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Riassunti - appunti presi a lezione secondo modulo economia


aziendale 2020-2021
Economia Aziendale (Università degli Studi di Pavia)

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CAP. 1 ECONOMIA AZIENDALE, RAGIONERIA E AZIENDE


1.1 Economia aziendale

L’economia aziendale è la scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende.
Caratteristiche di questa definizione:

 scienza
 aziende

L’economia aziendale è la scienza che osserva il comportamento economico dell’uomo nella sua manifestazione
organizzata in aziende e il comportamento economico nelle aziende e tra le aziende, al fine di costruire modelli di
conoscenza utili per spiegarne, prevederne e controllarne i processi. Il fine dell’economia aziendale è di costruire
modelli per la gestione aziendale.

L’economia aziendale si struttura in tre discipline coordinate e interrelate:

1. L’organizzazione  è la disciplina che si occupa del processo attraverso il quale le persone e i mezzi materiali e
immateriali dell’azienda che pongono in essere l’attività di produzione. Tra le attività più importanti decise in
quest’ambito:
o la forma giuridica;
o la dimensione aziendale;
o l’individuazione delle diverse funzioni aziendali;
o l’organizzazione della produzione e della vendita;
o l’eventuale forma di gruppo aziendale;
o le diverse localizzazioni ed eventuali delocalizzazioni;
2. La gestione (o tecnica amministrativa)  è la disciplina che si occupa di analizzare e valutare la convenienza
dell’insieme coordinato delle operazioni economiche compiute per il raggiungimento. La ragioneria può essere
vista sotto due aspetti:
o nell’aspetto soggettivo essa consiste nell’attività svolta dagli organi aziendali al fine di raggiungere gli
obiettivi aziendali, che si concretizzano in una serie di decisioni da prendere e di controlli da effettuare
o nell’aspetto oggettivo essa consiste in una serie di operazioni (o fatti) che formano un sistema unitario e
continuo (ad. es per realizzare l’obiettivo profitto l’azienda acquista materie prime, servizi, energia
elettrica, e utilizza impianti e macchinari per produrre prodotti da collocare sul mercato.
3. La rilevazione (ragioneria)  è la disciplina che studia i sistemi di rilevazione e registrazione in contabilità delle
operazioni di gestione d’impresa allo scopo di fornire informazioni utili per il controllo e le decisioni. Partendo
dalle operazioni aziendali, la ragioneria tramuta in cifre la dinamica aziendale per interpretare l’andamento
finanziario, economico e patrimoniale. Analizzando nel dettaglio le transazioni dell’azienda con i terzi è pertanto
possibile delineare i principali aspetti e predisporre documenti utili per la gestione.

1.2 Aziende

Definizioni di azienda:

1. L’istituto è l’organismo composto da sistemi coordinati e complementari di persone, beni ed operazioni.


2. L’azienda sopravvive oltre la vita fisica delle persone e dei beni.
3. L’azienda è strumento per il soddisfacimento dei soggetti esterni che acquisiscono i beni e servizi da essa
prodotti.
4. Gli elementi che compongono l’azienda sono unitariamente destinati al raggiungimento di specifiche finalità

Il sistema azienda

Il sistema azienda è pertanto caratterizzato da due aspetti importanti.

1- È sistema aperto rispetto all’ambiente esterno in quanto attua continui processi di scambio, acquisendo fattori di
produzione (INPUT) e vendendo le produzioni (OUTPUT).

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2- Assume dall’ambiente in cui è inserito ed opera una serie di informazioni che occorrono per programmare le
decisioni aziendali da tradurre in operazioni. In quest’ambito i risultati sono controllati periodicamente al fine di
individuare eventuali scostamenti da correggere.

Stakeholder e l’azienda

STATO

SOCI FORNITORI

AZIENDA
MANAGEMENT CLIENTI

DIPENDENTI BANCHE

ALTRI FINANZIATORI

La rilevazione dei risultati

Le transazioni tra l’azienda e i terzi producono conseguenze economico-finanziarie che influiscono sui risultati della
gestione. Gli strumenti per la rilevazione dei risoltati sono:

 la contabilità analitico-gestionale: è facoltativa e permette di determinate il budget d’esercizio. Rileva i


fenomeni interni all’azienda e permette di approfondire alcune variabili per un corretto processo decisionale
(es. andamento economico-finanziario di una linea di prodotto o di un singolo prodotto). E’ importa
 la contabilità generale (coge): è obbligatoria e il bilancio è il documento di sintesi. La contabilità generale è
strumento indispensabile per rilevare in termini monetari ed economici le transazioni con l’ambiente esterno
(ad es. acquisti di materie, vendite di beni/servizi). Gli obiettivi sono:
o rilevare i fatti di gestione
o determinare i risultati che da essa derivano
o interpretare i fatti amministrativi e i risultati

Rilevare fatti di gestione

 Input di fattori  trasformazione produttiva  output di produzioni


 uscita di cassa  disponibilità monetaria  entrata di cassa
Tipiche operazioni economiche delle imprese industriali e commerciali che devono trovare rappresentazione
all’interno del sistema contabile d’azienda sono le operazioni di acquisto di beni e servizi (ad es. beni da utilizzare
durante il processo produttivo, beni di uso durevole, servizi industriali, servizi commerciali e servizi amministrativi).

es. acquisto da fornitore

1. sorge un costo per l’acquisto delle materie prime dal fornitore


2. sorge un debito vs fornitore (e il credito iva vs stato per l’imposta sul valore aggiunto va versato al fornitore).
Quando si verifica il pagamento sarà rilevata l’uscita di cassa/banca.

es. vendita a cliente

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1. sorge un ricavo per la vendita di beni/servizi al cliente


2. Sorge un credito vs clienti (e il debito iva vs stato per l’imposta sul valore).

Piano strategico

l processo di pianificazione strategica si esplica nella redazione di un documento detto Piano Strategico. Il piano
strategico aziendale si articola i quattro componenti principali:

 Obiettivi aziendali,
 Missione,
 Strategie aziendali,
 Portafoglio business.
Il piano strategico deve essere predisposto analizzando i dati finanziari prospettici (es. flussi di cassa futuri in
relazione alla previsione di costi e ricavi).

CAP. 2 LO STUDIO DELLA GESTIONE AZIENDALE


2.1La gestione continua e unitaria

La gestione aziendale è il sistema di operazioni poste in essere dall’azienda-impresa al fine di raggiungere gli obiettivi
per i quali essa è stata istituita. La rivelazione delle operazioni, cioè le unità economiche fondamentali di
osservazione, della gestione richiede l’introduzione di due ipotesi semplificatrici.

Le ipotesi semplificatrici alla base della rilevazione che si assumono sono che:

1. la gestione sia osservata lungo un arco di tempo limitato. Si ha una suddivisione dell’intera vita dell’azienda in
periodi amministrativi
2. le operazioni di gestione siano classificate in sottoinsiemi omogeneo

In realtà occorre osservare che:

1. la gestione è continua e unitaria nel tempo e nello spazio


2. i sottosistemi o aree della gestione servono ad analizzare un sistema complesso di operazioni.

2.2Periodo amministrativo

Il periodo amministrativo è il periodo temporale a cui riferire la gestione osservata e rappresentata per effetto dei
processi di rivelazione. Il periodo normalmente impiegato per definire il periodo amministrativo è l’anno di 12 mesi,
poiché:

 esprime il lasso temporale in cui normalmente si sviluppano e si organizzano le attività umane;


 è l’intervallo di tempo in cui è conveniente apprezzare i risultati della gestione aziendale

Ma talvolta si ha un periodo amministrativo più breve quando l’azienda viene costituita.

2.3L’esercizio

L’esercizio è il sottoinsieme o sottosistema di operazioni di gestione relative a un certo periodo amministrativo. Si


individuano due differenti esercizi:

 L’esercizio generale: operazioni poste in essere durante l’intera vita aziendale


 L’esercizio parziale: insieme di operazioni relative ad un periodo amministrativo (unità economica relativa)

2.4L’equilibrio della gestione

La continuità della gestione aziendale e il mantenimento in vita dell’azienda sono connesse al verificarsi di
determinate condizioni. In particolare

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1. L’equilibrio istituzionale  si verifica una condizione di equilibrio istituzionale quando tutti i membri di
un’azienda condividono valori, obiettivi, strutture, modalità di governo, logiche organizzative e ricevono
ricompense e benefici giudicati equi. L’equilibrio istituzionale è raggiunto quando gli attuali e i potenziali
membri del soggetto d’istituto sono motivati a far parte dell’azienda.
2. L’equilibrio economico  L’equilibrio istituzionale dipende dal conseguimento di uno stato di equilibrio
economico (o economicità). L’economicità è espressa dal grado di raggiungimento dei fini. L’equilibrio
economico si realizza con la produzione di remunerazioni monetarie e di altre specie in particolare per i
prestatori di lavoro e per i conferenti di capitale di rischio. Per sopravvivere l’impresa deve perseguire
simultaneamente due condizioni di equilibrio economico:
 L’equilibrio reddituale
 L’equilibrio monetario

Equilibrio reddituale

L’equilibrio reddituale attiene alla realizzazione del reddito, ovvero alla sistematica realizzazione di flussi di ricavi
superiori ai flussi di costi.

