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APPUNTI DI

ECONOMIA
AZIENDALE
ECONOMIA AZIENDALE

Le caratteristiche delle imprese industriali


Le imprese industriali attuano una trasformazione fisico-tecnica dei prodotti e trasformano la materia prima
in prodotto finito.
Con la globalizzazione c’e stata una grossa produzione di massa, oggi invece la moderna produzione punta
alla soddisfazione del cliente quindi si punta alla qualità e a studiare i cambiamenti, cercare di soddisfare e
rendere fedele il cliente all’azienda. Questo è stato possibile grazie alle nuove tecnologie che fanno la
differenza soprattutto nei servizi aggiuntivi ed è incorporata anche nei prodotti. Per quanto riguarda la
qualità si punta a quella totale comprendente quella sociale in modo che il prodotto abbia un minor impatto
sull’ambiente.
Quando si istituisce una impresa bisogna vedere dove è più conveniente la sua localizzazione che dipende
dai costi di trasferimento, che sono relativi alle materie prime e ai prodotti finiti, e ai costi di trasformazione
che si attuano per il processo tecnico produttivo. La produzione si distingue in base ai suoi ritmi annuali o
stagionali, in base alle sue modalità (ex flusso continuo) e secondo la sua destinazione (magazzino e
ordinazione).
La caratteristica principale delle imprese industriali e quella di avere le immobilizzazioni molto alte, quindi la
sua struttura e molto rigida e gli fa avere costi fissi molto elevati.
L’organizzazione aziendale è il risultato del coordinamento fra le risorse di cui l’azienda dispone per
relazionarsi con l’esterno e conseguire i propri obiettivi. La struttura organizzativa si compone della divisione
del lavoro che è analizzata secondo un profilo verticale ed orizzontale. I modelli organizzativi delle imprese
industriali sono:
1. struttura funzionale, dove le attività sono raggruppate per funzioni gestionali, ed adatta per imprese
di piccole dimensioni ed infine c’è molta specializzazione ma poco coordinamento e le decisioni
maggiori sono sempre accentrate;
2. struttura divisionale, adatta alle imprese di grandi dimensioni, le attività sono raggruppate per linee
di prodotti, e di tipo decentrate. Il principale vantaggio è il coordinamento e la tempestività
dell’attività aziendale, mente un limite sono i conflitti fra le diverse decisioni;
3. struttura a matrice, utilizzata dalle imprese di grandi dimensioni che operano su prodotti singoli e
complessi, ha un’elevata flessibilità ma c’è conflittualità fra i responsabili di funzione.
La gestione è un sistema di operazioni coordinate fra loro per il conseguimento dell’oggetto sociale. Questo
obbiettivo si raggiunge con diversi processi:
• processo di finanziamento;
• processo di investimento;
• processo di trasformazione economica-tecnica; • processo di disinvestimento.
Il terzo processo fa parte della gestione interna all’azienda mentre i restanti fanno parte della gestione
esterna (soggetti che ruotano intorno all’azienda come clienti, fornitori e terze persone).
Le operazioni di gestione sono raggruppate in:
1. gestione caratteristica, operazioni relative ai processi di acquisizione dei fattori produttivi e ai
processi di vendita dei prodotti ottenuti;
2. gestione finanziaria, derivata dai costi relativi dai finanziamenti o i recavi ottenuti dagli investimenti
(interessi);
3. gestione patrimoniale, insieme delle operazioni di investimento e disinvestimento di beni estranei
alla gestione caratteristica;
4. gestione straordinaria, comprende i componenti di reddito che sono estranei all’esercizio in corso;
5. gestione fiscale, costituita dalle operazioni relative alle imposte sul reddito.
Queste gestioni servono all’azienda per capire se il suo reddito deriva da una gestione tipica o atipica per
analizzare se conviene o meno cambiare la tipologia di attività (riguarda sia gli utili che le perdite).
CONTABILITA’
Il sistema informativo e l’insieme delle persone e dei mezzi allo scopo di ottenere un flusso organizzato di
informazione che gli organi utilizzano per le decisioni strategiche, tattiche ed operative. Questo sistema è
distinto in informazioni contabili, che provengono dai fatti interni ed esterni all’azienda e le informazioni
extracontabili che riguardano il mercato. Il sistema informativo contabile si divide in contabilità:
• sezionali, riguardanti determinati settori aziendali;
• generale, che si occupa dei fatti esterni alla gestione e ha come obbiettivo la determinazione del
bilancio d’esercizio;
• per la direzione, informazioni che servono agli organi aziendali, si occupa dei fatti interni alla
gestione, alla previsione su vendite ed acquisti e il controllo se quello previsto è stato realizzato e se
no controllarne le cause.
La contabilità generale si occupa dei fatti esterni alla gestione e i suoi strumenti sono il libro giornale, i
mastri e i piani dei conti. Per quanto riguarda le immobilizzazioni immateriali si fa riferimento ai beni
utilizzati ai processi produttivi dell’azienda che possono essere acquisiti oppure costruiti internamente e in
questo caso le spese andranno patrimonializzate. Per il personale dipendente bisogna considerare le
retribuzioni periodiche, il premio INAIL e il TFR che può essere destinato ai fondi pensioni o trattenuto in
azienda se questa a meno di 50 dipendenti. Abbiamo le lavorazioni presso e per conto terzi, e i contributi
alle imprese che sono degli incentivi che si dividono in:
• contributi in conto capitale, sono erogati dallo stato per l’acquisizione o la costruzione di
immobilizzazioni (in conto impianti) oppure vengono dati per migliorare e rafforzare la struttura
patrimoniale e finanziaria dell’azienda (in conto impianti in senso stretto);
• contributi in conto d’esercizio, somme erogate per il riequilibrio dell’azienda e sono soggetti alla
ritenuta del 4%.
Le scritture di assestamento sono delle rilevazioni di fine periodo che consentono di determinare il reddito
d’esercizio, sono classificate in quattro gruppi:
•..1scritture di completamento;
•..2scritture di integrazione;
•..3scritture di rettificazione;
•..4scritture di ammortamento.
Le scritture di completamento (1) riguardano alcuni costi e ricavi che non sono ancora stati contabilizzati.
Le scritture di integrazione (2) rilevano costi e ricavi che avranno manifestazione finanziaria “futura” e
riguardano i: crediti e debiti da liquidare, i rati attivi e passivi che riguardano ricavi e costi futuri ed infine i
fondi rischi (previsione di esborsi) ed oneri (costi futuri certi che avverranno ma senza conoscerne
l’importo). Qui si fa riferimento anche alla svalutazione dei crediti per valutare se sono esigibili a fine
esercizio
Le scritture di rettificazione (3) si “rinviano al futuro” costi e ricavi finanziariamente già manifestatesi come
le rimanenze di merce, valutate tra il minore dell’importo tra il valore di acquisto e quello di mercato, i
riconti attivi e passivi e i lavori in corso su ordinazione valutati o con il metodo della commessa di
completamento oppure con la percentuale di avanzamento.
Le scritture di ammortamento (4) fanno riferimento all’operazione tecnico-contabile con cui i costi del bene
è ripartito tra gli esercizi che rende la sua vita utile. L’ammortamento deve essere fatto sistematicamente, va
calcolato ogni esercizio per la durata della vita del bene e utilizzato quando il bene è pronto per l’uso.

Il bilancio d’esercizio è un documento di derivazione contabile deve essere redatto con chiarezza e deve
rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società:
• chiaro, deve attenersi a quelle forme che sono indicate dal codice civile;
• veritiero, non c’è una verità oggettiva in quanto è fatto anche da valori approssimati;
• corretto, gli amministratori si devono comportare legalmente e devono applicare con coerenza i
valori contabili contenuti nell’art. 2423.
I principi di redazione sono: principio di prudenza, principio la continuità della prevalenza sulla forma,
principio della competenza economica, principio della valutazione separata, principio della costanza dei
criteri di valutazione.
PRINCIPI CONTABILI
Principi contabili nazionali: sono stati elaborati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti
Ragionieri (c.n.d.c.r.) mentre oggi sono elaborati dall’Organismo Italiano di Contabilità (O.I.C). Questi principi
hanno lo scopo di integrare la legge dove ci sono delle lacune per far registrare quei fatti di gestione in
Partita Doppia attraverso quelle operazioni e quei metodi per l’esposizione dei valori in bilancio.
Principi contabili internazionali: utilizzati dal 2003 ma esistenti anche negli anni ’70 con l’IASC che
emanavano gli IAS. Oggi ci sono gli IASB che emanano IFRS questi sono numerati e accettati dall’Unione
Europea, le società quotate in borsa sono obbligate a redigere il bilancio d’esercizio e quello consolidato.
In Italia si punta a tutelare il patrimonio aziendale come garanzia dei soci è quindi un documento garantista
(principio prudenza); per quanto riguarda invece i P.C.I. il bilancio è rivolto a dei possibili investitori quindi si
misura la performance dell’azienda che evidenzia il reddito prodotto dall’impresa. Per questo per alcuni
elementi dell’attivo si abbandona il principio di prudenza e si applica il Fair Value (valore corrente di
mercato).

Gli indici di Bilancio


Le analisi di bilancio sono delle operazioni che facilitano l’interpretazione del bilancio: i soggetti interessati
sono i responsabili dell’azienda, le banche e gli investitori. Gli indici di bilancio sono delle operazioni
derivanti dal rapporto o differenza tra i valori di bilancio e le relazioni logiche che consentono di valutarne gli
aspetti più importanti.
STATO PATRIMONIALE
Situazione patrimoniale e finanziaria: verificare se l’azienda ha una struttura equilibrata tra fonti e impieghi.
Qui abbiamo gli indici di composizione degli impieghi e delle fonti (vanno a vedere come è composto un
aggregato):
Indice rig impieghi: attivo imm./cap. invest. (se alto vuol dire che è un’azienda industriale con struttura rigida
e che non si adatta ai mutamenti del mercato) Indice elast. impieghi: attivo corrente/cap. invest.
Indice auton. Finanz.: cap. proprio/totale finanz. (struttura finanziaria equilibrata se sopra lo 0,55 se ne è al
di sotto l’impresa lavora in misura maggiore con i capitale di terzi)
Indice di dipend. Finanz.: capitale di terzi(pass corr+pass cons)/tot finanz.(si nota il grado di indeb.) Leverage:
cap. inv./cap proprio (per ogni € di cap investito … sono stati persi dal cap di terzi, + alto è l’indice + l’azienda
è indebitata)
Quoz. Di indeb: cap di terzi/cap proprio (quanta parte degli investimenti deriva dal cap di terzi) Analisi della
solidità: accerta la capacità dell’azienda di mantenere nel medio - lungo periodo un equilibrio tra i flussi in
uscita e quelli di entrata. (ind correlazione)
Marg strutt Ess: cap proprio-att imm (se positivo vuol dire che la relazione tra fonti ed impieghi è equilibrata,
l’azienda nel breve periodo riesce a far fronte ai suoi impieghi) Quoz autoc imm: cap proprio/att imm (deve
essere il + possibile vicino ad 1)
Marg strutt glob: cap permanente(cap proprio+pass consol) – att imm (se positivo c’è un ottimo impiego tra
fonti e finanziamenti, vedere se copre il magazzino, se no x diminuire l’att corr immettere sul mercato merci
in magazzino)
Quoz copertura immob: cap perman /att imm (se >= a 1 l’azienda ha una struttura equilibrata) Analisi della
liquidità Indici di correlazione: Verificare se l’azienda nel brave periodo è capace di far fonte ai suoi impegni
utilizzando le liquidità disponibili, si mettono in confronto elementi dell’attivo con quelli del passivo legati
con una relazione logica.
CCN: att corrente-pass corr (se positivo vuol dire che l’azienda riesce a far fronte ai suoi impegni finanziari
con le disponibilità liquide differite e con quelle di magazzino).
Indice di dispon: att corrente/pass correnti (se > di 2 vuol dire che è in grado di coprire il magazzino).
Marg di tesoneria: liqu imm e diff – pass correnti (se positivo significa che le liquidità riescono a coprire le
passività correnti, quindi l’azienda è in grado di coprire i debiti a breve termine).
Indice di liquidità: liqu imm e diff / pass correnti
Indici di rotazione e di durata: quante volte il capitale investito e gli elementi che lo compongono si
rinnovano.
Rotaz cap investito: ricavi vend/cap inv (le volte che il cap invest ritorna in forma liquida)
Rotaz att circ: ricavi vend/att corrente (velocità di ritorno in forma liquida del capitale impiegato) Rotaz del
magaz: ricavi vend/rimanenze magaz (quante volte si rinnova il magazzino nell’arco di un anno)
Rotaz crediti comm: fatt vend/crediti comm (numero delle volte che i crediti commerciali tornano in forma
liquida)
Giacenza media magaz: 365/ind rot magaz ( n° gg che la merce rimane in magazzino)
Durata media cred comm: 365/ind rot cred comm (dilazione media concessa ai clienti) Durata media deb
comm: deb comm/fatt acquisto* 365 (dilazione media concessa dai debitori) Se la dilazione concessa ai
clienti è maggiore di quella stabilita dai fornitori non ci sono disponibilità liquide sufficienti per rimborsare i
debiti ed è possibile che non ci siano i ricavi che provengono da magazzino in quanto torna in forma liquida
ogni tot gg.
CONTO ECONOMICO
Per situazione economica di un’impresa si intende la sua capacità di remunerare il capitale proprio
impiegato nei processi produttivi.
Indici di redditività: è la capacità dell’impresa di produrre nuova ricchezza nel tempo:
ROE: Utile d’es /Cap proprio
Indica che per ogni 100 € di capitale proprio fruttano un tot di reddito. Questo indicatore è molto
importante per un soggetto esterno che vuole investire nell’azienda in quanto esprime il grado di
remunerazione. Il roe è un dato che va confrontato con il rendimento degli investimenti alternativi ( bot-cct)
che sono privi di ogni forma di rischio.
ROI: Reddito operativo / Cap invest
Questo indice indica se il capitale investito è riuscito ad ottenere un reddito che deriva dalla gestione tipica.
Se il roi è ex 15% significa che 100 € di capitali investiti nell’azienda producono un reddito di 15€, in questo
caso l’azienda è riuscita a combinare in maniera efficiente la sua attività. Questo indice viene confrontato
con il costo medio del denaro, il roi dovrebbe essere maggiore del costo medio in quanto se così non fosse si
avrebbero maggiori costi più interessi passivi con una conseguente diminuzione dell’utile e quindi del roi.
ROD: Oneri finanz / cap di terzi
Questo indice rappresenta l’onere medio sostenuto dall’azienda per i finanziamenti di terzi quindi il tasso
medio di interesse pagato sui debiti. Si considera gli interessi passivi a breve termine e a medio - lungo e il
capitale di terzi, il rod non è sempre affidabile perché gli oneri finanziari riguardano gli interessi passivi
espliciti e non quelli impliciti.
ROS: Redd op / ricavi vend
Rappresenta l’indice di redditività quanta parte di ricavi sono di reddito operativo. Espresso in termini
percentuali significa che ogni 100€ di ricavi ottenuti un tot sono destinati al reddito operativo. La parte
restante sono invece i costi derivanti dalla gestione caratteristica, ex ros=15% l’utile sarà di 15€ mentre la
parte destinata a coprire i costi è 85€.
Tasso incidenza gestione non caratteristica: Utile/Reddito operativo
=1 non ci sono operazioni che riguardano la gestione patrimoniale e finanziaria e straordinaria
>1 utile maggiore del reddito il saldo delle gestioni ha aggiunto componenti positive <1 utile
minore del reddito il saldo delle gestioni ha sottratto delle componenti negative
ROE= Roi x Leverage x tasso inc gest nn carat
Se aumenta l‘indebitamento (leverage) aumenta anche il roe in quanto ha un effetto leva moltiplicativo, così
facendo aumentano gli interessi passivi quindi i costi e diminuisce l’utile quindi il tasso di incidenza. Il
leverage ha un effetto moltiplicativo fino a quando il roi è maggiore del rod in questo caso per l’azienda è
conveniente indebitarsi prende capitali all’esterno e li fa sfruttare in azienda. L’effetto leva diventa de-
moltiplicativo quando il rod diventa maggiore del roi.
ROI= Ros x tasso rot cap inv
Il ros aumenta quando aumenta il reddito operativo quindi quando si riducono i costi dell’attività tipica così
si trova una migliore combinazione dei fattori produttivi impiegati nell’azienda. Il tasso di rot cap inv più
sono le volte che il capitale torna in forma liquida quanto più l’azienda ha più disponibilità liquide a
disposizione. Tutto questo dipende anche dal magazzino che se ha un ritorno troppo lento in forma liquida
lo rende più immobilizzato. Soluzione può essere la diminuzione della dilazione dei crediti o cercare di
rinnovare il magazzino attraverso le politiche di vendita.

