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ECONOMIA ( fino al capitolo 27

Capitolo 1:
L'economia è lo studio del modo in cui le società utilizzano risorse scarse per produrre beni utili, e di come
tali beni vengono distribuiti tra diversi soggetti. Questa definizione comprende due concetti chiave
dell'economia: le risorse sono scarse e le società devono utilizzare tali risorse in modo efficiente.il nostro è
un mondo dominato dalla scarsità e pieno di beni economici. Si ha una situazione di scarsità quando i beni
sono limitati rispetto ai desideri.dunque, è importante che è un sistema economico utilizza al meglio le
proprie risorse limitate e questo porta al concetto di efficienza.si dice che il sistema economico produce in
modo efficiente quando non è in grado di migliorare le condizioni economiche di un individuo senza
peggiorare quella di un altro. L'essenza dell'economia consiste nel riconoscere la realtà della scarsità e
quindi nel pensare a come organizzare la società in modo tale da utilizzare le risorse disponibili nel modo
più efficiente possibile.
Per comprendere la vita economica utilizziamo il metodo scientifico, che comporta l'osservazione dei
fenomeni economici e il ricorso a statistiche dati storici per interpretarli. Gli economisti hanno elaborato una
tecnica da particolare, denominata econometria, per l'applicazione dei metodi statistici a problemi economici.
Nel ragionamento economico vi sono tre errori comuni:
1- Errore del post hoc: si verifica quando supponiamo che, dal momento che è un fenomeno si è verificato
prima di un altro, il primo abbia provocato il secondo. Un esempio è la grande depressione. Alcune persone
avevano notato che i periodi di espansione economica erano preceduti o accompagnati dall'aumento del
prezzi e conclusero perciò che il metodo adeguato per la depressione fosse l'aumento dei prezzi e dei salari.
2- Ceteris paribus: ignorare l'ipotesi di parità delle altre condizioni. Per esempio, potremmo voler sapere se
l'aumento delle aliquote fiscali farà salire o scendere il gettito fiscale. A dimostrazione citano i tagli delle
imposte di Kennedy e Johnson e nel 1964 che ridussero le aliquote fiscali e furono seguiti da un aumento
del gettito fiscale nel 1965. In questo ragionamento si trascura la crescita economica tra il 1964 il 1965,
perché in quel periodo i redditi personali aumentarono e crebbero anche le entrate fiscali sebbene le
aliquote fiscali fossero più basse. Quando si analizza l'impatto di una variabile sul sistema economico
occorre mantenere costanti tutte le altre condizioni.
3- Errore di aggregazione: quando si suppone che ciò che vale per una parte sia valido anche per il tutto si
commette l'errore di aggregazione.
L'analisi economica moderna è costituita da due rami, microeconomia e macroeconomia. Adam Smith è di
solito considerato il fondatore della micro economia, la branca dell'economia che oggi si occupa del
comportamento di singole entità, tra i quali i mercati, le imprese e le famiglie. In the Wealth of nei Nation,
affrontò il modo in cui vengono fissati i singoli prezzi, studiò i meccanismi di determinazione dei prezzi di
terra, lavoro e capitale e analizzare i punti di forza e di debolezza del meccanismo dei mercati, ma identificò
soprattutto le importanti proprietà di efficienza dei mercati, la mano invisibile che produce un bene comune
aldilà delle azioni di singoli individui miranti al perseguimento dei propri interessi. La macro economia, la
branca dell'economia che si occupa dell'andamento complessivo di un sistema economico, non esisteva
nella sua forma moderna fino al 1936, anno in cui John Maynard Keynes pubblicò la rivoluzionaria General
Theory of Employment, interest and money. Egli sviluppò l'analisi delle cause dei cicli economici in cui si
alterano fasi di elevata disoccupazione e inflazione. La macro economia odierna si occupa di un'ampia
gamma di settori, dalla determinazione dell'investimento e del consumo totali, alla gestione della moneta e
dei tassi di interesse da parte delle banche centrali per arrivare a le cause della crisi finanziarie
internazionali.

Qualsiasi società umana deve affrontare e risolvere tre problemi economici fondamentali.deve infatti stabilire
cosa, come e per chi produrre.
-Cosa produrre e in quali quantità? Una società deve stabilire quale quantità di ciascun bene o servizio
produrre quando produrla.
-Come produrre? Una società deve stabilire a chi spetta il compito di produrre, con quali risorse effettuare la
produzione e quali tecniche produttive utilizzare.
-Per chi produrre?
Per rispondere a queste tre domande, ogni società deve effettuare delle scelte relative all'input e output del
sistema economico.gli input sono beni o servizi utilizzati dall'imprese nei loro processi produttivi. Un sistema
economico impiega la tecnologia per combinare l'input al fine di produrre gli output. Gli output sono i diversi
beni o servizi utili risultati dei processi produttivi, che possono essere consumati oppure impiegati nella
produzione successiva. Un'altra definizione dei concetto di input è data dal fattore di produzione. Questi
ultimi possono essere classificati in tre grandi categorie:
- la terra o più in generale le risorse naturali, rappresenta i doni della natura e impiegati nei processi
produttivi;
- Il lavoro è costituito dal tempo impiegato dall'uomo nella produzione;
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- Le risorse di capitale costituiscono i beni durevoli di un sistema economico, che vengono prodotti al fine di
produrre altri beni. I beni capitali includono macchinari, strade, computer, utensili… L'accumulo di beni
capitali specializzati è essenziale per lo sviluppo economico.
Esistono modi diversi attraverso i quali una società può rispondere alle domande cosa, come e per chi. Le
società sono organizzate in sistemi economici alternativi e l'economia studia diversi meccanismi a
disposizione di una società per l'allocazione delle proprie risorse scarse. Si possono distinguere due modi
diversi in cui organizzare un sistema economico: nel primo caso, in un'economia pianificata, lo Stato prende
la maggior parte delle decisioni economiche e coloro che si trovano al vertice della gerarchia impartiscono le
direttive economiche ai soggetti situati più in basso.nel secondo caso, opposto al primo, in un'economia di
mercato, le decisioni vengono prese dai mercati sui quali l'individui o le imprese accettano di scambiare
input e output tramite pagamenti in denaro.nessuna società contemporanea appartiene a una di queste due
categorie opposte; esistono piuttosto economie miste che comprendono alcuni elementi dell'economia di
mercato e altri dell’economie pianificate. Anche in quelle che chiamiamo economie di mercato lo Stato
riveste un ruolo importante in quanto modifica il funzionamento del mercato imponendo leggi e norme che
regolano la vita economica, fornisce servizi di istruzione e di ordine pubblico, regolamenta questioni relative
all'inquinamento e agli affari.la maggior parte delle società contemporanee è caratterizzata da un'economia
mista.

I paesi non possono avere tutto ciò che desiderano ma sono limitati dalle risorse e dalle tecnologie a loro
disposizione. Supponiamo il caso estremo di un sistema economico che produca soltanto due beni
economici: cannoni e burro. I cannoni ovviamente rappresentano le spese militari mentre il burro indica le
spese civili; supponiamo che il sistema decida di impiegare tutte le proprie energie per la produzione del
bene civile, il burro: la quantità di burro che può essere prodotta ogni anno è limitata dalle quantità e qualità
delle risorse del sistema economico in questione, nonché dall'efficienza produttiva con cui esse vengono
impiegate.supponiamo che la tecnologia e le risorse disponibili consentono di produrre una quantità
massima di burro pari a 5 milioni di kilogrammi e quindi zero cannoni.come seconda ipotesi estrema,
supponiamo che tutte le risorse vengano invece impiegate per la produzione di cannoni.i due casi riportati
sono casi estremi ma esistono molte altre possibilità. Tracciamo un punto per ciascuna posizione intermedia
che rappresenta ogni diversa combinazione di cannoni e burro, si ottiene la curva della frontiera delle
possibilità produttive ovvero la quantità massima di produzione ottenibile da un sistema economico, data la
conoscenza tecnologica e la quantità di input di cui dispone.essa rappresenta il menu di scelta a
disposizione della società.
La vita comporta numerose scelte: poiché le risorse sono scarse e dobbiamo sempre stabilire come
spendere il tempo o i redditi limitati.il costo della migliore alternativa alla quale aveva rinunciato è il costo
opportunità insito nella decisione. In un mondo dominato dalla scarsità, la scelta di un bene implica la
rinuncia ad un altro. Il costo opportunità della decisione è il valore del bene o servizio a cui si è rinunciato.
Abbiamo dato per scontato che il sistema economico operi in modo efficiente. Efficienza significa che le
risorse dell'economia vengono utilizzate al meglio per soddisfare i bisogni e i desideri dell'individui. Un
aspetto importante dell'efficienza economica globale è l'efficienza produttiva: si ha quando la società non
può aumentare l'output di un bene senza ridurre quello di un altro bene.
Alcune risorse della società sono in utilizzate: lavoratori disoccupati, fabbriche in attive e terreni incolti. Se
sono presenti risorse inutilizzate, il sistema economico non si trova sulla frontiera delle possibilità produttive,
ma piuttosto in un punto al suo interno.una fonte di inefficienza si riscontra durante i cicli economici,
per esempio dal 1929 al 1933, durante la grande depressione, la produzione complessiva negli Stati Uniti
diminuì del 25%. Le politiche monetarie fiscali e altri fattori ridussero la spesa e spinsero l'economia
all'interno delle possibilità produttive.

Capitolo 2:
Nel medioevo l'aristocrazia e le corporazioni cittadine controllavano gran parte dell'attività economica. Con
la rivoluzione industriale l'organizzazione economica muto dal feudalesimo al mercato. Nella maggior parte
dell'Europa e del Nord America si diffuse la convinzione che fosse meglio limitare l'azione diretta dello Stato
nell'economia e per questo si ricorda il XIX secolo come l'epoca del laissez-faire. Alla fine del secolo gli
accessi del capitalismo indussero gli Stati Uniti e i paesi industrializzati ad un parziale abbandono del
laissez-faire. Lo Stato assunse un ruolo sempre maggiore. In questo nuovo sistema denominato Welfare
State i mercati controllano le attività della vita economica quotidiana mentre lo Stato e stabilisce le
condizioni sociali e fornisce pensioni, assistenza medica e altri beni e servizi indispensabili. Il cambiamento
più radicale verso il sistema di mercato si verificò in Russia e nei paesi socialisti dell'Europa orientale.
In paesi come gli Stati Uniti e l'Europa la maggior parte delle decisioni economiche viene presa in base a
considerazioni di mercato. Un'economia di mercato è un complesso meccanismo che coordina individui,
attività e imprese tramite un sistema di prezzi e mercati.si tratta di un mezzo di comunicazione atto a
mettere in comune le conoscenze e le azioni di milioni individui diversi. Un mercato è un meccanismo che
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consente ad acquirenti e venditori di interagire al fine di determinare il prezzo e la quantità di un bene o di un


servizio. In un sistema di mercato ogni cosa ha un prezzo costituito dal valore del bene in termini di moneta.
I prezzi rappresentano i termini in base quali gli individui e le imprese scambiano volontariamente beni
diversi.i prezzi fungono inoltre da segnali per I produttori e i consumatori: se i consumatori richiedono
quantità maggiori di ciascun bene, il prezzo subisce un incremento che segnala ai produttori la necessità di
aumentare l'offerta. I prezzi coordinano le decisioni dei produttori e dei consumatori in un mercato. Prezzi
più elevati tendono a ridurre gli acquisti dei consumatori e incoraggiare la produzione; prezzi più bassi
incoraggiano il consumo e frenano la produzione: nel meccanismo di mercato i prezzi fungono quindi da
equilibratori. L'equilibrio di un mercato è il punto in cui la quantità offerta dai venditori è uguale alla quantità
richiesta dai compratori. Il mercato individua il prezzo di equilibrio che soddisfa sia i desideri degli acquirenti
sia quelli dei venditori.i prezzi ai quali gli acquirenti desiderano comprare esattamente la quantità che
venditori desiderano offrire assicurano l'equilibrio tra domanda e offerta.
Trovando un equilibrio tra acquirenti e venditori, domanda e offerta, in ciascun mercato, un'economia di
mercato risolve contemporaneamente tre problemi del cosa, come e per chi.
-cosa produrre viene stabilito dal voto con il portafoglio dei consumatori, nelle loro decisioni di acquisto
quotidiane. Il loro denaro serve a pagare i salari, le rendite e i dividendi. Allora volta le imprese desiderano
massimizzare il profitto, la differenza tra il valore totale delle vendite E i costi totali, dunque abbandonano i
settori in cui sono in perdita, mentre i profitti elevati le inducono a produrre i beni più richiesti;
-come produrre dipende dalla concorrenza tra i diversi produttori.il modo migliore per far fronte alla
concorrenza e massimizzare i profitti è quello di mantenere i costi a un livello minimo adottando i metodi di
produzione più efficienti;
-per chi produrre dipende larga misura dalla domanda e dall'offerta sul mercato dei fattori di produzione. I
mercati dei fattori di produzione determinano i salari, le rendite, i tassi di interesse e i profitti: tali prezzi sono
detti prezzi dei fattori. La distribuzione del reddito tra la popolazione è quindi data dalla quantità di fattori
posseduti o dei prezzi dei fattori.
Come il contadino che utilizza carota e bastone per far camminare l'asino, il sistema di mercato si serve dei
profitti e delle perdite per indurre le imprese a produrre beni desiderati in modo efficiente.
La vita economica è un flusso circolare, fornisce una visione di insieme del modo in cui consumatori e
produttori interagiscono per determinare i prezzi e le quantità dell'input e degli output.
L'ordine del sistema di mercato fu individuato da Adam Smith sostenendo che l'individuo agisce
esclusivamente per la propria sicurezza e per il proprio tornaconto, e in questo è guidato da una mano
invisibile che lo porta a perseguire un fine estraneo alle proprie intenzioni. Adam Smith scoprì un'importante
proprietà di un'economia di mercato con correzionale. In una situazione di concorrenza perfetta in assenza
di fallimenti del mercato, i mercati produrranno che lo risorse a loro disposizione la massima quantità di beni
e servizi utili.ma quando prevalgono Monopoli, esternalità o altre forme di fallimento del mercato, le notevoli
caratteristiche di efficienza della mano invisibile possono venir meno.

Dai tempi di Adam Smith l'economia di mercato si sono sviluppate enormemente. Le economie capitalistiche
avanzate presentano tre caratteristiche distintive: un'economia moderna è caratterizzata da una complessa
rete di scambi tra individui e Stati, basata su un elevato livello di specializzazione è una complessa divisione
del lavoro; le economie moderne fanno un ampio uso di moneta che costituisce la linfa vitale del sistema
economico e fornisce il metro per misurare il valore economico dei beni e per finanziare gli scambi; infine le
moderne tecnologie industriali si basano sull'utilizzo di ingenti quantità di capitale: la produzione richiede
macchinari di precisione impianti di grandi dimensioni e l'accumulo di notevoli quantità di scorte.
Le moderne economie si basano sulla specializzazione di imprese e individui collegati da una vasta rete di
scambi. La specializzazione sia quando gli individui concentrano i propri sforzi su un particolare insieme di
attività affinché ogni individuo o paese possa utilizzare al meglio le proprie capacità e risorse. Una delle
certezze della vita economica è che è preferibile adottare la divisione del lavoro, ovvero suddividere la
produzione numerosi fasi o compiti specializzati. E l'efficienza della specializzazione che permette la fitta
rete di scambi tra individui e Stati che caratterizza il mondo moderno. Le economie avanzate attuano la
specializzazione e la divisione del lavoro per aumentare la produttività delle risorse disponibili. L'individui e
gli Stati scambiano volontariamente beni in cui sono specializzati per ottenere i prodotti di altri; in questo
modo e si ampliano la gamma e la quantità dei consumi e migliorano le condizioni di vita di ognuno.
Se la specializzazione consente all'individuo di concentrarsi su compiti particolari, la moneta permette loro di
scambiare gli output specializzati che producono per ottenere una vasta gamma di beni e servizi prodotti da
altri. La moneta è il mezzo di pagamento che prende la forma di banconote, monete e assegni utilizzati per
acquistare beni. Un'adeguata gestione dell'offerta di moneta è uno dei principali problemi di politica
macroeconomica del governo in tutti i paesi.
Un'economia di mercato avanzato ad utilizzare enormi quantità di edifici, macchinari e computer denominati
capitale. Si tratta di strumenti di produzione allora volta prodotti, input durevoli che sono allo stesso tempo
un output del sistema economico. Le normali attività quotidiane dipendono direttamente o indirettamente dal
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capitale. Il capitale e quindi uno dei tre principali fattori di produzione. Gli altri due, lavoro e terra, spesso
sono definiti fattori di produzione primari. Il capitale, al contrario, deve essere prodotto prima di poter essere
utilizzato.
Se l'individui sono pronti a risparmiare la società può destinare le proprie risorse al nuovo capitale.una
riserva di capitale maggiore determina una più rapida crescita dell'economia spingendo la frontiera delle
possibilità produttive verso l'esterno. Gran parte dell'attività economica consiste nel sacrificare il consumo
presente per incrementare il capitale.ogni volta che si effettuano degli investimenti si accresce la produttività
futura del sistema economico e di conseguenza anche il consumo futuro.
In un'economia di mercato il capitale di proprietà dei privati e il reddito prodotto dal capitale viene percepito
dagli individui.la proprietà di ogni apprezzamento di terreno è attestata da un atto legale o titolo di proprietà.i
titolari dei diritti di proprietà hanno la facoltà di utilizzare, scambiare i loro beni capitali.questi ultimi
dispongono inoltre di un valore di mercato e possono essere acquistati o venduti al prezzo che acquirenti e
venditori riescono a spuntare. Il capitalismo prende il nome dalla capacità dell'individui di possedere e
sfruttare il capitale. In un'economia di mercato i diritti di proprietà definiscono la capacità dell'individui o delle
imprese di possedere, acquistare, vendere e utilizzare i beni capitali altre proprietà. Per raggiungere un
elevato grado di produttività, un'economia moderna deve avere determinate caratteristiche. La divisione del
lavoro e i beni capitali specializzati consentono all'individuo di diventare altamente specializzati in
determinati settori.ma i soggetti specializzati riescono a sopravvivere solo perché gli scambi basati sulla
moneta consentono individui e paesi differenti di vendere acquistare agevolmente i propri beni nella vita
quotidiana. La specializzazione crea enormi efficienze; l'aumento della produzione rende possibili gli scambi;
la moneta consente di effettuare scambi con rapidità di efficienza; infine, è fondamentale un sistema
finanziario sofisticato che trasforma i risparmi di alcuni individui nel capitale di altri individui.

Tutte le economie di mercato presentano delle imperfezioni che sono alla base di problemi quali l'eccessivo
inquinamento, la disoccupazione e i casi di estrema ricchezza o povertà.per questo motivo non esistono
Stati, conservatori o meno, che si astengano completamente dall'intervenire nel sistema economico. Lo
Stato può regolamentare alcune attività e sovvenzionarne altre. Lo Stato infine riscuote le imposte dai
cittadini e ridistribuisce parte del ricavo agli anziani e ai bisognosi.lo Stato svolge queste funzioni esigendo
che i cittadini pagano le imposte, osservino le leggi e consumino determinati beni e servizi comuni. In
sostanza, in un'economia di mercato lo Stato esercita tre funzioni economiche fondamentali:
1. Lo Stato aumenta l'efficienza favorendo la concorrenza;
2. Lo Stato promuove l'equità utilizzando le imposte e i programmi di spesa per ridistribuire il reddito;
3. Lo Stato favorisce la stabilità e la crescita macroeconomica riducendo la disoccupazione e l'inflazione e
incoraggiando contemporaneamente la crescita economica mediante la politica fiscale e la
regolamentazione monetaria;
Adam Smith riconobbe che le virtù del meccanismo di mercato si realizzano completamente soltanto quando
sono presenti i freni e gli equilibri imposti dalla concorrenza perfetta.quest'ultima sia quando tutti i beni e i
servizi hanno un prezzo e vengono scambiati sul mercato, e inoltre non esistono imprese o consumatori
abbastanza grandi da influenzare il prezzo del mercato. Vi sono situazioni in cui tali condizioni non si
verificano: concorrenza imperfetta, esternalità e beni pubblici.
L'efficienza di un mercato può essere compromessa da elementi di concorrenza imperfetta o di monopolio.
La concorrenza imperfetta si verifica quando un acquirente o un venditore può influire sul prezzo di un
bene.in una situazione di concorrenza imperfetta è possibile che la società si sposti all'interno della propria
frontiera delle possibilità produttive: potrebbe avvenire se un unico venditore portasse alle stelle il prezzo di
un bene al fine di ottenere i profitti aggiuntivi. La concorrenza imperfetta fa sì che i prezzi superano i costi e
che gli acquisti dei consumatori scendono al di sotto dei livelli di efficienza: prezzi troppo alti e output troppo
limitati sono le caratteristiche che contraddistinguono le inefficienze della concorrenza imperfetta.il caso
estremo di concorrenza imperfetta è costituita dal monopolio, ossia la situazione in cui un unico fornitore
stabilisce il prezzo di un particolare bene di servizio.la più importante forma di controllo della concorrenza
imperfetta consiste nell'apertura dei mercati alla concorrenza, sia interna sia straniera: pochi Monopoli
possono sostenere a lungo l'attacco dei concorrenti, a meno che lo Stato non li protegga con dazi e
regolamentazioni.
un secondo tipo di inefficienza si verifica quando vi sono esternalità, che comportano scambi involontari di
costi o benefici. Le esternalità si hanno quando imprese o individui impongono costi o benefici ad altri
soggetti al di fuori delle relazioni di mercato. Gli stati oggi si occupano più spesso dell'esternalità negative
che di quelle positive. Gli Stati dunque hanno imposto regolamentazioni per controllare esternalità quali
l'inquinamento atmosferico e idrico. L'elaborazione di regolamentazioni adeguate è un compito difficile che
richiede profonde conoscenze scientifiche ed economiche ed è soggetto a pesanti pressioni politiche.
Le esternalità positive rivestono spesso un'importanza maggiore. Esempi significativi sono la costruzione di
una rete di autostrade, il servizio metereologico nazionale e… il caso estremo di esternalità positive è
costruito da beni pubblici, prodotti per i quali il costo sostenuto per estendere il servizio a un individuo
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supplementare è zero ed è impossibile impedire agli individui di farne uso. Dato che l'offerta privata di beni
pubblici è generalmente insufficiente, lo Stato deve intervenire per incoraggiarne la produzione.
Lo Stato deve procurarsi le entrate per acquistare i beni pubblici e per i programmi di ridistribuzione del
reddito.tali entrate provengono dalle imposte sui redditi personali e dalle imprese sulle riviste di beni di
consumo ed altri tipi di imposte. Le imposte possono essere considerate come i prezzi pagati per utilizzare i
beni pubblici, ma si distinguono da prezzi veri e propri per il fatto che non sono volontarie.
L'equità purtroppo non annulla che fare con l’efficienza. I mercati non producono necessariamente una
distribuzione del reddito che si possa considerare socialmente equa. È possibile che un'economia di
mercato determini disuguaglianze di reddito e consumo in accettabile per gli elettori. I redditi sono
determinati da una varietà di elementi che comprendono impegno individuale, livello di istruzione, eredità
biologica, prezzi dei fattori e buona sorte; non è detto perciò che la distribuzione del reddito risultante deve
essere equa. La disuguaglianza del reddito può essere in accettabile dal punto di vista politico etico, e non è
detto che uno Stato debba accettare i risultati dei mercati concorrenziali come qualcosa di predeterminato e
immutabile; al contrario, i cittadini possono analizzare la distribuzione del reddito e decidere che non è
qua.se una società democratica non approva la distribuzione dei voti con il portafoglio creatasi in un sistema
di mercato può prendere iniziative per modificarla. Gli strumenti a disposizione dello Stato sono: adottare
l'imposizione fiscale progressiva, che consiste nel tassare maggiormente redditi elevati e in maniera ridotta
quelli più modesti.
Sin dalle origini il capitalismo è stato turbato da periodi di inflazione e recessione. Queste fluttuazioni sono
note come ciclo economico. Grazie al contributo intellettuale di John Maynard Keynes E dei suoi allievi, oggi
è possibile controllare gli accessi dei cicli economici.l'attento impiego di politiche fiscali e monetarie
consente allo Stato di influenzare la produzione, l'occupazione e l'inflazione: le politiche fiscali
rappresentano il potere di far pagare le imposte e di spendere, mentre le politiche monetarie consistono
nella determinazione dell'offerta di moneta e dei tassi di interesse, che influenzano gli investimenti in beni
capitali e altre spese sensibili ai tassi di interesse. Grazie allo sviluppo della macro economia, a partire dagli
anni 30, gli Stati sono riusciti ad attenuare gli eccessi dell'inflazione e di disoccupazione.

