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CAP. 1 – L'AZIENDA
L’ATTIVITÀ ECONOMICA
L'attività economica è la conseguenza del bisogno degli operatori economici (famiglie, imprese,
p.a.,...) di risolvere il “problema economico”, e tramite essa svolgono attività economiche:
attività di produzione: producono beni per l'ampliamento delle risorse limitate
attività di consumo: consumano beni per il soddisfacimento dei bisogni illimitati
L'attività economica è l'oggetto di studio della scienza economica, che descrive e cerca soluzioni ai
problemi di convenienza economica riguardanti la produzione, la distribuzione e il consumo della
ricchezza.
La scienza economica, in quanto è scienza, è empirica (verifica e ricerca leggi per convalidarle con
una metodologia della ricerca induttiva/deduttiva), positiva (ricerca principi su ‘’ciò che è’’ e
siccome si tratta di comportamenti umani è anche una scienza sociale) e normativa (studia norme,
consigli su ‘’ciò che dovrebbe essere’’, cioè come i comportamenti degli individui dovrebbero
essere impostati e realizzati per conseguire fini prefissati).
I BENI ECONOMICI
I beni economici sono i prodotti (beni caratterizzati dalla materialità) ed i servizi (beni caratterizzati
dall'immaterialità). I beni economici si distinguono in:
beni di consumo finale (in quanto soddisfano direttamente i bisogni di consumo finale, sono
output dei processi produttivi)
beni di consumo intermedio o di produzione (in quanto partecipano ad ulteriori processi di
trasformazione in altri beni, sono output di alcuni processi produttivi ed input di altri
processi di produzione)
La distinzione non è netta. A seconda delle circostanze un bene può svolgere un ruolo o l'altro.
Sia se si tratti di beni di consumo finale o intermedio una caratteristica fondamentale riguarda la
durevolezza:
uso durevole (il singolo atto di consumo o singolo processo produttivo non esaurisce
l'utilizzabilità del bene, che si caratterizza per la sua possibilità di essere ripetuta)
uso immediato (beni la cui utilizzabilità si esaurisce in un singolo atto di consumo o
processo produttivo).
Da tutto ciò risulta evidente il rapporto di strumentalità tra attività di produzione e attività di
consumo (le aziende producono per i consumatori finali, ma anche per le altre aziende).
Il rapporto tra attività di produzione e attività di consumo ha portato a distinguere tra:
aziende di produzione (prevalenza dell'attività di produzione, produzione di ricchezza)
aziende di erogazione (prevalenza dell'attività di consumo, soddisfacimento diretto di
bisogni umani).
Tale distinzione non può essere condivisa, in quanto tutte le aziende producono ricchezza, e quindi
il fattore che differenzia le une dalle altre sarebbe il fatto di soddisfare o meno direttamente i
bisogni di consumo dei beni finali, individuali e collettivi.
Nella realtà molto spesso i caratteri delle une e delle altre sono presenti contemporaneamente
all'interno della stessa azienda, che dunque può essere definita azienda mista o composta.
I FATTORI PRODUTTIVI
Il fattore produttivo è un qualsiasi elemento in grado di alimentare l'attività di produzione di beni e
di servizi. Per l'economia aziendale tra i requisiti necessari ad individuare un fattore produttivo sta:
l'onerosità (pagamento da parte dell'azienda di un costo [effettivo o implicito] per ottenerne
la disponibilità),
la qualità e la quantità (devono essere noti a coloro che scelgono tra le migliori)
I fattori primitivi della produzione sono da sempre individuati tra capitale e lavoro.
Classificazioni dei fattori produttivi:
fungibilità: generici (denaro o mezzi equivalenti) o specifici (prodotti o servizi).
utilizzabilità nei processi produttivi: ad
utilità durevole (partecipano a più processi produttivi conservando, dopo l'uso, le proprie
caratteristiche fisico-tecniche. Sono ad esempio terreni, macchinari, impianti,
licenze,...Sono detti anche immobilizzazioni)
utilità immediata (partecipano una sola volta all'attività produttiva perdendo, ma talora
mantenendo, dopo l'uso, le proprie caratteristiche fisico-tecniche. Sono ad esempio
materie prime, semilavorati, consulenze,.. Il lavoro rientra tra i fattori produttivi ad utilità
immediata, dato che si considera come fattore il servizio prestato dal lavoratore e non il
lavoratore stesso).
materialità/immaterialità: tra i primi, ad esempio, rientrano edifici e materie prime, tra i
secondi i marchi ed i servizi.Una più precisa distinzione si ottiene dalla combinazione degli
ultimi 2 criteri di classificazione. Il lavoro rientrerebbe allora tra i f.p. correnti (ad utilità
immediata) immateriali.
La trasformazione del fattore generico denaro in fattore specifico determina la formazione di costi,
e in base al momento di partecipazione al processo produttivo si avrà un costo
anticipato (se il f.p. è presente in azienda prima del suo inserimento nel processo
produttivo); oppure un costo
contestuale/parallelo (se il f.p. è acquisito e contestualmente utilizzato nel processo
produttivo – es. lavoro).
I fattori produttivi non esauriscono la categoria degli input che alimenta e forma la struttura
dell'azienda. Essi sono la categoria più ampia ma non l'unica.
L'azienda ottiene tutti i fattori che le occorrono tramite i seguenti processi:
di investimento
di produzione
di apprendimento.
4) Teoria sistemica, l’azienda è vista, rappresentata e studiata come insieme di elementi interrelati e
coordinati verso il raggiungimento di un medesimo risultato attraverso le relazioni interne ed
esterne. Teoria che ha riscosso più successo a causa:
della sua completezza d’analisi rispetto ad altre teorie
al suo diverso approccio ai problemi scientifici.
Il concetto di ‘’sistema’’ si basa su due concetti:
quello di ‘’una combinazione di parti o elementi riuniti in un tutto’’;
quello di ‘’equilibrio dinamico’’ (il quale può essere applicato a sistemi viventi).
