Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
39 Pagina 61
corbellini - marafioti
Elisabetta Marafioti
Docente Senior Area
Strategia e Imprenditorialit,
SDA Bocconi
elisabetta.marafioti@unibocconi.it
LO SCENARIO POST CRISI DEL 2008 HA SEGNATO UN CAMBIAMENTO PROFONDO NELLE ATTITUDINI DI CONSUMO DEI BENI DI
ALTA GAMMA. IL PRODOTTO TORNATO PROTAGONISTA E IL
CONCETTO DI QUALIT DEL PRODOTTO NON PU PRESCINDERE
DA TRACCIABILIT, DENOMINAZIONE DORIGINE, UNORGANIZZAZIONE DEL LAVORO ATTENTA AI BISOGNI DELLE PERSONE E UN
CICLO DI PRODUZIONE-DISTRIBUZIONE RISPETTOSO DELLAMBIENTE. CRESCIUTA, NELLE AZIENDE DELLA MODA, LATTENZIONE ALLA CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY.
LARTICOLO SI PROPONE DI INVESTIGARE IN QUALE MISURA QUESTA NUOVA SENSIBILIT SIA UNA STRATEGIA CONCRETA O SIA
PREVALENTEMENTE LIMITATA A OPERAZIONI DI MARKETING.
LANALISI DELLE POLITICHE DI CSR DI 26 AZIENDE LEADER MOSTRA COME LA RESPONSABILIT SOCIALE SIA DESTINATA A DIVENTARE ELEMENTO INTEGRANTE DELLA VALUE PROPOSITION
AZIENDALE E PREMESSA DEL SUCCESSO COMPETITIVO.
61
Erica Corbellini
e. corbellini, e. marafioti
economia & management 3 - 2013
INTRODUZIONE
La moda sempre stata sinonimo di bello, dellattenzione allestetica che nobilita il prodotto, della capacit di soddisfare un desiderio prima ancora che un bisogno. Il bello
e ben fatto rappresenta lelemento cardine delleccellenza del made in Italy. Tuttavia,
negli ultimi anni, sotto la pressione degli investimenti crescenti nel branding (comunicazione e politiche dintegrazione a valle tramite lapertura di negozi monomarca),
molte aziende hanno fatto ricorso a una delocalizzazione produttiva sempre pi spinta e improntata alla ricerca del massimo vantaggio di costo. Ne sono risultati prodotti
62
e marchi sempre pi visibili ma spesso impoveriti nei contenuti qualitativi, dove limmagine ha preso il posto della sostanza, con un complessivo depauperamento della filiera produttiva e una crescente banalizzazione del prodotto, fino a fenomeni di vero e
proprio social dumping.1
I casi Nike e Reebok, con la perdita di immagine conseguente alle accuse di sfruttamento
della manodopera minorile,2 sono quelli che hanno messo in evidenza in maniera pi
eclatante limportanza della responsabilit delle imprese nella selezione e nella gestione
della relazione con i propri fornitori, e di come una scarsa attenzione in tale direzione possa riflettersi su una percezione negativa della marca da parte del consumatore, condizionando il suo processo di acquisto. La sostenibilit del vantaggio competitivo non pu, quindi, prescindere da preoccupazioni di natura etica che, a partire dalle reti di subfornitura, si
estendano poi a tutte le attivit aziendali e ai diversi portatori di interesse, combinando successo reddituale e sociale. Questa visione integrata del successo di impresa significa per la
moda tornare al vero significato della parola valore. Alla base vi una visione a medio-lungo di un consumatore pi evoluto e attivo nelle scelte di consumo che ricerca il valore non
solo nel rapporto qualit/prezzo ma nella proposta aziendale nel suo complesso.
SUSTAINABILITY
63
corbellini - marafioti
e. corbellini, e. marafioti
economia & management 3 - 2013
64
corbellini - marafioti
seguenza, sulla capacit di mantenere unimmagine di marca caratterizzata da connotati positivi. Inoltre, nel lungo termine, le ricadute negative possono riguardare anche
le altre imprese che operano nel settore o che adottino un modello di business simile.
