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CAP 2, 59-102
CAP 4, 174-199
CAP 8, 394-446
Domande per l’orale economia aziendale 1 Rispondere in modo completo ogni giorno a 4 domande.
Con il termine “bene” ci si riferisce ad una risorsa, fisica o meno, che può direttamente o
indirettamente soddisfare un bisogno. Appunto per questo collegamento diretto con i bisogni, anche i
beni hanno inoltre un’ampia classificazione. Ci sono infatti i beni primari e secondari, associati ai
medesimi bisogni; i beni complementari, che possono affiancarsi nella medesima attività, come ad
esempio la matita e la gomma e quelli fungibili, che invece si sostituiscono fra loro, come delle penne di
diversi colori. Quelli differenziabili che hanno caratteristiche differenti in base a chi li produce e quelli
non differenziabili poiché hanno caratteristiche simili se non uguali indipendentemente dall’impresa
produttrice. I beni di consumo, che soddisfano in modo diretto un bisogno, e quelli strumentali, che
servono per produrre altri beni. I beni durevoli, ovvero riutilizzabili, anche per lungi periodi e quelli non
durevoli che sono utilizzabili per un solo impiego e infine i beni pubblici e privati di cui classificazione
dipende in realtà più che altro dall’ente che li fornisce ( privati da ditte private, comuna visita in un
ambulatorio privato, pubblici se forniti dallo stato, come una visita in ospedale).
Beni economici: Sebbene la definizione di bene, è quella di una risorsa che deve soddisfare un bisogno,
che è d’altronde ciò che si fa con l’attività economica, questo non comporta che tutti i beni siano
economici. Infatti esistono anche i beni definiti “liberamente accessibili” su cui noi non basiamo
nessuna attività economica. Questi beni, sono quelli non soggetti per natura a limiti di scarsità, come ad
esempio l’aria o i sassi. I beni economici invece rimangono quelli che sono presenti in scarsa misura
rispetto alla richiesta, come il petrolio, l’acqua potabile o un medicinale che noi possiamo permetterci
di far pagare poiché è il metodo ad oggi più conveniente di suddivisione delle risorse.
L’attività economica può essere definita come l’attività con cui si producono e consumano i beni
economici, dove per “produzione” si intende l’attività che consente di ottenere beni attraverso il lavoro,
e per “consumo” si intende il diretto soddisfacimento dei bisogni attraverso i beni. La realizzazione di
una attività economica sottintende una creazione di utilità e valore per i soggetti per la quale è stata
creata, e appunto per questo, possiamo dire che un attività è conveniente solo nel momento il cui il
valore dei risultati (output) è maggiore rispetto al valore dei fattori impiegati per ottenere quei risultati.
Centrale è perciò anche il “valore” stesso nell’attività economica, poiché qualora questo ci sia, sorge
anche la necessità di decidere come distribuirlo. E da questa decisone può dipendere anche la
durabilità degli istituti.
3) Cos’è un azienda?
Con il termine azienda ci si riferisce a quelle organizzazioni di cui si osserva l’attività economica di
produzione e consumo di ricchezza realizzata al suo interno e in relazione di scambio con altri istituti; gli
istituti aziendali si classificano in quattro classi di aziende: a) le aziende familiari b) le aziende di
produzione c) le aziende composte pubbliche d) le aziende del terzo settore.
A giustificare l’intervento dello stato in economia, solitamente si utilizza proprio la teoria del fallimento
del marcato, che avviene solitamente per 5 cause. 1) “l’insufficiente concorrenza”, infatti perché il
funzionamento dei mercati sia garantito, c’è bisogno che ci siano più aziende che lavorano ad un bene,
in maniera che il prezzo non possa essere influenzato dalla singola impresa 2)Riguarda l’esistenza dei
così detti “beni pubblici”, non offerti dal mercato o offerti in maniera insufficiente, che sono dei beni
con obbligo di continuità, universalità e che non sono espressi da una domanda individuale 3) Sono “le
esternalità”, ovvero situazioni sconvenienti in cui lo stato deve intervenire, come un impresa che reca
danno ad altre senza prevedere poi a un’indennizzo (esternalità negative) oppure al contrario,
un’impresa che fornisce un beneficio ad altre imprese o al singolo e non viene ricompensata
(esternalità positive). 4) è la presenza dei “mercati incompleti” che si hanno qualora un mercato non
consenta una sufficiente offerta di un bene o di un servizio, sebbene il suo costo di produzione sia
inferiore a quanto i consumatori sarebbero disposti a pagare. 5) è invece riconducibile “all’asimmetria
informativa” per cui lo stato interviene con delle regole che rimediano alla carenza di informazioni, se
lo stato non intervenisse infatti ci sarebbe probabilmente una non equa ridistribuzione del reddito,
lasciando molti individui senza le risorse per vivere e in secondo luogo le persone prenderebbero
spesso decisioni sbagliate senza poter essere protette.
