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Bilancio di Esercizio

Il suo scopo è quello di rappresentare il quadro del patrimonio aziendale alla chiusura dell’esercizio e
di evidenziare l’andamento della gestione economica, quindi ha una funzione informativa e di
controllo il che significa che serve a mostrare ciò che gli amministratori hanno fatto durante l’anno.
Mette in evidenza la situazione patrimoniale ed economica di un’azienda; possiamo avere anche la
nota integrativa per informazioni aggiuntive.
È un documento obbligatorio redatto alla fine di ogni periodo amministrativo:
● Società di capitali e cooperative: seguono le norme presenti nel codice civile (registrato nel
registro delle imprese e tenuto nella camera di commercio) per garantire i soggetti terzi →
bilancio pubblico
● Società di persone e aziende individuali: è obbligatorio la registrazione solo del conto
economico e dello stato patrimoniale, i soggetti terzi sono garantiti dal patrimonio personale
Il documento è diviso in 4 parti:
1. Stato Patrimoniale
2. Conto Economico
3. Rendimento Finanziario
4. Nota Integrativa
Articolo 2423 c.c.: tutte le aziende sono obbligate a redigere il bilancio d’esercizio, che mette in
evidenza in modo chiaro, veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria:
● Chiaro: comprensibile a chi non ha una conoscenza minima in economia, è chiaro quando si
seguono gli schemi di bilancio presenti nel c.c.
● Veritiero: si avvicina alla verità ma non corrisponde alla verità assoluta, poiché ci sono valori
presunti (es. ammortamenti e svalutazioni)
● Corretto: gli amministratori devono rispettare le norme e i principi in buona fede, in caso
contrario è reato (truffa)

Analisi di Bilancio
L’analisi di bilancio è lo strumento a disposizione dell’azienda per ottenere informazioni utili
riguardanti l’aspetto patrimoniale, economico e finanziario.
Le finalità dell'analisi di bilancio:
● esaminare lo stato di salute di un’azienda
● fare previsioni sul futuro
● ci permette di poter stimare l’efficacia e l'efficienza della gestione
● ci permette di capire se i fattori produttivi sono utilizzati nel modo ottimale
● ci permette di individuare i punti di forza e di debolezza dell’azienda

Analisi per margini


Serve per verificare l’equilibrio finanziario, ossia verificare il grado di correlazione tra fonti di
finanziamento e investimento. Viene utilizzata per sapere lo stato di salute di un’azienda.
1. Margine di struttura di primo livello
2. Margine di struttura di secondo livello
3. Capitale circolante netto
4. Margine di tesoreria

Analisi per indici


Un indice è un rapporto tra due grandezze, l’analisi per indici lo troviamo nella situazione
patrimoniale, finanziaria ed economica.
● Analisi patrimoniale (indice patrimoniale)
Il suo scopo è quello di verificare la composizione degli investimenti e dei finanziamenti.
1. Indice di rigidità delle immobilizzazioni
2. Indice di elasticità
3. Indice di dipendenza finanziaria
4. Indice di indipendenza finanziaria (passività cons. + correnti / tot. passivo x 100),
se è maggiore di quello di dipendenza indica che l’azienda non si è indebitata
eccessivamente, l’azienda è capitalizzata.
● Analisi finanziaria (indici finanziari)
Ha per oggetto la capacità dell’impresa di far fronte ai suoi impegni a breve termine.
1. Leverage
2. Indice di autocopertura delle immobilizzazioni
3. Indice di copertura globale delle immobilizzazioni
(capitale proprio + pass.cons) / att.immobilizzato; se è maggiore di 1 la
immobilizzazioni sono finanziate correttamente e l’azienda è solida. Se è minore le
immob. sono finanziate con investimenti a breve e la situazione è squilibrata.
4. Indice di disponibilità
5. Indice di liquidità

● Analisi economica (indici economici)


Il suo scopo è quello di esprimere un giudizio sulla capacità dell’azienda di remunerare tutti i
fattori produttivi come il capitale investito ed il capitale proprio.
1. ROE (return on equity) Esprime il rendimento del capitale che i soci hanno portato
all’azienda, va confrontato nel tempo;
2. ROI (return on investiment) Esprime la capacità dell’azienda di remunerare il capitale
investito. Esprime un giudizio sull'efficienza dell’impegno dei fattori produttivi del
processo tipico della gestione; deve essere confrontato nel tempo.
3. ROD (return on debt) Esprime il costo del denaro, cioè quanto costano gli interessi
sui finanziamenti richiesti a terzi;
4. ROS (return on sales)

Marketing
Il marketing può essere descritto come una nuova filosofia aziendale, un nuovo modo di condurre
l’azienda in quanto è cambiato il rapporto tra consumatore finale e azienda stessa.
Oggi è diventata una scienza indipendente, un tempo era dentro la scienza dell’economia aziendale.
All’inizio era solo per le imprese industriali, successivamente si è adattato anche alle imprese
commerciali e di servizi. Ogni marketing, per ogni tipologia di impresa diversa, ha caratteristiche
differenti e quindi si parla di marketing industriale, di servizi, di trasporti, ecc.
Oggi esiste una laurea in marketing, una volta era dentro la laurea in economia e commercio.
1. Orientamento alla produzione: intorno a inizio 900, dopo la rivoluzione industriale, le
aziende che fanno questo orientamento alla produzione hanno lo scopo principale di produrre
perché la domanda è maggiore all’offerta, quindi qualsiasi prodotto venga immesso nel
mercato veniva immediatamente venduto. Le aziende quindi avevano lo scopo di produrre il
più possibile, a costi bassi e facendo prodotti standardizzati (tutti uguali, senza differenze, es.
scarpe tutte uguali). Una pubblicità dell’epoca popolare era quella di T-Ford dove diceva che
l’unica macchina che potevi comprare era nera. Nascono le catene di montaggio perché
permettono di produrre velocemente e a bassi costi.
2. Orientamento al prodotto: verso il 1920/30 la domanda è sempre maggiore dell’offerta ma
succede che il consumatore finale comincia ad avere più reddito, ciò determina che alcuni
comincino a potersi permettere un prodotto migliore e di conseguenza alcune aziende creano
prodotti di qualità e più differenziati.
3. Orientamento al cliente o alle vendite: verso gli anni 60/70, siamo nel dopoguerra e
abbiamo il boom economico, le aziende cominciano ad aumentare e inizia la concorrenza. La
domanda continua ad essere molto alta ma essendoci molte aziende l’offerta aumenta. Le
aziende capiscono che devono convincere a far comprare il proprio prodotto e non quello del
concorrente attraverso la pubblicità. In questa fase il marketing comincia a nascere. Esso si
chiama marketing a valle, cioè nella parte finale della vendita quindi con la pubblicità,
istruendo il personale di vendita e creando promozioni sulle vendite. Il consumatore ha un
ruolo ancora passivo, significa che non gli viene chiesto ciò che vuole ma deve accontentarsi
di ciò che l’azienda vende
4. Orientamento al mercato: siamo negli anni 80 circa, abbiamo la globalizzazione e quindi
l’apertura dei mercati, la concorrenza diventa agguerrita. Succede che è l’offerta ad essere
maggiore della domanda e le aziende capiscono che per vendere devono apprendere quali
sono i bisogni ed i desideri del consumatore. Il marketing ora è sia a valle che a monte, quindi
che arriva anche a influenzare quella che è la produzione. Il consumatore ha un ruolo attivo,
lui decide quali sono i prodotti che devono esserci nel mercato.
Kotler: il marketing è un processo sociale (processo sociale perché il marketing ha cambiato il
rapporto tra consumatore finale e azienda, adesso lo scopo di quest’ultima è quello di soddisfare il
bisogno dei consumatori) mediante il quale le persone ottengono ciò di cui hanno bisogno o che
desiderano attraverso la creazione di prodotti ed il loro scambio con altri soggetti.