4. In termini generali, quando si parla dei principali attori sociali si fa riferimento ai lavoratori, ai manager,
agli azionisti, alle banche e ai creditori, alla collettivit locale, al sistema
scolastico ecc.
65
SOCIALE
In tale contesto analizzare in prospettiva strategica il tema etico allinterno dellazienda pu aiutare a comprendere levoluzione dei fattori critici di successo nel settore della moda, soprattutto alla luce delle profonde trasformazioni indotte dalla crisi economica. In particolare sta emergendo un nuovo profilo di consumatore pi evoluto e attento al rapporto qualit-prezzo, alla ricerca di maggiori garanzie nella qualit intrinseca del prodotto e tracciabilit della filiera. Al prodotto bello e ben fatto si aggiunge una
dimensione tra il sociale e ledonistico rappresentata dalla capacit del prodotto di fare
stare bene, legata al sapere che un certo prodotto dotato di una anima sociale fatta
di legame con il territorio e di correttezza di relazioni con tutti gli stakeholder.
Ed proprio adottando la prospettiva strategica che importante leggere congiuntamente la componente competitiva e quella sociale.
La struttura organizzativa, i meccanismi operativi, i sistemi di leadership e la cultura
aziendale sono le dimensioni fondamentali attraverso le quali si attua una visione strategica che incorpori la dimensione sociale nella strategia competitiva dellimpresa.
In particolare una cultura aziendale definita e forte, che il risultato della sua storia organizzativa, fornisce allorganizzazione stabilit, significato e prevedibilit ed uno degli elementi che favorisce la creazione di una corporate brand identity forte, rende le
persone in azienda capaci di agire in modo coerente in tutte le situazioni e permette di
definire il confine del sistema degli attori sociali,4 ovvero quanti pur estranei al sistema competitivo abbiano interessi coinvolti dallesercizio dellimpresa.
La costruzione della rete di attori sociali coinvolti passa attraverso la definizione di una
proposta progettuale o di un sistema di proposte progettuali che limpresa, pi o meno
esplicitamente, rivolge al sistema degli attori sociali, sia ai subsistemi aziendali (soprattutto lavoratori e manager) sia ai sovrasistemi aziendali (azionisti, creditori, collettivit locale ecc.), evidenziandone le prospettive offerte e i contributi o consensi richiesti
(Golinelli 2002). In sintesi, linsieme degli
elementi citati in precedenza permette di
descrivere la strategia sociale dellimpresa
che pu essere considerata la vera fonte del
vantaggio competitivo delle imprese (Coda
1984).
In tale contesto, una cultura imprenditoriale fortemente attenta alla cura della relazione con gli interlocutori sociali svilupper,
congiuntamente e in modo sinergico, la formula competitiva e quella sociale, giungendo quindi alla formulazione di una strategia fortemente radicata nella dimensione sociale. Pertanto il successo competitivo e reddituale saranno rafforzati dal successo sociale rappresentato dai livelli di soddisfazione degli attori sociali, dalla capacit che
limpresa ha di attrarre a s le risorse, le collaborazioni e i consensi che le sono neces-
e. corbellini, e. marafioti
economia & management 3 - 2013
sari5 e dalla reputazione che essa in grado di costruire e di mantenere nel proprio
mercato di riferimento attivando cos un circuito virtuoso e dinamico a cui tutte le
aziende dovrebbero tendere.
Quando tali fattori non si manifestano, o si manifestano su livelli inferiori rispetto ai
concorrenti, sorge la necessit di rivedere alcune decisioni relative alla strategia aziendale (Grant 1994).
66
corbellini - marafioti
restaurato, come lintero borgo di cui parte, da Brunello Cucinelli) e condizioni di lavoro a misura duomo. Per esempio, nellazienda Cucinelli le pause pranzo sono pi
lunghe rispetto a quelle abituali in modo da favorire il riposo e la socializzazione dei
lavoratori che devono per, durante lorario di lavoro, concentrarsi solo sulla loro attivit, nel rispetto della regola benedettina cui si ispira il fondatore dellazienda. Il concetto di impresa umanistica, come definita da Brunello Cucinelli, si esprime anche
in un modello economico che prevede che un terzo del profitto sia destinato ai lavoratori dellazienda che infatti ricevono stipendi superiori alla media di settore , un terzo sia destinato a opere per migliorare il territorio e un terzo sia destinato alla remunerazione dellinvestimento dellimprenditore. Risultato di tale impostazione sono una
forte competitivit sul mercato e la capacit di entrare in sintonia con i propri clienti
(Mead 2010). Una strada premiata dal successo di mercato che ha visto lazienda crescere anche durante gli anni della crisi.
