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ECONOMIA AZIENDALE

Le persone perseguono fini di varia natura suscitando i loro bisogni/desideri. Per


soddisfarli servono beni/servizi, che vengono prodotti e consumati nell’attività
economica.

L’attività economica non è fine a se stessa, è svolta dalle persone per le persone,
e concretamente è il mezzo per rispondere ai bisogni e ai fini delle persone.

—> l’attività produce i beni e servizi che servono a rispondere ai bisogni delle
persone.

Bisogno = esigenza di un bene necessario agli copi della vita.


Nella piramide dei bisogni di Maslow i bisogni primari (cibo,salute) e i bisogni di
sicurezza (protezione, certezze) sono i più importanti. Poi, sempre in ordine i
bisogni sociali (appartenenza, amore), il bisogno di stima (rispetto) e infine il
bisogno di auto realizzazione.

N.b:
⁃ i bisogni si pongono in gerarchia (compro un auto perchè mi serve,
compro una lexus perchè è figa)
⁃ I bisogni/gusti possono cambiare nel tempo

I BENI aka il mezzo per soddisfare bisogni e desideri

⁃ Liberi (sole, aria)


⁃ economici (alimenti, abiti, auto)

—> i beni non economici possono essere: di consumo, strumentali, a utilizzo


singolo, durevoli, sostitutivi, complementari, fungibili, a uso
individuale/collettivo, privati/pubblici

I SERVIZI (vs beni)


I servizi sono tangibili, non possono essere accumulati e hanno produzione e
consumo simultanei (metro vs auto?)

L’ATTIVITÀ ECONOMICA è l’insieme delle operazioni che le persone compiono per


produrre e consumare beni/servizi

—> il bisogno crea un problema economico (si individuano le risorse necessarie x


arrivare alla soddisfazione del bisogno) a cui risponde l’impresa (attraverso una
serie di azioni coordinate verso lo stesso obbiettivo), trasformando dei beni
(input) in altri beni (output) attraverso un processo.

L’attività economica si svolge attraverso operazioni di


⁃ trasformazione tecnica (dei dati, materie prime)
⁃ Scambi/negoziazione (beni, capitali)
⁃ Configurazione e governo degli istituti (conf dell’assetto
istituzionale, informazione)

Tutte le attività economiche svolgono attività di produzione economica. Le mani


sono produzione di merci e servizi, scambi e negoziazioni di beni, capitali,
rischi.

La produzione economica è l’attività caratteristiche che svolgono le imprese nelle


economie di mercato. Le persone partecipano alle imprese per ottenere remunerazioni
per il lavoro svolto.
Produzione economica: mezzo = remunerazioni = fine
Le condizioni di produzione primarie per mettere in atto l’attività economica sono
il lavoro e il capitale di risparmio (altri matterei prime, immobili, terra, beni)

N.b
Le scienze economiche si concentrano sulle attività di produzione e di consumo dei
beni x soddisfare i bisogni. L’economia politica studia i fenomeni economici di
grandi aggregati regionali/nazionali etc, mentre l’economia aziendale i fenomeni
economici nelle singole aziende.

L’economia aziendale adotta il Principio dell’unitarietà nello studio dei fenomeni


aziendali, per cui tutti i fenomeni che avvengono all’interno di un istituto sono
collegati:
Risultati economici = gestione + organizzazione + rilevazione degli interessi.
È inoltre orientata alla ricerca di modalità migliori di svolgimento dell’attività
economica (efficienza e innovazione)

LE DIFFERENZE TRA HOMO OECONOMICUS E PERSONA UMANA

⁃ HOMO OECONOMICUS: rappresenta la razionalità assoluta, è un modello che


crea teorie e formule che portano sempre a scegliere l’alternativa ottimale. —> può
sempre prendere decisioni razionalmente: ha chiari problemi ed obbiettivi, conosce
il futuro e le conseguenze alle alternative, conosce di base tutte le info e
sceglie (in autonomia) sempre l’alternativa ottimale.

