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L’economia aziendale è la disciplina che studia l’azienda. Essa comprende 3 principali oggetti:
1. L’Organizzazione Aziendale: ha il compito di attribuire mansioni e capire quali sono le
relazioni fra i vari centri operativi.
2. La Gestione Aziendale: si occupa di tutte le operazioni che l’azienda compie per
funzionare individuando logica e obiettivi di quest’ultime. Essa, infatti, è un processo di
idee-decisioni-operazioni estremamente congruenti allo scopo aziendale.
3. L’Analisi della Gestione: esamina le operazioni per coglierne il contenuto
economico, in termini di risultati, obiettivi, ed elementi informativi. Questa si avvale di due
sistemi metrici:
- Metrica dei valori contabili: analizza le operazioni attraverso valori contabili.
L’analisi di tali valori è di competenza della ragioneria, parte dell’economia
aziendale che analizza la gestione utilizzando termini monetari (bilancio).
- L’Analisi non fondata su valori contabili: applicata dalla statistica aziendale
analizza le operazioni in termini non monetari (es. il grado di soddisfazione della
clientela).
Perché è necessario fare l’analisi della gestione?
- Per controllare che la gestione raggiunga gli obiettivi prefissati
- Per ottenere le informazioni necessarie all’attuazione di processi decisionali
- Per obbligo giuridico di informazione esterna
2. Sottosistema esterno: per svolgere l’attività di produzione l’azienda instaura una serie
molto articolata di relazioni con vari soggetti esterni. Queste relazioni riguardano vari
aspetti:
- Profilo politico, che produce norme che vanno rispettate.
- Profilo economico, al suo interno c’è un’economia che spinge o ostacola
l’attività dell’azienda.
- Profilo sociale, perché le società che ruotano intorno all’azienda sono entità che
entrano sia in conflitto che in collaborazione con l’azienda, e quindi sono in grado
di condizionarla.
- Profilo naturale, l’ambiente è caratterizzato dalla natura, dalla demografia, dalla
presenza o assenza di determinate materie prime esterne, che possono portare
vantaggi o svantaggi all’azienda.
Quindi le relazioni che l’azienda instaura con l’esterno sono di varia natura:
- Fornitori: scambio (denaro-fattore)
- Banche-Finanziatori: scambio (denaro e denaro)
- Clienti: scambio (prodotti/servizi-denaro)
- Lavoratori: singolo lavoratore scambio (denaro-lavoro); insieme di lavoratori c’è un
condizionamento (l’azienda viene condizionata dai sindacati affinchè tenga conto delle
necessità dei lavoratori)
- Azionisti: scambio (denaro-prospettiva di remunerazione)
- Concorrenza: competizione (prezzi/pubblicità)
- Stato: l’azienda paga le tasse (tributi)
- Gruppi sociali: condizionamento (es. ambientalisti)
Il Mercato Reale è il contesto con il quale l’azienda si scontra con alcune forze competitive
riassunte nelle 5 forze della teoria di Porter. Tale modello è uno strumento efficacie per
descrivere la struttura del settore nel quale opera l’azienda e la redditività di quest’ultimo.
Esso comprende 5 principali elementi:
1. I Clienti non soddisfatti
2. I Fornitori che hanno il potere di influenzare i prezzi, minacciandola di fornire lo stesso
materiale ad un'azienda concorrente.
3. Concorrenza che può privare l’azienda di quote di mercato.
4. Prodotti sostitutivi.
5. Barriere all’entrata poste da aziende leader di settore aventi ampie quote di mercato.
Il Mercato Finanziario, invece, è il luogo materiale o immateriale nel quale vengono scambiati
prodotti finanziari. In questo mercato è presente solo una delle 5 forze di Porter: la concorrenza.
A tal proposito per un’azienda che ha necessità di ricorrere a finanziamenti esterni è di
fondamentale importanza avere un rating eccellente, ossia un valore numerico stipulato da
agenzie specializzate come Standard&Poors, che esprime la solvibilità di un’azienda.
Le aggregazioni aziendali riguardano qualsiasi tipo di unione tra aziende distinte sotto il profilo
giuridico ed economico. Le condizioni secondo le quali si verificano gli accordi sono:
- Pluralità di aziende indipendenti: aziende dotate di personalità giuridica, la società deve
rispondere con il proprio capitale.
- Accordi formali: relazioni di origine contrattuale (franchising);
- Accordi di tipo tecnologico: condivisione di conoscenze tecniche-scientifiche;
- Accordi Informali: con relazioni di natura produttiva/finanziaria/personale.
