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Dispensa a cura di Simone D. Scagnelli e Maura Campra, Università degli Studi di Torino.
1. Espressione di un giudizio sulla correttezza dei dati di bilancio
Il principale oggetto dell’analisi è il bilancio d’esercizio destinato a pubblicazione
annuale formato da stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa. Prima di
procedere ad elaborare i dati in esso contenuti, occorre accertare l’attendibilità
convenzionale dei valori stessi in relazione alle norme di legge e ai corretti principi
contabili a meno che il bilancio non sia già stato sottoposto a certificazione.
In particolare questa fase rappresenta un “esame critico” dei dati e dei valori
rappresentati nel bilancio d’esercizio stesso al fine di accertare un giudizio sulla:
− “espressività” dei dati medesimi, cioè mira ad individuare la “capacità
espressiva” del bilancio come fonte di dati rielaborabili ed interpretabili
agli effetti dell’analisi stessa;
− “attendibilità” del bilancio nel suo complesso, cioè è volta ad accertare la
“credibilità” dei dati di bilancio.
Al fine della formulazione dei giudizi di espressività e di attendibilità, si devono
analizzare:
− il processo di formazione (valutazione degli elementi del patrimonio) dei
valori di bilancio;
− il processo di rappresentazione dei valori esposti negli schemi di stato
patrimoniale e conto economico, nonché nella nota integrativa.
Questo procedimento comporta sia la verifica della corretta applicazione dei
postulati di bilancio e dei principi contabili, sia l’esistenza di una coerenza dei dati e
dei risultati.
Pertanto, gli interventi connessi con l’attendibilità dei valori di bilancio possono
portare, così, alla rettifica dei valori di bilancio con la conseguente variazione del
reddito d’esercizio e del connesso capitale di funzionamento.
Immateriali
Cap.proprio
Immobilizzazioni
Patrimonio netto
Materiali
Capitale di terzi
[C]
Capitale
Liquidità differite [Ld] Passività correnti
corrente
[p]
Liquidità immediate [Li]
A+B = C+D
La riclassificazione del conto economico
I dati del conto economico, in Italia già strutturato in forma progressiva, vengono,
di solito, rielaborati in modo da distinguere l’apporto in termini di reddito delle varie
gestioni aziendali (operativa, finanziaria, straordinaria e tributaria). Invece altre
riclassificazioni del conto economico, più utilizzate nei paesi anglossassoni, essendo
basate su componenti classificati per destinazione mettono in luce l’utile lordo sulle
vendite e/o il margine lordo di contribuzione.
Pensando alle elaborazioni riguardanti l’aspetto economico della gestione può
essere opportuno comprendere come riclassificare lo schema di conto economico del
bilancio d’esercizio. Infatti, i dati in esso contenuti devono essere opportunamente
riclassificati per giungere alla predisposizione di un “conto economico di analisi
reddituale”. Il conto economico di analisi reddituale può essere articolato in diversi
modi (conto economico della produzione effettuata, conto economico della
produzione venduta, ecc.), aventi ciascuno finalità informative differenti.
Caratteristica comune a tutti gli schemi è comunque quella di mettere in evidenza non
solo il reddito d’esercizio nel suo valore finale, ma anche, e soprattutto, il risultato
prodotto dalle diverse “aree” o “sub-gestioni” in cui è possibile suddividere la
gestione dell’impresa.
Tali sub-gestioni sono principalmente riferibili a:
− area tipica o caratteristica, la quale comprende quelle operazioni volte a
perseguire direttamente gli obiettivi della gestione e l’oggetto caratteristico
dell’attività economica svolta dall’impresa. Con riferimento a tale area, si
individua il cosiddetto “reddito operativo” dell’esercizio, derivante dalla
contrapposizione tra ricavi e costi afferenti l’area “tipica”;
− area atipica, di cui fanno parte le operazioni di gestione estranee all’oggetto
tipico dell’attività aziendale. Con riferimento a tale area, si individua il
cosiddetto “risultato della gestione atipica” dell’esercizio, derivante dalla
contrapposizione tra ricavi e costi afferenti l’area “atipica” (ad esempio per
un’azienda industriale i proventi da affitto di immobili civili ed i relativi costi
di gestione);
− area finanziaria, cioè il complesso delle operazioni d’esercizio legate alle
politiche di finanziamento e di gestione della liquidità. Con riferimento a tale
area, si individua il cosiddetto “risultato della gestione finanziaria”
dell’esercizio, derivante dalla contrapposizione tra proventi ed oneri di natura
finanziaria;
− area straordinaria, in cui rientrano le operazioni legate o all’attività tipica o
all’attività atipica o quella finanziaria che, data la loro non ricorrenza o il loro
carattere eccezionale, devono essere “isolate” dalle altre aree della gestione.
