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RAGIONERIA 2021/2022

Il Bilancio come modello (rappresentazione semplificata della realtà) economico – finanziario della
gestione d’impresa.
Il bilancio di esercizio è un sistema di valori esprimente reddito di esercizio e capitale di
funzionamento (capitale a disposizione per l’anno successivo).
Il bilancio è formalmente costituito da:
 Stato Patrimoniale (profilo patrimoniale della gestione);
 Conto Economico (profilo reddituale della gestione);
 Rendiconto finanziario (profilo monetario/finanziario della gestione);
 Nota Integrativa (prospetto delle variazioni del patrimonio netto).
Il bilancio ha lo scopo di esprimere un giudizio sulle condizioni di equilibrio economico, finanziario
e patrimoniale in senso dinamico: è l’espressione semplificata del modello economico – finanziario
dell’impresa.

Le funzioni del bilancio


Il bilancio può essere usato come:
Strumento di conoscenza: consente un giudizio sull’attitudine dell’impresa a permanere nel tempo
dell’operato di coloro che hanno gestito l’impresa e degli effetti della gestione sulla situazione
economica/finanziaria/patrimoniale dell’impresa. Soddisfa le attese di informazione in capo a
ciascuna classe di interessi ovvero:
 Interessi interni: conferenti di capitali di rischio, management e dipendenti.
 Interessi esterni: clienti, fornitori, banche e altri finanziatori etc…
Il bilancio offre un’informazione (minima) comune a tutti i portatori di interessi
Strumento di comportamento: Bilancio come mezzo di comunicazione economica nelle mani dei
compilatori, volto a suscitare reazioni favorevoli dei terzi nei confronti dell’impresa (decisioni
rilevanti di ciascuna classe di stakeholder). La discrezionalità nella compilazione del bilancio viene
esercitata nella scelta di soluzioni alternative dei:
 Criteri di classificazione delle poste patrimoniali e reddituali
 Criteri di valutazione delle operazioni in corso di svolgimento
Oggi si aggiunge, la dove possibile, una ulteriore possibile discrezionalità nella scelta dei sistemi di
riferimento con conseguente adozione di principi diversi a fondamento del bilancio:
 Normativa nazionale: Codice civile
 Principi contabili internazionali (IAS: International Accounting Standard/IFRS: International
Financial Reporting Standard)
Il grado di discrezionalità dipende da: rigore normativa giuridica; natura specifica dell’attività
d’impresa; possibilità di scelte alternative del sistema di riferimento.

Il sistema duale di bilancio in Italia


Ambito di applicazione degli IAS/IFRS secondo il D.Lgs. 38/2005:
 OBBLIGO dal 2005: Bilancio consolidato di società quotate.
 OBBLIGO dal 2006: Bilancio individuale di società di cui al punto precedente; Bilancio
individuale di società di assicurazioni quotate che non redigono il bilancio consolidato.
 FACOLTA’ per Bilancio individuale di società non quotate.
 ESCLUSIONE per Bilancio di imprese minori o Bilancio individuale di imprese di assicurazioni
non obbligate a adottare i principi IAS/IFRS
Modificazioni introdotte dalla cd Legge di bilancio 2019:
La Legge di Bilancio 2019 n.145/2018 ha modificato il D.lgs. 38/2005
- Facoltà, e non più obbligo, per le imprese bancarie, assicurative, ecc. i cui titoli non sono ammessi
alla negoziazione in un mercato regolamentato e che prima erano obbligate (cd Ias adopters), di
utilizzo dei principi contabili internazionali Ias/Ifrs, con possibilità quindi di applicare la normativa
nazionale.
- i soggetti interessati possono avvalersi di detta facoltà a decorrere dall’esercizio precedente
all’entrata in vigore della legge di bilancio 2019, cioè il 2018.
L’applicazione della norma ha fatto emergere qualche complessità per chi già redigeva il bilancio
con IAS/IFRS. Per questo motivo, l’OIC (Organismo Italiano di Contabilità) ha emanato il principio
contabile «OIC 33» riguardante il «Passaggio ai principi contabili nazionali»

Il sistema di bilancio secondo la normativa italiana


Il sistema di bilancio in Italia si struttura nel seguente modo:
 Clausola generale (art.2423): Documenti (I comma); Finalità (II comma); Modalità di
attuazione (III, IV e V comma).
 Principi generali: Redazione (art. 2423 bis); Classificazione (art. 2423 ter).
 Norme applicative di struttura: Stato patrimoniale (art. 2424 e 2424 bis); Conto economico
(art.2425 e 2425 bis); Rendiconto finanziario (2425 ter); Nota integrativa (art. 2427 e 2427
bis); Relazione sulla gestione (non bilancio; art. 2428).
 Criteri di valutazione: valutazioni bilancio (art.2426).

ARTICOLO 2423
I Comma: Il sistema di bilancio è composto da: Sato Patrimoniale; Conto Economico; Rendiconto
finanziario e Nota integrativa. A corredo del bilancio vi è la relazione sulla gestione.
II Comma: la clausola generale è composta dal principio di chiarezza della rappresentazione
veritiera e corretta della situazione patrimoniale; situazione finanziaria e del risultato economico
dell’azienda.
Principi generali:
 Chiarezza: Il bilancio deve essere comprensibile a tutti i soggetti interessati alla gestione
dell’impresa e trasparente nel processo di formazione sostanziale e di rappresentazione
formale. I conti di bilancio devono essere esposti secondo una sequenza logica e vi è il
divieto di compenso e di raggruppamento delle voci.
 Veridicità: Aspetto formale: rispetto delle regole e delle procedure stabilite per una
corretta redazione; Aspetto sostanziale: capacità del bilancio di trasmettere informazioni
attendibili (affidabilità delle informazioni trasmesse), valori che meglio rispondono alla
informazione sul patrimonio e sul reddito.
 Correttezza: coerenza dei dati con la situazione effettiva dell’impresa, applicazione di criteri
valutativi tecnicamente corretti, comunicazione dei dati in modo non deviante né
ingannevole.
III e V comma: La sovra ordinazione è dichiarata nel 2424 terzo comma ed è l’obbligo di fornire
informazioni complementari necessarie alla rappresentazione veritiera e corretta se le
informazioni richieste dagli artt. 2424-2425-2425 ter-2427-2427 bis non sono sufficienti. La sovra
ordinazione è resa più forte dal 2423 quinto comma, il quale fornisce una deroga obbligatoria, in
casi eccezionali, se c’è conflitto tra clausola generale e norma specifica, in tema di strutture di
conti e valutazioni.
Se, in casi eccezionali, l'applicazione di una disposizione degli articoli seguenti è incompatibile con
la rappresentazione veritiera e corretta, la disposizione non deve essere applicata. La nota
integrativa deve motivare la deroga e deve indicarne l'influenza sulla rappresentazione della
situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico. Gli eventuali utili derivanti dalla
deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura corrispondente al
valore recuperato.
VI Comma: Il bilancio deve essere redatto in unità di euro, senza cifre decimali, ad eccezione della
nota integrativa che può essere redatta in migliaia di euro.

Semplificazioni per imprese di minori dimensioni:


Art. 2435-bis: Le società, che non abbiano emesso titoli negoziati in mercati regolamentati,
possono redigere il bilancio in forma abbreviata quando, nel primo esercizio o, successivamente,
per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti limiti:
1) totale dell'attivo dello stato patrimoniale: 4.400.000 euro;
2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 8.800.000 euro;
3) dipendenti occupati in media durante l'esercizio: 50 unità.

Art. 2435-ter: Sono considerate microimprese le società di cui all’articolo 2435-bis che nel primo
esercizio o, successivamente, per due esercizi consecutivi, non abbiano superato due dei seguenti
limiti:
1) totale dell’attivo dello stato patrimoniale: 175.000 euro;
2) ricavi delle vendite e delle prestazioni: 350.000 euro;
3) dipendenti occupati in media durante l’esercizio: 5 unità

I principi generali di redazione del bilancio


L’articolo 2423 bis sancisce i principi, ovvero le nozioni guida o fondamenti seguiti per la redazione
del bilancio di esercizio.
1. Prospettiva di azienda funzionante (going concern): continuazione dell’attività aziendale.
2. La rilevazione e la presentazione delle voci è effettuata tenendo conto della sostanza
dell’operazione o del contratto: principio di prevalenza della sostanza sulla forma, da
considerare già nella fase di rilevazione.
3. Principio di realizzazione: i ricavi sono riconosciuti al momento di realizzazione dello
scambio. Quando si vuole riferire la realizzazione non già a ricavi o a costi, ma a valori
differenziali è necessario considerare il principio di correlazione ovvero ai ricavi realizzati
sono contrapposti i costi correlati e svaniti, ne consegue il riconoscimento degli utili e delle
perdite cd. Realizzati.
4. Principio di prudenza: mentre la realizzazione non consente che gli utili solo sperati
partecipino al calcolo del reddito la prudenza impone che le perdite presunte debbano
essere riflesse sul bilancio. Combinando realizzazione e prudenza si ha il cd. Principio di
dissimmetria, ovvero utili solo certi e perdite anche solo probabili.
5. Principio di competenza economica: esprime la logica secondo la quale assegnare il reddito
totale della vita dell’impresa ai singoli esercizi. Il reddito di esercizio non va infatti inteso
come ricchezza prodotta in un intervallo temporale di riferimento, ma come quota di
reddito (di lungo periodo) attribuita all’esercizio. Trova attuazione mediante l’adozione
combinata dei principi di realizzazione dei ricavi e di correlazione dei costi, corretti da
quello di prudenza. Alla luce di quanto appena detto, sono di competenza: utili/perdite
realizzati (ricavi realizzati-costi correlati-costi svaniti), i costi sono pertanto di competenza
se riferiti a fattori impiegati per la produzione di beni e servizi ceduti (costi correlati) e
fattori non più impiegati (costi svaniti); perdite presunte (ricavi attesi-costi correlati).
6. Valutazione separata di elementi eterogenei ricompresi nelle singole poste: finalità di
evitare che valutazioni cumulative di beni eterogenei compensino perdite presunte con
utili sperati.
7. Uniformità nel tempo (principio di costanza dei criteri di valutazione): non modificabilità
dei criteri (a parte alcune eccezioni).

Emergenza Covid-19 ed effetti sui bilanci 2020


Facoltà di deroga al principio di continuità aziendale
Applicabili nei bilanci chiusi dopo il 23 febbraio 2020 e prima del 31 dicembre 2020. Bilanci in
corso al 31 dicembre 2020.
Le società possono avvalersi della deroga se, nell’ultimo bilancio approvato, la valutazione delle
voci è stata fatta nella prospettiva della continuazione dell’attività.