—> il modello dell’uomo oeconomicus ha dei limiti perchè sovra semplifica la realtà
e non comprende i grandi movimento (volontariato etc)

⁃ PERSONA UMANA: rappresenta la razionalità limitata,arriva alla


soluzione soddisfacente. Svolge l’attività economica come mezzo (non fine come
l’altro). Fa parte di società umane e ne viene influenzato. Non conosce le info a
priori quindi deve investitore tempo e soldi per poi valutare le alternative. Le
analizza una alla volta e si ferma quando finisce tempo/soldi x ricercare,
accontentandosi della soluzione soddisfacente. —> le scelte non
troppo razionale nascono da carenze di info e BIAS del processo decisionale: bias
aka errori tipo
⁃ cercare di preservare lo status quo e resistere ai cambiamenti
⁃ Giustificare scelte a stupide passate
⁃ Concentrarsi sul proprio pov e non dare peso a opinioni contrastanti
⁃ Essere influenzati dal contesto (mezzo pieno/vuoto)

IL BENESSERE INDIVIDUALE
Le persone puntano a massimizzare il loro benessere individuale ce è influenzato
dallo stare bene con gli altri.
—> le scelte vengono influenzate sia dal capitale personale (priori e esperienze,
abitudini) che da quello sociale (con chi interagiamo)

Il comportamento dei singoli è fortemente influenzato dai gruppi sociali a cui


appartengono e dalle relative norme di comportamento (in gruppo) che devono seguire
perchè occupano un ruolo condeterminate aspettative.

LA COOPERAZIONE è alla base delle società umane e produce la rendita organizzativa


che viene spartita tra chi ha partecipato. Comportamenti leali e cooperativi creano
fiducia (al contrario dei comportamenti opportunistici)

LE SOCIETÀ UMANE perseguono il bene comune e soddisfano i bisogni di socialità.


Quando una società umana assume regole e strutture di comportamento relativamente
stabili è considerata un istituto (processo di istituzionalizzazione)
Gli istituti sono
⁃ duraturi
⁃ Dinamici (evolvono sia internamente che est.)
⁃ Unitari (hanno fine comune)
⁃ Autonomi (per come si comportano con le altre società umane)
Gli istituti sono un insieme di persone e risorse, basati sulla cooperazione e
producono rendita organizzativa e un risultato residuale

N.n: rendita organizzativa = guadagno economico d ripartire tra i collaboratori ;


risultato residuale = ciò che avanza dopo aver retribuito tutti

In economia aziendale 4 tipi di istituti considerati per la loro attività


economica sono:
⁃ famiglie, imprese, stato e istituti pubblici, istituti non profit
—> l’azienda è la parte strettamente economica degli istituti (tipo per la famiglia
- azienda di consumo/gestione patrimoniale

L’economia aziendale si concentra sule imprese aka aziende di produzione che hanno
come finalità dominanti quelle economiche.

I QUATTRO MODELLI ECONOMICI

1. AUTOCONSUMO: attività di produzione e consumo all’interno della


famiglia
2. MODELLO ATOMISTICO DI MERCATO: individui che svolgono autonomamente
attività specializzate in base a domanda/offerta (modello astratto)
3. GERARCHIA TOTALE: singoli individui. Che svolgono attività
specializzate coordinate da un’organizzazione statale di cui fanno parte.
4. PLURALITÀ DI ISTITUTI SPECIALIZZATI: sistema economico composto da
istituti di varia natura, le imprese sono coordinate gerarchicamente e le relazioni
tra queste sono coordinate dal mercato (sistemi capitalistici moderni)

ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE
⁃ per macro classi di istituti
⁃ Tra gli istituti in ciascuna macro classe
⁃ All’interno di ciascun istituto

—> LE FONTI DELLE ECONOMIE DI SPECIALIZZAZIONE:


⁃ La motivazione da identificazione
⁃ La riduzione dei costi di passaggio tra le fasi
⁃ L’impiego ottimale delle competenze individuali
⁃ (Differenziazione orientamenti manageriali e tecnici,
L’apprendimento da ripetizione, la migliore performance degli impianti
specializzati)

I vantaggi della specializzazione sono la riduzione dei tempi e sforzi di


produzione e il miglioramento dell’ output dell’attività economica (più comodo
avere cassiere, caminerete e cuoco che uno che fa tutti e tre)

Gli svantaggi della specializzazione sono la rigidità degli investimenti specifici,


la demotivazione dello stipendio e i maggiori costi di coordinamento.

