SOCIAL HOUSING
IN EUROPA E
FOCUS SULLITALIA
1. Introduzione
Il termine social housing difficile da definire, soprattutto perch il suo
significato varia da un Paese allaltro. Solitamente sono considerati sociali gli
alloggi dati in affitto alle famiglie disagiate, anche se in alcuni Paesi rientrano nel
concetto di social housing anche le abitazioni di propriet delle cooperative e
perfino una parte degli immobili in regime di propriet privata.
La definizione comunemente accettata quella data dal Cecodhas, Comitato
Europeo per la promozione del diritto alla casa, che definisce lhousing sociale
come linsieme delle attivit atte a fornire alloggi adeguati, attraverso regole
certe di assegnazione, a famiglie che hanno difficolt nel trovare un alloggio alle
condizioni di mercato perch incapaci di ottenere credito o perch colpite da
problematiche particolari. Pertanto, non ricadono nella definizione di housing
sociale gli alloggi realizzati, venduti o affittati secondo i principi del libero
mercato.
Per distinguere gli alloggi sociali da altri tipi di abitazioni importante analizzare
alcuni aspetti:
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degli interessi sui prestiti, garanzie o riduzioni fiscali. Il sostegno pu
essere garantito sia dallo Stato che dalle autorit locali e pu essere
emesso a favore dellaffittuario o a favore del promotore, sia con
riferimento alle nuove costruzioni che ai lavori di manutenzione degli
edifici esistenti. In molti Paesi le sovvenzioni a favore dei promotori
hanno contribuito ad incrementare lattivit edilizia, a migliorare la qualit
degli alloggi e ad abbassare i costi medi sul mercato
a differenza di altre tipologie, gli alloggi sociali vengono assegnati
prevalentemente ai gruppi deboli di popolazione, sulla base di criteri di
selezione stabiliti dal governo centrale e locale, che tengono conto di
determinati limiti di reddito e/o di un sistema implicito o esplicito di punti
assegnati in base alla situazione sociale ed economica dei richiedenti.
Inoltre, in alcuni sistemi i proprietari di alloggi sociali sono specializzati
nellofferta di abitazioni a gruppi specifici come studenti, anziani, disabili,
immigrati.
per quanto riguarda la natura dei proprietari di alloggi sociali, nella
maggior parte dei casi gli immobili appartengono alle autorit locali, che li
detengono direttamente o attraverso societ controllate, o delle
organizzazioni senza scopo di lucro che, generalmente, assumono la forma
di associazioni. Tuttavia, esistono altre tipologie di proprietari: per
esempio, in Finlandia e Germania le societ private possono possedere
alloggi sociali. In Finlandia queste societ sono regolamentate da una
legislazione severa che, tra laltro, stabilisce regole rigide circa la
distribuzione dei profitti.
le operazioni di social housing, generalmente, sono regolamentate dalla
legge ma prevedono unattenta attivit di supervisione e controllo da parte
delle autorit competenti.
laffitto di alloggi sociali prevede una maggiore tutela degli affittuari
contro lo sfratto rispetto al regime di affitto privato ordinario, sebbene le
differenze siano pi o meno marcate nei diversi Paesi
il social housing prevede la cosiddetta partecipazione degli affittuari alle
decisioni delle organizzazioni competenti. In alcune nazioni, come
Danimarca, Finlandia, Francia e Svezia, tale partecipazione
regolamentata e garantita da leggi speciali mentre in altri casi, come
lAustria, la partecipazione degli affittuari avviene sulla base di un tacito
accordo tra proprietari ed affittuari pur in assenza di una legge vincolante.
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2. Storia del social housing
Il contesto storico in cui nato il settore del social housing differisce
radicalmente nelle diverse aree geografiche dellEuropa, in quanto il comparto ha
registrato uno sviluppo pi rapido nellEuropa occidentale e settentrionale,
mentre nei Paesi dellEuropa meridionale stato ostacolato da un processo di
urbanizzazione pi lento e da una solida struttura rurale, che ha comportato un
minore coinvolgimento dei governi nel problema della casa. Infine, nei Paesi
dellEuropa orientale, caratterizzati a lungo da un regime politico comunista, si
iniziato a parlare di social housing solo a partire dallinizio del processo di
privatizzazione.
Il periodo compreso tra la fine del diciannovesimo e linizio del ventesimo secolo
stato caratterizzato da massicci fenomeni di industrializzazione e
urbanizzazione, nellambito dei quali lo sviluppo delle politiche abitative stato
guidato soprattutto dalle forze di mercato. Il coinvolgimento pubblico era
modesto e, comunque, limitato al sostegno delle famiglie pi povere.
I primi alloggi sociali in affitto furono realizzati in alcuni Paesi europei negli
anni venti, come strumento per risolvere la crisi edilizia ed affrontare i gravi
problemi politici e sociali conseguenti alla Prima Guerra Mondiale. I progetti
sociali erano rivolti prevalentemente alla classe lavoratrice di livello medio-alto
e, generalmente, il sostegno aveva una durata limitata.
Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale i governi, preoccupati dalla forte
mancanza di immobili residenziali, hanno studiato una politica edilizia pi attiva
nella maggior parte dei Paesi europei. Si pu parlare di vero e proprio social
housing solo a partire dalla fine degli anni quaranta.
Lo sviluppo del social housing nellEuropa occidentale dal 1945, fino agli anni
novanta, pu essere diviso in quattro fasi:
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proseguimento delle linee strategiche delineate nel periodo precedente,
allinizio degli anni settanta emersero significativi cambiamenti, quali un
maggior benessere economico, una maggiore disponibilit di alloggi e la
progressiva diffusione della propriet. Questi fattori, accompagnati da
alcune conseguenze negative dei programmi di social housing post-bellici
(bassa qualit, scarsa gestione degli immobili), comportarono un calo
della domanda di alloggi sociali
la terza fase, dal 1975 al 1990, viene definita delle nuove realt per
ledilizia. In seguito ai forti cambiamenti del contesto economico, muta il
ruolo dello Stato che riduce il proprio impegno economico in questo
settore, perch concentrato ad affrontare i problemi legati agli elevati
livelli di inflazione e di spesa pubblica. Di conseguenza, il settore
residenziale diventa sempre pi orientato al mercato, competitivo e aperto
alle pressioni economiche, mentre gli alloggi sociali rappresentano una
quota calante degli stock totali e si rivolgono gradualmente a gruppi
ristretti di popolazione. Questo approccio non condiviso da tutti i
governi, in quanto in alcuni Paesi, come Olanda e Austria, il forte
coinvolgimento dello Stato si protratto almeno fino allinizio degli anni
novanta.
Il trend della terza fase prosegue ancora oggi, sebbene nel corso del tempo siano
migliorate le condizioni economiche generali. Sono emerse nuove problematiche
e tendenze che hanno influenzato le dinamiche del mercato abitativo, quali
levoluzione della composizione demografica e sociale della popolazione, la
crescente polarizzazione sociale, lesigenza di recuperare le periferie degradate,
una diversa distribuzione dei redditi, che conduce ad un nuovo stile di vita e a
nuove scelte abitative. Le famiglie che hanno un pi elevato potere di spesa
cercano condizioni di vita migliori e si rivolgono verso contesti abitativi di
livello elevato. Dallaltro lato, il crescente squilibrio tra redditi medi e costi
abitativi ha comportato laumento del numero dei senzatetto, delle persone che
hanno bisogno dellassistenza sociale, delle famiglie che vivono in condizioni
degradate.
I governi sono gradualmente passati dalla concessione di sovvenzioni generiche a
quelle specifiche, rivolte ai gruppi sociali ed economici pi deboli o come
risposta a situazioni di emergenza. Ad esempio, allinizio degli anno novanta,
laumento delle sovvenzioni statali in Austria e Germania, ha rappresentato una
risposta al fenomeno dellimmigrazione.
Il restringimento del campo dazione del social housing, che non si rivolge pi a
tutta la societ ma solo ad alcuni gruppi di famiglie, ha comportato nuovi
problemi nellambito delle politiche abitative che, invece, sono guidate dalle
forze di mercato. Infatti, da un lato i progetti dei promotori privati sono sempre
meno rivolti alle famiglie a basso reddito e sempre pi indirizzati verso quelle di
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medio e alto livello. Dallaltro lato, la domanda proveniente dalle famiglie a
basso reddito, sempre pi numerose nella maggior parte dei Paesi, non pu essere
soddisfatta dalla limitata offerta di alloggi sociali gestiti dal settore pubblico e
dalle organizzazioni sociali. Sono in aumento i fenomeni di esclusione e
polarizzazione sociale.
Nella prima met del ventesimo secolo, la situazione abitativa nei Paesi
dellEuropa orientale era analoga a quelli dellEuropa occidentale ed era
fortemente influenzata dai fenomeni di industrializzazione e urbanizzazione. La
maggior parte dellofferta di immobili residenziali seguiva i criteri di mercato,
sebbene non sempre efficaci, che erano stati delineati come risposta alla crisi
politica e sociale successiva al termine della Prima Guerra Mondiale. La
normativa sugli affitti e i primi programmi di social housing comparvero tra il
1919 e la met degli anni venti ed erano rivolti soprattutto alla classe media.
La situazione cambi completamente dopo il 1945, quando lEuropa si divise
politicamente ed economicamente e la politica abitativa nei Paesi dellEst
europeo cominci ad essere subordinata ai sistemi economici pianificati
centralmente.
Labitazione era un diritto sociale garantito dal governo e, pertanto, le regole di
mercato furono abolite. Lo Stato controllava direttamente la realizzazione e
lassegnazione degli alloggi, che erano economici per gli affittuari ed i
proprietari ma molto cari per la societ, in considerazione delle elevate
sovvenzioni e del basso livello di efficienza economica. Lofferta era carente e la
qualit edilizia scadente. Alcuni Paesi hanno tentato di modificare lorientamento
della politica abitativa, ad esempio modernizzando lo stock, ma i risultati sono
stati deludenti a causa di un quadro socio-economico estremamente rigido.
Sebbene la maggior parte dello stock fosse di propriet pubblica, lo Stato non
aveva alcuna funzione esplicita nel social housing, ma era semplicemente un
fornitore di alloggi per tutta la popolazione. Inoltre, spesso i criteri di
assegnazione degli immobili, definiti in modo corretto in linea teorica, in realt
non venivano applicati e gli alloggi di propriet pubblica venivano assegnati
soprattutto in base a criteri meritori. Ad esempio, nella ex Cecoslovacchia, i
membri del partito comunista ricevevano un trattamento preferenziale.
Lo stesso termine social housing era incompatibile con lideologia comunista
perch, in realt, tutto il sistema politico era considerato sociale, in quanto
basato sui principi di uguaglianza e solidariet. Tuttavia, una buona parte dello
stock edilizio possedeva le caratteristiche di social housing, come la
regolamentazione dei prezzi, lassegnazione degli alloggi al di fuori delle regole
di mercato, le sovvenzioni, la propriet pubblica.
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Latteggiamento dei governi verso ledilizia in generale, e la propriet in
particolare, ha iniziato a cambiare negli anni ottanta, quando la politica
comunista ha mostrato i primi segnali di crisi. A causa di una situazione abitativa
poco soddisfacente, della forte carenza di risorse pubbliche e di altri problemi
economici, sociali e politici, ledilizia privata inizi a giocare un ruolo sempre
pi importante nellofferta di abitazioni ed iniziarono a nascere nuove
organizzazioni, come le cooperative.
La svolta avvenne dopo il 1989, quando inizi la transizione da una politica
pianificata centralmente al mercato. Dallinizio degli anni novanta, gli obiettivi
principali della politica abitativa, nella maggior parte dei Paesi ex-comunisti,
sono stati quelli di adeguarsi alle regole di mercato. Questo fenomeno ha portato
ad una politica abitativa spesso pi liberale e progredita di molti Paesi
occidentali.