Anche Loro Piana, impresa produttrice di tessuti in cashmere e lane esclusive, rappresenta un esempio eccellente di azienda improntata a un concetto di sostenibilit profit
driven: lintera value proposition della marca costruita intorno al concetto di eccellenza dei materiali, per garantire la quale risultano critici tanto il controllo delle fonti di
approvvigionamento, e quindi la trasparenza della filiera produttiva, quanto la spinta
allinnovazione nellambito della visione imprenditoriale improntata sulla qualit autentica (la vicua salvata dallestinzione oggi protagonista della parte pi lussuosa della collezione Loro Piana).
Per imprese come Cucinelli e Loro Piana, la Corporate Social Responsibility va dunque
oltre lapproccio interno alla gestione dellimpresa ed ben pi di un elemento di marketing istituzionale. invece una strategia concreta, coerente e credibile di posizionamento intorno a concetti quali letica, il rispetto dellambiente e la creazione di valore
per tutti gli stakeholder della formula sociale (clienti, fornitori, dipendenti, investitori,
comunit locale). La responsabilit sociale diventa cos uno dei pilastri fondativi dellidentit di marca e la premessa del successo competitivo.
Pi articolata appare, invece, la situazione per i grandi marchi: ai comportamenti opportunistici di alcune griffe6 fa da contrappeso il crescente investimento nella CSR di
gruppi come PPR, LVMH e Luxottica; parimenti ci sono aziende, come Zegna, che fin
dalla loro fondazione si sono date la missione di incidere sul territorio dorigine attraverso progetti di mecenatismo ambientale duraturi e a beneficio dellintera collettivit. Risale agli anni trenta la creazione dellOasi Zegna da parte di Ermenegildo Zegna,
fondatore dellomonimo lanificio. Oltre alla costruzione di case per i dipendenti e di un
centro dedicato alla salute, alla formazione, allo sport e al tempo libero dei suoi concittadini, il progetto comprendeva la riforestazione delle pendici della montagna e la costruzione di una strada, la Panoramica Zegna (tuttora chiamata cos), che consentisse alla popolazione locale e ai turisti di godere dellambiente naturale montano. Le nuove generazioni Zegna hanno raccolto leredit tramandata e nel 1993 hanno realizzato
il progetto Oasi Zegna, che interessa il territorio montano esteso attorno ai primi 26
km della Panoramica, per unarea di circa 100 km.
Pi recente ma non meno significativa la decisione di Gucci di spingere i propri fornitori strategici nel comparto della pelletteria che per Gucci rappresenta il 58% del giro daffari ad allearsi per migliorare la propria competitivit, tutelandosi cos dal rischio di comportamenti incongruenti nellambito della sua filiera produttiva o addirittu-
67
e. corbellini, e. marafioti
economia & management 3 - 2013
figura 2
100
SCORE
80
C+
C+
C+
60
D+
D
F
40
20
0
Coach
Tiffany
& Co
Swatch
PPR
Richemont Bulgari
Tods
In tale contesto la sfida diventa quella di capire a quale livello unimpresa eticamente e socialmente responsabile e in che profondit considera il rispetto di tali tematiche
condizione irrinunciabile per il mantenimento della sua performance. Si tratta di alcuni casi, per quanto significativi, isolati o siamo davvero di fronte a una tendenza di lungo periodo?
Per rispondere a tale quesito stata svolta unanalisi comparativa tra 26 aziende leader
del settore moda selezionate sulla base del fatturato e della notoriet dei marchi gestiti
in portafoglio. Complessivamente queste aziende rappresentano un portafoglio costituito da quaranta marchi con un posizionamento articolato dalla fascia media premium
a quella alta luxury (figura 3).9 Le dimensioni variano dal 20%, costituito da gruppi
con un fatturato superiore ai 2 miliardi di euro, al 25% rappresentato da imprese con un
giro daffari inferiore ai 300 milioni di euro (figura 4).10 Si noti come per il 53,8% del
campione esistano obblighi di comunicazione istituzionale, essendo aziende quotate.