L’assetto istituzionale è l’insieme di relazioni, regole e sistemi di governo aziendale, basato sul
considerare contemporaneamente i soggetti coinvolti nell’azienda, il contributo da loro apportando e la
ricompensa che spetta a ciascun soggetto. Il soggetto di maggior rilevanza è definito soggetto
economico. I contributi richiesti dall’assetto istituzionale possono essere economici o meno così come i
benefici (ovvero le ricompense). Solitamente questi tre aspetti dell’assetto istituzionale di un’azienda
possono variare in relazione al tempo e allo spazio, sopratutto a causa di alcuni elementi come la
molteplicità di relazioni intraprese (che spesso si basano sulla forza contrattuale di una delle due parti,
dovuta all’asimmetria informativa). Nelle aziende più complesse è bene suddividere il governo in più
unità per avere sempre chiari gli interessi dei vari soggetti. La tutela degli interessi garantisce infatti
durevolezza e economicità e un assetto istituzionale non organizzato chiaramente può influenzare
negativamente la creazione di valore dell’azienda e aumentare i rischi per quest’ultima.
Il soggetto economico è l’insieme di uno o poche categorie di portatori d’interesse che controllano
direttamente l’azienda e godono dei suoi risultati residuali (negativi e positivi); Questo soggetto, che
porta aventi gli interessi istituzionali può governare direttamente l’azienda oppure nominare appositi
organi che portano una maggiore partecipazione degli altri stakeholder ma anche una condivisone
maggiore dei risultati ottenuti. Guardando più in particolare al tema degli interessi, si può definire
soggetto economico che governa l’azienda la persona o il gruppo di persone di cui interesse principale è
di fatto l’azienda stessa. Importante è sempre distinguere il soggetto economico dal soggetto giuridico,
che non sempre coincidono.
Una public company è una società che ricorre all’azionariato diffuso, tipico modello anglosassone, dove
perciò una società si basa su un vasto numero di azioni, dove il soggetto economico solitamente
possiede un controllo di fatto.
14) Quali sono le tipologie di impresa che necessariamente prendono a riferimento gli interessi di
stakeholders nella loro forma societaria?
15) Forme di accordi di cooperazione
Tra le forme degli accordi di cooperazione figurano:
• L’outsourcing si verifica quando un'organizzazione cede una parte della catena del valore che
possiede ad un'altra azienda mantenendo la sua presenza nei gli altri passaggi della catena del
valore;
• La concessione di licenze avviene quando un'impresa concede ad un'altra impresa il diritto di
utilizzare le proprie risorse in cambio di un compenso;
• Il franchising avviene quando un'impresa vende il diritto ad un'altra impresa di utilizzare il nome
del marchio, il design, il know-how e i processi lavorativi dell'impresa di franchising per costruire
un'attività in un mercato di destinazione;
• Le alleanze strategiche sono accordi di cooperazione il culo obiettivo principale è
l’apprendimento;
• Le alleanze azionarie di minoranza si verificano quando un organizzazione assume
unilateralmente una quota minoritaria del capitale proprio del partner;
• Le alleanze a partecipazione incrociata si verificano quando due soci detengono ciascuno le azioni
dell’altro;
• Joint venture È un'alleanza basata su azioni in cui due o più partner formano una nuova
organizzazione separata;
• L'acquisizione avviene quando l'impresa acquirente acquisisce più del 50% dell'impresa oggetto
dell'acquisizione e ottiene il controllo del processo decisionale;
• La fusione avviene quando due o più società si fondono in una sola
Sia un mercato quando molte negoziazioni di beni con caratteristiche omogenee avvengono con
frequenza elevata. In tali condizioni le negoziazioni avranno caratteristiche simile, in termini di prezzi e
condizioni generali.l'informazione principale che l'esistenza di un mercato offre agli operatori e il prezzo
corrente per i beni in esso negoziati. Non tutti gli insiemi di negoziazioni sono qualificabili come
mercati, e non esiste inoltre un mercato quando non si possono osservare condizioni di scambio