Con riferimento a tale area, si individua il cosiddetto “risultato della gestione
straordinaria” dell’esercizio, derivante dalla contrapposizione tra proventi ed
oneri di natura straordinaria;
− area tributaria, relativa agli oneri tributari dell’impresa (IRES, IRAP, ecc.).
Infine, il “reddito netto” dell’esercizio, deriva dalla contrapposizione di tutti i
componenti positivi e negativi di reddito giudicati di competenza dell’esercizio,
indipendentemente dall’area della gestione cui afferiscono.
Anche con riferimento a questa suddivisione in aree gestionali si possono elencare
le seguenti problematiche:
− le plusvalenze/minusvalenze patrimoniali indipendentemente dallo loro
iscrizione, se di importo rilevante, cioè capace di influenzare sensibilmente il
risultato andrebbero isolate nell’area straordinaria;
− se le voci che accolgono i costi d’acquisto e i ricavi di vendita comprendono
oneri e proventi finanziari impliciti, gli importi corrispondenti devono essere
trasferiti nell’area finanziaria (es: interessi impliciti su canoni leasing);
− se gli importi dello stato patrimoniale sono stati rettificati per tenere conto dei
beni in leasing, l’importo di conto economico riferita ai canoni di leasing oltre
a subire lo storno descritto al punto precedente va interamente azzerato. Si
iscrivono quindi i relativi ammortamenti sui beni in leasing per la quota di
competenza dell’esercizio.
Un possibile schema riclassificato di conto economico di analisi reddituale,
secondo il criterio della produzione effettuata, è riportato di seguito:
Ricavi operativi
-Costi operativi
Reddito operativo
Risultato gestione atipica
Risultato gestione finanziaria
Reddito corrente
Risultato gestione straordinaria
Risultato gestione tributaria
Reddito netto
Inoltre, quando il conto economico oggetto di analisi utilizza una suddivisione dei
costi per natura ovvero a Valore della produzione, il Reddito operativo può essere
determinato attraverso la determinazione di ulteriori risultati intermedi:
VALORE DELLA PRODUZIONE (A.1.2.3.4.5)
- COSTI ESTERNI (B.6.7.8.11.14)
= VALORE AGGIUNTO
- COSTI INTERNI (B.9)
= MARGINE OPERATIVO LORDO [MOL o EBITDA]
- AMM. SVAL. ACCANT. (B.10.12.13)
=RISULTATO OPERATIVO [EBIT]
Quando invece il conto economico oggetto di analisi utilizza una suddivisione dei
costi per destinazione ovvero a Costo del venduto, il Reddito operativo può essere
può essere determinato attraverso la determinazione di un ulteriore risultato
intermedio:
FATTURATO
- COSTI VARIABILI (1^ parte Costo del venduto)
= MARGINE LORDO DI CONTRIBUZIONE
-COSTI FISSI Industriali (2^ parte Costo del venduto)
= UTILE LORDO INDUSTRIALE
- Spese comm.li, gen.li e amm.ve (SG&A)
- Spese di Ricerca & Sviluppo
- Altri costi generali
=RISULTATO OPERATIVO [EBIT]
3. Applicazione delle tecniche di analisi di bilancio
indice di disponibilità = ≅2
Indice di liquidità = ≅1
In tal caso, la fascia di circolante caratterizzata da minore mobilità, cioè il
magazzino, dovrebbe trovare copertura finanziaria nelle “fonti rigide” del capitale
permanente, al pari degli investimenti rigidi costituiti dalle attività immobilizzate.