Oggi c’è una piccola evoluzione sul marketing, siamo passati da un marketing razionale (che si
rivolge alla mente del consumatore per soddisfare il bisogno) ad un marketing emozionale (visto che
la concorrenza è spietata e che i bisogni sono interamente soddisfatti, non è sufficiente soddisfare un
bisogno ma devo anche recare un’emozione, es. mangiare qualcosa di buono nonostante non abbia
fame; lo scopo è quello di creare un’emozione o un’esperienza per portare il consumatore a
riacquistare il prodotto o il servizio).

Marketing turistico
Il marketing turistico è l’insieme delle attività di analisi di mercato, individuazione dei bisogni e
realizzazione di piani e programmi per raggiungere la soddisfazione della clientela
Il Mercato Turistico è l'incontro tra la domanda e l’offerta turistica che permette di formare il prezzo
dei beni e dei servizi venduti
Domanda turistica: è la richiesta del turista di beni e servizi, i servizi possono essere ristorativi, di
trasporto, di intermediazione, ricettivi, e i servizi collegati (sono complementari come le escursioni e
l’accompagnatore turistico).
Le caratteristiche della domanda turistica:
- elasticità del prezzo: la sensibilità del turista alle variazioni del prezzo
- molteplicità ed eterogeneità delle motivazioni: oggi i motivi sono tanti, possono essere
religiosi, di relax, di studio, sportivi
- stagionalità: ci sono servizi turistici che risentono della stagione, come il servizio balneare,
oppure come il turismo d’affari che è principalmente infrasettimanale.
- sensibilità a fattori socio-economici: la domanda turistica risente di fattori economici e sociali
(pandemia, moda)
Offerta turistica: insieme di beni e servizi che i produttori (albergatori, ristoranti, agenzie di viaggio)
mettono a disposizione del turista ad un determinato prezzo; esso si chiama prodotto turistico, ed è
quindi un insieme di elementi che servono a soddisfare il turista. Ci sono elementi:
- ambientali: clima, paesaggio, arte, cultura, tradizione
- strumentali: di trasporto, di imprese ricettivi, di intermediazione
Le caratteristiche dell’offerta:
- rigida: non riesce ad adeguarsi alla domanda nel breve periodo, es. ho 20 camere e 21 clienti
- ampia e diversificata gamma di servizi
- spesso operatori di piccole dimensioni
Caratteristiche servizi turistici:
- non possono essere trasferiti nello spazio, non posso spostarli in un altro luogo
- non possono essere conservati nel tempo, non possono essere immagazzinati (es. le camere
che oggi non ho venduto sono guadagni persi)
- inseparabilità dal bene a cui è collegato
- intangibilità, sono prestazioni immateriali che non posso valutare fino a che non ne ho
usufruito (vale per tutti i tipi di servizi)
- variabilità della qualità, la qualità di un servizio dipende da chi fornisce tale servizio es.
cameriere (ed a proposito si parla di marketing interno e interattivo)
Marketing interno e interattivo:
1. Interno: è una particolare forma di marketing rivolta ai dipendenti, consiste nel formare e
motivare adeguatamente i dipendenti al rapporto con i clienti.
2. Interattivo: favorisce lo sviluppo da parte del personale del marketing interattivo, cioè la
capacità di instaurare un dialogo con il cliente per comprendere e soddisfare le sue esigenze.
Altre tipologie di marketing:
1. Marketing privato (micromarketing): viene svolto da aziende turistiche private, lo scopo è di
lucro
2. Marketing pubblico (macromarketing): attività svolta dagli organismi pubblici (Stato, comune,
regione) e l'obiettivo è quello di consolidare la domanda turistica e favorire lo sviluppo
3. Marketing integrato: collaborazione tra il marketing privato e pubblico, per attirare nuove
attività, favorire lo sviluppo delle imprese locali e promuovere un’immagine favorevole della
città.
Attenzione però, il turismo non deve essere eccessivo e non deve danneggiare la località e lo stile di
vita della popolazione; il turismo deve essere sostenibile.

Marketing strategico e operativo


Quando un’azienda vuole svolgere un’azione di marketing deve attuare un determinato percorso, ci
sono due fasi
1. Marketing strategico: insieme di attività che permettono di definire obiettivi per raggiungere
un posizionamento dell’impresa nel mercato assicurandone il successo nel medio/lungo
periodo. Esso ha varie fasi:
- analisi del mercato
- segmentazione
- scelta degli obiettivi
- targeting
- posizionamento
2. Marketing operativo: insieme degli obiettivi da raggiungere e risorse da impiegare nel breve
periodo. Esso ha varie fasi e consistono nell’individuazione del marketing mix, cioè la
combinazione ottimale delle leve di marketing:
- prodotto
- prezzo
- comunicazione
- distribuzione