—> è più facile specializzare l’attività se le unità produttive sono grandi


(laboratori, punti vendita etc). Spesso istituti cercano più spazio così da poter
specializzare l’attività. Gli spazi di specializzazione crescono al crescere del
mercato.
Però può anche diventare problematica la gestione di nuove e varie parti
specializzate, se oltre certe dimensioni
LE COMBINAZIONI ECONOMICHE
Sono l’insieme delle operazioni economiche svolte dalle persone all’interno di un
istituto.
Queste vengono analizzate secondo 3 concetti chiave:
⁃ Le funzioni aka coordinazioni economiche parziali
⁃ Le aree di affari aka combinazioni economiche e parziali
⁃ Le negoziazioni

Le coordinazioni economiche parziali/ FUNZIONI


= insieme di processi caratterizzati da una funzione e dalle competenze
specialistiche usate per svolgerla.
(Ex. Funzione ricerca sviluppo = l’insieme delle attività che ideano e sviluppano
nuove cose, e si svolge con specifiche competenze di calcolo,prova,…)

⁃ 1) LE ATTIVITÀ DI CONFIGURAZIONE DELL’ASSETTO ISTITUZIONALE: le


operazioni che determinano la nascita, il disegno di base, le trasformazioni e la
cessazione d’istituto (la costituzione d’istituto, acquisizioni, fusioni, alleanze,
…); inoltre influenzano tutte le altre classi di operazioni

⁃ 2) LA GESTIONE: l’insieme di azioni attraverso (progetta, acquista,


trasforma, vende) le quali l’impresa attua direttamente la produzione economica. È
scomponibile in 5 attività - gestione
caratteristica/finanziaria/patrimoniale/tributaria/assicurativa
⁃ 2A) LA GESTIONE CARATTERISTICA: operazioni che identificano la funzione
economico-tecnica dell’impresa + che originano la maggior parte dei costi/ricavi
—> produce il reddito operativo della gestione caratteristica che può essere utile
(+) o perdita (-)
(Ex. Per le imprese commerciali: negoziazioni di acquisto/vendita beni provati +
operazioni di trasporto e immagazzinamento)

⁃ 2C) LA GESTIONE FINANZIARIA: le operazioni necessarie a coprire il


fabbisogno finanziario (soldi) necessario per avviare l’impresa e per sostenerne lo
sviluppo. Si copre tramite capitale proprio o di prestito. Serve perchè per vendere
bisogna prima investire nell’acquistare merce.(la gestione finanziaria è un po’
passiva perchè sono anche decisioni di assetto istituzionale)
⁃ 2B) LA GESTIONE PATRIMONIALE: l’investimento dei soldi avanzati nell’
acquisto di azioni, titoli di stato, immobili per trarne un futuro reddito (anche
se a volte ci perdono)
⁃ 2C) LA GESTIONE ASSICURATIVA: la copertura dei rischi sulla merce
(incendi,furti) sottoscrivendo contratti di assicurazione.
⁃ 2D) LA GESTIONE ASSICURATIVA: la copertura dei rischi che corrono i
clienti (tipo navi naufragio)
⁃ 2E) LA GESTIONE TRIBUTARIA:il pagamento dei tributi (tasse) che le
imprese devono allo stato - la quantità dipende dal tipo di impresa - per le grandi
imprese la tassa minima globale è il 15%

—> il risultato dell’impresa dipende dai costi/ricavi delle varie gestioni

N.b: profilo reddituale =/= profilo monetario

3. L’ORGANIZZAZIONE: -Progettazione dell’assetto organizzativo aka


codificazione della struttura organizzativa dell’impresa in organigrammi e
mansionari così che i lavoratori conoscano il proprio ruolo + progettazione dei
sistemi operativi (di pianificazione e programmazione, di gestione del personale)
⁃ gestione del personale: x controllare l’impresa sia sempre organizzata
a dovere e ognuno ci ricavi ciò che merita

4. LA RILEVAZIONE: raccolta,elaborazione, conservazione e diffusione di


dati e info x lavoratori e possibili investitori/chi vuole entrarci in rapporto.
(Gli output della rilevazione sono: il bilancio di esercizio, le contabilità dei
costi, analisi di mercato/settore + statistiche vendite)

LE COMBINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI - AREE DI AFFARI

Mote imprese lavorano in più aree di affari aka attuano più combinazioni economiche
parziali, queste sono definite da una gamma di prodotti destinata a un certo
mercato. Queste sono comunque sempre interconnesse strettamente. (Ex. Disney film,
merce, theme park)
Le divisioni delle varie aree di affari hanno tutte ricerca, acquisti, produzione e
vendite