Somma dei ricavi > somma costi

L’equilibrio reddituale deve essere qualificato da:

 efficienza di svolgimento dei processi produttivi


 innovazione dei prodotti/processi
 flessibilità della struttura aziendale
 congruità dei prezzi-costo sostenuti e dei prezzi-ricavo conseguiti
 congruità delle remunerazioni del lavoro
 congruità delle remunerazioni dei conferenti capitale di rischio

L’equilibrio reddituale deve essere perseguito secondo:

1. Una prospettiva temporale in grado di assicurare l’equilibrio reddituale sia nel breve che nel medio-lungo
periodo.
2. Una prospettiva di gruppo (valutazione individuale vs. di gruppo dell’equilibrio reddituale).

Equilibrio monetario

L’equilibrio monetario attiene al rapporto tra flussi di moneta in entrata e in uscita, e alla capacità dell’impresa di far
fronte agli impegni di pagamento in modo tempestivo. Raramente, tuttavia la dinamica di incasso e di pagamento
permette di realizzare un equilibrio monetario nel breve periodo.

2.5 I processi produttivi

Le operazioni di gestione possono essere classificate secondo criteri di omogeneità in processi produttivi. L’impresa
svolge continuamente processi produttivi:

 acquisizione dei fattoi


 conservazione
 trasformazioni
 cessione delle produzioni
 trasporti

I processi produttivi si ripetono continuamente durante la “vita” aziendale, si formano così i cicli di processi. Questi
cicli vanno a caratterizzare la gestione aziendale che sono classificabili in:

1. ciclo produttivo  riguarda la ripetizione dello schema logico formato dall’acquisto-trasformazione-vendita e


dal regolamento di tali operazioni
2. ciclo economico  riguardo il crearsi dei componenti positivi e negativi di reddito, cioè costi e ricavi.

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3. ciclo monetario  individua il ripetersi del tempo di uscite monetarie connesse all’acquisizione dei fattori e
di entrate connesse alla realizzazione dei ricavi
4. ciclo finanziario

CAP. 3 LE AREE DELLA GESTIONE


3.1Le combinazioni economiche

Le operazioni che le imprese continuamente pongono in atto, e sono connesse da relazioni sistemiche, si definiscono
combinazioni economiche. Le combinazioni economiche si distinguono in:

1. combinazioni di produzione: il soggetto che le mette in atto è un’impresa. Processi svolti per ottenere beni
dotati di valoreproduzione di ricchezza
2. combinazioni di consumo: il soggetto che vengono messe in atto dai consumatori. Sono processi svolti per
impiegare beni dotati di valoresoddisfare beni e aspirazioni

Le combinazioni economiche si possono anche classificare in base a coordinazioni economiche parziali. Le


coordinazioni economiche parziali sono sotto articolazioni delle combinazioni economiche di produzione e di
consumo.

Normalmente in tutte le aziende si possono riscontrare le seguenti coordinazioni economiche parziali (funzioni):

 Gestione
 Organizzazione  le operazioni di organizzazione riguardano la struttura organizzativa dell’azienda, i compiti
e le mansioni di tutti gli attori che vi operano, i sistemi e le modalità di remunerazione degli stessi.
 Rivelazione  serve per determinare il reddito, il capitale e il flusso di cassa dell’azienda. Serve anche agli
stakeholder se l’azienda è meritevole di rimanere nel mercato. Attraverso la rilevazione contabile si sta
facendo un’analisi della rappresentazione dell’azienda

3.2La gestione aziendale

L’analisi della gestione per fini di rilevazione è volta a classificare le operazioni di gestione. Le principali classificazioni
delle operazioni di gestione sono rappresentate dalle seguenti:

PROFILI MACRO-AREE
 ECONOMICO  CARATTERISTICA
 MONETARIO  ACCESSORIA
 FINANZIARIO  FINANIZARIA
 PATRIMONIALE  TRIBUTARIA
 ISTITUZIONALE
FUNZIONI

 PRODUZIONE
 COMMERCIALE
 R&D
 AMMINISTRAZIONE E FINANZA
 …

Macro-aree:

 area caratteristica  riguardante l’attività che caratterizza la funzione tecnico-economica dell’azienda


 area accessoria o patrimoniale  relativa agli impieghi di risorse monetarie che eccedono il fabbisogno
fisiologico della gestione caratteristica (beni di tipo durevole).
 area finanziaria  afferente la copertura del fabbisogno finanziario per lo svolgimento dell’attività d’azienda
(vado ad acquistare moneta).
 area tributaria  che riguarda la liquidazione e il pagamento delle imposte dirette

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 istituzionale  in relazione degli interessi dei soci, ovvero sono ritenuti di primaria importanza all’interno
dell’azienda

Operazioni di gestione interne e esterne

Le operazioni di gestione interne sono quelle che avvengono all’interno dell’impresa senza scambi con soggetti terzi.

Le operazioni di gestione esterne sono quelle che vengono messe in atto dall’impresa con terzi. Le rilevazioni
contabili prendono in considerazione solo le operazioni di gestione esterna. Le operazioni di gestione esterne
possono essere di gestione:

 caratteristica
 finanziaria
 patrimoniale

La gestione esterna è caratterizzata da operazioni molto diverse tra loro ma con un comune denominatore: lo
scambio. Lo scambio può avere per oggetto:

 beni privati  quando si acquistano o si alienano beni, servizi, o merci da soggetti diversi da quelli statali
 beni pubblici (concessioni)  quando si acquistano o si utilizzano beni o servizi pubblici a fronte di un
corrispettivo quali le imposte, le tasse, i tributi o altre forme di prelievo.
 lavoro  quando si acquistano prestazioni lavorative dei dipendenti
 rischi particolari  quando, a fronte di un corrispettivo generalmente rappresentato dal denaro, si acquisisce
una copertura assicurativa contro determinai eventi
 capitale di prestito  quando si acquisisce, a titolo di prestito o debito, un determinato ammontare di risorse
monetarie. L’oggetto di scambio è la moneta stessa
 capitale proprio  quando si acquisiscono risorse monetarie da parte di soggetti conferenti, ai quali spetta
un corrispettivo rappresentato dagli eventuali risultati generati dall’azienda e il potere di governo
dell’impresa.

3.3Area caratteristica

L’area caratteristica (o tipica) comprende le operazioni che contraddistinguono la funzione tecnico-economica


dell’azienda (core business). Le operazioni che caratterizzano questa area attengono a

1. approvvigionamento dei fattori produttivi  acquisto fattori produttivo per raggiungere l’oggetto sociale
2. ricerca e sviluppo  attività volta al compimento di studi, ricerche, indagini scientifiche e tecniche
3. trasformazione fisico-tecnica 
4. commercializzazione 
5. logistica  fanno riferimento allo stoccaggio, alle movimentazioni, all’inventario, al trasporto delle materie
prime, semilavorati, prodotti finiti che sono alienati dall’azienda o che sono acquisiti dall’azienda.
6. assicurazione  sono tutte le operazioni relative alla copertura di rischi specifici d’impresa attraverso la
stipulazione di

3.3.1L’approvigionamento di fattori a veloce ciclo di utilizzo

L’approvvigionamento dei fattori produttivi include le operazioni di scelta dei fornitori, reperimento dei fattori
produttivi e il regolamento del rapporto amministrativo e finanziario. Le operazioni di approvvigionamento possono
essere distinte in funzione delle classi di fattori considerati:

1. fattori a veloce ciclo di utilizzo


2. fattori a lento ciclo di utilizzo
3. lavoro

La durata del ciclo produttivo non è discriminante per la definizione della velocità del ciclo di utilizzo.
L’approvvigionamento dei fattori a veloce ciclo di utilizzo (fecondità semplice, utilità immediata) attiene a beni e
servizi destinati alla produzione che saranno impiegati in un solo ciclo produttivo. Una volta entrati nel processo
produttivo i beni a veloce ciclo di utilizzo perdono il loro valore e non possono mettere in atto nessun processo che
mi permette di far tornare il bene alle proprietà iniziali. Si possono dividere in 4 categorie:

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 materie prime, sussidiarie, di consumo


 semilavorati
 merci
 energie e servizi

L’acquisto dei fattori produttivi avviene tramite uno scambio, normalmente a titolo oneroso, valorizzato dal costo di
acquisto.

L’imposta sul valore aggiunto

Gli acquisti di fattori produttivi sono soggetti all’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto (IVA). I presupposti di
applicazione dell’iva:

 Presupposto Oggettivo: cessione di beni o servizi;


 Presupposto Soggettivo: Almeno uno dei soggetti dello scambio deve essere un’impresa o un professionista;
 Presupposto Territoriale: gli scambi devono avvenire sul territorio dello Stato.