Capitolo 3:
I mercati vengono influenzati da numerose forze che sono all'origine di mutamenti solo apparentemente
casuali.per prevedere i prezzi e gli output dei singoli mercati è necessario padroneggiare l'analisi della
domanda e dell’offerta. La teoria della domanda e dell'offerta spiega questi mutamenti; il principio di base è
che le preferenze dei consumatori determinano la domanda di consumo dei beni, mentre i costi sostenuti
dalle imprese sono alla base dell'offerta dei beni. Se, per esempio il prezzo del petrolio scende significa che
la domanda di petrolio è diminuita oppure che l'offerta di quel bene è aumentata.
Il principio fondamentale è che la quantità acquistata di un bene dipende dal suo prezzo. A parità di ogni
altra condizione maggiore è il prezzo di un bene, minore sarà la quantità di quel bene che i consumatori
desiderano acquistare mentre minore è il prezzo di mercato, più numerose saranno le unità acquistate.
Esiste una precisa relazione tra il prezzo di mercato di un bene e la quantità richiesta, a condizione che tutti
gli altri elementi rimangano costanti: tale relazione tra prezzo e quantità acquistata e detta scheda di
domanda o curva di domanda.
La curva di domanda è la rappresentazione grafica della scheda di domanda.la quantità e prezzo sono in
relazione inversa: la quantità sale quando il prezzo scende.la curva è inclinata verso il basso, da nord ovest
verso sud-est. Questa importante proprietà detta legge della domanda con pendenza negativa si basa sia
sul senso comune sia sulla teoria economica, ed è stata approvata e verificata empiricamente per tutti i tipi
di bene. La legge della domanda con pendenza negativa afferma che se il prezzo di un bene aumenta, gli
acquirenti tendono a comperare quantità minori di quel bene.analogamente, se il prezzo diminuisce la
quantità domandata aumenta.
La curva di domanda del mercato si ottiene sommando le quantità domandate da tutti gli individui a ogni
livello di prezzo.la curva di domanda del mercato obbedisce alla legge della domanda con pendenza
negativa: livelli di prezzo inferiori attraggono nuovi clienti per l'effetto di sostituzione; una riduzione del
prezzo incoraggerà inoltre i consumatori attuali ad acquistare maggiori quantità di beni per gli effetti di
reddito e di sostituzione.
Quali sono gli elementi che influenzano la curva di domanda? Una serie di fattori determinano quale sarà la
quantità domandata a un dato prezzo:
-il reddito medio dei consumatori è un fattore determinante per la domanda.se il reddito dell'individuo
aumenta e si tendono ad acquistare maggiori quantità di tutti i beni, anche se il prezzo non subisce
variazioni.
-la dimensione del mercato:
-I prezzi e la disponibilità di beni correlati influenzano la domanda di un bene.una relazione è
particolarmente importante sia tra i beni sostitutivi, beni cioè che tendenzialmente hanno la medesima
funzione e quindi possono essere sostituiti nell'utilizzo da parte del consumatore.
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-a questi elementi va aggiunto un insieme di elementi soggettivi, definiti gusti o preferenze. I gusti esprimono
una varietà di influenze culturali e storiche, oppure possono includere desideri creati artificialmente.infine,
sono influenzati da elementi tradizionali o religiosi.
-infine, la domanda di alcuni beni spesso dipende da influenze particolari;
L'evoluzione della vita economica determina continue variazioni della domanda.le curve di domanda in
realtà sono stabili solo nei libri di testo. La curva di domanda varia perché cambiano le influenze diverse dal
prezzo del bene considerato. Le variazioni di fattori diversi dal prezzo di un bene che influiscono sulla
quantità acquistata sono definite variazioni della domanda, che aumenta o diminuisce quando aumenta o
diminuisce la quantità richiesta a ciascun livello di prezzo.

L’offerta di un mercato spiega le condizioni alle quali le imprese producono e vendono i loro prodotti; più
precisamente la scheda di offerta mette in relazione la quantità offerta di un bene e il suo prezzo di mercato
mantenendo invariati altri elementi quali costi di produzioni, i prezzi dei beni correlati e le politiche
governative.la scheda di offerta di un bene mostra la relazione esistente tra il prezzo di mercato e la quantità
di tale bene che le imprese desiderano produrre e vendere, a parità di altri fattori.
L'offerta del mercato rappresenta la somma di tutte le offerte individuali. La curva di offerta del mercato si
ottiene sommando la quantità offerte da tutte le imprese a ogni livello di prezzo.
Uno dei principali elementi che influenzano la curva di offerta è il costo di produzione.se i costi di produzione
di un bene sono bassi rispetto al suo prezzo di mercato, è vantaggioso produrre in grandi quantità; se invece
i costi di produzione sono elevati rispetto al prezzo, le imprese riducono la produzione, si orientano i suoi
prodotti diversi o semplicemente vengono espulse dal mercato.i costi di produzione sono determinati
soprattutto dei prezzi dei fattori produttivi e dal progresso tecnologico. Ogni rialzo dei prezzi comporta un
aumento dei costi di produzione e determina una diminuzione dell'offerta.per contro, la progressiva
diminuzione dei prezzi ha indotto le imprese a sostituire sempre più spesso alcuni fattori.un altro elemento
importante che influenza i costi di produzione è rappresentato dal progresso tecnologico, ovvero i
cambiamenti nelle tecniche produttive che riducono la quantità dei fattori necessari a produrre una
determinata quantità di output.i progressi tecnologici includono le scoperte scientifiche, la migliore
applicazione delle tecnologie già esistenti o la semplice riorganizzazione del lavoro. I costi di produzione non
sono però l'unica componente della curva di offerta.le imprese sono sempre attenti alle opportunità
alternativa di utilizzo delle loro attività patrimoniali, per cui l'offerta è influenzata anche dei prezzi dei beni
correlati, in particolare quei beni che nel processo produttivo rappresentano output facilmente sostituibili
l'uno con l'altro.se il prezzo di un bene aumenta, l'offerta di un suo bene sostituivo diminuisce. Anche le
politiche governative hanno una notevole influenza sulla curva di offerta. Infine, sulla curva di offerta si
ripercuotono influenze particolari.la struttura del mercato influisce sull'offerta, anche le aspettative riguardo
al futuro andamento dei prezzi spesso hanno un effetto rilevante sulle decisioni di offerta.
Le variazioni di fattori diversi dal prezzo di un bene che influiscono sulla quantità offerta sono definite
variazioni dell'offerta che aumenta o diminuisce quando aumenta o diminuisce la quantità offerta a ciascun
livello di prezzo di mercato.

Domanda e offerta interagiscono per produrre un prezzo e una quantità di equilibrio, ossia un equilibrio di
mercato. L'equilibrio di mercato è dato dal prezzo e dalla quantità in corrispondenza dei quali le forze
dell'offerta e della domanda si bilanciano; al prezzo di equilibrio la quantità che i consumatori desiderano
acquistare è pari alla quantità che i produttori desiderano vendere. L'equilibrio di mercato si verifica il prezzo
al quale la quantità domandata è uguale alla quantità offerta.alla livello di equilibrio non vi è alcuna tendenza
al ribasso o al rialzo del prezzo. Il prezzo di equilibrio di mercato indica che le quantità domandate le
quantità offerte si eguagliano e sia i produttori si è consumatori sono soddisfatti.
L'equilibrio di mercato si individua ricercando il prezzo al quale la quantità domandata è a pari alla quantità
offerta. Il prezzo di equilibrio è dato dall'intersezione delle curve di domanda e offerta.si può anche verificare
un eccesso di offerta, ovvero un'eccedenza della quantità offerta rispetto alla quantità richiesta; oppure un
eccesso di domanda, ovvero un'eccedenza della quantità domandata rispetto alla quantità offerta. Il prezzo
della quantità di equilibrio si trovano a quel livello in cui la quantità offerta corrisponde alla quantità
domandata.in un mercato concorrenziale l'equilibrio è dato dall'intersezione delle curve di domanda e di
offerta.al prezzo di equilibrio non si verificano eccessi di domanda o di offerta.
La variazione degli elementi che influenzano la domanda e l'offerta comporta spostamenti della curva di
domanda di offerta, e dunque cambiamenti dell'equilibrio di mercato relativamente a prezzo e quantità.
Lo studio empirico del funzionamento del mercato inizia con la misurazione della reattività della domanda e
dell'offerta al prezzo.per trasformare la curva di domanda e di offerta in strumenti utili, è necessario sapere
in che misura la domanda e l'offerta rispondono alla variazione di prezzo.per analizzare il rapporto
quantitativo tra prezzo e quantità acquistata faremo ricorso all'importante concetto di elasticità.
L'elasticità della domanda rispetto al prezzo, talvolta definita elasticità rispetto al prezzo, e la variazione
percentuale della quantità domandata divisa per la variazione percentuale del prezzo.quando l'elasticità
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rispetto al prezzo di un bene è elevata si dice che la domanda di quel bene è elastica, cioè che la quantità
domandata del bene risponde sensibilmente alle variazioni di prezzo. Quando l'elasticità rispetto al prezzo di
un bene è scarsa, la domanda è anelastica per cui la quantità domandata non subisce modifiche di rilievo in
seguito alle variazioni di prezzo.la domanda dei prodotti facilmente sostituibili con altri beni tende ad essere
più elastica di quella dei beni che non presentano tale caratteristica.anche il periodo di tempo di cui
l'individui dispongono per rispondere alle variazioni di prezzo riveste una funzione importante. Per molti beni
la capacità di adattamento dei modelli di consumo comporta che l'elasticità della domanda aumenti nel lungo
termine piuttosto che nel breve termine.l'elasticità rispetto al prezzo dei singoli beni dipende da fattori
economici e tende ad essere più elevata per i beni di lusso, quando sono disponibili beni sostituitivi e
quando i consumatori hanno più tempo per adattare il loro comportamento alla nuova situazione.
Lei elasticità rispetto al prezzo può essere definita in modo più preciso come la variazione percentuale della
quantità domandata divisa per la variazione percentuale del prezzo. A questo punto si possono analizzare le
diverse categorie di elasticità rispetto al prezzo: quando una variazione di prezzo dell'1% genera una
variazione della quantità domandata superiore all'1%, si ha una domanda elastica rispetto al prezzo; quando
una variazione di prezzo dell'1% produce una variazione della quantità domandata inferiore all'1%, si ha una
domanda anelastica rispetto al prezzo; infine un importante caso speciale è la domanda a elasticità unitaria,
che sia quando la variazione percentuale della quantità è uguale alla variazione percentuale del prezzo. Nel
calcolo dell'elasticità è necessario prestare particolare attenzione a tre aspetti.si noti che è stato omesso il
segno meno davanti ai numeri E che tutte le variazioni percentuali sono state trattate come positive, il che
significa che l'elasticità è sempre positiva, anche se i prezzi e la quantità domandata si muovono nella
direzione opposta.la definizione di elasticità si riferisce a variazioni percentuali del prezzo e della quantità
domandata, quindi una variazione delle unità di misura non influenza l'elasticità.nel caso di variazioni
percentuali minime, per esempio da 100 a 99, l'utilizzo di 99 o 100 come denominatore non produce
differenze di rilievo, ma per variazioni più importanti la differenza è significativa. Per evitare qualsiasi
ambiguità, si utilizza sempre il prezzo medio come prezzo base per il calcolo della variazione di prezzo.
Analogamente la quantità media viene usata come base per misurare la variazione percentuale della
quantità.L'elasticità rispetto al prezzo può essere rappresentata anche in forma grafica.
L'elasticità della curva di domanda rispetto al prezzo può essere agevolmente calcolata con un semplice
trucco: l'elasticità di una retta in un determinato punto è data dal rapporto tra la lunghezza del segmento
sotto il punto è quella del segmento sopra il punto.
Un aumento del prezzo aumenta o diminuisce i ricavi? Poiché la spesa per il consumatore rappresenta il
ricavo del venditore, questa è una domanda di vitale importanza per molte imprese. Il ricavo totale è uguale
al prezzo per la quantità (PxQ). Se l'elasticità della domanda rispetto al prezzo è nota, si può calcolare quali
saranno gli effetti di una variazione del prezzo sul ricavo totale: se la domanda è anelastica rispetto al
prezzo, una diminuzione del prezzo riduce il ricavo totale; se la domanda è elastica rispetto al prezzo una
diminuzione del prezzo aumenta il ricavo totale; infine, nel caso limite della domanda hai elasticità unitaria,
una diminuzione del prezzo non modifica il ricavo totale.
L'elasticità è utile per spiegare uno dei più famosi paradossi dell'economia: il paradosso del raccolto
abbondante. Sì immagini un anno in cui il clima sia particolarmente favorevole per l'agricoltura.alla fine
dell'anno gli agricoltori scopriranno che loro ricavi sono diminuiti.questo perché i mercati dei generi
alimentari di prima necessità tendono ad essere anelastici, poiché il consumo di tali beni non varia
sensibilmente in relazione al prezzo.questo perché l'aumento dell'offerta derivante da un raccolto
abbondante tende ad abbassare il prezzo, ma la diminuzione del prezzo non influisce molto sulla quantità
domandata: la scarsa elasticità rispetto al prezzo dei generi alimentari significa che i raccolti abbondanti
tendono ad essere associati a ricavi modesti.

L'elasticità dell’offerta rispetto al prezzo misura la variazione percentuale della quantità offerta divisa per la
variazione percentuale del prezzo. L'elasticità dell'offerta, come quella della domanda presenta estremi
opposti. Supponiamo che la quantità offerta sia fissa come nel caso di beni deperibili: questa È la situazione
limite di offerta perfettamente anelastica o di curva di offerta verticale.all'estremo opposto, supponiamo che
una riduzione minima del prezzo faccia precipitare a zero la quantità offerta e che, al contrario, un aumento
minimo di avermi in offerta indefinitamente ampia. In questo caso il rapporto tra la variazione percentuale
della quantità offerta e la variazione percentuale del prezzo è estremamente elevato e da origine a una
curva di offerta orizzontale. Nei casi compresi tra questi due estremi, l'offerta viene definita elastica o
anelastica a seconda che la variazione percentuale della quantità sia maggiore o minore della variazione
percentuale del prezzo. Nel caso limite dell'offerta a elasticità unitaria l'aumento percentuale della quantità
offerta è uguale all'aumento percentuale del prezzo. Tra i fattori che determinano l'elasticità dell'offerta il
principale è la facilità con cui è possibile aumentare la produzione in un determinato settore.se l'input sono
facilmente reperibili ai prezzi di mercato è possibile incrementare considerevolmente l'output con un
aumento limitato dei prezzi. Se invece la capacità produttiva è strettamente limitata anche un aumento
rilevante del prezzo non produrrà grosse variazioni della produzione. Un altro importante fattore è il periodo
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di tempo preso in considerazione. Una determinata variazione di prezzo tende ad avere un effetto maggiore
sulla quantità offerta ma mano che aumenta il tempo a disposizione dei produttori per far fronte a tali
cambiamento. Nel breve tempo le imprese potrebbero non essere in grado di aumentare l'input di lavoro.con
il passare del tempo le imprese potranno però assumere più personale, E in tal modo determineranno un
aumento dell'elasticità dell’offerta.

Capitolo 4:
La spiegazione del comportamento del consumatore si passa sulla premessa fondamentale che l'individui
tendono a scegliere quei beni e servizi ai quali attribuiscono il valore maggiore. Per descrivere il modo in cui
consumatori scelgono tra diverse possibilità di consumo, un secolo fa gli economisti svilupparono la nozione
di utilità.utilità indica soddisfacimento, più precisamente questo termine si riferisce all'intensità con la quale
determinati beni e servizi vengono preferiti dei consumatori. Nella teoria della domanda si dice che gli
individui massimizzano la propria utilità, scelgono cioè beni di consumo che preferiscono.
Supponiamo che il consumo della prima unità di un bene, per esempio il gelato, dia all'individuo un certo
livello di soddisfacimento o utilità.supponiamo che lo stesso individuo consumi una seconda unità di gelato:
l'utilità totale aumenterà, in quanto la seconda unità del bene fornisce un'utilità aggiuntiva.questo esempio
introduce l'importante concetto economico di utilità marginale. L'incremento dell'utilità per il consumatore si
definisce utilità marginale.in economia l'espressione marginale viene sempre usata con il significato di
aggiuntivo.l'osservazione del comportamento economico a portato alla formulazione della legge dell'utilità
marginale decrescente.tale legge afferma che l'utilità marginale diminuisce se un individuo consuma
quantità sempre maggiori di un determinato bene.la legge dell'utilità marginale decrescente afferma che
all'aumentare del consumo di un bene l'utilità marginale di quel bene tende a diminuire.
L'utilità totale è data dalla somma di tutte le utilità marginali.
La teoria dell'utilità serve per spiegare la domanda dei consumatori e per capire come si costruiscono le
curve di domanda.la condizione essenziale per ottenere la massima soddisfazione o utilità e che di fronte ai
prezzi di mercato il consumatore con un dato reddito ottenga il massimo soddisfacimento quando l'utilità
marginale dell'ultimo euro speso per un bene è esattamente uguale all'utilità marginale dell'ultimo euro
speso per qualsiasi altro bene. Se è un determinato bene garantisse un'utilità maggiore per euro speso
l'individuo potrebbe aumentare la propria utilità riducendo il consumo di altri beni e acquistando maggiori
quantità del bene in questione, fino a quando la legge dell'utilità marginale decrescente non facesse
scendere l'utilità marginale per euro del bene, e uguagliando la quella degli altri. Se invece un determinato
bene fornisse un'utilità marginale per euro minore l'individuo ridurrebbe gli acquisti di quel bene fino a
quando l'utilità marginale dell'ultimo euro speso per comprarlo non fosse risalita a livello ottimale. L'utilità
marginale per euro di tutti i beni nell'equilibrio del consumatore è definita utilità marginale del reddito, essa
misura l'utilità aggiuntiva che il consumatore otterrebbe se potesse spendere un euro in più per il consumo.
La regola fondamentale del comportamento del consumatore consente di spiegare il motivo per cui le curve
di domanda hanno pendenza negativa.poiché l'aumento di prezzo di un bene riduce il consumo desiderato
di quel bene, le curve di domanda hanno pendenza negativa.

Un secolo fa l'economista Vilfredo Pareto scoprì che tutti gli elementi importanti della teoria della domanda
potevano essere analizzati senza ricorrere al concetto di utilità.egli sviluppò quelle che oggi vengono definite
curve di indifferenza. Le curve di indifferenza sono convesse rispetto all'origine, e quindi, ma mano che ci si
sposta verso il basso e verso destra sulla curva quest'ultima si appiattisce. Il saggio marginale di
sostituzione afferma che quanto più piccolo è lo spostamento sulla curva, tanto più il rapporto di sostituzione
si avvicina alla pendenza effettiva della curva di indifferenza. La pendenza della curva di indifferenza è la
misura dell'utilità marginale relativa dei beni, o del saggio marginale di sostituzione al quale il consumatore
sarebbe disposto a scambiare un po' di un bene per ottenere un po' di più dell'altro bene. Quanto più bene è
scarso, tanto maggiore è il suo valore relativo di sostituzione; la sua utilità marginale cresce rispetto all'utilità
marginale del bene che è diventato abbondante. Il consumatore che si sposta da una posizione all'altra sulla
stessa curva di indifferenza non trae né un maggiore è un minore soddisfacimento della variazione del
consumo. Supponiamo che il consumatore disponga di un reddito fisso. Le sue scelte possibili sono
rappresentate da una linea retta, definita retta di bilancio o vincolo di bilancio.la pendenza della retta
dipende dal rapporto tra i due prezzi di mercato, mentre la sua posizione più o meno esterna dipende
dall'ammontare del reddito disponibile.il consumatore si sposta sulla retta di bilancio fino a raggiungere la
curva di indifferenza più elevata possibile.in tale punto, la retta di bilancio sfiora, ma non interseca, la curva
di indifferenza. L'equilibrio del consumatore si raggiunge nel punto in cui la retta di bilancio è tangente alla
curva di indifferenza più elevata, vale a dire dove il saggio marginale di sostituzione è uguale alla pendenza
della retta di bilancio. Questo fatto costituisce un ulteriore dimostrazione che in condizioni di equilibrio l'utilità
marginale è proporzionale al prezzo.

Se il reddito monetario di un individuo è fisso, un aumento dei prezzi si traduce in una riduzione del suo
reddito reale, ossia all'ammontare effettivo di beni e servizi acquistabili con il reddito monetario.in altri
termini, il consumatore potrà acquistare una quantità inferiore di quasi tutti i beni.
L'effetto di sostituzione è il fattore più evidente per spiegare la pendenza negativa delle curve di
domanda.quando il prezzo di un bene aumenta, i consumatori tendono a sostituire il bene diventato più
costoso con altri beni.
L'effetto reddito indica l'impatto di una variazione di prezzo sulla quantità domandata di un bene risultante
dall'effetto che si genera su redditi reali dei consumatori in conseguenza della variazione del prezzo.poiché
è un reddito reale inferiore determina una riduzione del consumo, di norma l'effetto reddito rafforza l'effetto
sostituzione, contribuendo a farsi che la curva di domanda abbia pendenza negativa.per ottenere una
misura quantitativa dell’ effetto reddito occorre esaminare l'elasticità rispetto al reddito della domanda di un
bene, termine che sta ad indicare la variazione percentuale della quantità domandata divisa per la
variazione percentuale del reddito.l'elasticità rispetto al reddito maggiore di uno e tipica di beni quali viaggi
aerei, e indica che la domanda di questi beni aumenta rapidamente all'aumentare del reddito.tali beni si
definiscono anche beni di lusso.al contrario, un'elasticità rispetto al reddito inferiore di uno, tipico per generi
alimentari, de nota una variazione limitata della domanda all'aumentare del reddito.tali beni si definiscono
anche beni necessari.

La curva di domanda di mercato di un bene si ottiene sommando le quantità richieste da tutti i consumatori.
Ogni consumatore dispone di una curva di domanda che rappresenta la relazione esistente tra la quantità
domandata e il prezzo e che di solito a pendenza negativa. La curva di domanda di mercato è data dalla
somma delle domande individuali per ciascun livello di prezzo.
I beni di consumo di prima necessità tendono essere meno sensibili alle variazioni di reddito rispetto alla
maggior parte degli altri beni.vi sono poi alcuni beni detti beni inferiori, il cui consumo può diminuire
all'aumentare del reddito, in quanto possono essere sostituiti con altri beni più apprezzati.la curva di
domanda mostra in quale misura la quantità domandata di un bene varia al variare del prezzo del bene. La
curva di domanda viene tracciata presupponendo che tali elementi rimangano costanti.se invece essi
variano la curva di domanda si sposta verso destra o verso sinistra.
Due elementi sono beni sostituiti sì un aumento di un prezzo determina un incremento della domanda del
bene sostitutivo.due elementi sono beni complementari in quanto un aumento del prezzo del bene provoca
una diminuzione della domanda del bene complementare.nel mezzo si situano i beni indipendenti, per i quali
una variazione del prezzo di un bene non hai effetti sulla domanda dell'altro bene.
Più di due secoli fa, Adam Smith e introdusse il paradosso del valore: per quale motivo l'acqua, che è
essenziale per la vita umana, a un valore limitato, mentre i diamanti hanno un prezzo elevatissimo? Questo
paradosso può essere risolto come segue: le curve di domanda e offerta di acqua si intersecano un livello di
prezzo molto basso, mentre la domanda e l'offerta di diamanti determinano un prezzo di equilibrio molto
elevato. Per capire la teoria del valore economico basta ricordare che in economia è l'utilità marginale che
influenza i prezzi e le quantità scambiate. Il paradosso del valore può essere risolto nel seguente modo:
maggiore è la quantità disponibile di un bene, meno desiderabile sarà l'ultima unità consumata.
Il divario tra l'utilità totale di un bene e il suo valore totale di mercato è detto rendita del consumatore.tale
rendita deriva dal fatto che l'individuo riceve più di quanto paga come conseguenza della legge dell'utilità
marginale decrescente. Il consumatore, per esempio, paga lo stesso prezzo per ciascun litro di latte che
acquista sul mercato, e tale prezzo corrisponde all’ utilità marginale dell'ultima unità acquistata.questo
significa che il consumatore riceve un eccesso di utilità sul prezzo di tutte le unità precedenti in quanto, per
la legge dell'utilità marginale decrescente, l'utilità marginale delle prime unità acquistate è maggiore di quella
dell'ultima. L'eccesso di utilità totale sul prezzo di mercato è la rendita del consumatore; essa riflette il
vantaggio derivante dal fatto di poter acquistare tutte le unità il medesimo prezzo. Nei casi più semplici è
possibile misurare la rendita del consumatore quale area compresa tra la curva di domanda e la linea del
prezzo. Dato che i consumatori acquistano tutte le unità consumate al prezzo dell'ultima, essi beneficiano di
un eccesso di utilità sul costo.la rendita del consumatore misura l'utilità aggiuntiva che il consumatore riceve
sul prezzo pagato per un determinato bene.