Fasi marketing strategico


Analisi di mercato
Essa può essere interna, esterna e della domanda. La prima cosa da fare è raccogliere informazioni,
le fonti sono:
1. Statistiche: sono fatte da organismi internazionali (OMT) e nazionali (Istat)
2. Ricerche di mercato: quantitative (numeri) e qualitative (sono le migliori perché studiano il
comportamento del consumatore e ciò che gli piace)
3. Fonti interne: sono per esempio la provenienza dei clienti, i giorni di permanenza ecc. Posso
fare indagini periodiche sulla customer satisfaction (facendo questionari)
● Analisi esterna
viene fatta un’analisi generica andando a valutare le condizioni socio-economiche del paese,
e specifica guardando il settore interessato (se sono un ristorante il settore ristorativo). Per
quest’ultima devo fare l’analisi della concorrenza: quanti ristoranti ci sono, che servizi
vengono offerti, i prezzi che mettono, a quale clientela si rivolgono ecc. I nostri veri
concorrenti sono coloro che si rivolgono alla nostra stessa clientela con lo stesso servizio.
Analizzando altre aziende riesco a vedere i punti di forza e debolezza della mia azienda e
quindi a individuare che tipo di vantaggio competitivo ho: può essere un vantaggio di costo
(servizio inferiore che costa meno) o un vantaggio di differenziazione (servizio superiore con
prezzi più alti)
● Analisi interna
- analisi della quota di mercato, esso ci dice quanto la nostra azienda è stata scelta
dai clienti (presenze del mio albergo / presenze di tutti gli alberghi di montecatini).
- analisi SWOT (strand weakness opportunities threats) che viene molto utilizzata ed è
molto semplice da fare, essa permette di avere chiara la situazione dell’azienda:
metto in un quadrante i punti di forza, debolezza e le opportunità (fiera) e minacce.
L’analisi SWOT è importante perché unisce gli elementi dell’analisi interna e esterna.

● Analisi della domanda


influenza le scelte strategiche e ha come oggetto i clienti e le tendenze del mercato. 2 fasi:
- determinazione del grado di soddisfazione del cliente;
- analisi del comportamento del consumatore di fronte a certe variabili (mode, reddito,
aumento di prezzo).

Segmentazione
Si intende la divisione del mercato in gruppi con caratteristiche comuni, ai quali saranno indirizzate
azioni di marketing mirate; i segmenti devono essere:
1. Misurabili: il segmento deve essere misurabile nel senso quantitativo (quanti sono i
consumatori) e di capacità di spesa
2. Significativi: rispetto alle caratteristiche dell’impresa e ai servizi offerti
3. Accessibili: l’azienda può raggiungere il segmento con azioni di marketing mirate
4. Praticabili: l’azienda deve avere le capacità professionali e tecniche per soddisfare il
segmento
Criteri di segmentazione
1. Segmentazione demografica: suddividere in base all’età, al sesso, allo stato civile
2. Segmentazione in base al reddito: in base alla capacità di spesa
3. Segmentazione in base a fattori sociologici: in base all’istruzione, alla professione, alla
classe sociale di appartenenza, al contesto culturale
4. Segmentazione geografica: in base al luogo di provenienza (importante perché cambiano le
esigenze)
5. Segmentazione comportamentale: in base alla motivazione del viaggio, sulle modalità di
prenotazione, sui mezzi di trasporto utilizzati
6. Segmentazione psicografica: in base allo stile di vita, alla personalità, ai gusti, al modo di
pensare

Targeting
È il segmento di clientela che sono in grado di raggiungere con le dovute azioni di marketing. Esso
dipende dal profitto atteso, dalle prospettive di crescita, da motivi etici.
Per poter coprire i segmenti l’impresa ha tre alternative:
- marketing indifferenziato: è utilizzato dalle imprese ricettive e di ristorazione, si punta a
soddisfare un mercato ampio con lo stesso comune, ad es. la vacanza al mare, essa va bene
sia alla famiglia, al single, all’anziano, allo sportivo ecc. Si ha l’economia di scala: si ha
quando produco tanto e quindi riesco a sfruttare sempre meglio le mie risorse e quindi ad
avere costi sempre più bassi. Il prodotto offerto è standardizzato e di media qualità.
- marketing differenziato: le aziende decidono di servire più target che rappresentano
elementi comuni tra di loro ma anche differenze (es. turismo di lusso e congressuale). Le
aziende preparano un unico prodotto che adattano ai vari target. Il prezzo è più alto dato che
il prodotto/servizio è più specifico. Se un target viene perso si ha la compensazione degli altri
target, questo crea più sicurezza economica.
- marketing concentrato: si rivolge ad un target unico, viene utilizzata da aziende con elevata
specializzazione. Esso si concentra su una sola nicchia di mercato che hanno particolari
aspettative. Il prezzo è alto visto che sono prodotti esclusivi e di elevata qualità. Lo scopo
dell’azienda è quella di conquistare queste nicchie di mercato. È rischioso perché l’azienda
deve sempre mantenere viva l’attenzione dei propri clienti, non ci sono altri target che
possono compensare le perdite.

Posizionamento
● Di mercato: ogni prodotto turistico occupa una posizione rispetto alla concorrenza nel
mercato di riferimento: è necessario, vista la forte concorrenza, che l'azienda capisca qual è
la sua posizione nel mercato.
● Mentale: indica il modo in cui il consumatore vede il prodotto rispetto ai prodotti
concorrenziali.
Mappe di posizionamento
Serve a capire come i clienti percepiscono un prodotto (raffigurazione della loro percezione)

Scelta degli obiettivi


Dopo aver fatto tutta questa analisi si va a scegliere gli obiettivi dell’azienda che si intende
raggiungere nel medio/lungo periodo.
1. Devono essere chiari e raggiungibili, formulati in modo preciso, perché devono essere
raggiunti dal personale;
2. Possono essere:
- Quantitativi: obiettivo espresso numericamente (es. aumentare il tasso di
occupazione delle camere del 20% nei prossimi tre anni)
- Qualitativi: è una qualità da raggiungere (es. migliorare il mio posizionamente nel
mercato nei prossimi tre anni)

Marketing operativo
Il marketing operativo prevede l’insieme degli obiettivi e le risorse da impiegare nel breve periodo; le
scelte operative sono prese successivamente aver fatto il marketing strategico.
Le scelte operative permettono di individuare le componenti del marketing mix, sono dette leve di
marketing e conosciute come le 4P: prodotto, prezzo, comunicazione, distribuzione
Le analisi e le scelte strategiche e operative sono descritte in un documento chiamato marketing plan.

