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Misure economiche d’azienda

1. L’attività economica dell’impresa e la gestione aziendale

2. Composizione del bilancio d’esercizio

2e. Principi base di classificazione dei valori

3. L’attività economica dell’impresa e la gestione aziendale: il ruolo del bilancio

4. La determinazione dei valori d’azienda e le caratteristiche del bilancio.

4*. La costituzione della società e le spese relative

5. Regolamentazione del Bilancio d’Esercizio

6-7-8. Schemi quantitativi: struttura legislativa

9. Operazioni di acquisto e vendita

10-11. I criteri di valutazione

12. La valutazione delle Rimanenze

13. La valutazione dei crediti e dei debiti

14. Le operazioni di finanziamento

15. Componenti straordinari di reddito

16. Nota integrativa, Relazione sulla Gestione e controllo del bilancio

PARTE 2

1-2. I sistemi di controllo della gestione

3. Costi aziendali

4. Le configurazioni di costo

5-6. I costi per le decisioni aziendali

7-8. Contabilità per Centri di Costo

9-10. I budget ed il reporting

11-12. I sistemi di controllo evoluti

13. La progettazione dei sistemi di controllo di gestione


1. L’attività economica dell’impresa e la gestione aziendale
L’attività economica è l’insieme delle operazioni il cui obiettivo è la produzione e il
consumo dei beni economici, ossia i beni/servizi che soddisfano i bisogni delle persone.
Per poter svolgere l’attività economica in modo duraturo e autonomo l’impresa deve
rispettare la condizione dell’economicità.
L’economicità è il rispetto dell’equilibrio reddituale e dell’equilibrio monetario nel medio-
lungo periodo.
Equilibrio reddituale (tra ricavi e costi), attitudine a remunerare i fattori produttivi.
Equilibrio monetario (tra entrate e uscite), capacità dell’impresa di far fronte agli impegni
di pagamento.
Equilibrio finanziario = operazioni di raccolta di risorse finanziarie (es: mutui o investimenti).
Per verificare l’economicità dell’azienda c’è un’ esigenza di valutazione periodica della
situazione economico-finanziaria, è necessario determinare, misurare, valutare il sistema
delle operazioni svolte dall’impresa, attraverso il sistema di contabilità generale.
La contabilità generale è un insieme di regole e strumenti (sistematiche rilevazioni
contabili) il cui prodotto finale è il bilancio di esercizio.
Attraverso la contabilità generale (Co.Ge.) gli eventi di gestione esterna, ossia le operazioni
di scambio con i mercati per acquisire le risorse e quelli di vendita della produzione, sono
tradotti in un particolare linguaggio, le cui componenti sono i conti che vengono rilevati con il
metodo della partita doppia.
I dati rilevati dalla Co.Ge. vengono periodicamente riassunti in un documento, il bilancio di
esercizio.
Il bilancio d’esercizio è una sintesi periodica dell’economia dell’impresa, ossia della
situazione economica, patrimoniale e finanziaria.
È un importante strumento informativo verso i terzi e verso i soci, in quanto fornisce le
informazioni in base alle quali essi possono prendere, consapevolmente e razionalmente,
decisioni economiche riguardanti i loro rapporti con l’impresa.
È composto da:
1. Documenti quantitativi (Tavole di sintesi): Conto economico, stato patrimoniale,
rendiconto finanziario
2. Documenti quali/quantitativi: Nota integrativa e relazione sulla gestione
3. Relazione degli organi di controllo: Collegio sindacale, società di revisione o revisore
Tipologie di operazioni di gestione:
● Caratteristica (funzioni caratteristiche dell’azienda)
● Patrimoniale (es: investimenti)
● Finanziaria (denaro con cui finanziare gli investimenti)
● Tributaria (imposte)
● Relazione con l’ambiente esterno:
Gestione esterna —> È composta dall’insieme delle operazioni fondate sullo scambio
(monetario) (es: l’acquisto di fattori produttivi). Hanno rilevanza diretta in bilancio.
Gestione interna —>È composta dall’insieme delle operazioni finalizzate al trasferimento
interno di condizioni produttive (es: il passaggio dal magazzino delle materie prime al reparto
della produzione). Hanno rilevanza indiretta in bilancio.
Dinamica dei valori e loro tipologia:
Dinamica reddituale —> È composta dall’insieme delle operazioni legate al ciclo
economico tecnico, che fanno quindi riferimento ad acquisti, trasformazione e vendita dei
beni/servizi. Rappresenta la base di riferimento per la rilevazione di costi e ricavi. Racchiude
i valori economici.
Dinamica monetaria —> È composta dall’insieme delle operazioni per le quali si origina un
effetto monetario. Rappresenta la base di riferimento per la rilevazione di entrate e uscite.
Racchiude i valori monetari.
Tutte (o quasi) le operazioni di gestione esterna vengono rilevate nel sistema Co.Ge.
evidenziando il profilo reddituale e monetario.
La rilevazione avviene in base al metodo della partita doppia.

La gestione è data da un insieme di operazioni tra loro collegate e interdipendenti che


mirano al raggiungimento del fine aziendale.
Nonostante la gestione costituisca un fenomeno unitario, le operazioni che la compongono
hanno natura diversa ed è quindi possibile raggrupparle in sottogruppi che comprendono
operazioni tra loro omogenee.
La prima grande distinzione è tra le operazioni di gestione ordinaria (che comprende poi la
gestione caratteristica, quella patrimoniale, quella finanziaria e quella tributaria) o
straordinaria.
Gestione ordinaria —> Comprende tutte le attività normalmente svolte dall’impresa.
Gestione straordinaria —> Comprende le operazioni che hanno natura eccezionale o sono
determinate da eventi occasionali.
Gestione caratteristica —> È composta dalle operazioni che identificano l’attività principale
dell’impresa e che permettono il raggiungimento degli obiettivi della stessa.
Sono tutte le operazioni tra Clienti, Fornitori, Lavoratori.
È detta anche gestione tipica o gestione operativa e il suo risultato è il Reddito Operativo
Lordo, dato dalla differenza tra i ricavi ottenuti a fronte della vendita di beni o prestazione di
servizi e i costi sostenuti per realizzarli.
Le gestioni parziali:
● Gestione patrimoniale: È composta dall’insieme delle operazioni legate
all’investimento del surplus monetario prodotto dalla gestione caratteristica
(investimenti in titoli, obbligazioni, immobili non strumentali...).
● Gestione finanziaria: È composta dall’insieme delle operazioni legate al reperimento
delle risorse finanziarie (prestiti bancari, mutui...).
● Gestione tributaria: È composta dall’insieme delle operazioni legate al carico fiscale
(imposte).
2. Composizione del bilancio d’esercizio
Il bilancio è formato da una serie di tavole e documenti, alcuni quantitativi e altri qualitativi.
La pluralità di documentazione nasce da esigenze di chiarezza dell’informazione contabile.
Le tavole quantitative sono tavole di sintesi nelle quali si riassumono svariate operazioni, il
lettore del bilancio ha bisogno di ricevere informazioni che i numeri non sono in grado di
dare. Es: magazzino, nelle tavole vediamo la cifra che rappresenta il valore del magazzino
ma nulla sappiamo di che criteri si sono seguiti per valorizzarlo in quel modo.
Accanto alla necessità di chiarezza troviamo la necessità di rendere il bilancio un documento
utile agli stakeholder, in modo che possano farsi un’idea delle prospettive di continuità
dell’attività dell’impresa.

A1) Conto Economico (CE)


È il prospetto che illustra la consistenza quantitativa e la composizione qualitativa del reddito
di esercizio, in quanto va a rilevare il profilo reddituale delle operazioni di gestione,
contrapponendo due valori flusso, i costi e i ricavi.
I valori reddituali si riferiscono a un preciso e specifico periodo di tempo, ossia il periodo
amministrativo, della durata di 12 mesi (dal 01/01/N al 31/12/N).
La determinazione del reddito di esercizio è la finalità primaria che il legislatore ha dato
al Conto Economico.
Ricavi: Cessione dei fattori produttivi, sono da rilevare quando possono essere
considerati realizzati, ossia quando si riferiscono a prodotti (beni o servizi) il cui processo
produttivo è completato e dei quali è avvenuto, durante l’esercizio, lo scambio con
conseguente passaggio sostanziale di proprietà.
Costi: Impiego/consumo di fattori produttivi, possono essere iscritti i costi che
soddisfano due requisiti: la probabilità del verificarsi della riduzione dei benefici economici e
l’attendibilità nella valutazione dell’ammontare di tali riduzioni.
Ricavi > Costi = Utile
Ricavi < Costi = Perdita
Nella forma ufficiale da depositare al Registro delle Imprese il bilancio è a forma scalare/a
sezioni unite, è caratterizzato dalla presenza di un’unica sezione in cui vengono raccolti i
valori.
Questo perché è necessario distinguere i ricavi e i costi in relazione alla natura dell’area di
gestione e non sarebbe possibile con una struttura tipicamente contabile a sezioni
contrapposte.
Il Conto Economico deve contenere solo le poste indicate dal legislatore, con quella precisa
denominazione e nell’ordine dallo stesso fissato —> Schema rigido.
Le poste sono suddivise in:
- Macro Classi (identificate da lettere maiuscole);
- Voci (identificate da numeri arabi);
- Sotto-Voci (identificate da lettere minuscole).
A2) Stato patrimoniale (SP)
Viene rilevato il profilo patrimoniale/finanziario/monetario delle operazioni di gestione.
Le condizioni patrimoniali sono attive (attività e investimenti) e passive (passività e fonti di
finanziamento).
Attività – Passività = Patrimonio Netto
Secondo la normativa civilistica è redatto a sezioni contrapposte.
La tavola dello SP è formata da valori numerari (monetari) e valori rappresentativi di
processi in corso (investimenti), è quindi collegata ai periodi presenti e successivi.
Il risultato di esercizio (utile o perdita) deriva dalla contrapposizione di costi e ricavi di
competenza dell’esercizio.
Le 2 tavole sono strettamente collegate tra loro.
Il PN varia per effetto del risultato di esercizio prodotto dalla gestione in 12 mesi.
Il CE è specifico di ogni periodo amministrativo, lo SP è la tavola di collegamento tra più
periodi amministrativi.
A3) Rendiconto finanziario (RF)
È una tavola quantitativa che permette di studiare il profilo monetario (finanziario) della
gestione.
In particolare indica le cause di variazione della risorsa monetaria (o finanziaria) di
riferimento, in genere la risorsa di tipo monetario è la liquidità.
Vi sono valori flusso: entrate/uscite di liquidità nel periodo amministrativo.
La forma può essere scalare o a sezioni contrapposte.
I flussi monetari (Entrate/Uscite) vengono raggruppati per gestioni parziali: caratteristica,
patrimoniale, finanziaria, tributaria.
B1) Nota integrativa (NI)
Documento descrittivo che fornisce informazioni quali/quantitative aggiuntive rispetto alle
tavole di SP, CE e RF (se presentato).
È formata da tavole di sintesi con funzione esplicativa e integrativa.
Il contenuto della N.I. è regolamentato dalla legge.
B2) Relazione sulla gestione
Fornisce informazioni sull’andamento della gestione in termini qualitativi e quantitativi. È
disciplinata dalla legge ma in modo meno vincolante rispetto alla N.I.
Fornisce informazioni su:
1. Sulle condizioni ambientali e di mercato in cui opera l’impresa;
2. Sulle condizioni interne all’impresa: scelte di investimento, attività di ricerca, rapporti
con le imprese del gruppo;
3. Sul profilo reddituale patrimoniale e finanziario dell’impresa.

