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PARTE 2
3. Costi aziendali
4. Le configurazioni di costo
Costi e ricavi vengono correlati in funzione degli impatti economici tra i diversi periodi,
indipendentemente dalla manifestazione monetaria (competenza economica).
1. Ratei
4.
Imposte
Si tratta di
imposte
dovute
all’Erario, calcolate sul reddito imponibile; sono costi di competenza dell’esercizio con
manifestazione finanziaria futura.
La quota di ammortamento è sempre calcolata sul costo storico, non sul valore netto
contabile.
Le immobilizzazioni (materiali e immateriali NO finanziarie) sono beni a utilizzo ripetuto
quindi un costo pluriennale.
3. Rimanenze finali
Sono un costo sospeso: esso indica la quota di costi sostenuti nell’anno ma rinviati al
futuro per acquisti di beni o materiali che non sono ancora stati venduti o utilizzati all’interno
del processo produttivo.
Sono quindi grandezze comuni a due o più esercizi.
Funzione: Rettificare in maniera indiretta il valore degli acquisti che pesano per la loro quota
di effettiva competenza economica.
Principi di redazione:
A) Rappresentazione veritiera;
B) Rappresentazione corretta;
C) Chiarezza;
D) Completezza informativa;
E) Rilevanza (materialità/significatività);
F) Deroga per rispettare la clausola generale.
D) Completezza informativa
Per rispettare la clausola generale vi è l’obbligo di fornire informazioni aggiuntive relative alle
singole problematiche di ciascuna impresa (es: In un momento di crisi economica bisogna
fornire informazioni sulle scelte di ristrutturazione del debito e sui piani di rientro con le
banche.
E) Rilevanza
La rilevanza richiede di non rispettare alcuni criteri se la loro osservanza abbia effetti
rilevanti sulla rappresentazione veritiera e corretta.
L'obiettivo è ridurre la probabilità (rischio) che l’insieme degli errori /semplificazioni non siano
tali da influenzare le decisioni economiche degli utilizzatori.
ATTIVO
Valori esposti al netto dei fondi rettificativi (es. Fondo ammortamento/Fondo svalutazione
crediti).
Criterio della destinazione (Art. 2424 bis): Gli elementi destinati ad essere durevolmente
utilizzati devono essere classificati tra le immobilizzazioni.
Immobilizzazioni: beni destinati ad essere usati durevolmente (partecipazioni strategiche).
Attivo circolante: beni destinati ad essere ceduti (partecipazioni speculative).
PASSIVO
Distinzione tra mezzi propri (PN) e mezzi terzi (Debiti).
Riferito alla durata dei debiti (12 mesi come punto di riferimento).
Conto economico:
Forma scalare: Potenziale informativo maggiore rispetto a quella a sezioni contrapposte,
evidenza risultati intermedi della gestione.
Classificazione delle voci per natura, individua il legame diretto tra l’operazione rilevata e la
sua natura economica
Rendiconto finanziario: Documento che esprime le cause generatrici (fonti e impieghi)
della variazione di una definita risorsa finanziaria o monetaria in un prescelto periodo
temporale. Derivato dalle altre tavole di sintesi.
Cambiali pagherò: è una dichiarazione scritta e firmata dal debitore con cui si obbliga a
pagare la somma indicata nel titolo. È il debitore che emette la cambiale.
Per accertare la durabilità del minor valore si analizzano le cause di variazione, interne ed
esterne.
Causa esterna: Condizioni di mercato (il bene prodotto dall’impianto non ha mercato).
Causa esterna: Obsolescenza non prevista dell’impianto.
Causa interna: Scelte strategiche dell’impresa di ridimensionamento dell’attività produttiva.
Obbligo di ripristino del valore se vengono meno le cause che avevano portato ad una
precedente svalutazione.
Rivalutazione:
Rivalutazione per ripristino di valore: È obbligatoria se vengono meno le cause della
precedente svalutazione. Il valore massimo di rivalutazione è pari al valore della precedente
svalutazione (sino al costo storico).
Rivalutazione economica o volontaria: Avviene per ragioni speciali. Es: la rivalutazione di
un terreno che passa da agricolo ad edificabile.
Rivalutazione monetaria: Può essere effettuata solo se prevista da leggi speciali che
vengono pubblicate solitamente in tempi di inflazione o per altre motivazioni.
Leasing finznziario: Con il contratto di leasing finanziario vi è il trasferimento al locatario
della maggior parte dei benefici e dei rischi legati al bene oggetto di leasing. Al termine del
contratto vi è la possibilità di riscattare il bene. Con il riscatto il bene diventa di proprietà.
