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Il bilancio d’esercizio si

Il bilancio d'esercizio è il documento redatto dagli organi amministrativi al termine del periodo amministrativo, con cui si
rappresentano la situazione patrimoniale e finanziaria dell'azienda e il risultato economico d’esercizio. il bilancio d'esercizio
assolve a due importanti funzioni:
- una funzione conoscitiva, in quanto offre informazioni sull'andamento economico e finanziario dell’azienda,
- una funzione di controllo, in quanto rappresenta lo strumento con cui gli organi preposti all'amministrazione sottopongono il
proprio operato all'esame e all'approvazione di chi ha loro assegnato l'incarico di governare l’azienda.
Possiamo distinguere gli utilizzatori del bilancio (stakeholder) in due grandi categorie:
- i soggetti interni all'impresa quali il proprietario o i soci di maggioranza e i lavoratori dipendenti;
- i soggetti esterni all'impresa, portatori di interessi indiretti, quali gli investitori in capitale di rischio (soci di minoranza),
I soggetti esterni sono portatori di differenti interessi a seconda della categoria alla quale appartengono

2. Il sistema informativo di bilancio


sistema informativo di bilancio è L'insieme dei prospetti che compongono il bilancio e i suoi allegati
Il sistema informativo di bilancio è quindi composto:
- dal bilancio d'esercizio, formato dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, Rendiconto finanziario e Nota integrativa
- dalla relazione sulla gestione che ha lo scopo di fornire un resoconto sull'andamento dell'azienda e sulle politiche
- dalla relazione del collegio sindacale ossia se la società ha adottato il sistema di amministrazione e controllo ordinario.
- dalla relazione del soggetto incaricato della revisione legale dei conti(art. 2429 del c.c.), che ha lo scopo di fornire valutazioni
in merito alla regolare tenuta della contabilità e alla corrispondenza del bilancio;
- da altri documenti idonei a fornire informazioni complementari
Il compito di redigere il bilancio d'esercizio compete agli organi amministrativi che devono trasmetterlo al collegio sindacale,
almeno 30 giorni prima del termine fissato per la discussione in assemblea; deve essere depositato presso la sede sociale
almeno 15 giorni prima dell'assemblea, affinché i soci possano prenderne visione. Entro 30 giorni dall'approvazione, una copia
del bilancio deve essere depositata presso l'Ufficio del Registro delle imprese. Le imprese capogruppo devono depositare presso
la sede sociale anche il bilancio consolidato. Le società emittenti azioni quotate in mercati regolamentati hanno l'obbligo di
pubblicare:
- entro quattro mesi dalla chiusura dell'esercizio, la relazione finanziaria annuale
- entro tre mesi dalla chiusura del primo semestre dell'esercizio la relazione finanziaria semestrale,

3. La normativa sul bilancio


Le norme del codice civile, che hanno un'articolazione "dal generale al particolare", prevedono:
- una clausola generale costituita dal principio della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta della situazione
patrimoniale e finanziaria e del risultato economico
- i principi (o postulati) di redazione e la struttura dello Stato patrimoniale e del Conto economico
- il contenuto dello Stato patrimoniale, del Conto economico, del Rendiconto finanziario e della Nota integrativa
- i criteri di valutazione degli elementi del patrimonio

4. Le componenti del bilancio d’esercizio civilistico


Il bilancio d'esercizio civilistico si compone di quattro parti tra loro inscindibili:
- Stato patrimoniale, che presenta la situazione patrimoniale e finanziaria;
- Conto economico, che evidenzia i risultati conseguiti nelle diverse aree gestionali;
- Rendiconto finanziario, da cui risultano l'ammontare e la composizione delle disponibilità liquide e i flussi finanziari
- Nota integrativa, che illustra le voci iscritte nello Stato patrimoniale e nel Conto economico.
Lo Stato patrimoniale si ottiene dalla Situazione patrimoniale finale: in esso i diversi elementi sono classificati
- nell’Attivo, secondo la destinazione economica degli impieghi;
- nel Passivo, secondo la provenienza delle fonti di finanziamento.
Il Conto economico si ottiene dalla Situazione economica finale, il prospetto del bilancio ha la configurazione a valore e costi
della produzione, ed essendo redatto in forma scalare è strutturato per aree di gestione
- la differenza tra valore e costi della produzione,
- la differenza tra proventi e oneri finanziari
- il risultato prima delle imposte, che è al lordo delle imposte dirette.
sia il prospetto dello Stato patrimoniale sia quello del Conto economico devono essere redatti a stati comparati, accostando
all'importo di ogni voce quello relativo all'anno precedente.

5. Il bilancio in forma abbreviata e delle micro imprese


Possono redigere il bilancio in forma abbreviata le società che non abbiano emesso titoli quotati in mercati regolamentati e che
nel primo esercizio, non abbiano raggiunto i limiti indicati dalla legge e sono esonerate dalla redazione del Rendiconto
finanziario;
- Lo Stato patrimoniale in forma abbreviata comprende solo le voci contrassegnate con lettere maiuscole e numeri arabi.
- Il Conto economico in forma abbreviata non presenta particolari semplificazioni,
- La Nota integrativa in forma abbreviata offre informazioni maggiormente sintetiche è infatti prevista la possibilità di
omettere alcune indicazioni,
6. I criteri di valutazione
Allo scopo di evitare comportamenti scorretti da parte degli amministratori, che possono essere tentati di sopravvalutare il
patrimonio aziendale, o all'opposto di costituire riserve occulte, sono stati imposti vincoli giuridici e vincoli tecnici.

- I vincoli giuridici consistono principalmente nelle disposizioni del codice civile riguardanti la redazione del bilancio, la
struttura e il contenuto dei documenti che lo compongono e i criteri di valutazione che devono essere osservati.

- I vincoli tecnici consistono nei principi contabili di generale accettazione ossia nelle regole di comportamento che è
necessario osservare per pervenire a una corretta rappresentazione della realtà aziendale. .
I suddetti vincoli giuridici e tecnici sono finalizzati a rendere i bilanci d'esercizio documenti affidabili, redatti sulla base di criteri
uniformi
Il codice civile indica i criteri di valutazione dei singoli elementi patrimoniali distinguendoli in tre gruppi:
- dal numero 1 al numero 6 le regole di valutazione delle immobilizzazioni materiali, immateriali e dei titoli immobilizzati;
- dal numero 7 al numero 8 bis sono considerati gli aggi e i disaggi su prestiti, i crediti e i debiti, le attività e le passività
- dal numero 9 al numero 11 bis vengono indicati i criteri di valutazione delle rimanenze e degli strumenti finanziari derivati.

7. I principi contabili nazionali


Il compito di interpretare e rendere operativi i criteri di valutazione e i principi di redazione compete ai principi contabili
emanati dall’OIC. I principi contabili nazionali si distinguono in:
- principi contabili generali (o postulati), che costituiscono le regole di carattere generale che consentono di fornire una
rappresentazione chiara, veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico
- principi contabili applicati riguardano l composizione degli schemi di bilancio le regole di contabilizzazione
I principi di redazione del bilancio sono:
- prudenza: si possono indicare solo gli utili realizzati alla data di chiusura dell’esercizio, al contrario si deve tener conto dei
ricchi e delle perdita di competenza dell’esercizio anche se conosciuti dopo la chiusura
- Continuità dell’attività aziendale: la valutazione delle voci di bilancio deve essere fatta nella prospettiva della continuità
dell’attività aziendale
- Prevalenza della sostanza sulla forma
- Competenza economica: si deve tener conto dei proventi e oneri di competenza dell’esercizio
- Valutazione separata: gli elementi eterogenei compresi nelle singole voci devono essere valutati separatamente
- Costanza dei criteri di valutazione e comparabilità: criteri di valutazione non possono essere modificati da un’es. all’altro

8. I principi contabili internazionali


Gli IAS/IFRS chiariscono che, le informazioni finanziarie devono essere rilevanti, ossia devono essere utili agli utilizzatori del
bilancio per assumere decisioni future.
La rilevanza è giudicata in relazione all'esistenza e alla probabilità del verificarsi dell’evento; sono considerati irrilevanti gli
elementi per i quali sussistono dubbi sulla loro esistenza, oppure sia bassa la probabilità che da essi scaturiscano benefici
I principi generali di redazione del bilancio IAS/IFRS restano sostanzialmente uguali a quelli del bilancio civilistico interpretati
dall'OIC, fatta eccezione per il principio della prudenza. gli IAS/IFRS prevedono quale criterio di valutazione generale il fair value.
IAS/FRS il criterio del fair value comporta l'inserimento tra i ricavi anche di proventi potenziali, che alla data di chiusura
dell'esercizio sono previsti ma non realizzati.