Ogni azienda è caratterizzata da una propria struttura, di questa possiamo trovare alcuni modelli
tipo:
- Struttura elementare: tipica delle piccole aziende, le funzioni e le decisioni aziendali
ruotano attorno ad uno o due soggetti al vertice.
- Struttura funzionale: le aree organizzative sono divise in base alla funzione svolta da
ogni organo, favorisce la specializzazione dei singoli organi nella propria mansione.
- Struttura a matrice: si espande in verticale (combinazioni prodotto-mercato) e in
orizzontale (funzioni dell’azienda).
- Struttura divisionale: tipica delle aziende multibusiness (aventi più prodotti/servizi. Ogni
divisione è dotata di un manager con potere decisionale e autonomia gestionale. Questo
modello, tuttavia, possiede alcune criticità:
- Costi elevati
- Mancanza di interazione tra le diverse divisioni
Il Valore della produzione è la somma di tutti gli elementi che hanno contribuito alla produzione
economica (ricavi di vendita, variazioni rimanenze, incrementi su immobilizzazioni e altri ricavi e
proventi), mentre i ricavi di vendita sono la somma dei corrispettivi monetari ricevuti in cambio
di beni/servizi. Da queste affermazioni possiamo dedurre quindi che valore della produzione e
ricavi di vendita sono due valori differenti che possono essere coincidenti o al massimo il ricavo
può essere più basso dato che il primo è formato proprio dalla somma dei ricavi di vendita con
altri componenti di reddito. In tal caso nasce un altro valore: il magazzino dei prodotti/
rimanenze formato dai beni già realizzati ma non ancora venduti.
Il REDDITO è la variazione del capitale netto prodotta dalle operazioni di gestione nel corso degli
esercizi. Esso è un concetto dinamico poichè si manifesta nell’arco di un dato periodo di tempo
(un esercizio) e rappresenta la ricchezza creata dall’azienda in un preciso arco temporale.
Il reddito:
- è una variazione: che può incrementare o decrementare a seconda se sia positivo (utile)
o negativo (perdita).
- è individuabile nel tempo: è prodotto in un intervallo di tempo.
- presuppone la presenza di capitale: in quanto elemento imprescindibile per l’attività
aziendale.
- è in relazione causa-effetto con la gestione: è il risultato della gestione aziendale.
- è la contrapposizione tra ricavi netti e costi netti: se l’arco temporale di riferimento è
l’intera vita aziendale si parlerà di reddito globale o totale (ricavi-costi durante tutta la
vita aziendale), se è un esercizio si parlerà di reddito d’esercizio o di periodo.
Il costo dell’acquisto degli impianti non lo consideriamo come costo di esercizio, come facciamo
con i materiali, ma come un investimento pluriennale considerato come capitale-patrimonio
dell’azienda.
La somma dei valori attivi dello stato I debiti di finanziamento ed i debiti di funzioname
patrimoniale rappresenta il capitale lordo nto rappresentano le passività, o “fonti di finanzia
oppure gli “impieghi” ed esprime come sono mento”, in senso stretto (impegni dell’azienda nei
state impiegate le risorse dell’azienda. confronti dei soggetti esterni) e rappresentano da
Cap lordo = totale attività dove l’azienda ha ottenuto i capitali.
Cap netto = Cap lordo - passività strette
Gli Investimenti possono essere strutturali o correnti. Strutturali quando l’investimento avviene in
un elemento attivo del capitale destinato a permanere nell’azienda a lungo termine (+12 mesi), e
dinamici quando avviene in un elemento da utilizzare nel breve termine (-12 mesi).
Tali investimenti si dividono in:
- Elementi strutturali: impianti
- Elementi correnti: materiali, debiti, crediti, cassa
- Fonti esterne:
- Il capitale di apporto: detto anche capitale sociale, che si divide in:
- capitale di comando: quota di capitale che attribuisce a chi la detiene di
esprimere la maggioranza dei voti in assemblea.
- capitale controllato: quota residua di capitale detenuta da soci non di
comando (es piccoli risparmiatori).
La divisione del capitale può avvenire tramite quote o azioni a seconda del
tipo di società costituita; nel caso di una s.p.a verranno ripartite azioni tra i
soci, mentre nel caso di una s.n.c o di un s.r.l ci sarà una divisione in quote.
Il capitale di apporto in quanto conferimento da parte dei soci non ha obbligo
di remunerazione e dunque è una forma di finanziamento a costo zero.