Capitolo 5:
Un'economia moderna prevede una vasta gamma di attività produttive.un'azienda agricola impiega
fertilizzanti, semi, terra e lavoro e li trasforma in grano o mais; una fabbrica moderna impiega input quali
energia, materie prime, macchinari sofisticati e lavoro e li utilizza per produrre un trattore, un televisore o un
tubetto di dentifricio.la nostra trattazione presuppone che l'azienda agricola e la fabbrica si sforzino di
produrre in modo efficiente, ossia al minor costo possibile; essi cercano cioè di produrre sempre il livello
massimo di output per una data quantità di input, evitando qualsiasi spreco.la funzione di produzione E la
relazione tra la quantità massima di output ottenibile e la quantità di input necessaria per ottenerla, ed è
definita per un determinato livello di conoscenze tecnologiche. A partire dalla funzione di produzione di
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un'impresa è possibile calcolare tre importanti concetti relativi alla produzione: il prodotto totale, il prodotto
medio è il prodotto marginale.il prodotto totale fisico o prodotto totale indica la quantità totale di output
prodotto in unità fisiche. Il prodotto totale parte da zero per una quantità di lavoro pari a zero e cresce
all'aumentare dell'unità di lavoro impiegate fino a raggiungere un massimo di 3900 unità quando vengono
utilizzate cinque unità di lavoro. Il prodotto marginale di un input è il prodotto aggiuntivo, o output aggiuntivo
da una unità addizionale di quel tipo di input, mentre tutti gli altri input sono mantenuti costanti.il prodotto
medio è quello che misura la put totale diviso per le unità totali di input.
Le funzioni di produzione sono utili per capire una delle leggi economiche più note, la legge dei rendimenti
decrescenti: afferma che aggiungendo quantità addizionali di un input, e mantenendo costanti tutti gli altri, si
otterranno quantità aggiuntive di output sempre minori.
I rendimenti decrescenti e i prodotti marginali si riferiscono alla risposta del prodotto a un aumento di un
unico tipo di fattore quando tutti gli altri sono mantenuti costanti.in alcuni casi vi può essere tuttavia interesse
ad aumentare tutti gli output. I rendimenti di scala sono gli effetti degli incrementi scala dell'input sulla
quantità prodotta; in altre parole, i rendimenti di scala riflettono la reazione del prodotto totale quando tutti i
fattori aumentano proporzionalmente.occorre distinguere tre casi importanti:
-I rendimenti di scala costanti si hanno quando una variazione di tutti gli input determina una variazione
proporzionale dell’output.
-I rendimenti di scala crescenti si hanno quando un aumento di tutti gli input produce un incremento più che
proporzionale del livello di output.
-I rendimenti di scala decrescenti si verificano quando un aumento proporzionale di tutti gli input produce un
incremento meno che proporzionale all'output totale.
La produzione presenta rendimenti di scala crescenti, decrescenti o costanti quando un aumento
proporzionale di tutti gli input produce un aumento più che proporzionale, meno che proporzionale o
proporzionale dell’output.
La produzione non richiede soltanto lavoro e terra, ma anche tempo.per tenere conto del ruolo del tempo
nella produzione e nei costi, si distinguono due diversi periodi di tempo.si definisce breve periodo quello in
cui le imprese possono variare la produzione modificando i fattori variabili, come i materiali e il lavoro, ma
non i fattori fissi come il capitale; il lungo periodo è invece quello in cui le imprese hanno la possibilità di
variare tutti i fattori, incluso il capitale. I fattori che vengono aumentati nel breve periodo sono definiti
variabili.
La storia dell'economia rileva che nel lungo periodo il prodotto totale sia cresce più rapidamente
dell'aumento dei fattori, come il lavoro e i macchinari. Questo fattore è dovuto soprattutto al progresso
tecnologico, che incrementa la produttività e innalza il tenore di vita .il progresso tecnologico si riferisce a
miglioramenti dei processi produttivi di beni e servizi, a variazioni di prodotti già esistenti o all'introduzione di
nuovi prodotti. In generale sia innovazione di processo quando migliorano o vengono introdotte tecniche
produttive, e sia innovazione di prodotto quando sul mercato vengono introdotti prodotti nuovi o migliori.
La produttività è una delle più importanti misure della presentazione economica e si esprime come il
rapporto tra l'output totale e una media ponderata dell'input.si può avere la produttività del fattore lavoro che
misura la quantità di output per unità di lavoro, oppure la produttività totale dei fattori che misura l'output per
unità di input totali. La produttività aumenta grazie alle economie di scala e al progresso tecnologico.negli
ultimi 100 anni l'economia di scala e la produzione in serie hanno contribuito in larga misura alla crescita
economica degli Stati. I tentativi di misurare la funzione aggregata della produzione tendono a confermare la
teoria della produzione e dei prodotti marginali.nel nostro secolo il progresso tecnologico ha incrementato la
produttività sia del lavoro sia del capitale.la produttività totale dei fattori di produzione è aumentata
mediamente di quasi l'1,5% all'anno durante il corso del XX secolo, benché tale tasso di crescita sia
notevolmente diminuito dal 1970 a oggi.

Si è parlato delle funzioni di produzione come se si trattasse di macchine che chiunque è in grado di
azionare.in realtà, la quasi totalità della produzione è dovuta a organizzazioni specializzate: le piccole,
medie e grandi imprese che dominano la scenario dei moderni sistemi economici. Le imprese esistono per
varie ragioni, la più importante è che esse sono organizzazioni specializzate che si dedicano alla gestione
del processo produttivo.il fattore primario alla base dell'organizzazione della produzione è costituito dalle
economie della produzione in serie.la seconda funzione delle imprese è il reperimento delle risorse per la
produzione su vasta scala.un terzo motivo alla base dell'esistenza delle imprese è costituito dalla necessità
di gestire il processo produttivo.le imprese sono organizzazioni specializzate che si dedicano alla gestione
del processo produttivo.la produzione è organizzata nelle imprese perché di solito l'efficienza richiede una
produzione su vasta scala, il reperimento di notevoli risorse finanziarie, non che l'attenta gestione e il
controllo delle attività in corso.
In un'economia di mercato la produzione avviene all'interno di una vasta gamma di organizzazioni
aziendali.attualmente in Italia esistono milioni di imprese diverse; le piccole imprese predominano in quanto
a numero, ma dal punto di vista delle vendite, delle attività patrimoniali, del potere economico e politico
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dell'ammontare delle paghe dei dipendenti, poche centinaia di grandi società per azioni dominano il sistema
economico.
Le imprese individuali sono le classiche piccole imprese a conduzione familiare. Spesso un'impresa
necessita della collaborazione di diversi specialisti. Due o più persone possono riunirsi per formare una
società di persone; tutti i soci accettano di fornire parte del lavoro e del capitale, di suddividere i profitti
derivanti dall'attività, e naturalmente di ripartirsi gli eventuali debiti o perdite. Oggi le società di persone
rappresentano soltanto una piccola parte dell'attività economica complessiva, in quanto alcuni svantaggi le
rendono in adeguata e per le grandi imprese. Il principale svantaggio è costituito dalla responsabilità
illimitata: i soci sono responsabili senza limitazioni di tutti i debiti contratti dalla società. Il rischio è
rappresentato dalla responsabilità illimitata e la difficoltà di reperire i fondi spiegano perché la società di
persone tendono a essere di modeste dimensioni, come quelle che operano nel settore agricolo e nel
commercio al dettaglio.
In un'economia di mercato avanzata, gran parte dell'attività economica si svolge in società per azioni
private.una moderna società per azioni è una forma di organizzazione aziendale istituita mediante statuto e
appartenente a numerosi azionisti, dispone di identità giuridica e può essere in effetti considerata come una
persona giuridica con la facoltà di acquistare, vendere e contrarre prestiti produrre beni e servizi. Tale
società gode inoltre di responsabilità limitata, per cui gli investimenti nella società di ciascun proprietario
sono strettamente limitati ad una determinata somma. Le caratteristiche principali di una moderna società
per azioni sono: la proprietà di una società per azioni è determinato dal possesso dei titoli ordinari della
società; gli azionisti controllano la società di cui sono proprietari; i dirigenti e gli amministratori della società
per azioni hanno la facoltà di prendere decisioni per conto dell'impresa. Essi stabiliscono cosa e come
produrre, trattano con i sindacati e decidono se vendere o meno la società eventuali imprese interessate.gli
azionisti sono i proprietari della società per azioni, ma la gestione è affidata ai dirigenti. Per produrre in
modo efficiente sono spesso necessari imprese su vasta scala che necessitano di capitali nell'ordine di
miliardi di euro. Le società per azioni, grazie alla responsabilità limitata, sono in grado di attrarre grandi
quantità di capitale privato, fornire numerosi prodotti correlati e ripartire i rischi degli investitori.

Capitolo 6:
In un mondo caratterizzato dalla scarsità, le imprese devono pagare per procurarsi i fattori produttivi
necessari.le imprese alla ricerca del profitto sono consapevoli di questo semplice fatto quando fissano gli
obiettivi di produzione di vendita, poiché ogni euro speso in costi superflui riduce i profitti del medesimo
ammontare.ma i costi non si limitano a influenzare il livello di produzione. Le imprese efficienti analizzano
con attenzione i propri costi anche nel momento in cui prendono altre decisioni. Lo studio dei costi è utile per
capire le decisioni di offerta delle imprese.
Un'impresa orientata ai profitti tiene sotto controllo i propri costi affinché l'attività sia redditizia, per cui
contabili calcolano i costi totali sostenuti per ogni livello di quantità. I costi fissi di un'impresa anche chiamati
costi generali o costi non recuperabili, sono costruiti da elementi quali i canone d'affitto di una fabbrica o di
un ufficio. In realtà i costi fissi presentano diversi gradi di irrecuperabilità.
I costi variabili mutano al variare dell'output: essi includono i materiali necessari per la produzione, gli operai
che lavorano, l'energia richiesta per il funzionamento delle fabbriche…
Il costo totale (CT)rappresenta il costo minimo totale necessario per produrre ciascun livello di output Q e
aumenta al crescere di Q. Il costo fisso (CF) rappresenta la spesa totale che deve essere sostenuta anche
se non viene prodotto nulla e non è influenzato dalla variazione della quantità di output. Il costo variabile
(CV) rappresenta le spese che variano al variare del livello di output e include tutti i costi diversi da quelli
fissi. —-> CT= CF+CV
Il costo marginale (CM) È un concetto fondamentale dell'economia e indica il costo aggiuntivo sostenuto per
produrre una unità addizionale di output. In alcuni casi il costo marginale sostenuto per produrre un'unità
aggiuntiva di output è piuttosto limitato, in altre situazioni invece il costo di un'unità aggiuntiva di output può
essere elevato. Il costo marginale di produzione è il costo aggiuntivo sostenuto per produrre una unità in più
di output.
Il costo totale medio o unitario è dato dal costo totale diviso per il numero di unità prodotte —->COSTO
TOTALE UNITARIO=(COSTO TOTALE/OUTPUT)= CT/q= CU
Il costo unitario può essere ripartito nelle due componenti fissa e variabile. Il costo fisso unitario (CFU) viene
definito come CF/q. Poiché il costo fisso totale è una costante dividendo tale costo per una quantità di output
crescente si ottiene una curva del costo fisso unitario in costante discesa. In altre parole, se un'impresa
incrementa il proprio volume di vendite, essa può ripartire il costo fisso su un numero crescente di unità. Il
costo variabile unitario (CVU) E dato dal costo variabile diviso per l’output (CVU= CV/q). Il costo variabile
unitario inizialmente presenta un andamento decrescente e successivamente crescente.
Quando il costo marginale è inferiore al costo totale unitario, il primo spinge il secondo verso il basso;
quando il costo marginale è uguale al costo totale unitario, quest'ultimo non sale e non scende e si trova
livello minimo; quando invece il costo marginale è superiore al costo totale unitario, il primo spinge il
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secondo verso l’alto. Quindi nella parte inferiore di una curva del costo totale unitario a forma di U CM= CU=
CU minimo.Questa importante relazione significa che è un’impresa alla ricerca del costo totale unitario
minimo deve produrre la quantità di output che consente di eguagliare i costi marginali e il costo totale
unitario.
Costi e produttività sono come immagini speculari. Quando è applicabile la legge dei rendimenti decrescenti,
il prodotto marginale diminuisce e la curva del costo marginale sale. In una fase iniziale di rendimenti
crescenti, in un primo tempo il costo marginale diminuisce.
Nel breve periodo, quando i fattori come il capitale sono fissi, i fattori variabili tendono a presentare una fase
iniziale di rendimenti crescenti seguita da rendimenti decrescenti.le relative curve dei costi mostrano una
fase iniziale di costi marginali decrescenti seguita da costi marginali crescenti dopo che sono subentrati i
rendimenti decrescenti.
Ogni impresa deve decidere come produrre il proprio output. Si presuppone che le imprese minimizzano i
loro costi di produzione, il che è valido non solo per le imprese in concorrenza perfetta, ma anche per i
monopolisti o addirittura per le organizzazioni senza fini di lucro. Secondo tale presupposto, l'impresa deve
cercare di produrre al minor costo possibile sia che voglio realizzare profitti sia che punti ad altri obiettivi. La
regola del costo minimo afferma che per produrre un dato livello di output al costo minimo, un'impresa deve
acquistare diversi. Fino a quando il prodotto marginale per euro speso per ciascun input è uguale.questo
implica che—-> (Prodotto marginale di L/Prezzo di L) = (Prodotto marginale di T/ Prezzo di T).
Una conseguenza della regola del costo minimo è la regola della sostituzione: se il prezzo di un fattore
diminuisce e quelli di tutti gli altri fattori rimangono costanti, alle imprese converrà sostituire il fattore
divenuto meno caro agli altri fattori.

Tutte le imprese, dalle più grandi alle più piccole, utilizzano sistemi più o meno complessi per registrare i
propri costi.molte delle categorie di costo della contabilità aziendale assomigliano a concetti di costo
economico esposti in precedenza. L'analisi del conto economico o conto profitti e perdite permette di
stabilire se l'impresa sta realizzando un utile in un certo periodo di tempo. Vale a dire: —-> Utile netto=
ricavo totale- costi totali.
I costi materiali, il costo del lavoro e i costi di esercizio diversi corrispondono al costo variabile dell'impresa o
costo delle merci vendute. I costi fissi dell'impresa invece non possono essere modificati nel breve
periodo.l'ammortamento si riferisce al costo annuale dei beni capitali; misura il costo annuale di un input di
capitale di proprietà dell’impresa.
La contabilità aziendale non si occupa soltanto dei profitti e delle perdite, che possono essere considerati
come il motore economico dell'impresa, ma comprende anche lo stato patrimoniale o bilancio, ovvero un
resoconto della situazione finanziaria dell'impresa in una certa data.da una parte del bilancio sono riportate
le attività, ovvero proprietà dotate di valore economico o diritti posseduti dall'impresa, e dall'altra compaiono
invece due elementi: le passività, quindi debiti o obbligazioni dell'impresa, e il patrimonio netto, dato dalle
attività totali meno le passività totali. Un'importante distinzione fra stato patrimoniale e conto economico è
quella che c'è fra fondi e flussi.il fondo esprime il livello di una variabile in un dato momento.la variabile di
flusso a una dimensione temporale, ossia fluisce nel tempo.nel conto economico compaiono i flussi monetari
in entrata e in uscita, mentre nello stato patrimoniale compaiono le quantità, i fondi, di attività e passività alla
fine dell’esercizio. L'identità fondamentale, o relazioni di equilibrio del bilancio aziendale e che le attività
totali equivalgono alle passività totali più il patrimonio netto dell’impresa—> Totale delle attività= totale della
passività + patrimonio netto, oppure, Patrimonio netto= attività- passività.
Uno stato patrimoniale deve sempre essere in pareggio in quanto il patrimonio netto è un residuo definito
come attività meno passività.
Nell'esaminare lo stato patrimoniale viene spontaneo domandarsi come si misura il valore delle diverse
voci.i contabili si servono di una serie di regole predefinite, o convenzionali contabili, per ottenere i dati
necessari.in primo luogo si suppone che in un bilancio aziendale il valore attribuito a quasi tutte le voci
rifletta i costi storici, e che non corrisponde al concetto economico di valore.per quanto riguarda le passività,
i debiti verso i fornitori e le cambiali passive rappresentano le somme dovute a terzi per le merci acquistate o
per i fondi presi in prestito.
Uno dei principi fondamentali della scienza economica è il fatto che le risorse sono scarse, quindi ogni volta
che si decide di impiegare una data risorsa in un certo modo, si esclude la possibilità di utilizzarla in un
modo diverso.fare una scelta significa rinunciare a qualcosa, e l'alternativa esclusa rappresenta il costo-
opportunità.i costi-opportunità di una decisione comprendono tutte le conseguenze che riflettono o meno
transazione monetaria. Le decisioni hanno un loro costo-opportunità in quanto la scelta di un bene in una
situazione di scarsità implica la rinuncia ad un altro bene.il costo-opportunità è il valore di beni o servizio a
cui si rinuncia. I costi-opportunità gravano anche sulle decisioni aziendali.se da un lato il contabile
dell'impresa vuole includere tutti i costi, l'economista misura i costi delle risorse reali di un'attività, includendo
quindi tutti i costi, indipendentemente dal fatto che si riflettano o meno transazione monetaria.

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Nei mercati che operano correttamente il prezzo è uguale al costo-opportunità.ma mano che il mercato si
avvicina alla concorrenza perfetta, la differenza tra le varie offerte diminuisce sempre più, fino a quando la
seconda offerta in ordine di grandezza è uguale esattamente l'offerta più elevata.

Capitolo 7:
Supponiamo che la nostra impresa con correzionale massimizza i profitti. La concorrenza perfetta è un
mondo costituito da imprese atomistiche che accettano i prezzi, cioè imprese che hanno una dimensione
così piccola da non poter influenzare il prezzo di vendita del prodotto. Per massimizzare i profitti è
necessario che l'impresa gestisca le proprie attività interne in modo efficiente e prenda decisioni giuste sul
mercato. Un'impresa perfettamente concorrenziale vende un prodotto omogeneo, cioè un prodotto identico a
quello venduto dai suoi concorrenti, e non è sufficientemente grande per poter influenzare il prezzo, per cui
lo considera come un elemento dato .si presuppone che le imprese concorrenziali massimizzino i profitti; a
tale scopo esse scelgono quel livello di output al quale il prezzo è uguale al costo marginale di produzione,
cioè, P= Cm. Graficamente, l'equilibrio dell'impresa concorrenziale sia nel punto in cui la curva del costo
marginale crescente interseca la curva di domanda orizzontale. In concorrenza perfetta operano numerose
piccole imprese che offrono prodotti identici e le cui dimensioni sono troppo limitate per influenzare il prezzo
di mercato.per l'impresa concorrenziale la curva di domanda è perfettamente orizzontale. Il ricavo aggiuntivo
derivante dalla vendita di ciascuna unità supplementare è pertanto pari al prezzo di mercato.
L'output che consente il massimo profitto sia quando il costo marginale è uguale al prezzo.la ragione alla
base di tale affermazione è che l'impresa può incrementare i profitti fino a quando il prezzo supera il costo
marginale dell'ultima unità.il profitto totale raggiunge il punto massimo quando non si ottengono profitti
aggiuntivi. Nel punto di massimo profitto, l’ultima unità prodotta garantisce un ricavo uguale al costo di quella
unità. La regola dell'offerta di un'impresa in concorrenza perfetta afferma che un'impresa che mira a
massimizzare i profitti stabilisce un livello di produzione al quale il costo marginale è uguale al prezzo: Costo
marginale (CM)= prezzo —>CM= p. la curva del costo marginale di un'impresa può essere utilizzata per
determinare il piano di produzione ottimale: l'output che consente di massimizzare i profitti è indicato dal
punto in cui il prezzo interseca la curva del costo marginale.il punto in cui si intersecano è chiamato punto di
profitto economico zero, ovvero il livello di produzione al quale i profitti economici dell'impresa sono pari a
zero, per cui i ricavi coprono appena i costi.
La regola generale dell'offerta di un'impresa lascia aperta una possibilità: che il prezzo sia talmente basso
da indurre l'impresa a chiudere. Per minimizzare le perdite è possibile che all'impresa convenga continuare
a produrre.l'impresa a quindi interesse a continuare la produzione. Anche se la produzione di un'impresa è
zero, essa deve comunque rispettare i propri obblighi contrattuali. Nel breve periodo deve sostenere i costi
fissi.i costi fissi si aggiungono i costi variabili, come quelli per i materiali, gli ha detti alla produzioni e il
combustibile. Il livello critico del prezzo di mercato al quale i ricavi corrispondono esattamente al costo
variabile viene definito punto di chiusura. La regola di chiusura afferma che quando il prezzo diminuisce a tal
punto che i ricavi totali sono inferiori al costo variabile e il prezzo è inferiore al costo variabile unitario,
l'impresa minimizza le perdite cessando l’attività. L'analisi delle condizioni di chiusura porta alla
sorprendente conclusione che, nel breve periodo, le imprese che massimizzano i profitti possono continuare
a produrre anche se sono in perdita. Tale condizione è particolarmente
valga per le imprese caratterizzate da fonti debiti e che quindi presentano costi fissi elevati.queste imprese
massimizzano i profitti e minimizzano le perdite solo se continuano a produrre a pagare i costi fissi.

Per ottenere la curva del mercato di un bene è necessario sommare orizzontalmente le curve di offerta di
tutti i singoli produttori di quel bene.per capire tali osservazioni occorre distinguere due periodi di tempo che
interessano l'equilibrio di mercato e che corrispondono a diverse categorie di costo:
1- l'equilibrio nel breve periodo, quando l'aumento o la diminuzione dell'output non comporta variazioni delle
quantità fisse di impianti attrezzature;
2- l'equilibrio nel lungo periodo, quando tutti i fattori sono variabili, per cui nuove imprese possono entrare
nell'industria o vecchie imprese possono uscirne.
Nel lungo periodo il prezzo di un'industria di andare aggiungere il punto critico in cui imprese identiche
coprono appena i loro costi concorrenziali.se il prezzo scende al di sotto di tale; le imprese abbandonano
l'industria fino a quando il prezzo non torna a eguagliare il costo totale unitario nel lungo periodo; se tale
prezzo sale ulteriormente l'ingresso nell'industria di nuove imprese spinge il prezzo di mercato verso il basso
fino a raggiungimento del prezzo di equilibrio nel lungo periodo, che consente appena di coprire tutti i costi
concorrenziali. L'equilibrio di lungo periodo a profitto zero afferma che se un'industria è costituita da imprese
concorrenziali che presentano curve di costo identiche e possono entrare uscire liberamente dall'industria, la
condizione di equilibrio nel lungo periodo è che il prezzo eguaglia il costo marginale e che quest'ultimo sia
sua volta pari al costo totale unitario minimo nel lungo periodo di tutte le imprese identiche—> P= CM= CU
minimo nel lungo periodo= prezzo di pareggio.

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Le regole della domanda e dell'offerta di un mercato concorrenziale affermano che, nel primo caso, se la
domanda di un bene aumenta e la curva di offerta rimane invariata, il prezzo e la quantità domandata del
bene subiscono un incremento, mentre la diminuzione della domanda avrà l'effetto opposto; nel secondo
caso, se l'offerta di un bene aumenta e la curva di domanda rimane costante, in genere il prezzo diminuisce
e la quantità acquistata e venduta aumenta.dunque, una diminuzione dell’ offerta avrà l'effetto contrario.
Nei mercati concorrenziali si verificano casi particolari:
-costo costante, un aumento della domanda determinerà uno spostamento verso un nuovo punto di
intersezione facendo aumentare l'output e mantenendo il prezzo costante;
-Offerta anelastica, un aumento della domanda di un fattore fisso si ripercuote esclusivamente sul prezzo,
mentre la quantità offerta non subisce variazioni.
Un aumento dell'offerta provoca una diminuzione del prezzo maggiore quando la domanda è anelastica. Un
aumento dell'offerta provoca un aumento della quantità minore quando la domanda è anelastica.