Il parallelo tra sistemi sociali e sistemi organici è possibile grazie a una ‘’finzione personificativa’’
dei sistemi sociali, in modo tale da trovare in entrambi un flusso di energia da/e verso l’ambiente ed
una trasformazione continua di tale energia, così che vi sia un processo continuo di decomposizione
e rigenerazione.
Il sistema d’azienda è un sistema sociale diverso da quelli fisici e biologici e costituisce
l’espressione più elevata del comportamento umano in campo economico e, anche se composta da
più individui, è diversa dalle altre istituzioni sociali (famiglia, Chiesa, partito, sindacato, Stato).
Si sostiene che tre sono i principali elementi di differenza:
1) l’azienda, rispetto agli individui che la compongono, non ha il legame volontaristico (di tipo
giuridico-morale) che caratterizza e unisce gli individui di altri sistemi sociali;
2) l’azienda crea ricchezza (nel processo di trasformazione non si limita al consumo di elementi
naturali, ma crea nuovi beni non rivolti solo ai suoi dipendenti ma all’ambiente esterno);
3) l’azienda non ha un’unità di interessi e finalità comuni, infatti vi è un legame conflittuale tra
capitalisti (portatori di denaro con vincolo di capitale) e lavoratori.
2) Dinamico (il sistema d’azienda, il quale ha una propria struttura [aspetto statico], esiste solo se la
struttura è in funzione tramite processi [aspetto dinamico]). Con ‘’dinamiche’’ si intende che le
strutture sono soggette a modifiche nel tempo e nello spazio. Lo studio della struttura è
fondamentale per capire la distribuzione degli elementi e dei rapporti/relazioni tra gli elementi
stessi. Il carattere dinamico del sistema d’azienda si configura anche nell’attitudine a mantenere
condizioni di equilibrio (omeostasi);
3) Complesso (se nel sistema è elevata la molteplicità degli elementi e/o delle relazioni tra gli
elementi). Si tratta in genere di sistemi scomponibili in subsistemi aperti e funzionanti in modo
complesso. Il sistema aziendale presenta una combinazione di fattori e una composizione di forze
sottoposte a relazioni di causa-effetto e di concausa ed effetto molteplice. Nei sistemi sociali la
complessità riguarda anche la divergenza e la molteplicità degli obiettivi degli elementi che
compongono il sistema, e questo è vero per i sistemi aziendali dove possono perdurare momenti di
instabilità da superare attraverso la ricerca e/o ripristino dell’equilibrio che consente la
sopravvivenza;
4) Probabilistico (se il sistema nel suo funzionamento è pervaso da un rischio). Coloro che
gestiscono e studiano l’azienda tendono a ricercare algoritmi e regole di funzionamento/controllo,
con la consapevolezza che il sistema aziendale è costantemente sottoposto a rischi che minacciano il
perseguimento dei suoi obiettivi e la sua esistenza;
ASPETTO
OGGETTIVO Subsistema della produzione
3) del Controllo. Esso è un processo indispensabile perché attraverso il confronto tra gli andamenti
reali e con quelli ipotizzati, si può essere certi della validità degli obiettivi posti a base dei piani e
dei programmi. Il controllo è
verifica (vigilanza e ispezione sulle operazioni fondamentali perché non vi sia sottrazione di
ricchezza e i diversi soggetti svolgano i loro compiti nel modo ritenuto più giusto),
orientamento
guida.
Grazie all’approccio sistemico si è potuto coniugare il duplice significato dell’attività di controllo
aziendale e comporre una nozione completa di controllo:
un insieme di obiettivi (traguardi che si vorrebbero raggiungere);
un insieme di risultati (gli effetti dell’azione);
un processo di confronto
Nel sistema del controllo, trova spazio il subsistema delle informazioni in quanto utilizza gli
strumenti e i dati propri del subsistema del controllo.
Il soggetto giuridico è colui che assume diritti ed obbligazioni, rispetto ai terzi, scaturiti
dalla gestione aziendale:
nell'azienda individuale il soggetto giuridico è una persona fisica e di solito
corrisponde al proprietario dell'azienda. Non c'è in questo caso separazione tra
patrimonio del titolare e patrimonio dell'azienda. Si può dunque parlare di assenza
di autonomia patrimoniale dell'azienda.
nelle società di persone l’autonomia patrimoniale è invece presente, ma
imperfetta, in quanto esiste un patrimonio sociale, ma il confine tra questo ed i
patrimoni personali dei soci è molto esiguo (i creditori della società possono
attingere ai patrimoni dei soci fino alla completa estinzione del credito)
nelle società di capitali l'autonomia patrimoniale è invece perfetta, infatti
troviamo una netta separazione tra patrimonio della società e quello dei soci (i
creditori possono soddisfare i propri crediti attingendo solo al primo e dunque la
responsabilità patrimoniale di ogni socio è limitata al conferimento effettuato nel
patrimonio sociale.
LE AGGREGAZIONI AZIENDALI
GLI ACCORDI E LE RELAZIONI DI RETE
L’aggregazione aziendale (forma di coesione o unione tra unità aziendali) ha alla base accordi tra
aziende (intese formalizzate contrattualmente o informali) in base ai quali si stabiliscono relazioni
che implicano obblighi.
Per accadere ciò, si devono verificare dei presupposti:
deve esistere una pluralità di aziende indipendenti aventi ciascuna una propria identità
giuridica (esiste autonomia patrimoniale tra le diverse aziende);
la volontà, l’intenzione delle parti di organizzare la loro relazione).
per processi: si fonda sull'omogeneità del fine anziché sulle caratteristiche tecniche. Infatti
ogni sub-sistema presenta una propria ragion d'essere data dal raggiungimento di certi
obiettivi collegati con le finalità aziendali.