Prodotto
Insieme di elementi materiali e immateriali che un’impresa offre per soddisfare la clientela, un
prodotto ha diverse fasi chiamate ciclo di vita, queste fasi sono. introduzione, crescita, maturità e
rivitalizzazione/declino.
● Introduzione
Il consumatore non conosce il prodotto e quindi lo scopo è creare domanda, le vendite
crescono lentamente. I costi sostenuti sono alti e riguardano la pubblicità, la promozione, la
progettazione e lo sviluppo dei nuovi prodotti. Il prodotto viene acquistato dai clienti innovatori
e pionieri. Se la fase di lancio non fosse fatta adeguatamente comprometterebbe tutta la vita
del prodotto. Si possono attuare due strategie di prezzi.
1. Scrematura del mercato: il prodotto essendo di qualità, focalizzo la mia attenzione
su una clientela con reddito alto.
2. Penetrazione del mercato: il prezzo e la qualità sono medio/bassa e l’azienda dovrà
fare molta pubblicità perché la competizione è alta, intensa azione promozionale
● Crescita
Le vendite cominciano ad aumentare più velocemente e succede che altre aziende cercano
di copiare il nostro prodotto, bisogna fidelizzare il cliente e continuare la pubblicità facendo
riferimento a caratteristiche originarie del mio prodotto.
● Maturità
Le vendite crescono pochissimo e rimangono stabili nel tempo, per mantenere ciò nel tempo
e per combattere la concorrenza sempre più alta devo fare diverse strategie, ad es. pubblicità
(differente dalle precedenti) ridurre il prezzo e fare promozioni. Questa è la fase in cui
guadagna di più. Per le imprese turistiche questa fase dura molto e non dovrebbe finire mai.
● Declino
I profitti si riducono e l’impresa non ha più interesse nell’investire sul prodotto perché capisce
che ormai esso deve uscire dal mercato. Nel frattempo solitamente l’azienda fa uscire un
nuovo prodotto. Il ciclo di vita dei prodotti industriali sono programmati, invece per le imprese
turistiche questa fase non esiste ma potrebbe comunque arrivare per diversi motivi:
- degrado ambientale: es. la città su cui si trova l’albergo non attrae più turisti;
- incapacità manageriali: es. l’imprenditore ha fallito non capendo cosa volesse il
proprio cliente, quindi deve vendere l’albergo; colui che lo comprerà deve cambiare il
nome e scriverci “cambio di gestione” (per la reputazione).
● Rilancio
Prima di lasciare il prodotto si può decidere di rilanciarlo, esso richiede una profonda
trasformazione del prodotto, una crescita della sua qualità e un cambiamento del proprio
target. Nel settore turistico un esempio di rilancio sono le crociere, prima era solo per persone
con un’alta capacità di spesa, dagli anni 80 grazie alla tecnologia si ha un cambiamento del
target e quindi è accessibile anche per persone meno ricche.

Prezzo
È un elemento che serve ad attirare la clientela dalla competizione, deve essere determinato con
molta attenzione perché è l’unica variabile che per l’azienda rappresenta profitto.
Per determinarlo dobbiamo tener conto di:
- costi
- concorrenza
- elasticità della domanda rispetto al prezzo
- posizionamento di mercato
- differenziare i prezzi tra i vari segmenti di clientela
Gli obiettivi della strategia dei prezzi sono:
- massimizzare i profitti
- massimizzare il ROI
- incrementare la quota di mercato
- difendere la quota di mercato
L’imprenditore attua politiche commerciali per poter raggiungere i suoi risultati, il prezzo di vendita
rientra tra queste politiche e permette all’azienda di: entrare nel mercato, combattere la stagionalità e
la concorrenza, conquistare nuovi clienti, fidelizzare i clienti. Per trovare il giusto prezzo si attuano
metodi contabili o empirici:
Metodi contabili:
Metodo del full costing
Si usa nell’ambito ricettivo per calcolare il costo di un posto letto, di un pacchetto turistico e a volte di
un singolo piatto, utilizza la distinzione tra costi diretti ed indiretti e sulle configurazioni di costo, cioè
costo primo (somma costi diretti), costo complessivo (costi diretti e indiretti) e costo economico
tecnico (costo complessivo e oneri figurativi)
Prezzo di vendita = costo economico tecnico + Mark up (percentuale di utile desiderato, può essere
applicata anche col costo primo ma deve essere molto più alta perché deve coprire anche i costi
indiretti)
Metodo del food cost
Si usa nell’ambito ristorativo e serve a determinare il costo del piatto, quindi per stabilire il menù.
Procedimento:
Percentuale food cost = costo delle materie prime / ricavi del mese * 100
Prezzo di vendita = costo degli ingredienti del singolo piatto * fattore che deriva dalla percentuale del
food cost + iva
Metodo del break even poin (BEP)
Si usa per determinare il prezzo della camera in alta e bassa stagione, può essere usato anche
nell’ambito ristorativo per fare delle promozioni.
Il bep o punto di equilibrio è il punto in cui i ricavi totali sono uguali ai costi totali. Il prezzo di equilibrio
è il prezzo minimo per non subire perdite e serve per determinare il prezzo per l’alta e bassa stagione
Prezzo di vendita = costi fissi + variabili / quantità
Metodi empirici:
Metodo imitativo
Consiste nel fissare il prezzo di vendita basandosi sui prezzi dei concorrenti, il rischio è che non copra
i costi e che non ci diversifichi dalla concorrenza

Metodo del valore percepito


Riguarda gli alberghi di lusso, il prezzo di vendita rappresenta il valore che il cliente attribuisce ad un
prodotto esclusivo, si parla di prezzo di prestigio.
Yield management
Utilizzata soprattutto per l’ambito alberghiero ma anche per i posti aerei, funziona in base alla
richiesta della camera, più è alta questa richiesta più è alto il prezzo (le prima camere sono ad un
prezzo più basso delle ultime disponibili)
Last minute
Usato anche dai tour operator, è la tecnica inversa (non voglio che mi rimangano delle camere
invendute e quindi abbasso il prezzo)

Distribuzione
Dall’azienda che lo ha creato al consumatore finale, il percorso si chiama canale di distribuzione, lo
scopo è quello di renderlo efficiente e semplice, a volte esso è la fase più importante del marketing.
I soggetti:
1. Produttore: nel settore turistico sono gli hotel, i ristoranti…
2. Intermediari: tutte le aziende che si frappongono tra il consumatore e l’azienda, nel settore
turistico sono i tour operator e le agenzie di viaggio
3. Consumatore finale
Canali:
1. Canale breve: è una vendita diretta senza intermediari, l’impresa gestisce direttamente la
distribuzione (es. km 0). Le imprese ristorative e ricettive utilizzano molto questo metodo con
il personale del front office, di sala o attraverso il sito internet dell’azienda.
2. Canale medio: è presente un solo intermediario, esso può essere l’agenzia di viaggio, la OTA
(online travel agency) o gli operatori specializzati in congressi e altri eventi
3. Canale lungo: sono presenti due o più intermediari, usato soprattutto dalle imprese ricettive e
di solito sono due tour operator ma possiamo avere anche agenzie di viaggio. È usato per
raggiungere clienti che abitano molto lontani.