L’azienda, per coprire il fabbisogno finanziario, ricorre ad un mix di fonti di finanziamento scelte
attentamente tramite un processo decisionale che analizza tre diversi aspetti:
1. Accesso a canali di finanziamento: ovvero quali e quanti sono i soggetti al
quale l’azienda può rivolgersi per l'ottenimento di finanziamento (sono tanti
quante sono le fonti di finanziamento interne ed esterne).
L’accessibilità a determinati canali è data da diversi aspetti:
- L’area territoriale dove sorge l’azienda
- La dimensione aziendale
- La tipologia di azienda dal punto giuridico ed economico
- Periodo di vita dell’azienda
La quantità di denaro a cui si può accedere naturalmente non è illimitata, infatti
essa dipende da alcuni vincoli:
- Congiunturali: l’andamento dei congiunturali determina la maggiore o
minore liquidità del canale di finanziamento
- Istituzionali: regole giuridiche destinate a specifici canali
- Rischio: considerando il profilo di rischio di un azienda
- Personali
2. Composizione delle fonti di finanziamento: analizzate sotto punti di vista:
- Costo delle fonti: quanto è vantaggiosa economicamente una fonte di
finanziamento per l’azienda
- Analisi della struttura finanziaria: riguarda l’equilibrio da mantenere tra
impieghi e fonti di finanziamento
- Analisi del grado di elasticità finanziaria: espresso dal rapporto tra attivo
corrente e attivo immobilizzato
- Analisi dell’effetto Leva Finanziaria: Leva = Totale fonti / capitale proprio.
Se la leva finanziaria assume valore pari a 1 significa che l'azienda non
ha fatto ricorso a capitale di terzi e gode di un buon grado di autono-
mia finanziaria; se assume valori compresi fra 1 e 2 significa che il
capitale proprio è maggiore del capitale di terzi; se assume valori
superiori a 2 significa che il capitale di terzi è maggiore del capitale
proprio, ovvero si ritiene l’impresa “sottocapitalizzata” (capitale proprio
insufficiente), che dovrà effettuare un processo di “ricapitalizzazione”
(aumento del capitale di rischio, cioè emissione di azioni).
3. Costo delle fonti di finanziamento: dato dal tasso di interesse EURIBOR (tasso
fisso del mercato finanziario) + SPREAD (calcolato in funzione del rating
dell’azienda nell’ottica del finanziatore).
Il costo del capitale proprio consiste nella remunerazione che l’azienda deve
garantire in prospettiva agli azionisti, questa remunerazione invoglia gli azionisti
ad investire nell’azienda o a rimanervi. Tale remunerazione, per gli azionisti, è
data dai dividendi (quota di utile dell’azienda ripartita agli azionisti).
Oltre al guadagno dato dai dividendi vi è anche il capital gain, guadagno in conto
capitale, che consiste nella crescita del valore del capitale conferito all’azienda.
Il principale costo sostenuto dagli azionisti è il costo opportunità, ovvero la
possibilità di impiego del capitale messo in azienda in altre imprese o attività
potenzialmente più remunerative. A tal proposito sarà necessario per l’azienda
garantire ai soci un adeguata remunerazione a fine esercizio in modo tale da
preservare il capitale sociale evitando liquidazioni di quote o azioni da parte di
quest’ultimi. Esso è dato dalla somma di una remunerazione priva di rischio
(Bond, titoli di Stato) e del premio per il rischio (ossia una % che si somma per
tener conto del rischio di un determinato investimento).
Il Cashflow (flusso di cassa): è la ricostruzione dei flussi monetari (differenza tra tutte le entrate
e le uscite monetarie) di una azienda nell'arco del periodo di analisi (solitamente un esercizio).
Esso rappresenta una misura dell'autofinanziamento aziendale e può essere calcolato a partire
dal conto economico, il suo obiettivo è quello di definire la generazione di cassa di una società e
di conseguenza l'attribuzione di tali flussi di cassa ai soci. Per fare ciò si prendono in esame le
variazioni finanziarie (entrate ed uscite) che possono essere:
- in entrata, si parla di cash inflow;
- in uscita, si parla di cash outflow.
In ragioneria, il documento aziendale che viene utilizzato per la rilevazione e l'analisi della
gestione aziendale è il rendiconto finanziario, che a differenza del conto economico e dello stato
patrimoniale non è documento obbligatorio per la redazione del bilancio.
Queste fasi definiscono 4 situazioni distinte che l’azienda affronta in un mercato e si possono
includere nelle problematiche di marketing. Tutte e 4, infatti, derivano della combinazione di due
elementi: la competitività del mercato (bassa o alta competitività) e l’importanza del processo di
marketing (molta rilevanza alle funzioni commerciali o poca).
