alcuni proprietari hanno impedito laccesso ai, terreni da, urbanizzare. tale diniego di
accesso era dettato dal fatto che sui fondi oggetto di esproprio esistevano colture vivaistiche non verbalizzate al momento dellaccesso e per le quali i coltivatori esigevano un
risarcimento a parte in quanto il prodotto, di prossimo raccolto, era gi stato venduto.
da parte dellamministrazione fu deciso di soprassedere ai lavori ed aspettare i primi
di ottobre, mese in. cui tali colture sarebbero stante rimosse.
i lavori furono ripresi in data, 13 ottobre e al momento di iniziare le fognature nere nel
suo tratto terminale, ci si rese conto, e tale giudizio fu poi confermato dai tecnici della
ditta che ci avrebbe fornito limpianto di depurazione, che prima, di impostare le quote
della fognatura era necessario lacquisto e la posa in opera del depuratore suddetto.
C da sottolineare che la direzione Lavori fece presente pi volte, alla divisione acquedotti che tale impianto depurante avrebbe, svolto il suo compito solo fino al momento
dellentrata in, funzione della, fognatura lungo la via dalmazia. Per un cos breve periodo,
considerato tempi realizzativi dellintervento e che un solo fabbricato era abitato da 12
famiglie si sarebbe potuto scaricare le fognature sullattuale fogna promiscua della via dalmazia ed
evitare la spesa per un impianto non recuperabile.
La divisione acquedotti ritenne pi opportuna la depurazione e fu deciso lacquisto di un impianto
atto allo scopo.
tali lavori,che non erano previsti nel contratto stipulato con la impresa romiti, resero necessaria una
perizia con conseguente approvazione da parte del C. C.
Limpianto di che trattasi fu acquistato dalla ditta itaLnorBe di sesto fiorentino e fu messo in
opera durante il periodo dal 22 ottobre 75 al 5 luglio del 1976.
tali lavori furono eseguiti, in condizioni pressoch disastrose. durante lo sbancamento della sede
dellimpianto una vena dacqua, alimentata dalle piogge incessanti riempiva lo scavo in tempo brevissimo cos che si rese necessaria da parte dellimpresa il suo prosciugamento continuo (talvolta anche

Fig. 111 - Scornio Ovest. Piano parcellare,


AUTCPT.

219

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 342 del 29 aprile 1974.

il Villaggio Scornio Ovest

121

di notte). in queste condizioni limpianto depurante fu definitivamente terminato nel febbraio del
1976, dopodich furono iniziati gli scavi per un drenaggio rovescio di filtraggio delle acque di rifiuto,
espressamente richiesto dalla divisione fognature. nel contempo limpresa, poneva in opera tutta la
rete di distribuzione del gas.
durante questo periodo di sospensione erano iniziati i lavori per la costruzione dei rimanenti fabbricati
dello iaCP. Lapertura di tali cantieri fece sprofondare la zona in un impensabile caos. Continui passaggi di automezzi pesanti, nonostante che limpresa e questa direzione avessero ammonito i capi
cantieri a procedere con cautela, danneggiarono le opere gi eseguite e pi precisamente si verificarono, come si rileva da una nota inviata dallo iaCP in data 30.12.1975, spostamenti e rottura di lapidi
dei tombini, rottura di tubazioni delle acque bianche e acquedotti, avvallamento della massicciata stradale gi. completata, rimozione di tutti i picchetti di allineamento ecc.
alla ripresa dei lavori in data 5 luglio 1976 e per tutti i giorni seguenti fino alla loro nuova sospensione
in data 4 agosto furono effettuati lavori di allacciamento dellacquedotto in quanto le ultime imprese
appaltatrici dei fabbricati iaCP abbisognavano dellacqua per i cantieri.
una nuova ripresa fu fatta in data 4 ottobre 1976 in quanto era stato deciso il completamento delle
opere entro breve tempo. alle opere previste in contratto per, per terminare completamente lurbanizzazione, mancavano: posa in opera dellimpianto siP e della rete di adduzione elettrica.
nel novembre 1976 scadevano i. termini contrattuali per iimpresa romiti. il titolare richiedeva e
otteneva una proroga di giorni 60 per il completamento dei lavori. i lavori sono proseguiti per alcuni
giorni con la formazione di massicciate per lasfaltatura definitiva, ma, le abbondanti piogge e il ripetuto passaggio di camion delle ditte appaltatrici dei lavori dello iaCP complicavano le cose e limpresa
romiti soprassedeva al lavoro. nel gennaio 1977 scadevano anche i 60 giorni di proroga chiesti senza
che la ditta avesse potuto riprendere proficuamente i lavori.220

dopo la concessione di nuove proroghe i lavori sono effettivamente terminati nei mesi
successivi.

Le assegnazioni delle aree Le aree della zona di scornio ovest sono assegnate ai seguenti soggetti attuatori:
- Ges.Ca.L. 415 m2 per la costruzione di 16 alloggi per ciechi in via Braille, n. civici 1-3,
nel 1969.
- iaCP 712 m2 per la costruzione di 16 alloggi per coniugi anziani, nel 1972. Gli alloggi
non saranno realizzati e lassegnazione verr revocata.
- iaCP 925 m2 per la costruzione di 2 fabbricati con 28 alloggi in via Monterosa n. civici
15-21, nel 1972.
- iaCP 890 m2 per la costruzione di 3 fabbricati con 28 alloggi in via Monterosa 7-13, nel
1972.
- iaCP 640 m2 per la costruzione di 24 alloggi in via Monterosa n. civici 1-5, nel 1972.
- istituto nazionale Ciechi per la costruzione di un fabbricato di 12 alloggi in via Pordoi,
nel 1973.
- iaCP 5.180 m2 per la costruzione di 54 alloggi in via Monterosa n. 2 e via Pordoi n. 620, nel 1975.
- iaCP 410 m2 per la costruzione di 12 alloggi per ciechi in via Pordoi n. 1-3, nel 1976.
- impresa edilindustria La Porta 1665 m2 per la costruzione di 12 alloggi, nel 1976.
- Cooperativa Primavera 520 m2 per la costruzione di 6 alloggi, nel 1981. (fig. 98).

gli interventi IaCP

La Ges.Ca.L. e listituto nazionale Ciechi nominano liaCP come stazione appaltante che
pertanto realizza tutti gli edifici di scornio ovest meno i due assegnati rispettivamente allimpresa La Porta e alla Cooperativa Primavera.
Ledificio ges.Ca.L. in via Braille
il primo edificio di 16 alloggi ad essere realizzato quello ubicato allestremit nord della

220

Lavori di urbanizzazione scornio ovest. relazione dellarch. Giuliano aliperta. 28 gennaio 1977. asCPPt, C 119.

122

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Fig. 112 e 113 - Scornio Ovest.


Assegnazioni e cronologia degli interventi.

zona su unarea di 415 m2. Il finanziamento di 150 milioni di lire per la sua costruzione assegnato a Pistoia, sui fondi e con le procedure Ges.Ca.L., il 21 maggio 1969 (fig. 112).
Il progetto viene affidato allarch. Enzo Ciardetti di Firenze che disegna un edificio rettangolare di 4 piani pi portico articolato su due vani scala che distribuiscono 4 alloggi
per piano per un totale di 16 alloggi; la dimensione degli alloggi varia in tipologie tra gli 83
e i 95 m2. Al piano porticato sono situati 16 piccoli ambienti di servizio, la centrale termica,
lingresso alle scale e 16 posti auto al coperto. Il progetto comporta una spesa di
129.366.752 lire. Il Consiglio di Amministrazione dellIACP nella sua seduta del settembre
1972 delibera di approvare il progetto e di autorizzare il Presidente a procedere allappalto
delle opere edilizie e di attrezzatura dellarea mediante licitazione privata.221
La gara per laggiudicazione dei lavori si svolge il 30 novembre 1972 ed vinta dallimpresa
Fausto Corvi con un ribasso dello 0,01 per cento. I lavori di costruzione delledificio iniziano
il 10 ottobre 1973 e sono ultimati il 16 aprile 1976 (fig. 114).222

Fig. 114 - Scornio Ovest. Edificio Gescal.

Gli edifici in via Monterosa


Nel novembre del 1972 la Regione Toscana approva il primo programma di interventi finanziati con la legge 865 del 1971.223
Il programma assegna a Pistoia i finanziamenti per la realizzazione di due edifici di 28 al

Deliberazione del consiglio di Amministrazione n. 9 del 10 settembre 1972. A 986.


ASCPPT, B 703, C 91 e C 92.
223 Deliberazione del Consiglio regionale Toscano n. 247 del 24 novembre 1972, Localizzazione finanziamenti di cui allart.
68 della legge 865/1971.
221
222

il Villaggio Scornio Ovest

123

loggi e di uno di 24 per complessivi 80 alloggi e il


presidente delliaCP comunica al Consiglio che la
localizzazione degli interventi risulta da
() una serie di contatti tenuti dallistituto con lamministrazione Comunale di Pistoia. durante questi incontri fu eseguita
una approfondita disamina delle ragioni di opportunit per attuare gli interventi nella zona scornio ovest. () in effetti tale
scelta rappresenta la volont di compimento e saturazione del
piano di zona di scornio gi attuato nelle sue previsioni per la
parte est. si deve altres notare che lamministrazione Comunale ha gi redatto i progetti esecutivi
per le opere di urbanizzazione primaria. Le opere di urbanizzazione secondaria sono inquadrate anchesse in un piano programmatico che prevede la realizzazione di edifici scolastici, di relazione sociale
e di pubblici servizi.224

Fig. 115 - Scornio Ovest. Iacp intervento


legge 865.

Pi precisamente lintervento interessa gli edifici ad ovest del piano di zona di scornio
ovest distribuiti sulla via Monterosa su unarea di 2455 m2 (fig. 112).
il primo progetto delling. Biagini riguarda la costruzione di tre edifici contigui immediatamente collegati con ledificio Ges.Ca.L. in costruzione, per 34 alloggi e comporta una spesa
di 367.453.100 lire. il 23 novembre 1973, preso atto che la gara dappalto andata deserta
a causa dei prezzi eccessivamente bassi (101.720 lire/m2 inferiore ai prezzi regionali di
110.000 lire/m2), liaCP decide225 di approvare un nuovo progetto dal quale stato tolto
un edificio con la conseguente riduzione degli alloggi da 34 a 28 con 152 vani convenzionali.
il nuovo progetto prevede due fabbricati: uno di due piani pi portico comprendente alloggi
da 7 vani convenzionali distribuiti da un gruppo di scale; laltro di quattro piani (fig. 112) e
comporta una spesa di 355 milioni di lire.226 La gara di appalto si svolge nellottobre dello
stesso anno ed vinta dalla ditta Cooperativa Muratori e sterratori di Montecatini con un
aumento del 17,50 per cento. i lavori iniziano il 24 febbraio 1975 e dopo due sospensioni
per complessivi 224 giorni sono terminati il 7 aprile 1977.
il terzo progetto, redatto dalling. Biagini, interessa lultimo edificio a sud del complesso,
sulla via Monterosa (fig. 112). il progetto prevede un edificio di 4 piani pi portico, comprende 24 alloggi, comporta una spesa di 270.596.700 lire ed approvato il 19 ottobre 1973.
La gara di appalto si svolge l11 maggio 1974 ed vinta dalla ditta Biagini orazio con laumento del 56,50 per cento. i lavori iniziano il 13 settembre 1974 e sono terminati il 20
marzo 1978 (fig. 115).227
gli edifici in via Pordoi
nel maggio 1975 entra in vigore la legge 166228 con la quale, nellambito del piano triennale
per ledilizia residenziale pubblica, autorizzata lassegnazione anticipata agli istituti autonomi per le Case Popolari di 1.062 miliardi di lire ai fini della realizzazione di edilizia
sovvenzionata ai sensi della legge 865.
nel giugno 1975 la regione toscana approva il relativo programma di localizzazione degli
interventi di edilizia sovvenzionata che comprende lo stanziamento di 1.250.000.000 di
lire da utilizzare per la costruzione di 54 alloggi nel Comune di Pistoia.229
LiaCP chiede al Comune lindicazione dellarea destinata alla realizzazione degli alloggi
e nel luglio 1975 la Giunta Municipale delibera che:

relazione del Presidente delliaCP spartaco Beragnoli. 12 luglio 1973. asCPPt, C 5.


deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 136 del 23 novembre 1973. asCPPt, a 987.
226 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 79 del 30 maggio 1974. asCPPt, a 988.
227 asCPPt, C 5, C 8, C 9.
228 Legge 27 maggio 1975 n. 166, Norme per interventi straordinari di emergenza per lattivit edilizia.
229 deliberazione del Consiglio regionale toscano n. 391 del 14 giugno 1975.
224
225

124

Fig. 116 - Scornio Ovest. Iacp intervento


legge 161.

Fig. 117 - Scornio Ovest. Istituto Ciechi e


Cooperativa Primavera.

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


visto che, in base alle istruzioni emanate dalla regione, opportuno che le realizzazioni avvengano nella stessa zona ove
sono in corso altre attuazioni di programmi di edilizia sovvenzionata allo scopo di contenere i costi di urbanizzazione; considerato che una situazione del tipo descritto si verifica nel
PeeP di scornio ovest e che le opere di urbanizzazione sono
in fase di esecuzione per cui con lintervento in argomento la
residua potenzialit edificatoria verr utilizzata quasi per intero,
rimanendo esclusi soltanto due fabbricati rispettivamente di 6 e 12 quartieri230

e indica unarea di 5180 m2 nella zona di scornio ovest (fig. 112), precisando che la concessione delle aree in diritto di superficie sar formalizzata non appena il Comune avr la
disponibilit del terreno attualmente di propriet dei sigg. rafanelli elio, Monfardini alberta,
e rafanelli nicla e Liliana. il progetto redatto dalling. Biagini prevede 3 fabbricati contigui
in linea di quattro piani pi portico, con due vani scala e 16 alloggi ciascuno per un totale
di 54 alloggi (fig. 98). il progetto approvato nel settembre del 1975.231 La gara dappalto
si svolge il 19 settembre 1975 ed vinta dallimpresa spa Pa-Bar di roma con il ribasso
del 15, 25 per cento. i lavori iniziano il 18 dicembre del 1975 e dopo due sospensioni e due
proroghe per complessivi 438 giorni sono ultimati il 30 giugno 1978 (fig. 116).232
Case per ciechi in via Pordoi
nel novembre 1963 con la legge n. 1460 si autorizza il Ministero dei lavori pubblici a concedere contributi per 9 miliardi nel triennio 1963-66 per assicurare lattuazione di un programma straordinario di costruzioni nel settore delledilizia economica e popolare.233
il 1 agosto 1965 allistituto nazionale Case Popolari per Ciechi viene concesso, su tale
legge, un contributo in conto interesse di 6.775.000 lire per la costruzione di alloggi nella
provincia di Pistoia. il finanziamento viene localizzato a scornio ovest su unarea assegnata
dal Comune di 480 m2 (fig. 112). Lunione italiana Ciechi incarica ling. Mario Bechi di
Pistoia per la redazione del progetto di un fabbricato di 12 alloggi. il progetto prevede la
costruzione di un fabbricato di 3 piani pi portico con 4 alloggi per piano distribuiti da
due vani scala. sei alloggi sono di 5 vani per circa 80 m2 di superficie e gli altri 6 sono di 6
vani e di 96 m2 di superficie. il progetto, che comporta una spesa di 169.375.000 lire viene
approvato dalliaCP (stazione appaltante) nel novembre del 1974.234
La gara dappalto, indetta per il 18 dicembre 1974 vinta dalla ditta fausto Corvi di firenze
con laumento del 54,11 per cento. i lavori iniziano solo due anni dopo, il 10 novembre
1976, e, dopo una sospensione di 210 giorni, sono ultimati il 10 luglio del 1978 (fig. 117).235
tutti gli edifici costruiti dalliaCP nella zona di scornio ovest sorgono su aree indicate
dal Comune e assegnate provvisoriamente con regolari delibere consiliari che rimandano
a successivo atto lapprovazione dello schema di convenzione.
Le convenzioni ufficiali che stabiliscono la concessione del diritto di superficie alliaCP
sono definite soltanto il 17 giugno 1966 quando si approva lo schema di convenzione e si
ricorda che () per una serie di fattori legati alla definizione dei frazionamenti catastali
delle aree per la lungaggine degli espropri gli interventi risultano ancora privi di convenzione tra le parti.236
La convenzione definitiva viene stipulata il 31 ottobre 1997.

deliberazione della Giunta Municipale del Comune di Pistoia n. 2194 del 29 luglio 1975.
deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 222 del 5 settembre 1975. asCPPt, a 989.
232 asCPPt, C 14, C 120.
233 Legge 4 novembre 1963 n. 1460. Disposizioni per lincremento delledilizia economica e popolare.
234 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 220 del 22 novembre 1974. asCPPt a 988.
235 asCPPt, B 406.
236 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n 181 del 17 giugno 1996.
230
231

il Villaggio Scornio Ovest

125

Fig. 118 - Scornio Ovest. Veduta aerea.

riePiLoGo deGLi interVenti aL ViLLaGGio sCornio est


Interventi
numero perizia

Tipologia
ed. pi. al.

finanziamento

Progettista

approvazione
data

GesCaL
iaCP 865. 1
iaCP 865. 2
iaCP 865. 3
iaCP 161
CieCHi

1 4 16
1 2-4 28
1 2-4 28
1 4 24
3 4

1 3 12

GesCaL
865
865
865
161
1460

Ciardetti
Giannini
Giannini
Giannini
Biagini
Bechi

set. 72
nov. 73
mag. 74
ott. 73
set. 75
nov. 74

gli interventi privati

Fig. 119 - Scornio ovest. Impresa La Porta.

Impresa

Corvi
Corvi
Coop Muratori
Biagini
Pa-Bar
Corvi

Inizio lavori

fine lavori

ott. 73
set. 74
feb. 75
set. 74
dic. 75
nov. 76

apr. 76
apr. 77
apr. 77
mar. 78
giu. 78
lug. 78

Ditta edilindustria La Porta


il 23 giugno 1975 la ditta edilindustria La Porta fa domanda alla regione toscana per lottenimento di un finanziamento di 673.200.000 di lire, ai sensi della Legge 492/1975, per
lattuazione di un programma edilizio da realizzare nel Comune di Pistoia.
il finanziamento viene concesso con nulla-osta emanato lo stesso anno e consente la realizzazione di un fabbricato di civile abitazione di 12 alloggi e di 4800 m3. Lintervento viene
localizzato237 nella zona di scornio utilizzando larea di 1755 m2, su cui si trova lultima
parte delledificio in via Pordoi, e non ancora assegnata (fig. 112).
Lassegnazione in diritto di superficie viene concessa allimpresa assieme a unaltra area in
localit san Biagio, stabilendo, per questultima zona, un corrispettivo di 31.296.000 lire.
La convenzione viene stipulata il 7 marzo 1977 (fig. 119).
Cooperativa Casa Primavera
Larea per la costruzione dellultimo edificio della zona viene concessa dal Comune238 alla
Cooperativa Casa Primavera che ne ha fatto domanda il 27 settembre 1979 dopo aver ottenuto un finanziamento dalla legge 457/1978.
Larea concessa in diritto di superficie misura 520 m2 e consente la realizzazione di un fabbricato di 6 alloggi. il corrispettivo stabilito per tale cessione di 30.218.706 lire comprensivo
del costo di espropriazione e urbanizzazione primaria. La convenzione viene stipulata il 24
febbraio 1981 (fig. 112). La cooperativa elabora il progetto e ottiene la concessione edilizia il
2 aprile 1981. i lavori iniziano il 6 aprile 1981 e sono ultimati lanno successivo (fig. 117). agli
inizi degli anni ottanta la zona PeeP di scornio ovest pu considerarsi conclusa (fig. 118).

237
238

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n 99 e n 100 del 26 gennaio 1976.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n 465 del 22 aprile 1980 e n 1279 del 22 dicembre 1980.

126

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

san BIagIo
Il PeeP nella zona
di san Biagio

Fig. 120 - La zona di San Biagio nel 1963.

Fig. 121 - San Biagio. Piano


particolareggiato del 1963, AUTCPT.

nel 1963 le aree a sud della via san Biagio, oltre il viale adua, si trovano allestrema periferia
dellespansione urbana, ancora in aperta campagna (fig. 92) e costituiscono unampia zona
che, assieme a quella di Castel de Guidi, la pi vicina al centro urbano e la meglio inserita
nel tessuto edilizio.
il piano particolareggiato del PeeP di san Biagio del 1963 (fig. 121) occupa una superficie
totale di 192.344 m2 di cui 32.782 m2 per strade e piazze, 53.590 m2 per giardini e attrezzature collettive. il volume totale di abitazioni costruibili di 354.855 m3 con 4.174 di vani
utili. Lindice territoriale di 2,01 m3/m2 e la densit territoriale di 260 ab/ha.
nel dicembre 1971 il Comune approva il programma pluriennale di attuazione nel quale
inserita anche la zona di san Biagio. in questa occasione si precisano meglio, previa una
analisi dei fabbisogni, le attrezzature necessarie nella zona che risultano essere: un asilo
per 88 bambini, una scuola materna per 155 bambini, una scuola elementare per 293
alunni, una scuola media per 160 alunni e attrezzature a carattere comunitario (mercato,
centro sociale, e attrezzature culturali e sanitarie) per un costo totale di 574.212.500 lire.
Per lurbanizzazione primaria (strade, servizi a rete, giardini e attrezzature a verde) si prevede la spesa di 224.000.000 di lire.
Per lacquisizione delle aree prevista una spesa 577.000.000 di lire per
un costo totale 1.375.212.500 di lire.
La zona di san Biagio appare fra quelle rimaste nel piano quella meglio
ubicata e pi opportunamente utilizzabile per la localizzazione dei nuovi
finanziamenti poich le zone di scornio est e ovest sono pressoch saturate, le zone di san felice e Bottegone sono pi distanti dalla citt, la zona
di Bonelle stata stralciata dal piano e le zone di ponte alla Pergola e Castel
de Guidi sono in fase di eliminazione con gli studi del nuovo PrG.
inoltre la zona di san Biagio gi stata utilizzata nel 1968 per la costruzione di un edificio su iniziativa dellistituto per lo sviluppo delledilizia
sociale (ises).
allinizio del 1974 sono in fase di definizione gli elaborati del nuovo PrG
che propongono un diverso assetto generale dello sviluppo urbano (fig.
124) e che quindi presuppongono una totale rielaborazione del PeeP
del 1963.
in particolare si richiede una riorganizzazione organica delle zone di sviluppo a ovest della citt per poterle convenientemente collegare fra loro,
e con la grande viabilit
Pertanto quando nel 1974 si avviano le procedure per lattuazione della
zona di san Biagio, si anticipa una prima variante del piano particolareggiato di questa zona
(fig. 122) che sar seguita negli anni successivi da altre.
La variante cos motivata:
La zona ad ovest della citt gravante su tutto il viale adua risulta ormai estremamente congestionata
e carente di aree da adibire al soddisfacimento degli standards residenziali. inoltre la viabilit primaria
di scorrimento, il viale adua, presenta caratteristiche ormai insufficienti. i nuovi criteri dimensionali
proposti dal nuovo PrG hanno quindi messo in luce che un insediamento di edilizia economica e
popolare col dimensionamento previsto nella zona di san Biagio non farebbe che accrescere le carenze
ormai gi notevoli e sottrarrebbe grosse aree che potrebbero andare a soddisfare gli standards mancanti agli insediamenti gi realizzati. Lintervento della 167 dovrebbe essere variato e ridotto in due
tempi: prima una nuova disposizione dei fabbricati senza modificare i volumi e le caratteristiche generali del piano e successivamente con provvedimento legato alla revisione complessiva del PeeP
del Comune, il piano di san Biagio verrebbe ridotto da 4174 vani a 1560 escludendo tutta la superficie

San Biagio

127
ad est del nuovo i viale di collegamento parallelo al viale adua (via salvo dacquisto).
La carenza di viabilit generale ha reso necessario affiancare al Viale adua una nuova
strada che ricalca in linea di massima la strada che, nel piano approvato nel 1963, lo attraversa parallelamente alla via Borgognoni senza collegarsi alla via di san Biagio e che
serviva da penetrazione e disimpegno dellinsediamento stesso. il potenziamento di
questo asse e il suo proseguimento oltre la Via di san Biagio permette il collegamento
alla grande viabilit comporta laggiustamento del tracciato ed una revisione della disposizione dei fabbricati con una compressione degli stessi verso ovest riducendo cos
i distacchi fra i vari corpi di fabbrica.
apparsa quindi la necessit di aumentare tali distacchi, sia per evitare introspezioni,
sia per creare pi ampi spazi a verde allinterno del quartiere e quindi una migliore organizzazione degli spazi pubblici.239

Fig. 122 - San Biagio. Variante al Piano


particolareggiato del 1974, AUTCPT.

inoltre il piano originario prevede una distribuzione dei fabbricati estremamente accentrata e con corpi di fabbrica massicci e di lunghezza assai
rilevante, che risulta pressoch inattuabile se non con un intervento interamente realizzato da parte di un unico soggetto.
di qui una terza modifica che consiste nel frazionare i fabbricati pi lunghi in modo da migliorare la controllabilit degli interventi e rendere possibile la realizzazione del piano per comparti successivi.
si varia inoltre la posizione e landamento di alcuni corpi di fabbrica la
cui realizzazione avrebbe comportato la demolizione di alcuni fabbricati esistenti che si
vuole evitare.
Con la variante al piano si smembrano e ridimensionano i fabbricati del corpo centrale (di
forma stellare) in due corpi distinti con maggiore distacchi e con una volumetria che partendo da due piani non supera i quattro piani pi pilotis.
il frazionamento e la diversa disposizione dei lunghi fabbricati aumentando in alcuni corpi di fabbrica la volumetria, creando cos una zona di
maggiore interesse allinterno del complesso. infine si sposta nella parte
bassa piano la posizione della scuola materna, prevista originariamente
nelle adiacenze di via san Biagio.
Ladozione della variante urgente e pertanto si inseriscono solo alcune
modifiche alla disposizione degli edifici (senza eliminare completamente
la tipologia a stella) e si rinuncia alla modifica del perimetro e delle dimensioni del piano che comporterebbe una procedura pi lunga con lapprovazione regionale.240
il mantenimento della tipologia a stella di alcuni edifici comporter unaltra variazione. nel luglio del 1975 la Giunta
accertato che le realizzazioni di edilizia abitativa effettuate in questi anni hanno escluso
il tipo di edificio a stella sia per il costo superiore sia per la scarsa flessibilit di assemblaggio di unit abitative di superficie diversa. ritenuto che con lentrata in vigore della
nuova legge 166 le caratteristiche negative della tipologia a stella vengono ad accentuarsi
() delibera di variare le planivolumetrie dellattuale PeeP di san Biagio, precisando che tale variazione
non incide sul perimetro, sugli indici di fabbricabilit, le dotazione di spazi pubblici ma riguarda esclusivamente le tipologie edilizie ed i conseguenti aggiustamenti della viabilit.241

Fig. 123 - San Biagio. Variante al Piano


particolareggiato del 1976, AUTCPT.

nel gennaio 1976 si approva una terza variante alla zona di san Biagio con lindividuazione
di nuove tipologie edilizie e nuove volumetrie (fig. 123).

Modifica della planivolunetria della zona di san Biagio. relazione tecnica del 12 febbraio 1974. autCPt, san Biagio.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 453 del 10 giugno 1974.
241
Comune di Pistoia. deliberazione della Giunta Municipale n. 2005 dell11 luglio 1975.
239

240

128

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

La variante cos motivata:


Lentrata in vigore della legge 166/1975 e i conseguenti complessi meccanismi per la concessione del diritto di superficie e
di propriet alle varie cooperative e imprese ammesse a contributo e le rinunce da parte di alcune di esse alledificazione hanno
fatto s che le planimetria predisposte non avessero possibilit
reali di adattarsi rendendo vani i finanziamenti concessi ai nuovi
soggetti. La variante in oggetto interessa la sola posizione centrale al piano di zona e si riferisce alla diversa disposizione e aggregazione di alcuni fabbricati e i necessari aggiustamenti dei
parcheggi e delle viabilit ad essi connesse.242

Fig. 124 - San Biagio, Prg del 1974,


AUTCPT.

Lintervento Ises

Fig. 125 - Via Erbosa Ises. 1963.

Fig. 126 - Via Erbosa, Ises.

Fig. 127- San Biagio, Ises.

Questa lultima variazione importante del piano,


successivamente saranno variate solo di poco la disposizione degli edifici per adeguarla alle esigenze
delle assegnazioni e delle progettazioni esecutive.
il piano sar realizzato solo nella parte centrale, le due fasce laterali a sud e a est saranno
di fatto cancellate dalle previsioni del PrG del 1974 (fig. 124) e dal nuovo PeeP del 1977.
Lises, (gi unrra Casas, uno dei tanti organismi preposti alla costruzione di edilizia popolare che saranno riunificati con la riforma del 1971) ha gi costruito agli inizi degli anni sessanta 5 casette per 20 alloggi pro alluvionati a Pistoia in via erbosa (fig. 125, 126).243
nel luglio 1966 il Provveditorato regionale oo. PP. della toscana, assegna allises244 un
finanziamento agevolato di 150 milioni, accollandosi il 4 per cento annuo corrispondente
a 6 milioni per 35 anni per la costruzione in Pistoia di un edificio di 24 alloggi.
Con questo finanziamento lises attua il primo intervento nella zona di san Biagio al di
fuori delle procedure previste dalla legge 167, in quanto listituto procede direttamente
allesproprio e allurbanizzazione dellarea interessata.
Larea prescelta per lintervento, che si trova lungo la via di san Biagio (fig. 129) e ha una
superficie di 2.882 m2, viene acquistata per accordo bonario dai proprietari sigg. stretti
Vezio ed esposti italia al valore stimato di 3.509 lire al m2 per un totale di 10.112.938 lire.
il progetto delledificio viene redatto dallarch. Gizzi e approvato dal Provveditorato il 20
dicembre 1965 e prevede la costruzione di un edificio di 4 piani pi cantine con 24 alloggi
distribuiti da tre vani scala, gli alloggi sono di 5 vani di 74 m2 e di sei vani di 90 m2, per una
spesa di 150 milioni di lire.
il progetto pu essere attuato anticipatamente rispetto alla realizzazione del PeeP perch
il lotto si trova sulla via di san Biagio e non ha bisogno delle strade del piano particolareggiato: la licenza, ottenuta il 3 ottobre 1964 poi prorogata al 14 marzo 1967, consente che laccesso
alledificio sia realizzato provvisoriamente dalla via di
san Biagio in attesa della realizzazione della strada interna alla zona di 167, ma tale modifica non sar mai
attuata e laccesso delledificio non sar modificato.
il 12 maggio 1966 si svolge la gara di appalto vinta
dallimpresa Consorzio Cooperative Produzione e
Lavoro di Modena con il ribasso del 7,10 per cento.

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 89 del 26 gennaio 1976.


asCPPt, C 189, C 199.
244 decreto del Provveditorato regionale oo. PP. della toscana del 20 luglio 1966, in attuazione della legge n. 1460 del
4 novembre 1963. Per assicurare lattuazione di un programma straordinario di costruzioni nel settore delledilizia economica e popolare
decreto.
242
243

San Biagio

129

il 25 ottobre 1966 si apre il cantiere ed iniziano i lavori che dovrebbero essere terminati
entro 440 giorni. Vengono concesse sospensioni e proroghe per un totale di 185 giorni
che portano il termine dei lavori al 13 luglio 1968 (fig. 127).245

Lacquisizione
delle aree e il progetto
di urbanizzazione

Lattuazione del piano di zona di san Biagio inizia con la compilazione del piano parcellare
(fig. 128) nellaprile 1974 e con lautorizzazione del Comune ad introdursi nei terreni interessati allesproprio per la compilazione degli stati di consistenza.246
nel febbraio 1976, si procede alloccupazione durgenza dei terreni per la realizzazione
delle opere di urbanizzazione. Le occupazione saranno ostacolate da alcuni proprietari che
protrarranno di alcuni mesi linizio dei lavori. nel giugno del 1977 il Comune:
Premesso che questa amministrazione Comunale vuole portare a conclusione lattuazione del piano
di zona di san Biagio con lesecuzione delle opere di urbanizzazione necessarie a garantire il completo funzionamento dellinsediamento. Che per lesecuzione del piano
si rende necessario procedere alla stipula dei contratti di acquisto delle aree che risultano complessivamente di 63.39 m2.247

delibera di autorizzare il sindaco alla stipula dei contratti con i dieci


proprietari. La spesa di esproprio di 182.973.320 lire e viene finanziata
con gli oneri di urbanizzazione secondaria accantonati. i contratti di
compra vendita verranno stipulati progressivamente negli anni successivi. nel luglio 1977 il Consiglio Comunale:

Fig. 128 - San Biagio, piano parcellare,


AUTCPT.

Le assegnazioni
delle aree

Considerato che sulle aree di san Biagio gi iniziata la costruzione di numerose abitazioni si ravvisa la necessit di procedere alla costruzione delle opere di urbanizzazione. Visto il progetto predisposto nel giugno 1977 dalling. innocenti che prevede
la costruzione della rete stradale a servizio del complesso residenziale nonch del
complesso scolastico che previsto immediatamente a sud, oltre alla strada principale
che unir la via di san Biagio con la via dello spartitoio.248

delibera quindi allunanimit di approvare il progetto che oltre alla viabilit, comprende la
realizzazione della rete fognaria delle acque bianche e nere, lilluminazione pubblica e la
rete telefonica il tutto per un importo complessivo di 490.000.000 di lire.
Le aree del PeeP di san Biagio sono assegnate ai soggetti beneficiari dei finanziamenti
ottenuti sulla legge 166 prima provvisoriamente con la semplice indicazione nellottobre
1975, e poi con lassegnazione definitiva nel gennaio 1976.
i soggetti assegnatari dellarea sono i seguenti, per complessivi 296 alloggi (fig. 129):
assegnatari

iaCP
Coop. 2000
Coop. domus aurea
Coop. Galeno
Coop. dipendenti ff.ss
Coop. Casa Primavera
impresa La Porta edil industria

alloggi

88
8
8
18
8
6
18

assegnatari

Coop. Bellavista
Coop. Casa nostra
abit Coop
Coop. La Concordia
Coop La Quiete
impresa Biagini

asCPPt, C 190, C 194.


regione toscana. decreto del Presidente n. 372 del 26 aprile 1974.
247 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio comunale n. 507 del 20 giugno 1977.
248 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio comunale n. 571 dell11 luglio 1977.
245
246

alloggi

10
8
80
12
10
22

130

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Fig. 129 - San Biagio. soggetti assegnatari


delle aree.

Lintervento IaCP

nellottobre 1975 la legge 492


autorizza lassegnazione, anche in deroga alle vigenti disposizioni, agli istituti autonomi per le case
popolari o loro consorzi, in aggiunta allimporto di cui alla legge 166, dellulteriore somma di lire
371.700.000.000 ai fini della realizzazione di programmi di intervento di edilizia sovvenzionata, di
ammontare unitario non inferiore a lire 2 miliardi, anche per blocchi, specie per le aree metropolitane
in cui si rilevino pi intensamente fenomeni di immigrazione o di concentrazione demografica.249

il Consiglio regionale della toscana approva il programma di localizzazione degli interventi nel quale incluso il finanziamento di 2 miliardi per la costruzione di alloggi nel comune di Pistoia.250
Lufficio tecnico delliaCP predispone il programma che prevede la costruzione di 88
alloggi. il costo di acquisto dellarea accollato al Comune di Pistoia che per, a causa
delle gravi difficolt di bilancio costretto a chiederne allistituto il rimborso pur mantenendo limpegno a realizzare gratuitamente le opere di urbanizzazione primaria.

Legge 16 ottobre 1975 n 492. Conversione in legge,con modificazioni,del decreto-legge 13 agosto 1975 n.376 concernente provvedimenti per il rilancio della economia riguardanti le esportazioni,ledilizia e le opere pubbliche.
250 regione toscana. deliberazione del Consiglio regionale n 513 del 25 novembre 1975.
249

San Biagio

131

Fig. 130 - San Biagio. Veduta aerea.

riePiLoGo deGLi interVenti a san BiaGio


Interventi

Tipologia
ed. pi. al.

finanziamento

Progettista

approvazione
data

ises
iaCP 1 lotto
iaCP 2 lotto
iaCP 3 lotto

1 4 24
1 4 36
5 3-4 48
1 2 4

L. 1460/63
L. 492/75
L. 492/75
L. 492/75

Gizzi
Biagini
Biagini
Biagini

dic. 65
dic. 75
dic. 75
mar. 78

Impresa

Coop Modena
Paolieri
Gambin
Gambin

Inizio lavori

fine lavori

ott. 66
mar. 76
mar. 76
gen. 79

lug. 68
feb. 78
mar. 78
gen. 80

Pertanto liaCP approva il programma stralciando un edificio di 2 piani e 4 alloggi dal


programma che si riduce a 84 alloggi. Lintervento viene localizzato, in accordo con il Comune, nella zona di san Biagio in due complessi di edifici: un primo lotto di 36 alloggi e
un secondo lotto di 48 alloggi (fig. 129).
il primo lotto, di 36 alloggi, si trova ad ovest della zona e
si compone di un fabbricato articolato in 5 sezioni (o gruppi scale) fra loro separate da giunti di dilatazione. La prima sezione comprende 4 alloggi (2 da 5 vani e 2 da 6 vani) su due piani abitabili su
piulotis. Le altre 4 sezioni, composte di 4 piani abitabili su pilotis, comprendono 8 alloggi ciascuna di
5 o 6 vani. Larea edificatoria ha un andamento sostanzialmente piano ed uniforme ben esposta e
particolarmente adatta alla edificazione a scopo residenziale. () ogni alloggio dispone di una cantina
ripostiglio ubicata al piano pilotis che comprende anche gli impianti e le strutture di risalita e, per il
rimanente completamente destinato a porticato.251

Fig. 131 - Edifici Iacp 1 lotto ovest.