Comunicazione
Lo scopo è quello di informare il consumatore dell’esistenza di un prodotto/servizio o di consolidarne
la posizione, per permetterlo abbiamo un mix promozionale: pubblicità, pubbliche relazioni,
promozioni, direct marketing.
Il mix promozionale varia in funzione alla strategia scelta:
1. Strategia di attrazione: il mix promozionale è rivolto al consumatore per convincerlo a
comprare il prodotto
2. Strategia di spinta: il mix promozionale è rivolto agli intermediari che devono convincere il
consumatore a comprare il prodotto
Pubblicità
È una forma di comunicazione impersonale (cioè senza stabilire contatti diretti tra consumatore e
azienda), lo scopo è quello di persuadere il consumatore ad acquistare un bene o un servizio; a
seconda degli obiettivi può essere:
1. Informativa: per far conoscere il prodotto
2. Persuasiva: serve a convincere il consumatore a comprare il prodotto perché migliore di
quello della concorrenza mostrando qualità che gli altri non hanno
3. Di ricordo: serve a ricordare al consumatore dell’esistenza del prodotto e quindi stimolare al
riacquisto, qua siamo nella fase della maturità ed ormai il prodotto è conosciuto.
La pubblicità può essere:
1. Istituzionale: quando l’oggetto della pubblicità è l’impresa (famiglia felice che va al mc)
2. Di prodotto: quando l'oggetto della pubblicità è solo il prodotto o servizio

I canali di comunicazione sono: stampe e riviste specializzate, televisione, radio, cataloghi e depliant,
internet. In base al tipo di prodotto e target si dovrà scegliere un certo canale di comunicazione ed
utilizzarlo in un certo modo.
Pubbliche relazioni
Lo scopo non è vendere il prodotto ma migliorare l’immagine dell’azienda (è rivolta a giornalisti,
autorità locali). Per esempio un giornalista può creare un articolo favorevole a far cambiare il giudizio
Direct marketing
Sono proposte e promozioni rivolte al singolo consumatore e serve a creare una relazione diretta e
stabile, per far ciò si utilizzano le mailing list, i social network o il telefono
Promozione delle vendite
Lo scopo è quello di stimolare l’interesse del consumatore verso un prodotto e di persuaderlo a
comprarlo subito, le promozioni possono essere fatte concedendo uno sconto, un gadget o uno
sconto su futuri acquisti

Web marketing
È un insieme di strategie, strumenti e tecniche per vendere un prodotto in rete; ha prodotti,
promozioni e una segmentazione tutta sua.
Gli strumenti del web marketing sono: siti web aziendali (devono essere accattivanti, facili da usare),
social network, posta elettronica, pubblicità online (banner o pay to click.

Marketing relazionale
Oggi è necessario non solo individuare e soddisfare i bisogni dei consumatori ma è necessario creare
un solido sistema di relazioni impresa-cliente. Lo scopo è fidelizzare il consumatore, quindi le imprese
utilizzano sistemi informatici per la gestione delle relazioni con i clienti chiamati Customer
Relationship Management, il cui compito è far sì che i clienti siano pienamente soddisfatti.
Le strategie sono:
- offrire ai clienti vantaggi finanziari e servizi aggiuntivi (fidelity card);
- offrire ai clienti uno status particolare nel rapporto con l’impresa;
- offrire ai migliori clienti facilitazioni nelle prenotazioni, nel check-in, check-out,
nell’assegnazione del tavolo o delle camere.
Marketing plan
Questo è un documento che descrive l’ambiente in cui l’impresa opera, contiene gli obiettivi strategici
di lungo periodo e le decisioni di prodotto, prezzo, distribuzione e comunicazione. Può riferirsi
all’impresa nel suo complesso o a un singolo prodotto/servizio offerto dall’azienda. Non è obbligatorio,
è un documento descrittivo.
Composizione:
- analisi interna dei prodotti/servizi;
- analisi esterna;
- decisioni strategiche (analisi SWOT, target, posizionamento, obiettivi);
- scelta delle decisioni del marketing mix;
- modalità di controllo per verificare il raggiungimento degli obiettivi.

Pianificazione e programmazione
Gestire un’impresa significa compiere delle scelte coordinate e collegate finalizzate al
raggiungimento degli obiettivi aziendali. L’imprenditore deve prendere una serie di decisioni che
influenzano la vita dell’impresa, la sua organizzazione e la redditività, come per esempio definire i
mercati, quali prodotti creare, modalità di rapportarsi all’ambiente esterno. Queste scelte vengono
definite strategiche.
Scelta strategica
Una scelta strategica riguarda gli obiettivi primari dell’impresa, può essere realizzata in un arco
temporale di circa tre anni (medio/lungo) e comporta una modifica dell’organizzazione già
esistente, un importante impiego di mezzi finanziari e non può essere modificata se non
sostenendo costi elevati. Es. decisioni di ristrutturare un albergo per ampliare l’offerta.
Queste scelte dipendono dalla strategia dell’impresa.
Strategia dell’impresa
Per strategia si intende l’insieme delle decisioni prese dagli organi di vertice e finalizzate a
realizzare gli obiettivi aziendali di medio/lungo periodo; e comporta la definizione di una serie di
azioni da intraprendere per il loro raggiungimento. La strategia comprende due livelli:
– Livello di impresa, una strategia complessiva che definisce l’ambito in cui si svolge l’attività
aziendale. Può riguardare:
● Il vantaggio competitivo
● Lo sviluppo dell’attività
– Livello di unità d’affari, un sottosistema aziendale da gestire in modo autonomo in quanto ad
ogni ASA corrisponde una missione, una strategia, un ambito competitivo proprio.
Il vantaggio competitivo si può ottenere:
- Con strategia di leadership di costo: l’impresa deve eseguire le attività con costi inferiori
rispetto alla concorrenza ed eliminare le attività che comportano costi senza creare valore
per il cliente;
- Con strategia di differenziazione, l’impresa deve individuare le caratteristiche migliori per
differenziare il proprio prodotto da quello dei concorrente e quindi utilizzare l’innovazione
tecnologica e il marketing per soddisfare il cliente.