omogenee; per uno stesso bene si possono formare vari mercati. Le tradizionali categorie di analisi dei
mercati sono la "domanda" e "l'offerta".l'incontro della domanda e dell'offerta determina la quantità i
prezzi scambiati.la domanda è qualificata da tre fattori: - la concentrazione, la domanda sarà
concentrata sugli acquirenti sono pochi.se l'acquirente è uno solo si parla di mercato monopsonio. -
l'elasticità, che esprime la sensibilità delle quantità domandate alle variazioni di prezzo.un'elasticità
elevata comporta grandi modificazioni nelle quantità domandate in conseguenza di variazioni
relativamente ridotte nei prezzi.tipicamente sono caratterizzati da una domanda rigida i venissi iniziali e
da una domanda elastica i beni voluttari. - la differenziazione, collegata alla presenza di segmenti di
mercato caratterizzati da specificità nelle caratteristiche dei beni domandati.alcuni mercati sono
tendenzialmente indifferenziati, cioè gli acquirenti non riconoscono aspetti di specificità nei prodotti
così che l'unica variabile rilevante risulta il prezzo. Gli stessi tre fattori possono essere impiegati anche
per l'analisi dell’offerta: - la concentrazione dell'offerta consente di identificare diversi tipi di mercato in
base alla numerosità di offerenti. Avremo un monopolio se esiste un solo venditore, il duopolio sei
venditori sono due, l'oligopolio se i venditori sono pochi, se venditori sono molti si parlerà di mercato in
concorrenza perfetta. - l'elasticità dell'offerta esprime la variabilità delle quantità offerta nel mercato
rispetto ai prezzi e dipende dalla capacità e disponibilità dei venditori a reagire alle variazioni di
mercato. - differenziazione dell'offerta, collegata alla presenza di aspetti specifici nei prodotti.la
capacità di differenziare l'offerta dei concorrenti è una delle strategie competitive di base. Sebbene le
analisi di mercato forniscano caratteristiche riguardanti solamente i prezzi, la quantità, la
concentrazione di domanda e offerta in realtà sulle decisioni di acquisto e vendita influiscono anche
altri fattori quali i termini di pagamento, la consegna, le garanzie eccetera.
La struttura del settore e la sua capacità di condizionare il comportamento competitivo delle imprese
dipendono principalmente da tre variabili:
• Il grado di concentrazione: è elevato sei un piccolo numero di aziende realizza gran parte dell'offerta
complessiva;
• La struttura dei costi: esprime il comportamento dei costi medi unitari rispetto ai volumi di
produzione e nel tempo;
• Le barriere all’entrata: sono gli ostacoli che devono essere superati da un'azienda esterna al settore
per potervi entrare e possono essere ad esempio dovuti alle norme in vigore, all'entità degli
investimenti necessari, alla rilevanza della notorietà e dell’esperienza. La struttura del settore è un
fattore influente sul comportamento delle aziende che ne fanno parte.
19) Cosa si intende per coerenza strategica? Come può essere valutata?
Per coerenza strategica si intende la valutazione della presenza o meno nell’impresa oggetto di
acquisizione di quegli elementi necessari alla formula strategica dell’acquirente. Alla base della
valutazione della coerenza strategica c’è la relazione tra aspetti interni ed esterni presi in
considerazione nell’analisi SWOT e di entrambi con gli obbiettivi e la strategia, ovvero si tratta di un
importante momento di riflessione sulla scelta dei processi di pianificazione e sull’analisi delle
direttrici strategiche effettivamente seguite.
20) Cosa si intende per struttura organizzativa? Vantaggi e svantaggi relativi
La struttura organizzativa può essere definita come l'insieme delle modalità in cui è possibile
suddividere il lavoro in specifici compiti e le rispettive modalità di coordinamento tra gli stessi. Essa
identifica:
• Gli organi tra cui è suddiviso il lavoro;
• Le funzioni assegnate a tali organi;
• Le relazioni tra gli organi stessi.
La struttura organizzativa specifica formalmente l'organizzazione di procedure e controlli, la
gestione dell'autorità e dei processi decisionali, i flussi informativi.