Revisione della contabilità’


La revisione contabile è una forma di controllo che accerta la correttezza dei fatti amministrativi e verifica
l’attendibilità dei dati in bilancio.
La revisione può essere svolta da:
1 – soggetti interni all’azienda, in questo caso è volontaria rileva eventuali sfunzioni ed evidenzia possibili
miglioramenti;
2 - dal collegio sindacale, che vigila sull’osservanza dell’assetto organizzativo amministrativo e contabile
della società. I membri devono essere iscritti al registro dei revisori contabili e la relazione del collegio deve
riferire sui risultati dell’esercizio e fare le proprie osservazioni sul bilancio;
3 - soggetti esterni all’azienda, in questo caso la revisione può essere facoltativa, informazioni sull’efficacia
del bilancio, obbligatoria che è imposta dalla legge.
La revisione è obbligatoria per le S.p.A. da parte di un revisore contabile o una società di revisione che
controllerà la regolarità della contabilità aziendale, i fatti di gestione, le scritture e il bilancio. Inoltre è
obbligatoria per tutte le società quotate in borsa sempre da parte di una società di revisione che dovrà
controllare la regolarità della contabilità aziendale e di tutta la documentazione che riguarda la situazione
patrimoniale ed economica della società.
La revisione del bilancio sono le operazioni che vanno a verificare che il bilancio d’esercizio corrisponda alle
scritture contabili e sia redatto nel rispetto delle norme di legge. La relazione può avere diversi giudizi:
• un giudizio senza rilievi, il bilancio è conforme ai principi di redazione e di legge:
• un giudizio con rilievi, è un giudizio positivo ma con delle piccole difformità, non compromette la
correttezza e la veridicità del bilancio;
• un giudizio negativo, è mancata l’osservanza dei principi di redazione e di legge; •
l’impossibilità di esprimere un giudizio, fatti che impediscono l’attività revisionale.