2e. Principi base di classificazione dei valori

Affinché un’impresa possa sopravvivere è necessario che mantenga nel tempo un


equilibrio economico, composto da tre componenti:
1. Equilibrio Reddituale (Costi - Ricavi);
2. Equilibrio Monetario (Entrate – Uscite);
3. Equilibrio Patrimoniale (Fonti - Impieghi).
Per capire se l’impresa è in grado di mantenere un equilibrio economico è necessario:
● Classificare i valori;
● Determinare quantitativamente le operazioni aziendali;
● Rilevare correttamente le operazioni aziendali.
Classificazione dei valori
- Valori numerari/monetari: Moneta (cassa e banca) e Valori sostitutivi della moneta
(crediti e debiti di regolamento) generano variazioni numerarie/monetarie.
- Valori economico/finanziari: Capitale Proprio e Crediti e Debiti di Finanziamento
generano variazioni economico/finanziarie

- Valori reddituali: Costi e Ricavi generano variazioni reddituali

Rilevazione delle operazioni aziendali


Il metodo di rilevazione è l’insieme delle regole utilizzate per redigere le scritture contabili e
che disciplinano il sistema contabile stesso; nel nostro ordinamento, la rilevazione avviene
attraverso il metodo della Partita doppia.
Il primo strumento di rilevazione è il mastrino/conto: si tratta di uno strumento di rilevazione
che ha la finalità di determinare il valore di un certo oggetto.
L’insieme dei mastrini forma il libro mastro, all’interno del quale la registrazione dei valori
avviene in modo sistematico, ossia ordinato e cronologico.
Lo stesso conto, relativo allo stesso oggetto (ad es. Cassa) viene movimentato per tutto
l’esercizio amministrativo.
La partita doppia è il metodo di scrittura contabile che consiste nella registrazione delle
operazioni aziendali simultaneamente su due serie di conti; si basa sul principio della duplice
rilevazione simultanea. Lo scopo di questo procedimento è determinare il reddito di un
periodo amministrativo specifico e di controllare quindi i movimenti monetari-finanziari relativi
alla gestione.

3. L’attività economica dell’impresa e la gestione aziendale: il ruolo del


bilancio
Reddito Globale: Misurato alla fine della vita dell’impresa (concetto teorico).
Reddito di Esercizio: Misurazione periodica a fine periodo amministrativo.
Principio di Competenza: ripartizione ricavi/costi nei diversi periodi di vita dell’impresa.
Competenza temporale (concetto di tempo fisico - periodo amministrativo): costi e ricavi
vengono ripartiti in funzione della manifestazione temporale dell’operazione,
indipendentemente dai legami economici tra un periodo e l’altro.
Competenza Economica (concetto di tempo economico - esercizio): costi e ricavi vengono
correlati in funzione degli impatti economici tra i diversi periodi, indipendentemente dalla
manifestazione monetaria.
Periodo amministrativo: Concetto temporale (fisico), intervallo di tempo a cui il bilancio fa
riferimento. Solitamente dura 12 mesi ma può avere una durata minore per esigenze di
controllo interno o per esigenze di comunicazione verso l’esterno (es:operazioni
straordinarie come fusioni, scissioni, liquidazioni).
I costi e i ricavi con manifestazione finanziaria al di fuori dell’esercizio ma di competenza di
esso devono essergli attribuiti attraverso operazioni di integrazione e operazioni di
rinvio.

Costi e ricavi vengono correlati in funzione degli impatti economici tra i diversi periodi,
indipendentemente dalla manifestazione monetaria (competenza economica).

Quantità economiche certe:


● Derivano da un processo di misurazione oggettivo;
● Richiamano una nozione di verità;
● Si riferiscono a operazioni rilevate durante il periodo amministrativo.
Quantità economiche stimate:
● Derivano da una misurazione soggettiva;
● Valori che approssimano la realtà;
● Valori che generalmente sono verificabili in futuro;
● Si riferiscono a operazioni rilevate a fine periodo amministrativo.
Quantità economiche congetturate:
● Derivano da una misurazione soggettiva basata su ipotesi gestionali future date le
condizioni produttive presenti
● Derivano da valori che ricercano la congruenza con la realtà
● Si riferiscono a operazioni rilevate a fine periodo amministrativo
Operazioni di Integrazione
Rilevazione costi/ricavi di competenza economica dell’esercizio la cui manifestazione
monetaria/finanziaria non si è ancora verificata alla fine del Periodo Amministrativo
(incasso/pagamento posticipato).
1. Ratei
2. Fondi rischi e oneri
3. Fatture da emettere e da ricevere
4. Imposte di competenza
Operazioni di rinvio
Rilevazione costi/ricavi di competenza economica di esercizi futuri, la cui manifestazione
monetaria/finanziaria è già avvenuta (incasso/pagamento anticipato).
1. Risconti
2. Ammortamenti
3. Rimanenze
4. Svalutazioni
5. Capitalizzazione di costi

1. Ratei

2. Fondi rischi e oneri


La funzione dei fondi è quella di non far ricadere quote di costo di competenza di esercizi
precedenti in esercizi futuri.
Il fondo (SP-) può formarsi nel tempo ed è uguale alla sommatoria degli accantonamenti
rilevati in ogni esercizio.
Il costo di competenza che transita nel CE+, viene denominato accantonamento.

3. Fatture da emettere e da ricevere


Si tratta di valori di Stato Patrimoniale riferiti a scambi commerciali già effettuati alla chiusura
del Periodo Amministrativo per i quali manca momentaneamente la documentazione
contabile di riferimento (la fattura).
Fatture da emettere (Dare SP): Prodotti e merci consegnati ai clienti per i quali non è stata
emessa la relativa fattura —> Vendite.
Fatture da ricevere (Avere SP): Prodotti, merci e servizi ricevuti dai fornitori per i quali non è
pervenuta la relativa fattura —> Acquisti.
I valori economici di queste operazioni devono essere rilevati al momento di esecuzione
della prestazione e non nel momento in cui si riceve o emette il documento amministrativo di
riferimento.

4.
Imposte
Si tratta di
imposte
dovute
all’Erario, calcolate sul reddito imponibile; sono costi di competenza dell’esercizio con
manifestazione finanziaria futura.

4. Periodo amministrativo ed Esercizio.


1. Risconti
Si tratta di valori di Stato Patrimoniale a cui corrispondono quote di costo (Risconto attivo) o
quote di ricavo (Risconto passivo) da rinviare ad esercizi futuri.
Manifestazione finanziaria anticipata rispetto alla competenza economica —> operazioni già
presenti in Contabilità in base alla competenza temporale: incasso avvenuto o pagamento
effettuato.
Risconti attivi (Dare SP): Quote di costi da rinviare di competenza dei successivi periodi
amministrativi; costituiscono costi anticipati.
Risconti passivi (Avere SP): Quote di ricavi da rinviare di competenza dei successivi periodi
amministrativi; costituiscono ricavi anticipati.
2. Ammortamenti
È il procedimento tecnico contabile di ripartizione del costo di un fattore produttivo
pluriennale negli esercizi in cui il fattore fornisce il suo contributo al reddito.
Si suddivide quindi il costo pluriennale dei beni a fecondità ripetuta tra i periodi
amministrativi di utilizzazione economica.
Beni a fecondità ripetuta: si tratta di beni il cui utilizzo dura più di un esercizio amministrativo.
Quota di ammortamento (Dare CE) Fondo ammortamento (Avere SP)

La quota di ammortamento è sempre calcolata sul costo storico, non sul valore netto
contabile.
Le immobilizzazioni (materiali e immateriali NO finanziarie) sono beni a utilizzo ripetuto
quindi un costo pluriennale.
3. Rimanenze finali
Sono un costo sospeso: esso indica la quota di costi sostenuti nell’anno ma rinviati al
futuro per acquisti di beni o materiali che non sono ancora stati venduti o utilizzati all’interno
del processo produttivo.
Sono quindi grandezze comuni a due o più esercizi.
Funzione: Rettificare in maniera indiretta il valore degli acquisti che pesano per la loro quota
di effettiva competenza economica.

4. Svalutazione dei crediti


Sono costi sospesi: individuano quote di costi di competenza dell’esercizio legate al
probabile mancato incasso dei crediti.
Eventuali perdite non devono gravare negli esercizi in cui si manifestano finanziariamente
ma devono essere di competenza dell’esercizio in cui si origina il credito.
I crediti devono essere iscritti al presumibile valore di realizzo: è quindi necessario operare
una correzione al termine di ogni periodo amministrativo.
Valore nominale: È il valore esposto in fattura, a cui sono iscritti i crediti al momento della
rilevazione iniziale, al netto di premi, sconti, abbuoni e comprensivo di eventuali costi
direttamente attribuibili alla transazione che ha generato il credito (es. tasse sui
trasferimenti).
Valore netto: È il valore ottenuto dalla differenza tra il valore nominale e il fondo svalutazione
crediti.
Svalutazione di investimenti finanziari: È la quota di costo di competenza dell’esercizio
legata al minor valore dell’investimento finanziario rispetto al suo costo di acquisto.
Per svalutare è necessario che venga accertata una perdita di valore economico.
5. Capitalizzazione di costi legati alle costruzioni interne
Sono le quote di costo da rinviare agli esercizi successivi in quanto di competenza futura.
In questo caso l’azienda che ne ha le capacità e le risorse provvede a realizzare in proprio le
proprie immobilizzazioni.
Capitalizzare significa trasferire i valori dal Conto Economico allo Stato Patrimoniale
mediante l’utilizzo del conto «incrementi di immobilizzazioni per lavori interni» (CE –) in
contropartita all’immobilizzazione di SP.

Fasi operative di costruzione del Bilancio di Esercizio:


1. Vengono rilevate in contabilità generale le operazioni di gestione esterna, in ordine
cronologico, seguendo il principio della competenza temporale, attraverso i mastrini e
il libro giornale. In questa fase, la rilevazione avviene analizzando sia l’aspetto
finanziario che quello economico.
2. Costruzione del 1° bilancio di verifica, che costituisce la sintesi delle rilevazioni di
Co.Ge. È necessario che sia bilanciato e che venga controllata la correttezza formale
delle rilevazioni.
3. Passaggio dalla competenza temporale alla competenza economica: è il momento in
cui si rilevano le operazioni di integrazione e rinvio.
4. Costruzione del 2° bilancio di verifica, in cui vengono evidenziati il reddito di esercizio
e il capitale di funzionamento.
5. Costruzione delle tavole formali: Stato patrimoniale, Conto Economico, Nota
Integrativa, Rendiconto Finanziario, Relazione sulla Gestione.
Con la costruzione del bilancio di esercizio si determinano due grandezze: Reddito di
esercizio e Capitale di Funzionamento.
Utile e perdita d’esercizio: È la grandezza che emerge dalla chiusura del Conto
Economico, esprime il risultato dell’attività svolta dalle diverse aree della gestione.
Patrimonio Netto: È la grandezza che emerge dallo Stato Patrimoniale.
Le analisi svolte sino qui, partono dal presupposto che l’impresa sia operativa:
L’impresa è in funzionamento —> Continuità Aziendale —> Capitale di funzionamento.
In alternativa —> capitale di liquidazione.