LE NEGOZIAZIONI
(Tutte le classi di attività lavorano internamente ed esternamente) le negoziazioni
(esterne) servono per acquisire le condizioni di produzione/cedere prodotti e le
c.d.p.
⁃ il prezzo non è l’unica condizione degli scambi: luogo/tempo, quantità,
pagamento, trasporto/consegna
Raramente si svolgono in perfetta trasparenza:
⁃ costi di transazione - le parti hanno razionalità limitata e possono
essere opportunistiche
⁃ Asimmetria informativa - nessuno ha tutte le info + nascondo per
avvantaggiarmi
⁃ Investimenti specifici - anche se mi è inutile però stabilisco buone
relazioni a lungo termine
⁃ Forza contrattuale - quanto riesco a influenzare l’altro
Ex: prima di iniziare una relazione commerciale raccolgo info, valuto il contratto
e se l’impresa è affidabile// il fornitore valuta se il cliente può sostenere
l’impegno economico

L’ASSETTO ISTITUZIONALE è formato da portatori di interessi aka un insieme di


soggetti che offrono contributi per cui poi ricevono ricompense e benefici aka
lavoratori che guadagnano.

La durata di un istituto viene valutata sul suo assetto istituzionale, ed è più
longeva quando si ha un governo unitario = le decisioni vengono prese da un solo
organo secondo un principio di unitarietà di comando + c’è un disegno unitario per
la retribuzione dei lavoratori.
Per realizzare un governo efficace serve anche definire il soggetto d’istituto (chi
governa cosa,come), i fini istituzionali e la struttura di governo.

+ per garantire una vita economica duratura serve integrare i diversi portatori
d’interesse.
L’integrazione dinamica dei contributi porta vantaggi per coordinamento e
cooperazione: prezzi ridotti per coordinamento e transazioni; input migliori e più
economici, apprendimento collettivo etc



IL SOGGETTO D’ISTITUTO
( di solito = soggetto economico)
Ha il diritto-dovere di governare prendendo le decisioni ultime e di
tenersi/rimetterci quando la rendita è utile o in perdita.
Se tutti i lavoratori (portatori di interesse) facessero parte del governo
dell’istituto sarebbe un caos quindi poche categorie partecipano direttamente,
altre attraverso rappresentanza/controllo.

Il soggetto economico/d’istituto esercitano le prerogative di governo economico:


hanno il diritto-dovere di
⁃ fissare obiettivi,strategie
⁃ Scegliere rapporti e stipulare contratti con esterni
⁃ Progettare strutture di governo
⁃ Controllare funzionamento e risultati e cambiare se necessario
—> il governo economico deve puntare a mantenere l’impresa stabile e indipendente a
livello economico e cercare strutture/comportamenti basate su partecipazioni e
confronto.

L’ASSETTO DI GOVERNO DELLE IMPRESE



N.b: most imprese seguono il modello capitalistico per cui soggetto economico =
azionisti, noi però ci concentriamo sulle imprese in cui soggetto economico =
soggetto d’istituto = conferenti di capitale a rischio + lavoratori

Cosa hanno in comune tutte le imprese a prescindere?


⁃ il fine immediato è la produzione di remunerazioni
⁃ Le prerogative del governo economico riguardano scelte di assetto
istituzionale, di configurazione delle combinazioni produttive, di assetto
tecnico/organizzativo/organismo del personale

LE STRUTTURE DI GOVERNO ECONOMICO


se soggetto d’istituto e s.economico hanno tante persone serve creare strutture per
rappresentare tutti gli interessi e facilitare le decisioni
—> quando soggetto economico = 1 precisa categoria di portatori d’interesse la
struttura si baserà su tre organi:
⁃ assemblea dei membri del soggetto economico (organo supremo e nomina
membri degli altri due)
⁃ Organo decisionale di governo economico (una/poche persone che
configura+indirizza l’attività della struttura organizzativa)
⁃ Organo di controllo (verifica l’operato dell’organo decisionale)

Come giudico se un’azienda va bene?


Come faccio a far sopravvivere e durare un’azienda?

L’EQUILIBRIO ISTITUZIONALE E L’EQUILIBRIO ECONOMICO

L’equilibrio istituzionale arriva quando si riesce a mantenere legate le persone


attorno a un obbiettivo comune. Chi fa parte dell’istituto condivide valori,
obbiettivi e regole + viene compensato per il suo contributo. Deriva inoltre
dall’autonomia (scelta di fini, governo indipendentemente) e dalla durabilità
dell’impresa.