Tale approccio può riguardare:
Tra le operazioni aziendali quelle che sono comuni a qualsiasi tipo di azienda sono:
il finanziamento,
l'acquisizione dei f.p. specifici
vendita dei prodotti (tutte operazioni di gestione esterna, che prevede relazioni con gli
stakeholders, soggetti che nutrono un interesse verso l'azienda, come possono essere clienti,
fornitori, concorrenti, lavoratori,... Con questi soggetti si possono instaurare flussi di tipo
istituzionale o conoscitivo oltre a quelli reali e finanziari, in entrata e in uscita. Le
operazioni di gestione esterna danno sempre luogo o a flussi bilaterali) oltre alla
combinazione dei fattori produttivi (operazione di gestione interna, che riguarda sempre
un flusso reale unilaterale).
La gestione che si prende in considerazione riguarda un periodo che corrisponde all'anno solare e
viene denominata gestione di esercizio.
Nelle operazioni di gestione esterna i rapporti con i soggetti esterni possono riguardare flussi in
entrata o in uscita, reali o finanziari, a seconda del tipo di azienda e a seconda che si prendano in
considerazione i mercati di vendita o di acquisto dei f.p. o di acquisto del fattore generico (o
mercato finanziario).
La prima operazione di gestione riguarda il reperimento delle risorse monetarie, che avviene tramite
il finanziamento. Il capitale di finanziamento può essere :
Momento Momento della Restituzione dei
dell'acquisizione remunerazione mezzi monetari
Proprio o di rischio il capitale proviene Dividendi (dipendono non ha una data certa
dai soci dell'azienda dall’andamento
dell’azienda)
Capitale di credito proviene da un interessi stabiliti ha una data certa
soggetto esterno (secondo un tasso
contrattuale)
generati dalle operazioni effettuate dall'azienda in un certo periodo per la necessità di monitorare
ciò che è accaduto per verificare le condizioni di equilibrio aziendale. I flussi possono essere fisico-
tecnici, economici e finanziari.
Esempi:
1. conferimento a titolo di capitale proprio:
fft: + f.p. generico (entrata) fer: - ff: + denaro (entrata); + capitale proprio (fonte)
Stock e flussi, per un controllo generale dei processi di produzione, vanno riferiti agli
aspetti fisico-tecnici (numero dipendenti – variazione dipendenti),
economici (costi di un fp corrente – totale costi di acquisizione di fp correnti)
finanziari (ammontare crediti – variazione crediti).
Il reddito globale è quello che si forma durante tutta la vita dell'azienda. Dal punto di vista pratico
non è utile calcolare il reddito globale, a parte alcuni rari casi, ma in ogni caso vi sono 2 metodi:
indiretto (capitale finale – capitale iniziale = RG). Questo metodo è utilizzabile solo se
durante la vita dell'azienda c'è stato una costanza nel valore economico della moneta e se
non sono intervenute variazioni dirette di capitale.
diretto (ricavi totali – costi totali = RG). Questo sarebbe il metodo più corretto, ma c'è
sempre il problema di dover attendere la fine dell'impresa per poter ottenere un tale RG.
Il reddito di periodo è invece il reddito che si forma in un determinato intervallo della vita
aziendale ed esprime la remunerazione spettante ai proprietari dell'azienda a seguito dello
svolgimento dell'attività. Se tale remunerazione è
positiva di parlerà di utile di periodo. Il capitale può rimanere
costante (se i proprietari prelevano l'utile)
oppure può essere arricchito (se l'utile non viene prelevato, andando così a comporsi
di due parti: il capitale d'apporto ed il capitale di risparmio).
negativa di perdita di periodo (il capitale dell'azienda si impoverisce).
Vi sono due tipi di metodi per calcolare il reddito di periodo:
indiretto per il calcolo del reddito di periodo (capitale 31/12 – capitale 1/1 = RP) non è
molto utilizzato in quanto non dà informazioni sulle cause di formazione del risultato
economico di periodo (il legislatore stesso impone il metodo diretto con la compilazione del
Conto Economico).
diretto (ricavi – costi = RP) implica la determinazione del reddito tenendo conto della
correlazione economica tra costi e ricavi, applicando dunque il principio della competenza
economica. I ricavi di competenza sono quelli effettivamente realizzati (a prescindere
dall'incasso per la cessione dei beni o la prestazione dei servizi) ed i costi di competenza
sono quelli relativi ai fp effettivamente consumati nel periodo di riferimento (che hanno
praticamente ceduto la propria utilità), contribuendo così alla realizzazione dei beni/servizi
oggetto di ricavi (a prescindere dal pagamento delle acquisizioni).
In relazione al primo periodo di vita dell'azienda il calcolo di reddito di periodo può essere
effettuato così:
RP = Rv – [(Ca – Fs) – Ps]
Rv sono i ricavi di vendita (ip. 900)
Ca sono i costi di acquisizione dei fp (ip. 1480)
Fs sono i costi sospesi dei fp in rimanenza (ip. 200)
Ps sono i prodotti finiti in rimanenza (sospesi) (ip. 480)
Per ogni ipotesi è possibile una rappresentazione su più schemi:
Per quanto riguarda invece la determinazione del reddito di periodo riferito al periodo di vita
intermedio di un'azienda, gli elementi che concorrono alla formazione del reddito sono maggiori
perché sono da considerare le eventuali rimanenze iniziali (di fattori produttivi e di prodotti finiti).
Questi sono i costi sospesi che vengono evidenziati al termine di un precedente esercizio:
Costi di acquisizione di fp sostenuti nell'anno 2 + rimanenze iniziali di fp riferite all'anno 1
= costo dei fp disponibili per la produzione dell'anno 2 + rimanenze finali di fp dell'anno 2
che vanno rimandate all'anno 3 = costo dei fp utilizzati per ottenere la produzione dell'anno
2 (COSTO DELLA PRODUZIONE OTTENUTA).
CPO + rimanenze iniziali prodotti finiti dall'anno 1 – rimanenze finali di prodotti finiti da
rimandare all'anno 3 = COSTO DELLA PRODUZIONE VENDUTA (valore che mi interessa
per il calcolo del reddito dell'anno 2 perché posso confrontarlo con i ricavi di vendita di
competenza dell'anno 2).