Modalità di funzionamento: il soggetto che cede i beni/servizi addebita l’IVA al soggetto cessionario. L’IVA deve poi
essere versata dal venditore all’Erario. Costo d’acquisto= base imponibile + Iva

Aliquote: l’aliquota ordinaria è il 22% (alcuni beni/servizi sono soggetti ad aliquote differenti)

Formalità: le imprese (professionisti) devono emettere fattura

Liquidazione dell’imposta: il versamento dell’IVA all’Erario avviene mensilmente/trimestralmente

Operazioni non imponibili ed esenti da IVA:

1. Operazioni non imponibili: sono operazioni non assoggettate all’IVA per effetto di una particolare legge;

2. Operazioni esenti: Operazioni che presentano requisiti di applicabilità, ma non sono gravate da IVA per
motivazioni di carattere economico-sociale (operazioni di credito, prestazioni mediche, didattiche, …)

Operazioni con IVA indetraibile: sono operazioni in cui non è ammessa detrazione dell’imposta pagata al momento
dell’acquisto da quella dovuta in sede di vendita (aeromobili, autovetture e imbarcazioni di lusso, spese alberghiere,
spese di rappresentanza, …)

Operazioni fuori campo IVA (escluse): Sono operazioni in cui non sussiste uno dei requisiti di applicabilità
(tipicamente l’oggetto; valori bollati, diritti d’autore, prestazioni di lavoro subordinato, …)

Il regolamento degli acquisti

L’acquisto dei fattori produttivi fa sorgere un debito di regolamento (sostituto della moneta) nei confronti dei
fornitori. I momenti che caratterizzano l’operazione di regolamento degli acquisti sono:

1. liquidazione  si accerta con esattezza l’importo dovuto al fornitore


2. pagamento  si conclude il regolamento dello scambio

L’importo definito in sede di liquidazione può differire da quello effettivamente pagato per effetto di tre situazioni:

 resi su acquisti Restituzione di fattori acquistati (errori nella consegna, difetti, …) che comporta:
o riduzione del costo di acquisto (e dell’IVA)
o riduzione del debito di regolamento
 abbuoni Riduzione nel prezzo-costo concessa dal fornitore per difformità nei livelli quali-quantitativi dei
fattori. Si emette una nota di variazione.
 sconti  Riduzione del prezzo-costo concessa per il verificarsi di determinate condizioni, ad esempio
pagamento in contanti

Il regolamento immediato o differito

Il regolamento degli acquisti può avvenire secondo tempistiche diverse:

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1. regolamento anticipato
2. regolamento immediato
3. regolamento differito

Modalità di pagamento:

Il regolamento degli acquisti può avvenire impiegando diverse modalità (mezzi) di pagamento:

1. regolamento in contanti
2. regolamento a mezzo cambiali
3. regolamento a mezzo banca

3.3.2Approvvigionamento dei fattori a lento ciclo di utilizzo

L’approvvigionamento dei fattori a lento ciclo di utilizzo (fecondità ripetuta) attiene a beni e servizi destinati a essere
impiegati in più di un ciclo produttivo. Sono i beni che permangono nell’azienda per più processi produttivi. In
funzione della loro natura, i fattori a lento ciclo di utilizzo si classificano in:

 immobilizzazioni materiali  Le immobilizzazioni materiali sono beni materiali (requisito di fisicità)


caratterizzanti la struttura operativa dell’azienda e impiegati nella produzione, commercializzazione, attività
amministrative e attività non caratteristiche. Le immobilizzazioni materiali si distinguono in:
o beni immobili (terreni, fabbricati)
o beni mobili (impianti macchinari, attrezzature ecc…)
 immobilizzazioni immateriali  Le immobilizzazioni immateriali sono beni o oneri pluriennali privi di fisicità
ma individuabili, autonomamente valutabili e dotati di rilevanza giuridica.
o Beni immateriali: brevetti, marchi, concessioni, diritti di uso delle opere dell’ingegno, licenze, ...
o Oneri pluriennali: costi (non connessi ad uno specifico bene/servizio) che erogano la loro utilità in un
arco di tempo pluriennale (costi di ricerca e sviluppo, costi di impianto e ampliamento)
 immobilizzazioni finanziarie  Le immobilizzazioni finanziarie sono espressione di investimenti non
temporanei a carattere finanziario o crediti finanziari di durata pluriennale. Le immobilizzazioni finanziarie
non sono strumentali alla gestione caratteristica.

Le modalità di acquisizione delle immobilizzazioni

Le modalità di acquisizione delle immobilizzazioni (materiali, immateriali, finanziarie) non sono sempre espressione di
modalità di scambio, infatti, è possibile acquisire le immobilizzazioni tramite:

 acquisto da terse economie  prevede una compravendita con il fornitore dell’immobilizzazione


 produzione interna  consiste nella realizzazione da parte dell’impresa di fattori a lento ciclo di utilizzo,
secondo un processo produttivo parallelo a quello caratteristico. L’azienda sostiene costi per la realizzazione
di un bene che rientra nel suo processo produttivo.
 acquisizione in leasing (o affitto)  L’acquisizione tramite leasing di immobilizzazioni prevede che l’impresa
non ottenga la proprietà del bene, ma solo la disponibilità del bene. La società di leasing concede l’uso del
bene all’azienda. Si hanno due tipologie di leasing:
o leasing finanziario  Società di leasing acquista il bene e lo cede in locazione all’azienda contro
pagamento di un canone di leasing. Al termine: possibilità di riscatto.
o leasing operativo Il bene è concesso in locazione direttamente da chi lo produce. Non c’è
possibilità di riscatto.

3.3.3L’approvvigionamento del fattore lavoro

Il lavoro è un fattore di produzione attivo. L’approvvigionamento del fattore lavoro avviene mediante rapporti di
lavoro di natura diversa:

 Lavoro subordinato Svolto sotto la guida di un soggetto (imprenditore o manager). Le componenti di costo
contenuti nella retribuzione sono:
o la retribuzione diretta e indiretta
o contributi previdenziali e assicurativi

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o TFR
o contributi integrativi (fondo pensione)
 Lavoro autonomo  Erogazione di una prestazione/opera senza il vincolo di subordinazione. Le componenti
di costo sono contenute nella parcella che è composta:
o onorario
o contributi previdenziali
o iva
o ritenuta d’acconto

3.3.4Le operazioni di commercializzazione

Le operazioni di commercializzazione attengono alle operazioni di cessione degli output della trasformazione
produttiva e loro regolamento. La cessione dei prodotti o la prestazione di servizi a terze economie avviene sul
mercato ad un certo prezzo, che misura un ricavo di vendita, che l’azienda otterrà a seguito dell’alienazione del bene
o del servizio. Altre operazioni afferenti alle operazioni di commercializzazioni sono individuabili nelle seguenti:

 marketing e analisi di mercato


 pianificazione delle vendite
 gestione degli ordini
 analisi dai clienti

La cessione e il regolamento delle produzioni

La cessione delle produzioni avviene tramite uno scambio, normalmente a titolo oneroso, valorizzato dal ricavo di
vendita. Sorge un credito di regolamento.

3.4Le operazioni dell’area accessoria

Le operazioni dell’area accessoria (o patrimoniale) attengono alle operazioni di impiego di risorse monetarie in
eccesso in investimenti non caratterizzanti il core business dell’impresa. L’impresa ha delle risorse in più e decide di
effettuare delle operazioni che sono al di fuori dell’area caratteristica. L’area accessoria si compone in tre sub-aree:

a) immobiliare (beni mobili e immobili) Le operazioni della sub-area immobiliare attengono alle operazioni di
investimento in beni materiali, immateriali, immobili non caratterizzanti il core business dell’impresa. Alcuni
esempi di operazioni afferenti a quest’area sono rappresentati da:
 terreni e fabbricati (costi= manutenzione, minusvalenze, svalutazioni; ricavi= fitti attivi, plusvalenze)
 marchi, brevetti e licenze (costi=pubblicità, minusvalenze, svalutazioni; ricavi=royalties, canoni di
locazione)
 rami d’azienda (costi=minusvalenze, svalutazioni; ricavi=flussi di reddito, partecipazione agli utili).

b) finanziamenti concessi a titolo di capitale di prestito Le operazioni della sub-area dei finanziamenti (a titolo
di capitale di prestito) attengono alle operazioni di concessione di prestiti a soggetti esterni all’impresa. I
valori che scaturiscono dalla sub-area dei finanziamenti sono: costi=minusvalenze, ricavi= interessi attivi,
cedole , plusvalenze. Le sub-area dei finanziamenti è volta ad acquisire:
 titoli di stato (BOT, BTP, CCT, CTZ, ecc…)
 titoli di stato di nazioni estere
 obbligazioni societarie
 obbligazioni di enti pubblici
c) finanziamenti concessi a titolo di capitale di rischio  Le operazioni della sub-area dei finanziamenti (a titolo
di capitale di rischio) attengono alle operazioni di acquisto (o sottoscrizione) di quote di capitale di altre
aziende. costi= minusvalenze, ricavi=dividendi, plusvalenze. La sub-area dei finanziamenti (a titolo di capitale
di rischio) attiene alla sottoscrizione di:
 titoli azionari
 quote di capitale