4*. La costituzione della società e le spese relative


01/01/T Costituzione di un’azienda, durante l’anno si rilevano le operazioni di gestione
secondo la competenza temporale.
Al 31/12/T Si passa dal periodo amministrativo all’esercizio.
Il passaggio da Bilancio di Verifica a Bilancio di Esercizio avviene effettuando una serie
di operazioni di rinvio e rettifica secondo il principio della competenza economica.
La Costituzione della società rappresenta la fase con la quale l’impresa acquisisce le risorse
necessarie per l’avvio dell’attività, mediante i conferimenti effettuati dai soci (Capitale
Sociale).
In base alla forma giuridica una società può avere un diverso soggetto giuridico.
Soggetto giuridico: La persona fisica o giuridica alla quale fanno capo diritti ed obblighi
derivanti dalla costituzione e successiva gestione dell’azienda.
Aziende individuali (Imprenditore individuale) e aziende collettive (Società di persone o di
capitali).
Le diverse forme societarie:
● S.N.C. (Società in nome collettivo): tutti i soci sono illimitatamente responsabili per le
obbligazioni sociali.
● S.A.S. (Società in accomandita semplice):
○ Soci accomandatari, illimitatamente responsabili;
○ Soci accomandanti, la responsabilità è limitata alla quota di capitale sociale
conferito.
● Società di capitali: Soci sono limitatamente responsabili per le obbligazioni sociali:
○ S.P.A.
○ S.R.L.
○ S.A.P.A
Secondo la loro natura i conferimenti possono essere: denaro, altri valori numerari (Crediti),
Aziende o Rami d’azienda, Singoli beni (In questi casi è necessario effettuare una relazione
di stima che attesti il loro valore), Prestazioni d’opera o servizi (no per le SPA).
In una S.p.A il Capitale sociale è suddiviso in Azioni, ovvero in titoli con uguale valore
nominale rappresentativi della partecipazione sociale.
Nelle società per azioni il capitale sociale minimo è pari a 50.000 €.
Le formalità per la costituzione:
A) Stipulazione del contratto;
B) 30 giorni per adempiere a tutte le condizioni costitutive;
C) Deposito dell’atto costitutivo e iscrizione della società presso il registro delle imprese.
Condizioni:
1. Sottoscrizione integrale del Capitale Sociale;
2. Versamento del 25% dei conferimenti in denaro;
3. Integrale liberazione dei conferimenti di beni/crediti;
4. Presentazione relazione di stima;
5. Altre autorizzazioni governative in base all’attività.
Nel caso in cui si conferiscono beni in natura/crediti entro 6 mesi dalla sottoscrizione del
C.S. è necessario effettuare una verifica e revisione della relazione di stima.
Se dalla verifica si conferma il valore del bene apportato non si rileva nulla, altrimenti se
emerge che il valore dei beni/crediti apportati è inferiore di oltre 1/5 del valore dichiarato
grava l’obbligo di diminuire il capitale sociale, il socio può versare la differenza in denaro o
recedere dalla società.
Le spese relative alla costituzione sono afferenti a:
- Prestazioni professionali notarili per la redazione dell’atto costitutivo e dello statuto;
- Pubblicità legale, ossia diritti camerali, imposta di registro e imposta di bollo da
versare per l’iscrizione al registro delle imprese.
Spese anticipate in nome e per conto della società dal Notaio, Onorari spettanti al Notaio per
la prestazione professionale.
L’Iva (Imposta sul Valore Aggiunto) è un’imposta indiretta erariale che colpisce i consumi.
Si applica a cessioni di beni o prestazioni di servizi effettuate nell’esercizio di arti, professioni
o attività di impresa, svolta sul territorio italiano.
Presupposti: oggettivo, soggettivo, territoriale.
Le operazioni che posseggono i 3 prerequisiti sono imponibili.
Esenti: sono le operazioni che, pur possedendo tutti e tre i presupposti, per volontà del
legislatore non sono aggravate dell’Iva per finalità di carattere economico e sociale (ad
esempio spese mediche, contratti di assicurazione, attività di riscossione dei tributi, etc.).
Non imponibili: sono le esportazioni e operazioni assimilate.
Estranee: sono le operazioni in cui manca il requisito della soggettività (ad esempio
acquisto da privati) o della territorialità (ad esempio la vendita di un immobile situato
all’estero).
Escluse: sono le operazioni in cui manca il requisito della oggettività (cessione di denaro,
cessione di aziende o rami di esse, cessione di valori bollati).
Obblighi delle Operazioni Soggette a Iva sono la fatturazione, la registrazione sui libri
contabili, la liquidazione e dichiarazioni periodiche e la dichiarazione annuale.
Aliquota: è la percentuale di imposta che si applica all’imponibile.
Liquidazione IVA: Confronto periodico tra IVA a debito (su vendite) e IVA a credito (su
acquisti). Se IVA a credito > IVA a debito rilevo il credito IVA.
Se IVA a credito < IVA a debito rilevo e verso il debito IVA.

Le ritenute alla fonte


Sostituto d’imposta: riceve una prestazione ed eroga un compenso, si tratta di società di
capitali, società di persone, persone fisiche esercenti attività di impresa, arti e professioni.
Sostituto (percettore): colui che effettua la prestazione e riceve il compenso dal sostituto
d'imposta.
Il sostituto d'imposta ha l’obbligo di effettuare una trattenuta sul compenso a titolo di ritenuta
alla fonte all’atto della corresponsione di alcune categorie di reddito al sostituito.
Ritenuta a titolo di imposta: È una tassazione definitiva: quel reddito non verrà più tassato.
Ritenuta a titolo di acconto: È un acconto sull’imposta totale che dovrà poi essere versata
dal sostituito.

5. Regolamentazione del Bilancio d’Esercizio


Impresa —> Bilancio individuale.
Il bilancio individuale si basa sui principi contabili emanati dall’Organismo Italiano di
Contabilità (O.I.C.).
Ci sono 3 modelli di bilancio:
- Ordinario;
- Abbreviato;
- Delle microimprese.
Gruppo di imprese —> Bilancio consolidato.
Il bilancio contabile si basa sul Principio contabile O.I.C. n. 17 emanato dall’Organismo
Italiano di Contabilità.
Gli IAS/IFRS sono principi contabili internazionali aventi forza di legge.
La finalità principale che guida il legislatore nel dettare le norme sul bilancio è la tutela di tutti
i soggetti terzi con interessi verso l'impresa.
Il bilancio è strumento informativo sulla situazione patrimoniale, finanziaria ed economica
dell’impresa.
Le regole giuridiche fondamentali per la formazione del bilancio riguardano la tutela dei terzi.
I principi contabili O.I.C. sono principi economico-ragionieristici da utilizzare nella
predizione del bilancio a supporto delle scelte compiute dal redattore del bilancio.
Sono subordinati alla legge e hanno funzione interpretativa e integrativa (suppletiva).
I principi contabili O.I.C. sono principi economico-ragionieristici da utilizzare nella
predizione del bilancio a supporto delle scelte compiute dal redattore del bilancio.
Consistono in un insieme di criteri, procedure, metodi e tecniche per la:
● Contabilizzazione (scritture);
● Valutazione (singole voci);
● Rappresentazione (tavole e nota integrativa).
Sono regole operative (tecniche) coerenti con la legge (hanno un ruolo subordinato alla
legge). Gli IAS/IFRS, omologati dall’Unione Europea, hanno valenza di Legge.
Il bilancio viene predisposto dagli amministratori (che hanno la responsabilità verso terzi).

Principi di redazione:
A) Rappresentazione veritiera;
B) Rappresentazione corretta;
C) Chiarezza;
D) Completezza informativa;
E) Rilevanza (materialità/significatività);
F) Deroga per rispettare la clausola generale.

A) Rappresentazione veritiera (credibilità e congruenza con la realtà)


Veritiero non significa vero, per la presenza in bilancio di valori stimati e congetturati.
Veritiero significa ammettere discrezionalità tecnica nelle valutazioni, ma non arbitrarietà.
Veritiero significa ottenere valori coerenti con la dinamica economica e la situazione
aziendale presente e futura, ciò significa avere le competenze tecniche necessarie in fase
valutativa.

B) Rappresentazione corretta (rispetto della normativa di principi contabili)


La comunicazione non deve essere deviante, ciò si realizza con comportamenti in Buona
fede e con la chiarezza espositiva.
La correttezza è anche in senso economico per evitare rappresentazioni false della
situazione economico-patrimoniale e finanziaria dell’impresa.

C) Chiarezza (principio guida nella predisposizione del bilancio)


Chiarezza significa porre i destinatari del bilancio in condizione di comprendere da un punto
di vista formale (rappresentazione dei valori) e da un punto di vista sostanziale (processo di
formazione dei valori) le modalità di formazione del reddito di esercizio e del capitale di
funzionamento nonché le caratteristiche della situazione patrimoniale, economica e
finanziaria dell’impresa. Regole funzionali al raggiungimento della chiarezza:
1. Il contenuto delle tavole di sintesi è rigido e imposto dal legislatore.
2. Ruolo chiave della Nota Integrativa.
3. Valutazione autonoma degli elementi eterogenei (attivi/passivi; costi/ricavi) —>
divieto di compenso di partite.
4. Inserimento di informazioni aggiuntive.

D) Completezza informativa
Per rispettare la clausola generale vi è l’obbligo di fornire informazioni aggiuntive relative alle
singole problematiche di ciascuna impresa (es: In un momento di crisi economica bisogna
fornire informazioni sulle scelte di ristrutturazione del debito e sui piani di rientro con le
banche.

E) Rilevanza
La rilevanza richiede di non rispettare alcuni criteri se la loro osservanza abbia effetti
rilevanti sulla rappresentazione veritiera e corretta.
L'obiettivo è ridurre la probabilità (rischio) che l’insieme degli errori /semplificazioni non siano
tali da influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori.

F) Deroga per rispettare la clausola generale


Obbligo di non applicare la legge quando, in casi eccezionali, si violerebbe la clausola
generale (es:Rivalutazione di un immobile in ammortamento).
Principi generali di redazione:
1. Continuità:
Il bilancio deve essere predisposto considerando la prospettiva di funzionamento
dell’impresa.
In assenza del principio di continuità, si redigono bilanci diversi da quello di esercizio, ad
esempio al bilancio di liquidazione.
Il principio di continuità è applicato:
- All’impresa nel suo complesso —> gestione futura (es: reddito, sviluppo/investimenti,
indebitamento);
- Nella valutazione delle singole voci di bilancio —> Contributo del singolo elemento
allo svolgimento della gestione e riferimento alla sostenibilità economica dei valori
(durevoli).

2. Prevalenza della sostanza sulla forma (funzione economica):


Prevalenza della sostanza economica delle operazioni rispetto alla forma giuridica.
Le operazioni di gestione devono essere rilevate e rappresentate considerando la realtà
sottostante l’accadimento e non l’aspetto formale.
3. Prudenza:
È il principio di redazione più importante in Italia, subordinato esclusivamente alla clausola
generale, rintracciabile all’articolo 2423 bis punti 2,3,4.
La prudenza prevale su competenza e realizzazione.
Nella rilevazione dei componenti positivi e negativi di reddito:
- Divieto di contabilizzazione dei componenti positivi di reddito non realizzati, anche se
di competenza dell’esercizio.
- Obbligo di contabilizzazione dei componenti negativi di reddito, di competenza,
anche se non realizzati.
- Obbligo di contabilizzazione dei componenti negativi di reddito
(costi/perdite/oneri/rischi), di competenza, anche se conosciuti dopo la chiusura del
periodo amministrativo.
- Divieto di compensazione: è vietato sommare tra loro valori relativi a componenti di
patrimonio o di reddito aventi segno opposto.
- Collegamento con i criteri di valutazione: il principio di prudenza si sostanzia
nell’utilizzo del criterio di valutazione del costo (acquisto/produzione).
Il costo è il valore massimo attribuibile all’elemento di bilancio (eccezioni: Rivalutazioni,
criterio di valutazione del patrimonio netto (partecipazioni), valutazione dei lavori in corso su
ordinazione, derivati).
Il costo approssima non solo il valore di ingresso del bene nell’impresa
(acquisto/produzione) ma anche il valore che ci si attende possa essere recuperato.
- Subordinato alla clausola generale: divieto di eccesso di prudenza.
6-7-8. Schemi quantitativi: struttura legislativa

Considerazioni generali (Art. 2423):


Stato Patrimoniale e Conto Economico con struttura rigida (tavole vincolate), ordine
classificatorio delle voci ben definito, informazioni sulle singole voci nella nota integrativa.
Obbligo di comparabilità tra due periodi, adattamenti in caso di non comparabilità
(informazioni in nota integrativa), divieto di compenso di partite.
Eccezioni (funzionale al rispetto della clausola generale) alla forma vincolata: Facoltà di
suddivisione delle voci precedute da numeri arabi, facoltà di raggruppamento delle voci per
importi irrilevanti, obbligo di aggiunta voci, obbligo di adattamento delle voci.ù
Stato partimoniale:

ATTIVO
Valori esposti al netto dei fondi rettificativi (es. Fondo ammortamento/Fondo svalutazione
crediti).
Criterio della destinazione (Art. 2424 bis): Gli elementi destinati ad essere durevolmente
utilizzati devono essere classificati tra le immobilizzazioni.
Immobilizzazioni: beni destinati ad essere usati durevolmente (partecipazioni strategiche).
Attivo circolante: beni destinati ad essere ceduti (partecipazioni speculative).
PASSIVO
Distinzione tra mezzi propri (PN) e mezzi terzi (Debiti).
Riferito alla durata dei debiti (12 mesi come punto di riferimento).
Conto economico:
Forma scalare: Potenziale informativo maggiore rispetto a quella a sezioni contrapposte,
evidenza risultati intermedi della gestione.
Classificazione delle voci per natura, individua il legame diretto tra l’operazione rilevata e la
sua natura economica
Rendiconto finanziario: Documento che esprime le cause generatrici (fonti e impieghi)
della variazione di una definita risorsa finanziaria o monetaria in un prescelto periodo
temporale. Derivato dalle altre tavole di sintesi.