LE IMPRESE BANCARIE
SISTEMA FINANZIARIO E ATTIVITA’ BANCARIA
Il sistema finanziario è costituito da tutte le operazioni dove si trasferiscono capitali da soggetti in avanzo
economico (famiglie) ai soggetti in disavanzo (imprese e Stato), dove si presenta un intermediario che mette
in comunicazione i due soggetti (poste, Banche, SIM).
Gli elementi importanti di questo sistema sono gli operatori finali, gli intermediari (bancari o non), i mercati,
gli strumenti, i prodotti che vengono negoziati, ed infine le norme che disciplinano i modi e i tempi del
trasferimento. Nel mercato di capitali abbiamo le operazioni che riguardano lo spostamento di capitali, si
divide in marcato monetario (scadenze non superiori ai 18 mesi) e mercato finanziario.
Il credito è lo scambio di beni e servizi “presenti” contro quelli futuri. Per far si che nasca il credito è
necessario un rapporto di fiducia, il credito può essere sia in natura con lo scambio di beni che monetario
con lo scambio di capitali. È diretto alle imprese o alle famiglie ed infine la banca se viene interposta come
intermediario contratta le condizioni e stipula un contratto con entrambe le parti (credito indiretto).
La Banca svolge nuove funzioni:
1 - Funzione di politica economica, punta allo sviluppo economico del paese per garantire un elevato tasso di
occupazione, la banca concede credito alle imprese in modo da aumentare la produzione e assumere
quindi nuovo personale;
2 - Funzione stimolatrice del risparmio e della produzione, fornisce stimolo all’espansione dell’attività
industriale e commerciale, infatti più capitali raccoglie meglio è in quanto riesce a concederne in maggior
quantità;
3 – Funzione di servizi, nuovi strumenti per utilizzare le disponibilità monetarie (bancomat) e nuovi servizi
collaterali e di pagamento (stipendi, pensioni);
4 – Funzione di investimento, può fare degli investimenti in aziende con lo scopo di ottenere ricavi futuri o
per controllarle;
5 – Funzione creditizia, dove si fa riferimento al sistema finanziario;
6 - Funzione monetaria, la banca agevola il regolamento degli scambi mediante moneta.
Il gruppo plurifunzionale è un gruppo bancario formato da una Banca che coordina la sua attività e sotto di
se controlla altre aziende che hanno funzione specifica. La banca universale svolge tutte le attività di servizi
collaterali e investimenti. Le autorità creditizie controllano l’attività bancaria ed è formata da diversi organi: il
Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (CICR), il Ministro delle economie e finanze, e la
Banca d’Italia.
Il SEBC (sistema europeo banche centrali) ha il compito di emettere moneta unica e di gestire la politica
monetaria avendo come obbiettivo la stabilità dei prezzi. La BCE è un organismo di gestione di politica
monetaria con funzione di assicurare che i compiti del SEBC siano assolti attraverso le BCN o mediante la
propria attività.
Tutte le banche devono aver ottenuto l’autorizzazione rilasciata dalla BI e quando ci sono le condizioni
questa viene iscritta nell’albo nazionale della BI. La Banca d’Italia ha diverse funzioni nell’ambito della SEBC,
a livello nazionale, vigila sul controllo del sistema bancario e a livello internazionale dove partecipa
all’attività. La BI ha un importante ruolo sulla vigilanza, attua controlli in entrata come l’autorizzazione,
(forma giuridica SPA o SRL, C.S non sotto i limiti previsti e requisiti di onorabilità e professionalità) e i
controlli in corso di gestione con la vigilanza informativa (segnalazioni periodiche), regolamentare
(disposizione che le banche devono adottare) e quella ispettiva (effettuare ispezioni). Gli sistemi di
pagamento sono gli strumenti, soggetti, infrastrutture e norme grazie al quale si effettuano i trasferimenti.
La banca deve rispettare alcuni vincoli come la riserva obbligatoria, detenuta dalla BI sulla base del 2%, il
coefficiente di adeguatezza patrimoniale che sono dei rapporti di cui la banca deve tenere conto per il grado
di rischiosità della sua attività per questo viene adottato il coefficiente di rischiosità, ed il limite ai grandi fidi,
infatti non deve crearsi un rapporto con un solo soggetto e a questo non può cedere più del 25% del
patrimonio di vigilanza.
Le norme sulla trasparenza impongono alla Banca la conoscenza delle nuove condizioni ai clienti infatti
quando questa modifica le condizioni il cliente deve essere informato per eventuali reclami o rescissioni. Il
risparmio è tutelato e il sistema mette in atto delle condizioni per rispettarlo, prima vi era la tutela indiretta
infatti il cliente non si interessava delle condizioni della banca ma era abbindolato dal tasso alto, ora invece
abbiamo una tutela diretta vi è un fondo al quale le banche si riforniscono se hanno delle perdite ma solo se
non sono troppo consistenti. C’è un segreto d’ufficio infatti le informazioni del cliente sono del tutto private
e solo attraverso la legge vi si può accedere.
GESTIONE E SISTEMA INFORMATIVO
La Banca cerca di ottenere i vari equilibri sul piano:
- Economico, la Banca deve riuscire ad avere i ricavi maggiori dei costi e punta quindi ad un massimo
livello di redditività che lo si misura attraverso la remunerazione del C. p. misurato con il
ROE;
- Monetario, riguarda i flussi di entrata e quelli di uscita, la Banca cerca di fronteggiare le richieste di
rimborso, ha come obbiettivo la liquidità e per verificarla si compila la situazione di tesoreria;
- Patrimoniale, è il grado di capitalizzazione della Banca che deve essere in grado, attraverso i suoi mezzi
di assicurare la sua solvibilità.
Questi 3 obbiettivi nel loro complesso sono irrealizzabili in quanto si “annientano” a vicenda, per questo si
cerca un compromesso per gestire e ottenere il massimo equilibrio. Questo è possibile attraverso i principi
tecnici che puntano alla:
• formazione di riserve di liquidità,
• correlazione tra raccolta e impieghi, i depositi che la banca riceve a breve termini non possono
essere prestati a medio – lungo termine;
• frazionamento dei rischi, cerca di limitarli sotto un profilo, quantitativo, qualitativo, settoriale e
territoriale;
• limitazione fidi, il rapporto di fiducia non si crea la Banca non conosce le aspettative del cliente e
quindi deve stare attenta.
Le Banche sono delle aziende a produzione indiretta che cerca di rinnovarsi per stare alle esigenze dei
clienti, abbiamo avuto una frammentazione del mercato per offrire ad ogni segmento determinati prodotti e
finanziamenti.
Operazione creditizia: abbiamo in un primo momento la raccolta fondi quindi un’operazione passiva dove si
sostengono dei costi, mentre quando questi fondi vengono prestati abbiamo delle operazioni attive e quindi
conseguenti ricavi.
Operazioni di investimento diretto: la Banca destina una parte della disponibilità a forme durevoli nel tempo
come titoli ed immobili.
Prestazione di servizi: gamma di servizi che svolge la banca da cui abbiamo dei ricavi.
Operazioni collaterali: servizi che costituiscono un’evoluzione nei rapporti tra Banca e clienti. Le aree della
Banca sono: area creditizia, dei servizi, amministrativa – commerciale e la gestione straordinaria. I costi e i
ricavi sono calcolati da risultati intermedi:
1 – margine di interesse, risultato dell’intermediazione creditizia differenza tra interessi attivi e quelli
passivi:;
2 – margine di intermediazione, risultato dell’attività bancaria caratteristica a cui si sommano i servizi;
3 – risultato lordo attività ordinaria, si ottiene sottraendo al margine di intermediazione i costi
amministrativi e commerciali;
4 - risultato prima delle imposte, si ottiene sottraendo o sommando al risultato dell’attività ordinaria il
saldo dei proventi e oneri straordinari.
Per il patrimonio la Banca lavora in misura maggiore sul capitale di terzi ottenuto dai depositi della clientela
e della raccolta interbancaria, il capitale proprio invece svolge una funzione di garanzia per il mantenimento
del grado di liquidità.
In Banca l’iva è esente da tutte le operazione tranne per quella di servizi di custodia e amministrazione titoli,
per quanto riguarda l’irpef e l’ires la banca si pone come intermediario tra il depositare e lo Stato, infatti
dagli interessi attivi è trattenuta una ritenuta del 27% che sarà successivamente versata allo Stato dalla
Banca.
Nel conto corrente sono indicate le operazioni che svolge il cliente. La banca per il calcolo degli interessi
deve considerare che la decorrenza degli interessi siano calcolati partendo dalla valuta per questo esiste il
metodo scalare - amburghese che richiede che le operazioni vengano ordinate per valuta e che i numeri
siano la somma dei saldi moltiplicati per i giorni. Abbiamo quindi estratto conto (ordine data) e lo scalare
per interessi (ordine valuta).
Il sistema informativo e l’insieme delle persone e dei mezzi allo scopo di ottenere un flusso organizzato di
informazione che gli organi utilizzano per assumere le decisioni. È diviso in:
1) contabilità sezionali, primo livello di elaborazione dati con la compilazione di giornali e mastri;
2) contabilità generale, informazioni che determinano il risultato economico viene fatta un’unica
registrazione su tutti i movimenti avvenuti in una giornata;
3) contabilità per la direzione, insieme di informazioni che servono agli organi aziendali per controllare
la gestione interna (contabilità analitica, budget, sistema reporting) 4) contabilità statistica, analizza
l’andamento delle operazioni aziendali.
Il piano dei conti è strutturato per arrivare al bilancio d’esercizio e facilitarne la formazione.
BILANCIO BANCARIO
La formazione del bilancio bancario si basa sul principio generale della chiarezza e rappresentazione corretta
e veritiera dell’aspetto patrimoniale, finanziario ed economici. I principi di redazione sono: competenza
(rilevazione oneri e proventi); continuazione attività (valutazione di funzionamento); costanza criteri
valutazione ( operazione iscritta sempre stesso modo); sostanza sulla forma (se un operazione ha più
scritture si privilegia quella che descrive meglio la forma); data di regolamento (iscrizione si effettua al
momento del regolamento degli stessi). Il Bilancio della Banca è formato da S.T (forma orizzontale) C.E
(forma verticale), nota integrativa (ha funzione esplicativa infatti fornisce delle informazioni supplementari si
compone di 9 parti divise in segmenti), prospetto variazione del P.N. e il rendiconto finanziario. La relazione
semestrale contiene delle indicazioni sulle informazioni di gestione e su fatti avvenuti che possono creare
problemi.
DEPOSITI E CONTI CORRENTI
I depositi bancari sono la materia prima della Banca infatti con i depositi la banca riceve una provvista di
fondi e svolge la funzione creditizia anche se sorgono diversi costi d’esercizio e interessi passivi. I capitali
ricevuti dalla Banca cambiano a seconda dei diversi soggetti che li depositano infatti per i depositi soggetti a
frequenti movimenti questi avranno un tasso di interesse basso mentre per capitali che permangono alla
banca per un periodo medio lungo avranno un tasso più alto. I depositi sono classificati secondo le modalità
del rapporto (semplici, a risparmio, c/c passivi), la disponibilità delle somme depositate (rimborsabili a
vista, con preavviso, a scadenza fissa, condizionati), la tipologia contrattuale (risparmio liberi, vincolati,
certificati di deposito, c/c di corrispondenza passivi) e la loro funzione (tempo, dove c’è stabilità e moneta
soggetti a continue movimentazioni).
Nei depositi a risparmio liberi il depositante può ritirare le somme in qualsiasi momento, questi sono
comprovati dai libretti che documentano il contratto di deposito. I libretti possono essere nominativi o al
portatore. I libretti nominativi sono dei titoli di credito dove viene intestato il nome del depositante, hanno
maggiori garanzie in caso di furto ma sono difficilmente trasferibili. Quelli al portatore invece sono sempre
titoli di credito facilmente trasferibili ma hanno più rischi in caso di perdita in quanto non hanno alcuna
nominazione (inferiori ai 5.000 €). Il libretto è dotato di scheda magnetica infatti quando un soggetto si
rivolge ad uno sportello li ci sarà un operante terminalista che inserisce nel terminale il libretto e registra
l’operazione in base alla data, natura dell’operazione e il relativo importo. I tassi di interesse variano a
seconda delle condizioni del mercato e vengono applicate le scale di interessi a seconda della fascia di
appartenenza del deposito del correntista, l’eventuale variazione del tasso deve essere portata a conoscenza
del depositante.
Per il calcolo degli interessi si usa il metodo scalare – amburghese.
Nei depositi a risparmio vincolato il depositante preleva la somma ad una data prefissata fino ai 15 giorni
successivi altrimenti il deposito verrà rinnovato per lo stesso tempo, possono essere a breve termine 12
mesi o a medio termine fino a 60 mesi e sono comprovati dai libretti.
I certificati di deposito sono un titolo di credito dove si depositano delle somme di denaro per un erto
periodo di tempo,ci sono a breve termine 18 mesi a medio termine fino a 60 mesi o in valuta estera. Il tasso
di interesse può essere fisso, indicizzato o infrannuale con la riscossione di cedole posticipate.
Le operazione “pronto contro termine” sono una provvista fondi che la banca ottiene vendendo alla
clientela dei titoli con l’impegno di riacquistarli ad una scadenza prefissata con un prezzo superiore. Il conto
corrente di corrispondenza è un contratto che il cliente stabilisce con la banca dove quest’ultima svolge dei
servizi a favore del cliente e gli assicura la disponibilità delle somme depositate. Le caratteristiche sono la
completa disponibilità della somma depositata, i servizi correlati e operazioni senza che il cliente si sposti
fisicamente. Abbiamo 3 tipi di c/c:
• c/c di corrispondenza passiva: conti che presentano saldi creditori a favore del cliente;
• c/c di corrispondenza attiva: conti che presentano saldi debitori per il cliente;
• c/c di corrispondenza per elasticità di cassa: conti che presentano un alternanza di saldi che
possono essere a favore della banca o del correntista.
L’apertura di un c/c di corrispondenza richiede: l’identificazione del titolare, la sottoscrizione del contratto, la
firma dell’intestatario, la registrazione della prima operazione e il rilascio del libretto degli assegni. Le
operazione svolte sul c/c hanno un documento che ne certifica l’atto: i versamenti, ricevute, assegni-matrici
ed eventuali addebitamenti e accreditamenti le rispettive contabili.
La tenuta conti comporta la conoscenza delle:
• regole di registrazione: il conto deve essere accreditato (avere) o addebitato (dare);
• valute: momento dal quale le somme di denaro cessano o producono interessi a favore della banca;
• metodologia contabile: si fa riferimento al metodo scalare amburghese, con i tassi debitori e
creditori.
Condizioni tra banca e cliente devono riguardare: i tassi di interesse (creditori e debitori), la commissione di
massimo scoperto compenso dello 0,125% che la banca richiede al contribuente sul massimo fra i saldi
debitori (criterio assoluto) e le spese di tenuta conto somma fissa per ogni operazione e quelle di chiusura al
momento della liquidazione.
L’estratto conto-saldo contabile è un documento che la banca invia al cliente dove sono riportate le
operazione che il contribuente effettua in ordine cronologico (ordine di valuta per lo scalare per interessi-
saldo liquido).
Postergata: valuta successiva al periodo della liquidazione è presente nell’estratto conto ma non nello
scalare per interessi. Antergata: valuta anteriore alla data di riapertura è presente sia nell’estratto conto che
nello scalare per interessi (segno negativo).
I c/c interbancari sono delle operazioni svolte fra le banche per la concessione reciproca di servizi concessi
alla clientela. Conto di gestione si apre quando ci sono dei rapporti fra le banche. Con il Testo Unico della
banca oggi queste possono emettere qualsiasi tipo di obbligazioni che possono essere: ordinarie,
convertibili, strutturate e subordinate.
FIDO BANCARIO E OPERAZIONI DI IMPIEGO
Il capitale proprio o di rischio è costituito dai conferimenti del proprietario e dei soci.
Il capitale di credito o di terzi è formato dai mezzi finanziari che provengono dai soggetti esterni all’azienda. I
finanziamenti a titolo sono: debiti di funzionamento che sorgono in contemporanea sostituzione della
moneta; debiti di finanziamento derivanti dai prestiti.
Il fido bancario è l’importo massimo di credito che viene concesso dalla banca ad un cliente meritevole. Una
volta svolte le relative indagine e se la banca ritiene che vi siano le condizioni necessarie il credito viene
concesso al cliente. Il fido è classificato secondo:
• l’importo: potenziale (massimo che la banca concede), effettivo (la somma che concede realmente)
e utilizzato (quanto effettivamente utilizza il cliente):
• modalità di utilizzo: fido di cassa (aperture di credito) o di firma (la banca firma a garanzia del
cliente):
• le garanzie ottenute: in bianco (nessuna garanzia e più rischi per la banca), reale (beni immobili) e
personale (persona che mette la firma per garanzia se il cliente non paga);
• forme di utilizzo: generali (si compie una qualsiasi operazione) particolari (fidi concesso per una
particolare operazione);
• fidi diretti e indiretti.
Per la concessione di un fido la banca incorre in diversi rischi:
-rischi di insolvenza, l’impossibilità per il cliente di restituire i prestiti;
-rischi di immobilizzo finanziario, il soggetto non possiede liquidità ma ha dei beni; -rigidità delle
condizioni di mercato, la banca non si adegua ai mutamenti del mercato.
La centrale dei rischi è quell’organo a cui la banca invia mensilmente i documenti inerenti i fidi concessi ai
clienti in modo che se il cliente richiede dei fidi multipli (a più banche) non superi le sue capacità di credito.
La concessione di un fido ha 4 fasi:
1) Richiesta di fido: è la domanda di un soggetto che richiede una somma di denaro e dove annota le
varie condizioni che è disposto a concedere (importo, durata, garanzia). La banca dovrà verificare dei
dati in relazione se il soggetto è una persona fisica (situazione redditoriale) oppure una azienda
(controllo dei bilanci dell’anno precedente).
2) Istruttoria di fido: sono le ricerche effettuate dall’ufficio delle banche, il processo si articola in 7 fasi:
a) profilo giuridico, verifica l’identità giuridica dell’azienda;
b) indagini esterne all’azienda, la banca verifica la capacità imprenditoriale del richiedente e verifica se
l’azienda e puntuale nei pagamenti ed interpella clienti e fornitori;
c) indagini interne all’azienda, mirano alla valutazione della struttura amministrativa organizzativa e
produttiva dell’azienda;
d) verifica delle garanzie offerte, quali possono essere reali o personali;
e) esame dello scopo del fido in base alle forme di utilizzo e alla durata del fido;
f) analisi della situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della azienda, si base sulle analisi
storiche (analisi per indici e per flussi) e sulle analisi prospettiche (budget finanziario e bilanci
proforma);
g) proposta di fido, gli organi deliberanti decidono se concedere o meno il fido.

