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STORIA

Belle epoque

1) Alla fine dell’Ottocento si assistette in Europa a un generale miglioramento delle condizioni di vita.

Questo periodo viene chiamato Belle époque per sottolinearne i caratteri di benessere che visse la società europea
del tempo.

Termine coniato alla fine della Prima guerra mondiale per segnare il contrasto tra quel periodo e il periodo bellico.

Il termine è in francese perché l’importanza di Parigi fu indiscussa: punto di riferimento culturale, della moda e del
divertimento. Fu sede dell’Esposizione universale nel 1889 (Tour Eiffel) e nel 1900, anno anche delle Olimpiadi,
seconde dell’era moderna.

Parigi fu l’apice e il centro di un’espansione di respiro europeo. L’economia si rafforzò in tutto il continente e
nacquero grandi banche, industrie di costruzioni navali, società commerciali su scala mondiale.

Le carestie erano un lontano ricordo perché grazie alle ferrovie si potevano trasportare generi alimentari ovunque e
con rapidità.

L’energia elettrica non arrivava solo alle industrie, ma comparve l’illuminazione stradale e dei locali, l’alimentazione
per i trasporti pubblici.

Per i benestanti nacquero anche il riscaldamento centralizzato, l’ascensore e i servizi igienici.

AMBITO SOCIALE:

A cavallo tra ‘800 e ‘900 nacque in Europa e America un fenomeno definito “società di massa” per indicare il ruolo
che le masse ebbero in campo sociale e politico.

Le masse avevano già avuto un ruolo attivo, soprattutto con la Rivoluzione francese e in molti eventi dell’Ottocento,
ma le caratteristiche che ebbe la società di massa a cavallo dei due secoli furono peculiari.

-URBANIZZAZIONE

-L’avvento della società di massa cambiò molte abitudini.

Il tempo non lavorativo: il tempo era quello trascorso in fabbrica e quello di riposo quello non in fabbrica. Con la
riduzione delle ore di lavoro si poneva il problema di cosa fare.

Milioni di persone si riversarono allora nei caffè, nei ristoranti, nei locali da ballo e nei cinema, aumentarono i lettori
di giornali e, a fine ‘800 nacque il turismo. Rimase per un bel po’ appannaggio dei ricchi, ma presto anche la piccola
borghesia iniziò a frequentare località balneari o altro.

Lo sport divenne una passione collettiva ed era molto più economico del turismo. Rugby, pugilato, football e ciclismo
furono seguiti da molti appassionati.

La fine della recessione economica, sul termine dell’Ottocento, permise un aumento dei salari e favorì la domanda di
beni di consumo.

In passato solo i più ricchi potevano permettersi l’acquisto di beni non necessari, ma con la società di massa questo
divenne una possibilità per quasi tutti, così da migliorare il proprio stile di vita.

Nacquero anche nuove modalità di vendita. I grandi magazzini, store dove si potevano trovare merci di ogni genere a
basso prezzo perché fabbricati in serie.

Nacque la pubblicità (sui giornali e nei manifesti stradali) per poter raggiungere le vaste masse in poco tempo e
catturare l’interesse degli acquirenti.

-EMIGRAZIONE
AMBITO ECONOMICO:

L’aumento della domanda di beni pose il problema di come questi beni potessero essere prodotti. Il vecchio artigiano
che produceva pochi pezzi e l’industria tradizionale non permettevano di produrre numeri di pezzi abbastanza
elevati.

Nacque la produzione in serie. Ideata per ottimizzare il lavoro e aumentare la produzione:

Eliminazione delle pause, aumentare i salari secondo incentivi, selezione e formazione dei lavoratori

Questo metodo venne applicato per la prima volta nelle fabbriche automobilistiche della Ford

Lo sfruttamento migliore delle nuove invenzioni e la capacità di produzioni di massa si potevano ottenere solamente
con la creazione di grandi industrie.

Queste vennero create attraverso la concentrazione industriale e finanziaria. Attraverso accordi e fusioni tra le
aziende nacquero trust e cartelli che crearono monopoli di una o poche aziende che producevano quello necessario
stabilendo da sole un prezzo e senza temere alcuna concorrenza.

La gestione di queste aziende era molto complesso perché oltre al mantenimento di stabilimenti, macchinari e
persone aveva bisogno di investimenti per nuove tecnologie.

Nacquero così le multinazionali, imprese con filiali in diversi Paesi europei e non per aggirare i dazi doganali imposti
dai governi a cavallo del ‘900.

AMBITO POLITICO:

La massa ebbe un ruolo importante in società, ma anche in politica.

Soprattutto il proletariato urbano si fece consapevole delle proprie forze e iniziò a chiedere diritti e tutele.

Una delle richieste era il diritto di voto. In Francia (con Napoleone III) e Germania (una camera del parlamento) era
già presente il suffragio universale maschile, ma negli altri Paesi si votava in base al censo.