Ad inizio contratto viene pagato un maxicanone successivamente si pagano i canoni
periodici.
Durante l’esercizio vengono effettuate tutte le scritture contabili ordinarie, relative a tutte le
operazioni messe in atto dall’azienda, insieme alle scritture straordinarie (sopravvenienze e
insussistenze).
Lo scopo della contabilità generale è quello di mettere in evidenza il reddito di esercizio,
quindi occorre procedere alla sintesi dei valori contabili rilevanti durante l’esercizio.
La sintesi avviene mediante la realizzazione dello stato patrimoniale e del conto economico.
Stato Patrimoniale: Raccoglie tutti i valori che formano il capitale dell’impresa, ossia gli
investimenti e i finanziamenti.
Conto economico: Raccoglie tutti i costi e tutti i ricavi di competenza economica. La
differenza tra tali classi di valori fa emergere il risultato dell’esercizio, che può essere un utile
(qualora i ricavi siano maggiori dei costi) o una perdita (qualora i costi siano maggiori dei
ricavi).
PARTE 2
1-2. I sistemi di controllo della gestione
La gestione dell’impresa si basa su informazioni che hanno origine (interna o esterna
rispetto all’azienda) e caratteristiche (monetarie o non monetarie) differenti.
Le informazioni interne sono prodotte in prevalenza dalla contabilità e dal cost accounting e
servono per far funzionare il sistema di controllo di gestione.
La contabilità generale rappresenta la norma per la produzione di info utili alla gestione,
con alcuni limiti:
1. Concentra la sua attenzione sugli accadimenti interni solo in determinati momenti e
con riferimento ad un numero limitato di fenomeni aziendali (definizione delle
rimanenze finali, degli ammortamenti e degli accantonamenti), noti come valori
congetturati;
2. Utilizzo di un modello di classificazione dei valori per natura degli stessi (es materie
prime, costo del lavoro);
3. Non consentono di assumere decisioni aziendali (es: conoscere il costo di un
prodotto per decidere il suo prezzo).
I limiti della contabilità generale vengono integrati / risolti dai modelli di cost accounting.
Le informazioni vengono prese dalla contabilità generale e riaggregate / riclassificate al fine
di poter essere usate per le scelte aziendali.
I valori vengono riclassificati secondo destinazione con riferimento ad oggetti rilevanti.
Controllo di gestione: Sistema direzionale con cui i manager ai vari livelli si accertano che
la gestione si svolga in condizioni di efficienza e di efficacia, in modo da permettere il
raggiungimento degli obiettivi prestabiliti, esplicitati in sede di pianificazione strategica.
Pianificazione strategica: Insieme delle attività mediante le quali sono definiti la mission
aziendale e gli obiettivi di fondo dell’organizzazione, orizzonte temporale pluriennale (es:
ingresso in nuovi mercati, aumento del fatturato, …).
Obiettivi: Il controllo di gestione si occupa di monitorare nel breve periodo le variabili di
gestione operative e strategiche (es: costi di trasformazione del prodotto, scarti, spese di
ricerca e sviluppo).
Efficacia: Attitudine a realizzare i propri obiettivi riguardanti l’output.
Efficienza: Attitudine ad ottimizzare il rapporto input/output.
Controllo economico: Capacità di semplificare la complessità aziendale e risalire alle vere
cause dei risultati aziendali e alle fondamentale leve per influenzarli.
Controllo esecutivo: Misurazione delle performance interne delle unità organizzative e
responsabilizzazione sugli obiettivi.
Supporto al processo decisionale: Capacità di prendere decisioni coerenti con gli obiettivi
strategici dell’impresa.
Struttura del sistema di controllo:
● Struttura organizzativa: Formata dai centri di responsabilità ed ai corrispondenti
indicatori di risultato.
Centro di responsabilità: unità organizzativa costituita da un gruppo di persone che opera
impiegando determinate risorse e ottenendo definiti risultati Sotto la guida di un dirigente che
si assume la responsabilità delle azioni intraprese.
Sono centri di responsabilità:
○ Centri di costo (influenzano in modo diretto i costi);
○ Centri di ricavo (influenzano in modo diretto sia i costi che i ricavi);
○ Centri di profitto (influenzano il risultato economico).
● Sistema tecnico-contabile: metodologie di misurazione contabile ed extracontabile.
3. Costi aziendali
L’azienda deve cercare di aumentare il più possibile il suo margine economico (ricavi –
costi) intervenendo sui ricavi, sui costi o su entrambe le dimensioni di analisi.