Nel libro dei fidi la banca annota tutte le richieste di fido con le varie indicazioni. Lo schedario dei rischi è un
documento dove sono catalogate le schede individuali di ciascun cliente che ha richiesto un fido.
L’apertura di credito tra banca e cliente con il quale la banca mette a disposizione del denaro per un certo
periodo di tempo che può essere determinato o indeterminato.
L’apertura di credito può essere semplice: mediante uno o più prelevamenti di somme di denaro; oppure in
conto corrente dove la somma messa a disposizione e soggetta anche a versamenti. L’apertura del c/c può
essere: ordinaria, caratterizzata dal fatto che i saldi del conto permangono a debito del cliente; oppure per
elasticità di cassa dove abbiamo un continuo alternarsi di saldi attivi e di saldi passivi e anche da periodi di
scopertura brevi.
Il cliente ottiene un prestito che si adatta alle variazioni quantitative del suo fabbisogno finanziario, mentre
la banca trae vantaggi economici grazie agli interessi (tasso debitore), recuperi di spesa ( commissioni di
massimo scoperto e le spese di tenuta conto) insieme alle eventuali garanzie. I crediti al consumo sono
concessioni creditizie rivolte alle famiglie per l’acquisto di beni durevoli e l’effettuazione di viaggi di
istruzione e di svago. Sono erogati sotto due forme: - prestito al consumo quando il prestito è concesso per
una certa finalità di acquisto;
- prestiti personali che sono aperture di credito i cui destinatari godono di un reddito continuo nel tempo ed
è concesso indipendentemente dall’utilizzo che la stessa farà.
Per la concessione di questi prestiti la banca dovrà valutare la dimostrazione del reddito attraverso la busta
paga o la dichiararne dei redditi, grazie alle tecniche di scoring la banca si assume il livello di rischio. Il
contratto deve essere redatto in forma scritta e deve essere indicato l’importo, la scadenza delle rate e il
tasso annuo effettivo globale (TAEG), che rappresenta il costo effettivo del finanziamento ottenuto.
Le aperture di credito di firma è un operazione svolto dalla banca che comporto un certo rischio in quanto
presta garanzia per obbligazione assunte dai suoi clienti. I compensi che la banca riceve sono i rimborsi
spese e provvigioni riscosse in vie anticipate, per il cliente si evita un uscita immediata di denaro
un’agevolazione nel conclusione delle negoziazioni. L’apertura di credito di firma possono essere semplici
(concessione della propria firma) o documentate (dove presta la firma su altri documenti). Le aperture
semplici sono:
- crediti per fideiussione, e un atto mediante la banca garantisce l’adempimento di un’obbligazione assunta
da un cliente. Questa operazione consente all’azienda del cliente di non immobilizzare disponibilità
finanziarie ed è comprovata da una lettera di garanzia. La banca concede la fideiussione alle imprese
industriali e commerciali (che ricevono anticipi su fatture, garantiscono le caratteristiche dei prodotti
venduti e il pagamento delle imposte).
- le aperture di credito per avallo, la banca si impegna a prestare garanzie mediante firma su
pagherò o accettazioni di tratte, e in cambio ritrae una commissione percentuale;
- le aperture di credito per accettazione , la banca si impegna ad accettare tratte spiccate su di lei dal cliente
e a rilasciare pagherò a favore del cliente o di un terzo. E richiesta dal cliente per ottenere un
finanziamento a condizioni convenienti e agevola la conclusione di compravendita con pagamento
differito.
Lo sconto bancario è un’operazione mediante la quale la banca anticipa al cliente l’importo di effetti
trattenendo a titolo di compenso lo sconto per l’anticipato pagamento, commissioni e competenze. Per la
banca abbiamo un’operazione di impiego fondi mentre per il cliente è un operazione di smobilizzo. Una
cambiale si dice bancabile quando questa possiede i requisiti che richiede la banca centrale per riscontare gli
effetti. I suoi requisiti sono che l’effetto deve essere di natura commerciale, il luogo di pagamento deve
essere una piazza e la scadenza non deve superare i quattro mesi. E’ invece scontabile qualsiasi effetto
presentato dalla clientela la cui banca attribuisce un certo livello di affidabilità. L’operazione di sconto si
articola in tre fasi:
1) presentazione degli effetti, il cliente presenta alla banca gli effetti che vuole scontare e compila una
apposita distinta dove saranno elencati tutti gli effetti;
2) esame degli effetti, l’ufficio portafogli verifica la validità formale e fiscale degli effetti, e dopo aver
accertato la natura commerciale e la solvibilità del titolo le presenta alo sconto;
3) determinazione del netto ricavo, si determina sottraendo al valore nominale degli effetti le
competenze richieste dalla banca.
Il tasso di sconto dipende da molteplici fattori (capacità di credito del cliente), come anche il calcolo di
giorni. Gli effetti scontati vengono scaricati dal portafoglio mediante:
1) richiamo da parte dello scontista, prima della scadenza, il cliente richiede alla banca la restituzione di
effetti precedentemente scontati contro addebito in c/c del loro valore nominale aumentato di uno
specifico diritto fisso:
2) risconto presso altre banche, e un’operazione di provvista fondi con la quale la banca cede gli effetti
scontate a banche maggiori ottenendo in cambio mezzi liquidi;
3) invio all’incasso, gli effetti sono trasmessi alla cassa cambiale la quale provvederà ad inviare
all’obbligato un avviso di scadenza.
Gli effetti non pagati dal debitore all’ufficiale giudiziario per fare leva sul protesto, gli effetti protestati sono
rimessi al cliente con l’importo della cambiale maggiorato delle spese nel conto di ritorno.
Gli anticipi in portafoglio sono delle operazioni di prestito che la banca effettua sul cliente dietro
presentazione di effetti “per l’incasso” dove essa mette a disposizione una somma di denaro senza
attendere la riscossione. Possono essere con accredito al “dopo incasso” o “salvo buon fine” ha diverse
valute: a scadenza, a vista o ricevute bancarie elettroniche Ri.BA. Ha 2 modalità di utilizzo:
1) l’accredito con libera e immediata disponibilità, somma anticipata e subito accreditata; 2)
l’accredito a valuta maturata, smobilizzo delle riba.
Nel primo caso la banca anticipa al cliente il valore nominale degli effetti che sono da esso presentati,
abbiamo 3 tecniche di contabilizzazione:
1- accredito diretto sul c/c di corrispondenza , transita direttamente nel c/c di corrispondenza dando
vita ad un accredito per l’importo e un addebito per le commissioni;
2- l’accredito sullo speciale Conto Anticipi, è la più utilizzata dalla banca (gioco di valute a favore della
banca), si apre un conto chiamato Conto anticipi che è transitorio e si utilizza solo per gli accrediti e
addebiti delle riba con il valore nominale. Poi si accredita sul c/c l’importo con valuta del giorno
stesso ed infine si addebitano sul c/c le commissioni relative all’operazione;
3- il c/c Unico, la banca usa un conto di appoggio infruttifero e applica diverse fasce di fido su ognuna
delle quali applica diversi tassi di interesse.
Nel secondo caso invece la Banca calcola una valuta giorno in cui la somma verrà accreditata, succede che
tra il giorno della valuta e il giorno in cui la banca ha notizia dell’avvenuto incasso abbiamo una differenza
minima di tempo e quindi un anticipo che riguarda un periodo breve. Di conseguenza questa operazione
assomiglia più ad un servizio di cassa che ad una forma di finanziamento e l’unico vantaggio del cliente è
conoscere la data di accredito per gestire meglio le entrate e le uscite.
Gli anticipi su fatture rappresentano una forma di smobilizzo dei crediti commerciali con la quale la banca
anticipa una parte dell’importo della fattura al cliente ma deve essere pagato tramite bonifico bancario. Con
la cessione del credito il cliente trasferisce senza garanzia alcuni crediti commerciali, invece con il mandato
irrevocabile d’incasso abbiamo la lettera di autorizzazione per trattenere le somme riscosse. Le banche
applicano uno scarto in misura del 20% quindi la banca accredita l’80% dell’importo. Per il cliente c’è la
possibilità di ottenere lo smobilizzo dei crediti e n minor tasso che la banca applica.
L’anticipazione bancaria è un contratto di prestito dove la banca concede al cliente una somma di denaro
dietro garanzia di beni (pegno) come titoli o merci, si distinguono in:
• anticipazioni a scadenza fissa: viene accreditata la soma in via anticipata in un’unica soluzione, il
valore nominale del finanziamento si ottiene sottraendo dal valore dei beni dati in garanzia un certo
scarto percentuale;
• anticipazioni in conto corrente, la banca mette a disposizione del cliente un fido garantito che esso
utilizza mediante prelievi e ordini di bonifico, è elastico in quanto l’utilizza secondo le sue necessità;
• anticipazioni in c/c su merci, si porta come garanzia le merci ed è praticata nelle zone di produzione
di alcuni prodotti tipici.
I mutui assistiti da garanzie ipotecarie, sono prestiti a medio - lungo termine che hanno come destinatari sia
i privati che le imprese, il suo rimborso può avvenire in un'unica soluzione alla scadenza oppure secondo un
piano di ammortamento a rate.
I sistemi finanziari si interessano sempre più ad una innovazione finanziaria, i risparmiatori sono alla ricerca
di forme innovative di forme del risparmio mentre le imprese in questo sistema trovano un supporto per la
copertura del proprio far bisogno di capitali. Le banche hanno adeguato la loro strategia operativa a questa
nuova realtà sviluppando nuove forme di provvista ed esercitando forme innovative sulle attività
produttive.
Il leasing è un contratto dove un’azienda concede in locazione un bene mobile o immobile ad un’altra in
cambio di un corrispettivo determinato in canoni, il leasing può essere:
1- Leasing operativo, è un contratto con il quale una imprese produttrice dà in locazione dei beni che
potrà utilizzare nella propria attività senza doverlo acquistarlo (paga canoni periodici);
2- Leasing finanziario, è un contratto di compravendita stipulato tra il produttore del bene strumentale
che si assume i rischi e la società di leasing che acquista questo bene. Successivamente abbiamo il
contratto di leasing finanziario dove la società di leasing dà il bene in uso alla ditta utilizzatrice che
dopo averlo utilizzato nella sua attività produttiva può ottenerne la proprietà pagando un prezzo di
riscatto.
I vantaggi del leasing sono il completo finanziamento dell’investimento, l’esatta conoscenza dei costi
dell’operazione, la sua flessibilità, la rapidità dell’istruttoria e la deducibilità fiscale dei canoni.
Il leasing agevolato e quando lo stato e gli enti pubblici mirano a promuovere l’industrializzazione in certe
zone. Il leasing internazionale è una formula che mira alle esigenze delle imprese che operano in un
contesto di globalizzazione dei mercati. Il lease back è quando l’imprenditore vende ad una società di
leasing un bene e in contemporanea stipula con questa un contratto di locazione finanziaria ( recupero di
liquidità).
Il Factoring consiste nel trasferimento di crediti commerciali dal titolare ad un factor che si assume l’incarico
della riscossione. I caratteri di questa operazione sono la cessione dei crediti commerciali, la garanzia del
buon fine, la gestione dei crediti da parte del factor e l’ottenimento di informazioni sulla solvibilità della
clientela.
Il factoring con accredito a scadenza l’importo dei crediti e corrisposto alla scadenza al netto delle
commissioni, è escluso quindi lo smobilizzo e per questo no c’è contributo al finanziamento dell’attività
aziendale. Il factoring con accredito immediato c’e l’anticipazione di una somma pari ad una percentuale di
ammontare dei crediti, quindi lo scarto verrà accredito alla scadenza delle fatture stesse, in questo caso
abbiamo la funzione finanziaria. I costi di questa operazione sono la commissione di factoring ( compenso
che il factor percepisce per il servizio prestato), gli interessi sulle somme anticipate, rimborso spese e spese
di incasso.
Il forfaiting è una forma di finanziamento con la quale un istituto finanziatore sconta degli effetti a favore
dell’esportatore. In questa operazione il forfaiter si assume i rischi di insolvenza dei debitore ed altri rischi.
Il confirming è un operazione con la quale un acquirente estero ottiene da una società specializzata del
proprio paese l’impegno di regolare il pagamento di una fornitura.
L’attività di Merchant banking è un contributo fornito alle imprese per le forniture di capitale proprio
tramite la sottoscrizione di azioni o obbligazioni da esse emesse. Queste aziende a cui viene prestato il
capitale hanno un idea iniziale per innovare il proprio ambito ma non hanno i capitali necessari.
L’attività di venture capital sono dei finanziamenti da parte di società finanziarie nel fornire del capitale ad
imprese industriali che presentano prospettive di rapida crescita economica. Questa attività comporta un
elevato grado di rischio, se avrà successo avremo uno sviluppo in ambito economico; altrimenti i capitali
messi a disposizione verranno persi e non restituiti. Gli investimenti sono utilizzati soprattutto in abito
tecnologico per le maggiore possibilità di espansione della domanda di mercato.
Il progjet financing è un progetto dove entrano in gioco interessi privati e pubblici, si crea un gruppo di soci
chiamati sponsor ( banca e soggetti privati), che devono progettare le iniziative imprenditoriale, realizzare il
progetto e gestire l’opera. Conclusa l’opera si cerca di recuperare i mezzi finanziari e quando questi ritornano
c’e l’estinzione della società.

LE PRESTAZIONI DI SERVIZI
I servizi complementari e di attività collaterali sono una parte molto importante della gestione delle banche
in quanto hanno lo scopo di attrarre nuovi clienti. I servizi bancari sono classificati in: - servizi di
amministrazione dei flussi finanziari, costituiti da un insieme di procedure per il trasferimento di fondi e il
regolamento di debiti e servizi mirati alla gestione e all’impiego dei saldi; - i servizi di elettronic banking,
consentono ai clienti di svolgere un’operazione in qualsiasi orario e giorno e tra questi si collocano gli
sportelli automatici, i servizi di home banking e i servizi di borsa online.
I sistemi di incasso sono tutti i servizi che la banca mette a disposizione della clientela per la riscossione dei
crediti che essa vanta nei confronti di terzi. I sistemi di incasso possono essere cartacei o elettronici e si
distinguono in incassi semplici e preautorizzati.
I sistemi di incasso cartacei sono quelli in cui il creditore presenta alla banca un documento liberatorio che
questa consegna al debitore al momento del pagamento della somma o da restituire al creditore per
mancata riscossione(cambiali e Ri.Ba).
I sistemi elettronici sono quelli in cui la banca dopo aver ricevuto l’elenco dei crediti da riscuotere provvede
a gestirli trasmettendo le informazioni tramite i canali elettronici interbancari(servizio
Ri.Ba elettroniche e la procedura RID).
La procedura Ri.Ba è una procedura interbancaria che ha consentito la trasformazione delle Ri.Ba cartacee a
quelle elettroniche.
La procedura RID è un sistema elettronico di incasso mediante in quale un soggetto che vanta
periodicamente crediti verso un altro soggetto ha la possibilità di addebitare automaticamente il c/c del
debitore dietro autorizzazione permanente di quest’ultimo (riduzione tempi di esecuzione, tempestività
nelle rilevazioni, autorizzazione permanente di addebito del debitore).
I sistemi di pagamento vengono utilizzati dalle banche per motivi promozionali ed economici (retribuzioni
del personale dipendente e utenze).
Le cassette di sicurezza sono uno spazio vuoto che la banca dà in locazione al cliente per poter utilizzare
come meglio crede dietro un corrispettivo commisurato in base alla grandezza della cassetta.
I CAMBI
I valori mobiliari sono oggetto di diversa natura: scopo strategico quindi controllando altre banche o aziende
per estendere la propria sfera di influenza con le partecipazioni o per motivi speculativi per ottenere degli
utili o ricavare interessi. Operazioni riferite a tutti i servizi di investimento, servizi accessori come la
riscossione di cedole, le operazioni sui titoli di proprietà che influiscono sui risultati della gestione bancaria
attraverso interessi e dividendi ed infine sull’esecuzione di ordini per la clientela dove si riceve in cambio
delle commissioni.
Gli altri impieghi in titoli di proprietà possono avere motivazioni di tipo tecnico, come ad esempio
mantenere la banca in condizioni di equilibrio monetario con la costruzione di riserve di liquidità. Possono
essere frutto di scelte gestionali contingenti. L’iscrizione iniziale viene fatta al valore di mercato come
espressione del costo della transizione.