10. La relazione sulla gestione


Gli amministratori, unitamente al bilancio, devono redigere una relazione sulla gestione, che costituisce un documento di
fondamentale importanza per giudicare l'andamento aziendale ha un contenuto descrittivo sui principali fatti che hanno
caratterizzato l'esercizio; a tali informazioni descrittive sono aggiunte anche informazioni quantitative, su specifici settori di
attività,
Il bilancio deve essere corredato da una relazione dell'organo amministrativo contenente un’analisi fedele, equilibrata ed
esauriente della situazione della società e dell'andamento e del risultato della gestione
l'analisi è illustrata con indicatori di risultato finanziari e, se del caso, non finanziari, appropriati all'attività specificamente
esercitata e comprende informazioni relative alle relazioni con l'ambiente e con il personale.

11. La revisione legale


La revisione legale è un insieme di attività con cui si sottopongono al controllo legale il bilancio d'esercizio e, se redatto, il
bilancio consolidato. Al termine di tale procedura il soggetto incaricato del controllo deve esprimere un giudizio sul bilancio,
attestando con una specifica relazione l'idoneità del bilancio stesso
L'attività di controllo legale dei conti può essere esercitata esclusivamente dai soggetti iscritti nel Registro tenuto dal Ministero
dell'Economia e delle Finanze (MEF) e viene nominato nell'atto costitutivo della società o dall'assemblea dei soci, sindacale,
oppure del consiglio di sorveglianza o del comitato per il controllo a seconda del sistema di governance utilizzato. L'incarico di
revisione ha la durata di tre esercizi.
Il soggetto incaricato della revisione legale dei conti deve essere indipendente dalla società che gli ha conferito l'incarico e deve
essere completamente estraneo al suo processo decisionale. Prima di accettare l'incarico, il revisore dovrà attestare di disporre
di tempo,
risorse e personale competente per lo svolgimento dell'incarico di revisione. Tutti gli iscritti nel Registro dei revisori legali che
svolgono almeno un incarico di revisione legale sono soggetti a controlli di qualità effettuati dalla CONSOB e dal ministero
dell’economia che riguardano:
- la valutazione della quantità e della qualità delle risorse impiegate nei processi di revisione;
- la verifica dei documenti di revisione predisposti durante il processo di revisione legale;
- la valutazione della conformità del controllo legale ai principi di revisione;
- la verifica del rispetto dei requisiti di indipendenza e la valutazione della congruità dei corrispettivi ricevuti per l'incarico.

12. Le attività di revisione contabile


l’Obiettivo principale del processo di revisione è quello di ottenere elementi di prova sufficienti per dichiarare con ragionevole
certezza che il bilancio d'esercizio è attendibile, ossia fornisce una rappresentazione veritiera e corretta della situazione
patrimoniale, finanziaria ed economica della società. La pianificazione delle attività di controllo, con la quale si definisce un
piano di lavoro e si programmano le attività da svolgere, è la fase preliminare, propedeutica all'intero processo di revisione
legale. La predisposizione di un accurato piano di lavoro consente di limitare il rischio che il soggetto incaricato della revisione
possa esprimere un giudizio non appropriato sul bilancio. Con il piano di lavoro viene individuato l'ambiente di controllo,
oggetto delle verifiche e, successivamente, vengono programmate le procedure e le aree dell'attività aziendale da sottoporre a
revisione. La documentazione del lavoro svolto dai revisori deve essere conservata per dieci anni e deve essere esibita in
occasione del controllo di qualità cui periodicamente sono sottoposti i revisori legali.
Il revisore deve pianificare e svolgere la revisione contabile osservando il principio dello scetticismo professionale,,

13. Le verifiche nel corso dell’esercizio e sul bilancio


Il processo di revisione legale è finalizzato a formulare un giudizio sul bilancio; tuttavia, è importante acquisire elementi
probativi effettuando controlli anche nel corso dell’esercizio. La legge richiede ai revisori di effettuare verifiche periodiche nel
corso dell'esercizio riguardanti 'affidabilità del sistema informativo attraverso il monitoraggio:
- della regolare tenuta della contabilità dell’impresa;
- della corretta rilevazione delle operazioni di gestione nelle scritture contabili
Le verifiche sulla tenuta della contabilità tendono a controllare che l'impresa adempia a tutti gli obblighi di legge inerenti ai libri
e ai registri,. Pertanto le attività di verifica in questo ambito richiedono l'attento esame:
- dei libri contabili e dei registri obbligatori;
- delle dichiarazioni, delle liquidazioni periodiche e dei versamenti tributari e previdenziali;
- del contenuto dei verbali delle riunioni degli organi collegiali
Riguardo alla corretta rilevazione delle operazioni di gestione, le verifiche nel corso dell'esercizio hanno prioritariamente
l'obiettivo di controllare la correttezza delle procedure, rispetto alla quale occorre accertare che:
- l’operazione contabilizzata sia realmente avvenuta e sia provata da un documento avente rilevanza giuridica e fiscale;
- la contabilizzazione sia completa,
- la procedura utilizzata offra una rappresentazione fedele e veritiera dell'evento di gestione.

14. La relazione
Al termine del processo di revisione, il soggetto incaricato della revisione è tenuto a formulare con apposita relazione un
giudizio sul bilancio dell'esercizio e (se redatto) sul bilancio consolidato. Il revisore può esprimere 2 tipologie di giudizio:
- giudizio senza modifica viene formulato quando si ritiene con ragionevole certezza che il bilancio risulta conforme
- giudizio con modifica, che comprende differenti tipologie: un giudizio con rilievi, nel caso di deviazioni dalle norme di legge
o dai principi contabili significative ma non pervasive, un giudizio negativo, nel caso di deviazione dalle norme di legge o dai
principi contabili di effetto significativo e pervasivo; dichiarazione di impossibilità di esprimere un giudizio, nel caso in cui
non sia stato possibile acquisire elementi probativi sufficienti e appropriati i cui effetti sono giudicati pervasivi.
La relazione con la quale il revisore esprime il giudizio sul bilancio ha una struttura predefinita. Nella prima parte sono riportati:
- il titolo della relazione,
- i destinatari della relazione.
Nella sezione Relazione sulle disposizioni di leggi e regolamentari devono essere indicati:
- il giudizio sulla coerenza delle informazioni contenute nella relazione sulla gestione con i dati del bilancio: eventuali altre
informazioni.
Analisi per flussi si
Il patrimonio è un fondo, ossia una grandezza riferita ad un determinato momento, che subisce variazioni per effetti dovuti ad
operazioni esterne e interne di gestione. Un flusso è la variazione di un fondo di valori avvenuta in un determinato periodo di
tempo. I flussi possono essere:
• economici (ricavi e costi)
• Finanziari (variazioni delle disponibilità liquide, crediti e debiti)