E’ di fondamentale importanza per l’azienda scegliere se affrontare il mercato con una politica di:
- Aggregazione: offrendo un singolo prodotto a tutti i clienti del mercato (monobusiness)
- Segmentazione: offrendo più prodotti adeguando ciascuno ad un unico gruppo di
consumatori (multibusiness). Questo attitudine al mercato deve essere sviluppata non
prima di aver compreso le caratteristiche specifiche della clientela di riferimento e le
caratteristiche del prodotto da attribuire a quest’ultima.
E’ necessario per un azienda matura ricercare la differenziazione del prodotto, tramite
questa, infatti, l’impresa sarà capace di raggungere un vantaggio competitivo rispetto ai
concorrenti aumentando il valore percepito dei propri prodotti da parte dei consumatori,
entrando potenzialmente in un regime monopolistico.
Il Marketing Mix è la combinazione delle leve decisionali necessarie per prendere decisioni
strategiche. Esse si articolano nelle cosìdette 4P:
1. Prodotto: ossia ciò che l’azienda offre al mercato. L’azienda deve prendere delle scelte
riguardo ad alcuni aspetti del prodotto:
- Attributi del prodotto: elementi che qualificano il prodotto e che sono in grado di
influenzare le decisioni di acquisto (design, marchio ecc).
- Differenziazione del prodotto: scegliere se produrre un prodotto differenziandolo
o meno dalla concorrenza.
- Portafoglio prodotti: pluralità di prodotti dell’azienda da destinare a mercati con
diverse esigenze. Da qui derivano le “linee di prodotto”, che distinguono i prodotti
in base alla qualità e pertanto si rivolgono a diversi segmenti di mercato (fascia
alta, media, bassa).
2. Prezzo: è il corrispettivo richiesto dall’azienda per l’acquisto di un determinato bene
(Prezzo base). Sul prezzo base possono influire elemeti come gli sconti, i termini di
pagamento e le promozioni effettuate per incentivare gli acquisti.
La scelta del prezzo deriva dal tipo di concorrenza del mercato: price competition o
non price competition. Nel caso della prima l’azienda cercherà di ottenere un vantaggio
competitivo rendendo il proprio prodotto più conveniente degli altri, mentre nel secondo
l’impresa ricorre a metodi come la differenziazione del prodotto che spostano l’attenzione
dei consumatori sulla qualità piuttosto che su prezzo. A tal proposito si può fissare un
Premium Price (politica di prezzo che si basa sul principio secondo il quale un prezzo più
alto fa pensare che il prodotto offra una migliore qualità) in modo tale che il cliente
percepisca il nostro bene come un qualcosa di unico sul mercato.
Ad incidere sulla determinazione del prezzo contribuiscono:
- Il margine di guadagno stabilito dall’impresa.
- L’elasticità della domanda: misura quanto la quantità domandata di un bene
reagisce alle variazioni del prezzo.
- Posizionamento del prodotto: a quali concorrenti viene paragonato il nostro
prodotto dai consumatori.
3. Comunicazione: tra l’azienda e i clienti non vi è solo lo scambio commerciale ma anche
uno scambio di comunicazioni. Gli elementi utilizzati dall’azienda per comunicare con la
clientela sono:
- Marchio: è il simbolo che permette ai clienti di riconoscerti e ti distingue nei confronti
dei concorrenti.
- Innovazione di prodotto: i clienti devono sapere in cosa un prodotto messo sul
mercato è più avanzato rispetto a quelli precedenti.
- Vantaggio competitivo: che può riguardare un vantaggio di prezzo (metto il prezzo più
basso della concorrenza (Discount price)), oppure un vantaggio in termini di
differenziazione pubblicizzando i punti forti nel quale il nostro prodotto è migliore di
quelli della concorrenza.
4. Distribuzione: la distribuzione svolge un insieme di attività che creano il legame tra l’azienda
e il consumatore finale. Queste attività comprendono il trasferimento dei prodotti ai
consumatori tramite canali distributivi che possono essere:
- Canali diretti: dove il bene passa direttamente dal produttore all’utilizzatore finale.
- Canali indiretti: quando il trasferimento del bene avviene mediante alcuni
intermediari.
I canali indiretti si possono dividere a loro volta in:
- Canali corti: quando nel processo interviene solo un intermediario.
- Canali lunghi: quando nel processo intervengono più intermediari.
