- Partito popolare:
Il PARTITO POPOLARE ITALIANO fu fondato da Don Luigi Sturzo nel
gennaio 1919, con l’appoggio di papà Benedetto XV ➔ Così veniva
superata in modo definitivo la stagione del “non expedit”, attraverso il
quale Pio IX aveva vietato la partecipazione dei cattolici alla vita politica
italiana.
Il nuovo partito prevedeva:
- Ampliamento del suffragio universale con il voto alle donne
- Decentrare la gestione amministrativa (in contrasto con il
centralismo statale dell’epoca liberale e giolittiana)
- Riforma agraria x riscuotere l’interesse dei ceti rurali, considerati
una salvaguardia contro la diffusione delle idee socialiste
Per aiutare le popolazioni delle campagne era stato fondato anche un
sindacato di ispirazione cattolica, la Confederazione italiana dei
lavoratori.
L'attenzione nei confronti della questione operaia era minore, perché il
il proletariato era orientato al socialismo ➔ Nonostante questo, però,
il partito di don Sturzo voleva tutelare i diritti di tutte le classi popolari
senza entrare in conflitto con le altre, nella convinzione che i valori
cattolici potessero far nascere un integrazione armonica dei vari
interessi.
Il partito popolare era anche laico: era un partito di cattolici e non
cattolici, indipendente dalle gerarchie ecclesiastiche.
I popolari entrarono da subito in competizione con i socialisti, i quali
erano anzi clericali e teorizzavano la lotta di classe. nonostante questo,
avevano sfere d'azione diverse: L'uno nelle campagne e l'altro nelle
città.
I popolari non incontrarono il favore dei liberali, che giudicavano il loro
programma troppo avanzato e gli accusavano di “bolscevismo bianco”.
- Nasce il Pnf:
Entrato in Parlamento, Mussolini riprese in mano le redini di un
movimento che gli era in parte sfuggito di mano.
nel novembre 1921, in occasione del terzo congresso nazionale dei
fasci, Mussolini fondò il Partito nazionale fascista (Pnf), dandogli
un’organizzazione centralizzata.
Mussolini si riconfermò leader incontrastato del movimento e attuò
una strategia dal duplice volto:
- da un lato, continuò a sostenere il ricorso alla violenza squadrista
- dall’altro, iniziò ad utilizzare i mezzi legali offerti dai meccanismi
parlamentari.
- Marcia su Roma:
Mussolini era ormai consapevole che il fascismo dominava le piazze ➔
Nacque così l'idea di una marcia su Roma, cioè un'azione di forza, un
colpo di Stato che avrebbe permesso ai fascisti di ottenere il governo e la
conquista del potere. ➔ La notte tra 27-28 ottobre 1922, Più di 25.000
camicie nere ma le armate affluì rono verso la capitale, guidate da un
quadrumvirato, formato dai più diretti collaboratori di Mussolini (Italo
Balbo, Michele Bianchi, Emilio De Bono e Cesare Maria De Vecchi),
mentre il capo rimase a Milano ad attendere nuovi sviluppi.
- La politica economica:
Giunto al governo, Mussolini si era avvicinato ancora di più alla classe
capitalistico borghese, ma anche a quelle industriali agrarie, avvicinandosi
ad un indirizzo economico di stampo liberista ➔ Dal 1922-1923 iniziò una
fase favorevole di espansione economica in numerosi paesi europei,
Dettata soprattutto dagli influenza dell'economia statunitense.
Questa iniziativa sul piano morale però non ebbe risultati, perché il
fascismo continuava a godere dell' appoggio del re, dell'esercito e della
borghesia.
Inoltre l'assenza delle opposizioni e dei lavori parlamentari garanti a
Mussolini la possibilità di distruggere definitivamente le istituzioni
democratiche: Vittorio Emanuele III respinse la protesta dell’Aventino
e Mussolini riprese in mano la situazione, dando vita ad un governo
composto solo di fascisti il 1 luglio 1924.
Nei giorni successivi ci furono delle misure repressive contro gli avversari
politici: Furono chiusi circoli associazioni politiche antifasciste e furono
arrestati i socialisti e comunisti.
in base alla nuova in base alla nuova legge elettorale, il 24 Marzo 1929 si
svolse una CONSULTAZIONE PLEBISCITARIA, invece delle regolari elezioni
politiche ➔ I cittadini dovevano limitarsi a votare con un sì o con un no
l'unica lista compilata dal governo, sapendo che il loro voto non era più
segreto o libero, in quanto la scheda del si era facilmente riconoscibile
dall'esterno perché tricolore, mentre quella del no era bianca e chi la
depositava nell'urna diventava bersaglio di violenze ➔ Questo spiega i
risultati delle votazioni.