La trasformazione delle politiche abitative avvenuta come conseguenza di
alcuni cambiamenti:
deregolamentazione
calo dellintervento e delle sovvenzioni pubbliche
privatizzazione dellindustria e dei servizi
privatizzazione dello stock abitativo, seppure con qualche eccezione. Ad
esempio, la Repubblica ceca e la Polonia non hanno effettuato una
privatizzazione di massa ed attualmente un buon numero di immobili in
affitto di propriet pubblica
sostegno della propriet privata
La privatizzazione ha assunto forme diverse. Gli immobili pubblici sono stati per
lo pi trasferiti agli affittuari che li occupavano, ma alcuni sono stati venduti ai
privati, singoli o societ.
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La formulazione degli obiettivi non teneva conto dei problemi esistenti, quali la
situazione della larga maggioranza degli alloggi, che erano occupati da famiglie a
basso reddito, gli elevati costi di manutenzione che i nuovi proprietari non erano
in grado di sostenere, linefficienza della base infrastrutturale, lo squilibrio tra
offerta e domanda. Sono emersi crescenti squilibri sociali, a causa del continuo
aumento dei prezzi degli immobili di qualit, dei fenomeni migratori, delle
spopolamento delle aree rurali a favore delle grandi citt, dellelevato numero di
senzatetto e di immobili abusivi. Infine, nella maggior parte dei Paesi, i
cambiamenti sono stati portati avanti senza aver prima delineato un quadro legale
ed istituzionale adeguato.
Questi problemi sono stati gestiti in modo diverso nei vari Paesi: alcuni hanno
proseguito e potenziato il processo di privatizzazione, mentre altri lhanno
rallentato e ne hanno limitato gli effetti. La conseguenza che nel 1990, nei
Paesi dellEuropa sud-orientale, prevaleva la propriet privata, mentre
nellEuropa nord e centro-orientale prevaleva, o almeno aveva un ruolo
importante, ledilizia pubblica.
Il processo di privatizzazione ha influenzato profondamente la distribuzione della
ricchezza nellambito della societ, in quanto alcune famiglie sono riuscite ad
acquistare immobili di alta qualit a prezzi scontati. Altre non hanno avuto la
possibilit di acquistare nessun immobile, altre ancora hanno acquistato un
immobile in tale stato di degrado da necessitare costosi interventi di
ristrutturazione.
La qualit media degli immobili costruiti durante lepoca comunista piuttosto
bassa: si tratta per lo pi di piccoli appartamenti, carenti di servizi, infrastrutture
tecniche e sociali. Soltanto in alcuni Paesi, come la Polonia, la qualit
superiore, anche se sono notevoli le differenze tra gli immobili periferici, modesti
e in stato di degrado, e le nuove, spesso lussuose, case familiari situate nelle aree
interne alle citt.
I prezzi di vendita venivano decisi secondo criteri diversi, anche se prevaleva il
sistema della privatizzazione a basso prezzo. Allinizio degli anni novanta, i
prezzi erano inferiori mediamente del 15 per cento, rispetto a quelli di mercato.
La massiccia vendita di immobili a prezzi bassi ha permesso ai governi di
sbarazzarsi degli immobili in perdita, ma a lungo termine ha comportato una
grave carenza di alloggi in affitto e la difficolt degli acquirenti a basso reddito di
finanziare i costi della manutenzione degli immobili.
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mancanza di unadeguata normativa finanziaria, legale e organizzativa.
Intorno alla met degli anni novanta, le autorit di molti Paesi si sono rese conto
che le soluzioni ai problemi abitativi non potevano solo essere basate su principi
di mercato e, a partire da quel momento, c stato uno sforzo coordinato per
delineare un quadro legale ed istituzionale adeguato, al fine di sviluppare un
sistema finanziario per ledilizia, di reintrodurre le sovvenzioni statali e di
stabilire una quota di immobili sociali da dare in affitto.
In questo nuovo contesto, la politica abitativa sociale comincia ad essere
percepita come uno strumento importante di sostegno alle famiglie che non
possono procurarsi un immobile ai prezzi di mercato. Nella maggior parte dei
Paesi, sono stati fatti ulteriori passi avanti per stabilire un settore di social
housing simile a quello dellEuropa occidentale.
Comunque, i progetti sociali sono ancora carenti o molto limitati e, soprattutto,
rivolti quasi esclusivamente alle fasce svantaggiate della popolazione, creando
problemi di polarizzazione ed esclusione sociale. Fa eccezione un ristretto
numero di nazioni, tra cui la Polonia, dove il social housing riveste un ruolo
estremamente significativo nellambito delle politiche abitative e dove il governo
autorizza la creazione di societ senza scopo di lucro il cui unico fine di offrire
alloggi alle fasce di popolazione di medio livello. Grandi progressi sono stati
compiuti anche dalla Repubblica ceca che, nel 2003, ha approvato un progetto
per sovvenzionare la costruzione di alloggi comunali da dare in affitto alle
famiglie con redditi bassi e medi ed in preparazione un progetto finalizzato alla
costituzione di cooperative edilizie.
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3. Il ruolo del social housing nellambito delle politiche abitative
Lobiettivo principale di qualunque politica abitativa di offrire a tutta la
popolazione alloggi di qualit e dimensioni adeguate a costi ragionevoli. Inoltre,
deve essere posta particolare attenzione alla qualit degli alloggi e dellambiente
circostante, anche nellottica dellevoluzione delle esigenze della popolazione a
medio termine e delle esigenze specifiche di alcuni gruppi svantaggiati, quali
immigrati, disoccupati, disabili, anziani e senzatetto. Si tratta dellobiettivo pi
importante e complesso, che determina il successo e lefficienza di una politica
abitativa.
Accanto allo scopo fondamentale di garantire lalloggio a tutta la popolazione,
una politica abitativa efficiente deve porsi ulteriori obiettivi qualitativi, quali:
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Il fine ultimo di una politica abitativa quello di raggiungere il maggior numero
di obiettivi contenendo il pi possibile linvestimento pubblico: questo ci che
si definisce efficienza economica di una politica abitativa.
Il social housing solo uno dei possibili strumenti di politica abitativa e non
sempre rappresenta lapproccio migliore per soddisfare le richieste della
popolazione. Infatti, lesigenza di nuovi alloggi sociali meno sentita nelle
situazioni di mercato in cui i prezzi e i canoni sono in calo e la maggior parte
della domanda proveniente dalle famiglie con reddito medio e basso viene
soddisfatta dallofferta di alloggi in propriet, in regime di affitto privato o in
cooperativa. Questa la situazione esistente nella maggior parte dei Paesi
europei al di fuori dei grandi centri urbani.
La situazione molto pi complessa nelle aree in cui lofferta scarsa e il livello
dei canoni di mercato insostenibile per la popolazione a basso reddito, come
avviene nella larga maggioranza delle grandi citt. In questi casi, il social
housing si rivela necessario, anche se esistono alcune alternative, come gli
alloggi a prezzi controllato. Si tratta dellofferta di un certo numero di alloggi che
vengono affittati a canoni di mercato, ma controllati. Il sistema efficiente nei
Paesi caratterizzati da un sistema fiscale trasparente, mentre di difficile uso
dove c da un elevato livello di evasione fiscale, o nei casi in cui sia necessario
incrementare lofferta di alloggi.
Inoltre, una quantit eccessiva di abitazioni a canone controllato comporta un
forte aumento della domanda e, di conseguenza, dei canoni, soprattutto nel caso
in cui lofferta non sia in grado di soddisfare la domanda in rapido aumento. Le
esperienze dellEuropa occidentale mostrano che il controllo sui canoni utile
quando carente il sistema di sostegno e di sovvenzioni alledilizia residenziale.
In caso contrario, il sostegno alla produzione il modo migliore per contenere i
canoni.
Dunque, la differenza sostanziale tra il social housing e il regime di canone
controllato risiede nel fatto che solo le politiche di social housing possono dare
priorit a considerazioni sociali rispetto agli alloggi affittati in regime di mercato
e sulla base di un canone ordinario, seppure controllato.
Il social housing assume unimportanza fondamentale in considerazione
dellemergenza delle seguenti problematiche:
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tutti i Paesi europei devono affrontare i problemi dei senzatetto, che
stanno aumentando vistosamente
un numero considerevole di persone povere, o a rischio povert,
obbligato a prendere in considerazione lofferta, spesso inadeguata,
presente sul mercato privato
lo sfratto un tema sempre pi importante, che spesso porta allesclusione
sociale e qualche volta al fenomeno dei senzatetto.
nella maggior parte degli Stati dellUnione Europea, la spesa pi elevata
nel bilancio delle famiglie la casa, che rappresenta mediamente il 25 per
cento del reddito
la situazione di molti Paesi, situati soprattutto nellEuropa centro-
orientale, preoccupante perch circa il 95 per cento degli alloggi in
mano privata e non ci sono operatori realmente coinvolti nella soluzione
dei problemi abitativi delle fasce pi deboli della popolazione.
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4. Il quadro macroeconomico
La spesa legata al social housing rappresenta circa luno per cento del prodotto
interno lordo dellUnione Europea, anche se le differenze sono notevoli da Paese
a Paese.Le politiche di social housing possono essere suddivise in quattro gruppi:
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unimportanza sempre maggiore del sistema di contributi e sovvenzioni alle
famiglie.
5. Il quadro istituzionale
Anche se il comparto del social housing ha dimensioni ridotte in quasi tutta
Europa e, dunque, incide in modo marginale sul mercato immobiliare
residenziale, gioca un ruolo importante nellambito delle politiche indirizzate ad
affrontare il problema dellesclusione sociale. Infatti, riconoscere il ruolo della
casa come mezzo di coesione sociale significa anche rafforzare il ruolo degli
operatori nel campo del social housing.
Per esaminare le caratteristiche delle organizzazioni, pubbliche e private,
coinvolte nelle politiche di social housing, opportuno alcune premesse:
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lattivit delle organizzazioni di social housing in evoluzione e non si
limita pi allofferta di alloggi, ma si concentra sempre di pi sullofferta
di servizi, quali prestiti agevolati
Sviluppo. Consiste nella scelta del promotore incaricato di realizzare gli alloggi
sociali. Il terreno pu essere di propriet del promotore o reso disponibile dallo
Stato, direttamente o attraverso unagenzia di Stato
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Strategia. Consiste nella definizione delle politiche di social housing, compresa
la determinazione della quantit di alloggi sociali necessari e delle modalit di
finanziamento e realizzazione. Spesso esiste una normativa che stabilisce alcuni
aspetti standard.
5.1 Lo Stato
Il ruolo del governo locale viene regolamentato dalla Costituzione o dalle leggi
in vigore nei diversi Paesi, che determinano i poteri e le responsabilit assegnate
ai diversi livelli di governo.
In alcuni Paesi, la responsabilit per la definizione della strategia del social
housing attribuita al governo regionale e locale, nellambito di un quadro
politico complessivo, determinato a livello nazionale. Questo offre sufficiente
flessibilit per adattare la strategia di social housing alle condizioni dei mercati
abitativo e del lavoro e, spesso, comprende la gestione delle sovvenzioni che
possono provenire da fondi dello Stato o, meno comunemente, dai bilanci locali
o regionali.
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In alcune nazioni occidentali, lo Stato definisce le linee guida, che poi vengono
integrate dalle autorit locali: ad esempio, in Germania ed Austria i Lander
collaborano con il governo federale, mentre in Francia, Olanda e Svizzera le
autorit locali si pongono priorit politiche diverse a seconda della situazione
nazionale. In Francia, in particolare, la distribuzione delle sovvenzioni avviene
sotto la responsabilit dei dipartimenti o degli organismi pubblici di
cooperazione intercomunale. Nel Regno Unito, la politica nazionale enfatizza
sempre di pi il ruolo di gestione dellautorit locale, mentre in Irlanda, le
autorit locali hanno un ruolo fondamentale nellambito dellassegnazione degli
alloggi sociali ed hanno una funzione di finanziamento separata.