Capitolo 8:
I principali tipi di concorrenza imperfetta sono monopolio, oligopolio e concorrenza monopolistica.sono tutte
situazioni di mercato in cui, con varie intensità, l'impresa riesce a controllare il prezzo di vendita del prodotto
sul mercato.queste situazioni si definiscono concorrenza imperfetta e hanno in comune un risultato: dato un
certo livello di tecnologia, in concorrenza imperfetta i prezzi sono superiori e l'output è inferiore rispetto alla
concorrenza perfetta. La concorrenza imperfetta prevale in un'industria quando i singoli venditori hanno un
determinato controllo sul prezzo dei loro prodotti. La differenza tra concorrenza perfetta e imperfetta può
essere analizzata anche in termini di elasticità rispetto al prezzo.per un'impresa in concorrenza perfetta la
domanda è perfettamente elastica, mentre per un'impresa in concorrenza imperfetta essa presenta
un'elasticità limitata.
Il caso estremo di concorrenza imperfetta è costituita dal monopolio, dove un unico venditore ha il totale
controllo di un'industria; è l'unico produttore nella sua industria e non esiste altre industrie capace di
produrre un bene sostitutivo.oggi i veri monopolisti sono rari e la loro esistenza è quasi sempre legata a
qualche forma di protezione statale. Nell'attuale sistema economico fortemente concorrenziale anche i
monopolisti protetti devono fare i conti con la concorrenza. Nel lungo periodo nessun monopolista può
pertanto sentirsi completamente al sicuro dagli attacchi della concorrenza.
Quasi tutti i casi di concorrenza imperfetta possono essere fatte risalire a due ragioni principali. In primo
luogo, le industrie tendono essere caratterizzate da pochi venditori in presenza di importanti economie di
produzione su vasta scala e di costi decrescenti: in queste condizioni si hanno economie di scala, talché le
grandi imprese possono produrre a costi inferiori e quindi applicare prezzi più bassi di quelli delle piccole
imprese, impedendone la sopravvivenza. In secondo luogo, i mercati tendono alla concorrenza imperfetta
quando l'ingresso di nuovi correnti nell'industria è ostacolato.le cosiddette barriere all'ingresso possono
derivare da leggi o regolamentazioni che limitano il numero di concorrenti, mentre in altri casi l'ingresso in un
mercato È semplicemente troppo costoso per un nuovo concorrente.
La tecnologia e la struttura dei costi di un'industria contribuiscono a determinare quante imprese possono
sopravvivere.il punto chiave consiste nel verificare se in un'industria esistono meno economie di
scala.questo significa che le imprese più grandi sono avvantaggiate rispetto a quelle di dimensioni più
modeste. Quando prevalgono le economie di scala, una o poche imprese incrementano il livello di output
fino a produrre una parte significativa dell'output totale dell'industria e si verifica quindi una situazione di
concorrenza imperfetta.
Anche le barriere all'ingresso contribuiscono a incrementare la concentrazione delle economie di scala. Le
barriere all'ingresso sono fattori che ostacolano l'ingresso di nuove imprese nell'industria: quando sono
elevate, è probabile che un'industria sia caratterizzata da poche imprese e da un livello di concorrenza
limitato.
Le restrizioni legali comprendono i brevetti, le registrazioni all'ingresso, i dazi doganali e i contingenti di
importazione. Un brevetto viene concesso a un inventore al fine di garantirgli un temporaneo utilizzo
esclusivo del prodotto o processo progetto del brevetto. I governi impongono anche restrizioni all'ingresso in
numerose industrie. Spesso le società che offrono servizi ottengono Monopoli in concessione per la fornitura
di una zona: in questi casi l'impresa riceve il diritto esclusivo di fornire un servizio e in cambio si impegna a
limitare i profitti e rifornire tutti i clienti.un governo può imporre restrizioni alle importazioni per tenere i
concorrenti stranieri fuori dal mercato.

Nel caso del monopolio l'equilibrio del mercato si stabilisce quando l'offerta del singolo produttore eguaglia
la domanda di una moltitudine di consumatori. Questa asimmetria nel mercato e alla base del principale
svantaggio presentato dalla concorrenza imperfetta, ossia il fatto che essa determina una riduzione
dell'output e un incremento dei prezzi. Per comprendere il comportamento del monopolista è necessario
inoltre definire un nuovo concetto, quello di ricavo marginale. Per ottenere il ricavo totale corrispondente a
ciascun livello di vendita, è sufficiente moltiplicare il prezzo per la quantità. Il ricavo marginale (RM )è
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l'incremento del ricavo totale derivante dalla vendita di un’unità aggiuntiva. Il ricavo marginale può essere sia
positivo sia negativo. Se il ricavo marginale è negativo significa che, per vendere unità aggiuntive, l'impresa
deve diminuire il prezzo delle unità precedenti di un ammontare tale che i ricavi totali diminuiscano. Sì la
curva di domanda a pendenza negativa allora il prezzo sarà maggiore del ricavo marginale (P> RM). Il
ricavo marginale è positivo quando la domanda è elastica, zero quando la domanda è elasticità unitaria è
negativo quando la domanda è anelastica.
Il massimo profitto sia quando l'output si trova al livello in cui il ricavo marginale dell'impresa è uguale al suo
costo marginale.il prezzo e la quantità di massimo profitto di un monopolista si hanno quando il ricavo
marginale è uguale al costo marginale—-> RM=CM. Il ricavo marginale che massimizza il profitto del
monopolista è inferiore al prezzo di vendita perché l'elasticità della domanda è maggiore di uno—> RM=
p[1-1/|E|]. Per le imprese in concorrenza perfetta, il ricavo marginale è uguale al prezzo: l'output che
massimizza i profitti si ha quando CM=P.

Le imprese che detengono il potere di mercato possono aumentare i loro profitti attuando la discriminazione
del prezzo, cioè vendendo a clienti diversi da stesso prodotto a prezzi differenti. La discriminazione del
prezzo oggi è ampiamente utilizzata soprattutto per quanto riguarda i beni che non possono essere
facilmente trasferiti da un mercato caratterizzato da prezzi bassi a uno caratterizzato da prezzi alti.

Il potere del monopolio conduce all'inefficienza economica, in quanto il prezzo supera il costo marginale, ed
è anche impossibile che si verifichi un deterioramento della qualità.. Per frenare gli abusi della concorrenza
imperfetta, in passato i poteri pubblici hanno talvolta fatto ricorso all'imposizione fiscale, il controllo dei prezzi
e alla nazionalizzazione; ma nelle moderne economie di mercato e questi strumenti sono utilizzati con
minore frequenza.ulteriori strumenti di politica industriale sono la regolamentazione, le leggi antitrust e
l'incoraggiamento della cocorrenza. Tra questi, il più efficace è quello di favorire la concorrenza riducendo le
barriere in tutti i casi in cui ciò è possibile. Il metodo principale per combattere il potere di mercato è l'utilizzo
di politiche antitrust, vale a dire leggi che vietano alcuni comportamenti o limitano certe strutture di
mercato.più in generale, gli abusi anticoncorrenziali si possono evitare favorendo la concorrenza in tutti i
casi in cui ciò è possibile. La regolamentazione economica consente a enti specializzati di controllare i
prezzi, il prodotto, l'ingresso e l'uscita delle imprese nelle industrie regolamentate. La proprietà statale dei
Monopoli è stato un approccio ampiamento seguito al di fuori degli Stati Uniti. Nel caso di alcuni monopoli
naturali si ritiene che per produrre in modo efficiente sia necessaria la presenza di un solo fornitore; in questi
casi il vero dilemma consiste nello stabilire sì tali imprese debbano essere di proprietà statale o
semplicemente regolamentare. I controlli dei prezzi sono stati adottati soprattutto in tempo di guerra per
contenere l'inflazione e per tenere bassi i prezzi nelle industrie concentrate. Per mitigare gli effetti Sulla
distribuzione del reddito, in certi casi sono state utilizzate le imposte. Tassando i monopoli È possibile ridurre
i profitti e quindi attenuare alcuni degli effetti socialmente inaccettabili; ma se da un lato l'imposizione fiscale
risolve il problema dell'altro in un alcun influenza sulla distorsione dell’output. Considerazioni economiche
che conducono all'importante principio marginale. Nel prendere delle decisioni occorre considerare futuri
vantaggi e svantaggi marginali e ignorare i costi non recuperabili sostenuti in precedenza.

Capitolo 9:
Nell’oligopolio i mercati sono composti da un piccolo numero imprese tra loro concorrenti. L’analisi
dell’oligopolio pone particolare attenzione al ruolo della concentrazione delle imprese nel mercato e
dell’interazione strategica. In molte situazioni gli economisti hanno bisogno di misurare il grado di estensione
del mercato. Il potere di mercato il grado di controllo esercitato da una singola impresa o da un numero
limitato di imprese sul prezzo e sulle decisione relative alla produzione in un’industria. La misura più comune
del potere di mercato è il rapporto di concentrazione di un’industria. Il rapporto di concentrazione viene
definito come la percentuale del prodotto totale dell’industria dovuta alle quattro maggiori imprese e,
analogamente, il rapporto di concentrazione su otto imprese è la percentuale di prodotto fornita dalle otto
imprese principali. Molti economisti ritengono che i rapporti di concentrazione tradizionali non misurano
adeguatamente il potere di mercato e propongono come alternativa l’indice di concentrazione Herfindahl-
Hirschamn. L'indice è dato dalla somma del quadrato delle quote di mercato di tutte le imprese operanti sul
mercato e in situazione di concorrenza perfetta sarebbe vicino a zero, mentre il monopolio assoluto sarebbe
10.000.
Gli economisti hanno individuato tre fattori principali che influenzano i mercati in perfettamente
concorrenziali:
- economie di scala, quando in un settore le imprese operano a un'efficienza minima solo con una
posizione elevata di output, quelle che possono sopravvivere sono pochi ed è probabile che si crei un
oligopolio.
- Barriere all'ingresso, È limitata dall'esistenza di importanti economie di scala o delle restrizioni
all'ingresso sul mercato imposto dallo Stato.
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- Interazione strategica si verifica quando l'attività di ciascun impresa dipende strettamente dal
comportamento dei concorrenti.

È necessario considerare anche altri fattori. Per spiegare i diversi tipi di concorrenza imperfetta riscontrabili
nel mondo reale gli economisti hanno sviluppato un intero ramo della scienza economica chiamato
organizzazione industriale. Il termine oligopolio significa pochi venditori. In questo contesto pochi indica un
numero che può variare da due a 10 o 15 imprese. Il comportamento delle singole imprese può influire sul
prezzo di mercato. Le industrie oligopolistiche sono abbastanza numerose, Soprattutto nei settori
manifatturiero dei trasporti e delle comunicazioni.
Quando un mercato è formato da poche imprese, queste osservano il comportamento dei loro rivali e
reagiscono di conseguenza. Interazione strategica è il termine che definisce come ogni strategia adottata da
un'impresa dipende dal comportamento dei suoi rivali. Se in un mercato sono presenti poche imprese,
queste possono decidere di cooperare oppure di non cooperare. Le imprese non cooperano quando
agiscono per conto proprio. Quando le imprese in un oligopolio cooperano attivamente, si dice che sono in
collusione.questo termine indica una situazione in cui due o più imprese fissano di comune accordo i livelli di
prezzo di produzione. Durante i primi anni del capitalismo americano, prima dell'introduzione di leggi
antimonopolistiche efficaci, spesso gli oligopolisti si fondevano per formare un trust o cartello.un cartello è
un'organizzazione di imprese indipendenti che producono beni simili e operano insieme per aumentare i
prezzi e ridurre l’output. Quando gli oligopolisti possono concludere per massimizzare i profitti comuni,
tenendo presente la loro interdipendenza, generano prezzi, quantità e profitti di monopolio. Molti oligopolisti
sarebbero felici di realizzare profitti tanto elevati, ma nella realtà l’oligopolio collusivo incontra numerosi
ostacoli. In primo luogo la collusione è illegale. Le imprese possono puoi basare sugli accordi, riducendo i
prezzi praticati a determinati clienti e ampliando quindi la rispettiva quota di mercato. La crescita del
commercio internazionale comporta infine che molte imprese debbano affrontare un'intensa concorrenza da
parte delle imprese straniere. L'esperienza mostra infatti che è difficile oggi formare un cartello di successo
di duri a lungo, indipendentemente dal fatto che sia esplicito o tacito.
La concorrenza tra pochi introduce un aspetto del tutto nuovo nella vita economica: costringe le imprese a
tenere conto delle relazioni dei concorrenti in seguito a variazioni dei prezzi dell'output e introduce nei
mercati la considerazione dell'interazione strategica. Il mondo degli affari Enrico di interazioni strategiche tra
i concorrenti, E per analizzare i risultati gli economisti si basano su un affascinante idea della teoria
economica, nota come teoria dei giochi.tale teoria consiste nell'analisi di situazioni riguardanti due o più
giocatori che devono prendere decisioni e hanno obiettivi contrastanti. Il modello di Cournot È stato
sviluppato nel 1838. In tale modello ogni impresa considera come un dato esogeno, cioè non modificabile, la
quantità di prodotto venduta dall'altra impresa. Ogni impresa fronteggia una domanda residuale stabilisce
una propria funzione di reazione al comportamento del rivale. L'equilibrio di mercato si stabilisce nel punto di
incontro delle funzioni di reazione.
Nel modello di Bertrand ciascuna impresa considera costante il prezzo praticato dal concorrente. La
decisione di massimizzare il profitto porterà ciascuna impresa a tentare di ridurre il proprio prezzo rispetto a
quello fissato dall'altra impresa. L'equilibrio possibile è dato dal prezzo minimo possibile per tutti e due, pari
al costo marginale. Prezzo e quantità coincidono con quello della concorrenza perfetta.

Lo studio delle interazioni strategiche tra individui, imprese e Stati è noto come teoria dei giochi. La teoria
dei giochi analizza il modo in cui due o più giocatori, o quali azioni, scelgono determinate azioni, o strategie,
che si ripercuotono su tutti i partecipanti. Questa teoria fu ampiamente sviluppata da Neumann. Gli
economisti utilizzano la teoria dei giochi per studiare l'interazione tra oligopolisti, le controversie tra sindacati
e industriali, le politiche commerciali ambientali a livello internazionale, la notorietà e moltissime altre
situazioni, ma essere utile anche per comprendere la politica, le guerre e la vita quotidiana. Nel momento in
cui un'impresa comincia a chiedersi in che modo i rivali reagiranno le sue azioni, entra nel regno della teoria
dei giochi.
Uno strumento utile per rappresentare l'interazione tra due imprese due individui è la tabella delle decisioni a
doppia entrata. Serve a mostrare le strategie e le vincite di un gioco condotto da due giocatori.
Le linee guida della filosofia della teoria dei giochi è la seguente: scegliete la vostra strategia chiedendovi
quale possa essere il comportamento più sensato, tenendo presente che anche rivali agisce
strategicamente nel proprio interesse.
Il caso più semplice di strategia è la strategia dominante. Questa situazione si verifica quando un giocatore
dispone di una strategia migliore indipendentemente dalla strategia scelta dall’altro. Quando entrambi i
giocatori dispongono di una strategia dominante, si ottiene l'equilibrio dominante.
L’equilibrio di Nash sia quando nessuno dei due giocatori è in grado di migliorare la propria vincita. Questo
significa che, data dalla strategia del giocatore A, il giocatore B non può agire in modo migliore e data la
strategia di B, A non può fare meglio. Questo equilibrio viene talvolta definito equilibrio non cooperativo, in
quanto non sia collusione né cooperazione e ogni parte sceglie la strategia più adatta alle proprie esigenze
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senza tener conto degli altri giocatori o del benessere della società. In tali situazioni la cooperazione porta
alla produzione inefficiente.
A volte il comportamento non cooperativo porta alla rovina sociale: i concorrenti inquinano il pianeta e si
sfidano in pericolosissime corse agli armamenti. Il gioco dell'inquinamento costituisce un esempio di
fallimento del meccanismo della mano invisibile in concorrenza perfetta, c'è una situazione in cui l'equilibrio
di Nash è inefficiente. Quando i mercati o gli squilibri dei centralizzati diventano pericolosamente inefficienti,
è possibile che lo Stato decida di intervenire. Lo Stato può indurre le imprese a passare a risultato A. In tale
equilibrio, le imprese realizzano i medesimi profitti ottenuti nel mondo dell'inquinamento elevato e il nostro
pianeta diventa molto più inutile. I giochi in cui il vincitore prende tutto possono indurre l'entrata in gara di
troppi concorrenti e portare a un livellamento della fama e dei guadagni.

Capitolo 10:
Definiamo concorrenza monopolistica una situazione in cui si trovano molti venditori che offrono prodotti
differenziati. Questa struttura di mercato assomiglia alla concorrenza perfetta, in quanto i venditori sono
numerosi e nessuno possiede una grande quota di mercato, ma se ne differenzia per il fatto che i prodotti
venduti dalle varie imprese non sono identici. I prodotti differenziati presentano solo piccole differenze. Dato
che sono leggermente differenziati possono essere venduti a prezzi lievemente diversi. Un'importante fonte
di differenziazione dei prodotti è costituita non solo dalla qualità intrinseca, ma anche dalla loro posizione.il
costo-opportunità totale dei beni dipende dalla distanza tra abitazione e punto di vendita. Poiché il costo-
opportunità dei punti di vendita più vicini e inferiori, questi saranno generalmente i preferiti. La
differenziazione dei prodotti significa che ciascun imprenditore gode di una certa libertà di alzare o
abbassare i prezzi, più di quanto non accada in un mercato perfettamente concorrenziale. La
differenziazione dei prodotti fa sì che la curva di domanda di ciascun venditore abbia pendenza negativa. In
concorrenza monopolistica l'equilibrio di lungo periodo è caratterizzato da prezzi superiori ai costi marginali,
ma anche da profitti economici ridotti a zero. Alcuni critici ritengono che la concorrenza monopolistica sia
intrinsecamente inefficiente, anche se nel lungo periodo i profitti sono pari a zero, e sostengono che generi
un eccesso di nuovi prodotti. Secondo tali critici, eliminando inutili differenziazioni dei prodotti si potrebbero
ridurre i costi abbassare i prezzi.
Un modo per approfondire l'analisi della struttura del mercato è quello di analizzare la struttura dei costi delle
imprese. Il monopolio naturale si caratterizza per il costo medio unitario è il costo marginale dell'impresa che
sono sempre decrescenti, mentre i rendimenti di scala sono costantemente crescenti. All'aumentare
dell'output tutto l'impresa può applicare prezzi sempre minori e realizzare comunque un profitto poiché il
costo medio unitario è decrescente.la pacifica coesistenza di migliaia di concorrenti si rivela quindi
impossibile, in quanto una sola grande impresa è decisamente più efficiente di tante piccole imprese.
Il mondo della concorrenza imperfetta è molto variegato. Queste organizzazioni sono qualitativamente
diverse da quelle che operano in concorrenza in quanto dispongono di enormi risorse e operano
contemporaneamente numerosi mercati. La loro sopravvivenza non dipende solo dalla politica dei prezzi,
ma anche dallo sviluppo di nuovi prodotti. Per le grandi imprese è cruciale l'utilizzo dell'informazione intesa
come bene economico, anche in relazione all'innovazione e al diritto di proprietà intellettuale.
Il primo passo per capire il comportamento delle grandi società per azioni consiste nel rendersi conto che
nella maggior parte dei casi si tratta di società ad azionariato diffuso; chiunque infatti può acquistare le
azioni di tale società e la loro proprietà e dunque suddivisa tra numerosi investitori.data l'ampia dispersione
del capitale la proprietà dell'impresa è solitamente separata dal controllo: i singoli proprietari non possono
influenzare facilmente l'operato delle grandi società per azioni e sempre più spesso sono gli amministratori
stipendiati a prendere le decisioni più importanti sulla strategia e sulle attività. Gli amministratori possiedono
una preparazione particolare, dispongono di capacità manageriali e sono molto meglio informati sulla
situazione aziendale.tra amministratori e azionisti non vi sono conflitti di interesse, con l'eccezione di due
casi: il primo è che gli amministratori possono assicurarsi stipendi elevati e generose pensioni di vecchiaia
scapito degli azionisti. Un secondo conflitto di interessi si può verificare in relazione al pagamento dei
dividendi: gli amministratori di un'impresa mostrano la comprensibile tendenza a trattenere i profitti e
utilizzarli per ampliare l'azienda invece di distribuirli come dividendi; in alcuni casi i profitti trattenuti
nell'impresa potrebbero essere investiti in modo decisamente più proficuo al di fuori di essa.
La teoria economica è incline a descrivere la concorrenza perfetta come la struttura di mercato
maggiormente efficiente, a scapito delle imprese che operano in concorrenza imperfetta.la teoria dello
sviluppo economico del 1911 di Schumpeter segna un punto di rottura con l'analisi statica tradizionale,
sottolineando l'importanza dell'imprenditore o innovatore. Le innovazioni producono profitti innovativi enormi,
ma temporali. Le interpretazioni moderne della teoria pongono particolare attenzione sugli aspetti peculiari
dell'economia dell'informazione. L'informazione è un bene diverso dagli altri: è molto costoso produrla, ma
molto economico riprodurla, perciò i mercati dell'informazione sono soggetti a gravi fallimenti di mercato.
l’incapacità delle imprese di sfruttare appieno il valore monetario delle loro invenzioni viene definita
inappropriabilità. L’inappropriabilità delle invenzioni determina una carenza di investimenti nella ricerca e
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nello sviluppo, soprattutto nel settore della ricerca di base. L’inappropriabilità e gli elevati rendimenti sociali
della ricerca spingono quindi molti Stati a sovvenzionare la ricerca di base in campo medico e scientifico.
Da tempo gli Stati hanno riconosciuto la necessità di proteggere pubblicamente le invenzioni perché il
compenso per produrre informazioni di valore, come le invenzioni, è minimo rispetto alla facilità di riprodurle.
Esistono apposite leggi che regolano brevetti, segreti industriali e commerciali, creando diritti di proprietà
intellettuale. Scopo di questi diritti è garantire al proprietario una protezione specifica contro la copia l'utilizzo
da parte di terzi del prodotto del suo ingegno, riconoscendogli un adeguato compenso. In altre parole,
permettendo agli inventori di avere il monopolio sulle loro proprietà intellettuale, il governo aumenta il grado
di appropriabilità e perciò aumenta gli incentivi affinché le persone inventino nuovi prodotti utili.
Molte nuove tecnologie dell'informazione hanno forti costi sommersi ma costi marginali pari a zero. Grazie a
sistemi informatici elettronici a basso costo come Internet, e tecnologicamente possibile rendere
l'informazione disponibile per tutti, ovunque ed essenzialmente con costo marginale pari a zero.in questo
caso la perfetta concorrenza non può sussistere perché il prezzo uguale al costo marginale zero produce un
rendimento pari a zero, e nessuna impresa è attuabile a queste condizioni. Tra innovazione e potere di
mercato esiste una complessa relazione. Poiché le grandi imprese hanno dato un contributo essenziale alla
ricerca l'innovazione, è necessario usare prudenza nell'affermare che il loro potere è assolutamente
negativo; bisogna inoltre riconoscere che alle piccole imprese si devono alcuni dei progressi tecnologici
maggiormente rivoluzionari.per promuovere una rapida innovazione, uno Stato deve disporre di una grande
varietà di organizzazioni e di metodi.

Quasi tutte le imprese riscontrano fluttuazioni dei prezzi da un mese all'altro: i prezzi di lavoro, terra,
macchinari e combustibile sono spesso molto instabili ed è impossibile prevedere il comportamento dei
rivali.l'essenza degli affari ed investire oggi per incrementare la produzione di domani, ovvero scommettere
oggi una fortuna a fronte di vincete future incerte.
La speculazione consiste nell'acquisto di un bene con l'intenzione di rivenderlo in un secondo tempo
realizzando un profitto grazie alla fluttuazione dei prezzi. Chi specula intende acquistare a basso prezzo e
rivendere ad un prezzo elevato. Tuttavia la speculazione può avere una funzione positiva per la società. La
funzione economica degli speculatori è quella di spostare i beni dei periodi di abbondanza a quelli di
scarsità. Per raggiungere questo risultato, acquistano i beni dove e quando abbondano e i prezzi sono
bassi, per poi rivenderli quando scarseggiano i prezzi sono elevati: diventa così possibile accrescere
l'efficienza del mercato.
Il caso più semplice è quello in cui l'attività speculativa riduce o elimina le differenze di prezzo da zona zona,
cioè quando i commercianti acquistano in un mercato e prendono simultaneamente in un altro un prezzo
superiore. Questa attività è detta arbitraggio.la frenetica attività di arbitraggio tende ad allineare i prezzi di
prodotti identici nei diversi mercati.anche in questo caso è l'attività della mano invisibile a farsi che l'esca del
profitto riduca la differenza di prezzo tra i mercati e le renda più efficienti.
La speculazione rappresenta un esempio concreto del principio della mano invisibile: equilibrando l’offerta E
i prezzi, determina un aumento dell'efficienza economica. Trasferendo i beni nel tempo, da periodi di
abbondanza a periodi di scarsità, lo speculatore acquista quando il prezzo e l'utilità marginale del bene sono
bassi e 20 quando sono elevati.perseguendo i propri interessi gli speculatori incrementare il benessere del
sistema economico in generale.
Una funzione importante dei mercati speculativi e consentire la riduzione del rischio tramite la copertura. La
copertura consiste nell'evitare un rischio tramite una vendita o un investimento controbilanciante. La
copertura tramite la vendita a una controparte consente alle imprese di evitare rischi connessi alla
variazione dei prezzi.
I mercati speculativi servono a migliorare i modelli di prezzo e di allocazione nello spazio e nel tempo,
nonché a trasferire i rischi. Queste attività sono svolte dagli speculatori i quali, spinti dal desiderio di
acquistare a prezzi bassi e rivendere a prezzi elevati, mostrano il funzionamento della mano invisibile, che
trasferisce i beni dei periodi di abbondanza ai periodi di scarsità. La speculazione riveste l'importante
funzione di ridurre la variazione del consumo e, in un mondo popolato da individui con utilità marginali
decrescenti, di incrementare l'utilità totale e l'efficienza allocativa.
Un individuo è avverso arrischio quando il dispiacere provocato dalla perdita di un ammontare di reddito è
maggiore del piacere ricavato ottenendo lo stesso ammontare. Una scommessa con valore atteso pari a
zero si definisce scommessa ecco appunto un individuo che rifiuta tutte le scommesse eque è avverso al
rischio. In genere gli individui sono avversi al rischio e preferiscono certezza livelli incerti di consumo,
scelgono cioè situazioni meno incerte che presentano gli stessi valori medi. Per questo motivo, le attività che
riducono l'incertezza o il rischio relativo al consumo degli individui producono miglioramenti del benessere
economico. L'individui avversi al rischio cercano di evitare rischi, ma ciò non è sempre possibile. La
principale forma di ripartizione dei rischi è l'assicurazione, ovvero una sorta di gioco d'azzardo all’inverso.
L'assicurazione trasferisce i rischi da coloro che sono più avversi al rischio o che sono esposti a rischi
sproporzionati, a coloro meno avversi o meno esposti. Risulta quindi evidente che l'assicurazione, a prima
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vista sia una sorta di gioco d'azzardo, in realtà produce l'effetto opposto. Se da un lato la natura dispensa i
rischi dall'altro l'assicurazione contribuisce a ridurre e a ripartirli.
Uno dei campi economici più interessanti è l'economia finanziaria. Essa esamina i modi in cui gli investitori
possono allocare i loro fondi per massimizzare il rendimento con un dato livello di rischio e segue
l'andamento dei prezzi dei titoli azionari e di altri prodotti finanziari. Suddividendo la proprietà del capitale o
gli investimenti tra un grande numero di persone, i mercati finanziari sono in grado di ripartire i rischi e quindi
di consentire l'assunzione di rischi decisamente maggiori di quelli sostenibili da singoli proprietari.