L’intervento sui ricavi presuppone scelte di natura strategica (nuovi prodotti e/o
posizionamento sul mercato) che spesso non sono immediatamente poste in essere.
Risulta più agevole intervenire sui costi aziendali.
Costo: Controvalore monetario che misura l’utilizzo di risorse per un certo fine.
Tutto dipende da che cosa vuole conoscere l’imprenditore per gestire meglio la propria
azienda, costi diversi per decisioni diverse.
Per analizzare correttamente il comportamento di un costo occorre definire:
1. Il costo oggetto di analisi;
2. Il fattore rispetto al quale il comportamento è studiato (cost driver);
3. L’intervallo di variazione del cost driver considerato rilevante nell’analisi (area di
rilevanza: l’intervallo di variazione del livello di attività entro il quale si mantengono
valide le ipotesi di comportamento dei costi relativi all’oggetto di analisi);
4. Il periodo di tempo preso a riferimento (dipende dal contesto decisionale in cui si
colloca l’analisi).
Costi fissi: Sono costanti al variare del cost driver/volume di attività (es: leasing immobiliari,
assicurazioni, consulenze, ammortamenti impianti).
Costi variabili: Variano in proporzione account driver/volume di attività (es: materie prime,
lavorazioni, trasporti, provvigioni su vendite).
Costi semi-variabili: Composti da una parte fissa e una variabile (es: energia,
manutenzioni, stipendio di un agente.)
Costi a scatti: Sono costanti fino a un certo livello di attività poi aumentano e rimangono
costanti fino a un altro livello di attività, per risorse acquistabili solo “a blocchi”.
I costi fissi unitari decrescono all’aumentare delle unità prodotte.
I costi variabili unitari restano invece costanti a prescindere dalle quantità prodotte.
Costi speciali: Sono attribuibili in maniera oggettiva all’oggetto di analisi (es:costo della
materia prima assorbita da un prodotto).
Costi comuni: Sono relativi a fattori utilizzati da più oggetti. Devono essere imputati sulla
base di un procedimento di allocazione o ripartizione (es: ammortamento dello stabilimento
produttivo con più reparti).
Il concetto di costo speciale o comune varia a seconda della dimensione oggetto dell’analisi.
Costi diretti: attribuiti direttamente all’oggetto (es:materia prima per un prodotto).
Costi indiretti: attribuiti all’oggetto secondo criteri di ripartizione o allocazione (es:costi
generali industriali rispetto ad un prodotto).
I costi indiretti possono essere attribuiti tra i vari oggetti in funzione di come ogni oggetto di
costo ha:
- Consumato/utilizzato il fattore;
- Beneficiato del fattore,
- Assorbito i costi del fattore.
Base con cui calcolare le singole quote da allocare agli oggetti:
- A valore: base espressa in termini monetari (es. ripartizione dei costi amministrativi
indiretti tra i reparti in base al costo della manodopera);
- Quantitativa: espresse in quantità non monetarie (es. ripartizione dei costi indiretti in
base alle ore di lavoro delle macchine).
4. Le configurazioni di costo
Configurazioni di costo = modalità con le quali sommo le componenti elementari di costo.
Una configurazione di costo è costituita da una somma progressiva di costi al fine di
ottenere informazioni economico-finanziarie che possano essere utili per le decisioni.
Le configurazioni di costo possono essere costruite con riferimento a diversi oggetti (es:
prodotti, centri di costo, clienti, servizi) e risponde ad esigenze informative diverse.
Se l’azienda è di produzione il costo industriale è dato dai vari costi di produzione, per le
aziende di servizi è formato dai costi operativi.
Se voglio valutare un prodotto in magazzino devo considerare solo il costo industriale, se lo
vendo anche i costi di vendita.
Costo variabile industriale —> Direct costing/margine di contribuzione
Costo pieno industriale —> Full costing/ margine industriale
Un’ulteriore configurazione è quella del costo ipotetico/figurativo, quando nella contabilità
generale non ho rilevato il consumo di alcuni fattori produttivi che però è avvenuto devo
stimarli e aggiungerli.
Direct costing = Vengono attribuiti all’oggetto finale di calcolo i soli costi variabili diretti ed
indiretti.
Direct costing evoluto = Vengono attribuiti all’oggetto finale di calcolo i costi variabili ed i
costi fissi speciali ed è funzionale al calcolo di un margine di contribuzione di 2 livello (es:
Quota ammortamento di uno stampo, Stipendio di un capo-reparto, Canone leasing di un
macchinario, Affitto di un capannone).