Obiettivo dellindagine stato valutare leffettiva applicazione della logica propria della responsabilit sociale e della sua pervasivit in azienda con riguardo a tre aree principali: il
prodotto, la gestione delle persone e le iniziative istituzionali di tipo sociale che abbiano un
impatto sulla comunit di riferimento dellazienda. A tal fine sono stati analizzati i siti
aziendali e la rassegna stampa disponibile online nel periodo luglio-settembre 2012.
68
figura 3
Premium/Fashion 6%
figura 4
corbellini - marafioti
Luxury/Premium/Fashion 3%
Luxury 23%
n.a. 30%
Tra 301
e 800
milioni
17%
> 2 miliardi
25%
Premium 68%
La prima direttrice qualitativa per lanalisi delle politiche di CSR rappresentata dalla
categoria prodotto: lo scopo evidenziare, accanto alle core activities di ciascuna azienda, le collezioni socialmente responsabili prodotte e le eventuali iniziative green (Appendice, tabella 2). Dallindagine emerso come la maggioranza del campione (il 59%
delle aziende analizzate) abbia proposto negli ultimi due anni prodotti o collezioni speciali dedicate a un consumo pi responsabile. Tuttavia questi progetti si configurano in
prevalenza come sporadiche sperimentazioni; ossia non rappresentano un vero e proprio ripensamento delle collezioni stesse.
Il secondo oggetto di studio stato la gestione delle persone in azienda (Appendice,
tabella 3). In questo ambito le imprese del
campione sembrano essere molto attive,
segnalando quindi un diffuso riconoscimento dellimportanza di relazioni fair con
i dipendenti. Sul fronte della sicurezza
ladesione pressoch completa, soprattutto a causa dellesigenza di rispettare le normative vigenti. Sul fronte delle attivit indirizzate allo sviluppo e alle competenze dei
lavoratori, gli strumenti adottati sono molteplici e si esplicitano in programmi di formazione professionale e manageriale e strumenti di welfare aziendale come, per esempio, lassistenza sanitaria privata, programmi a sostegno dei genitori e delle famiglie e
orari di lavoro flessibili per favorire la conciliazione famiglia/lavoro.
Il terzo ambito dindagine verte sulle iniziative istituzionali di tipo sociale (Phylantropy & Promotion) (Appendice, tabella 4). Anche in questo caso emerso come quasi tutte le aziende siano impegnate in attivit filantropiche a sostegno di cause promosse
69
e. corbellini, e. marafioti
economia & management 3 - 2013
nella maggior parte dei casi da ONG che operano a livello internazionale supportando
cause globali piuttosto che, come ci si potrebbe invece attendere, cause sociali locali che
abbiano un impatto sul territorio di provenienza delle aziende. Tuttavia, nonostante
quasi tutte le imprese del campione siano impegnate in attivit filantropiche, non tutte comunicano adeguatamente tale impegno e, pi in generale, le attivit collegate alla
CSR gestite dallazienda.
A fronte di tali elementi indubbiamente positivi, unanalisi accurata nel merito dei contenuti e della diffusione di tali iniziative mostra come molti marchi del sistema moda
siano ancora distanti dallindividuare nella Corporate Social Responsibility un driver di
valore pari, per importanza, al conseguimento di profitti. Per esempio, nella maggior
parte dei siti presente una sezione dedicata ad argomenti quali CSR, Codice etico,
Sostegno a ONG; manca, tuttavia, la possibilit di instaurare un dialogo bidirezionale con tutti quegli stakeholder cui lofferta indirizzata condividendo opinioni, istanze
o anche solo considerazioni. Inoltre scarse sono le informazioni disponibili riguardanti la tutela e la salute dei lavoratori: poche sono le aziende che si preoccupano di definire nel dettaglio concetti quali integrit psico-fisica, qualit del luogo di lavoro, limitandosi la maggior parte a dichiarazioni generiche in merito. Infine, allargando lo
sguardo sul piano internazionale, non va dimenticato come, sebbene molta risonanza
venga data alle iniziative benefiche di queste grandi aziende, la cui importanza assolutamente indiscutibile in termini assoluti, essa debba essere nettamente ridimensionata in confronto alle possibilit economiche delle stesse. Spesso i fondi destinati alle
iniziative sono solo una percentuale minoritaria dei ricavi ottenuti.