PROSPETTO DEL REDDITO A COSTO DEL VENDUTO E RICAVI
[Ca-(F2-F1)-(P2-P1)]+Reddito=RV
PROSPETTO DEL REDDITO A COSTI, RICAVI E RIMANENZE
F1+P1+Ca+Reddito=RV+F2+P2)
PROSPETTO DEL REDDITO A COSTI E RICAVI INTEGRALI DELLA PRODUZIONE
Ca+(F2-F1)+Reddito=RV+(P2-P1)
Il controllo dei flussi finanziari, cioè il monitoraggio dei flussi e degli stock finanziari per quel che
riguarda un periodo di vita intermedio dell'azienda, si effettua con il calcolo:
stock finanziari (valore risorse finanziarie disponibili) t2 – stock finanziari t1
I flussi sottolineano
entrate (vendite di pf in contanti, incassi di crediti di regolamento, finanziamenti ricevuti,
apporto di capitale proprio), e/o
uscite (acquisti in contanti, pagamenti di debiti di regolamento, rimborso di debiti di
finanziamento, rimborso parziale di capitale proprio) di risorse finanziarie.
Il controllo patrimoniale riguarda il capitale o patrimonio di funzionamento, cioè tutti gli elementi
attivi e passivi che hanno partecipato alla gestione aziendale e sono disponibili per essere utilizzati
in futuro (il capitale è intimamente collegato al reddito, come dimostra anche la definizione data da
Zappa).
Il capitale è uno stock, cioè un insieme di valori (si omogeneizzano tutte le grandezze eterogenee
sotto il profilo fisico-tecnico mediante la moneta), è indeterminato (sono necessari parametri di
valutazione per attribuire i valori e dunque è soggetto a soggettività) ed è un aggregato di mezzi a
disposizione del soggetto giuridico aziendale.
Il prospetto del reddito (o conto economico) è lo strumento informativo per i flussi economici ed
il prospetto dei flussi finanziari (o rendiconto finanziario) per i flussi finanziari.
L'uguaglianza tra impieghi e fonti va sempre mantenuta.
Esempio:
- Costituzione di un'azienda con risorse finanziarie pari a 1000 (600 da conferimento soci e 400 da
Le fonti possono essere suddivise, in base alla provenienza delle risorse finanziarie, tra
fonti interne sono i ricavi ottenuti dalle vendite, frutto della gestione dell'attività aziendale
basata sui precedenti investimenti. Durante l'attività aziendale vi è una continua attività di
trasformazione di impieghi in fonti interne che a loro volta ritornano ad essere impieghi, il
che fa parlare di autofinanziamenti, che possono essere qualificati in diversi modi:
lordi (la totalità dei ricavi di vendita),
netti (i ricavi di vendita lordi - costi aventi manifestazione finanziaria [riguardanti
l'acquisizione di fattori produttivi]. Il concetto di autofinanziamento netto evidenzia
Il capitale proprio o di rischio delle aziende giuridicamente organizzate in forma individuale (unico
proprietario) non presenta particolari tecnicità.
Nelle aziende organizzate in forma societaria, invece, il capitale d'apporto iniziale si definisce
capitale sociale (insieme delle somme conferite dai soci senza vincolo di rimborso). Il capitale
sociale può essere ripartito in
quote (non rappresentabili da titoli di credito, riferite alle persone dei soci e commisurate ai
conferimenti di essi, attribuiscono poteri e doveri secondo il loro valore) o in
azioni (rappresentate da titoli di credito e tutte di uguale valore nella stessa società,
attribuiscono uguali diritti e poteri).
Il capitale proprio comprende, oltre al capitale sociale, anche i mezzi realizzati durante i vari
esercizi e non distribuiti (autofinanziamento in senso stretto) ed i mezzi provenienti da conferimenti
di soci che non vengono formalizzati come capitale sociale. In entrambi i casi si parla di riserve,
rispettivamente di utili e di capitale.
Il capitale proprio, dopo un apporto iniziale, può essere oggetto di variazioni
indotte dalla gestione (per il verificarsi di utile o perdita di esercizio) o
relative ai conferimenti (nuovi o da rimborsare).
I capitalisti possono essere
risparmiatori (interessati alla remunerazione del capitale investito e non partecipanti a
gestione e produzione) o
soggetti economici (partecipano alla gestione e sono più interessati all'equilibrio ed allo
sviluppo aziendale).
A) l'apertura di credito. Forma di finanziamento più diffusa dove la banca concede all’azienda la
possibilità di utilizzare un affidamento ad un limite massimo inizialmente concordato, con un tasso
di interesse prestabilito. Il vantaggio per l’azienda è che può prelevare dal conto corrente non subito
l’intera somma, ma quanto ritiene di volta in volta opportuno. Questa operazione non ha una
scadenza prestabilita (tranne in alcuni casi), ma la banca può decidere di richiedere il rimborso con
brevissimo preavviso (in caso ha dubbi sull’azienda). Per concedere un c/c, la banca richiede
all’azienda garanzie patrimoniali (beni sociali o personali dell’imprenditore).
A volte, il finanziatore non è unico ma un gruppo (pool) di banche che si consorzia per mettere a
disposizione dell’azienda una linea di credito stand by.
E) i prestiti obbligazionari. Operazioni a cui ricorrono società azionarie (grandi aziende) al fine di
contrarre un prestito a lungo termine con più soggetti finanziatori. L’impegno dell’azienda è quello
di rimborsare il capitale mutuato ad una scadenza predeterminata e di remunerare tale capitale
periodicamente con l’aggiunta di un saggio di interesse.
Il prezzo di emissione può essere fissato alla pari (al valore nominale), sopra la pari o sotto la pari.
Le modalità di rimborso vengono effettuate secondo un piano di ammortamento (rimborso
graduale) o di pre-ammortamento (periodo nel quale non viene fatto nessun rimborso e
successivamente inizia il periodo di ammortamento).
Molto diffusi sono i rimborsi di questi prestiti in un’unica soluzione alla scadenza.
G) prestiti da soci e altre aziende. Sono i soci stessi a fornire i finanziamenti. Per l’azienda ciò
equivale a bassi interessi e comode modalità di rimborso.