9. Operazioni di acquisto e vendita


La cambiale è un titolo di credito, rappresenta una forma garantita di riscossione di un
credito/ pagamento di un debito cambiario sorto in seguito a una transazione commerciale.
Cambiali attive —>Fanno riferimento agli incassi (vendite);
Cambiali passive —> Fanno riferimento ai pagamenti (acquisti).
Cambiali tratte: è insito un rapporto tra due soggetti: il traente e il trattario.
Il traente ordina al trattario (che deve dei soldi al traente) di pagare, il quale accetta, con la
cambiale, di pagare. È il traente che emette la cambiale.

Cambiali pagherò: è una dichiarazione scritta e firmata dal debitore con cui si obbliga a
pagare la somma indicata nel titolo. È il debitore che emette la cambiale.

Esistono tre tipologie di incasso:


1. Al Dopo Incasso: La cambiale viene incassata il giorno della scadenza, è in quel
momento che si ha l’accredito sul conto corrente.
2. Salvo Buon Fine (S.B.F.): L’impresa presenta la cambiale alla banca ed ottiene
subito la disponibilità sul conto corrente. Qualora il debitore non onori il debito, la
banca procederà a trattenere l’importo automaticamente
3. Sconto cambiario: La banca anticipa l’importo della cambiale ma si trattiene, oltre alle
commissioni, una somma per il servizio di sconto.
Le Ricevute Bancarie (Ri.Ba.) sono un documento emesso dall’impresa creditrice, che
contiene l’indicazione dei dati relativi al debitore e gli estremi della fattura (numero, data,
importo e scadenza).
Il documento viene inoltrato dalla banca del creditore alla banca del debitore, la quale
procede ad avvisare il debitore della presenza dell’effetto, per procedere al saldo.
10-11. I criteri di valutazione
Criteri di valutazione (Art. 2426 c.c.): i criteri di valutazione sono regole operative
necessarie per attribuire un valore alla singola attività e/o passività di Stato Patrimoniale.
Criterio del costo:

Altri criteri di valutazione:


● Patrimonio Netto:
Viene usato nella valutazione delle partecipazioni in imprese controllate e collegate
classificate nelle immobilizzazioni finanziarie.
● Corrispettivi contrattuali maturati:
Viene usato nella valutazione dei lavori in corso su ordinazione (commesse pluriennali).
Si valutano i lavori considerando i costi sostenuti ed i ricavi previsti (non ancora realizzati) in
base alla competenza economica.
● Fairvalue:
Si usa per valutare alcuni strumenti finanziari (i Derivati).
Determina sia incrementi (rivalutazione) sia decrementi (svalutazione) dello strumento
finanziario in base al valore corrente di mercato.
● Costo ammortizzato:
Si usa per valutare crediti/debiti di medio e lungo termine e per i titoli.
● Valore attuale:
Si usa per valutare crediti/debiti di medio e lungo termine (se il tasso di interesse nominale è
diverso da quello di mercato).
Le immobilizzazioni materiali sono:
► Fattori produttivi ad uso durevole;
► Beni tangibili;
► Beni strumentali all’attività tipica dell’impresa.
Hanno un forte vincolo con il processo produttivo che è fondamentale verificare nella
fase valutativa.
Valore Originario: Valore economico del bene, dipende dal Prezzo di mercato o dal
Valore d’uso (il valore recuperabile dall’attività dell’impresa).
La valutazione delle immobilizzazioni materiali in prima iscrizione in contabilità dipende dalle
modalità di ingresso del bene in azienda:
1. Acquisto Esterno:
Valore Originario = Costo di Acquisto (valore del bene in fattura) + Oneri Accessori (costi
necessari per rendere il bene funzionate).
2. Apporto dei soci:
Valore Originario = Valore peritale, ovvero valore che deriva dalla perizia di un esperto.
3. Costruzione interna:
Valore Originario = Costo di produzione = costi diretti + Quota di costi indiretti + Oneri
finanziari.

Cause di modificazione valore originario: Ammortamento, Svalutazione, Rivalutazione.


Ammortamento: processo di ripartizione del valore di un bene sulla base della la sua durata
economica.
Quota di ammortamento: costo di esercizio relativo alla partecipazione del bene al processo
produttivo, si determinano attraverso la predisposizione di un piano di ammortamento che
comprende:
- Valore originario;
- Valore di recupero;
- Durata economica del bene (residua possibilità di utilizzo del bene);
- Criterio di riparto del valore da ammortizzare;
Valore da ammortizzare = valore originale - valore di recupero.
Il piano di ammortamento è flessibile e coerente con le ipotesi di gestione.
Valore di recupero: valore che emerge alla fine della vita economica del bene, in fase di
cessione.
Il valore di recupero viene considerato quando è rilevante, elevata probabilità di realizzare,
Esiste ragionevole certezza nella determinazione della sua entità.
Nella maggior parte dei casi il valore di recupero è zero (valore originario = valore da amm.).
Criterio di riparto del valore da ammortizzare: modalità attraverso le quali si distribuisce il
valore da ammortizzare sulla durata economica del bene, criteri aritmetici ed economici.
Criteri aritmetici: Quote costanti, crescenti, decrescenti.
Criteri economici: criteri soggettivi di contabilità analitica, più complessi ma con una precisa
correlazione costi/ricavi.
Svalutazione: perdita durevole di valore, Si applica quando il valore economico del bene
risulta durevolmente inferiore al valore netto contabile, rendere congruo un valore
sovrastimato.
Se Valore economico < Valore netto contabile —> Vi è obbligo di svalutazione in bilancio.

Per accertare la durabilità del minor valore si analizzano le cause di variazione, interne ed
esterne.
Causa esterna: Condizioni di mercato (il bene prodotto dall’impianto non ha mercato).
Causa esterna: Obsolescenza non prevista dell’impianto.
Causa interna: Scelte strategiche dell’impresa di ridimensionamento dell’attività produttiva.
Obbligo di ripristino del valore se vengono meno le cause che avevano portato ad una
precedente svalutazione.
Rivalutazione:
Rivalutazione per ripristino di valore: È obbligatoria se vengono meno le cause della
precedente svalutazione. Il valore massimo di rivalutazione è pari al valore della precedente
svalutazione (sino al costo storico).
Rivalutazione economica o volontaria: Avviene per ragioni speciali. Es: la rivalutazione di
un terreno che passa da agricolo ad edificabile.
Rivalutazione monetaria: Può essere effettuata solo se prevista da leggi speciali che
vengono pubblicate solitamente in tempi di inflazione o per altre motivazioni.
Leasing finznziario: Con il contratto di leasing finanziario vi è il trasferimento al locatario
della maggior parte dei benefici e dei rischi legati al bene oggetto di leasing. Al termine del
contratto vi è la possibilità di riscattare il bene. Con il riscatto il bene diventa di proprietà.
Ad inizio contratto viene pagato un maxicanone successivamente si pagano i canoni
periodici.

12. La valutazione delle Rimanenze


Le rimanenze di magazzino identificano processi economico-produttivi in corso a fine
periodo amministrativo.
La valutazione comporta la determinazione di quantità e di valore, dei beni esistenti in
magazzino e dei beni in fase di realizzazione alla data di chiusura del bilancio.
Per Prodotti in corso di lavorazione, Prodotti finiti, Lavori in corso su ordinazione si utilizza il
costo di produzione.
Per Materie prime, sussidiare e di consumo, Semilavorati, Merci si utilizza il costo di
acquisto.
costo di produzione
Costo pieno: considerare i costi sostenuti relativi ai fattori produttivi utilizzati nel processo
produttivo dei beni da valutare come rimanenze finali.
Costo pieno = costi variabili/diretti/specifici + quote di costi fissi/indiretti/comuni.
Costi Standard: Costi obiettivo stabiliti in fase di programmazione.
Costi Effettivi: Costi definiti a consuntivo cioè al termine dell’attività produttiva.
Per il calcolo delle rimanenze finali a bilancio se utilizzano i costi effettivi.
costo di acquisto:
5 Tecniche per la determinazione del valore:
1. Costo specifico;
2. Costo medio ponderato (costo totale / quantità acquistata);
3. LIFO (last in first out) (prezzi più recenti);
4. FIFO (first in first out) (prezzi più remoti);
5. Costo corrente (ultimo prezzo di acquisto).
Valore di Realizzo = valore di mercato.
Le rimanenze finali vengono valutate al minore tra il costo (acquisto o produzione) ed il
presumibile valore di realizzo (dato dal mercato).

13. La valutazione dei crediti e dei debiti


Crediti: Diritti ad esigere a una certa scadenza prestabilita un importi fissi o determinabili di
disponibilità liquide da un determinati soggetti.
Criterio principale: in base alla destinazione i crediti possono essere iscritti nelle
immobilizzazioni finanziarie o nell’attivo circolante.
Criterio di Liquidità subordinato: È necessario identificare ed evidenziare in bilancio i crediti
scadenti entro i 12 mesi e oltre 12 mesi.
Esposizione in bilancio al netto dell’eventuale fondo svalutazione crediti, riferimento
all’effettivo incasso.
A fine periodo i crediti devono essere valutati tenendo conto del valore presumibile di
realizzo (situazioni di inesigibilità).
Riduzione del valore certa —> Perdita su crediti.
Riduzione del valore stimata —> Accantonamento al fondo svalutazione crediti.
Debiti: Obbligazioni a pagare Importi fissi o determinabili di disponibilità liquide (o beni e
servizi aventi un valore equivalente) di solito a una data prestabilita a un finanziatore,
fornitore un altro soggetto.
14. Le operazioni di finanziamento
Operazione di finanziamento a titolo di capitale proprio:
Es: Aumenti/ riduzioni di capitale sociale.
La loro remunerazione è Eventuale, Variabile, Rappresentata da dividendi.
Il loro rimborso avviene In caso di liquidazione della società o In caso di chiusura del
rapporto societario.
Il capitale proprio è costituito dai capitali che i soci hanno, direttamente o indirettamente,
apportato in azienda e rappresenta la garanzia delle obbligazioni nei confronti di terzi.
È composto da:
○ Capitale sociale: quota conferita e sottoscritta dai soci al momento della
costituzione e può essere incrementato o diminuito durante la vita aziendale;
○ Riserve di utili: derivano dagli accantonamenti che i soci effettuano degli utili
di esercizio, annualmente, in sede di approvazione di bilancio;
○ Riserve di capitale: sono costituite da ulteriori apporti dei soci operati a titolo
diverso di capitale sociale, rivalutazioni di attività patrimoniali, rinuncia di
crediti da parte dei soci.
Operazione di finanziamento a titolo di rischio:
Es: Mutui, prestiti obbligazionari, leasing.
La loro remunerazione è Certa, Predefinita, Rappresentata da interessi.
Il loro rimborso avviene:In corso del rapporto di finanziamento o Sulla base di un piano
prestabilito.
Attraverso il capitale di terzi, l’impresa negozia la temporanea disponibilità di risorse
monetarie, in cambio della corresponsione di un prezzo: l’impresa si impegna a restituire il
capitale con l’aggiunta degli interessi, remunerando così il finanziatore. La loro acquisizione
comporta la nascita di debiti finanziari, passività di natura certa e determinata, che
rappresentano obbligazioni a pagare importi fissi o determinabili di disponibilità liquide ad
una data stabilita.
Indipendentemente dalla forma tecnica i momenti rilevanti sono tre:
1. Erogazione
2. Remunerazione
3. Estinzione
Mutui: Contratto mediante il quale una parte mutuante (la banca) eroga una somma di
denaro a favore della controparte mutuataria (l’azienda), la quale si impegna a rimborsare il
capitale e a pagare gli interessi (il pagamento può avvenire in modalità anticipata o
posticipata).
Prestito obbligazionario: Contratto con il quale l’azienda chiede un prestito a finanziatori
terzi e in cambio emette delle obbligazioni.
Obbligazioni = Titoli di credito emessi da enti pubblici e privati incorporanti il diritto al
rimborso del capitale e il pagamento di interessi periodici.
Modalità di emissione:
● Alla pari: Il valore nominale è pari al prezzo di emissione;
● Sopra la pari: Il valore nominale è inferiore al prezzo di emissione;
● Sotto la pari: Il valore nominale è superiore al prezzo di emissione.
Contratto di leasing:
15. Componenti straordinari di reddito
Plusvalenze e minusvalenze sono componenti straordinari di credito che si originano dalla
vendita di cespiti/immobilizzazioni.
Occorre confrontare il Prezzo di vendita al netto dell’Iva e il Valore netto contabile (costo
storico – fondo ammortamento).
Prezzo di vendita = Valore netto contabile, In questo caso il bene è eliminato dalla
contabilità senza la rilevazione di componenti positivi o negativi di reddito.
Prezzo di vendita > Valore netto contabile, La differenza positiva rappresenta un
componente positivo di reddito, la Plusvalenza.
Prezzo di vendita < Valore netto contabile, La differenza negativa rappresenta un
componente negativo di reddito, la Minusvalenza.
Le sopravvenienze sono generate dal manifestarsi inaspettato di un elemento patrimoniale.