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Talvolta le operazioni afferenti la sub-area dei finanziamenti concessi a titolo di capitale di rischio
rappresentano operazioni strumentali al core business. Si possono sviluppare relazioni di collegamento e di
controllo.
3.5Le operazioni dell’area finanziaria
Le operazioni dell’area finanziaria riguardano le operazioni di reperimento dei mezzi monetari necessari per
sostenere le operazioni di gestione. L’area finanziaria attiene esclusivamente alle operazioni inerenti capitale di
prestito:
1. previsione e analisi del fabbisogno
2. Scelta del miglior rapporto D/E
3. negoziazione del capitale di prestito
4. gestione dei contratti di prestito

Soggetti che partecipano alle operazioni finanziarie:

 banche
 istituti di credito
 altri finanziatori
 famiglie
 altre imprese
 soci

Modalità:

 mutuo
 apertura di credito
 emissione di obbligazioni
 sconto di effetti
 anticipi su fatture e ricevute bancarie

3.6Le operazioni dell’area tributaria

Le operazioni dell’area tributaria riguardano le operazioni di accertamento, liquidazione e versamento delle imposte
dirette. Le principali imposte dirette riguardano:

 imposta sul reddito delle società (IRES)


 imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF)
 imposta regionale sulle attività produttive (IRAP)

3.7Le operazione dell’area istituzionale

Le operazioni dell’area istituzionale riguardano le operazioni legate alle motivazioni istituzionali per cui è stata
costituita e opera l’impresa (interessi istituzionali degli stakeholders). Le principali operazioni dell’area istituzionale
riguardano:

1. Costituzione della società


o con conferimento di denaro da parte dei soci
o con conferimento di beni e servizi da parte dei soci
2. Aumento o riduzione del capitale sociale
3. Recesso del socio
4. Distribuzione del risultato
5. Copertura delle perdite

CAP. 4 LO SCAMBIO MONETARIO E I VALORI SCATURENTI DA ESSO


4.1Lo scambio monetario

Le operazioni connesse alla gestione economica esterna sono individuabili da un comune denominatore: lo scambio
(o negoziazione). Lo scambio che l’azienda pone in essere con terze economie riguarda generalmente relazioni
interaziendali:

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 prestazioni di lavoro da parte di soggetti privati o persone;


 flussi di remunerazioni connessi alle prestazioni lavorative;
 rapporti di capitale;
 flussi di remunerazioni connessi agli apporti di capitale;
 cessioni di beni privati; - flussi monetari corrispondenti alle cessioni di beni privati;
 flussi di capitale di prestito; - rimborsi e remunerazioni di capitale di prestito;
 trasferimento di rischi verso le imprese di assicurazione;
 flussi di pagamento per il trasferimento dei rischi;
 pagamento d’imposte.

In relazione ai soggetti che partecipano allo scambio si distinguono:

 scambi con terze economie Scambi posti in essere con soggetti giuridicamente ed economicamente
indipendenti
 scambi intragruppo Scambi posti in essere con soggetti giuridicamente indipendenti ma appartenenti allo
stesso gruppo aziendale

I ruoli della moneta

Nello scambio monetario la moneta assolve due fondamentali ruoli:

1. strumento di regolamento degli scambi


2. unità di misura del valore

Le fasi dello scambio

Lo scambio è caratterizzato da un insieme eterogeneo di azioni che possono essere classificate in tre aree (o fasi)
dello scambio:

1. fase della trattativa (dibattito tra le parti)


2. fase della conclusione dello scambio (accordo/contratto)
3. fase dell’esecuzione dello scambio (consegna merci, emissione documenti, pagamento, scadenza garanzia)

4.2L’oggetto dello scambio

L’oggetto dello scambio è definito da qualsiasi elemento che può essere suscettibile di valutazione economica. Sono
oggetto di scambio:

 beni materiali
 beni immateriali (servizi)
 lavoro
 moneta

4.3I valori derivanti dallo scambio

Per definire i valori generati dallo scambio è necessario distinguere tra:

1. Scambi aventi per oggetto un bene (operazioni di compravendita)


2. Scambi aventi per oggetto moneta (operazioni di finanziamento)

Quando l’oggetto di scambio è rappresentato dalla moneta, l’azienda che ottiene il finanziamento riceverà moneta e
in contropartita avrà un debito di finanziamento nei confronti del finanziatore.

I valori che scaturiscono dallo scambio monetario possono essere distinti in due fondamentali categorie:

 valori numerari (anche denominati finanziari)  i valori numerari sono direttamente connessi alla
controprestazione monetaria. Sono direttamente connessi alla controprestazione monetaria, descrivono
movimenti di denaro e di risorse finanziarie.

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 valori non numerari (economici)  I valori economici sono direttamente connessi alla prestazione principale.
Evidenziano la causa o la spiegazione economica della movimentazione di denaro registrata nella prima serie
di conti.

I conti numerati accolgono movimentazioni finanziarie e numerarie:

 entrate di cassa – uscite di cassa


 sorgere di crediti – sorgere debiti
 estinzione crediti e debiti

I conti economici accolgono movimenti reali:

 di reddito: costi e ricavi d’esercizio, costi pluriennali


 di capitale: incrementi e decrementi di capitale, riserve

Reddito e capitale di funzionamento

1. i valori afferenti al sistema del reddito  conto economico (movimenti dall’1/1-31/12)


2. i valori afferenti al sistema del capitale di funzionamento  stato patrimoniale (fotografia 31/12)

4.4I valori numerari

I valori numerari rappresentano la manifestazione degli strumenti di regolamento degli scambi (funzione principale
della moneta). I valori numerari possono essere classificati in:

 certi  moneta di conto in cassa o surrogati


 assimilati  crediti/debiti di regolamento
 presunti  esprimono valori (serti o assimilati) di futura manifestazione. I valori numerari presunti
esprimono valori la cui manifestazione numeraria non si è ancora verificata. I valori numerari presunti sono
rilevanti a fine periodo amministrativo e sono espressi da:
o cassa e crediti/debiti di regolamento in moneta diversa da quella di conto (es. diversa da €)
o retei attivi e passivi
o fondi costi futuri
o fondi rischi

Ratei attivi e passivi

I ratei esprimono valori numerari presunti connessi a quote di costo (passivi) o di ricavo (attivi) di competenza
economica dell’esercizio in chiusura ma di futura manifestazione numeraria.

Fondi costi futuri e fondo rischi

I fondi per costi futuri esprimono valori la cui manifestazione numeraria futura è certa ma l’ammontare è
indeterminato.

I fondi per rischi esprimono valori la cui manifestazione numeraria futura è incerta e l’ammontare è indeterminato

4.5I valori economici (non numerari)

I valori economici (o non numerari) esprimono i valori economici delle condizioni produttive (attive e passive) della
gestione aziendale (funzione di unità di misura del valore della moneta). In funzione della loro correlazione con i
orezzi, i valori non numerari possono essere classificati in:

 certi  I valori economici certi esprimono i valori direttamente correlati ai prezzi formati negli scambi di
passata manifestazione
 stimati  I valori economici stimati esprimono i valori direttamente correlati ai prezzi di futura
manifestazione (scambi futuri o liquidazione futura)
 congetturati (ammortamento)  I valori economici congetturati esprimono i valori NON direttamente
correlabili ai prezzi (relazione solo lontanamente mediata). I valori economici congetturati:

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o derivano dalla scissione di valori comuni a più periodi amministrativi


o Sono espressione delle ipotesi assunte nei piani e programmi di gestione

4.6Il momento di formazione e rilevazione dei valori

Il momento di formazione dei valori attiene alla concreta realizzazione degli scambi da cui i valori si originano.

Il momento di rilevazione dei valori attiene all’esigenza conoscitiva dei fatti che interessano la gestione aziendale ed è
riconducibile al processo di rilevazione quantitativa d’azienda.

4.7Valori finanziari e valori economici

Un approccio alternativo alla classificazione dei valori rispetto a quella sin qui analizzata (numerari vs economici)
distingue i valori in:

 economici  Valori finalizzati alla determinazione del reddito (costi, ricavi, variazioni di capitale proprio)
 finanziari  Valori inerenti alla moneta, debiti e crediti (di regolamento e di finanziamento)

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CAP. 5 REDDITO E CAPITALE

5.1Reddito e capitale

I processi di rilevazione sono finalizzati alla determinazione del reddito e del capitale. Il reddito e il capitale sono
espressioni di valutazioni soggettive.

Reddito  Rappresenta la ricchezza prodotto dall’azienda per effetto della gestione in un determinato periodo

Capitale  rappresenta la ricchezza dell’azienda in un determinato istante, normalmente misurata all’inizio e alla fine
del periodo considerato.

