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SOCIO ECON.

Dopo la guerra l'Italia dovette affrontare alcuni problemi di carattere socio economico, tra cui il deficit del bilancio
statale, l’inflazione, la disoccupazione, le tensioni sociali; si assistette infatti alla mobilitazione sociale che solleva proteste di
carattere economico e sociale, scioperi tra il 19 e il 20. tra il 1919 1920 si tiene il biennio rosso, una serie di rivolte di braccianti
mobilitati dai socialisti che miravano alla nazionalizzazione delle terre. Anche i cattolici (contrari allo scontro di classe) si
rivoltavano, ma proponevano la piccola proprietà contadina, la Mezzadra (diffusa in Italia centrale, metà proprietario e metà
contadini, il raccolto veniva diviso in 2). Al nord i protestanti erano principalmente operai di fabbrica, mentre al sud erano i
contadini.
La guerra comportava anche la presenza dei reduci di guerra, che si aspettavano una vita migliore rientrati dalla guerra. Le
promesse di guerra non vengono rispettate nei vari Stati e portano perciò alla formazione di una situazione di frustrazione
difficilissima per i soldati (le promesse di guerra in Italia, Caporetto, promesse le terre ai contadini). I reduci di guerra, perciò, furono
persone graduate (ufficiali o sottufficiali) che avevano ruolo durante la guerra, che tuttavia nella vita civile sono irrilevanti e perciò la
loro frustrazione si accompagna con un sentimento di rabbia (I fascisti saranno i corpi speciali, membri di essi, che si sentono
irrilevanti nella società).

POLITICHE. Dopo la guerra l'Italia dovette affrontare alcuni problemi di carattere politico, i combattenti rientrano conservando le
armi, che portano con loro nelle proteste. La violenza è diventata comune, se ne faceva un uso spropositato nella vita civile
(accendono le tensioni). Un sentimento che si diffuse nel paese fu quello della vittoria mutilata, la perdita di Fiume (mancato
rispetto del patto di Londra). La questione di Fiume non fu accettata da molti intellettuali dell’epoca, che decisero di organizzare una
campagna per la conquista di questa città (tra questi c’era Gabriele d’Annunzio). In seguito all'occupazione di fiume si registra una
crisi di governo che portò all'elezione del mio 919, che disegnano un nuovo panorama parlamentare. Nell'anteguerra la maggioranza
in parlamento era di liberali (sx Giolitti; altre fazioni come Salandra e Sonnino), dopo le elezioni del 1919 i liberali persero un terzo
della loro maggioranza, i socialisti, invece, triplicarono da 50 deputati a 150 portando alla nascita del partito popolare italiano che
appena nato conquista 107 deputati.

PPI. Il PPI fu fondato dal sacerdote Luigi Sturzo e seppur fu dichiarato non confessionale, era un partito di ispirazione cattolica che
godeva dell'appoggio della chiesa. Il PPI è un partito a confessionale, ovvero non risponde alle gerarchie della chiesa cattolica, è
responsabile delle iniziative che compie; è un partito laico.
L'obiettivo di tale partito era la costruzione di un nuovo mondo, un mondo migliore. Inoltre dal punto di vista sociale il partito è
interclassista: si rivolge a tutti coloro che seguono la religione cristiana, quindi a tutte le classi sociali. avuta allo sono maggiormente
i contadini, i parroci, ma anche la piccola borghesia. Il programma di tali partito prevede il rifiuto dello scontro di classe (ricerca di
equilibrio e solidarietà), la riforma agraria (la piccola proprietà ai contadini, terra i contadini); il pacifismo, la ricerca di intese
diplomatiche, organizzazioni internazionali,… Un altro punto fondamentale di tale partito era il voto alle donne (suffragio
universale).l'ultimo. Prevedeva il regionalismo o decentramento, credono opportuna l'attribuzione di responsabilità alle comunità
popolari, regioni.

PSI/PPI/lib I socialisti volevano la lotta di classe e credevano che la religione fosse una truffa, un inganno del popolo.
Il PPI condivideva la volontà di risolvere le ingiustizie con i socialisti; tuttavia, mentre i socialisti volevano l'abolizione della
proprietà privata il PPI aspirava alla creazione della piccola proprietà contadina. Inoltre nel partito socialista era assente lo
spiritualismo presente nel PPI. Per quanto riguarda il rapporto tra PPI e liberali entrambi accettavano i diritti civili e lo Stato laico,
ma il PPI era contrario all'egoismo dei capitalisti che era la causa delle ingiustizie sociali.