Il controllo dei flussi finanziari può avvenire tramite una rilevazione delle singole operazioni
(controllo contestuale) e/o attraverso un prospetto riepilogativo dei flussi finanziari di un certo
periodo (controllo consuntivo).
Esempi:
1. costituzione di un'azienda con apporti monetari dei soci – fft: + f.p. generico (acquisizione)
fer: - ff: + denaro (entrata); + capitale proprio (fonte)
nell'uso, sono venduti ad una stessa categoria di acquirenti, vengono venduti tramite
gli stessi canali distributivi, appartengono ad una stessa categoria o livello di prezzi.
Il grado di omogeneità di una linea è influenzata dalle caratteristiche dimensionali
delle imprese: le imprese medio-grandi hanno linee composte da un numero
significativo di prodotti che hanno limitate connessioni sul piano tecnico-produttivo,
e dunque il product mix è più eterogeneo. Oltre alla disomogeneità dei prodotti vi è
ampiezza e profondità del product mix e organizzazione e canali di distribuzione
comuni. Le piccole imprese, invece, possono avere una profondità anche elevata, ma
l'ampiezza del product mix sarà limitata, dato che queste imprese hanno l'obiettivo
strategico di concentrare la propria attività su specifici segmenti di mercato.
Prezzo: per la sua non bisogna considerare solo il valore monetario, ma anche e
soprattutto ulteriori aspetti come il costo di produzione, l'andamento della domanda,
il comportamento della concorrenza, le spese collegate alla vendita. Si parla allora di
azienda price maker o price taker a seconda che fissi o meno il prezzo o se abbia o
meno la libertà nella sua fissazione. Nel caso in cui non si sia in grado di stimare né
la domanda né la concorrenza, il ruolo dei costi è di verifica della validità della
scelta.
Comunicazione: è l'insieme dei messaggi che l'azienda invia ai clienti per fornire
informazioni sulle caratteristiche dei prodotti realizzati al fine di indurli al loro
acquisto. Le principali forme sono: vendita mediante personale, pubblicità,
promozione, propaganda e sponsorizzazioni e pubbliche relazioni.
Distribuzione: riguarda la selezione e gestione dei canali di distribuzione e la
predisposizione di un sistema di distribuzione fisica dei prodotti. I canali che
possono essere scelti si distinguono tra:
diretto (dal produttore al consumatore),
corto (un intermediario) e
lungo (più di un intermediario).
La scelta si effettua in base
al mercato (clienti, territorio, ordini,...),
al prodotto (valore, grado di deperibilità,...),
agli intermediari commerciali (tipologia e qualità del servizio,...)
all'impresa produttrice (che può anche scegliere più canali
contemporaneamente per favorire la sua penetrazione nel mercato e garantirsi
maggiore flessibilità nella distribuzione).
gran parte degli incassi avviene con il ricorso al sistema bancario. Lo schema di
analisi dei valori e delle variazioni economico-finanziarie nelle operazioni di incasso
a mezzo banca evidenzia un aumento di denaro contrapposto ad una diminuzione di
crediti di regolamento sorti in precedenza.
La gestione dei crediti scaduti comprendono attività quali la redazione di liste di
anzianità dei crediti, di invio degli estratti conto ai clienti per il sollecito di crediti
scaduti e l'eventuale passaggio ad un contenzioso.
2. vendita a dilazione – fft: servizi a clienti, tempi del ciclo vendite; - prodotti (cessione)
fer: + ricavi di vendita (fonte)
ff: + crediti di funzionamento (impiego)
L'approvvigionamento dipende da
cause esterne (fenomeni ciclici e congiunturali di mercato, andamenti politici ed economici
nazionali ed internazionali)
cause interne all'azienda (volume di produzione, velocità del ciclo di trasformazione,
carattere stagionale o continuo della produzione, politica delle scorte).
fornitori porta svantaggi come il fatto di non poter beneficiare di sconti e vantaggi
vari per non superare il lotto minimo ed il fatto, soprattutto, di possibili differenze
qualitative sostanziali nei materiali forniti
o qualitativo – la rosa di fornitori va scelta in base a requisiti di competenza, solidità
finanziaria, avanzamento della tecnologia, tempistiche e qualità.
I parametri quali-quantitativi per la selezione dei fornitori sono dunque:
la dimensione,
la tecnologia,
l'organizzazione,
la solidità finanziaria.
Il marketing di acquisto o procurement mix è invece il sistema delle attività necessarie a
strutturare e gestire in maniera economicamente vantaggiosa il sistema degli
approvvigionamenti. Le variabili da integrare in questo sistema sono
la politica dei materiali,
l'analisi della convenienza (condizioni di fornitura in termini di rapporto qualità-
prezzo)
la scelta dei canali di acquisto (fornitori),
la comunicazione (cura dello sviluppo di proficue relazioni tra azienda e fornitori).
bisogni di sicurezza
bisogni di socialità
bisogni di stima
bisogni di autorealizzazione
Questi bisogni sono in scala.
Infine i lavoratori tenderanno a confrontare i propri valori con quelli dell'azienda e nel caso
corrispondano (o anche nel caso in cui il rapporto interno sia basato non sull'autoritarismo ma su
circuiti di reciproca comprensione) il lavoratore non sarà indotto ad abbandonare la propria
posizione lavorativa e non si genererà il turnover patologico.
Il D. Lgs. 252/2005 ha reso operativo dal Gennaio del 2007 il principio dello smobilizzo del TFR
che consiste nel versamento del TFR ad un'entità esterna (forme pensionistiche,...). Il lavoratore può
aderire ad un fondo di previdenza complementare o può esprimere la volontà di mantenere il TFR
in azienda se non vuole aderire a questo principio, ma oltre alla manifestazione della volontà da
parte del lavoratore serve anche che l'azienda abbia un numero di addetti inferiore a 50 perché il
TFR possa rimanere in azienda. Se il lavoratore non esprime alcuna volontà il datore di lavoro,
indipendentemente dal numero di dipendenti, dovrà versare il TFR al FONDINPS (fondo di
previdenza complementare gestito dall'INPS). Con l'introduzione del principio dello smobilizzo del
TFR, questo perde la caratteristica di retribuzione differita diventando un costo monetario
dell'esercizio per l'azienda.
