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Per assorbire questa produzione di massa era necessario che tutti i cittadini acquistassero i beni
prodotti. A dare un notevole impulso in questa direzione provvidero in particolare tre elementi:
- la diffusione delle innovative tecniche pubblicitarie: laddove una certa necessità non sia
incombente, essa deve essere sentita dal pubblico, tramite la pubblicità.
- il successo delle nuove forme di distribuzione, tra cui soprattutto i grandi magazzini.
- la possibilità di pagamenti rateali.
Questi elementi però non saranno sufficienti per coprire tutta la produzione e quindi diventerà
inutilizzata.
Gli Stati Uniti desideravano dimenticare i sacrifici della guerra. Volevano distrazioni e divertimenti.
Questi anni sono passati alla storia come «i ruggenti anni Venti».
Viene proposta la bellezza di questo periodo storico come la Belle Epoque in Francia, quindi c'è un
tentativo di sostituirsi alla vecchia Europa anche attraverso la grandezza e al divertimento.
Tra il 1927 e il 1929, il valore delle azioni raddoppiò; le azioni rappresentano l'andamento
dell'azienda e il loro valore corrisponde al profitto dell'azienda, quindi alla fine di ogni anno ci sono
gli utili e ogni singolo acquirente delle azioni è un proprietario di quell'azienda; gli utili vengono
distribuiti tra tutti gli azionisti in percentuale relativa alle azioni che si possiedono. Il miraggio di
guadagni facili e rapidi fece diventare l'investimento in Borsa un fenomeno di massa e quindi
accessibile a tutti. La Borsa è molto pericolosa e per quotare bisogna avere tempo da dedicare alla
visione costante dei risultati del mercato (vedere quale percorso stanno facendo le proprie azioni) ed
essere competenti; non c'è niente di più virtuale della Borsa, perché non c'è più soltanto
l'investimento nei confronti di un'azienda ma c'è anche la speculazione, che è sempre negativa in
questi casi - speculare significa fare in modo che un'azione risulti più vantaggiosa o gonfiare il suo
valore in modo tale da ingolosire gli acquirenti e ciò equivale a mentire; chi specula vende le
proprie azioni al prezzo massimo che esse hanno raggiunto e tutti gli altri rimangono in una
situazione disastrosa -.
IL CROLLO DELLA BORSA
Questo è un po' quello che accadde il 4 ottobre 1929 (giovedì nero) a Wall Street: dopo questo
clima di investimento di massa, i fondi investiti erano parecchi e gli investimenti avvenivano anche
da parte di coloro che non avevano tutto il denaro sufficiente per farli. In questo caso, la gente non
poteva richiedere il denaro alle banche, perché esse non fornivano i prestiti (in quanto non erano
sufficientemente garantiti), e allora investivano una porzione di denaro che possedevano,
chiedevano dei prestiti a dei tramiti e questi avevano una sorta di fiducia verso le banche; in questo
modo, le banche prestavano a questi tramiti, che a loro volta prestavano il denaro all'investitore
piccolo e quest'ultimo, una volta ricevuto l'utile, restituirà il prestito e ci guadagnerà anche un po'. Il
miraggio del guadagno facile, senza un lavoro effettivo, diventò diffusissimo; il problema era che la
sovrapproduzione si incastrava con il sistema di speculazione e a un certo punto, le aziende si
bloccheranno, non saranno più così redditizie perché la sovrapproduzione impedirà di vendere,
l'utile non ci sarà come era stato previsto, gli squali (chi si era approfittato speculando) si ritireranno
e il disastro coinvolgerà la Borsa, che crollerà a causa dello sgonfiore improvviso della bolla
speculativa. Questo crollo della Borsa significa che il mercato crolla a cascata, i piccoli investitori
non hanno più la possibilità di ricevere gli utili e a loro volta non hanno più la possibilità di
restituire il denaro che è stato loro prestato dai tramiti, i quali non si possono più affidare alle
Banche perché esse chiudono gli sportelli per evitare di andare sul lastrico - scenario che
accadrebbe se dovessero restituire tutto il denaro - e quindi sul lastrico finiscono tutti gli altri. Da
quel giovedì, per un mese, una serie di uomini e donne si suicidò, in quanto i loro investimenti
avevano solo portato al fallimento, nonostante gli sforzi per tenere il mercato sotto controllo;
addirittura c'erano degli alberghi vicino a Wall Street che non facevano più entrare i clienti per
paura che questi si buttassero dalle finestre dei piani alti. Quindi si creò un clima di terrore che
caratterizzerà gli Stati Uniti per un periodo di tempo piuttosto consistente - anche se a partire dal
1932 arriverà un Presidente democratico (Roosevelt) che cercherà di risolvere lentamente, ma
progressivamente, la situazione -.