Reddito (t) = Capitale (T finale) – Capitale (t iniziale)

5.2Il capitale

Il capitale è un insieme di beni qualitativamente e quantitativamente individuati, dotati di valore, sui quali gravano
vincoli di varia natura. L’analisi del capitale di un'azienda si può condurre in senso qualitativo o quantitativo:

 aspetto qualitativo  s’indagano le caratteristiche degli elementi che compongono la ricchezza aziendale
 aspetto quantitativo  si attribuisce a questi elementi un valore, ovvero si formula un giudizio su di essi

5.3L’aspetto qualitativo

Sotto l’aspetto qualitativo, il capitale è un complesso coordinato di risorse (positive negative) di produzioni pertinenti
all’azienda in un certo istante. Le risorse positive si denominano attività e sono tutti i mezzi utilizzabili dall'azienda per
lo svolgimento della propria funzione. Le passività invece spesso assumono la forma di obbligazioni verso terzi. Per
comprendere se un’attività o una passività si possa attribuire al capitale di un’azienda si possono utilizzare vari criteri.

 disponibilità  un’attività deve essere disponibile, ovvero utilizzabile e/o controllabile dal soggetto azienda,
la disponibilità può essere:
o di diritto: quando la disponibilità deriva da una fattispecie giuridicamente tutelata (un contratto, un
diritto reale, ec…); spesso la disponibilità di diritto si associa alla proprietà del bene
o di fatto: quando, indipendentemente dal rapporto giuridico sottostante l’attività è comunque
controllabile dall’azienda, anche senza averne la proprietà
 pertinenza  In dottrina si è così sviluppato il concetto di pertinenza per indicare se un’attività o passività
possa essere attribuita all’azienda o meno, lasciando alle valutazioni specifiche le decisioni in merito
all’afferenza al capitale. Un’attività è qualificabile come una risorsa controllata e dalla quale siano attesi dei
benefici economici futuri, mentre una passività è un’obbligazione attuale da eventi passati, la cui estinzione è
attesa essere in un’uscita dall’entità di risorse che incorporano benefici economici.

5.4L’aspetto quantitativo

Sotto l’aspetto quantitativo, il capitale è una grandezza che esprime il valore delle risorse di pertinenza dell’azienda in
un certo istante. L’analisi quantitativa avviene mediante l’attribuzione di valori alle singole condizioni positive e
negative di reddito.

La valorizzazione quantitativa permette di effettuare analisi comparative tra elementi che costituiscono il capitale. La
grandezza che esprime il valore del capitale deriva dal valore attribuito alle condizioni attive (attività) e passive
(passività).

Le finalità di determinazione del capitale incidono sulla sua valorizzazione

Il capitale di funzionamento

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Il capitale di funzionamento (o di bilancio o di gestione) esprime un sistema di valori attribuito in un certo istante (di
solito alla fine del periodo amministrativo) ad un’azienda funzionante. Si fanno delle ipotesi per rappresentare il
capitale di funzionamento:

 prospettiva di funzionamento
 della durata di 12 mesi

Capitale netto= attività – passività  ricchezza netta di pertinenza dell’azienda in un certo istante.

Attività= passività + deficit patrimoniale

Il capitale netto può subire delle variazioni per effetto di:

 operazioni di gestione (produzione di reddito)


 operazioni sul capitale netto, riguardano operazioni di incremento o decremento del capitale per mano dei
soci
 variazioni del sistema dei prezzi (rivalutazioni fuori esercizio), tali per cui i valori originari attribuiti agli
elementi che compongono il capitale non sono più funzionanti alla determinazione del reddito

5.3Il reddito

Il reddito rappresenta l’incremento o il decremento subito dal capitale per effetto delle operazioni di gestione. La
valorizzazione quantitativa permette di effettuare analisi comparative tra elementi che costituiscono il reddito. Il
reddito presuppone l’esistenza di un capitale, che combinato con latri fattori, prima di tutto il lavoro, permetta lo
svolgimento della produzione e quindi l’ottenimento di un reddito.

Il reddito deriva da valori economici certi, stimati e congetturati.

5.3.1Il reddito totale

Il reddito si forma continuamente nel tempo per effetto delle operazioni di cessione delle produzioni e di acquisizione
dei fattori produttivi. Il reddito si produce quando il valore della produzione è superiore al costo della stessa.

Reddito totale=

Questa equazione si basa su delle ipotesi:

 che ci si basi sull’intera vita dell’azienda, quindi ad un tempo indeterminato


 input e output derivino da:
a. scambi monetari
b. non si rilevano le rimanenze
c. debiti/crediti sono interamente pagati
 capitale impegnato:
a. il capitale iniziale sia costituito interamente da denaro
b. non si rilevano rimborsi/aumenti del capitale
c. il capitale finale sia costituito interamente da denaro

5.3.2Il reddito di periodo

Il reddito di periodo rappresenta l’incremento o il decremento subito dal capitale per effetto delle operazioni di
gestione di competenza dell’esercizio.

Reddito=

I costi e i ricavi di competenza dell’esercizio sono quelli che contribuiscono alla formazione del reddito del periodo
considerato, e come tali sono attribuiti o imputati all’esercizio.

5.4Principio di competenza

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Il principio di competenza definisce i criteri di imputazione dei costi e dei ricavi all’esercizio ai fini della
determinazione del reddito di periodo. Il principio di competenza deve essere analizzato nelle sue componenti
fondamentali:

 principio di realizzazione  Per il principio di realizzazione competono all’esercizio i soli ricavi realizzati
ovvero i ricavi derivanti da operazioni concluse nel corso del periodo amministrativo per le quali l'azienda che
ha conseguito tali ricavi non ha più nessuna garanzia o impegno nei confronti del soggetto acquirente. Il
momento di pagamento non è determinante ai fini del principio di realizzazione.

ricavi di competenza= Σ ricavi conseguiti – Σ ricavi rinviati + Σ ricavi ripresi

 ricavi di competenza  sono quelli imputati all’esercizio e pertanto rappresentati nel conto
economico
 ricavi conseguiti  sono quelli rilevati nel periodo amministrativo corrente, al momento
dell’esecuzione dello scambio, indipendentemente dall’effettivo incasso o pagamento
 ricavi rinviati  sono quelli rilevati nel corso del periodo amministrativo, ma che dovranno essere
imputati ad esercizi futuri e come tali vanno sospesi e rilevati quali passività nello stato patrimoniale
(es. risconti passivi).
 ricavi ripresi  sono i ricavi rinviati in esercizi precedenti, che ora sono di competenza dell’esercizio
corrente e quindi vanno ripresi ed imputati al conto economico

 principio di correlazione  Secondo il principio di correlazione, i costi di competenza dell’esercizio sono quelli
che si correlano – partecipano, sono funzionali - ai ricavi di competenza.

costi competenza= Σ costi conseguiti – Σ costi rinviati + Σ costi ripresi

 costi di competenza  sono quelli imputati all’esercizio e pertanto rappresentati nel conto
economico. Si ritengono di competenza dell'esercizio:
o i costi relativi ai fattori produttivi consumati dell’esercizio che hanno generato ricavi, ovvero
correlati agli stessi
o i costi relativi fattori produttivi non consumati ma che non sono ritenuti più utili per la
gestione futura, ovvero tutti quei costi ritenuti non recuperabili
o costi di futura manifestazione numeraria, anche se solamente presenti
 costi sostenuti  sono quelli rilevati nel periodo amministrativo corrente, al momento
dell’esecuzione dello scambio, indipendentemente dall’effettivo pagamento.
 costi rinviati  sono quelli rilevati nel corso del periodo amministrativo ma che dovranno essere
imputati a esercizi futuri e come tali vanno sospesi e rinviati allo stato patrimoniale (es. rimanenze
finali, risconti attivi)
 costi ripresi  sono quelli rilevati in esercizi precedenti, ma che non erano di competenza degli stessi
e cono stati così rinviati, essendo ora di competenza dell’esercizio corrente sono ripresi ed imputati al
conto economico (es rimanenze iniziali, risconti attivi).

Costi sospesi

I costi sospesi sono associati a:

 fattori acquisiti ma non ancora pienamente utilizzati, si definiscono rimanenze finale, che si distinguono in:
o rimanenze in senso stretto -> rimanenze finali di materie, merci, materiali. Le rimanenze finali di
materie, merci, materiali costituiscono dei costi sospesi e quindi rettifiche di costo rilevate
nell’esercizio in chiusura
o immobilizzazioni tecniche usate in più di un periodo amministrativo -> risconti attivi e
immobilizzazioni

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 fattori acquisiti e utilizzati, ma per i quali non vi è ancora correlazione con i ricavi.

Rimanenze

Le rimanenze sono beni per i quali sono stati sostenuti durante l’esercizio costi di acquisto virgola di trasporto, di
scarico, di conservazione virgola di produzione e che saranno venduti o consumati nell’esercizio successivo.
Costituiscono quindi componenti di reddito dell’esercizio futuro, da stornare dal reddito del presente esercizio. Le
rimanenze di fattori produttivi possono essere di materie prime, sussidiarie, di consumo, merci e altri beni destinati
alla vendita. Le rimanenze si rilevano così in bilancio:

situazione patrimoniale

attività passività
C) Attivo circolante
I. rimanenze
1. materie prime, sussidiarie e di consumo
2. prodotti in corso di lavorazione e semilavorati
3. lavori in corso su ordinazione
4. prodotti finiti e merci
5. acconti

Conto economico

Conto economico
A) Valore della produzione
2) variazione delle rimanenze di prodotti in coso di lavorazione, semilavorati e finiti (E finali – Einiziali)
B) costi della produzione
11) variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci (se rf> ri segno meno)
scritture in partita doppia

Ammortamento

L’ammortamento è un procedimento tecnico che suddivide l’intero costo sostenuto per l’acquisizione dei fattori a
lento ciclo di utilizzo nei diversi periodi d’uso imputandone una quota di competenza agli esercizi in cui i fattori
erogano utilità. L’ammortamento si rileva per quote da attribuire agli esercizi in cui l’immobilizzazione presta la
propria utilità.