Sviluppo dell’attività: per espandere l’attività le aziende hanno la possibilità di attuare:


- una strategia di crescita intensiva: sviluppare l’attività già svolta
- Una crescita integrativa: incrementare i volumi di produzione mediante l’acquisizione di
aziende che operano nello stesso mercato (integrazione orizzontale o verticale)
- La diversificazione: intraprendere attività diverse a non collegate a quelle già svolte
Per definire una strategia, l’impresa deve:
- Analizzare l’ambiente esterno (opportunità e minacce)
- analizzare l’ambiente interno (punti di forza e di debolezza)
- Analisi SWOT che consente di valutare le probabilità di successo di una strategia e
individuare gli obiettivi
- Definire la vision e la mission
Vision e mission
● vision: rappresenta lo scenario futuro al quale l’impresa tende; indica i valori, gli ideali, le
aspirazioni in cui un’impresa crede.
● mission: è lo scopo che l’impresa vuole realizzare nel medio/lungo periodo, si collega
all’identità dell’azienda e indica il contributo che la stessa vuole fornire al mondo. Risulta
coerente alla vision.
Vision e mission non si cambiano nel tempo e devono essere orientate al mercato.

Gli obiettivi strategici da raggiungere nel medio/lungo periodo possono essere:


- Di espansione quando l’impresa ha come obiettivo l’ampliamento della sua attività
- Di consolidamento quando l’impresa ha come obiettivo il mantenimento della quota di
mercato raggiunta
- Di ridimensionamento quando l’impresa riduce la sua attività eliminando settori in perdita.

Pianificazione, programmazione e controllo


La strategia dell’impresa determina gli obiettivi da raggiungere nel medio/lungo periodo, ma la
scelta degli obiettivi prevede la necessità di fare previsioni che comportano rischi di errore.
L’impresa quindi deve implementare una serie di processi:
● Pianificazione: processo attraverso cui l’impresa individua gli obiettivi strategici da
raggiungere nel medio-lungo periodo e le azioni da compiere per conseguire e predisporre
le risorse necessarie per la loro realizzazione. Questo processo si conclude con la
formulazione di piani aziendali.
● Programmazione: processo attraverso cui l’impresa individua, tenendo conto degli obiettivi
strategici prefissati, gli obiettivi intermedi da raggiungere nel breve periodo e progetta,
sulla base delle risorse a disposizione, le attività per conseguirli. Con questo processo
l’impresa predispone uno schema operativo dettagliato per giungere a un obiettivo parziale
considerato tappa del percorso verso l’obiettivo finale. Il documento in questione è il
budget.
● Controllo: processo attraverso cui l’impresa verifica che la gestione si svolga secondo
quanto previsto nel programma di attività.
Attraverso questi processi l’impresa è può verificare l’andamento della gestione in termini di:
- Efficacia: capacità di raggiungere l’obiettivo
- Efficienza: capacità di sostenere meno costi possibili
- Economicità: capacità di durare nel tempo.

Piani aziendali
Il piano aziendale è il documento conclusivo che racchiude, riassume e quantifica la pianificazione
aziendale. Un particolare piano aziendale è il business plan.

Componenti di un piano aziendale:


- Piano degli investimenti che riepiloga gli investimenti in immobilizzazioni necessari per
svolgere le attività pianificate:
- Piano dei finanziamenti che indica il fabbisogno finanziario
- Piano economico che espone i ricavi e i costi previsti nel periodo medio/lungo (3 anni) e il
risultato economico;
- Piano patrimoniale che indica le attività e le passività e il patrimonio netto per ciascuno
degli anni compresi nel piano.
Business plan
Il business è un documento strategico orientato al futuro dell'azienda. E’ il documento della
pianificazione.È un documento facoltativo di medio lungo periodo che descrive uno specifico
progetto o un’idea imprenditoriale, è predisposto in particolari momenti della vita di un'azienda:
- la costituzione di una nuova impresa
- un nuovo progetto di sviluppo (lancio di un nuovo prodotto / servizio, apertura di una
nuova filiale).
Un’idea imprenditoriale o business idea è il progetto, nato nella mente dell’imprenditore, di una
nuova impresa o di un nuovo prodotto/servizio da proporre sul mercato. Non è detto che l’idea
imprenditoriale si possa realizzare, l’imprenditore deve capire cosa fare per realizzarla: scelta della
localizzazione, definizione del target, investimenti necessari.
I destinatari del business plan sono:
- imprenditore e manager dell'azienda a cui serve per chiarirsi le idee su un'idea
imprenditoriale
- potenziali finanziatori a cui l'azienda potrebbe rivolgersi per ottenere finanziamenti.
Funzioni del business plan
- serve all'imprenditore per capire la fattibilità del progetto;
- serve all'imprenditore a delineare il tipo di organizzazione di cui deve dotarsi per il
conseguimento degli obiettivi
- valutare le conseguenze economiche e finanziarie delle scelte strategiche
- comunicare ai potenziali finanziatori la validità del progetto
Fasi del business plan
Deve essere un documento chiaro e conciso, contenere tabelle e grafici per una lettura più
immediata e veloce. È composto da tre parti:
- Sintesi : deve riassumere l'idea imprenditoriale, gli obiettivi e le strategie; quindi deve
essere una presentazione chiara, sintetica ma accattivante ed efficace in quanto deve
incuriosire il lettore.
- Descrizione del progetto in modo più dettagliato: analisi dell’ambiente esterno, della
domanda, della concorrenza dell’ambiente interno (SWOT). L’analisi interna prenderà in
considerazione anche le dimensioni, la forma giuridica, il personale, le caratteristiche
strutturali. Seguita la definizione delle strategie e degli strumenti di marketing. La parte
descrittiva può essere considerata un piano di marketing più dettagliato.
- piano economico-finanziario: è la parte più tecnica che prevede una serie di prospetti:
Piano degli investimenti: indica gli investimenti in immobilizzazioni necessari per
realizzare il progetto. Si deve determinare il tipo di immobilizzazione, il costo d’acquisto e il
relativo ammortamento. Vengono indicati anche i beni che vengono acquistati mediante
contratti di leasing o locazione;
Piano finanziario: indica il fabbisogno iniziale, cioè la quantità di finanziamenti necessari
per realizzare il progetto, e le relative fonti finanziarie. Il fabbisogno iniziale dipende dalla
necessità di avere denaro liquido per affrontare le spese ordinarie in attesa dei primi ricavi
e dagli investimenti delle immobilizzazioni. Una volta individuato il fabbisogno iniziale si
devono individuare le risorse finanziarie, ci sono due possibilità: il capitale proprio,
apportato dai soci e il capitale di terzi, facendo ricorso a soggetti terzi o finanziamenti
pubblici. Nell’individuare le fonti è necessario fare in modo che l’azienda sia capitalizzata e
in equilibrio finanziario.
- preventivo economico e patrimoniale: un conto economico di previsione di costi e ricavi
futuri e dell'utile previsto e di uno stato patrimoniale di previsione (attività e passività). Gli
schemi sono quelli del conto economico e stato patrimoniale ma semplificati. Seguirà
l’analisi finanziaria e l’analisi economica con i principali indici di bilancio (solvibilità, solidità,
redditività, capitalizzazione). Può essere anche utile inserire il punto di equilibrio, cioè la
quantità minima per assicurare il pareggio tra costi e ricavi. Sono ammessi qualsiasi
grafico o tabella che possa ritenersi utile. Tutto riferito ad un periodo di tre anni. Da questa
ultima parte del business plan se ne deduce la fattibilità del progetto.