Prima di Roosevelt, ci fu Hoover, un Presidente repubblicano che però non riuscì a raggiungere
grandi risultati.
La crisi borsistica produsse una serie di effetti a catena: il crollo si estese alle banche e mise in
difficoltà le industrie che non potevano più avere prestiti e quindi chiusero; ne derivò un aumento di
disoccupati e una conseguente diminuzione dei consumi, che portò a ulteriori licenziamenti.
Hoover rifiutò di sganciare il dollaro dalla parità con l'oro - quindi non lo volle rendere
particolarmente competitivo in campo europeo -, mentre il governo approvò, nel 1930, un
provvedimento rigidamente protezionista chiamato Smoot-Hawley Tariff Act. Il dollaro, in
precedenza, era molto forte e ciò significava che, comprando prodotti americani, le altre monete ne
pagavano le conseguenze; svalutando la moneta, si diventa concorrenziali: si guadagna di meno
rispetto a prima, ma meno di nulla.
L’ELEZIONE DI ROOSEVELT
Nel 1932, nel clima delle elezioni presidenziali, il candidato democratico Franklin Delano
Roosevelt impostò la propria campagna su un'immagine alternativa a quella di Hoover: promise una
politica meno supina agli interessi dei ceti più abbienti e più attenta alle esigenze e alle speranze
della gente comune; inoltre, invitò gli americani a mobilitarsi e ad avere fiducia nel futuro e nelle
prospettive del Paese. [Possiamo paragonare dal punto di vista psicologico Roosevelt a Diaz dopo
Cadorna. Dopo la strage di Caporetto Cadorna verrà sostituito da Diaz e quest’ultimo, attraverso un
atteggiamento diverso, riuscì a spronare i militari italiani che riusciranno a rialzarsi. Roosevelt farà
questo; parlerà molto con la popolazione e diventeranno famose “le chiacchierate davanti al
caminetto”. Roosevelt si presenterà una/due volte alla settimana davanti al popolo dove spiegherà lo
stato del Paese i quel momento, cercando di sollecitare il popolo e ringraziandolo per i suoi
sacrifici]
La vittoria di Roosevelt, nel novembre del 1932, fu nettissima. Il nuovo presidente costituì un brain
trust («consorzio di cervelli»), un gruppo di ricercatori e specialisti con il compito di approntare un
programma politico e sociale utile a far uscire il Paese dalla crisi.
IL NEW DEAL
Per reagire alla crisi, Roosevelt propose il New Deal, il «nuovo corso», una politica di intervento da
parte dello Stato, mirata a innalzare il reddito pro capite e a rafforzare la domanda. In questo modo
ogni singolo individuo deve vedere rafforzato il proprio stipendio e così si avrà un sistema
economico più agile: si ha la possibilità di acquistare di più, se compro vuol dire che richiedo e
quindi si produce di più. Domanda e offerta corrispondono c’è un grandissimo equilibrio.
Roosevelt, forte del successo elettorale ottenuto nel 1936 (venne rieletto), si appellò al popolo
indicando nella Corte suprema l’organo rappresentante dei ceti più abbienti, che si opponevano a un
programma di redistribuzione della ricchezza.
Il contrasto fu accesissimo e si concluse solo nel 1937, quando Roosevelt riuscì a sostituire alcuni
giudici con elementi più favorevoli alle proposte della sua amministrazione.
I RISULTATI GENERALI DL NEW DEAL
Il New Deal modificò significativamente il rapporto tra Stato e società:
- a partire dagli anni Trenta, negli USA si gettarono le basi del cosiddetto Welfare State (o «Stato
del benessere»), un sistema in cui lo Stato assicurava dei diritti primari ai cittadini;
- l’amministrazione pubblica e la burocrazia si espansero;
- mutò il rapporto tra lo Stato e l’economia (il potere pubblico si proponeva come elemento di
regolazione del sistema economico);
- si modificò radicalmente la concezione del ruolo dei sindacati, che divennero legittimi e
significativi interlocutori politici.
I risultati strettamente economici del New Deal non furono entusiasmanti (in generale), ma gli
Americani percepirono l’età rooseveltiana come una fase in cui la politica aveva saputo dare
risposte efficaci alla crisi economica e alle difficoltà dei cittadini.