L’equilibrio istituzionale osserva l’istituto nel suo complesso, mentre


l’equilibrio economico riguarda solo la parte aziendale.


L’EQUILIBRIO ECONOMICO/ ECONOMICITÀ
È una condizione di vita delle istituzioni
Porta alla durabilità e all’autonomia dell’azienda: dura nel tempo se ha abbastanza
fondi per pagare la produzione e i dipendenti coprire eventuali perdite, ed è
autonoma se non deve ricorrere a prestiti per farlo
—> ex di non autonomia parenti cubani che hanno bisogno di soldi dai familiari/soci
mettono più soldi solo per coprire le perdite

L’economicità può essere studiata come


1. principio/obbiettivo: serve ad orientare le scelte ed indica la
direzione da prendere per assicurare la durabilità e l’autonomia dell’azienda
(obbiettivo perchè a volte l’azienda è in perdita)

2. Insieme di criteri da rispettare:


⁃ equilibrio reddituale: bilanciamento tra ricavi e costi della gestione
aziendale puntando a remunerare adeguatamente, mantenendo positivi tutti i fattori
produttivi a medio/lungo termine.
N.b: ricavi - costi = reddito; reddito > 0 = utile o profitto; reddito <0 = perdita

⁃ equilibrio monetario: bilanciamento tra entrate e uscite del denaro
(non essere mai in ritardo coi pagamenti)
N.b: fabbisogno finanziario la manifestazione temporale di costi/ricavi e dei
flussi monetari —> la gestione finanziaria cerca di coprirlo + compensa quando si
alternano periodi di squilibri monetari/eccedenze di cassa

3. Efficienza: impiegare razionalmente le risorse per un giusto rapporto


risorse consumate/risultati ottenuti. Si misura mettendo in relazione mezzi
impiegati/output e si persegue ricercando l’innovazione dei processi
Ex: le aziende nel Fashion vogliono processi veloci, abiti alla moda e clienti
fedeli - si aiutano digitalizzando l’intero processo di sviluppo del prodotto per
monitorarlo meglio

4. Adeguata remunerazione dei fattori produttivi: se la remunerazione del


lavoro e del capitale di rischio è insufficiente non c’è economicità.
—> il lavoratore deve essere retribuito in maniera proporzionata; il capitale di
rischio deve essere compensato per l’investimento economico/il rischio
sopportato/il lavoro che l’imprenditore o soci prestano all’azienda; no evasione
fiscale; no inquinamento ambientale

L’AZIENDA COME SISTEMA DECISIONALE


(L’esigenza di decidere è data dal dinamismo interno/esterno all’impresa)
Il sistema del governo strategico delle imprese è diviso in grandi classi di scelte
che determinano i componenti del reddito d’esercizio (performance corrente
dell’azienda) e la struttura dell’azienda (la base delle performance future).

Il modello di rappresentazione della struttura dell’azienda è composto da 5 macro


variabili: patrimonio, assetto organizzativo, assetto istituzionale, organismo
personale, configurazione delle combinazioni economiche

Le macro variabili sono complementari ed interdipendenti (coerenza interna) e sono
fortemente influenzate dall’ambiente in cui opera l’azienda (coerenza esterna)

L’AMBIENTE DELL’IMPRESA = condizioni e fenomeni esterni che la influenzano. Possono


agevolarla/ostacolarla.
Da un lato c’è l’ambiente generale:
⁃ Fattori dell’ambiente naturale fisico/climatico - scarsità risorse e
cambiamento climatico,
⁃ Fattori culturali/dinamiche sociali - salute
⁃ Fattori demografici
⁃ Fattori politico/normativi - normativa giuridica locale
⁃ Fattori politici/normativi europei - “
⁃ Fattori tecnologici - tecnologie disponibile

Dall’altro l’ambiente economico(direttamente connesso all’azione economica):


⁃ mercato (luogo di scambi economici e definizione prezzi) caratterizzato
da Strutture di domanda/offerta
⁃ Settori (insieme di aziende con processi simili)
⁃ Politiche economiche (leggi su questioni economiche, monetarie,
finanziarie)
⁃ Sistema competitivo (spazio economico con clienti, fornitori,
concorrenti)

IL SISTEMA COMPETITIVO
fa parte dell’ambiente economico formato da aziende e relazioni interaziendali. È
lo spazio economico in cui l’impresa presenta i prodotti.
Il governo economico sceglie il sistema operativo in cui operare.
Uno dei modi di analizzare il sistema competitivo è il modello della concorrenza
allargata: si prendono scelte dopo aver considerato sia le imprese in concorrenza
diretta che chine fa parte.