Le insussistenze sono generate dall’inaspettata diminuzione di un elemento patrimoniale.

Durante l’esercizio vengono effettuate tutte le scritture contabili ordinarie, relative a tutte le
operazioni messe in atto dall’azienda, insieme alle scritture straordinarie (sopravvenienze e
insussistenze).
Lo scopo della contabilità generale è quello di mettere in evidenza il reddito di esercizio,
quindi occorre procedere alla sintesi dei valori contabili rilevanti durante l’esercizio.
La sintesi avviene mediante la realizzazione dello stato patrimoniale e del conto economico.
Stato Patrimoniale: Raccoglie tutti i valori che formano il capitale dell’impresa, ossia gli
investimenti e i finanziamenti.
Conto economico: Raccoglie tutti i costi e tutti i ricavi di competenza economica. La
differenza tra tali classi di valori fa emergere il risultato dell’esercizio, che può essere un utile
(qualora i ricavi siano maggiori dei costi) o una perdita (qualora i costi siano maggiori dei
ricavi).

16. Nota integrativa, Relazione sulla Gestione e controllo del bilancio


Nota integrativa e Relazione sulla gestione: Documenti quali/quantitativi con la funzione
di fornire utili informazioni per interpretare le tavole di sintesi e la dinamica economica
dell’impresa.
Funzione descrittiva —> N.I. —> Comprensione dei valori di SP/CE.
Funzione interpretativa —> N.I./R.G. —> Informazioni aggiuntive rispetto SP/CE.
Funzione esplicativa —> R.G. —> Definire il contesto di operatività dell’impresa.
Il Collegio Sindacale si occupa di:
● Controllo di legittimità: (osservanza della legge/atto costitutivo, rispetto dei principi di
corretta amministrazione, adeguatezza dell’assetto organizzativo e contabile adottato
dalla società)
● Controllo contabile (eventuale): Verifica (periodicità almeno trimestrale) la regolare
tenuta della contabilità sociale e la corretta rilevazione nelle scritture contabili dei fatti
di gestione. Verifica se il bilancio d’esercizio ( e il bilancio consolidato, se redatto)
corrispondono alle risultanze delle scritture contabili. Tramite relazione esprime un
giudizio sul bilancio.
Il controllo contabile è affidato per legge ad un revisore esterno o ad una società di revisione
se:
- La società è obbligata a redigere il bilancio consolidato;
- Si tratta di società quotata;
- Il collegio sindacale è composto anche da sindaci che non siano revisori;
- Il modello di amministrazione e controllo adottato è quello monistico o dualistico.
In questi casi il collegio sindacale (se presente) si limita ad effettuare il controllo di legittimità.
Entro 30 gg dall’approvazione del bilancio gli amministratori in carica devono depositare
presso l’ufficio del registro delle imprese una copia del bilancio + relazione sulla gestione e
relazione degli organi di controllo.

PARTE 2
1-2. I sistemi di controllo della gestione
La gestione dell’impresa si basa su informazioni che hanno origine (interna o esterna
rispetto all’azienda) e caratteristiche (monetarie o non monetarie) differenti.

Le informazioni interne sono prodotte in prevalenza dalla contabilità e dal cost accounting e
servono per far funzionare il sistema di controllo di gestione.
La contabilità generale rappresenta la norma per la produzione di info utili alla gestione,
con alcuni limiti:
1. Concentra la sua attenzione sugli accadimenti interni solo in determinati momenti e
con riferimento ad un numero limitato di fenomeni aziendali (definizione delle
rimanenze finali, degli ammortamenti e degli accantonamenti), noti come valori
congetturati;
2. Utilizzo di un modello di classificazione dei valori per natura degli stessi (es materie
prime, costo del lavoro);
3. Non consentono di assumere decisioni aziendali (es: conoscere il costo di un
prodotto per decidere il suo prezzo).
I limiti della contabilità generale vengono integrati / risolti dai modelli di cost accounting.
Le informazioni vengono prese dalla contabilità generale e riaggregate / riclassificate al fine
di poter essere usate per le scelte aziendali.
I valori vengono riclassificati secondo destinazione con riferimento ad oggetti rilevanti.

Controllo di gestione: Sistema direzionale con cui i manager ai vari livelli si accertano che
la gestione si svolga in condizioni di efficienza e di efficacia, in modo da permettere il
raggiungimento degli obiettivi prestabiliti, esplicitati in sede di pianificazione strategica.
Pianificazione strategica: Insieme delle attività mediante le quali sono definiti la mission
aziendale e gli obiettivi di fondo dell’organizzazione, orizzonte temporale pluriennale (es:
ingresso in nuovi mercati, aumento del fatturato, …).
Obiettivi: Il controllo di gestione si occupa di monitorare nel breve periodo le variabili di
gestione operative e strategiche (es: costi di trasformazione del prodotto, scarti, spese di
ricerca e sviluppo).
Efficacia: Attitudine a realizzare i propri obiettivi riguardanti l’output.
Efficienza: Attitudine ad ottimizzare il rapporto input/output.
Controllo economico: Capacità di semplificare la complessità aziendale e risalire alle vere
cause dei risultati aziendali e alle fondamentale leve per influenzarli.
Controllo esecutivo: Misurazione delle performance interne delle unità organizzative e
responsabilizzazione sugli obiettivi.
Supporto al processo decisionale: Capacità di prendere decisioni coerenti con gli obiettivi
strategici dell’impresa.
Struttura del sistema di controllo:
● Struttura organizzativa: Formata dai centri di responsabilità ed ai corrispondenti
indicatori di risultato.
Centro di responsabilità: unità organizzativa costituita da un gruppo di persone che opera
impiegando determinate risorse e ottenendo definiti risultati Sotto la guida di un dirigente che
si assume la responsabilità delle azioni intraprese.
Sono centri di responsabilità:
○ Centri di costo (influenzano in modo diretto i costi);
○ Centri di ricavo (influenzano in modo diretto sia i costi che i ricavi);
○ Centri di profitto (influenzano il risultato economico).
● Sistema tecnico-contabile: metodologie di misurazione contabile ed extracontabile.

3. Costi aziendali
L’azienda deve cercare di aumentare il più possibile il suo margine economico (ricavi –
costi) intervenendo sui ricavi, sui costi o su entrambe le dimensioni di analisi.
L’intervento sui ricavi presuppone scelte di natura strategica (nuovi prodotti e/o
posizionamento sul mercato) che spesso non sono immediatamente poste in essere.
Risulta più agevole intervenire sui costi aziendali.
Costo: Controvalore monetario che misura l’utilizzo di risorse per un certo fine.
Tutto dipende da che cosa vuole conoscere l’imprenditore per gestire meglio la propria
azienda, costi diversi per decisioni diverse.
Per analizzare correttamente il comportamento di un costo occorre definire:
1. Il costo oggetto di analisi;
2. Il fattore rispetto al quale il comportamento è studiato (cost driver);
3. L’intervallo di variazione del cost driver considerato rilevante nell’analisi (area di
rilevanza: l’intervallo di variazione del livello di attività entro il quale si mantengono
valide le ipotesi di comportamento dei costi relativi all’oggetto di analisi);
4. Il periodo di tempo preso a riferimento (dipende dal contesto decisionale in cui si
colloca l’analisi).
Costi fissi: Sono costanti al variare del cost driver/volume di attività (es: leasing immobiliari,
assicurazioni, consulenze, ammortamenti impianti).
Costi variabili: Variano in proporzione account driver/volume di attività (es: materie prime,
lavorazioni, trasporti, provvigioni su vendite).
Costi semi-variabili: Composti da una parte fissa e una variabile (es: energia,
manutenzioni, stipendio di un agente.)
Costi a scatti: Sono costanti fino a un certo livello di attività poi aumentano e rimangono
costanti fino a un altro livello di attività, per risorse acquistabili solo “a blocchi”.
I costi fissi unitari decrescono all’aumentare delle unità prodotte.
I costi variabili unitari restano invece costanti a prescindere dalle quantità prodotte.

Costi speciali: Sono attribuibili in maniera oggettiva all’oggetto di analisi (es:costo della
materia prima assorbita da un prodotto).
Costi comuni: Sono relativi a fattori utilizzati da più oggetti. Devono essere imputati sulla
base di un procedimento di allocazione o ripartizione (es: ammortamento dello stabilimento
produttivo con più reparti).
Il concetto di costo speciale o comune varia a seconda della dimensione oggetto dell’analisi.
Costi diretti: attribuiti direttamente all’oggetto (es:materia prima per un prodotto).
Costi indiretti: attribuiti all’oggetto secondo criteri di ripartizione o allocazione (es:costi
generali industriali rispetto ad un prodotto).
I costi indiretti possono essere attribuiti tra i vari oggetti in funzione di come ogni oggetto di
costo ha:
- Consumato/utilizzato il fattore;
- Beneficiato del fattore,
- Assorbito i costi del fattore.
Base con cui calcolare le singole quote da allocare agli oggetti:
- A valore: base espressa in termini monetari (es. ripartizione dei costi amministrativi
indiretti tra i reparti in base al costo della manodopera);
- Quantitativa: espresse in quantità non monetarie (es. ripartizione dei costi indiretti in
base alle ore di lavoro delle macchine).
4. Le configurazioni di costo
Configurazioni di costo = modalità con le quali sommo le componenti elementari di costo.
Una configurazione di costo è costituita da una somma progressiva di costi al fine di
ottenere informazioni economico-finanziarie che possano essere utili per le decisioni.
Le configurazioni di costo possono essere costruite con riferimento a diversi oggetti (es:
prodotti, centri di costo, clienti, servizi) e risponde ad esigenze informative diverse.

Se l’azienda è di produzione il costo industriale è dato dai vari costi di produzione, per le
aziende di servizi è formato dai costi operativi.
Se voglio valutare un prodotto in magazzino devo considerare solo il costo industriale, se lo
vendo anche i costi di vendita.
Costo variabile industriale —> Direct costing/margine di contribuzione
Costo pieno industriale —> Full costing/ margine industriale
Un’ulteriore configurazione è quella del costo ipotetico/figurativo, quando nella contabilità
generale non ho rilevato il consumo di alcuni fattori produttivi che però è avvenuto devo
stimarli e aggiungerli.
Direct costing = Vengono attribuiti all’oggetto finale di calcolo i soli costi variabili diretti ed
indiretti.

Direct costing evoluto = Vengono attribuiti all’oggetto finale di calcolo i costi variabili ed i
costi fissi speciali ed è funzionale al calcolo di un margine di contribuzione di 2 livello (es:
Quota ammortamento di uno stampo, Stipendio di un capo-reparto, Canone leasing di un
macchinario, Affitto di un capannone).