GIOLITTI il governo proseguì nell'incertezza per alcuni mesi fino al giugno del 1920, quando a costituire il nuovo governo venne
chiamato Giolitti.
Egli deteneva un governo di forti espirazione progressista. Il programma di tale governo prevedeva: l'eliminazione della diplomazia
segreta, la restituzione al parlamento della piena autorità della politica estera (trattati internazionali). Un altro provvedimento fu la
tassazione delle rendite, ovvero i guadagni ottenuti dal denaro depositato in banca. Fu introdotta la legge sulla nominatività dei titoli,
questa legge colpiva i possessori di titoli, azioni di varia natura. Se un individuo comprava le azioni di un'azienda e questi salivano
doveva dichiarare il possesso delle azioni, le rendite di queste venivano tassate. Un altro annuncio fu l'imposta sui profitti di guerra,
le aziende vendevano armi allo Stato, guadagnando; in Italia infatti (a differenza di altri molti paesi) non era stato posto un limite sui
profitti di guerra che colpì i pescecani, quelle grandi aziende che si arricchirono enormemente con la vendita delle armi dello Stato.
L'ultimo annuncio prevedeva la tassazione progressiva ovvero maggiori guadagni maggiore è la tassazione, maggiore è la ricchezza
possessa, maggiore la percentuale di tassazione.

Prbl Giolitti I problemi che Giolitti dovette affrontare furono: la questione di fiume, con il trattato di Rapallo l'Istria torna l'Italia, la
Dalmazia viene restituita alla Jugoslavia e fiume diventa una città libera (riammessa in seguito all'Italia con un referendum). L'altro
problema che Giolitti dovette affrontare fu l'occupazione delle fabbriche, al nord gli scioperi costrinsero i capitalisti a chiudere le
fabbriche. In seguito a tale decisione gli operai occuparono le fabbriche appoggiati dal gruppo di Gramsci. I consigli di fabbrica
organizzarono una forma di autogestione delle fabbriche espropriandoli ai capitalisti.il governo a questo punto intervenne, sancendo
la totale vittoria degli operai e dei sindacati. Dal punto di vista politico tuttavia la rivolta fu una grande sconfitta, il partito socialista
non intervenendo si dimostrò non all'altezza della situazione che poteva essere l'occasione per dimostrare la sua presa
anticapitalistica.
Le conseguenze di tale fenomeno furono la paura della borghesia dell'avvento del comunismo, che sancirà l'appoggio della borghesia
al fascismo e la nascita del partito comunista italiano, costituito da alcuni ex socialisti che abbandonarono il partito socialista. Fino a
1984 il partito comunista, fondato da Gramsci e Bordiga, otterrà la maggioranza relativa.

FASCI il 25 marzo 1919 mussolini, un interventista, tenne la riunione dei fasci di combattimento in cui espose il suo programma
politico. il programma era fortemente patriottico rivoluzionario perché non obbedisce ad alcuna ideologia, non vuole convivere con
nessuno; è senza pregiudizi. il valore primo che mussolini intende esaltare e il valore della guerra.
1. Costruzione dello stato:
a suffragio universale con rappresentanza proporzionale;
età minima degli elettori e di 18 anni e dei deputati di 25;
abolizione del Senato;
convocazione di un'assemblea costituente sul modello di quella tedesca;
formazione di consigli tecnici del lavoro, dell'industria, dei trasporti,…
2. Problema sociale:
giornata legale di otto ore;
i minimi di paga garantiti per la legge;
la partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori alla gestione tecnica delle fabbriche;
l'affidamento alle organizzazioni proletarie della gestione dell'industrie, cioè la creazione di industrie cooperative;
la rapida e completa sistemazione di tutte le industrie dei trasporti, in particolare ferroviari;
la riforma delle pensioni, con l'abbassamento del limite di età a 55 anni.
3. Problema militare:
Formazione di un esercito stabile che faccia riferimento alla leva obbligatoria, volto alla difesa.
Nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi, per evitare la dipendenza delle richieste eccessive del mercato;
una politica estera che rispetti la dignità dell’Italia;
4. Problema finanziario:
Imposta straordinaria sul capitale o carattere progressivo, volta all'espropriazione parziale di tutte le ricchezze;
l'eliminazione di tutti i privilegi vescovili; Mussolini così ribadisce il suo anticlericalismo; questa dichiarazione sarà fortemente
contraddetta 10 anni dopo, con la firma del concordato con la Chiesa.
Revisione dei contratti di forniture di guerra e il sequestro dell'85% dei profitti di queste. Mussolini, quindi si schiera contro i
“pescecani”.