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 280 del 15 dicembre 1975. relazione dellufficio tecnico.
asCPPt, a 989.

251

Fig. 132 - Edifici Iacp 2 lotto est.

132

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

il secondo lotto, di 48 alloggi, si trova ad est della zona ed


composto da cinque fabbricati articolati a cortile comprendenti 8 sezioni (vani scala) fra loro variamente orientati e separati da giunti di dilatazione. le sezioni sono a 4 piani abitabili su pilotis, ciascuna
con 8 alloggi da 6 vani; 4 sezioni sono a tre piani abitabili su pilotis, ciascuna con 6 alloggi di 5 o 6 vani;
1 sezione a due piani abitabili su pilotis con 4 alloggi di 5 o 6 vani.252

Lultimo edificio a due piani con 4 alloggi viene in un primo tempo escluso destinando il
suo finanziamento allacquisto dellarea. il progetto dei due lotti comporta una spesa di
782 milioni di lire per il primo lotto e di 1.218 milioni per il secondo lotto.
La gara di appalto si svolge il 30 dicembre 1975 ed vinta per lintervento del primo lotto
dallimpresa Paolieri di Prato con il ribasso del 17,01 per cento, e per lintervento del secondo lotto dalla ditta Gambin di Montemurlo con il ribasso del 14,72 per cento.
i lavori sono consegnati ad entrambe le imprese il 1 marzo 1976 e sono terminati rispettivamente il 9 febbraio (fig. 131) e il 23 marzo del 1978 (fig. 132).
recuperati i fondi dedicati allacquisto dellarea si decide di costruire anche il fabbricato
con i quattro alloggi a suo tempo stralciato e viene compilato un nuovo progetto delling
Biagini approvato il 1 marzo 1978 per un importo di 81.100.000 di lire. La gara di appalto
vinta dalla ditta Gambin nel giugno del 1978.
i lavori consegnati il 15 gennaio del 1979 sono terminati il 23 gennaio 1980.253

252
253

deliberazione del consiglio di amministrazione n. 281 del 15 dicembre 1975. relazione dellufficio tecnico. Ibidem.
asCPPt, a 390.

Verso il nuovo Piano di Edilizia Economica e Popolare per le zone di pianura

133

Verso IL nuoVo PIano DI eDILIzIa eConoMICa


e PoPoLare Per Le zone DI PIanura
Il Piano regolatore
generale del 1974

L11 novembre 1974 il Consiglio Comunale adotta finalmente il nuovo PrG, progettato
direttamente dallufficio comunale del Piano diretto dallarch. sandro stilli. formalmente
la modifica delle varianti al PrG vigente avviate nel 1964, ma di fatto un nuovo piano
con un impianto radicalmente diverso dal precedente e che modifica le aree destinate allespansione residenziale valorizzando lo sviluppo dei centri periferici e indirizzando lo
sviluppo del centro capoluogo decisamente verso est, parallelamente alla zona industriale
di santagostino.
il dimensionato complessivo delle zone residenziali del nuovo PrG commisurato alleffettivo fabbisogno decennale 1974-83. si cercato, seguendo gli orientamenti della regione
toscana, di evitare il sovradimensionamento che caratterizza la generalit dei Piani regolatori (il PrG di Pistoia del 1957 consentiva linsediamento di oltre 200.000 abitanti).
Le nuove zone di espansioni previste dal PrG, con leccezione di quella principale ad est
della citt, presentano dimensioni relativamente modeste, comprese fra i 200 e i 1500 vani
che consentono di realizzare un riequilibrio e unintegrazione con il tessuto disomogeneo
esistente, utilizzando le attrezzature di quartiere come cerniera fra labitato esistente e
quello di nuova previsione.
Questo criterio risultato particolarmente utile per la riqualificazione dei centri minori di
pianura, caratterizzati da una struttura edilizia dispersa, casualmente disposta lungo la vecchia viabilit e carente di attrezzature.
La zona di espansione est delimitata a nord dalla provinciale Montalese e a sud dalla viabilit principale prevista dal PrG come asse portante dei nuovi insediamenti, destinata
ad assorbire, mediante interventi di iniziativa pubblica e privata, la quota fondamentale
del nuovo sviluppo urbano. dimensionata per la costruzione di 8.000 vani residenziali
essa dovr accogliere, oltre alle attrezzature di stretta pertinenza residenziale, attivit a carattere direzionale, commerciale e di servizio, e dovr riorganizzare e integrare gli abitati
esistenti e la sottostante zona industriale.
in particolare il Piano prevede una vasta area destinata a insediamenti direzionali che
avrebbe dato soluzione unitaria e funzionale ai molteplici problemi delle pubbliche amministrazioni evitando la disseminazione sul territorio che poi si verificata.
trattandosi di unespansione di dimensioni rilevanti, in grado di sostenere unarticolata
gamma di attrezzature e di attivit, e non di una semplice appendice della citt esistente,
s cercato di garantire alla espansione quella ricchezza e complessit di interrelazioni che,
sia pure in un diverso contesto, caratterizzano la vita del centro storico.
unattenta progettazione in sede di Piano particolareggiato ed il carattere prevalentemente
pubblico dellintervento dovrebbero essere in grado di garantire in prospettiva il concretizzarsi di queste intenzioni. il nuovo asse pedecollinare verso Montale, sul quale la zona
si appoggia, materializza una chiara direttrice di sviluppo al bordo del sistema collinare,
che potr trovare una ulteriore conferma nelle scelte urbanistiche degli anni a venire.
La densit edilizia consentita nelle zone di espansione previste dal PrG nel 1957 consentiva
d insediare oltre 200 abitanti per ettaro mentre le nuove densit previste oscillano tra i 110
e i 130 abitanti per ettaro, con una dotazione di aree per servizi (verde, parcheggi, attrezzature scolastiche e di quartiere) pari a 30 m2/ab che, pur comportando un maggior costo
per abitante, consentono di articolare nuovi insediamenti secondo tipologie edilizie non
necessariamente intensive e un pi favorevole rapporto fra spazi pubblici e spazi per abitazioni, creando cosi le condizioni per un notevole salto qualitativo dei nuovi insediamenti.

134

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Lobiettivo del PrG di andare ad una progressiva riduzione della rendita fondiaria urbana
e in conseguenza delle disfunzioni che essa genera nello sviluppo della citt o dei pesanti
costi sociali che ne derivano, viene realizzato con una massiccia quota di aree da urbanizzare per iniziativa pubblica, che consente una riduzione dei costi una migliore qualit delle
attrezzature e favorisce lintervento delliaCP, delle cooperative di abitazione e anche degli
imprenditori privati disposti a convenzionarsi. delle zone comprese nel vecchio PeeP
del 1963 il nuovo PrG conferma, inserendole nelle aree di espansione residenziale, quelle
di scornio ovest e san Biagio nel centro urbano, e quelle di san felice, Bonelle e Bottegone
nei centri periferici ed esclude le zone di Castel de Guidi e di Ponte alla Pergola.

Lo stato di attuazione
del PeeP

nel 1975 si insedia la nuova Giunta comunale che, proseguendo lattuazione delle zone di
scornio e san Biagio propone lapprovazione della convenzione tipo da stipulare con i
concessionari delle aree espropriate nella seduta del Consiglio Comunale del 1 settembre.
in questa occasione lassessore renzo Bardelli propone unampia relazione che riassume
lo stato di attuazione del PeeP e dei finanziamenti in corso di concessione, e afferma:

il piano PeeP adottato nel 1963 prevede lurbanizzazione di 90 ettari di terreno sui quali potranno
essere costruiti circa 18.000 vani distribuiti in sette localit.
a seguito delle note traversie legislative, dellalto costo dei terreni,solo parzialmente mitigato dai dispositivo della Legge 167, e soprattutto per lendemica carenza di finanziamenti il PeeP rimane inattuato per lunghi anni, se si eccettua lintervento di scornio est, attuato dallo iaCP.
il piano esprime una volont attuativa, ma non riesce a trovare, a causa dellinadempienza dello stato,
unadeguata copertura finanziaria che ne garantisca la reale operativit e viene realizzato per la sola
zona di scornio ovest, senza poter far fronte alle richieste avanzate dalla cooperazione edilizia e propriet divisa e indivisa.
nel dicembre 1972 il Consiglio Comunale, utilizzando lart.26 della Legge 865, vincola una serie di
aree di espansione residenziale (viale adua, via desideri, fornaci, Candeglia, Piteccio o santomato)
per complessivi 791.000 m2, al fine di utilizzarle per la realizzazione di servizi pubblici per le zone
che risultano carenti sotto questo profilo. (viale adua, via desideri) o per la costituzione di nuovi insediamenti residenziali di iniziativa pubblica (es. fornaci)
occorre tener presente che i 25.000 vani previsti dal PrG per la zona, urbana e di pianura per il decennio 1974/83 rappresentano con buona approssimazione leffettivo fabbisogno, che dovr essere
soddisfatto attraverso programmi pluriennali di intervento che dovranno garantire mediamente lurbanizzazione delle aree necessarie per 2.500/3.000 vani annui. tenuto conto delle richieste arretrate
e non ancora soddisfatte sembra necessario urbanizzare nel primo triennio aree per circa 10.000 vani
per un costo presumibile di circa 6 miliardi(comprensivo di costo di, acquisizione delle aree; urbanizzazione primaria e secondaria).
sinteticamente al fine di garantire unefficace gestione del PrG, per la parte relativa alledilizia residenziale risulta necessario attuare i seguenti punti:
rapida definizione dei programmi di intervento pubblico (individuazione delle aree di espansione
da urbanizzare attraverso lintervento del Comune (art. 26 e Legge 167) e revisione dei piani relativi
in modo da consentire anche ai privati di procedere alla urbanizzazione delle residue aree di espansione (lottizzazione private).
Messa a punto dei piani di intervento pubblico a breve termine, con carattere operativo, corredati
da una seria analisi finanziaria che assicuri la copertura dei costi.
Potenziamento e ristrutturazione degli uffici preposti alla pianificazione e alla progettazione dei
relativi piani particolareggiati.
Coordinamento delle iniziative con gli operatori pubblici e privati delledilizia, al fine di prevedere,
gi in sede di progettazione, tipologie e tipi di intervento effettivamente utilizzabili dagli, acquirenti
e concessionari delle aree urbanizzate
Contemporanea realizzazione dei programmi di investimento per il recupero del patrimonio edilizio esistente (centro storico, case coloniche, ecc.)anche al fine di evitare che la domanda di nuovi
alloggi risulti incrementata dallabbandono degli alloggi obsolescenti

dopo questa premessa generale lassessore riferisce i motivi della convenzione-tipo oggetto
della delibera:

Verso il nuovo Piano di Edilizia Economica e Popolare per le zone di pianura

135

i provvedimenti deliberativi alla nostra attenzione sono attuativi delle prescrizioni della Legge
27.51975 n. l66 recante norme per interventi straordinari di emergenza per la attivit edilizia. La
legge 166, uno stralcio del disegno di legge concernente il piano triennale per ledilizia residenziale
pubblica, da tempo in attesa di approvazione del Parlamento. La 166 assegna 1.062 miliardi per ledilizia sovvenzionata per il 1975, 35 miliardi di contributi per ledilizia convenzionata e 25 miliardi di
contributi per ledilizia agevolata, contributi in grado di mettere in movimento circa 800 miliardi per
il 1975 e 1976.
Per quel che riguarda i fondi agli iaCP, per il territorio della provincia Pistoia sono stati assegnati
complessivamente i seguenti contributi:
alliaCP di Pistoia per ciascuno dei Comuni di Lamporecchio, Massa e Cozzile, agliana e san Marcello, lire 500 milioni, per il Comune di Pistola lire 1.250 milioni per nuovi alloggi, e lire 500 milioni
per il risanamento del patrimonio edilizio degli iaCP.
Per permettere linvestimento dei 1.250 milioni delliaCP, il Comune ha concentrato gli interventi
nellarea di scornio ovest con evidenti risparmi nelle opere di urbanizzazione e che, soprattutto, permettono di completare lattuazione di quel piano.
nella zona di scornio possono essere insediati 769 abitanti in 192 alloggi per complessivi 959 Vani.
tutta la zona riservata alliaCP e alle case per i ciechi come da nostra indicazione concordata con
liaCP stesso.
i lavori di urbanizzazione sono stati appaltati alla ditta romiti stefano per un importo di lire
154.579.040, e tali lavori sono in corso di esecuzione,
Le cooperative edilizie e le imprese di costruzione che aspiravano alla concessione di contributi dovevano presentare alla regione nel cui territorio ricada il progetto di intervento, ad un istituto di
credito ed al Comune interessato apposita domanda corredata del programma di massima da realizzare
nonch dallindicazione dellammontare complessivo dellintervento determinato secondo le modalit
vigenti per i mutui agevolati.
ii quadro delle domande presentate nel nostro Comune il seguente:
aspiranti al contributo

n.

finanziamento in lire

alloggi n.

imprese
Cooperative divise
Cooperative indivise

6
12
5

4.186.140.000
7.981.888.811
7.905.647.000

244
466
462

totale

23

20.073.675.811

1.172

i contributi sono stati assegnati alle cooperative:


Bellavista (divisa) lire 300.000.000 per 10 alloggi;
Bottegone (indivisa) lire 300.000.000;
aBit-CooP (indivisa) lire 400.000.000;
alle imprese:
Mackenzie lire 493.000.000;
sbatelli e schiavone lire 493.000.000;
Co.Ge.Ca. lire 875.000.000.
tra queste, la Cogeca rinuncia al finanziamento.
Per la localizzazione di tutti questi insediamenti il Comune ha seguito il criterio di concentrarli nella
zona di san Biagio (ad eccezione della Coop Bottegone) adottando allo scopo apposito atto deliberativo di indicazione dellarea.
si poi proceduto alla variazione della planivolumetria dellattuale piano di san Biagio, adottando
una tipologia edilizia pi semplice, pi economica, immediatamente adattabile al tipo di intervento
previsto
ii PeeP di san Biagio, che viene ad essere interessato dagli insediamenti della Coop. Bellavista, della
cooperativa aBit-CooP, dellimpresa Mackenzie e dellimpresa sabatelli e schiavone, ha la potenzialit insediativa di 307 alloggi per 1.274 abitanti e 1.533 vani di cui 608 destinati alla propriet, 343
alliaCP e 582 da assegnare in diritto di superficie.254

254

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 506 del 1 settembre 1975.

136

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le integrazione del PeeP nel 1976 la situazione del PeeP si presenta grave, tanto da far temere per i futuri finan-

ziamenti: la zona di scornio est risulta completamente attuata, tanto che non stata computata nel fabbisogno del PrG, la zona di scornio ovest in fase di completamento, nella
zona di san Biagio sono gi assegnate le aree e stanno per aprirsi i cantieri e nella zona di
san felice sono in corso di acquisizione le aree assegnate alliaCP.
Pertanto del vecchio PeeP rimane solo la zona di Bottegone, attuata in piccola parte, che
appare largamente insufficiente a soddisfare i programmi di finanziamento imminenti e
che comunque deve essere interamente rivista per adeguarla alle nuove previsioni del PrG.
nel 1976 Bardelli viene eletto sindaco e il nuovo assessore allurbanistica, Giuliano Beneforti, affronta di nuovo la situazione del PeeP in una relazione al Consiglio del 25 ottobre
1976, in occasione della approvazione della zona PeeP di Bottegone.
Con questa relazione si propone unimpostazione generale tendente ad usare la 167 in
tutta la sua potenzialit di strumento per la urbanizzazione dei centri minori, anche senza
finanziamenti pubblici dello stato, realizzando le attrezzature e i servizi che ne definiscano
un grado di autonomia rispetto al centro capoluogo.
Le nuove impostazioni legislative consentono di cedere le aree della 167 non solo a soggetti
che usufruiscono di sovvenzioni o agevolazioni pubbliche, ma anche a soggetti che possono e vogliono costruirsi la prima casa con finanziamenti propri purch possiedano i requisiti richiesti dalla legge tendenti ad evitare ogni forma di speculazione.
La 167 pu diventare il principale strumento di urbanizzazione riducendo gli ambiti di
speculazione edilizia, calmierando il mercato delle aree e delle costruzioni e consentendo
cos laccesso alla propriet della casa a ceti sociali che altrimenti non avrebbero potuto
permettersela.
Lassessore afferma:
Le condizioni in cui ci troviamo per quanto riguarda la disponibilit di aree di edilizia economica e popolare sono abbastanza difficili. nella zona di Capostrada sono disponibili aree per la costruzione di 12
alloggi gi contrattati dallassociazione dei Ciechi. nella zona di san Biagio rimasta larea per la costruzione di soli quattro appartamenti. infine nella zona di san felice sono ancora costruibili 30 alloggi.
Quindi abbiamo a disposizione aree per la costruzione di complessivi 34 alloggi. una cifra veramente
irrisoria se confrontata con le esigenze complessive di fronte ai presumibili finanziamenti in fase di
preparazione.
nel predisporre i nuovi piani della 167 nel quadro del nuovo PrG intendiamo proporre alcune scelte
di priorit che inducano un allentamento della pressione sul centro urbano capoluogo, attivando le
aree in quei centri periferici che vengono strutturandosi come centri importanza in qualche misura
alternativi al centro urbano principale.
in particolare si propone la seguente priorit di progettazione e adozione: le zone di Bottegone in discussione oggi, di Pontelungo e di spazzavento che sono in fase di avanzata elaborazione. Poi si
ritiene di affrontare il problema delle zone di 167 da prevedere nel PrG delle zone collinari e montane.
La zona est, di espansione urbana della citt di Pistoia sar presa in considerazione in fondo a questo
ordine di priorit.
un altro punto assai importante riguarda lintenzione di questa amministrazione di avviare una utilizzazione delle aree della 167 che vada al di la del motivo principale per cui la legge fu fatta e del
modo come usualmente queste aree sono utilizzate. infatti si sempre parlato di edilizia economica
e popolare come edilizia pubblica, che cio avesse una qualche sovvenzione o agevolazione pubblica
e destinata ai ceti popolari di reddito inferiore.
noi crediamo che, dopo le modifiche introdotte dalla 865, la 167 possa diventare uno strumento per
la gestione urbanistica del territorio. uno strumento che consente alla pubblica amministrazione di
superare concretamente il ruolo di controllo dellattivit dei privati per divenire un organismo di intervento diretto per lacquisizione e lallestimento delle aree fabbricabili () e lassegnazione a prezzi
di calmieramento del mercato delle aree utilizzabili da tutti gli utenti che abbiano le caratteristiche
consentite, delle quali le tre pi importanti sono il reddito non superiore a sei milioni, non avere altre
abitazioni in propriet, essere lavoratore dipendente.

Verso il nuovo Piano di Edilizia Economica e Popolare per le zone di pianura

137

si avvia un meccanismo finanziario che consente di allestire le aree residenziali senza una lira di denaro
pubblico attraverso le anticipazioni dei privati in sede di assegnazione provvisoria e di pagamento in
sede di assegnazione definitiva esattamente la stessa procedura che sta funzionando perfettamente
per le aree industriali di santagostino.255

nel dibattito intervengono il consigliere Buiani, che inizia la sua dichiarazione con una
domanda:
Come pu diventare la legge 167 uno strumento per ledilizia non assistita da contributi pubblici?
Lattuazione della 167 legata ai contributi statali diretti ad utenti con certe prerogative. se non si
chiarisce questo punto si rischia di fare grandi progetti che poi restano inutilizzati. Perch vero che
sulla carta i terreni sono stati assegnati quasi tutti ma anche vero che molte cooperative non hanno
iniziato le costruzioni proprio per le difficolt di reperimento dei fondi.()
Mi sembra che lassessore si sia dimenticato che esiste anche larticolo 26 che pi adatto per pianificare le costruzioni sul territorio con investimenti esclusivamente privati.()
anche la gente delle campagne ha bisogno delle case popolari, forse pi degli altri, specialmente nel
vivaismo. Pensare che un agricoltore, un salariato dellagricoltura accetti di buon grado di andare ad
abitare in un agglomerato urbano non mi sembra realistico, cos i servizi giusto che siano il pi possibile centralizzati e comodi per questo lo si pu ottenere con una densit inferiore, basta fare collegamenti abbastanza rapidi.256

e il consigliere Lombardi che si dichiara di massima daccordo con limpostazione data


dallassessore, e rileva che:
Ci auguriamo che questi alloggi che si andranno a costruire potranno essere accessibili ad una certa
fascia di reddito ma temiamo che questa fascia sia molto limitata perch se si vanno a fare i conti il
costo non scender a meno di 120.000 lire al mese

Lassessore risponde introducendo nuove riflessioni di carattere generale:


sono certo che esiste una fascia di reddito che pu permettersi di costruire senza contributi se ha la
disponibilit di unarea a prezzi bassi.
Questo allarga la fascia di utenti potenziali ma certo non la soluzione del complessivo problema
della casa; n questo n lapplicazione dellarticolo 26.
La soluzione pu venire solo da un massiccio intervento pubblico nelledilizia residenziale e dalla riduzione del costo di costruzione degli edifici attraverso una politica di industrializzazione del settore.
() Per quanto riguarda larticolo 26 siamo intenzionati a proseguire la sua utilizzazione, ma ci sono
dei limiti. un limite che larticolo 26 si pu applicare solo ai PrG approvati. il Piano delle fornaci
fermo in attesa di approvazione del PrG da parte della regione. altro limite che si pu intervenire
con larticolo 26 solo per sul 20 per cento delle aree di espansione privata cio su una piccola parte
del fabbisogno complessivo.
il terzo limite che terreni sono venduti allasta partendo dal costo base di esproprio e di urbanizzazione. Quindi si raggiungono costi che soddisfano solo fasce di reddito pi elevate.257

sullultima questione sollevata dal consigliere Buiani lassessore esprime la volont di superare il carattere oppressivo delle periferie urbane congestionata e povere di aree a verde,
attrezzature e servizi, ma esprime contrariet ad una diluizione della residenza sul territorio
con alti costo di urbanizzazione e scarsa socialit di rapporti.
Pertanto, stante la grave carenza di aree PeeP, vengono rapidamente progettati nuovi
piani: Quello di Bottegone viene adottato il 25 ottobre 1976, Bonelle il 29 novembre 1976,
Pontelungo il 3 gennaio 1977 e infine fornaci e sperone sono adottati il 23 giugno 1977.
Con questi atti il PeeP raggiunge la dimensione insediativa di 5.500 vani che coprono il
20 per cento delle previsioni residenziali del PrG.

Comune di Pistoia. deliberazione del consiglio Comunale n. 998 del 25 ottobre 1976.
Ibidem.
257 Ibidem.
255

256

138

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i provvedimenti sono inviati alla regione per lapprovazione, ma la procedura sospesa


per lentrata in vigore della legge 28 gennaio 1977 n. 10, che impone di destinare alledilizia
economica e popolare un minimo quantitativo del 40 per cento delle previsioni totali di
espansione residenziale del PrG non raggiunto dalla somma dei piani approvati.
La regione ha ritenuto di non poter procedere allapprovazione rimandando lesame definitivo al momento in cui il Comune abbia provveduto ad adeguare il piano con le nuove
zone necessarie a raggiungere la percentuale minima prescritta e osserva anche che le densit troppo basse degli insediamenti in alcune zone avrebbe causato dei costi eccessivi.
Pertanto lamministrazione decide di revocare le delibere precedenti e di progettare un
nuovo piano decennale di PeeP, adeguandosi alle quantit minime richieste e modificando
i volumi di alcune zone secondo le osservazioni della regione.

Il nuovo PeeP del 1977


Fig. 133 - Il Peep del 1977.

di fatto il 19 settembre 1977 il Consiglio Comunale revoca le precedenti deliberazioni e


adotta un nuovo piano PeeP (fig. 133) contenente undici zone: Bottegone, Bonelle, Pontelungo, fornaci e sperone gi oggetto di precedenti delibere, e santomato, Chiazzano,
Zona di espansione est, san felice, Valdibrana, Gello, di nuova progettazione.

Verso il nuovo Piano di Edilizia Economica e Popolare per le zone di pianura

139

Con questo nuovo piano si impegna il 49 per cento delle previsioni residenziali del PrG
percentuale che soddisfa abbondantemente il minimo richiesto dalla legge.
il calcolo del fabbisogno decennale per dimensionare il nuovo piano stato fatto assumendo il parametro di: 1,25 vani per ciascun abitante (1 vano convenzionale uguale a
28,33 m2). il fabbisogno complessivo per il decennio 1977-87 viene calcolato sommando
quattro fattori: lincremento della popolazione, leliminazione del sovraffollamento nelle
abitazioni, il trasferimento in atto dalle case sparse ai centri abitati e la sostituzione degli
alloggi fatiscenti e irrecuperabili.
Lincremento della popolazione calcolato estrapolando lincremento del venticinquennio
1951-1976 che stato di 676,3 abitanti per ogni anno, che nel decennio corrisponde a
6763 abitanti, pari a 8.454 vani.
Per il sovraffollamento stato assunto il parametro ottimale di un alloggio per famiglia.
nel 1976 leccedenza di famiglie stata di 3.443. ipotizzando che solo il 75 per cento di
dette coabitazione debba essere sanato (il restante 25 per cento da considerare fisiologico
perch formate da un singolo componente) si hanno 2.852 coabitazioni che necessitano di
9.392 nuovi vani. Per il trasferimento dalle case sparse ai centri si calcolano 4.984 vani e per
la sostituzione di abitazioni fatiscenti, stimate in circa 1.312, ne sono necessari altri 4.755.
in totale il fabbisogno sul quale viene dimensionato il PeeP decennale di 27.585 vani
che corrisponde al 20,26 per cento dei vani esistenti al 1976.
Le 11 zone sono prescelte con i due criteri che concretizzano le scelte fondamentali del
Piano regolatore del 1974: il potenziamento e la riqualificazione dei centri periferici e lo
sviluppo ad est del centro urbano. infatti nove zone PeeP sono localizzate in centri periferici della pianura e della bassa collina le altre due sono lespansione est e le fornaci che
conferma una scelta di riqualificazione degli insediamenti attorno alla via antonelli, fatta
con le procedure dellarticolo 26. C da notare inoltre che questo piano decennale viene
fatto sulla parte di pianura del PrG gi adottato perch laltra parte, collinare e montana,
ancora in fase di formazione (fig. 121).

Ladozione

nella sua relazione al Consiglio Comunale lassessore riassume le vicende che hanno portato alla decisione di progettare e adottare il nuovo Piano reinserendo le sei zone gi progettate e aggiungendone altre cinque per completare il dimensionamento.
riferisce sulle consultazioni effettuate con le circoscrizioni ricordando che alcune hanno
approvato il piano, altre hanno rinviato la discussione, quasi tutte hanno espresso perplessit sulla eccessiva altezza degli edifici, in particolare la circoscrizione 2 interessata allampia
zona di Pistoia est lunica che per il suo carattere pi propriamente urbano non ha tipologie
di case basse a schiera.
La giunta ritiene di non accogliere tali richieste perch la maggiore densit richiesta dalla
regione, abbassa i costi degli investimenti e consente una pi ricca disponibilit di spazi
pubblici a verde. si accolgono invece le richieste di inserire nella zona est una scuola media,
una chiesa e maggiori attrezzature sportive negli spazi a verde. Per le circoscrizioni che
non hanno terminato lesame lassessore propone di discutere i pareri che saranno inoltrati
insieme alle osservazioni dei privati in modo da consentire una valutazione globale in sede
di definizione delle scelte.
infine lassessore dichiara:
concludendo vorrei dare due informazioni al consiglio, la prima che limportanza fondamentale che
lamministrazione assegna al PeeP si accresce enormemente con lentrata in vigore della legge 10
che esalta la funzione pubblica dei Comuni nellallestimento e nella rivendita di aree a tutti i cittadini
singoli, associati in cooperative. associazioni, enti, imprese che hanno necessit e volont di costruire
una casa per diretto uso abitativo.

140

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


Bonelle
superficie fondiaria
superficie urbanizzazioni
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
indice territoriale
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale

m2
m2
m2
m3
n.
n.
m3/m2
Lire
Lire
Lire
Lire

superficie fondiaria
superficie urbanizzazioni
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
indice territoriale
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale

34.364
5.320
39.684
71.356
840
672
1,43
139.677.970
288.603.000
369.277.500
797.558.470

m2
m2
m2
m3
n.
n.
m3/m2
Lire
Lire
Lire
Lire

m2
33.279
m2
51.921
m2
85.200
m3
140. 713
n.
1.655
n.
1.324
m3/m2
1,74
Lire
275.801.675
Lire
566.020.000
Lire
716.137.000
Lire 1.557.958.675

20.467
11.563
32.030
53.171
626
501
1,66
199.262.750
160.718.000
277.472.500
637.423.250

santomato

sperone

33,655
m
m2
56.455
m2
90.110
m3
129,055
n.
1.518
n.
1.215
m3/m2
1,52
Lire
533.440.637
Lire
370.835.250
Lire
369.737.500
Lire 1.574.013.487

m
10.078
m2
11.800
m2
21.878
m3
30.636
n.
361
n.
289
m3/m2
1,40
Lire
18.015.420
Lire
146.300.000
Lire
164.073.500
Lire
350.588.920

m2
m2
m2
m3
n.
n.
m3/m2
Lire
Lire
Lire
Lire

Chiazzano

espansione est

san felice

m
m2
m2
m3
n.
n.
m3/m2
Lire
Lire
Lire
Lire

m
82.840
m2
202.983
m2
285.823
m3
472.140
n.
5.555
n.
4.444
m3/m2
1,83
Lire 1.287.831.130
Lire 2.317.924.000
Lire 2.468.570.000
Lire 6.074.325.130

m2
24.030
m2
17.530
m2
41.580
m3
49.494
n.
582
n.
466
m3/m2
1,24
Lire
91.249.200
Lire
161.600.000
Lire
258.510.000
Lire
511.359.200

superficie fondiaria
superficie urbanizzazioni
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
indice territoriale
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale

fornaci

Bottegone
2

superficie fondiaria
superficie urbanizzazioni
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
indice territoriale
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale

Pontelungo

12.450
35.030
47.480
37.865
445
356
1,52
220.802.400
121.363.000
197.715.000
539.880.400

Valdibrana

gello

m2
21.408
m2
18.832
m2
40.240
m3
42.792
n.
503
n.
402
m3/m2
1,12
Lire
44.720.000
Lire
208.512.000
Lire
223.087.000
Lire
476.319.000

m2
33.306
m2
44.394
m2
77.700
m3
91.872
n.
1.080
n.
864
m3/m2
1,43
Lire
215.711.400
Lire
297.770.000
Lire
500.250.000
Lire 1.013.731.400 258

258

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio comunale n. 708 del 19 settembre 1977.

9.589
8.121
17.710
29.808
351
281
1,68
128.042.517
178.376.000
156.022.500
462.441.017

Verso il nuovo Piano di Edilizia Economica e Popolare per le zone di pianura

141

Mentre nel passato le lottizzazioni dei privati soddisfacevano la stragrande maggioranza delle necessit
di aree per la costruzione di abitazioni, credo che a partire da questanno non sar pi cos, la maggioranza delle aree dovranno essere messe a disposizione dallamministrazione Comunale (la legge
consente fino ad un massimo del 70 per cento del fabbisogno). Per questo motivo abbiamo affrontato
il problema con una certa preoccupazione che implica adempienze gravose e centrali che riteniamo
di dover assolvere con la massima rapidit.
stiamo lavorando per allestire un piano triennale di attuazione che sar presto sottoposto alla consultazione delle circoscrizioni e della cittadinanza e verr portato quanto prima in commissione consiliare
competente e che costituir il documento fondamentale dellintervento attuativo delle previsioni urbanistiche e di tutti gli investimenti pubblici dellamministrazione.
Laltra informazione riguarda la legge 513 che stanzia 1.078 miliardi come stralcio anticipativo del
piano decennale, alla regione toscana sono toccati 50 miliardi e alla Provincia di Pistoia 2 miliardi e
700 milioni quasi tutti assegnati al Comune di Pistoia. inoltre avremo altri 450 milioni per il risanamento di alcuni edifici del Comune allo scopo di farne case parcheggio per il risanamento del centro
storico, questa cifra ci consentir il risanamento dei 18 alloggi in piazza san Lorenzo. Questo il fatto
pi importante perch consente di iniziare il risanamento del centro storico che rimane il principale
anche se necessariamente difficile, lento e faticoso, impegno di questa amministrazione.259

il consigliere Buiani replica:


il Consiglio Comunale chiamato a discutere in primo luogo come vuole che la citta nasca si evolva
e diventi. occorre dettare criteri generali. si vogliono le case unifamiliari o i palazzi a 10 piani? si vuole
il verde che sia concentrato in grosse estensioni, oppure delle abitazioni che sono allinterno del verde?
() La regione e il Comune quando parlano di una intensificazione degli indici hanno presente uno
sfruttamento del territorio che, sia pure per fini sociali, accettabile, per di marca intensiva anche se
calmierato da previsioni di standards di verde. () afferma di non essere soddisfatto di tale anche
perch il piano proposto torna ad incidere laddove il terreno in prevalenza sfruttato a vivaio.
stata presa la zona est in quanto pi estesa per riempire il vuoto in modo che da sola, con i suoi
5500 vani serva a raggiungere la percentuale del 40 per cento. () la progettazione di unarea come
quella di Pistoia est eseguita in 15 giorni non d una risposta corretta () chiede che sia fatto uno
studio pi approfondito con le circoscrizioni

e riprende infine il tema delle case rurali:


() quante belle case di contadini vicine al piano della 167 verranno abbandonate cadendo in disuso?
La Giunta dovrebbe approfondire anche attraverso un censimento delle case rurali che potrebbero
essere inserite nel piano della 167 in modo che sempre meno siano unoccasione borghese di riadattamento con caratteristiche di lusso ma continuino ad assolvere una funzione di abitazione per gli agricoltori.260

il consigliere Bechi ricorda che con questo piano si attua la scelta del PrG di fare dei centri
periferici dei
Luoghi di incontro nei quali poter vivere con quanto la vita moderna consente di avere quanto a spazio, verde, servizi, ecc. () per quanto riguarda la densit edilizia c stata una indicazione regionale
e comunque essa facilita la fattibilit economica dellintervento pubblico che riduce la possibilit di
speculazione e conseguentemente ledilizia privata. () ed allora una scelta utile dal punto di vista
economico pu diventare discutibile dal punto di vista urbanistico, vi sono valori che non sono sacrificabili come quello di uno sviluppo ordinato della citt.

ricordato che le scelte sono ancora parziali perch manca il Piano delle zone collinari e
montane e che necessario definire con attenzione la priorit di realizzazione delle zone,
conviene con il consigliere Buiani che il progetto della zona est stato affrettato
() a fine luglio lufficio non aveva ancora messo mano al progetto ed oggi ultimato, si deve dare
atto ai progettisti dello sforzo compiuto, ma si tratta di costruire una zona completamente nuova

259
260

Ibidem.
Ibidem.

142

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


della citt e quindi crede che il piano debba essere approvato nellodierna seduta ma debba essere
successivamente riesaminato da solo

il consigliere Barontini non ritiene molto importante il contributo delle circoscrizioni.