Altri vantaggi della struttura funzionale si possono riassumere nel fatto di:
• Facilitare la condivisione attiva di conoscenze all'interno di ciascuna area funzionale e diventare
maggiormente specializzati e produttivi;
• Permette alle persone con comuni capacità e che lavorano nella stessa area funzionale di
supervisionarsi l'un l'altro e controllare i comportamenti adottati;
• Di sviluppare norme e valori che permettono alle persone che lavorano nella stessa area
funzionale di diventare più efficaci in ciò che fanno. Tra gli svantaggi derivanti dall'adozione della
struttura funzionale vi sono problemi di varia natura legati alla comunicazione, al coordinamento e
conseguentemente al controllo. Seguono problemi di focalizzazione: il controllo centralizzato
ostacola la capacità di soddisfare le esigenze specifiche in diverse aree geografiche
21) Parlare dell’assetto organizzativo (struttura organizz. E modello)
22) Cosa si intende per economicità? Come può essere valutata?
L'economicità viene intesa come la capacità dell'azienda di perdurare massimizzando l'utilità delle
risorse impiegate e dipende congiuntamente dalle performance aziendali ed al rispetto delle
condizioni di equilibrio che consentono il funzionamento dell’azienda.
23) Quali sono le condizioni di equilibrio?
Le condizioni di equilibrio sono le condizioni che consentono all'azienda di durare nel tempo e di
mantenere una situazione di relativa autonomia. La valutazione delle condizioni di equilibrio
avviene attraverso opportuni schemi che considerano il bario combinarsi di determinate grandezze
che hanno origine dalle operazioni di gestione:
• I costi, cioè oneri che derivano dalla provvigione amento e dall'impiego dei fattori produttivi o dai
trasferimenti "passiva" verso altre aziende;
• I ricavi, cioè proventi che derivano dalla vendita di beni e servizi ai clienti dell'impresa o da
trasferimenti “attivi" ricevute da altre aziende;
• La consistenza e la variazione dei fabbisogni finanziari, cioè gli ammontare di mezzi di pagamento
assorbiti dagli investimenti richiesti per la produzione di beni o servizi, dalla gestione patrimoniale e
dalla gestione finanziaria;
• La consistenza e la variazione delle fonti finanziarie, costituite dai mezzi di pagamento reperiti
attraverso la gestione della produzione e la gestione finanziaria passiva;
• Le uscite, cioè gli esborsi di mezzi di pagamento necessari a: - Pagare; - Remunerare e rimborsare
i finanziamenti ottenuti da terzi; - Remunerare il rimborsare i mezzi propri.
• Le entrate, cioè gli incassi di mezzi di pagamento che derivano: - Dalle vendite; - Dall'ottenimento
di finanziamenti da terzi; - Da aumenti di mezzi propri.
Le condizioni di equilibrio sono connesse fra loro ma non vi è una completa interdipendenza. Le
condizioni di equilibrio sono quindi da considerare come una serie di requisiti minimi vitali per le
aziende, che consentono il raggiungimento delle finalità istituzionali.
24) Quali sono le operazioni che maggiormente influiscono sull ‘equilibrio economico di un impresa ( o
azienda pubblica o Onp)
25) Motivi dell’esistenza delle aziende composte pubbliche
il lavoro di Richard Musgrave il quale ha proposto tre branche economiche per definire il settore
pubblico. La prima riguarda la stabilizzazione, il cui compito è garantire piena occupazione a prezzi
stabili. La seconda branca riguarda l'allocazione delle risorse, al fine di assegnare le dotazioni
finanziarie alle varie destinazioni in modo efficiente. La terza branca concerne la distribuzione che si
occupa di come i beni prodotti possono essere distribuiti tra i membri della collettività. Al fine di
giustificare l'intervento dello Stato nell'economia, è normalmente utilizzata la teoria del fallimento
del mercato che presuppone una serie di cause determinanti di cui si menzionano le principali: • La
prima riguarda l'insufficiente concorrenza; • La seconda causa è riconducibile all'esistenza dei beni
pubblici ovvero quei beni che il mercato non offre come il caso della difesa nazionale o
dell'illuminazione pubblica.
26) Contabilità generale e analitica
La contabilità generale ha come oggetto di rappresentazione l'intera azienda e si alimenta di
informazioni che nascono dalle operazioni che l'azienda effettua con i terzi.