In alcuni Paesi dellEuropa centro-orientale, invece, la responsabilit delle
autorit locali spesso include lo sviluppo, la propriet e la gestione degli alloggi
sociali.
Con riferimento allutilizzo dei fondi pubblici nellambito dello sviluppo e della
gestione del social housing, sia lo Stato che gli enti pubblici, in base alle
responsabilit che sono state loro assegnate dalla legge nazionale, devono
garantire che le risorse siano utilizzate per soddisfare gli obiettivi nel modo pi
efficiente e trasparente possibile. Se tali risorse assumono la forma di
sovvenzioni alle famiglie, sia lo Stato che gli enti pubblici dovranno verificare la
corretta e trasparente applicazione dei meccanismi di assegnazione.
Nella maggior parte dei Paesi dellEuropa occidentale, il settore privato svolge le
attivit di costruzione e finanziamento. Pu anche svolgere lattivit di gestione,
sulla base di accordi contrattuali, come avviene in Germania e Svizzera, dove le
societ di costruzioni private svolgono un ruolo equivalente a quello delle societ
che offrono abitazioni a canone moderato in Francia e alle corporazioni edilizie
in Olanda. La partecipazione del settore privato importante anche in Finlandia,
dove il Fondo per la casa (Arava) ha un ruolo importante nellambito
dellassegnazione degli alloggi sociali e della concessione di sovvenzioni.
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Lobiettivo delle organizzazioni senza scopo di lucro non deve essere quello
della massimizzazione e distribuzione dei profitti ma del miglioramento generale
del benessere sociale.
Il vantaggio principale di queste organizzazioni che, spesso, vengono costituite
dagli enti locali come risposta ad esigenze specifiche. In queste circostanze, le
organizzazioni possono affiancare efficacemente le agenzie governative nelle
zone in cui la carenza di alloggi sociali particolarmente preoccupante. E il caso
dei Paesi in cui il settore del social housing scarsamente sviluppato e non in
grado di attirare capitali privati.
Il settore delle organizzazioni senza scopo di lucro, con funzione di promotore,
proprietario o gestore di alloggi sociali comune nei Paesi dellEuropa
occidentale. In Inghilterra, il settore stato il veicolo principale attraverso cui i
nuovi alloggi sociali si sono sviluppati negli ultimi ventanni. Il settore del social
housing cresciuto notevolmente con il trasferimento della propriet degli
alloggi sociali dalle autorit locali alle nuove associazioni, che hanno assunto
importanti responsabilit con riferimento allo sviluppo, alla propriet e alla
gestione della larga maggioranza di alloggi sociali. In Austria, Francia, Olanda e
Svizzera, tali organizzazioni detengono la quota pi importante di alloggi sociali
e, tra laltro, in Francia e Olanda possiedono la quota pi elevata di alloggi
sociali in rapporto allo stock di tutta lUnione Europea.
5.3.2 Le cooperative
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5.3.3 Le famiglie
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6. Il quadro legislativo
Il diritto alla casa definito e tutelato in modo diverso nei vari Paesi europei.
Alcune nazioni, come Francia, Finlandia, Polonia, Portogallo e Spagna, lo
contemplano nella propria Costituzione, in qualche caso a favore di tutti gli
abitanti, come in Portogallo, in altri casi a favore solo dei propri cittadini, come
in Spagna.
Tutti i Paesi europei hanno adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani e degli aspetti internazionali dei diritti economici, sociali e culturali, che
include il diritto alla casa (art. 16-25).
Gli impegni che definiscono il social housing possono essere previsti per un
breve o lungo periodo o in modo illimitato; possono essere imposti dalla legge o
previsti da un contratto.
Inoltre, la maggior parte dei Paesi ha promulgato leggi specifiche sulla casa, con
particolare riferimento ai seguenti aspetti:
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alle esigenze locali. La divisione delle competenze deve essere accompagnata da
una corretta assegnazione delle risorse provenienti dai bilanci statale, regionale e
locale.
Man mano che le competenze ed il finanziamento pubblico si riducono, la
collaborazione tra privati sempre pi basata su accordi contrattuali e sulla
costituzione di societ miste. Attualmente, le societ edilizie gestiscono lintero
processo, dal progetto, alla costruzione alla manutenzione dello stock sociale e
stipulano un accordo contrattuale con lente pubblico per quanto riguarda
lindividuazione delle famiglie in stato di difficolt, i servizi a sostegno degli
inquilini con problemi finanziari, sociali o di salute.
La privatizzazione nei Paesi in fase di transizione ha comportato il trasferimento
della propriet degli alloggi soprattutto nei confronti degli affittuari o il
trasferimento degli immobili di propriet statale ai comuni, mentre nellEuropa
occidentale la privatizzazione ha permesso la vendita di una larga parte dello
stock pubblico ai privati (singoli o societ). Entrambe le forme di privatizzazione
riducono linfluenza degli organismi pubblici e, a lungo termine, potrebbero
comportare un calo delle dimensioni del social housing, a fronte di un aumento
della domanda di alloggi sociali da parte delle fasce deboli della popolazione.
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7. Il quadro finanziario
In considerazione dei numerosi modelli di social housing, anche gli aspetti
finanziari sono diversificati e variano da un approccio di bilancio centralizzato a
soluzioni finanziarie private. Come qualunque investimento a lungo termine che
comporti un sostegno pubblico, il finanziamento del social housing un mix di
prestiti e obbligazioni, sovvenzioni e fondi propri, che possono essere combinati
nei modi pi diversi. Le sovvenzioni, ad esempio, possono essere costituite da un
sostegno diretto dal bilancio nazionale o locale, essere garantite attraverso
unagevolazione fiscale o essere legate ad un prestito a lungo termine.
Nella maggior parte dei Paesi si discusso sulla qualificazione degli aspetti
finanziari del social housing, per decidere se essi debbano fare parte del sistema
finanziario nazionale o se debbano rappresentare un aspetto separato. Mentre la
maggior parte dei Paesi dellEuropa occidentale ha integrato il finanziamento
della casa nellambito dei mercati finanziari, il social housing spesso il solo
settore che rimane fuori dal mercato.
La sfida per una politica di social housing consiste nel trovare la migliore
combinazione possibile tra fondi pubblici e privati, dato che le soluzioni estreme
non hanno portato risultati positivi.
Dal punto di vista finanziario, le condizioni di successo di una politica abitativa
sono la definizione coerente dei gruppi che hanno diritto allassegnazione di un
alloggio sociale e lattenta valutazione dei seguenti aspetti:
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Quindi, per rendere accessibili gli alloggi sociali alle fasce di popolazione a
basso reddito necessario colmare la differenza tra il canone che si pu pagare
(solitamente si aggira intorno al 30 per cento del reddito netto), ed il canone
ordinario che dovrebbe essere pagato per un alloggio analogo. A questo scopo
possono essere utilizzati due strumenti, separatamente o in combinazione tra
loro:
Per nuovo investimento nel settore del social housing si intende sia la
realizzazione di nuovi immobili che lacquisto di immobili esistenti, frequente
soprattutto nelle grandi aree urbane, dove la disponibilit di terreni scarsa ed il
perseguimento degli obiettivi sociali particolarmente urgente.
In passato, gli investimenti venivano finanziati quasi esclusivamente con fondi
statali, mentre negli ultimi quindici anni la tendenza della maggior parte dei casi
di ridurre questo impegno finanziario e di trasferire la responsabilit al settore
privato. Tale passaggio stato reso possibile, nei Paesi occidentali, dallo
sviluppo del settore finanziario. La stabilit macroeconomica necessaria per
entrare nellarea euro e il calo dei tassi di interesse, a partire dallintroduzione
della moneta unica, hanno incoraggiato i proprietari a rivolgersi ai finanziamenti
di mercato. La Francia e lAustria sono gli unici Paesi dellUnione Europea che
utilizzano ancora una sovvenzione statale per finanziare il comparto sociale.
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LAustria ha un sistema misto di prestiti statali a basso tasso di interesse; la
Germania utilizza le banche pubbliche, ma solo in parte e come soggetti
secondari. Al di fuori dellUnione Europea, la Banca di Stato per lEdilizia
Norvegese offre prestiti a tutto il settore immobiliare residenziale e i prestiti sono
finanziati dal Ministero del Tesoro.
Invece, in alcune economie in fase di transizione, i governi hanno offerto prestiti
attraverso la costituzione di fondi pubblici finalizzati allo sviluppo di immobili
sociali, come il Fondo Edilizio della Slovenia, creato nel 1991, il Fondo Statale
per lo Sviluppo Edilizio della Slovacchia, creato nel 1996 e il Fondo Edilizio
Nazionale, nato in Polonia nel 1995.
I prestiti al settore sociale da parte di operatori privati, banche commerciali o
istituti specializzati, pongono una serie di problemi in perch hanno
caratteristiche particolari: innanzitutto sono a lungo termine, con una durata che
supera spesso i trentanni, il che rende difficile raccogliere fondi. In alcuni Paesi,
poi, il prestito elevato rispetto al valore dellimmobile e questo comporta un
aumento del rischio. Daltra parte, una quota del canone solitamente pagata
dallo Stato attraverso contributi che, al contrario, riducono il rischio per chi
presta denaro. Inoltre, a differenza degli investitori individuali, il rischio
suddiviso su un certo numero di immobili.
Un sistema di finanziamento privato del social housing particolarmente efficiente
quello francese, da parte della Cassa di Deposito. I depositi a breve termine
vengono utilizzati per finanziare i prestiti con una durata fino a cinquantanni,
con un sistema di indicizzazione dei tassi di interesse che ne elimina il rischio.
Inoltre, i depositi sono garantiti dallo Stato.
Ci sono tre diversi modelli di finanziamento:
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poich gli affittuari spesso non sono in grado di partecipare, attraverso aumenti
dei canoni, alle opere necessarie. Il problema particolarmente grave nei Paesi
dellEuropa orientale, dove la manutenzione stata trascurata per decenni.
Quando viene applicato il metodo del canone commisurato ai costi non ci
dovrebbe essere bisogno di ulteriori finanziamenti per la manutenzione degli
alloggi sociali, ma vi sono alcune eccezioni:
il calcolo iniziale non sempre corrisponde alla realt nel corso del tempo,
a causa dei cambiamenti nellambiente macroeconomico o nella politica
locativa
un comportamento frequente degli utilizzatori di alloggi sociali di non
spendere denaro sufficiente per la manutenzione corrente, comportando
lesigenza di interventi di rinnovamento nel medio-lungo periodo
anche gli immobili che sono stati oggetto di interventi appropriati di
manutenzione ordinaria, avranno bisogno di operazioni pi radicali di
rinnovamento dopo un certo numero di anni. Inoltre, gli immobili hanno
bisogno di essere adattati ai nuovi standard, per esempio in termini di
risparmio energetico e sicurezza. Sempre di pi i proprietari devono
affrontare problemi derivanti da una popolazione che invecchia e devono
finanziare ladattamento degli edifici e delle unit abitative per accogliere
gli affittuari disabili.
Man mano che gli Stati riducono le proprie sovvenzioni, obbligano i proprietari
ad aumentare lautofinanziamento dei nuovi investimenti, anche perch nella
maggior parte dei Paesi europei lo stock ampio, se paragonato al flusso di nuovi
investimenti, e non c la volont politica di aumentare in modo significativo
questi flussi.
I proprietari nel settore del social housing solitamente hanno bassa liquidit,
paragonata allammontare degli investimenti, ma coloro che hanno una quota
24
significativa di immobili possono generare cash flow, purch la liquidit non sia
impegnata nelle ristrutturazioni. La liquidit pu essere impiegata nel
finanziamento dei nuovi investimenti o nella definizione di canoni pi bassi con
riferimento ai nuovi progetti.
Un altro sistema per generare risorse la vendita degli alloggi agli affittuari. Si
tratta di un sistema valido quando la mobilit degli affittuari bassa e il numero
di vendite in un determinato programma sufficiente a coprire il costo della
costituzione e gestione di un condominio.