Il controllo dei flussi fisico-tecnici delle attività di gestione delle risorse umane può avvenire
prendendo in considerazione il tasso di turnover (espresso in percentuali, esprime la dinamica nel
tempo dell'organico aziendale) o gli indici di produttività calcolati come rapporto tra quantità output
e quantità input (esprime l'efficienza nell'erogazione della prestazione lavorativa).
Al controllo dei flussi economico-reddituali si può applicare il metodo LIFO, così come applicando
il metodo FIFO.
I fpp costituiscono un fattore di rigidità della struttura produttiva dato che, una volta immessi in
azienda, non è conveniente né possibile modificarne l'impiego. Come strumenti di produzione le
immobilizzazioni sono dei fattori anticipati (acquisiti in anticipo rispetto allo svolgimento del
processo produttivo). In generale le caratteristiche tipiche dei fpp sono:
strumentalità rispetto ai processi produttività
mezzi e non oggetti della produzione di beni e servizi
fattori ad uso durevole
non destinati a trasformazioni fisico-tecniche né alla vendita
natura strutturale (i fpp sono frutto del passato e condizione del futuro dell'azienda).
sono assorbiti in maniera indiretta dal processo produttivo
determinano di solito costi costanti rispetto al volume prodotto
sono fp anticipati che determinano costi anticipati comuni a più esercizi
si reintegrano in maniera indiretta e in più periodi
L'elasticità riguarda l'economicità degli impianti a diversi volumi produttivi (un'alta elasticità si ha
se l'impianto per avere un risultato positivo va sfruttato dal 40% al 100% delle proprie potenzialità,
mentre l'elasticità sarà bassa se l'impianto va sfruttato dal 90% al 100%) ed indica dunque
l'adattabilità quantitativa.
Il deperimento dei fpp può riguardare caratteri fisico-tecnici di senescenza (la vita fisica dipende
dal trascorre del tempo, dal grado di utilizzazione e dalla condizione di impiego dei fpp) e/o
caratteri economici di obsolescenza (la vita economicamente utile dipende dalla vita fisica, dalla
moda e cambiamento dei gusti, dal progresso tecnologico e da altri fattori quali ad esempio i divieti
in campo ecologico).
radicale, consistente nell'eliminazione dei vecchi impianti e nella loro sostituzione con altri
dello stesso o di diverso tipo. Ciò avviene quando la struttura produttiva ha esaurito la
propria funzionalità. Rispetto alla manutenzione straordinaria, con cui condivide il carattere
di modifica delle condizioni operative del sistema della produzione, il rinnovo è un
intervento più radicale a cui si giunge dopo una valutazione di convenienza economica
comparata tra situazione precedente e successiva al rinnovo e con cui non si tende a
ripristinare le condizioni iniziali ma con cui si tende invece a mantenere la capacità
produttiva, l'efficienza tecnica e la flessibilità operativa. In conseguenza del rinnovo ci sarà
la dismissione delle immobilizzazioni materiali fino a quel momento utilizzate, il che può
avvenire per eliminazione – se queste hanno perso completamente le proprie potenzialità
produttive – o per vendita o permuta)
L'utilizzo degli intangibles all'interno delle combinazioni produttive determina un loro progressivo
logorio di natura fisica e tecnica che ne riduce le potenzialità produttive fino ad esaurirle. Tra i
fattori di logorio ci sono il trascorrere del tempo, il grado di utilizzo, le condizioni di impiego
(relativi alla vita fisica) e l'obsolescenza (relativa alla vita utile). La differenza tra vita fisica e vita
utile sta nel fatto che la prima rappresenta il limite massimo cui può estendersi la vita del fpp,
mentre la seconda rappresenta il limite massimo entro cui il fpp può essere inserito nella
combinazione produttiva. Un fpp diventa obsoleto per il progresso tecnico-scientifico, per i
cambiamenti nei gusti e negli interessi dei consumatori, per altri fattori (divieti ambientali,...).
Nelle aziende le immobilizzazioni assumono sempre maggior peso, in particolare i fpp immateriali
dato che in tutte le attività conoscenze e competenze sono necessarie per la sopravvivenza e lo
sviluppo dell'azienda. La loro presenza all'interno dell'azienda indica anche la capacità di credito di
essa. Le immobilizzazioni tecniche sono specifiche e durevoli.
Le misurazioni quantitativo-monetarie inerenti alle immobilizzazioni tecniche si fondano
esclusivamente sul costo della loro acquisizione (acquisto, produzione interna,...oltre al prezzo
di acquisto vanno aggiunti anche i prezzi di eventuale installazione, collaudo,...). Tale costo misura
l'apporto di utilità economica che ci si aspetta dall'immobilizzazione al momento del loro ingresso
nella combinazione produttiva aziendale. Il costo iniziale di acquisizione andrà rettificato per
seguire l'evoluzione e la dinamica del valore di funzionamento assunto nel tempo dalle
immobilizzazioni. Ciò avviene con il processo di ammortamento e con eventuali svalutazioni o
rivalutazioni. Per gli intangibles una misurazione oggettiva e razionale è molto complicata.
I centri di costo
Il centro di costo è una “unità operativa,definita in funzione delle esigenze conoscitive ed operative
di una determinazione sistematica dei costi ad essa afferenti”.Per esempio,tutti i costi relativi
all'attività di manutenzione delle linee produttive(costo del personale manutentore,costo delle parti
di ricambio e dei materiali di consumo,costo delle attrezzature impiegate nelle manutenzioni,costo
dei servizi esterni di manutenzione,ecc..)possono essere attribuiti al relativo reparto ,che viene a
configurarsi come un centro di costo.