Full costing = La finalità è quella di determinare configurazioni di costo comprendenti la


maggior quantità possibile di costi. Esistono differenti “livelli” di costo pieno (industriale,
complessivo, economico). Attribuzione agli oggetti di calcolo di tutti gli elementi di costo, a
prescindere che siano variabili o fissi, diretti o indiretti.
Il costo pieno industriale rappresenta quindi il costo totale di realizzazione del prodotto finito
cioè comprensivo delle materie prime e di tutti i costi di trasformazione.
Costi variabili:
● Commerciali (sono legati ai clienti/prodotti), sono costi diretti e proporzionali ai volumi
delle vendite e sono in genere: Trasporti su vendite, Provvigioni, Premi su fatturato,
ecc.
● Industriali (sono legati solo ai prodotti), sono costi diretti e proporzionali alla quantità
prodotte e sono in genere: Materie prime, Imballi, Lavorazioni esterne, Manodopera
diretta, Energia elettrica e gas, ecc.
Il vantaggio del Full costing è rappresenta un indicatore della redditività del prodotto, dando
un’informazione più completa, fondamentale per assumere delle scelte.
Gli svantaggi sono il calcolo dei “drivers” per la ripartizione dei costi indiretti e le informazioni
necessarie non sono sempre di immediata disponibilità, inoltre la ripartizione di alcuni costi
indiretti industriali avviene secondo “modelli” ma non sempre è misurabile oggettivamente
nella realtà, è quindi un costo con una maggiore componente soggettiva.

Cerco di suddividere la gestione aziendale in aree, la gestione caratteristica (le cui voci
fanno parte del modello di riclassificazione), quella finanziaria, straordinaria (tutte le attività
aziendali di natura non ordinaria es: plusvalenza) è quella tributaria.
Le voci della gestione finanziaria, straordinaria e tributaria tendenzialmente non vengono
inserite nel modello di riclassificazione, l’unica eccezione potrebbero essere gli interessi
passivi.
Le aziende con molti costi fissi vengono dette rigide (dovrebbero preferire il full costing),
quelle con molti costi variabili sono flessibili (possono utilizzare il direct costing).
Il motivo per cui le aziende rigide dovrebbero utilizzare il full costing è per controllare
l’efficienza e massimizzare la capacità produttiva.
I costi dell’inefficienza derivano dalla mancata saturazione della capacità produttiva.

Se il margine di contribuzione è positivo ma i costi dell’inefficienza sono elevati l’azienda


sarà in perdita.
I costi dell’inefficienza possono derivare da cause di natura organizzativa (es: fermi
macchina/manutenzioni organizzate in momenti non ottimali, risolvibile con un efficiente
responsabile) e cause di natura commerciale (mancanza di ordini, risolvibile abbassando i
prezzi o mettere i prodotti a magazzino).
Il margine di contribuzione rappresenta la differenza tra i ricavi di vendita e i costi variabili.
Un’azienda con margine di contribuzione negativo non può funzionare.
Viene definito “di contribuzione” poiché indica, per ogni unità di prodotto venduta, quanto del
prezzo di vendita resta a disposizione dell’azienda per coprire i costi fissi.
Costituisce un elemento fondamentale per misurare la redditività di ogni prodotto, linea di
prodotti o servizio e fornisce suggerimenti indispensabili per:
✓ Valutare quali prodotti e/o servizi vanno potenziati e quali ridimensionati,
✓ Valutare quale è il mix di prodotti/servizi ottimale da proporre al mercato.
Quando la domanda di mercato supera la capacità produttiva dell'impresa, il programma di
produzione deve essere definito massimizzando il margine di contribuzione ottenibile dall'
impiego della limitata capacità produttiva.
Vincoli alla capacità produttiva di natura: commerciale (il mercato non domanda tutto ciò
che potrei produrre), produttiva (i macchinari hanno un limite di produzione), persone (le
persone che lavorano sono limitate).
I costi di struttura/costi non produttivi/overheads sono quasi sempre fissi ed indiretti in
riferimento ai prodotti (configurazione a costo pieno).
Non sono riconducibili al processo produttivo ma sono comunque essenziali per il
funzionamento dell’azienda ma sono più difficili nella loro allocazione, la loro collocazione
rispetto al prodotto è molto indiretta e lontana.
Le aree più importanti dei costi di struttura sono: ufficio commerciale, ufficio acquisti, spese
generali, information technology, direzione generale.
L’imputazione dei costi di struttura ai prodotti avviene in genere secondo algoritmi logico-
matematici con nessi di causalità:
1. Criteri semplici, ad esempio ripartizione di tutti i costi di struttura in funzione del
fatturato o delle quantità prodotte.
2. Criteri complessi, criteri differenti a seconda della base di costo: numero di ordini /
numero fatture / tempo di utilizzo del macchinario.
La distinta base è un documento che permette di monitorare le quantità fisiche necessarie
per la realizzazione di un prodotto, ovvero i costi diretti.

5-6. I costi per le decisioni aziendali


I costi possono essere utilizzati come strumento di supporto al processo decisionale.
Decisioni operative (breve periodo): Margine di contribuzione, Break even analysis,
Make or buy. (Impiego della capacità produttiva disponibile)
Decisioni strategiche (lungo periodo): Definizione della struttura produttiva attraverso
specifiche tecniche di valutazione degli investimenti. (Predisposizione della capacità
produttiva più conveniente).
I processi decisionali si basano su un vasto sistema di informazioni classificabili in:
● Interne ed esterne (fonte);
● Di azienda e di ambiente (contenuto);
● Preventive e consuntive (orientamento temporale);
● Per il vertice e per i centri di responsabilità (utilizzatori);
● Ricorrenti e non ricorrenti (frequenza);
● Qualitative, quantitative non monetarie e quantitative monetarie (natura).
Decisioni ricorrenti (sistematiche e con caratteri simili): Basate su informazioni
routinarie che vengono prodotte regolarmente dal sistema di controllo direzionale.
Decisioni non ricorrenti (non ripetitive e legate a situazioni speciali): Richiedono la raccolta e
l’elaborazione di informazioni specifiche differenti a seconda della situazione.
Fasi del processo decisionale:
1. Individuazione del problema;
2. Individuazione delle variabili controllabili;
3. Identificazione delle alternative possibili di risoluzione;
4. Analisi degli aspetti reddituali e finanziari legati al problema;
5. Identificazione dei risultati attesi nelle diverse alternative;
6. Scelta della linea di azione economicamente più conveniente.
Il calcolo del margine di contribuzione si basa sulla distinzione Costi Fissi – Costi variabili
(tecnica del direct costing). La massimizzazione del margine di contribuzione corrisponde
alla massimizzazione dell’utile (redditività).
All’aumentare della quantità: i costi fissi avranno un’incidenza unitaria decrescente e i costi
variabili avranno un’incidenza costante.
Costi unitari (CU) = costi variabili totali (CVT) + costi fissi totali (CFT) / quantità (Q).
Il margine di contribuzione unitario è pari al prezzo di vendita meno il costo variabile unitario.
Quando il MC è negativo per qualsiasi livello di Q l’azienda non sarà mai in grado di
coprire i costi e sarà sempre in perdita, anzi più l’azienda produce più accresce la perdita.
Quando il MC è positivo l’azienda è sicuramente in grado di coprire i costi variabili, ma
non è detto che sia in utile.
Attraverso il calcolo del MC possono essere formulati due tipi di giudizi:
1. Convenienza assoluta (es. decidere se produrre o meno un bene) se un bene ha
MC>0 conviene produrlo.
2. Convenienza comparata (es. scegliere tra prodotti differenti – scelte di product mix)
la scelta deve ricadere sul prodotto con il MC unitario più elevato o sull’alternativa
che massimizza il MC complessivo.
La suddivisione tra costi fissi e variabili è rilevante se riferita ad un arco temporale breve, per
supportare le decisioni che non comportano un cambiamento nella capacità produttiva.
Nel lungo periodo tutti i costi sono variabili.
Mix di produzione: Decisioni finalizzate alla gestione della capacità produttiva esistente in
azienda.
Normalmente, la capacità produttiva viene espressa in ore macchina (quando è costituita da
beni strumentali) o ore di manodopera diretta (quando si è in presenza del fattore lavoro).
Dato un certo obiettivo di produzione e vendita, espresso in unità di prodotti, la capacità
produttiva è:
- Abbondante quando si dispone di un numero di ore macchina o di ore
manodopera sufficiente per realizzare l’intera quantità desiderata.
- In caso contrario la capacità produttiva è scarsa e deve essere
effettuata una decisione circa il mix di produzione da realizzare.
Il margine di contribuzione serve a capire come ripartire le energie sui diversi prodotti che
posso realizzare.
Un margine di contribuzione positivo non implica un pareggio dei costi e dei ricavi.
Il modello di break-even serve per individuare il minimo volume di produzione che consente
ad un’impresa di “coprire i costi” e pareggiare.
Condizione necessaria ma non sufficiente per la vita aziendale è coprire i costi fissi (in
qualunque momento), nel breve termine i costi non monetari (es: ammortamenti) possono
anche essere scoperti, in questo caso l’impresa non raggiunge il punto di pareggio ma può
comunque operare.
Ipotesi del modello per la break even analysis:
1. Impresa monoprodotto;
2. Linearità dei costi (no economie di scala);
3. Linearità nei ricavi (invariabilità dei prezzi);
4. No variazioni di scorte (produzione = fatturato), deve avere liquidità per pagare i costi
fissi.
Quando si supera il punto di pareggio l’utile è rappresentato dalla differenza tra la retta dei
ricavi totali (RT) e quella dei costi totali (CT).
Prima del punto Q* se anche se RT>CF ma RT<CT l’azienda in perdita.
Break even analysis, metodo algebrico/metodo dell’equazione economica:
Q* = CF /MC —> Q* = CF / (p – CVu)
L’analisi del volume di pareggio può essere facilmente estesa al calcolo del volume
necessario a conseguire un determinato reddito obiettivo.
Il reddito obiettivo si riferisce a quello risultante dalla differenza tra i ricavi e i costi (fissi più
variabili) di produzione, ossia al reddito operativo EBIT (Earnings Before Interests and
Taxes). Qtarget = (CF + EBITtarget ) / (P - CVu) = (CF + EBITtarget ) / MdCu
Le relazioni costo-volume-profitto sinora descritte si applicano ad imprese monoprodotto, nel
caso di imprese multi-prodotto, le relazioni precedenti sono valide solo se ciascun prodotto
genera all’incirca lo stesso margine di contribuzione percentuale degli altri.
Se l’impresa realizza una molteplicità di prodotti con margini di contribuzione percentuale
significativamente diversi, è possibile ricorrere al diagramma del profitto e raffigurare il
reddito in funzione delle quantità vendute solo se è noto il mix delle vendite.
In questo caso, il margine di contribuzione unitario deve essere calcolato come media
ponderata, con le quantità vendute, dei margini di contribuzione unitari dei singoli prodotti
Questo particolare margine di contribuzione è denominato margine di contribuzione del
prodotto equivalente.
Es: che un’impresa produca due beni, A e B, con differenti prezzi di vendita e costi variabili
unitari; Il reddito (operativo) complessivo sarà pari a:
EBIT = PA*QA + PB*QB – CVuA*QA- CVuB*QB – CF
= (PA– CVuA)*QA + (PB - CVuB)*QB – CF = MCuA*QA + MCuB*QB – CF
Come ci si aspettava, il reddito dell’impresa è dato dalla differenza tra la somma dei margini
di contribuzione complessivamente generati dall’azienda e i costi fissi
Supponendo noto il mix delle vendite ed indicando con wA e wB i pesi dei due prodotti QA e
QB sul totale delle quantità vendute Q, si ottiene:
EBIT = MCuA*wA*Q + MCuB*wB*Q – CF = (MCuA*wA + MCuB*wB)*Q – CF
= MCueq*Q - CF
La leva operativa (operating leverage) è una misura di quanto il reddito è sensibile a
cambiamenti dei ricavi.
Grado di leva operativa (glo): rapporto tra la variazione percentuale del reddito e la
variazione percentuale dei ricavi .
La leva operativa è sensibile alla struttura dei costi (cost structure), vale a dire all’incidenza
relativa dei costi fissi e dei costi variabili sui costi aziendali complessivi.
Un’azienda con alto grado di leva operativa ha molti costi fissi e pochi costi variabili.
Se un’impresa è caratterizzata da alti costi fissi (e bassi costi variabili), il margine di
contribuzione e il glo sono alti (aziende rigide).
Per imprese come le compagnie aeree, le catene alberghiere o le imprese di produzione
fortemente integrate (che svolgono all’interno molte delle fasi del ciclo produttivo) una
variazione dei ricavi ha conseguenze economiche di rilievo.
Al contrario, le imprese caratterizzate da bassi costi fissi (e alti costi variabili) presentano un
basso glo e a parità di variazione dei ricavi mostrano variazioni dell’EBIT più contenute
(rischiosità operativa ridotta —> azienda flessibile).