I proprietari degli alloggi sociali sono spesso contrari a questa soluzione e le case
individuali vengono vendute pi facilmente rispetto agli appartamenti situati nei
condomini, fatta eccezione per il fenomeno di privatizzazione di massa effettuato
nei Paesi dellEuropa orientale. Per il resto, soltanto nel Regno Unito le vendite
hanno raggiunto un livello elevato, anche se lobiettivo principale del governo
non di raccogliere fondi per i nuovi investimenti, ma di incoraggiare la
propriet e di riorganizzare il settore sociale. Negli altri Paesi, la percentuale di
alloggi che vengono venduti ogni anno, rispetto allo stock complessivo di alloggi
sociali, varia dall1 al 2 per cento in Irlanda, Olanda e Svezia, si aggira intorno
allo 0,5 per cento in Germania ed inferiore allo 0,2 per cento in Francia e
Belgio e Italia.
25
riduzione o esenzione dallimposta sui redditi e sui profitti
riduzione o esenzione dallimposta sugli immobili
prestiti pubblici a basso tasso di interesse (Austria, Norvegia)
prestiti agevolati
concessione dei terreni, gratuita o attraverso vendita o affitto a lungo
termine a prezzi agevolati, per la realizzazione di progetti di social
housing da parte dei comuni.
Tali sovvenzioni possono essere concesse una tantum o suddivise nel tempo. In
questo caso, la durata del pagamento e lammontare possono essere variabili o
fissati in anticipo.
26
(offerta di terreni, garanzie sui prestiti) e dai proprietari (fondi propri) e la ricerca
di contributi aggiuntivi come fondi dei datori di lavoro (imposizione delluno per
cento in Francia).
7.6.1 I prestiti
Nella maggior parte dei Paesi sono disponibili varie forme di prestiti. Le
differenze principali consistono nel tasso fisso o variabile da un lato, e nella
restituzione indicizzata, costante e graduale dallaltro. I prestiti per il social
housing devono tenere contro di due specifici aspetti:
27
legate al reddito e alle altre caratteristiche dei beneficiari e sono flessibili, perch
possono variare in base ai cambiamenti della situazione economica e sociale
della famiglia.
Le sovvenzioni personali presentano anche alcuni aspetti negativi:
sono pericolose nel caso di crisi economica, che accresce il numero dei
beneficiari e lammontare del sussidio medio. I tentativi di ridurre il
programma di assegnazione hanno come risultato di rendere insolventi gli
affittuari a basso reddito
possono avere un effetto di trappola della povert, quando compensano
troppo generosamente il calo del reddito di una famiglia a causa della
disoccupazione
possono creare pressione sui canoni di locazione quando vengono usate
nel settore privato, allo stesso modo in cui gli incentivi agli investitori
possono influenzare i prezzi delle case. Questo, per, non si pu verificare
quando i canoni sono soggetti ad un controllo severo e quando le famiglie
beneficiarie rappresentano una piccola percentuale della domanda
sono difficili da amministrare, in quanto richiedono informazioni accurate
e dettagliate sul reddito e sulla composizione delle famiglie
hanno un impatto limitato sulla quantit e qualit della costruzione delle
case per famiglie a reddito moderato; sono collegate strettamente al livello
di reddito, non alle esigenze abitative prioritarie.
28
contributo medio per abitante di 348 euro, contro i 235 della Francia e una media
di 50 euro per lUnione Europea. Daltra parte, in Francia, quasi il 25 per cento
degli affittuari riceve il contributo, contro il 15,5 per cento del Regno Unito e
l8,2 per cento dellUnione Europea.
29
partecipazione. La coesione sociale richiede coinvolgimento attivo e
partecipazione da parte di tutta la popolazione. Il settore di volontariato
gioca un ruolo importante nellincremento della partecipazione. Anche il
contesto istituzionale, soprattutto a livello locale, idoneo a promuovere
la partecipazione.
riconoscimento. La societ moderna basata sulle differenze e sul
pluralismo e una societ coesa se in grado di gestire tali differenze in
modo idoneo a promuovere il pluralismo. Nelle societ coese le istituzioni
pubbliche e private dovrebbero contribuire a riconoscere le differenze,
mentre gli attori del social housing hanno un ruolo importante ma a livello
di comunit locale.
legittimazione. La coesione sociale riguarda anche la legittimazione delle
istituzioni che rappresentano i cittadini. Il ruolo del social housing
limitato con riferimento a questo aspetto, in quanto si ritiene che le
organizzazioni di social housing non possano essere intermediari tra gli
affittuari sociali e le autorit pubbliche. Infatti, in parecchi Paesi, gli
affittuari sociali si sono organizzati in modo autonomo.
Il ruolo del social housing nella coesione sociale stato ampiamente riconosciuto
nelle leggi nazionali ed internazionali e nelle decisioni politiche. Inoltre un
elemento chiave di ci che definito modello sociale europeo, finalizzato a
mantenere una societ prospera e unita. Lalloggio rappresenta uno dei parametri
pi importanti per misurare il benessere individuale, ma c una diffusa
percezione della crisi della coesione sociale in ampie parti del mondo sviluppato.
A partire dagli anni ottanta, lEuropa ha visto una crescente liberalizzazione del
mercato e la privatizzazione dellofferta di alloggi, che hanno comportato un
nuovo ruolo e nuove sfide per il social housing. Nello stesso tempo, il mercato
non provvede alle esigenze sociali dei gruppi vulnerabili.
I governi devono tenere in considerazione i seguenti aspetti per migliorare la
coesione sociale:
il social housing deve essere integrato con una serie pi ampia di politiche
pubbliche, come occupazione, trasporti, progettazione urbana, sanit ed
educazione. Per esempio, gli alloggi in affitto sociale dovrebbero essere
collegati ad aree con opportunit di occupazione e formazione, al fine di
agevolare lintegrazione delle famiglie a basso reddito nel mercato del
lavoro
le politiche sulluso del terreno dovrebbero essere coordinate con quelle
edilizie, al fine di assicurare che sufficienti porzioni di terreno siano
disponibili per la costruzione di alloggi adeguati nelle aree in grado di
offrire opportunit di lavoro e di formazione alle famiglie a basso reddito
30
al fine di prevenire lemarginazione e la segregazione, il settore sociale
deve possedere uno stock differenziato, in grado di soddisfare le esigenze
delle diverse tipologie di residenti. Le politiche idonee a tale scopo sono,
per esempio, i progetti integrati, finalizzati alla prevenzione dei crimini, a
incoraggiare loccupazione locale, a offrire case e asili, a creare ambienti
con diversi titoli di possesso dellalloggio (affitto, propriet, propriet
sovvenzionata) con fasce diversificate di canoni e prezzi ma senza
differenze fisiche evidenti e dare accesso agli alloggi sociali a tutti e non
solo alle famiglie svantaggiate
per delineare le politiche migliori finalizzate ad evitare la formazione di
ghetti, dovrebbero essere condotte ricerche finalizzate a identificare le
condizioni e le caratteristiche del mix sociale ideale
le politiche abitative dovrebbero analizzare le esigenze ed i desideri delle
famiglie che cercano una casa, garantendo maggiore flessibilit e mobilit
per quelle meno benestanti
lofferta di social housing per le persone con esigenze speciali, come
disabili ed anziani, dovrebbe evitarne la ghettizzazione, integrando le case
nellambito di progetti caratterizzati da un buon mix sociale, con
riferimento a et e dimensioni delle famiglie
il miglioramento delle politiche abitative dovrebbe permettere la
partecipazione dei residenti attraverso il miglioramento delle condizioni di
vita, la creazione di opportunit di occupazione sociale per i giovani
dovrebbero essere studiati politiche e programmi incentrati sullefficienza
energetica, riducendo le bollette per le famiglie a basso reddito e
migliorando le condizioni di vita e di salute.
31
9. Il ruolo del social housing nella progettazione edilizia
Quando si parla di qualit degli alloggi sociali ci si riferisce sia alla progettazione
spaziale che al design architettonico. La costruzione deve essere vista nellambito
del contesto di una strategia urbanistica che coinvolge tutta la citt. Paesi che
hanno una tradizione lunga e costante di politiche edilizie uilizzano il social
housing per garantire la coesione sociale, attraverso linclusione spaziale in
ampie aree urbane.
Larchitettura gioca un ruolo importante nella creazione di aree urbane efficienti,
che solitamente vengono realizzate attraverso la collaborazione di un certo
numero di promotori e/o architetti.
Lo standard degli alloggi sociali riflette sempre la situazione edilizia nazionale
ma alcuni aspetti fondamentali devono essere tenuti in considerazione.
Qualit e standard
32
Salute
Ecologia
33
fondamentale stabilire chiaramente il ruolo e le responsabilit dei
promotori e dei costruttori.
A partire dal 1999, lUnione Europea porta avanti ulteriori progetti, tra cui:
34
prestazione di servizi e dell'assistenza, e che presentano un'evidente
rilevanza per i fornitori di alloggi destinati a gruppi con esigenze
specifiche.
35
11. Le dimensioni del social housing nellUnione Europea
Attualmente, lo stock residenziale dellUnione Europea composto da oltre 214
milioni di alloggi, che corrispondono a 443 alloggi ogni mille abitanti e ad una
media di 2,3 persone per alloggio, anche se la maggior parte delle unit abitata
da un numero maggiore di persone, dal momento che le cifre comprendono la
quota di alloggi vuoti e di seconde case, che restano vuote per la maggior parte
dellanno.
Con riferimento al regime di possesso, lo stock composto per il 63 per cento da
alloggi di propriet, per il 20 per cento in regime di affitto privato, per il 16 per
cento in regime di affitto sociale, mentre il restante 1 per cento degli alloggi
occupato ad altro titolo.
Nellambito dellUnione Europea, il social housing composto da oltre 34
milioni di alloggi, concentrati soprattutto nelle grandi citt europee, dove il
mercato residenziale caratterizzato da prezzi elevatissimi. In molti stati membri,
il comparto ritenuto prioritario dai governi e, soprattutto, dalle autorit locali.
Poich non c una definizione comune di edilizia sociale nella legge
comunitaria, in considerazione dellampia gamma di nozioni e definizioni
adottate negli Stati membri, lUnione Europea definisce come social housing il
settore residenziale che implichi specifichi doveri di interesse pubblico, con
riferimento a condizioni di accesso, occupazione effettiva e prezzo.
NellUnione Europea sono operative circa 23 mila organizzazioni, escluse le
agenzie delle autorit locali, che si presentano nelle pi diverse forme:
36
Le autorit pubbliche dellUnione Europea offrono alloggi utilizzando quattro
modalit operative:
37
un alloggio sul mercato privato. Infine, in alcuni paesi, i proprietari-
residenti ricevono scarso sostegno nel caso di perdita del lavoro e, nei casi
in cui prevale l'applicazione di prestiti ipotecari a tasso variabile, i
proprietari sono esposti a rapidi aumenti dei tassi ipotecari.
Miglioramento delle condizioni abitative. Lo standard e le dimensioni
degli alloggi sociali sono ancora carenti, soprattutto nei Paesi dellEuropa
meridionale. Gli alloggi di migliore qualit sono presenti in Lussemburgo,
Olanda, Svezia e Regno Unito, mentre la quota maggiore di abitazioni
vecchie si trova in Finlandia, Spagna e Italia. Nella maggior parte
dell'Europa settentrionale e occidentale, il miglioramento del settore degli
alloggi sociali, unitamente alla demolizione dei quartieri fatiscenti, ha
fatto s che il settore delle abitazioni risulti dotato di livelli di comfort
analoghi a quelli che si riscontrano in altre forme di possesso. Nei Paesi
mediterranei, lo standard degli alloggi in locazione notevolmente
inferiore a quello degli immobili occupati a titolo di propriet.
Accesso. L'accesso alla propriet migliorato, soprattutto dove la
deregolamentazione ha determinato una diminuzione dei tassi ipotecari,
come Regno Unito, Finlandia e Spagna, anche se la generalizzata
riduzione delle agevolazioni fiscali rappresenta un fattore negativo.