Tale indicatore è, a volte denominato anche indice di liquidità secco o acid test ratio
Una sintesi del significato concettuale dei margini appena descritti è presentata nel
seguente schema:
IMPIEGHI FONTI
K FISSO
PROPIO
IMMOBILIZZAZIONI
PATRIMONIO
NETTO
MAGAZZINO
K CIRCOLANTE
CCN
PASSIVITA’
Margine di
LIQUIDITA’ CONSOLIDATE
Tesoreria
DIFFERITE
DI TERZI
PASSIVITA’
LIQUIDITA’ CORRENTI
IMMEDIATE
TOTALE K INVESTITO/ACQUISITO
L’analisi patrimoniale
patrimonio ( = 1).
Le analisi di redditività
ROI =
La variazione dell’indice ROI dipende dal segno del reddito operativo, dal momento
che Ko è sempre positivo. In tal senso, il ROI. può quindi essere:
− > 0, quando Ro è positivo;
− = 0, quando Ro è nullo;
− < 0, quando Ro è negativo.
Il ROI consente soprattutto di giudicare l’efficienza degli organi di governo
dell’impresa, tenuti a rendere conto dell’amministrazione di un capitale impiegato
nella gestione caratteristica, a prescindere dalle fonti di finanziamento della gestione
medesima.
Tale indicatore segnala la capacità dell’impresa di remunerare il capitale
comunque acquisito (capitale proprio e capitale di credito), facendo leva sull’attività
caratteristica dell’impresa stessa.
Le principali variabili che influenzano il ROI dipendono dalle condizioni legate
alle politiche dell’impresa. In particolare le condizioni rilevanti sono:
− condizioni di attività aziendale;
− condizioni di efficienza;
− condizioni di elasticità.
Le condizioni di attività riguardano le fondamentali scelte di quali beni (o servizi)
produrre ed in quali quantità produrne, sulla base delle quali l’impresa si dimensiona
e si struttura in modo adeguato. Sono decisioni che coinvolgono in particolare l’area
operativa, la quale ha il compito di:
− definire, dal punto di vista qualitativo, la gamma dei prodotti e quindi la
tendenza dell’impresa alla specializzazione piuttosto che alla diversificazione
produttiva. La necessità di variare la gamma dei prodotti è causata dagli
stimoli provenienti dai mercati di sbocco e la sua concreta attuabilità dipende
dalla capacità dell’impresa di cogliere questi stimoli e di modificare il più
velocemente possibile la struttura produttiva in modo da adeguarla alle mutate
condizioni;
− stabilire, dal punto di vista quantitativo, il volume di produzione per ognuno
dei prodotti della gamma e di dimensionare opportunamente la struttura
tecnico-produttiva. Tale attività di dimensionamento e di predisposizione della
struttura produttiva si basa sullo studio della domanda e dell’offerta di
mercato, il quale ha come obiettivo quello di determinare la presumibile quota
di mercato.
Le scelte relative a cosa e quanto produrre influiscono sugli equilibri economico-
finanziari e sulla redditività, in quanto si traducono in flussi di costi e di ricavi ed in
investimenti (necessari per la predisposizione dell’”apparato” produttivo) per i quali
bisogna reperire le necessarie fonti di finanziamento.
Le condizioni di efficienza riguardano le modalità di realizzazione dei quantitativi
del prodotto o della gamma di prodotti scelti, relative alle fasi dell’acquisizione dei
fattori, della produzione e della vendita. La scelta di come combinare operativamente
l’elemento umano con quello materiale (intesi come “strumenti” per lo svolgimento
dell’attività produttiva) deve portare al conseguimento di condizioni di:
− efficienza interna o produttività, definibile come la conveniente ed opportuna,
dal punto di vista economico e tecnico, progettazione e realizzazione del
processo di produzione. La produttività è una caratteristica attitudinale
dell’impresa considerata nella sua unità e non può essere riferita
esclusivamente ad un singolo fattore o processo produttivo;
− efficienza esterna, cioè di competitività dell’impresa sia sui mercati di
acquisizione dei fattori produttivi che sui mercati di sbocco dei prodotti.
Anch’essa si presenta come caratteristica che misura l’attitudine dell’impresa
ad affrontare la concorrenza che le si presenta sul mercato.
Le condizioni di elasticità dipendono dalle modalità che l’impresa ha per ovviare,
attraverso la flessibilità del proprio “comportamento” (formalizzato dalle politiche e
dalle strategie di management) alla propria connaturale rigidità strutturale, che non le
consente di adattarsi con la dovuta rapidità ai continui mutamenti ambientali e di
mercato. Tale rigidità strutturale dell’impresa, per sua natura non eliminabile, è
causata dalla presenza di:
− costi fissi connessi ai fattori produttivi cosiddetti ad “acquisizione rigida”, la
cui incidenza quantitativa sul processo produttivo non è modificabile nel breve
periodo;
− vincoli relativamente all’utilizzo di alcuni fattori (ad esempio il fattore
produttivo lavoro, la cui flessibilità è veramente minima).