Cerco di suddividere la gestione aziendale in aree, la gestione caratteristica (le cui voci
fanno parte del modello di riclassificazione), quella finanziaria, straordinaria (tutte le attività
aziendali di natura non ordinaria es: plusvalenza) è quella tributaria.
Le voci della gestione finanziaria, straordinaria e tributaria tendenzialmente non vengono
inserite nel modello di riclassificazione, l’unica eccezione potrebbero essere gli interessi
passivi.
Le aziende con molti costi fissi vengono dette rigide (dovrebbero preferire il full costing),
quelle con molti costi variabili sono flessibili (possono utilizzare il direct costing).
Il motivo per cui le aziende rigide dovrebbero utilizzare il full costing è per controllare
l’efficienza e massimizzare la capacità produttiva.
I costi dell’inefficienza derivano dalla mancata saturazione della capacità produttiva.
Pu x Q = CF ril + CVu x Q
L’analisi make or buy è impostata secondo un approccio di breve termine per cui suppone
l’invarianza della capacità produttiva e l’invarianza della struttura organizzativa.
Non dovrebbe prescindere da considerazioni di tipo qualitativo come qualità dei materiali
offerta dal fornitore,affidabilità del fornitore (qualità dei processi e puntualità delle consegne),
stagionalità del fabbisogno di componenti, livello di riservatezza del know-how necessario a
produrre un componente.
Nell’ipotesi di esternalizzazione di una fase o di tutto il processo produttivo è necessario
valutare anche gli aspetti organizzativi e di gestione degli scambi soprattutto nel caso di
fornitori esteri quali ad esempio:
● Controllo qualità, spese necessarie per il controllo e selezione del materiale fornito
presso il fornitore o presso la sede aziendale
● Personale ufficio acquisti da integrare per la gestione di un maggiore numero di
fornitori
● Imposte doganali su importazioni e trasporti su acquisto
● Consulenze ed assistenza per la ricerca di partner per la fornitura
● Impegno finanziario per l’aumento del magazzino
Gli investimenti sono operazioni pluriennali (medio-lungo periodo) ed hanno una rilevante
incidenza sulla situazione economico-finanziaria aziendale.
In generale possono esserci investimenti di:
- Sostituzione: finalizzati a rimpiazzare impianti esistenti obsoleti o logori.
- Espansione: correlati a politiche di ampliamento della capacità produttiva.
- Innovazione: correlati al lancio di nuovi prodotti o all’introduzione di nuove tecnologie
produttive che non necessariamente aumentano la capacità produttiva, ma
favoriscono la differenziazione e l’ottenimento di un vantaggio competitivo.
Gli investimenti di sostituzione producono variazioni di costi e non comportano modifiche a
livello di ricavi e alla capacità produttiva.
Per valutare economicamente una iniziativa di investimento è necessario:
1. Ricostruirne il profilo monetario atteso (entità e dislocazione temporale dei flussi di
cassa ad esso associati).
2. Determinare il tasso di interesse che permette di rendere confrontabili valori che si
collocano in periodi diversi e con gradi di rischio differenti.
3. Disporre di criteri per esprimere un giudizio di sintesi sulla bontà dell’iniziativa.
Criterio di accettazione: sono accettabili tutti gli investimenti con 0 < PBK< cut-off
Vantaggi:
● Poco laborioso e semplice
● Considera la liquidità dell’investimento
Svantaggi:
● Vengono del tutti ignorati i redditi successivi al periodo di pay back
● Non viene diversificato il valore del denaro nel tempo
● Manca il parametro di redditività e non si presta quindi al confronto di alternative di
investimento (è un parametro che indica l’ esposizione temporale e non la redditività
dell’investimento)
Criterio di accettazione: sono accettabili tutti gli investimenti con 0 < PBK < cut-off
Vantaggi:
● Poco laborioso e semplice
● Considera la liquidità dell’investimento
● Considera anche il costo del denaro
Svantaggi: presenta tutti gli svantaggi del PBP
Criterio di accettazione:
● Sono accettabili tutti i progetti che presentano VAN > 0
● Nel caso di progetti che si escludono a vicenda, sarà da preferire quello con:
○ VAN positivo più elevato
○ PROFITABILTY INDEX più elevato
Vantaggi:
● Quantifica il contributo di un investimento all’incremento di valore del capitale proprio
in valori monetari
● Può essere utilizzato in situazioni dove il tasso di rendimento minimo non rimane
costante durante il ciclo di vita di un progetto.
Svantaggi:
● Difficoltà connesse alla scelta del tasso di attualizzazione
● Inadeguatezza del metodo a giudicare investimenti aventi rilevanza strategica
La distinta base serve per allocare sul prodotto i costi diretti, è un documento semplice nella
costruzione ma complesso nell’attivazione.
Nelle grandi aziende per misurare quanta materia prima viene utilizzata per i singoli prodotti
esiste l’ufficio tempi e metodi, nelle piccole imprese se ne occupa l’imprenditore.
Nel consumo di materie prime devono essere considerati gli scarti.
L'obiettivo di ogni imprenditore è avere scarti=0 (solitamente tendono ad abbassarsi grazie
all’esperienza).
I prezzi delle materie prime variano in base all’andamento del mercato, per scegliere il
prezzo unitario della materia prima possono essere utilizzati: i prezzi medi, il pezzo più
recente, il prezzo meno recente.
Criticità:
- Conoscere in modo specifico i consumi. Usare consumi effettivi o standard/obbiettivo
(rischiosi perché non possono essere verificati).
- Scegliere il prezzo corretto fra storico, attuale o medio.
- Automatizzazione delle informazioni.
I centri di costo sono centri operativi che svolgono attività o processi omogenei ed ai quali
possono essere attribuiti particolari raggruppamenti di costi.
I CDC rappresentano oggetti di costo intermedi rispetto ai prodotti, fasi di produzione.
In ogni CDC dovrebbe aver un soggetto responsabile, in quanto fondamentale per imputare i
costi diretti.
I centri di costo sono unità operative, poste sotto la responsabilità di un capo, che svolgono
attività omogenee di trasformazione o di supporto.
Nei centri di costo sono accumulati costi che non possono essere direttamente imputati ai
prodotti secondo criteri di specialità.
Il budget serve per incentivare le persone, anche tramite incentivi di natura economica al
raggiungimento degli obbiettivi.
Il budget è un processo lungo, articolato e complicato.
Il calendario di budget è composto principalmente da 3 fasi: (1) prima dell’inizio dell’esercizio
viene redatta una prima bozza di budget che verrà poi (2) condivisa con tutti i soggetti e a
fine esercizio verranno (3) analizzati i risultati.
Il budget viene realizzato dal controller/rsonsabile del controllo di gestione, che mette
insieme tutte le informazioni e avvia il processo di definizione.
Il budget viene poi approvato finalmente dalla direzione che deciderà se pubblicarlo o meno.
Il budget è un documento interno, la pubblicazione del budget è volontaria e solitamente
viene fatta per mostrare la propria trasparenza.
Il budget operativo permette di creare un conto economico previsionale e individuare la
fattibilità economica (capacità di guadagnare).
Solitamente il budget parte delle vendite (approccio top down) ma volte può partire dalla
produzione (down up) questo secondo caso riguarda le aziende i cui prodotti non avevano
problemi a vendere i loro prodotti (tutto ciò che viene prodotto in base alla capacità
produttiva viene venduto).
La quantità delle vendite e quindi della produzione vincola l’intero budget.
Analisi storica: capacità di crescita passata e ciclo di vita del settore/prodotto.
Il costo del venduto viene confrontato con i ricavi di vendita ottenendo l’EBIT,
successivamente + proventi finanziari - oneri finanziari per ottenere il reddito netto
previsionale.
In questo modello di conto economico (a costo del venduto) non fotografa la variazione delle
rimanenze finali.
I budget finanziari hanno un ruolo diverso in base alla posizione finanziaria netta
dell’azienda (pfn >0 più cassa rispetto a quella necessaria per saldare i debiti, pfn<0 più
debiti rispetto alla cassa).
Le aziende che pfn positiva sono meno interessate ai budget economici e più a quelli
economici.
Lo strumento che permette di tenere sotto controllo le entrate e uscite mensili, settimanali e
in alcuni casi giornaliere è il budget di tesoreria.
La dimensione finanziaria è tenuta sotto controllo da: prospetto di variazioni capitale
circolante netto (rendiconto finanziario), prospetto delle fonti e degli impieghi, situazione
patrimoniale preventiva.
Reporting: analisi (solitamente tramite tabelle) che nasce dal confronto tra budget e valori
consultivi, in particolare sugli gli scostamenti/differenze per i quali vengono previste azioni
correttive.
Il report in linguaggio atecnico è qualsiasi documento prodotto dall’azienda per la sua
gestione.