Stato patrimoniale

attività passività
B) immobilizzazioni
Inserisco l’importo delle immobilizzazioni al netto del
fondo ammortamento

Conto economico

B) Costi della produzione


a) amm. imm. imm
b) amm. imm. mat

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Risconti

I risconti sono quote di costi o di ricavi non ancora maturate ma che hanno già avuto la loro manifestazione
finanziaria.

I risconti attivi esprimono quote di costo relativi a operazioni per cui si è già verificata la manifestazione monetaria
ma di competenza del futuro esercizio. Riguardano quindi costi da rinviare ai prossimi esercizi

I risconti passivi riguardano ricavi da rinviare ai prossimi esercizi.

esempio risconto attivo: Un premio assicurativo un canone di locazione pagato in anticipo rispetto al periodo di
fruizione di tali servizi. Nel caso in cui tale periodo si estende anche l'esercizio successivo è evidente che una quota
del costo totale sarà di competenza dell'esercizio in chiusura e la restante parte di quello successivo. La quattro non
di competenza dell’esercizio dovrà essere rinviata all’esercizio successivo e denominata risconto attivo.

esempio risconto passivo: Un canone di locazione incassato in via anticipata rispetto al periodo di erogazione del
servizio, perché il ricavo è già rilevato per competenza temporale, la quota non di competenza dell'esercizio in
chiusura dovrà essere rinviato l'esercizio successivo e denominata risconto passivo.

Ratei

Un rateo è una quota di uscita o di entrata futura che misura un costo o un ricavo già maturato ma non ancora
liquidato perché la relativa manifestazione finanziaria avrà luogo in esercizi futuri.

Il rateo è passivo quando misura un comportamento negativo di reddito a manifestazione finanziaria futura, maturato
ma non ancora rilevato. Esprimono debiti di formazione, associati a costi di competenza dell’esercizio, ma che
avranno manifestazione numeraria futura

Il rateo è attivo quando misura un componente positivo di reddito a manifestazione finanziaria futura, maturato ma
non ancora rilevato.

esempio: esempio, che la tua impresa abbia concesso un prestito ad un’altra società e che il pagamento avvenga su
base quadrimestrale. In questo caso la tua azienda a fine esercizio avrà un rateo attivo corrispondente alla quota di
interessi corrispondenti, il cui incasso però avverrà solo negli esercizi successivi  rateo attivo

Al contrario, se la tua impresa avesse contratto un mutuo bancario con interessi pagati semestralmente, in tal caso a
fine esercizio avrai necessità di contabilizzare un rateo passivo corrispondente alla quota interessi già maturata ma
non ancora versata all’istituto di credito.  rateo passivo

Accantonamenti

Gli accantonamenti esprimono costi di competenza dell’esercizio in cui momento di manifestazione (data) o il cui
ammontare è incerto.

Conto economico  accantonamenti per fondo manutenzioni programmate

Stato patrimoniale  fondo manutenzioni programmate

5.5Il principio di prudenza

Il generale PRINCIPIO DI PRUDENZA postula che le valutazioni di bilancio e in particolare delle componenti positive e
negative di reddito debbano essere compiute secondo due fondamentali regole:

 gli utili attesi o sperati non siano iscritti in bilancio


 le perdite presunte siano contabilizzate

5.6Le altre nozioni di capitale

 capitale di funzionamento  prospettiva di funzionamento


 capitale di rivalutazione  prospettiva di mutamento nel sistema dei prezzi
 capitale di liquidazione  prospettiva di cessazione dell’attività aziendale
 capitale economico  prospettiva di cessione dell’azienda, recesso, quotazione

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CAPITOLO 6 I PROFILI DELLA GESTIONE

6.1La gestione e i suoi profili di osservazione

Dal punto di vista economico le operazioni di gestione possono essere osservate sotto il profilo:

 reddituale
 patrimoniale
 monetario

6.2Il profilo reddituale

Il profilo reddituale indaga il formarsi dei componenti positivi e negativi di reddito che scaturiscono dalle operazioni
di gestione al fine di determinare il reddito di periodo.

Componenti negativi Componenti positivi


 costi  ricavi
 altre (svalutazioni, quote ammi  altri (sopravvenienze,
ecc.) interessi attivi ecc…

Componenti positivi – componenti negativi= reddito (utile o perdita). Il reddito misura la ricchezza prodotta
dall’azienda nel periodo temporale osservato. Tale ricchezza scaturisce dall’aver prodotto o realizzato degli output

Macro-aree
 caratteristica
 accessoria
 finanziaria
 tributaria
 istituzionale

L’area caratteristica e l’area accessoria comportano operazioni orientate alla produzione di un risultato positivo; l’area
tributaria e finanziaria invece sono per loro natura della gestione passive, poiché comportano generalmente solo il
formarsi di costi e di altri componenti positivi di reddito quali gli oneri finanziari, gli interessi passivi e le imposte
dirette.

6.3Il profilo patrimoniale

Il profilo patrimoniale indaga le modalità di formazione del capitale e le sue variazioni. Il profilo patrimoniale riguarda
il formarsi delle attività e delle passività e, per differenza, del capitale netto.

Le attività sono le condizioni positive produttive, ovvero gli elementi economicamente utili per il futuro svolgimento
della gestione. Le passività sono le condizioni negative rappresentate normalmente da obbligazioni verso terzi e sono
vincoli che gravano sull’azienda. Studiare gli effetti delle operazioni della gestione sul profilo patrimoniale significa
individuare se l’operazione in esame comporta:

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 la nascita, l’estinzione, l’incremento o il decremento di un’attività


 la nascita, l’estinzione, l’incremento o il decremento di una passività
 l’incremento o il decremento del capitale netto

ATTIVITA’ – PASSIVITA’= CAPITALE NETTO

6.4Il profilo monetario

Il profilo monetario analizza le disponibilità di moneta dell’azienda e le altre classi di valori che attengono a variazioni
di moneta

Casch inflows  CASSA  Cash outlows

Solo in casi particolari il profilo reddituale coincide con quello monetario.

Profilo reddituale Profilo monetario


1. Costi cui non 1.Impieghi di
corrispondono risorse per fattori
cash out-flows pluriennali
2. Ricavi cui non 2. Fonti di risorse
corrispondono per debiti
cash in-flows

6.5Le correlazione tra i profili della gestione

Il profilo reddituale, patrimoniale e monetario rappresentano tre aspetti dello stesso fenomeno: la gestione
aziendale.

CAPITOLO 7 LO STATO PATRIMONIALE

7.1Patrimonio e valori dell’attivo

Il patrimonio è in senso lato la ricchezza a disposizione dell’azienda i un dato momento.

Attivo (impieghi) Passivo (fonti)


A. crediti v/soci per versamenti ancora dovuti A. patrimonio netto
B. immobilizzazioni I. capitale
I. imm. imm II. riserva da sovrapprezzo azioni
II. imm. mat. III. riserva di rivalutazione
III. imm. finanziarie IV. riserva legale
C. attivo circolante V. riserva statutaria
I. rimanenze VI. riserva per azioni proprie in
II. crediti portafoglio
III. att. finanziarie che non VII. altre riserve
costituiscono immobilizzazioni VIII. utili (perdite) portati a nuovo
IV. disponibilità liquide IX. utile (perdita) d’esercizio
D. ratei e risconti B. fondi per rischi e oneri
C. TFR
D. debiti
E. ratei e risconti
tot attivo tot passivo

Il patrimonio è composto da valori numerari e non numerari (patrimoniali).

 valori numerari:
o crediti di regolamento
o disponibilità liquide
o debiti commerciali

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o fondi costi futuri


o fondi rischi
 Valori non numerari: tutti gli altri compreso il patrimonio netto.

Le immobilizzazioni

Le immobilizzazioni (immateriali, materiali, finanziarie) sono valori economici destinati a partecipare alla produzione
del reddito di più esercizi. Le immobilizzazioni sono espressione di cicli di processi produttivi non conclusi all’epoca di
redazione del bilancio.

Possono essere acquisite tramite:

 scambio
 contratti di utilizzo
 costruzioni interne I costi di produzione di tali beni vengono rilevati tra le immobilizzazioni in immobilizza
rincorso al momento del completamento della messa in funzione diverranno immobilizzazioni vere e proprie
e saranno sottoposti al processo di ammortamento.

Bisogna tener conto che l'acquisizione di immobilizzazioni comporta spesso sostenimento di oneri accessori come per
esempio il costi di trasporti o i costi di installazione, questi costi dovranno essere oggetti di riflessione in merito alla
loro capitalizzazione unitamente al costo d'acquisto della stessa.

Le immobilizzazioni sono iscritte nell’attivo di Stato Patrimoniale al netto del FONDO AMMORTAMENTO e FONDO
SVALUTAZIONE.

 La consistenza del fondo ammortamento è data dalla somma delle quote ammortamento rilevate sino
all’epoca di redazione del bilancio.
 La consistenza del fondo svalutazione è data dalla somma delle svalutazioni operate sino all’epoca di
redazione del bilancio.