Le configurazioni di costo
Una configurazione di costo è costituita da una somma progressiva di valori di costo al fine di
ottenere informazioni economico-finanziarie che possono essere utili per le decisioni.
costo primo=materie prime+manodopera diretta+ altri costi diretti(di fabbricazione o da
lavorazioni esterne).Può essere utile per la valorizzazione delle rimanenze finali di prodotti
finiti.
costo di fabbricazione=costo primo+ costi indiretti di fabbricazione(costi relativi al
processo di produzione).Stessa utilità del costo primo.
costo di trasformazione(conversion cost)=costo di fabbricazione-materie prime. Strumento
per dare giudizi di convenienza tra produzioni alternative o di efficienza dei processi
produttivi tra imprese.
costo di trasformazione e commercializzazione=costo di fabbricazione + costi di
commercializzazione. Può servire per confrontare la redditività di commesse oppure di
prodotti singoli in caso di produzione per processo.
costo pieno aziendale o complessivo=costo di fabb.e comm + costi generali amministrativi e
di politica+oneri finanziari. Può essere la base per la formulazione del prezzo di
vendita ,aggiungendo ad esso una quota percentuale (detta mark-up).
Il modello di analisi C-V-R permette di evidenziare le possibili alternative di scelta del livello di
rischiosità della gestione derivante dalla struttura dei costi, in termini di livello dei costi fissi e
ampiezza del margine di contribuzione (a parità di punto di pareggio tra due aziende, quella con più
elevati CF subisce maggiori perdite in caso di non raggiungimento del breakeven point, ma
consegue maggiori utili in caso del suo superamento).
Il modello di analisi C-V-R può essere utile nelle decisioni riguardanti le sue quattro variabili
fondamentali, sulle quali è possibile agire per modificare una situazione di partenza e cioè:
prezzo;
volume;
ammontare dei costi fissi;
costo variabile unitario.
L’importanza dei rendimenti emerge anche dalla considerazione del legame con i costi di
produzione. È il fenomeno della dinamica dei rendimenti che ‘’determina’’ la dinamica dei costi di
produzione (il riferimento ai rendimenti permette di interpretare i fattori interni determinanti il
fenomeno della variabilità dei costi). Possiamo avere:
fattori a rendimenti variabili (fattori permanenti), la loro partecipazione alla produzione
è estesa a più processi di produzione e si compie mediante la cessione graduale dei servizi
potenziali in essi incorporati. I rendimenti variano al variare dei volumi produttivi.
A costi costanti corrispondono rendimenti variabili (in tale variabilità è inserito il rischio
legato ai costi costanti per gli andamenti produttivi);
fattori a rendimenti costanti (fattori non permanenti), il loro volume di impiego varia in
maniera proporzionale al variare del volume produttivo (la variabilità del rendimento è
connessa alla variabilità del costo).
il miglioramento continuo
l'integrazione di tutte le funzioni aziendali in una visone fortemente sistemica
Le ISO 9000 e le Vision 2000 sono un gruppo di normative standard che sono state create per
consentire alle imprese di documentare efficacemente e di certificare gli elementi componenti il
proprio sistema di qualità (60 paesi hanno aderito a questi sistemi).
Dove:
∑C = sommatoria dei costi
∑R = sommatoria dei ricavi
r = reddito (differenza tra ricavi e costi)
f x p = (fattore produttivo) x (prezzo di costo) = Costi dei fattori produttivi a rapido rigiro.
Si tratta di costi di acqusizione/utilizzazione aventi il carattere monetario (acquisti/utilizzi
avvenuti nell’esercizio) o non monetario (acquisti avvenuti nell’esercizio precedente).
f x p’ = (fattore produttivo) x (prezzo d’uso) = Costi dei fattori produttivi a lento rigiro.
Si tratta di costi di utilizzazione aventi carattere non monetario (rettifiche di costi di
acquisizione di fattori produttivi ad utilità pluriennale).
q x p = (prodotto/servizio) x (prezzo di ricavo) = Ricavi dei prodotti/servizi ottenuti e
venduti.
Si tratta di ricavi di vendita aventi il carattere monetario (vendite di prodotti/servizi
avvenute nell’esercizio) e di ricavi di produzione avente il carattere non monetario (valore
produzione realizzata e non venduta).
Una delle scomposizioni più nota della gestione aziendale individua le seguenti aree:
Gestione Caratteristica (gest.operativa), comprende l’insieme delle operazioni di acquisizione (costi
caratteris vendita, costi acquisto, ricavi vendita) dei fattori produttivi (correnti e pluriennali), di
tica produzione e di vendita direttamente rivolte al conseguimento degli obiettivi della gestione
tipica dell’azienda;
Extracaratteristica (gest. operativa) (o degli investimenti accessori), include le operazioni
che non rientrano nell’oggetto principale dell’attività aziendale (investimenti in immobili
civili da parte di un’azienda industriale);
Finanziaria, attiene ai processi di acquisizione/rimborso dei finanziamenti e di gestione
della liquidità;
Straordinaria, comprende operazioni legate ad eventi casuali o occasionali rispetto al
normale svolgimento della gestione (furti, incendi, ristrutturazioni);
Tributaria (o fiscale), legata ad operazioni rivolte alla determinazione delle imposte sul
reddito di periodo.
Impostando un’ equazione economica relativa alle sole operazioni di gestione caratteristica
(equazione economica parziale ∑C + r = ∑R ),la sommatoria dei costi della produzione
caratteristica riguarda tutti costi d’utilizzazione dei fattori produttivi strutturali e di consumo(costi
dei fattori correnti esterni,costi del fattore produttivo lavoro, costi dei fattori pluriennali), mentre la
sommatoria dei ricavi della produzione caratteristica riguarda i ricavi di ottenimento di
prodotti/servizi.
La differenza tra i ricavi della produzione realizzata ed i relativi costi dei fattori correnti esterni
esprime il valore aggiunto operativo.
La differenza tra il valore aggiunto operativo e i costi della peoduzione caratteristica esprime il
margine operativo lordo (MOL).
La differenza tra i ricavi della produzione caratteristica e i costi della produzione caratteristica
esprime il margine operativo netto o reddito operativo caratteristico.