Rimane levidenza positiva della progressiva diffusione di politiche di CSR; probabilmente le esperienze delle aziende che sono state citate nella prima parte dellarticolo
come best practice aziendali e che sono caratterizzate dalla capacit di combinare
orientamento verso la CSR, scelte di posizionamento strategico e performance economico-finanziarie stanno segnalando un nuovo percorso che non sar per tutti ma che
potrebbe trasformare profondamente il modo di fare impresa nel mondo della moda
del prossimo decennio.
70
corbellini - marafioti
filantropia, ispiratore di tante azioni di comunicazione dei marchi della moda e del lusso. Prima di pensare alla charity il good citizen si preoccupa del rispetto dei consumatori, offrendo loro un prodotto bello, ben fatto e con un rapporto qualit-prezzo corretto.
Fa parte di essere un bravo cittadino anche avere pratiche di business improntate a relazioni eque: per esempio, riconoscendo un margine idoneo ai fornitori, non imponendo minimi dacquisto ai dettaglianti, evitando il ricatto alle riviste alle quali viene tolta la pubblicit se non si mette il prodotto nel redazionale. La CSR diventa allora un filtro e un approccio olistico che porta lazienda a comportarsi in modo socialmente responsabile a 360 gradi con sistematicit e credibilit.
Declinando in questo modo i concetti di responsabilit sociale, ambientale ed etica nel
sistema dofferta e nella struttura aziendale le aziende possono trovare nuove reason
why per giustificare il proprio premium price e quindi, in ultima analisi, alimentare il
successo non solo sociale ma anche reddituale.
APPENDICE
tabella 1.1 caratteristiche principali delle aziende del campione
INDICATORI ECONOMICI CHIAVE 2011
Brand
Fatturato
( milioni)
Segmento
di mercato
Impresa
Aeffe S.p.A.
Premium
Aeffe S.p.A.
Alberta Ferretti
52
Premium
Aeffe S.p.A.
Moschino S.p.A.
139
Premium
Aeffe S.p.A.
Brunello Cucinelli
243
Luxury
Burberry
2.800
Si
Premium
Chanel
N.a.
No
Luxury
Chanel SA
Christian Dior SA
284
No
Luxury
Christian Dior SA
Christian Louboutin
N.a.
No
Premium
Christian Louboutin SA
1.120 (consolidato)
No
Premium
Ermenegildo Zegna
1.127 (consolidato)
No
Premium
Etro
N.a.
No
Premium
Etro S.p.A.
Gianni Versace
340
No
Premium
Armani
1.804 (consolidato)
No
Luxury/Premium/Fashion
Lanvin
203
No
Luxury
Herms
2.800
Luxury
Herms International SA
Loro Piana
563
No
Luxury
Bulgari
N.a.
Luxury
Fendi
N.a.
Luxury
LMHV
23.700 (consolidato)
Luxury
Louis Vuitton
N.a.
Premium
Marc Jacobs
N.a.
Fashion
Quotata
Harmonie SA
71
appendice
economia & management 3 - 2013
72
Brand
Fatturato
( milioni)
Quotata
Segmento
di mercato
Impresa
Moncler
429
Premium
Moncler S.r.l.
John Richmond
N.a.
No
Premium
Moschillo S.r.l.
Yves Saint-Laurent
354
Premium
PPR SA
Alexander McQueen
N.a.
Premium
PPR SA
Balenciaga
N.a.
Premium
PPR SA
Stella McCarney
N.a.
Fashion
PPR SA
Bottega Veneta
683
Premium
PPR SA (100%)
Gucci
3.143
Premium
PPR SA (100%)
PPR (Pinault-Printemps-Redoute)
Premium
PPR SA (100%)
Prada/Miu Miu
2.556
Premium
Prada S.p.A.