Il marketing d’acquisto, detto anche Procurement Mix, si riferisce all’insieme delle attività e delle
azioni tendenti a gestire il sistema di approvvigionamento al fine di ottenere un vantaggio
competitivo rispetto alla concorrenza. Esso è un integrazione di alcuni gruppi di variabili:
- Politica dei materiali
- Anaisi qualità-prezzo delle forniture
- Scelta dei canali di acquisto (fornitori)
- Comunicazione con i consumatori
La logistica in entrata include attività di ricevimento delle materie, carico delle stesse in
magazzino, al trsformamento interno, sino allo scarico finale in produzione.
Le attività iniziali del ciclo consistono nella presa in carico dei materiali, con emissione del
documento interno detto “buono di carico” che permette di verificare se corrispondono le quantità
di materiale richiesto, con quello che effettivamente è stato consegnato. Esso rappresenta inoltre
il documento di base per lo svolgimento di attività successive come liquidazione e pagamento.
Le rilevazione delle operazioni di acquisto vengono svolte dall’ufficio di contabilità fornitori che
verifica in particolare la corrispondenza tra l’ordine di acquisto, il documento di trasporto e la
fattura inviata dal fornitore. Alla scadenza del debito verso il fornitore, l’ufficio finanziario
dell’amministrazione predispone la documentazione necessaria per procedere al pagamento
secondo le modalità concordate (cassa, CC, ecc.)
Il controllo dei fussi può avvenire a livello strategico e operativo. A livello strategico si
considerano valori come: la dimensione degli acquisti, la durata delle relazioni e il grado di
coinvolgimento nel processo produttivo.
A livello operativo, invece, si considerano dati quantitativi: a livello dei flussi fisico tecnici, a livello
economico-reddituale, a livello dei flussi finanziari e a livello patrimoniale.
Al giorno d’oggi, invece, al fattore lavoro viene richiesta competenza, conoscenza, capacita di
adattarsi, creatività, e collaborazione con l’azienda. La vera e propria risorsa di un impresa non è
più data dall’efficienza del processo produttivo, piuttosto è il capitale umano, aspetto che viene
fortemente influenzato da caratteristiche dei lavoratori come conoscenze, flessibilità, problem
solving e leadership. Le conoscienze possono essere:
- Individuali: conoscenze proprie dei singoli individui operanti in azienda.
- Organizzative: conoscenze di più operatori collegati da relazioni produttive (un team di
lavoro, un reparto ecc).
I fattori pluriennali vengono definiti anche immobilizzazioni proprio perché non possono essere
smobilizzati nel breve periodo, ovvero la loro liquidazione richiede un tempo maggiore a 12 mesi.
Quest’ultime si classificano in:
- Materiali (tangibilità del fattore).
- Immateriali (riguardano le conoscenze e le relazioni interne-esterne: (brevetti, marchi,
know-how (conoscenze non brevettabili e non quantificabili economicamente di un
azienda) ecc). Questi si dividono a loro volta in:
- Beni immateriali: per esempio brevetti (diritto esclusivo di sfruttamento di
un’invenzione), licenze e marchi.
- Costi pluriennali: per esempio il costo di un investimento pubblicitario.
Esistono alcuni aspetti qualificativi delle caratteristiche relative a come può operare un
impianto:
- Specializzazione: viene perseguita a causa della forte ripetitività di un impianto a
svolgere uno stesso atto produttivo e ciò si traduce sul piano economico in
maggiore efficienza e in costi di produzione ridotti. L’azienda può ottenere
specializzazioni operando in maniera verticale o in maniera orizzontale.
- Verticale: attraverso la filiera produttiva, ovvero la sequenza di operazioni
effettuate in successione per la realizzazione di un prodotto finito che ci
consente di capire quali sono le attività indispensabili e quali sono quelle
eliminabili.
- Orizzontale: focalizzandosi su una parte particolare di mercato al fine di
essere competitivi (azienda multibusiness).
Mentre per le immobilizzazioni materiali viene usato spesso il metodo indiretto, che fa
confluire ogni anno la quota nel fondo ammortamento; per le immobilizzazioni immateriali
si applica il metodo diretto, consistente nel portare direttamente in deduzione dal costo
storico del bene pluriennale le quote di ammortamento.
La procedura dell'ammortamento è stabilita dal Codice Civile (art. 2426 c.c.) ai fini della
redazione del bilancio d'esercizio.
- Economico: consente di ripartire un costo pluriennale tra i vari anni della vita
utile del fattore pluriennale.
- Patrimoniale: consente di registrare la progressiva perdita di valore economico
del fattore pluriennale.
- Finanziario: consente di evidenziare come l’impiego finanziario di capitali iniziali
rientri in forma liquida all’interno dell’azienda mediante le entrate derivanti dalla
vendita dei prodotti.