La camera dunque non aveva più il suo ruolo di Votare le leggi in modo
autonomo e libero: Ora il suo compito era quello di collaborare con il
governo e addirittura nel 1939 la Camera dei deputati fu soppressa e
sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni.
il regime capì che anche la radio sarebbe stata efficace ➔ Così Mussolini
sperimentò la radiodiffusione di un suo discorso.
Negli anni 30, l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) intraprese un’
attività di trasmissione e diffusione capillare su tutto il territorio nazionale
➔ Le voci dei ministri e dei vari gerarchi si fecero sentire ad ogni
inaugurazione di una nuova stazione radio e quest'ultima divenne uno
strumento per ottenere consenso ➔ Dunque il regime ne promosse l'
ascolto, installando apparecchi nei luoghi pubblici in modo tale che tutti
potessero ascoltare, e aumentando anche il numero di ore di
trasmissione.
I compiti di propaganda erano affidati ai radio giornali, ale rubriche di
informazione politica e alle radiocronache delle grandi manifestazioni del
regime.
- Repressione e antifascismo:
Ogni atto di dissenso (anche modesto) o qualsiasi comportamento
considerato deviante poteva costare l' emarginazione, la privazione di
casa e lavoro, violenze fisiche e psicologiche e condanne al confino o al
carcere ➔ fu creata nel 1930 l’OVRA (polizia politica segreta), per
reprimere gli antifascisti.
- Economia autarchica
Tutto questo venne applicato particolarmente con l'imposizione dell’
AUTARCHIA, soprattutto dal 1937. Questa politica si prefiggeva di
mettere l'Italia in condizione di produrre da sola tutto ciò che gli
occorreva, in modo tale da raggiungere un autosufficienza economica:
cioè la capacità di soddisfare autonomamente le esigenze della
popolazione, senza dipendere dalle importazioni di materie prime e di
manufatti dall'estero. ➔ Questa economia di isolamento contribuì a
potenziare l'apparato industriale del paese, ma ebbe degli effetti
negativi per quanto riguarda la vita dei cittadini, perché molto spesso
si preferiva la produzione nazionale anche quando forniva delle merci
di minore qualità e di prezzo più alto.
Un'impresa del genere però era anacronistica, cioè fuori dai tempi: Il
colonialismo infatti si avviava al tramonto e i popoli colonizzati
avevano ormai l'esigenza di libertà ed indipendenza; inoltre era
un'impresa con delle conseguenze imprevedibili, dato che questa
conquista non poteva lasciare indifferenti la Francia, l'Inghilterra e la
Società delle Nazioni.
- Avvicinamento Italia-Germania:
Questa guerra causò l'uscita dell'Italia dalla società delle Nazioni e il suo
isolamento in ambito europeo ➔ Allora Mussolini cercò un alleanza con
la Germania di Hitler, concretizzata il 24 ottobre 1936 con un accordo
definito dallo stesso Mussolini “Asse Roma-Berlino”.
Questo accordo non era una vera e propria alleanza, ma prevedeva
l'impegno comune a lottare contro il pericolo bolscevico e una
consultazione reciproca sulle questioni internazionali.
Così il fronte alleato della 1 guerra mondiale venne infranto e l'Europa si
ritrovò divisa in due blocchi contrapposti.
- Leggi razziali:
Nel 1937, ci fu L'emanazione della prima LEGISLAZIONE RAZZIALE DEL
FASCISMO indirizzata alle popolazioni africane delle colonie italiane, x
scoraggiarne le relazioni con gli italiani, in modo da evitare ogni forma
di contaminazione.
Il 15 luglio 1938 fu pubblicato un Manifesto di difesa della razza, che
dichiarava in modo esplicito l' adesione del fascismo alle teorie razziste
➔ furono emanate dunque delle leggi per la difesa della razza che
avevano come obiettivo la discriminazione e la persecuzione degli
ebrei. Esse prevedevano:
- Esclusione dalle scuole pubbliche
- divieto di matrimonio con gli italiani
- divieto di possedere aziende, attività commerciali e beni immobili
- divieto di prestare servizio nelle forze armate e nell'amministrazione
statale
- limitazioni all'esercizio di lavori e professioni in qualsiasi campo e, se
ha messo, andava svolto solo con persone di razza ebraica
- divieto di svolgere attività di notaio e giornalista e altri incarichi che
comportassero funzioni di pubblico ufficiale.