LE STRATEGIE AZIENDALI E LA PIANIFICAZIONE STRATEGICA


La strategia è uno strumento indispensabile per la gestione dell’impresa che deve essere in grado di
prendere quelle decisioni che esercitano il loro effetto nel lungo periodo e deliberando un piano d’azione
per ottenere dei vantaggi competitivi (capacità dell’azienda di aumentare la produttività diminuendo i costi e
migliorare la qualità). Infine deve essere in grado di adeguarsi ai cambiamenti del mercato. Nella
pianificazione strategica vengono definiti gli obbiettivi di medio lungo periodo e le strategie che
consentono di conseguire gli obbiettivi. Importante è la missione che riguarda la vocazione dell’azienda e la
guida per tutta la sua gestione è quindi attenta alla sua “salute” (prodotti, clienti, fornitori ecc), questa deve
essere sentita e comunicata anche al personale per trovare il clima collaborativo (che può cambiare nel caso
di un cambio al vertice).
Dopo l’azienda sceglie i suoi obbiettivi che possono essere di lungo termine, risultati che si prefigge di
raggiungere utilizzando le risorse disponibili o di breve termine, che sono le mete intermedie per
raggiungere l’obbiettivo di lungo periodo. I primi sono:
1 – obbiettivi di redditività, produrre nel tempo una certa ricchezza;
2 – obbiettivi di sviluppo, espansione dell’attività per conservare posizioni dominanti sul mercato;
3 – obbiettivi di leadership, rafforzare la posizione nell’innovazione tecnologica;
4 – obbiettivi sociali, lotta all’inquinamento;
5 - obbiettivi di equilibrata struttura finanziaria, mantenere le condizioni di equilibrio nelle fonti di
finanziamento quindi tra C.P e C. di terzi.
Per i secondi invece si fa riferimento a quei traguardi da raggiungere a seconda dell’obbiettivo di lungo
termine.
Nell’orientamento di fondo (campo di attività) è necessario analizzare l’ambiente in cui l’impresa agisce,
l’analisi riguarda:
1 - l’ambiente nei suoi aspetti generali si considera l’ambiente politico che consiste nel prevedere se in
futuro saranno emanate leggi che possono costruire una minaccia o un’opportunità, nell’ambiente sociale
per la tendenza futura nei rapporti con i collaboratori e consumatori, l’ambiente economico, tecnologico e
naturale. Tutte informazioni utili per ottenere cosa e quanto produrre;
2 - l’analisi del mercato, individuare le opportunità e le minacce che si presentano e i fattori di successo
per l’impresa e si sviluppa attraverso 4 fasi:
• La definizione del settore, ambiente specifico in cui l’azienda opera;
• L’analisi della domanda, entrare nella logica dei consumatori;
• L’analisi dei fattori produttivi, approvvigionamento materie prime o ricerca di manodopera;
• L’analisi della concorrenza, conoscere le imprese concorrenti e le loro strategie ed individuare i
fattori sui quali punta la concorrenza.
Infine abbiamo l’individuazione delle opportunità offerte dal mercato con previsioni sui volumi di vendita e
sui profitti.
L’Analisi dell’ambiente interno consiste nella verifica delle risorse umane e materiali a disposizione
dell’impresa e individuare i punti di forza e debolezza, questo avviene attraverso diverse analisi:
• Analisi della redditività del capitale, valutare se l’utile conseguito è adeguato alle risorse finanziarie
impiegate dall’impresa;
• Analisi della struttura dei costi, rapporto tra i costi fissi e quelli variabili e la capacità delle produzioni
di assorbire i costi fissi;
• Analisi struttura finanziaria, ha lo scopo di conoscere il grado di liquidità e di indebitamento
dell’impresa;
• Analisi del portafoglio prodotti, posizione di ciascun prodotto nel proprio ciclo di vita, questo con lo
scopo di prevedere lo sviluppo degli utili e del fabbisogno futuro;
• Analisi della struttura organizzativa, verifica se la struttura attuale è adeguata a sostenere le strategie
che l’impresa vuole sviluppare;
• Analisi dei punti di forza e dei punti di debolezza, individuare i settori e gli aspetti nei quali l’impresa
eccelle e quelli nei quali non ottiene buoni risultati.
I fattori critici di successo (F.C.S) sono le variabili su cui il management può agire con le sue decisioni e che
possono incidere sulla posizione dell’impresa. Si possono modificare nel tempo per condizioni oggettive e
per scelte deliberate. La strategia ha tre livelli:
1. livello aziendale o di gruppo;
2. livello di business unit o combinazione prodotto – mercato;
3. livello funzionale.
Le strategie di gruppo (1) sono adottate dalle imprese di grandi dimensioni, che hanno una pluralità di
prodotti e che operano in molti settori. Le strategie di gruppo sono:
• strategie di consolidamento, imprese che rafforzano la posizione competitiva nel settore dove
sono già presenti mediante il processo di integrazione (acquisizioni di altre imprese operanti
nello stesso settore;
• le strategie di sviluppo, l’impresa mira ad espandere la propria attività entrando in altri
mercati, mediante il processo di diversificazione ( acquisizioni di imprese operanti in altri
settori).
L’integrazione verticale si attua con l’espansione dell’attività delle fasi del ciclo operativo che precedono o
seguono quelle svolte dall’imprese; quella orizzontale avviene tra imprese che si trovano al medesimo stadio
del ciclo operativo e trattano prodotti con caratteristiche simili. La diversificazione si attua entrando in
mercati differenti da quelli di partenza. Gli obiettivi delle strategie di sviluppo sono lo sviluppo dell’impresa,
la realizzazione di economia di scale e il controllo di imprese concorrenti.
Le strategie prodotto-mercato (2) sono le scelte che riguardano la distribuzione delle risorse umane e
finanziarie con l’obiettivo di aumentare la capacità competitiva dell’azienda. Quindi abbiamo una scelta
rispetto ai soggetti economici a cui indirizzare l’offerta e i prodotti e i servizi da offrire. Il mercato è una
combinazione di gruppi di clienti, aree geografiche e funzioni d’uso del prodotto. Si deve individuare la sfera
di azione dimensionando chi si vuole servire, dove si intende soddisfare i bisogni, i bisogni soddisfatti dal
prodotto e l’espressione tecnologiche con cui si soddisfano i bisogni. Tutte le scelte si evolvono in relazione
ai mutamenti di ciascun business. Le strategie funzionali (3) sono l’elaborazione delle strategie di business
con il coinvolgimento delle singole funzioni.

I piani sono gli strumenti con cui si quantificano gli obiettivi da conseguire le risorse da impiegare e le azioni
da compiere in un arco di tempo futuro.
I piani di funzione descrivono gli obiettivi da conseguire, risorse e azioni da compiere negli anni utili alla
pianificazione.
Il piano aziendale e il complesso della formalizzazione dell’intero processo di pianificazione della gestione.
Il piano economico mette in luce i risultati economici negli anni.
Il piano patrimoniale evidenzia la struttura delle attività, delle passività e del patrimonio netto.
Il piano degli investimenti accoglie gli impieghi pianificati dalle funzioni.
Il piano finanziario evidenzia le entrate e le uscite nei vari anni.
Per la realizzazione delle strategie l’azienda ha bisogno di una struttura organizzativa adeguata, formulazione
di piani annuali, del primo budget annuale e, mediante l’analisi dei dati si determina il grado di
raggiungimento degli obiettivi.
La scelta della strategia è effettuata dagli imprenditori sotto il consiglio del management interno e dai
consulenti esterni, la strategia deve basarsi su un’ampia organizzazione che richiede ricerche ed analisi
approfondite.
L’attrattività è la risultante complessiva di cinque forze fondamentali:
1. la minaccia di nuovi entranti,
2. il potere contrattuale dei fornitori,
3. potere contrattuale dei clienti,
4. la concorrenza di prodotti sostitutivi,
5. manovre di posizionamento dei concorrenti attuali.
Queste forze determinano la redditività di un certo settore in quanto influenzano i prezzi, i costi e gli
investimenti.
L’ingresso di nuove imprese (1) costituiscono delle minacce che dipendono dalle sei categorie di barriere
all’entrate:
• le economie di scala, i nuovi entranti devono realizzare grossi volumi di attività,
• la differenziazione del prodotto impone ai nuovi arrivati ingenti spese per vincere la fedeltà;
• il fabbisogno di capitale, necessità di avere ampie risorse finanziarie per effettuare investimenti;
• gli svantaggi derivanti dagli effetti della curva di esperienza;
• l’accesso ai canali di distribuzione che sarà maggiore se questi saranno affollati; • la politica
governativa, il governo può limitare l’accesso ai nuovi entranti.
I fornitori possono imporre aumenti di prezzo, la forza contrattuale (2) è più elevata se i fornitori sono in
numero limitati e se non esistono prodotti sostituivi.
Un gruppo di clienti ha un’ elevata forza contrattuale (3) se è concentrato o acquista una quota elevata del
fatturato dell’impresa, se i prodotti acquistati hanno una quota elevata dei suoi costi e se realizza profitti
modesti.
I prodotti sostitutivi (4) limitano i profitti delle aziende in quanto ne condizionano la politica dei prezzi.
La rivalità fra i concorrenti esistenti (5) si manifesta mediante manovre di posizionamento che dipendono dal
numero delle imprese presenti nel settore, dal tasso di crescita dl settore, dal livello dei costi fissi e le alte
barriere all’uscita. Per questo l’impresa deve individuare i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza.
Per fronteggiare le cinque forze competitive l’impresa sceglie tra tre strategie di base:
1. la leadership di costo, l’impresa vuole raggiungere livelli di costi più bassi rispetto a quelli dei suoi
concorrenti;
2. la differenzazione, l’impresa punta ad essere unica nel proprio settore, in rapporto a delle variabili
ritenute importanti dai clienti. La differenzazione crea barriere all’entrata, riduce la pericolosità dei
prodotti sostitutivi e fa aumentare i margini di profitto;
3. la focalizzazione, l’impresa mira a raggiungere migliori risultati individuando nel proprio settore un
segmento da servire ed escludendosi dagli altri. Questo mediante due varianti: la focalizzazione sui
costi e quella sulla differenziazione.
Nella catena di valore si integrano un insieme di attività fra loro collegate. Le attività generatrici di valore
sono quelle necessarie per creare un prodotto valido per i clienti. Le attività primarie si distinguono in:
• logistica in entrata, attività connesse alla programmazione;
• attività operative, attività collegate alla trasformazione fisico-tecnica;
• logistica in uscita, attività di stoccaggio dei prodotti;
• marketing e vendite, attività di promozione e pubblicità;
• servizi alla clientela, attività volte a mantenere o migliorare il valore del prodotto.
Le attività ausiliarie si distinguono in: gestione delle risorse umane, sviluppo della tecnologia e
approvvigionamento. Le attività infrastrutturali includono le attività di pianificazione e
organizzazione. L’impresa conseguirà un vantaggio competitivo se svolgerà meglio dei
concorrenti le attività che partecipano alla creazione del valore aggiunto.

ANALISI PER FLUSSI


L’analisi per flussi sono delle indagini tecniche che vanno a trovare la causa dei vari tratti di bilancio non
conformi ad una struttura equilibrata.
Il bilancio dell'esercizio non è uno strumento idoneo per spiegare le cause delle variazioni finanziarie nel
corso dell'esercizio. Quindi dobbiamo prendere in considerazione 3 elementi:
- il fondo, che è il valore che assume una grandezza in un certo momento;
- il flusso, che è la variazione che ha determinato il fondo;
- il rendiconto finanziario, che è un prospetto che raggruppa tutte le variazioni. Il fondo può avere come
oggetto:
- il denaro in cassa e presso le banche;
- le attività monetarie nette;
- il CCN;
- risorse finanziarie totali.
Il capitale circolante netto (Ac-Pc) è un indice di solidità finanziaria ed è formato da elementi che
diventeranno liquidi nel breve periodo. Per meglio comprendere la logica delle analisi dei flussi di CCN
bisogna fare i seguenti passaggi:
Ai + Ac = Cpr + Rn + Pcon + Pcor
Ac – Pcor = Cpr + Rn + Pcon – Ai
CCN
Possiamo affermare quindi che le variazioni sono date da:
- Passività consolidate;
- Attivo immobilizzato;
- Capitale proprio;
- Sistema di costi e ricavi di esercizio.
Non tutte le variazioni influiscono sul CCN quindi si distinguono le variazioni finanziarie (provocano un
cambiamento nel CCN) e non finanziarie (non hanno effetti sul CCN). Entrambe queste variazioni si dividono
a sua volta in variazioni reddituali, riguardano i costi e ricavi d'esercizio, e patrimoniali, interessano solo gli
elementi del patrimonio.
Le variazioni reddituali si dividono in finanziarie e non finanziarie le prime si dividono in: - ricavi monetari,
cioè tutti quei ricavi dove ci sarà una nascita di credito o l'entrata di disponibilità liquide;
- costi monetari, cioè tutti quei costi ai quali sono associati nascite di debiti o uscite di denaro. Le variazioni
non finanziarie reddituali, che non provocano cambiamenti nel CCN danno origine a:
- ricavi non monetari, da questi non nascono crediti o entrate di denaro (plusvalenze);
- costi non monetari, cioè tutti quei costi dove non nasce nessun debito e nessuna uscita di denaro
(minusvalenze).
Le variazioni finanziarie patrimoniali riguardano le variazioni che interessano la seconda parte della formula
precedente.
Le variazioni non finanziarie patrimoniali derivano da operazioni che mettono in relazione fra loro l'attivo
immobilizzato, le passività consolidate e il capitale proprio ma non producono effetti sul CCN.
Il rendiconto finanziario delle variazioni di CCN è un documento che raggruppa i flussi finanziari, le cause che
hanno determinato la variazione complessiva e le variazioni interne cioè quelle intervenute negli elementi
che lo compongono. Si divide in 2 parti:
- Sezione I, vengono riportate le cause delle variazioni, fonti e impieghi con diminuzione e incremento di
CCN e la misura delle operazioni di gestione che ha generato risorse finanziarie a breve. L’azienda opera in
condizioni di equilibrio finanziario quando il flusso derivante dalla gestione reddituale copre il fabbisogno
originato dai nuovi investimenti.
- Sezione II, analizza le variazioni interne al CCN, con successivi valori percentuali e se la dinamicità di
impresa si è svolta in equilibrio. L’incremento del CCN può essere dovuto a una diminuzione delle passività
correnti o ad un aumento delle attività correnti, in caso di decremento del CCN l’azienda presenta una
struttura finanziaria squilibrata con evidenti difficoltà gestionali.
LA METODOLOGIA DELL'ANALISI DEI FLUSSI DI CCN
L'analisi dei flussi di CCN presuppone la riclassificazione dello SP e CE. Per lo SP vanno riclassificati passività
correnti, con voci e che danno sicure uscite monetarie ma che escludono i dividendi che si prevedere di
pagare nel futuro esercizio, e attività correnti contenenti quote di crediti a medio e lungo termine scadenti
nell'esercizio successivo. Per quanto riguarda il CE i flussi di risorse possono essere generati o consumati
dalla gestione reddituale, contenente le operazioni con le quali si realizzano ricavi e costi monetari e dalla
gestione patrimoniale, contenente i movimenti circoscritti all'Attivo immobilizzato, al Capitale proprio e alle
Passività consolidate. Quindi il risultato finanziario della gestione reddituale si ottiene sottraendo dalle
risorse finanziarie prodotte e dal conseguimento dei ricavi monetari, il complesso delle risorse consumate
per il sostenimento dei correlativi costi monetari. Per calcolare il flusso di CCN generato dalla gestione
reddituale si può utilizzare:
- il procedimento analitico\diretto (Ric Mon – Costi Mon = Flusso CCN);
- il procedimento sintetico\indiretto (Redd di Es + Costi non Mon – Ricavi non Mon = Flusso
CCN).
Da questo procedimento si vede quanta parte di reddito d’esercizio ha generato risorse finanziarie che ha
soddisfatto il fabbisogno finanziario di breve periodo, quindi l’autofinanziamento in senso ampio.
Il cash flow è dato dalla differenza delle entrate e delle uscite monetarie manifestate in un certo periodo di
tempo, esprime l’incremento o il decremento subito dalle disponibilità liquide in un periodo amministrativo.