La contabilità analitica a come oggetto di rappresentazione le singole parti dell’azienda. Per
alimentarla non sono sufficienti le operazioni che l'azienda effettua con i terzi, ma si rende
necessario effettuare rilevazioni che riguardano le destinazioni all'interno dell'azienda dei beni e dei
servizi acquisiti e la provenienza dall'interno dell'impresa dei beni o servizi ceduti. La contabilità
generale a base economico-patrimoniale e la contabilità generale a base finanziaria. Le differenze
tra queste due configurazioni sono:
• La contabilità economico-patrimoniale è finalizzata a rappresentare il divenire della ricchezza
aziendale negli aspetti della sua consistenza e della sua variazione;
• La contabilità finanziaria è finalizzata a regolare i rapporti tra organi amministrativi e organi
rappresentativi dei soggetti portatori di interessi istituzionali nello svolgimento dei processi di
acquisizione e di impiego delle risorse finanziarie.
27) Organizzazione e gestione delle aziende pubbliche
Con riferimento alle modalità organizzative e gestionali, occorre rilevare che lo Stato è strutturato
in varie istituzioni territoriali che collaborano in uno spirito di sussidiarietà per dare attuazione ai
diversi livelli di decentramento istituzionale al fine del perseguimento dell'interesse pubblico e per
rispondere ai bisogni dei cittadini. L'azione di ciascun istituto pubblico è solitamente è condizionata
da quella di altri istituti. Negli istituti pubblici territoriali, si svolgono processi economici di grande
importanza e per tale ragione si determina l'opportunità di investigare il tema delle finalità
economiche perseguite che si combinano con le finalità non economiche. La forte intersezione ha
un impatto anche sulla struttura degli organi di governo che comprendono sia organi pubblici
elettivi sia organi tecnico-amministrativi.
28) Analisi di scenario
Gli scenari sono descrizioni di possibili futuri Stati del mondo costruiti come configurazioni di
variabili ambientali rilevanti. Gli scenari non sono previsioni e non è rilevante e quantificare la
probabilità che si realizzino. Piuttosto offrono un modo per comprendere le interconnessioni tra le
variabili ambientali e aiutare il management a valutare l'impatto delle decisioni da assumere nei
diversi scenari ipotizzati. La costruzione di scenari può essere articolato in alcune fasi: • Definire
l'orizzonte temporale e la porzione di ambiente da prendere in considerazione. L'orizzonte
temporale può essere scelto tenendo conto della portata delle decisioni da prendere; • Identificare
i principali driver del cambiamento. In questa fase è possibile applicare l'analisi PESTEL per
identificare i fenomeni che avranno il maggior impatto in futuro; • Descrivere gli scenari. Avendo
identificato i principali fenomeni da considerare è possibile iniziare a delineare gli scenari; •
Identificare gli impatti. Una volta che gli scenari sono stati delineati sarà possibile interrogarsi su
quali implicazioni comportino per l’azienda; • Sorvegliare gli sviluppi. Un aspetto interessante del
metodo degli scenari è la possibilità di interrogarsi su quali fatti sarebbero osservabili oggi e nel
prossimo futuro se lo scenario dovesse avvalersi in futuro.
29) Sistemi di controllo di Simons e van der stede
I sistemi di controllo sono unanimemente federati come una leva fondamentale per influenzare il
comportamento delle persone che operano nell'azienda, e fornire indicazioni al management sulla
direzione di marcia da seguire.
Il framework di Merchant e Van der Stede si basa sull'idea che le cause che giustificano l'introduzione di
un sistema di controllo abbiano radice nei problemi di natura comportamentale che
contraddistinguono le persone operanti nelle aziende e che i manager devono saper fronteggiare. Gli
strumenti vengono distinti in base all'oggetto del controllo. Ai diversi oggetti corrispondono tre tipi di
controlli: i controlli sui risultati, i controlli sulle azioni e i controlli sulle persone. I controlli sui risultati si
basano sulla misura delle performance considerando le aspettative dei diversi gruppi di portatori di
interesse. I controlli sulle azioni pongono l'operato delle persone al centro del controllo, e hanno
prevalentemente natura preventiva, volta ad assicurare che esse compiano azioni vantaggiose per la
propria azienda o evitino comportamenti disfunzionali. I controlli sul personale prevedono tre principali
modalità: la selezione e l'inserimento; la formazione; la progettazione dei compiti e la messa
disposizione delle risorse necessarie.