Fattibilità di un progetto
Per valutare se un'idea imprenditoriale possa essere realizzata è necessario fornire tutte le
informazioni descrittive del progetto e valutare la convenienza economica e finanziaria.
- la convenienza economica dipende dalla differenza fra costi e ricavi e quindi dall'utile che
si pensa di ottenere in futuro;
- la convenienza finanziaria è legata agli investimenti necessari e alle conseguenti risorse
finanziarie necessarie per realizzare il progetto.

Il budget
Il budget è lo strumento per attuare la programmazione. È un documento contabile-amministrativo
facoltativo che contiene i programmi e le previsioni che si riferiscono al successivo anno.
Evidenzia le risorse a disposizione dell’impresa e gli obiettivi economici-finanziari da realizzare
nell’anno seguente, in raccordo con gli obiettivi strategici di medio/lungo periodo. Il budget è
articolato per centri di responsabilità. Un centro di responsabilità è un’unità organizzativa
dell’impresa che opera sotto la direzione di un manager e alla quale vengono attribuite risorse
finalizzate al raggiungimento di obiettivi prestabiliti. Un esempio di centro di responsabilità di un
albergo può essere la room division e il food and beverage.
Tipologie di budget
● incrementativo: il budget viene redatto partendo dai dati consuntivi dell’anno appena
trascorso ed elaborando previsioni in più o in meno rispetto a essi. Semplice da costruire
ma non migliora l’efficienza.
● scorrevole: il budget è suddiviso in periodi infrannuali al termine dei quali viene effettuato il
controllo dei risultati raggiunti. Così si elimina il periodo trascorso e si aggiunge la
previsione per il periodo successivo in modo di avere sempre un periodo coperto di 12
mesi.
● flessibile: la previsione di riferisce a diverse possibilità di produzione o di vendita. Per
esempio un budget con previsioni di crisi economica, un budget con previsione di stessa
situazione economica e un budget con situazione economica migliore
● a base 0: non tiene conto dei valori consuntivi dell’anno appena trascorso. Quindi ogni
anno l’attività aziendale viene riesaminata e quindi vengono fissati nuovi obiettivi e priorità.
Molto complesso ma valido per migliorare l’efficienza.

Vantaggi e svantaggi del budget:


● vantaggi:
- migliora l’efficienza aziendale in quanto permette, controllando i dati previsti con
quelli effettivi di intervenire ed eliminare inefficienze;
- motiva il manager e il personale dipendente.
● svantaggi:
- i costi sono spesso elevati;
- rischio di dati non attendibili a causa dei cambiamenti repentini di mercato.

Costo standard
I budget vengono redatti utilizzando i costi standard. I costi standard sono i costi che si
verificherebbero se la gestione si svolgesse nelle ipotesi prestabilite. Non sono previsioni ma
obiettivi da raggiungere.
Come si costruisce un budget
Il budget è composto da diverse parti:
● Budget degli investimenti: contiene i dati sulle operazioni relative alle immobilizzazioni che
l’impresa programma di effettuare nel successivo esercizio amministrativo: acquisizioni e
dismissioni, da attuare sulla base degli obiettivi strategici in corso di realizzazione;
● Budget economico: contiene i costi e i ricavi di competenza e quindi il risultato economico
programmato per il successivo esercizio. A sua volta, è articolato in tanti budget settoriali
tra loro strettamente collegati, nel senso che il risultato di ogni budget costituisce il punto
di partenza per quello successivo. Ciascun budget settoriale è collegato ad un centro di
responsabilità. Il budget economico parte dalla previsione delle vendite (budget delle
vendite) per poi articolarsi negli altri budget: budget della produzione, degli acquisti, dei
costi del personale, delle scorte di magazzino, dei costi comuni di produzione,
amministrazione e distribuzione, degli oneri finanziari e tributari.
● Budget finanziario articolato nel budget delle fonti e degli impieghi che riporta il fabbisogno
dei finanziamenti necessari alla gestione per effettuare gli investimenti programmati, e nel
budget di tesoreria o budget di cassa che riporta i flussi di cassa mensili o trimestrali
(entrate e uscite) collegati alle varie operazioni programmate;
● Budget di esercizio un vero e proprio bilancio di previsione formato dallo Stato
Patrimoniale e dal Conto Economico del successivo esercizio nel quale confluiscono i dati
dei precedenti budget.
Controllo budgetario: procedura con cui vengono analizzati i risultati conseguiti dall’azienda e
confrontati con gli obiettivi di budget prefissati. Questa procedura si basa sull’analisi degli
scostamenti. Lo scostamento è la differenza fra i dati programmati nel budget e i corrispondenti
risultati ottenuti durante la gestione.
Report
Durante la gestione, i responsabili dei vari budget settoriali compilano i report, cioè documenti che
riepilogano dati di budget e dati consuntivi e il loro scostamento con un breve commento. In questo
documento vengono riportati gli scostamenti più significativi e sono analizzate le cause che hanno
provocato inefficienze, sprechi, errate valutazioni.
Scostamenti
● nei ricavi: i ricavi effettivamente conseguiti sono differenti dai ricavi programmati. Lo
scostamento può essere dovuto alle quantità vendute o al prezzo di vendita.
● nei costi: i costi effettivamente sostenuti sono differenti da quelli programmati. Questi
scostamenti possono essere determinati da:
- Un prezzo di acquisto dei fattori produttivi diverso da quello programmato, per
esempio i costi più bassi per l’ottenimento di sconti, aumento dei costi delle
materie prime.
- Un rendimento dei fattori produttivi diverso da quello programmato, per esempio
merce difettosa, personale poco preparato.
- Un volume di produzione diverso da quello previsto. Nelle imprese turistiche il
volume di produzione coincide con le quantità vendute.