Gli asset intangibili, o intangibles, sono beni privi di consistenza fisica, acquisiti o
sviluppati internamente capaci di trasformarsi in una fonte di probabili benefici economici
futuri. In questa categoria di beni rientrano i diversi tipi di know-how, i database di dati
aziendali, le procedure operative e i sistemi informativi per la gestione. Gli asset
intangibili sono una risorsa estremamente utile per l’azienda poichè vanno a costituire il
patrimonio intellettuale dell’impresa.
Le attività che stimolano maggiormente l’acquisizione di quest’ultimi sono:
- Marketing
- Finanza
- Produzione
Il processo di produzione varia a seconda della struttura produttiva dell’azienda e può essere:
- Ad acquisizione su commessa: basato sulla logica pull. Il sistema pull adatta la
produzione alla domanda effettiva, ciò significa che il prodotto viene realizzato solamente
quando viene effettuato l’acquisto.
- Ad acquisizione su previsione: basato sulla logica push. Nel sistema push il prodotto
viene fabbricato in anticipo. Per tanto, questo modello è direttamente relazionato con la
previsione della domanda, poiché è indispensabile conoscere previamente e con la
massima precisione quali saranno i prodotti richiesti dai clienti, quando e in che quantità.
Per cost driver si intendono i criteri atti a dividere le voci economiche in dettagli più utili alle
analisi di contabilità analitica. Essi si distinguono in:
- Costi fissi: costi che nel complessivo conto economico dell’azienda rimangono immutati
nel loro ammontare indipendente dal volume della produzione. (assicurazioni, fitti ecc)
- Costi variabili: costi che variano al variare del volume di produzione. (energia,
manodopera ecc)
- Costi misti: comprendono costi semivariabili o a scatto caratterizzati da una
componente fissa ed una variabile come ad esempio i costi telefonici composti da
canone fisso ed una quota variabile.
Alcuni valori che emergono durante il calcolo del Break Even Point sono:
- Il costo unitario è il costo medio di ogni singola unità prodotta ed è dato dalla divisione fra
costo totale e quantità di merce. (Cu=Ct/Q)
- Il costo totale della produzione è determinato dalla somma dei costi di produzione.
(CF+CV)
Perché ci sia equilibrio economico è necessario che il reddito abbia una dimensione
adeguata, tenendo conto anche dei cosiddetti oneri figurativi. Si chiamano oneri figurativi
o costi figurativi alcuni costi che non comportano delle uscite finanziarie e che
rappresentano una sorta di compenso spettante all’imprenditore.
La logica con cui l’investitore impiega i suoi capitali è quella di mettere a confronto le
diverse alternative di investimento e di scegliere l’opportunità più conveniente.
Conseguentemente, l’onere figurativo dei capitali prestati, è legato a quanto il soggetto
economico potrebbe ottenere impiegando quei capitali nella migliore alternativa rispetto
all’investimento nell’azienda.
Il confronto non viene condotto solamente con riferimento al rendimento, ma anch con
riferimento al rischio.
E’ ovvio che un titolo che garantisce un maggior rendimento sarà caratterizzato da un
maggior grado di rischio. Viceversa nel caso in cui il rendimento sia basso, il grado di
rischio sarà minore.
Il costo figurativo del capitale fa riferimento a due componenti:
- Rendimento senza rischio, per il quale si considerano i titoli di stato tedeschi a
rendimento 1%.
- Premio per il rischio è il differenziale che si ottiene sul capitale investito in base
alla rischiosità del titolo/azienda.
Le leve economiche sono fattori sulla quale l’azienda può operare per modificare le sue
condizioni di equilibrio economico e sono:
- Prezzi di vendita dei prodotti (modificano i ricavi)
- Prezzi di acquisto fattori produttivi (modificano i costi)
- Volumi di acquisto/produzione/vendita (ricavi e costi variano a seconda delle
quantità)
Le operazioni che formano la gestione dell’azienda possono essere distinte in due categorie:
- Le operazioni che fanno riferimento allo schema struttura/risorse che si riferiscono alla
gestione corrente/operativa.
- Le operazioni che mettono in discussione lo schema struttura/risorse con l’obiettivo di
modificarlo, si riferiscono alla gestione strategica. Le operazioni di gestione srategica
hanno diverse caratteristiche:
- Si manifestano nel medio/lungo termine
- Impattano la struttura aziendale
- Presuppongono investimenti e cambiamenti della formula imprenditoriale
La gestione strategica mira a definire:
- Cosa: definire i campi economici e sociali dell’azienda.
- Perché: definire gli obiettivi aziendali in quel mercato.
- Come: definire le modalità di raggiungimento degli obiettivi.