Capitolo 11:
La domanda dei fattori è diversa da quella di beni di consumo per due importanti ragioni: le domande di
fattori sono domande derivate e interdipendenti.
Tra le domande dei consumatori e le domande dei fattori alle imprese esiste una differenza sostanziale: I
consumatori richiedono beni finiti, poiché tali beni di consumo procurano un'unità immediata, mentre
un'impresa acquista degli input perché il loro impiego consente di produrre di guadagnare. Il concetto di
soddisfacimento è quindi legato all’input; il soddisfacimento ottenuto dai consumatori che utilizzano i
videogiochi determina la quantità di prodotto che la società di software possa vendere, il numero di impiegati
necessari e di conseguenza lo spazio per uffici che si dovrà affittare. Quanto più il prodotto software riscuote
successo, tanto più la curva di domanda di spazio per uffici si sposta verso destra.la domanda dei
consumatori determina la domanda di tutti i fattori di produzione, inclusi i terreni agricoli, il petrolio…
La domanda di fattori di produzione da parte dell'impresa deriva indirettamente dalla domanda di prodotto
finito da parte dei consumatori.gli economisti definiscono domanda derivata la domanda dei fattori di
produzione, questo significa che le imprese richiedono un input perché consente loro di produrre un bene
che i consumatori desiderano in quel momento o che richiederanno in futuro.
La produzione è frutto di uno sforzo congiunto. La produttività di un fattore, come ad esempio il lavoro,
dipende dalla quantità degli altri fattori produttivi che interagiscono con il primo punto è proprio
l'interdipendenza della produttività di terra, lavoro e capitale che rende l'analisi della produttività dei fattori un
argomento complesso.
Per comprendere il legame fra le domande dei diversi fattori di produzione e il prodotto che l'impresa vuole
vendere sul mercato, definiamo il concetto del prodotto marginale in termini di valore (PMV).
Il prodotto marginale in termini di valore di un input è il ricavo aggiuntivo generato da un'unità dizionari di tale
input. Quando i mercati dei prodotti sono perfettamente concorrenziali, è facile calcolare il prodotto
marginale in termini di valore.in questo caso, ciascuna unità del prodotto marginale di un lavoratore può
essere venduta al prezzo concorrenziale dell’output; in condizioni di concorrenza perfetta il prezzo
dell'output non è influenzato dall'output dell'impresa per cui il prezzo è uguale al ricavo marginale.
In concorrenza imperfetta il ricavo marginale ottenuto da ciascuna unità addizionale di output è inferiore al
prezzo, in quanto l'azienda deve abbassare il prezzo delle unità precedenti per vendere un'unità aggiuntiva.
Il prodotto marginale in termini di valore rappresenta il ricavo aggiuntivo che è un'impresa ottiene
dall'impiego di un'unità addizionale di un tipo di input, mantenendo costanti gli altri input, che viene definito
come il prodotto marginale dell'input moltiplicato per il ricavo marginale ottenuto dalla vendita di un'unità
aggiuntiva di output.tale regola è valida per il lavoro, la terra e gli altri input—>PMV= RM x PM. In una
condizione di concorrenza perfetta dato che P=RM—-> PMV= P x PM.
Per massimizzare i profitti occorre aumentare l'impiego dell'input fino a quando il prodotto marginale in
termini di valore di ciascun input supera il costo marginale o il prezzo dello stesso.la combinazione di input
che massimizza i profitti di un'impresa in concorrenza perfetta sia quando il profitto marginale moltiplicato
per il prezzo dell'output è pari al prezzo dell’input. È possibile riformulare la condizione in termini molto più
generali, validi sia per mercati dei prodotti in concorrenza perfetta, sia per quelli in concorrenza imperfetta
tramite la regola del costo minimo: stabilisce che i costi sono minimizzati quando il prodotto marginale per
euro di input è uguale per tutti gli input.questo vale sia per le aziende che operano in mercati dei prodotti in
concorrenza perfetta, sia per quelle che si trovano di fronte a condizioni di concorrenza imperfetta.la scheda
del prodotto marginale in termini di valore di ciascun input fornisce la scheda di domanda dell'impresa per
quel dato input.
Il passaggio finale per determinare la domanda di lavoro e di altri fattori consiste nell'aggregazione delle
curve di domanda e di diverse imprese. Come per tutte le curve di domanda, la domanda di mercato
concorrenziale è la somma orizzontale delle curve di domanda di tutte le imprese.
Una conseguenza della regola del costo minimo è la regola della sostituzione: se il prezzo di uno dei fattori
sale mentre quello degli altri fattori rimane invariato, di solito all'impresa conviene sostituire il fattore più
costoso con unità maggiore di altri fattori.
La domanda di mercato dei fattori si ottiene sommando le domande individuali di ciascuna impresa.per
ottenere la curva di domanda di mercato di un input si sommano orizzontalmente tutte le curve di domanda
delle singole imprese.lo stesso procedimento va seguito per tutti gli altri input: sommando le domande
derivate di tutte le imprese si ottiene la domanda del mercato di ciascun input.il prezzo di equilibrio dell'input
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in un mercato concorrenziale viene raggiunto a livello in cui la quantità domandata e quello offerta sono
uguali.

Siamo in grado di determinare l'equilibrio su qualsiasi mercato nel sistema economico:


- la domanda e l'offerta determinano i prezzi e la quantità dei diversi beni nei singoli mercati;
- Le imprese calcolano i costi marginali dei prodotti e i prodotti marginali in termini di valore dei fattori di
produzione, e successivamente calcolano i livelli di input e output che consentono loro di massimizzare i
profitti;
- La somma dei prodotti marginali in termini di valore di tutte le imprese e fornisce la domanda derivata dei
fattori;
- Le domande derivate dei fattori di produzione interagiscono con le offerte di mercato per determinare i
prezzi dei fattori.
Ciascuna di queste affermazioni è il risultato dell'analisi degli equilibri parziali, che riguarda il comportamento
di un singolo mercato, di una singola famiglia o di una singola impresa.
Due secoli fa Adam Smith afferma che coloro che perseguono i propri interessi in un sistema economico
concorrenziale sono anche quelli che maggiormente promuovono l'interesse pubblico.l'idea che in un
mercato la cotica concorrenza tra individui egoisti costituisca una notevole forza che incrementa l'output e in
alza il tenore di vita è una delle più importanti della storia economica. Uno dei principali risultati
dell'economia moderna è stato capire il significato esatto delle parole di Adam Smith.nel corso degli ultimi
due secoli gli studiosi hanno perfezionato il concetto di interesse pubblico.l'efficienza è un processo
attraverso il quale i consumatori ottengono il massimo soddisfacimento dalle risorse della società; più
precisamente, l'efficienza allocativa sia quando non è possibile riorganizzare la produzione o il consumo in
modo tale da incrementare il soddisfacimento di un individuo senza ridurre quello di un altro. Oggi sappiamo
che se valgono condizioni limitate, compresa la concorrenza perfetta, un'economia di mercato ottiene
l'efficienza allocativa.in un sistema di questo tipo l'economia nel suo insieme è efficiente. Il concetto di
efficienza può essere intuitivamente collegato alla frontiera delle possibilità produttive.un sistema economico
è chiaramente inefficiente se si trova all'interno della propria frontiera delle possibilità produttive e lo
spostamento verso di essa non comporta una diminuzione di utilità per nessuno.pertanto un sistema
economico efficiente deve trovarsi sulla frontiera delle possibilità produttive.
Uno dei principali risultati ottenuti dalla scienza economica è la scoperta che l'allocazione delle risorse nei
mercati concorrenziali è efficiente.questo importante conclusione presuppone che tutti i mercati siano
perfettamente concorrenziali e che non esistano esternalità, ma non prende in considerazione il problema
dell’ equità della distribuzione del reddito nei mercati concorrenziali. La rendita economica è data dalla
somma della rendita del consumatore e il surplus della produttore, ossia l'area compresa tra la curva di
offerta e la retta del prezzo. Il surplus del produttore comprende la rendita e i profitti delle imprese e dei
proprietari di input e specializzati nel settore e indica l'eccesso di ricavi rispetto ai costi di produzione.il
surplus economico e il benessere o il guadagno netto di utilità, derivante dalla produzione e dal consumo di
un bene ed è uguale alla rendita del consumatore più il surplus del produttore.
L'equilibrio generale è interconnesso in un flusso circolare di una rete di relazioni tra prezzi: le famiglie
offrono fattori di produzione e richiedono prodotti finiti; le imprese acquistano fattori di produzione, li
trasformano e li vendono sottoforma di beni finiti.
Il risultato principale dell'analisi dell'equilibrio generale è il seguente: dato che i prezzi hanno la funzione di
indicatori della scarsità economica per i produttori e dell'utilità sociale per i consumatori, un meccanismo di
prezzi concorrenziali consente di produrre il massimo livello di output e di soddisfacimento utilizzando le
risorse e la tecnologia a disposizione della società.
Il primo teorema del benessere afferma che in una condizione ideale di concorrenza perfetta il sistema
economico si trova sulla frontiera delle possibilità produttive e sulla frontiera delle possibilità di utilità. Il
secondo teorema del benessere afferma che, date certe condizioni, qualsiasi allocazione efficiente si può
ottenere mediante un sistema di mercato concorrenziale a patto di ridistribuire le dotazioni iniziali.

Un sistema economico concorrenziale raggiunge l'efficienza allocativa in condizioni ideali, cioè quando fra
tutte le imprese vi è concorrenza perfetta, un efficiente circolazione dell'informazione e non esistono
esternalità come l’inquinamento.
Nei mercati l'efficienza può venire a mancare per tre ragioni: si possono avere esternalità, si può verificare
una situazione di concorrenza imperfetta, ovvero i singoli produttori possono influenzare il prezzo dell'output;
infine possono esistere problemi relativi alla circolazione di informazioni o altri elementi che allontanano i
mercati dalla concorrenza perfetta.l’uguaglianza: INDICE DEL PREZZO= INDICE DEL COSTO
MARGINALE= INDICE DELL’UTILITÀ MARGINALE non è soddisfatta e viene così a mancare l’efficienza.
Anche in condizioni di concorrenza perfetta i risultati dei mercati concorrenziali possono essere socialmente
insoddisfacenti, in quanto non corrispondono agli ideali della società rispetto ad un'equa distribuzione del

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reddito e del consumo.per questo gli stati modificano l'equilibrio del laissez-faire per correggere la
distribuzione del reddito e correggere la mancata equità delle preferenze espresse con la domanda.

Capitolo 12:
La misura in genere utilizzata per indicare il prezzo del lavoro degli economisti è il salario medio reale, che
rappresenta il potere d'acquisto di un'offerta di lavoro, ossia il salario monetario diviso per il costo della vita.
L'offerta di lavoro si riferisce al numero di ore che la popolazione desidera dedicare ad attività remunerative
in fabbrica, fattorie, imprese e enti pubblici o organizzazioni senza fini di lucro.i tre elementi chiave
dell'offerta di lavoro sono le ore lavorative, la partecipazione alla forza lavoro e l’immigrazione. Alcuni
individui svolgono attività con orari flessibili, ma in genere l'orario di lavoro va da 35 a 40 ore
settimanali.supponiamo che ad un lavoratore sia stato offerto un salario orario più elevato e che sia libero di
scegliere il numero di ore lavorative.egli sarà tratto in due direzioni opposte: da un lato l'effetto di
sostituzione lo induce a lavorare più ore in quanto il salario è aumentato. L'effetto di sostituzione è però
bilanciato dall'effetto reddito.un salario più elevato si traduce in un aumento di reddito, per cui l'individuo
richiede maggiori quantità di beni e servizi nonché ore di svago aggiuntive. Uno degli sviluppi più notevoli
degli ultimi decenni è stato il massiccio ingresso delle donne nella forza lavoro.questo fenomeno può essere
in parte spiegato con l'aumento dei salari reali, che hanno attratto più donne nel mondo del lavoro, ma un
mutamento di tali proporzioni non può essere attribuito unicamente a fattori economici. Il ruolo dell'immigrati
nell'offerta di forza lavoro non può continuare essere ignorato. Gli immigrati tendono a concentrarsi in
occupazioni faticose poco pagate, ma l'esperienza di altri paesi indica che con il tempo l'immigrati tendono a
integrarsi meglio con la forza lavoro domestica.

Nel mercato del lavoro vi sono due caratteristiche ulteriori: l'esistenza dei sindacati e il problema della
discriminazione.i primi movimenti sindacali nacquero in Inghilterra alla fine del XVIII secolo arrivando ad
espandersi in Italia e negli altri paesi europei contestualmente al diffondersi delle idee socialiste. La crescita
dei sindacati fu assai rapida e i lavoratori riuscirono mamma Ana conquistare nel primo ventennio del secolo
scorso una discreta libertà di associazione, ma l'avvento del fascismo portò alla soppressione della libertà
sindacale e a una durissima repressione dei tentativi di creazione di organizzazioni autonomi di
rappresentanza dei lavoratori.con la fine della guerra la libertà sindacale fu ripristinata e solennemente
sancita nella costituzione della Repubblica italiana.
I salari e le indennità accessorie dei lavoratori riuniti in un sindacato sono determinati dalla contrazione
collettiva, vale a dire dalle negoziazioni tra i rappresentanti delle imprese e dei lavoratori aventi lo scopo di
fissare condizioni di lavoro accettabile da entrambe le parti. Una seconda importante questione è costituita
dalle regole lavorative che riguardano le assegnazioni e i compiti delle varie attività, la sicurezza del lavoro e
la quantità di lavoro assegnato.l'accordo sindacale contiene infine caratteristiche procedurali, che includono
regole di anzianità non che è una procedura per discutere le vertenze sindacali.
I sindacati mirano ad aumentare i salari e a migliorare le condizioni lavorative dei loro membri.i sindacati si
guadagnano il potere di mercato ottenendo un monopolio legale della fornitura di servizi lavorativi a una
particolare impresa o industria, monopolio che consente loro di costringere le imprese a offrire salari,
indennità e condizioni di lavoro superiori a livello concorrenziale. Gli economisti sostengono che in alcuni
casi le organizzazioni sindacali hanno innalzato i salari reali e a livelli elevati, il che ha provocato un eccesso
di offerta di lavoro e ciò che si definisce disoccupazione classica. Il lavoro non è una quantità fissa, che può
essere suddivisa tra potenziali lavoratori. Gli aggiustamenti del mercato del lavoro possono adattarsi agli
spostamenti della domanda e dell'offerta, grazie alla variazione del salario reale e alla migrazione del lavoro
e del capitale. Inoltre, nel breve periodo, quando i salari e prezzi sono rigidi, il processo di aggiustamento
può essere favorito da appropriate politiche macro economiche..
Le differenze salariali sono una caratteristica universale dell'economia di mercato, ma quando la differenza
di questo tipo si verifica a causa di caratteristiche personali, come la razza, viene definita discriminazione.la
discriminazioni e si esprime in due aspetti: diverso trattamento delle persone in base a caratteristiche fisiche
o prassi che hanno ripercussioni diverse su gruppi diversi. La forma di discriminazione più diffusa è
l'esclusione da determinate occupazioni e determinate zone. Il gruppo più vasto che soffre della
discriminazione è quello delle donne: anche le lavoratrici assunti a tempo pieno per tutto l'anno guadagnano
in media soltanto l'80% rispetto i colleghi di sesso maschile con livello distruzione e ambiente di provenienza
analoghi.

Il capitale è costituito da quei beni durevoli che risultano da un processo produttivo e che a loro volta
vengono utilizzati come input per la produzione successiva.i beni capitali vengono acquistati e venduti in
appositi mercati. In caso di vendita, si osservano i prezzi dei beni capitali.gran parte dei beni capitali sono di
proprietà delle imprese che li utilizzano, ma in alcuni casi sono dati in affitto dai proprietari.i pagamenti per
l'uso temporaneo dei beni capitali sono detti affitti. Per scegliere l'investimento più conveniente e necessario
disporre di una misura del rendimento del capitale; una di queste è il tasso di rendimento del capitale, che
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indica il rendimento monetario netto annuo di ogni euro di capitale investito. Le attività materiali
comprendono la terra i beni capitali come computer, le abitazioni e le automobili utilizzate per produrre altri
beni e servizi.ma bisogna distinguere queste attività delle attività finanziarie, essenzialmente costituite da
pezzi di carta più precisamente sono obbligazioni di natura monetaria da parte di un soggetto nei confronti di
un altro.l'individui risparmiano perché si aspettano di ricevere un rendimento: questo è il tasso di interesse,
ossia il rendimento finanziario dei fondi, o rendimento annuo dei fondi prestati.le famiglie e altri risparmiatori
forniscono le risorse finanziarie a coloro che desiderano acquistare beni capitali fisici. Il tasso di interesse
rappresenta il prezzo che una banca o altri intermediari finanziari pagano a chi presta denaro per l'utilizzo di
una determinata somma per un certo periodo di tempo.il tasso di interesse si indica come un rendimento
percentuale annuo.
Il rendimento reale dei fondi viene definito tasso di interesse reale in contrapposizione al tasso di interesse
nominale, cioè il rendimento monetario degli euro investiti.il tasso di interesse reale è il rendimento dei fondi
in termini di beni e servizi.per piccoli valori dei tassi di interesse e di inflazione, il tasso di interesse reale è
dato dal tasso di interesse nominale meno il tasso di inflazione.
Il valore attuale è il valore monetario odierno di un flusso di reddito nel tempo e si misura calcolando quanto
denaro occorre investire oggi, il tasso di interesse corrente, per generare il flusso di entrate future garantito
dall'attività patrimoniale.il calcolo del valore attuale della rendita perpetua riguarda quelle attività patrimoniali,
come la terra che durano per sempre e rendono N euro all'anno per un numero infinito di anni. Se il tasso di
interesse è i% il valore attuale è dato dalla quantità di denaro investita oggi che renderebbe N euro all'anno
per sempre, vale a dire—-> Valore attuale della terra (V)= N euro/ i.
I contabili definiscono i profitti come la differenza tra i ricavi totali e costi totali.per l'economista i profitti delle
imprese possono rappresentare il rendimento del lavoro svolto direttamente dai proprietari
dell'impresa.esiste un rischio di inadempienza quando un prestito o un investimento non può essere
ripagato, magari perché il debitore è fallito.inoltre, esistono molti rischi assicurabili, per esempio quelli contro
gli incendi e gli uragani.un terzo tipo di rischio è il rischio non assicurabile degli investimenti. È possibile che
una società sia particolarmente sensibile ai cicli economici e quindi i suoi guadagni fluttuino notevolmente
quando l’output totale aumenta o diminuisce. Una quarta categoria e poi quella del rischio del governo, che
sia quando uno Stato viene meno ai suoi impegni.
Di notevole importanza è la teoria classica del capitale: sacrificando il consumo corrente e creando beni
capitali oggi, le società possono aumentare il consumo futuro.il punto di equilibrio nel lungo periodo dello
stock di capitale sia nel punto in cui il valore delle attività finanziarie chi gli individui desiderano offrire nel
lungo periodo corrisponde esattamente alla quantità di capitale che le imprese richiedono per la produzione.

Capitolo 13:
L'informazione asimmetrica ha effetti molto rilevanti sul funzionamento dei mercati. Quando una delle parti
coinvolte in una transazione economica ha una maggiori informazioni, di cui la controparte non è informata,
si è di fronte ad un caso di informazione asimmetrica.in alcune situazioni di informazione asimmetrica nel
mercato si ottiene una selezione avversa. Il problema della selezione avversa può essere causa di
inefficienze ma sono molti modi in cui i privati o l'amministrazione pubblica cercano di risolverlo.quando una
delle parti non può osservare il comportamento dell'altra parte può sorgere un problema di comportamento
sleale. Per esempio, può darsi che il titolare di una polizza assicurativa non faccia del suo meglio per
prevenire un sinistro. Le compagnie d'assicurazione usano lo scoperto e la franchigia per farsi, che gli
assicurati assumano una parte della responsabilità di un sinistro.

Si è di fronte a un'esternalità quando l'attività di una persona o impresa influisce sul benessere di un'altra
persona o impresa in modo diretto e non attraverso una variazione dei prezzi di mercato. Un'esternalità può
essere negativa, quando il comportamento di un soggetto economico procura dei costi ad altri, oppure
positiva, quando il comportamento di un soggetto procura dei benefici ad altri. Uno dei principali fallimenti
del mercato riguarda il crescente impatto delle esternalità. Le esternalità si hanno quando i costi o i benefici
di un'attività si ripercuotono su altri individui senza che questi ultimi ricevano un pagamento o paghino per i
costi o i benefici sostenuti o ricevuti. Un esempio più evidente di esternalità è costituito dai beni pubblici,
come la difesa nazionale, il cui consumo viene ripartito equamente tra gli individui di un gruppo, nessuno dei
quali può esserne escluso. Esempi meno evidenti sono la sanità pubblica, le invenzioni, i parchi e le dighe,
che presentano comunque le caratteristiche dei beni pubblici. Tali beni si contrappongono ai beni privati, che
possono essere suddivisi e forniti a un singolo individuo.
I problemi ambientali sono provocati dalle esternalità derivanti dalla produzione o dal consumo.un'economia
di mercato non regolamentata produce eccessive quantità di inquinamento e riduzioni insufficienti. Le
imprese non regolamentate prendono decisioni relative alla riduzione delle emissioni o ad altri beni pubblici
confrontando i benefici marginali privati e i costi marginali privati.l'efficienza invece si raggiunge quando i
benefici marginali sociali sono uguali ai costi marginali sociali della riduzione.

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Lo Stato dispone di vari strumenti con i quali corregge le inefficienze derivanti dalle esternalità.tra le varie
alternative vanno ricordate le soluzioni dei centralizzate, come le negoziazioni e le regole di responsabilità
civile, e gli approcci imposti dallo Stato, quali gli standard di emissione di sostanze inquinanti o le imposte
sulle emissioni. L'esperienza mostra che non esiste un approccio ideale per tutte le circostanze, ma molti
economisti ritengono che è un ricorso maggiore ai sistemi analoghi al mercato incrementerebbe l'efficienza
delle regolamentazioni.

Un bene pubblico puro è caratterizzato da assenza di rivalità nel consumo e indivisibilità.nella curva di
domanda del mercato del bene pubblico la quantità di mercato è la stessa per tutti i consumatori, perché il
bene è indivisibile. Il comportamento di uno, che tende a fare in modo che altri si facciano carico dei costi,
limitandosi a godere dei benefici, è definito comportamento opportunista o free rider. Quest'ultimo non offre
la vera dichiarazione del suo comportamento e pertanto il finanziamento collettivo dichiarato è inferiore
all'ottimo.ne consegue che nell'equilibrio volontario il bene pubblico tende a essere inferiore a livello
ottimale.