Tra Ottocento e Novecento si prese consapevolezza della forza delle masse e si fece largo l’idea che non solo chi
avesse un certo reddito avesse diritto a una rappresentanza.

I Paesi che lo introdussero: 1907 Austria-Ungheria; 1898 Norvegia, 1907 Svezia; 1912 Italia; 1917 Paesi Bassi; 1918
Gran Bretagna. Anche la Russia nel 1917, ma in un contesto socialista e non democratico.

Il suffragio universale fu possibile anche grazie al rafforzamento dei sindacati e dei partiti socialisti che proprio dalle
masse traevano sostentamento.

I partiti liberali difendevano gli interessi borghesi e capitalisti, i partiti socialisti avevano come base elettorale gli
operai. 

Con il suffragio trassero giovamento anche altri partiti di massa, oltre a quelli socialisti, anche quelli di orientamento
cattolico.

I partiti di massa erano molto diversi da quelli tradizionali:

Non si basavano su una ristretta élite di intellettuali e politici in Parlamento, ma avevano un’organizzazione nazionale

La conseguente creazione di una struttura adeguata, definizione di regole e selezione di personale politico stabile

Cercavano di coinvolgere la più ampia base possibile

Erano guidati da una ideologia, una visione ben precisa della realtà e valori condivisi da realizzarsi attraverso l’azione
politica.
Già dalla seconda metà dell’Ottocento le donne, attraverso organizzazioni soprattutto in Francia e negli Stati Uniti,
chiedevano il suffragio.

Il movimento più importante però fu quello attivo delle suffragette in Gran Bretagna guidato da Emmeline
Pankhurst.

Tenevano comizi in piazza, facevano scioperi della fame e si incatenavano ai lampioni per non essere arrestate.

Le resistenze a questi movimenti furono tante. Il pensiero dominante relegava la donna in casa col ruolo di moglie e
di madre: Neanche i partiti socialisti si mossero in favore perché si pensava che le donne avrebbero favorito i partiti
cattolici.

I primi Paesi a introdurre il suffragio femminile furono l’Australia nel 1903 e la Norvegia nel 1913. Per tutti gli altri si
dovette attendere la fine della Prima o della Seconda guerra mondiale.

COLONIALISMO AMERICANO:

La prima esperienza in questo senso fu la guerra ispano-americana. La Spagna a fine ‘800 aveva ancora molte colonie
in Amercia centrale e Pacifico.

Molte però chiedevano l’indipendenza. Tra queste c’era Cuba, in rivolta dal 1895.

Nel 1898 Gli US intervennero dichiarando guerra alla Spagna di cui ebbero facilmente la meglio.

Cuba ottenne l’indipendenza, ma rimase sotto la tutela degli US. Successivamente la stessa cosa avvenne con
Portorico, le Filippine, ma vennero occupate anche Guam, le isole Samoa e le Hawaii, dove venne costruita la base
navale di Pearl Harbor.

COLONIALISMO EUROPEO:

-Francia si espande verso Africa del nord Marocco provocando contrasti con la Germania e l’Inghilterra

-Inghilterra si espande verso Africa del nord e del sud Afghanistan

-Giappone verso la Cina

COLONIALISMO ITALIANO: Libia

Giolitti non agì avventatamente per timore di una nuova Adua che indebolisse la sua posizione politica.

Inoltre Giolitti era avverso alla politica nazionalista anche se non poté impedire la guerra viste le spinte che
arrivavano da più parti.

La guerra iniziò il 28 settembre 1911 e l’Impero ottomano cercò di evitare scontri campali, puntando sulla guerriglia.

L’Italia ebbe la vittoria solo nell’ottobre del 1912 dopo estenuanti fatiche, firmando la pace di Losanna: venne deciso
il possesso della Libia e il temporaneo controllo sul Dodecaneso, occupato per ragioni strategiche.

La Libia venne divisa in Tripolitania e Cirenaica e l’immigrazione di lavoratori incentivata.

I musulmani non accettarono mai la dominazione e opposero resistenza. L’esercito italiano commise numerose
atrocità contro la popolazione libica.
ITALIA:

Il 3 novembre 1903 Zanardelli diede le dimissioni per motivi di salute e l’incarico passò a Giolitti, che rimase in carica
fino alla Prima Guerra Mondiale.

I conflitti sul lavoro non erano conclusi, ma Giolitti perseguì l’intento di non usare la forza.

Giolitti cercò anche di allargare il consenso dello Stato liberale aprendosi a culture politiche nuove come i socialisti e i
cattolici.

SOCIALISTI:

Il Partito Socialista Italiano (PSI), nato nel 1892 grazie a Filippo Turati, fu il primo partito di massa italiano e divenne
in poco tempo il riferimento degli operai.