L'accesso agli alloggi sociali si ridotto negli anni ottanta, a causa
dell'aumento della disoccupazione e del calo degli investimenti. Ci ha
determinato il fenomeno dell'"attesa" in alloggi temporanei di scarsa
qualit, per periodi che in alcune nazioni vanno da due a quattro anni. In
alcuni Paesi, negli anni ottanta sono stati attuati programmi speciali, che
hanno agevolato l'accesso per i gruppi con esigenze specifiche, come gli
anziani o i disabili.
38
12. Definizione dei gruppi social tutelati dalle politiche di social
housing nellambito dellUnione Europea
Lefficienza di una politica di social housing dipende anche dalla definizione dei
gruppi di popolazioni ai quali indirizzata, che non pu prescindere dalla
valutazione dei principali aspetti demografici, economici, sociali.
Sebbene le categorie tutelate siano differenti nei diversi Paesi, in linea generale si
possono considerare fasce deboli, e dunque, in linea di massima, interessate agli
alloggi sociali, le seguenti categorie:
Famiglie giovani o di grandi dimensioni con figli a carico. Le famiglie con tre
figli rappresentano circa il 13 per cento delle famiglie totali.
39
Disoccupati. La media dei disoccupati sulla popolazione attiva nellambito
dellUnione Europea di quasi il 9 per cento, anche se le differenze sono
notevoli nei diversi Paesi: si passa dal 3,9 per cento della Norvegia al 18,3 per
cento della Polonia. Accanto ai disoccupati, la preoccupazione delle autorit si
rivolge anche ai lavoratori che prestano la propria attivit sulla base di contratti
temporanei o part-time, che rappresentano rispettivamente il 13,4 e 17,6 per
cento. I contratti part-time sono particolarmente diffusi nei Paesi del Nord, dove,
per, non indicano una situazione di precariet dei lavoratori, ma piuttosto una
opportunit offerta alle famiglie.
40
SECONDA PARTE
L
o sviluppo della situazione abitativa nei diversi Paesi influenzato sia
dalla politica abitativa dei singoli governi che da una serie di fattori
esterni, come la situazione socio-economica, demografica, politica,
amministrativa e legale. Questi fattori, unitamente alla politica
edilizia, definiscono il ruolo, gli obiettivi e le caratteristiche del social housing.
I Paesi europei presentano differenze sostanziali. In molte nazioni occidentali
come Olanda, Austria, Svezia e Regno Unito, la quota di alloggi sociali elevata,
mentre nella maggior parte dei Paesi meridionali molto pi bassa, in quanto le
politiche abitative si sono tradizionalmente concentrate sulla propriet, mentre il
comparto locativo, anche sociale, ha giocato un ruolo marginale.
Il Paese che presenta lo stock di alloggi sociali pi vasto lOlanda, dove
rappresenta il 35 per cento dello stock di immobili residenziali, seguita dal 30 per
cento della Germania dal 24 per cento dellAustria, contro una media
dellUnione Europea pari al 16 per cento. Gli alloggi sociali rappresentano solo
l1 per cento dello stock complessivo in Spagna, mentre sono praticamente
inesistenti in Grecia.
Nei Paesi in transizione, il mercato locativo pubblico ha svolto un ruolo
importante nel sistema socialista mentre, attualmente, una buona parte dello
stock stata privatizzata. Il comparto locativo pubblico quasi scomparso e solo
un ristretto numero di alloggi pubblici pu essere adibito ad uso sociale. Il
risultato di questo processo che la percentuale di proprietari vicina al 90 per
cento, contro una media del 60-70 per cento nellEuropa occidentale e degli Stati
Uniti. Esistono alcune eccezioni alla privatizzazione di massa, come la
Repubblica ceca, la Polonia e la Russia.
Lo stock abitativo non privatizzato prevalentemente di propriet comunale, ma
il suo ruolo non ancora chiaro, dal momento che occupato soprattutto da
vecchi affittuari che pagano canoni bassi.
Nei Paesi in transizione, la drastica riduzione del sostegno statale per la
costruzione di nuovi immobili ha causato un brusco freno alla produzione di case
e gli investitori privati si concentrano sulla realizzazione di alloggi privati da
destinare alle famiglie benestanti. La costruzione di alloggi sociali molto bassa
o non esiste.
Tra i Paesi dellEuropa orientale quello pi evoluto la Polonia, dove gli alloggi
sociali rappresentano il 26 per cento dello stock complessivo e si situa al terzo
posto nellambito dellUnione Europea. Il comparto estremamente arretrato
nella Repubblica ceca e in Bulgaria.
Una politica nazionale efficiente deve prendere in considerazione i seguenti
aspetti:
il ruolo del social housing non deve essere limitato alla produzione di
alloggi accessibili alle fasce deboli della popolazione. Nella definizione
delle politiche abitative, deve essere preso in considerazione anche
41
limpatto che ledilizia sociale avr sul mercato immobiliare residenziale
nel suo complesso
42
AUSTRIA
Il quadro legislativo
Nel 2000, infine, stata promulgata una nuova legge che si pone come obiettivo
primario larmonizzazione e la standardizzazione dei diritti abitativi.
Il settore del social housing ampiamente diffuso in Austria, dove gli alloggi
sociali rappresentano il 24 per cento dello stock residenziale nazionale, contro il
16 per cento degli alloggi in regime di affitto privato e il 57 per cento degli
alloggi in propriet. Il restante 3 per cento rappresentato da immobili posseduti
ad altro titolo.
Gli alloggi sociali sono per il 40 per cento di propriet comunale e il 60 per cento
di propriet delle societ edilizie, associazioni senza scopo di lucro e cooperative.
Per quanto riguarda lattivit edilizia, nel periodo 2000-2005 ogni anno sono stati
realizzati mediamente 13 mila alloggi sociali.
43
Il quadro istituzionale
Il quadro finanziario
44
per cento, per la costruzione degli appartamenti destinati alla vendita.
Tali sovvenzioni rappresentano circa il 71 per cento dei finanziamenti
Criteri di accesso
45
BELGIO
Il quadro legislativo
Il diritto alla casa contenuto nella Costituzione del 1994. Altre leggi pongono
unattenzione particolare nei confronti di determinate categorie di persone, anche
se le differenze regionali sono importanti. Ad esempio, nelle Fiandre, la
legislazione si concentra sulla regolamentazione del comparto locativo mentre,
nella regione di Bruxelles, viene data particolare importanza alla soluzione dei
problemi eccezionali.
La tradizione del social housing in Belgio piuttosto antica. Gi verso la fine del
diciannovesimo secolo sono emerse le prime forme di edilizia sociale, finalizzate
esclusivamente ad affrontare determinati problemi. A quei tempi, le fasce povere
della popolazione non rappresentavano n il gruppo di riferimento n la causa
della nascita delle prime forme di edilizia sociale.
Dalla crisi economica e petrolifera degli anni settanta, le restrizioni economiche
hanno reso i nuovi investimenti sempre pi difficili e lattivit edilizia stata
interamente finanziata dal settore pubblico.
A partire dagli anni ottanta, la situazione cambiata e si registrato un massiccio
calo degli investimenti statali. In quel momento, il tema delledilizia sociale
stato decentralizzato ed ora di competenza di tre regioni: Fiandre, Vallonia, e
Bruxelles.
Nel 1980, gli alloggi sociali rappresentavano il 25 per cento delle nuove
costruzioni, mentre la percentuale scesa al 2,7 per cento nel 1989. In tempi pi
recenti, stata posta maggiore enfasi sulla ristrutturazione, in quanto lobiettivo
principale della politica governativa quello di migliorare lo stock abitativo
esistente, nellambito dei limiti finanziari imposti dalle Regioni.
Attualmente, solo il 7 per cento degli alloggi presenti in Belgio in regime di
affitto sociale, contro il 16 per cento di affitto privato e il 74 per cento in
propriet.
Nel periodo 2000-2005, sono stati realizzati mediamente tremila alloggi ogni
anno e ne sono stati ristrutturati quasi 20 mila.
46
Il quadro istituzionale
Regione di Bruxelles
47
Regione della Vallonia
Il quadro finanziario
Regione di Bruxelles
48
opere infrastrutturali e per lacquisto di terreni destinati alla realizzazione di
alloggi sociali.
Criteri di accesso
Regione di Bruxelles
49
un unico reddito il limite elevato a 19.060 euro e a 21.780 euro se i redditi sono
due. A prescindere dal reddito, la priorit viene data a determinate categorie
come disabili e vittime di disastri naturali.
I richiedenti sono inseriti in una lista dattesa, la cui graduatoria dipende da vari
fattori, quali gruppo di appartenenza, situazione abitativa attuale, ecc. Una parte
degli alloggi, invece, viene assegnata dopo una valutazione caso per caso.
Oltre a questi sistema standard, previsto un programma finalizzato a gestire le
situazioni di emergenza come eventi naturali o sfratti.
50
DANIMARCA
Il quadro legislativo
La Costituzione danese non contempla il diritto alla casa, anche se uno dei
principali obiettivi della politica nazionale di offrire alla popolazione soluzioni
abitative adeguate. Una legge del 2001 comprende alcuni aspetti, come laccesso
facilitato allabitazione per studenti, famiglie giovani e gruppi a basso reddito e
vengono compiuti numerosi sforzi per affrontare i problemi di segregazione
sociale ed emarginazione.
Il comparto locativo regolamentato dalla Legge sulle locazioni, mentre la
Legge sulla Pianificazione stabilisce le regole con riferimento alla progettazione
urbana e allazione dei comuni in fase di progettazione.
Gli alloggi sociali rappresentano il 19 per cento dello stock residenziale, contro il
26 per cento degli alloggi in regime di affitto privato, il 51 per cento in propriet
e il 4 per cento in altre forme.
Lincremento pi consistente della quota di alloggi sociali si verificato durante
gli anni ottanta e novanta, anche in considerazione della crescente importanza
della rigenerazione delle periferie degradate.
La gran parte degli alloggi sociali di propriet delle associazioni senza scopo di
lucro che, per, non possono costruire nuovi alloggi senza lautorizzazione del
comune nel quale larea situata.
Le autorit locali non dispongono di uno stock molto vasto e si rivolgono alle
associazioni senza scopo di lucro per far fronte alle esigenze abitative.
Nel periodo 2000-2005 sono stati realizzati mediamente 5.700 nuovi alloggi e
linvestimento annuo stato di circa 1,2 miliardi di euro, comprese le opere di
ristrutturazione.
Il quadro istituzionale
51
Quando stato abolito il Ministero dellEdilizia e degli Affari Sociali la
competenza per la legislazione locativa stata trasferita al ministero degli Affari
Sociali.
Il Ministero per gli Affari Economici, invece, controlla gli aspetti finanziari
delledilizia senza scopo di lucro.
Il quadro finanziario
52
Criteri di accesso
53
FINLANDIA
Il quadro legislativo
54
Per quanto riguarda lattivit edilizia nel periodo 2000 2005 sono stati
realizzati circa 39 mila alloggi sociali lanno e ne sono stati ristrutturati 2.300.
Il quadro istituzionale
Il quadro finanziario
Lo Stato offre varie forme di sostegno, quali contributi diretti, garanzie statali per
prestiti bancari, agevolazioni fiscali e prestiti pubblici.
Il Fondo edilizio gestito dal Governo centrale ma le sue fonti di finanziamento
non provengono dal bilancio statale ma da un portafoglio di prestiti pubblici,
privati e dalla conversione dei debiti in titoli obbligazionari. Questultima stata
una importante fonte di finanziamento per Arava a partire dal 1995 attraverso il
programma Fennica.
55
LAra anche coinvolto nelle sovvenzioni rivolte specificatamente ai giovani,
agli anziani, alle famiglie con bambini e a basso reddito.