Il mercato, inteso solitamente come punto di incontro tra domanda e offerta, nella gestione
strategica viene inteso come sistema competitivo nel quale operano diversi soggetti.
Questo sistema competitivo viene ricondotto ad un acronimo: ASA (Area Strategica di Affari)
che fa riferimento ad una specifica combinazione prodotto-mercato-tecnologia.
L’ASA viene definita attraverso il modello di Abell (matrice tridimensionale) in tre dimensioni:
1. Funzione d’uso: bisogni del cliente che l’impresa deve soddisfare.
2. Gruppi di clienti: ente oggetto della soddisfazione dei bisogni.
3. Tecnologia: modalità tecniche attraverso cui si soddisfano i bisogni.
Dove si trova l’utile?: l’utile rappresenta la ricchezza prodotta da un’azienda nel corso
dell’esercizio e si rileva nel conto economico, uno dei documenti che compongono il bilancio
d’esercizio. Tale prospetto include tutti i componenti positivi e negativi di reddito che hanno
contribuito alla determinazione di quest’ultimo sottraendo man mano che si scala verso il basso,
le differenti classi di costo e calcolano dei risultati intermedi.
Se l'esercizio si concluso con un utile, esso viene indicato nella sezione di destra dello Stato
Patrimoniale ad incremento del capitale netto iniziale.
Reddito Operativo: è la differenza tra entrate e uscite relative alla gestione operativa.
Il reddito operativo riveste un ruolo fondamentale nel calcolo del ROI, ovvero l’indice di redditività
che misura il ritorno sull’investimento, e del ROS, ovvero il ritorno che si ottiene dal fatturato.
Capitale investito: è la somma delle attività dello stato patrimoniale. Sarà dunque necessario
sommare l’ammontare delle immobilizzazioni e del capitale circolante per ottenere questo valore.
Rimanenze di magazzino: sono costi imputabili a beni ancora in giacenza che si rinviano al
futuro esercizio in quanto si possono recuperare tramite i ricavi di futuri periodi.
Dove si trovano fondi rischi e spese: i fondi rischi su crediti e i fondi spese sono conti iscritti
nel passivo dello stato patrimoniale in quanto:
- il fondo rischi su crediti è una posta rettificativa dei Crediti v/clienti. Pertanto, in bilancio,
viene portato in diretta diminuzione del valore di tali crediti.
- il fondo spese future include dei veri e propri debiti che l'impresa ha nei confronti di terzi,
certi nella loro esistenza, ma incerti o nell'ammontare da pagare oppure nella loro
scadenza.
Entrambi questi fondi devono essere iscritti a bilancio nel rispetto del principio di
competenza, che consiste nello scrivere nel bilancio tutti i costi e i ricavi che hanno
avuto un effetto nell’esercizio in questione, con o senza manifestazione finanziaria.
Oneri sociali: l’insieme dei contributi, obbligatori e facoltativi, versati a organismi pubblici o
privati che erogano prestazioni sociali. Essi, in bilancio, compaiono nello Stato patrimoniale, alla
voce D-Debiti, 13)Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale.
Per struttura finanziaria si intende l'insieme delle fonti di finanziamento utilizzate da un'impresa.
La struttura finanziaria dell'impresa è equilibrata quando l'impresa è capitalizzata, ovvero ha un
capitale proprio che è almeno il 50% delle fonti di finanziamento. D’altro canto l'impresa ha
solidità patrimoniale quando il capitale permanente è superiore o almeno uguale alle
immobilizzazioni nette.
Il calcolo del costo del venduto in un qualsiasi anno si effettua considerando il costo delle
esistenze iniziali e sommando questo valore al costo delle merci acquistate. All'importo ottenuto
si sottrae il costo delle rimanenze finali e il risultato di questa differenza è proprio il costo del
venduto. Tuttavia questo calcolo non è corretto nel primo anno di attività aziendale poichè si sarà
sprovvisti di esistenze iniziali, dunque sarà solamente sottrarre al costo delle merci acquistate il
costo delle rimanenze finali per ottenere il costo del venduto.
Calcolo capitale spa: corrisponde all'ammontare, espresso in termini monetari, del valore dei
conferimenti, come indicato nell'atto costitutivo. Riguarda sia gli apporti promessi che quelli già
eseguiti dai soci, per questo si parla di capitale sottoscritto o versato.
Total Quality Management: La storia del Total Quality Management parte tra la fine degli anni
'70 e l'inizio degli anni '80, quando i paesi sviluppati del Nord America e dell'Europa occidentale
hanno sofferto una grave recessione, dovuta anche, tra gli altri fattori, alla forte concorrenza da
parte del Giappone per quanto riguarda la produzione di beni di alta qualità a costi competitivi.