Il modello delle leve del controllo, levers of control framework, elaborato da Robert Simons, propone
una teoria del controllo volta a bilanciare esigenze contrastanti. Il modello LOC considera tre livelli: Il
primo livello è dato dalla strategia di business, intesa come il modo in cui l'azienda competi e si
posiziona nei confronti della concorrenza. Il secondo livello presenta quattro variabili chiave che
devono essere analizzate per realizzare con successo la strategia: i sistemi di credo, i sistemi di limite, i
sistemi di controllo diagnostico e i sistemi di controllo interattivo.
I sistemi di credo sono rappresentati dai valori di fondo, le finalità e le logiche attraverso le quali
operare che i vertici aziendali trasmettono formalmente. I sistemi di limite vengono utilizzati per
delimitare i comportamenti volti alla ricerca di opportunità, identificando i rischi da evitare, le azioni
indesiderate, il livello di attività accettabile. I sistemi di controllo diagnostico sono i sistemi cibernetici
utilizzati per indurre, controllare e ricompensare il conseguimento degli obiettivi. Il controllo
diagnostico si avvale di strumenti come il budget, la balance scorecard, l'analisi delle varianze, il
monitoraggio della quota di mercato. I sistemi di controllo interattivo sono utilizzati per incoraggiare
l'apprendimento organizzativo e la nascita di nuove idee e strategie.
L’analisi SWAT è una metodologia diffusa per definire il quadro strategico di un’azienda e consiste
nell’individuare le forse e le debolezze interne dell’azienda e le minacce e le opportunità che questa più
subire/cogliere dall’ambiente esterno; Questo tipo di analisi offre un modo per confrontare diverse
combinazioni di fattori interni ed esterni per valutarne le opzioni strategiche disponibili e favorevoli
all’azienda e al suo successo. L’analisi SWAT può servire per analizzare vari scenari aziendali, come la
scelta di un nuovo investimento, riflettere in maniera profonda sulla propria azienda, portando alla luce
problematiche spesso trascurate per mancanza di tempo, porta a ragionare i membri di una azienda,
specialmente quelli all governo di quest’ultima sugli elementi interni da valorizzare e le debolezze che
invece devono essere arginate. L’analisi Swat dunque non consente di per sé di identificare e sviluppare
strategie efficaci, non sono possibili recette generali o predefinite, infatti i componenti dell’analisi
cambiano nel tempo, in base all’evoluzione della azienda e dell’ambiente esterno.
L’integrazione verticale è un’altra forma strategica di crescita dell’azienda che si differenzia però da
quella vita finora di tipo orizzontale che comporta nuovi clienti o prodotti. L’integrazione verticale
consiste nell’espansione dell’attività a monte, ovvero realizzando autonomamente fattori prima
acquistati dall’esterno, o a valle, che espandono le attività aziendali andando a svolgere fasi prima
svolte dai propri clienti. Ciò può comportare alcuni vantaggi soprattuto di diminuzione dei costi di
transizione nel cercare dei partner commerciali. Per attuare questo tipo di integrazione bisogna
prendere in considerazione però alcuni aspetti. La convenienza relativa, ovvero se sia effettivamente è
conveniente essere autonomi per determinate produzioni, soprattutto visto alla produzione prevista, se
i costi di coordinamento interno sarebbero maggiori dei costi di transizione con l’esterno, se la scelta di
internare un processo conferisca più o meno qualità a quest’ultimo e infine se comporta meno rischi
dal punto di vista dei comportamenti opportunistici dei terzi.
Le organizzazioni ibride, sono delle imprese che combinano la missione caritatevole e sociale con la
creazione di profitti. Infatti se solitamente le ATS erano organizzazioni esclusivamente no-profit ormai i
limiti sono fievolissimi e infatti ci sono aziende forprofit che però dirigono tutti i profitti o una parte
verso cause sociali che vengono definite ibride. Questo sta portando perciò la nascita di un quarto
settore costellato da organizzazioni ibride.
sono società di capitale “tradizionale” che hanno come obbiettivo generare un profitto e al contempo il
perseguimento di uno o più scopi sociali per creare un impatto positivo sulla società. Questa tipologia
societaria rimane inviolabile nel patrimonio dell’impresa e la missione è quindi protetta dai nuovi
investitori o dai cambi di leadership. In termini di rendicontazione, questo tipo di società devono
presentare un bilancio più ampio, che dia conto anche della performance delle attività di tipo non
finanziario.