Come in tutta Europa anche nel partito italiano nacquero due correnti:

riformisti: guidati da Turati, volevano prendere la via parlamentare nella realizzazione di riforme che portassero al
verificarsi del socialismo. Il compromesso con altre forze politiche (liberali) sarebbe stato provvisorio. I punti
fondanti del loro “programma minimo” erano: suffragio universale, istruzione elementare obbligatoria, rinuncia alla
politica coloniale e libertà di organizzazione sindacale.

rivoluzionari: guidati da Arturo Labriola, non volevano alcun compromesso con lo Stato liberale e volevano un
“programma massimo”, cioè la rivoluzione armata.

ALLEANZA SOCIALISTI: Il coinvolgimento dei socialisti, secondo Giolitti, avrebbe portato benefici in italia, tra cui
quello di controllare dall’alto i processi economici e produttivi favorendo così il sistema capitalistico italiano.

Quando divenne presidente del Consiglio Giolitti cercò l’alleanza con Turati anche per isolare le frange rivoluzionarie.

Turati però rifiutò l’accordo. Nel 1903, tre anni dopo il Congresso di Roma, i rapporti di forza erano cambiati a favore
dei rivoluzionari e non sarebbe stato conveniente allearsi con i liberali.

CATTOLICI:

Anche il mondo cattolico aveva assunto un atteggiamento ostile nei confronti dello Stato liberale.

Da quando l’Italia aveva occupato Roma nel 1870, papa Pio IX aveva proibito ai cattolici di partecipare alla vita
politica italiana.

Ben presto però la Chiesa si rese conto che il non expedit la allontanava dai fedeli del nuovo Regno e dalle decisioni
prese nei centri di potere.

Inoltre molti lavoratori, pur chiedendo giustizia sociale, non erano d’accordo con le organizzazioni socialiste.

Solo con l’enciclica Rerum novarum del 1891 nacquero le prime organizzazioni cattoliche.

PATTO GENTILONI:

Con la nuova legge elettorale alle elezioni del 1913 parteciparono 9 milioni di elettori, 3 volte tanto le precedenti
votazioni.

Per questo Giolitti, dopo il rifiuto socialista, si concentrò sulle organizzazioni cattoliche, molto numerose e distribuite
sul territorio.

Stipulò un accordo con Vincenzo Gentiloni, presidente dell’Unione elettorale cattolica italiana, passato alla storia
come “patto Gentiloni”.

Questo accordo prevedeva che:

i cattolici avrebbero votato i candidati liberali


il Parlamento non avrebbe mai approvato leggi che offendessero la sensibilità cattolica o danneggiato gli interessi
della Chiesa.

DIVISIONE ITALIA:

L’estensione dello sviluppo industriale, fatto salvo per alcune rare eccezioni, ebbe il punto debole nell’estensione
territoriale.

Il Sud infatti rimase per lo più estraneo a questo fenomeno, nonostante i tentativi di riforme giolittiane. Gli
investimenti economici aiutarono i settori già sviluppati incrementando il divario tra le due zone d’Italia.

L’Italia moderna si limitava, al 1914 al solo triangolo industriale compreso tra Milano, Torino e Genova.

Gaetano Salvemini, avversario di Giolitti, le individuò nella permanenza al Sud del latifondo, in mano a pochi ricchi
poco interessati al suo sfruttamento e coltivata da contadini poveri con pochi mezzi.

Mancava quindi una riforma agraria che distribuisse la terra ai contadini.

Si doveva eliminare il latifondo favorendo la creazione di una piccola e media proprietà terriera, portando una
maggiore democrazia nella società rurale.

NON EXPEDIT:

Non éxpedit è una disposizione della Santa Sede con la quale nel 1868, si dichiarò inaccettabile che i cattolici italiani
partecipassero alle elezioni politiche del Regno d'Italia e, per estensione, alla vita politica nazionale italiana, sebbene
tale divieto non fosse esteso alle elezioni amministrative

TRIPLICE INTESA: Inghilterra, Francia e Russia

La vittoria contro i boeri sfiancò l’Inghilterra rendendola vulnerabile ad attacchi esterni, soprattutto tedeschi.

In risposta si decise di modernizzare l’esercito e di uscire dall’isolamento in cui si era chiusa per cercare alleanze in
funzione anti-tedesca.

I maggiori alleati furono la Francia e la Russia con cui aveva combattuto fino a poco prima in Africa e Asia per le
colonie, ma anche loro preoccupate per l’aggressività tedesca.

Gli accordi separati con i due Stati furono la base per la nascita nel 1907 della Triplice Intesa.

TRIPLICE INTESA: Germania, Austria e Italia

Nel 1879, proprio in funzione anti-russa, l’Austria-Ungheria aveva stretto con la Germania un patto di alleanza.

Questa si rafforzò nel 1889 con l’alleanza dell’Italia a formare quella che passerà alla storia come Triplice alleanza,
che si contrapporrà alla Triplice intesa nel primo conflitto mondiale.

L’alleanza austriaca con l’Italia era però molto instabile, in quanto all’interno del territorio imperiale non solo quelle
di lingua slava , ma anche popolazioni di lingua italiana chiedevano l’indipendenza e l’annessione all’Italia.

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