I COSTI E LA CONTABILITÀ ANALITICA


L’azienda è efficace quando raggiunge l’obbiettivo prefissato in un certo tempo e con una certa quantità e
qualità, è efficiente quando raggiunge i suoi obiettivi con il minor sforzo possibile, e il rapporto tra quantità
ottenuta e quantità a fattore produttivo impiegata. La contabilità analitica rileva i fatti interni di gestione è il
complesso delle scritture che riguarda la determinazione preventiva dei costi e ricavi in modo da avere
informazioni sui vari reparti della azienda.
Il mantenimento dell’equilibrio economico comporta una programmazione e un controllo della gestione che
si sviluppa attraverso previsioni, programmazione, organizzazione e controllo. Siccome l’azienda non può
agire sul prezzo di vendita del prodotto, in quanto, dipende dal mercato e dai clienti, questa agisce allora
agisce sui costi (variabile molto importante per le imprese industriali) per cercare di ridurli e capire dove
può farlo. Il rendimento è il rapporto tra quantità fisica di prodotto ottenuta in un certo periodo e la
quantità di fattore impiegato nella produzione.
COAN:
Rileva fatti di natura economica; riclassifica i costi e i ricavi rilevati dalla COGE; rileva i costi al momento
dell’utilizzo dei fattori produttivi e secondo la loro destinazione; rileva sia i dati storici che quelli preventivi;
utilizza sia la P.D. che scritture libere; è facoltativa.
COGE:
Rileva fatti di natura economica e finanziaria; rileva i costi al momento del loro accertamento e li classifica
secondo la loro natura; rileva i dati storici; utilizza la P.D.; è obbligatoria.
I costi elementari sono raggruppati secondo la loro destinazione quindi in base alle aree funzionali che si
dividono:
1. costi industriali, materie prime, servizi e personale tecnico;
2. costi commerciali, trasporti, pubblicità e ammortamenti commerciali;
3. costi amministrativi, personale amministrativo, spese postali e telefoniche e ammortamenti
amministrativi.
L’oggetto di calcolo dei costi è il fenomeno al quale è riferito il processo di determinazione del costo. I
principali costi sono: costi consuntivi, riguardano una produzione già realizzata, costi preventivi si riferiscono
ad una produzione ancora da attuare, costi fissi e costi variabili, costi speciali attribuibili mediante una
misurazione oggettiva, costi comuni attribuibili mediante una ripartizione soggettiva. Nella pratica abbiamo:
1. costi diretti, sono i costi speciali per i quali è possibile effettuare la misurazione
oggettiva;
2. costi indiretti, non è possibile la valutazione oggettiva. Le principali
configurazioni di costi sono:
1. costo primo, sono tutti i costi misurabili oggettivamente;
2. costo industriale, si ottiene aggiungendo al costo primo una quota di costi indiretti industriali.
Questa configurazione permette di controllare l’efficienza economica-tecnica del processo
produttivo;
3. costo complessivo, si ottiene aggiungendo al costo industriale una quota di costi commerciali,
amministrativi, effettivi ed aziendali. Questa considerazione serve a calcolare i risultati economici
parziali e quindi orientare la fissazione dei prezzi di vendita;
4. costo economico-tecnico, si ottiene aggiungendo al costo complessivo una quota di oneri
configurativi. Questa configurazione permette di determinare il prezzo di vendita rimuneratore
oppure indica la convenienza per l’azienda ad attuare la produzione.
La raccolta e la classificazione dei costi sono effettuati dalla COGE, la localizzazione attribuisce i costi
elementari ai centri di costi che ne hanno causato il sostenimento, ha come scopo una corretta
determinazione dei costi di prodotto. Il centro di costo è l’unità elementare dove avviene un certo processo
o un certo servizio. I centri di costo si distinguono in :
• centri produttivi, avviene la lavorazione del prodotto;
• centri ausiliari, forniscono i servizi ai centri produttivi;
• centri funzionali, sono localizzati i costi commerciali ed amministrativi.
I costi vengono ripartiti ad ogni centro, dopo si prendono i costi ausiliari e si ripartiscono ad ex un po’ in A e
un po’ in B, quindi spariscono i costi ausiliari come anche quelli funzionali.
L’imputazione consiste nell’attribuire di costi elementari ai centri operativi con un determinato oggetto di
calcolo. L’imputazione può essere diretta e indiretta, la scelta di imputazione deve essere aderente alle
tecniche di lavorazione. L’imputazione indiretta può avvenire su base unica aziendale, i costi indiretti si
ripartiscono in base a un unico criterio. Su base multipla aziendale suddividendo i costi indiretti in gruppi
omogenei e su ciascuno si applica una diversa base di ripartizione. Infine l’imputazione su base multipla di
centro, i costi indiretti sono localizzati nei centri di costi e successivamente vengono ribaltati su diversi
prodotti. La determinazione dei costi avviene secondo una natura astratta e soggettiva.
I metodi di svolgimento della contabilità analitica si sviluppano attraverso tre criteri: configurazione di costo,
caratteristiche della produzione attuata, e in base al momento in cui si determinano i costi.
In base al primo criterio, si distingue;
• la contabilità costi pieni, il coso del prodotto viene calcolato con la somma di tutti i costi tra i quali
abbiamo quelli diretti e quelli indiretti;
• contabilità costi variabili.
In base al secondo criterio abbiamo la contabilità per commessa (produzione di beni singolo), contabilità per
processo (flusso continuo con stese quantità) e la contabilità per lotti (parte del prodotto standard con fine
differente). In base al terzo criterio abbiamo la contabilità a costi consuntivi (dati storici), la contabilità costi
preventivi (obbiettivi di costo).
Il FULL COSTING è la contabilità a costi consuntivi pieni che dipendono dalla natura e dalle caratteristiche
delle produzioni che sono attuate dall’impresa:
- produzione diversificata e discontinua, si fa riferimento alla produzione su commessa dove l’azienda
fabbrica prodotti ben definiti nelle loro caratteristiche fisico-tecniche;
- produzione in serie a flusso continuo, si fa riferimento alla produzione per processo produzioni di beni
che hanno caratteristiche omogenee;
- produzioni in serie a lotti ricorrenti, si fa riferimento alla produzioni per lotti, si differenziano in parte.
Il DIRECT COSTING è la contabilità a costi consuntivi variabili, viene utilizzata in quanto fornisce dei dati
importanti per alcune scelte, come continuare a produrre o smettere la produzione e soprattutto cosa
comportano le diverse decisioni. Importante è la distinzione tra costi fissi e costi variabili.
I costi fissi sono quelli che non variano al variare della produzione entro certi limiti, sono ad esempio
l’amm.to, l’affitto o l’assicurazione. Dopo una certa quantità aumentano anche i costi fissi con un andamento
a gradini. Il costo fisso unitario diminuisce all’aumentare delle quantità prodotte CFU= CF/a.
I costi variabili sono quelli che variano al variare della produzione, possono essere direttamente
proporzionali, più che proporzionali rispetto alla quantità prodotta (ex straordinario chiesto dal lavoratore
quindi costa di più nelle ore lavorative) ed infine meno che proporzionali (ex quando il lavoratore diventa
specializzato è più veloce ed ha un minor costo rispetto alle quantità che produce). Infine ci sono dei costi
che aumentano in maniera più che proporzionale fino ad un certo punto e poi cominciano a decrescere
(costi variabili decrescenti), ex acciaierie per raggiunge il calore abbiamo un livello alto di costo mentre dopo
si tiene un costo fisso quindi il costo diminuisce.
I costi semivariabili sono formati da costi fissi e costi variabili come l’energia elettrica.
La metodologia del direct costing indica la capacità dell’azienda di coprire il costi fissi e di avere un utile, i
costi variabili sono considerati costi di prodotto mentre quelli fissi come costi di periodo.

Ricavi
- Costi variabili
= Margine lordo di contribuzione
- Costi fissi
= Utile Lordo

Il margine lordo di contribuzione indica la capacità di assorbire i costi fissi di produzione. Poi abbiamo anche
il margine semilordo di contribuzione che si ottiene che si ottiene sottraendo al margine di contribuzione i
costi fissi specifici di quella produzione. Questo margine è utile per valutare le conseguenze economiche che
deriverebbero dalla cessazione di una data produzione.

Differenza tra FULL COSTING e DIRECT COSTING


FULL COSTING: calcola il costo del prodotto attraverso la stratificazione dei costi, bisogna ripartire i costi
indiretti anche se si commettono diversi errori in quanto c’è molta soggettività.
Viene utilizzata per decisioni di lungo periodo perché nel suo costo complessivo ci sono anche costi fissi che
possono variare solo nel lungo periodo. Con questo metodo abbiamo una maggiore valutazione delle merci
in magazzino: se le rimanenze finali sono maggiori delle iniziali si ha un maggior reddito.
DIRECT COSTING: ha il vantaggio di essere semplice ed oggettiva. Viene utilizzata per le scelte di breve
periodo perché i costi fissi sono considerati dei costi di periodo e non rientrano nel costo del singolo
prodotto. Questo determina delle conseguenze sulle valutazioni delle rimanenze di merci in magazzino: se le
rimanenze finali sono minori delle iniziali si ha un minor reddito.