Margine di sicurezza: Esprime di quanto può ridursi il fatturato rispetto a quello


programmato, per effetto di una variazione nel volume di vendita, senza che l’azienda vada
in perdita.
Più è alto il grado di leva operativa minore è il margine di sicurezza.
Make or buy (scelta tra alternative): scelte relative all’esternalizzazione di una o più fasi di
produzione).
La decisione alternativa se produrre internamente un componente o un prodotto (make)
oppure acquistarlo da terzi (buy) rappresenta sicuramente una decisione complessa di
valenza strategica.
Effettuare l’analisi differenziale richiede distinguere costi e ricavi eliminabili (es: macchinario
venduto/riconvertito) da quelli non eliminabili che cioè permangono indipendentemente dalla
strategia scelta e pertanto sono irrilevanti ai fini decisionali.
Costi rilevanti: differiscono tra diverse alternative di scelta e perciò influiscono sul risultato
economico finale di convenienza.
Costi irrilevanti (o ineliminabili): sono ugualmente presenti nelle alternative di azione quindi
la loro considerazione non incide sul risultato dell’analisi.
Le scelte di esternalizzazione o meno di una fase di produzione sono in genere fortemente
influenzate dalle quantità e dalla possibilità di eliminare o meno i costi fissi.

Quantità di pareggio per cui è uguale la convenienza economica nell’alternativa make or


buy: Costi Tot. rilevanti Esterni = Costi Tot. rilevanti Interni

Pu x Q = CF ril + CVu x Q

Q* = CF ril / (Pu – Cvu)

L’analisi make or buy è impostata secondo un approccio di breve termine per cui suppone
l’invarianza della capacità produttiva e l’invarianza della struttura organizzativa.
Non dovrebbe prescindere da considerazioni di tipo qualitativo come qualità dei materiali
offerta dal fornitore,affidabilità del fornitore (qualità dei processi e puntualità delle consegne),
stagionalità del fabbisogno di componenti, livello di riservatezza del know-how necessario a
produrre un componente.
Nell’ipotesi di esternalizzazione di una fase o di tutto il processo produttivo è necessario
valutare anche gli aspetti organizzativi e di gestione degli scambi soprattutto nel caso di
fornitori esteri quali ad esempio:
● Controllo qualità, spese necessarie per il controllo e selezione del materiale fornito
presso il fornitore o presso la sede aziendale
● Personale ufficio acquisti da integrare per la gestione di un maggiore numero di
fornitori
● Imposte doganali su importazioni e trasporti su acquisto
● Consulenze ed assistenza per la ricerca di partner per la fornitura
● Impegno finanziario per l’aumento del magazzino
Gli investimenti sono operazioni pluriennali (medio-lungo periodo) ed hanno una rilevante
incidenza sulla situazione economico-finanziaria aziendale.
In generale possono esserci investimenti di:
- Sostituzione: finalizzati a rimpiazzare impianti esistenti obsoleti o logori.
- Espansione: correlati a politiche di ampliamento della capacità produttiva.
- Innovazione: correlati al lancio di nuovi prodotti o all’introduzione di nuove tecnologie
produttive che non necessariamente aumentano la capacità produttiva, ma
favoriscono la differenziazione e l’ottenimento di un vantaggio competitivo.
Gli investimenti di sostituzione producono variazioni di costi e non comportano modifiche a
livello di ricavi e alla capacità produttiva.
Per valutare economicamente una iniziativa di investimento è necessario:
1. Ricostruirne il profilo monetario atteso (entità e dislocazione temporale dei flussi di
cassa ad esso associati).
2. Determinare il tasso di interesse che permette di rendere confrontabili valori che si
collocano in periodi diversi e con gradi di rischio differenti.
3. Disporre di criteri per esprimere un giudizio di sintesi sulla bontà dell’iniziativa.

Criterio di accettazione: sono accettabili tutti gli investimenti con 0 < PBK< cut-off
Vantaggi:
● Poco laborioso e semplice
● Considera la liquidità dell’investimento
Svantaggi:
● Vengono del tutti ignorati i redditi successivi al periodo di pay back
● Non viene diversificato il valore del denaro nel tempo
● Manca il parametro di redditività e non si presta quindi al confronto di alternative di
investimento (è un parametro che indica l’ esposizione temporale e non la redditività
dell’investimento)

Criterio di accettazione: sono accettabili tutti gli investimenti con 0 < PBK < cut-off
Vantaggi:
● Poco laborioso e semplice
● Considera la liquidità dell’investimento
● Considera anche il costo del denaro
Svantaggi: presenta tutti gli svantaggi del PBP

Criterio di accettazione:
● Sono accettabili tutti i progetti che presentano VAN > 0
● Nel caso di progetti che si escludono a vicenda, sarà da preferire quello con:
○ VAN positivo più elevato
○ PROFITABILTY INDEX più elevato
Vantaggi:
● Quantifica il contributo di un investimento all’incremento di valore del capitale proprio
in valori monetari
● Può essere utilizzato in situazioni dove il tasso di rendimento minimo non rimane
costante durante il ciclo di vita di un progetto.
Svantaggi:
● Difficoltà connesse alla scelta del tasso di attualizzazione
● Inadeguatezza del metodo a giudicare investimenti aventi rilevanza strategica

7-8. Contabilità per Centri di Costo


L’approccio al costing di prodotto cambia a seconda della tipologia di attività svolta
dall’impresa.
È possibile suddividere le imprese in aziende operanti:
● Per commessa (limitate tipologie di prodotti, prodotti poco standardizzati, la
produzione parte dopo aver ricevuto l’ordine);
● Per processo/per il magazzino (numero elevato di prodotti, processo
standardizzato, si ragiona a costi standard, produzione spesso prima di aver
venduto).
Nella realtà esistono molte realtà intermedie, questi casi sono considerati gli estremi.
L’approccio cambia in base alla tipologia di azienda analizzata.
Aziende che operano per commessa = costi prevalentemente diretti riferiti al prodotto, pochi
costi comuni (centri di costo non produttivi es: ricerca e sviluppo, area commerciale),
sistema semplificato.
Aziende che operano per processo = costi in prevalenza indiretti e comuni, necessitano di
un modello tecnico–contabile di trasferimento dei costi ai prodotti. E’ necessario disporre di
un modello di costing basato su unità organizzative, i centri di costo.
I centri di costo possono essere visti come fasi del processo produttivo.
Non considero i costi delle gestioni extra-caratteristiche.
Per ottenere il costo di prodotto vengono sommati i costi diretti e indiretti.
I costi diretti (materia prima, manodopera, lavorazioni esterne) vengono ripartiti sul prodotto
mediante la distinta base.
I costi indiretti vengono ripartiti sul prodotto mediante i centri di costo.
Distinta base + centri di costo = costo di prodotto.

La distinta base serve per allocare sul prodotto i costi diretti, è un documento semplice nella
costruzione ma complesso nell’attivazione.
Nelle grandi aziende per misurare quanta materia prima viene utilizzata per i singoli prodotti
esiste l’ufficio tempi e metodi, nelle piccole imprese se ne occupa l’imprenditore.
Nel consumo di materie prime devono essere considerati gli scarti.
L'obiettivo di ogni imprenditore è avere scarti=0 (solitamente tendono ad abbassarsi grazie
all’esperienza).
I prezzi delle materie prime variano in base all’andamento del mercato, per scegliere il
prezzo unitario della materia prima possono essere utilizzati: i prezzi medi, il pezzo più
recente, il prezzo meno recente.
Criticità:
- Conoscere in modo specifico i consumi. Usare consumi effettivi o standard/obbiettivo
(rischiosi perché non possono essere verificati).
- Scegliere il prezzo corretto fra storico, attuale o medio.
- Automatizzazione delle informazioni.
I centri di costo sono centri operativi che svolgono attività o processi omogenei ed ai quali
possono essere attribuiti particolari raggruppamenti di costi.
I CDC rappresentano oggetti di costo intermedi rispetto ai prodotti, fasi di produzione.
In ogni CDC dovrebbe aver un soggetto responsabile, in quanto fondamentale per imputare i
costi diretti.
I centri di costo sono unità operative, poste sotto la responsabilità di un capo, che svolgono
attività omogenee di trasformazione o di supporto.
Nei centri di costo sono accumulati costi che non possono essere direttamente imputati ai
prodotti secondo criteri di specialità.

Il centro di costo ha una duplice finalità contabile e organizzativa.


Principi da utilizzare per l’individuazione dei centri
● Omogeneità delle operazioni svolte all’interno che permetta di individuare una
comune unità di output;
● Omogeneità di dotazione o rilevanza dei fattori produttivi;
● Significatività in termini economici (valori significativi non troppo ridotti);
● Individuazione di un soggetto responsabile dello svolgimento delle attività di centro.
Classificazione dei centri in base all’attività svolta:
A) Produttivi, attività di trasformazione fisico-tecnica o un’attività strettamente collegata
a quest’ultima;
B) Ausiliari, attività di supporto alla produzione (es: manutenzione, magazzino, centrali
termiche o elettriche). I servizi forniti da questi centri sono in genere misurabili in
termini quantitativi;
C) Comuni o di struttura, attività necessarie per il funzionamento dell’azienda (es:
amministrazione, attività commerciale, marketing, ricerca e sviluppo). La separazione
dei costi variabili commerciali (provvigioni, trasporti, premi) è importante perché
questi non possono essere imputati ai prodotti come gli altri costi. Non sono legati al
processo di trasformazione ma dipendono esclusivamente dal cliente (ad esempio lo
stesso prodotto potrebbe avere provvigioni diverse se venduto a clienti diversi).
Esistono differenti tecniche di collegamento tra la contabilità generale e la contabilità per
centri di costo:
1. Il sistema duplice contabile, La contabilità analitica (COAN) è separata in senso
tecnico-funzionale dalla contabilità generale (COGE) ma è tenuta secondo le stesse
modalità della COGE (applicando la partita doppia). Due distinti complessi di conti
bilancianti, autonomi nel funzionamento e nelle rispettive sintesi di chiusura
2. Il sistema duplice misto, COAN e COGE separate, COGE partita doppia e COAN
forma libera.
3. Il sistema unico, COGE assolve esigenze COAN.
9-10. I budget ed il reporting
Il budget è uno strumento contabile che definisce gli obbiettivi dell’azienda (ricavi e costi)
nei prossimi 12 mesi.
Il processo di budget/controllo gestione non termina con la compilazione del budget, le
previsioni contenute verranno confrontate con i risultati raggiunti a fine periodo.

Il reporting è il momento in cui vengono analizzati e approfonditi gli scostamenti tra


previsioni e risultati e intervengo per correggere gli errori.
Il budgeting è il processo formale attraverso il quale:
● Si definiscono l’impiego e l’allocazione delle risorse disponibili
● Si definiscono i traguardi da raggiungere
● Si analizza il grado di raggiungimento dei traguardi
L’obbiettivo è la valutazione delle prestazioni e il miglioramento dei processi produttivi.
1) Orientamento al futuro
Il budget permette di affrontare il futuro in modo anticipato.
Adattamento: Cogliere per tempo le situazioni favorevoli e prepararsi a reagire ad eventi
sfavorevoli. In ambiente competitivo che si modifica rapidamente nel tempo è importante
adattarsi.
2) Necessità di un programma d’azione
Formalizzazione degli obiettivi dei singoli responsabili.
Obbiettivo = momento preliminare per la definizione del programma d’azione
3) Espressione quantitativo-monetaria dei programmi d’azione
4) Periodo temporale di riferimento
L’orizzonte temporale è solitamente di 12 mesi ma per alcune aziende c’è bisogno di periodi
più ravvicinati.
Classificazione dei budget:
● Orizzonte temporale
○ Budget a periodo fisso
○ Budget a periodo scorrevole
● Gestionali
○ Budget rigido, ambiente stazionario
○ Budget flessibile, ambiente dinamico (range ì tolleranza)
○ Budget a scenario multiplo, ambiente discontinuo/flessibile (oltre all’attività di
base l’azienda può svolgerne una secondaria)
● Contenuto
○ Sottosisema budget operativi
○ Sottisistema budget investimenti (capire in cosa investire)
○ Sottosistema budget finanziari

Il budget serve per incentivare le persone, anche tramite incentivi di natura economica al
raggiungimento degli obbiettivi.
Il budget è un processo lungo, articolato e complicato.
Il calendario di budget è composto principalmente da 3 fasi: (1) prima dell’inizio dell’esercizio
viene redatta una prima bozza di budget che verrà poi (2) condivisa con tutti i soggetti e a
fine esercizio verranno (3) analizzati i risultati.
Il budget viene realizzato dal controller/rsonsabile del controllo di gestione, che mette
insieme tutte le informazioni e avvia il processo di definizione.
Il budget viene poi approvato finalmente dalla direzione che deciderà se pubblicarlo o meno.
Il budget è un documento interno, la pubblicazione del budget è volontaria e solitamente
viene fatta per mostrare la propria trasparenza.
Il budget operativo permette di creare un conto economico previsionale e individuare la
fattibilità economica (capacità di guadagnare).