La struttura e il contenuto del bilancio di esercizio: profili introduttivi


Gli schemi di bilancio sono conformati da comprensibilità, trasparenza, significatività, completezza
e comparabilità e delle informazioni offerte negli schemi di bilancio.
L’esposizione dei valori negli schemi di bilancio si differenzia per:
 Forma: modalità di esposizione dei valori nello schema, ovvero come lo schema espone le
poste di bilancio e gli aggregati di poste.
 Contenuto: selezione delle poste di bilancio da inserire nello schema, ovvero quali poste di
bilancio trovano collocazione nello schema.
 Struttura: articolazione delle poste di bilancio nello schema, ovvero come si aggregano le
poste che sono inserite all’interno dello schema.
 Classificazione: confluenza dei valori contabili nelle poste di bilancio, ovvero quale logica
conduce ad inserire un valore contabile in una specifica posta di bilancio.

La struttura e il contenuto degli schemi di bilancio secondo il sistema normativo italiano


Gerarchia delle voci:
 Macroclassi (A, B…)
 Classi (I, II…)
 Voci (1, 2….)
 Sotto-voci (a, b….)

Semplificazioni allo SP per le imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata:


Lo SP delle imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata presenta soltanto le voci
precedute da lettere maiuscole (macro-classi) e da numeri romani (classi). Inoltre:
• nell’attivo patrimoniale, le voci A) e D) possono essere comprese nella voce C)II.;
• nel passivo patrimoniale, la voce E) può essere inclusa nella voce D);
• le voci C)II. dell’attivo e D) del passivo riportano distintamente l’importo esigibile oltre
l’esercizio successivo.
Semplificazioni allo SP per le microimprese:
Medesime semplificazioni previste per i bilanci in forma abbreviata. Inoltre:
• il passivo patrimoniale non include la voce A)VII. “Riserva per operazioni di copertura di flussi
finanziari attesi”, in quanto non sono applicabili le disposizioni in tema di
valutazione degli strumenti finanziari derivati (ex art. 2426, 1° comma, numero 11-bis).
Semplificazioni al CE per le imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata:
Alcune voci possono essere tra loro raggruppate: Classe A) Valore della produzione:
• le voci A)2) e A)3)
Classe B) Costi della produzione:
• le sotto-voci B)9)c), B)9)d) e B)9)e)
• le sotto-voci B)10)a), B)10)b) e B)10)c)
Classe C) Proventi e oneri finanziari: • le sotto-voci C)16)b) e C)16)c)
Classe D) Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie: • le sotto-voci D)18)a), D)18)b),
D)18)c) e D)18)d)
• le sotto-voci D)19)a), D)19)b), D)19)c) e D)19)d)
Semplificazioni allo SP per le microimprese:
Medesime semplificazioni previste per i bilanci in forma abbreviata, salvo quella
riferita alle sotto-voci D)18)d) e D)19)d):
• Lo schema non include le voci D)18)d) “di strumenti finanziari derivati” e D)19)d) “di
strumenti finanziari derivati”, in quanto non sono applicabili le disposizioni di cui all’art. 2426, 1°
comma, numero 11-bis.

Flessibilità a livello di voci (e sotto voci)


Sono consentite: suddivisioni oppure raggruppamenti di valori poco rilevanti.
Sono imposte aggiunte di voci non comprese tra quelle previste e adattamenti in base alla natura
dell’attività esercitata.
Confrontabilità con esercizi precedenti, con l’impossibilità di comparazione.
Sono vietati i compensi di partite.

Il contenuto dello stato patrimoniale e del conto economico


Stato patrimoniale
Attivo.
A. Crediti verso soci (separata indicazione della parte richiamata)

B. Immobilizzazioni: Valori al netto delle rettifiche per ammortamenti e svalutazioni; cespiti


impiegati sia nella gestione caratteristica sia in gestioni accessorie; classi di
immobilizzazioni: materiali, immateriali, finanziarie.
B.I.1. Costi di impianto e di ampliamento: i primi sono la costituzione, organizzazione e
avviamento attività nella fase iniziale; invece, i secondi hanno contenuto analogo ai costi di
impianto, ma con contesto temporale successivo.
B.I.2. Costi di sviluppo.
B.I.3. Diritti di brevetto industriale: software di proprietà.
B.I.4 Concessioni, licenze e marchi: software con licenza d’uso.
B.I.5. Avviamento: si iscrive se avviene con acquisto a titolo oneroso, nel limite del costo
sostenuto; sorge in occasione di acquisti di complessi aziendali, conferimenti di complessi
aziendali, permute o fusioni di società.
B.I.6. Immobilizzazioni in corso e acconti: oneri pluriennali ed avviamento non danno luogo a
valori in corso di formazione (collegamento delle immobilizzazioni con la voce A4 del conto
economico: incrementi di immobilizzazioni per lavori interni).
B.I.7. Altre; voce residuale: diritti di usufrutto di azioni, software applicativi prodotti
internamente e non oggetto di protezione giuridica, diritti di superficie, migliorie su beni
separabili, costi per l’ottenimento di finanziamenti.
B.II.1 Terreni e fabbricati: aggrega beni ammortizzabili e non; eventuali parti di terreno da
ammortizzare.
B.II.2. Impianti e macchinario. Impianti generici: non caratteristici di una particolare fase del
ciclo produttivo; impianti specifici: inerenti processi produttivi diversificati ed afferenti
particolari fasi del processo; macchinario: distinzione non sempre facile con impianti e con
attrezzature, anche pezzi di ricambio e di scorta di utilizzo non frequente e di valore
significativo.
B.II.3. Attrezzature industriali e commerciali: utilizzo complementare o ausiliario, da supporto
rispetto a impianti e macchinari (durata del ciclo più breve), anche mezzi di trasporto interno,
automezzi, macchine d’ufficio, mobili e arredi, imballaggi recuperabili (se di supporto alle
attrezzature).
B.II.4. Altri beni: voce avente carattere residuale. In base ad alcune impostazioni
confluirebbero qui molte specie di cespiti, fra cui: mezzi di trasporto interno, automezzi,
macchine d’ufficio, mobili ed arredi, imballaggi recuperabili.
B.II.5. Immobilizzazioni in corso e acconti: costi per costruzioni interne non concluse; acconti
per l’acquisizione di immobilizzazioni materiali; collegamento con la voce A4 del conto
economico (incrementi di immobilizzazioni per lavori interni).
B.III.1. Partecipazioni in:
a) imprese controllate
b) imprese collegate
c) imprese controllanti
d) imprese sottoposto al controllo delle controllanti
d-bis) altre imprese
Le partecipazioni sono iscrivibili nelle macro-classi B) o C) in funzione della destinazione.
I valori rappresentati sono al netto di eventuali svalutazioni.
B.III.2. Crediti:
a) verso imprese controllate
b) verso imprese collegate
c) verso imprese controllanti
d) verso imprese sottoposto al controllo delle controllanti
d-bis) altri
Natura tipicamente finanziaria, non commerciale.
B.III.3. Altri titoli: previsti anche nell’attivo circolante, in funzione della destinazione.
B.III.4. Strumenti finanziari derivati attivi.

C. Attivo Circolante.
C.I. Rimanenze:
1) materie prime, sussidiarie e di consumo
2) prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
3) lavori in corso su ordinazione
4) prodotti finiti e merci
5) acconti
Le voci comprendono anche i beni di proprietà in viaggio o presso terzi; valori al netto di
eventuali svalutazioni; acconti: si riferiscono a future forniture di beni iscrivibili fra le
rimanenze.
C.II. Crediti:
1) verso clienti
2) verso imprese controllate
3) verso imprese collegate
4) verso controllanti
5) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti
5-bis) crediti tributari
5-ter) imposte anticipate
5-quater) verso altri: verso personale, verso obbligaz. per sott., depositi cauzionali a breve.
Crediti a prescindere dal titolo che li rappresenta; possibile sovrapposizione del contenuto
delle poste; valori al netto di rettifiche “analitiche” e “forfettarie”.
C.III. Attività Finanziarie:
1) Partecipazioni in imprese controllate
2) Partecipazioni in imprese collegate
3) Partecipazioni in imprese controllanti
3-bis) Partecipazioni in imprese sottoposte al controllo delle controllanti
4) Altre partecipazioni
5) Strumenti finanziari derivati attivi
6) Altri titoli
Finalità speculativa o temporanei impieghi di liquidità; ha rilievo la destinazione al termine
dell’esercizio.
C.IV. Disponibilità Liquide:
1) Depositi bancari e postali
2) Assegni
3) Denaro e valori in cassa

D. Ratei e Risconti: non rientrano in questa posta: fatture da emettere, interessi maturati a
fine anno e liquidabili, ma non ancora accreditati, premi o sconti di quantità da fornitori.

Passivo.
A. Patrimonio Netto.
A.I. Capitale: valore nominale delle azioni o quote sottoscritte dai soci.
A.II. Riserva da sovraprezzo azioni.
A.III. Riserve di rivalutazione: accoglie riserve per rivalutazioni monetarie effettuate in base a
leggi speciali.
A.IV. Riserva legale: computo su “Utile dell’esercizio” del C.E.
A.V. Riserve statutarie: se la “riserva straordinaria” è prevista in statuto va qui, altrimenti va
nella voce A.VI.
A.VI. Altre riserve, distintamente indicate:
Fra le riserve di capitale: versamento soci in conto capitale e contributi in conto capitale.
Fra le riserve di utili: riserve per acquisto azioni controllate, riserve di origine fiscale, riserve
emergenti dalla deroga ex art.2423 5° comma, riserva da rivalutazione delle partecipazioni.
A.VII. Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi.
A.VIII. Utili (perdite) portati a nuovo: contiene gli utili degli esercizi precedenti non destinati a
riserva.
A.IX. Utile (perdita) dell’esercizio.
A.X. Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio.

B. Fondi per rischi e oneri.


1) per trattamento di quiescenza: Trattamenti diversi da art. 2120 c.c., in genere istituiti dalla
contrattazione collettiva e/o da quella integrativa aziendale.
2) per imposte, anche differite: per accertamenti o per contezioso in atto (non debiti tributari
certi) e per imposte differite.
3) strumenti finanziari derivati passivi.
4) altri: f. garanzia prodotti, f. buoni sconto, f. vertenze in corso, f. per garanzie prestate a terzi,
f. per penalità.

C. Trattamento di fine rapporto.

D. Debiti: recupero di qualificazione finanziaria attraverso la separata indicazione.


1) obbligazioni.
2) obbligazioni convertibili.
3) debiti verso soci per finanziamenti.
4) debiti verso banche.
5) debiti verso altri finanziatori.
6) acconti.
7) debiti verso fornitori.
8) debiti rappresentati da titoli di credito.
9) debiti verso imprese controllate.
10) debiti verso imprese collegate.
11) debiti verso controllanti.
11-bis) debiti verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti.
12) debiti tributari: riguardano imposte dirette ed indirette che non presentano elementi di
indeterminatezza tali da farli inserire nei fondi imposte.
13) debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale.
14) altri debiti: verso dipendenti, verso amministratori, sindaci, soci, verso obbligazionisti e
finanziatori, verso terzi per cauzioni.

E. Ratei e Risconti.

Conto Economico
A. Valore della Produzione.
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni: si riferiscono alla gestione caratteristica
dell’impresa nonché ai correlativi ricavi accessori. Ogni altro ricavo va iscritto nella voce
A.5; i componenti positivi di natura finanziaria sono da inserire nelle macroclassi C e D.
2) Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti.
3) Variazione dei lavori in corso su ordinazione: voce al netto delle svalutazioni apportate,
a meno che non abbiano natura straordinaria. La variazione è espressa da:
+ rimanenze finali – rimanenze iniziali.
4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni: rettifica indiretta di costi compresi
nella macroclasse B, per costruzione interna di beni materiali e immateriali immobilizzati.
5) Altri ricavi e proventi: comprende: proventi da beni detenuti a scopo di investimento
(diversi da quelli finanziari), canoni per concessione utilizzo di beni immateriali, contributi
in conto esercizio, risarcimenti assicurativi, provvigioni attive al di fuori dell’attività
caratteristica, penalità addebitate a clienti, plusvalenze da alienazione di beni strumentali.

B. Costi della produzione.


6) Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e merci.
7) Costi per servizi: lavorazioni esterne, manutenzioni e riparazioni, consulenze, provvigioni
a rappresentanti, servizi di vigilanza e pulizia, assicurazioni, utenze.
8) Costi per il godimento di beni di terzi: canoni di locazione e costi per l’utilizzo concesso
da terzi di brevetti, opere dell’ingegno, licenze, marchi.
9) Costi per il personale:
a. salari e stipendi
b. oneri sociali
c. trattamento di fine rapporto
d. trattamento di quiescenza e simili e. altri costi
10) Ammortamenti e svalutazioni:
a. ammort. delle immobiliz. immateriali
b. ammort. delle immobiliz. materiali
c. altre svalutazioni delle immobilizzazioni
d. svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide.
11) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci:
+ rimanenze iniziali – rimanenze finali.
12) Accantonamenti per rischi (rischi futuri)
13) Altri accantonamenti: spese di manutenzione ciclica, concorsi a premio.
14) Oneri diversi di gestione: imposte diverse da quelle sul reddito; iscrizione ad
associazioni, abbonamenti; oneri patrimoniali; sopravvenienze e insussistenze passive.

Differenza fra Valore e Costi della produzione (A – B)

C. Proventi e oneri finanziari


15) proventi da partecipazioni: comprende i dividendi e le plusvalenze da cessione (con
separata indicazione di quelli relativi a imprese controllate e collegate e di quelli relativi a
controllanti e a imprese sottoposte al controllo di queste ultime).
16) altri proventi finanziari:
a. da crediti iscritti nelle immobilizzazioni
b. da titoli iscritti nelle immobilizzazioni
c. da titoli iscritti nell’attivo circolante
d. proventi diversi dai precedenti
17) interessi e altri oneri finanziari
17-bis) utili e perdite su cambi
Comprende, oltre agli interessi, dividendi, plusvalenze e minusvalenze da cessione di
attività finanziarie.

D. Rettifiche di Valore di attività e passività finanziarie.


18) Rivalutazioni:
a. di partecipazioni
b. di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
c. di titoli iscritti all’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
d. di strumenti finanziari derivati
19) Svalutazioni:
a. di partecipazioni
b. di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni
c. di titoli iscritti all’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni
d. di strumenti finanziari derivati

Risultato prima delle imposte.

20) Imposte sul reddito dell’esercizio: correnti, differite e anticipate.


Comprende: il carico d’imposta calcolato sul reddito imponibile determinato con criteri
fiscali, le imposte differite e anticipate.

21) Utile (Perdite) dell’esercizio.

I valori accolti nel Bilancio di esercizio redatto secondo la normativa italiana


L’Italia ha adottato un sistema contabile a valori storici nominali.
Il D.Lgs. 127/91 postula un sistema dei valori formato da:
 costi dei fattori misurati da uscite numerarie
 ricavi di prodotto misurati da entrate numerarie
 operazioni in corso valutate in base al criterio di competenza fondato sul rinvio dei costi
(salvo eccezioni)
Opzione per il costo storico “coerente” con la rappresentazione veritiera e corretta del capitale di
bilancio e del reddito di esercizio.
Costo come criterio generale= principio di valutazione delle operazioni in corso:
 tendenziale maggiore oggettività
 relativa semplicità di accertamento
 neutralità in ordine alla rilevazione del risultato economico di esercizio

Con il D.Lgs 139/2015, il sistema di bilancio ha acquisito ulteriori criteri di valutazione:


 Costo ammortizzato per immobilizzazioni rappresentate da titoli, crediti e debiti, disaggio e
aggio sui prestiti
 Cambio a pronti alla chiusura dell’esercizio per le attività e passività monetarie in valuta
(mentre le attività e passività in valuta «non monetarie» vanno iscritte al cambio vigente al
momento del loro acquisto)
 Fair value, per gli strumenti finanziari derivati

Eccezioni coerenti:
Partecipazioni immobilizzate in imprese controllate e collegate:
— se valutate ex art. 2426, n. 4 con il metodo del “Patrimonio netto”
— coerenza dell’eccezione per l’impiego di un sistema di “valori storici” nelle
imprese partecipate
Lavori in corso su ordinazione:
— se valutate ex art. 2426, n. 11 in base ai corrispettivi maturati con ragionevole
certezza
— coerenza dell’eccezione per il fatto che il realizzo si ha - anticipatamente - al
momento dell’ottenimento della commessa

Semplificazioni per le imprese che redigono il bilancio forma abbreviata:


Le società che redigono il bilancio in forma abbreviata, in deroga a quanto disposto dall’art. 2426,
hanno la facoltà di iscrivere:
– i titoli al costo di acquisto
– i crediti al valore di presumibile realizzo e
– i debiti al valore nominale
Tutto ciò in sostituzione del «costo ammortizzato»

Semplificazioni per le microimprese:


Oltre a quanto previsto per il bilancio in forma abbreviata, non sono applicabili:
• Le disposizioni relative alla «clausola generale» di cui all’art. 2423, quinto comma
• La valutazione degli strumenti derivati in base al «fair value.

IL SISTEMA DI BILANCIO SECONDO GLI IAS/IFRS


Regolamento CE n.1606/2002 e successivi.
Decreto Legislativo n.38 del 28/02/2005 pubblicato sulla G.U. n.66 del 21/03/2005 emanato in
relazione alla legge delega L. 31/10/2003 n.306.

Principi di riferimento:
Il “meccanismo di omologazione” prevede l’approvazione di ciascuno IAS/IFRS e SIC/IFRIC da parte
della Commissione Europea, assistita da:
 ARC (Accounting Regulatory Committee), organo “politico”
 EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), organo “tecnico”
I principi omologati sono promulgati con Regolamento e pubblicati nella GUUE in ciascuna delle
lingue ufficiali dell’Unione. Il Regolamento ha valore cogente in tutti gli Stati membri e non deve
essere recepito, a differenza delle Direttive.
A seguito di tale meccanismo, la Commissione ha finora emanato molti Regolamenti, con i quali ha
recepito la quasi totalità dei principi e delle interpretazioni emanate dallo IASB (International
Accounting Standard Board).
Essi costituiscono il “sistema di principi” che devono essere ad oggi applicati dalle società europee
che hanno l’obbligo o che esercitano la facoltà di redigere i bilanci consolidati e individuali in
conformità agli standards internazionali.
Il decreto legislativo n. 38/2005 prevede rilevanti disposizioni sul piano civilistico, fra cui:
la non distribuibilità dei plusvalori derivanti dall’adozione del fair value, a prescindere dalla loro
iscrizione in bilancio, ad esclusione dei plusvalori riferibili agli “strumenti finanziari di negoziazione
ed all’operatività in cambi e di copertura” (art. 6, c. 1, lettere a e b);
La legge 24 dicembre 2007 n. 244, art. 1, c. 58-62, e il D.M. 1° aprile 2009 n. 48 hanno previsto, dal
punto di vista fiscale:
 la derivazione del risultato fiscale dal risultato di esercizio Ias/Ifrs
 l’adattamento dell’impianto fiscale ai diversi principi Ias/Ifrs rispetto a quelli tradizionali.

IAS 1
Il sistema di bilancio è costituito da:
 Stato Patrimoniale
 Conto Economico
 Rendiconto Finanziario
 Prospetto delle variazioni del P.N.
 Note al bilancio
Altri possibili documenti: relazione degli amministratori, bilancio sociale, bilancio ambientale etc..

La rappresentazione della situazione aziendale nel bilancio IAS/IFRS si caratterizza per gli aspetti
che seguono:
1. Le mutue relazioni che sussistono tra reddito e capitale: il reddito non esprime la
variazione che subisce il capitale netto per effetto della gestione. La logica di bilancio
prevede una diversa codeterminazione della situazione patrimoniale e del risultato
economico dell’esercizio: Ct1 – Ct0 = R+ Ris. PN. Alcune variazioni patrimoniali non
trovano iscrizione a conto economico, ma confluiscono direttamente tra le riserve di
patrimonio netto.
2. Gli assunti di base da cui discende la redazione di bilancio: gli assunti di base nascono da
una specifica funzione informativa assegnata al bilancio.
IL Redattore del bilancio fornisce informazioni su: Oggetto dell’informazione di bilancio,
ovvero l’attitudine a generare disponibilità liquide e mezzi equivalenti.
Principale fruitore (investitore professionale) assume decisioni in merito allo scopo
dell’informazione di bilancio ovvero le decisioni di investimento/disinvestimento.

Il fine (fornire informazioni “useful” per gli investitori) è sovraordinato rispetto alle specifiche
disposizioni.
La sovraordinazione prevede:
 Obbligo di fornire informazioni complementari necessarie allo scopo.
 Deroga obbligatoria se c’è conflitto tra disposizione specifica e fine del bilancio, in tema di
strutture dei conti e valutazioni.

I PRINCIPI FONDAMENTALI DEL BILANCIO DI ESERCIZIO SECONDO GLI IAS/IFRS


La gerarchia dei principi generali di redazione del bilancio
Fine: fornire informazioni utili a investitori, finanziatori e altri creditori.
Postulati del bilancio: continuità dell’impresa nel tempo; competenza economica.
Caratteristiche qualitative:
 Fondamentali: Rilevanza; Rappresentazione fedele.
 Migliorative: Comprensibilità; Verificabilità; Tempestività; Comparabilità.

A fondamento del bilancio ed in via strumentale rispetto al fine ad esso assegnato, vengono
identificati due postulati:
 Continuità dell’impresa nel tempo (going concern): Framework e IAS 1 fanno riferimento
ad una presunzione relativa, non ad una presunzione di carattere assoluto.
Nel caso di incertezze sulla continuità: esse devono essere esplicitate nel bilancio redatto
nella prospettiva di normale funzionamento oppure, nei casi più gravi, è necessario
assumere una diversa ipotesi di gestione, funzionale a fornire informazioni useful per
l’investitore.
In entrambe la fattispecie, l’obiettivo è di fornire all’investitore informazioni useful per
apprezzare la recuperabilità economico-finanziaria degli investimenti da lui compiuti
 Competenza economica: assume rilievo di postulato per tre motivi: guida l’attribuzione dei
costi e dei ricavi ai singoli esercizi di vita dell’impresa; informa il riconoscimento dei
componenti positivi (ossia la realizzazione) e, per conseguenza, anche dei componenti
negativi (ossia la correlazione economica); pone in luce le condizioni per l’iscrizione in
bilancio di attività e di passività. Il modello di bilancio IAS/IFRS discende infatti in larga
parte da un sistema contabile di matrice patrimoniale, dove i concetti di ricavo e di costo
sono intimamente legati a quelli di attività e di passività.
i ricavi esprimono Δ↑ di attività o Δ ↓ di passività,
i costi esprimono Δ ↓ di attività o un Δ ↑ di passività.
Trova attuazione secondo un processo logico composto da due fasi successive, a ciascuna
delle quali corrisponde un ulteriore principio:
1. riconoscimento dei componenti positivi, da porre in essere in base al principio di
realizzazione (realization principle)
2. riconoscimento dei componenti negativi, che avviene in base al principio di correlazione
economica (matching principle)
Lo sviluppo di tali fasi può essere variamente condizionato e temperato dagli effetti
prodotti dal principio di prudenza. Realizzazione dei ricavi, correlazione economica dei costi
e prudenza svolgono un ruolo complementare nel definire i componenti positivi e negativi
di reddito di competenza dell’esercizio.
Realizzazione dei componenti positivi
Si concretizza quando i componenti positivi di reddito soddisfano le 5 condizioni di seguito
indicate. Ossia quando sono espressione:
1. dell’attività di produzione economica svolta nell’esercizio
2in forza alla quale si percepisce la capacità attuale dell’impresa di produrre
3. probabili
4. flussi finanziari futuri
5. misurabili in modo attendibile
In sintesi, un componente positivo si considera realizzato quando è espressione, in forza
dell’attività di produzione economica svolta nell’esercizio, della capacità attuale
dell’impresa di produrre probabili flussi finanziari futuri misurabili in modo attendibile
Il momento in cui si verificano dette condizioni può essere precedente o successivo rispetto
a quello della prestazione non monetaria dello scambio.
Correlazione economica dei componenti negativi
Ai ricavi realizzati sono contrapposti i costi correlati e quelli svaniti. Possibilità che i valori
differenziali vengano riconosciuti anche prima della vendita sul mercato. Distinzione tra i
valori marginali, ovvero le variazioni di valore di elementi patrimoniali, che affluiscono alla
formazione del reddito di esercizio rispetto a quelli che confluiscono alla formazione delle
riserve di patrimonio netto.
Principio di prudenza
La prudenza impone che anche le perdite presunte debbano essere riflesse in bilancio.
Al calcolo del reddito partecipano: taluni utili non solo certi, ma anche probabili; perdite
non solo certe, ma anche probabili.

I principi di valutazione separata di elementi eterogenei ricompresi nelle singole poste e quello di
uniformità dei criteri di valutazione nel tempo valgono anche nel contesto degli IAS/IFRS.

I VALORI ACCOLTI NEL BILANCIO DI ESERCIZIO REDATTO SECONDO GLI IAS/IFRS


Sistema di valori di riferimento:
Integrazione tra due logiche valutative:
 Sistema orientato ai valori storici
 Sistema basato sul fair value
Non basta approfondire ciascuna delle due logiche, occorre anche esaminare la natura e la
funzione informativa del sistema valori che nasce dalla loro integrazione.

Definizione fair value: The price that would be received to sell an asset or paid to transfer a liability
in an orderly transaction between market participants at the measurement date.

Sistema basato sul fair value:


Ambito di applicazione: FV come Benchmark treatment (BT); FV come Alternative treatment (AT).
Logiche utili, nella prospettiva di un exit price, per la determinazione del FV:
 Valore attuale (discounted cash flow);
 Valore di realizzo netto;
 Costo di sostituzione;
 Modelli di Option Pricing.
Ambito di applicazione e politiche aziendali:
Strumenti finanziari (BT o AT); Investimenti immobiliari (AT); Share-based payment (BT);
Acquisizioni aziendali (BT); Immobili, impianti e macchininario (AT); Altre attività e passività
finanziarie (BT); Crediti e debiti “da attualizzare” (BT); Att. biologiche e prodotti agricoli (BT);
Immob. immateriali (AT).

Pro e contro sistema basato sul Fair Value.


Pro: valutazione corrente; comparabilità dei fattori produttivi, qualora tutti valutati a FV;
determinazione della performance effettiva del periodo.
Contro: volatilità dei risultati; forte caratterizzazione atomistica; what if accounting; asimmetria
valutativa in caso di impiego congiunto con il costo.

IL CONTENUTO E LA STRUTTURA DEGLI SCHEMI DI BILANCIO SECONDO I PRINCIPI CONTABILI


INTERNAZIONALI (IAS/IFRS)
Disciplina IAS/IFRS in tema di Stato Patrimoniale
Contenuto minimo obbligatorio:
immobili, impianti e macchinari; investimenti immobiliari; attività immateriali; attività finanziarie;
partecipazione valutate a patrimonio netto attività biologiche; rimanenze; crediti commerciali e
altri crediti disponibilità liquide e mezzi equivalenti; attività operative cessate ([cespiti dismessi] e
attività non correnti classificate come possedute per la vendita) e gruppi in dismissione in base
all’Ifrs 5; debiti commerciali e altri debiti accantonamenti; passività finanziarie; passività e attività
per imposte correnti passività e attività per imposte differite passività incluse in gruppi in
dismissione in base all’Ifrs 5; patrimonio netto (nel bilancio consolidato, separata indicazione
quota minoranze e quota capogruppo).

Indicazione di voci addizionali e ulteriori sotto-classificazioni delle voci se significativo per


comprendere la situazione patrimoniale e finanziaria.
Evidenziazione separata di voci nominalmente appartenenti alla medesima classe di valore, ma
valutate secondo criteri differenti.
Prescrizioni informative contenute nei singoli principi contabili.
Struttura: nessuna specifica previsione circa l’ordine o lo schema con il quale le voci devono essere
esposte.
Classificazione: Attività correnti/ Attività non correnti.
Passività correnti/ Passività non correnti.
Sono attività correnti:
 Operative: quelle per le quali se ne ipotizza il consumo o il realizzo nel normale
svolgimento del ciclo operativo tipico
 Finanziarie: le disponibilità liquide e i mezzi equivalenti; quelle possedute per essere
negoziate; quelle per le quali si prevede il realizzo entro 12 mesi.
Tutte le altre sono attività non correnti.
Logica equivalente per la distinzione tra passività correnti e non correnti.

Disciplina IAS/IFRS in tema di Conto Economico


Contenuto minimo obbligatorio:
Ricavi
Oneri finanziari; Quota utile o perdita di collegate e joint venture contabilizzate con il metodo del
patrimonio netto;I mposte sul reddito; Utile o perdita su attività operative cessate (cespiti dismessi
e attività non correnti classificate come possedute per la vendita) e gruppi in dismissione in base
all’Ifrs 5; Utile o perdita (nel bilancio consolidato, separata indicazione quota minoranze e quota
capogruppo)

Obbligo di indicazione di voci addizionali, intestazioni e risultati parziali se ciò è significativo per la
compensazione dei risultati economici.
Prescrizioni informative contenute nei singoli principi contabili.
Assenza componenti straordinari.
Struttura: nessuna specifica previsione circa l’ordine o lo schema con il quale le voci devono essere
esposte. La prassi privilegia l’impostazione a Ricavi e costo del venduto (anziché quella a valore e
costi della produzione) con evidenziazione di alcuni risultati intermedi ritenuti essenziali per
interpretare l’andamento della gestione:
 EBITDA(Earning before Interests, Taxes, Depreciations and Amortizations): risultato
Gestione Operativa al lordo di ammortamenti e svalutazioni
 EBIT (Earning before Interests and Taxes): risultato Gestione Operativa al netto di
ammortamenti e svalutazioni.
Classificazione dei costi operativi:
Per natura: Costi per materie prime, di consumo, ... Costi per servizi; Costi per utilizzo beni di terzi;
Costi per il personale; Altri oneri operativi.
Per destinazione: Costi industriali: Acquisti e lavorazioni esterne; Costi per materie prime, di
consumo, Costi per il personale industriale, Altri costi industriali
Variazione rimanenze: Costi commerciali; Provvigioni ad agenti Spese pubblicitarie Costi di
trasporto; Costi generali e amministrativi; Retribuzione personale amministrativo Spese legali.

PRINCIPI GENERALI PER LA DETERMINAZIONE DEL REDDITO IMPONIBILE SISTEMA NAZIONALE


Autonomia del periodo d’imposta
Competenza dei componenti di reddito: riferimento ad un concetto generale di competenza unito
a certezza nell’esistenza del componente e possibilità di una sua determinazione obiettiva.

Cessione di beni: i componenti sono conseguiti alla data di consegna o spedizione per i beni mobili
e alla stipulazione dell’atto per i beni immobili e aziende oppure (se diversa e successiva) quando
si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà (o altro diritto reale)

Prestazione di servizi: quando ultimate, ovvero, per quelle dipendenti da contratti di locazione,
mutuo, assicurazione o contratti con corrispettivi periodici, alla data di maturazione dei
corrispettivi

Componenti positivi: I ricavi, gli altri proventi e le rimanenze concorrono a formare il reddito anche
se non risultano imputati al conto economico.

Componenti negativi
Condizioni di deducibilità: imputazione al Conto economico o direttamente a Patrimonio netto
(Ias/Ifrs); Prevalenza del modello tedesco (“mono binario”) sul modello anglosassone (“doppio
binario”); Disposizioni di legge
Misura deducibilità: deduzione piena, se sussiste collegamento tra costi e ricavi imponibili;
Deduzione proporzionale se sussiste collegamento tra: costi e ricavi imponibili o esenti;
Deduzione degli interessi passivi e riferimento al ROL
Ricavi e costi non imputati
accertamento di maggiori ricavi e proventi; deducibilità dei costi afferenti ai maggiori ricavi purché
risultanti da elementi certi e precisi

Risultato prima delle imposte ≠ reddito imponibile (quantità rilevante nella dichiarazione dei
redditi per il calcolo dell’imposta).

RELAZIONE TRA BILANCIO DI ESERCIZIO E REDDITO IMPONIBILE: LE IMPOSTE DIFFERITE E


ANTICIPATE
Differenze permanenti
Componenti negativi di reddito non riconosciuti totalmente o parzialmente ai fini fiscali
Componenti positivi di reddito non imponibili totalmente o parzialmente ai fini fiscali
Sono permanenti in quanto non possono essere “recuperate” in esercizi successivi, non
determinando anticipazioni o differimenti di tassazione.

Differenze temporanee
spostamento di componenti positivi o negativi del reddito imponibile, e
quindi di tassazione, tra esercizi diversi
si producono quando sussistono diversità tra le norme civilistiche e fiscali relativamente a:
— norme di valutazione
— competenza di ricavi e costi
determinano differimento o anticipo di tassazione.

Differimento di tassazione
componenti positivi tassabili in esercizi successivi a quelli in cui sono iscritti in bilancio;
componenti negativi deducibili ai fini fiscali in esercizi antecedenti a quelli in cui saranno iscritti in
bilancio.

Anticipo di tassazione
componenti negativi deducibili ai fini fiscali in esercizi successivi a quelli della loro iscrizione in
bilancio; componenti positivi tassabili in esercizi precedenti a quelli in cui saranno iscritti in
bilancio.

Calcolo della tassazione differita


aliquota in vigore al momento in cui le differenze temporanee si riverseranno;
per le imposte anticipate, ragionevole certezza di un reddito imponibile non inferiore alle
differenze che si andranno ad annullare;
le imposte differite non vanno rilevate quando vi sia scarsa probabilità che il debito insorga;
entità da rivedere ogni anno per adeguarsi alle previsioni.

Perdite fiscali
iscrivibilità di imposte anticipate a certe condizioni;
perdite derivanti da circostanze ben identificate e per le quali vi è ragionevole certezza di ottenere
imponibili fiscali che possano assorbirle.

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Caratteri economico aziendali:
Fattori produttivi materiali ad utilità pluriennale; strumentali alla produzione di reddito; realizzo
prevalentemente indiretto; se soggetti a logorio tecnico-economico partecipano alla formazione
del reddito attraverso l’ammortamento.
Regime giuridico: diritto di proprietà, con possibili eccezioni e vincoli:
 beni in leasing
 beni oggetto di devoluzione gratuita per attività di concessione

Valutazione in bilancio (normativa e principi generali)


Determinazione originaria del valore
 Ipotesi di acquisto: costo di acquisto + oneri accessori.
 Ipotesi di apporto: costo (quote di capitale assegnate al conferente); disposizioni di all’art.
2343 del c. c.
 Ipotesi di acquisizione aziendale: valutazione nell’ambito dell’acquisizione; trattamento
contabile dell’operazione.
 Ipotesi costruzione in economia: costi di produzione interna; verifica di congruità (prezzi di
mercato)

Il criterio generale del costo (art. 2426 – punto 1)


Le immobilizzazioni sono iscritte al costo di acquisto o al costo di produzione.
Nel costo di acquisto si computano anche i costi accessori.
Il costo di produzione comprende tutti i costi direttamente imputabili al prodotto. Può
comprendere anche altri costi per la quota ragionevolmente imputabile al prodotto, relativi al
periodo di fabbricazione e fino al momento dal quale il bene può essere utilizzato; con gli stessi
criteri possono essere aggiunti gli oneri relativi al finanziamento della fabbricazione, interna o
presso terzi.

Modificazioni successive del valore


Rivalutazioni:
 Economiche: ex art.2423 comma 5.
 Ex lege di rivalutazione (cd. monetarie): facoltative o obbligatorie.
Svalutazioni:
 Ex art. 2426, punto 3: minore valore, se durevolmente inferiore al costo alla
data di chiusura dell’esercizio (svalutazioni per perdite durevoli di valore)
 la perdita durevole di valore può essere accertata e quantificata, ai sensi dell’OIC 9, in base
a due procedimenti alternativi (uno per tutti ed uno semplificato che può essere scelto
dalle sole piccole e microimprese)

Le svalutazioni durevoli di valore (OIC 9)


Oggetto: riguarda la svalutazione per perdite di valore di attività
Finalità: evita che le attività siano iscritte a un valore superiore a quello recuperabile.
Ambito: in sostanza si applica alle immobilizzazioni materiali e immateriali.
Obiettivo: consente di verificare se l’attività ha subito una riduzione durevole di valore,
confrontando il suo valore recuperabile con il suo valore contabile.
Calcolo: il valore recuperabile è al più alto tra valore d’uso e fair value al netto della perdita.
Periodicità: l’impresa deve valutare, ad ogni reporting date, se vi sono indicatori di possibili perdite
di valore. Se sussistono, si deve stimare il valore recuperabile dell’attività.
Opzione per piccole e microimprese: approccio alla determinazione delle perdite durevoli di valore
basato sulla capacità di ammortamento.
Illustrazione in nota integrativa: Movimenti, per ciascuna voce; “la misura e le motivazioni delle
riduzioni di valore applicate alle immobilizzazioni materiali e immateriali, facendo a tal fine
esplicito riferimento al loro concorso alla futura produzione di risultati economici, alla loro
prevedibile durata utile e, per quanto rilevante, al loro valore di mercato, segnalando altresì le
differenze rispetto a quelle operate negli esercizi precedenti ed evidenziando la loro influenza sui
risultati economici dell'esercizio” (art. 2427, comma 1, punto 3-bis).

Processo di ammortamento
Processo di ripartizione del valore di un fattore produttivo ad utilità pluriennale tra gli esercizi della
sua vita utile.

Concezione di ammortamento (art. 2426, n.2)


 residua possibilità di utilizzazione
 sistematicità
Si stabiliscono piani di ammortamento, in relazione alla necessità di programmazione ex ante il
processo di ripartizione contabile del costo pluriennale.
Prognosi iniziale e generale della vita utile; eventuale modifica del piano (deve essere motivata in
Nota integrativa); evitare ammortamenti a fisarmonica.
L’ammortamento non coincide concettualmente con le aliquote di tipo fiscale.

Modalità fiscali di valutazione


Norme generali sulle valutazioni
Configurazioni del costo di acquisizione:
a) il costo è assunto al lordo delle quote di ammortamento già dedotte;
b) si comprendono nel costo anche gli oneri accessori di diretta imputazione, esclusi gli
interessi passivi e le spese generali. Tuttavia, per i beni materiali e immateriali strumentali
per l’esercizio dell’impresa si comprendono nel costo gli interessi passivi iscritti in bilancio
ad aumento del costo stesso per effetto di disposizioni di legge. Nel costo di fabbricazione
si possono aggiungere con gli stessi criteri anche i costi diversi da quelli direttamente
imputabili al prodotto; per gli immobili alla cui produzione è diretta l'attività dell'impresa si
comprendono nel costo gli interessi passivi sui prestiti contratti per la loro costruzione o
ristrutturazione;
c) il costo dei beni rivalutati, diversi da quelli di cui all'articolo 85, comma 1, lettere a), b) ed
e), non si intende comprensivo delle plusvalenze iscritte, ad esclusione di quelle che per
disposizione di legge non concorrono a formare il reddito.

Le plusvalenze
Le plusvalenze realizzate concorrono a formare il reddito, per l’intero ammontare nell’esercizio in
cui sono state realizzate, ovvero, se i beni sono stati posseduti per un periodo non inferiore a tre
anni, a scelta del contribuente, in quote costanti nell’esercizio stesso e nei successivi, ma non oltre
il quarto.

Procedimenti di ammortamento
Quote di ammortamento deducibili a partire dall’esercizio di entrata in funzione del bene.
Ammortamento ordinario: Coefficienti stabiliti, con Decreto del Ministro dell’Economia e delle
Finanze pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, per categorie di beni omogenei in base al “normale
periodo di deperimento e consumo” nei vari settori produttivi.
Riduzione alla metà nel primo esercizio (entrata in funzione).
Deducibilità del costo residuo dei beni in caso di eliminazione degli stessi.
Deduzione integrale del costo di acquisto di beni il cui costo unitario è ≤ 516,46 Euro.

Nuove norme sull’ammortamento in tempo di Covid 19 (Legge n.126 del 13 ottobre 2020 che ha
convertito il DL 104/2020 art.60): 7-bis. I soggetti che non adottano i principi contabili
internazionali, nell'esercizio in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, possono,
anche in deroga all'articolo 2426, primo comma, numero 2), del Codice civile, non effettuare fino
al 100 per cento dell'ammortamento annuo del costo delle immobilizzazioni materiali e
immateriali, mantenendo il loro valore di iscrizione, così come risultante dall'ultimo bilancio
annuale regolarmente approvato. La quota di ammortamento non effettuata ai sensi del presente
comma è imputata al conto economico relativo all'esercizio successivo e con lo stesso criterio sono
differite le quote successive, prolungando quindi per tale quota il piano di ammortamento
originario di un anno. Tale misura, in relazione all'evoluzione della situazione economica
conseguente alla pandemia da SARS-COV-2, può essere estesa agli esercizi successivi con decreto
del Ministro dell'economia e delle finanze.
7-ter. I soggetti che si avvalgono della facoltà di cui al comma 7-bis destinano a una riserva
indisponibile utili di ammontare corrispondente alla quota di ammortamento non effettuata in
applicazione delle disposizioni di cui al medesimo comma. In caso di utili di esercizio di importo
inferiore a quello della suddetta quota di ammortamento, la riserva è integrata utilizzando riserve
di utili o altre riserve patrimoniali disponibili; in mancanza, la riserva è integrata, per la differenza,
accantonando gli utili degli esercizi successivi.
7-quater. La nota integrativa dà conto delle ragioni della deroga, nonché dell'iscrizione e
dell'importo della corrispondente riserva indisponibile, indicandone l'influenza sulla
rappresentazione della situazione patrimoniale e finanziaria e del risultato economico
dell'esercizio.
7-quinquies. la deduzione della quota di ammortamento non effettuata ai sensi del comma 7-ter è
ammessa a prescindere dall’imputazione al conto economico.

Manutenzione
Iscrizione in bilancio
 Manutenzione ordinaria: costi sostenuti per mantenere i cespiti in buono stato di
funzionamento; componenti negativi del reddito di esercizio.
 Manutenzione straordinaria: costi sostenuti per aumentare la produttività. Miglioramenti,
ampliamenti, innovazioni, ammodernamenti: costi capitalizzabili (perché strumentali a
generare utilità in futuro).

Modalità fiscali di valutazione


Limite di deducibilità dei costi di manutenzione, riparazione, ammodernamento e trasformazione
(non imputate in bilancio ad incremento dei beni cui si riferiscono)
 5% beni ammortizzabili esistenti all’inizio dell’esercizio
 Per imprese di nuova costituzione si fa riferimento al costo dei beni a fine esercizio
 Possibilità di deroghe per certi settori
Eccedenza deducibile a quote costanti nei 5 periodi d’imposta successivi
Deducibilità totale compensi periodici di manutenzione dovuti contrattualmente per certi beni,
esclusi dalla base di computo del 5%

IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
Caratteri economico aziendali
Simili a quelli delle immobilizzazioni materiali
Non è sempre facile da verificare
→ l’effettiva possibilità di utilizzo durevole (es. costi di impianto)
→ il confine con “costi sprecati” (es. costi sviluppo)
→ le condizioni che giustificano l’iscrizione in bilancio (es. avviamento)
Regime giuridico: solo in taluni casi sono associati a particolari diritti (di brevetto, utilizzazione
opere ingegno, marchi).

Iscrizione in bilancio
Stato Patrimoniale, Attivo, classe B I)
 Costi pluriennali
 Valori rappresentativi di diritti
 Avviamento
Illustrazione in Nota integrativa:
Movimenti per ciascuna voce; dettaglio composizione delle voci costi di impianto e di
ampliamento e costi di sviluppo, nonché le ragioni della loro iscrizione ed i rispettivi criteri di
ammortamento; la misura e le motivazioni delle riduzioni di valore applicate alle immobilizzazioni
materiali e immateriali, facendo a tal fine esplicito riferimento al loro concorso alla futura
produzione di risultati economici, alla loro prevedibile durata utile e, per quanto rilevante, al loro
valore di mercato, segnalando altresì le differenze rispetto a quelle operate negli esercizi
precedenti ed evidenziando la loro influenza sui risultati economici dell'esercizio.
Formazione dei valori in bilancio: come immobilizzazioni materiali, con i seguenti vincoli:
Costi pluriennali:
 Consenso Collegio Sindacale;
 Ammortamento ≤ 5 anni per i costi di impianto e di ampliamento;
 I costi di sviluppo sono ammortizzati secondo la loro vita utile; nei casi eccezionali in cui
non è possibile stimarne attendibilmente la vita utile, ammortamento in un periodo non
superiore ai cinque anni;
 Distribuzione di utili solo se residuano riserve disponibili maggiori dei costi non
ammortizzati.
Avviamento:
 Consenso collegio sindacale;
 Acquisizioni a titolo oneroso;
 Nei limiti del costo sostenuto;
 Ammortamento in base alla vita utile (non superiore ai dieci anni).

Modalità fiscali di valutazione:


 Costi di impianto e di ampliamento: Come per tutte le spese relative a più esercizi,
deducibilità nei limiti della quota d’esercizio – per le imprese di nuova costituzione la
deducibilità di cui all’art. 108 ha inizio nell’esercizio in cui sono conseguiti i primi ricavi.
 Costi di sviluppo: processi, formule e informazioni relativi ad esperienze acquisite in campo
industriale, commerciale e scientifico: deducibilità non superiore al 50%.
 Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno: deducibilità in
misura non superiore al 50%.
 Concessioni, licenze, marchi e diritti simili: Marchi: deducibilità in misura non superiore a
1/18; Concessioni e altri diritti: deducibilità in relazione alla durata di utilizzo prevista dal
contratto o dalla legge.
 Avviamento: deducibilità a misura non superiore a 1/18.
 Altre: Diritti: deducibilità in relazione alla durata di utilizzo prevista dal contratto o dalla
legge; Altri valori: deducibilità nei limiti della quota imputabile a ciascun esercizio.

PARTECIPAZIONI
Valutazione (normativa e principi contabili nazionali)
Criterio generale:
a) Immobilizzazioni: Costo (di acquisto/sottoscrizione + oneri ac.) da svalutare per perdite durevoli
b) Attivo circolante: Costo (come sopra) o valore di realizzo di mercato, se minore.
Criterio alternativo:
Partecipazioni immobilizzate in imprese controllate e collegate: è possibile, in alternativa al costo
d’acquisto, impiegare il criterio del patrimonio netto.

a) partecipazioni immobilizzate: il metodo del costo (possibile per tutte le partecipazioni


immobilizzate)
Se C > Pn: motivazione in Nota integrativa se in società controllate o collegate ex art. 2426, 1° c., n.
3, 2° capoverso, per rischi di perdita di valore
Necessità di svalutazione rischi insolvenza emittente perdita redditività titolo
Eventuale ripristino valore originario
Allocazione in Conto economico di dividendi percepiti

b) partecipazioni immobilizzate: il metodo del patrimonio netto (possibile per le partecipazioni


immobilizzate in imprese controllate e collegate)
Il valore per il quale la partecipazione è iscritta viene "ancorato" al patrimonio netto della
partecipata (pro-quota)
Secondo la dottrina, deve essere applicato quando il criterio del costo storico conduce a risultati
divergenti rispetto all’effettiva situazione patrimoniale della società partecipata
Criteri di determinazione
Il costo della partecipazione è aumentato degli utili e diminuito delle perdite maturate (per
competenza) dalla partecipata
Sono eliminati gli utili e le perdite – in capo alla partecipata – relativi a scambi con la partecipante
non ancora realizzati
Devono essere assestate nel tempo le differenze originarie fra il costo sostenuto per l’acquisto
della partecipazione ed i corrispondenti valori del patrimonio netto della partecipata

Analisi della differenza tra il prezzo di acquisto delle partecipazioni (C) e il corrispondente valore
contabile del patrimonio netto delle partecipate alla data di acquisto (Pn)
Differenza positiva (C>Pn)
a. diversità valori [storici-correnti]
b. avviamento positivo incluso nel valore della partecipazione
c. condizioni di prezzo sfavorevoli: svalutazione della partecipazione

Differenza negativa (C<Pn)


a. diversità valori [storici-correnti] raro
b. avviamento negativo incluso nel valore della partecipazione
c. condizioni di prezzo favorevoli incluso nel valore della partecipazione.

Le specifiche disposizioni dell’art. 2426, n.4


corrispondente quota Pn alla data di acquisto
 al netto dividendi
 effettuate le rettifiche richieste dai principi di redazione del bilancio consolidato
 e quelle necessarie per il rispetto dei principi di cui agli artt. 2423 e 2423-bis
necessario confronto tra costo d’acquisto (C) e frazione di Pn
C=Pn; C>Pn; C<Pn.
Plus/minusvalenza su partecipazione: iscrizione riserva non distribuibile

Modalità fiscali di valutazione


Partecipazioni che costituiscono immobilizzazioni: è prevista l ’ applicazione del regime fiscale
proprio dei beni suscettibili di produrre, ai sensi degli artt. 86 e 101, plusvalenze e minusvalenze
Per le valutazioni valutate a costo:
riferimento implicito alla nozione generale di costo (art. 110)
eventuali plusvalenze iscritte nello SP (ad esempio per deroga ex art. 2423, 5°c.) non concorrono a
formare il reddito fiscale
in caso di cessione, si considerano cedute per prime le partecipazioni acquisite in data più recente
per le plusvalenze da realizzo diverse da quelle di cui all’art.87
concorrono a formare il reddito nell’esercizio di realizzo, oppure a scelta del contribuente
in quote costanti nell’esercizio e nei successivi ma non oltre il quarto (se il bene è stato posseduto
per un periodo non inferiore a tre anni)
Minusvalenze deducibili: da realizzo
Plusvalenze e minusvalenze sono quantificate facendo riferimento all’ultimo valore fiscalmente
riconosciuto

Plusvalenze
Le plusvalenze realizzate relativamente a partecipazioni in società (residenti e non residenti) non
concorrono alla formazione del reddito imponibile — nella misura del 95% — se sono soddisfatte
le seguenti condizioni:
– la partecipazione è ininterrottamente posseduta dal primo giorno del dodicesimo mese
precedente alla cessione (metodo applicato: LIFO);
– le partecipazioni sono classificate come immobilizzazioni nel primo bilancio chiuso durante il
periodo di possesso;
la partecipata non risiede in stati / territori caratterizzati da
regime fiscale privilegiato (per le holding di partecipazioni il requisito si verifica quando è
rispettato dalle società indirettamente partecipate che rappresentano la maggior parte del valore
del patrimonio sociale della partecipante);
– la partecipata esercita una effettiva attività commerciale (per le holding di partecipazioni il
requisito si verifica quando è rispettato dalle società indirettamente partecipate che
rappresentano la maggior parte del valore del patrimonio sociale della partecipante. Inoltre, tale
requisito non rileva per le partecipate quotate).

Minusvalenze
Le minusvalenze realizzate relative alle partecipazioni che soddisfano le condizioni indicate non
sono deducibili se la partecipazione viene ceduta dopo dodici mesi dall’acquisto.
Sono inoltre indeducibili le minusvalenze da svalutazione di partecipazioni.

Per le partecipazioni valutate sulla base del metodo del patrimonio netto:
non deducibilità, anche a titolo di ammortamento, della parte del costo di acquisto eccedente la
frazione di capitale netto risultante dall’ultimo bilancio della partecipata
Minusvalenze deducibili: da realizzo

Partecipazioni che non costituiscono immobilizzazioni finanziarie


concorrono a formare il reddito fiscale sulla base di: ricavi di cessione – costi di acquisto –
rimanenze (art. 85, 1° c., punto c)
rimanenze valutate (art. 94, 1° c.) in modo simile ai beni al cui scambio è diretta l’attività d’impresa
(art. 92)
norme particolari in ordine a:
raggruppamento in categorie omogenee per natura
valore minimo di riferimento
altri aspetti

Modalità di calcolo del valore minimo di riferimento


Titoli negoziati in mercati regolamentati: Prezzi rilevati nell’ultimo giorno o media aritmetica prezzi
rilevati nell’ultimo mese (per le partecipazioni: media aritmetica dell’ultimo semestre)
Altri titoli: Valore normale determinato in modo comparativo al valore normale di titoli negoziati
con caratteristiche analoghe o, in mancanza, in base ad elementi obiettivi.

TITOLI E STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI


Si tratta di assets di natura finanziaria
Comprendono titoli rappresentativi di quote del debito di enti pubblici o di imprese: public bond
(Bot, Btp, CCT, ecc.), corporate bond (obbligazioni, obbligazioni convertibili)
Includono anche gli investimenti che una società effettua nei titoli azionari da essa stessa emessi:
azioni proprie
In funzione delle scelte dell’organo di governo possono essere espressione di investimenti
“durevoli” o “temporanei”

Valutazione in bilancio
Allocazione dei valori in bilancio:
B)III. Immobilizzazioni finanziarie
C)III. Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
L’allocazione è strettamente connessa alla decisione degli amministratori di mantenere
durevolmente lo strumento finanziario ovvero di destinarlo alla negoziazione.
Titoli dell’attivo circolante: minore tra il costo di acquisto e il valore di realizzazione desumibile
dall’andamento del mercato
Titoli (di debito) immobilizzati: costo ammortizzato (cfr. infra sub crediti, passività e relativa
esercitazione)
Un derivato è uno strumento finanziario o altro contratto con le tre seguenti caratteristiche:
a) il suo valore varia come conseguenza della variazione di un determinato tasso di interesse,
prezzo di strumenti finanziari, prezzo di merci, tasso di cambio, indice di prezzo o di tasso, rating di
credito o indice di credito o altra variabile, a condizione che, nel caso di una variabile non
finanziaria, tale variabile non sia specifica di una delle controparti contrattuali (a volte chiamato il
sottostante);
b) non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale che sia
minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una risposta
simile a cambiamenti di fattori di mercato; e
c) è regolato a una data futura.
Rilevazione iniziale: iscrizione al FV al momento in cui la società diventa parte del contratto ed è
soggetta ai relativi obblighi.
Rilevazione successiva: derivati speculativi: la variazione di FV transita da CE; derivati di copertura
con finalità di ridurre un rischio: copertura sussiste in presenza di stretta e documentata
correlazione tra le caratteristiche dello strumento o dell’operazione coperti e quelle dello
strumento di copertura
L’obbiettivo della copertura è limitare il rischio di:
 variazione di FV di attività e passività: rilevate nel CE
 variabilità di flussi di cassa futuri: valutazione al FV; le variazioni di FV sono rilevate a PN
per poi riversarsi a CE in correlazione alla dinamica dei flussi (“Riserva per operazioni di
copertura di flussi finanziari attesi”)

TITOLI E STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI


Si tratta di assets di natura finanziaria
Comprendono titoli rappresentativi di quote del debito di enti pubblici o di imprese: public bond
(Bot, Btp, CCT, ecc.), corporate bond (obbligazioni, obbligazioni convertibili)
Includono anche gli investimenti che una società effettua nei titoli azionari da essa stessa emessi:
azioni proprie
In funzione delle scelte dell’organo di governo possono essere espressione di investimenti
“durevoli” o “temporanei”
Allocazione dei valori in bilancio:
B) III. Immobilizzazioni finanziarie
C) III. Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
L’allocazione è strettamente connessa alla decisione degli amministratori di mantenere
durevolmente lo strumento finanziario ovvero di destinarlo alla negoziazione.
Titoli dell’attivo circolante: minore tra il costo di acquisto e il valore di realizzazione desumibile
dall’andamento del mercato
Titoli (di debito) immobilizzati: costo ammortizzato (cfr. infra sub crediti, passività e relativa
esercitazione).
Definizione strumenti finanziari derivati: Un derivato è uno strumento finanziario o altro contratto
con le tre seguenti caratteristiche:
a) il suo valore varia come conseguenza della variazione di un determinato tasso di interesse,
prezzo di strumenti finanziari, prezzo di merci, tasso di cambio, indice di prezzo o di tasso, rating di
credito o indice di credito o altra variabile, a condizione che, nel caso di una variabile non
finanziaria, tale variabile non sia specifica di una delle controparti contrattuali (a volte chiamato il
sottostante);
b) non richiede un investimento netto iniziale o richiede un investimento netto iniziale che sia
minore di quanto sarebbe richiesto per altri tipi di contratti da cui ci si aspetterebbe una risposta
simile a cambiamenti di fattori di mercato; e
c) è regolato a una data futura.

Regole generali di contabilizzazione:


 Rilevazione iniziale: iscrizione al FV al momento in cui la società diventa parte del contratto
ed è soggetta ai relativi obblighi.
 Rilevazione successiva: È opportuno preliminarmente distinguere tra:
derivati speculativi, con finalità di conseguire in profitto; la variazione di FV transita da CE;
derivati di copertura, con finalità di ridurre un rischio (hedging); la copertura sussiste in
presenza di stretta e documentata correlazione tra le caratteristiche dello strumento o
dell'operazione coperti e quelle dello strumento di copertura.

RIMANENZE DI MAGAZZINO
Caratteri economico – aziendali:
Fattori produttivi a veloce ciclo di utilizzo;
Beni che possono trovarsi ad un diverso stadio del ciclo produttivo, comprendendo:
 Beni non ancora immessi nel processo produttivo (materie prime, sussidiarie, di consumo);
 Beni in corso di lavorazione e semilavorati;
 Beni in attesa di essere collocati sul mercato (prodotti finiti, merci).
Realizzo prevalentemente diretto, cioè tramite la vendita.

Valutazione in bilancio – normativa e principi nazionali


Fasi del processo valutativo:
 Identificazione quantità in giacenza: rilevazioni permanenti di magazzino, inventario fisico;
 Valorizzazione quantità in giacenza.
Valorizzazione: minore tra il costo di acquisto o di produzione e il valore di realizzazione
desumibile dall’andamento del mercato.
Costo di acquisto o di produzione: rinvio al punto 1 dell’art. 2426 c.c.
 Possibilità di calcolo in modo specifico;
 Per i beni fungibili, adozione di uno dei metodi di calcolo:
Costo medio ponderato
Lifo (Last in first out)
Fifo (First in, first out)
Valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato:
 Per materie prime, di consumo e sussidiarie e per i semilavorati, riferimento al costo di
sostituzione;
 Per prodotti finiti e merci, riferimento al presumibile valore netto di realizzo.
A seguito di una svalutazione, ripristino del valore di costo se, in esercizi successivi, il valore di
mercato risulta superiore al costo.

Modalità fiscali di valutazione


Concorrono alla formazione del reddito le variazioni delle rimanenze dei beni alla cui produzione o
al cui scambio è diretta l’attività d’impresa e dei beni mobili, esclusi quelli strumentali, acquistati o
prodotti per essere impiegati nella produzione
Il valore rilevante ai fini fiscali è il minore tra il costo e il valore normale medio rilevato nell’ultimo
mese
Nel primo esercizio in cui si verificano, il costo delle rimanenze è determinato in base al costo
medio ponderato
Negli esercizi successivi, il costo è determinato secondo il metodo del Lifo a scatti
Tuttavia, se in bilancio le rimanenze sono valutate a costo medio ponderato, a Lifo o a Fifo, tale
valore è mantenuto anche ai fini fiscali

RIMANENZE DI OPERE IN CORSO SU ORDINAZIONE (LCO)


Caratteri economico – aziendali:
Si riferisce a un contratto, di durata normalmente ultrannuale, per la realizzazione di un bene (o
una combinazione di beni) o per la fornitura di beni o servizi non di serie che insieme formino un
unico progetto, ovvero siano strettamente connessi o interdipendenti per ciò che riguarda la loro
progettazione, tecnologia e funzione o la loro utilizzazione finale. I lavori su ordinazione sono
eseguiti su ordinazione del committente secondo le specifiche tecniche da questi richieste.
Connotati qualificanti: processo produttivo rovesciato, dimensioni economiche del processo
produttivo, durata del processo produttivo.

Valutazione in bilancio – normativa e principi nazionali


Alternativa tra:
 Metodo della commessa completata: iscrizione al costo di acquisto o di produzione, ovvero
al valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato se minore.
 Metodo della percentuale di completamento: I LCO possono essere iscritti sulla base dei
corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza.
Condizioni applicative: contratto vincolante, identificabilità delle opere, capacità di
adempiere del committente, stima attendibile costi sostenuti e da sostenere, stima
attendibile dello stato avanzamento lavori (S.A.L.)
Parametri per determinazione percentuale di completamento: costi sostenuti, ore lavorate,
unità consegnate, misurazioni fisiche.
Valorizzazione delle rimanenze di LCO: %di completamento X corrispettivo complessivo.

Modalità fiscali di valutazione


Concorrono alla formazione del reddito le variazioni delle rimanenze di opere, forniture e servizi
pattuiti come oggetto unitario e di durata ultrannuale
Valutazione sulla base dei corrispettivi pattuiti
Maggiorazioni di prezzo (richieste in applicazione norme di legge o clausole contrattuali) incluse in
misura non inferiore al 50%, fino alla definizione
Per la parte coperta da Stati Avanzamento Lavori, valutazione sulla base dei corrispettivi liquidati
I corrispettivi liquidati a titolo definitivo sono compresi tra i ricavi, non tra le rimanenze. La
valutazione tra le rimanenze, in caso di liquidazione parziale, è limitata alla parte non liquidata.
Ogni successiva variazione dei corrispettivi è imputata al reddito nell’esercizio in cui è stata
stabilita
Necessità di allegare alla dichiarazione dei redditi un prospetto analitico per ciascuna opera

LE PASSIVITA’
Fondi rischi e oneri
Caratteri aziendali: Consentono la copertura di rischi e oneri: di manifestazione futura;
che per competenza e prudenza devono concorrere alla formazione del reddito di esercizio;
che presentano alcuni aspetti di indeterminazione
In CE: l’accantonamento che alimenta il fondo
In SP: il fondo rischi e oneri (la passività indeterminata)
Finalità: Gli accantonamenti per rischi e oneri sono destinati a coprire perdite o debiti ...”
Attenzione! “Soltanto”: distinzione rispetto ai fondi rettificativi! “Perdite o debiti”: la copertura
non è finanziaria!
Caratteri:
“ ... di natura determinata, di esistenza certa o probabile, dei quali tuttavia alla chiusura
dell’esercizio sono indeterminati o l’ammontare o la data di sopravvenienza”
Pertanto, 4 caratteri consentono di qualificare una passività come Fondo Rischi e Oneri:
1. la natura, che deve essere determinata;
2. l’esistenza, che deve essere certa o probabile;
3. l’ammontare, che deve essere indeterminato;
4. la data di sopravvenienza, che deve essere indeterminata (NB: indeterminazione della data e/o
dell’ammontare)
Dubbi interpretativi in merito alla data di sopravvenienza: tendenziale scarsa significatività.

Valutazione delle passività


Fondi rischi e oneri: In base all’ammontare presunto del rischio/onere di manifestazione futura.
Debiti: criteri generali: in base al criterio del costo ammortizzato Applicazione del criterio del costo
ammortizzato è:
- obbligatoria per le imprese che redigono il bilancio in forma ordinaria;
- facoltativa per le imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata e per le micro-imprese.
Il criterio del costo ammortizzato può non essere applicato ai debiti qualora gli effetti siano
irrilevanti: se i debiti hanno una scadenza inferiore ai 12 mesi.

Valutazione in bilancio: OIC 19 – debiti:


Rilevazione iniziale
a. Costo ammortizzato in assenza di attualizzazione
Il valore di iscrizione iniziale è rappresentato dal valore nominale del debito al netto dei costi di
transazione e di tutti i premi, gli sconti, gli abbuoni direttamente derivanti dalla transazione che ha
generato il debito. I flussi finanziari futuri derivanti dal debito devono essere attualizzati al tasso di
interesse effettivo.
b. Costo ammortizzato in presenza di attualizzazione
Il valore di iscrizione iniziale è pari al valore attuale dei flussi finanziari futuri più gli eventuali costi
di transazione.
Per tenere conto del "fattore temporale" (art. 2426, comma 1, n. 8 c.c.).
il tasso di interesse desumibile dalle condizioni contrattuali deve essere confrontato con il tasso di
interesse di mercato. Qualora il tasso di interesse desumibile dalle condizioni contrattuali sia
significativamente diverso dal tasso di interesse di mercato, i flussi finanziari futuri derivanti dal
debito devono essere attualizzati al tasso di interesse di mercato.
Valutazioni e rilevazioni successive
Iscrizione al costo ammortizzato determinato secondo il seguente procedimento:
a. determinare l’ammontare degli interessi calcolati con il criterio del tasso di interesse effettivo
sul valore contabile del debito all’inizio dell’esercizio, o alla più recente data di rilevazione iniziale;
b. aggiungere l’ammontare degli interessi così ottenuto al precedente valore contabile del debito;
c. sottrarre i pagamenti per interessi e capitale intervenuti nel periodo.

Modalità fiscali di valutazione


art. 107, 4° c.: “non sono ammesse deduzioni per accantonamenti diversi da quelli espressamente
considerati ...”
Logica generale: Gli accantonamenti ai fondi rischi e oneri non sono deducibili poiché non
presentano i caratteri di (art. 109, 1° c.): esistenza certa; ammontare determinabile in modo
obiettivo
Disposizioni specifiche: Accantonamenti deducibili: quiescenza e previdenza; rischi su crediti;
lavori ciclici su navi e aeromobili; spese di ripristino/sostituzione di beni gratuitamente devolvibili;
oneri da operazioni e concorsi a premio; ecc.
CREDITI
Caratteri economico – aziendali
Rappresentano il diritto a ricevere determinate somme ad una data scadenza da soggetti
identificati.
Distinzioni:
 In base alla natura economica: crediti commerciali; crediti finanziari
 In base al soggetto debitore: crediti vs i. controllate, i. collegate, controllanti e i. sottoposte
al controllo di controllanti; crediti vs altri soggetti.
 In base alla durata: crediti a breve termine; crediti a medio lungo termine

Valutazione in bilancio
Art.2426,1°comma, n.8(aggiornatodalD.Lgs139/2015)
“i crediti ... sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del
fattore temporale e ... del valore di presumibile realizzo”
Il costo ammortizzato prevede la ripartizione («ammortamento») degli interessi, dei costi di
transazione e del differenziale fra valore iniziale e valore a scadenza lungo il periodo di durata del
credito, in base al tasso di interesse effettivo.
L’applicazione del criterio del costo ammortizzato è:
- obbligatoria per le imprese che redigono il bilancio in forma ordinaria;
- facoltativa per le imprese che redigono il bilancio in forma abbreviata e per le micro-imprese.
Il criterio del costo ammortizzato può non essere applicato ai crediti qualora gli effetti siano
irrilevanti: se i crediti hanno una scadenza inferiore ai 12 mesi.

OIC 15 – Crediti
Rilevazione iniziale
a. Costo ammortizzato in assenza di attualizzazione
Il valore di iscrizione iniziale è rappresentato dal valore nominale del credito al netto di tutti i
premi, gli sconti, gli abbuoni ed inclusivo degli eventuali costi direttamente attribuibili alla
transazione che ha generato il credito. I flussi finanziari derivanti dal credito devono essere
attualizzati al tasso di interesse effettivo.
b. Costo ammortizzato in presenza di attualizzazione
Il valore di iscrizione iniziale è pari al valore attuale dei flussi finanziari futuri più gli eventuali costi
di transazione.
Per tenere conto del "fattore temporale" (art. 2426, comma 1, n. 8 c.c.).
il tasso di interesse desumibile dalle condizioni contrattuali deve essere confrontato con il tasso di
interesse di mercato.
Qualora il tasso di interesse desumibile dalle condizioni contrattuali sia significativamente diverso
dal tasso di interesse di mercato, i flussi finanziari futuri derivanti dal credito devono essere
attualizzati al tasso di interesse di mercato.
Valutazione e rilevazioni successive
Iscrizione al costo ammortizzato determinato secondo il seguente procedimento:
a. determinare l’ammontare degli interessi calcolati con il criterio del tasso di
interesse effettivo sul valore contabile del credito all’inizio dell’esercizio, o alla
più recente data di rilevazione iniziale;
b. aggiungere l’ammontare degli interessi così ottenuto al precedente valore
contabile del credito;
c. sottrarre gli incassi per interessi e capitale intervenuti nel periodo;
d. sottrarre le svalutazioni al valore di presumibile realizzo e le perdite su crediti.
Modalità fiscali di valutazione
Le svalutazioni dei crediti risultanti in bilancio che derivano dalle cessioni di beni e dalle
prestazioni di servizi (non coperti da garanzia assicurativa) sono deducibili in ciascun esercizio nel
limite dello 0,5% del valore nominale o di acquisizione dei crediti. Nel computo si tiene conto
anche di accantonamenti per rischi su crediti
La deduzione non è più ammessa quando l’ammontare complessivo di svalutazioni e
accantonamenti ha raggiunto il 5% del valore nominale o di acquisizione dei crediti a fine esercizio.
Di conseguenza, se in un esercizio l’ammontare complessivo delle svalutazioni eccede il 5% del
valore nominale o di acquisizione dei crediti, l’eccedenza concorre a formare il reddito
dell’esercizio stesso
Sono deducibili le perdite su crediti, se sono definitive e se risultano da elementi certi e precisi,
limitatamente alla parte che eccede l’ammontare complessivo di svalutazioni e accantonamenti
dedotti nei precedenti esercizi.
Le perdite si considerano definitive e risultanti da elementi certi e precisi quando:
- per i crediti di modesta entità, se sono decorsi 6 mesi dalla scadenza del pagamento;
- il diritto alla riscossione è prescritto;
- il debitore ha concluso un accordo di ristrutturazione dei debiti;
- se il credito risulta cancellato dal bilancio, per effetto di eventi estintivi.

LE ANALISI DI BILANCIO: INTRODUZIONE


Liquidità: capacità dell’impresa di far fronte tempestivamente e in modo conveniente ai debiti a
breve scadenza; è funzione dell’attitudine della gestione di produrre risorse monetarie sufficienti a
soddisfare i pagamenti a breve scadenza.
Sviluppo: crescita della dimensione aziendale, assume un duplice contenuto:
profilo operativo (o delle performance) (fatturato; reddito operativo; flussi di cassa)
profilo strutturale (totale attivo, capitale netto, numero addetti).
Redditività: capacità dell’impresa di produrre reddito in relazione alle risorse investite; consente di
indagare il contributo alla generazione di reddito delle diverse aree della gestione: g. operativa
(eventualmente distinta in caratteristica/tipica ed extra-caratteristica/accessoria), g. finanziaria,
ecc..
Solidità: “robustezza” patrimoniale dell’impresa, è funzione della dipendenza dell’impresa da terzi
finanziatori e della coerenza tra scelte di finanziamento e scelte di investimento

Le analisi di bilancio:
Finalità: Espressione di un giudizio in merito allo “stato di salute” dell’impresa sotto i profili
reddituale, patrimoniale e finanziario.
Tecniche: Tecnica di riclassificazione degli schemi di Sp e Ce” “Tecnica di calcolo degli indici”
“Tecnica di calcolo dei flussi finanziari”.
Prospettiva di analisi: Interna vs. esterna
Termini di confronto: Comparazioni temporali vs. comparazioni spaziali.
Limiti: L’analisi di bilancio fornisce solo sintomi e indizi; inoltre, risente dei limiti propri del bilancio
(soggettività, ritardo nella disponibilità, ecc.).

Glossario
Capitale investito= Ci
Capitale circolante netto=CCN
Capitale di terzi= Ct
Capitale netto= Cn
Capitale proprio= Cp
Capitale investito netto= CIN
Posizione finanziaria netta= PFN

IL RENDICONTO FINANZIARIO
Il rendiconto finanziario è un prospetto che espone le cause dei flussi in entrata (Fonti) e in uscita
(Impieghi) di una determinata risorsa finanziaria in un determinato arco temporale.

Concetti alternativi di RISORSA FINANZIARIA


Attività nette
Attività nette – passività
Attività nette – passività correnti
Capitale circolante lordo= Attivo corrente
Capitale circolante netto= Attivo corrente – passivo corrente
Liquidità complessive (immediate + differite)
Liquidità immediate (cassa+banche)= Disponibilità monetarie lorde
Liquidità immediate – c/c passivi bancari= Disponibilità monetarie nette

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