L’equilibrio economico che si ottiene quando i ricavi sono remunerativi di tutti i costi, presenta un
tile che soddisfa le esigenze di ‘’profitto’’ del soggetto economico. Per realizzare le condizioni
minime di equilibrio economico, è necessario ottenere la remunerazione anche dei fattori che non
generano costi espliciti e precisamente:
la remunerazione per l’utilizzo di beni in uso gratuito;
la remunerazione del lavoro imprenditoriale;
la remunerazione del capitale lavoro.
Si tratta di costi non finanziamente sostenuti (oneri figurativi) ma ‘’relativi a rinunce che il soggetto
economico compie svolgendo l’attività d’impresa’’. Solo soddisfacendo tale condizione l’equilibrio
economico assume veste di equilibrio economico ‘’oggettivo’’ e l’equazione può essere:
∑C (costi effettivi + costi figurativi) = ∑R
L’uso in azienda di beni non di proprietà della stessa, può essere considerato un ‘‘costo opportuità’’
(rinuncia ad una retribuzione che dovrà essere coperta con i ricavi di gestione)[terreni, mezzi].
Il soggetto economico oltre ad inserire nell’attività imprenditoriale il capirtale, inserisce anche il
suo lavoro d’imprenditore, impiegando capacità e tempo che potrebbero essere destinati ad un’altra
attività.
Il rischio sarebbe quello di non ottenere alcun rendimento e quindi il soggetto economico deve
rinunciare ad un guadagno sicuro (senza rischio) rispetto ad un risultato incerto.
La remunerazione del capitale proprio è composta da due aliquote:
saggio di remunerazione degli investimenti senza rischio;
saggio di intensità del rischio d’azienda.
Il reddito o profitto che ne consegue viene chiamato sovrareddito/extraprofitto/sovra profitto. In
azienda, viene chiamato ‘’profitto minimo di equilibrio’’ (quota attesa dall’imprenditore dopo aver
remunerato tutti i fattori produttivi).
In questo caso si può definire l’equilibrio economico ‘’soggettivo’’ :
Costi effettivi + Costi figurativi + r’ = ∑R
La soggettività è legata alla quota che l’imprenditore attende o si pone come obiettivo (r’).
Nel breve termine, se si sceglie come periodo di riferimento l’esercizio, l’equazione economica è
l’equazione di bilancio, attraverso la quale si calcola il reddito di esercizio e il capitale di
funzionamento. L’equazione di bilancio d’esercizio contiene solo i costi effettivi e non quelli
figurativi.
La differenza tra ricavi e costi rappresenta un reddito (r) che, se positivo, è l’utile d’esercizio e la
condizione di equilibrio non potrà essere r = 0 (R = C) ma solo r >0, in modo tale da coprire gli
oneri figurativi. Lo scopo della determinazione del reddito è contenuto nella sua definizione: reddito
come ‘’variazione’’ che il capitale subisce per effetto della gestione.
rendimento.
Sia in chiave prospettica che consuntiva ,economicità,efficacia ed efficienza vanno individuate. Una
parziale misurazione delle condizioni di economicità ,efficacia ed efficienza può essere individuata
in alcuni indici economico-finanziari. Il reddito(andamento complessivo) dell'azienda può essere
considerato “indice” di equilibrio e disiquilibrio per cui un indice che descrive il rapporto tra il
reddito netto(andamento complessivo) e capitale proprio ci dà l'idea dell'effettiva remunerazione e
quindi dell'efficacia,efficienza ed economicità del sistema azienda ad impiegare i mezzi propri.
Questo indice si chiama Indice di redditività aziendale (ROE, Return on Equity) ed è il rapporto tra
reddito netto/mezzi propri ed espresso in termini percentuali ,indica quanto rende cento lire di
capitale investito nella gestione dai “finanziatori di rischio”.
Un'altra preliminare chiave di lettura delle condizioni di economicità,efficienza ed efficacia è
l'Indice di redditività del capitale investito (ROI= reddito operativo/capitale investito)[Return on
Investiment] che circoscrive l'analisi alla redditività solo della gestione caratteristica, considerando
però tutto il capitale che è stato investito(di rischio e di credito) ;essendo così fatto ci indica quanto
rende il capitale investito nella gestione caratteristica.
Vedremo nei prossimi paragrafi come funziona la relazione tra i due indici chiamata “effetto leva”.
Entrate >= Uscite cioè la capacità dell'azienda di far fronte con continuità ai pagamenti a cui è
tenuta. E' necessaria anche un'analisi dal punto di vista monetario dell'equilibrio monetario:
Afflussi monetari >= Deflussi monetari
Come per l'equilibrio economico per il finanziario bisogna tenere conto della gestione che genera le
entrate e le uscite finanziarie.(gestione caratteristica:ricavi vendita e costi
d'acquisizione ;finanziaria :apporto di capitale proprio e distribuzione utile; patrimoniale
accessoria:realizzi dalla gestione patrimoniale accessoria e investimenti nella gestione patrimoniale
accessoria).
L'equilibrio può anche essere analizzato come l'insieme delle “fonti di finanziamento” da cui
attingere i mezzi ma anche come hanno trovato collocazione quei mezzi come insieme di
“impieghi”. Impieghi=Fonti.
I fattori produttivi possono essere caratterizzati in base al tempo di rientro nei cicli monetari di un
anno:
impieghi a breve :rientro monetario >=1(capitale circolante)
impieghi non a breve :rientro monetario <1(capitale fisso)
fonti a breve :rimborsati entro l'anno
fonti non a breve rimborsati entro più di un anno.
* DIFFERENZA TRA:
a) AZIENDA: definizione ‘’complessa’’ di Giannessi;
b) IMPRESA:
- azienda che ha per scopo la produzione di un risultato economico positivo, al fine di remunerare
il capitale che è stato investito dal soggetto proprietario;
-soddisfa un bisogno del proprietario (bisogno di guadagnare) mediante il soddisfacimento di
bisogni del mercato (clientela).