Fu tra il 1984 e il 1985 che un braccio della Marina degli Stati Uniti chiese ad alcuni dei suoi
ricercatori civili di valutare l’utilizzo di questa filosofia, che venne implementata in breve tempo.
Adottare il Total Quality Management come filosofia di vita dell’azienda comporta sicuramente
alcuni vantaggi. Questo approccio si propone, innanzitutto, di attuare una riduzione dei costi
della gestione della qualità, mirando a produrre dei prodotti e dei servizi che non abbiano difetti
di sorta, e che dunque non comportano dei costi aggiuntivi per ‘riparare’ al danno.
Questa strategia punta senza dubbio ad aumentare la produttività, una condizione che,
intrinsecamente, implica il massimo rendimento con un utilizzo ottimale delle risorse. Ciò vuol
dire ridurre la ridondanza, puntando a eliminare i compiti non indispensabili, lo spreco di risorse,
inseguendo l’unico obiettivo davvero importante: l’efficienza dei prodotti aziendali. Realizzare
beni, fornire servizi, nel modo migliore possibile, con il minor impiego di risorse, assicurando il
rispetto del criterio della qualità.
Capitale inteso come fondo di valori: il capitale è costituito da valori monetari attribuiti ai
singoli beni. Data la sua continua variazione a seguito delle operazioni aziendali, il capitale viene
quantitativamente considerato come un fondo fi valore a disposizione dell’azienda in un dato
momento.
Margine di contribuzione: ci dice in che misura un prodotto contribuisce a coprire i costi fissi di
un’azienda. Questo perché mentre i costi variabili dipendono dalla quantità di produzione, i costi
fissi rimangono sempre gli stessi indipendentemente dalla produzione. Tuttavia, devono essere
coperti affinché un’azienda possa realizzare un profitto.
La riserva legale: è un accantonamento contabile di utili imposto dalla legge per salvaguardare
l'integrità del capitale sociale. Si tratta di una sorta di salvagente, il cui fine ultimo è evitare che,
in caso di perdita, le società finiscano per erodere il proprio patrimonio. Presente nello stato
patrimoniale, tra le voci del "passivo", la riserva legale è soggetta a un vincolo di assoluta
indisponibilità da parte dei soci e degli amministratori della società, cioè non può essere
distribuita. L'art. 2430 del Codice Civile fa obbligo alle società di capitali di creare un fondo di
riserva, prelevando dagli utili di ogni esercizio una quota non inferiore al ventesimo degli utili
stessi sino al raggiungimento del quinto sul capitale sociale.
Fondo rischi su crediti: Il fondo rischi su crediti è una posta rettificativa dei Crediti v/clienti.
Pertanto, in bilancio, viene portato in diretta diminuzione del valore di tali crediti. Esso deve
essere determinato seguendo i principi di prudenza e di competenza economica. L’OIC n. 15
stabilisce, infatti, che le perdite per inadempimento non devono gravare sul conto economico
degli esercizi futuri in cui essere si manifesteranno con certezza, ma in ossequio ai principi della
prudenza, della competenza ed al principio di determinazione del valore di presumibile realizzo
dei crediti, devono gravare sugli esercizi in cui le perdite si possono ragionevolmente prevedere.
Conto azionisti c/sottoscrizione: racchiude i crediti che la società vanta verso i soci per
somme sottoscritte a titolo di capitale sociale e non ancora versate. Esso è un conto finanziario
bilaterale dove in dare registriamo i crediti che la società vanta nei confronti dei soci per le
somme sottoscritte e non ancora versate, mentre in avere registriamo i pagamenti, da parte dei
soci, delle somme sottoscritte e non ancora versate.
Brevetto: è un titolo giuridico in forza del quale al titolare viene conferito un diritto esclusivo di
sfruttamento dell'invenzione e di proprietà intellettuale, in un territorio e per un periodo ben
determinato, e che consente di impedire ad altri di produrre, vendere o utilizzare l'invenzione
senza autorizzazione.
Capitale netto: si trova nella parte destra dello stato patrimoniale insieme alle passività che si
contrappone alla sezione di sinistra dove sono elencate le attività.
Il leverage: o debt ratio rappresenta il rapporto tra il debito ed il totale di attivo di Stato
Patrimoniale. Dice in pratica quale fetta del valore dell’impresa è finanziato dai debiti.
Come tutte le pratiche strategiche in economia, anche l’economia di scala ha i suoi pro e contro.
Gli aspetti positivi sono: