Sei sulla pagina 1di 77

RIASSUNTI TEODORI

CAPITOLI RELATIVI
ALL'ANNO 2019 2020
ECONOMIA AZIENDALE II
marco maffei federico ii
Economia Aziendale II
Università degli Studi di Napoli Federico II
76 pag.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
CAPITOLO 1
1.1 le finalità dell’analisi di bilancio:

l’economicità permette di mantenere la durabilità e l’autonomia in quanto nel lungo periodo consiste
nell’ottenimento di due equilibri:reddituale e monetario.Sebbe sappiamo che l’impresa è influenzata da fattori non
economici data la sua impostazione di istituto economico-sociale,si preferisce analizzare il comparto monetario e la
relativa economicità di quest’ultimo al fine poi di perseguire anche altri obiettivi.

La valutazione dell’economicità: richiede misurazioni sistematiche rappresentate nel bilancio d’esercizio,individuale


o consolidato.La misurazione sistematica,dunque questo processo di sintesi periodica,è fondata sul presupposto di
impresa in funzionamento al fine di determinare il reddito d’esercizio e il correlato capitale di bilancio.Il bilancio è da
sempre anche destinato a pubblicazione per soggetti terzi interessati all’andamento economico dell’impresa.Quindi
per formulare completi giudici è necessario sottoporre il bilancio ad analisi di bilancio che consiste nello scomporre il
bilancio ed esaminarlo nelle sue parti elementari.

Le principali tecniche di analisi sono:

a) la riclassificazione delle tavole di sintesi


b) i quozienti o indici di bilancio
c) i flussi monetari e finanziari

Nell’ambito del lavoro si sviluppano pienamente le prime due privilegiando la dimensione quantitativa.

L’analisi di bilancio fornisce sintomi e NON LE CAUSE dei fenomeni e in particolare nel GIUDIZIO COMPLESSIVO
rientrano le interpretazioni quantitative e qualitative in quanto il bilancio dev’essere analizzato anche in quelle
componenti qualitative(contesto in cui opera l’impresa,strategie perseguite,business model,grado di concorrenza e
innovazione) e quantitative non monetarie.Proprio a tali componenti non quantitative in termini monetari,il
D.Lgs.n.254/2016 stabilisce che per alcune imprese e gruppi di grandi dimensioni alcuni obblighi comunicativi
riguardanti ad esempio: tematiche ambientale,sociali,attinenti al personale,al rispetto dei diritti umani,alla lotta contro
la corruzione attiva e passiva.

ANALISI DI BILANCIO DURANTE IL TEMPO: al fine di fornire un’analisi completa,risulta inefficace analizzare un solo
periodo che magari è stato influenzato da eventi positivi difficilmente ripetibili,ma è molto efficace analizzare bilanci
consecutivi (tre o quattro anni) al fine di esprimere valutazioni esaustive conferendo alle informazioni il giusto
carattere dinamico.Anche analizzare periodi troppo lunghi,analogamente ai periodi troppo brevi,può generare
difficoltà in termini di omogeneità quando ci si trova in condizioni economiche in rapido mutamento.Infatti dopo una
crisi importante,si compara (perché è la comparazione che c’interessa e non la distanza da un periodo le cui condizioni
economiche non sono replicabili)il bilancio attuale con quello prima della crisi quando però il livello dei parametri pre-
crisi sono raggiungibili.

1.2 La metodologia di analisi:

La struttura del bilancio come prevista dalla normativa non permette di ottenere indicazioni esaurienti sulla concreta
situazione reddituale.Ciò conduce alla necessità di rielaborare le informazioni attraverso alcuni interventi
riconducibili alle tre tecniche precedentemente elaborate(1.1):

a) Riclassificazione secondo criteri specifici


b) Comparazione per rapporto i differenza dei valori o degli aggregati riclassificati,individuando quindi indici di
bilancio
c) Lettura finanziaria e monetaria dei fenomeni aziendali quindi dello stato patrimoniale riclassificato e analisi
dei flussi e rendiconto finanziario.

Quindi l’analisi di bilancio risponde alle seguenti domande:qual è la situazione economica globale dell’azienda?
Quali sono le cause?Quali sono le aree su cui è necessario concentrare l’attenzione?I problemi emersi sono
temporanei o duratuti?.Al riguardo,le fasi rilevanti sono:

1 lettura del bilancio come momento di prima interpretazione

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
2 riclassificazione conto economico,stato patrimoniale e rendiconto finanziario

3 costruzione di indicatori

4 analisi della dinamica finanziaria e monetaria

5 valutazione complessiva dell’azienda

RENDICONTO FINANZIARIO: a partire dal D.Lgs.n.139/2015 il rendiconto finanziario è obbligatorio a partire


dall’esercizio del 2016 tranne per micro imprese e imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata.Quindi
siccome il bilancio è destinato ad interpretazione esterna,sarà necessario per gli analisti scrivere di proprio pugno
il rendiconto finanziario di micro imprese e imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata.

Tornando al discroso precedente dei 5 punti,questi sono seguiti in linea generale sempre,tuttavia bisogna
analizzare diversi fattori o elementi al fine di usare la migliore metodologia possibile;sono i seguenti

-tipologia di imprese: finanziaria/non finanziare,il volume è indirizzato a imprese non finanziarie

-bilancio di riferimento: individuale/consolidato

-dimensione: bilancio ordinario/abbreviato/micro imprese,è il bilancio ordinario che fornisce la maggiore


espressione dell’analisi di bilancio

-corpus di principi:nazionali(OIC,codice civile)/internazionali IAS IFRS

-attività svolta: imprese con/senza attività regolamentata,nel primo caso,sono disponibili ovviamente maggiori
informazioni quali-quantitative.

-obblighi informativi: quotate/non quotate.

La metodologia proposta ha il fine di analizzare l’assetto economico globale in 4 sottosistemi ognuno dei quali fa
riferimento a una dimensione strutturale rilevante:

1 solidità

2 redditività
3 liquidità
4 sviluppo

Nell’ambito delle singole dimensioni utilizzando indici di primo livello si identificano gli elementi base del sistema,i
quali indici di primo livello possono essere approfonditi da indici di secondo livello anche non sempre è necessario
utilizzarli. Nella fase successiva si individuano le relazioni tra le singole dimensioni sovracitate.

1.3 IL BILANCIO COME STRUMENTO DI SODDISFACIMENTO DEI FABBISOGNI INFORMATIVI DEI DIFFERENTI
DESTINATARI E UTILIZZATORI:

I destinatari sono svariati e non tutti in realtà riescono a soddisfare i propri fabbisogni,quindi si distinguono in effettivi
e teorici .Infine il bilancio destinato a pubblicazione risulta essere l’unico strumento informativo per quei soggetti terzi
che non hanno strette relazioni con l’impresa tali da fornire loro delle informazioni interne.Ecco l’elenco dei
destinatari:

-conferenti di capitale di risparmio: Utile per i soci di moniranza e per valutare il ritorno dell’investimento effettuato

-manager e azionisti delle piccole e medie imprese:le loro conoscenze sull’andamento economico sono effettuate
attraverso strumenti di controllo della gestione,ossia attraverso il management accounting si valuta l’operato dei
manager per definire un loro licenziamento o un rinnovo di contratto TRA LE FUNZIONI PRINCIPALI

-conferenti capitale di prestito:i finanziatori concentrano la loro attenzione sul grado si solvibilità (a breve e medio
lungo termine) e più il prestito è lungo più l’analisi è approfondita.Tra coloro che prestano rientrano le banche,le
società di leasing,le società di factoring.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-investitori istituzionali: private equity,venture capital per i quali il bilancio è solo uno degli strumenti della globale
comunicazione economica.

-analisti finanziari:molto simili a finanziatori o investitori,esistono differenti tipologie: equity o credit

-prestatori di lavoro e sindacati: quando esistono politiche di remunerazione in base ai risultati di bilancio e a tal
proposito esiste l’indicatore del valore aggiunto o margine operativo lordo e dalla lettura è possibile fare
considerazioni su politiche attuali e future di crescita,di consolidamento dell’impresa,oltre che della sostenibilità di
incrementi salariali e paini pensionistici.

-concorrenti: TRA LE FUNZIONI PRINCIPALI,si usa per individuare punti di forza e debolezza e inoltre si confrontano
gli indici delle altre imprese con l’impresa propria per vedere i propri indici come sono comparabili rispetto a quelli del
mercato in generale

-fornitori: considerazioni analoghe ai finanziatori,anche se l’esistenza di un rapporto commerciale limita l’importanza


dello strumento tranne quando esistono accordi di rilevante importanza.Per i fornitori di servizi tra i quali rientrano le
società di assicurazione del credito si dà importanza alla formulazione di un rating.

-clienti: anche qua l’intersse è limitato fatto salvo il caso in cui c’è uun rapporto contrattuale rilevante.Inoltre le
difficoltà economico-finanziarie dell’azienda fornitrice possono ripercuotersi sull’azienda cliente.

-revisori: TRA LE FUNZIONI PRINCIPALI, è la base su cui operano tali soggetti quindi per loro è fondamentale per
individuare aree critiche su cui porre l’attenzione, del grado di economicità e del rischio operativo,finanziario e
complessivo.Inoltre siccome il revisore ha un rapporto stretto con l’impresa è imputato proprio alla costruzione del
bilancio.

-agenzie di rating:l’analisi di bilancio non è fondamentale in quanto loro si avvalgono di molteplici elementi.

-amministrazione finanziaria: usano il risultato emergente dal conto economico per il calcolo dell’imposizione
tributaria

-amministrazione pubblica:poco interssata salvo il caso in cui sussista rapporto di appalto e le dimensioni critiche
sono rappresentate da solidità e redditività

-organi giudiziari: interessati al bilancio in casi di crisi o contenzioso tra soci

-ricercatori: è elemento primario per attuare indagini con finalità conoscitive e scientifiche

-utilizzatori intermedi o con fini statistici: i primi sono le imprese che forniscono analisi su specifiche imprese o su
determinati settori di attività,i secondi si occupano dell’andamento globale economico di determinati settori o aziende
utilizzando strumenti statistici.

-stampa economica: utilizzano il bilancio per formulare commenti e valutazioni

-consumatori e opinione pubblica: analizzano costi pubblicitari,ambientali,della sicurezza e della qualità.Per questi
interlocutori è più rilevante il bilancio ambientale.

1.4 LE CONDIZIONI DI EFFICACE IMPIEGO DELL’ANALISI:

Dopo aver definito finalità e metodologia di analisi si presentanto tre condizioni limitanti

1 all’oggetto di analisi: si ricordano le politiche di bilancio,la dinamica inflazionistica,scarsità e qualità delle


informazioni.Questa condizione fa riferimento al bilancio d’esercizio nel quale alcuni valori possono non essere
economicamente giustificati in seguito a politiche di bilancio strumentali.Inoltre nei documenti delle piccole e grandi
aziende spesso esistono note integrative e relazioni sulla gestione molto generali e sintetiche.INFATTI
L’ADEGUATEZZA DEGLI INIDICI DI BILANCIO E DEI FLUSSI FINANZIARI DIPENDE DALLA COMPLETEZZA INFORMATIVA
LA QUALE PERMETTE IN PRIMIS UNA COMPLETA RICLASSIFICAZIONE DELLE TAVOLE

2 alla scelta degli strumenti: si ricordano le metodologie di riclassificazione non coerenti con obiettivi
perseguit,modesta espressività dei singoli indici slezionati,mancata ricerca di indici specifici per la realtà indagata.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Infatti la seconda limitazione riguarda adesso l’analisi del bilancio e la sua riclassificazione ,riclassificazione che è un
momento fondamentale nel quale se vengono compiuti errori(anche sulla base di generalità informativa di cui il punto
1) compromette l’analisi successiva.Tra le decisioni fondamentali rientrano i criteri di rielaborazione e e quali aggregati
rielaborare.Infatti è importante cogliere gli effetti di alcune classi di valore che caratterizzano il tipo di impresa e ciò è
possibile utilizzando indicatori specifici che integrano o sostituiscono quelli “tradizionali”che in questi contesti non
saranno adeguati

3 all’utilizzo degli strumenti: mancato ricorso al sistema di indici in fase interpretativa,esclusione delle variabili flusso
nella costruzione degli indici,assenza di nessi con l’analisi della dinamica finanziaria.

L’ultima condizione riguarda la fase interpretativa infatti è necessario utilizzare un gruppo di indici dalle cui relazioni
tra loro sia matematiche che logiche si possano estrapolare gli elementi per effettuare la valutazione(la valutazione
avviene in base ai risultati matematici in sintesi).La fase preliminare della determinazione degli indici è individuare i
loro LIMITI infatti la loro applicazione dev’essere ragionata e NON MECCANICA perché come già detto,se esistonon
indici validi nella generalità non si può escludere di formularne dei nuovi poichè meglio adatti a perseguimento di
determinati scopi conoscitivi.Un indice considerato singolarmente non fornisce indicazioni particolari ed è solo un
numero diviso per un altro,va messo a confronto con altri parametri e in un sistema in cui assumono importanza le
relazioni di interconnessione tra gli elementi..Da ciò discende che non riveste nessun significato attribuire un valore
“normale”o “standard” ad un indice poiché quest’ultimo dipende dalle condiioni in cui opera l’azienda e dalle sue
scelte operative.

AD ESEMPIO: il rapporto d’indebitamento da solo non dà informazioni sulla solidità, ma dev’essere correlato da
grado di rischio operativo e finanziario per dare un buon grado di solidità dell’azienda.E la sua interpretazione sarà
ancora più differente se l’azienda appartiene a un settore maturo,in espansione o in declino o ad alta tecnologia.

ALTRO ESEMPIO RIGUARDA I VALORI ANOMALI:ad esempio un costo medio del denaro superiore a qualsiasi tasso di
usura o una durata del magazzino di anni.in questi casi si deve capire la ragione del valore anomalo ed escluderlo
dall’analisi.

Altro caso di valori anomali:quando un indicatore ha numerato o denominatore negativo e ci si chiede se utilizzarlo o
meno ad esmpio: se si calcola il rapporto tra reddito netto e mezzi propri non vi sono problemi a fronte di una
perdita che determina redditività negativa il problema si pone quando i mezzi propri hanno segno negativo e in
questo caso,matematicamente,l’indice è “positivo”ma la situazione reddituale è compromessa.

Altro caso di valori anomali per il rapporto d’indebitamento: dato da debiti/mezzi propri,se i mezzi propri sono
negativi,l’indicatore non è espressivo.

IL PUNTO CHIAVE E’ VALUTARE CON ATTENZIONE I VALORI UTILIZZATI PER IL CALCOLO,COSI COME EMERGENTI
DALLA RICLASSIFICAZIONE.

Inoltre quello specificato per gli indici vale anche per le risorse finanziarie e in partiolare e in aggiunta gli indici e i
flussi forniscono informazioni differenti ma sono complementari.Quindi se tra i due non esistono momenti di
integrazione qualitativa-quantitativa l’analisi sarà carente e quindi poco significativa.

1.5 I TERMINI DI RIFERIMENTO PER L’APPREZZAMENTO DEGLI INDICATORI:

L’analisi tramite indici sintetizza la situazione patrimoniale,finanziaria e reddituale.Cio porta a due riflessioni:

LA PRIMA: RIGUARDA IL TIPO DI ANALISI

-TEMPORALE: interpreta l’evoluzione nel tempo degli indicatori

-SPAZIALE: pone a confronto gli indici di un’azienda con indici esterni

LA SECONDA:le due analisi sovradescritte non sono alternative e ci introducono al fatto che l’azienda dev’essere
paragonata ad agenti esterni o interni.

a)agenti esterni: dati(medie) del settore,concorrenti,altre aggregazioni rilevanti.

b)agenti interni:rapporti trra valori simultanei,i quozienti storici e i quozienti obiettivo.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
1.6 I PARAMETRI ESTERNI PER LE COMPARAZIONI INTERAZIENDALI:

LE MEDIE DI SETTORE: E’ il parametro più diffuso ma presenta notevoli problematiche:

1 il concetto di settore è troppo ampio e molte imprese operano in più settori costringendo ad individuare quello
principale in base al fatturato.Questa problematica di dimensione del settore,aumenta al crescere delle dimensioni
dell’azienda.

2 proprio per la sua ampiezza,il suo valore medio è poco indicativo se non correlato a indicatori che indicano il grado
di variabilità.

3 riaguarda le modalità di calcolo:infatti due elementi devono essere omogenei,nel senso che devono avere stesse
modalità di calcolo,infatti nella realtà esistono indicatori dallo stesso nome,ma calcolati in modi differenti,in
particolare per gli indici di redditività.

LE FASI SU CUI SI ARTICOLA IL RAFFRONTO

a) attribuzione dell’impresa al settore di appartenenza: nel caso in cui non è determinabile facilmente si fa
riferimento al codice ateco(particolare limite perché è un codice “generale”)che ha valore statistico e non è
molto preciso perché è frequente che le imprese tra loro concorrenti abbiano differenti codici.
b) Individuazione dei dati comparativi: le principali fonti “pubbliche”disponibili sono rappresnetate dalle
pubblicazioni di mediobanca.Un problema da non trascurare è l’aggiornamento che per ragioni di
disponibilità dei bilanci è molto lento.
c) Valutazione del grado di comparabilità: è il momento più critico e serve a comprendere come il soggetto
fornitore dei dati riclassifica i bilanci,quali indicatori utilizza e come vengono calcolati.
d) Adattamento e confronto: siccome non esiste uniformità tra metodi e valori medi,dopo un adeguamento si
procede al confronto.E’ utile per analizzare struttura patrimoniale e finanziaria piuttosto che la
redditività,perché si identificano per struttura patrimoniale e finanziaria più omogeneità.

Vi sono alcune società specializzate nell’analisi di peculiari settori di attività che costruiscono specifici valori
medi,tuttavia tali informazioni non sono di libera consultazione.

A causa di tutti questi limiti è preferibile ricorrere in luogo delle medie di settore ai valori comparto relativi ai
concorrenti diretti o ad altri riferimenti esterni.

GLI INDICI DEI CONCORRENTI O DI COMPARTO:

Si sostituisce il concetto di settore con quello meno ampio di comparto,inteso come l’insieme dei concorrenti
diretti,che facilita la comparabilità e l’individuazione di punti di forza e debolezza.Tuttavia è necessario valutare in
via preliminare la data di chiusura dei bilanci(date differenti rendono malcerta la comparabilità) e i principi
contabili usati(principi contabili non omogenei sono frequenti in aziende che operano in paesi diversi e che non
usano IAS E IFRS),quindi l’analista deve definire se queste differenze possono incidere sull’analisi,che si articola in
4 fasi

1 individuazione dei concorrenti diretti

2 analisi economica dei loro bilanci utilizzando una metodologia comune

3 individuazione delle imprese del comparto eliminando quelle che ad esempio sono commerciali mentre le altre
sono produttive in quanto potrebbero alterare alcuni indicatori

4 comparazione attraverso il calcolo di indici medi e se necessario di indicatori di variabilità(tanto più necessari quanto
maggiore è la numerosità delle imprese).In questa fase si individua la posizione dell’impresa rispetto alle concorrenti
e i relativi punti di forza e di debolezza.

LA QUARTA FASE: PUO’ ESSERE EFFETTUATA IN DUE MODALITA’

1 media degli indici delle singole imprese

2 valori standardizzati

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Il ROI medio del comparo è 9,8,l’azienda B ha redditività più elevata di tutti dovuta a maggiore ritorno sulle
vendite,mentre C ha i valori più modesti in assoluto .A nonostante la minore redditività su vendite anche rispetto a C
ha la migliore efficienza nell’uso del capitale che le fa ottenere performance complessive migliori di C.D infine ha i
valori più prossimi alle medie ed è la seconda nel comparto.

Utilizzando i valori standardizzati si ottengono le stesse informazioni in modo diretto e sintetico infatti appare subito la
differenza tra singola impresa e valore medio..Tale trasformazione è caratterizzata dal possedewre una media pari a
zero e uno scarto quadratico medio pari a 1.Quindi C ha un ROI che diverge dal valore medio di 1,17 volte in
negativo,cioè presenta uno scarto di 1,17 volte dalla media.B ha il ROI migliore con 1,5 volte in positivo.Questa
seconda modalità è più semplice perché il valore di riferimento è zero che in una rappresentazione grafica coincide
con l’origine degli assi.Infine essendo i valori standardizzati dei numeri puri è possibile sommare tra loro indici
differenti per determinare uno score sintetico e al crescere del valore,migliore sarà lìimpresa.La disponiblità dei valori
medi rappresenta una delle modalità di confronto:analisi più mirate possono consistere nel confronto diretto con una
delle imprese del comparto quale ad esempio le leader.

ALTRE AGGREGAZIONI:

esistono altre aggregazioni che possono rivestire sia il ruolo di soggetto da analizzare,sia quello di parametro di
riferimento per la singola impresa e sono le filiere,le reti i distretti,l’area geografica e la dimensione.

1.7 i parametri interni per le comparazioni temporali:

i rapporti sistemici:

si osserva la coerenza interna del sistema:un indicatore è valutato positivamente se in equilibrio.ESEMPI:effetto della
leva finanziaria,della composizione del ROI,dal confronto tra tassi di crescita e del capitale investito e dei mezzi
propri,tuttavia forniscono informazioni sulla singola impresa,quindi interne e non la situazione rispetto ai concorrenti
e all’esterno.

Quozienti storici

Rappresentano la base di partenza “naturale” per ulteriori indagini ed sono di riferimento per analisi orizzontali.

Quozienti obiettivo:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
presuppongono l’esistenza di budget dal quale mergono parametri in oggetto.Derivano dall’utilizzo delle tavole di
sintesi previsionali

INFINE:le singole tipologie si parametri come già detto non sono alternative quindi possono essere usate tra di loro
oltre che essere complementari.

CAPITOLO 2
2.1 LE FASI DELLA METODOLOGIA DI LETTURA:

Nell’ambito della lettura di bilancio destinato a pubblicazione esiste il momento preliminare della lettura che è una
fase non temporalmente,ma logicamente precedente alle successive fasi di formulazione di indici e
interpretazione.L’analisi in sé non è meccanica,quindi non è destinata a formulare indici,bensì è composta da fasi di
lettura e interpretazione di documenti importanti di integrazione come la Nota Integrativa e la Relazione sulla
Gestione,quindi questa lettura preliminare,individua:il quadro di riferimento all’interno del quale collocare
l’impresa,gli elementi di criticità da approfondire,le caratteristiche distintive.Dunque la lettura è cosi strutturata:

-PREDISPOSIZIONE DI UNA METODOLOGIA SPECIFICA: per la comprensione delle relazioni tra combinazione
economico-produttiva e sistema dei valori(2.1 e 2.22)

-VALUTAZIONE DEL GRADO DI DISCREZIONALITA’ DEL REDDITO E DELLA SUA QUALITA’(2.3)

LE FASI DI LETTURA DEL BILANCIO D’ESERCIZIO:

1 lettura della relazione sulla gestione: la relazione sulla gestione fornisce indicazioni riguardo le condizioni
dell’ambiente economico nel quale opera l’impresa,l’evoluzione dei mercati di sbocco e approvigionamento,scelte di
investimento e finanziamento,quindi sull’andamento gestionale complessivo.E’utile per comprendere i rischi e
incertezze legati all’impiego di strumenti finanziari derivati tenendo conto anche delle eventuali coperture poste in
essere che riguardano l’azienda.

2 lettura della nota integrativa: in questa fase occorre valutare la concreta funzione informativa e il grado di
analiticità al di là delle indicazioni obbligatorie per legge degli art 2427 e 2427-bis .Deve permettere di interpretare i
valori specialmente di specie residuale o di particolare rilievo ed è necessario capire e verificare l’esistenza di alcune
deroghe date da leggi speciali e comprendere gli effetti da queste prodotti nonché esaminare attentamente la scelta
data l’eccezionalità del fenomeno.

3 lettura delle tavole di sintesi: Per Conto Economico e Stato Patrimoniale le difficoltà di comprensione e
comparabilità sono quasi nulle dato che sono tavole relativamente vincolate nella loro redazione,anche se possono
essere modificate parzialmente grazie all’art.2423-ter ed è di fondamentale importanza capire origine e specie di
alcune classi,come riserve o fondi.

Per il rendiconto finanziario: essendo che il codice civile non presenta uno schema di riferimento vincolante questo è
estrapolato implicitamente dall’OIC 10,quindi è necessario prestare particolare attenzione a come il documento è
costruito dato l’alto grado di innovatività per molte imprese italiane.

4analisi delle principali variazioni intervenute nelle classi di valori delle tavole di sintesi: Per legge nelle tavole di
sintesi sovradescritte (C.E. S.P) sono inseriti anche i valori dell’esercizio precedente,quindi quelle variazioni
significative sono da tenere d’occhio per trovarne le cause determinanti ed eventualmente approfondire se necessario

5lettura delle tavole integrative al bilancio: in tali prospetti ci sonoo informazioni che non sono contenute nella nota
integrativa ad esempio la natura di crediti e debiti e in particolare queste tavole integrative sono: prospetto nella
variazione del patrimonio netto,stato patrimoniale e conto economico riclassificati eventualmente integrati da alcuni
indicatori(raro il rendiconto riclassificato),i valori per segmenti di attività,lo schema per la determinazione della
posizione finanziaria netta

6lettura critica dei criteri di valutazione: è fondamentale capire se l’azienda ha cambiato i criteri di valutazione da un
anno all’altro e i loro effetti sul reddito d’esercizio.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
AD ESEMPIO: è interessante osservare se l’azienda ha effettuato rilevanti capitalizzazioni al fine di aumentare il
reddito del periodo (e ridurre quelli futuri) oppure se ha compiuto svalutazioni/rivalutazioni straordinarie.

Riferendoci al primo esempio della capitalizzazione dei costi,recentemente si capitalizzano i costi di sviluppo e NON
SI CAPITALIZZANO QUELLI PER PUBBLICITA’ quindi con riferimento ai costi di pubblicità,va capito se sono stati
eliminati retroattivamente dal patrimonio netto oppure se sono stati mantenuti.Con riferimento invece ai costi di
sviluppo va controllato se esistono dei cambiamenti rispetto al passato in particolare rispetto al loro periodo di
ammortamento che deve seguire la vita utile e non più un periodo non superiore a 5 anni,infatti questo potrebbe
generare comportamenti opportunistici da parte delle aziende.ANALOGAMENTE VALE PER L’AVVIAMENTO.

Ultimo aspetto: riguarda i criteri di costo ammortizzato e fair value che sono particolarmente complessi oltre a non
essere obbligatori e non permettono una facile comparabilità.

7individuazione dell’esistenza di operazioni o procedure straordinarie: le operazioni straordinarie generano


discontinuità nell’analisi perché scombussolano la situazione costringendo a ripartire da una nuova analisi dal
momento dell’operazione straordinaria.Anche la presenza di procedure concorsuali rende difficoltosa l’analisi in
particolare per il concordato preventivo.

8identificazione dei componenti straordinari: La nuova normativa ha abrogato l’area E del conto economico riservata
ai componenti straordinari,quindi in base al punto 13 dell’art.2427 si deve indicare in nota la natura e l’importo di tali
componenti straordinarie anche se si nutrono forti dubbi nella loro iscrizione,il che rende più difficoltosa l’analisi.

9analisi incrociata di congruenza tra relazione sulla gestione e nota integrativa: riguarda la verifica delle ragioni della
modifica dei criteri e l’esame di alcune aree di bilancio.

Ad esempio: per gli ammortamenti,nella relazione sulla gestione si dovrebbero trovare le ragioni per le quali in nota
integrativa sono state modificate le aliquote di calcolo.Se ciò non avvenisse ci sarebbe un contrasto tra le informazioni
contenute (in questo caso tra le info della relazione e della nota).

10lettura della relazione del collegio sindacale: il compito del collegio sindacale è di vigilare sull’osservanza della
legge e dello statuto,vigilare sul rispetto dei principi di corretta amministrazione e sull’adeguatezza dell’assetto
organizzativo,amministrativo e contabile.Sono comunque informazioni utili in fase di interpretazione qualitativa.

11lettura della relazione di revisione(controllo contabile): l’obiettivo è controllare la conformità del bilancio alle
norme civilistiche e ai principi contabili.Assume particolare rilievo la presenza di eccezioni rilevate dai revisori che
possono portare ad attese che non possono essere soddisfatte nel reale e tale fenomeno è detto expectation gap

12 determinazione del grado di discrezionalità e del grado di attendibilità del reddito: L’ESAME E’ SU DUE LIVELLI:

-per aziende “autonome”:ci si riferisce alla rilevanza differente delle quantità economiche certe e quelle
stimate,congetturate nella determinazione del reddito.

-per aziende appartenenti ad un gruppo: il concetto di “attendibilità” richiama la genesi di alcune quantità
economiche certe che si sono formate in base ad una determinazione prezzi-costo e prezzi-ricavo nell’interesse del
gruppo.

13analisi delle principali operazioni intragruppo e della loro possibile influenza sul risultato economico e sulla
situazione patrimoniale: Infatti prima di analizzare un’impresa è necessario determinare il grado di autonomia.

Ad esempio: il bilancio di un’impresa appartenente ad un gruppo può essere influenzato dal gruppo,per esempio
un’azienda può presentare un grande fatturato derivante però da vendite alle società del gruppo,oppure ottenere
finanziamenti agevolati da società del gruppo in base alle dinamiche intragruppo.

Si costruiscono i seguenti rapporti d’incidenza per valutare l’autonomia di un azienda:

-ricavi intragruppo/ricavi totali

-costi intragruppo/costi totali

Questi primi due permettono di definire l’impatto reddituale derivante dalle operazioni intragruppo.PIU’ SONO
GRANDI COME RAPPORTI E MENO E’ AUTONOMA L’AZIENDA.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-debiti intragruppo/debiti totali

-crediti intragruppo/crediti totali

Questi altri invece oltre a valutare la struttura patrimoniale e finanziaria,danno informazioni per interpretare i prezzi-
costo e prezzi-ricavo finanziari.

Al ridursi dell’autonomia il bilancio del singolo risulta essere meno espressivo,è quindi più utile consultare il bilancio
consolidato del gruppo.

14 individuazione della rilevanza dedicata a tematiche ambientali e sociali: non è direttamente funzionale
all’analisi ,m è utile per le grandi aziende che hanno grande relazione con l’ambiente esterno al fine di costruire il
contesto di riferimento in cui operano.

15 analisi di sintesi con la costruzione del profilo qualitativo dell’informativa disponibile: riguarda le valutazioni finali
sulla qualità delle informazioni ottenute dall’analisi di bilancio di quelle imprese che redigono il bilancio in forma
abbreviata(micro imprese,piccole e medie imprese),rimarcando il fatto che comunque ill bilancio in forma abbreviata
non riesce ad essere esaudiente dal punto di vista qualitativo delle informazioni fornite proprio per la sua struttura piu
esemplificata.

16 scelta degli strumenti per l’analisi di bilancio,in termini di schemi di riclassificazione,indici di bilancio,flussi
finanziari e monetari: momento cruciale complessivo nel quale dopo aver stabilito le caratteristiche della
combinazione economico-produttiva(in tutti i punti sopra praticamente),si devono individuare gli schemi di
riclassificazione che permettono di rappresentarla e ciò vale anche per gli indici ricordando che l’applicazione di
metodologie standard non consente il raggiungimento degli obiettivi dell’analisi.

2.2 IL RUOLO DELLA NOTA INTEGRATIVA E DELLA RELAZIONE SULLA GESTIONE AI FINI DELL’ANALISI DI BILANCIO:

Le informazioni integrative,supplementari e di specie qualitativa che non si trovano nelle tavole di sintesi vengono
raccolte e inserite in uno specifico elemento del bilancio che la normativa suddivide in:Nota Itegrativa e Relazione
sulla Gestione. Riferendoci all’elemento suddiviso in nota e relazione questo fornisce informazioni:

a) Descrittive: ossia un commento sull’evoluzione e composizione di determinati valori.Questa funzione è tipica


della nota integrativa.
b) Informativa: consiste nell’aggiunta di informazioni non espresse nei valori di bilancio oppure per
informazioni non quantificabili.Questa funzione è tipica di entrambi
c) Esplicativa: guida all’interpretazione dei valori e del contesto in cui l’impresa ha operato ed opererà.Questa
funzione è tipica della Relazione sulla gestione.

NOTA INTEGRATIVA:

E’ PARTE INTEGRANTE DEL BILANCIO, e include le informazioni necessarie per una lettura e interpretazione
significativa dei valori di stato patrimoniale e conto economico.Tali informazioni devono essere presentate nello
stesso ordine delle tavole di sintesi quindi all’interno della nota si identificano le informazioni:

-fondamentali richieste dall’art 2427

-subordinate,da inserire solo al verificarsi di un determinato fenomeno oppure se richieste da articoli dl codice.

Di seguito il contenuto utilizzando la stessa enumerazione dell’art 2427.

1 criteri di valutazione e conversione:discussi in 2.1

2 movimenti delle immobilizzazioni: si tratta del dettaglio delle voci si stato patrimoniale(immobilizzazioni) e conto
economico(ammortamenti,svalutazioni e rivalutazioni).Di rilievo è il valore dei fondi ammortamento,che non
compaiono generalmente a stato patrimoniale.Inoltre da qui si desumono approssimativamente segnali su politiche
d’investimento,disinvestimento e futuro utilizzo(ammortamenti e svalutazioni) attuate dall’impresa.

3 informazioni analitiche sui costi capitalizzati: oltre alla composizione analitica è importante individuare le
motivazioni economiche sottostanti alla scelta.Si presta molta attenzione alle aziende con un utile modesto o una

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
perdita in quanto l’operazione di capitalizzazione dei costi permette il miglioramento nel breve termine di utili e
perdite d’esercizio.

3 bis riduzione di valore delle immobilizzazioni: collegato al punto 2,interpreta le cause di riduzione di valore3 su
immobilizzazioni materiali e immateriali ed è importante per la valutazione di alcuni indici di solidità e della futura
capacità di produrre reddito.

4variazioni nella consistenza delle altre classi attive e passive: si pensi al TFR o ai fondi rischi e spese future,infatti per
ciascuno sono forniti il valore iniziale,l’incremento per l’adeguamento del periodo(importante per il calcolo di alcuni
flussi finanziari e monetari utilizzati come numeratore di indici di liquidità),la riduzione per l’utilizzo e il valore finale.La
medisima informazione dev’essere disponibile per le voci del patrimonio netto.

5elenco delle partecipazioni in imprese controllate e collegate: è importante per comprendere i legami instaurati con
le altre imprese e va letto congiuntamente alla sezione dei legami con altre imprese della relazione sulla gestione.

6crediti e debiti di durata superiore a 5 anni:comprende i valori dello stato patrimoniale che sono suddivisi in base
alla scadenza entro/oltre l’anno successivo e serve a interpretarne il grado di liquidità/esigibilità.Si devono indicare
anche eventuali garanzie su beni sociali(ipoteche) e si devono indicare rediti e debiti per area geografica al fine di
determinare il rischio paese e di costruire specifici indici di durata.

6bis variazioni nei cambi: per capire se gli utili o perdite generati da variazione di cambi a fine periodo hanno subito
delle variazioni rilevanti nei mesi del successivo esercizio amministrativo perché questo influisce sui futuri flussi
monetari.

6ter operazioni con retrocessione a termine: operazioni rilevate secondo sostanza economica e non secondo la forma
giuridica e aiutano a comprendere le caratteristiche di alcune tipologie di crediti e debiti.

7composizione di altre classi di valori:bisogna specificare i valori elementari di classi residuali e l’analista è interessato
in particolare a tre caratteristiche di ratei e risconti: la loro distinzione,la suddivisione tra valori comuni a due o più
esercizi,la causa generatrice.

7bis composizione del patrimonio netto:fornisce inidcazioni sull’origine delle voci del patrimonio netto,sulla loro
possibilità di utilizzazione e distribuibilità.Quindi sono informazioni utili per capire la parte distribuibile e quella
vincolata del patrimonio netto.

8 oneri finanziari capitalizzati:siccome l’operazione nel breve,come già detto,comporta un miglioramento dell’utile,il
beneficio dell’informazione permette di valutare le ragioni che hanno spinto la capitalizzazione e trovare eventuali
dubbi.In seconda battuta l’analista deve conoscere qual è la quota che porta a incremento l’attivo e la sua specifica
destinazione perché determina minori oneri finanziari a conto economico e una conseguente sottostima del costo
medio dell’indebitamento.

Si ricorda che i costi capitalizzati sono: quei costi che invece di essere portati a conto economico,sono portati a
incremento del capitale.

9impegni garanzie e passività potenziali: tali info vanno fornite quando non risultano dallo stato patrimoniale.E’ utile
l’indicazione separata ai fini interpretativi per quanto attiene le imprese del gruppo.

10ripartizione dei ricavi:si suddividono i ricavi per categoria di attività o per aree geografiche in modo da consentire
agli analisti di comprendere il grado di diversificazione e internazionalizzazione dell’impresa e la sua evoluzione nel
tempo.

11 proventi da partecipazioni differenti dai dividendi. I valori sono da ricondurre alla gestione patrimoniale(cap 3)

12 suddivisione degli oneri finanziari: il costo associato alle principali tipologie di debito( prestiti,obbligazioni),ma tale
dato non è sufficiente a determinare il costo percentuale delle singole forme di finanziamento.

13valori classificati come eccezionali: si indica l’importo e la natura di tali elementi di ricavo o di costo definiti
eccezionali appunto.Per l’analista è essenziale comprendere le ragioni per cui emergono per valutare la specie,la
ragione e il grado di occasionalità e i riflessi sul reddito d’esercizio.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
14imposte differite e anticipate:L’interesse ai fini interpretativi ricade sulle imposte anticipate attinenti le perdite
dell’esercizio o di esercizi futuri per comprenderne la recuperabilità futura.Infatti tali imposte nell’anno della prima
contabilizzazione riducono il valore della perdita d’esercizio e ciò ha significato solo se nel futuro ci saranno utili
capienti per riassorbirle.

15numero medio di dipendenti per categoria: utile per il calcolo di indici definiti di produttività

16compensi,anticipazioni e crediti ad amministratori e soci: premesso che nelle piccole e medie imprese gli
amministratori si identificano con i soci,nell’apprezzare il tasso di autofinanziamento di un ‘impresa non va trascurato
quanto i soci “prelevano” in altre forme (ad esempio un compenso superiore rispetto al contributo fornito nell’attività
di governo e di gestione dell’impresa,identifica un prelievo di utile).Riguardo ad anticipazioni e crediti è necessario
comunicare le condizioni contrattuali dei medesimi.

16bis revisione contabile:Due sono gli scopi: 1 da una parte la conoscenza dei corrispettivi connessi al controllo
contabile 2 dall’altra i corrispettivi per altri servizi forniti dagli stessi soggetti imputati al controllo contabile al fine di
meglio delineare il loro complessivo rapporto esistente con l’impresa.

17composizione e variazione del capitale sociale: tali dati possono essere presentati predisponendo il prospetto delle
variazioni nella composizione del patrimonio netto.

18azioni di godimento obbligazioni convertibili,warrants,opzioni,e titoli emessi: sono informazioni funzionali a


conoscere il numero e i diritti che attribuiscono.

19strumenti finanziari emessi:permettono di capire benefici,rischi vincoli e caratteristiche collegati agli strumenti
finanziari.

19bis finanziamenti dei soci: informazione utile all’analista in fase di riclassificazione dove se valgono certe condizioni
possono essere assimilati a mezzi propri,ma non esclusivamente se postergati(scambio di grado fra due creditori
immediatamente susseguenti)

20/21patrimoni destinati ad uno specifico affare: tale istituto non ha trovato riscontro nella realtà

22operazioni di leasing:in cui sono inseriti tutti i valori per la riclassificazione da parte dell’analista rendendo più
espressiva la situazione patrimoniale,finanziaria e reddituale soprattutto laddove le operazioni di leasing sono presenti
in quantità ingenti.

22bis operazioni con parti correlate:siccome esistono legami tra l’impresa e la parte correlata è evidente che queste
operazioni possono influenzare il bilancio fornendo informazioni non significative.

22ter accordi non risultanti dallo stato patrimoniale: si forniscono informazioni quando i rischi/benefici sul bilancio
sono ritenuti significaativi,ed è utile ai fini interpretativi per una completa valutazione della situazione patrimoniale e
finanziaria della società o del gruppo.

22quater fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio:permettono di interpretare meglio la situazione
economica dell’impresa e sono riconducibili a tre tipologie

-eventi che influiscono sui valori e sul procedimento di stima di fine esercizio:ad esempio la perdita di un credito
rilevante

-eventi che non influiscono direttamente sui valori ma relativi ai processi in corso alla fine del periodo,per i quali è
importante valutare l’impatto futuro,ad esempio l’incendio di un capannone

-eventi non relativi a valori esistenti alla fine del periodo,ad esempio l’ottenimento di un finanziamento rilevante o
l’acquisizione di una partecipazione significativa o ramo d’azienda.

Di particolare rilievo sono i fatti successivi che possono incidere sulla continuità aziendale (procedura di
concordato) e come tali richiedono un approccio diverso dall’analisi stessa.

22-quinquies/sexies: impresa che redige il bilancio consolidato: le informazioni riguardano la sede legale dell’impresa
che redige il bilancio consolidato dell’insieme più grande e dell’insieme più piccolo di imprese di cui l’impresa fa parte
in quanto impresa controllata,nonché il luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
22-septies: destinazione del risultato di esercizio: E’ la proposta degli amministratori sulla destinazione dell’utile o
sulla copertura della perdita necessaria per determinare nel primo caso il grado di autofinanziamento funzionale per
l’eventuale riclassificazione della quota distribuita.

L’art 2427bis è dedicato invece alle informazioni relative al fair value dei derivati e tale punto è di rilievo perché questi
strumenti finanziari sono complessi e sempre più diffusi e se non opportunamente controllati possono portare a effetti
fortemente negativi.

LE INFORMAZIONI SUBORDINATE

GLI ARTICOLI 2427 E 2427bis non esauriscono il contenuto ed esistono informazioni subordinate in quanto nella
normativa vengono previsti specifici obblighi al verificarsi di determinati fenomeni.Sono:

1informazioni complementari art 2423 3°comma : funzionali alla rappresentazione veritiera e corretta e per l’analista
sono importanti perché indicatori di fenomeni rilevanti o critici per l’impresa.

2irrilevanza degli effetti art 2423 4°comma: si introduce il principio della rilevanza collegandolo alla rappresentazione
veritiera e corretta

3deroghe art 2423 5° comma: il legislatore richiede dettagliate informazioni sulle deroghe applicate ai vari principi in
quanto queste avvengono solo in presenza di casi eccezionali

4modifica dei criteri di valutazione 2423 bi 2° comma: infatti qualsiasi cambiamento oltre a parodurre effetti sul
reddito limita la comparabilità temporale

5raggruppamento di voci ar2423 ter 2°comma:il raggruppamento aumenta la sintesi e migliora la chiarezza ma in
nota va comunque indicata ogni classe facente parte al raggruppamento.

6comparabilità degli schemi art 2423 ter 5°comma: i valori relativi alla medesima voce in due periodi successivi
devono essere comparabili e se non è possibile bisogna indicarlo in nota anche se si è operata una modifica sul valore
iniziale.

7 elementi attribuibili a più voci art 2424 2°comma:indicare le situazioni in cui è possibile iscrivere un valore in una
classe differente da quella in cui è già iscritto.

8 modifiche del piano di ammortamento art 2426 1°comma n.6: assai utile conoscerne le ragioni di tali modifiche
perché può comportare cambiamenti nelle ipotesi gestionali future.

9 valutazione delle partecipazioni art 2426 1° comme n.3: la conoscenza della differenza tra il costo della
partecipazione e patrimonio netto permette di cogliere l’evoluzione della partecipata.

10 ammortamento dell’avviamento art 2426 1° comma n.10: l’analista è interessato a conoscerne i criteri utilizzati
per la determinazione della sua estensione (della vita utile s’intende)

11 valutazione rimanenze art 2426 1°comma n. 10: le valutazioni a costo e soprattutto se valorizzate al LIFO portano
ad una sottostima delle stesse.Viene richiesto di indicare la differenza tra valore iscritto in bilancio e valore corrente e
tale differenziale assume importanza nella determinazione di indici di liquidità

12 esonero dall’obbligo di redazione del bilancio consolidato art 27 D.Lgs.n.127/1991: sono richieste le ragioni
dell’esonero e se la ragione è nel fatto che la società è una sub-holding non basta indicare la ragione,ma anche la
denominazione e la sede della società controllante che redige il consolidato.L’esonero ovviamente per l’analista è
un limite perché può analizzare solo i singoli bilanci e non il consolidato.

LA RELAZIONE SULLA GESTIONE:

non è parte integrante del bilancio,ma è elemento fondamentale del sistema informativo contabile.Fornisce
indicazioni sull’andamento economico dell’azienda con orientamento al medio periodo ovvero al futuro.E’ di natura
qualitativa e valorizza le informazioni della nota integrativa.IL CONTENUTO E’ ARTICOLABILE IN DUE PARTI:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
INQUADRAMENTO GENERALE:

“più flessibile” perché non troppo vincolato in cui si danno informazioni sull’andamento della gestione sia in termini
complessivi sia in riferimento ai singoli settori in cui opera l’impresa.

Per quando riguarda l’andamento complessivo si tratta di spiegare le caratteristiche dell’ambiente economico
generale e specifico,la situazione dei mercati di sbocco , approvvigionamento e finanziari ,il rado di raggiungimento
degli obiettivi,elementi di vincolo e opportunità manifestati nel periodo di riferimento,le innovazioni tecnologiche,le
ristrutturazioni in atto,i cambiamenti organizzativi.Si dà particolare attenzione ai profili reddituali della gestione (costi
per aree funzionali,ricavi,risultati economici)e patrimoniali/finanziari.In particolare il punto cruciale per l’analista è la
descrizione dei rischi e incertezze a cui la società è esposta per interpretare meglio gli indicatori ottenuti.

L’analisi globale è poi successivamente resa analitica,rappresentando i risultati ottenuti,gli investimenti effettuati,le
condizioni ambientali e tutto ciò che permette al lettore di comprendere le cause sottostanti a determinate situazioni
economiche.

Se utili gli indicatori di risultato finanziari e non finanziari (volumi prodotti,grado di utilizzo della capacità
produttiva),vengono indicati assieme alle informazioni attinenti al personale e all’ambiente.In merito agli indicatori
finanziari però è fondamentale che si illustri in modo chiaro le modalità con cui si sono costruiti.

LE INFORMAZIONI SPECIFICHE: VINCOLATE IN QUESTO CASO

-attività di ricerca e sviluppo:sono informazioni qualitative e sono importanti per capire sei i costi di sviluppo verranno
capitalizzati

-rapporti con imprese del gruppo: indicare la tipologia di rapporto commerciale o finanziario,gli scambi
intragruppo,tipi di accordi,garanzie prestate e ricevute.IL PUNTO PERMETTE DI DEFINIRE IL GRADO DI UTONOMIA
DELL’IMPRESA e l’influenza dell’appartenenza al gruppo.

-azioni proprie e partecipazioni:bisogna indicare le ragioni dell’acquisto delle azioni proprie

-Evoluzione prevedibile della gestione:si effettua una previsione basata sui primi tre mesi dell’esercizio dei risultati
previsti in futuro

-strumenti finanziari:a completamento di quanto richiesto in nota integrativa e si possono ottenere informazioni di
gestione del rischio finanziario e di esposizione della società al rischio di prezzo,rischio di credito,di liquidità e di
variazione dei flussi finanziari.

2.3 LA VALUTAZIONE DEL GRADO DI DISCREZIONALITA’ E DI ATTENDIBILITA’ DEL REDDITO

Entrambi,discrezionalità e attendibilità,sono utili a stabilire la qualità del reddito e in particolare

Attendibilità= è riferita al contenuto di uno specifico bilancio

Discrezionalità=richiama il comportamento degli amministratori

Quindi l’attendibilità è il risultato di come si esercita la discrezionalità.

E molteplici sono gli elementi da analizzare quali:

-ammortamenti:per individuarne il valore e la congruità con il livello di attività svolto e da svolgere

-rimanenze: per verificare le obsolescenze e identificare i criteri valutativi tra i quali il più prudente è il LIFO

-costi “discrezionali” o di “politica”: sostenuti in relazione ai concorrenti ,ad esempio se un settore richiede forti costi
di manutenzione o pubblicità o di ricerca e sviluppo tutti capitalizzabili allora il grado di qualità del reddito è
modesto.A tale scopo si calcolano indici per valutare attendibilità e discrezionalità

-accantonamenti ai fondi rischi e spese future

-scelte di capitalizzazione dei costi

-valori fondati sul fair value,soprattutto se questo non è derivato direttamente dai valori di mercato.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Quindi è importante capire se le scelte sono finalizzate ad incrementare7ridurre il reddito di un periodo a detrimento/
favore dei redditi futuri o se esistono politiche finalizzate alla stabilità del reddito.E’ importante capire se sono
perseguite politiche di earning management che porta a una differente distribuzione del reddito nel tempo attraverso
l’anticipazione/rinvio di ricavi/costi,o di earing manipulation che comprende l’earning management ma porta al falso
bilancio.Poi va controllato se le attività sono sottostimate il che porta a redditi sottostimati e viceversa se sono
sovrastimate portando redditi sovrastimati.

In merito all’attendibilità si possono costruire indicatori diretti di misurazione come:

attendibilità/discrezionalità “potenziale” in funzione del rapporto esistente tra quantità economiche certe e quantità
stimate e congetturate.in altre parole esistono settori in cui all’aumentare delle quantità stimate(come settori
assicurativi) aumenta il grado di “potenziale manovrabilità” del reddito e quando i valori stimati sono accompagnati da
scarsa informativa si produce una limitazione delle metodologie sopradescritte.Un valore stimato,per essere
attendibile serve analizzare la congruenza sia con i processi di produzione economica passati e futuri sia con il globale
sistema dei valori d’azienda.

Prima di concludere è bene indicare taluni rapporti quantitativi utili alla misurazione dell’attendibilità del reddito:

a) Di attendibilità/disccrezionale “potenziale” che hanno l’biettivo di stabilire la rilevanza dei valori soggettivi
senza considerare il loro contributo alla determinazione del reddito.Quindi è sufficiente rapportare le due
tipologie di valori di bilancio(indicatore complessivo)oppure misurare l’incidenza di una specifica categoria sul
totale(indicatori parziali)

Al ridursi dei primi due indicatori,maggiori sono i processi produttivi in corso e maggiore sraà il grado di
discrezionalità potenziale.
b) La seconda categoria individua l’effettivo contributo dei valori oggettivi e soggettivi alla determinazione del
reddito d’esrcizio.Si procedde a tal proposito a una scomposizione in due parti per individuare la quota
derivante da:
-valori oggettivi (quantità economiche certe)
-valori soggettivi(quantità stimate e congetturate)
Ciascun reddito “parziale”va quindi rapportato al reddito complessivo.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
A e B hanno qualità potenziale del reddito elevata:tuttavia B ha una situazione più critica perché il reddito
complessivo deriva da valori soggettivi che addirittura compensano l’effetto negativo dei valori oggettivi.
C e D rivelano prevalenza di valori soggettivi:tuttavia C tale preponderanza si trasforma in effettiva e in D
non avviene.
Le considerazioni sovra espresse assumono valenza più teorica che operativa dal momento in cui nel conto
economico vi sono classi con valori che risultano dalla compensazione di valori ceri con quantità stimate e
congetturate
Ad esempio si pensi ad un premio assicurativo stipulato per la prima volta del periodo amministrativo: il
valore classificato nelle prestazioni di servizi deriva dalla compensazione tra premio pagato (quantità certa e
derivante dallo scambio) e risconto attivo(quantità congetturata),quest’ultimo calcolato in fase di
determinazione del reddito per il rispetto del principio di competenza.Se invece si trattasse di un rinnovo,a
determinare il valore contribuirebbe anche il risconto attivo iniziale.Analogo ragionamento vale per tute le
classi di valori a cui sono correlati ratei e risconti.
altro esempio: costi capitalizzati in cui è necessario aggiungere al valore di conto economico la quota rinviata
ai futuri esercizi (in quanto non ritenuta di competenza) e iscriverla come valore soggettivo positivo.
Infine qualora si ritenesse che il beneficio informativo ottenibile dagli indici proposti fosse inferiore al costo
da sopportare per una loro completa determinazione,si potrebbe limitare l’attenzione ai principali valori
soggettivi quali:amm.ti,svalutazioni,rivalutazioni da ripsristino valore,rimanenze,acc.ti,capitalizzazione di
costi,incrementi per costruzioni interne,senza seguire tutte le rettifiche sopra indicate.

CAPITOLO 3 LE FINALITA’ DELLA RICLASSIFICAZIONE DEL


CONTO ECONOMICO E GLI SCHEMI DI RIFERIMENTO
3.1 LA SCOMPOSIZIONE DELL’UNITARIA GESTIONE AZIENDALE IN GESTIONI PARZIALI:
La riclassificazione consiste nell’attribuzione di un diverso e specifico ordine degli elementi di un documento
per ottenere informazioni che soddisfano gli obiettivi di analisi.E’ un momento fondamentale per la
significatività degli indici successivamente calcolati,inoltre la sua correttezza dipende dalla nota
integrativa,infatti quando le informazioni non sono sufficienti si ricorre a:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-criterio della RILEVANZA,che fa riferimento al valore nel suo complesso e secondo il quale
l’approfondimento per la corretta collocazione di una voce va effettuato solamente se il costo in termini di
tempo dedicato è inferiore al beneficio informativo atteso.
-criterio della PREVALENZA,che si riferisce alla contenuto del valore e secondo il quale,laddove c’è una netta
prevalenza di una gestione sulle altre e la difficoltà a scomporre le varie aree in aree parziali,allora si imputa
l’intero valore alla gestione principale.
Riclassificazione del conto economico: Permette di passare da una interpretazione contabile a una
“gestionale” infatti adesso la finalità è individuare raggruppamenti di operazioni omogenee e capire quanto
incidono nella formazione dell’utile o perdita che sia.Tali gruppi omogenei individuano le suddette aree
parziali quindi si tratta di distinguere l’ordinario dallo straordinario,l’operativo dal complementare e
accessorio,il reddito da investimenti dal costo dei finanziamenti,isolando l’effetto fiscale complessivo.
Sono 4 le fasi:
1 individuare le gestioni e le aree parziali
2 scegliere lo schema coerente con le finalità perseguite

3ridurre il numero delle classi di valori costruendo per le singole gestioni,degli aggregati

4 portare i valori che svolgono funzione di rettifica a diretta riduzione delle classi di riferimento(ad esempio
un rimborso spesa non è un ricavo ,ma una riduzione del costo corrispondente)
Nel seguito si indicano le gestioni parziali derivanti da una disaggregazione finalizzata a interpretare meglio i
costi e i ricavi da non considerarsi rigida in quanto le varie gestioni parziali sono tra loro interrelate.
-gestione caratteristica:quella che definisce l’attività tipica dell’impresa
-gestione complementare e accessoria patrimoniale: quelle che deriva dalle eccedenze di denaro
dell’impresa che vengono investite in altre attività non proprio tipiche,quali: investimenti immobiliari(edifici
non strumentali all’attività tipica ovviamente),mobiliari(titoli),partecipazioni,altre attività finanziarie (crediti
finanziari e bancari).Malgrado l’interrelazione con la gestione caratteristica,non gode di fasi preordinate e
continue perché le eccedenze di denaro non si verificano regolarmente ad ogni esercizio.
-gestione finanziaria:l’opposto di quella accessoria,in quanto in questa ipotesi l’impresa si trova in una
situazione di deficit di liquidità dunque si adopera per il reperimento di risorse,tuttavia è da ritenersi
autonoma anche se è interrelata alla caratteristica per tre ragioni:
1 il fabbisogno finanziario è globale,infatti un analista non riesce a distinguere la quota di finanziamenti
ricevuti per crisi di liquidità oppure per la gestione caratteristica
2 le decisioni di copertura finanziaria sono correlate alla struttura finanziaria,della quale si vuole determinare
in modo autonomo l’impatto sul reddito
3 non ha significato confondere gli effetti di scelte di impiego del capitale con quelli derivanti dal suo
reperimento:un reddito operativo di gestione tipi minore di zero è indice dell’incapacità di investire
convenientemente le risorse,non di reperirle.

-gestione straordinaria riguarda : minus/plus valenze,svalutazioni,insussistenze,sopravvivenze ossia tutti


queli eventi eccezionali oppure eventi di non controllabilità quali incendi,furti e altre ancora.

-gestione tributaria: ultima componente perché influenzata da costi e ricavi straordinari e riguarda le
imposte sul reddito

QUINDI L’individuazione delle 4 gestioni integrate da quella straordinaria e l’ausilio della riclassificazione
permette di rispondere alla domanda di inizio paragrafo: qual è il processo di formazione del reddito?.

Adesso si presentano i quattro schemi di riclassificazione di cui i primi due sono utilizzabili da un analista
esterno.

3.2 LO SCHEMA DI RICLASSIFICAZIONE A RICAVI E COSTO DEL VENDUTO:

Classifica costi e ricavi per natura e non per destinazione perché l’analista esterno non dispone delle
informazioni necessarie per classificare secondo destinazione.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-ricavi netti: il valore dei beni ceduti ai clienti durante l’anno.Il fatturato netto è importante per confrontare
l’impresa con le altre.Sono netti perché considerati al netto di:sconti,abbuoni,resi ,premi a clienti e a lordo di
interessi su crediti verso clienti quando non derivano da gestione accessoria.

-il costo del venduto: l’insieme dei costi operativi sostenuti per l’ottenimento del fatturato.Se l’analista
disponesse delle informazioni analitiche il costo del venduto sarebbe costituito da : costi
produttivi,commerciali,generali,amministrativi,di ricerca e sviluppo.Siccome l’analista spesso non conosce
tali informazioni analitiche si considera un costo complessivo senza distinzioni sovracitate.

All’interno del costo del venduto si individuano anche aggregati intermedi,tra i più significativi c’è il
consumo delle materie prime.

Il valore dei consumi,invece permette di calcolare il margine di intermediazione commerciale,fondamentale


per misurare il successo economico di un’azienda.

I valori inseriti nel costo del venduto devono riguardare la gestione caratteristica,quindi ad esempio
ammortamenti di un bene che non è utilizzato dall’azienda ma usato per essere venduto,vanno attribuiti alla
gestione accessoria.

gli incrementi per lavori interni riducono il costo del venduto,perche riguardano costi rilevati nell’anno ma
che non hanno generato ancora i ricavi.Analogamente per i costi capitalizzabili.

QUINDI SE L’AZIENDA TRAMITE LAVORI INTERNI E COSTI CAPITALIZZABILI RIDUCE IL COSTO DEL VENDUTO
sta applicando politiche strumentali di bilancio(in particolare per imprese con reddito modesto o negativo) al
fine di aumentare il reddito attuale a discapito di quelli futuri.Lo stesso si può dire quando si usano criteri di
valutazione delle rimanenze che sovrstimano appunto queste ultime e quindi il valore delle attività
sale,oppure quando si allunga la vita utile degli ammortamenti per ridurre la quota di ammortamento di un
determinato esercizio e ridurre i costi appunto.

-REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA: ottenuto contrapponendo ricavi e costo del
venduto e indica la capacità dell’impresa di generare reddito dall’attività caratteristica che appunto deve
produrre un reddito capace di coprire i costi delle altre gestioni e se è negativo per più anni è preoccupante
per l’economicità.

-REDDITO DELLA GESTIONE COMPLEMENTARE E ACCESSORIA PATRIMONIALE: è il risultato,al netto dei costi
corrispondenti,dell’investimento di surplus monetari e partecipa assieme al reddito della
gest.caratteristica,alla copertura dei costi connessi alla struttura finanziaria.Le classi inserite nella gestione
complementare e accessoria sono:interessi e fitti attivi,dividendi,costi di manutenzione e sorveglianza degli
immobili locati,perdite su crediti finanziari,svalutazioni di titoli e partecipazioni.

Tale reddito di solito incide in maniera positiva sul reddito netto,ma quando la svalutazione su partecipazioni
è ingente allora incide negativamente.

-il termine “reddito” non è pienamente adeguato in quanto generalmente non sono individuabili tutti i
componenti negativi invece lo sono quelli positivi.ad esempio: i costi per gli immobili non
strumentali(manutenzione,vigilanza) vengono inseriti all’interno di costi globali per prestazioni di servizi.

-l’aggettivo “accessoria” richiama un ruolo marginale

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-il termine “complementare” indica ad esempio un investimento nel capitale di altra azienda che ha lo scopo
di creare sinergie con l’attività caratteristica quindi gli eventuali dividendi o svalutazioni comportano
ricavi/costi complementari ai caratteristici.

Particolarmente critica è la riclassificazione delle partecipazioni e del trattamento dei valori reddituali a
loro connessi,il ritorno complessivo dell’investimento è cosi considerato:

1 nella gestione caratteristica è incluso il “ritorno indiretto operativo” non valorizzabile dall’analista ma
esistente e con rilevanza crescente all’aumentare delle operazioni interne.

2 nella gestione patrimoniale è inserito il “ritorno diretto netto”,ma vi è un limite a tale procedere perché gli
eventuali componenti negativi sono da considerarsi come una quota di costo necessaria per l’ottenimento
attuale e futuro del “ritorno operativo”

Dall’esterno sulla natura e composizione del ritorno complessivo non si ottiene soluzione né ottimale né
soddisfacente e per tale ragione in fase di riclassificazione si attribuiscono dividendi e svalutazioni alla
gestione patrimoniale,quindi all’aumento delle partecipazione è logico attendersi:

-un passaggio interpretativo dalla gestione accessoria alla caratteristica

-una minore espressività della suddivisione tra accessoria e caratteristica (per le sole partecipazioni)

Parlando invece di plus e minus valenze su titoli,la loro collocazione è tra gli elementi straordinari in quanto
nella gestione accessoria e caratteristica si riclassificano i soli valori ordinari derivanti dall’investimento.

-REDDITO OPERATIVO AZIENDALE (ROA)

Dato dalla somma dei due redditi sovra descritti(reddito della gestione caratteristica+reddito gestione
complementare).INDIPENDENTE DALLE SCELTE DI FINANZIAMENTO,perché il loro costo non è
considerato(infatti dal ROA vengono sottratti gli oneri finanziari che rappresentano l’apporto negativo della
gestione finanziaria alla produzione del reddito complessivo tra i quali sono compresi:int.passivi su
finanziamenti,costi di gestione del rapporto e di qualunque disponibilità di denaro da parte di terzi e si
ricorda che gli oneri sono tutti di competenza e che possono essere capitalizzati come spesso accade per le
società di costruzione).RAPPRESENTA IL RITORNO DEGLI INVESTIMENTI INDIFFERENTEMENTE DA COME
SONO STATI FINANZIATI,anche se tuttavia risente degli oneri finanziari impliciti cioè dagli effetti delle forme
di finanziamento per le quali non si corrispondono in via diretta o esplicita gli interessi,ad esempio:IL
RICORSO AL LEASING GENERA DEI CANONI COMPRENSIVI DI INTRERESSI PASSIVI SUL PRESTITO RICEVUTO
DALLA SOCIETA’ CEDENTE

In merito ai beni in leasing(locazione finanziaria) alcune precisazioni:

il ricorso a tali contratti permette la disposizione di un bene attraverso la corresponsione di canoni su un


periodo inferiore alla sua durata economica quindi durante l’esistenza del contratto i costi attribuiti a conto
economico sono superiori di quelli per l’acquisizione diretta mentre quelli di un periodo successivo quando
scade il contratto saranno inferiori.Se il valore dei beni in leasing è significativo,allora influisce in maniera
rilevante sui risultati economici della situazione patrimoniale e finanziaria.Quindi si deve tenere conto di tutto
questo anche basandosi sulle informazioni in nota integrativa.IN SINTESI si elimina il canone di leasing dal
conto economico e si imputa la quota di ammortamento in base alla vita utile e interessi passivi di
competenza.Nello stato patrimoniale si inserisce nell’attivo il valore del bene ammortizzato e eventualmente
svalutato e nel passivo si inserisce il debito verso la società di leasing che andrà a diminuire in funzione dei
rimborsi effettuati attraverso il pagamento del canone periodico.Cosi facendo l’impatto dell’operazione di
leasing è limitato agli ammortamenti e alle eventuali svalutazioni.

-EBIT (Erning befor interest and taxes) è un indicatore usato per ribadire l’importanza del ROA nella fase di
analisi.

-in questo schema di riclassificazione NON SI COMPENSANO INTERESSI ATTIVI CON QUELLI PASSIVI in
quanto nella costruzione degli indici è bene separare i due elementi come accade per il costo medio

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
dell’indebitamento che se soggetto a compensazione risulterebbe inferiore o addirittura non calcolabile se i
proventi superassero i costi.

-REDDITO LORDO DI COMPETENZA: Evidenzia il risultato di gestione caratteristica,accessoria e


finanziaria,infatti riguarda quelle operazioni che consistono nell’utilizzo ottimale del capitale
disponibile(caratteristica e accessoria) e nel più conveniente finanziamento dello stesso capitale(finanziaria).Il
reddito di competenza permette a differenza degli altri di considerare oneri finanziari e risultato della
gestione accessoria,ovvero l’impatto delle voci finanziarie attive e passive.

-COMPONENTI STRAORDINARIE: Esaminate autonomamente in quanto se fossero inserite nelle gestioni


precedenti non si capirebbe se l’azienda fosse capace di generare reddito con continuità o se tale reddito
dipende da fattori straordinari,che quindi ad esempio alzano il livello del reddito temporaneamente poiché
influenzato da valori straordinari e genera il fenomeno dell’INNAQUAMENTO DEL CAPITALE.

I componenti straordinari sono:sopravveniente,insussistenze,perdite su crediti e su cambi di esercizi


precedenti(che però se contribuiscono alla gestione tipica,partecipano alla determinazione del reddito
operativo di gestione caratteristica),plus e minusvalenze,contributi dello stato occasionali,valori derivanti da
errori di stima oppure dipendenti da fenomeni non controllabili,svalutazioni di immobilizzazioni imateriali e
immateriali,rivalutazioni(se ci sono determinati presupposti).

Il D.Lgs 139/2015,con questo decreto si è eliminata la sezione E del conto economico destinata ai
componenti straordinari,dunque questi saranno meglio specificati in Nota Integrativa,tuttavia le informazioni
non saranno più precise come prima quindi ad esempio i redditi e risultati intermedi(reddito
operativo,reddito di competenza)possono risentire dei valori rendendo una minore comparabilità
temporale e spaziale.Inoltre quando addirittura le componenti straordinarie non sono identificabili,i redditi
parziali possono sovrapporti al reddito ante-imposte(meglio spiegato dopo)

Quindi in fase di riclassificazione è utile prevedere un’area straordinaria.

Ad esempio: prima del 2015 le plusvalenze erano considerate ordinare nella voce A.5 del C.E. oppure
straordinarie nella sezione E,invece oggi sia quelle ordinarie che straordinarie vanno nella voce A.5,sebbene
poi vi sia l’obbligo di scrivere tali informazioni in nota(anche se non molto precise).Questa movimentazione
totalmente nella voce A.5 genera un aumento del ROI che non sussisterebbe nel caso dell’esistenza della
sezione E.

Altro esempio per le imposte:le quali comprenderanno ora sia il valore di competenza dell’esercizio sia
quello relativo a esercizi precedenti che erano prima inseriti nella sezione E.

Di conseguenza ci troveremmo con indicatori che sono comprensivi di valori non ricorrenti e che
dovrebbero essere esaminati autonomamente per valutarne il concreto impatto nel tempo.

Altro aspetto riguarda le medie di settore che come termini di confronto scompariranno dalle banche dati

ANALISI SULLA DEFINIZIONE DI “STRAORDINARIETA” di un evento: esistono varie ipotesi oltre a quella del
principio contabile,sono tutte da prendere in considerazione in quanto non ne esiste una in particolare:

-secondo ZAPPA: sono straordinari “i componenti del reddito essenzialmente mutevoli,occasionali,non


destinati a rinnovarsi perché sporadiche e non ricorrenti sono le condizioni da cui derivano,ma le condizioni
dell’assegnazione di componenti straordinari si possono enunciare solo con una precisa conoscenza dello
svolgersi intimo della gestione nelle singole imprese.

-secondo ONIDA: Si reputano straordinari i componenti di reddito che non derivano dall’attività tipica o che
non si ripetono periodicamente o che appaiono imprevedibili.

-secondo De dominicis: sono straordinari i valori “che nella teoria e nella pratica sono sopravvenienze e
insussistenze oltre alle rettifiche di costi e ricavi di esercizi precedenti e a quelle derivanti dall’alienazione di
fattori produttivi”

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-secondo SUPERTI FURGA:Sono straordinari i componenti eccezionali e infrequenti oppure quando tali
eventi sono scaturiti da variazioni delle ipotesi di futuro svolgimento dell’attività di gestione.Invece per le
rettifiche di costi e ricavi di esercizi precedenti ,questi sono straordinari quando sono imputati all’esercizio
unico quando hanno avuto la loro manifestazione nel periodo che dà nome all’esercizio.

-Il precedente principio contabile italiano invece, affermava che “l’atività straordinaria include proventi e
oneri la cui fonte è estranea all’attività ordinaria della società”quindi sono straordinari i proventi e oneri che
derivano da

-eventi accidentali e infrequenti

-operazioni infrequenti che sono estranee nell’attività ordinaria della società

Tuttavia gli eventi che sono connessi all’attività tipica d’impresa sono esclusi,infatti ad esempio: crollo
accidentale di uno stabilimento è straordinario per una qualsiasi impresa,mentre lo stesso crollo è di attività
tipica,quindi non straordinario,per una società assicurativa che si era assicurata su quel crollo in
particolare,anche se comunque questo crollo presenta effetti assai rilevanti per la società assicuratrice stessa.

In termini assai sintetici,un componente è straordinario quando non è di competenza esclusiva


dell’esercizio:

1°esempio: una perdita su crediti di esercizi precedenti in eccesso rispetto al fondo costituito con
accantonamenti è palesemente un errore di stima nella quota di svalutazione attribuita agli esercizi
precedenti e infatti il costo è di competenza temporale del periodo,ma di competenza economica del
periodo precedente. Analogamente per qualsiasi altro fondo ottenuto da accantonamenti eccessivi rispetto
al fabbisogno.

Differente il caso di perdita su crediti relativi ad operazioni di vendita effettuate nell’esercizio,in questo caso
sono componenti ordinarie.

2°Esempio,plusvalenze e minusvalenze da cessione di macchinari che possono derivare da: non appropriati
piani di ammortamento(se sono beni ammortizzabili),da mutamenti di destinazione o del criterio del costo
alla base della valutazione dei processi produttivi in corso.Ad esempio un bene ceduto prima del termine
della vita economica ottenendo una minusvalenza,infatti tale valore non è da ricondurre al reddito ordinario
del periodo ,ma pro-quota ai redditi dei periodi in cui il bene è stato utilizzato,ma poichè ciò non è possibile è
da considerarsi straordinario.

3° Esempio: Un titolo azionario che ha visto incrementare il suo valore nel tempo,tuttavia questo aumento
non è stato contabilizzato esercizio per esercizio,ma si manifesta in un’unica soluzione attraverso una
plusvalenza,quindi è straordinario perché è un valore che non deriva dalla volontà del soggetto.

Negli esempi precedenti si è visto il carattere di eccezionalità che NON E’ L’UNICO,ma può rappresentare un
criterio guida.Infatti si pendi ad un contributo occasionale dello stato,questo è straordinario perché non
continuativo né ripetibile sempre.

In definitiva e senza pretesa di esaustività: sono straordinari i seguenti eventi:

-pluvalenze e minusvalenze

-sopravvenienze attive e passive

-insussistenze dell’attivo e del passivo

-Svalutazioni e rivalutazioni ritenute straordinarie

-valori derivanti da errori di stima o altra specie(1°esempio),compiuti in anni precedenti ma la cui


manifestazione temporale è avvenuta nel periodo o avverrà in periodi futuri.

-valori derivanti da fenomeni non controllabili o causali.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Ultima considerazione:spesso si considerano straordinari i valori derivanti da modifiche dei criteri di
valutazione quindi si propone,visto che il loro valore si manifesta in situazioni assai rare,di collocarli
autonomamente in un’area definita di riconciliazione.

-IL REDDITO ANTE IMPOSTE:

Da non confondere con il reddito base imponibile(che si ottiene dalla dichiarazione dei redditi applicando
esclusivamente la normativa tributaria).E’ UN REDDITO INTERMEDIO Necessario per introdurre le imposte
,infatti assume un modesto significato la comparazione tra imposte e reddito ante imposte,dal cui rapporto
emerge la pressione fiscale,infatti l’imposizione fiscale non è un processo lineare perché le norme tributarie
italiane portano a differenziazioni tra il reddito ante imposte e quello imponibile della dichiarazione
fiscale.Inoltre le imposte qui discusse quali IRES,IRAP hanno basi imponibili differenti e dal momento in cui
tutte le imprese hanno iniziato a contabilizzare le imposte differite e anticipate,il confronto tra imposte di
competenza e reddito ante imposte ha assunto maggiore espressività rispetto al passato.Le altre imposte
sono connesse all’attività tipica dell’impresa e sono indipendenti dal reddito.Tornando al reddito ante
imposte,questo ha valore assai comparabile tra imprese di paesi diversi in quanto non tiene conto delle
profonde differenze in tema di imposizione fiscale.

Dopo aver considerato le imposte sul reddito,si ottiede il reddito netto che coincide con l’utile o la perdita di
esercizio in bilancio.

RIMANGONO ALCUNE CONSIDERAZIONI INTEGRATIVE: OSSIA: la prima relativa ai valori da riclassificare,la


seconda relativa alla modificabilità dello schema di base.

-riguardo la prima considerazione integrativa:per alcuni valori la riclassificazione è funzione della loro genesi

Ad esempio interessi attivi su crediti vs clienti se provengono da una politica commerciale sono della gestione
caratteristica,se sono occasionali vanno in gestione accessoria.

Altri valori invece assumono vari significati in base al fatto se si sceglie un’interpretazione formale o
sostanziale

Ad esempio: interessi passivi su prestito obbligazionario,nella forma sono oneri finanziari,ma nella sostanza
spesso il prestito è sottoscritto dai soci quindi è una sorta di “dividendo” distribuito in maniera differente
dalla delibera assembleare.

Altro esempio: accantonamento a fondi rischi,che nella sostanza è una destinazione di utili.

In questi due esempi il reddito netto è superiore di quello contabile,quindi si necessita di un’area di
riconciliazione nel quale inserire i suddetti valori che non presentano legami con le gestioni parziali.Si ricorda
che come già detto in quest’area vanno anche i valori derivanti da modifiche dei criteri di valutazione.

-riguardo la seconda considerazione integrativa: in alcune tipologie d’impresa lo schema base deve subire dei
necessari adattamenti che non mutano i presupposti su cui è fondato ma li adeguano alla realtà indagata.

Ecco dei brevi commenti alla tabella di seguito:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-A e B presentano situazione assai critica anche se B ottiene un modesto reddito netto(RN) scaturito dalla
presenza di componenti straordinari positivi(CS).Entrambe non riescono a produrre reddito dalla gestione
caratteristica;massima gravità di crisi.

-C di questa colpisce l’elevato contributo della gestione accessoria complementare(RGCA)

-D ha difficoltà sia con gestione tipica (reddito modesto) sia soprattutto nella gestione finanziaria(OF)

-E è la migliore

-F ha ottenuto una perdita a causa di componenti straordinari,quindi in linea generale la situazione al netto
dei componenti straordinari è soddisfacente.

Le seguenti deduzioni hanno senso solo se riguardano un arco temporale di 3 o 4 anni:

-ROGC>0 condizione necessaria ma non sufficiente per una soddisfacente redditività

-ROGC<0 assai grave se duratura

-ROGC<0 e ROA>0 rilevante importanza della gestione accessoria e se persiste nel tempo significa che
l’azienda o sta cambiando gestione caratteristica oppure in ambito di riclassificazione non è stata ben definita
la gestione caratteristica e i suoi componenti,quindi in realtà il contenuto sarebbe più ampioù

-ROGC>0,ROA>0,RC<0 il problema reddituale è nella gestione finanziaria perché gli oneri finanziari assorbono
il reddito derivante da investimenti caratteristici e accessori.Non vi è congruenza tra il ritorno prodotto dagli
investimenti e le scelte in merito alla struttura finanziaria.Per comprendere le cause si fa riferimento al
rendiconto finanziario.

-RC<0,RAI>0,RN>0 Il reddito di competenza negativo indica crisi nell’attività tipica(caratteristica e


accessoria).il reddito ante imposte positivo sottolinea il peso dei componenti straordinari positivi e allo stesso
tempo la fragilità del reddito netto emergente.E’ opportuno non distribuire il reddito viste le modalità con cui
si è formato

-RC>0,RAI<0,RN<0 Differentemente dal caso precedente la situazione è meno critica se non dura nel
tempo.La perdita di esercizio deriva da perdite straordinarie che non dovrebbero influire negativamente nel
futuro.

-RAI>0,RN<0 situazione paradossale ma che può verificarsi a conferma della profonda diversità tra la base
imponibile per il calcolo delle imposte e il reddito ante-imposte.Le imposte di competenza superano il
reddito,generando una perdita.

3.3 LO SCHEMA DI RICLASSIFICAZIONE A VALORE DELLA PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Premessa: l’unica differenza con lo schema precedente risiede nell’ambito della gestione caratteristica infatti
i ricavi e i costi sono classificati con un differente criterio mentre le altre aree parziali seguono lo schema
3.2.La ragione dell’importanza della gestione caratteristica è che da questa derivano le altre aree che sono a
lei subordinate.

Di seguito lo schema che sarà poi commentato:

Il primo aggregato è il valore della produzione (VP) e rappresenta la valorizzazione del volume di attività
svolto dall’impresa nell’anno indipendentemente dalla sua destinazione.Infatti le differenti destinazioni
rendono l’aggregato eterogeneo e sono tre:

-il mercato:ricavi valorizzati a prezzo-ricavo(netto)

-il magazzino: rimanenze quantificate a costo di produzione

-predisposizione di risorse interne di utilizzo futuro: incrementi per lavori interni,valutati al costo di
produzione.

Se si escludono i lavori interni(attività produttiva non finalizzata alla vendita di prodotti nell’esercizio),la
differenza tra il valore della produzione e ricavi risiede nella variazione del magazzino prodotti finiti e in corso
di lavorazione:ciò fornisce una prima indicazione sulla politica delle scorte

Abbiamo detto che questo schema elabora in modo differente i valori della gestione
caratteristica.concentrandoci sui costi,il criterio di riferimento induce alla suddivisione in due categorie:

-costi relativi a fattori acquistati,costi esterni o non strutturali

-costi realtivi a fattori produttivi aziendali,costi interni o strutturali.

La classificazione può generare qualche dubbio interpretativo:in primis i fattori che generano costi
interni,provengono dall’esterno,infatti con il termine interno si rimanda ai fattori strutturali e quindi è
importante la loro destinazione e non la provenienza.

La tassonomia è d’ausilio nella introduzione del primo risultato intermedio,il valore aggiunto ottenuto
sottraendo dal valore della produzione tutti i costi esterni.Mette in evidenza il valore che l’impresa con i
propri fattori interni aggiunge a quello delle risorse ottenute dall’esterno.ESTREMAMENTE IMPORTANTE in
quanto la sua crescita costante indica sintomi di ottimali scelte compiute dall’azienda.Le risorse interne
utilizzate dalle quali si genera il valore aggiunto sono lavoro e capitale tecnico.E’ anche funzione del grado di
integrazione verticale(se l’azienda esternalizza un processo,generando costi esterni,questo potrebbe

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
ripercuotersi sul valore aggiunto),delle caratteristiche del settore in cui opera l’impresa,del grado di efficienza
interna ed esterna,delle scelte strategiche in tema di prodotti,di mercati,di tecnologia produttiva ecc.

I destinatari del valore aggiunto sono due tipologie:

-le risorse interne che l’hanno generato(lavoro e azienda,intesa come capitale tecnico)

-gli altri destinatari che non incidono direttamente su di esso ma ne beneficiano,ossia i finanziatori che
mettonoo a disposizione le risorse o lo stato che mette a disposizione le condizioni necessarie per lo
svolgimento delle attività.Di seguito una tabella con i fruitori del valore aggiunto

-il secondo aggregato è il MARGINE OPERATIVO LORDO o EBITDA (earning before interest and taxes depreciation and
amortization) risultato intermedio a lordo di amm.ti e acc.ti.HA valenza finanziaria,e tutti i valori che lo formano ad
eccezione di una parte del TFR generano valori finanziari.Si può definire come la variazione del circolante prodotta
dalle gestione caratteristica nel periodo: se positivo allora tale gestione ha prodotto circolante netto,se negativo
significa che le ha assorbite.

Se si sottraggono ammortamenti e accantonamenti si ottiene il reddito operativo della gestione


caratteristica,identico a quello dei paragrafi di sopra.

Di seguito le tabelle che raccontano i due schemi riclassificati:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Dalla figura emerge che il costo del venduto comprende sia costi sia alcuni valori che svolgono funzione di rettifica.in
merito ai primi questi sono suddivisi in esterni e interni,in merito ai secondi se identificano un’effettiva produzione
vengono collocati nel valore della produzione ,in caso contrario sono portati a rettifica dei singoli costi interni/esterni.

I due schemi forniscono importanti informazioni all’analista

-ricavi e costo del venduto:pone enfasi al mercato,prendendo avvio dai ricavi e clacolando i costi operativi complessivi
ad esso riconducibili

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-schema a valore della produzione: determina il valore dell’attività complessivamente svolta e i costi sostenuti allo
scopo

In conclusione lo schema di riclassificazione proposto dal consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti
contabili:

C’è inversione tra oneri finanziari e componenti straordinari ed esistono tre redditi operativi:

-risultato operativo,non denominato EBIT,che identifica la gestione caratteristica

-L’EBIT normalizzato,che coincide con il reddito operativo aziendale.normalizzato=indipendente da componenti


straordinari

-L’EBIT integrale,comprensivo di componenti straordinari.

Colpisce la collocazione dei componenti straordinari che non permette l’individuazione del reddito di competenza
perche gli oneri finanziari stanno dopo l’ebit integrale,quindi i componenti straordinari dovrebbero essere isolati e in
particolare l’individuazione di un terzo reddito operativo rende il tutto più confusionale.

3.4 GLI ALTRI SCHEMI DI RICALSSIFICAZIONE:

solo accennati in quanto l’analista esterno non può dedurli dalla sola lettura del bilancio destinato a
pubblicazione:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Richiama il modello a ricavi e costo del venduto e ha l’obiettivo di analizzarlo più approfonditamente.E’
necessario riclassificare i costi per destinazione dei fattori e tale operazione non è fattibile da un analista
esterno in quando ad esempio non sa se il costo del lavoro è riferito a are produttiva o commerciale.

IL SECONDO

Sempre con i costi classificati per destinazione si costruisce il suddetto partendo sia dal valore della
produzione sia dai ricavi netti.

IL TERZO

I costi sono classificati in base alla variabilità,costi fissi e variabili che l’analista non sa individuare.E’ più
utilizzato per analisi interne perché solo all’interno dell’impresa sanno quali sono i costi fissi e variabili.

Infine le riclassificazioni secondo il criterio della destinazione dei costi sono enunciati dagli IAS/IFRS ma nella
pratica le aziende quotate (quelle che devono usare i principi internazionali appunto) non lo usano spesso.

CAPITOLO 4
4.1 I CRITERI DI RICLASSIFICAZIONE PER LA DETERMINAZIONE DELLA STRUTTURA PATRIMONIALE E FINANZIARIA:

Lo stato patrimoniale contiene valori-fondo,cioè determinati a una data specifica,corripspondente a quella di


bilancio.La riclassificazione è una modalità che permette la lettura di questi valori ponendoci due domande:

-quando si trasformeranno in liquidità?(incasso del credito,pagamento del debito) ->criterio finanziario o della
liquidità/esigibilità

-a quale gestione fanno riferimento l’investimento/finanziamento?,ovvero quale gestione li ha generati?->criterio


della pertinenza gestionale

I due schemi non sono alternativi poiché la loro genesi è differente anche se portano entrambi alla determinazione
della struttura degli investimenti e delle fonti di finanziamento.

-quando si vuole valutare la liquidità,si sceglie il criterio della liquidità/esigibilità che ordina gli investimenti in base
alla capacità di trasformarsi direttamente o indirettamente in liquidità e i finanziamenti ni base al momento in cui
saranno necessarie le risorse per far fronte agli obblighi assunti.

-quandi si vuole soddisfare il fabbisogno informativo si può investigare la struttura anche privilegiando la gestione a
cui sono correlati investimenti e finanziamenti

Indipendentemente dal criterio lo stato patrimoniale riclassificato fornisce le seguenti informazioni

-valore assoluto e mix delle fonti e degli impieghi

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-la percezione delle politiche di investimento finanziamento e dividendo

-la possibilità di cogliere dei segnali sulla struttura patrimoniale e finanziaria

4.2 LO SCHEMA DI RICLASSIFICAZIONE FINANZIARIO SECONDO IL GRADO DI LIQUIDITA’/ESIGIBILITA’

Si individuano

-attivo a breve: investimenti destinati a trasformarsi in liquidità nei prossimi dodici mesi

-attivo fisso netto:investimenti destinati a perdurare nell’azienda per un periodo superiore ai prossimi dodici mesi

-passivo a breve: finanziamenti che generano uscite nei prossimi dodici mesi

-passivo a medio-lungo termine: finanziamenti durevoli dell’impresa,con tempi di rimborso complessivi superiori a
dodici mesi.

-Mezzi propri:risorse di finanziamento di pertinenza dei soci,con scadenza non definita

Di seguito lo schema:

-attivo a breve (AB)+attivo fisso netto (AFN)=capitale investito (CI)

-passivo a beve (PB)+passivo a medio lungo (PML)=mezzi di terzi(MT)

-mezzi di terzi+mezzi propri(MP)=fonti di finanziamento(FF)

PREFAZIONE: A SINISTRA STRUTTURA PATRIMONIALE,A DESTRA STRUTTRA FINANZIARIA

INOLTRE LE ATTIVITA’ E LE PASSIVITA’ DEVONO COINCIDERE NEL TEMPO,NEL SENSO CHE LE ATTIVITA’ A BREVE
DEVONO COINCIDERE CON LE PASSIVITA’ A BREVE E LE ATTIVITA’ A LUNGO TERMINE(ATTIVO FISSO NETTO)
DEVONO COINCIDERE CON LE PASSIVITA’ A MEDIO LUNGO TERMINE AFFINCHE CI SIA EQUILIBRIO TRA STRUTTURA
PATRIMONIALE E FINANZIARIA.

Partendo dal capitale investito: maggiore è l’incidenza dell’attivo fisso netto e più la struttura è rigida,di per sé non è
né negativo né positivo come dato,ma al crescere della rigidità devono prevalere i finanziamenti a media lunga
scadenza e se tale condizione è soddisfatta allora vi è equilibrio tra struttura patrimoniale e finanziaria.

La lettura delle fonti di finanziamento:permette di conoscere il grado di indipendenza finanziaria che cresce al ridursi
dei mezzi di terzi sul totale delle fonti di finanziamento(parte destra dello schema)

Riguardo i mezzi di terzi come abbiamo detto questi sono formati da passività a breve e a medio lungo termine,quindi
si seguito si propongono quattro schemi che partendo dall’analisi dei mezzi di terzi ci mostrano la situazione
dell’azienda.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
nel primo esempio,le passività a breve stanno finanziando l’attivo fisso netto,quindi le
attività a medio lungo termina,di conseguenza non c’è equilibrio né temporale ne economico in quanto l’azienda è
sottocapitalizzata con problemi finanziari di solidità e liquidità.

nel secondo esempio,c’è equilibrio(temporale) tra le scadenze degli investimenti e


finanziamenti,quindi la struttura è caratterizzata da media-bassa elasticità.Quindi i mezzi propri potrebbero anche
essere maggiori andando a ridurre magari le passività a medio lungo per cercare di evitare troppi finanziamenti da
terzi.

nel terzo esempio,struttura assai flessibile,c’è un equilibrio soddisfacente anche se


l’indebitamento (derivante da finanziamenti di terzi) è elevato e i mezzi propri sono scarsi.

nel quarto esempio,i mezzi proprio finanziano completamente l’attivo fisso netto
quindi è la migliore delle ipotesi con un indebitamento molto basso e in particolare addirittura gli investimenti a breve

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
non solo coprono i finanziamenti a brev(quindi si raggiunge l’equilibrio temporale a brev),ma addirittura anche i
finanziamenti a medio lungo termine,raggiungendo un elevato grado si solidità e liquidità.

IL PASSO SUCCESSIVO DELL’ANALISI: Consiste nel disaggregare alcune della ree sovra indicate per favorire
l’interpretazione.

-COMPOSIZIONE DELL’ATTIVO A BREVE: ORDINATO SEGUENDO UN GRADO DI LIQUIDITA’ DECRESCENTE

-LIQUIDITA’ IMMEDIATE: investimenti liquidi e prontamente liquidabili(cassa e banche).Di questa categoria meritano
un approfondimento i titoli poiché la loro riclassificazione genera dubbi e ci si chiede quali titoli sono assimilabili alle
liquidità immediate(cash equivalent) e per appartenere a tale categoria devono avere due caratteristiche:

-pronta convertibilità in denaro a costi assai modesti

-limitato rischio di variazione nel prezzo dovute a modificazioni dei tassi d’interesse;titoli a scadenza breve,dove con
breve si intende tre mesi(money market fund)

In generale le liquidità immediate sono collegabili a tutte le gestioni parziali.

-LIQUIDITA’ DIFFERITE: Crediti v.clienti e altri,iva,ratei attivi,titoli,crediti finanziari a breve.Investimenti a scadenza


limitata nel tempo e per alcuni di essi è possibile un rapido smobilizzo(tramite sconti e anticipazioni) sostenendo costi
finanziari.Si pone attenzione sui crediti v.clienti,perché loro indicano una prima politica commerciale dell’azienda e
saranno utili per calcolare alcuni indici di durata.Si percepiscono poi anche da questo aggregato alcune scelte
finanziarie “attive”.

Esiste anche un raggruppamento parziale delle liquidità differite:

-LE DISPONIBILITA’:la forma di investimento a breve più vincolata ,infatti per il relativo smobilizzo,indiretto,è
necessario effettuare una (rimanenze di prodotti finiti da vendere) o più operazioni del ciclo economico-tecnico.Sono
impieghi per i quali non c’è stata Ancora manifestazione e formazione dei ricavi.Qua i risconti attivi sono classificati
come “crediti di servizi” o “magazzino di servizi” cioè investimenti a cui non è collegato un flusso monetario nel
momento dell’estinzione.

-COMPOSIZIONE DELL’ATTIVO A MEDIO LUNGO(ATTIVO FISSO NETTO):

-IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI: Causa primaria di rigidità della struttura.

-IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI: tre categorie:

-immobilizzazioni in senso stretto,marchi e brevetti,dotate di autonomia che forniscono informazioni sulle politiche di
innovazione tecnologica e commerciale

-costi capitalizzati: di impianto e apmpliamento

-l’avviamento.

-IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE: inidicative delle decisioni di integrazione e diversificazione attuate,soprattutto


quando sono scomposte in partecipazioni e in crediti finanziari verso imprese del gruppo.

-COMPOSIZIONE DEL PASSIVO A BREVE:

-LIQUIDITA’ NEGATIVE: debiti a vista o a breve,verso il sistema bancario e sono logicamente correlabili alle liquidità
immediate e differite oltre a dare indicazioni sulle politiche di indebitamento a breve

-LE ESIGIBILITA’: verso fornitori(gest,caratteristica),debiti tributari(gest.tributaria),debiti medio


lungo(gest.finanziaria),quindi come evidente sono correlabili alle singole gestioni parziali.Anche le delibere future dei

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
dividendi ai soci sono uscite di liquidità da contabilizzare nelle passività a breve e comporta una riduzione dei mezzi
propri rispetto a quando si attribuisce l’intero utile ai mezzi propri,oltre che causare un peggioramento del rapporti di
indebitamento.

L’aggregato presenta un contenuto omogeneo dal punto di vista temporale,ma eterogeneo dl p unto di vista
gestionale.E’ possibile quindi fare un raggruppamento parziale:

-COMPOSIZIONE DEL PASSIVO A MEDIO LUNGO TERMINE:è indicativo delle politiche di finanziamento (mutui
passivi,TFR,prestiti obbligazionari,altri debiti e fondi a medio lungo)

-COMPOSIZIONE DEI MEZZI PROPRI: elemento fondamentale per valutare il grado di capitalizzazione dell’impresa.Il
suo variare nel tempo è indice delle politiche di autofinanziamento e di dividendo perseguite integrate
eventualmente da nuovi apporti ai soci e da modificazioni delle riserve di capitale.

Possibili dei raggruppamenti come per le esigibilità:

INOLTRE avendo terminato l’esposizione di tutti gli elementi dello schema riclassificato secondo il criterio della
liquidità/esigibilità è utile ricordare che come per alcune classi di valori nel conto economico era opportuno effettuare
un’interpretazione sostanziale piuttosto che formale,vale lo stesso per lo stato patrimoniale,ricordando che il conto
economico era accompagnato da un’area di riconciliazione .Nello stato patrimoniale:i prestiti obbligazionari,i prestiti
dei soci(che nel caso in cui gli interessi passivi fossero inseriti negli oneri finanziari,il prestito obbligazionario o dei soci
andrebbe collocato nelle passività a medio lungo),fondi rischi generici vanno inseriti nei mezzi propri.

In merito al prestito obbligazionario convertibile: si mette nei mezzi propri all’approssimarsi del momento di
conversione,tanto più risultano convenienti,per l’obbligazionista,le condizioni per aderire all’operazione.

Alcuni valori possono essere riclassificati con segno opposto:il caso di risconto passivo connesso a contributi su
immobilizzazioni che va portato a riduzione delle immobilizzazioni specifiche poiché il valore attivo da recuperare con
lo svolgimento dell’attività è la differenza tra i due.Lo stesso per gli acconti ricevuti dai clienti.

In conclusione lo schema può esser questo in maniera sintetica:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Ma può essere oggetto anche di ulteriori elaborazioni:in particolare si fornisce una diversa definizione di capitale
investito e da un altro lato viene approfondito ill contenuto dei mezzi propri.

Partendo dai mezzi propri: e approfondendoli,si individuano tre tipologie in funzione della modalità di remunerazione

-esplicitamente onerosi o debiti finanziari (MT o DF)

-implicitamente onerosi

-a onerosità nulla

Il passaggio dai mezzi di terzi complessivi a quelli esplicitamente onerosi(debiti finanziari a breve o medio lungo
termine)avviene sottraendo ai primi le altre due tipologie di finanziamenti a onerosità implicita e nulla derivanti da
gestione caratteristica e tributaria.Nella pratica non sono facilmente distinguibili le due tipologie quindi in modo
semplice ma accettabile è possibile sottrarre ai mezzi di terzi totali almeno due categorie di debiti a onerosità
implicita: verso fornitori,TFR OPPURE sommando tutte le fonti finanziare a onerosità esplicita.

Cosi facendo si dispone di una nuova struttura finanziaria nella quale tutte le fonti sono a remunerazione esplicita
(MT+MP) anche se con differente grado di vincolo.

Non rimane che contrapporre a tali finanziamenti la kloro destinazione misurata dagli investimenti:il nuovo valore del
capitale investito (CI) è pari a quello complessivo al netto dei finanziamenti non esplicitamente onerosi o a onerosità
nulla.IN ALTRI TERMINI si tratta degli investimenti che trovano copertura nei debiti finanziari e nei mezzi
propri( questa è la prima configurazione di capitale investito che fornisce informazioni riguardante il capitale investito
complessivo comprensivo di tutti gli investimenti effettuati e assimilabile al temine angolassone asset)

La seconda configurazione di capitale investito (netto) è quella che gli investimenti traggono copertura dei debiti
finanziari e nei mezzi propri e coincide con il termine investiment.

questo schema trova


collegamento con il successivo criterio di pertinenza gestionale

4.2 LO SCHEMA DI RICLASSIFICAZIONE SECONDO IL CRITERIO DI PERTINENZA GESTIONALE.

Si collega perfettamente alla riclassificazione del conto economico e del rendiconto finanziario infatti lo scopo del
criterio di pertinenza è distinguere ciò che è operativo da ciò che è finanziario.

E’ utilizzabile in prevalenza per analisti interni,ma con le dovute semplificazioni anche da analisti esterni. Trae
origine dalla gestione caratteristica che è la più rilevante.La suddivide in:

-gestione caratteristica corrente relativa al ciclo economico-tecnico(approvvigionamento,trasformazione e vendita)

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-gestione caratteristica non corrente: connessa alle scelte di investimento e disinvestimento,cioè alle decisioni di
predisposizione e modificazione della struttura.

Il capitale investito è suddiviso in base alle gestione di pertinenza,pertando si riconoscono gli investimenti della
gestione caratteristica e il loro valore.Confrontando il reddito operativo della gestione caratteristica con tale dato,si
conosce la redditività della gestione caratteristica.L’operazione nel pratico è più difficile perché ad esempio
l’acuisizione di partecipazioni può riguardare attività caratteristica o accessoria e l’analsiat in base a degli indicatori
può desumere più o meno certamente a quale area parziale fanno riferimento,quindi valuta:

-la tipologia di gruppo: in quelli integrati,le partecipazioni sono riconducibili alla gestione caratteristica e sono utili a
tale scopo la nota e la relazione sulla gestione.

-l’attività svolta: se l’azienda è molto diversificata è difficoltoso individuare il core(attività caratteristica) business
dell’impresa

-quota di partecipazione:è di uso comune che più aumenta la partecipazione e più è riconducibile alla
gest.caratteristica,ma non è detto.

DAL LATO DESTRO DELLE FONTI DI FINANZIAMENTO:

-QUELLE DIRETTAMENTE COLLEGABILI A GESTIONE CARATTERISTICA:debiti v.fornitori.E risulta evidente che per la
differenza tra capitale investito e passività di gestione tipica è necessario ricorrere ad altri finanziamenti di terzi o
propri.

-PASSIVITA’ NON CORRELATE AD ATTIVITA’ OPERATIVE: debiti finanziari e remunerazione esplicita.

-ATTIVITA’ EXTRA CARATTERISTICHE: che necessitano anche loro di copertura a titolo di capitale di debito o di rischio.

Di seguito lo schema:

Degli aggregati sopra individuati si possono fare ulteriori riclassificazioni: come il CAPITALE DI ESERCIZIO ovvero
l’ivestimento netto connesso al ciclo economico-tecnico ottenuto cotrapponendo attività operative correnti e passività
ad esse correlate.Inoltre per soddisfare bisogni conoscitivi si può fare ricorso alla posizione finanziaria netta che
aggrega tutti i valori con valenza finanziaria attiva e passiva ,mettendo in evidenza lo schema riclassificato gli

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
investimenti netti nella gestione caratteristica,gli investimenti patrimoniali non riconducibili alla posizione finanziaria

netta e i mezzi propri.

CAPITOLO 6 L’INTERPRETAZIONE DELLE TAVOLE RICLASSIFICATE


6.1 LE TIPOLOGIE DI ANALISI:

La riclassificazione è un momento assai critico in quanto gli errori commessi in questa fase si ripercuoteranno sugli
indici calcolati poi dopo riducendo la valenza informativa degli indici stessi.Oltre a determinare classi di valori e
aggregati per la costruzione di indici ,permette un’interpretazione autonoma e la formulazione di valutazioni i cui
valori(delle valutazioni) possono essere di tre tipi:

1-ASSOLUTI: rappresentano la diretta rielaborazione del bilancio

2-PERCENTUALI: permettono la determinazione di indici di composizione i quali non sono altro che misuratori del
grado di incidenza dei singoli valori o aggregati su alcune grandezze di riferimento.

Per il conto economico sono: ricavi netti e valore della produzione,anche se il valore della produzione è più espressivo
per calcolare gli indici di composizione in particolare per i consumi di fattori produttivi che non dipendono da quanto si
vende ma da quanto si produce.Tuttavia sempre riguardo al valore della produzione va posta molta cautela nei
confronti interaziendali poiché tale valore della produzione è complesso.

Per lo stato patrimoniale sono: totale capitale investito o fonti di finanziamento

Per il rendiconto finanziario: totale impieghi o totale fonti

3-I NUMERI INDICE: posto pari a 100 il valore dell’anno base,sono funzionali all’ottenimento di indicatori di
andamento

Inoltre si ricorda che:

-Dalla combinata analisi di struttura patrimoniale,finanziaria,degli impieghi e delle fonti del rendiconto si valuta la
solidità e liquidità

-Dalla combinata analisi della struttura patrimoniale,finanziaria e del conto economico riclassificato si valuta la
redditività operativa netta.

Dalla combinata analisi di tutte le tavole si costruiscono indicatori espressivi dello sviluppo operativo e strutturale.

Le tavole riclassificate consentono di formulare alcune considerazioni preliminari quali:

processo di formazione del reddito alla luce di ogni area parziale

composizione degli investimenti classificati per grado di liquidità o per gestione di riferimento

la struttura finanziaria individuando la sua composizione e il grado di rischio

cause alla base della dinamica finanziaria cioè le cause di modificazione della liquidità

a tale scopo si rimanda a due tipologie di analisi definite verticali e orizzontali.

6.2 LE ANALISI VERTICALI

Si effettuano grazie all’uso delle tavole percentualizzate oppure all’uso di valori o aggregati percentualizzati.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Alcuni esempi di aggregati: costo del venduto,ricavi nelle imprese diversificate

NELL’AMBITO DI STATO PATRIMONIALE alcuni esempi di aggregati sono: attivo a breve,attivo fisso netto,passivo a
breve.

LE ANALISI VERTICALI ASSUMONO PIENA ESPRESSIVITA’ nell’ambito del conto economico e del rendiconto finanziario
che contengono valori di flusso.E’ infatti attuabile un confronto temporale.

LE ANALISI VERTICALI SONO MENO EFFICACI INVECE:nell’ambito di stato patrimoniale,in quanto le comparazioni
temporali sono meno efficaci in quanto la cariazione dell’incidenza di un elemento,da un periodo al successivo,
dipende sia dalla sua modificazione sia dal cambiamento nella composizione della grandezza di riferimento,SONO PIU’
SIGNIFICANTI invece le analisi sul singolo anno.

Ulteriore esempio di analisi consiste nel delimitare il contributo delle singole gestioni alla produzione del
reddito ,come il seguente che è uno schema integrativo al conto economico a valori percentuali come il seguente
appunto che presenta per due aziende il medesimo reddito netto e ante imposte.

B presenta la situazione più soddisfacente in quanto la maggior parte del suo reddito deriva dalla gestione
caratteristica.La significatività del reddito ovviamente peggiora al crescere dell’incidenza percentuale dell’area
straordinaria.

Ci concentriamo sull’azienda A

Di cui si riporta lo schema a valore della produzione e valore aggiunto per commentare i più significativi e utilizati
indici di composizione.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-Tasso d’incidenza del valore aggiunto:

valore aggiunto/ricavi 1500/5000

Pone enfasi sulle relazioni tra l’impresa e il mercato e confronta il valore aggiunto ottenuto con l’utilizzo delle risorse
interne e il valore complessivo dei fattori ceduti

Oppure:

valore aggiunto/valore della produzione 1500/5500

Qua cambia il denominatore,che adesso comprende anche la valorizzazioni di processi economici non conclusi che
come tali non hanno ancora avuto il “riconoscimento” del mercato.

-redditività lorda delle vendite:

margine operativo lordo(EBITDA)/Ricavi 900/5000

esprime redditività lorda e il numeratore assume valenza finanziaria

Oppure:

reddito operativo(EBIT)gestione caratteristica / ricavi 500/5000

mostra il margine unitario sulle vendite ed è assai dipendente dal settore in cui opera l’impresa e particolarmente
adatto a confronti interaziendali

-tasso di incidenza degli oneri finanziari:

oneri finanziari/ricavi (-)500/5000

indica quanti euro di fatturato sono destinati alla remunerazione esplicita dei conferenti di capitale di prestito.Al
crescere del suo valore si denota la dipendenza da terzi finanziatori e un sempre più crescente vincolo di risorse
assorbite dalla gestione finanziaria.E’ interessante il suo collegamento con il costo medio dell’indebitamento.

-redditività netta delle vendite:

reddito netto/ricavi 240/5000

indica la quota residua di vendite disponibile dopo aver remunerato tutti i fattori produttivi.Ampliamente utilizzato ed
è caratterizzato da estrema sintesi di tutti gli effetti delle gestioni parziali.

ALTRI INDICATORI RIGUARDANTI LO STATO PATRIMONIALE:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Ecco gli indici di composizione di cui
maggiormente ci si avvale per lo stato patrimoniale.

Grado di elasticità degli investimenti:

attivo a breve/capitale investito 1800/5300

attivo fisso netto/capitale investito 3500/5300

grado di concentrazione sul business tipico

capitale investito gestione operativa(dato dalla riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio funzionale
paragrafo 4.3)/capitale investito

grado di indipendenza finanziaria

passivo a breve/fonti di finanziamento 3100/5300

mezzi di terzi/fonti di finanziamento 3800/5300

mezzi propri/fonti di finanziamento 1500/5300

composizione dell’attivo a breve

liquidità immediate/attivo a breve 100/1800

liquidità differite/attivo a breve 1200/1800

disponibilità/attivo a breve 500/1800

composizione dell’indebitamento

passivo a breve/mezzi di terzi 3100/3800

passivo a medio lungo/mezzi di terzi 700/3800

debiti finanziari/mezzi di terzi

ANCHE IL RENDICONTO E’ ESPRESSO QUANDO POSSIBILE A VALORI PERCENTUALI.I TERMINI DI RIFERIMENTO SONO
INDIVIDUATI NEL TOTALE DELLE FONTI O DEGLI IMPIEGHI

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Sono duplici i valori percentuali riferiti agli impieghi:

da una parte c’è la composizione dei flussi in uscita

dall’altra l’incidenza sul totale generale,che coincide con le fonti.

Se la variazione di liquidità è negativa i doppi valori percentuali sarebbero determinati per le fonti.

Si ribadisce che gli indici di composizione sono i più utilizzati e sono utilizzati al fine di cogliere il contributo dell’analisi
verticale.

6.3 LE ANALISI ORIZZONTALI:

Consistono nel determinare l’andamento dei singoli valori su un arco temporale più o meno esteso,ovviamente più è
esteso e maggiore sarà il significato del trend(l’andamento nel tempo che nel caso degli analisti è fatto in maniera
sintetica su 3-5 ma è meglio effettuarlo su periodi più lunghi).

Tra i singoli aggregati,i più significativi: fatturato,valore aggiunto,capitale investito(a breve e lungo),patrimonio
netto,l’indebitamento.Le variazioni ovviamente non devono essere valutate singolarmente,ad esempio; una
significativa crescita del capitale investito non è soddisfacente se non accompagnata da una corrispondente variazione
del fatturato

Esempio:

il fatturato nel primo anno è aumentato del 13,3% e nel secondo del 35,3% con un aumento del trend complessivo del
53 per cento.il valore base posto a 100 può anche essere sostituito da un altro anno se risulta poco espressio

La formula dei numeri indice è : valore anno/valore anno base x 100

L’analisi orizzontale presenta dei limiti:

-con valori assoluti piccoli anche una modesta modificazione può generare variazioni percentuali molto grandi

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-quando due valo0ri consecutivi sono di segno diverso la variazione non si può calcolare

-se un valore è pari a zero nel primo dei due anni la variazione non si può calcolare

-se un valore è pari a zero nel secondo dei due anni ,la variazione è del 100% negativa

CAPITOLO 7 LA DIMENSIONE OPERATIVA DELLA


RICLASSIFICAZIONE.
7.1 GLI ELEMENTI DI PROBLEMATICITA’ NELLA RIELABORAZIONE DEL BILANCIO DESTINATO A PUBBLICAZIONE

Il bilancio nella forma cosi prevista è da considerarsi già riclassificato? No,il bilancio dev’essere soggetto a
rielaborazione dato che lo scopo suo iniziale è garantire una rappresentazione veritiera e corretta.Tuttavia ogni
riclassificazione segue metodologie diversa in base agli scopi di tale riclassificazione stessa,quindi il quesito iniziale è
riformulato:poiché le tavole di sintesi presentano alcune grandezze tipiche di un processo di riclassificazione,quale
significato economico si deve attribuire a loro?.Si pensi al conto economico il cui ricorso alla forma scalare fa emergere
dei risultati intermedi tra valore e costi della produzione,ma il problema è capire la significatività di quel risultato per
interpretare la capacità dell’azienda di produrre reddito.La presenza di risultati intermedi riduce l’analiticità delle
informazioni che poi vengono aggregate in funzione di criteri.Poi le informazioni,diventano utili nella successiva analisi
con la quale le singole classi di valori vengono riaccorpate ad esempio in gestioni parziali in funzione di scopi
particolari.

Il conto economico

Presenta problematiche maggiori rispetto allo stato patrimoniale,e infatti la prima riguarda la forma scalare che non
deve portare a fallaci semplificazioni e l’analista deve intervenire con appropriate riclassificazioni poiché gli aggregati
di valori e risultati economici non sono immediatamente utilizzabili.La seconda è che lo schema previsto dal codice
civile rappresenta una scelta di rappresentazione dei valori necessari per la determinazione del reddito d’esercizio.

Inoltre a seguito del 139/2015 con l’eliminazione dell’area straordinaria,si individuano alcuni aggregati di valori solo
attraverso le informazioni in nota (che contengono info.su componenti straordinari).

Gli schemi maggiormente utilizzati:per valutare il grado di adeguatezza del conto economico sono

a) A ricavi e costo del venduto


b) A valore della produzione e valore aggiunto

in entrambi assume rilevanza il concetto di REDDITO OPERATIVO,definibile su due livelli: infatti la differenza tra
valore e costi della produzione non rappresenta un reddito operativo e esso non si identifica né con quello prodotto
dalla gestione caratteristica né con quello aziendale.

PRIMO LIVELLO: Non è descrivibile come reddito operativo della gestione caratteristica perché nella classe altri
ricavi e proventi ci sono valori che non sono ascrivibili alla gestione caratteristica ad esempio i fitti attivi,oppure
componenti straordinari.Nei costi della produzione si trovano invece le svalutazioni che essendo eccezionali,come le
minusvalenze,in ambito di riclassificazione sono riportate in altre aree.

SECONDO LIVELLO:Non può essere assimilato al reddito operativo aziendale poiché gran parte di proventi/oneri
relativi a gestione caratteristica sono iscritti al di fuori degli aggregati di cui ci stiamo occupando(A e B) in particolare in
C e D.Soffermandoci su C in questo aggregati ci sono valori che appartengono a differenti aree parziali.

Tornando agli aggregati A e B di cui ci occupiamo,ci soffermiamo sulla classe “costo del venduto” che per essere
determinato correttamente è necessario che dai costi della produzione si rettifichino la variazione delle
rimanenze,l’incremento delle immobilizzazioni e proventi corrispondenti ad elementi rettificativi dei
costi(rimborsi).Non poche delle classi del valore della produzione vengono portate a rettifica dei costi della produzione
e in sintesi le aree A e B contengonoo tutti gli elementi per determinare il reddito operativo della gestione
caratteristica ed altre riconducibili a gestioni parziali differenti.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Considerando lo schema a valore della produzione e aggiunto,riguardo al valore della produzione c’è da dire che il
concetto civilistico non è lo stesso di quello riclassificato infatti i contributi in conto esercizio e altri ricavi e
proventi(plusvalenze) per il concetto civilistico non sono parte del valore della produzione,mentre per quello
riclassificato si.

Lo stato patrimoniale:

si farà riferimento al criterio di riclassificazione finanziario che è quello prevalente a cui l’analista fa riferimento.

Prima osservazione,adeguatezza della definizione di totale attività,passività e patrimonio netto e infatti affinchè vi sia
corrispondenza con il capitale investito e le fonti di finanziamento può essere necessario riclassificare alcuni valori con
segno opposto (crediti vs.soci,acconti ricevuti,risconti per contributi)

Seconda osservazione: riguarda le scelte di classificazione dei valori che vanno analizzate separatamente per le due
sezioni che compongono la tavola.

In relazione all’attivo: si determinano le immobilizzazioni e l’attivo circolante oltre ai crediti verso soci e ratei e
risconti attivi.in merito a immobilizzazioni e attivo circolante: il criterio di classificazione è duplice,ossia quello di
destinazione dell’investimento(cioè alla funzione assunta dall’investimento nell’ambito della gestione aziendale) e
quello del grado di liquidità.Si ricorda che esistono classi di valori contenute sia nelle immobilizzazioni sia nell’attivo
circolante come le partecipazioni e i crediti,infatti l’inserimento in un’area piuttosto che in un’altra è fatto in base alla
destinazione dell’investimento e infatti nel circolante=crediti di funzionamento e nelle immobilizzazioni
finanziarie=crediti di finanziamento poi nelle immobilizzazioni=partecipazioni durevoli e nel
circolante=partecipazioni destinate alla vendita.Come si vede dalla suddetta distinzione,per esempio del circolante si
può dire che è un aggregato che non può essere immediatamente interpretato,né in senso stretto(sono inserite classi
di valori riferite a gestioni differenti da quella caratteristica,tipo i titoli) né in senso lato(perché alcuni crediti a breve
sono classificati nelle immobilizzazioni)

Inoltre la collocazione di un aggregato autonomo di ratei e risconti attivi rende qualsiasi definizione di circolante
sottostimata(infatti proprio la collocazione dei ratei e risconti rappresenta un esempio di allontanamento dal criterio
finanziario).

NON VI SONO SOLO LIMITI: sopra sono stati elencati i limiti alla immediata interpretazione dell’attivo ad
esempio,tuttavia esistono dei vantaggi relativi alla duplice classificazione ad esempio:se esitono classi di valore di
crediti presenti sia in immobilizzazioni che nell’attivo circolante permette di indicare se sono di finanziamento o
funzionamento senza ulteriori indicazioni.

I due criteri si possono collegare:ad esempio: sempre per i crediti,quando questi sono di funzionamento il criterio
della destinazione li porta ad inserire tutti nel circolante perché riferiti alla gestione caratteristica corrente mentre il
grado di liquidità è dato dall’obbligo di indicare la quota di scadenza oltre l’esercizio.

Ratei e risconti:

il contenuto assegnato a loro dalla normativa è tale da non poterli considerare subito nell’attivo a breve:si pensi ai
risconti relativi al maxi canone di leasing.

Crediti vs soci

La loro collocazione è in funzione degli aggregati ricercati in fase di analisi.

In conclusione: il totale dell’attivo è sostanzialmente interpretabile in termini di capitale investito,mentre gli aggregati
che lo compongono non sono di immediato impiego.Inoltre l’uso del grado di liquidità permette un’agevole
applicazione del criterio della liquidità/esigibilità

PASSIVO STATO PATRIMONIALE: è abbandonato il duplice criterio di classificazione quindi rinunciando alla
“destinazione” non è nota la specie di finanziamento o funzionamento dei debiti che è importante in tema di
riclassificazione.Ancora più difficoltà per i debiti verso le società del gruppo se non si riescono ad identificare come di
funzionamento o finanziamento quando addirittura non vi sono informazioni in nota integrativa.Tuttavia si ritiene che
non sussistano grandi problemi per la riclassificazione e si ricordano gli aggregati del passivo

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
a) I fondi per rischi ed oneri sono considerati in funzione del loro contenuto a breve o medio lungo
b) TFR è tipicamente passività a medio lungo di cui non sono note all’esterno le quote di scadenza
c) Per ratei e risconti passivi valgono le considerazioni fatte per gli attivi

Patrimonio netto: non si evidenziano aspetti critici salvo individuare al di fuori del patrimonio netto delle classi
riconducibili sostanialmente ad esso anche se formalmente non lo sono,ad esempio prestito obbligazionario
sottoscritto ai soci.

RENDICONTO FINANZIARIO:

L’articolo del codice civile,2425-ter introduce alcuni elementi prescrittivi:

-disponibilità liquide come risorsa di riferimento di cui vanno indicati in rendiconto,ammontare e compisizione anche
relativi all’anno precedente

-i macro aggregati componenti il rendiconto a cui ricondurre i flussi elementari identificati nell’attività operativa di
investimento e finanziamento

-nell’ambito dell’attività di finanziamento,le operazioni con i soci vanno indicate separatamente.

Lo schema è articolato in tre aree

-attività operativa: corrispondente alla gestione reddituale e comprende operazioni connesse


all’aquisizione,produzione,distribuzione di beni e fornitura di servizi nonché le altre operazioni non ricomprese
nell’attività d’investimento e di finanziamento e questo significa che ci sono valori che si devono riclassificare in più
gestioni parziali come ad esempio:interessi attivi,passivi e imposte.Infatti la gestione reddituale permette di ottenere
un flusso sintetico degli effetti indotti da tutte le operazioni che generano costi e ricavi e nell’OIC 10 la suddetta sintesi
è meno problematica a seguito dell’identificazione di alcuni risultati intermedi che permettono di mettere in evidenza
le componenti principali di flusso.

Quindi in sintesi lo schema permette di disporre dei flussi analitici relativi: agli interessi
pagati(gest.finanziaria),incassati(gest.accessoria),alle imposte sul reddito pagate (gest.tributaria),ai dividendi
incassati(fonti gest.patrimoniale)e all’utilizzo di fondi(gest.caratteristica corrente o non corrente).

Quando il flusso finanziario dell’attività operativa è dterminato attraverso il metodo diretto,sono previste due voci
generiche(altri incassi,pagamenti)che non fanno immediatamente riconoscere la gestione parziale salvo ulteriori
informazioni disponibili,anche se generalmente sono collegati a gestione caratteristica e accessoria.

-attività di investimento: comprende i flussi che derivano dall’acquisto e dalla vendita delle immobilizzazioni
immateriali e delle attività finanziarie immobilizzate e circolanti.

-attività di finanziamento: comprende flussi derivanti da operazioni di ottenimento e rimborso delle disponibilità
liquide,sottoforma di capitale di rischio o di debito e si riferiscono alla gestione finanziaria.Infine per la costruzione di
flussi completi è necessario sommari valori contenuti in più parti del rendiconto ad esempio la sola quota di capitale
rimborsata a cui devono sommarsi gli interessi passivi pagati e classificati nell’attività operativa.

Si ricorda a conclusione del paragrafo che la corretta riclassificazione richiede essenzialmente l’uso della nota
integrativa.

7.2 LA RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO:

Di seguito il conto economico nel quale a fianco delle singole classi è riportata la singola voce riclassificata secondo lo
schema a ricavi e costo del venduto.i valori vanno interpretati con il loro segno economico: ad esempio la variazione
delle rimanenze va ad alimentare il costo del venduto se hanno segno”-“ in quando le rimanenze finali sono minori di
quelle iniziali,quindi si sono vendute e il costo del venduto quindi sale;viceversa,il costo del venduto scende se le
rimanenze finali sono maggiori di quelle iniziali quindi con segno “+” che inidca che non sono state vendute quindi il
costo del venduto scende.Il rimborso spese invece va a diminuire il valore complessivo

A SINISTRA LA STRUTTURA CIVILISTICA A DESTRA IL METODO DI RICLASSIFICAZIONE

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Si evidenzieranno solo particolari voci che richiedono più specifici approfondimenti nella comparazione tra conto
economico e schema riclassificato,infatti dove non indicato per alcune voci basta guardare le foto.

A) VALORE PRODUZIONE
1) ricavi delle vendite al netto di resi sconti abbuoni e premi su vendite
2) le variazioni delle rimanenze sono inserite con il segno algebrico opposto a quello indicato nello schema
civilistico
3)
4) Gli incrementi di immobilizzazioni per lavori interni riducono il costo del venduto perché si usano risorse
per intervenire sulla capacità produttiva futura
5) Altri ricavi e proventi:Per i contributi in conto esercizio si fa riferimento a questa tabella in quanto è
necessario specificarne la specie

un esempio è dato dalla quota parte di contributi in


conto impianti,infatti tal valore riduce l’ammortamento

-Altri ricavi e proventi nella tabella 7.2 di sopra e trovano collocazione anche elementi che in passato erano
straordinari come:sopravvenienze attive,plusvlalenze connesse a investimenti non finanziari.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
B) COSTI DELLA PRODUZIONE,quasi totalmente della gestione caratteristica quindi riclassificati a costo del
venduto e la nota identifica quali costi non sono connessi alla gest.caratteristica anche se è raro trovare tali
info in nota
6)
7)
8) Costo per godimento di beni di terzi e nel costo del venduto ci va solo la quota di ammortamento del
bene
9)
10) Svalutazione delle immobilizzazioni: (voce c ) riclassificate a componenti straordinari,ma se la
svalutazione indica perdita durevole è riclassificata a costo del venduto
11)
12) Accantonamenti
13) Altri accantonamenti:sia per questa che per la 12 bisogna valutare la causa generatrice in quanto alcuni
sono connessi a operazioni del periodo e altri riferiti a anni precenti
14) Oneri diversi di gestione: uno schema con alcuni esempi:

C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
15)
16)
17) Interessi e altri oneri finanziari: al valore contenuto nella tavola civilistica(quelli di sinistra) potrebbero
aggiungersi quelli connessi a operazioni di leasing se riclassificate con il metodo finanziario.INquesti punti
trovano anche collocazione plusvalenze e minusvalenze da cessione di titoli e partecipazioni la cui natura
può essere anche straordinaria.
-17 bis: utili e perdite su cambi fanno riferimento sia alla gestione tipica che alle altre quindi dipende
dalla loro natura.Se relativi ad operazioni di acquisto e vendita contribuiscono alla determinazione del
reddito operativo di gestione caratteristica.
D) RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE
18) Rivalutazioni: connesse a due cause: 1 quando i motivi della vecchia svalutazione vengono meno,2
relativa all’applicazione del metodo del patrimonio netto.In entrambi casi sono attribuibili a gestione
complementare e accessoria(salvo che la precedente svalutazione sia stat considerata per ragioni
particolari,straordinaria)
Svalutazioni e rivalutazioni di derivati: è necessario individuarne la natura cosi da collocare il valore della
medesima gestione a cui si riferisce l’attività (strumento) finanziaria sottostante
IMPOSTE SUL REDDITO D’ESERCIZIO: riconducibili totalmente all’area tributaria.
CONFRONTO CONTO ECONOMICO E SCHEMA RICLASSIFICATO A VALORE DELLA PRODUZIONE E
VALORE AGGIUNTO

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Document shared on www.docsity.com
Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
A) VALORE DELLA PRODUZIONE: Non coincide con quello riclassificato infatti solo le prime 4 classi
(ricavi,variazione rimanenze,variazione licso,incrementi in immobilizzazioni per lavori interni) sono
attribuibili all’aggregato in oggetto.In merito a incrementi di immobilizzazioni per lavori interni sono
parte integrante del valore della produzione solamente nel caso in cui facciano riferimento a beni di
concreto utilizzo futuro.In caso contrario vanno a diretta rettifica della classe di costo
corrispondente.

Facendo riferimento a 5) per i contributi in conto esercizio valgono considerazioni analoghe alle
precedenti tranne che per i contributi sui costi relativi a gestione caratteristica i quali nello schema
precedente andavano a rettificare globalmente mentre ora siccome i costi sono suddivisti in esterni e
interni,la collocazione dipende dalla tipologia di evento che ha generato il contributo,cioè dalla specie di
fattore produttivo a cui sono correlati.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
I contributi in conto esercizio:

Per gli altri ricavi e proventi di 5) la seguente tabella

B) COSTI DELLA PRODUZIONE


Divisi in esterni e interni.Vi sono tre aree in cui sono riclassificati
-costi esterni tra valore della produzione e valore aggiunto
-costo del lavoro (interno) tra valore aggiunto e margine operativo lordo
-ammortamenti/accantonamenti tra margine operativo lordo e redditooperativo della gestione
caratteristica e in relazione a questi ultimi si ricorda che nel caso ve ne siano alcuni di altre gestioni
ad esse vanno ricondotti.
Relativamente a 8) i costi per godimento di beni di terzi,sono considerati esterni,anche se sussiste
qualche dubbio per i canoni di leasing che sorge dal fatto che i costi interni sono definiti anche
strutturali,mentre i beni in leasing sono beni strumentali che non compaiono a stato patrimoniale
perché non di proprietà,ma c’è un secondo ragionamento che afferma che se anche non di proprietà
sono comunque soggetti a indisponibilità improvvise scaturite da mancato pagamento delle
obbligazioni contrattuali quindi sarebbero,i beni in leasing dei servizi a lungo termine.Anche se
entrambe le scelte sono accettabili si preferisce quella in cui non si inserisce il bene a stato
patrimoniale concependolo come costo interno quindi strutturale.
Per oneri diversi di gestione relativi al 14) ecco la tabella

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
7.3 LA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE

A) CREDITI VS.SOCI:nell’ipotesi più restrittiva e prudente si portano a riduzione dei mezzi propri perché non
essendo totalmente versati il capitale sociale iscritto a stato patrimoniale è “sovradimensionato” e pertanto
va ridotto.In altrenativa si considerano come una futura entrata e quindi inseriti in liquidità differite.
B) IMMOBILIZZAZIONI: riclassificate nell’attivo fisso netto con alcune eccezioni :
-gli acconti si inseriscono nelle immobilizzazioni finanziarie dato che è questa la loro natura.
-i crediti sono suddivisi in esigibili entro e oltre l’esercizio successivo.L’analista deve comprenderne la qualità
(in termini di congruità del fondo svalutazione) e stabilire l’eventuale esistenza di diritti alla restituzione della
merce.Se non vi sono ripartizioni in base alla scadenza si presuppone la media/lunga durata.
-le partecipazioni i titoli e i derivati sono iscritti sia nel circolante sia nelle immobilizzazioni,anche se tuttavia
l’analista sa che un tiytolo nelle immobilizzazioni può essere venduto subito in caso di necessità.In sintesi i
titoli a breve sono classificati in liquidità differite o immediate;i titoli a medio lungo nelle attività a breve se
destinati alla vendita e nelle immobilizzazioni finanziarie se detenuti fino a scadenza o per periodi lunghi;le
partecipazioni di controllo e di collegamento nelle immobilizzazioni finanziarie salvo che si preveda
l’alienzaione nel periodo futuro;per le altre partecipazioni dipende dalla finalità per cui sono state acquistate.
C) ATTIVO CIRCOLANTE:
-le rimanenze sono incluse nelle disponibilità
-per i crediti vale quanto detto per le immobilizzazioni finanziarie e la parte a breve è inserita nele liquidità
differite.Se non vi sono suddivisioni in base alla scadenza si considerano di breve durata.I crediti vs altri
devono essere esaminati bene poiché il loro contenuto può prestarsi a riclassificazioni in più aggregati.
-per acconti di imposte dirette,si mantengono nell’attivo solo quando l’impresa è i perdita o in credito
d’imposta e in tal caso la destinazione è nelle liquidità differite se si presume che siano realizzabili nel
prossimo futuro;nelle immobilizzazioni finanziarie in caso contrario.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-quanto detto vale anche per le attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni.”Altri titoli”si può
classificare nelle liquidità immediate se si tratta di cash equivalent
-le disponibilità liquide sono liquidità immediate.
D) RATEI E RISCONTI: la prima analisi è sulla loro natura:se sono valori comuni a più di due esercizi vanno
riclassificati nelle immobilizzazioni coerentemente all’operazione sottostante.Se sono comuni solo a due
esercizi i ratei vanno in liquidità differite e i risconti nelle disponibilità

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
A) PATRIMONIO NETTO: il contenuto coincide con quello riclassificato ad eccezione della quota di utile
destinata alla distribuzione (dividendi deliberati) ricondotta alle esigibilità,cosi come l’eventuale dividendo
deliberato su utili di esercizi precedenti.
B) FONDI PER RISCHI ED ONERI:
-i primi due sono a medio lungo anche se per il fondo imposte differite ci sono alcune osservazioni:vi sono
due opzioni,nel passivo a medio lungo e nei mezzi propri,la prima trae origine dal fatto che il fondo deriva
dall’esistenza di differenze temporanee tra reddito civilistico e fiscale che permettono il differimento della
tassazione,si tratta di un debito esigibile nel futuro.La seconda dei mezzi propri parte dal presupposto che
un’impresa raramente paga totalmente le imposte differite.
A parere di scrive,vista la difficoltà dell’analista di interpretare il fondo in oggetto,si dovrebbero includere nei
debiti all’interno delle passività consolidate.Inoltrre in ogni fondo può essere determinata una quota a breve
anche se le informazioni disponibili non permettono tale suddivisione.
-per il fondo relativo a strumenti finanziari,la collocazione è in funzione della scadenza.
Gli altri fondi si devono analizzare singolarmente in base alle loro caratteristiche
-fondo oscillazione cambi: necessario individuare la causa generatrice e definire se è collegato a gestione
caratteristica(deriva da operazioni di vendita,di acquisto o di entrambe:se connesso a operazioni di vendita va
a ridurre i crediti vs.clientise correlato ad operazioni di acquisto va a incrementare i debiti vs.fornitori,se è
comune va ipotizzata la causa e prevalente e qualora questo non fosse possibile,si riclassifica nelle
esigibilità),finanziaria(segue il debito a cui si riferisce) o accessoria(segue il criterio)
-fondo garanzia prodotti:è un fondo a breve anche se la copertura si estende su più anni perché può essere
utilizzato in qualsiasi momento.
-fondi per contenzioso:molteplici fattispecie,in funzione delle info disponibili sono riclassificati a breve o a
lungo con preferenza del lungo in mancanza di info specifiche.Analogo ragionamento per info fondi rischi
ambientali
-fondi rischi generici: riclassificati in mezzi propri poiché sono riserve di utili costituiti al momento di
determinazione del reddito.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
C) TRATTAMENTO FINE RAPPORTO PER LAVORO SUBORDINATO: è un debito a medio lungo,a meno che non ci
sia la specificazione dell’importo da corrispondere entro l’anno per limiti di età raggiunti da alcuni dipendenti.
D) DEBITI: criterio base è riclassificarli entro l’esercizio successivo nel passivo a breve mentre i debiti esigibili
oltre l’esercizio successivo nel passivo a medio lungo termine.Ecco alcune eccezioni:
-le obbligazioni sono iscritte nei mezzi propri se sottoscritte dai soci
-stesso discorso delle obbligazioni per i debiti vs.soci
-debiti verso banche: comprendono debiti a breve(liquidità negative)debiti a medio lungo in
scadenza(esigibilità) debiti consolidati(passivo a medio lungo),per loro è indispensabile la nota integrativa in
quanto il valore esigibile entro l’esercizio successivo comprende le prime due tipologie citate.
-acconti ricevuti da clienti:sono un debito le l’impresa non assolve l’obbligazione.Sono generalmente portati a
riduzione dell’attivo a breve e in particolare delle disponibilità e la ragione risiede nel fatto che l’impresa ha
iscritto il bene al netto dell’acconto logicamente.L’inserimento nelle disponibilità deriva dal fatto che il bene è
riconducibile prevalentemente alle rimanenze.
-acconti di altra specie: abbonamento annuale o pluriennale rilevato da impresa editoriale o sportiva e la
riclassificazione avviene in funzione della durata.
E) RATEI E RISCONTI PAASIVI : vale quanto esposto per i ratei e risconti attivi.Un caso particolare è quando nei
risconti passivi si inseriscono i contributi in conto impianti che negli esercizi futuri verranno attribuiti a conto
economico in funzione del piano di ammortamento dei beni cui appartengono;la riclassificazione è a
riduzione delle immobilizzazioni materiali.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
PROSPETTO DI RACCORDO TRA STATO PATRIMONIALE E SCHEMA RICLASSIFICATO SECONDO PERTINENZA
GESTIONALE:

A) CREDITI VS.SOCI PER VERSAMENTI ANCORA NON DOVUTI,se non riducono i mezzi propri,sono da considerarsi
extra-caratteristici
B) IMMOBILIZZAZIONI: si distinguono quelle:materiali e immateriali,arrività operative non correnti,salvo
l’esistenza di beni non strumentali e con l’eccezione degli acconti.Le immobilizzazioni finanziarie che si
prestano a più riclassificazioni,fatta eccezione per i titoli e i derivati.I crediti finanziari invece sono attività non
caratteristiche
C) ATTIVO CIRCOLANTE,si considerano:
-rimanenze inserite in attività operative correnti
-crediti riconducibili a gestione tipica corrente e non assume rilevanza il grado di liquidità ma la causa
generatrice
-attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni di specie non caratteristica
-disponibilità liquide per le quali valgono le considerazioni delle attività finanziarie
D) RATEI E RISCONTI: si deve individuarne la natura in quanto possono appartenere sia alla gestione
caratteristica che non caratteristica
A) PATRIMONIO NETTO: il contenuto è analogo a quello riclassificato ad eccezione della quota di utile destinata
a distribuzione che è riclassificata nelle passività non correlate alle attività operative.Cio vala anche per la
distribuzione di utili e riserve di esercizi precedenti.
B) FONDI PER RISCHI ED ONERI: necessario verificare la natura
C) TFR LAVORO SUBORDINATO: tipicamente un debito correlato a gestione caratteristica
D) DEBITI: suddivisi in:
-debiti finanziari: passività non correlate ad attività operative
-debiti non finanziari(di funzionamento): passività correlate ad attività finanziarie operative
Unica eccezione sono gli acconti che vanno portati a riduzione delle attività operative di gestione corrente o a
incremento delle passività a essi correlate.
E) RATEI E RISCONTI PASSIVI,vale lo stesso per quelli attivi

7.4 LA RICLASSIFICAZIONE DEL RENDICONTO FINANZIARIO:

La tavola è diversa in quanto vengono inserite talune elaborazioni per la determinazione di specifici flussi i cui
valori non sono oggetto di riclassificazione come ad esempio le variazioni del capitale circolante netto(CCN)

La possibilità di riclassificazione dipende dal livello di dettaglio del rendiconto

-il flusso finanziario dopo la variazione del CCN può essere determinato in modo diretto e indiretto.nel prospetto
sono riportate entrambe le modalità

-per determinare il flusso finanziario finale si devono effettuare le rettifiche connesse al circolantee se non si
riscontrano voci del CCN non riconducibili alla gestione caratteristica corrente sarà necessario operare le
opportune modifiche.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-i flussi in entrata/uscita connessi a immobilizzazioni finanziarie sono ricondotti alla gestione patrimoniale

-la gestione finanziaria: è divisa in due parti,una corrispondente ai finanziatori e una ai soci

-nell’area straordinaria è inserito un solo esempio ma possono andarcene di più,inoltre si può ottenere lo stesso
risultato separanto tali valori straordinari da ogni gestione parziale

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
CAPITOLO 8 L’ANALISI DELLA SOLIDITA’ PATRIMONIALE E
FINANZIARIA:
8.1 LA DEFINIZIONE DI SOLIDITA’

E’ la capacità di un’azienda di perdurare nel tempo in modo autonomo.E’ il priimo dei quattro poli strutturali per
i quali si calcolano gli indici di bilancio e di questo se ne forniscono due accezioni:

1 la prima richiama l’equilibrio inteso in termini di scadenze temporali tra investimenti(struttura patrimoniale) e
finanziamenti(struttura finanziaria)

2 la seconda fa riferimento all’equilibrio tra fonti proprie e di terzi quindi alla dipendenza finanziaria da terze
economie

Le due accezioni sono collegate,quindi imprese cratterizzate da elevata dipendenza finanziaria non presentano i
presupposti per l’equilibrio a medio-lungo termine tra investimenti e finanziamenti.L’ambiente economico può
esser caratterizzato da eventi sfavorevoli,quindi quanto più l’azienda è solida tanto più riuscirà a superare gli
eventi sfavorevoli senza compromettere la capacità di ottenere reddito

Esistono anche elementi che impattano sul grado di rischiosità dell’impresa:

-le garanzie concesse a terzi che porterebbero futuri impegni

-gli strumenti finanziari valutando il loro ruolo di copertura o speculativo

-il livello ci concentrazione vendite/crediti che indica il livello di dipendenza

-la diversificazione del business che incide sul rischio operativo

L’analisi della solidità utilizza valori e aggregati nello stato patrimoniale riclassificato e per la costruzione dei
seguenti indici si fa riferimento ai valori di fine periodo.

- 1 rapporto di indebitamento

-2 Grado di copertura dell’attivo fisso netto

-3 margine di struttura

-4 grado di ammortamento

Questi primi 4 sono tipici dell’analisi di solidità

-5 tasso di variazione del capitale investito

-6 tasso di autofinanziamento

Questi altri sono utili per collegare l’analisi di solidità ai poli dello sviluppo (variazione del capitale) e
redditività(autofinanziamento)

8.1 GLI INDICI DI SOLIDITA’

-1 RAPPORTO D’INDEBITAMENTO:Calcolato in due modi:

-PRIMO MODO: MEZZI DI TERZI/MEZZI PROPRI, esprime la dipendenza finanziaria COMPLESSIVA da terze
economie.E’ compreso tra 0 e infinito e più cresce,più si riduce il grado di solidità in quanto l’impresa si sta
fornendo di fonti di terzi.Non esiste un valore ottimale,ma dipende tutto da fattori esterni come il mercato in cui
opera l’azienda o da fattori interni come dal tasso di crescita e dalla facoltà di produrre reddito.Quindi valori
molto alti,che diminuiscono quindi che migliorano indicano un’azienda in rapido sviluppo,mentre valori molto
bassi,ma che s’incrementano,indicano un’impresa appartenente a un comparto maturo.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Valori elevati sono indici di sottocapitalizzazione,quindi l’azienda è più esposta a tensioni con finanziatori e
fornitori,inolte un’azienda molto indebitata non avrà fiducia dalle banche e influirà sui comportamenti degli
amministratori (l’elevato indebitamento s’intende)

QUALI SONO A QUESTO PUNTO PERO’,I VANTAGGI?

Se il ritorno ottenuto dall’investimento con fonti di terzi è superiore dei costi sostenuti per il finanziamento allora
questa differenza positiva sarà a beneficio dei soci,infatti gli oneri finanziari sono deducibili attraverso lo “scudo
fiscale” in particolare i costi finanziari devono trovare copertura in redditi operativi crescenti e infatti il rischio
maggiore è collegato alla mancanza o insufficienza di disponibilità liquide per far fronte al servizio del debito.

Le cause associate ad un valore non soddisfacente dell’indicatore:

a) Sottocapitalizzazione,misurata dal grado di copertura dell’attivo fisso netto


b) La ridotta efficienza del capitale investito,MISURATA DAL TASSO DI ROTAZIONE DEL CAPITALE

E’ bene paragonare più indicatori per completare un’analisi (visto che questi sono parte integrante di un sistema)
di dipendenza da terzi

-Composizione dell’indebitamento:

passivo a medio lungo/mezzi di terzi

passivo a breve/mezzi di terzi

indica la composizione dell’indebitamento e in particolare è preferibile una maggiore incidenza dei finanziamenti
a medio lungo in quanto presentano costi inferiori dei finanziamenti a breve.non è un indice percentuale.

-altra configurazione alternativa del rapporto d’indebitamento

Mezzi propri/capitale investito (dai soci)

Quindi esprime il totale dei finanziamenti dei soci al denominatore.

-SECONDO MODO PER CLACOLARE IL RAPPORTO D’INDEBITAMENTO:

-rapporto d’indebitamento finanziario:

debiti finanziari[MT*(ossia mezzi di terzi esplicitamente onerosi/DF)]/mezzi propri

l’elemento distintivo risiede nell’utilizzo delle sole passività esplicitamente onerose.Si pongono a confronto due
fonti di finanziamento che richiedono un’esplicita remunerazione anche se differente.E’ molto importante
inoltre per la determinazione della leva finanziaria(algoritmo che collega solidità e redditività).

-2 GRADO DI COPERTURA DELL’ATTIVO FISSO NETTO E 3 MARGINE DI STRUTTURA

Utilizzati congiuntamente poiché sfruttano gli stessi aggregati di stato patrimoniale e sono entrambi espressivi del
grado di equilibrio tra fonti di finanziamento e struttura degli investimenti

Grado di copertura dell’attivo fisso netto

MEZZI PROPRI/ATTIVO FISSO NETTO,segnala le modalità attraverso le quali l’azienda finanzia gli investimenti
durevoli(a lungo termine) ed evidenzia il grado di copertura interna(auto copertura) di tali investimenti

In linea generale è compreso tra 0 e 1 e si fa riferimento all’unità per valutarlo:

-se maggiore di 1: il capitale di rischi copre non solo gli investimenti durevoli,ma può sostenere anche
un’eventuale espansione futura o bilanciare situazioni negative improvvise

-se uguale a 1: denota un soddisfacente grado di capitalizzazione

-se minore di 1: modesto grado di capitalizzazione,ma non è detto che non vi sia equilibrio infatti basta che
sussista coerenza temporale tra investimenti e finanziamenti.La situazione sarebbe accettabile se la parte dii

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
investimenti durevoli eccedente rispetto ai mezzi propri fosse finanziata con passività consolidate,quindi
l’indicatore di secondo livello è il seguente:

mezzi propri+passivo a medio lungo/attivo fisso netto

se anche questo fosse minore di 1 allora il segnale è preoccupante,infatti adesso i mezzi propri sarebbero anche
finanziati da passività a breve che sono rinegoziabili per farle diventare a lungo termine aumentando i tassi
d’interesse quindi comportando più costi per l’azienda al fine di raggiungere almeno l’unità del rapporto.Se la
situazione si realizza nel breve ed è frutto di ingenti investimenti nel breve non è grave,ma lo diventa quando
l’azienda fa perdurare questa situazione per esempio essendo troppo “generosa” nella distribuzione dei
dividendi,oppure e ancora più grave quando non ci sono segnali di crescita.

Si deva anche considerare la composizione dell’attivo fisso netto che se è costituito da investimewnti di natura
accessoria è necessario che questi siano smobilizzabili affinchè tali valori negativi suddetti possano essere ritenuti
accettabili.

MARGINE DI STRUTTA PRIMO E SECONDO LIVELLO:

DATO DA: MEZZI PROPRI-ATTIVO FISSO NETTO

IL SECONDO LIVELLO E’: MEZZI PROPRI+PASSIVO A MEDIO LUNGO-ATTIVO FISSO NETTO,

com’è evidente non c’è il rapporto ma la differenza tra i due aggregati e voci dello stato patrimoniale e quindi fa la
differenza assoluta del divario,necessaria per valutare meglio l’equilibrio.Siccome è un indice condizionato dalla
dimensione aziendale,va ricordato che mal si presta a confronti interaziendali a differenza del precedente grado di
copertura,infatti secondo la seguente tabella:

la solidità è uguale per tutte,ma il


margine(MP-AFN) no

INVECE:

In questo caso i margini di struttura


sono simili ma le solidità no.

Si ricorda invece che alcune operazioni agiscono solo su uno dei due indicatori:ad esempio una rivalutazione di
immobilizzazioni modifica il grado di copertura ma lascia inalterato il margine di truttura(fatto salvo l’effetto fiscale)

Può accadare che un rapporti di indebitamento adeguato a prima vista,possa non esserlo se i mezzi proprio sono
insufficienti a coprire le attività immobilizzate,viceversa un rapporto d’indebitamento apparentemente elevato può
essere meno preoccupante se i mezzi propri sono superiori alle immobilizzazioni.Ciò rafforza l’indagine congiunta.

-4 RADO DI AMMORTAMENTO:

esprime la percentuale media di ammortamento,compreso tra 0 e 1 (100 se in termini percentuali)

FONDO AMMORTAMENTO/IMMOBILIZZAZIONI LORDE

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-Se pari a zero:o non sono state ancora contabilizzate,mentre se tendente a zero : le quote di ammortamento o
perché ci sono stati recenti investimenti oppure quando l’azienda applica politiche strumentali di bilancio per
mostrare un reddito d’esercizio contabilmente migliore riducendo le quote di ammortamento.Questa ipotesi richiede
un’analisi reddituale

-se pari a uno: corrisponde a immobilizzazioni completamente ammortizzate,mentre se tendente a 1:può indicare
scarso rinnovamento tecnologico rilevando obsolescenza dei macchinari e evidenziando la necessità di investimenti
futuri nel breve oppure politiche di ammortamento molto rapide per ridurre il carico fiscale.Un valore alto che quindi
indica obsolescenza è da analizzare più precisamente se si opera in un mercato ad elevato sviluppo
tecnologico,mentre se il valore alto si trova in un mercato caratterizzato da poca innovazione non è
preoccupante.Quindi l’interpretazione è soggetta innanzitutto alle scelte soggettive degli amministratori della vita
utile e delle quote di ammortamento e poi in base al contesto in cui si opera.

-in condizioni normali:se l’indice si riduce nel tempo significa che i rinnovi sono superiori agli ammortamenti e alle
dismissioni,se invece è stabile indica una similarità tra i due movimenti.

Precisazioni:per quanto riguarda le immobilizzazioni lorde ,queste sono intese come materiali in quanto le immateriali
solo in poche occasioni sono ammortizzabili e seppure lo fossero bisognerebbe sottoporle a indagine approfondita
costruendo alcuni indici di secondo livello come:

si suppone che il fondo ammortamento è di 600,la quota di ammortamento è 100 e che il costo storico è di 1000

SONO TUTTI VALORI MEDI

-tasso di ammortamento medio: esprime la riduzione media annuale delle immobilizzazioni nel periodo analizzato

Quota ammortamento/immobilizzazioni lorde 100/1000=0,10=10%

-durata media delle immobilizzazioni(vita media): esprime il tempo medio contabile di presunta rimanenza delle
immobilizzazioni nell’impresa

immobilizzazioni lorde/quota ammortamento 1000/100=10 anni

scomposto in

-età media delle immobilizzazioni:numero di anni di utilizzo delle immobilizzazioni esistenti

f.do amm,to/ quota amm.to 600/100=6

-durata residua delle immobilizzazioni: il numero residuo di anni di impiego delle immobilizzazioni

Immobilizzazioni nette/ quota amm.to 400/100=4

Assumomo tutti significato laddove il processo di rinnovamento non è repentino e continuo nel tempo.

Per i beni in leasing infine:sebbene non sono iscritti a stato patrimoniale perché non di proprietà
dell’azienda,calcolare le loro quote di ammortamento migliorerebbe in modo significativo l’analisi.

Terminando è evidente che il grado di amm.to si deve valutare congiuntamente con i precedenti indicatori di solidità
in quando se un’azienda OLD ha un grado di ammortamento elevato con poca innovazione,il grado di copertura delle
immobilizzazioni sarà maggiore di uno e avrà giudizio positivo,ma se il grado di ammortamento è elevato allora ci
saranno degli investimenti futuri quindi il grado di copertur suburà variazioni.Invece per un’azienda NEW con grado
amm.to basso che riesce a coprire con mezzi propri gli impianti significa che ha effettuato investimenti nel breve(dati
dal basso grado di ammortamento) e che ha risorse interne tali da coprire anche gli impianti.

-5 TASSO DI VARIAZIONE DEL CAPITALE INVESTITO:

capitale investito finale-capitale investito iniziale/capitale investito iniziale

collega la solidità allo sviluppo aziendale e permette di analizzare la solidità dinamicamente.Una crescita eccessiva
rispetto alle potenzialità di finanziamento interno riduce la stabilità futura e aggrava il rapporto d’indebitamento oltre
che coinvolgere il profilo reddituale con maggiori oneri finanziari.La variazione del capitale investito deve essere

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
esaminata osservando anche i due aggregati che la compongono:da una parte l’attivo fisso netto,cruciale nella solidità
e dall’altra dall’attivo a breve che risente della crescita del fatturato e in generale dell’andamento dell’attività
operativa.

-6 TASSO DI AUTOFINANZIAMENTO : interpreta la crescita aziendale e il suo impatto sugli indici di solidità

Reddito netto-dividendi/mezzi propri

Identifica il tasso di sviluppo dei mezzi propri per il duplice effetto di:

-gestione ovvero della capacità di produrre reddito

-scelte di distribuzione degli utili cioè delle politiche di autofinanziamento

E’ evidente che la crescita del capitale investito non coperta dall’autofinanziamento richiede il ricorso
all’indebitamento o a finanziamenti da parte di soci.

8.3 LE RELAZIONI TRA GLI INDICI

SI presentano prima alcuni indicatori della posizione finanziaria netta

-rapporto di indebitamento finanziario:

posizione finanziaria netta/mezzi propri

esprime la relazione tra l’esposizione netta verso il sistema finanziario e i mezzi propri:al crescere dell’indicatore
peggiora la solidità

-tasso di assorbimento/incidenza dell’indebitamento finanziario netto:

posizione finanziaria netta/vendite

fa riferimento alle vendite da una parte e all’EBITDA dall’altra,inoltre le vendite nell’ambito della gestione
caratteristica sono fondamentali e più l’indicatore cresce più l’impresa non riesce ad assorbire l’indebitamento
attraverso i flussi generati dalle vendite oltre che a peggiorare la situazione degli oneri finanziari.

Il secondo indicatore è

Posizione finanziaria netta/EBITDA

Esprime la capacità di produrre risorse finanziarie per far fronte ai debiti finanziari netti collegando redditività e
liquidità.L’EBITDA ha valenza anche finanziaria perché a lordo di costi non monetari(acc.ti,amm.ti,svalutazioni).I
confronto con la posizione finanziaria netta indica il tempo di rimborso dell’indebitamento finanziario netto attraverso
i flussi generati dalla gestione cartteristica.AD esempio se il valore dell’indice è 5 significa che facendo ricordo
all’ebitda impiegherebbe 5 anni per il rimborso completo.Al crescere dell’indice la situazione finanziaria è
critica,tuttavia in condizioni normali la posizione finanziaria netta non dev’essere azzerata e pertanto il suo significato
è quello di misurare la rischiosità delle scelte finanziarie attuate.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Relativamente alla congiunzione tra i vari idici

-da sinistra si leggono le scelte di finanziamento

-da destra le scelte di investimento

L’investimento è a breve o medio lungo e per la solidità è importante quello a medio lungo.

Se le variazioni impattano su immobilizzazioni si impatta anche sul grado di ammortamento.

Inoltre vengono influenzati il grado di copertura dell’attivo fisso netto e il margine di struttura,ma questi due indici
vengono influenzati anche dalle decisioni di copertura.La scelta del capitale può essere influenzata da:

-fonti interne: autofinanziamento

-fonti a titolo di capitale di risparmio

-fonti esterne di terzi

In funzione delle scelte si producono effetti differenti sul rapporto di indebitamento e sugli altri indici:se l’impresa
riesce a crescere strutturalmente senza peggiorare il rapporto di indebitamento e il grado di copertura la situazione
è reputata ottimale.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
CAPITOLO 9 L’ANALISI DELLA REDDITIVITA’ OPERATIVA E NETTA
9.1 LA DEFINIZIONE DI REDDITIVITA’:

DEFINIZIONE: rapporto tra una configurazione di reddito e il capitale necessario per ottenerlo oppure rapporto tra
configurazione di reddito e fatturato.

L’analisi della redditività verifica la congruenza dei risultati economici intermedi ottenuti dal conto riclassificato con le
risorse impiegate per ottenerli.Dopo aver indicato gli indicatori principali,questi verranno disaggregati per far risaltare
le relazioni tra essi intercorrenti.Le fasi dell’analisi di redditività sono le seguenti:

1. Determinazione della redditività operativa(del capitale investito)


2. Calcolo della differenza tra rendimento e costo delle risorse finanziarie e valutazione della sostenibilità del
debito
3. Determinazione redditività netta dei mezzi propri e dell’effetto leva finanziaria
4. Calcolo del tasso di autofinanziamento

9.2 L’ANALISI DELLA REDDITIVITA’ OPERATIVA:

Punto di partenza dell’analisi il cui indicatore è il ROI (return on investiment) reddito operativo/capitale investito ed
esprime il rendimento del capitale investito indipendentemente dalle scelte di finanziamento quindi palesa il grado di
efficienza ed efficacia della gestione aziendale nel suo complesso,infatti solamente un’impresa caratterizzata da
elevato e stabile ritorno sugli investimenti è in grado di garantire la remunerazione dei finanziamenti ricevuti.Un ROI
soddisfacente è requisito necessario ma non sufficiente per il successo economico.in fase di applicazione sorgono dei
problemi:

a)selezione del reddito operativo

b)la scelta del capitale investito

c)l’individuazione del momento temporale di riferimento per il capitale investito

a) IL REDDITO OPERATIVO DI RIFERIMENTO:

dalla riclassificazione del conto emergono due configurazioni

1 di gestione caratteristica

2 aziendale(il reddito operativo dovrebbe essere determinato al netto dell’effetto fiscale)

Nelle analisi esterne è più facile individuare il ROI GLOBALE : Reddito operativo aziendale/capitale investito, che
evidenzia la redditività degli investimenti indipendentemente dalla gestione cui pertengono.E’ costruito a partire
dallo stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio della liquidità(finanziario) e permette di esaminare gestione
caratteristica e patrimoniale,anche se è possibile separare il contributo che ciascuna offre singolarmente.Per
effettuare ciò(distinzione gestione caratt. e accessoria) è necessario distinguere all’interno del capitale investito i valori
destinati alla gestione tipica da quelli destinati alla gestione patrimoniale il che è molto difficile per analisti esterni .Ad
esempio:nella determinazione del capitale investito extra caratteristico per titoli e immobili non strumentali non
sorgono difficoltà ma ad esempio ne sorgono per le seguenti classi di valori:

-partecipazioni: in imprese che svolgono attività correlata a quella tipica le partecipazioni andrebbero considerate
come investimento dell’attività caratteristica e ciò non traspare con chiarezza dal bilancio pubblico

-crediti finanziari: sono da attribuire alla gestione accessoria ma sorgono dubbi quando i debitori sono le imprese
(appartenenti o meno al gruppo)

-liquidità:impossibile per l’analista determinare la quota destinata a gestione caratteristica e quella destinata a
gestione patrimoniale.

Visti i seguenti impedimenti,si fa riferimento al calcolo del ROI globale .

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
L’ipotesi di un’elevata incidenza del capitale investito in gestione patrimoniale sul capitale investito in totale denota
l’esistenza di una “riserva” data dalle eccedenze dell’azienda che può essere usata all’occorrenza.

L’ipotesi opposta in cui prevale l’incidenza del capitale investito caratteristico denota la destinazione delle risorse nel
capitale nel business principale.

Fatte queste precisazioni,Il ROI globale è scomposto in:

a) ROI gestione caratteristica: reddito operativo gestione caratteristic/capitale investito gestione caratteristica
b) ROI gestione accessoria: reddito gestione accessoria/capitale investito gestione accessoria

-se la redditività della gestione patrimoniale supera quella della gestione principale è il caso di individuare
provvedimenti urgenti peer migliorare le miglioranze della funzione economica relativa alla gestione tipica

-se la redditività della gestione tipica è maggiore della gestione patrimoniale bisogna riflettere sulle condizioni di
rischio del mercato cui è riferita la gestione tipica,infatti se il mercato è rischioso è opportuno diversificare.

In ultima analisi,si è soliti scomporre il ROI globale nelle sue componenti tipiche e accessorie quando l’incidenza della
gestione accessoria è rilevante(ad esempio la gestione caratteristica è molto volatile quando qcuisto e vendo titoli più
volte il che influisce sul valore dell’indice),altrimenti basta calcolare il ROI globale.

b)IL CAPITALE INVESTITO DI RIFERIMENTO

dev’essere coerente con la configurazione di reddito posta al numeratore.Il reddito operativo aziendale richiede il
capitale investito globale,il reddito operativo di gestione caratteristica necessita del capitale investito correlato.Si nota
che se non c’è coerenza come nel caso di reddito della gestione caratteristica e capitale investito globale si genera una
distorsione tanto maggiore quanto più cresce l’incidenza della gestione accessoria.

c)IL MOMENTO TEMPORALE DI RIFERIMENTO DEL CAPITALE INVESTITO

Al denominatore di tali indici di redditività si usano valori si stato patrimoniale e vi sono tre momenti temporali:

-iniziali:i migliori perché a rigor di logica si ottengono i risultati partendo dal capitale iniziale investito(che appunto è
valore si stato patrimoniale posto al denominatore) ad esempio: reddito operativo T2/ capitale investito 31 dicembre
t1.I valori iniziali permettono di confrontare l’andamento reddituale,la solidità patrimoniale e lo sviluppo

-finali: si ipotizzi un impianto acquistato verso la fine dell’anno T2 ,il cui valore è parte del capitale investito al 31
dicembre,questo sarebbe accostato al reddito operativo dell’anno T2 anche se non ha concorso a produrre i risultati
economici dell’esercizio.Invece il valore di un impianto ceduto a fine esercizio non è incluso del valore del capitale
investito anche se ha contribuito a generare reddito.Infine anticipando il concetto del ROE cioè la redditività dei mezzi
propri ottenuta confrontando reddito netto e mezzi propri,se si usa il valore finale si andrebbe incontro a
un’incongruenza in quanto io valore finale è parte del reddito netto (almeno per la parte
dell’autofinanziamento).Comunque la prassi di avvalersi dei valori finali è molto diffusa.Tuttavia quando la variabilità
del capitale investito è elevata oppure si sono effettuati ingenti investimenti all’inizio si possono calcolare una serie di
indicatori di redditività con valori finali e iniziali di stato patrimoniale al fine di confrontare il trend nel tempo,il quale
trend è caratterizzato da analoga direzione ma differente pendenza

-valori medi:non contribuiscono al miglioramento delle conoscenze e non sono determinabili adeguatamente
dall’esterno.In conclusione si ricorre al valore di inizio periodo eventualmente integrato da quello di fine periodo.

LA FASE INTERPRETATIVA

Il ROI misura anche il grado di efficienza dell’azienda infatti al crescere dell’efficienza,migliora l’utilizzo delle risorse
aziendali.E’ influenzato anche dal ciclo di vita del comparto,ciclo di vita che presenta valori modesti ma in crescita in
fase di introduzione diminuito dei costi elevati per penetrare il mercato e da volumi di produzione su volumi di vendita
non elevati;valori interessanti nella fase di sviluppo dati dall’esperienza;valori più ridotti in fase di maturità quando
entrano nuovi concorrenti e la domanda è stabile;valori in calo nella fase di declino.Subisce l’influenza anche da altre
variabili come tipologia di attività e settore di appartenenza.IL ROI dunque dev’essere paragonato ad aziende che
operano nelle medesime condizioni e puo essere scomposto in : REDDITIVITA’ DELLE VENDITE,TASSO DI ROTAZIONE
DEL CAPITALE INVESTITO

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
IL ROI è IL PRODOTTO DI ROS (return on sales) e turnover,che sono rispettivamente la redditività sulle vendite e il
tasso di rotazione del capitale.Aziende che presentano medesimo ROI,non è detto che abbiamo stessi turnover e
ros,infatti se 4 azienda hanno tutti il roi del 10% è possibile che alcune abbiamo un ros del 10 e un turnover dell’1 e
altre che abbiano ros del 5 e turnover del 2.Quella che ha il ros del 10 % può operare sul turnover dell’1% perché
presenta margini di miglioramento

ROS: REDDITO OPERATIVO/VENDITE

TURNOVER: VENDITE/CAPITALE INVESTITO

Si esaminano singolarmente ora ROS e TURNOVER al fine di scomporli e meglio comprenderli

a)redditività delle vendite

identifica il reddito disponibile derivante dalle vendite quando si sono coperti tutti i costi relativi alla gestione
caratteristica.E’ influenzato dai mercati di sbocco,di approvvigionamento e dalla scelte connesse al grado di rigidità
della struttura produttiva.Si può disaggregare se esistono costi classificati in base al grado di variabilità rispetto al
volume di attività individuando:

redditività primaria delle vendite

margine di contribuzione/vendite

identifica il reddito disponibile dopo le vendite quando i costi non sono stati ancora coperti e di per sé non è
sufficiente,ma è importante scindere il margine di contiribuzione per oggetti parziali(prodotti,linee di prodotti,canali di
vendita,tipi di clienti,business..)

effetto leva operativa

reddito operativo/margine di contribuzione

individua il margine di sicurezza che esprime il grado di rigidità della struttura dei costi e del rischio operativo
dell’impresa(il margine di sicurezza è uno degli elementi per la determinazione e l’analisi dell’effetto di leva operativa
la quale esprime la variazione del reddito quando si modificano i volumi di attività.IL grado di leva operativa è il
reciproco del margine di sicurezza)

Per indagare alternativamente sul ros,l’analista può esaminare il costo del venduto o i costi operativi rapportati al
fatturato o meglio ancora al valore della produzione.Questo fa capire quali classi sono più o meno rilevanti rispetto ai
concorrenti e individuare punti di forza o debolezza su cui concentrarsi nell’ambito della gestione tipica,inoltre è utile
a cogliere l’evoluzione nel tempo delle medesime classi.

b)rotazione del capitale investito:

pone in relazione il fatturato e il capitale investito.Intende indicare quanto del capitale investito si trasforma in
capitale.E’ dipendente dal settore di attività e dai criteri valutativi adottato oltre che a eventuali operazioni di leasing
se mantenute nell’analisi secondo il metodo dei canoni(il leasing migliora la rotazione ma peggiora la redditività ed è
ritenuto neutro sul ROI quando i maggiori costi del leasing rispetto all’ammortamento incidono sul minore capitale per
una percentuale identica al ROI nell’ipotesi di beni di proprietà).

Per migliorarne l’efficienza:

-incrementare le vendite attuali utilizzando lo stesso capitale:se vi è la possibilità che il mercato assorba più prodotti
se c’è la possibilità di entrare in nuovi mercati o se l’azienda può espandere la propria quota di mercato

-mantenere vendite attuali riducendo il capitale:riconoscere la aree critiche del capitale sulle quali intervenire: è
necessario pertanto disaggregarlo in tassi di rotazione parziali,dell’attivo fisso netto e lordo

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Tasso di rotazione dell’attivo fisso netto

Vendite/attivo fisso netto

Misura il grado di utilizzo della capacità produttiva in senso stretto(perché l’attivo fisso netto fa riferimento fa
riferimento alle immobilizzazioni tecniche escludendo quelle in costruzione)

Se c’è un aumento dello sfruttamento della struttura esistente questo indice aumenta.E’ funzione del tipo di attività
svolta e del grado di ammortamento il quale più sarà elevato ,minore sarà l’attivo fisso netto e maggiore il suo indice
di rotazione.

Tasso di rotazione dell’attivo circolante

Vendite/attivo circolante lordo

Mette in relazione due grandezze correlate fornendo informazioni sull’investimento lordo di circolante indotto dalle
vendite(si preferisce però collocare al denominatore capitale circolante netto)

9.3 IL CALCOLO DEL DIFFERNZIALE TRA RENDIMENTO E COSTO DELLE RISORSE FINANZIARIE

Il costo medio delle risorse finanziarie è determinabile nel seguente modo:


COSTO MEDIO COMPLESSIVO DELL’INDEBITAMENTO: ONERI FINANZIARI/MEZZI DI TERZI.
Gli oneri finanziari fanno riferimento solamente ai finanziamenti esplicitamente onerosi: risulta opportuno introdurre
un costo medio che contrapponga due valori omogenei.
COSTO MEDIO DELL’INDEBITAMENTO FINANZIARIO: ONERI FINANZIARI/MEZZI DI TERZI ESPLICITAMENTE ONEROSI
In definitiva sono quindi calcolabili due costi medi: il primo considera il mix dei mezzi di terzi dell’azienda; il secondo
che si concentra su quelli per i quali si corrisponde un prezzo-costo finanziario esplicito. Senza tale modifica il costo
medio effettivo dell’indebitamento risulta sempre sottostimato, in quanto il denominatore assume un valore
maggiore.
Da un punto di vista interpretativo, l’indice pone a confronto una grandezza flusso, il cui processo di formazione
avviene durante tutto l’anno, con una grandezza fondo, osservata ad una certa data. In non pochi casi quindi
scaturiscono valori dell’indice non attendibili, con il costo medio dell’indebitamento sottostimato o sovrastimato.
L’interpretazione dell’indice pertanto risiede nella sensibilità dell’analista che deve prima verificarne le congruenze
con la realtà.
L’utilizzo del costo medio finanziario presuppone il confronto con un ROI anch’esso rettificato, in particolare il ROI
finanziario, che esprime la redditività del capitale a remunerazione esplicita:
ROI FINANZIARIO: REDDITO OPERATIVO AZIENDALE/CAPITALE INVESTITO A REMUNERAZIONE ESPLICITA
L’indicatore in questione esprime il rendimento massimo “offerto” ai finanziatori. L’ obiettivo è chiaramente quello di
determinare il rendimento delle risorse che si devono esplicitamente remunerare, quindi dal calcolo vanno escluse
tutte le forme di finanziamento di altre specie. Ciò CHE SI RICERCA NON è LA REDDITIVITA’ COMPLESSIVA
DELL’AZIENDA MA LA CONGRUENZA TRA L’UTILIZZO DELLE RISORSE PALESEMENTE NEGOZIATE ED IL LORO
COSTO.
LA SOSTENIBILITÀ ECONOMICA DEL DEBITO.
Sono opportune precisazioni riguardo l’impatto economico delle scelte di finanziamento. A tale proposito si fa ricorso
agli indici di copertura:
INDICE DI COPERTURA DEGLI ONERI FINANZIARI:
1. REDDITO OPERATIVO(EBIT)/ONERI FINANZIARI
2. MARGINE OPERATIVO LORDO(EBITDA)/ONERI FINANZIARI.
In merito al reddito operativo, può essere utilizzato sia quello caratteristico sia quello aziendale, perché entrambi
presentano elementi di comparabilità con gli oneri finanziari. In merito agli oneri finanziari si fa riferimento a quelli di
competenza. Appare evidente come l’indicatore debba mantenersi al di sopra dell’unità: ciò che è importante,
comunque, è il suo andamento nel tempo, cioè la sua stabilità, correlato a modificazioni del rapporto di
indebitamento.
INDICE DI INCIDENZA DEGLI ONERI FINANZIARI:
1. ONERI FINANZIARI/REDDITO OPERATIVO (EBIT)
2. ONERI FINANZIARI/MARGINE OPERATIVO LORDO(EBITDA)
Gli indici di copertura o incidenza permettono di effettuare ulteriori collegamenti, il primo correla l’incidenza degli
oneri finanziari sulle vendite al costo medio dell’indebitamento finanziario, utilizzando il rapporto tra debiti finanziari e
vendite. Il superamento dell’unità da parte di questo indice assume caratteristiche di criticità in quanto i debiti

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
finanziari hanno un valore superiore a quello del fatturato che dovrebbe essere la base per il loro rimborso.
Il secondo collegamento utilizza l’EBITDA, da una parte è rapportato al fatturato e misura le
risorse finanziarie prodotte per euro di vendita, dall’altra misura l’incidenza degli oneri finanziari e cioè la quota
assorbita per la remunerazione di terzi finanziatori.
LA REDDITIVITÀ NETTA DEI MEZZI PROPRI E L’EFFETTO DI LEVA FINANZIARIA
Secondo indicatore fondamentale della redditività è il ROE: REDDITO NETTO/MEZZI PROPRI.
Tale indice misura il tasso medio di remunerazione dei mezzi propri investiti all’interno dell’azienda dai conferenti di
capitale-risparmio. Esprime l’impatto della gestione aziendale nel suo complesso e quindi è considerato un indice di
estrema sintesi.
Il ROE è correlato al ROI; un’impresa con ROI negativi o modesti, nel lungo termine non produrrà ROE soddisfacenti. Il
ROE inoltre è influenzato da: grado di indebitamento, costo medio dell’indebitamento, incidenze dei componenti
straordinari e delle imposte.
I quattro elementi che influenzano la redditività media si collegano tra loro:
RN/MP=[RO/CI+(RO/CI-OF/MT)xMT/MP]xRN/RC.
La parte centrale di questa relazione (RO/CI-OF/MT)x MT/MP è nota come EFFETTO DI LEVA FINANZIARIA, di cui si
possono fornire un’ interpretazione quantitativa ed una qualitativa. Da un punto di vista quantitativo il rapporto di
indebitamento svolge una funzione moltiplicativa sul differenziale, tanto più evidente al crescere del suo valore: se la
redditività del capitale investito è superiore al costo medio dei debiti finanziari, esso genera effetti incrementativi sulla
redditività netta dei mezzi propri, al contrario, se il differenziale rendimento/costo delle risorse finanziarie è negativo,
il rapporto di indebitamento produce effetti riduttivi sul ROE.

9.6 9.7

9.8

Il ROI rappresenta il ritorno sulle risorse fornite dai finanziatori, cioè la remunerazione massima che l’impresa è in
grado di offrire. Nell’ipotesi teorica in cui le fonti fossero costituite solamente da mezzi propri, si rileverebbe una
perfetta coincidenza tra ROI ante imposte e ROE. Nel caso in analisi (9.6 impresa C) si considera che l’impresa è in
grado di remunerare i finanziatori al 10%, pari al ROI finanziario:
DEBITI FINANZIARI 9000x10%=900-630 270
MEZZI PROPRI 3000x10%=300-0 300
REMUNERAZ.LORDA MP 570

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Il ricorso all’indebitamento ha quindi permesso ai conferenti di capitale di rischio di beneficiare della differenza tra
remunerazione massima valida per tutti i finanziatori(900) ed effettiva (630), ottenendo un effetto positivo lordo pari a
270 che va ad aggiungersi alla remunerazione di 300. Al netto dell’effetto fiscale c’è un ritorno di 399, pari al reddito
netto.
REMUNERAZ. LORDA MP 570
EFFETTO FISCALE (30%) -171
REMUNERAZ. NETTA MP 399

Il risparmio netto di remunerazione è pari a 189.


RISPARMIO LORDO REMUNERAZIONE 270
EFFETTO FISCALE (30%) -81
RISPARMIO NETTO REMUNERAZIONE 189

Il ROE è composto da due parti:


RISPARMIO REMUNERAZIONE/MP=189/3000 6,3%
ROI NETTO IMPOSTE=10%x70% 7,0%
ROE 13,3%

Nella descrizione dell’effetto di leva finanziaria il rapporto di indebitamento svolge una funzione moltiplicativa solo a
fronte di un differenziale tra rendimento e costo delle risorse diverso da 0: se il differenziale fosse nullo anche l’effetto
verrebbe a mancare.

Nelle prime due colonne dell’ esempio, il costo medio dell’indebitamento(OF/DF) è pari al 6% e i conferimenti di
capitale di risparmio di B beneficiano del maggior indebitamento. Nelle colonne successive il costo si incrementa fino
all’8% (OF/DF ad esempio per l’azienda A -240/3000 dà 8%), uguale al ROI finanziario, e quindi il ROE delle due
imprese è identico.
Tutta l’analisi è poi da reinterpretare con l’introduzione dell’IRAP (9.10): Nelle prime due colonne si avrà un
peggioramento del ROE per entrambe le imprese (6,2% fino a 5,6% e 8,9% fino a 7,6%). Nelle due colonne successive
l’impresa meno indebitata dispone di un ROE più alto in quanto, con riferimento all’IRAP, è limitato lo scudo fiscale.
Per una prudente valutazione della relazione è opportuno che vi sia anche una riflessione qualitativa:
Sembrerebbe che aumentare il tasso di indebitamento in presenza di un differenziale positivo sia sempre conveniente,
ma ciò in realtà non è vero, poiché lo sfruttamento della leva finanziaria presuppone l’esistenza di quattro condizioni:
1. Valore assoluto del ROI elevato;
2. Variabilità del ROI ridotta: la variabilità del ROI è un importante segnale di rischio imprenditoriale, a fronte della sua
crescita è necessario adeguare il grado di capitalizzazione dell’impresa;
3. Valore assoluto del differenziale elevato: un divario ampio garantisce una certa sicurezza anche a seguito di
mutamenti delle condizioni di credito;

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
4. Grado di variabilità del rischio finanziario ridotta: a fronte di notevoli fluttuazioni dei tassi di mercato, è più rischioso
sfruttare la leva finanziaria.
Nell’ipotesi in cui il differenziale è modesto e la scelta di copertura fosse orientata verso i mezzi di terzi, ciò potrebbe
generare un peggioramento del ROE. Va inoltre rilevato che un incremento eccessivo del tasso di indebitamento può
portare ad una diminuzione di fiducia presso il sistema bancario, con il rischio di prezzi-costo finanziari maggiori.
Vale la pena di evidenziare che la riclassificazione nelle singole gestioni parziali di componenti positivi ora considerati
straordinari, genera un incremento del differenziale tra costo e rendimento delle risorse finanziarie, non permettendo
di valutare con completezza e attenzione il rischio finanziario esistente.
Nella realtà si fa anche ricorso ad una differente scomposizione del ROE:
REDDITO OPERATIVO/CAPITALE INVESTITO X CAPITALE INVESTITO/MP X REDDITO NETTO/RED.OPERATIVO.
Il primo indicatore è il ROI. Il secondo è una variabile del rapporto di indebitamento detta LEVERAGE. Il terzo
quoziente esprime l’incidenza degli oneri finanziari, dei componenti straordinari e delle imposte; può essere
interpretato come leva reddituale e se si escludono i componenti straordinari evidenzia l’incidenza del reddito per gli
azionisti sul reddito complessivo per i finanziatori.
I due schemi per la scomposizione del ROE sono correlati, ma solitamente si preferisce il primo poiché più analitico,
mentre il secondo fornisce un’informazione più sintetica e immediata del collegamento tra ROI e ROE, ma meno
completa.
Oltre al calcolo della redditività netta dei MP potrebbe essere utile calcolare anche la redditività lorda di tali. In
particolare si può far riferimento al:
1. Reddito di competenza, al lordo dei componenti straordinari e delle imposte.
2. Reddito netto ante-imposte. In tal caso non si considera l’effetto fiscale, che potrebbe non permettere una
comparazione omogenea.
REDDITIVITÀ LORDA DEI MEZZI PROPRI: REDDITO DI COMPETENZA/MEZZI PROPRI; REDDITO ANTE IMPOSTE/MEZZI
PROPRI.
Possiamo inoltre introdurre due indicatori utilizzati nelle analisi operative, che esprimono forme di redditività netta,
non relativa ai mezzi propri.
REDDITIVITÀ NETTA DELLE VENDITE: REDDITO NETTO/VENDITE, si ottiene dal conto economico riclassificato ed
esprime il ritorno complessivo sulle vendite; cioè l’incidenza delle risorse disponibili per i soci rapportata al valore
delle vendite del periodo.
REDDITIVITÀ NETTA DEL CAPITALE INVESTITO: REDDITO NETTO/CAPITALE INVESTITO, tale indicatore è da esaminare
con attenzione poiché il suo potenziale informativo non è molto elevato. Il reddito netto, se confrontato con il capitale
investito può fornire un’idea complessiva di quante risorse sono investite dall’azienda per fornire un determinato
ritorno al capitale di rischio.
IL TASSO DI AUTOFINANZIAMENTO
Riguarda l’ultima fase dell’analisi della redditività, è pari a: REDDITO NETTO-DIVIDENDI/MEZZI PROPRI.
L’indice denota:
1. La capacità dell’impresa di generare e mantenere all’interno risorse finanziarie.
2. La crescita del capitale investito sostenibile senza ricorrere a finanziamenti esterni.
3. La quota di variazione dei mezzi propri dovuta alla ritenzione di utili, intesa come autoproduzione di risorse.
Il tasso di autofinanziamento dipende da due elementi:
1. Dalla redditività dei mezzi propri: un’impresa con ROE negativi o modesti non è in grado di autofinanziarsi, o lo fa in
misura minima.
2. Dalla politica dei dividendi: l’autofinanziamento deriva dalle scelte di ritenzione degli utili effettuate dai conferenti il
capitale di rischio.
REDDITO NETTO/MEZZI PROPRI X REDDITO NETTO-DIVIDENDI/REDDITO NETTO
Il secondo quoziente è il tasso di ritenzione degli utili, in particolare possiamo ottenere il tasso di dividendo ossia
il pay-out: DIVIDENDI/REDDITO NETTO.
In fase di scelta di destinazione del reddito prodotto è necessario raggiungere un equilibrio tra la necessità di
autofinanziamento e di remunerazione del capitale di rischio: da un lato, una politica di distribuzione molto
parsimoniosa rischia di deludere le aspettative dei soci, e li renderebbe meno disponibili nel caso di conferimenti
futuri. D’altro canto, una politica troppo benevola potrebbe indebolire l’azienda.
È possibile individuare alcune situazioni in cui il rischio di impresa tende a crescere:
-la variabilità della redditività del capitale investito è eccessiva rispetto al suo valore medio;
-il rapporto di indebitamento è troppo alto date le caratteristiche del ROI e del costo dell’indebitamento;
-il tasso di ritenzione degli utili è eccessivo, andando contro le aspettative di remunerazione del capitale di risparmio.
RELAZIONI TRA GLI INDICI
È possibile formulare delle considerazioni:
1. Gli indici di bilancio connessi alla redditività sono utili per determinare le condizioni minime di successo di

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
un’impresa: miglioramenti nel tempo sono indicativi di un processo positivo verso la produzione di valore;
2. L’esistenza di un differenziale positivo tra rendimento del capitale investito ed il costo medio dell’indebitamento,
assicura le condizioni minime di sopravvivenza, ma non implica la produzione di valore.
3. Gli indici di redditività sono strumenti fondamentali per misurare il grado di perseguimento dell’economicità nel
tempo ma, parziali, nel senso che devono essere integrati da altre misurazioni, tra cui quelle fondate sul valore.
4. I medesimi indici rappresentano gli unici strumenti per l’analisi di un’impresa effettuata dall’esterno, e da tale punto
di vista sono insostituibili.
5. Vi è la necessità di un approccio valutativo slegato da qualsiasi automatismo.

Considerazione di ordine generale si basa poi sui componenti straordinari e la scelta della normativa italiana di
escluderli dalla valutazione del C.E. Non sempre tali componenti saranno facilmente identificabili, e quindi potrebbero
sorgere problemi interpretativi dal punto di vista di comparazioni tra imprese. L’ indicatore maggiormente influenzato
sarà il ROI, per il quale potrebbe venir meno il significato di misuratore delle capacità di produrre reddito della
gestione caratteristica. Per quanto riguarda il ROE il problema è minore poiché già incorpora i componenti
straordinari.

CAPITOLO 10 L’ANALISI DELLA LIQUIDITA’


10.1 LA DEFINIZIONE DI LIQUIDITA’

Un’azienda con elevata liquidità può far fronte tempestivamente agli impegni verso i finanziatori.L’analisi della
liquidità richiama i valori a breve dell’attivo e passivo dello stato patrimoniale riclassificato secondo metodo della
liquidità(finanziario).La diffrenza sostanziale con la solidità è che la liquidità riguarda un arco temporale di breve
periodo ossia di un anno,mentre la solidità riguarda il medio lungo periodo senza una precisa determinazione di
questo arco temporale.
10.2 GLI INDICI PER LA SUA VALUTAZIONE
Si porrà l’attenzione su un’analisi statica,nel quarto paragrafo sarà più dinamica.
-indice di liquidità primaria:
liquidità immediate/passivo a breve
presenta due versioni:la prima(cash ratio,mentre quando le liquidità immediate contengono titoli sono cash
equivalent),quella di sopra,è più restrittiva e meno usuale per le piccole e medie imprese.Esprime la quota di impegni
a breve che può fronteggiare l’azienda attingendo dalle risorse liquide.Si avvicina raramente a 1 perché non è
conveniente detenere liquidità per un’impresa,infatti si potrebbe pensare che delle riserve che perdurano nel tempo
sono simbolo di incapacità di crescere e investire nel business oppure nel non saper diversificare.
La seconda versione:

liquidità immediate+liquidità differite/passivo a breve

Se ha valori inferiori di molto all’unità ,l’azienda è a rischio.

-MARGINE DI TESORERIA:

liquidità immediate-passivo a breve

liquidità immediate+differite-passivo a breve (Nella versione più estesa con le liquidità differite il significato cambia
leggermente poichè le risorse differite non sono fruibili immediatamente)

pone a confronto le stesse quantità dell’indice di liquidità primaria

se negativo e di importo elevato:eccesso di indebitamento a breve

se positivo:risorse liquide disponibili.

-LIQUIDITA’ NETTA:

liquidità immediate-liquidità negative

esprime la posizione netta nei confronti delle banche confrontando le forme più liquide di attività e passività a breve

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-INDICE DI LIQUIDITA’ SECONDARIA:

attivo a breve/passivo a breve

al numeratore include le disponibilità di magazzino.Se maggiore di 1 presuppone una soddisfacente situazione,tuttavia


tale requisito è necessario ma non sufficiente in quanto giocano un ruolo importante le rimanenze in
magazzino,infatti:le liquidità immediate sono di pronto utilizzo,quelle differite sono trasformabili in flussi di breve
tempo,ma le rimanenze di magazzino dipendono dal fatto se sono materie prime,semilavorati o prodotti fini(più
facilmente liquidabili) o dal criterio di valutazione e il LIFO risulta essere il più prudenziale in quanto il costo corrente è
usualmente superiore al contabile.Inoltre un’ulteriore riflessione oltre a quella delle rimanenze in magazzino riguarda
la possibilità di smobilizzo dell’attivo a breve in modo veloce e senza perdite,ciò impone che l’indice deve superare in
modo rilevante l’unità e crescere all’aumentare dell’incertezza su alcune classi di valori.Se minore di uno la situazione
è squilibrata e ci si è avvalsi di passività a breve per finanziare investimenti fissi.

Lo spunto del magazzino e delle rimanenze dà lo spunto anche per analizzare la composizione dell’attivo a breve.

Da t1 a t3 c’è stato peggioramento della qualità finanziaria dell’attivo a breve con una crescita delle
disponibilità.Inoltre l’indice di liquidità primaria se si mantiene costante come nel caso sopra,non è positivo perché
qua addiritura diminuisce da 1,4 a 1.Inoltre se il valore dell’indice è troppo elevato non è positivo perché comporta più
oneri finanziari e minore solidità,tutto questo perché l’analisi basata sui quozienti si fonda su valori che possono
modificarsi rapidamente nel tempo e che non hanno scadenza precisa,l’unica cosa certa è che sono di breve durata.In
definitiva non è ragionevole leggere oltre quello che gli indici forniscono,ossia l’indicazione dell’eccedenza o del deficit
delle attività a breve.Per affinare l’analisi è utile integrare con i flussi finanziari e monetari.

-CAPITALE CIRCOLANTE NETTO FINANZIARIO:

attivo a breve-passivo a breve(è assai etergoneo perché tiene conto di attività e passività di tutte le gestioni
parziali,quindi è in senso lato)

corrisponde in valore assoluto all’indice di liquidità secondaria sovracitato.Il valore soglia è lo zero ed è interssante
paragonarlo al margine di struttura infatti la negatività del capitale circolante netto finanziario comporta un ‘assenza di
equilibrio nelle scelte di finanziamento dovuta a sottocapitalizzazione ed a copertura di investimenti durevoli con
passività a breve termine(10.1),invece è più positiva la situazione quando il capitale cirolante netto è positivo(10.2
10.3) Di seguito le tabelle:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
nella 10.2 al finanziamento di investimenti durevoli concorrono anche
le passività di lungo termine.Nella 10.3 l’impresa è molto capitalizzata perché i mezzi propri coprono anche gli
investimenti a breve.Come in ogni situazione è importante capire come si è arrivati e non analizzare sempre e solo gli
indici.Da quanto scritto si vede che il valore di capitale circolante netto(attivo a breve-passivo breve) e margine di
struttura(liquidità immediate+differite-passività a breve) coincidono.

Fin ad ora si è parlato di capitale circolante netto in senso lato perché questo fa riferimento a valori eterogeni in
quanto si riferiscono a più gestioni parziali mentre il:

-CAPITALE CIRCOLANTE NETTO IN SENSO STRETTO:si riferisce alle attività e passività della sola gestione caratteristica
corrente dunque a valori più omogenei ed è dato da:
ATTIVO CORRENTE-PASSVIO CORRENTE

Inoltre rapportando attivo corrente e passivo corrente si ottiene:

-INDICE DI LIQUIDITA’ SECONDARIA(IN SENSO STRETTO)

Attivo corrente/passivo corrente

10.3 L’ANALISI DELLA LIQUIDITA’ DELLA GESTIONE CARATTERISTICA

La gestione caratteristica deve contribuire in modo rilevante al mantenimento di una soddisfacente situazione di
liquidità,in caso contrario vi sono molte probabilità di incorrere in tensioni finanziarie anche gravi

-CAPITALE CIRCOLANTE OPERATIVO

CLIENTI+MAGAZZINO-FORNITORI

Esprime l’efficienza finanziaria della gestione tipica poiché se è positivo è rappresentativo dell’impiego netto di risorse
indotto dalla stessa gestione finanziaria.Le classi che lo compongono derivano dal ciclo acquisto-trasformazione-
vendita.L’obiettivo dell’azienda è renderlo al minimo gestendo al meglio scambi-tempi di produzione-permanenze in
magazzino.Se fosse uguale a zero(impossibile) il ciclo operativo si autofinanzierebbe senza bisogno di ricorrere a
indebitamento bancario in quanto l’azienda finanzierebbe gli investimenti in crediti vs.soci e in magazzino con i debiti
vs.fornitori.

-GRADO DI INCIDENZA DEL CAPITALE CIRCOLANTE OPERATIVO

Capitale circolante opertivo/vendite

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Nella figura il capitale circolante netto dipende dalla liquidità netta e dal capitale circolante operativo infatti:

capitale circolante netto=liquidità netta+capitale circolante operativo

cosi facendo si sono individuate le aree su cui intervenire quando il capitale circolante netto risulta inadeguato e utili a
tale scopo sono gli indicatori di durata media realtivi a tre elementi rilevanti

1 crediti vs clienti

2 magazzino
3 debiti vs fornitori

-DURATA MEDIA DEI CREDITI COMMERCIALI VS CLIENTI.

Crediti vs.clienti/(vendite/360)

Misura i giorni medi di vendite ancora da incassare

-DILAZIONE MEDIA CONCESSA AI CLIENTI

Crediti vs clienti/(vendite a credito/360)

Questo misura effettivamente l’intervallo temporale tra la vendita e l’incasso(che spesso viene confuso con quello
di sopra della durata media dei crediti),ossia la dilazione media concessa ai clienti proprio.

Tuttavia c’è il problema che il numeratore e denominatore non sono tra loro omogenei dato che i crediti vs
clienti comprendono l’imposta sul valore aggiunto:quindi è indispensabile conformare i due termini o
aggiungendo l’imposta alle vendite o scorporandola dai crediti vs.clienti.Senza questa modifica il valore è
sovrastimato(perché al denominatore c’è in più la quantità dell’imposta sul valore aggiunto).Quindi:

-crediti vs clienti/(vendite x 1,x/360)elevato alla sedicesima(ed è indicatore di forti dilazioni concesse,di modesto
potere contrattuale con effetto di incassi ritardati o insolvenze)

-(crediti vs.clienti/1,x)/(vendite/360)

Gli indicatori di cui sopra sono adatti se tutto il fatturato è nazionale altrimenti se ne calcolano altri due differenti
uno relativo a clienti nazionali e uno relativo a quelli esteri

Crediti vs.clienti italia/(vendite italia x 1,x/360)

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Crediti vs.clienti estero/(vendite estero/360)

Le due formule alternative per i clienti italiani ed esteri si usano quando è possibile,altrimenti si pondera tutto
all’aliquota iva poiché le esportazioni non sono ad essa soggette e ciò avvien moltiplicando la’liquota corrente per
la percentuale di fatturato ottenuta all’interno del territorio nazionale.

Infine l’indicatore dev’essere esaminato insieme al tasso di variazione del fatturato per capire se la durata è stata
utilizzata come leva per l’espansione delle vendite quindi per capire l’effetto di modificazione del fatturato sul
valore dei crediti.

-DURATA MEDIA DEL MAGAZZINO

Magazzino/(vendite/360) , se non si divide per 360 si ottiene il magazzino necessario a fronte di ogni euro di
fatturato.Il suo reciproco è il tasso di rotazione che indica quanquante volte il magazzino si rinnova nell’arco di un
anno

Identifica i giorni medi di permanenza ed è influenzato dai criteri di valutazione(il lifo lo sottostima)

-Se di valore alto:sintomo di scorte eccessive,previsioni di vendita errate o scorte speculative.

-se di valore modesto:bisogna chiedersi se la situazione attuale genererà delle debolezze in futuro,si pensi
all’aumento improvviso della domandao alla difficoltà di approvvigionamento.

Sebbene sarebbe auspicabile calcolare ogni indice per ogni classe di rimanenza,l’analista non riesce dall’esterno
poiche non sono subito disponibili le grandedzze del denominatore,tuttavia gli indici divisi per classe di rimanenza
sono i seguenti

a) materie prime,date da magazzino materie prime/(consumi/360) è sempre determinabile e assume


rilievo al crescere delle materie prime
b) prodotti in corso di lavorazione,dato da magazzino prodotti in corso di lavorazione/(costo del
prodotto/360) è a ridotta utilità in generale vista l’interpretazione complessa dei prodotti.
c) Prodotti finiti,dati da magazzino prodotti finiti/(costo industriale del venduto elevato alla 22esima/360)
al denominatore si possono anche usare le vendite

-DURATA MEDIA DEI DEBITI VERSO FORNITORI

Fornitori/(acquisti/360)

L’interpretazione è analoga a quella dei crediti e tale indicatore è da costruire quando si è certi dell’espressività
dei valori confrontati perché i debiti vs fornitori fanno riferimento a tutte le tipologie di acquisti di beni e servizi in
conto economico (tranne il fattore lavoro) e il solo accostamento alle materie prime porta risultati non corretti.C’è
anche il problema di non distinguere nella prassi i debiti vs fornitori di beni a fecondità semplice da quelli a
fecondità ripetuta .In conclusione tutti gli indici di durata forniscono informazioni medie e si fondano sull’ipotesi
di distribuzione uniforme durante l’anno delle classi di vendite acquisti e consumi,quindi laddove sia rilevante il
fenomeno della stagionalità,questi perdono di significatività poiché il loro valore è esposto a frequenti ed elevate
oscillazioni.

10.4 GLI INDICATORI CONNESSI AL RENDICONTO FINANZIARIO

I flussi sono un significativo completamento degli indici di bilancio e un momento di raccordo tra equilibrio
reddituale,patrimoniale e finanziario.

Si ricorre a degli indici di liquidità formati a partire dai flussi:

questo primo gruppo pone l’attenzione sulla gestione caratteristica corrente e non corrente e si parte dalla
redditività delle vendite ROS,che allo scopo di porre l’attenzione sulla gestione caratteristia dev’essere integrata
dai due seguenti indicatori

-GRADO DI POTENZIALE MONETIZZAZIONE DELLE VENDITE

Flusso di capitale circolante netto gestione caratteristica corrente/vendite

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Che fornisce informazioni sul circolante netto prodotto(fonte) o assorbito (impiego) da ogni euro di fatturato.I
valori al denominatore e al numeratore sono di flusso in quanto non si sono ancora determinate le scelte relative
alle singole componenti del circolante necessarie per conoscere il concreto effetto monetario prodotto dalla
gestione caratteristica e a tale scopo si calcola il secondo indice che è uno dei più rilevanti in assoluto:

-GRADO DI MONETIZZAZIONE DELLE VENDITE:

flusso monetario gestione caratteristica corrente/vendite

indica il ritorno monetario sul fatturato e se espresso in termini percentuali indica quanti euro di liquidità ha
prodotto la gestione tipica a fronte di 100 euro di fatturato.Nell’esempio si osserva che a fronte di margini di
redditività positivi,le scelte sul circolante producono risultati manchevoli a livello monetario a causa di una
significativa crescita dei crediti verso clienti e del magazzino,compensata limitatamente da un accrescimento di
debiti vs.fornitori.

-FLUSSO NETTO GESTIONE CARATTERISTICA:

flusso monetario gestione caratteristica corrente + o – impieghi/fonti gestione caratteristica non corrente

è l’ultimo del primo gruppo considera l’intera gestione caratteristica,corrente e non corrente

-valori positivi: indicano che la gestione caratteristica fornisce un contributo globale anche alle altre gestioni

-valori negativi: argomentazioni opposte anche se da collocare bene poiché in ambito di forte espansione con
ingenti investimenti risulta accettabile un valore negativo.

Il secondo raggruppamento analizza sempre la gestione caratteristica ma è composto da incidcatori ci copertura e


assorbimento attraverso i quali si correla il flusso corrente prodotto dalla gestione caratteristica ai flussi finanziari
e monetari o ad alcuni aggregati appartenenti ad altre getioni

Indice dei copertura dei fabbisogni di circolante

Flusso positivo di circolante gestione tipica corrente/ totale fabbisogni finanziari

Indice di assorbimento delle fonti di cicolante

Flusso negativo di cicrolante della gestione tipica corrente/totale fonti finanziarie

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Indice di copertura dei fabbisogni monetari

Flusso monetario positivo gestione tipica corrente/totale fabbisogni monetari

Indice di assorbimento delle fonti monetarie

Flusso monetario negativo gestione tipica corrente/totale fonti monetarie

Esprimono tutti l’incidenza del flusso della gestione tipica e nel caso di quelli di copertura si evidenziano le risorse
per far fronte ai fabbisogni aziendali,nel caso di quelli di assorbimento si evidenziano la quota delle fonti
complessive destinate all’attività tipica corrente.

Indice di copertura dei finanziamenti

Flusso monetario gestione tipica corrente/rimborso di debiti+oneri finanziari

È un esempio di connessione tra flussi caratteristici e aggregati parziali di altre gestioni

Nell’ipotesi di valori negativi:la gestione caratteristica non è in grado di generare liquidità per far fronte al servizio di
debito e altre gestioni parziali dovrebbero fornire le risorse per la copertura.

Nell’ipotesi di valori positivi : ma inferiori a 1 (o 100) la gestione tipica produrrebbe risorse insufficienti allo scopo.

Nell’ipotesi di valori superiori all’unita :si verificherebbe la congruenza cercata

Tutti i ragionamenti riguardo la liquidità vanno integrati dall’esame delle riserve di credito ossia la capacità
dell’azienda di negoziare a condizioni correnti o di fare ricorso ad affidamenti non utilizzati ,ma si tratta di una
possibilità che l’azienda acquisisce quando l’azienda è stata puntuale nei pagamenti solida e redditizia,quindi è assai
remota.

10.5 LE RELAZIONI TRA GLI INDICI

GLI INDICATORI DI LIQUIDITA’ SONO ESPOSTI METTENDO IN EVIDENZA

-gli indicatori generali senza riferimento ad una specifica gestione parziale

-gli indicatori relativi alla gestione caratteristica dove almeno una delle grandezze utilizzate fa riferimento all’attività
tipica

Inoltre lo spazio dedicato alla gestione caratteristica deriva dalla rilevanza di quest’ultima per il mantenimento di
una adeguata situazione di liquidità nel tempo

CAPITOLO 11 L’ANALISI DELLO SVILUPPO E DEL SUO GRADO DI


EQUILIBRIO:
11.1 LA DEFINIZIONE DI SVILUPPO

Focalizza l’interesse sulla crescita aziendale strutturale e operativa.E’ importante misurare il proprio tasso di crescita
per confrontarlo con i concorrenti per capire se l’azienda guadagna o perde quota di mercato.Essenziale è l’equilibrio
tra crescita operativa e strutturale.Lo sviluppo dipende da variabili esterne(settore di attività,ciclo di vita suo) e
interne(strategie perseguite,livello innovatività tecnologica,risorse finanziarie).

Gli indicatori di sviluppo sono di due tipologie strettamente interconnesse:

a) La prima consiste in un confronto con l’esterno in termini operativi e strutturali


b) La seconda nella valutazione della congruenza interna dello sviluppo in termini di impatto finanziario e di
redditività delle politiche perseguite

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
L’attenzione è posta sulla crescita,aspetto quantitativo senza soffermarsi troppo sull’aspetto qualitativo(che
comunque è aspetto implicito e indiretto)

11.2 LO SVILUPPO STRUTTURALE:

richiede l’esame di stato patrimoniale sia dal lato degli investimenti che dai finanziamenti e sono significativi i tre
indicatori principali

-tasso di variazione del capitale investito

-tasso di variazione dei mezzi propri

-Tasso di variazione dei mezzi propri

-tasso di variazione del capitale investito:

delta capitale investito/capitale investito iniziale

già discusso nella solidità ed è rilevante comprendere quali aggregati del capitale investito sono maggiormente
aumentati(o diminuiti)

-tasso di variazione dell’attivo fisso netto

Delta attivo fisso netto/attivo fisso netto iniziale

-tasso di variazione dell’attivo a breve/corrente

Delta attivo a breve/corrente/attivo a breve/corrente iniziale

A titolo esemplificativo:

-se gli investimenti fissi sono aumentati è importante verificare che ciò non abbia comportato una crescita squilibrata
del tasso d’indebitamento e gli effetti sul grado di copertura

-se l’aumento si è verificato nell’area dell’attivo a breve/corrente è opportuno confrontare questo tasso di crescita con
la variazione del fatturato:se sono allineati si tratta di un andamento fisiologico,se l’attivo a breve è minore della
variazione di fatturato si è operata una razionalizzazione nella gestione del circolante,al contrario invece si hanno
riflessi negativi sul tasso di rotazione del capitale investito,quindi sulla redditività

-se il capitale investito decresce è fondamentale comprenderne le ragioni

-tasso di variazione mezzi propri

Delta mezzi propri/mezzi propri iniziali

-tasso di variazione meddi di terzi

Delta mezzi di terzi/mezzi di terzi iniziali

Il tasso di espansione del capitale investito va commisurato al tasso di variazione dei mezzi propri e dei mezzi di terzi
per verificare se lo sviluppo strutturale ha portato a un peggioramento della solidità.Un confronto molto significativo
si ha con la variazione dei mezzi propri e all’interno di questa con il tasso di autofinanziamento.Al fine di collegare i tre
indicatori si propone:

deltaCI%=deltaMT%=deltaMP%

-se il tasso di crescita del capitale investito è superiore a quello dei mezzi propri,anche quello dei terzi lo
sarà ,peggiorando il grado di indebitamento

Sotto il profilo strutturale l’azienda deve determinare il proprio tasso di crescita interno sostenibile,ossia la variazione
del capitale investito con la situazione di redditività e solidità.

Ecco alcuni aspetti che nell’ambito dello sviluppo strutturale è opportuno considerare alcuni aspetti:

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
-omogeneità tra capitale investito e le grandezze connesse alla dimensione finanziarie tra cui i mezzi di terzi.Il ricorso
al capitale investito a onerosità esplicita presuppone il ricorso ai soli mezzi di terzi finanziari

-laddove l’incidenza dell’attivo fisso netto è elevata è importante evidenziare il tasso di crescita delle immobilizzazioni
materiali e immateriali per illustrare la rilevanza dello sviluppo tecnologico.

-con riferimento al punto precedente può essere di rilievo il riferimento al CAPEX(CAPital EXpenditure)che richiama il
tasso di crescita degli investimenti rimarcandone specifiche fattispecie come l’innovazione ,l’ampliamento
l’espansione e la sostituzione.

11.3 LO SVILUPPO OPERATIVO

Comporta grandezze di conto economico dalle quali discendono:

-tasso di variazione delle vendite

Vendite anno T -vendite anno T-1/vendite anno t-1

-tasso di variazione del valore aggiunto

Valore aggiunto T-valore aggiunto anno T-1/Valore aggiunto anno T-1

I due indici sono dei termini di comparazione con i concorrenti ed è importante leggerli congiuntamente.La crescita di
valore aggiunto è un valore positivo,infatti se superiore al fatturato l’azienda incrementa il valore della propria attività
e trattiene maggiori risorse per remunerare i propri “fattori produttivi”.Se fatturato>valore aggiunto ci si collega alla
sostituzione dei beni prodotti internamente con altri commercializzati oppure ci si collega a privilegera prodotti
più”facili” da vendere fino al calo di efficienza,se fatturato<valore aggiunto può essere dato dal lancio di nuovi prodotti
o l’adeguamento della gamma con prodotti “originali” che nel breve termine limitano il fatturato.

La variazione delle vendite in alcune imprese è espressa dal valore della produzione che si presta di più a confronti
interaziendalei

-tasso di variazione del valore della produzione

Valore anno T-valore produzione anno T-1/valore produzione anno t-1

I tassi di variazione si possono calcolare per qualsiasi elemento o aggregato però si deve porre cautela per gli aggregati
reddituali perché sono più soggetti a cambiamento del segno.

11.4 LE RELAZIONI TRA GLI INDICI

Dimensione strutturale e operativa si devono mettere in relazione accostando il tasso di crescita del capitale investito
con quello relativo al fatturato cosi da permettere un collegamento con la redditività.Se il capitale investito è cresciuto
rispetto al fatturato la rotazione del capitale diminuisce e la redditività operativa diminuisce.Anche la variazione delle
vendite va correlata con gli indici di durata o di liquidità connessi all gestione tipica per valutare l’impatto finanziario a
breve della crescita(decrescita).A loro volta tali grandezze(clienti e magazzino) influenzano la variazione dell’attivo a
breve,quindi del capitale investito.

In conclusione con riferimento all’estensione temporale si introduce il CAGR che esprime il tasso di crescita medio
annuale di un valore su un periodo di tempo definito e il dato che fornisce rappresenta il tasso che,applicato al valore
iniziale di ciascuno anno del periodo porto a ottenere il valore finale.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)
Come si può osservare dei tre tassi di crescita,il primo (annuale) ci illustra periodo per periodo la modificazione del
fatturato,il secondo fornisce il tasso cumulato sul periodo,mentre il terzo il tasso medio di crescita,che non è uguale
alla media dei tassi e inoltre i valori utilizzati non tengono conto dei valori centrali ma solo di quelli iniziali e finali.

Document shared on www.docsity.com


Downloaded by: ninfea86 (rosa_esposito86@yahoo.it)

Potrebbero piacerti anche