I flussi possono avere luogo contemporaneamente oppure in tempi sfasati. È necessario analizzare l’attività operativa sia
nell’aspetto economico che finanziario per valutare l’andamento aziendale in una prospettiva di continuità
• i componenti di reddito monetari sono rappresentati da costi e ricavi misurati da variazioni di liquidità o da variazioni di
crediti e debiti a breve scadenza (es. costi vari, oneri e proventi, interessi attivi e passivi, imposte, ricavi di vendita)
• I componenti di reddito non monetari sono costi e ricavi che non danno luogo a variazioni delle disponibilità liquide o crediti
e debiti a breve scadenza (es. ammortamenti, accantonamenti, minusvalenze, incrementi x lavori interni)

TFR —> ha una parte monetaria e una monetaria


• TFR mantenuto presso l’impresa: non monetari —> debiti x TFR, monetari —> rit. Fiscale 17%
• TFR destinato a pensioni: non monetari —> rivalutazione netta debiti/ monetari —> quote da versare, rit fiscale

Molto spesso i costi e i ricavi monetari fanno si che il reddito d’esercizio non coincida con il flusso di risorse finanziarie e per
questo calcoliamo il flusso delle risorse finanziarie generato dall’attività operativa

Fonti e impieghi (entrate e uscite)

Le fonti di risorse possono provenire da:


• interno: autofinanziamento (attività operativa = risultato positivo)
• Esterno: indebitamento (es. aumento cs a pagamento)
• Disinvestimento: vendita (beni strumentali, riscossione prestiti concessi)

I mezzi finanziari possono essere utilizzati per


• effettuare nuovi investimenti

• Rimborsare debiti

• Diminuire il capitale proprio (distribuzione utili/rimborso quote di capitale)

l’analisi di fonti e impieghi mette in evidenza eventuali squilibri e costituisce il requisito della continuità aziendale
Il monitoraggio della situazione finanziaria deve essere effettuato:
• preventivo: predisposizioni di budget
• Consuntivo: predisposizione rendiconto finanziario

Rendiconto finanziario

È un documento contabile che mette in evidenza i flussi finanziari relativi alle operazioni di gestione effettuate in un
determinato esercizio. La sua finalità è mettere in evidenza la capacità finanziaria di un’impresa ossia la capacità di generare
flussi finanziari derivanti dalle singole aree di attività
La relazione all’oggetto dell’analisi finanziaria:
• rendiconto delle variazioni del patrimonio circolante netto: individua le fonti e impieghi di risorse finanziare e impieghi di
risorse finanziarie che determinano modifiche degli elementi che costituiscono il patrimonio circolante netto
• Rendiconto delle variazione delle disponibilità liquide: individua i flussi monetari che comportano modifiche di valori in
cassa, assegni e depostiti bancari/postali (previsto dal codice civile)

Dal rendiconto finanziario devono risultare la composizione e l’ammortare delle disponibilità liquide e i flussi finanziari derivanti:
• dall’attività produttiva
• Dall’attività di investimento
• Dell’attività di finanziamento

Rendiconto finanziario delle variazioni PCN

PCN = attività correnti - passività correnti


Se il PCN varia l’aumento/diminuzione è causato da
• variazioni connesse al risultato d’esercizio
• Variazioni debiti media/lunga scadenza o del capitale proprio connesse ai finanziamenti (rimborsi/accensioni, aumenti/
rimborsi capitale, pagamento dividendi
• Variazioni immobilizzazioni ( connesse a investimenti/disinvestimenti)
Non tutte le operazioni portano ad una modifica del PCN, infatti alcune operazioni possono dar luogo a variazioni di pari
importo e di segno opposto che sono in grado di compensarsi
Solo le operazioni che modificano il PCN originano flussi finanziari
Sono operazioni che modificano il PCN quelle che comportano variazioni dei debiti a medio lunga scadenza, capitale proprio,
attività operativa, attivo immobilizzato e contemporaneamente modificano le attività correnti o passività correnti

Condizione necessaria —> variazione a dx = variazione a sx


Le variazioni del PCN si distinguono in 3 aree di attività
• area di attività di investimento (Dc + Cp)
• Area di attività di investimento ( -Im)
• Area di attività operativa (Re)

Se il PCN non varia la Variazione a dx non coincide con la variazione a sx e viceversa per esempio
• conversione di un debiti in un capitale proprio
• Riscossione debiti commerciali
• Riscossione crediti
• Prelievi e versamenti in c/c

Rendiconto variazioni PCN

Il rendiconto finanziario delle variazioni del PCN riepiloga i flussi finanziari avvenuti nel periodo, dando informazioni sulla
struttura delle nuove fonti e dei nuovi impieghi.

Documenti necessari per la redazione:


• stato patrimoniale a stati comparati
• Conto economico con costi e ricavi riclassificati per natura
• Nota integrativa

Necessario:
• individuare le variazioni nette (confronto tra le esistenze iniziali e le rimanenze finali)
• Rettificare i flussi globali ( eliminare le operazioni che non modificano il PCN)
• Riepilogare i flussi finanziari (distinguere fonti e impieghi)

Prima parte: composizione fonti e impieghi Seconda parte: operazioni che


(distinzione tra attività operativa e i flussi dell’attività modificano la composizione del PCN
di investimento, disinvestimento e finanziaria

Terza parte: voci che non modificano la composizione del pcn

Rendiconto variazioni DISPONIBILITÀ LIQUIDE

Il rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide è un prospetto che fornisce informazioni per valutare la
situazione finanziaria dell’impresa. OGGETTO= variazioni delle disponibilità liquide.
Esclusi dall’analisi: crediti, debiti a breve scadenza, rimanenze (perché non provocano uscite/entrate monetarie immediate)

Per calcolare le variazioni delle disponibilità liquide: metodo indiretto + variazioni che non provocano esborsi/liquidità

• RIMANENZE: - incremento, + decremento


• CREDITI: - aumenti, - diminuzioni
• DEBITI A BREVE SCADENZA: + aumenti, - diminuzioni
• RATEI ATTIVI: - incremento, + incremento
• RATEI PASSIVI: + incremento, - decremento
• RISCONTI ATTIVI: - incremento, + decremento

Differenze tra i due rendiconti

Incrementi delle immobilizzazioni (costruzioni interne)


• PCN = ricavi non monetari
• DISPONIBILITÀ LIQUIDE = area di investimento e rappresenta un impiego

I debiti a breve scadenza verso le banche, nel rendiconto finanziario delle variazioni delle disponibilità liquide, vengono inseriti
nell’area di finanziamento tra le fonti (rappresenta un amuleto delle disponibilità liquide)
Strategie aziendali si

L'impresa di successo
Il successo è l’obiettivo a cui mira qualsiasi impresa ed è il frutto delle scelte che l’impresa compie nell’ambiente competitivo (i
mercati dove l’azienda opera) sia nell’ ambiente sociale (ambiente generale costituito da più ambienti ed politico-legislativo).

2) Concetto di strategia
La strategia definisce le scelte imprenditoriali riguardo agli obiettivi da raggiungere.
⎈ strategia aziendale insieme prestabilito di decisioni attraverso le quali l’impresa fissa degli obiettivi di medio lungo periodo e
predispone un piano di azioni per realizzarli.
⎈ strategie sociali comprendono attività finalizzate a favorire rapporti con il personale dipendente e a ottenere un giudizio
positivo da parte della collettività e dai gruppi più rappresentativi.
⎈ strategia competitiva riguarda le scelte che l’impresa effettua sul mercato dove agisce con i clienti, fornitori e le imprese
concorrenti alla ricerca di vantaggi competitivi sostenibili e di lunga durata che consentano di ottenere la leadership.

3) Gestione strategica
si sviluppa attraverso diverse fasi:
> definizione delle finalità (mission)* e degli obiettivi di fondo;
> analisi dell’ambiente esterno e interno;;
> selezionare le strategie e attuare le strategie.
*mission: rappresenta quello che l’impresa vuole realizzare in cosa vuole essere identificata.

Inoltre le strategie possono essere individuate:


★ strategie di corporate: coinvolgono l’intera organizzazione aziendale e si tratta di scelte che determinano il mercato in cui
operare e con quali aree strategiche d’affari (ASA, costituisce un’unità organizzativa autonoma dell’impresa che si identifica in
un segmento di mercato).
★ strategie di business: stabiliscono quale vantaggio competitivo ricercare in relazione alle risorse e le competenze disponibili.
★ strategie funzionali: coinvolgono singole funzioni e singoli aspetti della gestione aziendale; queste strategie consentono di
realizzare le strategie di business coordinando obiettivi operativi.

4) L’analisi dell’ambiente esterno


L’ambiente esterno all’impresa è caratterizzato da molte variabili che non possono essere controllate e modificate dall’impresa
(es. cultura, economia,stile di vita). Affinché sia possibile definire una valida strategia, l'impresa deve programmare le azioni e
predisporre i mezzi per sfruttare le opportunità oppure per fronteggiare le minacce

5 forze di Porter 1-
Imprese concorrenti già esistenti o nuove
2- potere contrattuale dei clienti (disposti a pagare per i prodotti o meno)
3- potere negoziale dei fornitori (materie prime a prezzo vantaggioso o meno)
4- Minacce da parte di prodotti sostitutivi
>Strategie cooperative: Per evitare le minacce le imprese usano le reti di impresa presenti a livello locale nei distretti industriali.

5) Analisi dell’ambiente interno


ambiente esterno: l’analisi svolta per individuare quali obiettivi si potrebbero fare.
ambiente interno: l’analisi svolta per individuare ciò che è possibile fare con i mezzi disponibili.

Per analizzare l’ambiente esterno e interno si utilizza:


> analisi SWOT: metodologia dove vengono schematicamente evidenziate le opportunità e le minacce dell’ambiente esterno e
messi in relazione i punti di forza e di debolezza interni e permette di valutare le probabilità di successo di una determinata
strategia prima che venga attuata.

6) Catena del valore


All’interno dell’organizzazione aziendale le risorse che l’impresa dispone vengono diversamente utilizzate e combinate. Per
rappresentare la sequenza delle funzioni dove l’impresa genera un guadagno spesso è utilizzata la catena del valore (strumento
che agevola l’analisi dell’ambiente interno e che rende visibili le attività svolte dall’impresa). Tali funzioni si classificano in:

le funzioni primarie —> riguardano la realizzazione del Le funzioni di supporto si distinguono in:
ciclo di trasformazione la vendita dei prodotti e > approvvigionamenti
comprendono: > personale
> logistica > ricerca e sviluppo
> produzione > funzioni infrastrutturali.
> marketing
> vendite
7) strategie di corporate
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Abbiamo tre tipi di strategie:
> strategie di sviluppo: attuate ogni volta che c’è l’esigenza di incrementare i volumi produttivi o di conquistare nuovi mercati
allargando l’attività aziendale. Queste strategie si realizzano tramite la concentrazione ( + investimenti in un settore) oppure la
diversificazione (operare in un nuovo settore).
> strategie di consolidamento: tali imprese decidono di effettuare solamente lievi modifiche al fine di difendere la posizione
competitiva acquisita
> strategie di contrazione: le imprese possono trovarsi nella necessità di ridurre la presenza in un segmento di mercato oppure
in un intero settore di attività attraverso la minimizzare i costi di varia natura.

8) strategie di business
Un’area strategica di affari (Asa) è la parte di un’organizzazione che opera distintamente dalle altre Asa presenti nell’impresa. A
seconda del tasso di sviluppo delle vendite rapportate alla quota di mercato detenuta distinguiamo:
ASA ad alto tasso di sviluppo con quote di mercato basse; operano in settori ancora emergenti con un mercato in evoluzione
con un elevato rischio sono denominate Children o question marks perché presentano problemi di crescita e di incertezza
ASA ad alto tasso di sviluppo con quote di mercato elevate; operano in settori in fase di sviluppo che dominano il mercato e
presentano prospettive reddituali soddisfacenti e tali aree strategiche d’affari sono definite Stars (stelle).
ASA a basso tasso di sviluppo con quote di mercato elevate, e sviluppano produzioni affermate ma in settori maturi e devono
difendere le posizioni acquisite sul mercato sono definite cash cows (mucche da mungere)

ASA a basso tasso di sviluppo con quote di mercato basse; operano in settori in declino con un insoddisfacente equilibrio
reddituale e finanziario quindi con scarse prospettive di sopravvivenza durevole sono definite Dogs.

Il vantaggio competitivo può essere raggiunto utilizzando diversi metodi:


<leadership di costo: obiettivo è mantenere il costo di fabbricazione del prodotto al di sotto di quello delle imprese concorrenti.
Se le imprese concorrenti non sono in grado di abbassare velocemente i loro prezzi o di migliorare la qualità dei prodotti
perdono quote di mercato a vantaggio dell’impresa leader.
<differenziazione: ricercato da imprese che si rivolgono a clienti disposti a pagare prezzi maggiori per la qualità e
caratteristiche particolari e ricercate
<focalizzazione: la ricerca di un vantaggio competitivo può essere attuata in una nicchia di mercato ossia fascia di mercato
piccola, dove sono presenti poche imprese.
<L’uso delle tecnologie dell’informazione ha creato un nuovo vantaggio competitivo, che premia le imprese capaci di generare
valore dei flussi comunicativi ogni volta anche alleandosi con i suoi concorrenti.

I social media offrono molte opportunità di marketing non solo per pubblicizzare i prodotti ma anche per favorire la visibilità del
brand e per coinvolgere i clienti. Tramite le tecnologie digitali, le imprese fanno partecipare i loro clienti alle strategie per creare
nuove idee attraverso il crowdsourcing (donazioni volontarie online) e coinvolgerli anche nella fase di progettazione.

9) strategie funzionali
Le strategie funzionali agiscono su uno spazio circoscritto e la responsabilità ricade sui direttori della specifica funzione
aziendale che riferiscono gli organi superiori con i quali agiscono in stretto contatto.

! Strategia finanziaria: è l’insieme delle decisioni e delle azioni che l’impresa attua nella scelta delle forme di finanziamento,
tenendo conto delle sue capacità di autofinanziamento delle opportunità offerte dal mercato finanziario.
! strategie di marketing: strategie di marketing rispondono a due questioni fondamentali:
○ quali clienti soddisfare (target), se la decisione ricade sull’intero mercato è possibile usare una strategia
>marketing indifferenziato si decide di offrire i medesimi prodotti della concorrenza
>marketing differenziato l’offerta differenziata in relazione a diversi segmenti di clientela serviti.
● posizionamento sul mercato

10) strategie di produzione


Il compito della funzione produzione è quello di progettare, pianificare e gestire i processi di fabbricazione.
> leadership di costo •nelle fasi in cui cresce la domanda dei beni prodotti dall’impresa, la riduzione dei costi avviene
ottimizzando lo sfruttamento della capacità produttiva degli impianti di macchinari per conseguire economie di scala
•nelle fasi di recessione caratterizzate da una domanda debole e maggiormente opportuno utilizzare impianti flessibili.
> just in time: insieme di tecniche ove l’obiettivo è quello di ridurre i quantitativi delle scorte di magazzino
> layout di produzione: le attrezzature utili per questa fase di lavorazione e i relativi servizi di supporto vengono accorpati in
una stessa UTE (unità tecnologica elementare) così da ridurre i costi di trasporto.
> Lean production: ha come obiettivo la riduzione degli sprechi e il miglioramento continuo del prodotto
> time to market: riduzione dei tempi che servono per la progettazione di un nuovo prodotto.
> industria 4.0: termine che indica l’automazione dei processi produttivi per migliorare le condizioni di lavoro e l’efficienza
aziendale.
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L’impresa sostenibile si
Molte imprese hanno modificato le proprie strategie competitive cercando di prestare attenzione alle esigenze degli stakeholder
realizzando nuovi modelli manageriali basati sulla responsabilità sociale e sul valore condiviso, ossia l'insieme dei metodi e
delle pratiche operative che rafforzano la competitività di un'impresa migliorando nello stesso tempo le condizioni della
comunità. In base a questo approccio assumono rilevanza:
- produzioni che salvaguardino le risorse naturali
- che proporzione di utile è distribuito tra gli stakeholder