Capitolo 18:
La macro economia è lo studio del comportamento del sistema economico nel suo insieme e si occupa delle
forze che influenzano contemporaneamente varie imprese, consumatori e lavoratori, contrapponendosi alla
micro economia, che analizza invece singoli prezzi, quantità e mercati.
Negli anni 30 la scienza della macro economia fondata da John Maynard Keynes compì i suoi primi passi.
Da allora le priorità nella politica economica sono cambiate, ma in tutte le economie di mercato, tre obiettivi
caratterizzano le principali questioni macroeconomiche:
- tutte le economie di mercato presentano fasi di espansione e contrazione dette cicli economici.durante le
fasi di contrazione del ciclo, la produzione dei beni e dei servizi diminuisce e milioni di persone perdono il
lavoro.per buona parte del periodo post bellico un obiettivo chiave della politica macroeconomica è stato
l'uso della politica fiscale monetaria per ridurre la gravità delle fasi di contrazione e la disoccupazione.
- In un'economia di mercato si utilizzano i prezzi come misuratori dei valori economici e come criterio per
condurre gli affari.quando i prezzi aumentano rapidamente, ossia in presenza di inflazione da prezzi, tale
criterio perde il proprio valore. Nei periodi di inflazione elevata, le persone perdono l'orientamento sui
prezzi relativi e commettono errori nelle decisioni di spesa e di investimento.il carico fiscale può
aumentare e I cittadini trascorrono molto tempo preoccupandosi dell'inflazione che erode i loro redditi.
Anche per questa ragione la macro economia a posto sempre più l'accento sulla stabilità dei prezzi come
obiettivo prioritario.
- La macroeconomia si interessa in particolare della crescita economica, che riguarda del potenziale
produttivo di un sistema economico, l’elemento fondamentale per determinare l’incremento dei salari reali
e del tenore di vita.
I principali obiettivi macroeconomici sono un livello elevato è una crescita rapida della produzione, una
disoccupazione bassa e prezzi stabili. Obiettivo ultimo dell'attività economica è produrre beni e servizi
richiesti dai cittadini. La misura più completa della produzione totale di un'economia è il prodotto interno
lordo (PIL) che stima il valore di mercato di tutti i prodotti finiti e dei servizi, realizzati in un paese nel corso di
un anno. Esistono due modi per misurare il Pil: il Pil nominale, valutato secondo gli effettivi prezzi di
mercato, e il Pil reale calcolato in base a prezzi costanti o invariati.il Pil reale è la misura della produzione
che viene seguita più da vicino, perché serve a controllare l’ andamento dell'economia di un paese. Il Pil
potenziale è il livello massimo sostenibile di output di lungo periodo e rappresenta la capacità produttiva a
lungo termine dell'economia o la quantità massima che l'economia può produrre, quando la forza lavoro E lo
stock di capitale e presentano condizioni di elevato impiego.quando un'economia opera al di sopra del
proprio potenziale, l'inflazione tende ad aumentare; quando opera invece al di sotto del proprio potenziale,
crea un'elevata disoccupazione.la produzione potenziale è determinata dalla capacità produttiva del sistema
economico che a sua volta dipende dall'input disponibili e dalla sua efficienza tecnologica. Il Pil potenziale
tende a crescere progressivamente perché fattori come il lavoro e il capitale variano con notevole lentezza
nel corso del tempo.al contrario, il Pil reale è soggetto alle ampie oscillazioni del ciclo economico. Le
politiche economiche possono influenzare rapidamente la produzione, ma il loro impatto sulle tendenze della
produzione potenziale si fa sentire a rilento. Durante le fasi discendenti del ciclo economico il Pil reale è al di
sotto del livello potenziale e la disoccupazione aumenta. Un periodo di generale calo dell'output, del reddito
e dell'occupazione che si protragga normalmente dai 6 ai 12 mesi e sia caratterizza da diffuse contrazioni in
molti settori dell'economia, e prende il nome di recessione, mentre se la situazione si protrae si parla di
depressione. Tra tutti gli indicatori macroeconomici, l'occupazione e la disoccupazione sono i più sentiti dei
cittadini. Il tasso di disoccupazione si ottiene calcolando la percentuale dei disoccupati sulla forza lavoro,
che comprende tutte le persone occupate e quelle disoccupate in cerca di impiego, mentre esclude
disoccupati che non cercano lavoro. Il tasso di disoccupazione tende a riflettere l'andamento del ciclo
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economico: quando la produzione scende, la domanda di manodopera diminuisce il tasso di disoccupazione


aumenta. Il terzo obiettivo macro economico è mantenere i prezzi stabili: in altri termini, il livello generale dei
prezzi deve rimanere invariato o crescere molto lentamente.per monitorare i prezzi, i responsabili pubblici
incaricati della rilevamento dei dati e costruiscono indici dei prezzi, ossia misure del livello generale dei
prezzi. Gli economisti rilevano la stabilità dei prezzi osservando il tasso di inflazione, ovvero la variazione
percentuale del livello generale dei prezzi da un anno all'altro. Si parla di deflazione quando i prezzi
diminuiscono. All'altro estremo c'è l’iperinflazione , Un aumento del livello dei prezzi estremamente rapido. In
tali situazioni i prezzi perdono la loro funzione informativa.con l'inflazione elevata le imposte diventano
altamente variabili, il valore reale delle pensioni dei cittadini viene eroso e gli individui utilizzano risorse reali
per evitare il deprezzamento della loro moneta. Tuttavia, anche i prezzi in diminuzione comportano costi,
quindi gli Stati cercano di trovare il giusto mezzo, ossia i prezzi stabili o in crescita lenta.
Ricapitolando, gli obiettivi della politica macroeconomica sono: un livello di produzione nazionale elevato e
in crescita, alta occupazione e bassa disoccupazione, e infine un livello di prezzi stabile oppure leggermente
in aumento.
I governi dispongono di diversi strumenti, che si possono utilizzare per influire sull'attività
macroeconomica.uno strumento di politica economica è una variabile sotto il controllo del governo che può
influire su uno o più obiettivi macroeconomici; modificando le politiche fiscali, monetarie e di altro genere, i
governi possono scongiurare le fasi peggiori dei cicli economici aumentare il tasso di crescita della
produzione potenziale.
La politica fiscale o di bilancio indica le modalità di impiego delle imposte e della spesa pubblica.
Quest'ultima assume due forme diverse: vi sono gli acquisti effettuati dalla pubblica amministrazione, che
comprendono spese per beni e servizi, vi sono inoltre i trasferimenti pubblici che aumentano i redditi di
gruppi mirati come gli anziani o i disoccupati. Dal punto di vista macroeconomico la spesa pubblica influisce
sul livello globale della spesa in un'economia e quindi sul livello del Pil.l'altra parte della politica fiscale, la
tassazione, influisce sull'economia in due modi: le imprese riducono i redditi della popolazione, lasciando le
famiglie con un reddito minore a disposizione; le imposte incidono inoltre sul prezzo dei beni e dei fattori
della produzione e quindi influiscono sull’incentivi E condizionano i comportamenti relativi al consumo e agli
investimenti. Il secondo strumento è la politica monetaria attuata attraverso la gestione della massa
monetaria, il credito e il sistema bancario dello Stato. quale sia esattamente la natura della politica
monetaria è uno degli aspetti più importanti della macro economia. Un paese dispone di due principali
strumenti che possono essere utilizzati per perseguire i suoi obiettivi macroeconomici: la politica fiscale e la
politica monetaria.attualmente la politica fiscale viene impiegata soprattutto per influire sulla crescita
economica di lungo periodo per l'effetto che esercita sul risparmio nazionale E sugli incentivi al lavoro e al
risparmio, mentre la politica monetaria ha un effetto rilevante sia sul Pil effettivo sia su quello potenziale.
Nessuno Stato è un universo a sé; tutti gli Stati partecipano all'economia globale sono collegati tra loro
attraverso il commercio e la finanza. Gli Stati controllano attentamente i flussi di scambio con l’estero. Un
indice particolarmente importante è rappresentato dalle esportazioni nette, la differenza numerica tra il
valore delle esportazioni e quello delle importazioni.con la diminuzione dei costi di trasporto e di
comunicazione i rapporti con l'estero sono diventati più stretti di quelli di una generazione fa. L'economia
internazionale è un'intricata rete di rapporti commerciali e finanziari tra paesi. Quando il sistema economico
internazionale funziona bene contribuisce alla rapida crescita economica; quando le strutture commerciali
cedono, la produzione di redditi ne soffrono in tutto il mondo; i paesi devono quindi considerare l'effetto delle
politiche commerciali e delle politiche di finanza internazionale sugli obiettivi interni di produzione,
occupazione stabilità dei prezzi.

Tra tutti i concetti della macroeconomia, il più importante come misura è il prodotto interno lordo, che calcola
il valore totale dei beni e dei servizi prodotti in un paese e rientra nei conti del reddito e del prodotto
nazionale, un insieme di statistiche che consentono ai responsabili politici di stabilire se l'economia si sta
contraendo espandendo e se sussiste la minaccia di una grave recessione o di inflazione. Quando gli
economisti vogliono stabilire il livello di sviluppo economico di un paese esaminano il Pil pro capite. Il
prodotto interno lordo è la misura più completa della produzione totale dei beni di servizi di uno Stato: è la
somma dei valori monetari del consumo, dell’investimento lordo, della spesa pubblica per beni e servizi e
delle esportazioni nette realizzati all'interno di uno Stato in un dato anno.—-> PIL= C+ I+ G + X. Il Pil si usa
per molti scopi, ma il più importante è quello di misurare i risultati globali di un’economia. Il Pil è misurabile in
due modi completamente diversi: il Pil in base al flusso dei beni o alla somma dei redditi percepiti. Ogni
anno i cittadini utilizzano una grande varietà di beni e servizi finali.qui consideriamo solo i prodotti finali, i
beni che alla fine vengono acquistati e usati dai consumatori. Il prodotto interno lordo si definisce come il
valore monetario totale del flusso di beni finali prodotti dallo Stato.gli ha detti alla contabilità nazionale
utilizzano i prezzi di mercato come pesi per valutare i beni diversi perché riflettono il relativo valore
economico di diversi beni e servizi- il secondo metodo per il calcolo del Pil è quello dei costi o dei
redditi.consiste nel trovare il totale dei redditi percepiti dai fattori, cioè i costi di produzione dei beni finali
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prodotti da un sistema economico. I due metodi sono assolutamente equivalenti. Gli economisti traggono le
informazioni necessarie da un'ampia gamma di fonti.la più importante è il conto di un'azienda, ovvero la
registrazione in cifre di tutti i flussi in un dato periodo. Il film è stato definito come la produzione totale di beni
e servizi finali.un prodotto finale è un bene realizzato e venduto direttamente per il consumo o l’investimento.
mentre il Pil esclude i prodotti intermedi, ovvero i beni utilizzati per produrre altri beni.l'esclusione dei beni
intermedi non crea grosse complicazioni: ci si limita a includere il pane e i computer, ma si evita di
comprendere il frumento e la farina utilizzati per fare il pane o le patatine e la plastica impiegati per
realizzare i computer. Per evitare doppi conteggi è opportuno includere nel Pil solo i beni finali ed escludere
quelli intermedi.misurando il valore aggiunto in ciascuna fase E facendo attenzione a sottrarre le spese per i
beni intermedi acquistati da altre imprese, il metodo dei redditi illustrato dall'anello inferiore dello schema
serve evitare doppi conteggi e registra salari, interessi, rendite e profitti solo una volta. Si definisce Pil il
valore monetario dei beni e dei servizi prodotti in un sistema economico, calcolato usando come criterio di
misura i prezzi di mercato dei beni e dei servizi stessi. Ma i prezzi variano nel tempo e questo è uno dei
problemi che gli economisti devono risolvere quando usano la moneta come criterio di misura. Gli
economisti cercano di ovviare al problema eliminando le componenti di aumento dei prezzi, in modo da
creare un indice quantitativo del prodotto nazionale. È possibile misurare il Pil di un dato anno usando i
prezzi effettivi di mercati di quello stesso anno, ottenendo così il Pil nominale o il Pil a prezzi corretti. Per
misurare il Pil reale si moltiplicano le quantità di beni per un insieme di prezzi fisso o invariato. Pertanto il Pil
nominale si calcola in base a prezzi variabili mentre per quello reale si utilizzano prezzi costanti.dividendo il
Pil nominale per il Pil reale si ottiene il deflatore del Pil, che serve a misurare il livello globale dei prezzi. Il pil
nominale (PQ) rappresenta il valore monetario totale dei beni e dei servizi finali prodotti in un dato anno,
dove i valori sono espressi in termini dei prezzi di mercato in via ciascun anno. Il Pil (Q) reale elimina le
variazioni dei prezzi dal Pil nominale e serve a calcolare il Pil a prezzi costanti. Il tradizionale deflatore (P)
del Pil è il prezzo del Pil e viene definito come segue: Q= PQ/P.
Gli Stati destinano parte del loro prodotto alla realizzazione di capitale, cioè di beni durevoli che
incrementino la produzione futura. Nei conti economici l'investimento consiste nell'aggiunta al capitale
sociale nazionale di costruzioni, attrezzature… I conti nazionali comprendono in prevalenza il capitale
tangibile, ma trascurano molti beni intangibili.gli investimenti rappresentano aggiunte alla dotazione di beni
capitali durevoli che accrescono le possibilità produttive del futuro. Il prodotto interno lordo è la somma di
tutti i prodotti finali; insieme ai beni di consumo e ai servizi bisogna includere anche gli investimenti lordi. Gli
investimenti lordi non vengono corretti per tenere conto dell'ammortamento, che misura l'ammontare di
capitale consumato in un anno.se si vuole ricavare l'effettivo incremento di capitale della società, gli
investimenti lordi non sono un criterio di misura sensato.per valutare la formazione del capitale si misurano
gli investimenti netti dati dagli investimenti lordi meno l’ammortamento. Il maggiore acquirente del sistema
economico è la pubblica amministrazione, che tende ad acquistare beni che rientrano nella tipologia di quelli
di consumo E beni come quelli di investimento. Il Pil comprende solo la spesa pubblica per beni e servizi,
mentre esclude il costo dei trasferimenti. I trasferimenti pubblici costituiscono i pagamenti della pubblica
amministrazione a singoli individui che non forniscono in cambio alcun beni o servizi. Questi pagamenti
hanno uno scopo sociale ma, poiché non vengono effettuati per l'acquisto di un bene, sono messi dal Pil;
invece lo stipendio che lo Stato versa a un insegnante supplente rappresenta il pagamento di un fattore
produttivo e viene quindi incluso nel Pil. Utilizzando l'approccio del flusso di prodotti per calcolare il Pil e non
ci si deve preoccupare di come lo Stato finanzia la propria spesa.nell'approccio del flusso di prodotti è
possibile ignorare le imposte. L'approccio al Pil secondo i costi comprende sia le imposte indirette sia quelle
dirette come elementi del costo per la realizzazione del prodotto finale. L'ultima componente del Pil sono le
esportazioni nette, la differenza tra esportazioni e importazioni di beni e servizi.
Il Pil comprende gli investimenti lordi, cioè l'investimenti netti più l’ammortamento. Sottraendo
l'ammortamento al Pil si ottiene il prodotto interno netto. Una misura alternativa è il prodotto nazionale lordo.
Quest'ultimo è il prodotto totale ottenuto con il lavoro il capitale di proprietà di residenti in un dato paese,
mentre il Pil è il prodotto ottenuto con il lavoro e il capitale situati all'interno del paese. Il prodotto interno
netto è pari al prodotto totale realizzata all'interno di un paese nel corso di un anno, dove il prodotto
comprende gli investimenti netti o gli investimenti lordi meno l’ammortamento. Il prodotto nazionale lordo è il
prodotto totale ottenuto con fattori di produzione di proprietà dei residenti di un paese nel corso di un anno. Il
prodotto interno lordo è il prodotto interno netto sono misure perfette del reale benessere economico. Negli
ultimi anni gli statistici hanno iniziato a introdurre alcune correzioni per tenere conto di misure non market,
quali lavoro domestico non retribuito e le esternalità ambientali.

L'inflazione si verifica quando aumenta il livello generale dei prezzi, la deflazione quando scende.il livello
generale dei prezzi e il tasso di inflazione si misurano utilizzando gli indici dei prezzi, media ponderata dei
prezzi di migliaia di singoli prodotti. L'indice dei prezzi più importanti è l'indice dei prezzi al consumo (IPC)
che di solito misurava il costo di un paniere fisso di beni di consumo e di servizi rispetto al costo di quel

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paniere in un particolare anno base. Studi recenti indicano che l'indice dei prezzi al consumo tende a essere
notevolmente sovrastimato per il problema dei numeri indice e l'omissione di beni nuovi e migliorati.

Capitolo 19:
L'analisi della domanda e dell'offerta aggregata è stata elaborata dagli economisti per contribuire a spiegare
le principali tendenze della produzione dei prezzi. L'offerta aggregata dipende dal livello dei prezzi, dalla
capacità produttiva dell'economia e dal livello dei costi.è evidente che l'offerta aggregata dipende sia dal
livello dei prezzi che le aziende possono chiedere, sia dalla capacità dell’economia, ossia della produzione
potenziale, che a sua volta è determinata dalla disponibilità di fattori immessi nel processo produttivo e
dall'efficienza tecnica e gestionale con la quale si combinano tali input.la domanda aggregata si riferisce
all'importo totale che i diversi settori dell'economia sono disposti a spendere in un dato periodo. La domanda
aggregata è la somma della spesa dei consumatori, delle aziende e dello Stato, e dipende dal livello dei
prezzi oltre che dalla politica monetaria e fiscale ed altri fattori. Le curve della domanda e dell'offerta
aggregata si usano spesso come ausilio nell'analisi delle condizioni macroeconomiche.la curva con
pendenza decrescente è la rappresentazione grafica della domanda aggregata e indica la somma di ciò che
i vari agenti operanti in quell'economia sono disposti ad acquistare a diversi livelli dei prezzi. La curva con
pendenza crescente è la rappresentazione grafica dell'offerta aggregata indica la quantità di beni e servizi
che le aziende sono disposte a produrre e vendere a ciascun livello dei prezzi. I concetti di domanda e
offerta aggregata possono essere utilizzati per vedere come vengono determinati valori di equilibrio di
prezzo e quantità: ciò significa che si vuole trovare il Pil reale e il livello globale dei prezzi in grado di
soddisfare sia gli acquirenti sia i venditori. L'equilibrio macroeconomico è una combinazione del livello
generale dei prezzi e della quantità globale prodotta in cui negli acquirenti nei venditori desiderano cambiare
i propri acquisti, le proprie vendite o i prezzi.
Nel corso degli anni 70 si ebbe un importante crisi dal lato dell'offerta.il 1973 fu definito l'anno delle sette
piaghe e fu segnato dalla perdita di raccolti, da cambiamenti delle correnti oceaniche, da massicce
speculazioni sui mercati mondiali.il rincaro del greggio fece salire enormemente i prezzi all'ingrosso. Poco
dopo la crisi dell’ offerta l'inflazione Sally bruscamente e la produzione reale diminuì, mentre tutti i maggiori
paesi industrializzati attraversavano un periodo di staginflazione. Questo grande e inaspettato aumento del
costo delle materie prime e determinò una crisi dell'offerta che si può rappresentare graficamente come uno
spostamento verso l'alto della curva dell'offerta aggregata. Conseguenza spiacevole della crisi dell'offerta
sono prezzi più elevati, seguiti da una diminuzione della produzione e da un aumento della disoccupazione.

La domanda aggregata è la quantità totale o aggregata di prodotto che viene acquistata volontariamente a
un dato livello di prezzi e a parità di altri fattori.rappresenta la spesa complessiva prevista in tutti i settori
economici ed è costituita da quattro componenti principali: il consumo, l'investimenti interni privati, la spesa
pubblica per beni e servizi e le esportazioni nette. Il consumo è determinato principalmente dal reddito
disponibile.l'analisi della domanda aggregata si incentra sui fattori che determinano il consumo reale, cioè il
consumo nominale o monetario diviso l'indice dei prezzi al consumo. La spesa per investimenti comprende
gli acquisti di strutture e attrezzature e l'accumulo di scorte da parte di privati. I principali fattori che
determinano gli investimenti sono il livello di produzione, il costo del capitale e le aspettative sul futuro. Una
terza componente è la spesa pubblica per beni e servizi. A differenza del consumo e degli investimenti,
questa componente è determinata direttamente dalle decisioni di spesa pubblica.l'ultima componente sono
le esportazioni nette pari al valore delle esportazioni meno quelle delle importazioni.queste ultime sono
determinate dal reddito e dal prodotto interno, dal rapporto tra prezzi interni ed esteri e dal tasso di cambio
della nostra moneta. Le esportazioni nette saranno quindi determinate da redditi interni esterni, da prezzi
relativi e dei tassi di cambio. La curva della domanda aggregata a andamento decrescente: ciò significa che,
a parità di altre condizioni, il livello della spesa reale diminuisce all'aumentare del livello globale dei prezzi di
un’economia. La curva aggregata a un andamento decrescente, indice del fatto che la spesa reale
diminuisce proporzionalmente all'aumento del livello dei prezzi, a parità di altre condizioni.la spesa reale si
riduce con un livello dei prezzi superiore a causa dell'effetto dei prezzi più elevati sui redditi reali, sul
patrimonio reale e sull'offerta di moneta. I fattori che determinano la curva possono essere suddivisi in due
categorie: la prima comprende le principali variabili di politica economica soggetti al controllo pubblico e
sono rappresentati dalla politica monetaria e della politica di bilancio.la seconda categoria è costituita dalle
variabili esogene, o variabili che vengono determinate al di fuori dell'apparato domanda offerta.
Sebbene gli economisti generalmente concordino sui fattori che incidono sulla domanda, le loro opinioni
divengono per l'accento posto con le diverse forze: alcuni spesso definiti monetaristi si concentrano sui
fattori monetari nell'analisi delle variazioni della domanda aggregata, sottolineando in modo particolare il
ruolo dell'offerta di moneta.altri economisti si concentrano invece sul fattori esogeni: alcuni hanno sostenuto
che il progresso tecnologico è uno dei fattori determinanti nelle fasi di espansione e contrazione. La corrente
principale del pensiero macroeconomico attuale è una sintesi di diversi approcci.nello studio dei cicli
economici, gli studiosi di macroeconomia si basano solitamente sugli approfondimenti dell’ economia
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keynesiana, che considera gli shock alla domanda aggregata come fonte di disturbi ciclici. Questi shock
potrebbero derivare dalla politica monetaria o fiscale oppure da disturbi nel settore privato.

L'offerta aggregata descrive il comportamento dell'economia da dal lato della produzione.si può costruire la
curva dell'offerta aggregata come diagramma che mostra il livello del prodotto nazionale totale che sarà
realizzato a ogni livello possibile di prezzi a parità di altre condizioni. Nell'analisi dell'offerta aggregata è
essenziale distinguere le curve dell'offerta aggregata a seconda del parametro temporale. Per il breve
periodo si considera la scheda dell'offerta aggregata di breve periodo.questo rapporto è illustrato da una
curva con pendenza crescente, lungo la quale prezzi più elevati sono associati ad aumenti della produzione.
Per il lungo periodo si considera la scheda dell'offerta aggregata di lungo periodo in cui gli aumenti del livello
di prezzi non determinano un incremento del prodotto totale fornito. L'offerta aggregata dipende
fondamentalmente da due insiemi di forze: il prodotto potenziale e la dinamica prezzi-salari. Il concetto
fondamentale per comprendere l'offerta è il prodotto potenziale o Pil potenziale, che rappresenta la quantità
massima che l'economia può produrre senza scatenare pressioni inflazionistiche. Il Pil potenziale è il livello
più alto sostenibile del prodotto nazionale. In generale si misura come il prodotto che sarebbe realizzato a
un basso livello di riferimento del tasso di disoccupazione, noto come tasso naturale di disoccupazione. La
curva dell'offerta aggregata è influenzata non solo dal prodotto potenziale, ma anche da variazioni dei costi
di produzione.quando questi aumentano, le imprese sono disposti a fornire un dato livello di prodotto solo a
un prezzo più elevato.un aumento del prodotto potenziale farebbe spostare la curva dell'offerta aggregata
verso l'esterno. Se i costi di produzione dovessero aumentare senza variazione del prodotto potenziale, la
curva si sposterebbe verso l’alto.
Uno dei principali dibattiti della moderna macroeconomia aperte sulla determinazione dell'offerta
aggregata.molti economisti della scuola keynesiana ritengono che le variazioni della domanda aggregata
hanno un effetto significativo e duraturo sul prodotto, quindi se la domanda aggregata scende nel breve
periodo questo determinerà una riduzione del prodotto e dell’occupazione. In riferimento alle curve questo
approccio implica che la curva di offerta aggregata e relativamente piatta nel breve periodo; una riduzione
della domanda aggregata porterà una leggera diminuzione dei prezzi, ma una notevole diminuzione del
prodotto. Un punto di vista contrario è rappresentato dall'approccio classico della macro economia. Questa
scuola sottolinea che la grande capacità di bilanciamento delle forze che operano attraverso il meccanismo
dei prezzi tenendo l'economia vicino alla piena occupazione senza intervento del governo.
Nel breve periodo, l'offerta aggregata di un'economia differirà dal prodotto potenziale a causa delle
componenti rigide dei costi.a breve termine le imprese reagiranno alla maggior domanda aumentando sia la
produzione sia i prezzi.nel lungo periodo, quando i costi reagiscono a livello più elevato dei prezzi, la
risposta alla crescente domanda si tradurrà completamente o in massima parte in prezzi più elevati in parte
minima o nulla in prodotto più elevato. Mentre la curva di. Offerta aggregata di breve periodo a pendenza
crescente, quella di lungo periodo si trasforma in una retta verticale perché, se ne hanno il tempo, tutti i costi
si adeguano.