Le immobilizzazioni materiali

Le immobilizzazioni materiali sono valori economici che rappresentano fattori di produzione pluriennali dotati di
materialità, come per esempio terreni, fabbricati, impianti.

Le immobilizzazioni immateriali

Le immobilizzazioni finanziarie sono valori economici che rappresentano investimenti non temporanei in strumenti
finanziari. Alcune di queste risorse sono dei veri e propri bene come per esempio i marchi, i brevetti, i diritti d'autore;
altre sono invece dei costi che si ritengono avere un’utilità pluriennale e come tali sono capitalizzabili come, per
esempio, i costi di ricerca virgola di sviluppo, d'impianto eccetera.

L’avviamento

L’avviamento è una particolare immobilizzazione immateriale che esprime l’incremento di valore che l’insieme dei
valori aziendali subisce per effetto del coordinamento dei beni in un sistema efficiente.

Le rimanenze

Le rimanenze sono valori economici comuni a più esercizi espressione di cicli di processi di produzione in corso
all’epoca di redazione del bilancio.

Le rimanenze di beni destinati al mercato avranno realizzo diretto, tramite vendita e generazione di ricavi, le
rimanenze di beni destinati a entrare nel processo produttivo avranno realizzo indiretto perché saranno incorporate
gli altri beni destinati alla vendita punto. Sono rimanenze le merci, materie, prodotti finiti e in corso su ordinazione e i
risconti.

I crediti commerciali

I crediti commerciali sono valori numerari o finanziari che sostituiscono temporaneamente la moneta, derivano da
dilazione di pagamento, totali parziali, concessa agli acquirenti in occasione di transazioni commerciali e formalmente

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rappresentano il diritto di credito dell'azienda nei confronti di altri soggetti. I crediti sono rilevati al valore nominale,
ma, nel caso in cui siano si siano manifestate o siano presumibili delle perderete, devono essere svalutati. La
svalutazione comporta l’imputazione all'esercizio di un componente negativo di reddito che misura il valore del
credito che non potrà essere più esigibile, il credito originariamente scritto nello stato patrimoniale al valore
nominale viene rettificato indirettamente dal fondo svalutazione.

Le attività finanziarie e le disponibilità liquide

Le attività finanziarie sono costituite da valori relativi a immobilizzazioni finanziarie, crediti e disponibilità liquide
destinati allo scambio.

Le disponibilità liquide sono costituite da denaro, valori in cassa, assegni, conti correnti bancari e postali, valori bollati

Ratei e risconti

I ratei e i risconti attivi sono valori di Stato Patrimoniale che derivano da un giudizio di competenza economica
espresso con riferimento a costi e/o ricavi.

I ratei attivi sono valori numerari espressione di crediti di regolamento in fase di formazione connessi a ricavi di
competenza dell’esercizio la cui manifestazione numeraria è futura. (es. prestazione erogata dall’azienda, in parte
nell’esercizio in chiusura e in parte in quello successivo, per la quale il ricavo e il correlato incasso o credito si
manifesterà solo nell’esercizio successivo).

I risconti attivi sono valori economici espressione di quote di costi di competenza del futuro esercizio la cui
manifestazione numeraria è già avvenuta. (es. un premio di assicurazione pagato nel periodo amministrazione in
chiusura, ma di competenza anche di quello successivo).

7.2I valori del passivo

Le passività sono valori numerari e non numerari afferenti allo Stato Patrimoniale che esprimono i vincoli che gravano
sulla gestione futura, sono principalmente rappresentate da obbligazioni verso terzi. Il patrimonio netto è costituito
dai valori non numerari espressione della ricchezza netta dell’azienda.

I debiti

I debiti sono valori numerari (se di regolamento) o non numerari (se di prestito) che svolgono diverse funzioni.
Secondo la natura del debito possiamo distinguere in:

 debiti di regolamento  sono sostituti temporanei della moneta


 debiti di prestito  l’oggetto di negoziazione è la moneta stessa

Il trattamento di fine rapporto

Il Trattamento di fine rapporto è un debito verso i lavoratori dipendenti che viene erogato nel momento di cessazione
del rapporto di lavoro. Esso ha una scadenza incerta che dipende da elementi propri della posizione lavorativa del
dipendente; l’esistenza e l’ammontare invece sono certi.

I fondi

I fondi rischi esprimono un debito destinato a coprire un costo probabile e indeterminato nell’ammontare. I fondi
oneri futuri esprimono un debito destinato a coprire un costo certo ma indeterminato nell’ammontare. Questi due
fondi hanno un’autonoma rilevazione rispetto ai debiti.

Ratei e risconti passive

I ratei e i risconti passivi sono valori di Stato Patrimoniale che derivano da un giudizio di competenza economica
espresso con riferimento a costi e/o ricavi.

I ratei passivi sono valori numerari espressione di debiti di regolamento in fase di formazione connessi a costi di
competenza dell’esercizio, la cui manifestazione numeraria è futura. (es. prestazione di cui l’azienda usufruisce, in

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parte nell’esercizio in chiusura e in parte in quello successivo, per la quale il costo e il correlato pagamento o debito si
manifesterà solamente nell’esercizio successivo).

I risconti passivi sono valori economici espressione di quote di ricavi di competenza del futuro esercizio la cui
manifestazione numeraria è già avvenuta. (es. canone di locazione, incassato nel periodo amministrativo in chiusura
ma di competenza anche di quello successivo).

7.3 Il patrimonio netto

Il patrimonio netto individua, per differenza tra attività e passività, il valore attribuibile ai mezzi propri dell’azienda.
Esso è formato da:

1. Capitale sociale Il capitale sociale esprime il valore nominale attribuito ai conferimenti promessi (o eseguiti
dai soci) in sede di costituzione della società o per effetto di aumenti di capitale. Le variazioni di capitale
sociale sono riconducibili a fattispecie diverse:
a. aumenti di capitale (reali o gratuiti)
b. riduzioni volontarie
c. recesso del socio
d. perdite operativi (che ridono il capitale sociale)
e. conversione di obbligazioni convertibili
2. Riserve Le riserve sono quote di patrimonio netto poste a garanzia (come per il capitale) nei confronti dei
terzi. Le riserve si distinguono in:
a. riserve da utili (legale, statutaria, facoltativa)
b. riserve da capitale (sovrapprezzo, rivalutazione)
3. Utile (perdite) di esercizi precedenti
4. Utile (perdite) di esercizio  L’utile esprime la ricchezza prodotta per effetto della gestione aziendale nel
periodo di riferimento del bilancio

7.4 Forme struttura e contenuto

La riclassificazione delle voci dello stato patrimoniale può essere fatta:

 secondo origine
 per natura
 per destinazione

Lo schema di SP secondo il criterio finanziario

La riclassificazione delle voci di Stato Patrimoniale per natura è finalizzata a osservare l’aspetto finanziario relativo alla
liquidabilità delle voci nel breve vs medio-lungo periodo.

Stato patrimoniale riclassificato con criterio finanziario


Attività a breve: Passività a breve:
 cassa  debiti vs fornitori con scadenza inferiore ai 12 mesi
 crediti vs clienti scadenza inferiori ai 13 mesi  debiti di finanziamento con scadenza inferiori ai 12
 crediti di finanziamento scadenza inferiore ai 12 mesi
mesi  ratei e risconti passivi
 ratei e risconti attivi  fondi per rischi ed oneri

Attività a medio/lungo termine: Passività a medio/lungo termine:


 crediti vs clienti con scadenza superiore ai 12 mesi  fondi per rischi e oneri trattamento di fine rapporto
 crediti di finanziamento con scadenza superiore ai  debiti vs fornitori con scadenza superiori ai 12 mesi
12 mesi  debiti di finanziamento con scadenza superiori ai 12
 immobilizzazioni immateriali mesi
 immobilizzazioni materiali  ratei e risconti passivi
 partecipazioni e latri titolo immobilizzati
 ratei e risconti attivi
Patrimonio netto

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Lo schema di SP secondo il criterio funzionale

La riclassificazione delle voci di Stato Patrimoniale per destinazione è finalizzata a osservare la connessione delle voci
con l’area caratteristica vs altre aree della gestione.

Stato patrimoniale riclassificato con criterio funzionale


Attività circolanti Passività circolanti
Attività immobilizzate Passività consolidate
Disponibilità liquide Patrimonio netto

CAPITOLO 8 IL CONTO ECONOMICO

8.1 Risultato e valori del conto economico

Il conto economico è il modello di sintesi che offre rappresentazione quantitativa del reddito di periodo. I valori
accolti nel conto economico sono valori non numerari (economici) reddituali I valori che formano il conto economico
sono imputati all’esercizio in base al principio di competenza.