Nell'ambito del modello organizzativo i meccanismi operativi rappresentano i sistemi che governano il
comportamento delle persone che operano nelle aziende; in particolare, i meccanismi operativi sono
costituiti da insiemi di processi e si avvalgono di insiemi di regole, di procedure e di
programmi.esprimono l'elemento dinamico del modello organizzativo. I meccanismi operativi
presentano le seguenti caratteristiche di rilievo: concorrono alla definizione di chi fa cosa; vengono
utilizzati come fattore di collegamento tra i fini aziendali e i comportamenti individuali; devono
manifestare interdipendenza e congruenza con la struttura organizzativa di base; costituiscono
l'elemento dinamico che stabilisce le regole di funzionamento della struttura e rispetto all'insieme dei
compiti svolti nelle varie unità organizzative hanno la caratteristica di non essere riferibili
esclusivamente ad una singola unità ma di interessarle nel loro complesso. Come finalità i sistemi
operativi sono da una parte chiamati a contemperare le esigenze connesse alla strategia aziendale e
alle combinazioni produttive nell'ambiente di riferimento e dall'altro le esigenze delle persone che
operano all'interno dell’azienda. L'attuazione dei meccanismi operativi in relazioni di complementarietà
con la struttura organizzativa permette di soddisfare una serie di fabbisogni organizzativi, ovvero
esigenze e problematiche organizzative generali insorgenti in ogni azienda complessa, espressione delle
caratteristiche di base dell'ambiente, delle combinazioni produttive e dei prestatori di lavoro.i
fabbisogni organizzativi sono rappresentati in prima approssimazione dall'efficienza delle combinazioni
produttive e dalla soddisfazione di prestatori di lavoro.
Il settore, pur essendo un concetto fondamentale per l'analisi strategica rimane talvolta un riferimento
troppo ampio, nello stesso settore possono infatti convivere aziende molto eterogenei (Gucci, diesel e
Benetton ad esempio, sono tre aziende italiane del settore della moda ma con rilevanti differenze in
termini di prodotti, clienti e processi operativi). Per questo le aziende possono essere raggruppate
secondo raggruppamenti strategici, segmenti di mercato e aree strategiche d’affari. +++ I
raggruppamenti strategici sono insiemi di aziende appartenenti allo stesso settore e accomunate da
una simile formula competitiva; i raggruppamenti strategici sono individuati attraverso la
considerazione congiunta di due variabili che dipendono solitamente dalla tipologia di attività svolta; in
linea generale è possibile osservare che le variabili scelte sono riconducibili a due tipi, il primo tipo
contiene l'ampiezza della gamma, i mercati geografici e canali distributivi; il secondo tipo invece le
spese di marketing, le dimensioni aziendali, gli investimenti di ricerca.
La strategia di business definisce la formula di ricerca del successo di un’azienda in uno specifico spazio
competitivo. Questa è importante sia per le piccole aziende, sia per le diverse unità business delle
aziende più grandi. Questo tipo di strategia è sempre riferita a duna specifica combinazione prodotto-
mercato (ASA).
Le caratteristiche dei beni pubblici sono la “proprietà della non rivalità”, secondo la quale più soggetti
possono beneficiare di un bene senza così togliere la possibilità anche da altri di usufruirne e la
“proprietà della non escludibilità”, secondo la quale è impossibile escludere un individuo dall’utilizzo
del bene pubblico. I beni pubblici che possiedono entrambe le proprietà vengono definiti “puri”,
mentre quelli che ne possono solo una “impuri”.
Per struttura organizzativa si intende l'insieme delle modalità in cui è possibile suddividere il lavoro in
specifici compiti e le rispettive modalità di coordinazione tra essi. Essa identifica gli organi tra cui è
suddiviso il lavoro; le funzioni assegnate agli organi; le relazioni tra gli organi stessi. Alcune delle
principali funzioni che la struttura organizzativa fornisce sono l'allocazione delle regole di gestione del
lavoro; i canali formali di collaborazione; la delimitazione dei limiti delle responsabilità attraverso
l'identificazione di autorità e dei flussi di comunicazione; una motivazione all'attribuzione di
determinati poteri decisionali. +++ per ciascuna azienda è possibile una rappresentazione grafica
attraverso il modello che viene definito “organigramma”. Esso è costituito da riquadri che indicano
come il lavoro e le responsabilità sono raggruppate in organi e unità, e da line che invece mostrano la
struttura gestionale: chi comunica a chi e come riquadri relazionano tra di loro.