In conseguenza alle innovazioni della COAN ci sono nuovi mezzi di programmazione e di controllo quale
l’ABC.
L’activity based costing cerca di eliminare gli inconvenienti della full costing soprattutto la soggettività, l’ABC
abbandona i centri di costo e suddivide le attività dell’azienda in modo da individuare le attività che
assorbono i costi e quelle di cui si può fare a meno. Si ripartiscono i costi al prodotto attraverso degli
indicatori oggettivi chiamati cost driver. L’ultima fase dell’ABC si effettua determinando il costo pieno di
prodotto sommando i costi imputati direttamente con i costi imputati attraverso i cost driver.
Nella COAN sono importanti le: decisioni di breve periodo, che riguardano i soli costi variabili quindi non si
modifica la capacità produttiva; decisioni di medio-lungo periodo, si considerano i costi pieni se
incrementano i costi fissi si modifica la capacità produttiva. Le decisioni aziendali riguardano i problemi di
scelta che sono risolti attraverso un approccio differenziale che prende in esame i costi rilevanti. Si
analizzano gli svantaggi e i vantaggi economici che ottengo da una determinata scelta, se prevalgono gli
ultimi la scelta è giusta. Questo approccio viene utilizzato per:
1. Decisioni di “make or buy”, qui viene analizzato il problema se conviene produrre all’interno un
prodotto o comprarlo all’esterno;
2. Decisioni che riguardano la soppressione della produzione, in questo caso si analizza se conviene o
meno continuare la produzione di un prodotto;
3. Decisioni incremento produzione, analizzare se conviene o meno aumentare la produzione
calcolando i relativi vantaggi;
4. Impiego costo suppletivo, è quanto mi viene a costare un’unità in più di prodotto. Se il costo
suppletivo è minore del prezzo di vendita conviene accettare l’ordine ed incrementare la produzione
altrimenti no.
La Break-even analysis permette di individuare il punto di pareggio o break point che indica la quantità che
deve essere prodotta e venduta in modo che i costi totali e i ricavi siano coincidenti.
Con il procedimento matematico si fa presente: RT (pv*q)=CT (cv*q + cf) , quindi si deduce che:
PV*Q – CV*Q = CF da qui basta ricavare Q per questo avremo: Q (PV-CV) = CF
Q = CF / PV-CV. Il prezzo variabile meno i costi variabili rappresentano il margine unitario di contribuzione.
Con il procedimento grafico abbiamo il diagramma di redditività con la rappresentazione di due rette che
vanno ad esprimere la curva dei RT e quella dei CT. Il punto di equilibrio si trova dall’intersezione di queste
due rette: nella parte destra dell’intersezione è rappresentata l’area di utile mentre in quella sinistra l’area di
perdita. Il punto di equilibrio può variare in quattro casi:
1. variazione nel prezzo di vendita, nel caso di aumento il P.E è prima e quindi le quantità necessarie
diminuiscono;
2. variazione nei CF, se si incrementano il P.E è dopo e quindi le quantità necessarie aumentano;
3. variazione nei CV, se si incrementano succede come per i CF;
4. variazione nelle quantità prodotte e vendute, in questo caso è necessario il calcolo del margine di
sicurezza che esprime in termini percentuali quante sono le quantità prodotte che si possono ridurre
prima di arrivare al P.E.
I collegamenti tra la COGE e la COAN avvengono con quattro sistemi di svolgimento:
1. Il sistema unico contabile, questo non viene più utilizzato in quanto è incompatibile per le diverse
esigenze infatti consisteva nell’usare un unico piano di conto che potesse andare bene sia alla coan
che alla coge;
2. Il sistema duplice contabile, è formato da due tipi di contabilità una per la COGE sotto l’aspetto
finanziario ed economico attraverso il sistema del patrimonio e del risultato economico che rileva i
conti quando avviene la manifestazione finanziaria, e uno per la COAN che rileva le operazioni sotto
l’aspetto economico con rilevazione dei conti al momento in cui avvengono. Importanti infatti sono i
conti di collegamento, questo sistema è utilizzato dalle imprese industriali di grandi dimensioni è
chiaro ma anche costoso;
3. Il sistema duplice misto, utilizza le due contabilità, la COGE con la P.D. e la COAN con forma libera
come grafici e schemi. Questo sistema si adatta ad aziende di piccole dimensioni ed è poco costosa;
4. Il sistema amministrativo integrato, questo sistema è nato grazie all’avvento della tecnologia e dei
sistemi informatici, nel momento in cui si immettono i dati questi vengono registrati sia alla COGE sia
alla COAN, l’unico svantaggio è che è molto costoso.

I PIANI E I PROGRAMMI AZIENDALE


Per ogni impresa è importante prevedere l’andamento futuro dei fenomeni economici per questo
necessitano di un proprio sistema di programmazione e controllo della gestione questo si articola in diverse
fasi:
1. analisi dei vincoli esterni ed interni all’azienda, importante in merito agli obiettivi da raggiungere;
2. pianificazione strategica, riguarda le decisioni aziendali sulla combinazione prodottomercato-
tecnologia;
3. programmazione operativa, attraverso il budget;
4. azione, cooperazione dei soggetti aziendali;
5. controllo, verifica la conformità dei risultati della gestione agli obbiettivi programmati;
6. feed-back, verificarsi di uno scostamento che può avere causa interna o esterna.
Il controllo di gestione è il processo che tende a verificare se l’organizzazione aziendale impiega in maniera
efficace ed efficiente le proprie risorse. Richiede una distribuzione di responsabilità e si distinguono quindi:
centri di costo, di ricavo, di profitto e di investimento. Importanti risultano quindi gli strumenti: Coan a costi
preventivi e consuntivi, budget e sistema di reporting. Grazie a questi sistemi abbiamo 3 tipi di controllo:
6..1 controllo preventivo, con la formulazione di preventivi e budget;
6..2 controllo concomitante, verifica il grado di conseguimento degli obbiettivi;
6..3 controllo consuntivo, misura come sono stati conseguiti i risultati prefissati.
I costi stimati sono dei costi che si basano su dati storici e sono proiettati nel futuro mediante statistiche. I
costi standard sono invece dei costi che si basano su dati tecnici ed indicano obbiettivi che devono essere
raggiunti, questi sono laboriosi e quindi vengono utilizzati nelle imprese di grandi dimensioni.
I Budget vengono redatti attraverso i costi standard, il budget è un documento economico contabile che
vede osa verrà a verificarsi in futuro, svolge una funzione di coordinamento perché coinvolge tutte le
persone e le attività dell’azienda. È uno strumento di responsabilizzazione in quanto vengono cercati i
responsabili in caso di mancato raggiungimento di un obbiettivo. Ha funzione incentiva per la persona che
lavora all’interno dell’azienda se per esempio viene raggiunto lì obbiettivo ci possono essere dei premi
(avanzamento di carriera). Infine rappresenta anche uno strumento di controllo infatti permette di verificare
se si può raggiungere o meno gli obbiettivi prefissati. Questo è redatto da un comitato per evitare i contrasti
fra le persone.
Il budget generale riguarda un esercizio finanziario e mette in evidenza il risultato economico e il patrimonio
di funzionamento, per formularlo sono necessari altre 3 categorie di budget: economici settoriali, degli
investimenti e finanziario.
I budget economici settoriali (1) hanno per oggetto la determinazione delle componenti positive e negative
del risultato economico previsto per un determinato periodo amministrativo. Importanti sono il budget delle
vendite, nella previsione di questo influiscono i fattori interni ed esterni e il budget delle scorte dei prodotti
finiti. Questi due budget formano quello della produzione che verifica la compatibilità degli obbiettivi di
vendita e di produzione con la capacità produttiva disponibile. Abbiamo poi il budget di consumi di materie
per stabilire il livello di scorta minima e il lotto economico di acquisto. Il budget degli approvvigionamenti è
relativo ai quantitativi di materie prime da acquistare.
La costruzione del budget dei costi diretti si suddivide nel budget dei costi delle materie prime e il budget
della manodopera diretta dove viene definito il costo del lavoro diretto. Poi abbiamo il budget dei costi
generali industriali che quantifica l’ammontare degli oneri sostenuti durante le fasi della lavorazione. Poi
abbiamo il budget delle rimanenze di magazzino, il budget dei costi commerciali e di distribuzione indica
l’ammontare dei costi previsti per la distribuzione fisica dei prodotti per l’attività di marketing. Infine
abbiamo il budget dei costi amministrativi e generali che individua i costi che dovranno essere sostenuti
nelle aree funzionali.
Il budget degli investimenti (2) questo viene redatto dall’azienda quando questa stabilisce i suoi obbiettivi
insieme al piano pluriennale degli investimenti che l’azienda prevede di fare nell’arco di tempo futuro.
Questi investimenti possono essere l’acquisto di macchinari o la loro sostituzione. Il budget finanziario (3) ha
lo scopo di determinare il fabbisogno finanziario che l’azienda avrà il prossimo anno per raggiungere gli
obbiettivi finanziari come anche i mezzi e far modo che questa opera in modo equilibrato in modo che non
vi siano squilibri. Da questo budget si può capire se un obbiettivo è fattibile dal punto di vista finanziario. Si
devono cercare i mezzi finanziari, cercare di prevedere le entrate e le uscite così da programmare i periodi di
liquidità. Se vi è uno squilibrio l’azienda cerca di trovare i mezzi che rimedi alla situazione di illiquidità
altrimenti gli eccessi vengono investiti per farli accrescere. Questo si divide in:
• budget degli impieghi e delle fonti, verifica se l’azienda produce i mezzi finanziari necessari o deve
ricorrere al mercato finanziario, questo è molto simile al rendiconto finanziario;
• budget di cassa, espone i movimenti di liquidità in entrata e in uscita con riferimento a periodi
infrannuali.
La redazione del budget finanziario si articola in 4 fasi:
•..1dopo aver determinato il budget del risultato operativo, si ipotizzano gli oneri finanziari di
importo pari a quello dell’anno precedente, le imposte si ipotizzano pari al 40% dell’utile
lordo. Si trova in questo modo l’utile d’esercizio provvisorio;
•..2si calcola il flusso di CCN generato dalla gestione reddituale con il metodo indiretto;
•..3si determina il budget degli impieghi e delle fonti provvisorio dal quale emergerà il
fabbisogno finanziario. Si deciderà il mezzo di copertura del fabbisogno finanziario;
•..4si calcolano i futuri oneri finanziari e si provvede a ricalcolare il flusso di CCN generato dalla
gestione reddituale e redigere il budget degli impieghi e delle fonti.
Tutti questo budget faranno vedere quale potrebbe essere il risultato economico prossimo.
Il budget patrimoniale mette in evidenzia il funzionamento dell’azienda con gli elementi attivi e passivi.
Il budget fisso: viene redatto tenendo conto di una sola ipotesi.
Il budget flessibile: vengono redatti diversi budget che considerano più livelli di produzione e vendita.
Il budget scorrevole: viene elaborato suddividendo i periodi annuali può essere previsto per 3 o 5 anni. Ex
per 3 anni alla fine del primo anno viene redatto quello del quarto e così via in modo che si hanno sempre 3
anni, stessa cosa per 5.
Lo “zero base” budget: tutti gli anni si riparte da zero e non si tiene conto dei dati storici.

L’ANALISI DEGLI SCOSTAMENTI E IL SISTEMA DI REPORTING


Il controllo budgetario o controllo a bilancio ha il compito di analizzare e confrontare i dati preventivi con i
dati realmente realizzati. Intravede le cause se i dati non coincidono e per quale motivo gli obbiettivi
prefissati non sono stati raggiunti. Importante è quindi l’analisi delle cause degli scostamenti che individua i
responsabili e cause interne ed esterne. Le cause interne riguardano uno squilibrio interno può riguardare la
gestione e il mal funzionamento fra i reparti aziendali, le cause esterne possono riguardare cambiamenti
imprevisti sul mercato. In questi casi bisogna riguardare il budget e vanno rivisti gli obbiettivi di lungo
periodo. Questo controllo è concomitante in quanto garantisce la tempestività degli interventi che devono
essere immediati. Abbiamo un coordinamento fra i soggetti e i vari reparti dell’azienda e individua le
eventuali inefficienze. Gli svantaggi sono il costo e il carico di lavoro alla direzione amministrativa.
Il sistema di reporting sono dei rapporti di gestione che vengono redatti dai responsabili, è un documento
dove sono evidenziati se gli obbiettivi sono stati raggiunti e le azioni poste in essere. È formato da grafici e
tabelle che mettono in evidenza le mosse adottate, i dati preventi e consuntivi, gli scostamenti con le
relative cause e gli interventi da adottare. Ogni responsabile fa un rapporto di gestione che verrà aggregato
al comitato di budget e all’alta direzione che avrà il compito di riunire i dati per ottenere un documento che
preveda il raggiungimento degli obbiettivi. Non hanno una forma precisa e non vengono redatti con molta
frequenza ma neanche sono saltuari altrimenti in caso di scostamento verrebbe a mancare la tempestività
per intervenire. Le informazioni devono essere chiare e precise.
Questo sistema analizza i dati preventivati con quelli effettivi e in particolare i costi diretti ossia manodopera
e materie prime. Si calcola lo scostamento complessivo = costi standard – costi effettivi. Se positivo significa
che i costi effettivi sono stati minori di quelli prefissati se invece lo scostamento è negativo vuol dire che
l’impresa ha avuto dei costi effettivi maggiori di quelli prefissati. Il costo standard dipende dal volume della
produzione standard, rendimento della materia prima standard quindi le quantità (coefficiente di impiego) e
dal prezzo standard. Il costo effettivo dipende dagli stessi elementi però effettivi. Lo scostamento
complessivo si divide in 3 componenti:
• scostamento di volume = (Vs – Ve) *Qs*Ps;
• scostamento di quantità = Ve*(Qs – Qe) *Ps; •
scostamento di prezzo = Ve*Qe* (Ps – Pe).
La somma dei tre scostamenti deve essere uguale allo scostamento effettivo, questo per individuare quale
settore ha inciso in misura maggiore sullo scostamento complessivo in modo da interpellare i responsabili.
Lo scostamento dei costi indiretti si ottiene con quello globale e quindi la differenza fra i CS e CE. I costi
indiretti sono soprattutto costi fissi qui si possono verificare 2 casi:
1. se il Ve di produzione è minore del volume programmato allora i costi fissi unitari sono maggiori;
2. se invece il Ve è maggiore del volume programmato allora i costi fissi unitari sono minori.
Infine abbiamo anche lo scostamento complessivo nei ricavi = Ricavi effettivi – Ricavi standard. Se la
differenza è positiva è conveniente per l’azienda perché i ricavi realizzati sono stati maggiori di quelli
preventivati. Se la differenza è negativa allora per l’azienda significa che i ricavi ottenuti sono stati minori
rispetto a quelli preventivati. Si divide in 2 componenti:
• scostamento di volume = (Ve - Vs)* Pvs; la quantità effettivamente prodotta è differente da quella
programmata;
• scostamento di prezzo = (Pve – Pvs)* Ve; quindi il prezzo di vendita effettivo diverso da quello
standard.
REDDITO FISCALE E REDDITO CIVILISTICO
Reddito civilistico e reddito fiscale spesso non coincidono perché seguono regole diverse:
i principi civilistici mirano a misurare il reddito di esercizio e il patrimonio di funzionamento rispettando il
principio di prudenza e di correttezza, lasciando una certa elasticità nella stima dei costi (es. quote di
ammortamento).
Le norme fiscali hanno lo scopo di determinare un reddito da assoggettare ad imposizione in maniera
uniforme, certa e oggettivamente verificabile in tutte le situazioni aziendali, basandosi su regoli univoche da
applicare a tutte le imprese.
Il reddito di impresa è regolato dal Testo Unico delle Imposte sul Reddito (TUIR) che all’art. 55 stabilisce:
“Sono redditi di impresa quelli che derivano dall’esercizio di imprese commerciali. Per esercizio di imprese
commerciali si intende l’esercizio per professione abituale, ancorché non esclusiva, delle attività indicate
nell’art. 2195 del codice civile ….” L’art. 2195 elenca quali sono le attività commerciali:
- Attività industriale diretta alla produzione di beni e servizi
- Attività di intermediazione nella circolazione dei beni
- Attività di trasporto per terra, per acqua, per aria - Attività bancaria
- Altre attività ausiliari alle precedenti
PRINCIPI PER LA DETERMINAZIONE DEL REDDITO FISCALE
- IL PRINCIPIO DELLA COMPETENZA: ricavi e costi sono imputati all'esercizio in cui ricade la loro
competenza economica, tenendo conto del momento nel quale si considerano sostenuti o conseguiti (es.
la cessione di beni mobili si guarda la data di consegna o spedizione, per la prestazione di servizi si guarda
la data in cui sono ultimati...)
- IL PRINCIPIO DELL'INERENZA: i costi iscritti nel Conto economico devono essere
strettamente connessi all'attività aziendale dalla quale si realizzano i ricavi e sulla quale si pagano le imposte.
- IL PRINCIPIO DELLA CERTEZZA E DELLA DETERMINABILITA' OGGETTIVA: i costi e i ricavi non concorrono
alla formazione del reddito fiscale se la loro esistenza non è certa, se il loro importo non è determinato in
modo oggettivo e documentato
- IL PRINCIPIO DELL’IMPUTAZIONE AL CONTO ECONOMICO: i ricavi, gli altri proventi e le rimanenze
concorrono a formare il reddito fiscale anche se non risultano imputati al conto economico dell’esercizio,
le spese e gli altri componenti negativi non sono ammessi in deduzione se e nella misura in cui non
risultano imputati al conto economico dell’esercizio.
Secondo l’art. 81 del TUIR, i redditi provenienti da qualsiasi fonte, prodotti dalle società e dagli enti che
esercitano attività commerciali, sono sempre fiscalmente considerati redditi di impresa.