Differenza Bilancio d'esercizio e budget d'esercizio


- Il budget d'esercizio si basa su obiettivi da raggiungere, invece il bilancio d'esercizio
abbiamo dati reali
- Il budget, a differenza del bilancio, non è obbligatorio
- Il budget serve esclusivamente a noi, il bilancio invece serve a soggetti esterni come le
banche o l'agenzia delle entrate
Differenza tra Budget e Business plan:
- Budget si riferisce alla programmazione e business plan fa riferimento alla pianificazione;
- entrambi facoltativi;
- business plan medio-lungo periodo, Budget breve periodo;
- Il budget serve esclusivamente all’azienda, il business plan invece serve a soggetti esterni
e interni;
- il business plan viene predisposto al momento della costituzione e alla creazione di nuovi
progetti, il budget viene redatto alla fine di ogni esercizio.

Differenze Business plan e Bilancio d'esercizio:


- Il business plan, a differenza del bilancio, non è obbligatorio;
- Il budget d'esercizio si basa su previsioni, invece il bilancio d'esercizio abbiamo dati reali

Organi Internazionali

ONU: istituito nel 1945 con 193 paesi membri, sede a New York nel palazzo di vetro, li scopi sono:
1. garantire la pace, il benessere e la sicurezza
2. evitare nuovi conflitti
3. creare tra gli Stati rapporti amichevoli basati sul rispetto del principio dell’uguaglianza dei
diritti e collaborare in campo economico, sociale, culturale e unitario
Organi:
● Assemblea generale: è l’organo decisionale, tutti gli Stati sono presenti. Esprime
raccomandazioni su questioni di sua competenza ma non sono vincolanti
● Consiglio di sicurezza: ha una funzione esecutiva e ha 15 membri, 5 sono i vincitori della
2°guerra mondiale (Cina, USA, Francia, UK, Russia) e gli altri 10 vengono eletti ogni 2 anni
dall'assemblea generale. Fa decisioni (risoluzioni) vincolanti per tutti gli Stati, può imporre
sanzioni economiche (embargo) e inviare i caschi blu
● Segretario generale: viene nominato dall’Assemblea generale per 5 anni su indicazione del
consiglio di sicurezza. Rappresenta l’ONU nei rapporti con i singoli Stati e altre organizzazioni
mondiali; interviene anche come mediatore internazionale
● Corte internazionale di giustizia: ha sede a Aja e risolve controversie tra gli Stati membri e ha
anche una funzione consultiva, è formata da 15 giudici che sono eletti dall’Assemblea
generale e dal Consiglio di sicurezza per 9 anni
Agenzie specializzate dell’ONU:
● Organizzazione mondiale della salute (OMS): si trova a Ginevra ed è stata istituita nel 1948
(193 paesi membri), il suo scopo è quello di raggiungere il livello più alto possibile di salute e
di benessere fisico, mentale e sociale. Si occupa di fornire assistenza su questioni sanitarie,
indirizza la ricerca in campo medico, finanzia la ricerca medica e da aiuti in caso di calamità.
● North Atlantic Treaty Organization (NATO) → organizzazione internazionale per la
collaborazione nel settore della difesa. Ha sede a Bruxelles (30 paesi membri), il patto
atlantico fu firmato a Washington il 4 aprile 1949 ed entrò in vigore il 24 agosto dello stesso
anno.
Storia: il Patto Atlantico trae origine dalla percezione che il mondo occidentale stesse
cominciando ad accusare tensioni nei confronti dell'Unione sovietica. C'era il timore che il
regime sovietico potesse non accontentarsi della spartizione geografica al termine della
guerra e che volesse intraprendere una mira espansionistica per l'affermazione globale del
comunismo. Questa opinione iniziò a girare nei paesi occidentali e ciò comportò una assoluta
necessità di garantire sicurezza nel mondo occidentale dalla minaccia comunista. La NATO
rispondeva all'esigenza di allearsi e di mettere i propri dispositivi di difesa a fattore comune
per reagire a un eventuale attacco e quindi si parla di Difesa Collettiva (art. 5): un attacco
armato contro una o più parti in America settentrionale o in Europa deve essere considerato
come un attacco contro tutti. Se l'Unione sovietica avesse lanciato un attacco contro uno
qualsiasi dei paesi membri sarebbe stato trattato come un attacco a ciascun paese. L'Unione
sovietica protestò affermando che il patto fosse aggressivo nei suoi confronti e nel 1955 da
vita a un'alleanza contrapposta alla Nato chiamata: Patto di Varsavia. Dopo la caduta del
muro di Berlino nel 1989 che simboleggia la fine dell'URSS, la NATO ha cambiato la sua
visione strategica e dopo l’11-9-2001 è avvenuto un nuovo cambiamento nelle strategie
dell'alleanza che si configura come: organizzazione mondiale per la lotta effettiva al
terrorismo internazionale.
● Altre agenzie sono UNESCO, FAO, UNICEF e Fondo monetario internazionale.

Articolo 11: Principio del ripudio della guerra come strumento di offesa
L’articolo 11 dichiara che “L’Italia ripudia la guerra” , ossia non utilizzerà mai lo strumento della
guerra di aggressione come mezzo di offensiva verso l’indipendenza o l’integrità di un altro Paese,
o come mezzo di “risoluzione delle controversie internazionali”, ciò tuttavia non impedisce all’Italia
di difendersi in caso attacco militare. L’ultima parte della norma afferma che l’Italia accetta
eventuali limitazioni della sua sovranità per promuovere e aderire ad organizzazioni internazionali
rivolte ad assicurare la pace tra le Nazioni. Questa parte dell’articolo fu pensata e scritta per
consentire l’adesione del nostro Paese all’ONU, che richiedeva come condizione che l’Italia si
dichiarasse “amante della pace”. La Corte Costituzionale ha ritenuto che l’adesione dell’Italia
all’Unione Europea rientra tra le limitazioni di sovranità previste dall’articolo 11 Cost. e in base a
questa interpretazione ha considerato legittimo un parziale trasferimento, agli organi dell’UE, della
funzioni legislative e amministrative, con il limite del rispetto dei principi fondamentali del nostro
ordinamento costituzionale e in condizione di parità con gli altri Stati membri.

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