Capitolo 20:
Nei cinque anni successivi allo scoppio della grande crisi, la disoccupazione è cresciuta su scala mondiale
raggiungendo i 197 milioni di disoccupati nel 2012.
Le variazioni del tasso di disoccupazione conquistano ogni mese i titoli dei giornali.i dati sul lavoro e sulla
disoccupazione sono i dati economici più completi e più attentamente elaborati che un paese raccolga.
Vengono redatti ogni mese secondo una procedura nota come campionamento casuale della
popolazione.nella sondaggio la popolazione in età da lavoro viene suddivisa in quattro gruppi: gli occupati,
persone che svolgono un lavoro retribuito; disoccupati, comprende persone che non sono occupate ma
cercano attivamente un impiego o sono in attesa di tornare a lavorare; persone non appartenenti alla forza
lavoro, parte della popolazione adulta che frequenta una scuola, fai lavori domestici o è in pensione; forza
lavoro, comprende tutti i colori che sono occupati o disoccupati. Il rapporto tra forza lavoro e popolazione
totale è detto tasso di attività, mentre il tasso di disoccupazione è dato dal numero di disoccupati diviso la
forza lavoro totale. L'elevata disoccupazione è un problema sia economico sia sociale: come problema
economico rappresenta uno spreco di risorse preziose; Quale problema sociale costruisce una fonte di
enorme sofferenza per i lavoratori che restano con un reddito ridotto. Quando il tasso di disoccupazione
sale, l'economia spreca effettivamente tutti i beni e i servizi che i lavoratori disoccupati avrebbero prodotto.
La conseguenza più dolorosa di qualsiasi recessione è l'aumento del tasso di disoccupazione. La
disoccupazione e di solito procede parallelamente al calo del prodotto: la natura esatta di questa
correlazione e ora nota come legge di Okun. Questa legge crea un legame fondamentale tra il mercato del
prodotto e quello del lavoro, affermando che: per ogni: percentuali di diminuzione del Pil, rispetto al Pil
potenziale, il tasso di disoccupazione sale di un punto percentuale. Le importanti conseguenze di questa
legge sono le seguenti: il Pil effettivo deve crescere con la stessa rapidità di quello potenziale unicamente

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per impedire che la disoccupazione aumenti; se si vuole far scendere il tasso di disoccupazione inoltre il Pil
effettivo deve crescere più velocemente di quello potenziale.
Gli economisti individuano tre tipi diversi di disoccupazione: frizionale, strutturale e ciclica.
La disoccupazione frizionale si verifica a causa dell'incessante movimento di persone tra regioni e
occupazioni o in diverse fasi del ciclo di vita.l a disoccupazione ciclica si verifica quando la domanda globale
di lavoro è bassa. La disoccupazione strutturale indica la mancata coincidenza dell'offerta e della domanda
di lavoratori, che si può verificare perché la domanda di un tipo di occupazione sale mentre quella di un altro
scende e le offerte non si adeguano rapidamente.

Attraverso l'analisi micro economica dei mercati del lavoro gli economisti tentano di comprendere i motivi
della disoccupazione.molti analisi concordano nell'osservare che la disoccupazione insorge perché i salari
non sono abbastanza flessibili da equilibrare i mercati.
All'equilibrio concorrenziale di mercato le imprese sono disposte ad assumere tutti i lavoratori qualificati che
vogliono lavorare al salario di mercato. Questi lavoratori disoccupati sono disoccupati volontari, nel senso
che scelgono di non lavorare al tasso salariale di mercato.l'esistenza della disoccupazione volontaria fa
emergere un aspetto importante: un'economia può operare al massimo dell'efficienza pur generando una
certa disoccupazione.i disoccupati volontari possono preferire le attività ricreative o di un altro genere
all'impieghi, il tasso salariale corrente, oppure possono essere soggetti a disoccupazione frizionale O
preferire il tempo libero e il sussidio al lavoro malpagato. Keynes spiegò che si assiste a occasionali
fiammate di disoccupazione involontaria, in periodi nei quali lavoratori qualificati non riescono a trovare
lavoro al tasso salariale corrente.si può comprendere come salari rigidi portino alla disoccupazione
involontaria mediante l'analisi di un mercato del lavoro non equilibrato. La teoria della disoccupazione
involontaria suppone che i salari siano rigidi. Gli stipendi e i salari si adeguano per riflettere le carenze o le
eccedenze di un particolare mercato del lavoro solo in un lungo periodo di tempo. La teoria dei salari
vischiosi e della disoccupazione involontaria afferma che il lento adeguamento dei salari determina
eccedenze e carenze nei singoli mercati del lavoro, che quindi, nel breve periodo assomigliano molto al
esempio di un mercato del lavoro non tendente all’equilibrio. I mercati del lavoro alla fine reagiscono alle
condizioni del mercato: i salari delle occupazioni più richieste salgono rispetto a quelli dell'impieghi poco
richiesti. Nella lungo periodo i salari tendono effettivamente a modificarsi per equilibrare la domanda e
l'offerta, perciò le principali sacche di disoccupazione tendono a scomparire a mano a mano che salari e
quantità di lavoro si adeguano alle condizioni di mercato. Il lungo periodo però può durare anni e quindi i
periodi di disoccupazione possono protrarsi per molto tempo.
I principali cambiamenti nel tasso di disoccupazione nel corso del tempo derivano dall'aumento delle
persone che perdono il lavoro.questa fonte di disoccupazione aumenta enormemente durante una
recessione per due motivi: il numero di persone che perde il lavoro aumenta e ci vuole più tempo per trovare
un nuovo impiego.

Capitolo 21:
Verifica quando aumenta il livello generale dei prezzi. Attualmente viene calcolata utilizzando gli indici dei
prezzi, medie ponderate dei prezzi di migliaia di singoli prodotti. Il tasso di inflazione è la velocità di
variazione del livello generale dei prezzi e si misura come segue —->
[livellodeiprez zi(a n n ot) − livellodeiprez zi(a n n ot − 1)/livellodeiprez zi(a n n ot − 1)]x100
L'inflazione esiste da quando esistono le economie di mercato. Presenta diversi livelli di gravità, quindi è
utile suddividerla in tre categorie:
- l'inflazione moderata è contraddistinta da prezzi che aumentano lentamente e in modo prevedibile.
- L'inflazione galoppante si caratterizza per gravi distorsioni economiche; i contratti vengono agganciati ad
un indice dei prezzi o a una valuta estera come il dollaro.
- l’iperinflazione subentra quando i prezzi aumentano contassi a due o tre cifre nel corso di ogni mese. È
sempre stata associata a guerre e rivoluzioni.
Una distinzione importante nelle analisi dell'inflazione riguarda la prevedibilità o l'imprevedibilità degli
aumenti dei prezzi. Gli economisti in genere ritengono che l'inflazione prevista a tassi modesti avrebbe
scarso effetto sull'efficienza economica o sulla distribuzione del reddito e della ricchezza. Durante i periodi di
inflazione non tutti i prezzi e i salari variano allo stesso ritmo, si verificano cioè variazioni dei prezzi relativi
che, essendo divergenti, hanno sicuramente i seguenti effetti: una ridistribuzione del reddito e della
ricchezza tra i diversi gruppi, e distorsioni dei prezzi relativi e dei rendimenti di attività diverse. Il principale
effetto dell'inflazione si verifica mediante l'impatto sul valore reale della ricchezza.in generale l'inflazione
imprevista ridistribuisce la ricchezza dai creditori ai debitori, favorendo chi assume e colpendo chi concede
prestiti; una diminuzione imprevista dell’inflazione sortisce l'effetto opposto, ma l'inflazione Erode perlopiù il
reddito e i beni capitali, ridistribuendo in modo casuale la ricchezza tra la popolazione.
Oltre a ridistribuire i redditi, l'inflazione influisce sull'economia reale sotto due aspetti particolari: influenza il
prodotto totale e incide sull'efficienza economica.l'inflazione riduce l'efficienza economica perché distorce i
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segnali dei prezzi.distorce anche l'uso della moneta. Molti economisti mettono in rilievo l'effetto distorsivo
dell'inflazione sulle imposte. Quando i prezzi aumentano, il valore reale delle disposizioni monetarie in
termini di imposte tende a diminuire. Questi non sono però gli unici costi determinati dall'inflazione. Alcuni
economisti parlano dei cosiddetti costi di listino dell'inflazione, fondati sul presupposto che, quando variano i
prezzi, le imprese utilizzeranno risorse reali per adeguare i propri prezzi. Anche se gli economisti possono
non essere d'accordo sull'obiettivo preciso per l'inflazione, la maggior parte di loro conviene che un livello
dei prezzi leggeri prevedibile aumento e il clima migliore per una sana crescita economica.un attento vaglio
delle evidenze empiriche indica che la bassa inflazione a uno scarso effetto sulla produttività o sul prodotto
reale. L'inflazione galoppante o l'iper inflazione possono invece provocare gravi danni alla produttività e ai
singoli individui attraverso la ridistribuzione del reddito e della ricchezza.

Fino agli anni 70 nei paesi industrializzati l'elevata inflazione di solito andava di pari passo con alti livelli di
occupazione e di produzione, mentre i periodi di diminuzione imprevista dell'inflazione o di deflazione furono
caratterizzati da un'alta disoccupazione e da un basso grado di utilizzazione di capitale nel lungo periodo.
Non esiste una causa unica dell'inflazione; alcuni tipi di inflazione derivano dal lato della domanda, altri da
quello dell'offerta, ma un aspetto chiave è che sviluppano una forza d'inerzia interna, e una volta avviati,
sono difficili da arrestare. Nelle moderne economie industriali l'inflazione è altamente inerziale, cioè rimane
allo stesso livello fino a quando gli eventi economici lo fanno cambiare. L'economia ha un tasso di inflazione
inerziale costante al quale si sono adeguate le aspettative dei cittadini.questo tasso di inflazione incorporato
tende a persistere fino a quando uno shock lo fa salire o scendere. Uno dei principali shock deriva da una
variazione della domanda aggregata.l'inflazione da domanda si verifica quando la domanda aggregata
cresce più rapidamente del potenziale produttivo del paese, facendo salire i prezzi per equilibrare la
domanda e l'offerta aggregata. I prezzi oggi variano su una strada a senso unico: salgono durante le
recessioni e ancora più velocemente durante le espansioni, e questo vale per tutte le economie di mercato
del mondo. L'inflazione derivante dai costi crescenti durante periodi di elevata disoccupazione e modesta
utilizzazione delle risorse si definisce inflazione da costi. L'inflazione inerziale si verifica quando le curve
della domanda aggregata e dell'offerta aggregata si spostano costantemente verso l'alto allo stesso ritmo.
Uno strumento utile per capire l'inflazione è dato dalla curva di Philips, che mostra la relazione tra
disoccupazione e inflazione. L'idea di fondo È che quando la produzione è elevata e la disoccupazione è
bassa, i salari e i prezzi tendono a crescere più rapidamente. In macroeconomia si distingue la curva di
Philips di breve periodo da quella di lungo periodo. Gli economisti che hanno studiato a fondo i periodi di
inflazione hanno rilevato che la curva di Philips è fortemente instabile. Basandosi sui frutti del lavoro di
Edmund Phelps e Milton Friedman, la macro economia ha sviluppato la moderna teoria dell'inflazione, che
attua una distinzione tra il lungo e il breve periodo e sostiene che la curva di Philips con pendenza negativa
è valida solo nel breve periodo, mentre nel lungo periodo è verticale e non decrescente. Questo approccio
implica che nel lungo periodo vi sia un tasso di disoccupazione minimo in linea con l'inflazione costante; tale
tasso viene detto tasso naturale di disoccupazione. Il tasso naturale di disoccupazione è il tasso di
disoccupazione è compatibile con un tasso di inflazione costante.al tasso naturale le forze che esercitano
pressioni verso l'alto o verso il basso sull'inflazione dei prezzi e salari si bilanciano, quindi non esiste
tendenza alla variazione dell’inflazione. Il tasso naturale è il tasso di disoccupazione più basso che si possa
sostenere senza pressioni verso l'alto sull’inflazione. Il tasso naturale di disoccupazione opera una
suddivisione dell'economia in tre possibili scenari: eccesso di domanda, eccesso di offerta e pressioni
neutrali. Secondo la teoria del tasso naturale, l'unico livello di disoccupazione in linea con un tasso di
inflazione stabile è proprio il tasso naturale. In base a questa teoria la curva di Philips di lungo periodo deve
essere tracciata come una retta verticale.il tasso naturale di disoccupazione definisce il confine tra costo
eccessivo del denaro/inflazione crescente ed elevata disoccupazione/inflazione decrescente. Nel breve
periodo è possibile ridurre l'inflazione aumentando la disoccupazione al di sopra del suo tasso naturale ma,
nel lungo periodo, il tasso naturale di disoccupazione è il più basso che si possa sostenere. Nel breve
periodo un aumento della domanda aggregata che fa scendere il tasso di disoccupazione al di sotto del
tasso naturale tende a far salire il tasso di inflazione; analogamente, le recessioni e la disoccupazione
elevata tendono a far scendere l'inflazione. Nel breve periodo, mentre la curva di Philips è stabile, vi è una
possibilità di scambio tra inflazione e disoccupazione.quando l'inflazione più alta o più bassa rispetto alle
previsioni della gente, le aspettative inflazionistiche si adeguano e spostano la curva di Philips di breve
periodo verso il basso o verso l’alto. La curva di Philips di lungo periodo è del tutto verticale al tasso di
disoccupazione è compatibile con un tasso stabile di inflazione; una disoccupazione superiore rispetto al
tasso naturale tenderà a far diminuire il tasso di inflazione.

Capitolo 22:
Il consumo e la spesa delle famiglie per i beni finali e servizi, mentre il risparmio è la parte del reddito
disponibile non destinata ai consumi. I principali elementi del consumo sono la casa, i veicoli a motore, i
generi alimentari e l'abbigliamento.non esistono due famiglie che spendono il proprio reddito disponibile
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esattamente nello stesso modo, ma le statistiche mostrano che esiste una prevedibile regolarità nel modo in
cui i cittadini ripartiscono le proprie spese tra prodotti alimentari, abbigliamento e altri articoli importanti. Le
famiglie con titolo di studio più basso, a cui molto spesso corrisponde una condizione socio-economica
familiare modesta, devono spendere i propri redditi in gran parte per i bisogni primari, quali il cibo e la casa.
All'aumentare del titolo di studio anche la spesa per molti prodotti alimentari aumenta: si può mangiare
meglio e di più. Vi sono però limiti al denaro in più che i cittadini spenderanno per il cibo quando i redditi
aumentano, perciò la proporzione della spesa totale per prodotti alimentari diminuisce all'aumentare del
reddito. Le spese per vestiti, attività ricreative e automobili aumentano in modo più che proporzionale al
reddito al netto delle imposte, fino a quando si raggiungono redditi elevati; la spesa per articoli di lusso
aumenta in proporzione maggiore rispetto al reddito.
Il reddito, il consumo e il risparmio sono strettamente correlati. Il risparmio personale è la parte del reddito
disponibile che non viene consumata; e pari al reddito meno il consumo. Studi empirici hanno dimostrato
che il reddito è il principale fattore che determina il consumo e il risparmio: i ricchi risparmiano più dei poveri,
sia in termini assoluti sia come percentuale di reddito; chi è poverissimo e del tutto incapace di risparmiare,
anzi, finché può ottenere prestiti o intaccare la propria ricchezza, tende ad attuare un risparmio negativo,
cioè a spendere più di quanto guadagni. Per comprendere come il consumo influisca sulla prodotto
nazionale è necessario introdurre alcuni nuovi strumenti. È infatti necessario capire quale sia l'incremento
del consumo e del risparmio per ogni aumento unitario del reddito. Questo rapporto è indicato da due
funzioni: la funzione di consumo, che mette in relazione il consumo e il reddito, la funzione di risparmio, che
mette in relazione risparmio e reddito. La funzione di consumo mostra il rapporto tra il livello delle spese per
i beni di consumo e quello del reddito disponibile delle famiglie. Questo concetto si fonda sull'ipotesi che
esista una relazione empirica costante tra consumo e reddito.ciascuna delle combinazioni di reddito e
consumo è rappresentata da un singolo. E i punti vengono poi uniti da una curva continua.nel caso più
semplice di una relazione lineare fra consumo e il reddito, la funzione del consumo è una retta
rappresentata dall’equazione: C= c0 + cRD (RD= reddito disponibile e c0 costante di consumo minimo). Il
punto di pareggio rappresenta la situazione in cui la spesa per il consumo è uguale al reddito disponibile. In
un qualsiasi punto della bisettrice degli assi il consumo è uguale al reddito e la famiglia a un risparmio pari a
zero. Quando la funzione di consumo si trova al di sopra della bisettrice e la famiglia ha un risparmio
negativo; quando si trova sotto la bisettrice la famiglia ha un risparmio positivo. La funzione di risparmio
mostra il rapporto tra il livello di risparmio è il reddito.
La moderna macroeconomia attribuisce molta importanza all'effetto delle variazioni di reddito sul
consumo.questo concetto viene definito propensione marginale al consumo o PMC. La propensione
marginale al consumo è l'importo aggiuntivo che i cittadini consumano quando ricevono 1 euro in più al
reddito. La pendenza della funzione di consumo, che misura la variazione del consumo per ogni euro di
variazione del reddito, è la propensione marginale di consumo. La propensione marginale al risparmio o
PMR È definita come la frazione di un euro addizionale di reddito che si traduce in un risparmio aggiuntivo.
Il consumo è essenziale per comprendere i cicli economici di breve periodo e la crescita economica di lungo
termine.nel breve periodo il consumo è la principale componente della spesa aggregata. Il consumo è
fondamentale perché ciò che non si consuma e a disposizione del paese per l'investimento, e quest'ultimo
funge da forza propulsiva della crescita economica di lungo periodo. Sia l'osservazione diretta sia le analisi
statistiche mostrano che il livello corrente del reddito disponibile è il fattore essenziale nella determinazione
del consumo di uno Stato. Per comprendere in che modo il consumo dipenda dalle tendenze del reddito nel
lungo periodo gli economisti hanno elaborato la teoria del reddito permanente e l'ipotesi del ciclo di vita. Il
reddito permanente è il livello tendenziale del reddito, cioè il reddito che si ottiene una volta eliminati gli
influssi temporanei o transitori dovuti al tempo o a una vincita inaspettata alla lotteria. La teoria del ciclo di
vita si fonda sull'ipotesi che l'individuo tenti di programmare per tutto il periodo della propria vita il migliore
utilizzo del reddito per il consumo. L'individuo divide la sua vita in due periodi: il periodo lavorativo e il
periodo di pensionamento. Nel primo periodo lavora e percepisce reddito, nel secondo non lavora e quindi
non ha reddito. Un altro fattore che determina l'ammontare del consumo e la ricchezza. Il fatto che una
maggiore ricchezza porti a maggiori consumi si definisce effetto ricchezza. Si può concludere che il livello di
reddito disponibile è l'elemento principale che incide sul livello del consumo nazionale. Con questo risultato
possiamo costruire un grafico: la funzione del consumo adattata, che mostra quanto il consumo abbia
seguito da vicino il reddito disponibile negli ultimi 25 anni.

La seconda componente principale della spesa privata è costituita dagli investimenti: determinano variazioni
della domanda aggregata e influiscono sul ciclo economico, infine portano all'accumulazione di capitale. Gli
investimenti svolgono perciò un duplice ruolo, dato che agiscono sia sulla produzione di breve periodo,
mediante l'impatto sulla domanda aggregata, sia sulla crescita economica del prodotto di lungo periodo,
mediante l'incidenza della formazione di capitale sulla produzione potenziale e sull'offerta aggregata. Il
motivo fondamentale per cui le imprese acquistano beni capitali è che si aspettano che ciò porti i loro profitti,
cioè che determini per loro entrate superiori, ai costi degli investimenti.ci sono tre elementi essenziali per la
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comprensione degli investimenti: ricavi, costi e aspettative. L'investimento porterà a un'azienda entrate
aggiuntive se la aiuta a venderne di più.il secondo fattore importante nella determinazione del livello di
investimento sono i costi dell'investimento stesso. Per i beni durevoli il costo del capitale non comprende
solo il prezzo del bene capitale, ma anche il tasso di interesse che chi contrae il prestito paga.il terzo
elemento sono le aspettative. Gli investimenti sono soprattutto un azzardo sul futuro, una scommessa che le
entrate derivanti dagli investimenti effettuati supereranno i costi. Le aziende investono per ottenere profitti.
Poiché i beni capitali durano molti anni le decisioni di investimento dipendono: dalla domanda del prodotto,
dai tassi di interesse e dalle imposte, infine dalle aspettative delle aziende in merito allo stato dell’economia..
Nell'analisi dei fattori che determinano gli investimenti il rapporto fra i tassi di interesse e l'investimenti
occupa un ruolo fondamentale. Per mostrare questo rapporto gli economisti utilizzano la cosiddetta curva di
domanda di investimenti. Nel caso più semplice di una relazione lineare in versa fra investimenti e tasso di
interesse, la funzione di domanda di investimenti è una retta rappresentata dall’equazione: I = I0 - b i ( i
tasse d’interesse, I0 costante).

Capitolo 23:
Il modello del moltiplicatore è una teoria macroeconomica usata per spiegare come si determina il prodotto
nel breve periodo. Questo modello spiega perché variazioni dell'investimenti, delle esportazioni e delle
politiche di bilancio possono incidere sul prodotto e sull'occupazione in un'economia. Il modello presuppone
che i prezzi e i salari siano considerati fissi e che esistano risorse inutilizzate. Consideriamo innanzitutto le
uguaglianza fra risparmio e investimento nel modello del moltiplicatore in un sistema economico altamente
semplificato. Questa intersezione dei diagrammi degli investimenti e del risparmio è il livello di equilibrio del
Pil verso il quale tenderà il prodotto nazionale. L'unico livello di equilibrio del Pil si verifica dove le curve di
investimento e di risparmio si intersecano. In qualsiasi altro. Il risparmio non coincide con gli investimenti:
questo divario indurre le imprese a modificare i propri livelli di produzione e di occupazione facendo ritornare
il sistema al Pil di equilibrio. Oltre all'equilibrio risparmio-investimenti c'è un altro modo per mostrare come si
determina il prodotto. Questo approccio è definito approccio del consumo più investimento. La retta CC è la
funzione di consumo, che indica il livello desiderato di consumo per ogni livello di reddito. La curva della
spesa totale mostra il livello di spesa desiderata da consumatori e imprese corrispondente a ciascun livello
di prodotto. L'economia è in equilibrio nel punto in cui la curva interseca la bisettrice degli assi, perché a quel
livello la spesa desiderata per consumi e investimenti eguaglia esattamente il prodotto totale. Il modello che
keynesiano del moltiplicatore mostra che un incremento degli investimenti farà crescere il Pil di un importo
amplificato o moltiplicato, superiore all'incremento iniziale. Il moltiplicatore è il fattore per il quale si deve
moltiplicare la variazione iniziale dell'investimenti per determinare la corrispondente variazione del prodotto
totale.l'entità del moltiplicatore dipende dalle dimensioni della propensione marginale al consumo, che può
essere espressa in termini del suo concetto complementare, la propensione marginale al risparmio. In altre
parole, maggiore è la spesa aggiuntiva per consumi, maggiore sarà il moltiplicatore. Il modello del
moltiplicatore spiega il funzionamento della domanda aggregata mostrando come interagiscono il consumo,
l'investimenti e altre variabili per determinarla; rappresenta quindi un caso particolare del modello della
domanda e dell'offerta aggregata.

La consapevolezza che la politica di bilancio abbia notevoli effetti sull'attività economica portò all’approccio
keynesiano alla politica macroeconomica, che consiste nell'uso attivo dell'azione pubblica per attenuare le
eccessive oscillazioni dei cicli economici. La spesa pubblica per beni e servizi è un fattore importante nella
determinazione del prodotto e dell'occupazione. Nel modello del moltiplicatore, sì la spesa aumenta, il
prodotto salirà dell'incremento della spesa per il moltiplicatore della spesa.la spesa pubblica adunque il
potere di stabilizzare o destabilizzare il prodotto durante il ciclo economico. Le variazioni del prelievo fiscale
rappresentano un'arma contro disoccupazione e inflazione potente quasi quanto le variazioni della spesa
pubblica. Il moltiplicatore delle imposte è inferiore a quello della spesa di un fattore pari alla propensione
marginale del consumo. Il modello del moltiplicatore suppone che gli investimenti siano fissi ignora l'impatto
della moneta, del credito e del commercio internazionale; inoltre l'offerta aggregata viene esclusa dal
quadro, perciò non c'è modo di analizzare come gli aumenti della spesa siano ripartiti tra prezzi e prodotti e
quindi dobbiamo trascurare per il momento il comportamento di salari e prezzi. Lo Stato dispone di uno
strumento altrettanto potente: la politica monetaria, che pur agendo in modo del tutto diverso presenta molti
vantaggi per combattere la disoccupazione e l’inflazione.