02 I vantaggi dell'impresa sostenibile


Un’impresa sostenibile può generare una serie di vantaggi in termini di:
- miglioramento dell'efficienza nei processi produttivi,
- capacità di attrarre maggiori risorse finanziarie;
- miglioramento delle relazioni commerciali
- innovazioni di processo e di prodotto,

03 La comunicazione non finanziaria


Tali imprese devono informare, essere trasparenti, comunicare gli obiettivi che si pongono e i risultati. Il rendiconto in ambito
sociale e ambientale fornisce ai soggetti interessati la rappresentazione dell'attività aziendale prendendo in considerazione
come l'impresa crea e sostiene il proprio valore

04 La normativa per le società di maggiori dimensioni


L’obbligo di rendere pubbliche alcune informazioni di carattere non finanziario riguarda tutti gli organi di interesse pubblico e i
gruppi di grandi dimensioni che hanno avuto in media +500 dipendenti e hanno superato uno di questi limiti:
- totale dell'attivo dello Stato patrimoniale: 20 000 000 di euro;
- totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni: 40.000 000 di euro

La dichiarazione non finanziaria deve contenere la descrizione:


- del modello aziendale di gestione e organizzazione delle attività dell'impresa (MOG)
- delle politiche praticate dall'impresa
- dei principali rischi che derivano dalle attività dell'impresa
- i tempi medi di pagamento delle transazioni effettuate nell’anno

05 I documenti volontari di rendicontazione sociale e ambientale


I rendiconti in ambito sociale e ambientale sono strumenti con cui l'impresa comunica agli stakeholder le scelte effettuate in
modo da consentire a tutti di esprimere un giudizio consapevole sulle sue attività ma rappresentano anche un supporto al
controllo strategico. Per rendere possibile il controllo è necessario predisporre dei report nei quali, attraverso indicatori
qualitativi e quantitativi, vengono misurate grandezze idonee a esprimere valutazioni circa gli obiettivi e i risultati raggiunti.

06 Le linee guida per la redazione dei rendiconti sociali e ambientali


Le informazioni contenute nella dichiarazione non finanziaria e quelle contenute nei rendiconti sociali e ambientali possono
essere rappresentate in forma liberamente scelta dall’impresa. le imprese possono basarsi sui principi di redazione e sugli
standard di rendicontazione emanati da organismi accreditati che operano in ambito:
- nazionale, come il GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale);
- europeo, come l'IDEA o è possibile aderire al sistema di ecogestione e audit (EMAS);
- internazionale, quali gli indicatori di sostenibilità specificati nel Patto mondiale delle Nazioni Unite e gli standard del GRI

07 L'identità aziendale
In questa parte del rendiconto socio-ambientale sono riportati i riferimenti utili per identificare l’impresa: Tuttavia un'impresa si
identifica nell'ambiente competitivo e sociale in relazione ai valori in cui essa crede e al suo modo di agire. I valori sociali
rappresentano il modo di essere dell'impresa, esprimono il suo orientamento al sociale. In relazione agli obiettivi strategici e al
ruolo che l'impresa desidera svolgere nel contesto sociale viene definita la mission, La mission identifica l'impresa nel territorio,
esplicita come vuole essere riconosciuta dagli stakeholder e qual è il suo scopo ultimo, vale a dire il senso delle sue attività. I
valori in cui l'impresa crede rappresentano il primo passo per redigere il codice etico,

08 La relazione sociale e gli indicatori


La relazione sociale sintetizza il dialogo impresa-stakeholder e illustra con quale approccio strategico vengono affrontate le
tematiche rilevanti. Il settore in cui l'impresa esercita la propria attività incide anche sugli stakeholder esterni.
Gli indicatori consentono all'impresa di misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi e di verificarne la conformità con le
aspettative degli stakeholder. Per questo motivo la relazione sociale è di solito articolata per cluster di stakeholder

09 La produzione e la distribuzione del valore


In questa sezione l'impresa dimostra la ricchezza prodotta attraverso le operazioni di gestione, evidenziandone le modalità di
riparto e le somme destinate ai soggetti che hanno contribuito alla creazione della ricchezza stessa.
Partendo dal Conto economico a valore aggiunto, vengono evidenziati i soggetti interni ed esterni che ne hanno beneficiato
attraverso il calcolo delle remunerazioni da essi ricevute
Imposizione fiscale in ambito aziendale si
Un'imposta è un prelievo coattivo di ricchezza, effettuato da un ente pubblico dotato dalla legge di "potere impositivo".
Nell'attuale ordinamento le imposte vengono distinte in imposte indirette e imposte dirette.
Le imposte indirette colpiscono i trasferimenti patrimoniali, gli atti di produzione o di scambio e i consumi di beni e servizi. È un
esempio di imposta diretta l’IVA (imposta sul valore aggiunto).

Le imposte dirette si distinguono a seconda dell'oggetto che viene colpito e del soggetto a cui fanno capo. A seconda
dell'oggetto che viene colpito abbiamo:
• l'Imposta Regionale sulle Attività Produttive; IRAP
• le imposte sul reddito. IRPEF e IRES

L'Imposta Regionale sulle Attività Produttive


(IRAP) è un'imposta proporzionale il cui ambito applicativo è costituito dall'esercizio di un'attività diretta alla produzione o allo
scambio di beni, ovvero alla prestazione di servizi. Sono soggetti passivi dell'imposta gli imprenditori individuali, le società, gli
esercenti arti e professioni e gli enti pubblici/privati che esercitano attività commerciali.

L'IRAP ha un' aliquota del 3,90%, A seconda del soggetto a cui fanno capo, l'ordinamento tributario prevede le seguenti imposte s
• l'Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF), è un'imposta progressiva ad aliquote crescenti per scaglioni. Grava sul
reddito imponibile complessivo delle persone fisiche;
• l'Imposta sul Reddito delle Società (IRES); è un'imposta proporzionale che grava sul reddito imponibile complessivo delle
persone giuridiche; l’aliquota IRES è del 24%.

5.1. PRINCIPI TUIR


Limitano le possibili manovre su alcuni valori di bilancio che potrebbero ridurre il reddito imponibile e le imposte.
- inerenza →i cos sono deducibili se sono collega a ricavi tassabili
- competenza →i ricavi sono tassabili e i cos deducibili nell’esercizio in cui ricade la loro competenza
economica
- certezza →i componen del reddito fiscale devono essere documentabili
- iscrizione di bilancio →le spese sono deducibili se inserite nel Conto economico

5.2. SVALUTAZIONE FISCALE DEI CREDITI


Le svalutazioni dei credi sono deducibili in ciascun esercizio nel limite dello 0,5% del valore nominale dei credi stessi, ma quando
l’ammontare complessivo delle svalutazioni ha raggiunto il 5% del valore nominale dei credi non è più valido; in caso lo superi
l’eccedenza concorre a formare il reddito fiscale dell’esercizio stesso.

5.5. AMMORTAMENTO FISCALE IMMOBILIZZAZIONI


1) IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
bisogna disnguere tra: -
AMMORTAMENTO BENI IMMATERIALI
- diri di ulizzazione delle opere dell’ingegno, breve, varie forme di know-how industriale, commerciale o scienfico: quote
ammortamento annue deducibili in misura non superiore al 50% del costo;
- avviamento: quote ammortamento deducibili in misura non superiore a 1/18 del costo
- SPESE RELATIVE A PIÙ ESERCIZI:
cos di sviluppo, cos d’impianto e di ampliamento: devono essere ammorzza entro un periodo non superiore a 5 anni

2) IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
L’ammortamento si effeua in misura non superiore a quella risultante dall’applicazione dei coefficien stabili dal Fisco.
Per i beni acquista nel corso dell’esercizio, i coefficien sono rido alla metà.
Se l’importo deducibile in base alle norme fiscali è inferiore a quello determinato a livello civilisco la parte eccedente
rappresenta un componente posivo del reddito fiscale.