Conviene con Buiani su alcune critiche in particolare per la zona est che pu diventare
molto pericolosa.
il consigliere Bucci condivide una serie di preoccupazioni che non possono mancare
quando si compiono scelte cos importanti per lo sviluppo della citt, e ritiene che ci si
debba pronunciare
() se si condivida o meno un tipo di intervento che faccia del Comune linterlocutore essenziale
per lo sviluppo della citt e non soltanto per i singoli interventi edilizi. il Comune deve essere lo strumento per colpire la rendita fondiaria con ladozione dei nuovi strumenti di intervento. () si dichiara
daccordo che il piano della zona est sia da esaminare e discutere con maggiore attenzione per quello
che rappresenta di nuovo. () Per quanto riguarda lelevazione degli indici non si pu pretendere di
liquidarlo in poche battute ne di risolverlo in maniera definitiva, ma non crede che lo sfruttamento
pi intensivo del territorio sia il modo peggiore di usarlo specie quando vi si affiancano ampi spazi e
servizi per uno sviluppo equilibrato.261

Lassessore replica dichiarandosi daccordo con Buiani sulla necessit di una discussione
generale sullo sviluppo della citt e il suo assetto futuro, ma ricorda che certe scelte, in
particolare lo sviluppo est della citt e il potenziamento dei centri limitrofi al capoluogo,
sono gi state compiute nel 1974 in sede di approvazione del piano regolatore.
inoltre:
() lanno scorso nel mese di ottobre quando discutemmo il piano di zona di Bottegone e successivamente col piano di Bonelle portai ampie considerazioni sullo sviluppo urbano e sulla qualit dellorganizzazione spaziale del territorio.
La discussione si svilupp allora forse troppo sommessamente. () devo dire che ho trovato nellintervento di Buiani molte delle impostazioni generali proposte dalla Giunta. sono rimasto un po
sorpreso del tono polemico, sembra che si vogliano creare contrapposizioni pretestuose sulle cose
che invece ci trovano daccordo. ()
sono invece meno daccordo sul modo come si posto il problema che assilla da anni la cultura urbanistica italiana e internazionale:lantinomia fra case alte a case basse. La cultura architettonica moderna una scelta prevalente lha fatta. e questa scelta delle case mediamente alte si imposta
nelloccidente perch prima di tutto il territorio un bene finito, la crescita delle popolazione ha assunto ritmi tali per cui impensabile che si possa insediare la popolazione in agglomerati di case basse
la cui estensione sarebbe impraticabile con costi di urbanizzazione assai elevati. C una contraddizione
fra la scelta delle case basse e la volont asserita di voler salvaguardare il territorio agricolo, il vivaismo,
ecc. inoltre le case alte consentono di praticare una accettabile densit urbana mantenendo ampi spazi
a verde pubblico e per le attrezzature.
infine c unaltra considerazione di ordine sociale il tipo di aggregazione sociale che si determina
nello spazio urbano, il rapporto famiglia societ, la vita nel quartiere etc. Mentre la casetta racchiusa
con il giardino e magari lorto che pure ha molti aspetti positivi determina anche un momento di
chiusura di separatezza. il modello di quartiere, con attrezzature collettive e spazi sociali favorisce la
fruibilit dei servizi e i rapporti di vita comunitaria. Ma non si tratta di contrapporre estremi, in fondo
si propongono edifici di 5, 6 piani e indici fondiari che non superano mai il 2-2,5 m3/m2, gli indici
fondiari degli speculatori degli anni ruggenti arrivavano anche a 8-10 m3/m2. Gli indici territoriali poi
sono fra l1,4 e i1,7 m3/m2 che rappresentano la densit ottimale per aree urbane attrezzate. La stessa
regione invita oggi lamministrazione ad intensificare gli insediamenti superando una prima tendenza
alle basse densit. densit ottimali che consentono una spaziatura degli edifici e degli standards necessari;
abbiamo 30 m2 per ciascun abitante insediato abbiamo ampi spazi a verde, attrezzature e servizi tali da
garantire una qualit, un tipo di vita che credo sia meritevole di essere chiamata a misura duomo.
Certamente il progetto stato compilato celermente ma non credo i che si possa parlare di affrettato

261

Ibidem.

Verso il nuovo Piano di Edilizia Economica e Popolare per le zone di pianura

143

attribuendo a queste parole il senso di trascuratezza e discutibilit dei risultati. a mio parere la progettazione stata sufficientemente accurata ed il risultato accettabile, non il meglio possibile forse e comunque accogliamo le proposte di procedere ad una riflessione ulteriore in sede attuativa per ricercare
tutti i miglioramenti possibili.262

alla fine del dibattito il piano viene approvato con 17 voti a favore (gruppi PCi e Psi) e
7 voti di astensione (gruppi dC e Pri) a seguito della disponibilit della Giunta ad una ulteriore riflessione sullassetto della zona est.

Lapprovazione

il PeeP approvato viene pubblicato per trenta giorni per le osservazioni dei cittadini che
ne avanzano 26, di cui 21 sono relative alla zona est e 5 alle altre zone. il 28 novembre
1977 il Consiglio delibera di accogliere parzialmente alcune osservazioni e di rimandare al
momento delle assegnazioni la richiesta di molte altri di usare direttamente larea come
del resto la legge consente riservando ai proprietari il diritto di prelazione .
La Commissione regionale tecnico amministrativa esamina il piano l8 febbraio 1978,
dopo avere rilevato che:
limpostazione generale accettabile anche se un pi approfondito studio delle tipologie e dellimpianto avrebbe potuto condurre a soluzioni, in alcuni casi, pi coerenti con gli abitati esistenti ai quali
i nuovi insediamenti si aggregano anche da raccomandare che lamministrazione affronti opportunamente il problema del recupero e del riuso delle abitazioni esistenti per ridurre la tendenza
alla occupazione di nuovi terreni da urbanizzare

ed esprime il parere
le varianti al Piano per ledilizia economica e Popolare del Comune di Pistoia possono essere approvate con lo stralcio delle zone di Valdibrana e Gello che sono rinviate ad una fase successiva in cui le
aree PeeP possano trovare un organico inserimento nellassetto pi generale degli abitati quando il
Comune abbia terminato la elaborazione delle previsioni relative alle zone collinari e montane.263

ottenuta lapprovazione del PeeP il Comune avvia rapidamente la sua attuazione con la
Il nuovo programma
pluriennale di attuazione formazione del nuovo programma pluriennale di attuazione per il triennio 78-80, che

deve indicare lestensione delle aree di cui si prevede lutilizzazione, la quota di aree da cedere in propriet, la spesa prevista per la realizzazione delle opere di urbanizzazione e i
mezzi finanziari con i quali si intende fare fronte alla spesa.
il programma, approvato nel marzo 1978, contiene solo le zone della pianura e dovr
quindi essere integrato con le nuove zone che saranno individuate nella variante al PrG
per la parte collinare e montana, in fase di elaborazione.
Le zone inserite nel programma triennale sono 8 di cui 3 per lintera area interessata e 5
per una porzione stralcio.
Gli interventi nelle suddette consentono la realizzazione totale di 3696 vani pari al 44,66 per
cento del fabbisogno globale di edilizia abitativa nel triennio considerato e la spesa totale ammonta a 3.606.842.812 lire di cui 681.692.737 per esproprio delle aree, 1.289.117.000 per lurbanizzazione primaria e 1.636.033.075 per lurbanizzazione secondaria.
i finanziamenti a disposizione dellamministrazione Comunale disponibili ammontano a
259.675.787 lire cos costituiti:
95.305.213 lire, residuo di un mutuo di 342.000.000 con la Cassa dd.PP.;
17.370.574 lire, assegnazioni delle aree alle cooperative in zona PeeP san Biagio:
100.000.000 di lire, contributi regionali in base alla L. r. n. 8 del 17.1.1973;
47.000.000 di lire, oneri di urbanizzazione di cui alla L. 10 del 28.1.1977.

Ibidem.
Commissione regionale tecnico amministrativa. Parere espresso nella seduta del 12 gennaio 1978. autCPt, Piano
PeeP del Comune di Pistoia, 1977.

262
263

144

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

intenzione dellamministrazione Comunale intervenire immediatamente per la realizzazione della zona di Bonelle, e di stralci delle zone di Pontelungo e san felice.
Per la zona di san felice stata predisposta lacquisizione delle aree con stanziamenti gi
accantonati; per le zone di Bonelle e Pontelungo 1 stralcio sar predisposta lacquisizione
delle aree con parte degli stessi finanziamenti sopra citati.

superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale

Bonelle
intera zona

san felice
stralcio

Pontelungo
stralcio

m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire

m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire

m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire

49684
71356
840
672
139.677.970
288.603.000
369.277.500
797.558.470

fornaci
stralcio
superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale

m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire

superficie totale
Volume residenziale
Vani realizzabili
abitanti insediabili
espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
Costo totale

22915
61285
721
577
70.562,500
252.050.000
311.879.365
634.491.865

15985
27318
321
257
39.228.000
72.820.000
142.509.555
254.557.555

Bottegone
stralcio

santomato
intera zona

m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire

m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire

15.360
41.395
487
390
86.904.000
168.050.000
214.798.655
469.752.655

sperone
intera zona

Pontelungo
secondo stralcio

m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire

m2
m3
n.
n.
Lire
Lire
Lire
Lire

18940
29835
351
280
128.042.517
178,376.000
158.022.000
350.588.500

18545
31641
373
300
114.452.750
55.298.000
165,219.410
335.970.160264

264

13485
21526
253
203
84.810.000
104.420.000
12.253.090
301.483.090

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 230 del 30 marzo 1978.

21878
29750
350
280
18.015.000
168.500.000
164.073.500
350.588.500

San Felice

145

san feLICe
Piani particolareggiati

Fig. 134 - San Felice. Peep 1963, AUTCPT.


Fig. 135 e 136 - San Felice. Peep 1977-78,
AUTCPT.

il primo PeeP approvato dal Comune di Pistoia nel 1963 comprendeva una zona G san
felice ubicata a sud del paese di san felice e comprendente due aree: una a ovest fra il
torrente ombrone e la via di san felice e laltra a est dalla parte opposta della strada.
La zona ha una superficie totale di 20.000 m2 di cui 2.400 m2 per strade
e piazze e 7.600 m2 per giardini ed attrezzature. il volume di abitazioni
costruibili di 25.000 m3, con 250 vani utili e 200 abitanti (fig. 134).
nel settembre 1977 il Comune approva il nuovo piano PeeP che comprende ancora la zona di san felice ampliata e riprogettata su una superficie totale di 41.580 m2 con un volume residenziale di 50.000 m3 per 466
abitanti (fig. 135).265
il costo dellesproprio previsto in 91.249.200 di lire. Lurbanizzazione
primaria in 74.100.000 lire, gli allacciamenti alle reti in 87.500.000.
Per lurbanizzazione secondaria sono previsti verde pubblico a parco e
per il gioco libero per 7.494 m2 e un costo di 26.229.000 lire.
nel 1978 lelaborazione dei progetti esecutivi delliaCP, cui stata assegnata larea, evidenzia che le tipologie previste dal piano mal si adattano
ai programmi dellistituto imposti dalla legge 513. si adotta una nuova
variante che di fatto inserisce linsediamento dei tre fabbricati progettati
dalliaCP per la realizzazione di 79 alloggi.
La variante consiste in una diversa disposizione e aggregazione dei fabbricati e nel conseguente assetto della viabilit e dei parcheggi, senza modificare il perimetro della zona n la dotazione di spazi pubblici.266
La variante prevede anche la costruzione di un quarto piccolo edificio a nord della zona,
dalla parte opposta della strada di penetrazione. rimane invariato il disegno dellarea posta
ad est, dalla parte opposta della via di san felice (fig. 136).

nel 1974 il sindaco del Comune di Pistoia autorizzato ad avviare le procedure di esproLacquisizione
prio
del terreno della zona di san felice. i proprietari, signori Vivarelli, si dichiarano die lassegnazione dellarea

sposti alla cessione volontaria del terreno al prezzo di 900 lire al m2 e pertanto nel luglio
del 1978 si stipula, fra il Comune e i Vivarelli il contratto definitivo di acquisto.
Le aree, di 15.145 m2, sono destinate alla realizzazione del programma delliaCP finanziato

265
266

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 708 del 19 settembre 1977.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 283 del 17 aprile 1978.

146

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

con la legge 513. Lonere gravato alliaCP per lacquisizione delle aree di 179.797.061 lire,
risultanti dal costo dellintera area e del 70 per cento del costo delle opere di urbanizzazione.
i terreni sono consegnati alliaCP il 27 luglio 1978, nel dicembre approvato lo schema
di convenzione per la costituzione del diritto di superficie e il contratto di cessione viene
stipulato il 27 marzo 1979.

gli interventi

LIaCP
nellagosto 1977 la legge n. 513267 autorizza il finanziamento degli istituti autonomi per
le case popolari, della somma di 1.078 miliardi e 400 milioni di lire ai fini della realizzazione
di programmi dintervento di edilizia sovvenzionata di ammontare unitario non inferiore
a un miliardo di lire, da realizzare prioritariamente nelle aree metropolitane in cui si rilevino
pi intensamente fenomeni di immigrazione o di concentrazione demografica.
La regione toscana nel programma di localizzazione comprende uno stanziamento di
2.700 milioni alla Provincia di Pistoia di cui 1.700 per la costruzione di alloggi nel Comune
di Pistoia. il programma di intervento approvato dalliaCP il 30 novembre 1977 prevede
la costruzione di 79 alloggi a san felice.
il progetto, redatto dalling. Giannini dellufficio tecnico delliaCP, approvato il 30 marzo
1978, prevede tre edifici da realizzare in due lotti.
il primo lotto comprende un edificio in linea che si sviluppa da est verso nord ovest; ed
suddiviso in tre sezioni: una prima allestremit nord di tre piani con due vani scala e 12
alloggi, una seconda allestremit est a due piani con quattro vani scala e 16 alloggi; una
terza centrale con andamento curvilineo, di tre piani pi portico, con tre vani scala che distribuiscono tre alloggi per piano per 27 alloggi complessivi. il progetto prevede la costruzione di 55 alloggi e comporta una spesa di 765.144.780 lire.
il secondo lotto prevede due edifici: uno centrale con pianta ad H su tre piani pi portico
con due vani scala che distribuiscono tre alloggi per piano per complessivi 18 alloggi; uno
ad est, lungo la strada comunale, di tre piani con un vano scala e 6 alloggi. Complessivamente il secondo lotto prevede la costruzione di 24 alloggi e comporta un costo di
422.842.360 lire. Le tipologie dimensionali dei 79 alloggi progettati sono: 24 alloggi di 45
m2, 7 di 60 m2, 33 di 75 m2 e 15 di 85 m2 (fig. 137).
Le gare dappalto per lassegnazione dei due lotti separati vengono svolte il 15 aprile 1978
e sono entrambe vinte dalla ditta saCis di roma con un ribasso del 21,05 per cento.
i due cantieri sono aperti rispettivamente il 28 e il 31 luglio 1978. La conduzione dei lavori
appare molto laboriosa per diversi problemi dellimpresa. si verificano, infatti, interruzioni
e proroghe che portano un ritardo di complessivi 1430 giorni per il primo lotto e di 1492
per il secondo. La lentezza nella conduzione dei lavori oggetto di ripetute sollecitazioni
e discussioni fra limpresa saCis e liaCP e si perviene a un accordo transattivo che fissa
un termine ultimo per la consegna degli alloggi completamente ultimati e agibili e limpresa
si impegna ad un incremento notevole e immediato di mezzi e uomini.
Ma di fatto i lavori continuano a svolgersi con labituale lentezza, si hanno ulteriori sospensioni nel periodo estivo e anche successivamente finche, il 10 agosto 1983, limpresa viene
riePiLoGo deGLi interVenti a san feLiCe

soggetti attuatori

Tipologia
ed. pi. al.

finanziamento

Progettista

approvazione
data

iaCP 1 lotto
iaCP 2 lotto
Comune

1 2-3 55
2 3 24
1 2 10

L. 513/77
L. 531/77
L. 968/53

Giannini
Giannini
aliperta

mar. 78
mar. 78
dic. 82

Impresa

saCis-CoGeCa
saCis-CoGeCa
edilprogress

Inizio lavori

fine lavori

lug. 78
lug. 78
dic. 84

mar. 86
mar. 86
giu. 86

Legge 8 agosto 1977 n.513. Provvedimenti urgenti per laccelerazione dei programmi in corso, finanziamento di un programma straordinario e canone minimo delledilizia residenziale pubblica.

267

San Felice

147

messa in mora e il contratto dappalto viene rescisso


senza che i lavori siano terminati.
il 2 febbraio 1984 viene espletata una gara esplorativa per laggiudicazione dei lavori di completamento
degli edifici che comportano unulteriore spesa di 37
milioni.
La gara viene aggiudicata alla ditta Co.Ge.Ca. con
un ribasso del 4 per cento ed un tempo di esecuzione
di 150 giorni.
i lavori iniziano il 27 agosto 1984 e dopo la concessione di proroghe per 230 giorni sono effettivamente
terminati il 26 marzo 1986 (fig. 138).
Fig. 137 - San Felice. interventi.

Il Comune
La legge 968 del 1953 sulla ricostruzione di edifici danneggiati dalla guerra prevede che:
qualora non sia possibile la ricostruzione del cespite sullarea di quello distrutto ammessa la concessione del contributo a favore di terzi che abbiano gi ricostruito o ricostruiscano il cespite su altra
area nellambito territoriale dello stesso Comune.268

Questo articolo coinvolge gli istituti raggruppati, proprietari di immobili siti in via fonda
distrutti dai bombardamenti. infatti lente avevano ricevuto il contributo per la ricostruzione dei volumi distrutti e, non potendoli ricostruire tutti in via fonda, predispone, assieme al Comune, un programma per realizzare, con i finanziamenti della legge 968, gli
alloggi distrutti, nella zona PeeP di san felice, nel lotto rimasto libero a nord, oltre la
strada di penetrazione.
tale scelta comporta una variante al piano di zona ove prevista la costruzione di un fabbricato di tre piani con tre alloggi per piano; al posto di esso la variante prevede un fabbricato a schiera per 10 alloggi (fig. 137).269
nel dicembre del 1982 il Comune decide di realizzare direttamente ledificio e pertanto
delibera di
Fig. 138 - San Felice, veduta aerea.

Fig. 139 - San Felice. Fabbricati a


schiera.

acquistare il diritto alla ricostruzione della porzione di fabbricato (3 piano) di Via fonda 2 e gli eventuali indennizzi per danni di guerra. () di corrispondere agli istituti raggruppati di Pistoia un contributo pari all80 per cento del valore attuale delle annualit.270

nella stessa seduta il si approva il progetto dellarch. Giuliano aliperta che prevede la costruzione di 10 alloggi di 90 m2 per un totale di 3.040 m3 con rimessa - cantina di 23 m2,
con una spesa di 800 milioni di lire. Le motivazioni che inducono al cambio di tipologia sono di carattere sismico ed estetico
e una tipologia a schiera consente altres una maggiore flessibilit nelle assegnazioni. nel luglio 1984, prima dello svolgimento
della gara di appalto, il progetto il progetto viene nuovamente
modificato con una previsione di spesa di 995 milioni di lire.
La gara di appalto vinta dallimpresa edilprogress di Prato
con il ribasso del 6,88 per cento.
i lavori iniziano il 10 dicembre 1984 e sono ultimati il 20 giugno
1986 (fig. 139).
Con questo intervento si completa la realizzazione della zona PeeP di san felice, laltra area
del piano posta ad est della strada comunale non sar realizzata.

Legge 27 dicembre 1953 n. 968, Concessioni di indennizzi e contributi per danni di guerra.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 1261 del 20 dicembre 1982.
270 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 1261 bis del 20 dicembre 1982.
268
269

148

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

IL PIano DeCennaLe
nellagosto del 1978 viene varata la legge 457 che d corpo alla riforma del 1971 istituendo
una procedura costante di intervento per la costruzione di nuovi edifici di edilizia pubblica
anche rurale e per il recupero del patrimonio edilizio esistente attraverso una pianificazione
continua a cadenza decennale. si riportano le parti innovative della legge:
a partire dallanno 1978 attuato un piano decennale di edilizia residenziale riguardante: a) gli interventi di edilizia sovvenzionata diretti alla costruzione di abitazioni e al recupero del patrimonio edilizio
degli enti pubblici; b) gli interventi di edilizia convenzionata e agevolata diretti alla costruzione di abitazioni e al recupero del patrimonio edilizio esistente; c) lacquisizione e lurbanizzazione di aree destinate agli insediamenti residenziali... il piano decennale definisce il programma operativo per il primo
quadriennio ed soggetto a revisione ogni quattro anni. sulla base del piano nazionale le regioni formulano propri programmi quadriennali e progetti biennali di intervento.
Presso la della Cassa depositi e prestiti, vengono depositate anche le somme derivanti da: a) gli stanziamenti previsti per il finanziamento del piano per ledilizia di cui alla presente legge; b) i contributi
dei lavoratori e dei datori di lavoro c) tutti i rientri contabilizzati nella gestione speciale; i mutui previsti
sono destinati alla realizzazione di programmi di edilizia residenziale in aree comprese nei piani di
zona di cui alla legge 18 aprile 1962, n. 167 e sono concessi ad enti pubblici che intendano costruire
abitazioni da assegnare in propriet, a cooperative edilizie a propriet individuale, ad imprese di costruzione ed a privati che intendano costruire la propria abitazione, con onere iniziale a carico del
mutuatario del 4,5 per cento, oltre al rimborso del capitale.
al fine di migliorare le condizioni di vita nelle campagne, concesso un concorso nel pagamento degli
interessi sui mutui () per la costruzione, lampliamento o il riattamento di fabbricati rurali ad uso di
abitazione di coltivatori diretti, proprietari o affittuari, mezzadri o coloni e di imprenditori a titolo principale, a condizione che gli stessi vi risiedano da almeno cinque anni, esercitando lattivit agricola.
Per gli interventi di edilizia sovvenzionata, autorizzata per il quadriennio 1978, 1979, 1980 e 1981
lassegnazione agli istituti autonomi per le case popolari e loro consorzi, nonch ai comuni per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, della somma di lire 3.500 miliardi.
detta somma sar iscritta nello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro in ragione di
lire 300 miliardi nellanno 1979, di lire 500 miliardi nellanno 1980 e di lire 700 miliardi nellanno 1981.
Gli istituti autonomi per le case popolari e loro consorzi e i comuni, sono autorizzati ad assumere
impegni fino alla concorrenza dellimporto loro assegnato nel programma regionale di localizzazione
ed a provvedere immediatamente a tutte le operazioni relative allacquisizione delle aree ed allappalto
delle opere da localizzare () Per la concessione di contributi autorizzato in ciascuno degli anni finanziari 1978, 1979, 1980 e 1981, il limite di impegno di lire 70 miliardi.
Per la concessione del concorso nel pagamento degli interessi per ledilizia rurale () autorizzato
per lanno finanziario 1978, un limite di impegno di lire 30 miliardi, () autorizzato per lanno finanziario 1977 il limite di impegno di lire 20 miliardi da destinare, a cura delle regioni, al completamento di iniziative in corso, di ammontare unitario tale da consentire la realizzazione di programmi
funzionali.271

271

Legge 5 agosto 1978 n. 457. Norme per l'edilizia residenziale.

149

Pontelungo

PonTeLungo
Piani particolareggiati

Fig. 140 - La zona di Pontelungo nel 1963.

Fig. 141 - Pontelungo. Prg del 1974.

La zona di Pontelungo non compresa nel PeeP del 1963. il nuovo prg del 1974, che
persegue la riqualificazione dei centri minori espandendoli e dotandoli delle attrezzature e
dei servizi necessari a renderli funzionalmente autonomi, individua nel centro di Pontelungo
unampia area di espansione residenziale a nord della via Lucchese che si presta ad essere inclusa nel piano di edilizia economica e popolare (fig. 141).
dopo la saturazione delle zone di scornio ovest e di san Biagio e la utilizzazione di pi
della met della zona di san felice il Comune, in carenza di aree residenziali pubbliche,
procede rapidamente allapprovazione uno per uno di nuovi piani di zona a Bottegone e
Bonelle, ritenuti prioritari, poi a Pontelungo e a seguire alle fornaci e sperone.
il piano di edilizia economica e popolare per la zona di Pontelungo viene adottato dal
Consiglio Comunale il 3 gennaio 1977 (fig. 142) e comprende una superficie totale di
32.030 m2 per la costruzione di un volume residenziale di 41.760 m3, con la realizzazione
di 18 alloggi unifamiliari e 80 condominiali per un totale di 394 abitanti.
La distribuzione planimetrica prevede edifici in linea e a schiera unifamiliari. nel piano, assieme alle residenze sono previste una vasta area
a verde con attrezzature e un centro sociale di quartiere con attrezzature terziarie e negozi. il costo totale della urbanizzazione ed esproprio
del piano di 913 milioni di lire, di cui solo 218 gravano su coloro che
andranno a costruire nella zona incidendo sul costo di cessione delle
aree per 9.224 lire al m3. La relazione che introduce la discussione del
Consiglio Comunale ribadisce le ragioni delle scelte effettuate:
a) favorire lespansione di alcuni centri che si trovano attorno alla citt alfine di allentare la pressione costruttiva sul centro capoluogo.
b) Consentire la utilizzazione delle aree della 167, oltre che agli enti pubblici preposti
anche a tutti i cittadini singoli o associati con finanziamenti propri

La relazione introduce poi una riflessione di carattere generale che si


svilupper nelle scelte degli anni successivi:
anche attorno ai centri della pianura lagricoltura intensamente e abbastanza compattamente vivaistica, quindi anche la loro espansione ruba terreni a questa attivit.
Per questo motivo, sollecitati anche dai suggerimenti dellopposizione, credo di dover
sottoporre alla riflessione del Consiglio la opportunit di indirizzare lespansione urbana residenziale, ma anche artigianale e produttiva, sui centri delle pendici collinari
a nord del nostro territorio il cui terreno circostante non interessato dalle colture
vivaistiche. () in particolare i centri su cui potrebbe accentrarsi lattenzione sono:
Gello, Valdibrana, san felice e santomoro

La relazione riprende poi le ragioni dellurgenza:

Fig. 142 - Pontelungo. Peep gennaio 1977,


AUTCPT.

delle 7 zone del PeeP approvato nel 1963 alcune sono state realizzate (scornio e
Capostrada), alcune sono state parzialmente realizzate (san Biagio), alcune sono state
totalmente eliminate con la variante generale del PrG del 1974, altre sono state profondamente modificate () allo stato attuale, il PeeP comprende la zona di scornio e Capostrada ormai completata, la zona di san Biagio, in cui sono da assegnare
aree per soli 6 alloggi, la zona di san felice, le zone di Bonelle e Bottegone adottate
dal C.C. qualche mese addietro e larea di Pontelungo in discussione questa sera.
probabile che la zona delle fornaci, sulla quale si adottato un piano a norma dellarticolo 26 della
865, dovr essere trasformato in zona PeeP. in questo modo si potr disporre di aree sufficienti a
consentire lattivazione dei finanziamenti per ledilizia pubblica del prossimo stralcio triennale del
piano decennale attualmente in discussione alla Camera. Questi finanziamenti,, assieme i quelli privati

150

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


che vogliamo incentivare con lassegnazione di aree a basso prezzo, vorremmo mettere a disposizione dei cittadini pistoiesi, ogni anno, almeno i 50 per cento delle aree
richieste per la costruzione residenziale nellintero Comune.272

Fig. 143 - Pontelungo. Peep 1979,


AUTCPT.

Fig. 144 - Pontelungo. Piano parcellare,


AUTCPT.

il consigliere socialista Bechi interviene ritenendo che per quanto riguarda il centro sociale sia necessario definire con maggiore esattezza
quali e quante funzioni culturali, ricreative, sanitarie, scolastiche ecc. si
prevede di realizzare.
il consigliere repubblicano Barontini chiede chiarimenti in merito allo
stato della viabilit e della fognatura della zona che ritiene possa essere
insufficiente a soddisfare le esigenze di un insediamento cos consistente.
il consigliere comunista Venturi condivide la scelta del potenziamento
dei centri minori da adottare anche per le zone montane; apprezza la
ricerca dellequilibrio fra gli insediamenti esistenti e quelli di nuova costruzione, fra le tipologie residenziali a schiera e condominiali e lampiezza degli spazi a verde e delle attrezzature previste opportunamente
localizzate in posizione centrale rispetto alle residenze.
riprende infine il problema della salvaguardia del territorio vivaistico invitando lamministrazione ad una attenta analisi dei territori pedecollinari proposti al fine di ridurre al minimo loccupazione di terreni a vocazione vivaistica in modo da ridurre
anche i costi di esproprio.
infine il Consigliere democristiano stignani rileva che il piano proposto
riveste caratteristiche prevalentemente tecniche, i rilievi politici riguardano i dubbi sui tempi e le modalit di attuazione. Preannuncia un
voto di astensione non preconcetta ma tesa a controllare le fasi successive di finanziamento e attuazione.
dopo una replica dellassessore che accoglie i vari suggerimenti il piano
viene adottato con 25 voti favorevoli e 4, del gruppo democristiano,
di astensione.
il Piano di Pontelungo viene inserito con alcune modifiche nella variante generale al piano della 167 approvata il 19 settembre 1977.
Le modifiche consistono in un aumento dei volumi residenziali e degli
alloggi costruibili con la tipologia condominiale per cui la volumetria
complessiva passa da 41.760 m3 a 53.171 m3, il numero di vani da 491
a 626 e il numero di alloggi da 98 a 126.
il costo degli espropri e delle urbanizzazioni finali risultano i seguenti:
espropriazione
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
totale

lire
lire
lire
lire

333.832.000
169.568.000
913.391.500
1.416.791.500

nellurbanizzazione secondaria sono inseriti il verde pubblico, le attrezzature sportive, le


attrezzature per listruzione e il centro di quartiere e commerciale, che sono calcolate per
il fabbisogno dellintero centro e la parte gravante sullinsediamento del piano ammonta
a 277.472.500 lire. il centro commerciale e il centro di quartiere con annessa zona sportiva
sono posti sul retro dellinsediamento al fine di evitare possibili intralci di traffico sulla gi
congestionata via Lucchese.

272

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n.10. del 3 gennaio 1977.

Pontelungo

151

La Circoscrizione competente esprime un primo parere favorevole al piano, ma, in seguito


richiede di eliminare i fabbricati in linea lungo la via lucchese per dare spazio al loro posto
ad un centro commerciale e di quartiere che fosse affacciato su un ampio spazio a verde
prospiciente la via Lucchese, ottenendo cos una maggiore apertura dellarea.
La modifica che non comporta variazioni al dimensionamento del piano viene accolta e
definisce una diversa distribuzione degli edifici e delle strade di accesso e viene adottata
nel giugno 1979 (fig. 143).273
nellottobre del 1982, quando la costruzione degli edifici gi in fase avanzata, si approva
unultima variante274 che sposta un edificio contiguo al fabbricato iaCP da destinarsi a residenza per anziani. Pertanto si decide di spostare il fabbricato trasversalmente al fabbricato
delliaCP verso la prevista area a verde, la nuova posizione porta inoltre un maggiore spazio di verde fra il parco e linsediamento.

Lacquisizione e
nel 1978 a seguito della notifica di esproprio i proprietari delle aree si dichiarano disponibili
lassegnazione delle aree a cederle al comune per bonario accordo (fig. 144).
il 16 giugno 1979 si decide di assegnare provvisoriamente le aree acquistate nel PeeP di
Pontelungo ai seguenti soggetti ammessi a contributo (fig. 145):
iaCP
30 alloggi
abit Coop
36 alloggi
Coop Zodiaco
12 alloggi
Coop La Pineta
12 alloggi
Coop Gioia
12 alloggi
impresa Biagini
24 alloggi

Fig. 145 e 146 - Pontelungo.


Assegnazioni e veduta dallalto.

Lintervento IaCP

nel gennaio 1980 viene assegnata alla Coop il Micco lultima area rimasta per la costruzione di 20 alloggi unifamiliari a schiera.
nel marzo 1979 la regione toscana approva il programma di localizzazione degli interventi
di edilizia sovvenzionata del piano quadriennale di cui alla legge 457, con cui assegna limporto di 1.440 milioni di lire per la costruzione di 60 alloggi nel Comune di Pistoia.
Per la realizzazione del programma il Comune di Pistoia indica due aree: una nella zona
di Pontelungo per la costruzione di 36 alloggi (fig. 145) e una nella zona di Bottegone per
la costruzione di 24 alloggi.

273
274

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 577 del 18 giugno 1979.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 983 del 18 ottobre 1982.

152

Fig. 147 - Pontelungo, ledificio Iacp.

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

il progetto delledificio da costruire nella zona di


Pontelungo redatto dallufficio tecnico delliaCP
e prevede, nel rispetto delle tipologie previste dal
piano di zona, un edificio articolato di 4 piani pi
portico con tre vani scala che distribuiscono con tre
ascensori altrettanti alloggi per piano e che vanno da
un minimo di 64 m2 ad un massimo di 89 m2.
al piano porticato sono previsti depositi ripostiglio
e parcheggi e in parte sono destinati a locali per centro di quartiere e centro commerciale da realizzare
successivamente a opera del Comune.
il progetto elaborato assieme alledificio da costruire
a Bottegone prevede complessivamente una spesa di
1.440 milioni di lire.
La gara dappalto per i due fabbricati si svolge il 5
gennaio 1980 e viene vinta dallimpresa saCis di
roma che offre un ribasso del 15 per cento.
i lavori iniziano il 20 febbraio 1980 con limpegno allultimazione in 480 giorni naturali
consecutivi. La conduzione dei due cantieri assai tormentata con tre sospensioni di lavori
per complessivi 311 giorni e tre proroghe per complessivi 210 giorni.
si hanno inoltre diversi verbali di nuovi prezzi.
Ma nonostante tutto limpresa non riesce a portare a conclusione i lavori e si arriva alla rescissione del contratto di appalto:
() poich alla prevista data di ultimazione dei lavori medesimi non risultavano finiti, liaCP, rilevando gli importanti interessi economici e sociali caratterizzanti lintervento, al fine di addivenire ad
una rapida ultimazione delle opere, con atto di transazione del giugno 1983 concedeva una ulteriore
proroga dei termini contrattuali. non avendo rispettato i nuovi termini e risultando che limpresa
non era in grado di riallestire i cantieri per completare la costruzione dei fabbricati previsti dal progetto,
peraltro realizzati al 92,2 per cento, LiaCP di Pistoia decideva di rescindere il contratto stipulato con
la saCis di roma, riservandosi il risarcimento danni. il danno arrecato al programma stato quantificato dalla direzione lavori in lire 58 milioni.275

rescisso il contratto con la ditta saCis il completamento dei lavori viene appaltato con
gara a trattativa privata svolta il 11 luglio 1984 e rimane aggiudicataria la ditta edilprogress
di Prato con il ribasso del 4 per cento. i lavori iniziano il 24 luglio 1984 e sono ultimati il
18 gennaio 1985 (fig. 147).276

275
276

deliberazione dl Consiglio di amministrazione n. 231 del 11 novembre 1983. asCPPt, a 997.


asCPPt, a105

Bottegone

153

BoTTegone
Il PeeP e le sue variazioni il centro di Bottegone il pi importante del Comune di Pistoia dopo il capoluogo ed
quello che accresce maggiormente la sua popolazione; perci gi il primo piano PeeP del
1963 aveva compreso una vasta area a nord della via fiorentina denominata Zona f - Bottegone (fig. 148) con le seguenti caratteristiche dimensionali:
superficie totale
strade e piazze
Giardini ed attrezzature
superficie coperta delle abitazioni
Volume totale abitazioni
Vani utili
Volume scuola, mercati
indice territoriale
densit territoriale

Fig. 148 - Bottegone, Peep 1963, AUTCPT.

m2
m2
m2
m2
m3
n.
m2
m3/m2
85 ab/ha

60.500
10.300
21.000
6.555
43.850
516
5.600
0,82

tale zona viene inserita nel primo programma pluriennale di attuazione del 1971, ma le procedure attuative procedono lentamente e senza effetti.
il 12 gennaio 1974 il sindaco avvia le procedure di
esproprio e l1 dicembre 1975 viene concessa in via
provvisoria unarea alla cooperativa Bottegone per la
costruzione di un fabbricato di 5.000 m3, concessione poi revocata per la rinuncia della cooperativa stessa.
nel 1974 il Comune adotta il nuovo PrG che modifica radicalmente gli assetti previsti
per il centro di Bottegone e anche la dimensione e la disposizione delle zone residenziali;
ma lamministrazione pressata da alcune richieste
tenta di procedere allattuazione del piano nelle parti
non in contrasto con il nuovo PrG e lo modifica
parzialmente per renderlo pi aderente alle tipologie
pi frazionate richieste dai soggetti attuatori:
per ricercare un migliore equilibrio fra costruito, verde e spazi
pubblici, con una diversa dislocazione dei servizi, dei parcheggi,
oltre che una diversa disposizione dei fabbricati. i fabbricati
della planivolumetria approvata nel 1963 venivano a configurarsi in tipi edilizi innestantesi tra loro perpendicolarmente e
perci di scarsa flessibilit assemblativa.
daltra parte nel settore delledilizia abitativa si sono affermati
tipi edilizi maggiormente flessibili e di minore costo economico. La variante crea un nuovo schema in cui lassemblaggio
delle unit abitative possa essere meglio adattato agli operatori
economici che dovranno intervenire nella zona, senza modificare il perimetro, gli indici di fabbricabilit e le dotazioni di spazi pubblici, riguarda la diversa aggregazione delle tipologie edilizie e i conseguenti aggiustamenti di viabilit.277

Fig. 149 - Bottegone, Peep gennaio 1976,


AUTCPT.

nel gennaio 1976 si approva la nuova disposizione planimetrica del piano278 e lamministrazione cerca di procedere alla sua attuazione (fig. 149) indicando larea da concedere
alla Cooperativa edile Mutilati e invalidi per servizio che ne ha fatto richiesta.