REDDITO FISCALE
Il reddito fiscale d’impresa si determina partendo dall’utile o dalla perdita risultante dal conto economico al
quale si aggiungono o si sottraggono componenti di costo o di ricavo che derivano dall’applicazione delle
norme fiscali Quindi:
Reddito d’esercizio
+ costi fiscalmente non deducibili e altre variazioni in aumento
– ricavi non tassabili e altre variazioni in diminuzione
= reddito fiscale di impresa
Le imposte costituiscono un costo di competenza dell’esercizio in cui l’utile è prodotto e vengono rilevate in
sede di scritture di assestamento.
Questo vuol dire che, prima della chiusura del bilancio, extracontabilmente viene redatto un prospetto nel
quale si determina, applicando le norme tributarie, il reddito di impresa sul quale si calcoleranno le imposte.
Le variazioni da apportare al reddito di bilancio per trasformarlo in reddito fiscale vengono calcolate
confrontando, per ciascun elemento reddituale, la valutazione effettuata in base alle disposizioni del c.c. con
la valutazione derivante dall’applicazione delle norme fiscali.
Un costo si dice deducibile quando le norme tributarie lo ammettono nel calcolo del reddito fiscale.
L’imposta sul reddito non è deducibile in quanto fiscalmente non è considerata costo. Pertanto l’ammontare
delle imposte è una componente positiva del reddito fiscale.

SVALUTAZIONI CREDITI
I crediti sono iscritti in bilancio al loro valore presunto di realizzo.
Per il fisco la svalutazione crediti e l’accantonamento al fondo rischi su crediti segue una norma precisa, art.
106 del TUIR.
1) I crediti che il fisco prende in considerazione per calcolare la svalutazione e eventuali accantonamenti per
rischi sono i crediti commerciali e non quelli di natura finanziaria e quelli che derivano dalla vendita di beni
strumentali.
2) La svalutazione o l’accantonamento è ammesso solo nella misura del 0,5% dei crediti commerciali e
comunque non è ammessa se l’ammontare dei fondi svalutazione e rischi è superiore al 5% dei crediti
commerciali iscritti in bilancio
Quindi: si trova l’importo di svalutazione ammesso dal fisco, si confronta con quello iscritto in bilancio. Se
quest’ultimo è maggiore, e il f.do svalutazione non ha raggiunto il 5% dei crediti commerciali, l’eccedenza è
una variazione in aumento cioè va a formare il reddito fiscale
VALUTAZIONE FISCALE DELLE RIMANENZE
Art. 92 TUIR:
Le rimanenze finali, raggruppate in categorie omogenee per natura e per valore, possono essere valutate,
oltre che a costi specifici, attribuendo a ciascun gruppo un valore non inferiore a quello determinato
secondo il criterio del LIFO a scatti su base annuale.
Tuttavia la legge fiscale ammette altri metodi, per:
- Se la valutazione delle rimanenze in bilancio è fatta seguendo il metodo del costo medio ponderato, del
FIFO o del LIFO continuo, non vi sarà alcuna variazione fiscale
- Se in bilancio la valutazione è fatta con metodi diversi o criteri generali, ma risulta superiore al valore
fiscale minimo derivante dall’applicazione del LIFO a scatti, non vi sarà alcuna variazione fiscale
- Se in bilancio la valutazione è fatta con metodi diversi o criteri generali, ma risultata inferiore al valore
fiscale minimo derivante dall’applicazione del LIFO a scatti, allora si avrà una variazione positiva al
reddito di bilancio
Va ricordato che se il valore attribuito con i metodi enunciati (costo medio ponderato, LIFO continuo, LIFO
a scatti su base annuale, FIFO) è superiore al valore normale (prezzo praticato per beni della stessa specie,
facendo riferimento ai listini dei fornitori), le rimanenze si valutano al valore normale.

AMMORTAMENTO BENI MATERIALI


Le quote di ammortamento del costo dei beni materiali strumentali sono deducibili a partire dall’esercizio
di entrata in funzione di ciascun bene. Tali quote sono fiscalmente deducibili se:
- Risultano iscritte nel conto economico tra i costi della produzione
- Sono calcolate in misura non superiore a quella risultante dall’applicazione dei coefficienti stabiliti in
un’apposita tabella approvata con decreto del Ministero dell’Economia. Nel primo esercizio di entrata in
funzione del bene, l’ammortamento si applica riducendo alla metà il coefficiente a esso relativo.
- Se l’importo dell’ammontare deducibile in base alle norme fiscali è inferiore a quello determinato secondo
le esigenze civilistiche, la quota eccedente diventa un costo non deducibile e rappresenta un componente
positivo del reddito fiscale.
- Se l'importo deducibili fiscalmente è superiore a quello iscritto in bilancio, non si rileva alcuna variazione.

AMMORTAMENTO BENI IMMATERIALI


- BREVETTI: quote di ammortamento fiscalmente deducibili non possono essere superiori al 50% del costo
sostenuto
- AVVIAMENTO e MARCHI: sono deducibili quote di ammortamento non superiori al 1/18 del valore iscritto in
bilancio
- SPESE DI PUBBLICITA’: possono essere fiscalmente dedotte integralmente nell’esercizio o per quote costanti
in 5 anni
- COSTI D’IMPIANTO E DI AMPLIAMENTO: sono deducibili nella quota imputabile per competenza a ciascun
esercizio
- SPESE DI RAPPRESENTANZA: sono interamente deducibili se rispondono a requisiti di inerenza e congruità
stabiliti dal Ministro dell’Economia e delle finanze

CANONI DI LEASING
I canoni di leasing sono deducibili a condizione che la durata del contratto non sia inferiore ai 2/3 del
periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente fiscale previsto per il bene che ne è oggetto.
Es. coeff. fiscale di ammortamento automezzo 20%.
100:20 = 5 anni = 60 mesi
60 * 2/3 = 40 mesi durata minima del contratto di leasing
PLUSVALENZE
Le plusvalenze (ordinarie e straordinarie) concorrono a formare il reddito fiscale per l’intero ammontare
nell’esercizio in cui sono state realizzate oppure, se i beni sono stati posseduti per un periodo non inferiore a
tre anni, la plusvalenza può essere ripartita in quote costanti per un periodo massimo di cinque anni
INTERESSI PASSIVI
Nelle società di persone e nelle imprese individuali gli interessi passivi e gli oneri assimilati sono deducibili
integralmente a meno che non vi siano ricavi e proventi esenti da tassazione.
Nelle società di capitali gli interessi passivi sono deducibili fino all’ammontare degli interessi attivi imputati al
conto economico. L’eccedenza è deducibile nei limiti del 30% del risultato operativo lordo (A-B+
ammortamenti+ canoni di leasing).

MANUTENZIONI E RIPARAZIONI
• Le spese di manutenzione e riparazione, ammodernamento e trasformazione sono deducibili nella misura
del 5% del costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili.
• Il costo complessivo di tutti i beni materiali ammortizzabili sono calcolati tenendo conto del possesso dei
beni durante l'anno.
• L'eccedenza rispetto al 5% è deducibili in quote costanti nei 5 esercizi successivi.
• A rettifica di quanto detto, però:
• I canoni periodici derivanti da contratti stipulati con terzi sono interamente deducibili

REDDITO FISCALE E REDDITO IMPONIBILE


• Il reddito fiscale di impresa è quello che si ottiene apportando al risultato economico derivante dal bilancio
le variazioni in aumento e in diminuzione che derivano applicando le norme tributarie.
• Il reddito imponibile è quello sul quale si calcolano le imposte. Può coincidere, ma non è detto, con quello
fiscale.

Per le SOCIETA' DI CAPITALI: il reddito imponibile deriva da una


somma algebrica del tipo:
reddito fiscale di impresa
- perdite fiscali di esercizi precedenti
= reddito imponibile a fini IRES
Le perdite fiscali derivanti dagli anni precedenti possono essere portate in diminuzione del reddito
complessivo imponibile dei periodi successivi, ma non oltre il quinto, per l'intero importo. Le perdite
realizzate nei primi tre anni di vita dell'azienda possono essere portate in diminuzione senza alcun limite di
tempo.
Per le IMPRESE INDIVIDUALI e SOCIETA’ DI PERSONE
il reddito di impresa si unisce agli altri redditi dell'imprenditore e formano insieme il reddito complessivo del
contribuente.
Reddito complessivo contribuente
- oneri deducibili (es.contributINPSi )
= reddito imponibile IRPEF
IMPOSTA LORDA
- detrazione di imposta (carichi famiglia, detrazione per lavoro autonomo...) = imposta netta
IRPEF (credito o debito)
• IRPEF: aliquota proporzionale progressiva, a scaglioni
• IRES: aliquota del 27,50 %
VERSAMENTI
• ACCONTO DI IMPOSTA: 99% dell'IRPEF dovuta l'anno precedente o il 100% dell'IRES dell'anno precedente.
Tale acconto viene versato in due rate:
• Il 40% dell'acconto entro il 16 giugno
• Il 60% dell'acconto entro il 30 novembre
• VERSAMENTO DEL SALDO
• Entro il 16 giugno di ogni anno insieme al primo acconto
• I soggetti passivi di imposta, ossia imprenditori individuali, società di persone e di capitali, devono
presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi, utilizzando gli appositi moduli (modello UNICO).
• Si ricorda che insieme al modello UNICO vengono presentati anche la dichiarazione IVA e il modello 770
(quando il soggetto opera in qualità di sostituto di imposta)
• La dichiarazione viene inviata all'Agenzia delle Entrate in via telematica, ad eccezione delle persone fisiche
che possono optare per un invio cartaceo.

IRAP: Imposta regionale sulle attività produttive


• E' un'imposta proporzionale
• Colpisce il valore della produzione netta derivante dall'attività esercitata nel territorio della Regione
• Nelle imprese individuali e nelle società di persone, la base imponibile IRAP è determinata dalla differenza
tra l'ammontare dei ricavi e delle variazioni di magazzino e l'ammontare dei costi derivanti da acquisto
merci e servizi, ammortamenti, canoni di leasing. Rimangono esclusi i costi del personale
• Per le società di capitali il valore della produzione netta è dato dalla differenza tra A-B del Conto
economico con esclusione dei costi del personale (eccezione per contributi sociali..), svalutazione delle
immobilizzazioni, svalutazione crediti, accantonamenti ai fondi per rischi e oneri, perdite su crediti.
• Anche per l'IRAP è previsto un modello da utilizzare per la dichiarazione che viene inviato in via telematica
alla Regione di competenza.
Le imposte sul reddito devono essere inserite nel Conto economico per l'importo di competenza e non per
quello “dovuto” in base alla dichiarazione dei redditi.
IMPOSTE DI COMPETENZA: sono calcolate sul risultato di bilancio “prima delle imposte”, rettificato delle
divergenze permanenti (costi non documentati o non inerenti all'attività di impresa) IMPOSTE DOVUTE:
sono quelle calcolate sul reddito fiscale tenendo conto delle divergenze permanenti e di quelle temporanee
(variazioni in aumento o in diminuzione viste precedentemente)

Si possono verificare due casi:


• Imposte di competenza > imposte dovute
• La differenza costituisce un' IMPOSTA DIFFERITE che deve essere accantonata nel FONDO IMPOSTE dello
Stato Patrimoniale. Tale fondo viene utilizzato negli esercizi successivi quando le imposte di competenza
sono maggiori di quelle dovute
• Imposte di competenza< imposte dovute
• la differenza costituisce un' IMPOSTA ANTICIPATA ossia costi da recuperare negli esercizi futuri. Tale
differenza è un elemento attivo del patrimonio e viene indicato nella voce Imposte anticipate

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