5.6. DEDUCIBILITA’ FISCALE DELLE SPESE DI MANUTENZIONE E DI RIPARAZIONE


Le spese di manutenzione, riparazione, ammodernamento e trasformazione non patrimonializzate sono deducibili nel limite del
5% del costo complessivo di tu i beni materiali ammorzzabili quale risulta all’inizio dell’esercizio dal registro dei beni
ammorzzabili. I canoni dovu a terzi per la manutenzione periodica dei beni strumentali sono interamente deducibili.
L’eccedenza è deducibile per quote costan nei 5 esercizi successivi.

5.7. DEDUCIBILITA’ FISCALE CANONI LEASING


I canoni di leasing sono fiscalmente deducibili; tale deducibilità, però, deve avvenire entro un periodo
non inferiore alla metà del periodo di ammortamento corrispondente al coefficiente stabilito dalla normava fiscale.
Se la durata del contrao di leasing è inferiore alla durata minima fiscale, nei primi anni i canoni di leasing iscri in bilancio
saranno superiori a quelli fiscalmente deducibili e ciò determinerà un componente posivo del reddito fiscale; ma alla fine del
periodo entro il quale è consenta la deducibilità, questa differenza sarà recuperata, deducendo dal reddito fiscale.
Se la durata del contrao di leasing è superiore alla durata minima fiscale, i canoni di leasing iscri nel Conto economico di ogni
esercizio risultano deducibili per l’importo effevamente pagato e non si farà alcuna variazione fiscale.
5.8. DEDUCIBILITA’ FISCALE DEGLI INTERESSI PASSIVI
Nelle società di capitali, gli interessi passivi sono deducibili fino all’ammontare degli interessi avi iscri nel Conto economico;
l’eccedenza è deducibile nel limite del 30% del risultato operavo lordo (ROL), che è dato dalla differenza tra valore della
produzione (totale A) e cos della produzione (totale B), escludendo gli ammortamen e i canoni di leasing. Quindi

1) calcolo il ROL:
ROL = DIFFERENZA (A-B) DEL C.E. + AMMORTAMENTI + CANONI LEASING
Calcolo il 30% del ROL, che rappresenta il limite max di deducibilità degli interessi
2) calcolo gli interessi passivi ne:
(interessi passivi di competenza + quota interessi inclusa nei canoni) - interessi avi
3) confronto gli interessi passivi ne con il 30% del ROL e calcolo la differenza che rappresenta una variazione fiscale in aumento
4) tale differenza può essere dedoa negli esercizi successivi, a condizione che l’importo degli interessi passivi ne risul inferiore al
30% del ROL di competenza dell’esercizio.

5.9. TRATTAMENTO FISCALE DELLE PLUSVALENZE


Le plusvalenze (ordinarie e straordinarie) sono in genere tassate interamente nell’esercizio in cui sono realizzate, non
si generano pertanto variazioni fiscali.
Se i beni sono sta possedu per un periodo non inferiore a 3 anni, l’impresa può scegliere di riparre le plusvalenze ad essi relave
in quote costan nell’esercizio stesso e negli esercizi successivi, ma non oltre il quarto; quindi si ha la possibilità di frazionare le
plusvalenze su cinque esercizi.
Nel caso di scelta di rateizzazione della plusvalenza, le variazioni fiscali sono:
- nel primo anno, una variazione in diminuzione per l’intero ammontare della plusvalenza e una variazione in aumento per 1/5
della plusvalenza;
- nei quaro esercizi successivi, una variazione in aumento per 1/5 della plusvalenza.

La base imponibile IRAP (3,90%)


L'Imposta Regionale sulle Attività Produttive (IRAP) colpisce il valore della produzione netta derivante dall'attività esercitata nel
territorio della Regione, prima che venga ripartito tra i lavoratori dipendenti, i finanziatori esterni, l'imprenditore o i soci e
l'Amministrazione fiscale.

Nelle imprese individuali e nelle società di persone la base imponibile IRAP è determinata dalla differenza tra l'ammontare dei
ricavi e delle variazioni delle rimanenze finali e l'ammontare dei costi per le materie prime, sussidiarie, di consumo e merci, dei
costi per servizi, degli ammortamenti e dei canoni di locazione, anche finanziaria, dei beni strumentali materiali e immateriali.

Le imprese in regime di contabilità ordinaria possono optare per l'applicazione delle Stesse regole previste per le società di
capitali; l'opzione è irrevocabile per tre periodi di imposta e va comunicata all'Amministrazione finanziaria; dopo il triennio il
rinnovo per altri tre esercizi è tacito, a meno che non si chieda la revoca.

Il reddito imponibile
Le imposte sul reddito vengono calcolate applicando al reddito imponibile le aliquote. Nelle imprese individuali e nelle società di
persone in regime di contabilità ordinaria il reddito imponibile è assoggettato a IRPEF.

L'IRPEF si calcola con aliquote progressive sul reddito complessivo della persona fisica.
Il reddito complessivo si ottiene sommando le categorie di reddito previste dalla normativa tributaria per le persone fisiche.
Dal reddito complessivo si passa al reddito imponibile sottraendo gli eventuali oneri deducibili.
Le deduzioni riguardanti gli oneri sono rappresentate da particolari categorie di spese aventi una certa rilevanza sociale.
Dall'IRPEF lorda si passa all'imposta netta detraendo quanto previsto per i carichi di famiglia e le altre detrazioni previste dalla
legge a seconda delle diverse categorie di reddito.

Le imprese individuali e i lavoratori autonomi con un volume d'affari annuo non superiore a 65.000 euro possono calcolare il
reddito in maniera forfetaria; al reddito imponibile si applica un'unica imposta con aliquota 15% (flat tax) purché nell'anno
precedente non siano stati sostenuti costi per lavoro dipendente superiori a 20.000 euro.

Ai soggetti che avviano una nuova attività e presentano determinati requisiti l'aliquota è ridotta al 5% nei primi cinque anni di
vita dell'impresa. L'IRES attualmente si calcola applicando l'aliquota del 24% sul reddito imponibile delle persone giuridiche

Le perdite d'impresa fiscalmente accertate possono essere portate in diminuzione del reddito conseguito nei periodi d'imposta
successivi in misura non superiore all'80% del reddito d'impresa fiscalmente accertato e per l'importo che trova capienza nella
stessa categoria di reddito.

Le dichiarazioni dei redditi annuali


La dichiarazione dell'IRAP è trasmessa autonomamente alle Regioni di competenza. La dichiarazione fiscale dei redditi è invece
effettuata su un apposito prospetto di raccordo che consente il passaggio dal reddito di bilancio al reddito fiscal
La dichiarazione unica deve essere inviata con modalità telematiche all'Agenzia delle entrate:
Il versamento delle imposte dirette
Il contribuente provvede per autoliquidazione all'assolvimento dell'obbligo tributario calcolando le imposte da versare. Le
imposte da versare si ottengono per differenza tra le imposte dovute (o correnti) e le imposte versate. Durante l'esercizio le
imprese devono versare un acconto sia per l'IRAP sia per le imposte sul reddito.
Nel calcolo dell'IRPEF o dell'IRES da versare ogni contribuente deve considerare le ritenute alla fonte subite a titolo d'acconto
che devono essere detratte dall'imposta corrente.

Le imposte differite e le imposte anticipate


Gli elementi che determinano divergenze tra reddito di bilancio e reddito fiscale possono essere:
• divergenze permanenti: trattasi di componenti del reddito civilistico che le norme tributarie considerano indeducibili
• divergenze temporanee: contrariamente alle divergenze permanenti, sono destinate a essere riassorbite negli esercizi futuri.

Le variazioni da apportare al reddito di bilancio per ottenere il reddito fiscale riguardano un solo periodo d'imposta nel caso di
divergenze permanenti. Hanno effetto sulla determinazione del reddito fiscale anche degli esercizi successivi nel caso di
divergenze temporanee. Ciò comporta spesso la mancata coincidenza tra le imposte correnti e le imposte di competenza.

Le divergenze esistenti tra i componenti di reddito da prendere in considerazione per il calcolo delle imposte dovute e delle
imposte di competenza possono dar luogo a imposte differite o a imposte anticipate.

Quando l'importo delle imposte economicamente di competenza è superiore a quello delle imposte fiscalmente correnti (o
dovute) la differenza costituisce le imposte differite.

Può accadere sempre a causa delle divergenze tra norme fiscali e norme civilistiche, che siano soggetti a imposizione un reddito
e un valore della produzione netta superiori a quelli determinati secondo il principio della competenza economica.
in tal caso l'impresa sostiene delle imposte anticipate, ossia costi per imposte recuperabili solo in esercizi futuri, sempre che in
futuro vi siano redditi imponibili.

Le imposte anticipate originano un elemento attivo del patrimonio.

Prodotti e servizi finanziari delle imprese si


Il fabbisogno finanziario nelle imprese è originato dallo sfasamento temporale tra le uscite per il sostenimento dei costi di
acquisto dei fattori produttivi e le entrate derivanti dai ricavi di vendita dei prodotti e servizi.

I prestiti bancari sono concessi alle imprese per finanziare gli investimenti nell'attivo circolante e nell'attivo immobilizzato.Le
operazioni bancarie di finanziamento a breve termine si distinguono in:

• operazioni di smobilizzo —> - sconto su cambiali


- anticipi su Ri.Ba
- anticipi su MAV
- anticipi su fatture

• Prestiti —>. Finanziamenti in c/c di corrispondenza —> - aperture di credito in c/c non garantite
- aperture di credito in c/c garantite
- anticipazioni in c/c su titoli o su merci

—> finanziamenti a scadenza fissa —> - anticipazioni


- sconto di pagherò diretti
- riporti attivi
- mutui ipotecari

• Crediti di firma

Il fido bancario è l'importo massimo di credito che una banca concede, sotto qualunque forma, a un cliente che ne ha fatto
richiesta. Prima di concedere un affidamento la banca procede a una attenta e approfondita valutazione della
situazione del cliente per stabilirne la solvibilità e la validità delle garanzie rilasciate
• Solvibilità = capacità di far fronte tempestivamente agli impieghi finanziari assunti
• garanzie personali = sono fornite da terze persone che sono di solito parenti, amici o soci di coloro che richiedono il fido.
• garanzie reali = Consistono in beni materiali, che vengono depositati in pegno

L'apertura di credito è un contratto con cui la banca si impegna a tenere a disposizione del cliente una determinata somma di
denaro che potrà essere utilizzata con modalità differenti.
Le imprese possono smobilizzare i crediti commerciali attraverso diverse forme tecniche:

• sconto di cambiali: Con lo sconto di cambiali la banca anticipa al cliente il valore attuale di cambiali aventi una scadenza
futura che il cliente trasferisce alla banca mediante girata propria;
• portafoglio s.b.f. la banca concede gli importi delle cambiale all’azienda e quando il cliente dell’azienda pagherà la somma è
incassata dalla banca;
• anticipo su fatture
• I finanziamenti a medio lungo termine

Le imprese possono ottenere i seguenti finanziamenti a medio e lungo termine e di capitale di rischio:

• mutui ipotecari: è un contratto con il quale la banca presta una determinata somma di denaro al cliente, che deve rimborsarla
maggiorata degli interessi. A garanzia del finanziamento la banca ottiene l'ipoteca su un bene immobile. ;
• leasing finanziario: è un contratto con cui la società di leasing acquista o fa costruire un bene mobile o immobile su
indicazione dell'utilizzatore e ne concede il godimento dietro pagamento di un canone periodico, Il leasing finanziario prevede
la possibilità per l'impresa utilizzatrice di acquistare il bene a un prezzo prestabilito alla scadenza del contratto;
• forfaiting: è un finanziamento concesso alle imprese che operano sui mercati esteri che prevede lo sconto pro soluto di
cambiali o lettere di credito derivanti dall'esportazione di beni strumentali,
• finanziamenti in pool: Le imprese di grandi dimensioni che necessitano di finanziamenti di importo elevato per concludere
operazioni aziendali complesse ricorrono a finanziamenti in pool. Il pool è costituito da un numero di banche variabili in
relazione alla dimensione dell'operazione, che svolgono ruoli differenti;
• private equity e venture capital;
• crowdfunding: indica i finanziamenti destinati a sostenere iniziative di natura diversa e progetti imprenditoriali realizzati su
piattaforme online autorizzate.
• Equity crowdfunding: finanziamento di PMI per il lancio di un progetto o Peer to peer funding: finanziamento di
capitale di debito
• Offerta Pubblica Iniziale: L'Offerta Pubblica Iniziale (IPO) è proposta da società che decidono di quotarsi in Borsa per attuare
strategie di crescita e di sviluppo. Le IPO possono essere realizzate con le seguenti modalità: offerte pubbliche di sottoscrizione
(OPS); offerte pubbliche di vendita (OPV); offerte pubbliche di vendita e di sottoscrizione (OPVS).;
• mezzanine financing
La contabilità gestionale si

LA CONTABILITÀ GESTIONALE
La contabilità gestionale è quella parte del sistema informativo che consente di attuare il controllo della gestione nell'aspetto
economico, attraverso la misurazione, la rilevazione, la destinazione, l'analisi dei costi e dei ricavi.
ha per oggetto i fatti interni di gestione. A tal fine essa rileva i costi dei fattori produttivi nel momento in cui vengono utilizzati
per la produzione e in base alla loro destinazione a un oggetto

L'OGGETTO DI MISURAZIONE
L'oggetto di misurazione (o oggetto di calcolo) è l'entità di cui si vuole conoscere il costo e, ove possibile, il ricavo e il risultato
economico. La scelta dell'oggetto di misurazione deve rispondere alle esigenze conoscitive dell'impresa e dipende dai suoi
fattori critici di successo.

LA CLASSIFICAZIONE DEI COSTI


A seconda dei dati in base ai quali si calcolano, i costi si distinguono in:
costi effettivi: si determinano con riferimento a una specifica produzione già effettuata (costi consuntivi) o da effettuare in
futuro (costi previsti);
costi standard: si determinano in base a un'ipotetica produzione, in funzione di condizioni poste alla base di calcoli; in altre
parole, rappresentano i costi che l'impresa sosterrebbe se operasse nelle condizioni ipotizzate.

A seconda dell'oggetto per il quale sono stati impiegati i fattori produttivi consumati, i costi si distinguono in:
costi specifici: sono i costi dei fattori produttivi e delle attività impiegati esclusivamente per ottenere un oggetto;
costi comuni: riguardano i fattori e le attività impiegati per svolgere più produzioni nello spazio o nel tempo
costi generali: sono sostenuti per l'impresa nel suo complesso; possono riguardare l'attività produttiva, commerciale o
amministrativa. Ne sono esempi i costi degli organi sociali e le imprese dirette.

A seconda del modo con cui i costi dei fattori impiegati sono riferiti all'oggetto del calcolo, i costi si distinguono in:
costi diretti: sono quei costi specifici che vengono riferiti a un dato oggetto in modo immediato, in base ai consumi dei fattori
produttivi e delle attività specificamente assorbiti dall'oggetto;
costi indiretti: vengono suddivisi tra vari oggetti di calcolo in base a criteri soggettivi di ripartizione; corrispondono ai costi
comuni e generali e a quei costi specifici che non si è in grado o non si ritiene conveniente misurare oggettivamente per riferirli:.

LA CONTABILITÀ GESTIONALE A COSTI DIRETTI


A seconda del metodo con cui si calcola il costo di un oggetto, la contabilità generale può essere tenuta:
• costi diretti (direct costing); attribuisce all'oggetto di costo sia i costi variabili sia i costi fissi specifici (costi diretti).
Nella contabilità a direct costing vengono calcolati due margini di contribuzione:
il margine di contribuzione di primo livello: evidenzia in quale misura le vendite sono in grado di coprire tutti i costi fissi; esso è
dato da: ricavi netti di vendita - costo variabile industriale del venduto;
il margine di contribuzione di secondo livello: misura il contributo delle diverse produzioni alla copertura dei costi fissi comuni e
generali; esso è dato da: margine di contribuzione di primo livello - costi fissi specifici.

• costi pieni (full costing). attribuisce all'oggetto di calcolo sia i costi variabili sia i costi fissi.
I costi sostenuti possono essere riferiti all'oggetto del calcolo:
a) con imputazione diretta, se si tratta di costi sostenuti specificamente per l'oggetto di cui si vuole determinare il costo; detti
costi sono riferiti all'oggetto di calcolo con misurazioni oggettive;
b) con imputazione indiretta, se si tratta di costi comuni e generali, costi indiretti sono ripartiti tra più oggetti di calcolo con
criteri soggettivi che possono basarsi sui volumi L'imputazione indiretta dei costi può essere effettuata su base aziendale (a sua
volta attuata su base unica o su base multipla) o con riferimento ai centri di costo (in cui il calcolo è più accurato).

Nelle imprese industriali si hanno le seguenti configurazioni di costo:


costo primo: è dato dalla somma dei costi specifici imputati direttamente;
costo industriale o costo di produzione: si ottiene aggiungendo al costo primo una quota di costi generali di produzione
imputati indirettamente secondo vari possibili criteri comuni;
costo complessivo: si ottiene aggiungendo al costo industriale una quota di costi generali di amministrazione e di vendita, una
quota di oneri finanziari e una quota di oneri tributari;
costo economico-tecnico: si ottiene aggiungendo al costo complessivo quote riferibili agli oneri figurativi.

LA LOCALIZZAZIONE DEI COSTI


La localizzazione dei costi consiste nell'attribuzione dei costi ai centri nei quali o per i quali sono stati sostenuti.
Un centro di costo può essere:
- reale, se corrisponde a unità organizzative fisicamente individuabili (un reparto, un magazzino, ecc.)
- di comodo, se pensato fittiziamente in relazione a costi che non si possono, o non si ritiene opportuno riferire a reali centri
L'ACTIVITY BASED COSTING
Con l'activity based costing il costo pieno dell'oggetto di calcolo è dato dalla somma dei costi diretti e dei costi indiretti della
attività svolte per realizzarlo e collocarlo sul mercato. L'adozione dell'activity based costing richiede che l'impresa proceda.
- a individuare le attività svolte per realizzare l'oggetto di misurazione;
- individuare gli elementi che generano il costo di tali attività (cost driver). sono gli elementi nei quali si manifesta l'attività
produttiva; rappresentano quindi la causa del sostenimento dei costi.

I COSTI CONGIUNTI
I costi congiunti sono costi comuni ai prodotti ottenuti e la comunanza deriva da esigenze tecniche. I criteri di riparto dei costi
congiunti sono:
- l’indice quantitativo: si sceglie come base di riparto tale unità di misura fisica;
- i ricavi: si possono utilizzare come base di riparto i ricavi di vendita effettivi o presunti;
- il presunto ricavo al prodotto secondario: quando si ottengono prodotti principali e secondari si può attribuire al prodotto
secondario un costo pari al presunto ricavo di vendita; il rimanente costo industriale del processo è ripartito fra i prodotti
principali con uno dei precedenti criteri;
- l’imputazione al prodotto principale: il costo del processo produttivo è interamente attribuito al prodotto principale o ripartito
fra i prodotti principali.

Costi e scelte aziendali

LA CONTABILITÀ GESTIONALE A SUPPORTO DELLE DECISIONI AZIENDALI


Lo scopo principale della contabilità gestionale è fornire informazioni agli organi aziendali per assumere decisioni che possono
riguardare:
•L’accettazione o il rifiuto di un nuovo ordine
• Il mix produttivo in presenza di un fattore scarso
•L’eliminazione dei prodotti per i quali si rilevano delle perdite
• Make or Buy

L'ACCETTAZIONE DI UN NUOVO ORDINE


Nell’ipotesi che un cliente Inoltre all’impresa la richiesta di una fornitura a un determinato prezzo, l’impresa è chiamata a
decidere se accettare o rifiutare il nuovo ordine. L’impresa deve verificare se la sua capacità produttiva e o meno interamente
utilizzata e se deve effettuare nuovi investimenti. In secondo luogo l’accettazione o il rifiuto richiedono un confronto tra i costi
emergenti e ricavi emergenti.

IL MIX PRODUTTIVO
Definire il mix produttivo in presenza di un fattore della produzione scarso è un problema di scelta affrontato dalle aziende che
non sono in condizioni di effettuare nuovi investimenti. In presenza di un fattore limitante il management aziendale dovrà
scegliere i prodotti che conviene realizzare per primi in quanto risultano più redditizi.

L'ELIMINAZIONE DEL PRODOTTO IN PERDITA


La scarsa redditività di alcuni prodotti impone una valutazione sull’opportunità di eliminare un prodotto della produzione. Tale
decisione viene assunta confrontando i ricavi cessanti con i costi cessanti(costi variabili e costi fissi specifici):
• Se i ricavi cessanti sono maggiori dei costi cessanti non conviene eliminare la fabbricazione del prodotto
•Se i ricavi cessanti sono minori dei costi cessanti conviene eliminare la fabbricazione del prodotto in quanto questo non
contribuisce alla copertura dei costi fissi comuni.

IL MAKE OR BUY
Una scelta importante che l’azienda è chiamata a effettuare è decidere se:
• Acquistare un prodotto rinunciando a produrlo interamente
• Produrre interamente un prodotto rinunciando ad acquistarlo all’esterno
• Acquistare un nuovo prodotto all’esterno o avviarne la produzione internamente.

L'efficacia e l'efficienza aziendale


Efficacia la capacità di conseguire gli obiettivi stabiliti nella fase previsionale l’efficienza indica la capacità dell'impresa di
utilizzare in modo ottimale le risorse. si può distinguere tra efficienza interna ed esterna
l'efficienza interna misura quindi il rendimento fisico tecnico dei fattori produttivi,
l'efficienza esterna riguarda rapporto impresa ambiente

DIAGRAMMA DI REDDITIVITÀ E BREAK EVEN ANALYSIS


Il diagramma di redditività mette in evidenza le relazioni tra costi variabili, costi fissi, ricavi e volumi di produzione e consente di
determinare a quale grado di sfruttamento della capacità produttiva, o in corrispondenza a quale volume di vendita, o a quale
ammortamento di fatturato dell'impresa si realizza l'equilibrio economico.
Il punto di equilibrio corrisponde al punto di intersezione della retta che rappresenta i costi totali con la retta che rappresenta i
ricavi. A sinistra del punto di equilibrio i costi totali superano i ricavi e l'impresa sopporta perdite; a destra del punto di
equilibrio i ricavi superano i costi e l'impresa consegue utili. Nel punto di equilibrio, costi e ricavi si equivalgono e il risultato
economico è uguale a zero (pareggio).

L'analisi costi-volumi-risultati (break even analysis) consente di stabilire come si modifica il risultato aziendale se varia l'importo
dei costi variabili unitari, la quantità prodotta e venduta, il livello dei prezzi di vendita, la struttura organizzativa e produttiva.

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