277
278

utCPt, PeeP Bottegone.


Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 90 del 26 gennaio 1976.

154

Fig. 150 - Bottegone, Peep ottobre 1976,


AUTCPT.

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Ma, malgrado gli sforzi, non si riesce a conciliare lassetto del piano di zona con le previsioni del nuovo
PrG e si elabora un piano completamente nuovo,
pi ampio e complesso che viene adottato nellottobre del 1976 (fig. 150).279
il PeeP di Bottegone il primo riprogettato dopo
ladozione del nuovo PrG ed loccasione per impostare i criteri per lutilizzazione dei piani PeeP
come strumenti fondamentali, parzialmente alternativi alle lottizzazione private, per lattuazione del PrG.
in Consiglio Comunale si svolge unampia discussione generale sulla politica urbanistica, sul potenziamento dei centri minori, sulla residenze e le aree
pubbliche e sullutilizzazione delle aree di 167, anche
per la costruzione di case con finanziamenti interamente privati.
La volont di potenziare e attrezzare i centri periferici per farne delle comunit urbane
funzionanti con livelli di servizi adeguati trova nel centro di Bottegone una situazione ottimale per la gi ampia dimensione del centro, per la sua capacit attrattiva che ne determina
un ritmo di crescita elevato, per la sua posizione distante dal centro capoluogo e baricentrica in una pianura agricola prevalentemente vivaistica.
a Bottegone sono previste espansioni residenziali, una zona artigianale e attrezzature scolastiche sportive, commerciali e ricreative capaci di favorire lo sviluppo del centro con attivit economiche differenziate industriali, artigianali e terziarie che possono integrare
lattivit agricola e vivaistica. nella relazione tecnica si motivano le variazioni e si descrive
le caratteristiche del nuovo piano:
si rileva che la frazione di Bottegone risulta in costante aumento di popolazione che comporta la
sempre maggior richiesta di vani con la conseguente richiesta di urbanizzazione di nuove aree.
Larea prevista risultata insufficiente a tali richieste. La rielaborazione del piano in oggetto aumenta
le possibilit insediative portando i vani previsti da 516 ad un totale di 1102.
Considerato altres che la densit territoriale prevista originariamente ipotizzava 200 abitanti per ettaro
che per tale frazione potevano essere considerati eccessivi, si ritenuto opportuno ridurre tale valore
a 100 abitanti/ha circa e per conseguenza ampliare i limiti del piano.
il nuovo perimetro cos individuato coincide con la variante generale al PrG e attualmente allesame
dei suddetti organi regionali. si fa notare altres che aumentando le possibilit insediative della zona
si sono ridotti i costi unitari di incidenza per espropriazione dal momento che nella zona esiste circa
il 70 per cento di vivaio ad alto costo di acquisizione. in fase di progettazione del PP sono inoltre
stati effettuati alcuni aggiustamenti di confine, al fine di snellire le procedure espropriative.
ii piano che viene ad inserirsi in una zona a ridosso della via fiorentina con una situazione di edifici
ormai precostituita e carente di molte infrastrutture essenziali, tende ad adeguare tali servizi oltre che
alle nuove unit abitative anche alle esigenze degli insediamenti gi esistenti in modo da creare un
territorio completamente urbanizzato e del tutto risanato.
il collegamento della zona attestato sulla viabilit di scorrimento veloce che costeggia, ad est, linsediamento (tale asse escluso dal piano in oggetto) con i due svincoli della via salceto, e della trasversale n/s che la incrocia allaltezza della via Vespucci per proseguire fino a rientrare, tramite la
viabilit esistente, sulla statale n. 66.
detto asse viario longitudinale ricalca la viabilit di PrG con i necessari aggiustamenti planimetrici
dovuti soprattutto al precedente inserimento della zona scolastica a sud della via salceto. Le diramazioni di penetrazione allinterno dellinsediamento, si articolano perpendicolarmente alla suddetta viabilit per poi convergere di nuovo sulla pi volte citata via di salceto, che per limportanza che verrebbe
ad assumere quale raccordo di tutto il sistema viario interno, dovrebbe essere ristrutturata e necessariamente allargata () Purtroppo,una penetrazione dalla statale n 66 nella via di salceto rimane
quanto mai difficoltosa a causa della situazione precostituita degli insediamenti, se non a prezzo di

279

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 998 del 25 ottobre 1976.

Bottegone

155

demolizioni costose e di difficile attuazione. Gli edifici vengono ad inserirsi in questo sistema viario
suddivisi in nuclei funzionali e realizzabili anche per stralci.
tale suddivisione comprende abitazioni a schiera, poste a coronamento dellasse di scorrimento veloce; abitazioni in blocchi o isolate con altezza massima di m. 16,00 che nella zona sud-est sono collegati al centro di quartiere o commerciale, che risulta il fulcro di tutto il sistema. il verde che risulta
in eccedenza rispetto agli standard, stato sistemato in modo da poter avere vasti spazi da attrezzare
per il tempo libero, per il gioco dei ragazzi . per lo sport, sfruttando a questo scopo, non conteggiato
negli standard anche la fascia di rispetto alla viabilit principale.
a proposito degli standard c da sottolineare che sono stati inseriti nel P. P. anche aree che nel PrG risultano destinate a funzioni specifiche, come larea scolastica e le aree per le attrezzature sportive che
sono oltremodo sovradinensionate per il piano in oggetto ma che sono state calcolate, sia per il fabbisogno
del nuovo insediamento, sia per soddisfare gli standard mancanti degli insediamenti esistenti. ()

i dati a base del dimensionamento risultano perci come segue:


area totale
m2 90.400 acquisizione aree
Volume residenziale totale m3 93.466 urbanizzazione primaria
Vani edificabili
n. 1.102 urbanizzazione secondaria
abitanti insediabili
n. 881 Verde attrezzato
istruzione
Centro di quartiere e commerciale
totale

Lire
Lire

722.000.000
426.000.000

Lire
Lire
Lire
Lire

303.000.000
500.000.000
300.000.000
2.251.000.000280

nel 1977 a seguito dellentrata in vigore della legge 10 che stabilisce un minimo del 40 per
cento delle aree da inserire nel Piano di zona il Comune adotta il nuovo PeeP comunale
che comprende ovviamente la zona di Bottegone con un progetto sostanzialmente uguale
al precedente con la variazione delle dimensioni e della densit insediativa.
Le nuove dimensioni sono le seguenti:
superficie fondiaria
m2 33.655
superficie urbanizzazioni m2 56.455
superficie totale
m2 90.110
Volume residenziali
m3 129.055
Vani realizzabili
n. 1.518
abitanti insediabili
n. 1.215
indice territoriale
m3/m2 1,52

espropriazioni
urbanizzazione primaria
urbanizzazione secondaria
totale

Lire
Lire
Lire
Lire

533.440.637
370.835.250
369.737.500
1.574.013.487

La legge 457 nellagosto 1978 assegna fondi consistenti per la realizzazione di edilizia pubblica nel comune di Pistoia e laministrazione localizza parte consistente degli interventi
nella zona di Bottegone.
LiaCP, le imprese e le cooperative assegnatarie delle aree avviano finalmente la progettazione concreta degli edifici e propongono tipologie edilizie diverse in contrasto con quelle previste dal Piano.
Pertanto nel giugno 1979 si adotta unaltra variante cos motivata:
da un esame pi attento della distribuzione degli edifici lufficio ha ritenuto opportuno predisporre una variante al piano in modo da permettere linsediamento delle
cooperative finanziate e la migliore disposizione delle attrezzature rispetto ai fabbricati. La variante propone una diversa disposizione degli edifici con una tipologia pi
adeguata e lo spostamento del centro di quartiere in una posizione pi baricentrica
sullasse viario principale dellarea. tale variazione ha permesso laccorpamento del
verde pubblico in unarea pi vasta e meno frazionata ed una riduzione della viabilit
con un notevole risparmio economico sui costi di urbanizzazione (fig. 151).281

Fig. 151 - Bottegone, Peep 1979, AUTCPT.

280
281

Ibidem.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 576 del 18 giugno 1979.

156

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

nel PeeP di Bottegone si procede alla realizzazione concreta degli


edifici assegnati secondo il piano, ma sono inevitabili piccole variazione
nella disposizione dei fabbricati e nei tracciati stradali che impongono
unulteriore variante adottata nel 1991:
al fine sia delladeguamento degli strumenti urbanistici alle piccole modifiche apportate nel tempo al planivolumetrico approvato, sia per poter assegnare definitivamente agli operatori le aree per ledificazione senza incidere indiscriminatamente sul
territorio, limitare al massimo lacquisizione delle aree e consentire la migliore realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, necessario approvare una nuova
variante al planivolumetrico precisando che la medesima si concretizza in una diversa
disposizione planimetrica dei fabbricati, delle zone verdi e degli edifici destinati ai
servizi (centro commerciale e di quartiere) rimanendo invariati sostanzialmente gli
indici di fabbricabilit e le dotazioni degli spazi pubblici (fig. 152).282

Fig. 152 - Bottegone, Peep 1991, AUTCPT.

Lattuazione del PeeP di Bottegone inizia concretamente nel 1974 e prosegue fino ai
primi anni novanta.
il Consiglio Comunale delibera di autorizzare il sindaco al compimento di tutti gli atti necessari a promuovere il procedimento di esproprio e pi precisamente alla richiesta per laccesso nellarea per la formazione
del verbale di consistenza, alla occupazione durgenza e alla determinazione della indennit di esproprio.283

Lacquisizione delle aree il programma di localizzazione dei finanziamenti della 457 approvato dalla regione toe le assegnazioni
scana nel marzo 1979. Gli interventi nel Comune di Pistoia localizzati a Bottegone sono
assegnati provvisoriamente gi nel giugno. il costo delle aree accollato agli assegnatari viene
calcolato in 53.231 lire al m2 di superficie utile degli alloggi (fig. 153).284
il CareP e la Coop Bottegone recedono e le assegnazioni vengono definite negli anni
successivi come segue:
assegnatari

impresa Consorzio etruria


Cooperativa mutilati e invalidi
Cooper Bottegone
Coop dipendenti ffss
impresa Biagini
impresa Biagini
impresa Prebeton
italposte
impresa Lorenzini
impresa CMsa
iaCP
iaCP
iaCP

gli interventi IaCP

alloggi

24

assegnazione provvisoria

assegnazione definitiva

31 ottobre 1979
16 febbraio 1976 (in sostituzione della Coop Bottegone)

12
20
12
36
20
27
30
24
70
30

Convenzione

19 dicembre 1979
15 novembre 1979

(in sostituzione del CareP)

9 agosto 1980.
31 ottobre 1979
5 luglio 1982
9 dicembre 1981
15 ottobre 1984

21 marzo 1990
24 giugno 1991

24 dicembre 1983
24 marzo 1983
16 marzo 1982
30 aprile 1985.
26 settembre 1991
26 settembre 1991

16 giugno 1979
30 gennaio 1984
11 marzo 1985

31 gennaio 1984

Ledificio di 24 alloggi
nel marzo 1979 la regione toscana approva il programma di localizzazione degli interventi di edilizia sovvenzionata della legge 457 con cui assegna limporto di 1.440 milioni
di lire per la costruzione di 60 alloggi nel Comune di Pistoia.
Per la realizzazione del programma il Comune di Pistoia indica due aree: una nella zona
di Pontelungo per la costruzione di 36 alloggi e una nella zona di Bottegone per la costruzione di 24 alloggi.

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 114 del 16 aprile 1991.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 105 del 21 gennaio 1974.
284 Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 577 del 18 giugno 1979.
282
283

Bottegone

Fig. 153 - Bottegone, assegnazioni.

157

il progetto delledificio da costruire nella zona di


Bottegone predisposto dallufficio tecnico delliaCP e prevede, nel rispetto delle tipologie previste
dal piano di zona la realizzazione di un fabbricati
sfalsato, parte di 3 piani e parte di 6 abitabili oltre il
piano porticato, con due vani scala uno con due alloggi per piano e laltro con tre alloggi per piano. al
piano terra porticato sono previsti i ripostigli e i parcheggi e in parte a locali per il centro sociale e commerciale che saranno realizzati dal Comune
il progetto elaborato assieme alledificio da costruire
a Pontelungo prevede complessivamente una spesa
di 1.440 milioni di lire.
La gara dappalto per i due fabbricati si svolge il 5 gennaio 1980 e viene vinta dallimpresa
saCis di roma che offre un ribasso del 15 per cento.
i lavori iniziano il 20 febbraio 1980 con limpegno allultimazione in 480
giorni naturali consecutivi. La conduzione dei due cantieri assai tormentata con tre sospensioni di lavori per complessivi 311 e tre proroghe per
complessivi 210 giorni. si hanno inoltre diversi verbali di nuovi prezzi. Ma
nonostante tutto i lavori non sono terminati e si arriva alla rescissione del
contratto di appalto:
poich alla prevista data di ultimazione dei lavorii medesimi non risultavano finiti, liaCP,
rilevando gli importanti interessi economici e sociali caratterizzanti lintervento, al fine di
addivenire ad una rapida ultimazione delle opere, con atto di transazione del giugno 1983
concedeva una ulteriore proroga dei termini contrattuali. non avendo rispettato i nuovi
termini e risultando che limpresa non era in grado di riallestire i cantieri per completare
la costruzione dei fabbricati previsti dal progetto, peraltro realizzati al 92,2 per cento. LiaCP di Pistoia
decideva di rescindere il contratto stipulato con la saCis di roma, riservandosi il risarcimento danni.
il danno arrecato al programma stato quantificato dalla direzione lavori in lire 58 milioni

Fig. 154 - Bottegone, Iacp 24 alloggi.

rescisso il contratto con la ditta saCis il completamento dei lavori viene appaltato con
gara a trattativa privata svolta il 11 luglio 1984 nella quale rimane aggiudicataria la ditta
edilprogress di Prato con il ribasso del 4 per cento. i lavori iniziano il 24 luglio 1984 e
sono ultimati il 18 gennaio 1985 (fig. 154).285
Ledificio di 70 alloggi
il 23 febbraio 1983 la regione toscana delibera sulla base della legge 16/83 un programma
straordinario per laffitto che prevede la realizzazione di 580 alloggi nella regione. il programma finanziato in parte con fondi di edilizia agevolata delle leggi 457 e 94 e in parte
con contributi a fondo perduto stanziati dalla regione toscana.
il programma deve essere attuato con interventi di 30, 50, e 70 alloggi e deve essere avviato
nel 1983 e concluso entro il 1985. un intervento di 70 alloggi viene concesso al Comune
di Pistoia che decide di localizzarlo nel PeeP di Bottegone in fase di realizzazione ed assegna larea necessaria alliaCP.
Ledificio si trova a nord dellinsediamento di fronte allaltro edificio di 31 alloggi progettato
dalliaCP. il progetto delling. Biagini assai simile allaltro e prevede un edificio di 7 piani
con tre vani scala e tre ascensori che distribuiscono: quello centrale 4 alloggi per piano e i
due laterali 3 alloggi per piano per complessivi 70 alloggi di cui 56 con superficie fra 40 e
60 m2 e 14 di superficie fra 60 e 70 m2.

285

asCPPt, a 105.

158

Fig. 155 - Bottegone, Iacp 70 e 31 alloggi.

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le cantine a le centrali termiche sono a piano terra


esterne al fabbricato centrale e anche i parcheggi
sono esterni.
il costo complessivo dellopera ammonta a 3150 milioni di lire di cui 2064 ammessi a finanziamento statale e i rimanenti 1086 finanziati dalla regione
toscana con contributi a fondo perduto.
La gara dappalto per laggiudicazione dei lavori si
svolge il 23 dicembre 1983 e viene vinta dalla ditta
Cooperativa Muratori e sterratori di Montecatini con
il ribasso del 9,10 per cento. i lavori iniziano il 5 gennaio 1984 e dopo tre sospensioni per
complessivi 199 giorni e tre proroghe per complessivi 240 giorni sono ultimati il 13 marzo
1986 (fig. 155).286
Ledificio di 31 alloggi
Con il programma di localizzazione dei finanziamenti di cui al quarto biennio della legge
457/1978 la regione toscana dispone un intervento di 78 alloggi nel Comune di Pistoia.
Lintervento viene diviso in accordo fra liaCP e il Comune di Pistoia in due comparti:
uno di 45 alloggi da realizzare alle fornaci e uno di 30 alloggi da realizzare nella zona di
Bottegone.
il progetto redatto dalling. Biagini che si avvalso della collaborazione dellarch. flaviano
Lo russo della facolt di architettura di firenze che gi in passato ha avuto modo di collaborare con le strutture tecniche dellistituto.
nella relazione tecnica si dichiara che:
larea assegnata e ledificio rappresentano il fuoco di interesse delle relazioni umane e infrastrutturali
nel quale trovano sintesi formale gli episodi costruttivi gi avvenuti e ne sottolineano i rapporti.
Larea ha una sua prospettiva di proiezione verso la grande viabilit, verso il complesso del centro di
quartiere e verso la futura espansione con una sua modellazione e una serie di cortine murate (destinate
a ai vani accessori) che si integrano a percorsi e prospettive visive.
il fabbricato, del tipo in linea, si sviluppa per 5 piani fuori terra con due blocchi scale che distribuiscono tre alloggi per piano. nelledificio principale sono allocati 30 alloggi, un altro alloggio il 31,
disposto a piano terra e costituisce una appendice murata delledificio principale ().
tutto il complesso, volutamente, costituisce una cortina murata sulla strada per significare
un carattere urbano che parso necessario sottolineare ed acquisire rafforzato ed acquisire rafforzato nei segmenti tergali verso sud in direzione del centro di quartiere.
ne risulta una importante area scoperta allinterno per la quale sono state previste adeguate attrezzature collettive.287

Fig. 156 - Bottegone, Interventi di privati.

il progetto che comporta una spesa di 2 miliardi di lire approvato il 3


giugno 1985.
Lassegnazione dei lavori viene affidata previa gara dappalto svolta l8 settembre 1985 alla ditta f.lli Becheri di Prato con un ribasso del 14,14 per
cento.
i lavori sono iniziati il 29 giugno 1985 con limpegno allultimazione in
270 giorni naturali e consecutivi cio entro il 25 marzo 1986. Ma limpresa,
per difficolt economiche, si rende responsabile di gravi negligenze nella
conduzione del cantiere tanto che malgrado tre sospensioni per complessivi 177 giorni e due proroghe per ulteriori 270 giorni che portano la scadenza al 15 giugno

286
287

asCPPt, a 18, a 126, a 243.


deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 208 del 3 giugno 1985. asCPPt, a 999.

Bottegone

Fig. 157 - Bottegone, veduta generale.

159

1987, si giunge, malgrado le diverse sollecitazioni e contestazioni della direzione dei lavori,
ad una unilaterale sospensione dei lavori da parte dellimpresa che viene dichiarata fallita
dal tribunale di Prato il 12 gennaio 1988.
al momento dellultima sospensione i lavori eseguiti sono quasi la totalit, rimangono
poche opere di verniciatura e murarie, la sistemazione esterna e il completamento degli
impianti per un totale di 178 milioni di lire su un totale di appalto di 2 miliardi.
Queste opere vengono nuovamente appaltate e aggiudicate alla ditta Co.Ge.Ca. per le
opere murarie e sistemazione esterne e ad altre ditte per il completamento degli impianti
il 5 settembre 1988. La ditta Co.Ge.Ca inizia i lavori il 15 dicembre 1988 che terminano
nel gennaio del 1989 (fig.155).288

288

asCPPt, a 136, a 137, C 104.

160

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le fornaCI
Primi interventi

Fig. 158 - La zona Le Fornaci, Peep 1963.

Larticolo 26

nella parte nord est della citt presso la localit Le fornaci fra la via antonelli e la via sestini liaCP ha realizzato negli anni, diversi interventi: le case minime in via Valiani nel
1945, quattro edifici in via Castel de Guidi nel 1958, il villaggio della Cassa di risparmio
in via sestini nel 1958, altri tre edifici in via Valiani nel 1960 e infine la demolizione delle
case minime di via Valiani e la loro sostituzione con un nuovo edificio nel 1974.
il primo piano di edilizia economica e popolare del 1963, comprende una vasta zona denominata Castel de Guidi ubicata a est della tangenziale e a nord della via sestini. tale
zona non sar mai realizzata (fig. 159).
nel 1972 il Comune di Pistoia289 decide, ai sensi dellarticolo 26 della legge 865 del 1971,
di procedere allesproprio di alcune zone residenziali del PrG tra cui unarea ubicata in
localit fornaci sempre a nord della via sestini ma (assai pi appropriatamente rispetto al
piano del 1963) ad ovest della tangenziale fra questa e la citt. nel 1975 viene approvato
il progetto del piano particolareggiato, richiesto dalla legge, per procedere allattuazione
degli insediamenti.290
Ma il progetto non prosegue il suo iter di attuazione perch la legge 10/1977 abroga lart.
26 e i piani approvati su quella base vengono di fatto assimilati ai PeeP.
dopo lentrata in vigore delle legge 865 lamministrazione Comunale sembra preferire,
lacquisizione delle aree residenziali con le nuove procedure offerte dalla legge che recita:
i Comuni hanno facolt di espropriare,entro le zone di espansione dellaggregato urbano, le aree inedificate e quelle su cui insistono costruzioni che siano in contrasto con la destinazione di zona ovvero
abbiano carattere provvisorio.291

Questa facolt si pu esercitare previa la deliberazione di un programma di espropriazione


che pu essere aggiornato ogni cinque anni e che indichi la delimitazione dei comprensori
di aree da espropriare, la cui estensione non pu essere superiore al 20 per cento delle
zone di espansione previste dal piano regolatore, al di fuori di quelle gi comprese nei
piani di zona di cui alla legge 167.
Lapplicazione dellarticolo 26 sembra quindi allamministrazione uno strumento efficace
per avviare lurbanizzazione coordinata di ampie zone di espansione del PrG oltre quelle
inserite nel PeeP.
Pertanto si procede, con la collaborazione dei comitati di quartiere alla individuazione delle
aree da inserire nel programma.
Le zone proposte occupano una superficie di 791.000 m2 cos distribuita: Candeglia 89.000
m2, Le fornaci 159.000 m2, viale adua 315.000 m2, via desideri e adiacenze 101.000 m2,
Piteccio 31.000 m2 e santomato 96.000 m2.
nellottobre del 1972 la Giunta Municipale approva il programma le motivazioni di tale
scelta sono individuate nello stato insoddisfacente con cui si realizzano le zone di espansione del PrG:
Lattivit edilizia dallapprovazione del Piano (1962) ad oggi si svolta prevalentemente ai margini
della viabilit esistente, pregiudicandone la originaria funzione e ipotizzando uno sviluppo della citt
artificiosamente lineare () Le lottizzazioni redatte in conformit della legge 765, sono state progressivamente frustrate dalle difficolt burocratiche () La mancanza di una attuazione urbanistica

Fig. 159 - Castel de Guidi 1963, AUTCPT.

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 1376 del 28 dicembre 1972.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 309 del 21 aprile 1975.
291 Legge 22 ottobre 1971 n 865. articolo 26.
289
290

Le Fornaci

161

coordinata e concentrata per aree ampie non consente fra laltro la programmazione coordinata ed
efficace degli investimenti in opere pubbliche che spesso risultano estranee al tessuto edilizio di cui
dovrebbero essere parte integrante () Lazione dellamministrazione si manifestata con una serie
di ordinanze dirette a sollecitare lazione dei proprietari per una efficace ed organica attuazione degli
interventi che non hanno avuto alcun effetto.292

nella delibera di approvazione sono elencate anche le motivazioni della localizzazione.


Le zone di Candeglia e Le fornaci tendono a rafforzare lo sviluppo delle due frazioni attorno alla grossa attrezzatura scolastica in costruzione a Candeglia e la prosecuzione della
tangenziale est costituisce lalternativa alla ormai logora e pericolosissima via antonelli.
La zona di viale adua gi interessata dalle ordinanze, costituisce unalternativa allo sviluppo
lineare ai lati del viale stesso.
La Zona di via desideri offre ai densi insediamenti esistente la possibilit di esser riqualificati con linserimento delle attrezzature necessarie.
Le deliberazione della Giunta viene posta allattenzione del Consiglio il 6 novembre 1972
e poi ripresa e adottata dal Consiglio Comunale nel dicembre.
in questa sede lassessore Cipriani introduce la discussione ponendo una domanda:
il Consiglio accetta il principio dellattuazione dellarticolo 26 come nuovo criterio di intervento in
Materia di edilizia residenziale? Mi pare che la maggioranza stata chiara. non altrettanto in taluni
interventi della minoranza,293

inoltre riferisce che non possibile inserire nel programma la zona di Bottegone
poich lo sviluppo di Bottegone non avvenuto secondo le previsioni del PrG del 1957, ma in un
modo quasi opposto, per cui le varianti al prg del 1964 e del 1966 hanno spostato le zone di espansione
da levante a ponente della via fiorentina. ()
se non che la legge non ci consente di utilizzare le varianti ai fini dellapplicazione dellarticolo 26.
() in sede di revisione del PrG potremo, anzi dovremo, tenere conto di Bottegone che una delle
zone di maggiore sviluppo demografico e produttivo del nostro territorio.294

Quindi affronta poi la proposta di coinvolgere anche i terreni a sud della via Gora ribadendo che i terreni proposti sono quelli gi inseriti nelle ordinanze comunicate dal sindaco
ai proprietari nel 1968, e che lintervento nella zona reso necessario per creare unalternativa insediativa, ben definita, al viale adua.
Pertanto vengono inserite nel programma, oltre alle aree comprese fra la via Gora, la ferrovia Porrettana e la via desideri, anche quelle comprese fra la stessa via Gora, la ferrovia,
il viale adua e la via di san Biagio.
nel dibattito interviene il consigliere Bechi, capogruppo socialista, che avendo proposto
un allargamento della zona anche ad ovest del viale adua prende atto con soddisfazione
del parziale accoglimento della richiesta, peraltro la parte pi importante per un certo discorso urbanistico.
il consigliere Paci (capogruppo democristiano) svolge un ampio intervento esprimendo
una serie di perplessit, dobbligo per un partito di opposizione, sulle procedure, sulla localizzazione delle zone prescelte, sui ritardi dellamministrazione ecc., ma anche alcune
osservazioni generali importanti, che merita sottolineare, e afferma:
in questi anni di evoluzione legislativa sul piano urbanistico, di accresciuti poteri conferiti ai comuni,
di nuova maturazione di certe impostazioni culturali intorno allo sviluppo del territorio, non sarebbe
male cercare di inquadrare le scelte in un quadro un pochino pi vasto ed anche un pochino pi proiettate nel tempo ()

Comune di Pistoia. deliberazione della Giunta Municipale n. 2326 del 17 ottobre 1972.
Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 1376 del 28 dicembre 1972.
294 Ibidem.
292
293

162

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


Lespansione a sud delle fornaci sembra essere eccessiva, tale
da non essere sopportata dalla via antonelli che rester pur sempre uno degli assi di scorrimento della zona. ()
e daltro canto, per la conformazione geografica di Pistoia, resta
abbastanza ovvio a nostro avviso la direttrice di sviluppo estovest, perch a sud siamo bloccati dalla ferrovia a nord siamo
limitati dal sistema collinare, sta di fatto che, in questa ovvia linea
di sviluppo non ci sembra che siano stati sufficientemente meditate le scelte fatte. ()
non si tenuto adeguatamente conto della localizzazione delle
attivit industriali, ci pu provocare situazioni di pendolarit
fra la zona do abitazione e la zona di lavoro imponendo lattraversamento di tutta la citt. ()
Gran parte delle aree sono state scelte ricalcando il perimetro
delle precedenti ordinanze di lottizzazione obbligatoria, non ci
siamo preoccupati degli aspetti tecnici e finanziari e neanche del
fatto se effettivamente le zone prescelte possono essere appetibili dal punto di vista dei cittadini. ()295

Fig. 160 - Le Fornaci, Prg 1974, AUTCPT.

infine il consigliere Paci affronta un argomento che


in qualche modo risponde negativamente alla domanda dellassessore sullaccettazione dellarticolo
26 e che si riveler profetico per tutta loperazione () non ci sembrano attentamente
studiate le possibilit reali di un intervento in questo campo quando si attendono ormai
da dieci anni gli interventi sulle aree della 167.296
La risposta dellassessore appare leggermente imbarazzata: () il PeeP segue unaltra
strada, c lufficio del PeeP, non sono in concorrenza, sono provvedimenti che hanno
un duplice significato secondo le volont che il Consiglio vorr manifestare in concreto297.
al termine del dibattito il Consiglio delibera;
() di ratificare la deliberazione della Giunta Municipale integrando il dispositivo della medesima
nel senso che sono incluse nel piano delle aree da destinare ad insediamenti residenziali di cui allarticolo 26 della legge 865, anche le aree comprese fra il viale adua, la linea ferroviaria, la via Gora a
nord e la via di san Biagio a sud.298

di fatto le aree oggetto dellarticolo 26 non saranno realizzate perch la legge 10 del 1977
abroga larticolo 26 della legge 865 e le aree gi vincolate sono assoggettate al regime previsto per le aree PeeP.
delle aree inserite ai sensi dellart. 26 la solo zona delle fornaci proseguir con la progettazione del relativo Piano particolareggiato.

Lapprovazione del PeeP nel maggio 1977 il Consiglio Comunale discute e approva il nuovo PeeP della zona delle
delle fornaci
fornaci (fig. 161) assai simile al precedente piano elaborato ai sensi dellarticolo 26.
il piano cos descritto:
La giacitura del terreno si presenta con un lieve declivio verso sud-ovest ed attraversata in tal senso
da un corso dacqua che dopo aver tagliato il comprensorio confluisce nel torrente diecine. Le colture
della zona sono in gran parte a seminativo irriguo (per un 89 per cento) e con una piccola parte di vivaio (8 per cento) ed altre colture (3 per cento) di basso costo di acquisizione.
ii suo perimetro variato rispetto al vecchio articolo 26 perch la nuova variante al PrG del 1974 restringe appunto tali limiti di intervento. in fase di progettazione del Piano. sono state scorporate

Ibidem.
Ibidem.
297 Ibidem.
298 Ibidem.
295
296

Le Fornaci

163

alcune abitazioni esistenti con le relative pertinenze catastali in modo da ridurre il costo
di acquisizione e la reale possibilit di intervento nellarea stessa.
il piano in oggetto viene ad inserirsi in un contesto di edifici gi realizzati e carenti di
qualsiasi attrezzatura a livello sociale e pubblico. La viabilit esistente costituita soltanto
dalla via di Castel de Guidi mancante di infrastrutture primarie quali fognature e illuminazione. si cos cercato di adeguare i servizi primari e secondari delle nuove unit abitative anche alle esigenze degli insediamenti gi esistenti e di risanare quindi tutta la parte
di territorio interessata dal piano stesso.
Lasse viario principale di progetto parte dalla via Bartolomeo sestini, procede verso nord
est, evitando gli insediamenti esistenti, si raccorda prima al prolungamento della via prevista
dalla lottizzazione Biagioni-Monfardini e poi alla via di Castel dei Guidi. detto asse riprende
il suo tracciato a met di detta via di Castel de Guidi per attraversare in senso nord sud linsediamento e allacciarsi al di sopra della via Carota e Molina sia con la via antonelli che
con lo svincolo previsto allinnesto tra la Pistoia-riola e la futura tangenziale nord.
un secondo collegamento tra la nuova espansione e la viabilit di scorrimento assicurato
dallo svincolo previsto tra questultima e la viabilit ordinaria circa allaltezza della via sestini;
tale possibilit di innesto avrebbe il vantaggio di non affaticare ulteriormente le ormai logore
strutture viarie di penetrazione della citt. infine il traffico verso la citt verrebbe assicurato
ancora sia dalla via antonelli che dalla via sestini con la previsione di un futuro miglioramento del nodo ormai sovraccarico di Porta san Marco.
Gli edifici vengono a collocarsi al margine di tale asse attrezzato e sviluppato secondo
due grossi nuclei il pi grande, a sud, adiacente al villaggio dei dipendenti della Cassa di
risparmio comprendente oltre alle abitazioni anche il centro di quartiere e tutti gli esercizi
commerciali articolati in un corpo centrale e due secondari collegati fra loro tramite due
passaggi pedonali che attraversano uno lasse attrezzato, laltro una delle strade primarie.
tale impianto sviluppato su vari livelli per poter permettere, la realizzazione al di sopra di esso di nuclei
abitativi senza che i percorsi commerciali o comunque pubblici dello impianto medesimo vengano ad
interferire con le abitazioni. La parte in oggetto proprio per la sua vicinanza alla citt e per la adiacenza
ad edifici gi realizzati di altezza abbastanza elevata presenta volumetrie pi alte ma comunque contenute
in quattro piani pi pilotis. il secondo nucleo pi a nord, dal momento che il terreno tende leggermente
a salire ed a configurarsi come un ambiente pedecollinare, presenta un intervento pi diradato rimanendo
contenuto nelle altezze degli edifici che in questo caso non superano i due piani.
si inserito anche, per accentuare questo carattere di rarefazione alcune abitazioni unifamiliari che
anche se disposte a piccoli gruppi possono considerarsi come case a schiera. il verde risulta in eccedenza rispetto agli standard, stato sistemato in modo da poter creare anche con il corso dacqua
che lo attraversa, un vasto spazio dedicato al tempo libero ed ai giochi dei ragazzi sfruttando a questo
scopo anche la fascia di rispetto stradale a protezione della viabilit di scorrimento Pistoia-riola.299

Fig. 161 - Le Fornaci, Peep 1977, AUTCPT.

La superficie dellarea interessata di 9.473 m2. il piano prevede la costruzione di 73.000


m3 di edifici residenziali per 690 abitanti. il costo complessivo ammonta a circa 958 milioni
di lire di cui 276 per lesproprio, 332 per lurbanizzazione primaria e 350 per lurbanizzazione secondaria.
nellurbanizzazione secondaria sono compresi: 37.000 m2 di verde pubblico, una scuola
materna e un centro di quartiere commerciale. uno stralcio del PeeP delle fornaci inserito nel programma pluriennale di attuazione approvato nel marzo 1978 assieme alle
zone di Bonelle, Pontelungo, Bottegone, santomato e sperone.
il 27 novembre 1978, si autorizza il sindaco ad avviare le procedure di esproprio.

La nuova progettazione

a questo punto fra i tecnici e gli amministratori si avvia una riflessione sulla qualit degli
assetti urbanistici e dellarchitettura finora realizzati nelle zone della 167 di scornio ovest,
san Biagio, Pontelungo, Bottegone e Bonelle, progettate e realizzate con modalit diverse.
Per le zone di scornio ovest e san Biagio il piano particolareggiato planivolumetrico
stato progettato dallufficio tecnico del Comune; i singoli edifici da costruire sui fondi as
299

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio comunale n. 445 del 23 maggio 1977.