Ralph Lauren
681
Fashion
Roberto Cavalli
178 (consolidato)
No
Premium/Fashion
Salvatore Ferragamo
985
Premium
2.700
Luxury
Tods
894
Premium
Tods S.p.A.
Valentino
495
Premium
M. Missoni
81
Premium/Fashion
Vivienne Westwood
N.a.
No
Premium
appendice
Brand
Core Activities
Aeffe S.p.A.
N.a.
N.a.
Armani
Abbigliamento, accessori,
calzature, profumi, casa
Acqua di Gi
Acqua di Gioia per le donne
N.a.
Balenciaga
Bottega Veneta
Pelletteria, abbigliamento, calzature, Un portachiavi speciale che rappresenta 19 veicoli ibridi su 70 posseduti
gioielli
mobili la bandiera giapponese,
80% carta riciclata certicazione FCS
giugno 2011, i cui proventi sono stati
donati alla Croce Rossa giapponese
La Informale collection
Bulgari
Carta riciclata
Risparmio energetico
Burberry
Roberto Cavalli
N.a.
N.a.
Chanel
N.a.
Brunello Cucinelli
N.a.
Christian Dior SA
N.a.
Processi sostenibili
Supporto a iniziative che combattono le
conseguenze dei cambiamenti climatici
Etro
N.a.
N.a.
Fendi
Carmina Campus
Salvatore Ferragamo
Alberta Ferretti
Abbigliamento, accessori
Gucci
73
appendice
economia & management 3 - 2013
74
Brand
Core Activities
Herms
N.a.
Marc Jacobs
N.a.
Lanvin
Fashion dolls
Tessuti eco-certicati
Ralph Lauren
Cotone organico
LMHV
Loro Piana
N.a.
Christian Louboutin
Calzature, accessori
N.a.
Stella McCartney
Semi di ricino
Semi di mais
Tutti gli ufci e gli store alimentati da una
societ elettrica eco-friendly, Ecotricity
Lintera azienda completamente
carbon neutral
Alexander McQueen
Moncler
Abbigliamento, accessori
N.a.
Riduzione sprechi
Riduzione impatto ambientale dei processi
Moschino S.p.A.
N.a.
M. Missoni
PPR (PinaultPrintemps-Redoute)
Sostenibilit:
2008, Global Contact
Carbon Disclosure Project
FTSE4Good, ASPI, Ethibel Excellence
2011, PPR HOME
Greenhouse Gas Protocol
2011, World Business Council
for Sustainable Development
Cooperazione con numerose
organizzazioni internazionali
Energia rinnovabile
Riciclo di riuti pericolosi
Carta riciclata certicazione FCS e PEFC
Borse acquisti di carta e cartone
Prada/Miu Miu
N.a.
N.a.
John Richmond
N.a.
N.a.
Yves Saint-Laurent
appendice
Brand
Core Activities
Gioielli
N.a.
Tods
Calzature e pelletteria
Salvaguardia ambientale
Efcienza energetica
Uso sostenibile delle risorse
Patrocinare i tre anni di lavori di restauro
del Colosseo a Roma
In attivit e processi il pi possibile
compatibili con lambiente
Valentino
N.a.
Gianni Versace
N.a.
N.a.
Louis Vuitton
Vivienne Westwood
Abbigliamento, accessori
N.a.
Ermenegildo Zegna
N.a.
75
appendice
economia & management 3 - 2013
Dipendenti Azioni
2011
Aeffe S.p.A.
N.a.
N.a.
N.a.
Alberta Ferretti
N.a.
Alexander McQueen
N.a.
Armani
5.700
N.a.
Balenciaga
N.a.
Bottega Veneta
N.a.
Conservazione delle comunit locali: Scuola della Pelletteria, sostegno al progetto sociale
Cooperativa Montana Femminile avviato dal governo locale di Vicenza
S (2010,
ISO 14001)
Brunello Cucinelli
N.a.