MODELLO DELLA CONCORRENZA ALLARGATA


La concorrenza tiene conto sia delle imprese appartenenti allo stesso settore che
dei clienti, dei fornitori, dei potenziali entranti e dei produttori di beni
sostitutivi.
La concorrenza identifica le 5 forze di Porter:
⁃ rivalità tra i concorrenti
⁃ Potere contrattuale dei fornitori
⁃ Potere contrattuale dei clienti
⁃ Minacce d’ingresso
⁃ Minacce di sostituzione
e la configurazione di queste determina la redditività media di un settore

1. LA RIVALITÀ: è alta se c’è alta frammentazione, la domanda non cresce,


prezzi alti fissi, prodotti simili
2. POTERE CONTRATTUALE CLIENTI: è alto se acquistano all’ingrosso,
cambiare fornitore costa poco, molte info disponibili, molti clienti poca offerta
3. POTERE CONTRATTUALE FORNITORI: è alto se vendono all’ingrosso, qualità
alta, hanno più clienti dei concorrenti
4. MINACCIA DI INGRESSO: è alta se il prodotto è figo e particolare,
politiche pubbliche ampie, basso fabbisogno capitale, bassa economia di scala,
quando altro brand non hanno clienti fidelizzati (quando le barriere all’entrata
sono basse)
5. MINACCIA DI SOSTITUZIONE: è alta quando c’è un’alta propensione dei
clienti alla sostituzione (tipo glovo, justeat etc)

LE DINAMICHE DEL SISTEMA COMPETITIVO


In un sistema competitivo possono avvenire cambiamenti con dinamiche congiunturali
(reversibili nel breve periodo) o con dinamiche strutturali interne al sistema
(permanenti) quali:
⁃ ciclo di vita del settore, grado di concentrazione/frammentazione,
grado di internalizazione/esternalizazione, ciclo di sostituzione

LA FORMULA COMPETITIVA
Afferma che il successo di una strategia competitiva dipende dalla conoscenza del
sistema competitivo, del sistema di prodotto e delle strutture e risorse
—> chi ha una formula competitiva originale e coerente conquista i clienti
Come la creo?
⁃ individuo i fattori critici di successo
⁃ Creo un sistema di prodotto che soddisfi i clienti creandomi un
vantaggio competitivo
⁃ Sviluppo strutture e risorse con compostezze distintive e rendo
difficile imitarmi

I FATTORI CRITICI DI SUCCESSO


determinano la capacità di sviluppo/sopravvivenza dell’impresa. Li trovo
chiedendomi cosa vogliono i clienti, chi sono, e cosa offrono i concorrenti.
i FCS sono vari e si evolvono col tempo in base ai settori, l’ambiente e i bisogni.
Ex: innovazione di prodotto, pubblicità di marca, ampiezza dell’assortimento, buon
rapporto qualità/prezzo

IL SISTEMA DI PRODOTTO
Le imprese offrono uno o più sistemi di prodotto e dalla progettazione di questi
dipendono reddito positivo/negativo. Principalmente si opera sulle caratteristiche
materiali, gamma dei beni offerti e i servizi collegati, ma anche caratteristiche
tecniche ed estetiche.

Il sistema di prodotto deve presentare un vantaggio competitivo aka deve


distinguersi dai concorrenti. O per:
⁃ vantaggio di differenziazione (agendo su qualità, innovazione,
pubblicità)
⁃ vantaggio di costo (costi di produzione/distribuzione bassi, strutture
produttive efficienti, mantenendo bassi i prezzi)

STRUTTURE E RISORSE AZIENDALI


Per avere un vantaggio competitivo nel sistema di prodotto servono strutture e di
risorse adeguate (tipo rete distributiva estesa, rapporto con clienti e fornitori,
alleanze, competenze). Tra queste è importante avere competenze distintive anche se
magari dei concorrenti sono più bravi in altri settori.