164

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

segnati alliaCP e agli altri soggetti attuatori sono stati progettati separatamente gli uni
dagli altri con progettisti e caratteristiche diverse.
il risultato stato certamente migliore rispetto ai precedenti interventi quando si reperivano
i terreni pi o meno a caso secondo la disponibilit e il prezzo, senza piani dinsieme e
(salvo il Villaggio Belvedere e scornio est) senza progetti urbanistici preventivi.
Le zone scornio ovest e san Biagio sono pi spaziose, con pi verde, e con le urbanizzazioni primarie funzionanti, ma ancora insoddisfacenti per la qualit dellarchitettura, lintegrazione nel tessuto preesistente e la dimensione e qualit delle attrezzature e dei servizi.
nelle zone di Pontelungo e Bottegone, al fine di favorire una pi elevata qualit complessiva, lamministrazione Comunale impone una coordinazione unitaria della progettazione
degli edifici ancora affidata ai tecnici scelti dai soggetti assegnatari. si ottengono certamente
dei risultati migliori ma, in ultima istanza, la qualit complessiva non aumenta di molto.
Per la zona di Bonelle si adotta una procedura assai diversa che ottiene un risultato finale
assai pi soddisfacente. Questo intervento realizzato al di fuori delle agevolazioni finanziarie pubbliche, con una operazione unica nel suo genere, definita da una convenzione a
tre stipulata fra imprese, movimento cooperativo rappresentante lutenza e il Comune.
La progettazione viene affidata ad un gruppo di tecnici composto da rappresentanti degli
utenti e delle imprese costruttrici e coordinato dai tecnici comunali. il progetto viene elaborato interamente e unitariamente e comprende il Piano urbanistico, le opere di urbanizzazione primaria e secondaria e gli esecutivi di tutti gli edifici.
La qualit degli spazi e delle urbanizzazioni del PeeP di Bonelle risulta assai pi soddisfacente rispetto agli interventi precedenti anche se la qualit dellarchitettura e lintegrazione
con il tessuto sociale e urbanistico preesistente lasciano qualcosa da migliorare ulteriormente.
La riflessione su queste esperienze induce lamministrazione Comunale ad avviare lattuazione del PeeP di fornaci aprendo una trattativa con i soggetti richiedenti CareP, e
soCet, in rappresentanza dei costruttori, la Lega Cooperative e la unione Cooperative
in rappresentanza dellutenza e liaCP per definire le modalit attuative secondo una procedura unitaria, simile a quella sperimentata a Bonelle.
si concorda la costituzione di un gruppo di progettazione unitario di tutte le opere previste
dal Piano particolareggiato fino agli esecutivi degli edifici e delle opere di urbanizzazione
e ununica direzione dei lavori.
La novit introdotta nella progettazione delle fornaci consiste nellaffidarne il coordinamento a un progettista di chiara fama e riconosciuta capacit che, dopo aver interpellato
e valutato le offerte di diversi studi di architettura, viene individuato nel prof. Leonardo
savioli, docente di composizione architettonica della facolt di architettura di firenze.
Lincarico per la progettazione del complesso viene formalizzato nellaprile 1980 con delibera consiliare che precisa:
Per garantire comunque una progettazione unitaria tra le zone del P.e.e.P. destinato al biennio del
piano decennale (168 alloggi) e quello da assegnarsi alle cooperative al di fuori dei finanziamenti della
lire 457 (232 alloggi) , si propone un gruppo di progettazione articolato con i rappresentanti tecnici di:
per i 168 alloggi del piano decennale: iaCP, imprese e utenza rappresentata dalla Lega e dallunione
delle Cooperative.
per i 232 alloggi da assegnarsi alle cooperative: imprese e utenza sempre rappresentata dalla Lega
Cooperative e dalla unione Cooperativa.
il gruppo cos formato dovr quindi portare a termine la progettazione della planivolumetria di variante del piano particolareggiato, del progetto di massima ed esecutivo degli edifici e delle opere di
urbanizzazione e assumersi la direzione dei lavori.
nella fase di progettazione del planivolumetrico e del progetto di massima, limpegno maggiore sar
prestato dal Prof. savioli che potr avvalersi di 2 suoi collaboratori di fiducia, indicati nelle persone del
prof. santi danilo e dott. arch. saraceni Walter, e che dovranno comunque collaborare con gli altri

Le Fornaci

165

componenti tenendo conto delle esigenze costruttive manifestate dalle imprese, delle esigenze funzionali espresse dallutenza e di quelle di inserimento urbanistico e ambientale indicate dal Comune.
La progettazione esecutiva e la direzione dei lavori saranno svolte prevalentemente dai tecnici rappresentanti delle imprese o associazioni cooperative.300

il progetto viene elaborato rapidamente dal prof. savioli che presenta una prima proposta
gi nel giugno del 1980. LiaCP, le imprese e gli utenti esprimono diverse osservazione
che portano a consistenti variazioni del piano. il nuovo e definitivo progetto rielaborato
nel 1981 (fig. 162) descritto dalla relazione tecnica:
il perimetro dellintervento variato per permettere di escludere alcune abitazioni esistenti con le
loro pertinenze catastali che mal si legavano con la nuova impostazione del piano che tendeva a escludere tutto lesistente ed a creare un quartiere nuovo e autonomo almeno dal punto di vista figurativo.
da notare comunque che allarea prevista potranno essere aggiunte le aree dal PrG destinate a
fascia di rispetto stradale per la nuova tangenziale (aree che rimarranno con vincolo di inedificabilit
ma utilizzate a fini del PeeP).
il piano in oggetto viene ad inserirsi in un contesto di edifici di vecchia edificazione e carenti di qualsiasi attrezzatura a livello pubblico.
tale situazione, estremamente frazionata, a bassa densit, e priva di un tessuto connettivo capace di
formare da base alla nuova edificazione ha fatto si che i progettisti abbiano trovato estrema difficolt
nellinserimento dei nuovi edifici allinterno dellarea assegnata adottando la soluzione di creare un
insediamento formalmente del tutto autonomo rispetto all ambiente circostante.
i progettisti hanno evidenziato la variante in 6 edifici singoli, ciascuno con un particolare carattere
e collegati da un tessuto connettivo vario formato da viabilit, spazi collettivi, attrezzature verdi
e sportive ecc.
Gli edifici sono stati denominati:
-nastro 1 comprendete 90 alloggi su 5-8 piani,
-nastro 2 comprendente 102 alloggi su 6 piani con una altezza max di mt. 18.70,
-Certosa, comprendente 70 alloggi su 5 piani con una altezza max di mt.16.00,
-triangolo comprendente 48 alloggi oltre ad un asilo nido e uffici-da 1 a 14 piani con
unaltezza max di mt. 47.00
-torre (a) comprendente 36 alloggi su 14 piani con altezza max di 47 mt.; a tale torre
anche collegato un nucleo integrato di strutture socio sanitarie e residenze protette per
anziani con 47 mini alloggi,
-torre (b) comprendente 30 alloggi suddivisi in 2 nuclei uno di elementi bassi a 2 piani
e uno su 14 piani con unaltezza massima di mt.44.50.
La loro disposizione fa si che la viabilit di accesso allinsediamento sia tangente a tutti
gli edifici e si snodi tra essi in modo da offrire sempre nuove prospettive tra gli stessi.
il collegamento alla viabilit di scorrimento veloce assicurata da uno svincolo baricentrico a tutto il complesso che viene cos ad avere unautonomia tutta propria.
sostanzialmente gli edifici si dispongono su due grossi nuclei, uno a nord pi ampio e
comprendente gli edifici nastro 2, Certosa, triangolo che unito a quello pi a sud,
comprendente gli edifici nastro 1 (stecca) e le due torri con il nucleo integrato di strutture socio sanitarie, tramite il centro commerciale che risulta quindi essere il fulcro dei
due nuclei.
il verde, come ricordato risulta in eccedenza rispetto agli standard stato suddiviso in
modo da avere, oltre al verde di arredo stradale ed ai parcheggi, delle zone distinte una
sistemata con verde libero attrezzato con terrazzamenti sia per il gioco ragazzi che per
lo svago laltra attrezzata anche per lo sport con zone di sosta e campi di bocce, pista di
pattinaggio, campo di minibasket e centro polisportivo. tali sistemazioni a verde risultano essere
quindi il tessuto connettivo di tutto il quartiere.301

Fig. 162 - Le Fornaci, progetto Savioli,


1981, AUTCPT.

La superficie complessiva del piano risulta essere di 90.250 m2 di cui 86.913 m2 di propriet
comunale. La pertinenza dellarea fondiaria, per i vari edifici la seguente: nastro 4047 m2,

300
301

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 495 del 22 aprile 1980.
relazione tecnica di accompagnamento al PeeP delle fornaci. autCPt, PeeP fornaci.

166

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

stecca 5900 m2, Certosa 6413 m2, triangolo 3638 m2, torre-1 5000 m2, torre-2 2370 m2,
Centro commerciale 2732 m2 per un totale di 30.100 m2.
il Piano progettato dallo studio savioli viene approvato nellaprile del 1981 (fig.148);302 e
comporta delle modifiche al PrG che vengono formalizzate solo nel luglio 1983.
assieme allapprovazione del Piano delle fornaci, il Comune, che ha gi acquisito le aree
della zona, assegna alliaCP i terreni necessari per la realizzazione di tre interventi: il triangolo (48 alloggi), la torre-1 (36 alloggi) e la torre-2 (30 alloggi) per un totale di 114 alloggi.
i lavori sono rapidamente iniziati con la direzione dello studio savioli e gi nel 1984 viene
compilata una nota informativa sullo stato dei lavori. La riportiamo integralmente perch
ci pare illustri bene la complessit della progettazione, la sua qualit e i suoi obbiettivi:
i tre cantieri, triangolo, torre-1 e torre-2, sono in corso di attivit, ed in avanzata fase di ultimazione,
nel Piano di Zona de Le fornaci a Pistoia.
Questo Piano rappresenta una esperienza avanzata di progettazione urbanistica perch affronta, termini sicuramente innovativi, i problemi di insediamento delledilizia residenziale Pubblica correlati
alle interazioni ed ai significati tra nucleo storico e periferia urbana.
allinterno del Piano, fra gli altri, furono individuati alcuni edifici aventi particolari caratteristiche sia
dal punto di vista costruttivo che dal punto di vista urbanistico per le problematiche di profilo sugli
orizzonti della citt e della fascia pedecollinare.
disposti sui vertici ideali di un triangolo, che individua planimetricamente il Piano di Zona, questi tre
edifici, triangolo, torre-1 e torre-2, si elevano per quattordici piani di senza peraltro disconnettersi
dalledilizia che ai livelli sottostanti disegna la configurazione del Piano alternando gli spazi di residenza
e di relazione con le maglie di viabilit e del verde.
essi costituiscono il segno forte di una citt che continua in modo ordinato e congruente assegnandole
un ruolo di dignit e di funzionalit nei confronti della citt storica alla quale peraltro, pur con le proprie emergenze significative, non vuole contendere i segni propri e caratteristici della sua storia.
fra gli enti attuatori del Piano di Zona liaCP si accoll lonere di affrontare la realizzazione di
queste complesse costruzioni ne affid la progettazione al compianto prof. arch. Leonardo savioli,
con il suo gruppo delluniversit di firenze e la partecipazione del Coordinatore tecnico dellistituto
dr. ing. Gianfranco Biagini.
Gli edifici sono stati realizzati in conformit della vigente normativa antisismica e, per la progettazione
strutturale, si rese necessario un confronto di alto livello tecnico scientifico fra listituto ed il Genio
Civile di Pistoia che pass anche attraverso due voti del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici ed
approd ad un metodo di calcolo che ebbe significati di rilevanza nazionale e segn il punto di arrivo
di un metodo di confronto fra enti ed attuatori. Gli edifici sono stati anche un utile banco di prova
per la verifica della evoluzione delle norme tecniche che la regione toscana ha promulgato e via
via affinato in questi anni sulle caratteristiche costruttive degli alloggi e sugli standards residenziali.
Gli interventi sono stati realizzati con tecnologie avanzate ed industrializzate sia per quanto concerne
gli aspetti costruttivi veri e propri sia per quanto concerne le tecnologie di cantiere.
ii triangolo un edificio di tipo crescent, da uno a 14 piani, e comprende 48 alloggi oltre a servizi
per la residenza ed un complesso destinato ad asilo nido ed uffici. al 6 piano il compendio immobiliare pu usufruire di una vasta area destinata a spazio di relazione alla quale si accede da un percorso
specializzato che permette una fruizione dei caratteri delledificio e del contesto urbanistico accentuando i valori umani di una architettura percorsa. La particolarit di questo momento costruttivo
che esso non riservato esclusivamente alla residenza locale ma ha carattere pubblico a significare
una presenza della comunit che si ripete anche in altre occasioni costruttive negli altri edifici.
La torre-1 un edificio a torre di 14 piani comprendente 36 alloggi oltre i servizi per la residenza
con spazi di relazione disposti su vari livelli ed una vasta area attrezzata per attivit collettive sullimpalcato di sommit. Questo edificio destinato anche a costituire, in prospettiva, la cerniera funzionale
di un polo urbano comprendente residenze protette, servizi sociali e hospital-day del quale listituto
ha promosso la progettazione e partecipa, con esso, al concorso per il programma di sperimentazione
di edilizia sovvenzionata di cui alla Legge 25/3/1982, n. 94. anche in questo edificio e nelle sue aggregazioni si ritrovano quelle esperienze innovative sia sul piano costruttivo che nelle correlazioni ur
302

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 277 del 15 aprile 1971.

Le Fornaci

167

bane che sono state il segno costante di una ricerca di nuovi modelli abitativi e di stare insieme che
ha caratterizzato costantemente lesperienza de Le fornaci dilatando il significato di questa anche
negli approcci viari che sono in fase di attuazione e nelle pi recenti esperienze che si vanno maturando
nellattuale fase di elaborazione della variante al Piano regolatore Generale.
La torre-2 invece un compendio pi complesso formato da un edificio a torre di 14 piani e di una
doppia schiera in linea di uno e tre piani nella quale larchitettura delledificio accentua i suoi aspetti
spaziali e di relazione nella trama dei percorsi allaperto che finiscono per coniugare in modo stretto
le residenze al Cento sociale che ne costituisce lepilogo ed il punto di riferimento. dal punto di vista
delle residenze nel complesso sono insediati 30 alloggi.303

La scelta delle fornaci


e lo sviluppo a est

La realizzazione del PeeP di fornaci fu decisa dopo dubbi e riflessioni alla fine degli anni
settanta quando il PrG era stato consistentemente attuato per una delle sue scelte strategiche: favorire lo sviluppo dei centri minori attorno al centro capoluogo ma non per laltra
che prevedeva lespansione urbana verso est.
Lindicazione delle zona PeeP da realizzare nellambito urbano presentava due alternative:
la zona est o le fornaci.
Lubicazione nella zona est significava dare decisamente avvio e rendere irreversibile la
realizzazione della scelta fondamentale del PrG del 1974: lo sviluppo verso est parallelamente alla ferrovia e alla zona industriale di santagostino.
La scelta delle fornaci consentiva di recuperare e valorizzare un tessuto edilizio sfrangiato
e compromesso da interventi sporadici e assolutamente disordinati, integrando e completando la lottizzazione Biagioni Monfardini in fase di realizzazione. fu preferita questa seconda opzione nella piena convinzione che lo sviluppo est fosse un fatto ormai acquisito
e che la sua attuazione sarebbe stata solo questione di tempo ma non fu cos.
Col senno del poi si pu giudicare non fortunata la scelta delle fornaci perch il mancato
avvio dellespansione est ha lasciato spazio alla successiva decisione di abbandonare del
tutto tale indicazione urbanistica a favore dello sviluppo a sud e con il completamento
della macchia dolio urbana sui rimanenti spazi liberi attorno alla citt. se si fosse avviata
lattuazione della zona residenziale est labbandono del PrG del 1974 sarebbe risultato
impossibile e si sarebbe attuato anche il centro direzionale previsto nellarea Pallavicini
che avrebbe evitato lo sparpagliamento per la citt degli edifici amministrativi pubblici e
delle funzioni direzionali.

gli interventi

Lattuazione della zona delle fornaci, avviata dal Comune invitando tutte le cooperative
e le imprese, che hanno rimesso domanda di assegnazione dei finanziamenti pubblici, a
manifestare la loro disponibilit alla realizzazione di ulteriori alloggi anche con finanziamenti non agevolati dallo stato.
allo scopo pubblica un bando informale per sondare lentit della domanda e il maggiore
gradimento fra le diverse zone P.e.e.P. inserite nel Programma Pluriennale di attuazione
tra le quali la zona di fornaci compare con uno stralcio di 111 alloggi.
La domanda appare rilevante: si richiedono aree per la costruzione di 521 alloggi di cui 410
nella zona delle fornaci (263 alloggi da parte delle cooperative e 147 da parte delle imprese).
sulla base di questa domanda lamministrazione modifica il PPa, inserendovi tutta la zona
di fornaci per 400 alloggi complessivi, e avvia una trattativa con i soggetti richiedenti
(CareP, Consorzio artigiani edili Pratesi, e soCet, societ Costruttori edili toscani,
in rappresentanza dei costruttori; la Lega Cooperative e la unione Cooperative in rappresentanza dellutenza e liaCP per gli interventi di edilizia sovvenzionata) per definire le
modalit attuative secondo una procedura unitaria, simile a quella sperimentata a Bonelle.

303

nota informativa redatta dallufficio tecnico delliaCP, senza data ma 1984. autCPt, PeeP fornaci.

168

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Fig. 163 e 164 - Le Fornaci.


Assegnazioni e cronologia degli interventi.

si concorda la costituzione di un gruppo di progettazione unitaria di tutte le opere previste


dal Piano particolareggiato e ununica direzione dei lavori.
Le imprese CareP e soCet si impegnano a realizzare tutte le opere di urbanizzazione
previste e presentano un preventivo anche per la realizzazione degli edifici. il preventivo
del CareP di lire/m2, di superficie utile, 360.000 per ledificio a nastro e 375.000 per
ledificio Certosa e quello della soCet di 373.000 lire/m2 per ledificio a nastro e 360.000
per ledificio a torre.
su questa base si trovano gli accordi tra Comune, imprese e cooperative per la realizzazione
di 232 alloggi da realizzare con finanziamenti propri al di fuori delle agevolazioni pubbliche
che, aggiunti a gli altri 168 alloggi finanziati con il secondo biennio della legge esauriscono
i 400 alloggi previsti complessivamente dal piano di zona delle fornaci.
il 4 giugno 1980 La Giunta Municipale assegna provvisoriamente alla impresa CareP e
allimpresa soCet unarea compresa nel PeeP delle fornaci per la realizzazione di 232
alloggi sulla base del progetto che sar redatto dal Gruppo del prof. savioli.
il numero di alloggi previsti varia nelle diverse fasi di progettazione, alla fine la zona delle
fornaci verr completata con la costruzione di sette complessi di edifici (fig. 163):
nastro (102 alloggi),
stecca (90 alloggi),
Certosa (70 alloggi),
triangolo (48 alloggi),
torre-1 (36 alloggi),
torre-2 (30 alloggi),
Polo urbano (50 alloggi).
di questi solo il primo e parte del secondo sono realizzati da cooperative e imprese e tutti
gli altri dalliaCP.

Le Fornaci

169

IaCP - Il Triangolo
il progetto delledificio denominato triangolo sviluppato assieme al complesso del piano
dal prof. savioli ed illustrato nella seguente relazione tecnica:
non si possono spiegare bene le. ragioni che hanno determinato planimetria, altimetria, forma e caratteristiche compositive e strutturali di questo edificio se non si fa una osservazione anche molto
breve, della planimetria generale di tutto il complesso nuovo: il quale sorgendo in ad unarea con
edifici esistenti, non sempre molto qualificati ed in una superficie pianeggiante non molto regolare,
doveva qualificarsi ed evitare quellespansione generica ed indifferenziata caratteristica dei nuovi quartieri popolari in generale.
ii planivolumetrico ha inteso perci dare una caratterizzazione a tutti gli edifici ed a tenerli collegati
opportunamente. infatti se si osserva il planivolumetrico si pu notare due cose fondamentali: che
ciascun edificio diverso dallaltro e che ciascuno collegato allaltro da una precisa relazione talvolta
funzionale, talvolta formale.
Le relazioni che esistono tra ledificio del trianGoLo con quelli circostanti sono le seguenti:
dal punto di vista funzionale si deve constatare che in fondo alla Certosa ( il caratteristico edificio
con un cortile allungato e con le relative cellette) esiste un piccolo centro sociale; inoltre sotto ledificio
tiangolare esistono nella testata una attrezzatura collettiva: un asilo ed un ufficio. dal punto di vistavisuale si deve notare che ledificio a triangolo esattamente in prospettiva rispetto alle pareti della
Certosa. dal punto di vista del traffico si deve constatare che tutta la zona servita ai margini
dal traffico, mentre la parte centrale funziona da piazza o luogo di sosta e di ritrovo, opportunamente
pavimentato. inoltre unampia zona a verde collega il tutto con ledificio in curva delle cooperative.
il complesso formato da 48 appartamenti con tre attrezzature collettive abbastanza importanti. Questa
necessit di riunire un numero considerevole di appartamenti con attrezzature collettive una delle varie
ragioni che hanno determinato la forma a triangolo delledificio. infatti tale forma, se in un punto solo
raggiunge una certa altezza (che caratterizza il paesaggio urbano anonimo e monotono e piatto della
zona) subito dopo scende rapidamente a terra; daltra parte si deve dire che la forma del complesso non
semplicistica e schematica ma anche articolata.
Ci permettiamo di fare notare che soluzioni a triangolo analoghe sono gi state realizzate varie
volte sia in italia (non ultima Bologna e Modena) che allestero
con risultato assai vantaggioso. Con tale forma si evitato che
la necessit di raggruppare un numero cos considerevole di appartamenti portasse a soluzioni fitte, troppo dense, o con caratteristiche di casermoni o scatoloni. a contribuire a
rendere pi vivo lorganismo stato inserito da un lato un asilo
(250 m2) e una serie di uffici, attrezzature disposte, tutte su un
lato e con ingressi indipendenti; tali attrezzature sono disposte
o a terra o al piano primo.
si fa presente inoltre che al piano quinto stato studiato un
percorso pedonale pubblico.
alcuni appartamenti a duplex sono stati disposti in una torre
di non grande altezza; la scala e lascensore relativi servono
anche 4 piani degli alloggi di 65 m2.
si fa notare che nonostante larticolazione del complesso, ledificio assai compatto con strutture semplicissime e tutte ripetitive s da poter usare la prefabbricazione.304
Fig. 165 - Le Fornaci, Triangolo.

Ledificio comprende 48 alloggi, un locale destinato ad asilo nido, uno a uffici pubblici e
uno spazio dincontro e di scambio umano ubicato nellampia area nella media altezza del
fabbricato raccordato ai percorsi a quota terreno.
Gli alloggi vanno da una superficie di 68 m2 ad una superficie di 96 m2.
il fabbricato risulta una composizione di varie forme geometriche, torre quadrata di 10
piani pi portico, ed un fabbricato a triangolo che sale da un solo piano terra, dalla parte
nord, a 13 piani oltre il porticato dallaltra.

304

relazione tecnica di accompagnamento al progetto del triangolo, novembre 1981, asCPPt, a 86.

170

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

il progetto, che comporta una spesa di 2.575 milioni di lire, approvato dalliaCP il 10
novembre 1981.
i lavori sono appaltati con gara a licitazione privata svoltasi il 7 gennaio 1982 nella quale
rimane aggiudicataria la ditta Cooperativa Muratori e sterratori di Montecatini con il ribasso dello 0,15 per cento. i lavori iniziano il 15 aprile 1982 e dopo tre sospensioni per
complessivi 640 giorni e tre proroghe per complessivi 300 giorni terminano il 31 giugno
1986 (fig. 165).305

Fig. 166 - Le Fornaci, Torre 1.

IaCP - Torre-1 e Torre-2


il progetto dei due complessi denominati torre-1 e torre-2 comprende la realizzazione
di 66 alloggi di cui 36 nella torre-1 di cui 26 con superficie compresa fra 60 e 75 m2 e 10
di 85 m2, e 30 nella torre-2 di cui uno da 57 m2, 16 da 65 m2 e 13 da
75 m2, per una superficie utile complessiva di 5.803 m2. il progetto
prevede funzioni a carattere pubblico e spazi collettivi direttamente
collegati con le residenze allo scopo di esaltare la socializzazione degli
ambienti e lintegrazione della residenza con la vita di relazione.
nella torre-1 sono previsti spazi pubblici ai piani 1, 4, 7 e 10 per
310 m2, ai piani 12 e 13 per 170 m2 e al piano 14 per 195 m2.
nella torre-2 previsto un percorso interno fra le case a schiera fino
al centro sociale per 102 m2, le rampe di salita e un percorso pensile
sulle case a schiera e sul centro sociale per 200 m2. inoltre previsto
un centro sociale di 290 m2. La progettazione deve tener conto della
planivolumetria del Piano particolareggiato approvato che molto caratterizzata senza poter far ricorso a tecniche e volumi semplificati,
ma con la necessit di affrontare temi altamente qualificanti sia in termini di progettazione architettonica che di insediamento urbanistico. si sono dovuti affrontare problemi relativi alla straordinaria altezza degli edifici per i quali nella zona esiste
una normativa particolare oltre a normative specifiche anche di carattere tecnologico.
ii progetto rappresenta un momento singolare nella attivit
dellistituto in quanto esso uno dei risultati pi significativi
dellesperimento di progettazione globale, urbanistica ed architettonica, promosso dal Comune di Pistola nel PeeP de Le
fornaci che si configura come larea di cerniera fra il centro
storico, la citt antica e lespansione residenziale ed industriale
ad est della citt. il nuovo PeeP stato integralmente riprogettato dal prof. arch. Leonardo savioli che volle vicino al suo
lavoro e con posizione di preminenza e di consulenza listituto
di Pistoia ravvisando in questa collaborazione il ruolo distintivo
che egli sentiva, daccordo col Comune di Pistoia, di dover assegnare alledilizia residenziale pubblica sovvenzionata.
il piano progettato un momento importante nella storia urbanistica e culturale della citt; segna un rinnovamento delle
forme urbane ed architettoniche che rifuggendo da ipotetiche
e dubbie mimesi si proposero, invece, come segni di un brano
di citt aperta alla dialettica della sensibilit moderna - umana e formale senza per altro dimenticare
i valori della citt antica e dellambiente. senza dimenticarli ma anche senza subirli col proposito
invece, di rivelare una continuit storicamente evolutiva presente nella vita della citt.306

Fig. 167 - Le Fornaci, Torre 2 e centro sociale.

il complesso della torre-1 costituito da due corpi di fabbrica uniti da un elemento scale
spazi di relazione nella parte centrale e comprende 36 alloggi con i quali si eleva, nel punto

305
306

asCPPt, a 86, a87, a88.


deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 127 del 27 aprile 1984. asCPPt, a 998.

Le Fornaci

171

massimo, oltre 45 metri. Completano gli edifici una serie di servizi a terra per cantine ripostigli, spazi di relazione ed associativi.
si rileva subito che il complesso si distingue per due caratteristiche fondamentali: le rilevanti
altezze delle torri e la notevole superficie complessiva coperta con gli spazi di servizio e
di relazione e con edifici a corpo basso, a schiera ed in linea.
La torre-2 si compone di un edificio a torre di 13 piani con un alloggio per piano distribuiti
da un vano scala e un ascensore e un edificio di due stecche una al piano terra sopraelevato
e una di tre piani con un percorso che distribuisce gli alloggi al piano terra e un ballatoio
al primo piano che distribuisce gli alloggi superiori.
il progetto viene approvato il 23 marzo 1982 e comporta una spesa di 3.347 milioni di lire.
L8 settembre 1982 si svolge la gara per laggiudicazione dei lavori per la costruzione dei
66 alloggi della torre-1 e della torre-2 che vinta dalla ditta edilprogress di Prato con un
ribasso del 4,55 per cento.
i lavori iniziano il 20 dicembre 1982 e dopo tre sospensioni e due proroghe per complessivi
428 giorni sono ultimati il 15 giugno 1985 (fig. 166, 167).307

Fig. 168 - Le Fornaci, il Nastro.

Il nastro. Cooperativa fornaci 81


dopo gli accordi e lassegnazione delle aree per la costruzione degli edifici nastro, o serpentone, e stecca la Lega e lunione delle Cooperative procedono alla individuazione dei
soci e alla costituzione della cooperativa.
Ci consente di definire meglio la quantit di soci disponibili e quindi la quantit di alloggi che si riducono a 198 da costruire nei due edifici (nastro: 104
e stecca: 94, divenuti poi 102).
si evidenzia anche la convenienza di assegnare le aree
direttamente alla cooperativa che il destinatario finale degli alloggi piuttosto che alle imprese, come del
resto si era gi fatto a Bonelle, e pertanto, il 15 giugno
1981, il Consiglio Comunale delibera di revocare lassegnazione provvisoria alle imprese CareP e
soCet e di delegare la Giunta ad assegnare alla
cooperativa in corso di costituzione larea necessaria
alla costruzione dei 198 alloggi. il 28 ottobre 1981,
formata la cooperativa che prende il nome di fornaci 81 e definiti i frazionamenti delle
aree, la Giunta Municipale le assegna formalmente e il 15 dicembre si stipula la convenzione relativa.
i lavori per la realizzazione del nastro, ridotto a 102 alloggi, sono avviati dalle ditte CareP
e soCet il 16 dicembre del 1981 e sono terminati il 1 aprile 1985 (fig. 168).
La stecca e le vicende della Cooperativa fornaci 81
Le vicende della realizzazione della stecca sono assai pi lunghe e sofferte per le vicissitudini della cooperativa.
La Cooperativa fornaci 81 terminati i lavori di costruzione del nastro non riesce ad assegnare tutti i 102 alloggi, ne rimangono infatti disponibili circa 20 per mancanza di soci e
pertanto comunica al Comune la rinuncia alla assegnazione dellarea relativa e alla costruzione della stecca.
il 12 aprile 1983 la regione toscana localizza nel comune di Pistoia un intervento di 78 alloggi di edilizia sovvenzionata da costruire dalliaCP in attuazione del quarto biennio della

307

asCPPt, a 89.

172

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

legge 457. di conseguenza il Comune decide di accogliere nel luglio la rinuncia della cooperativa e di assegnare alliaCP larea di 5.650 m2 sulla quale deve sorgere la stecca, ma
non si ancora deciso definitivamente chi dovr costruire i relativi alloggi.
nei dirigenti della cooperativa sorgono ripensamenti e si raggiunge un primo accordo con
liaCP per la realizzazione ciascuno del 50 per cento dei 102 alloggi previsti.
LiaCP si impegna a realizzare i 51 alloggi di propria competenza e si fa carico della progettazione dellintero edificio, sempre affidata al Gruppo savioli.
durante la progettazione delledificio la tangenziale est viene spostata verso ovest rispetto
alle previsioni del PrG e i fabbricati vengono leggermente spostati rispetto al progetto originario; per cui appare impossibile inserire sul terreno ledificio nella sua lunghezza originale.
Cos vengono modificate le dimensioni del fabbricato e gli alloggi costruibili si riducono
da 102 a 90. Ma il numero dei soci della cooperativa non ancora sufficiente per occupare
gli alloggi disponibili e si giunge ad un nuovo accordo con liaCP che si accolla la realizzazione di 60 alloggi, lasciando aperta la possibilit della cooperativa di realizzare i rimanenti 30. a questo punto si avvia una vicenda, anche con risvolti giudiziari, che vede
protagonisti la Cooperativa fornaci 81, gli istituti di credito e le ditte costruttrici.
il Consiglio di amministrazione della Cooperativa decide di chiedere al Comune, con domanda del 19 aprile 1985, lassegnazione ufficiale e definitiva delle aree per realizzare i 30
alloggi disponibili nella stecca. Gli uffici del Comune esprimono dubbi e perplessit sottolineando lo stato di insolvenza della cooperativa:
Come noto la cooperativa fornaci 81 ha recentemente chiesto lassegnazione dellarea per la costruzione di 30 alloggi sociali allinterno della stecca da realizzare nel PeeP di fornaci.
Ci premesso, lo scrivente intende sottolineare la difficolt di istruire tale pratica, per i motivi sotto
esposti ()
ii 19/4/1985 la cooperativa chiede di realizzare 30 alloggi nella stecca, senza peraltro dimostrare lincremento del numero dei soci (nel 1983 la mancanza dei soci stato il motivo della rinuncia; nel 1985
i soci devono essere evidentemente aumentati se si chiedono altri 30 alloggi).
occorre innanzi tutto stabilire con certezza la situazione debitoria della cooperativa, che a fronte di
un impegno finanziario di lire 1.834.560.00, di cui lire 1.459.500 in opere di urbanizzazione e il resto
in contanti, ha effettivamente corrisposto lire 75.000.000 in contanti e realizzato opere per un importo
mai quantizzato n dalla cooperativa, n dal Comune.
non sembra sostenibile innestare su rapporti tanto fatiscenti ulteriori rapporti obbligatori.308

Limporto delle opere di urbanizzazione realizzate valutato dallufficio tecnico in circa


650 milioni.
La situazione appare grave e l8 maggio 1985 il Comune intenta azione giudiziaria per
lesecuzione del contratto presso il locale tribunale a tutela del suo credito contro la cooperativa. il Comune concede comunque alla cooperativa larea per la costruzione di ulteriori 30 alloggi nella stecca con una deliberazione del giugno 1986 che recita:
il Consiglio Comunale delibera:
1) di autorizzare sindaco o suo delegato a stipulare in rappresentanza del Comune di Pistola, atto pubblico con la Cooperativa fornaci 81, con il quale modificare la precedente convenzione come segue:
a) darsi atto che la cooperativa superficiaria ha realizzato lintervento per n. 102 alloggi (cosiddetto
muro o nastro) sul terreno indicato dalla convenzione originaria;
b) cedere in diritto di superficie alla cooperativa il terreno per la realizzazione di n. 30 alloggi sociali;
c) dare atto dellavvenuta realizzazione di n. 102 alloggi e dellattuale costruzione di altri n. 30 alloggi.
d) darsi atto che le opere di urbanizzazione previste sono state in parte realizzate dalla cooperativa
per un importo di lire 658.270.000.
e) convenire che il corrispettivo dovuto dalla cooperativa di lire 1.104.792.000.

rapporto dellistruttore amministrativo, dr. Vito Papa, dellufficio legale del Comune di Pistoia allassessore allurbanistica. 14 giugno 1985. asCPPt, a 83.

308

Le Fornaci

173

Considerato che a tuttoggi la cooperativa, ha versato lire 75.000.000, da imputarsi a quanto dovuto
per il prezzo di esproprio, la cooperativa si obbliga al pagamento del residuo prezzo di esproprio pari
a lire 106.544.000 (...)
di rinunciare alla causa intentata presso il locale tribunale; (...)
di stabilire che, non addivenendosi alla stipula dellatto in argomento oltrech a procedere in sede
giudiziaria sar provveduto allincameramento delle fideiussioni.309

i contenuti della deliberazione sono tradotti in una convenzione firmata il 7 agosto 1986
con cui si cede il terreno per la costruzione di 30 alloggi della stecca e da un successivo
pro memoria dellarch. Giuliano aliperta del Comune di Pistoia si apprende che:
i lavori vennero appaltati alla impresa itaLia di roma () e anticipando alla citata impresa una
somma di lire 500 milioni. su tale operazione la Lega Cooperative si dissoci con lettera in data 30
maggio 1985.
a tutela del credito di lire 300.060.000 vantato dal Comune nei confronti della cooperativa, lamministrazione intent azione giudiziaria per la esecuzione del contratto, presso il locale tribunale ( atto
di citazione notificato il 8.5.1985);
i lavori di costruzione del 2 lotto di 30 alloggi furono portati avanti dallimpresa itaLia dietro corrispettivo in stati davanzamento lavori, fino al raggiungimento dello stato attuale dellopera, di circa
1300 milioni (quindi per un totale di 500+1300 = 1800 milioni). ii valore dellopera ad oggi sembra
comunque non essere pi di 750-800 milioni circa.
da notare che i 30 alloggi non erano coperti da nessun mutuo n vi erano soci acquirenti al momento
dellappalto.
Loperazione pertanto fu portata avanti utilizzando le somme necessario alla liquidazione delle imprese
soGePi e CareP per i lavori del 1 lotto. da questo il sequestro cautelativo intentato dalle medesime contro le fornaci 81.
a questo punto si inserisce in tutta la vicenda listituto di Credito fondiario con un sequestro di lire
5.038.000.000 in quanto la cooperativa non risulta aver mai rimborsato note di mutuo in scadenza n
aver mai eseguito le assegnazioni ai soci che si sono quindi limitati al pagamento di quanto richiesto
dalla cooperativa.
ad oggi gli alloggi invenduti sono 16 nel serpentone 30 nella stecca con evidenti impossibilit di
vendita

il promemoria conclude ricordando che:


La cooperativa non ha mai onorato gli impegni presi in convenzione da cui la nuova azione legale del
comune di Pistoia.310

al termine dei lavori del nastro le imprese soGePi (societ Generale edilizia Pistoiese
che ha sostituito la ditta soCet) e CareP risultano creditrici rispettivamente di 1.074 e
537 milioni di lire (debiti che non risultano mai saldati) e gli alloggi continuano a rimanere
invenduti. inoltre gli istituti di credito si rifiutano di concedere la fideiussione a garanzia degli
oneri di convenzione e la cooperativa costretta a farseli avallare dallimpresa soGePi.
allinizio del 1989 i lavori di costruzione dei 30 alloggi della stecca proseguono dietro il
pagamento allimpresa itaLia dei vari stati di avanzamento che assommano a circa 1.800
milioni. La cooperativa risulta non aver rimborsato le rate di mutuo in scadenza, n aver
mai eseguito le assegnazioni ai soci che, risultano ignari delle scelte compiute, compresa la
decisione di costruire gli ulteriori 30 alloggi, e pur avendo pagato tutte le quote di mutuo
richieste si ritrovano senza la propriet degli alloggi.
nellagosto del 1989 risultano ancora invenduti 16 alloggi del nastro e tutti i 30 della
stecca.
intanto alcuni soci della cooperativa richiedono la convocazione dellassemblea dei soci e

deliberazione del Consiglio Comunale n. 726 del 30 giugno 1986.


Cooperativa fornaci 81. Promemoria del responsabile dellufficio casa del Comune di Pistoia arch. Giuliano aliperta
del febbraio 1989. asCPPt, a 84.
309
310

174

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


in tale sede il Consiglio di amministrazione ribadisce fermamente che tra le due opere (i n. 102 alloggi e i n. 30 alloggi) non
esiste alcun tipo di rapporto o di collegamento. Ma di l a poco
il presidente della cooperativa si dimette ed il nuovo presidente
riceve uneredita molto difficile da gestire poich vengono alla
luce altre operazioni effettuate che confermano la cattiva gestione della cooperativa.311

Fig. 169 - Le Fornaci, Stecca.

anche il nuovo presidente si dimette nel 1989 e viene


sostituito da un commissario governativo che tenta
di raggiungere un concordato con i vari creditori ma
il tentativo si esaurisce con la dichiarazione dello
stato di insolvenza della cooperativa.
Le vicende si trascinano ancora per molti anni. Gli 80 soci della cooperativa assegnatari
degli alloggi del nastro si costituiscono in una nuova cooperativa denominata il nastro
con lo scopo di riacquistare a trattativa privata gli alloggi in cui vivono e che hanno gi
parzialmente pagato e solo a met degli anni novanta riusciranno a definire, con ulteriori
spese, le loro posizioni di proprietari degli alloggi.312
IaCP - La stecca, 15 e 45 alloggi
il principale attuatore della zona di fornaci liaCP che localizza, qui e a Bottegone, tutti
i finanziamenti del piano decennale di cui alla legge 457.
Lindividuazione delle aree su cui localizzare i vari finanziamenti disponibili sar variata
pi volte a causa delle incertezze dovute alle vicende della cooperativa fornaci 81, alle modifiche del progetto, alla variazione dei finanziamenti e alla difficolt di suddividere gli edifici, la cui progettazione ha una certa rigidit formale in lotti che soddisfino le richieste
degli assegnatari.
Come abbiamo visto la prima assegnazione provvisoria delle aree si decide nel luglio 1983
quando si localizza il finanziamento del 4 biennio della legge 457 per la costruzione di 78
alloggi di edilizia sovvenzionata su parte dellarea delledificio stecca.
La stessa area era gi stata assegnata alla Cooperativa fornaci 81 che poi aveva rinunciato
a favore di un accordo che divide la stecca (101 alloggi) in due parti uguali fra la cooperativa
che prende la parte ovest e liaCP che prende la parte est delledificio.
LiaCP intende localizzare nella stecca un finanziamento di fondi ania (associazione
nazionale assegnatari e inquilini) in corso di concessione per la costruzione di 50 alloggi.
Viene anche redatto il progetto, sempre sotto il controllo del Gruppo savioli, che approvato nel settembre 1984. su questa base il Comune assegna provvisoriamente alliaCP
la parte est della stecca nel gennaio 1985.
Ma le cose cambiano ancora in quanto i finanziamenti concessi allania si riducono e
consentono la costruzione di soli 15 alloggi e liaCP decide di localizzare sulla stecca
questi finanziamenti pi parte di quelli del quarto biennio della 457 per la costruzione di
altri 45 alloggi. Questo assetto che risulter definitivo viene, in accordo con la Cooperativa
Bonelle 81, ufficialmente definito dal Consiglio Comunale nel marzo 1985:
si premette che () in data, 21/1/1985 il Comune di Pistoia su richiesta dellistituto autonomo Case
Popolari cedeva allo stesso e alla cooperativa fornaci 81 larea per la costruzione delledificio stecca.
La progettazione di tale edificio cos come ideata nella variante del 1983 non si prestava agevolmente
allinserimento al suo interno di 2 committenti cos diversi, cooperativa e i.a.C.P. che, pur avendo volont
di collaborazione, hanno esigenze di tagli di alloggi e di strutture di fabbricato assai differenziata.

Lettera alla regione toscana e al sindaco di Pistoia del Presidente del Consiglio di amministrazione della nuova cooperativa il nastro del 20 marzo 1993. asCPPt, a 84.
312 Il Tirreno, cronaca di Pistoia, febbraio 1989.
311

Le Fornaci

175

emergeva inoltre da sopraluoghi effettuati che a causa di vari spostamenti sia della viabilit tangenziale
est sia dei fabbricati realizzati, non era possibile inserire nellarea un fabbricato della lunghezza ipotizzata.
si giungeva cos alla redazione di un progetto esecutivo che se lasciava inalterato landamento lineare
del fabbricato ne modificava la struttura nel senso di trovare nel suo complesso degli ambiti di intervento ben definiti per i due operatori.
tale nuovo progetto implica perci la variante alla planivolumetria approvata per permettere sia
alli.a.C.P. che alla cooperativa di poter richiedere le concessioni edilizie. tale variante non modifica
n gli indici n le dotazioni di spazi pubblici n il perimetro del PeeP.313

in conclusione il Consiglio Comunale delibera di assegnare alliaCP


1) unarea allinterno del PeeP di fornaci per la realizzazione di 15 alloggi assistiti da fondi ania
2) unarea allinterno del PeeP di fornaci di 45 alloggi di cui alla legge 457/78314

il 22 novembre 1984 si comunica alliaCP che la Commissione nazionale per la gestione


dei fondi ania ha assegnato alla provincia di Pistoia la somma di 750 milioni di lire corrispondente al 90 per cento del costo globale per la costruzione di 15 alloggi nel Comune
di Pistoia, da cedere in locazione a equo canone. nel marzo 1985 il Consiglio di amministrazione delliaCP delibera lincarico per la progettazione ricordando che
il Comune nel corso delle trattative per definire la localizzazione nel piano delle fornaci nelledificio
denominato la stecca fra le torri 1 e 2 degli alloggi di cui trattasi, ha costantemente ribadito la opportunit che la progettazione su questa area fossero coordinate dal Gruppo savioli che gi attese alla
progettazione del piano di zona e che, con la collaborazione dellistituto progett gli edifici pi significativi: Le torri e il triangolo. Questa esigenza daltra parte appare naturale e comprensibile se si fa
attenzione alle caratteristiche del piano ed al rilievo urbanistico e architettonico degli edifici ricordati
che, con quello che deve essere progettato, stanno per disegnare uno spazio urbano complessivo nel
quale sembra essenziale rafforzare i criteri formali e compositivi che caratterizzano il complesso in
un disegno unitario. Per questo i componenti del Gruppo , che hanno sempre partecipato agli incontri
preparatori e conoscono le problematiche in essere, avrebbero dovuto essere destinatari di un incarico
di coordinamento da iaCP e cooperative col Comune, che allo stato dei fatti, non organizzabile
per lincertezza che ancora sussiste sulle effettive intenzioni e programmi delle cooperative. daltra
parte listituto deve soddisfare la necessit di pervenire in tempi brevi alla progettazione definitiva,
tener conto del notevole carico di lavoro dellufficio e avere riguardo agli impegni assunti di coerenza
nei confronti dei lineamenti del piano e degli altri progetti.
Per questo la proposta che appare pi naturale quella di affidare al Gruppo savioli un incarico per la
progettazione di massima con elementi di progettazione esecutiva, dei 15 + 45 alloggi con una progettazione progettuale al pi ampio complesso di 90 alloggi della stecca. impregiudicato, ovviamente e
per ora, il soggetto attuatore de restanti 30 alloggi che nominalmente sono le cooperative, ma, in caso
di recesso di queste, listituto. si ricorda infine che la scomparsa del Prof. savioli e del prof. santi i componenti attivi del Gruppo sono: il prof. alberto Breschi, il prof. Paolo Galli e larch. Walter saraceni.315

evidente linteresse delliaCP ad acquisire tutto ledificio la stecca compresi i 30 alloggi


non ultimati dalla cooperativa fornaci 81.
in tal senso listituto invia una lettera allassessore allurbanistica, Luciano Pallini:
il Comune dovr decidere se autorizzare listituto a completare nella stecca gli ulteriori 30 alloggi.
Consigliano questa soluzione molti motivi di ordine economico, di unit architettonica e compositiva
e infine costruttivi e di completamento del piano cui listituto in grado di dare immediato avvio.316

il progetto dellintero edificio che riguarda liaCP per la costruzione di 60 alloggi (di cui
15 finanziati con i fondi ania e 45 sono parte dei 75 alloggi finanziati con il quarto biennio della legge 457 di cui 30 localizzati a Bottegone) viene approvato il 1 aprile 1985.

Comune di Pistoia. deliberazione del Consiglio Comunale n. 353 dell11 marzo 1985.
Ibidem.
315 deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 124 del 12 marzo 1985. asCPPt, a 999.
316 Lettera del Presidente delliaCP allassessore allurbanistica del Comune di Pistoia, 21 marzo 1985. asCPPt, a 84.
313
314

176

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

i 15 alloggi sono accessibili da un vano scale e un ascensore che distribuiscono 3 alloggi


per piano per 4 piani e 1 alloggio per piano per gli altri 3 piani. Gli alloggi sono 11 con superficie fra 60 e 70 m2 e 4 con superficie fra 70 e 95 m2. il costo complessivo dei lavori
ammonta a 833.340.000 lire. i 45 alloggi hanno una superficie complessiva di 3.387 m2;
20 alloggi hanno dimensioni comprese tra i 46 e 60 m2 e 25 alloggi fra i 60 e i 95 m2; il
progetto comporta una spesa di 2.939.294.000 lire.
Le gare a licitazione privata per laggiudicazione dei lavori si svolgono entrambe il 24 aprile
1985 e sono vinte dalla ditta edilprogress di Prato.
i lavori per la costruzione dei 15 alloggi ania vengono iniziati il 27 aprile 1985 e dopo
quattro sospensioni per complessivi giorni 214 e proroghe per complessivi 240 giorni sono
effettivamente ultimati il 16 dicembre 1987.
i lavori per la costruzione dei 45 alloggi della legge 457 iniziano il 26 giugno 1985 e dopo
tre sospensioni per complessivi 155 giorni e una proroga di 180 giorni per la realizzazione
di vari lavori suppletivi sono terminati il 16 febbraio 1987 (fig. 169).317
IaCP - La stecca. acquisto di 15 alloggi dalla societ so.g.e.PI.
nel 1981 i 102 alloggi della stecca2 sono assegnati interamente alla Cooperativa fornaci
81. nellagosto del 1986, a seguito di complicate vicende gi illustrate, gli alloggi della
stecca sono ridotti da 102 a 90 di cui 60 sono realizzati dalliaCP e i rimanenti 30 rimangono assegnati alla cooperativa.
La costruzione dei 30 alloggi avviata dallimpresa itaLia di roma che non li porta a
compimento per le difficolt economiche e finanziarie della cooperativa. Le strutture portanti e parte dei tamponamenti realizzati sono posti allasta nel febbraio del 1994 ed acquistati dalla societ soGePi che intende completare lopera e vendere gli alloggi.
nel gennaio 1995 si stipula la nuova convenzione fra il Comune e la so.G.e.Pi. per il trasferimento dellarea relativa dalla cooperativa alla stessa so.G.e.Pi. con limpegno alla realizzazione delle opere di urbanizzazioni mancanti (pavimentazione marciapiedi e punti
luce) e al pagamento delle quote residue non pagate dalla cooperativa.
Gli alloggi sono terminati dalla so.G.e.Pi. nel 1995. si tratta di un edificio di 5 piani con
6 alloggi per piano distribuiti da due vani scala per complessivi 30 alloggi, 15 per ciascun
vano scala.
a seguito della legge 13 dicembre 1993 n. 560 che disciplina la vendita degli alloggi di edilizia
residenziale pubblica; later di Pistoia vende diversi alloggi e con il relativo incasso lamministratore straordinario delibera di utilizzarne parte per lacquisizione di 15 alloggi di nuova
costruzione nel comune di Pistoia ai prezzi stabiliti dalle normative regionali.
nel marzo 1996 si approva il relativo bando.
tali alloggi potranno appartenere ad uno o pi proprietari privati, societ ovvero cooperative edilizie.
() sono ammesse offerte di alloggi di edilizia sovvenzionata e agevolata. il prezzo di acquisto per
gli immobili non pu essere superiore a quello definito nelle convenzioni. e comunque non superare
il costo totale di nuova edificazione stabilito dalla legge. () sono proponibili offerte di insieme di
alloggi che facciano parte di un singolo fabbricato, in numero complessivo minimo di 5 e massimo
di 15.() i lavori di realizzazione degli immobili devono essere stati ultimati nellultimo quinquennio.
Gli alloggi devono essere liberi e disponibili per una immediata consegna. () Le offerte saranno
valutate da una commissione giudicatrice insediata presso later.318

La commissione si riunisce nel dicembre 1996 e nel gennaio 1997 esamina lunica offerta
pervenuta dalla ditta so.G.e.Pi. e rilevato che il prezzo di cessione di 2.221.467.000 lire
superiore al prezzo massimo ammissibile, non ritiene possibile procedere allaggiudicazione.

317
318

asCPPt, a 84.
ater di Pistoia. Bando per lacquisto di 15 alloggi di nuova costruzione. 4 marzo 1996. ufficio tecnico sPes.

Le Fornaci

177

si procede rapidamente ad un secondo esperimento di gara con gli stessi termini del primo.
La commissione si riunisce nuovamente nel marzo del 1997, esamina la sola offerta pervenuta
da parte della so.G.e.Pi. di 2.062.622.680 lire che risulta inferiore al prezzo massimo ammissibile stabilito, e decide di aggiudicare la gara a condizione che la ditta si impegni alla realizzazione di alcuni lavori necessari per il risanamento e la piena funzionalit degli alloggi. il
contratto di acquisto rogato il 1 aprile 1997 previo versamento di una fideiussione a garanzia della esecuzione dei lavori che sono regolarmente eseguiti nel giugno del 1997.
IaCP - La Certosa
il 22 luglio 1986 la regione toscana approva il programma di localizzazione dei finanziamenti del quinto biennio della legge 457 assegnando al Comune di Pistoia 3.240 milioni
di lire per la realizzazione di 54 alloggi di edilizia sovvenzionata.
il Comune decide di localizzare tali finanziamenti nella zona di fornaci nellarea ove il
piano particolareggiato prevede la realizzazione delledificio denominato Certosa e, nel
novembre 1986, assegna allater di Pistoia larea relativa sulla quale prevista la costruzione di 84 alloggi anche se il finanziamento non sufficiente a costruirli tutti.
Per la realizzazione dei due edifici si decide di procedere ad un esperimento pilota con
lindizione di un appalto concorso che chiede alle imprese che partecipano alla gara di presentare anche il progetto delle opere da eseguire. Pertanto si approva il programma dimensionale degli edifici che prevede la realizzazione di 33 alloggi di 60 m2, di 15 fra i 60 e
i 70 m2 e di 14 fra i 70 e i 95 m2. La relazione tecnica che accompagna la delibera descrive
cos il progetto di massima:
il complesso costituito da due edifici rettilinei e paralleli, pressoch gemelli, prossimi al preesistente triangolo, con andamento nord-est/sud-ovest, composti ciascuno di cinque piani fuori terra,
senza seminterrati.
sia tale disposizione sul terreno, sia alcuni dei caratteri generali degli edifici sono frutto di unelaborazione progettuale originale che ha preso lavvio dalle indicazioni di larga massima e dai lineamenti
architettonici a suo tempo suggeriti dallarch. Leonardo savioli nel corso della redazione del Piano di
Zona per la cosiddetta Certosa () Ci pur nella consapevolezza che il passaggio alla fase progettuale
ed operativa vere e proprie avrebbe necessariamente richiesto la completa riconsiderazione e ridefinizione di tutto il tema, sia rispetto alle concrete esigenze abitative e di fattibilit dellazienda, sia rispetto alle disposizioni normative vigenti in materia di edilizia residenziale pubblica.
Per quanto riguarda la nuova proposta, entrambi gli edifici mantengono sostanzialmente la distribuzione a ballatoio (integrata per da corpi scala in linea), la serialit e lalternanza di aggetti e
volumi pieni e vuoti che caratterizzavano in sezione e prospetto lidea savioli.
al di l di questo il taglio, la dimensione e la tipologia degli alloggi ed i complessi edilizi nel loro insieme
hanno goduto di una riorganizzazione e progettazione ex novo che ha posto () problemi progettuali
di non facile soluzione, che si ritiene abbiano tuttavia trovato risposte consone e convincenti.
i tagli di alloggio [sono] vari ed assortiti dimensionalmente per consentire la maggior rispondenza
possibile ai diversi nuclei familiari (da 1-2 a 6 persone).
stato perseguito lobiettivo della maggior linearit e modularit possibile, per contenere i costi di
costruzione e di gestione, limitando le interferenze delle parti impiantistiche con le componenti strutturali ed aprendo la via anche a soluzioni di tradizionale evoluto o prefabbricate pi o meno spinte
sia per la stessa struttura che per altre parti costitutive.
Conseguenza pressoch inevitabile di questo sforzo prioritario sono stati la parziale aereazione forzata
e meccanica di alcuni bagni e - sopratutto negli alloggi di taglio minore - la cucina in nicchia direttamente comunicante con il soggiorno.
al contempo sono state ricercate per gli ambienti delle cosiddette zone notte soluzioni pi articolate
e distinte rispetto al consueto, per offrire un uso pi libero delle camere da parte dei diversi gruppi
di utenti esistenti in seno al nucleo familiare (genitori, figli, ecc. ), spesso in diretto rapporto con le
zone di soggiorno.319

319

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 274 del 12 maggio 1987. asCPPt, a 1002.

178

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

nel luglio 1987 si svolge la gara mediante appalto concorso per lassegnazione dei lavori
di costruzione di 62 alloggi per un importo presunto di 6.051 milioni di lire. alla gara vengono invitate 8 ditte ma partecipano solo in due la CareP di Prato e la fratelli Becheri
di Prato. Questultima viene esclusa per irregolarit negli atti di presentazione dellofferta
e pertanto rimane assegnataria limpresa CareP.
La relazione tecnica di accompagnamento al progetto presentato lo descrive cos:
oggetto della presente relazione la costruzione di due fabbricati per civile abitazione per complessivi
62 alloggi con struttura portante a pareti in calcestruzzo cementizio armato gettato in opera, da eseguirsi nel comune di Pistoia, localit Le fornaci, per conto dell azienda territoriale per ledilizia residenziale di Pistoia.
La tipologia architettonica la cos detta a stecca, in quanto le due costruzioni si snodano, parallele
fra loro a distanza di 25 metri, in direzione nord-sud..
in pianta gli edifici hanno forma rettangolare; ciascuno composto da piano terra (pilotis), destinato
in parte ad alloggi, in parte a zone condominiali ed in parte a cantine, piani primo, secondo, terzo e
quarto destinati a civile abitazione e dalla copertura piana. i nuovi edifici hanno altezza in gronda di
metri 15,55 dalla quota media del piano di campagna. il primo, secondo, terzo e quarto piano sono
collegati a mezzo di sei vani scale in cemento armato (tre per ciascun edificio) ed altrettanti ascensori.
La copertura degli alloggi, come quella dei nuclei scala-ascensore, piana.
il piano primo dei due edifici pu essere raggiunto a mezzo di una passerella con sezione ad acca su
pilastri. il collegamento funzionale agli alloggi avviene a mezzo rampe.
il camminamento situato a +3.30 dal piano terra. dal piano terra si accede al piano della passerella
per mezzo di una scala posta a nord sul lato ovest delledificio B e per mezzo di una rampa adiacente
alla parete nord delledificio a.320

allatto di aggiudicazione dei lavori il numero di alloggi da realizzare si riduce da 62 a 54


per problemi di costo e di mutazione del taglio degli alloggi.
i lavori iniziano il 3 agosto 1988 e dopo sospensioni e proroghe per complessivi 217 i
lavori sono ultimati il 3 maggio 1990 (fig. 170).
Gli alloggi costruiti sono 31 nelledificio a e 23 nelledificio B per cui rimangono ancora
da costruire 16 alloggi per il completamento dei due edifici Certosa come previsti nel
piano particolareggiato.321
IaCP - Certosa, 16 alloggi
il 7 settembre 1990 la Giunta regionale approva il programma di localizzazione del 6
biennio della legge 457 (88-89) che assegna allazienda territoriale edilizia residenziale
(ater), subentrata alliaCP, fondi per la costruzione di 16 alloggi. da realizzarsi in localit
fornaci e precisamente sullarea rimasta inedificata
nel comparto edilizio denominato Certosa.
il progetto redatto dalling. Giorgio Gennari, coordinatore tecnico dellater nella cui relazione tecnica si legge:
Lorganismo edilizio costituisce la tranche di completamento
di una precedente edificazione di complessivi 54 alloggi. il precedente intervento costituito da due edifici in linea a binario
rispettivamente di 31 e 23 alloggi. Lattuale progetto costituisce
la continuit architettonica e volumetrica delledificio di 23 alloggi, rappresentandone lideale completamento; vengono infatti mantenuti tutti gli allineamenti orizzontali e tutte le
caratterizzazioni architettoniche proprie delliniziale progetto.322

Fig. 170 - Le Fornaci, Certosa.

relazione tecnica presentata dal CareP alla gara per lappalto concorso degli edifici Certosa svoltasi il 13 luglio
1987. asCPPt, a 21.
321 asCPPt, a 21, a 22.
322 Progetto di costruzione di 16 alloggi in localit fornaci. relazione tecnica del progettista ing. Gennari. asCPPt, a 22.
320

Le Fornaci

Fig. 171 - Il quartiere nord con gli edifici


Nastro, Certosa e Triangolo.

179

il progetto variato solo per ladeguamento alle


nuove norme regionali in particolare per labbattimento delle barriere architettoniche, per i parcheggi
e per la profondit dei balconi. il progetto prevede
un edificio in linea di 5 piani per 16 alloggi oltre le
cantine e i vani tecnologici. Gli alloggi hanno le seguenti dimensioni: piano terra 2 alloggi di 45 e 70
m2, piano primo 1 alloggio di 85 e 4 di 45 m2, piano
secondo 1 alloggio di 75 e 2 di 95 m2, piano terzo 1
alloggio di 60 e 2 di 70 m2 e piano quarto 1 alloggio
di 60 e 2 di 75 m2. il progetto, che pur essendo assai
simile alloriginario ne peggiora i caratteri architettonici, approvato dallater nel dicembre del 1993
e comporta una spesa di 1.087.961.367 lire.
La gara di appalto si svolge nellottobre del 1994 ed vinta dalla societ siCoGe con il
ribasso del 26,80 per cento.
i lavori iniziano il 30 marzo del 1995 e, malgrado la sospensione concessa per 185 giorni,
limpresa accumula forti ritardi e diserta il cantiere inducendo lamministrazione a sciogliere
il patto contrattuale nel dicembre del 1997. nellottobre del 1999 il tribunale di napoli dichiara il fallimento della societ siCoGe. al momento della transazione i lavori sono stati
ultimati esclusivamente per la parte strutturale realizzata quasi totalmente salvo le scale e il
vano ascensore di testa alledificio. allinizio del 2004 ling. nicola nigro procede allaggiornamento del progetto che mantiene i caratteri del progetto originario adeguando la perizia che risulta, compresi euro 98.185 per i lavori liquidati allimpresa siCoGe, di euro
995.233. La nuova gara di appalto si svolge nel marzo del 2004 e risulta vincitrice limpresa
costruzioni Palma di Villaricca napoli con il ribasso del 14,86 per cento. i lavori iniziano il
29 settembre 2004 ma, in seguito ad una serie di lungaggini e inadempienze la societ sPes
(societ Pistoiese edilizia sociale) subentrata allater viene nella determinazione di rescindere anche questo contratto con atto di transazione sottoscritto nel maggio del 2005 e
di chiudere ogni rapporto con la ditta Palma costruzioni senza riconoscergli alcun indennizzo. Per riprendere i lavori si interpella la ditta MtC di napoli, seconda classificata nella
gara dappalto, con la quale si sottoscrive nel giugno del 2006 un nuovo contratto alle stesse
condizioni del precedente. i lavori proseguono e vengono effettivamente ultimati solo il 30
aprile 2007 (fig. 170).
IaCP - Polo urbano, 50 alloggi
agli inizi degli anni ottanta si sviluppa nella regione toscana una riflessione sulla opportunit di intervenire con programmi speciali di edilizia sovvenzionata per la realizzazione
di residenze assistite con servizi sociali e sanitari da destinare agli anziani. il Comune di
Pistoia trova un accordo con liaCP per la realizzazione nella zona delle fornaci di una
struttura di residenza assistita da inserire nel complesso degli edifici denominati torre-1.
nel 1982, sulla base del piano particolareggiato delle fornaci larch. Breschi del Gruppo
savioli e ling. Biagini dellufficio tecnico delliaCP elaborano un progetto di grande interesse e complessit denominato Polo urbano che comprende un fabbricato per gli anziani e un day-hospital.
il progetto viene presentato al Consiglio di amministrazione delliaCP il 10 settembre
del 1982 con una illustrazione dellarch. Breschi, che si avvale dei disegni e di un plastico:

Fig. 172 - Le Fornaci, Polo urbano.

ii progetto di una struttura di servizi e di residenze protette completa lunit residenziale a torre prevista allestremo sud - ovest della planimetria di Piano Particolereggiato delle fornaci.
esso si pone come cerniera tra il nuovo sistema residenziale previsto dal piano particolareggiato e

180

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


lintorno del quartiere preesistente: raccordo tra i due insiemi, accesso e insieme terminal di scambio
nei confronti del nuovo insediamento. Questa collocazione strategica nella dinamica spaziale dellarea
ha motivato laccentuazione del carattere urbano del complesso, verso la prevalenza di una funzionalit
e di una spazialit pubbliche, a forte coinvolgimento collettivo. il carattere urbano si concretizza nella
proposta progettuale di una struttura integrata di residenza e servizi.
Larchitettura vuole rappresentare questo carattere integrato tipico dell urbano esaltando gli spazi
dei percorsi di distribuzione e di collegamento, le zone di sosta e di riunione e i punti di contatto e di
scambio: essi divengono le vere matrici formali della composizione architettonica.
Limpianto progettuale si articola infatti secondo un corpo che avvolge, seguendo una matrice rettangolare, la torre delle residenze e si scompone perci in due blocchi, funzionalmente differenziati.
a livello architettonico, si vuol richiamare il convento, la sua tipologia impostata sui percorsi di distribuzione e di sosta come vere strade interne: gli ambienti funzionali sono subordinati al valore
spaziale e fruitivo tanto della strada coperta e del porticato, quanto dei corridoi di distribuzione alle
cellule residenziali e agli spazi di ritrovo dei piani superiori.
il complesso architettonico si fonda sulla stretta integrazione tra la residenza privata dellunit a torre,
i servizi e le attrezzature pubbliche e di uso collettivo e le residenze protette delledificio a cittadella.
il nucleo residenziale privato di 33 alloggi, costituito dalle torri degradanti delli.a.C.P.
il nucleo dei servizi costituito da due blocchi: quello delle residenze protette e delle attrezzature
commerciali, di ritrovo e di servizio pubblico; quello del centro sanitario, articolato nellunita sanitaria
e nel day hospital.
La soluzione architettonica delle residenze protette deriva dalla volont di inserimento degli anziani
in un contesto di vita associata organico e vitale, cui partecipare pienamente .
al primo livello, si concentrano gli ambienti di ritrovo e quelli amministrativi, filtro tra i servizi pubblici
del piano terra e le cellule residenziali del secondo, terzo e quarto livello.
ad ogni piano la distribuzione si realizza con assi corridoio, a volte sfalsati e comunicanti visivamente
o dilatati in spazi di sosta, in relazione visiva con lesterno e colleganti i bastioni angolari delle torri
con le scale e gli ascensori.
sono previste n. 28 cellule doppie e n. 13 cellule singole con la possibilit di ricavare altre n. 6 cellule
doppie fino ad un totale di 48 alloggi. La superficie complessiva per il nucleo protetto di 4.107 m2.
La cellula abitativa pu essere di due tipi: per due persone, comprendente, camera, bagno, angolo
cottura e soggiorno di circa 40-50 m2; per una persona con due diversi tagli: luno, comprendente camera bagno e soggiorno di circa 31,50 m2, laltro comprendente camera, soggiorno, bagno e cucinotto
di circa 30,60 m2.
il centro sanitario si articola funzionalmente nellunit sanitaria Locale e nel day-hospital. nel livello
interrato vengono sistemati gli spazi per i servizi generali, tecnologici e di deposito; al piano terra ed al
primo piano sono gli spazi destinati agli ambulatori e alle funzioni amministrative, al terzo e al quarto
livello, al di sotto di una terrazza il day-hospital con le stanze di degenza e i locali di servizio connessi.
La superficie complessiva lorda di 1786 m2 circa suddivise tra i 1260 m2 dellusL e 494 m2 del dayhospital. i servizi pubblici e le attivit commerciali e di ristoro sono collocati al piano terra del nucleo
delle residenze protette e si distribuiscono lungo la strada interna coperta, su cui si affacciano, esaltandone il carattere urbano.
Le attivit commerciali e di servizio pubblico (negozi, banca, ufficio postale) sono previste in locali
a volte in duplex, con vani parzialmente interrati ed accessibili dalla strada interna ad entrambi i livelli.
occupano una superficie di circa 1153 m2. Le attivit di ristoro consistono in un bar in una mensa ristorante e una tavola calda per circa 1090 m2: si articolano su due livelli di cui uno interrato e prospiciente su un giardino posteriore alledificio.La soluzione morfologica a cittadella, chiusa su tre lati, determina naturalmente lo spazio centrale, sistemato a piazza: luogo di sosta, crocevia distributivo e accesso dalla viabilit meccanizzata ad essa tangente
che la collega al resto dellinsediamento. La piazza ha due lati sistemati a gradoni, ed arredata da 4 grandi
alberi cedui che ne costituiscono lunica connotazione monumentale nei confronti del complesso.
Lintorno viene variamente sistemato con attrezzature ed elementi di arredo urbano: un parcheggio,
sul lato nord, coperto da una piantagione regolare di alberi ad alto fusto; una quinta arborea che segna
il confine retrostante del lotto seguendo landamento del fosso; un terrazzo giardino interrato, sul
lato ovest che fiancheggia per un lato la mensa-ristorante.323

323

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 187 del 10 settembre 1982, asCPPt, a 996.

Le Fornaci

181

il Consiglio di amministrazione delliaCP delibera di dare la massima fiducia alliniziativa


approvando il progetto di larga massima.
Per concretizzare liniziativa il presidente scrive al Cer e alla regione toscana chiedendo
un finanziamento di 5 miliardi di lire a valere sulla legge 457/78, che riserva il 2 per cento
dei finanziamenti complessivi per interventi straordinari. La richiesta non ha esito positivo.
il 15 novembre 1984 si chiede nuovamente senza esito il finanziamento dellopera con i
fondi della legge n. 94 del 1982 che autorizza la spesa di 600 miliardi di lire nel biennio
1982-83 per la realizzazione di programmi di sperimentazione di edilizia sovvenzionata.
il progetto cui si associano anche il Comune di Pistoia e lusL 8 viene presentato alla popolazione ma non si riesce ad ottenere i finanziamenti necessari alla sua attuazione.
il progetto viene ripreso nel 1985 quando liaCP delibera
1) di approvare il programma di edilizia residenziale per la realizzazione di un polo urbano contenete
47 residenze protette assistite da presidio socio sanitario con attrezzature di servizio. 2) di approvare il
quadro economico dellintervento per la costruzione delle residenze protette e del centro sanitario con
esclusione quindi dei negozi, degli uffici pubblici e delle attivit commerciali per un importo complessivo
di lire 5.560 milioni. 3) di dare mandato al Presidente di provvedere a tutti gli atti tecnico amministrativi
finalizzati alla ricerca del finanziamento occorrente per la realizzazione dellintero programma.324

La delibera definisce con maggiore precisioni le funzioni del complesso e il suo costo:
nellarea, destinata allintervento proposto, assegnata dal Comune di Pistoia, in diritto di superficie
delli.a.C.P. Pistola, risulta localizzato il polo urbano comprendente:
a) il day Hospital nella sua configurazione di struttura sanitaria preselettiva si riconosce nelle strutture
di terapia riabilitativa, strutture di diagnostica e strutture di assistenza socio-sanitaria. in questo senso
in grado di supportare un complesso di servizi di osservazione e di assistenza delle residenze protette
seguendone gli aspetti evolutivi sotto il profilo medico-sociale anche in relazione al sistema di relazioni
che si instaurano fra polo urbano, quartiere residenziale e citt. dal punto di vista organizzativo si
compone di: 1) sale mediche (di tipo ambulatoriale diagnostica e riabilitativa); 2) locali di psicoterapia;
3) terapia occupazionale; 4) medicina del lavoro; 5) locali di degenza provvisoria o strumentale; 6)
deposito farmaceutico; 7) sale riunioni; 8) locali per il personale, strutture di servizio e di amministrazione. in tutto per una superficie utile di 1728,80 m2 e una superficie non residenziale di 813,87
m2 pari al 47 per cento.
b) Le residenze protette comprendono una serie di unit abitative mono e bilocali per individui soli
o in coppia. Le cellule abitative sono integrate nel complesso dalle relazioni giorno costituite dagli
spazi comunitari e quelli per i servizi collettivi. talune di queste strutture si proiettano sullesterno
sotto la forma di servizio in un contesto di integrazione funzionale. Gli alloggi in numero di 47 risultano cos suddivisi: 7 alloggi di 26,40 m2, 2 alloggi di 26,50 m2, 28 alloggi di 35,30 m2, 4 alloggi di tipo
B di 36,00 m2, 2 alloggi di 39,30 m2, 4 alloggi di 51,08 m2. Le residenze protette con le integrazioni
degli spazi comunitari e dei servizi collettivi hanno una superficie utile di 3129,38 m2 ed una superficie
non residenziale di 1583,94 m2 pari al 50 per cento.
c) i negozi, gli uffici pubblici e le attivit commerciali, per una superficie complessiva di 1362,30 m2,
pur facendo parte del polo urbano nellambito delle funzioni e delle relazioni previste avendo, per
altro, scopi pi specializzati non fanno carico al programma di edilizia residenziale. essi vengono
realizzati contestualmente allinsieme ma con un canale di finanziamento indipendente e chiaramente
distinto in termini tecnici dal suddetto programma di edilizia residenziale.
il quadro economico dellintervento comporta un importo complessivo di lire 5.560.000.000.325

il presidente rinnova la richiesta di finanziare il progetto con i fondi della legge 94/1982
con lettera al segretario generale del Cer del 15 novembre 1985. Ma anche questa richiesta
non corrisposta.
il 16 giugno 1986 si addiviene ad un accordo di programma fra la regione toscana, il Comune di Pistoia, lunit sanitaria Locale e liaCP di Pistoia che stabilisce che:

324
325

deliberazione del Consiglio di amministrazione n. 279 del 30 luglio 1985, asCPPt, a 1000.
Ibidem.

182

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

LiaCP provvede alla costruzione del complesso acquisendone la propriet che gestir direttamente
limitatamente al comparto alloggi. il Comune gestir, tramite apposita convenzione, le funzioni di
servizio (esercizi commerciali, mensa, uffici pubblici) e realizzer tutta lurbanizzazione primaria occorrente, Lunit sanitaria sar destinata, attraverso il sistema della convenzione e della locazione
tutta la parte del compendio immobiliare che attiene le attivit socio-sanitarie con lonere a suo carico
di attrezzarla per avere un centro di sevizi day-hospital.
Listituto ha richiesto e ottenuto dalla direzione generale dellinaiL un mutuo ipotecario di lire 3 miliardi
con ammortamento ventennale al tasso del 14 per cento ed ha in corso una richiesta di finanziamento
straordinario per un investimento di lire 3 miliardi presso il Comitato per ledilizia residenziale.326

Fig. 173 - Il quartiere sud con gli edifici


Torri 1 e 2, Stecca e Polo urbano.

riePiLoGo deGLi interVenti Le fornaCi


Interventi

Tipologia
ed. pi. al.

finanziamento

Progettista

approvazione
data

triangolo
torre 1 e 2
nastro
stecca iaCP
stecca iaCP
stecca CooP
Certosa
Polo urbano

48
66
102
15
45
15
70
33

457
457
457
ania
457
457
457
94

savioli
savioli
savioli
savioli
savioli
savioli
savioli
savioli

nov. 81
mar. 82
apr. 85
apr. 85
apr. 85
mag. 87
lug. 85

Impresa

CMsa
edilprogres
CareP e soCet
edilprogres
edilprogres
itaLia
CareP
edilprogres

Inizio lavori

fine lavori

apr. 82
dic. 82
dic. 81
apr. 85
giu. 85

giu. 86
giu. 85
apr. 85
dic. 87
feb. 87

ago. 88
giu. 88

mag. 90
apr. 94

in conclusione si costituisce un comitato costituito dai tre enti pistoiesi e presieduto dallassessore regionale che dovr coordinare tutte le fasi realizzative e finanziare delloperazione.
La regione toscana che fa parte del Cer si impegna a favorire lammissione del programma ai finanziamenti della legge 94 destinati a contenuti sperimentali di varia natura
fra cui la configurazione medico-residenziale-sociale di un organismo socio-sanitario di
tipo distrettuale.
il finanziamento di 2 miliardi in conto capitale e 300 milioni in conto interesse viene effettivamente concesso con decreto del 1 giugno 1987.
il costo che risulta dalla relazione tecnico finanziaria dell8 febbraio 1988 di 7,5 miliardi di
lire per la realizzazione delle seguenti opere: 50 residenze, di cui 39 per anziani e 11 per gio
326

accordo di Programma fra la regione, il Comune e later. 16 giugno 1986. ater Polo urbano, asCPPt, a 373.