Ambiente di lavoro coinvolgente e motivante (castello), lunghezza maggiore delle pause pranzo,
socializzazione e lavoro ispirati e regolati dal pensiero benedettino, stipendi pi competitivi
della media del settore (premio Ernst&Young come miglior imprenditore dell'anno 2009)
Bulgari
3.815
Promozioni sulla base di prestazioni lavorative offerte. Corsi di formazione. Dal 2006 aderisce
al Council for Responsible Jewellery Practices (ONG)
Burberry
N.a.
2009, distribuzione del Corporate Responsibility Handbook ai partner con dettagli sul
management system, dipendenti di diverse nazionalit, impiego femminile a ogni livello
gerarchico (Awards 2010, la societ ha vinto il Female FTSE 100 Award e lExecutive FTSE
Women Award), tutoraggio, piani di sviluppo personali, workshop e mobilit internazionale,
Ethical Trading Initiative, Business for Social Responsibility
Chanel
N.a.
N.a.
N.a.
18.000
N.a.
N.a.
Christian Louboutin
N.a.
N.a.
N.a.
3.439
S (Director
of Human
Resources
sempre
disponibile)
Ermenegildo Zegna
N.a.
Etro
N.a.
N.a.
N.a.
Fendi
N.a.
N.a.
N.a.
Gianni Versace
N.a.
Gucci
N.a.
Borse di studio, buoni libro, convenzioni con asili nido, impegno per facilitare maternit
e paternit (estensione del part-time), sussidi per esigenze personali dei lavoratori,
assicurazione sanitaria aziendale, contributi aziendali al fondo pensionistico integrativo
S (2011,
ISO 14001)
Herms
1.300
N.a.
N.a.
John Richmond
N.a.
N.a.
N.a.
Lanvin
N.a.
N.a.
N.a.
LMHV
98.000
N.a.
Christian Dior SA
Loro Piana
76
Sicurezza
2.381
appendice
Sicurezza
Louis Vuitton
N.a.
Attivit ricreative, sde di gruppo per aumentare la partecipazione e la loyalty dei lavoratori,
"Earth Day Corporate Contest", training-sessions attorno a iniziative green
Applicazione
dell'HPR
(assicurazione
contro gli
incendi),
monitoraggio
dei siti e
investimento
per la
prevenzione
M. Missoni
288
Garantita
lintegrit
psico-sica
Marc Jacobs
N.a.
N.a.
Moncler
N.a.
N.a.
Moschino S.p.A.
N.a.
N.a.
PPR (Pinault
46.905
Printemps-Redoute)
Concessione agevolata di prestiti alle piccole imprenditrici delle regioni meridionali, Carta
Parenthood: open day per gli imprenditori di domani
S (581 incidenti
sul lavoro,
rispetto ai 617
del 2010)
Prada/Miu Miu
7.199
14.03.2010 controversia legale in Giappone per il licenziamento di dipendenti brutti, vecchi e grassi
e troppo lontani dallo stile Prada (Corriere, 2010). Dal 01.01.2013 adozione criteri imposti
dal IAS 19, beneci post-lavoro: TFR
N.a.
Ralph Lauren
N.a.
N.a.
Roberto Cavalli
N.a.
N.a.
N.a.
Stella McCarney
N.a.
9.000
Assistenza sanitaria completa: medici e dentisti per i dipendenti a tempo pieno e part-time,
N.a.
copertura medica del 100% Wellness di supporto: programmi per smettere di fumare, rimborso
tness (no a $450 lanno), lezioni di yoga, beneci di invalidit e di aspettativa, Return-to-work
program, assicurazioni sulla vita a lungo termine, indennit per malattia e giorni di lutto, denito
contributo previdenziale, agevolazioni scali, accesso a consulenti nanziari, distribuzione azioni
ordinarie, sconti sulla merce, regali per anniversari di lavoro, di matrimonio, nascita e adozione
di un bambino o pensionamento, comunit e creazione di eventi per la costruzione di relazioni
signicative tra dipendenti, sostegno nanziario verso interessi lantropici dei dipendenti,
formazione continua, sviluppo del team building attraverso lavoro volontario, eventi sociali, maratone
Tods
N.a.