L’impresa sociale rientra nell’ampio gruppo delle aziende del terzo settore e sono tutti quegli enti
privati che esercitano in via stabile e principale un’attività d’impresa diresse generale senza scopo di
lucro e per finalità sociali. L’impresa sociale può ripartire gli utili e gli avanzi di gestione seppure in
forma limitata e può assumere personale o volontari.
La cultura organizzativa è costituita dall'insieme di valori, opinioni e conoscenze condivise dalle persone
che operano nell'azienda e trasmessi ai nuovi membri come il modo corretto di pensare; ogni
organizzazione ha una propria cultura che esercita un'influenza sul comportamento delle persone. La
cultura è una variabile organizzativa hard in quanto produce un effetto sui comportamenti non
direttamente accostabile alla struttura organizzativa né a livello di responsabilità attribuito ai
collaboratori, ma influenza aspetti come l'interazione con i clienti, la gestione delle giuste umani, gli
standard di performance e il concetto di responsabilità. La cultura organizzativa si manifesta su tre
livelli: il primo è il livello direttamente osservabile in cui si collocano gli artefatti e comportamenti
visibili (esempio l'arredamento degli uffici in fresco dei dipendenti e livello di formalità sulle relazioni
con i superiori), tuttavia gli elementi visibili non sono sempre interpretabili. Il secondo è un livello
intermedio in cui la cultura si presenta nella forma di un insieme di valori dichiarati che vengono
veicolati per mezzo di un insieme esplicito di definizioni organizzative che i versi the aziendali
comunicano formalmente in riferimento a filosofie aziendali, obiettivi e strategie. Il terzo e ultimo
livello della cultura organizzativa è quello degli assunti taciti condivisi rappresentato dalle cui intenzioni
inconsce e spesso implicite, rappresentano l'essenza della cultura stessa, contemplano aspetti profondi
e universali del modo di pensare, sentire e agire di ciascun dipendente dell’azienda.
60) Economicità 2
Ciascun tipo di azienda persegue delle finalità istituzionali che per quanto possono essere diverse
hanno bisogno che l'azienda perduri nel tempo e svolga la sua azione in modo relativamente
autonomo. La durabilità è infatti essenziale poiché le finalità situazionali rispondono ad esigenze che
permangono, si rinnovano ed evolvono nel tempo, è ovvio che solo le aziende che riescono a durare nel
tempo sono i doni a soddisfarli inoltre la durabilità è fondamentale anche per i soggetti appartenenti
all'azienda o coloro che ne entreranno a far parte e anche per il sistema economico nel suo complesso.
Così come la durabilità è importante anche l'autonomia, essa non va interpretata come un totale
isolamento dalle influenze esterne bensì consiste nella capacità di saper operare con le risorse che essa
stessa riesce a procurarsi a vario titolo ; L'autonomia è condizione indispensabile per il mantenimento
nel tempo dei fini aziendali: infatti, un'azienda che perde la sua autonomia si trova inevitabilmente a
dover perseguire le finalità del soggetto che la condiziona. Questi due elementi fondamentali, quindi
durabilità e autonomia dipendono in modo determinante da un insieme di performance e condizioni di
equilibrio dell'azienda che compendiano nel concetto di economicità. L'economicità viene intesa come
la capacità dell'azienda di perdurare massimizzando l'utilità delle risorse impiegate e dipende
congiuntamente dalle performance aziendali e dal rispetto delle condizioni di equilibrio che consentono
il funzionamento dell'azienda; anche se questi due elementi possono manifestarsi in modo
indipendente gli uni dagli altri l'economicità non può prescindere dal conseguimento di nessuno di
questi risultati ed equilibri. +++ per comprendere quanto l'autonomia di un'azienda sia importante basti
guardare a ciò che è successo con gli interventi di sussidio che erano stati effettuati negli anni 70 del XX
secolo dallo Stato nell'industria automobilistica, nella siderurgia, nella chimica; grazie a tali sussidi le
imprese hanno potuto sopravvivere pur conseguendo rilevanti perdite subendo però condizionamenti
sulle scelte strategiche e organizzative che hanno portate verso situazioni che neppure lo Stato ha poi
ritenuto di dover continuare a sostenere