Le Fornaci

183

vani coppie, per 2.648 m2, soggiorno collettivo per 532 m2, palestra per 68 m2, centro socio
sanitario per 1.523 m2, mensa per 773 m2, sede circoscrizionale per 288 m2, 10 uffici per 207
m2, 6 negozi per 925 m2 e una biblioteca.
La copertura finanziaria dellintervento garantita da: un finanziamento in conto capitale
di 2 miliardi di lire per la realizzazione delle residenze e del soggiorno collettivo; un mutuo
agevolato di 3 miliardi con tasso del 5 per cento di cui la met pagata dal Cer, per la costruzione della palestra, del centro socio sanitario e della mensa bar; un mutuo ordinario
di 2,5 miliardi di lire al tasso dell11, 75 per cento a carico dellater per la realizzazione
dei negozi, uffici e sede della circoscrizione.
trovata la copertura finanziaria, later procede allassegnazione dei lavori mediante gara
di appalto concorso con progetto pilota che si svolge il giorno 11 maggio 1988 ed vinta
dalla ditta edilprogress di Prato che si impegna a realizzare le opere in 700 giorni.
i lavori vengono iniziati il 6 giugno 1988 e dopo la concessione di una proroga dovevano
essere terminati entro il dicembre 1990. il 18 marzo 1991 viene dichiarato il fallimento
dellimpresa edilprogress. i lavori ancora da completare vengono assegnati a varie ditte e
sono effettivamente terminati solo il 30 aprile 1994 (fig. 172).
i rapporti fra il Comune e later per le cessione dellarea e per luso dei locali di servizio
pubblico da parte del Comune e dellusL sono caratterizzati da ritardi e incomprensioni
per cui la convenzione di cessione dellarea da parte del Comune allater si firma solo
il 9 aprile del 1996 e luso dei locali occupati dal Comune e dallusL non viene mai definita
con atti ufficiali tanto che la questione finisce in tribunale. Later conviene in giudizio
il Comune perch le porzioni di fabbricato occupate dalla circoscrizione n. 2 e dallusL
8, per le quali era prevista la stipula di un contratto con locazione con patto di futura vendita, sono state occupate in modi e forme non concordate; e perch, nonostante vari solleciti, la locazione non era mai stata definita e il Comune non aveva mai deliberato di
concludere il contratto. Pertanto il tribunale condanna il Comune alla restituzione dei locali
al pagamento delle indennit e delle spese processuali. La situazione viene regolarizzata
dal Comune solo nel febbraio 1988.327

Il risultato

La realizzazione del quartiere delle fornaci si protratta per pi di 20 anni ed stata caratterizzata dalle infelici vicende della cooperativa fornaci 81 e dalle incertezze dei finanziamenti che hanno indotto liaCP e later a cambiamenti dei programmi, che hanno
allungato i tempi di realizzazione e complicato le soluzioni.
Le dimensioni dellintervento di forte impatto territoriale e le sue forme architettoniche
assai innovative rispetto ai caratteri tradizionali e moderni della citt, rappresentano una
realt anomala che non mai stata accettata dalla cultura cittadina anche a causa delle complesse vicende che hanno caratterizzato la sua attuazione e di alcune scelte sociali discutibili.
il progetto urbanistico complesso e caratterizzato si pone come elemento di forte connotazione non solo dellambiente in cui si colloca ma anche rispetto alla citt e allorografia
collinare circostante.
unarchitettura di avanguardia fortemente innovativa per certi aspetti provocante e in
stridente contrasto con la modestia delledilizia della zona e mediamente dellintera citt.
non poteva non sollevare polemiche, avversioni e discussioni che di fatto ci sono state e
si sono protratte a lungo facendo prevalere un giudizio a tratti pesantemente negativo della
qualit dellintervento nel suo complesso.
oggi possibile una riflessione pi pacata che esamini gli aspetti positivi e quelli negativi
alla luce dei caratteri reali del quartiere del suo aspetto, della sua funzionalit e del suo assestamento nel tessuto urbano e territoriale.

327

asCPPt, a 373.

184

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

riflessione che riesca a evidenziare gli elevati valori della progettazione architettonica e
urbanistica e a individuare i motivi del suo parziale fallimento sul piano dellaccettazione
sociale e della sua funzionalit complessiva.

Il progetto urbanistico

Larea delle fornaci delimitata dal PrG delimitata e contorta; stretta fra il torrente diecine, la circonvallazione e la via sestini divisa in due parti da edifici agricoli antichi e dai
precedenti interventi delliaCP sulle vie Castel de Guidi e Valiani.
inizialmente lunica strada di accesso la via Castel de Guidi che si innesta sulla via antonelli e si perde ad est nella campagna circostante. da essa si distacca il primo tratto della
via Valiani, realizzata per collegare gli edifici per indigenti costruiti dalliaCP negli anni
quaranta, senza sbocchi sulla via sestini.
Con la lottizzazioni Biagioni Monfardini si realizzano le vie La Pira e Capitini che collegano
la via Castel de Guidi alla via sestini e costituiscono assieme alla tangenziale lossatura
viaria sulla quale si innesta il progetto.
La viabilit del PeeP impostata attorno alla via Gentile, che parte dalla tangenziale e si
biforca collegandosi da una parte attraverso le vie Valiani e Capitini alla via sestini e dallaltra si sviluppa ad anello consentendo laccesso agli edifici della parte nord.
La caratteristica planimetrica della zona, divisa dagli edifici preesistenti fra una parte sud
e una a nord, condiziona la soluzione progettuale: gli edifici preesistenti vengono isolati
con i loro resedi senza ricercare unintegrazione viaria e spaziale con il contesto del piano.
Comunque la soluzione adottata condizionata dalla delimitazione della zona e dagli espropri effettuati, che escludono nettamente gli edifici preesistenti e impediscono un loro inserimento organico nel progetto.
nella parte nord sono previsti tre edifici con caratteristiche architettoniche diverse e originali:
il nastro o serpentone. si tratta di un edificio in linea di quattro piani con andamento
curvilineo aperto a ovest che racchiude un ampio spazio verde per il gioco, con una tipologia sperimentata in italia e in europa in diverse forme.
La Certosa. Composta da due edifici paralleli di quattro piani separati da uno spazio verde
con una tipologia di alloggi assai variegata distribuiti da scale e ballatoi.
il Triangolo. ledificio pi caratteristico e originale, di forma triangolare col tetto che
degrada verso le colline da unaltezza di 13 piani fino a terra ove si conclude con lasilo
nido del quartiere.
Gli ampi parcheggi sono distribuiti attorno agli edifici. il verde diffuso in spazi articolati
in modo da costituire un sistema in cui sono immersi i fabbricati, arreda le vie e le piazze
e offre attrezzature per il gioco, lo sport e le relazioni sociali.
Le attrezzature previste sono lasilo nido collocato nellestremit nord del triangolo, una
struttura commerciale prevista originariamente presso lingresso dalla circonvallazione che
non stata poi realizzata, un centro sociale nella parte ovest, una struttura socio sanitaria,
una piazza attrezzata nel Polo urbano e, idea originale che non ha dato felici risultati, ampi
spazi pubblici ricavati allinterno degli edifici.
nella parte sud sono previsti tre complessi:
La Torre-1 a ovest. composta da tre edifici; due torri di 12 e 14 piani collegate tra loro,
un edificio a elle di quattro piani destinato alla residenza assistita e attrezzature pubbliche,
un edificio articolato di varie altezze per attrezzature sociosanitarie e altri servizi. Ledifico
a elle e le torri racchiudono una piazza su cui si affacciano negozi e funzioni pubbliche
che avrebbe dovuto costituire un centro di attrazione socio-economica del quartiere;
La Torre-2, a est. composta di due edifici, una torre di tredici piani con un solo alloggio
per piano e due stecche, rispettivamente di tre e un piano, distribuite da un percorso pe-

Le Fornaci

185

donale a piano terra e da un ballatoio che collegano gli alloggi direttamente con il centro
sociale posto al termine delledificio;
La stecca. un lungo fabbricato in linea di altezza variabile fra i tre e i sette piani che
collega la torre-1 e la torre-2.
i parcheggi sono ampi e collocati attorno alla stecca, gli spazi a verde di arredo sono distribuiti mentre lampio spazio per il gioco e gli incontri ha forma triangolare e si trova tra
la torre-2 e la stecca.
La parte sud del quartiere si caratterizza nel complesso come insediamento residenziale
moderno attrezzato e immerso nel verde; fa eccezione la torre-1 che si presenta con caratteri pi urbani: compatto, densamente edificato, articolato attorno ad una piazza lastricata su cui si affacciano negozi e attivit pubbliche.

gli elementi positivi

La sistemazione urbanistica realizzata , tenuto conto delle difficolt planimetriche, di alta


qualit con parcheggi e spazi a verde ampi e funzionali e una viabilit di accesso e di scorrimento adeguata.
Larchitettura , per il periodo, di qualit, forse, assieme alla mensa di santagostino, una
delle migliori opere di architettura moderna della citt, per la sua capacita di definire spazi
maestosi ed equilibrati, per le forme variegate e inusuali degli edifici proposti (torri, stecche
lineari, stecche curvilinee, edifici pi tradizionali ma originalissimi nelle forme distributive
interne), per la molteplicit delle soluzioni distributive (vani scala, ballatoi, ascensori usati
come ballatoi verticali, appartamenti duplex e in piano di varia dimensione e conformazione, percorsi e spazi pubblici interni agli edifici), per la dimensione a scala territoriale
delle forme degli edifici e degli spazi esterni.
Le dimensioni e i profili architettonici degli edifici, pur originali e diversi,sono sempre
equilibrati. Gli elementi dellarchitettura: i materiali, la scansione delle finestrature, la distribuzione dei vani scala, larticolazione dei volumi, i ballatoi orizzontali, gli elementi verticali degli ascensori e dei vani scala sono progettati con cura e attenzione ai risultati formali
complessivi.
Le attrezzature previste: asilo nido, centro sociale, spazi pubblici allinterno degli edifici,
anche se con funzioni non sempre chiare, il centro sociosanitario, le residenze assistite, il
centro commerciale non realizzato, i negozi e le attivit pubbliche sulla piazza del polo urbano costituivano una rete di strutture di attrezzature e servizi ricca e potenzialmente capace di soddisfare le esigenze funzionali e di creare elementi di aggregazione e di sviluppo
delle relazioni sociali.

I limiti

La mancata integrazione nella zona


il punto debole la mancata integrazione con gli edifici circostanti la zona e con quelli
della via antonelli, che non interamente attribuibile ai progettisti.
Loperazione nasce con lintento di risanare, integrare, ricucire e attrezzare unintera zona
della citt cresciuta un po disordinatamente.
Ma la delimitazione angusta dellintervento ha di fatto reso impossibile la realizzazione
dellobbiettivo proposto, non c stata una analisi approfondita delle carenze funzionali
della via antonelli e quindi non c stata unintegrazione che potesse attrarre effettivamente
linteresse dei cittadini; lasilo, il verde, il centro sociale risultano pi una dovuta fornitura
di servizi che un effettivo motivo di integrazione funzionale, capace di attrarre gli abitanti
della zone circostanti.
si potevano trovare altri collegamenti pedonali con la via antonelli sia dalla lottizzazione
Biagioni sia dal varco del torrente diecine.
La sistemazione del torrente non appare risolta soddisfacentemente, i parcheggi non hanno
tenuto conto delle esigenze della via antonelli.

186

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

insomma non si riusciti a rapportare il nuovo intervento con le esigenze del tessuto urbano circostante.
Queste critiche si possono rivolgere a tutti i precedenti interventi di edilizia economica e
popolare, salvo forse al Villaggio Belvedere che, collocandosi in aperta campagna al di
fuori del tessuto urbano e presentando in misura minore unesigenza di integrazione con
lesterno, ha trovato assetti e funzioni sufficienti a soddisfare le esigenze sociali interne allinsediamento.
Ma alle fornaci linsuccesso pi pesante perch lintegrazione e la realizzazione di attrezzature per colmare le lacune di tutta la zona circostante era il principale obbiettivo
posto a base dellintera operazione.
La mancata integrazione degli edifici esistenti
Gli edifici esistenti in parte di propriet iaCP rimangono al centro della zona con un perimetro incerto come presenza estranea per la disposizione planimetrica, per il rapporto
spaziale e le caratteristiche edilizie.
si poteva certamente realizzare un migliore inserimento di questi edifici nella progettazione
con la possibilit di ottenere una maggiore armonia, non solo funzionale, (che forse in
qualche misura stata realizzata), ma anche formale.
si poteva inserire questi vecchi edifici nel perimetro della zona coinvolgendoli pi direttamente nella progettazione.
Questi fabbricati inoltre segnano una separazione della zona nord da quella sud che, per
quanto risolta brillantemente nelle condizioni date, rimane una cesura formale assai rilevante che ostacola la compattezza e la funzionalit del complesso.
Le attrezzature e i servizi
La localizzazione delle attrezzature appare sparpagliata la scuola esistente in via Castel
de Guidi, lasilo nido viene posto allestremit nord dellinsediamento, il centro sociale allestremit est, il centro commerciale realizzato fuori dal PeeP a sud vicino alla via sestini
e il polo urbano, con le sue funzioni incerte e non completamente realizzate, non riuscito a diventare il centro attrattivo dellinsediamento.
inoltre gli spazi pubblici previsti allinterno degli edifici anche per la mancata definizione
delle loro funzioni e scarsa attrattivit, non hanno mai assolto a uno scopo ben preciso e
sono rimasti ghetti separati e deserti.
insomma linsediamento per quanto equilibrato e ben distribuito non riuscito a definire
un fulcro attrattivo che ne costituisse il centro funzionale di riferimento interno e il tramite
per il collegamento con lesterno.
Ma i veri motivi della non piena riuscita che la raffinata qualit della progettazione si
scontrata con le difficolt tecniche di cantiere, con la scarsit dei finanziamenti e, soprattutto, con le consuetudini culturali del ceto sociale cui era destinata.
Lesecuzione edilizia
La realizzazione della zona stata caratterizzata da molteplici problemi: con il fallimento
della cooperativa fornaci 81, i vari cambiamenti dei programmi delliaCP, il fallimento
dellimpresa edilprogress e soprattutto linadeguatezza dei parametri finanziari rispetto
alla qualit dellarchitettura che richiedeva ben altre risorse e raffinatezza di esecuzione.
Lesecuzione edilizia stata pessima: materiali di bassa qualit, rifiniture approssimate edifici terminati in tempi diversi e con soggetti, tecniche e a volte progetti diversi.
tanto che dopo pochi anni gli intonaci cadevano a pezzi, il cemento armato si disfaceva
e le rifiniture precarie si rovinavano, alcuni spazi rimanevano estranei alla vita sociale.
Il ceto sociale
il limite pi grande stato destinare 309 dei 426 alloggi alliaCP e solo 117 ai privati.
La concentrazione di edilizia sovvenzionata con la caratterizzazione sociale conseguente

Le Fornaci

187

un errore sociale grave. si discusso a lungo sul modo per evitare che zone specifiche
della citt si caratterizzino secondo il ceto sociale prevalente; sia i quartieri per i benestanti
sia quelli per i meno abbienti determinano anomalie urbanistiche.
Ma alle fornaci questo errore si accentuato, come in parte molto minore era gi accaduto
trentanni prima al Villaggio Belvedere, per unarchitettura molto particolare, totalmente
aliena dalle abitudini culturali di coloro cui stata destinata.
architettura che, assieme alla cattiva realizzazione e alla carenza di manutenzione, ha determinato da una parte correzioni in corso dopera con soluzioni improvvisate, e dallaltra
un adattamento delle esigenze reali agli spazi, spesso incompatibili con un degrado fisico
e funzionale degli edifici e degli spazi progettati.
Qui certo la responsabilit dei progettisti appare pi rilevante. Larchitettura non pu essere
ridotta, come oggi si tende a credere, a scultura gigante, con forme fantasiose spesso assai
piacevoli ma che sottovaluta le necessit delle persone cui destinata.
Larchitettura anche soddisfazione di bisogni individuali e sociali cui le forme si devono
adeguare. i progettisti sapevano chi erano i destinatari degli edifici e degli spazi progettati
e avrebbero dovuto con maggiore umilt e impegno cercare soluzioni corrispondenti alle
loro esigenze culturali, alle loro abitudini abitative e sociali.
in conclusione si pu dire che limpianto urbanistico complessivo soddisfacente, larchitettura di qualit, alle fornaci contrariamente ad altre zone urbane periferiche ci sono
le condizioni per interventi di recupero urbanistico da operare senza rottamazioni, ma
solo con integrazioni funzionali e con il restauro e la riqualificazione degli spazi pubblici
interni agli edifici, la riqualificazione degli spazi esterni e larricchimento delle attrezzature.
su questa realt la sPes intervenuta nel 2005 con un progetto di recupero sulle torri 1 e 2.
sono state cos risanate le pareti in calcestruzzo, rivestite le facciate con pareti ventilate, montati
nuovi serramenti, realizzati nuovi impianti elettrici e sistemate altre parti dei due edifici.328
inoltre attualmente sono in corso i lavori del Contratto di Quartiere 2 Le fornaci, attuati
in base alla normativa dei Contratti quartieri disciplinati dal dM 22 ottobre 1997 che prevedono progetti di recupero urbano edilizio e sociale. il progetto, complesso e articolato, voluto
dal Comune e dalla Circoscrizione 2 e partecipato dagli abitanti, gode di un finanziamento
statale di 10 milioni di euro, di uno comunale di oltre 3 milioni e il concorso di privati.
Lintervento prevede la sostituzione di 3 edifici, costruiti nel 1960 con i finanziamenti della
legge per leliminazione delle case malsane, con un edificio moderno con planimetria ad
arco attorno a un ampio spazio a verde, la riqualificazione complessiva degli spazi pubblici
e la modifica dellassetto viario. Lassetto delledificato risulta notevolmente migliorato sia
per la qualit dellarchitettura che per lampiezza degli spazi pubblici, mentre la soluzione
viaria appare pi invasiva e riduce gli spazi di sosta e ricreazione. Per una riqualificazione
pi strutturale dellintero insediamento appare ancora necessario superare la frattura tra la
parte nord e quella sud con la ristrutturazione degli edifici intermedi e la creazione di un
centro attrattivo, con attrezzature, servizi e spazi che contribuiscano a unificare funzionalmente il complesso degli edifici.

328

sPes s.p.a., Un progetto di recupero per il quartiere Le Fornaci a Pistoia, a cura di ottorino Gaburri.

188

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

ConCLusIonI
Il quadro legislativo

I finanziamenti
in europa, come in italia quella dell'edilizia pubblica in gran parte una storia del novecento. in questo secolo si diffonde la convinzione e si codifica legislativamente il principio
secondo il quale compito dello stato e delle sue articolazioni locali occuparsi del miglioramento delle condizioni di vita minime allinterno delle citt.
nel corso del novecento il tema della casa economica e quello del quartiere popolare assumono un ruolo centrale nella riflessione e nella ricerca progettuale di architetti, urbanisti,
ingegneri, non solo in quanto questione tecnica ma anche etica.
Ma il processo di crescita di effettivi interventi per la costruzione di case popolari in italia
assai lento e pu essere diviso in diverse fasi che scandiscono la loro l'intensit e qualit:
1. dal 1903 anno di approvazione della prima legge (legge Luzzatti) al 1938 quando viene
pubblicato il testo unico per ledilizia economica e popolare.
2. dal 1938 al 1949 quando sono approvate le leggi tupini (n. 408) e la legge istitutiva dellina-Casa (n. 43)
3. dal 1949 al 1971 quando si studia e si approva un progetto di riforma radicale
4. dal 1971 al 1978 quando attraverso la legge 457 si danno le gambe alla riforma con
listituzione di una pianificazione finanziaria certa e articolata in piani decennali e programmi attuativi quadriennali
5. dal 1978 (legge 457) al 1992, quando viene varata la legge di modifica n.179
6. dal 1992 al 2008.
nel primo periodo si ha uno sviluppo legislativo assai significativo.
La legge Luzzatti del 1903 sinserisce nel quadro di una politica sociale che diffondeva in
italia forme nuove di intervento a beneficio dei ceti popolari.
La legge si propone obiettivi ambiziosi di trasformazione e miglioramento delle condizioni
di vita delle popolazioni urbane, in specie dei ceti meno abbienti, applicando nel rapporto
sociale il principio della solidariet, informato a esigenze di giustizia distributiva.
il regio decreto del 1908 definisce due modalit principali di finanziamento per la costruzione di questo tipo di abitazioni.
La prima consiste nel garantire prestiti alle societ cooperative, agli enti morali, alle societ
di beneficenza e alle societ di mutuo soccorso, per la costruzione e lacquisto di case popolari. La seconda diretta ai comuni per la costruzione di alloggi per le classi meno agiate
e di alberghi popolari.
in quegli anni sorgono gli istituti autonomi per le case popolari a livello comunale.
nel 1935 sistituiscono per legge gli istituti autonomi per le case popolari a livello provinciale definendone compiti e poteri.
Ma il processo di evoluzione legislativa sviluppatosi in questo periodo non accompagnato
da un adeguato impegno finanziario e salvo attivit pi consistenti nelle grandi citt, in
particolare roma, le realizzazioni nel resto del territorio sono assai modeste e affidate pi
a iniziative filantropiche di societ umanitarie e dei Comuni che a organici programmi
dintervento finanziario dello stato.
il secondo periodo si avvia con il testo unico delle disposizioni sull'edilizia popolare ed
economica del 1938, che intende riorganizzare tutto il settore.
si tratta di unopera ponderosa, costituita da quasi 400 articoli, che riordina tutte le procedure che hanno attinenza con ledilizia popolare e si propone di avviare un meccanismo
finanziario nazionale pi organico e continuo, ma la sua attuazione bruscamente interrotta dagli eventi bellici.

Conclusioni

189

Cos nel dopoguerra si completano i pochi programmi avviati con il testo unico e si avviano quelli finanziati con la legge detta dei senzatetto varata nel 1946 che stanzia un
fondo di 10 miliardi di lire per attuare un programma di costruzione di alloggi per le persone senza unabitazione, e a sollievo della disoccupazione operaia che ha subito un notevole aumento.
il terzo periodo si apre nel 1949 con due leggi fondamentali.
La legge n. 408, detta tupini, che stabilisce i principi generali seguiti dalla successiva legislazione sull'edilizia economica e popolare e la legge n. 43, nota come legge ina-Casa,
(sostituita a sua volta nel 1963 dalla legge n. 60 o Ges.Ca.L.)
La legge n. 43 fortemente innovativa e introduce un meccanismo di finanziamento che
coinvolge lavoratori e imprenditori, una procedura di programmazione per piani settennali
e una struttura di gestione facente capo allina (istituto nazionale assicurazioni), per la
costruzione di alloggi di edilizia economica e popolare con criteri nuovi di progettazione
e assetto urbanistico e affronta con decisione il problema della qualit.
Gli edifici sono progettati e appaltati per superfici pi vaste con pi fabbricati, con linserimento di aree a verde e di attrezzature e servizi essenziali e ricercano una progettazione
di maggiore qualit coinvolgendo rinomati studi di architettura.
in questo periodo escono anche due leggi di rilievo: la n. 640 nel 1954 che dispone finanziamenti per la costruzione a spese dello stato di alloggi per accogliere le famiglie sistemate
in ambienti malsani e la n. 1676 del 1960, che stanzia finanziamenti per la costruzione di
abitazioni per i lavoratori agricoli dipendenti.
il quarto periodo si avvia nel 1971 con il grande rinnovamento dellintero settore delledilizia pubblica costituito dalla legge n. 865.
Questo provvedimento costituisce una profonda riforma del sistema e riunifica e potenzia
tutte le frammentate forme di finanziamento pi o meno settoriali vigenti, riconducendole
ad una struttura unitaria nazionale e adottando il metodo della programmazione con la formazione del Piano come strumento centrale per la utilizzazione e allocazione delle risorse.
inoltre individua i bisogni e le risorse attraverso analisi demografiche e con la partecipazione delle rappresentanze territoriali, economiche e sociali.
ridefinisce il ruolo e le procedure degli istituti finanziari e individua una struttura di gestione centralizzata e partecipata che parte dal livello nazionale con il Cer (Comitato per
ledilizia residenziale), giunge al livello locale basato sugli iaCP (fortemente riformati) e
sul Comune e, passando per la regione, delinea con precisione soggetti, funzioni e obbiettivi di ogni singolo livello.
si tratta di una profonda ristrutturazione del sistema che affronta la politica della casa
come una parte di una politica integrata e complementare delle procedure urbanistiche e
di assetto del territorio e degli indirizzi economici e di allocazione delle risorse pubbliche
e della soddisfazione di bisogni fondamentali delle categorie sociali pi deboli.
Questa legge rappresenta uno spartiacque dividendo le politiche della casa in due periodi
prima e dopo la sua entrata in vigore poich modifica le norme sull'espropriazione per pubblica utilit, sull'acquisizione e l'allestimento delle aree edificabili, introduce modifiche ed integrazioni alla legislazione urbanistica vigente e modifica lassetto istituzionale territoriale.
in questo periodo si intensifica l'attivit legislativa con il varo delle leggi n. 492 del 1975,
la n. 166 del 1975 e la n. 513 del 1977.
inoltre in questo periodo, in cui prendono forma strategie e governi frutto della politica
di unit nazionale e del compromesso storico, escono tre leggi assai importanti per il settore
edilizio la n. 10 del 1977 che rivoluziona il regime dei suoli e le norme urbanistiche, la n.
392 del 1978 (equo canone) che pone fine al secolare blocco dei fitti e la n. 457 dello stesso

190

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

anno che assicura i piani finanziari decennali a tutte le strutture e procedure definite con
la legge 865.
La legge 457 inizia il quinto periodo caratterizzato da unintensa attivit derivante da flussi
finanziari certi con la pianificazione decennale dei finanziamenti per la costruzione di
nuovi edifici di edilizia pubblica anche rurale e per il recupero del patrimonio edilizio esistente con un piano decennale soggetto a revisione ogni quattro anni, e i relativi finanziamenti continuano con una certa regolarit fino al 1991.
Con la legge 17 febbraio 1992, n.179 sinizia il sesto periodo che va fino ai giorni nostri.
La legge modifica le norme per l'edilizia residenziale pubblica della 457 e stanzia un finanziamento aggiuntivo rispetto alle entrate ex Ges.Ca.L.
La legge approva un programma quadriennale 1992 - 95 di edilizia residenziale con pochi
finanziamenti che riguarda gli interventi di edilizia sovvenzionata, agevolata diretti al recupero del patrimonio edilizio esistente e alla costruzione di nuove abitazioni, realizzati
con finanziamento misto pubblico privato.
di fatto i finanziamenti pubblici a partire dai primi anni novanta saranno assai scarsi e le
realizzazioni concrete di edilizia sovvenzionata si ridurranno progressivamente.
Lacquisizione delle aree
La disponibilit di aree edificabili assieme ai finanziamenti pubblici condizione necessaria
per la costruzioni di case popolari.
Purtroppo la legislazione sul regime dei suoli in italia stata lentissima a evolversi e rapidissima a dissolversi riportandoci allo stato originale.
La prima legge urbanistica, la n. 2359 del 1865 stabilisce l'indennit dovuta all'espropriato
nel giusto prezzo che a giudizio dei periti avrebbe avuto l'immobile in una libera contrattazione di compravendita e limita la possibilit di esproprio a casi di estrema necessit (rottura degli argini, rovesciamenti di ponti per impeto delle acque, e negli altri casi di forza
maggiore o di assoluta urgenza) e l'occupazione d'urgenza temporanea solo in caso di catastrofe immediata.
La legge non prevede la possibilit di occupare stabilmente il fondo per la realizzazione di
unopera pubblica prima del decreto di esproprio.
nel gennaio 1885 viene emanata la cos detta Legge di napoli(n. 2892) formulata per
far fronte alla situazione di emergenza venutasi e a creare a napoli dopo lepidemia di colera dellanno precedente che prevede la possibilit di risanamento dellabitato, attraverso
la dichiarazione di pubblica utilit per tutte quelle opere necessarie al risanamento e modifica il calcolo del prezzo di indennizzo introducendo la media del valore venale dei terreni
e dei fitti coacervati nel decennio.
nel 1908 esce il testo unico sulle case popolari che affida ai Comuni nei quali sia riconosciuta
la necessit di risanare i quartieri insalubri o di provvedere alla deficienza di alloggi e di case
popolari o economiche, il compito di compilare appositi piani regolatori e di ampliamento
e li autorizza a domandare l'espropriazione dei terreni compresi nel piano medesimo.
Le indennit di espropriazione sono comunque valutate a norma delle disposizioni adottate
per il risanamento della citt di napoli.
il testo unico del 1938 lascia praticamente inalterata la normativa limitandosi ad affidare
ai comuni la possibilit di promuovere l'esproprio di abitazioni private non ultimate o che
si trovino in deficienti condizioni igieniche, allo scopo di adattarle ad alloggi popolari,
nel 1942 esce la prima organica legge urbanistica la n. 1150. una legge molto avanzata
avveniristica per il tempo che purtroppo rimarr largamente inattuata.
una significativa innovazione della legge lindicazione dellesproprio come metodo di
attuazione del Piano.

Conclusioni

191

Lesproprio pu essere avviato senza bisogno della specifica dichiarazione di pubblica utilit, purch il Piano regolatore Generale del comune sia corredato di un piano finanziario.
La procedura d'esproprio e l'indennit rimangono quelle della legge 2359/1865, ma per la
determinazione dell'indennit non si deve tener conto degli incrementi di valore attribuibili
sia direttamente che indirettamente all'approvazione e all'attuazione del piano regolatore
generale e cos bisogna attendere il 1962 con la legge n. 167, che avvia il processo riformatore.
si obbligano i Comuni alla formazione di un piano per l'acquisizione delle aree destinate
all'edilizia economica e popolare che localizza le zone e progetta ciascuna zona con la viabilit, le quantit e gli assetti planivolumetrici degli edifici residenziali, delle attrezzature e
dei servizi; si autorizzano i Comuni allacquisizione, anche mediante esproprio, fino ad un
massimo del 50 per cento, delle aree comprese nel piano e si semplifica lapplicazione delle
procedure di esproprio facilitando loccupazione dei terreni.
inoltre la legge stabilisce che lufficio tecnico erariale determini lindennit di espropriaTab. 1
zione delle aree nella misura prevista dalla legge
alloggi popolari realizzati nel comune di Pistoia
1865/2359, ma il valore venale riferito a due anni
precedenti e va determinato senza tenere conto degli
Periodo
alloggi
alloggi/anno
incrementi di valore dipendenti, direttamente o in1912-1938
104
4
direttamente, dalla formazione e attuazione del
Via Cammelli
72
piano. Le procedure previste dalla legge per l'acquiVia Corta della Brana
32
sizione delle aree verranno dichiarate illegittime dalla
1938-1949
315
29
Corte Costituzionale (sentenza n. 22 del 1965) con
Via spartitoio
40
la motivazione che l'indennit deve costituire un
Case per i senza tetto
156
serio
ristoro del danno patrimoniale subito dalVia Pagliucola
119
l'espropriato. Per rimediare al vuoto lasciato dalla
1949-1962
706
54
sentenza si emana la legge n. 904 del luglio 1965,
Via Pagliucola
215
con la quale, si ritorna praticamente alla vecchia
altri interventi ina-Casa
24
legge di napoli del 1885.
interventi in zone collinari e montane
32
La legge di riforma (865/1971) oltre a chiarire e faVia del funaro
26
cilitare le procedure per l'esproprio e l'occupazione,
Via sestini
32
Villaggio Belvedere
385
determina finalmente che l'indennit di espropriaVia del Villone
18
zione per le aree esterne ai centri edificati commisurata al valore agricolo medio corrispondente al tipo
1962-1971
542
49
di
coltura in atto nell'area da espropriare.
Case per i lavoratori agricoli
72
interventi per leliminazione delle case malsane
154
nelle aree edificabili il valore agricolo medio molVillaggio scornio est
300
tiplicato per coefficienti che tengono conto dell'amVillaggio scornio ovest
16
piezza del comune e della zona della citt ove si trova
1971-1978
313
45
l'area da espropriare.
La legge n. 10 del 1977 va ancora oltre e definisce un
Villaggio scornio ovest
146
san Biagio
88
regime dei suoli che separa il diritto di costruire da
san felice
79
quello di propriet e stabilisce che il valore di un ter1978-1992
587
42
reno il valore agricolo e che l'incremento di valore
dovuto alla concessione pubblica a costruire apparPontelungo
36
Bottegone
125
tiene allo stato.
Le fornaci
426
Ma queste norme saranno dichiarate incostituzionali
da una sentenza del 1981 e da allora iniziato un pro1992-2008
31
2
cesso regressivo che ci ha riportato alle origini con
Belvedere
16
fornaci stecca
15
le indennit di esproprio molto vicine a quelle di valore di mercato.
ToTaLe
2.624
27

192

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le realizzazioni
nel Comune di Pistoia

La costruzione di case popolari nel Comune di Pistoia (tab. 1) inizia assai lentamente con
gli interventi assistenziali di inizio secolo (4 alloggi/anno); cresce timidamente con il testo
unico del 1938 e con le leggi sulla ricostruzione e per i senzatetto (29 alloggi/anno); riceve un impulso assai consistente negli anni Cinquanta e sessanta che fa raggiungere il
culmine con le leggi 408 (tupini), 43 (ina Casa) e per il risanamento delle case malsane
(54 alloggi/anno) e mantiene un ritmo consistente con la riforma del 1971 e con il piano
decennale della 457 che determina un costante afflusso di finanziamenti fino al 1992 (42
alloggi/anno).
a partire dagli anni novanta i finanziamenti pubblici andranno prevalentemente all'edilizia
agevolata realizzata dai privati e l'edilizia sovvenzionata si riduce a due interventi all'interno
delle aree gi realizzate dall'istituto (2 alloggi/anno).
Per valutare l'incidenza delle case popolari costruite rispetto al totale delle abitazioni si riportano i dati dei censimenti nella seguente tabella:
aBitaZioni risuLtanti ai CensiMenti neL CoMune di Pistoia
Censimenti

abitazioni occupate

abitazioni non occupate

Totale

18.507
22.389
27.105
29.507
31.327
34.327

862
1.833
3.854
5.381
4.243
5.383

19.510
24.222
30.959
34.888
35.570
39.710

1951
1961
1971
1981
1991
2001
Totale

abitazioni*

4.712
6.737
3.929
682**
4.140
20.200

* dato ottenuto dalla differenza fra le abitazioni rilevate con quelle del censimento precedente.
** questo dato probabilmente influenzato dalla inattendibilit del censimento del 1991.

il confronto, in periodi simili, fra il numero di case popolari costruite nel comune di Pistoia
e le abitazioni in totale rappresentato nella seguente tabella
Confronto fra Le aBitaZioni Costruite e Le Case PoPoLari
anno

abitazioni totali

1951-1961
1961-1971
1971-1981
1981-1991
1991-2001

4.712
6.737
3.929
682
4.140

abitazioni/anno

471
674
393
68
414

1949-1962
1962-1971
1971-1978
1978-1992
1992-2008

anno

Case pop. totali Case pop. % Case pop./anno

706
542
313
587
31

11,46
8,90
11,45
61,76
0,48

54
60
45
42
2

1951-2001

20.200

404

1949-2008

2.179

9,16

44

nella tabella sono rappresentati il numero di abitazioni totale costruite nei periodi fra i
censimenti, il numero di abitazioni costruite mediamente per ciascun anno, il numero
totale di case popolari costruite in periodi vicini a quelli censuari, il numero di case popolari
costruite mediamente per ciascun anno e la percentuale di case popolari sul totale delle
abitazioni costruite.
da notare che gli alloggi popolari costruiti nel comune di Pistoia dal 1949 al 2008 (approssimativamente confrontabile con il 2001 del censimento per il ridotto numero di case
popolari costruite nellultimo ventennio) sono 2.179 su un totale comunale di 20.200 rappresentano una percentuale assai consistente (10,8 per cento).

gli interventi prima


della legge 167

nella prima met del secolo e fino al 1938 le costruzioni realizzate sono pochissime e corrispondono all'impostazione legislativa e alla scarsa disponibilit di finanziamenti.
La prima concreta iniziativa per la costruzione di case popolari a Pistoia avviata dalla societ

Conclusioni

193

anonima Cooperativa per la Costruzione di Case Popolari in Pistoia, costituita nel 1908 che
realizza il primo intervento nellattuale via Cammelli nel 1912 (esattamente 100 anni fa).
successivamente, per iniziativa municipale, sorge listituto autonomo per le Case Popolari
in Pistoia che nel 1916 si fonde con la societ.
Complessivamente, dal 1912 al 1938, la cooperativa e l'istituto costruiscono solo quattro
edifici in via Cammelli e in via Bellini, e due edifici per indigenti in via Corta della Brana
per 104 alloggi complessivi. solo con l'emanazione del testo unico del 1938 si potr avviare
un'attivit pi consistente con l'acquisto di tre aree, in via Castel de Guidi nella localit Le
fornaci, in via spartitoio e in via Pagliucola.
Gli interventi, appena iniziati, sono interrotti dalla guerra e sono terminati solo nel 1945.
La legge del 1946 per i senzatetto consente di costruire 156 alloggi dal 1947 (Campo
Marzio) al 1955 (via franchini).
Con i finanziamenti e le procedure delle leggi n.408 e 43 del 1949, e per leliminazione
delle case malsane del 1954, si raggiunge il picco delle costruzioni con la realizzazione
degli edifici nelle tre zone pi importanti, dopo quella delle fornaci, e cio: via Pagliucola
(215 alloggi che si aggiungono ai 119 gi costruiti con i finanziamenti precedenti); il Villaggio Belvedere (385 alloggi) e il Villaggio scornio est (300 alloggi).
Questo periodo caratterizzato dalla difficolt di trovare le aree necessarie. L'iaCP, in
mancanza di norme procedurali che consentano di programmare organicamente e per
tempo l'individuazione delle aree, costretto a ricercarle di volta in volta, con localizzazioni
casuali, guidate unicamente dal basso costo.
e cos si individuano le aree in via Cammelli, in via Corta della Brana, alle fornaci, in via
Pagliucola, in via spartitoio e poi ancora pi faticosamente usando terreni di propriet comunale in Campo Marzio e sul viale Malta con la demolizione di un tratto delle mura urbane e nel viale italia con l'esproprio concordato con altri proprietari.
Le aree acquistate sono sparpagliate e di piccole e casuali dimensioni, anche singoli lotti,
che consentono di costruire solo gli edifici e le opere di urbanizzazione indispensabili
(strade e allacciamenti alle reti) senza verde, parcheggi e attrezzature urbane.
anche la zona di via Pagliucola che progressivamente raggiunge dimensioni assai consistenti non programmata a priori e risulta da acquisti parziali effettuati per costruire gli
edifici a gruppi di uno, due o tre, via via che si dispongono i blocchi di finanziamento.
La sua sistemazione urbanistica successiva e si limita a un piano di lottizzazione che sistema le strade in una trama ortogonale perpendicolare al torrente Brana.
nemmeno l'entrata in vigore della legge ina-Casa, che pur aveva fra i suoi obiettivi la
maggiore ampiezza e qualit degli insediamenti, riesce a ottenere risultati migliori. i primi
quattro interventi ina-Casa realizzati in via Pagliucola sono al massimo di quattro edifici
e solo nel primo di essi si riesce a costruire una struttura di assistenza sociale che poi non
funzioner, e sar utilizzata come attrezzatura scolastica.
il progetto del Villaggio Pellizzi, a nord della via Pagliucola, rappresenta il primo timido
tentativo di una progettazione urbanistica su un'area pi ampia, con sei edifici e con alcune
zone a verde alberato di arredo, ma senza attrezzature.
il Villaggio Belvedere lultimo intervento realizzato in mancanza di una organica procedura legislativa per lacquisizione delle aree per la costruzione di edilizia economica e popolare. nel 1957 con lacquisto delle aree del Villaggio Belvedere (quinto e ultimo
intervento ina-Casa a Pistoia) si capisce che il problema delle aree importante e che
conviene premunirsi con la loro acquisizione prima dellassegnazione dei finanziamenti.
Per iniziativa dellina-Casa e del presidente delliaCP, antonio Cariglia si riesce ad acquisire tutta insieme e preventivamente una vasta area fra le vie dalmazia e Valdibrana a
sud della Villa Puccini, ove vengono utilizzati i finanziamenti ina-Casa e delliaCP.