Capitolo 24:
Tra i settori che assumono un importanza sempre maggiore nell'economia moderna vi sono la finanza e il
sistema finanziario. Per la finanza intendiamo il processo attraverso il quale gli agenti economici richiedono
e concedono prestiti ad altri agenti per consumo o investimenti. Le attività che riguardano la finanza si
svolgono all'interno del sistema finanziario, costituito dai mercati, dalle imprese ed altre istituzioni che
eseguono le decisioni finanziarie assunte dalle famiglie, dalle imprese e dalle amministrazioni pubbliche, a
31

livello nazionale e internazionale.tra le componenti più importanti del sistema finanziario vi sono il mercato
monetario, i mercati di attività a tasso fisso e i mercati azionari. I mercati finanziari funzionano come gli altri
mercati, ma i loro prodotti e servizi consistono in strumenti finanziari quali le azioni e le obbligazioni. Le
istituzioni che offrono servizi e prodotti finanziari prendono il nome di intermediari finanziari. Queste
istituzioni si differenziano dalle altre perché si occupano prevalentemente di attività finanziarie.gli
intermediari finanziari più importanti sono le banche commerciali che prendono a deposito i fondi delle
famiglie e di altri gruppi che li prestano alle imprese e ai soggetti che ne hanno bisogno. Poiché il sistema
finanziario presenta un'importanza tanto fondamentale in un'economia moderna, prendiamo in esame le sue
funzioni principali: trasferisce risorse nel tempo tra i settori e tra le regioni.gestisce i rischi dell'economia, si
fa carico cioè dei rischi delle persone o dei settori che hanno maggiormente bisogno di ridurre i propri rischi
e li trasferisce o distribuisce ad altri che sono maggiormente in grado di sopportarli, raggruppa e ripartisce i
fondi a seconda delle necessità del singolo risparmiatore o investitore, infine svolge un'importante funzione
di compensazione, che agevola le operazioni tra i soggetti paganti e i beneficiari. I principali tipi di attività
patrimoniali sono i seguenti: la moneta, i conti di risparmio, depositi presso le banche, i titoli di Stato,
certificati e obbligazioni di Stato che garantiscono il rimborso del capitale, le azioni, diritti di proprietà sulle
imprese che rendono devidendi , Cioè pagamenti derivanti dall'utile netto delle aziende, I derivanti finanziari,
nuovi strumenti finanziari i cui valori si basano su quelli di altre attività, e infine i fondi pensione, titoli di
proprietà di attività detenuti dalle imprese o da programmi di pensionamento.
Quando si prendono a prestito attività finanziarie o si investe su di esse, si vuole naturalmente conoscere il
costo del finanziamento o il reddito dell'investimento.il tasso di interesse è il prezzo pagato per prendere a
prestito del denaro.normalmente, il calcolo degli interessi avviene su base annua, in termini percentuali,
sull'importo dei fondi presi in prestito. Esistono molte classificazioni dei tassi di interesse, in base alle
scadenze, al rischio, al trattamento fiscale e ad altre caratteristiche del debitore. I tassi di interesse
differiscono tra loro soprattutto in base alle caratteristiche del prestito o del suo richiedente. I prestiti
differiscono per scadenza, il tempo nel quale devono essere restituiti. I titoli a breve termine coprono un
periodo fino a un anno. I titoli a più lungo termine in genere esigono un tasso di interesse più elevato di
quelli a breve scadenza. I prestiti variano anche in termini di rischio. Alcuni prestiti sono praticamente privi di
rischio, altri sono altamente speculativi.le attività variano per liquidità.un'attività patrimoniale si dice liquida
se si può convertire in contanti velocemente e con una scarsa perdita di valore. Gli interessi si misurano in
termini monetari. Il tasso di interesse nominale misura il rendimento in euro annui per euro investito, ma la
moneta può diventare un criterio di misura distorta. In altre parole il tasso di interesse in euro non misura ciò
che un prestatore guadagna veramente in termini di beni e servizi. Il tasso di interesse reale misura la
quantità di beni che si otterranno in futuro rispetto a quelli a cui si è rinunciato oggi. Il tasso di interesse
nominale e il tasso di interesse è misurato in termini monetari. Il tasso di interesse reale, invece, viene
corretto per tenere conto dell'inflazione e si calcola sottraendo al tasso di interesse nominale e il tasso di
inflazione.nei periodi di inflazione si devono usare i tassi di interesse reali per calcolare il rendimento degli
investimenti in termini di beni guadagnati per anno sui beni investiti. Il tasso di interesse reale è dato dal
tasso di interesse nominale meno il tasso di inflazione.

La politica monetaria rappresenta oggi lo strumento più importante a disposizione del governo per
stabilizzare il ciclo economico. La Banca centrale utilizza il suo controllo sull'offerta di moneta per stimolare
l'economia quando la disoccupazione comincia ad aumentare o per frenare l'economia quando i prezzi
crescono troppo velocemente. La moneta e tutto quello che serve come mezzo di scambio comunemente
accettato. Una misura importante è la moneta in senso stretto. Le componenti della moneta sono: monete
metalliche, moneta cartacea, e conti correnti. La moneta cartacea e le monete metalliche sono monete a
corso legale che devono essere accettate in pagamento di qualsiasi debito. La moneta in senso ampio,
talvolta definita quasi-moneta, comprende conti di risparmio e piccoli depositi a risparmio e fondi comuni
monetari. La funzione centrale della moneta è quella di mezzo di scambio: se mancasse, vagheremmo
sempre alla ricerca di qualcuno con cui barattare.la moneta si usa anche come unità di conto, con la quale si
misura il valore delle cose. Talvolta è utilizzata come riserva di valore. Queste tre funzioni della moneta sono
importanti per i cittadini, tanto importanti che i singoli individui sono disposti a sostenere costi per possedere
valuta cartacea o conti correnti a basso rendimento. La moneta consente transazioni facili e veloci, una
determinazione del valore delle merci priva di ambiguità, ma questi servizi non sono gratuiti: se la ricchezza
fosse conservata sottoforma di attività patrimoniali che rendono un interesse, anziché di moneta, avrebbe un
rendimento più elevato. La domanda transazionale di moneta afferma che a parità di altre condizioni,
all'aumento dei tassi di interesse diminuisce la quantità di moneta richiesta. Il principale motivo per cui si
detiene la moneta in senso stretto è la domanda di transazioni, cioè la necessità di un mezzo di scambio
generalmente accettato per acquistare beni e pagare i conti.all'aumentare dei redditi il valore monetario dei
beni che si acquistano sale ed è necessario più denaro per le transazioni, il che fa crescere la domanda di
moneta. La domanda transazionale sarà sensibile al costo insito nel detenere moneta. Quando i tassi di
interesse su attività patrimoniali alternative alla moneta salgono, io cittadini e le aziende tenderanno a
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ridurre la disponibilità di moneta. A volte le persone detengono moneta come attività o deposito di valore, per
finalità speculative; anche in questo caso la domanda di moneta speculativa è inversamente correlata al
tasso di interesse.

Negli intermediari finanziari i più importanti sono le banche commerciali. Le banche e gli altri intermediari
finanziari sono molto simili ad altre imprese: sono concepite per realizzare profitti per i loro proprietari.il
bilancio aziendale è un prospetto della situazione finanziaria di un'impresa ha una certa data, nel quale sono
elencate le attività e le passività: la differenza tra attività e passività viene definita valore netto. L'attività
bancaria commerciale iniziò con gli orafi, che crearono la prassi di conservare loro e i preziosi dei cittadini
per tenere al sicuro. Una delle loro funzioni principali consiste nel fornire conti correnti ai clienti.alle banche
viene richiesto per legge di tenere riserve obbligatorie sui depositi in conto corrente, che possono assumere
la forma di contanti o di depositi presso la banca centrale.
Ogni singola banca presenta limiti nella capacità di espansione dei prestiti e degli investimenti: non può
prestare più di quanto abbia ricevuto dai depositanti.può prestare solo nove decimi dell'importo. Benché
nessuna banca da sola possa espandere le riserve in proporzioni di 10 a uno, il sistema bancario nel suo
insieme può farlo. Ogni banca che riceve 1000 € di nuovi depositi presta nove decimi del contante appena
acquisito sottoforma di prestiti e investimenti.
Si possono verificare perdite delle nuove riserve di contante del sistema bancario, che entrano in
circolazione al di fuori del circuito bancario o come eccedenza delle riserve bancarie. Tali perdite riducono il
risultato della formula di 10 a uno fornito dalla moltiplicatore dell'offerta di moneta.

Le attività patrimoniali hanno diverse caratteristiche. Le più importanti sono il tasso di rendimento e il rischio;
il primo è il guadagno monetario totale derivante da un titolo, il secondo si riferisce alla variabilità dei
rendimenti di un investimento. Poiché gli individui sono avversi al rischio, richiedono rendimenti più alti per
essere indotti ad acquistare attività patrimoniali più rischiose.
I mercati azionari sono luoghi in cui vengono acquistati e venduti titoli di proprietà delle maggiori imprese. Le
moderne teorie economiche dei prezzi delle azioni in genere si incentrano sul ruolo dei mercati efficienti,
luoghi in cui tutte le informazioni vengono assorbite velocemente dagli speculatori e immediatamente
incorporate nelle quotazioni.nei mercati efficienti non ci sono profitti facili. Per questo nei mercati efficienti i
prezzi sono sensibili alle sorprese.queste, essendo casuali, fanno sì che i prezzi delle azioni e altri prezzi
speculativi variano in modo imprevedibile, come in un percorso casuale.le cinque regole della finanza
personale sono: conoscere i propri investimenti, diversificare, considerare l’opportunità di acquisire fonai
comuni indicizzati, minimizzare le spese e le imposte superflue e attuare un compromesso tra investimenti e
preferenze di rischio.

Capitolo 25:
La responsabilità della politica monetaria europea è oggi della Banca centrale europea che insieme alle
banche centrali nazionali costituisce il sistema europeo di banche centrali.
La banca centrale italiana aveva inizialmente una struttura fortemente centralizzata, nella quale le decisioni
cruciali in tema di tassi e di politica monetaria venivano prese in modo indipendente dalle quattro persone
che compongono il direttorio. Una volta nominato dal potere politico, il governatore poteva contare su una
carica vita.ad attribuirgli il ruolo deve essere un decreto del presidente del consiglio, su parere del ministro
del Tesoro. La Banca d'Italia opera in modo relativamente indipendente dal potere politico, ma la sua
indipendenza è abbastanza recente.la nominativa italiana in tema di indipendenza della Banca centrale ha
fatto tanti passi avanti molti dei quali sono stati chiesti esplicitamente dalla Comunità europea. Il modello di
riferimento per questi cambiamenti spesso è stata la banca centrale tedesca.
La banca centrale ha a disposizione un certo numero di strumenti di politica monetaria che possono incidere
su alcuni obiettivi intermedi; questi strumenti sono concepiti per contribuire al raggiungimento degli obiettivi
finali di un'economia sana.i tre principali strumenti di politica monetaria sono: le operazioni di mercato
aperto, la politica del tasso di sconto, e la politica della riserva obbligatoria. Usando questi strumenti può
influire sugli obiettivi intermedi, come il livello delle riserve bancarie, i tassi di interesse di mercato e l'offerta
di moneta. Tutte queste operazioni mirano a migliorare i risultati economici in relazione agli obiettivi finali
della politica monetaria: il raggiungimento della migliore combinazione possibile di bassa inflazione, bassa
disoccupazione, rapida crescita del Pil e mercati finanziari ordinati. La Banca centrale vigila inoltre sul
sistema bancario e finanziario per evitare periodi di crisi.i flussi di riserve internazionali possono ridurre le
riserve la moneta se non sono compensati dalla sterilizzazione attraverso gli acquisti di obbligazioni sul
mercato aperto.gli afflussi, se non controbilanciati, hanno effetti opposti. Nelle economie aperte, con tassi di
cambio fissi, le politiche monetarie devono essere strettamente allineate a quelle di altri paesi.

Il meccanismo di trasmissione della moneta è il modo in cui variazioni dell'offerta di moneta si traducono in
variazioni di prodotto, occupazione, prezzi e inflazione. Il processo ha cinque fasi: per iniziare il processo,
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ogni euro di riduzione delle riserve bancarie e produce una contrazione multipla dei depositi traibili
diminuendo l'offerta di moneta, la riduzione dell'offerta di moneta tenderà ad aumentare i tassi di interesse e
restringere le condizioni di credito, con tassi di interesse più elevati e minore ricchezza le spese sensibili ai
tassi di interesse tenderanno a diminuire, infine, le pressioni delle restrizioni creditizie, riducendo la
domanda aggregata, faranno diminuire il reddito, il prodotto, i posti di lavoro e l’inflazione. La riduzione degli
investimenti e di altre spese far scendere la domanda aggregata attraverso il noto meccanismo del
moltiplicatore.il livello più basso di domanda aggregata fa diminuire il prodotto e il livello dei prezzi o
l’inflazione. Benché il meccanismo me unitario sia spesso spiegato in termini della moneta che influisce sugli
investimenti, in effetti è un processo estremamente ricco e complesso mediante il quale variazioni dei tassi
di interesse e dei prezzi delle attività patrimoniali influiscono su una grande varietà di fattori di spesa.
In un'economia aperta il legame con il commercio internazionale rafforza l'influsso interno della politica
monetaria.in un regime di cambi flessibili le variazioni della politica monetaria influiscono sul tasso di cambio
e sulle esportazioni nette, aggiungendo un'altra sfaccettatura al meccanismo monetario. Il legame
rappresentato dal commercio tende a rendere più forte l'impatto della politica monetaria operando sulle
esportazioni nette in modo analogo e nella stessa direzione in cui agisce sugli investimenti interni. La politica
monetaria può avere effetti diversi nel breve e nel lungo periodo: a breve termine, con una curva dell'offerta
aggregata relativamente piatta, la variazione della domanda aggregata inciderà prevalentemente sul
prodotto e solo minimamente sui prezzi; a lungo termine, mentre la curva di domanda aggregata si avvicina
maggiormente alla verticalità, le variazioni monetarie portano principalmente a modifiche del livello dei
prezzi è molto meno a cambiamenti del prodotto.nel caso estremo in cui variazioni dell'offerta di moneta
incidono solo sulle variabili nominali e non abbiamo effetti su quelle reali si dice che la moneta è neutrale. La
maggior parte delle variazioni monetarie del mondo reale avuto conseguenze anche sul prodotto.

Capitolo 26:
Il modello IS-LM studia l'equilibrio simultaneo nei due mercati rilevanti per l'analisi macro economica: il
mercato reale e il mercato monetario. La curva IS definisce una relazione inversa fra reddito di equilibrio e
tasso di interesse.tale curva non è una funzione di comportamento come le altre studiate in precedenza, ma
è il risultato dell'uguaglianza fra domanda aggregata e produzione, espresso in termini di combinazione fra
reddito e tasso di interesse. La curva LM rappresenta tutte le possibili combinazioni fra tassi di interesse e
reddito che mantengono in equilibrio il mercato monetario, a parità del livello dei prezzi. L'equilibrio
macroeconomico si determina simultaneamente nel punto di intersezione delle due curve IS e LM. La
soluzione simultanea delle curve determina la combinazione di Y e i che mantiene in equilibrio il mercato
reale e il mercato monetario per un dato livello dei prezzi.la domanda aggregata mette in relazione il livello
dei prezzi con il reddito, cioè il Pil reale. Possiamo notare il collegamento tra la domanda aggregata (DA) e il
modello IS-LM: la pendenza della domanda aggregata dipende dalle caratteristiche delle due curve: se nel
caso discusso la curva IS fosse molto rapida, lo stesso spostamento della curva LM comporterebbe una
variazione di Y e quindi la domanda aggregata sarebbe molto rapida, cioè poco sensibile ai prezzi.al
contrario, con una curva IS molto piatta, a parità di variazione della LM, si ottiene una domanda aggregata
molto sensibile alle variazioni dei prezzi.

Le politiche economiche si distinguono in politica monetaria e politica fiscale.se il sistema si trova in una
situazione di reddito inferiore al massimo possibile, allora una politica economica cosiddetta espansiva
potrebbe portare ad un aumento del reddito di equilibrio.al contrario, sì il sistema si trova in una situazione di
eccesso di domanda è possibile disegnare una politica economica cosiddetta restrittiva che determina una
riduzione del reddito di equilibrio e quindi elimina l’inflazione. L'analisi dell'effetto delle politiche sul reddito di
equilibrio permette di misurare l'effetto ottenuto in relazione allo sforzo impiegato.intuitivamente, se una
politica impiega un'elevata dose di intervento e ottiene un risultato consistente, possiamo concludere che la
politica è efficace. Nel caso della trappola della liquidità, con la curva LM piatta, la politica monetaria è
inefficace e la politica fiscale è massimamente efficace.nel caso classico, con LM verticale, la politica
monetaria è massimamente efficace e la politica fiscale è inefficace.
La storia economica mostra che l'economia non cresce mai seguendo un percorso regolare e uniforme: ad
anni di vivace espansione e di prosperità segue una recessione o persino una grave crisi.
Un ciclo economico è un oscillazione del prodotto nazionale, del reddito e dell'occupazione, che di solito
dura per un periodo variabile dai due ai 10 anni, segnato da una diffusa espansione o contrazione nella
maggior parte dei settori dell’economia. Gli economisti suddividono i cicli economici in due fasi principali: la
recessione e l'espansione.la fase decrescente di un ciclo economico viene detta recessione: è un periodo
ricorrente di diminuzione del prodotto totale, del reddito e dell'occupazione ed è segnata dalla diffusa
contrazione di molti settori dell'economia.la depressione è una recessione su scala più ampia sia per entità
che per durata. La macro economia è stata animata da accesi dibattiti sulle cause dei cicli economici. È utile
suddividere le diverse teorie in due categorie, quelle esogene e quelle endogene.Le teorie esogene
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individuano l'origine del ciclo economico nelle fluttuazioni di fattori al di fuori del sistema economico. Le
teorie endogene invece cercano di individuare all'interno del sistema economico stesso i meccanismi che
creano i cicli economici.Secondo questo approccio qualsiasi espansione determina la recessione, e ogni
contrazione genera la ripresa e l’espansione. Un esempio rilevante è quello della teoria del moltiplicatore-
acceleratore, secondo cui la rapida crescita del prodotto stimola gli investimenti, che a loro volta favoriscono
una maggiore crescita del prodotto con il meccanismo del moltiplicatore che abbiamo visto in precedenza.
Le fluttuazioni del prodotto, dell'occupazione e dei prezzi durante il ciclo economico sono spesso provocate
da variazioni della domanda aggregata che si verifica quando i consumatori, le imprese o i governi
modificano la spesa totale rispetto alla capacità produttiva dell'economia.quando queste variazioni della
domanda aggregata determinano brusche contrazioni l'economia attraversa periodi di recessione o persino
di depressione.una brusca espansione dell'attività economica può portare invece all’inflazione. Per uno
sguardo più accurato verso il futuro, gli economisti si rivolgono a modelli computerizzati di previsione
economica.un modello econometrico è un insieme di equazioni che rappresentano il comportamento
dell'economia stimato utilizzando dati storici.

Capitolo 27:
L'analisi della crescita economica riguarda i fattori che determinano l'aumento del prodotto potenziale nel
lungo periodo.la crescita del prodotto pro capite è un obiettivo importante dello Stato perché è legato ai
redditi medi reali e a tenori di vita in aumento. Passando in rassegna esperienze diverse nello spazio e nel
tempo si vede che la crescita economica si fonda su quattro pilastri: la quantità e la qualità della forza
lavoro, l'abbondanza della terra e di altre risorse naturali, l'insieme del capitale accumulato e il progresso e
l'innovazione tecnologica. Non esiste però una combinazione unica di questi quattro ingredienti, dato che si
può vedere come gli Stati Uniti, l'Europa e i paesi asiatici abbiano seguito strade diverse per il successo
economico. I modelli classici di Smith e Malthus descrivono lo sviluppo economico in termini di terra e
popolazione.in assenza di progresso tecnico, la popolazione crescente alla fine esaurisce l'offerta di terra
libera; l'aumento della densità di popolazione che ne deriva fa entrare in azione la legge dei rendimenti
decrescenti, perciò la crescita determina rendite più elevate con salari concorrenziali più bassi. L'equilibrio
malthusiano si ottiene quando il salario è sceso al livello di sussistenza, sotto il quale la popolazione non
può sostenersi.in realtà, il progresso tecnico a mantenuto lo sviluppo economico nei paesi industrializzati,
facendo spostare continuamente verso l'alto la curva della produttività del lavoro.
Le preoccupazioni per i limiti delle risorse naturali e le crescenti ripercussioni ambientali dell'attività
economica hanno portato molti cittadini a mettere in dubbio che la crescita economica possa continuare
allungo ai ritmi attuali. I timori basati sulla scarsità di terra, energia e risorse minerali sono stati in parte fugati
da scoperte sempre nuove E dall'innovazione tecnologica che consente risparmi energetici.i vincoli
ambientali globali potranno determinare gravi danni ambientali o rendere necessari costose misure
preventive.
L'accumulazione di capitale con il lavoro complementare costituisce il cuore della moderna analisi del
modello neoclassico della crescita.questo approccio sfrutta uno strumento noto come funzione della
produzione aggregata (FPA) che pone in relazione gli input e la tecnologia con il Pil, ovvero il prodotto totale.
In assenza di progresso tecnico e innovazioni, a un aumento del capitale per lavoratore non farebbe
riscontro un aumento proporzionale del prodotto per lavoratore a causa dei rendimenti decrescenti del
capitale.l'aumento dell'intensità di capitale abbasserebbe quindi il tasso di rendimento del capitale stesso.
Il progresso tecnico è spesso associato agli investimenti e ai nuovi macchinari e offre molta speranza ai
paesi in via di sviluppo, purché riescano ad adattarsi alle tecnologie più produttive dei paesi avanzati, il che
richiede imprenditorialità. Il progresso tecnico, aumentando il prodotto potenziale realizzato da un dato
insieme di fattori, sospinge verso l'alto la funzione della produzione aggregata, rendendo disponibile un
maggior prodotto con gli stessi input di lavoro e capitale. La recente analisi condotta nell'ambito della nuova
teoria della crescita tenta di scoprire i processi che determinano l'innovazione tecnologica. Questo metodo
mette in rilievo che l'innovazione tecnologica è un prodotto del sistema economico, la tecnologia è un bene
pubblico che può essere utilizzato contemporaneamente da molte persone e le nuove invenzioni sono
costose da produrre ma economiche da riprodurre. Queste caratteristiche implicano che lo Stato deve fare
attenzione ad assicurare che l'inventori ricevano incentivi adeguati mediante ampi diritti di proprietà
intellettuale perché si possono impegnare nella ricerca e nello sviluppo.

Nei dati relativi al XX secolo si notano numerose tendenze di crescita economica. Una delle principali
scoperte riguarda l'aumento costante dei salari reali e del prodotto per ora lavorata.contemporaneamente, il
tasso di interesse reale non ha mostrato tendenze evidenti e il rapporto capitale-prodotto è sceso. Le
principali tendenze sono coerenti con il modello di crescita neoclassico cui è stata aggiunta l'innovazione
tecnologica.la teoria economica conferma pertanto quanto ci dice la storia economica, cioè che il progresso
tecnico aumenta la produttività dei fattori e migliora i salari e il tenore di vita.

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L'ultima tendenza solleva l'importante quesito delle fonti della crescita economica.applicando metodi
quantitativi, gli economisti hanno utilizzato la contabilità della crescita per stabilire quali fonti residue, come
l'innovazione tecnologica e l'istruzione, controbilancino l'aumento di intensità di capitale nell'impatto sulla
crescita del Pil o della produttività del lavoro. Dopo il 1970 la crescita della produttività è rallentata sotto il
peso degli aumenti dei prezzi dell'energia, di una sempre maggiore regolamentazione ambientale e di altre
modifiche strutturali.alla fine degli anni 90 però l'esplosione della produttività e degli investimenti
nell'informatica, insieme a miglioramenti nella misurazione, hanno determinato un'impennata nella crescita
della produttività misurata.

L'economia mista di mercato non è l'unico modello di sviluppo economico.strategie alternative comprendono
l'approccio al mercato amministrato dei paesi dell'est asiatico, il socialismo e l'economia pianificata di tipo
sovietico. L'approccio del mercato amministrato ha avuto notevole successo nell'ultimi 25 anni. Tra i suoi
ingredienti principali vi sono la stabilità macroeconomica, alti tassi di investimento, un solido sistema
finanziario, rapidi miglioramenti dell'istruzione è un orientamento verso l'esterno nelle politiche commerciali e
perciò che concerne la tecnologia. Il socialismo è a metà tra capitalismo e comunismo: pone l'accento sulla
proprietà dei mezzi di produzione e sulla pianificazione da parte dello Stato, sulla ridistribuzione del reddito e
sulla pacifica transizione verso un mondo nuovo. Il comunismo si è realizzato nella Russia semi feudale.uno
studio del cosa, come e perché dell'economia pianificata di tipo sovietico mostra una pianificazione centrale
dettagliata di vaste componenti dell'allocazione delle risorse. L'economia sovietica crebbe rapidamente nei
primi decenni, ma la stagnazione e il crollo odierno oppongono la Russia e gli altri paesi ex comunisti a
livello di reddito ben inferiori a nord America, al Giappone e all'Europa occidentale. Di fronte alla crescita
economica sempre più lenta e al desiderio di riforme economico, la Russia e altri paesi ex comunisti stanno
cercando di adottare il sistema di mercato.la transizione incontra molti ostacoli, tra cui prezzi distorti e una
struttura giuridica inadeguata. Le due principali strategie di transizione sono l'approccio della terapia d'urto,
costituita da più misure simultanee, e il più cauto approccio passo-passo, secondo il quale le riforme
vengono effettuate in sequenza per evitare traumi violenti.

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