Solitamente il budget parte delle vendite (approccio top down) ma volte può partire dalla
produzione (down up) questo secondo caso riguarda le aziende i cui prodotti non avevano
problemi a vendere i loro prodotti (tutto ciò che viene prodotto in base alla capacità
produttiva viene venduto).
La quantità delle vendite e quindi della produzione vincola l’intero budget.
Analisi storica: capacità di crescita passata e ciclo di vita del settore/prodotto.

Il programma di produzione viene influenzato da quantità i ridotti che voglio vendere e la


politica delle scorte (quantità di rimanenze).
Il modello di azienda efficiente ha scorto 0, facendo coincidere le quantità vendute e quelle
prodotte, nella realtà la politica delle scorte prevede sempre una quantità da tenere in
magazzino, ciò influenza la produzione.
Il budget di produzione è la valorizzazione del programma di produzione.
Le scorte hanno lo scopo di separare e coordinare la produzione.
Le scorte permettono di tenere costante la produzione e stabilizzare e diminuire i costi
(soprattutto le aziende con molti fissi).
Con un magazzino elevato i tempi di consegna saranno rapidi e rende l’azienda competitiva
dal punto di vista commerciale.
Le scorte devono essere coperte finanziariamente, rappresentano un costo (di produzione)
da coprire per l’imprenditore.
Il programma di produzione consente di:
● Determinare la quantità ed il mix di prodotto;
● Assicurare equilibrio e coerenza tra livelli di vendita, livelli di giacenza e livelli di
produzione;
● Distribuire la produzione su periodi infrannuali;
● Definire i fabbisogni di risorse dirette e indirette.
I programma di produzioni futuri possono prevedere un aumento della capacità produttiva.
Volume di vendita + scorte finali - scorte iniziali = volume di produzione
L’allocazione delle risorse dirette non è parametrica, il budget delle risorse dirette si ottiene
esplodendo la distinta base (moltiplico la distinta base per le quantità).
In funzione alla movimentazione del magazzino prodotti finiti varia il risultato economico,
devo considerare esattamente le merci estratte che in base al periodo in cui sono state
prodotte potrebbero avere un costo diverso.
La produzione è collegata alla gestione del magazzzino prodotti finiti, attraverso il budget dei
prodotti finiti.
Movimentazioni di magazzino: Rimanenze iniziali, entrate, usciti e rimanenze finali.
Il volume delle scorte dei prodotti finiti dipende da diversi fattori come: spazio a disposizione,
costi di stoccaggio, deperibilità e obsolescenza dei prodotti, ridigità dei processi.

Il costo del venduto viene confrontato con i ricavi di vendita ottenendo l’EBIT,
successivamente + proventi finanziari - oneri finanziari per ottenere il reddito netto
previsionale.
In questo modello di conto economico (a costo del venduto) non fotografa la variazione delle
rimanenze finali.
I budget finanziari hanno un ruolo diverso in base alla posizione finanziaria netta
dell’azienda (pfn >0 più cassa rispetto a quella necessaria per saldare i debiti, pfn<0 più
debiti rispetto alla cassa).
Le aziende che pfn positiva sono meno interessate ai budget economici e più a quelli
economici.

Lo strumento che permette di tenere sotto controllo le entrate e uscite mensili, settimanali e
in alcuni casi giornaliere è il budget di tesoreria.
La dimensione finanziaria è tenuta sotto controllo da: prospetto di variazioni capitale
circolante netto (rendiconto finanziario), prospetto delle fonti e degli impieghi, situazione
patrimoniale preventiva.
Reporting: analisi (solitamente tramite tabelle) che nasce dal confronto tra budget e valori
consultivi, in particolare sugli gli scostamenti/differenze per i quali vengono previste azioni
correttive.
Il report in linguaggio atecnico è qualsiasi documento prodotto dall’azienda per la sua
gestione.

Testimonianza Gallo s.p.a (Daniele Magri)


Gallo s.p.a è un’azienda tessile che opera nella produzione di calze secondo la tradizione
artigianale.
Ogni azienda ha bisogno di modello di gestione specifico per essa, non esiste un modello
applicabile a tutti.
I sistemi di controllo interni sono distribuiti lungo tutta la catena di formazione del valore.
Logica interfunzionale: a volte le aree si sovrappongono quindi il controllo di un’area può
sconfinare in un’altra.
Il modello di controllo gestione deve tenere conto della complessità del business (es:
stagionalità dei prodotti, produzione di diverse taglie, vendita nei negozi ritiro a fine stagione
e consegna agli outlet).
Sistema di reporting articolato alla base del controllo di gestione.

Testimonianza Metelli group (Ingegner Scatolini)


Azienda di medie dimensioni che produce pezzi di ricambio per auto, produzione make to
store (magazzino).
Ogni realtà guarda i numeri e gestisce il report in modi differenti.
Per il controllo di gestione le acquisizioni sono complicate da gestire, sistemi informatici, di
report, culture diverse.
Un’azienda può operare anche senza il controllo di gestione formale ma solitamente
l’imprenditore fa un controllo a livello informale.
La maggior offerta ai clienti ha portato a una contrazione dei margini, se i margini si riducono
bisogna formalizzare e dettagliare il controllo di gestione, andando a conoscere il costo di
ogni prodotto.
Il controllo di gestione fornisce numeri (elaborati e analizzati) e a informazioni alla direzione,
che può utilizzarli per prendere decisioni.
Grazie alla globalizzazione è aumentata la complessità del mercato, dei prodotti, dei sistemi
di controllo.
Per via del progressivo passaggio all’elettrico e altre forme di alimentazione l’azienda deve
prevedere in futuro un adattamento a queste condizioni e la sostituzione dei prodotti offerti.
L’azienda si dà degli obbiettivi (es: consegnare in tempo ) e attraverso il controllo esecutivo
si verifica il raggiungimento degli obiettivi e corregge eventuali errori.
Controllo di gestione:
● Controllo economico
● Controllo esecutivo
● Supporto al processo decisionale
In particolare si occupa di:
- Costing di prodotto e conseguente analisi di rediitività
- Contabilità industriale (classificazione dei costi per destinazione
- Budget, piani strategici
- Supporto alle decisioni (strumento per aiutare l’azienda a lavorare meglio)
- Reporting (gestire il flusso informativo e fornire dati e informazioni)
- Verifica del raggiungimento degli obbiettivi
Il controller deve saper progettare e gestire un sistema informatico funzionante, saper fare
da tramite tra linguaggio economico e informatico, saper introdurre in azienda la cultura
dell’analisi dei dati, sapersi relazionare con tutte le figure aziendali e conoscere l’azienda.
Conoscere il costo del prodotto è fondamentale per la valutazione di:
● Listini di vendita
● Scelte di make or buy
● Valutazione margnlità per prodotto, cliente, canale distributivo, paese
● Sostituzione impianti
● Inserimento/dismissione linee di prodotto

12. I sistemi di controllo evoluti


I limiti del controllo di gestione sono lo scarso orientamento nel lungo periodo e il fatto che
si basino su informazioni di natura finanziaria, solitamente lente e superate (basate su
fenomeni già accadute, non riesco a intervenire su cause generanti).
Key performance indicators (KPI) = indicatore tipicamente non monetario in grado di
spiegare un fenomeno e prevederlo anticipatamente, orientamento a medio-lungo termine.
I sistemi di controllo di gestione evoluti devono integrare i sistemi di controllo “normali” con
indicatori (solitamente non monetari, qualitativi) che permettano all’azienda di capire se essa
avrà successo oltre i 12 mesi.
Questi indicatori possono essere:
- Brand reputation: reputazione sul mercato, conoscenza del marchio le permettono
d scommettere sulla sua capacità di generare profitti negli anni;
- Percentuali investite nella ricerca e sviluppo.
Gli indicatori della sola performance economica possono :
● Incentivare azioni che si prefiggono risultati di breve termine a scapito di quelli di
lungo periodo (es: un ceo che sa che non rimarrà in azienda per lungo tempo
prenderà decisioni per avere buoni risultati nel breve periodo riducendo i salari e
tagliando costi che potrebbero avere effetti negativi nel lungo periodo).
● Disincentivare azioni in grado di produrre extra-valore, ma che abbasserebbero la
prestazione economica nel breve periodo (es:produco con materiali più scarsi per
diminuire i costi ma il prodotto vale di meno).
● Incentivare i manager , in presenza di alti bonus , a manipolare i dati.
● Non analizzare , con congruo anticipo , i problemi di competitività (informazione
tradiva).

I sistemi di controllo di gestione permottono di misurare il legame tra la redditività (e i suoi


effetti) e le sue cause sottostanti non economiche (innovazione, soddisfazione dei clienti).
Modello balance scorecard: strumento concepito per colmare il gap tra lo sviluppo della
strategia e la sua realizzazione, supportando e collegando quattro processi critici di
gestione:
1. Tradurre e rendere comprensibile la strategia aziendale;
2. Comunicare e collegare obiettivi strategici e misure di performance;
3. Pianificare e impostare gli obiettivi, allineando le iniziative di tipo strategico;
4. Accrescere il feedback e l’apprendimento (capire i motivi del successo e dell’
insuccesso).

Sviluppo e crescita : valutazione di elementi indispensabili alla crescita dell’impresa (es.


patrimonio intellettuale);
Processi : riguarda l’efficienza dei processi e delle procedure (es. produttività);
Clienti : fa riferimento alle richieste dei clienti (es. soddisfazione del cliente);
Finanziaria : riguarda gli interessi degli investitori (es. profittabilità).

13. La progettazione dei sistemi di controllo di gestione


Sistema informativo: Sistema per memorizzare ed elaborare le informazioni utilizzate dalle
organizzazioni, include hardware (in passato le aziende avevano stanze con computer
enormi ora si utilizza il cloud), software, conoscenza tecnica e conoscenza organizzativa.
Fonti dei dati aziendali:
● Enterprise Resource Planning (ERP): sistema di gestione che integra tutti i
processi di business rilevanti di una azienda.
● Custumer Relationship Managment (CRM): sistema di gestione che si occupa
della gestione dei contatti e delle relazioni con il cliente.
● Manufactoring Eecution System (MES): sistema informatizzato che ha la funzione
di gestire e controllare la produzione aziendale.
● Altri tools: strumenti a supporto delle attività aziendali (Access, Excel, ecc.).
I sistemi di Business Intelligence (BI) aiutano l’azienda nella gestione dei dati e a prevedere
sviluppi futuri.

Testimonianza Ingest informatica gestionale


Si occupano di gestionali, hanno iniziato con i software e successivamente anche hardware.
Prodotto intgrato e completo per rispondere a tutte le esigenze aziendali.
In azienda ci sono tante informazioni che derivano da strumenti diversi, queste informazioni
devono esssere strutturate e accentrate nel gestionale in modo da creare una base solida e
concreta da cui partire per un’analisi dei dati.
La digitalizzazione è incentivata dall’interconnessione tra le macchine (conosco la
produzione in tempo reale, la movimentazione del magazzino, la reperibilità della merce
tutto in un unico database) e da imposizioni dello stato.
In qualità di partner Microsoft possono rivendere il gestionale (sviluppo, vendita e
personalizzazion del gestionale).
Il gestionale viene adattato in base alle esigenze delle single aziende, che provengono da
diversi paesi.
Un consulente raccoglie le esigenze/input delle aziende e fornisce una soluzione su misura.

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