194

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

La localizzazione della zona non risulta da una scelta del Piano regolatore che, alla data
dell'acquisto gi definito anche se non ancora adottato, ma dall'iniziativa dell'iaCP e dell'ina-Casa che il PrG recepisce assieme alla trasformazione in zona edificativa dell'ampia
fascia fra la via del Villone e la via dalmazia che salda il Villaggio Belvedere alla citt.
La localizzazione non appare felicissima perch eccessivamente vicina alla Villa Puccini e
perch trascina e compatta lo sviluppo urbano verso nord vanificando le indicazioni dell'arch.
Piccinato per la massima conservazione della parte agricolo-collinare in quella direzione.
Ma il villaggio Belvedere presenta diverse novit positive rispetto al panorama precedente.
Per la prima volta si opera su un'area assai vasta interamente disponibile a priori e ben disposta per esposizione, accessibilit e qualit del suolo.
Per la prima volta si dispongono le risorse economiche per la realizzazione di tutti gli
edifici previsti (ben 385 alloggi)
Per la prima volta, anticipando le procedure della legge 167, viene predisposto un piano
urbanistico preventivo dellintera zona progettato dall'arch. Cantamessi e si possono realizzare gli indirizzi innovativi della legge ina-Casa: area vasta, progettazione qualificata,
dotazione di verde, attrezzature e servizi.
si pu pertanto considerare uniniziativa lungimirante, di alta qualit organizzativa e finanziaria e ben riuscita per la funzionalit e la qualit formale dell'assetto urbanistico e architettonico. L'area ha una superficie di circa 80.000 mq ed divisa nettamente in due parti:
una pianeggiante compresa fra la via dalmazia e il viale Belvedere di 50.000 m2, utilizzata
per l'intervento ina-Casa e l'altra che scende dalla quota di 94 metri del viale Belvedere
alla quota di 78 metri della via di Valdibrana di 30.000 m2, utilizzata per l'intervento dell'iaCP. il sistema viario del piano particolareggiato costituito: da una strada che parte
dalla via dalmazia fino alla piazza Belvedere (viale dei tigli), da un secondo viale verso
sud (viale Belvedere) che con due tornanti in discesa si collega alla via di Valdibrana e da
una strada (via Vecchio uliveto) che distribuisce gli edifici dell'iaCP e si ricollega, pi a
nord, alla via di Valdibrana.
La progettazione della zona ina-Casa ricca di spazi e attrezzature: una fascia di verde
attrezzato a nord che distanzia gli edifici dal viale di accesso alla Villa Puccini, un'ampia
piazza centrale ove si affacciano il centro sociale e la chiesa progettata dallarchitetto Michelucci, uno spazio per il gioco dei bambini e altre due piazze (piazza dei Cedri e piazza
del Mercato) su cui si affacciano i negozi.
L'insieme urbanistico, di elevata qualit, valorizzato da una buona architettura nella quale
emergono le stecche dei 108 alloggi dell'architetto savioli e la chiesa dell'architetto Michelucci.
La zona dell'iaCP pi densa di costruzioni con poche attrezzature (solo una stecca di
negozi) e con una architettura pi tradizionale valorizzata dall'andamento declive del terreno. La realizzazione degli edifici si svolge parallelamente a quella delle opere di urbanizzazioni con qualche difficolt che serve comunque ad acquisire la consapevolezza della
necessit di anticipare la costruzione delle opere di urbanizzazione a quella degli edifici.

La legge 167 a Pistoia

il Comune di Pistoia adempie con rapidit ai disposti della nuova legge sulle aree ed elabora, gi nel 1963, il Piano relativo.
il dimensionamento del piano, commisurato alle ipotesi di crescita della popolazione e di
adeguamento dell'edilizia esistente, ottimisticamente consistente (circa 6.000 alloggi nel
decennio) ed ripartito su sette zone distribuite (tutte meno san felice e Bottegone) pi
o meno casualmente attorno alla citt (una a ovest, una a nord, una a est e due a sud).
Questa localizzazione rispecchia la visione dello sviluppo urbano di allora direzionata
ovunque con preferenza per le quattro radiali uscenti dalle quattro antiche porte della citt.
inoltre le zone scelte sono in gran parte fuori dalle aree di espansione del PrG, contraria-

Conclusioni

195

mente a quanto suggerito dalla legge ed anche questo indica la scarsa incidenza del PrG
di allora, tanto che i due principali atti di localizzazione: le zone della 167 e l'area industriale
per il nuovo stabilimento della Breda sono decisi al di fuori delle indicazioni del PrG.
il Piano per le aree di edilizia economica e Popolare (PeeP) di Pistoia inizia una nuova
fase: da ora in poi le localizzazioni saranno rigorosamente poste all'interno delle zone di
167 e saranno decise dal Comune che si far carico anche dell'esproprio e dell'urbanizzazione delle aree.
Ma la prima zona del Piano ad essere realizzata, scornio est, fa eccezione perch quando
si adotta il PeeP di Pistoia l'iaCP ha praticamente gi acquistato l'area e il suo inserimento
nel Piano dovuto esclusivamente a questo fatto.
L'introduzione nel Piano della zona di scornio est non una scelta felice dal punto di
vista urbanistico per due motivi. il primo perch la posizione dal punto di vista ambientale assai delicata poich si trova a ridosso del parco della Villa Puccini che avrebbe meritato
uno spazio di rispetto pi ampio. il secondo perch con questo insediamento si completa
la saldatura, dopo la costruzione del Villaggio Belvedere e la trasformazione in zona edificativa dell'ampia area fra il Villaggio Belvedere e la citt, con il centro abitato di Capostrada che viene inglobato senza soluzione di continuit nell'espansione urbana.
L'assetto urbanistico interno di scornio est si attiene esattamente al planivolumetrico del piano
della 167 che si articola attorno ad un anello viario centrale, collegato con la via dalmazia, dal
quale si dipartono diramazioni a raggiera verso l'esterno e che distribuisce le abitazioni.
scornio est realizzato con tre tipi di finanziamento: il primo deriva da mutui contratti direttamente dall'iaCP senza contributo dello stato che prosegue cos il metodo iniziato con
la costruzione del Villaggio della Cassa di risparmio in via sestini; il secondo con i finanziamenti e le procedure Ges.Ca.L.; il terzo con i finanziamenti ordinari dell'istituto.
La zona immersa nel verde e prevede alcune attrezzature (una scuola, un centro commerciale, impianti per lo sport e una caserma dei carabinieri) e risulta complessivamente
piacevole per la sua ubicazione, per l'ordine urbanistico, per la qualit della progettazione
(da sottolineare la scelta di progettisti di migliore qualit derivante dall'impostazione inaCasa e Ges.Ca.L.) e per la loro tipologia prevalentemente in linea a due o tre piani con soli
tre edifici a quattro piani e a distribuzione centralizzata.
La costruzione del quartiere si svolge con regolarit e le urbanizzazioni sono realizzate
parallelamente alla costruzione degli edifici con un soddisfacente risultato finale.
importante a questo punto rilevare nuovamente che la ricerca pi o meno affannosa di
aree da parte delliaCP ha determinato, nelle varie fasi storiche, un ruolo trainante delledilizia residenziale pubblica nei confronti delle direzioni di espansione della citt.
L'istituto per ovvi motivi economici cerca aree a basso costo che si trovano esternamente
alla citt, in zone agricole non interessanti, allora, al fine edificativo urbano. Questo fatto
crea una valorizzazione delle zone e un interessamento che determina le direzioni dello
sviluppo della citt e ci accade in diverse occasioni e con effetti di enorme valore.
nel 1912, lacquisto dei terreni a ovest, dove sono stati costruiti gli edifici e le vie Cammelli
e Bellini, hanno dato origine alla progettazione del primo piano regolatore della citt ed
hanno avviato la costruzione dell'ampio quartiere fra il viale Petrocchi e la ferrovia Porrettana denominato Pistoia nuova.
nel 1942 e nel 1954 lintervento in via Valiani e poi in via Castel de Guidi hanno, se non
proprio avviato perch la tendenza espansiva in quella direzione era gi presente, comunque favorito le scelte di sviluppo in quella direzione da parte del piano regolatore del 1957.
nel 1942, lacquisto del terreno per la realizzazione del villaggio Pellizzi a nord di via Pagliucola in una zona totalmente agricola, e non tanto favorevole per lespansione urbana
a causa della presenza degli edifici dei macelli, del carcere e poi della caserma, ha anticipato

196

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

e spinto, molto prima della localizzazione nella zona degli impianti sportivi, le numerose
iniziative dei privati per lottizzare a scopo residenziale i terreni di loro propriet e ha poi
condizionato le scelte residenziali di sviluppo nord del Piano regolatore del 1957.
ancora nel 1957, lacquisto dei terreni fra le vie dalmazia e di Valdibrana, in aperta campagna assai lontano dai limiti urbani, ove sorger il Villaggio Belvedere, induce a rendere
edificabili i terreni a verde agricolo, fra la citt e il villaggio.
infine nel 1963 quando il Comune elabora il piano per le aree di edilizia economica e popolare liaCP chiede che le aree acquistate a scornio nello stesso anno per realizzare i propri programmi, vengano inserite nel piano e il Comune accoglie la richiesta determinando
il massiccio sviluppo verso nord - ovest che arriver ad inglobare il centro di Capostrada
nella citt.

gli interventi dopo


la legge 167

La zona di scornio est l'ultima interamente utilizzata per l'edilizia sovvenzionata. tutti
gli interventi successivi di edilizia economica e popolare saranno realizzati allinterno delle
aree previste dal PeeP, acquisite, progettate e urbanizzate preventivamente dal Comune
secondo le procedure previste dalla legge.
in queste zone ci sar sempre una compresenza di edilizia sovvenzionata realizzata dall'iaCP e di edilizia agevolata realizzata dai privati (cooperative ed imprese edilizie).
Questo fatto determiner una maggiore articolazione sociale degli insediamenti evitando la
concentrazione di strati sociali della popolazione pi deboli, per tanti aspetti problematica.
il primo intervento effettuato con le procedure di acquisizione dell'area previste dalla legge
167 quello di scornio ovest.
La sua realizzazione lascia praticamente immutato il progetto originario che prevede la costruzione di tre edifici in linea di cui due molto lunghi e articolati con altezze variabili da
tre a cinque piani.
Gli edifici sono distribuiti da una strada che si diparte dalla via dalmazia in corrispondenza
dellingresso alla zona di scornio est, attraversa tutta larea costituendone la spina centrale
fino ad immettersi nella via delle Molina di Gora. da questo asse principale si distaccano
due strade parallele alla via dalmazia: una breve verso nord (via Braille) e laltra verso sud
(via Pordoi). L'impianto urbanistico compatto e funzionale, gli spazi liberi sono ampi
ma le attrezzature previste si limitano al verde di arredo, ai parcheggi e alla scuola anche
perch questo insediamento si avvale delle attrezzature di scornio est e di quelle della citt
nella quale inglobato. tutti gli edifici sono realizzati con finanziamenti sovvenzionati
meno due pi piccoli di edilizia agevolata.
Con scornio ovest l'architettura inizia ad assumere l'aspetto tipico delle periferie con
edifici in linea di altezza superiore alla media che comunque mantiene un suo carattere
soprattutto per l'ampiezza degli spazi liberi.
il Piano particolareggiato della zona di san Biagio quello che subisce le maggiori variazioni e incertezze perch la sua attuazione si incrocia con la formazione del nuovo PrG
del 1974 che riduce la sua ampiezza e modifica la viabilit e cos la via salvo d'acquisto,
prevista come originariamente come strada di distribuzione interna al Piano, si trasforma
in importante strada di scorrimento urbano.
il piano viene variato pi volte. il suo assetto definitivo prevede la realizzazione di una
strada ad anello (via allende) che parte e arriva nella via salvo d'acquisto. Gli spazi liberi
sono ampi e sistemati a verde di arredo non attrezzato, non sono previste attrezzature se
non i parcheggi e la scuola che serve tutta la zona circostante.
Le tipologie degli edifici pur essendo in linea con una scala che serve due appartamenti
per piano, sono pi varie con altezze di quattro o cinque piani e architetture tradizionali.
Le caratteristiche urbanistiche del complesso appaiono simili a quelle di scornio ovest

Conclusioni

197

anche se la zona pi grande e gli edifici pi contenuti danno una sensazione di maggiore
spaziosit e vivacit dell'insieme che appare piacevole immerso nel verde e tranquillo, urbanisticamente funzionale e con una architettura equilibrata.
La vera novit della zona che per la prima volta gli interventi di edilizia sovvenzionata
(liaCP e lises costruiscono 112 alloggi) sono nettamente inferiori a quelli privati di edilizia agevolata (le cooperative e le imprese private costruiscono 208 alloggi) e forse anche
per questo l'aspetto complessivo appare pi vario e vivace.
Gli interventi di Belvedere, scornio e san Biagio sono i pi consistenti, interessano la parte
nord ovest della citt quella maggiormente investita dallo sviluppo urbano in quegli anni
e contribuiscono a definirne il carattere influenzando in varia maniera anche gli interventi
privati delle zone circostanti.

Il secondo piano della


legge 167

agli inizi degli anni settanta la situazione urbanistica del Comune di Pistoia assai complessa: sono state bocciate le varianti al PrG del 1966 e il PeeP, si sta avviando ad esaurimento. il nuovo PrG del 1974 modifica radicalmente le aree destinate allespansione
residenziale valorizzando i centri periferici e indirizzando lo sviluppo del centro capoluogo
decisamente verso est, parallelamente alla zona industriale di santagostino.
nel 1976 la situazione del PeeP tanto grave da far temere per l'utilizzazione degli imminenti finanziamenti: la zona di Bonelle stata stralciata dalla regione, la zona di Ponte
alla Pergola irrealizzabile, la zona di scornio est risulta completamente attuata, la zona
di scornio ovest in fase di completamento, nella zona di san Biagio sono gi assegnate
le aree e stanno per aprirsi i cantieri e nella zona di san felice sono in corso di acquisizione
le aree assegnate alliaCP.
Pertanto del vecchio PeeP rimane solo la zona di Bottegone, attuata in piccola parte, che
appare largamente insufficiente a soddisfare i programmi di finanziamento e che comunque deve essere interamente rivista per adeguarla alle nuove previsioni del PrG.
si procede pertanto prima alla riprogettazione di alcuni piani di zona (Bottegone, Bonelle,
Pontelungo) e poi allelaborazione di un nuovo PeeP.
il nuovo PeeP adottato nel settembre del 1977 si propone l'ambizioso obiettivo, reso
possibile dall'entrata in vigore della legge 10 di quellanno, di usare la aree in tutta la sua
potenzialit destinandole non solo all'edilizia sovvenzionata e agevolata ma anche a soggetti
che possono e vogliono costruirsi la prima casa con finanziamenti propri.
La legge 167 diventa il principale strumento di urbanizzazione delle aree fabbricabili riducendo la speculazione edilizia, calmierando il mercato delle aree e delle costruzioni e consentendo cos laccesso alla propriet della casa a ceti sociali che altrimenti non avrebbero
potuto permettersela.
il nuovo Piano, che interessa il 49 per cento delle previsioni residenziali del PrG, contiene
undici zone: Bottegone, Bonelle, Pontelungo, fornaci, sperone, santomato, Chiazzano,
Zona di espansione est, san felice, Valdibrana e Gello.
La prima zona del nuovo Piano a essere attuata quella di san felice assegnata all'iaCP il
cui progetto modifica radicalmente il Piano particolareggiato del Comune. La variante prevede la costruzione di tre edifici (per complessivi 79 alloggi): uno piccolo sulla via di san
felice, un secondo molto lungo in linea con andamento curvilineo che si sviluppa dalla
via di san felice verso lombrone e il terzo con forma planimetrica ad H centrale.
La viabilit costituita da una strada che parte e si conclude nella via di san felice dopo
aver circondato l'edificio centrale. nella zona sar costruito dal Comune un quarto edificio
a schiera di dieci alloggi. La zona di san felice una piccola area senza attrezzature e poco
verde di arredo che sinquadra, come le successive zone di Pontelungo e Bottegone, nell'obiettivo di valorizzare e potenziare i centri minori del Comune.

198

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Gli interventi del Piano


decennale

La prima zona a essere attuata con i finanziamenti della legge 457 Pontelungo.
Il Piano comprende una superficie totale di oltre tre ettari per la costruzione di alloggi per
un totale di 394 abitanti. La distribuzione planimetrica prevede edifici in linea e a schiera
unifamiliari. Nel piano, assieme alle residenze sono previsti una vasta area a verde con attrezzature e un centro sociale di quartiere con attrezzature terziarie e negozi.
Nellurbanizzazione secondaria sono inseriti il verde pubblico, le attrezzature sportive,
quelle per listruzione, e il centro di quartiere e commerciale, e tali attrezzature sono calcolate per fabbisogno dellintero centro di Pontelungo.
Il piano prevede la realizzazione di un centro commerciale e di un centro di quartiere con
annessa zona sportiva che sono posti sul retro dellinsediamento al fine di evitare possibili
intralci di traffico sulla gi congestionata via Lucchese.
Il piano di Pontelungo certamente riuscito nell'intento di riqualificare l'angustia del precedente aggregato edilizio con la realizzazione delle attrezzature, in precedenza assai carenti, e di un'ampia zona di verde attrezzato che d respiro all'abitato.
I 140 alloggi previsti nel Piano sono realizzati in piccola parte dall'IACP (30 alloggi di edilizia sovvenzionata), e per la maggior parte dai privati: Abit Coop (36 alloggi), Coop Zodiaco (12 alloggi), Coop La Pineta (12 alloggi), Coop Gioia (12 alloggi), Impresa Biagini
(24 alloggi), Coop Il Micco (20 alloggi unifamiliari a schiera).
Si realizzano cos quattro edifici di dimensione architettura simili e due edifici a schiera.
Nelle sue limitate dimensioni la zona costituisce un risultato positivo che realizza un soddisfacente equilibrio di ceti sociali, spazi e attrezzature, esprime la qualit di un'edilizia dignitosa e arricchisce e qualifica l'ambiente preesistente.
La zona di Bottegone contenuta gi nel primo piano di edilizia economica e popolare di Pistoia. Ma la sua attuazione risulta assai complicata e il suo assetto viene modificato pi volte.
Il nuovo PRG del 1974 modifica radicalmente gli assetti previsti per il centro di Bottegone
e anche la dimensione e la localizzazione delle zone residenziali.
Il PEEP del 1977 trova nel centro di Bottegone una situazione ottimale per attuare la sua
impostazione strategica di potenziare e attrezzare i centri periferici per farne delle comunit
urbane funzionanti con livelli di servizi adeguati.
Lampia dimensione, la capacit attrattiva che ne determina un ritmo di crescita elevato, la
posizione distante dal centro capoluogo e baricentrica in una pianura agricola prevalentemente vivaistica danno al centro di Bottegone caratteristiche di autonomia che sono accentuate dalle previsioni del PRG di espansioni residenziali, di una zona artigianale e di
attrezzature scolastiche sportive, commerciali e ricreative.
Gli alloggi costruiti a Bottegone sono 302 di cui 124 di edilizia sovvenzionata e 178 privati.
Gli edifici sono distribuiti in un'ampia zona immersa nel verde di arredo da un'asse centrale
(via Di Vittorio) che parte dalla via Fiorentina e simmette nella via Bonechi trasformata
in asse territoriale. Il verde attrezzato, la scuola, il Centro di quartiere e commerciale sono
realizzati solo in parte e fuori dal perimetro del piano.
Il risultato finale presenta una soddisfacente distribuzione interna con ampi spazi e parcheggi, ma l'edilizia di media fattura e l'insufficiente livello di attrezzature lasciano la zona
un po' appartata e non pienamente integrata con l'abitato circostante.
L'intervento delle Fornaci certamente il pi ambizioso e nelle intenzioni dell'Amministrazione comunale doveva raccogliere tutte le esperienze organizzative e progettuali precedenti per elevare la qualit dell'insediamento.
Purtroppo le tormentate vicende della sua attuazione hanno vanificato parte degli obiettivi.
Il progetto urbanistico, complesso e decisamente caratterizzato, si pone come elemento
di forte connotazione non solo dellambiente in cui si colloca, ma anche rispetto alla citt
e allorografia collinare circostante.

Conclusioni

199

unarchitettura di avanguardia, innovativa e per certi aspetti scioccante e in stridente


contrasto con la modestia delledilizia della zona e mediamente dellintera citt.
Non poteva non sollevare polemiche, avversioni e discussioni che di fatto ci sono state e
si sono protratte a lungo facendo prevalere un giudizio a tratti pesantemente negativo della
qualit dellintervento nel suo complesso.
I motivi della non riuscita del progetto sono diversi e, oltre alla cattiva realizzazione edilizia
e di alcuni qualificanti spazi esterni, occorre sottolinearne alcuni.
- La mancata integrazione con gli edifici circostanti la zona e con quelli della via Antonelli.
Le connessioni con la via Antonelli sono insufficienti, l'insufficiente analisi delle carenze
funzionali preesistenti hanno prodotto attrezzature (lasilo, il verde, il centro sociale, i
parcheggi, il polo urbano) che risultano pi una dovuta fornitura di servizi interni alla
zona, che un effettivo motivo di soddisfazione dei bisogni degli abitanti circostanti.
- La mancanza di un centro attrattivo.
Linsediamento per quanto equilibrato e ben distribuito non riuscito a definire un
fulcro attrattivo che ne costituisse il centro funzionale di riferimento interno e il tramite
per il collegamento con lesterno.
- La sistemazione delle attrezzature.
La localizzazione delle attrezzature appare sparpagliata: la scuola esistente in via Castel
de Guidi, lasilo nido viene posto allestremit nord dellinsediamento, il centro sociale
allestremit est, il centro commerciale realizzato fuori dal PEEP a sud, vicino alla via
Sestini e il Polo urbano, con le sue funzioni incerte e non completamente realizzate,
non riuscito a diventare un elemento di attrazione dellinsediamento.
Inoltre gli spazi pubblici previsti allinterno degli edifici non hanno mai funzionato e
sono rimasti aree separate e deserte.
- La concentrazione di edilizia sovvenzionata.
Sul totale dei 426 alloggi previsti, 309 vengono realizzati dallIACP e solo 117 da privati
con una forte caratterizzazione sociale conseguente. Si pu parlare di un grave errore
sociale, accentuato da unarchitettura molto particolare, totalmente aliena dalle abitudini
culturali di coloro cui era destinata.
Ma alle Fornaci, contrariamente ad altre zone della periferia urbana, ci sono le condizioni
per interventi di recupero urbanistico da operare con limitate rottamazioni, integrazioni
funzionali, il restauro e la riqualificazione degli spazi pubblici, e la manutenzione straordinaria di alcuni edifici che sono attualmente in corso attraverso il Contratto di quartiere.

La situazione attuale

Negli ultimi venti anni, dopo il piano decennale, i finanziamenti si sono drasticamente
prosciugati e in massima parte destinati all'agevolazione dell'edilizia privata.
Le realizzazioni di edilizia sovvenzionata si sono cos limitate a due interventi: l'acquisto
di quindici alloggi nell'edificio la stecca alle Fornaci e la costruzione di un edificio di sedici
alloggi nell'ultimo lotto rimasto libero al Villaggio Belvedere, nel tratto terminale della via
Vecchia Oliveto.
Complessivamente si pu concludere che l'edilizia residenziale sovvenzionata nel Comune
di Pistoia, anche se al di sotto delle esigenze, non stata marginale.
Ha coinvolto le forze politiche e sociali pistoiesi nel dibattito e la gestione del problema
della casa come diritto di tutti i cittadini.
Ha realizzato oltre il dieci per cento delle abitazioni totali costruite nel Comune nel dopoguerra assicurando abitazioni nuove e dignitose a fasce sociali della popolazione che
avevano difficolt ad accedere al libero mercato degli affitti o non potevano acquistare
una casa. Ha messo in movimento capitali e attivit costruttive che hanno coinvolto centinaia di imprese promuovendo una parte importante dell'attivit economica e sostenendo
l'occupazione.

200

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

stata spesso determinante nelle scelte di pianificazione urbanistica precedendo e indicando le principali direttrici dell'espansione urbana.
L'istituto ha sempre avuto un ufficio tecnico capace di produrre progetti, che se non
sempre di qualit elevata, hanno costituito un punto di riferimento per l'edilizia media
della citt, capace di formulare i programmi finanziari, di predisporre perizie e gare di appalto senza che siano mai sorte gravi questioni di scorrettezza o di cattiva conduzione.
attorno all'attivit dell'istituto, infine, hanno trovato modo di esprimere le loro capacit
progettuali molti professionisti esterni di elevata capacit e notoriet che si sono confrontati con le diverse tipologie abitative e hanno prodotto idee formali innovative, che costituiscono ancora oggi elemento dinteresse per la tecnica e la cultura locale dellabitare.

Indice

201

INDICE

Presentazione
Introduzione

5
7

La LegIsLazIone suLLe case PoPoLarI fIno aL 1971


La legge Luzzatti
Il Testo unico del 1908
gli Istituti autonomi Provinciali per le case Popolari
Il Testo unico del 1938
Levoluzione legislativa fino al 1971

Le case PoPoLarI cosTruITe a PIsToIa fIno aL 1971


Lattivit della societ anonima cooperativa per la costruzione
delle case Popolari e dellIstituto autonomo case Popolari fino al 1938
Lattivit dellIstituto autonomo case Popolari fino al 1971

20

gLI InTervenTI doPo IL 1938


La ricerca e lacquisizione di aree edificabili.
via valiani 1
via spartitoio

24

Le case Per I senzaTeTTo


gli edifici nel campo Marzio (ora via ferrucci) e il primo edificio
sul viale Malta (ora viale Matteotti)
viale Malta e viale Petrocchi
viale Italia
via franchini
Piteccio e cireglio

28

gLI edIfIcI dI BoTTegone e sPazzavenTo


Bottegone
spazzavento

33

vIa PagLIucoLa
La viabilit della zona di via Pagliucola

34

via delle casermette (oggi viale Italia)


via del villone
via Pagliucola est
rettifica di via Pagliucola ovest
Piano comunale di lottizzazione della zona a sud di via Pagliucola
via caduti del Lavoro e via della Quiete
La costruzione del ponte sul torrente Brana in corrispondenza di via degli armeni
via giusti

Il villaggio Pellizzi

Perizie 298, 340, 274 e 275


Perizie 378 e 387

202

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Gli altri interventi iaCP a sud di via Pagliucola


Perizie 870, 871 e 872
Perizie 12, 13 e 11
Perizia 1458
La legge 2 luglio 1949, n. 408
Perizie 21 e 15
Perizia 18 e 17
Perizia 25

La legge 43/1949 e gli interventi ina-Casa


Perizia 2307
Perizia 4197
Perizia 8462
Perizia 6797
il Centro sociale

Ledificio per i dipendenti comunali


GLi aLtri interVenti ina-Casa
Gli edifici in periferia

51

Bonelle
spazzavento
Bottegone
Via erbosa
Via di santalessio

GLi interVenti neLLe Zone CoLLinari e Montane


aree collinari

54

Piteccio
Le Grazie
Villa di Baggio

aree montane
Pracchia
orsigna

Le aBitaZioni Per i LaVoratori aGriCoLi diPendenti


Pontelungo
Castel de Luci

56

intervento di 6 edifici di 15 alloggi


intervento di 3 edifici di 6 alloggi
intervento di 2 edifici di 5 alloggi
intervento di 11 edifici e 11 alloggi

sei arcole

intervento di 6 edifici e 6 alloggi


intervento di 5 edifici e 6 alloggi
intervento di 2 edifici e 7 alloggi

LeLiMinaZione deLLe Case MaLsane


La legge 9 agosto 1954 n. 640
Via Castel de Guidi
Perizia 1
Perizia 3

Via del Legno rosso


Perizia 11

Via Valiani 2
Perizia 16
Perizia 15. Via Barbi e via Bartolina

Via Valiani 1

Leliminazione delle Case minime

59

Indice

203

iL ViLLaGGio Cassa di risParMio di Via B. sestini

63

GLi edifiCi di Via deL funaro

64

il ViLLaGGio BeLVedere
Lacquisizione dellarea
il Piano urbanistico
Gli interventi ina-Casa

65

Lurbanizzazione
Gli edifici a, B, C e d
Gli edifici e, f, G e H
Gli edifici n e o
Ledificio i
Ledificio P
il Centro sociale

Gli interventi iaCP

Lurbanizzazione
Perizia 35: fabbricati i, ii; perizia 36: fabbricato iii; perizia 37: fabbricato Xi
Perizia 34: fabbricato iV
Perizia 26: fabbricati V e Vi
Perizie 41, 42 e 43: fabbricati Vii, Vii, e iX
Perizia 45 e 46: fabbricato X e Xii
Le case per i giovani sposi
Perizia 49: fabbricato XiV e XV
Perizia 50: fabbricato XVi
Perizia 53: fabbricato Xiii (il grattacielo)
i negozi
La chiesa di Michelucci
Ledificio in via Vecchio oliveto

La nuoVa sede deLLiaCP di Via deL ViLLone

81

La LeGisLaZione urBanistiCa suLLaCQuisiZione deLLe


aree PriMa deLLa LeGGe 167 deL 1962
Lacquisizione delle aree per ledilizia residenziale pubblica a Pistoia

82

La legge n. 2359 del 1865


La legge 15 gennaio 1885 n. 2892
Le leggi sulle aree pubbliche e sulla tutela del territorio fino al 1938
il testo unico delle disposizioni sulledilizia popolare ed economica
La tutela dei bei culturali e naturali
La legge urbanistica del 1942.
La legislazione urbanistica nel dopoguerra
La riforma sullo del 1962

La nuoVa LeGGe Per LaCQuisiZione deLLe aree residenZiaLi


iL Piano di ediLiZia eConoMiCa e PoPoLare deL CoMune
di Pistoia deL 1963
La formazione
Ladozione
Lapprovazione ministeriale
iL ViLLaGGio sCornio est
Lacquisizione dellarea
il piano urbanistico
Lurbanizzazione
Gli interventi edilizi
alloggi senza contributo dello stato. 1 e 2 lotto

94
96

100

204

Le case popolari di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione


Perizia 59
Perizie 62 e 63
Perizie 71, 72, 73, e 74

La legge n. 60 del 1963, o legge Ges.Ca.L.


Perizia 765. 1 intervento Ges.Ca.L.
Perizia 778
alloggi senza il contributo dello stato 3 lotto
Perizia 1288
alloggi oMfP
Perizia 79
Perizia 2844
La caserma dei carabinieri
i negozi
Lasilo nido

intervento Ges.Ca.L. a santomato

1971 La riforMa
La legge 22 ottobre 1971 n. 865
il primo programma pluriennale di attuazione

115

iL ViLLaGGio sCornio oVest


il piano di zona
Lacquisizione delle aree
Lurbanizzazione
Le assegnazioni delle aree
Gli interventi iaCP

118

Ledificio Ges.Ca.L. in via Braille


Gli edifici in via Monterosa
Gli edifici in via Pordoi
Le case per ciechi in via Pordoi

interventi Privati

ditta edilindustria La Porta


Cooperativa Casa Primavera

san BiaGio
il PeeP nella zona di san Biagio
Lintervento ises
Lacquisizione delle aree e il progetto di urbanizzazione
Le assegnazioni delle aree
Lintervento iaCP
Verso iL nuoVo Piano di ediLiZia eConoMiCa e PoPoLare
Per Le Zone di Pianura
il Piano regolatore Generale del 1974
Lo stato di attuazione del PeeP
Le integrazioni del PeeP
il nuovo PeeP del 1977
Ladozione
Lapprovazione
il nuovo programma pluriennale di attuazione
san feLiCe
Piani particolareggiati.
Lacquisizione e lassegnazione dellarea
Gli interventi
LiaCP
il Comune

126

133

145

Indice

205

iL Piano deCennaLe

148

PonteLunGo
Piani particolareggiati
Lacquisizione e lassegnazione delle aree
Lintervento iaCP

149

BotteGone
il PeeP e le sue variazioni
Lacquisizione delle aree e le assegnazioni
Gli interventi iaCP

153

Ledifico di 24 alloggi
Ledificio di 70 alloggi
Ledificio di 31 alloggi

Le fornaCi
Primi interventi
Larticolo 26
Lapprovazione del PeeP delle fornaci
La nuova progettazione
La scelta delle fornaci e lo sviluppo est
Gli interventi

160

iaCP - triangolo
iaCP - torre-1 e torre-2
il nastro. Cooperativa fornaci 81
La stecca e le vicende della Cooperativa fornaci 81
iaCP - La stecca, 15 e 45 alloggi
iaCP - La stecca. acquisto di 15 alloggi dalla societ so.Ge.Pi.
iaCP - La Certosa
iaCP - Certosa, 16 alloggi
iaCP - Polo urbano, 50 alloggi

il risultato
il progetto urbanistico
Gli elementi positivi
i limiti

La mancata integrazione nella zona


La mancata integrazione degli edifici esistenti
Le attrezzature e i servizi
Lesecuzione edilizia
il ceto sociale

ConCLusioni
il quadro legislativo
i finanziamenti
Lacquisizione delle aree

Le realizzazioni nel Comune di Pistoia


Gli interventi prima della legge 167
La legge 167 a Pistoia
Gli interventi dopo la legge 167
il secondo piano della legge 167
Gli interventi del Piano decennale
La situazione attuale

188

206

Le case popolari nel Comune di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

Le case popolari nel Comune di Pistoia. Edifici, urbanistica e legislazione

finito di stampare
nel mese di giugno 2012
dalla tipolito Vannini
Buggiano (Pt)

207

Potrebbero piacerti anche