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245 “Professori contro il regime”

Si parla di professori universitari che non hanno accettato di sottoscrivere il programma fascista all'interno
dell'università, perché gli ebrei sono stati cacciati da qualsiasi forma di istituzione pubblica compresa la
scuola, ma non sono stati cacciati soltanto loro, anche tutti quelli che dimostravano di voler continuare un
loro percorso di istruzione diverso dal partito fascista o del pensiero fascista sono stati allontanati. C'erano
degli ispettori che nelle scuole andavano per monitorare l'operato dei professori, c'erano i bambini cresciuti
in quel periodo che vivevano in famiglie in cui si diceva che era pericoloso porsi contro il pensiero fascista, e
i bambini che andavano a casa, riferivano eventualmente ciò che l'insegnante diceva in classe e i genitori di
questi bambini andavano a denunciare l'insegnante.

Se era pericoloso quello che l'insegnante poteva dire alle elementari, alle medie e alle superiori,
all'università era peggio, quanto questo sarebbe diventato pericoloso perché lì si è maturi e quindi parlare
con persone mature vuol dire sollecitare in qualcuno delle riflessioni Che potrebbero essere considerate
controproducenti, permettere ad una persona di pensare liberamente con la propria testa è il massimo
della libertà che gli si possa concedere, il massimo perché permette a questa persona di farsi un'idea
consapevole in funzione dei vari elementi che tu le fornisci e di decidere. Quindi chi dice tutto quello che
deve dire in modo oggettivo non è che sta condizionando, ma sta mettendo sul piatto della bilancia tutti i
possibili spunti di riflessione, che chi ascolta è libero di cogliere oppure no, però anche quella è una libertà,
e di quello che viene detto uno può cogliere una parte e un altro un'altra, la libertà di pensiero quindi è
qualcosa che deve essere annullata in un sistema autoritario come quello dittatoriale, quindi i professori
universitari sono pericolosi più di tutti gli altri.

C'è qualcuno che rifiuta però di sottoscrivere il programma universitario del partito fascista voluto da
Mussolini, Studiato dai suoi uomini di cultura e a questo punto qualcuno viene cacciato, qualcuno invece
subisce delle ripercussioni perché non insegna più all'università, ma diffonde comunque il suo pensiero,
allora questo verrà perseguitato, carcerato, mandato a confine o peggio.

In questo pezzettino sul libro ci sono i nomi dei professori, 12 hanno sottoscritto nello specifico quel rifiuto
e quindi meritano di essere sentiti come nomi e ricordati perché hanno avuto un coraggio che non tutti
avrebbero avuto. LEGGE

Spiegazione:

Dite solo quello che Il regime fascista vuole che diciate(rivolto ai professori). Tutti questi 12 docenti su 1250
hanno perso la cattedra, qualcuno di questi ha perso anche la vita proprio per il continuo proclamare il suo
essere contrario al partito fascista, qualcuno di questi ha lasciato l'Italia subito dopo questo evento per
evitare ripercussioni soprattutto sulla famiglia. A questi 12 si aggiunge anche lo storico Gaetano Salvemini
(critica la guerra di Libia) e lui dice una cosa molto importante “la storia non è pura conoscenza di dati di
fatti, quella è la parte mnemonica, ma la storia deve essere in realtà il movente attraverso il quale io
prevedo la costruzione del futuro, se questo mi viene vietato perché devo dire una cosa sbagliata in cui non
credo, non sto facendo quello che ho deciso di fare (Se non mi è permesso di insegnare come io ritengo sia
opportuno farlo me ne vado). Lui se ne va a Londra (fa un po’ la scelta di Galileo che se ne va per le torture,
ma anche perché se si fa uccidere smette di studiare e di avere la possibilità di comunicare i suoi
studi🡪rivoluzionario) Salvemini dice la stessa cosa “potrei lottare contro questo sistema però probabilmente
sarei eliminato subito dopo. Questo vale la pena in quanto tale o forse la possibilità che possa tornare a
fare ciò che di corretto c'è e a lottare al di fuori per abbattere quel sistema sbagliato forse sarebbe meglio?”
fa quella scelta. Prima si rifugia a Parigi (come molti altri), quando però Parigi non sarà più vivibile allora
tanti si sposteranno a Londra tra cui lui (radio Londra sarà la radio dalla quale verranno trasmessi tutti i
programmi inerenti a quello che sta realmente accadendo in Europa durante la guerra, perché negli Stati in
guerra non era possibile ufficialmente dire quale fosse lo stato delle cose. gli italiani non sapevano come la
guerra stesse andando, la gente non aveva da mangiare, le città venivano bombardate; allora segretamente
chi era riuscito a mantenere la radio e poteva permettersi di ascoltare segretamente, ascoltava radio Londra
e lì le notizie erano vere.) Dall'estero tanti rifugiati organizzavano la possibilità di creare quella resistenza di
cui parleremo e quindi è una scelta lottare a viso aperto direttamente, subendo subito le conseguenze
oppure proporre qualcosa per il futuro. I comunisti ovviamente erano i nemici peggiori del fascismo perché
erano agli antipodi, estrema destra🡪fascismo, estrema sinistra🡪 comunismo; e i comunisti furono tra coloro
che per la maggior parte vennero perseguitati e per la maggior parte fuggirono.

Nell'immagine a pag. 247 c'è un personaggio che poi diventerà protagonista sia della resistenza, dal 43 in
poi in Italia, sia della politica italiana degli anni 80, ovvero il presidente della Repubblica Sandro Pertini. È
stato un presidente che ha fortemente creduto nella creazione di un’Italia libera, lui era di stampo socialista
e poi parzialmente comunista, ma fondamentalmente socialista e come tale ha lottato durante il periodo
tra il 43 e il 45 perché l'Italia diventasse libera, però a sua volta era fuggito prima, poi è stato messo in
carcere e ha subito alcune persecuzioni ed è stato picchiato, però ha lottato per questa libertà. Turati è un
altro fondatore del partito socialista, anche lui ha fatto quel che ha fatto finché ha potuto rimanere in Italia
e poi se n'è andato per proseguire l'organizzazione di un sistema postfascismo dal momento in cui si è
creato gli strumenti per abbattere quel fascismo. Rosselli purtroppo morì insieme al fratello in un agguato
fascista.

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