Ciascuna delle condizioni sopra esposte è sintetizzata e quantificata nel ROI.
Attraverso l’inserimento nella formula precedente del valore delle vendite è possibile
pervenire ai fattori costitutivi del ROI:
ROI. = = x
V=Fatturato
I fattori riportati nella formula esprimono rispettivamente l’indice di redditività
delle vendite (ROS.-Return on Sales) e il tasso di rotazione del capitale investito
operativo.
Il ROS è una misura della capacità remunerativa dei ricavi prodotti dalla gestione
caratteristica. Tale indicatore esprime il reddito medio operativo per unità di ricavo
netto. Il numeratore di tale indice esprime il risultato economico di un’attività
aziendale determinata dalle condizioni proprie della gestione tipica, mentre il
denominatore rappresenta, in termini monetari, il volume di tale attività, espresso in
termini di ricavi netti operativi.
Le variabili che influenzano il ROS sono:
− ricavi netti operativi, dipendenti da fattori quali le quantità fisiche vendute, il
mix ed i prezzi di vendita;
− costi operativi, costituiti da consumi di materie e servizi, costi di mano
d’opera, ammortamenti ed altri costi operativi.
Sulla base dei valori assunti dal ROS è possibile effettuare le seguenti
considerazioni:
− ROS > 0, esprime la porzione di ricavo netto ancora disponibile dopo la
copertura di tutti i costi attribuiti alla gestione tipica. Un valore positivo
dell’indice segnala l’ulteriore capacità dei ricavi operativi per la copertura sia
dei restanti costi ed oneri d’esercizio, sia della remunerazione del capitale
proprio.
− ROS = 0 indica che la capacità remunerativa dei ricavi tipici è limitata alla
sola copertura di tutti i costi tipici, restando così scoperti i rimanenti costi di
gestione, sempre che non intervengano proventi atipici o straordinari.
− ROS < 0 esprime l’impossibilità dei ricavi operativi di coprire almeno tutti i
costi operativi, la gestione tipica dell’impresa non è in grado di produrre utilità
economica, anzi la distrugge.
Il secondo fattore di scomposizione del ROI. è rappresentato dal cosiddetto tasso
di rotazione del capitale investito o turnover del capitale investito. Esso esprime, sotto
il profilo economico, il ricavo medio per ogni unità di investimento operativo
(espressa in termini monetari). In altri termini, tale indice segnala il numero di volte
in cui il capitale investito si è trasformato in risorse finanziarie per effetto della
vendita dei prodotti.
Dall’analisi congiunta dei due fattori esaminati in cui è possibile scomporre il
ROI., si evince che la redditività operativa della gestione dipende dai seguenti
elementi:
− margini di profitto che si ottengono per ciascuno dei processi acquisto materie
prime>produzione>vendita prodotti finiti” (ROS);
− velocità con cui tali cicli si ripetono nel corso di un esercizio (rotazione del
capitale investito).
È per tale motivo che, in teoria, esistono due possibili comportamenti delle
imprese:
− imprese che scelgono una politica di bassi margini sulle vendite e che, per
ottenere una redditività soddisfacente, debbono realizzare un’elevata rotazione
del capitale investito (ad esempio le imprese della grande distribuzione);
− imprese che scelgono una politica di elevati margini sulle vendite, accettando
di realizzare una minor velocità di rotazione del loro capitale investito (ad
esempio produttori di beni di lusso).
ROE = = x x x
dipende in primo luogo dal ROI ( ), che sintetizza tutte le condizioni operative
una data situazione finanziaria. Tale rapporto ha un effetto moltiplicativo del ROI
poiché esso assume sempre valori superiori ad 1, tranne quando tutte le risorse
globale sul reddito operativo ( ). Tale quoziente può assumere i più svariati
valori. Infatti, esso dipende dal segno di Rn e di Ro (che può essere positivo e
negativo) e dal loro valore assoluto.
p+π
ROE = ROI + (ROI-i) x x (1-t)
N