Per quanto riguarda i prestiti, circa il 90 per cento viene erogato dalle principali
banche commerciali, cooperative e di risparmio. E previsto anche un prestito
statale, rivolto alle persone che costruiscono o acquistano una casa unifamiliare o
acquistano quote in societ edilizie. Copre fino al 20 per cento del prestito.
Inoltre, prevista una politica di sostegno finalizzata alle societ edilizie per
incoraggiare la costruzione e ristrutturazione di case. Le societ possono ottenere
un prestito fino al 60 per cento dei costi della costruzione. Il 10 per cento dei
costi deve provenire da fondi propri e il resto del capitale pu essere raccolto
attraverso prestiti bancari.
Criteri di accesso
56
FRANCIA
Il quadro legislativo
57
Le dimensioni del settore
Il quadro istituzionale
Il quadro finanziario
Un forte coinvolgimento finanziario dello Stato nel social housing iniziato dopo
la Seconda guerra mondiale, quando erano necessari importanti finanziamenti e il
58
settore privato non era in grado di offrire prestiti a lungo termine. Pertanto, il
Ministero del tesoro inizi a concedere ai proprietari di alloggi sociali prestiti
della durata di 60 anni, a basso tasso di interesse (2 per cento) per la
realizzazione di alloggi a canone controllato.
Nel corso del tempo, il coinvolgimento diretto dello Stato diminuito, anche se
una buona parte dei prestiti a favore del social housing continua ad essere al di
fuori del mercato. I prestiti hanno le seguenti caratteristiche:
Questi prestiti sono garantiti, nel 95 per cento dei casi, dalle autorit locali,
mentre, nel restante 5 per cento, sono garantiti da un Fondo comune
dinvestimento (Cglls).
Il sistema francese prevede altre tipologie di sovvenzioni per i nuovi investimenti
nel settore sociale, quali:
una garanzia che copre fino al 20 per cento del valore dei progetti rivolti
alle famiglie a reddito molto basso
59
destinato a coloro che intendono ristrutturare il proprio alloggio in affitto. I
beneficiari godono di una sovvenzione del 10 per cento, da parte dello Stato, e di
unaliquota Iva ridotta al 5,5 per cento.
Unaltra forma di sostegno il Pah, prestito agevolato destinato alle famiglie a
basso reddito e a quelle che vogliono migliorare il proprio alloggio.
Infine, il Comitato abitativo interprofessionale raccoglie ed assegna contributi da
parte di tutte le societ private con pi di 10 dipendenti, che sono obbligate ad
investire lo 0,45 per cento dei propri profitti nellacquisto di immobili
residenziali da adibire ad uso proprio o da porre sul mercato locativo.
Criteri di accesso
60
GERMANIA
Il quadro legislativo
Fino alla fine degli anni ottanta, le societ che si occupavano di social housing
godevano di privilegi fiscali, ma nel 1990 tali privilegi sono stati aboliti e, di
conseguenza, lo stock di alloggi sociali diminuito.
Gli immobili sociali rappresentano ancora il 30 per cento dello stock residenziale
complessivo, e si tratta della quota europea pi elevata dopo lOlanda. Gli alloggi
in propriet concentrano il 43 per cento dello stock e gli alloggi in affitto privato
il 27 per cento.
Per quanto riguarda il numero di alloggi realizzati nel periodo 2000-2005, si
calcola una media di 15 mila alloggi lanno.
Il quadro istituzionale
61
lapplicazione di queste regole delegata ai comuni. Il comune pu proporre tre
candidati per ogni alloggio allinvestitore, il quale pu rifiutare il candidato a
causa di insolvenza o scarsa affidabilit. In seguito il comune pu proporre
soluzioni individuali come garanzie nel pagamento del canone. I poteri dei
comuni sono limitati dalle direttive dellart. 28 della Legge Fondamentale del
1949 e dalle stesse Costituzioni dei Lander.
Possono essere stipulate convenzioni, cio obblighi sociali ed economici
liberamente espressi dagli investitori, come societ edilizie pubbliche o private,
cooperative, investitori privati, istituzionali o famiglie, durante un periodo fisso
in considerazione del pagamento di unindennit, a titolo di risarcimento,
rimborso, assicurazione.
Il quadro finanziario
Il modo in cui la Germania finanzia il settore sociale flessibile, perch varia tra
i Lander e pu essere adattato ai vari tipi di investitori.
In Germania sono previsti tre forme di sovvenzione agli investitori:
Tali progetti sono finanziati dai Lander e, in misura minore, dallo Stato federale.
A partire dal 2001, i canoni nel settore sociale vengono stabiliti utilizzando
meccanismi di controllo e concorrenza tra i promotori.
Il social housing non beneficia pi di speciali concessioni fiscali ma le
sovvenzioni pubbliche sono aperte sia alle persone fisiche che alle societ,
62
Criteri di accesso
63
GRECIA
Il quadro legislativo
Il quadro istituzionale
64
Altre organizzazioni importanti, finanziate con risorse pubbliche, sono:
Il quadro finanziario
Criteri di accesso
65
lavorato in Grecia per un numero minimo di giorni a seconda della composizione
della famiglia.
Ad esempio, il richiedente sposato senza figli deve avere lavorato almeno 2.600
giorni; se ha due bambini il numero di giorni scende a 1.800.
Ulteriori riduzioni sono previste in caso di persone invalide, famiglie con un solo
genitore, ecc. Non previsto alcun limite di reddito per accedere ad un alloggio
sociale.
66
IRLANDA
Il quadro legislativo
67
Il quadro istituzionale
Il quadro finanziario
68
Criteri di accesso
In Irlanda, i criteri di accesso agli alloggi sociali sono determinati dalle autorit
locali, che redigono una lista dattesa in base a fattori quali dimensioni della
famiglia, coabitazione forzata con un altro nucleo familiare, condizioni
inadeguate dellattuale situazione abitativa, circostanze mediche e, se rilevante, il
costo dellabitazione attuale rispetto al reddito familiare. Il limite medio di
reddito previsto per avere diritto allassegnazione di un alloggio sociale 1.400
euro al mese.
La priorit assoluta in fase di assegnazione degli alloggi disponibili spetta ai
senzatetto che, in attesa, hanno diritto ad essere ospitati nei centri di accoglienza.
Il progetto di finanziamento stabilisce che le cooperative edilizie devono
assegnare almeno il 75 per cento dei propri alloggi sociali alle famiglie presenti
sulle liste dattesa.
Molte cooperative rivolgono attenzione particolare agli anziani e ai disabili o a
coloro che mostrano esigenze specifiche.
69
LUSSEMBURGO
Il quadro legislativo
70
Gli alloggi sociali rappresentano il 2 per cento dello stock complessivo, contro il
24 per cento dellaffitto privato, il 70 per cento della propriet e il 4 per cento di
altre forme di possesso.
Lattivit edilizia stata limitata nel periodo 2000-2005, con una media di 500
alloggi sociali realizzati e 150 ristrutturati ogni anno.
Il quadro istituzionale
Il quadro finanziario
71
contributo indiretto, che consiste nella concessione di incentivi fiscali e
viene assegnato dal governo. Il pi utilizzato la riduzione dellaliquota
Iva al 3 per cento sui lavori di costruzione e ristrutturazione
contributo individuale, a carico dei comuni. Negli ultimi anni pi di met
dei comuni in Lussemburgo hanno elargito sovvenzioni per un totale di
circa 35,5 milioni di euro lanno.
Criteri di accesso
72
OLANDA
Il quadro legislativo
Il quadro istituzionale
73
Lattivit delle organizzazioni sociali soggetta al controllo di due organismi di
sicurezza: il Fondo sociale di garanzia e il Fondo edilizio centrale.
Il Fondo sociale di garanzia unorganizzazione finanziariamente indipendente
dal governo, che agisce come garante nei confronti dei prestiti delle associazioni.
E finanziata dai contributi della associazioni edilizie, le quali devono
accantonare una somma nel caso in cui il patrimonio del Fondo scenda al di sotto
ad una certa cifra.
Se per qualunque ragione unassociazione non risponde ai criteri del Fondo
Sociale, deve essere sostenuta finanziariamente dal Fondo Centrale per ledilizia
che, in cambio di tale aiuto, pretende che lassociazione proceda alla propria
riorganizzazione al fine si ristabilire una situazione finanziaria positiva. Una
volta ottenuto il sostegno del Fondo Centrale, lassociazione pu fare richiesta
dei prestiti del Fondo Sociale.
In seguito alla riforma del 1998, il Fondo Centrale deve informare il Ministero
dellEdilizia circa la situazione finanziaria delle associazioni individuali e
collettive, in considerazione del fatto che, in ultima analisi, il governo ha la
responsabilit di definire gli aspetti principali delle politiche edilizie, come la
disponibilit, il permesso, la qualit edilizia e la qualit della vita. Il Ministero
esprime il proprio parere dopo aver esaminato tre documenti prodotti dalle
associazioni: il rapporto annuale, una rivista di statistiche e previsioni e un
rapporto sulla situazione degli alloggi sociali.
Il quadro finanziario
74
Un cambiamento drastico si verificato nel 1995, quando sono stati aboliti gli
accordi tra lo Stato ed i proprietari sociali, in quanto lammontare delle
sovvenzioni dovute ai proprietari ed i prestiti da loro richiesti erano equivalenti.
Da allora, i proprietari sociali non hanno pi beneficiato di sovvenzioni statali e
si finanziano attraverso banche commerciali o direttamente sul mercato libero.
Tuttavia, questo non significa che lo Stato non sia pi coinvolto nel comparto del
social housing, in quanto il principale creditore resta una banca pubblica ed il
fondo dinvestimento ha una garanzia pubblica.
Si tratta di un sistema valido in Olanda, dove il comparto sociale estremamente
solido ed esiste una chiara volont politica di farlo funzionare e di facilitare gli
affittuari ad acquistare lalloggio in cui vivono.
Con riferimento alla tassazione, i canoni per i settori privato e sociale sono esenti
da Iva e inoltre alcune istituzioni possono optare per lesenzione Iva per alcune
attivit.
Criteri di accesso
Gli alloggi gestiti dalle associazioni edilizie sono disponibile per qualunque
famiglia il cui livello di reddito sia inferiore ad un determinato limite. Il
richiedente deve essere maggiorenne ed avere un lavoro o un legame personale
nella zona in cui richiede lalloggio.
Il processo di assegnazione coordinato dalle associazione edilizia in base ad
una lista dattesa il cui ordine determinato da un sistema di punteggi. Viene
data priorit alle famiglie in condizioni di emergenza, come coloro che hanno la
casa demolita.
Il problema principale rappresentato dal fatto che qualunque cambiamento della
condizione della famiglia, come la nascita di un nuovo figlio, comporta lobbligo
di iscriversi nuovamente alla lista dattesa, ritardando i tempi di assegnazione.
Inoltre, previsto un sistema di offerte basato sul modello Delft in base al
quale le associazioni pubblicizzano gli alloggi liberi in una rivista speciale e i
richiedenti sono invitati a compilare un modulo indicando quale tipologia di
alloggio stiano cercando. Alcune case sono riservate ai gruppi specifici come
anziani, disabili, acquirenti della prima casa o coloro che intendono migliorare la
propria condizione abitativa.
75
POLONIA
Il quadro legislativo
Le dimensioni del settore locativo in Polonia sono diminuite negli ultimi 15 anni
in seguito alla privatizzazione degli immobili esistenti, che sono stati venduti agli
affittuari che li occupavano. Attualmente, gli alloggi in propriet rappresentano il
57 per cento dello stock residenziale, contro il 17 per cento di alloggi in regime
di affitto privato e il 26 per cento di alloggi sociali, di propriet sia delle autorit
locali che delle cooperative ed associazioni.
Gli alloggi sociali sono concentrati nelle aree urbane, dove rappresentano circa il
37 per cento dello stock e presentano uno standard qualitativo modesto a causa
del lento e scarsamente programmato sviluppo urbano, del ruolo marginale dei
comuni e della carenza di risorse finanziarie durante lepoca comunista.