ELEMENTI DI BASE DELLE SCELTE DI ORGANIZZAZIONE

Organizzare significa prendere scelte su: quali unità organizzative attivare,


quante persone e quali caratteristiche servono, che compiti svolge ognuno, gli
obbiettivi/modalità, con quali risorse, la retribuzione individuale, i percorsi
professionali di formazione e carriera di ciascuno

Il focus è il comportamento delle persone, e le scelte di organizzazione sono volte


a guidarlo e a disegnare l’’assetto organizzativo aka l’insieme delle variabili che
configurano e definiscono il personale, indirizzandolo e coordinandone i
comportamenti.
L’organismo del personale (aka l’insieme dei lavoratori) si analizza secondo:
⁃ variabili individuali (competenze professionali, valori e bisogni dei
singoli)
⁃ Variabili sociali (le relazioni positive/negative che si instaurano tra
le persone)—> cooperazione e coesione sono fondamentali e si stabiliscono con
valori condivisi/compatibili (cultura aziendale), trovando 1 leader forte per
gruppo, adottando incentivi x risultati di gruppo)

I PRINCIPI DI PROGETTAZIONE ORGANIZZATIVA:
⁃ principio della coerenza dinamica: ogni impresa deve cercare un proprio
equilibrio in ottica evolutiva
⁃ Principio dell’orientamento alle persone e ai gruppi di persone: serve
motivare al lavoro, alla collaborazione e alla coesione. Motivazione = efficienza

LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
È la configurazione unitaria ed ordinata degli organi aziendale e rispettivi
compiti/responsabilità.
Serve a
⁃ identificare il raggruppamento degli individui in unità organizzative
⁃ Definire i rapporti di dipendenza formale e gerarchie
⁃ Individuare i sistemi per avere comunicazione e coordinamento efficaci

Scegliere la struttura organizzativa comporta capire come specializzare il lavoro


tra le varie unità/persone e coordinarne le attività.

La struttura organizzativa si esplicita in organigrammi (mappa gerarchica) e


mansionari (compiti specifici individuali).

OPZIONI DI RAGGRUPPAMENTO DELLE ATTIVITÀ


⁃ funzionale: raggruppamento x funzioni/processi/conoscenze simili e
utilizzo di risorse comuni - di solito se si ha un solo prodotto/linea di prodotti
omogenea
⁃ Divisionale: raggruppamento in base a ciò che producono - aziende con
più prodotti e combinazioni produttive un tot complesse
⁃ Matrice: adotti due alternative di raggruppamento strutturale

R & s= ricerca e sviluppo


Prog = programmazione
Prod = produzione
Mkt = marketing

Variabili che fanno propendere per la struttura funzionale:


⁃ economie di scala ottenibili con funzioni centralizzate (????)
⁃ Il grado di specializzazione richiesto nell’ambito delle singole
funzioni
⁃ Gestione centralizzata di competenze core

Variabili che fanno protendere per la struttura divisionale:


⁃ interdipendenza tra le funzioni relative a ciascuna linea di prodotto
⁃ Il fabbisogno di differenziazione tra le linee di prodotto (differenti
orientamenti manageriali e prodotti nuovi)

Le condizioni per avere una struttura a matrice:


⁃ necessità di condividere risorse scarse tra più linee di prodotti
⁃ Ambiente esterno complesso e incerto
⁃ Pressione ambientale verso più output critici (????)

I SISTEMI OPERATIVI AZIENDALI


Sono strumenti di coordinamento e di orientamento dei comportamenti delle persone

1. SISTEMA DI PIANIFICAZIONE STRATEGICA: processo che definisce


obbiettivi, politiche, assetti delle combinazioni economiche dell’azienda. Crea un
quadro di riferimento per i lavoratori. Influenza i comportamenti dei dipendenti se
fatta di frequente e se comunica bene valori, politiche etc

2. SISTEMA DI PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO: assegna gli obbiettivi da


realizzare con date risorse e scadenze, definisce il budget e le aspettative
economiche. Influenza i comportamenti dei dipendenti se specificano vari obbiettivi
economici-tecnici perchè ne consegue la valutazione della retribuzione e carriera

3. SISTEMA INFORMATIVO: raccoglie, produce, immagazzina, elabora e


distribuisce i dati e le info. Influenza i comportamenti dei dipendenti perchè
influenzano direttamente le decisioni, determinano la distribuzione del potere ed è
un potente strumento di coordinamento

4. SISTEMA DI GESTIONE DEL PERSONALE aka risorse umane : garantisce il


miglior utilizzo del capitale umano x ottenere buoni risultati per efficacia ed
efficienza. Devono attrarre, motivare, sviluppare, trattenere, valutare. Si
rapportano con le singole persone e le influenzano a entrare,restare,impegnarsi e
collaborare

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