Il conto economico può assumere due forme:

 a sezioni divise e contrapposte


 sezione unico-scalare

Conto economico
Componenti negativi Componenti positivi
Rimanenze iniziali Ricavi delle vendite
Costi per materie prime e servizi Ricavi della prestazione di servizi
Ammortamenti e accantonamenti Rimanenze finali
Ec…. Proventi finanziali
Utile d’esercizio Ecc…

Lo schema civilistico (art. 2425) CE a valore e costi della produzione


A. valore della produzione
B. costi della produzione
Differenza tra valore e costi della produzione A-B
C. proventi e oneri finanziari
D. rettifiche di valore di attività finanziarie
Risultato prima delle imposte= A-B+C+D
22) -Imposte d’esercizio
23) Utile di esercizio

8.3 Il conto economico a ricavi e costi del venduto

Conto economico a ricavi e costi del venduto n-1 n


 Ricavi delle vendite
 Ricavi da prestazioni di servizi
 (resi su vendite)
 (abbuoni su vendite)
A) Ricavi del venduto
 Costi per acquisti materie prime, semilavorati e merci
 Costi per servizi
 (resi su acquisti)
 (abbuoni su acquisti)
 costi per il godimento di beni di terzi
 costi per il personale dipendente
 oneri diversi di gestione

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 quota trattamento fine rapporto


 ammortamento immobilizzazioni materiali
 ammortamento immobilizzazioni immateriali
 accantonamento al fondo svalutazione immobilizzazioni
 svalutazione immobilizzazioni
 accantonamento al fondo costi futuri
 accantonamento al fondo rischi
 rimanenze iniziali materie prime
 rimanenze iniziali semilavorati
 rimanenze prodotti finiti e merci
 rimanenze iniziali di lavori in corso su ordinazione
 (rimanenze finali materie prime)
 (rimanenze finali prodotti finiti e merci)
 (rimanenze finali di lavori in corso su ordinazione)
 (incrementi d’immobilizzazioni per lavori interni)
B) Costo del venduto
Reddito caratteristico (A-B)
 Altri ricavi
 altri proventi
 interessi attivi
 proventi finanziari
 (svalutazioni di attività finanziarie)
C) Reddito accessorio
Reddito operativo aziendale (A-B+C)
 interessi passivi
 altri oneri finanziari
D) Oneri finanziari
Reddito lordo di competenza (A-B+C-D)
 Proventi straordinari
 (oneri straordinari)
E) Saldo dei componenti straordinari di reddito
Reddito ante imposte
(imposte di esercizio)
Risultato netto di esercizio

CAPITOLO 9 IL REDICONTO FINAZIARIO

9.1La necessità del rendiconto finanziario

Il Rendiconto Finanziario è il modello di sintesi che offre la rappresentazione quantitativa della dinamica finanziaria
nel periodo di riferimento. Permette di evidenziare informazioni su:

1. Liquidità prodotta;
2. Modalità di impiego del surplus monetario della gestione caratteristica;
3. Fonti di finanziamento del fabbisogno monetario;
4. Scelte di finanziamento e impiego;
5. Cause delle differenze tra flussi reddituali e finanziari.

Il rendiconto finanziario assolve tre fondamentali finalità:

 Offre informazioni sulla struttura finanziaria dell’impresa;


 Permette di effettuare paragoni sulla solidità e liquidità di imprese concorrenti;
 Offre indicatori sulla certezza e tempistica dei futuri flussi finanziari.

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In generale, il rendiconto finanziario offre informazioni sulle voci di Bilancio non immediatamente disponibili dal
Conto Economico e dallo Stato Patrimoniale.

9.2La risorsa finanziaria di riferimento

Il rendiconto finanziario deve analizzare le cause delle variazioni delle risorse finanziarie che si sono verificate nel
periodo, quindi, può essere costruito ponendo come oggetto d’analisi una delle seguenti risorse finanziarie di
riferimento:

 la liquidità è rappresentata dal denaro in cassa (cash) e altre grandezze equivalenti al denaro (cash
equivalents)

LIQUIDITA’ variazione
+ depositi bancari e postali N-(N-1)
+ denaro e valori in cassa (assegni, vaglia, bolli…, titoli a breve termine) N-(N-1)
=liquidità immediate N-(N-1)
- liquidità negativa (debiti verso banche, cioè debiti a breve) N-(N-1)
= liquidità netta N-(N-1)

 la posizione finanziaria netta La posizione finanziaria netta è rappresentata dall’indebitamento netto
connesso all’area finanziaria

+ disponibilità liquide
+ attività finanziare
- debiti finanziari a breve termine
= posizione finanziaria netta a breve
- posizione finanziaria netta a medio/lungo termine
= posizione finanziaria netta

 il capitale circolante Il capitale circolante netto esprime un astratto fondo di valori riferiti a un determinato
istante che serve per misurare il flusso di cassa (cash flow) o reddito spendibile. Può essere visto in due
aspetti:
o criterio finanziario: capitale circolante finanziario netto= attività e passività a breve termine
o criterio funzionale: capitale circolante operativo netto= attività e passività della gestione caratteristica
(correnti)

9.3La struttura del rendiconto finanziario

impieghi fonti
Incrementi dell’attivo incrementi del passivo
Decrementi del passivo decrementi dell’attivo
Decrementi di capitale netto: incremento di capitale netto:
 dividenti e rimborsi  aumenti di capitale
 costi  ricavi

E’ necessario individuare le cause delle variazioni delle fonti e degli impieghi  riclassificare per aree e per gestione
corrente vs non corrente.

Gestione caratteristica

impieghi fonti
Corrente  flusso finanziario negativ  flusso finanziario

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 variazioni di ccon positivo


 variazioni di ccon
Non  investimenti  disinvestimenti
corrente  +/- var. TFR

Gestione patrimoniale

impieghi fonti
corrente Sostenimento di costi Conseguimento di ricavi
Non corrente Investimenti non strumentali Disinvestimenti non strumentali

Gestione finanziaria

impieghi fonti
corrente Oneri finanziari
Non corrente  rimborso finanziamenti  accensione finanziamenti
 rimborso capitale  aumento a pagamento di
 dividendi capitale sociale
 acquisto azioni proprie  cessione azioni proprie
Gestione tributaria

impieghi fonti
corrente Pagamento imposte Rimborso imposte
Non corrente
Gestione straordinaria

impieghi fonti
corrente
Non corrente Flusso negativo Flusso positivo
L’afferenza alla gestione straordinaria non deriva dall’entità o dalla frequenza ma da criteri di competenza e di
pertinenza con l’attività ordinaria.

9.4La costruzione del rendiconto

Il rendiconto finanziario delle variazioni di ccn (criterio finanziario)


Ricavi netti
+ rimanenze finali
- rimanenze iniziali
- costi d’acquisto
- costo del lavoro
- costi generali amministrativi
- svalutazione crediti
- accantonamenti a fondi del circolante
- altri costi operativi
= FLUSSO FINANZIARIO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA CORRENTE

Il rendiconto finanziario delle variazioni in ccn (criterio finanziario)

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Utile netto
+ tfr
+ ammortamento
+ svalutazioni
+ accantonamenti a fondi non del circolante
+/- minusvalenze/plusvalenze
+ oneri finanziari
- proventi finanziari
+ imposte sul reddito
+/- oneri/proventi straordinari
= FLUSSO FINANZIARIO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA CORRENTE

Rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità


= Flusso finanziario della gestione caratteristica corrente
+ variazione decrementative di attività correnti
+ variazioni incrementative di passività correnti
- variazioni incrementative di attività correnti
- variazioni decrementative di passività correnti
= FLUSSO MONETARIO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA

CAPITOLO 10 IL BILANCIO

10.1Il concetto di bilancio

Il Bilancio è il documento che rappresenta e dimostra i risultati patrimoniali ed economici di un’impresa in un


determinato momento della sua vita.

Permette di evidenziare informazioni:

1. Andamento della gestione aziendale;


2. Determinazione e variazione del capitale e del reddito;
3. Per soggetti terzi all’impresa.

Il Bilancio è un sistema di modelli che devono essere analizzati congiuntamente per offrire il massimo potenziale
informativo.

Il bilancio può essere definito:

1. Ordinario
2. Straordinario
a. di liquidazione
b. di trasformazione
c. per la determinazione del rapporto di cambio
d. per la determinazione del sovrapprezzo azioni
e. di cessione
f. per la determinazione della quota del socio recedente
g. per il conferimento d’azienda
h. per le procedure concorsuali

10.4 Nozione di bilancio dell’ordinamento italiano

“Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in termini veritieri e corretti la situazione
finanziaria e patrimoniale della società e il risultato economico d’esercizio.”

Oltre alla clausola generale sono stati individuati i seguenti principi per la redazione del bilancio:

 Going concern principle


 Principio della prudenza e della prevalenza della sostanza sulla forma 3. Iscrizione dei soli utili realizzati

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 Principio di competenza
 Valutazione separata degli elementi eterogenei
 Valutazione dei rischi e perdite di competenza
 Continuità dei criteri di valutazione

Le ipotesi per una corretta rappresentazione delle operazioni di gestione nel bilancio d’esercizio sono:

 Le operazioni di gestione sono correttamente espresse nei documenti amministrativi (es. fatture)
 La contabilità sistematica è idonea a rilevare le operazioni indicate nei documenti amministrativi
 I valori di bilancio sono correttamente dedotti da un idoneo sistema di rilevazioni (val. certi e stimati)
 I valori congetturati sono determinati in modo 4 coerente con le ipotesi di gestione

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