Con riferimento allattivit edilizia, si calcola che circa il 15 per cento dei nuovi
progetti sia rappresentato da alloggi sociali.
Il quadro istituzionale
76
datori di lavoro, che recentemente tendono a trasferire ai comuni il proprio
stock di alloggi sociali
Il quadro finanziario
77
Criteri di accesso
coloro a cui il diritto allalloggio sociale viene garantito dal tribunale dopo
lo sfratto (disabili, famiglie con figli)
coloro che non hanno alcun diritto giuridico ad unaltra abitazione e il cui
reddito sia inferiore ad un determinato limite. I limiti sono piuttosto
elevati, in quanto corrispondono agli stipendi medi della regione.
78
PORTOGALLO
Il quadro legislativo
Il Portogallo uno dei primi Paesi ad includere il diritto alla casa nella propria
Costituzione, promulgata nel 1976. Larticolo 65 stabilisce che ognuno ha il
diritto di avere un alloggio di dimensioni adeguate, che soddisfi gli standard
minimi di igiene e comodit e preservi la privacy del nucleo familiare.
Negli anni ottanta, la politica edilizia era basata sullimpegno
dellamministrazione centrale, che operava attraverso il Fondo di sviluppo
edilizio.
Pi tardi il governo ha trasferito il ruolo di promozione edilizia allIstituto
nazionale per ledilizia e allIstituto per la gestione delledilizia statale.
Dal 1996 il tema diventato sempre pi importante per lo sviluppo del Paese e
nelle maggiori citt sono stati elaborati programmi speciali di ri-collocazione
delle famiglie a basso reddito, che vivono tuttora in condizioni di povert.
Il programma di solidariet ed assistenza con liniziativa di recupero dello stock
edilizio perseguiva un obiettivo simile ma poneva lattenzione sulle famiglie in
difficolt economica che vivono nelle zone vecchie o nel centro delle citt.
Liniziativa aiuta le famiglie in possesso della propria abitazione con riferimento
ai lavori di manutenzione e ristrutturazione.
Il quadro istituzionale
79
le regioni sono responsabili di promuovere il social housing nellambito
del loro territorio ed hanno lincarico di gestire lo stock in affitto. Ci sono
due regioni autonome (Les Acores e Madre), che hanno poteri legislativi
limitati
Per quanto riguarda la realizzazione degli alloggi sociali, circa il 44 per cento
dello stock viene realizzato dai comuni, il 42 per cento dalle societ private e il
12 per cento dalle cooperative.
Infine, le associazioni di volontari sono diventate sempre pi attive
nellalloggiamento dei senzatetto.
Il quadro finanziario
80
REGNO UNITO
Il quadro legislativo
La legge del 1977, modificata nel 1996, stabilisce il diritto alla casa per i
senzatetto e le persone con gravi problemi come donne incinte, famiglie con
bambini, anziani. La legge impone alle autorit locali di ospitare queste categorie
di persone in soluzioni temporanee in attesa dellassegnazione di un alloggio
sociale. Il diritto garantito dalla legge, e i cittadini possono sottoporre il proprio
caso al Tribunale, anche se si tratta di unazione intentata raramente.
Nel marzo 2000 stato pubblicato un documento governativo sullargomento la
qualit e la scelta dellalloggio che enfatizza il concetto di casa decente per tutti.
Lultima decisione governativa del luglio 2002 prevedeva lo stanziamento di un
miliardo di sterline per il social housing tra il 2002-2003 e il 2005-2006, e il
progetto articolato su 10 punti garantiva entro il 2010 che tutti gli alloggi sociali
rispondano ai criteri di adeguatezza e decoro.
Lo sviluppo degli alloggi sociali nel Regno Unito secolare e, nel 1939,
rappresentava gi il 10 per cento dello stock residenziale.
Nel 1979, il governo Thatcher ha introdotto un cambiamento radicale nella
politica edilizia incoraggiando la propriet residenziale con lintroduzione del
diritto allacquisto per gli affittuari delle autorit locali e di alcune associazioni
edilizie.
Di conseguenza, pi di un terzo degli affittuari di alloggi sociali ha acquistato la
propria casa.
Inoltre, il governo ha incoraggiato le autorit locali a trasferire lo stock in affitto
alle associazioni e si assistito al passaggio di oltre 100 mila alloggi nel 2002-
2003.
Sebbene nel corso del tempo abbia incontrato numerosi problemi e abbia
registrato alcune contrazioni, il comparto degli alloggi sociali rappresenta ancora
il 21 per cento dello stock residenziale, per un totale di oltre 5 milioni di alloggi,
ed il secondo mercato europeo pi grande dopo quello olandese. Il resto dello
stock residenziale composto per il 69 per cento da alloggi in propriet e per il
10 per cento in regime di affitto privato.
Per quanto riguarda lattivit edilizia, nel periodo 2000-2005 sono state realizzati
circa 38 mila nuovi alloggi e ne sono stati ristrutturati circa 7.000.
81
Il quadro istituzionale
Il quadro finanziario
82
Il caso inglese rappresenta un valido esempio di trasparenza delle sovvenzioni,
che vengono offerte dal mercato e sfruttano tutto il potenziale dei mercati
finanziari sviluppati come emissione di obbligazioni, prestiti e cartolarizzazione
dei canoni. Si tratta di un sistema di difficile applicazione negli altri Paesi, dove
lo sviluppo dei mercati finanziari decisamente meno evoluto.
Criteri di accesso
83
SPAGNA
Il quadro legislativo
Nonostante il diritto alla casa sia disciplinato nella stessa Costituzione, il settore
locativo sociale poco sviluppato in Spagna, dove rappresenta solo l1 per cento
dello stock residenziale, contro il 14 per cento degli alloggi in regime di affitto
privato. La larga maggioranza degli alloggi, pari all85 per cento, di propriet, e
si tratta della quota pi elevata a livello europeo dopo lUngheria. Per quanto
riguarda lattivit edilizia, nel periodo 2000-2005 sono stati realizzati circa 19
mila alloggi sociali e ne sono stati ristrutturati oltre 7 mila. I governi stanno
cercando di potenziare lofferta di alloggi sociali dal momento che il progressivo
invecchiamento della popolazione spagnola e laumento delle immigrazioni
comportano crescenti problemi economici e di esclusione sociale e una richiesta
sempre maggiore di alloggi a basso costo.
84
Il quadro istituzionale
Il quadro finanziario
Criteri di accesso
85
SVEZIA
Il quadro legislativo
Gli anni novanta hanno segnato linizio di un nuovo clima economico per la
Svezia e la sua politica edilizia, grazie ad una bassa inflazione ad un elevato tasso
di crescita economica, che hanno comportato un forte aumento della domanda di
immobili residenziali dopo anni di crisi. Questo fenomeno stato particolarmente
evidente nelle tre citt pi importanti, Stoccolma, Goteborg e Malmo, che
concentrano un terzo delle famiglie svedesi, la cui composizione si differenzia
dalla media europea in quanto il 40 per cento delle famiglie composta da una
persona e il 30 per cento da due persone.
La domanda elevata ha comportato un forte aumento dei prezzi, aggravato da una
radicale riforma fiscale che ha abbassato limposta sui redditi, ma ha aumentato
lIva ed elevato i costi riducendo le sovvenzioni statali.
Nel complesso, i costi abitativi in Svezia sono tra i pi elevati in Europa e la
carenza di alloggi in affitto rappresenta un problema particolarmente grave per
gli studenti e le famiglie con un reddito modesto.
Attualmente lo stock residenziale svedese composto per il 53 per cento da
alloggi in propriet, per il 18 per cento da alloggi in regime di affitto privato e
per il 22 per cento da alloggi sociali, mentre il restante 7 per cento occupato ad
altro titolo.
Con riferimento allattivit edilizia, nel periodo 2000-2005 sono stati realizzati
circa 5 mila alloggi lanno e ne sono stati ristrutturati circa 8 mila.
86
Il quadro istituzionale
Il quadro finanziario
Criteri di accesso
87
Tavola 1
Attivit edilizia nel periodo 2000-2005 nei principali Paesi europei
Estonia 18.720 0 0
Finlandia 411.840 39.000 2.300
Francia 5.014.150 65.000 86.000
88
Tavola 2
Finanziamento del social housing nell'ambito dell'Unione europea
Mutui con
Livello di bassi tassi Garanzia Accesso ai Esenzione Riduzione Fondi
Paese intervento Assegnazione di interesse pubblica terreni fiscale Iva privati Azionisti
Austria federale
lander x x x
locale x x
Belgio federale x x x
regionale x x x x x x
locale x x x x x x
Danimarca nazionale x x x x
locale x x x x
Estonia n.d. x x x x
Finlandia nazionale x x x
locale x x x x
Francia nazionale x x x x x x x x
regionale x
dipartimentale x x
locale x x
Germania federale x
lander x x x x
locale x x x x
Grecia nazionale x x x x
locale
Irlanda nazionale x x x x x
locale
Italia nazionale x x x
regionale x x x
locale x x x
Lussemburgo nazionale x x x x x
locale x
Olanda nazionale x x
regionale x
locale x x
Polonia n.d. x x x
Portogallo nazionale x x x x x x
locale x x x x
Regno Unito nazionale x x
regionale x x
locale x x
Spagna nazionale x x x
autonomie x
locale x x
Svezia nazionale x x x x
locale x x x
Fonte: Cecodhas
89
FOCUS ITALIA
T
ra le grandi nazioni europee, lItalia il Paese con la piu bassa
percentuale di alloggi in affitto sociale. Solo il quattro per cento
dello stock, secondo i dati della Commissione Economica Europea,
rientra in questa tipologia.
Si tratta di poco di pi di un milione di alloggi che, per circa 75 per cento
appartengono agli Iacp, mentre il resto propriet di comuni o altri enti
territoriali.
Nel corso degli ultimi anni sono state effettuate alcune vendite a livello locale
(es. Milano), ma nel complesso lo stock stabile da circa 15 anni. Le nuove
realizzazioni sono nellordine di poche migliaia lanno, mentre piu intensa
lattivit di ristrutturazione.
Lo Stato definisce linquadramento legislativo delle politiche di social housing,
che viene integrato dalle regioni e dai comuni.
A partire dal 1990 lItalia ha approvato una serie di riforme con i seguenti
obiettivi:
90
Ci sono tre tipi di sostegno finanziario:
La questione abitativa
Nel corso degli ultimi dieci anni si registrata una nuova esplosione della
questione abitativa in Italia, con un allargamento dalle categorie sociali pi
deboli al ceto medio. Rispetto al passato, infatti, quando il problema della ricerca
di unabitazione riguardava un numero relativamente contenuto di famiglie, negli
ultimi anni lemergenza abitativa ha investito una fascia pi ampia della
popolazione italiana, facendo emergere, nel dibattito politico, il problema di
approntare strumenti nuovi ed efficaci per garantire il controllo del fenomeno.
La crisi in atto riguarda proprio le famiglie che vivono in abitazioni in affitto a
canone di mercato, ed il fenomeno sembra concentrarsi soprattutto nelle grandi
aree metropolitane, dove sono stati pi consistenti gli incrementi dei canoni negli
ultimi anni (pi 60 per cento in cinque anni).
Le statistiche fornite dal Ministero dellinterno sugli sfratti evidenziano che, tra il
2001 ed il 2005, il numero di provvedimenti emessi dalle autorit giudiziarie
aumentato dell11,1 per cento, portandosi dai 40.500 del 2001 ai 45mila del
91
2005. Il numero di procedure eseguite ha subito un aumento percentuale ancor
pi consistente (pi 23,2 per cento), passando da 20.600 a 25.400.
Questi dati sono indicatori di una problematica abitativa in forte aumento presso
le famiglie italiane, soprattutto per problemi di natura economica. Sempre nelle
stesse statistiche fornite dal Ministero dellInterno, infatti, emerge che, nel 71,4
per cento dei casi, le procedure di sfratto emesse nel corso del 2005, sono state
causate da problemi di morosit degli affittuari.