Codice etico: eguaglianza e imparzialit, trasparenza e afdabilit, onest, correttezza e buona fede,
riservatezza, valore della persona e delle risorse umane
Valentino
1.856
Team work, workshop per dipendenti, Internship e corsi di formazione, percorsi di carriera basati
sul merito e le competenze
Cultura della
sicurezza,
condizioni di
lavoro che
garantiscano
integrit
psico-sica e
rispetto della
personalit
Vivienne Westwood
N.a.
N.a.
Yves Saint-Laurent
N.a.
Brand
77
appendice
economia & management 3 - 2013
78
Brand
Charity Work
Presenza di
riferimenti alla
CSR sul sito
ISO 8000 SA
Aeffe S.p.A.
N.a.
No
No
Alberta Ferretti
Sostegno alla Jordan River Foundation, per migliorare le condizioni di vita delle donne
nei paesi islamici
No
No
Alexander McQueen
No
No
Armani
Aste eco-friendly.
Acqua for Life campaign
No
Balenciaga
No
No
Bottega Veneta
Brunello Cucinelli
No
Bulgari
No
Burberry
Burberry Foundation: fondazione lantropica con cui lazienda agisce nelle regioni in cui opera
Donazioni a sostegno di associazioni di benecenza a Boston, Chicago, LA, Londra
Natale Coat: distribuzione di trench per svantaggiati
Burberry Foundation
490 giorni lavorativi dedicati al volontariato
Save The Children Croce Rossa (sussidi post-disastri naturali)
No
Chanel
No
No
Christian Dior SA
No
No
Christian Louboutin
No
No
N.a.
No
Ermenegildo Zegna
Mecenatismo ambientale
Oasi Zegna: costruzione di case per dipendenti e di un centro dedicato alla salute,
alla formazione, allo sport e al tempo libero dei suoi concittadini
Fondazione Zegna
Ninas home
Childrens house
Supporto al MREFs (African Medical and Research Foundation)
Zegna New Born Forest
No
Etro
No
No
Fendi
No
No
Gianni Versace
No
No
Gucci
Partnership con UNICEF (totale dei fondi donati a oltre 10 milioni di USD dal 2005)
Sodalitas Foundation
2011, collaborazione con le ONG Greenpeace, Rainforest, HumanSociety e Lega
Donazione a favore del programma UNICEF Schools for Africa (2011)
Mecenatismo ambientale
Herms
N.a.
No
John Richmond
N.a.
No
No
Lanvin
No
No
appendice
Brand
Charity Work
Presenza di
riferimenti alla
CSR sul sito
ISO 8000 SA
LMHV
No
Loro Piana
Accordo per lavorare con la Royal Society per la prevenzione della crudelt verso gli animali
No
No
Louis Vuitton
Accordo quinquennale con SOS Villaggi dei Bambini per creare un programma chiamato
Partnership for Children's Futures"
No
M. Missoni
No
Marc Jacobs
No
Moncler
Partecipazione allasta organizzata da TeleThon, per la ricerca nella cura delle distroe
muscolari
No
No
Moschino S.p.A.
No
No
PPR (PinaultPrintemps-Redoute)
Prada/Miu Miu
No
No
Ralph Lauren
No
Roberto Cavalli
Charity party
Parte dei proventi a sostegno di fondazioni caritatevoli
No
Salvatore Ferragamo
No
Stella McCarney
No
Tods
No
Valentino
To Haiti with Love collezione in collaborazione con N.P.H Italia Onlus Foundation
LIFE associazione beneca a sostegno dei bambini affetti da malattie legate allHIV
No
Vivienne Westwood
N.a.
No
No
Yves Saint-Laurent
No
No
79
e. corbellini, e. marafioti
economia & management 3 - 2013
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Abell D. (1986), Business e scelte aziendali,
IPSOA, Milano.
Bendell J., Kleanthous A. (2007), Deeper
Luxury, WWF.
Le autrici ringraziano i due revisori anonimi per avere fornito i commenti puntuali e gli stimoli fondamentali per arrivare
alla versione finale del paper. Si ringraziano infine i curatori e i revisori dei volumi Economia Aziendale & Management.
Scritti in onore di Vittorio Coda per i commenti alla primissima versione del lavoro.
80