Rispetto al 2001,quando la percentuale in questione era del 66,5 per cento, si
riscontra un forte aumento dei casi di morosit, quantificabile in un pi 7,4 per
cento. In media, nellintero arco di tempo considerato, il 69,8 per cento delle
procedure di sfratto stato prodotto da cause economiche, ovvero
dallimpossibilit, per gli acquirenti, di sostenere lalto livello degli affitti.
La liberalizzazione del mercato degli affitti, avviata in Italia a partire dal 1992
con lintroduzione dei patti in deroga, si conclusa nel 1998 con lemanazione
della legge n. 431, sostitutiva degli stessi patti in deroga e della vecchia legge
sullequo-canone. Il provvedimento in questione, proponendosi di sbloccare un
mercato immobiliare troppo ingessato, avrebbe dovuto innescare un processo di
progressiva liberalizzazione dei canoni, contribuendo, contemporaneamente, a
combattere il fenomeno degli affitti in nero.
La legge 431, infatti, prevedeva la possibilit, per il cittadino, di scegliere tra
diverse soluzioni contrattuali: da un lato cera la possibilit di sottoscrivere un
contratto libero, della durata di quattro anni, dallaltro lalternativa rappresentata
dal contratto a canone concordato, il cui contenuto era invece definito a livello
locale, in base alla concertazione tra associazioni dei proprietari e degli inquilini.
Lobiettivo, mal riuscito, era quello di favorire laccesso al mercato degli affitti
per le famiglie di reddito medio, che non fossero proprietarie dellabitazione. Per
i nuclei familiari a pi basso reddito, invece, che non potevano accedere ad
abitazioni in edilizia residenziale pubblica, era stata prevista listituzione di un
Fondo nazionale di sostegno per laccesso alle abitazioni in locazione, finanziato
da Stato, regioni e comuni.
Il cambiamento sul piano legislativo non ha prodotto gli effetti desiderati, visto
che accanto al mercato dei canoni liberi non si sviluppata unofferta consistente
di abitazioni a canone concordato. Nel contempo, si registrata una diffusione
molto forte di contratti parzialmente o totalmente a nero.
Attualmente, si stima che la percentuale di contratti a canone concordato (equo
canone e patti in deroga) oscilli tra il 10 e il 12 per cento del totale dei contratti di
affitto, con una tendenza a contrarsi ulteriormente nei prossimi anni (soprattutto
perch una parte di questi contratti applicata in immobili di propriet pubblica,
ora progressivamente in vendita).
La percentuale di inquilini da privati nel nostro Paese scende di circa luno per
cento lanno, arrivando ormai a meno del 20 per cento delle famiglie.
Alla contrazione del mercato delle locazioni a favore della piccola propriet,
seguita anche la progressiva erosione dello stock abitativo offerto in locazione. I
92
costruttori, data anche la particolare congiuntura, caratterizzata dal binomio
affitti elevati/bassi tassi di interesse, hanno realizzato alloggi quasi
esclusivamente destinati alla vendita, giudicando poco remunerativo investire nel
mercato degli affitti.
Lo Stato ha ridotto notevolmente lintervento in materia abitativa, tanto che la
dotazione finanziaria del Fondo sociale per laffitto, istituito nel 1999, si ridotta
dai 500 milioni iniziali agli attuali 230 milioni di euro.
La sostanziale assenza di un bonus casa per laffitto, a sostegno degli inquilini a
basso reddito, ha contribuito a creare una consistente sacca di disagio abitativo,
che nel tempo si estesa anche alle famiglie con redditi medi. Per queste fasce
sociali si apre dunque una prospettiva di maggiore precariet, con il rischio di
esclusione abitativa e di un maggiore bisogno di interventi assistenziali. Secondo
Federcasa, infatti, sarebbero circa seicentomila le domande inevase di aventi
diritto ad un alloggio in edilizia residenziale pubblica.
Solo recentemente il tema dellaffitto tornato di , relativo, interesse.
Il termine social housing viene usato in riferimento alla costruzione di alloggi
con affitto calmierato destinati a particolari categorie: studenti, giovani coppie,
immigrati.
Questo implica una cessione gratuita (o quasi) di aree edificabili, nella
costruzione di alloggi a basso costo e quindi di affitti contenuti ma che
conservano il reddito ad un investitore.
E il caso del fondo immobiliare promosso dalla Fondazione Housing sociale e di
quello costituito di Fimit.
Si tratta di iniziative pilota, necessariamente circoscritte, che hanno tempi
lunghi perch mettono in moto lintera filiera produttiva. Rimangono escluse le
fasce economicamente pi deboli, per le quali sarebbero necessari alloggi a
canone molto basso.
E necessario, a questo proposito, un piano di intervento pubblico, a cui associare
poi i privati.Secondo i dati del Ministero delle infrastrutture occorrono risorse tra
1,2 e 1,5 miliardi di euro, che servano a costruire case e dare incentivi a chi
affitta a canoni calmierati
93
TAVOLE
Tavola 1
Incidenza della spesa per il social housing rispetto ai prodotti interni lordi nazionali
(valori percentuali, periodo 2000-2006)
Grecia
Portogallo
Lussemburgo
Italia
Spagna
Belgio
Irlanda
UE
Finlandia
Austria
Germania
Danimarca
Francia
Polonia
Svizzera
Svezia
Regno Unito
Olanda
Fonte: Eurispes
Tavola 2
Incidenza dei debiti ipotecari sul prodotto interno lordo nei Paesi europei
(valori percentuali, giugno 2006)
100
90
80
70
60
%
50
40
30
20
10
0
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Lu
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Re
Fonte: elaborazione Scenari Immobiliari su dati banche centrali
Tavola 3
Variazione dell'incidenza dei debiti ipotecari sul prodotto interno lordo negli ultimi cinque anni nei Paesi europei
(valori percentuali, periodo 2002-2006)
40
35
30
25
20
%
15
10
0
llo
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30
25
20
15
10
0
Francia Svezia Regno Unito Olanda UE Germania
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Regno Unito Francia Svezia Olanda Germania EU
Altro
Regime di affitto sociale 1%
16%
Settore privato
47,2%
Settore pubblico
52,8%
24,0
22,0
20,0
18,0
16,0
14,0
12,0
10,0
8,0
6,0
4,0
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G
ss
Sl
D
Re
Lu
due adulti
23%
3 o pi adulti
14%
1 adulto con bambini
4%
Fonte: Eurostat
Tavola 11
Gli indicatori principali del mercato del lavoro nei principali Paesi Europei
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
Po
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nia
Sl
Tavola 12
ov
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(dicembre 2006)
Bu
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Tavola 13
Composizione della popolazione nell'Unione Europea
(media, valori percentuali, dicembre 2006)
15-24 anni
13,9%
25-64 anni
53,8%
0,0
2,0
4,0
6,0
8,0
Ita
lia
G
Tavola 14
re
ci
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Sv
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Be
lg
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Sp
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G
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(valori percentuali, dicembre 2006)
rto
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Re nl
pu a nd
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lic
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an
im
ar
ca
U
ng
he
Percentuale di anziani (> 65 anni) sul totale della popolazione nell'Unione Europea
Lu ria
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Sl
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M
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ia
Irl
an
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Tavola 15
Condizioni abitative della popolazione anziana nell'Unione Europea
(valori percentuali, previsioni al 2010)
70
60
50
40
65-79 anni
> 80 anni
30
20
10
0
coppia che vive sola persona che vive sola in famiglia altro
Fonte: Eurostat
Tavola 16
Disabili nei Paesi europei
(% sul totale della popolazione, dicembre 2005)
Romania
Italia
Lussemburgo
Slovacchia
Irlanda
Grecia
Belgio
Germania
Ungheria
Spagna
Austria
Polonia
Svizzera
Regno Unito
UE
Francia
Norvegia
Olanda
Danimarca
Portogallo
Svezia
Finlandia
Rep Ceca
Estonia
0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 20,0 22,0
Fonte: Eurostat
Tavola 17
Tasso annuale medio di crescita della popolazione nell'Unione Europea nel periodo 1960-2004
(valori percentuali )
10
5
Crescita naturale
Immigrazioni
4
0
1960-65 1966-70 1971-75 1976-80 1981-85 1986-90 1991-95 1996-01 2002 2003 2004
-1
Fonte: Eurostat
Tavola 18
Tasso medio di aumento della popolazione nei Paesi Europei
(valori percentuali, periodo 1995-2005)
Estonia
Ungheria
Repubblica ceca
Polonia
Slovenia
Italia
Austria
Slovacchia
Regno Unito
Germania
UE
Belgio
Svezia
Finlandia
Danimarca
Francia
Spagna
Portogallo
Olanda
Grecia
Irlanda
Lussemburgo
-16,0 -14,0 -12,0 -10,0 -8,0 -6,0 -4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0
Fonte: Eurostat
Lu
10
15
20
25
30
35
40
0
5
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Tavola 19
Es
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Fonte: Eurostat
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(valori percentuali, 2005)
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Percentuale di stranieri sulla popolazione totale nei paesi europei
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Tavola 20
Suddivisione dello stock residenziale (compresi alloggi vuoti e seconde case) nell'Unione Europea
0%
5%
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Tavola 21
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Quota di alloggi sociali sul totale dello stock residenziale nei principali Paesi dell'Unione Europea
ni
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Tavola 22
Suddivisione dello stock residenziale in Austria
(valori percentuali, giugno 2006)
Altro
3%
Affitto sociale
24%
Propriet
57%
Affitto privato
16%
Affitto privato
16%
Propriet
74%
Altro
4%
Affitto sociale
19%
Propriet
51%
Affitto privato
26%
Altro Propriet
11% 16%
Affitto privato
15%
Affitto sociale
58%
Altro Propriet
11% 16%
Affitto privato
15%
Affitto sociale
58%
Affitto sociale
17%
Propriet
Affitto privato 55%
28%
Affitto sociale
30%
Propriet
43%
Affitto privato
27%
Affitto sociale
Affitto privato 2%
21%
Altro
3%
Propriet
74%
Affitto sociale
10%
Affitto privato
10%
Propriet
80%
Affitto sociale
6%
Affitto privato
23%
Altro
1%
Propriet
70%
Affitto privato
24%
Propriet
70%
Affitto sociale
35%
Propriet
53%
Affitto privato
12%
Affitto sociale
26%
Propriet
57%
Affitto privato
17%
Affitto sociale
Altro 5%
8%
Affitto privato
23%
Propriet
64%
Affitto sociale
21%
Affitto privato
10%
Propriet
69%
Affitto sociale
Affitto privato
1%
14%
Propriet
85%
Affitto sociale
22%
Propriet
53%
Affitto privato
18%
Altro
7%
Estonia 18.720 0 0
Finlandia 411.840 39.000 2.300
Francia 5.014.150 65.000 86.000
Mutui con
Livello di bassi tassi Garanzia Accesso ai Esenzione Riduzione Fondi
Paese intervento Assegnazione di interesse pubblica terreni fiscale Iva privati Azionisti
Austria federale
lander x x x
locale x x
Belgio federale x x x
regionale x x x x x x
locale x x x x x x
Danimarca nazionale x x x x
locale x x x x
Estonia n.d. x x x x
Finlandia nazionale x x x
locale x x x x
Francia nazionale x x x x x x x x
regionale x
dipartimentale x x
locale x x
Germania federale x
lander x x x x
locale x x x x
Grecia nazionale x x x x
locale
Irlanda nazionale x x x x x
locale
Italia nazionale x x x
regionale x x x
locale x x x
Lussemburgo nazionale x x x x x
locale x
Olanda nazionale x x
regionale x
locale x x
Polonia n.d. x x x
Portogallo nazionale x x x x x x
locale x x x x
Regno Unito nazionale x x
regionale x x
locale x x
Spagna nazionale x x x
autonomie x
locale x x
Svezia nazionale x x x x
locale x x x
Fonte: Cecodhas