Gio/fasc. I fasci di combattimento rimanevano tuttavia una delle tante formazioni emerse dal malcontento del dopoguerra. Tra il 21 e
il 22, tuttavia, compaiono nelle campagne delle bande di eversori che trovavano il colpevole del malcontento nelle istituzioni del
partito socialista, questi eversori erano finanziati dagli agrari, chi erano stufi dei continui scioperi. Queste bande cominciarono ad
agire con la violenza nei confronti dei socialisti; si parla questo proposito di fascismo agrario. Mussolini era diventato la voce
strategica, ispiratrice di questi eversori, indicando come principale nemico i socialisti, citando il motivo della sua espulsione dal
partito socialista (il suo essere interventista). Il 21 novembre 1920 a Bologna i socialisti festeggiavano la vittoria delle elezioni
amministrative. Tra la folla si trovavano dei fascisti, che in seguito ad una lite, rimasero uccisi. I fascisti utilizzarono questo episodio
come pretesto per l'inizio di una campagna di violenze(squadrismo); l'episodio venne chiamato “incidente di palazzo d’Accursio”.
Le forze dell'ordine non intervennero mai per fermare violenze dei fascisti, per cui si diffuse fra di loro il sentimento di intoccabilità,
impunità, invincibilità. Giolitti, che era il governo, ritenne che fosse il caso di indurre nuove elezioni, inserendo nelle liste del suo
partito il partito liberale degli esponenti del gruppo fascista, sperando che, se eletti, le violenze sarebbero cessate (i blocchi
nazionali: l’alleanza si riproponeva di coalizzare le forze considerate "costituzionali" e i fascisti contro l'ascesa dei partiti di massa ).
Tuttavia i calcoli di Giolitti erano sbagliati e portarono 35 deputati fascisti in parlamento, fra cui Mussolini. Giolitti, fedele alla sua
linea politica, lascia il governo a Bonomi (un ex socialista moderato) che eredita dal governo precedente una situazione di grave
disordine pubblico.

PNF Bonomi cercò di costruire un patto di pacificazione con Mussolini, il quale dopo aver aperto una porta ad un possibile
intervento nel suo gruppo, si rende conto che potrebbe essere non ascoltato dai Ras, i capi dei territori, chiamati anche colonnelli (il
nome deriva dai capi delle tribù in Etiopia). I Ras erano gli uomini sottostanti a Mussolini, che avevano comunque un enorme potere
all'interno del partito. Mussolini fa un passo indietro e non firma l'accordo con Bonomi. Nel novembre del 21 il movimento fascista
diventa partito nazionale fascista, in questo partito i fascisti si occupavano dell'organizzazione mentre i nazionalisti si occupano
delle idee, della filosofia politica (di ispirazione hegeliana). Da questa sorta di collaborazione nasce un partito molto differente del
documento del 19 di Mussolini.
Lo Stato deve incarnare l'anima profonda del popolo, che deve riconoscersi in questo stato con tutte le sue forze. Il partito aveva
quindi ben poco a che fare con le indicazioni filosocialiste di Mussolini del 19, il quale comunque si comportò da leader del partito.
Mussolini infatti era un uomo ambizioso che aveva l'obiettivo di imporsi, di emergere.

MSR/PROVV Bonomi, diventato Primo Ministro nel luglio del 21 abbandona il governo lasciandolo a Luigi facta. In agosto i
socialisti promuovono lo sciopero legalitario, per richiamare il governo ad un'iniziativa più decisa e per protestare l’illegalità diffusa
nella vita civile. Lo sciopero venne pubblicamente condannato dai fascisti e fallì, a causa della paura della popolazione nei confronti
dei fascisti. Al congresso di Napoli, a fine ottobre, Mussolini dichiara esplicitamente che in un modo nell'altro i fascisti saliranno al
governo; ciò si verificò con la manifestazione dei fascisti a Roma, chiamata la marcia su Roma. Nell'uso delle parole, questa
manifestazione doveva essere una conquista militare infatti moltissimi si presentarono armati con un totale di circa 50.000
manifestanti. Facta perciò chiede al sovrano lo stato d'assedio, che non gli venne concesso, causando le dimissioni del capo del
governo il 28 ottobre. In seguito il re decise di affidare a Mussolini il controllo del nuovo governo. Mussolini impose un governo che
venne accettato da tutti i gruppi parlamentari tranne che dai socialisti. il 16 novembre del 1922, mussolini pronunciò il discorso del
bivacco e nello stesso anno venne fondato il gran consiglio del fascismo, un organo del partito che elabora tutte le leggi che verranno
discusse in parlamento. Quest'organo privato assume quindi immediatamente un ruolo istituzionale. Nel gennaio del 23 mussolini
trasforma le camice nere fasciste nella milizia volontaria per la sicurezza nazionale, un altro organo istituzionale. in pratica le squadre
d'azione fasciste vengono autorizzate dal governo ad utilizzare la violenza.

POL. ECON In primavera mussolini lancia una serie di misure in politica economica:
• Diminuzione della tassazione sulle imprese
• Abolizione del monopolio statale sulle assicurazioni sulla vita, in questo modo Mussolini sta ricambiando il favore a chi aveva
finanziato le camice nere;
• privatizzazione del servizio telefonico,
• licenziamenti della pubblica amministrazione,
• Liberalizzazione degli affitti,
• abolizione del progetto di nominatività dei titoli di Stato. In questo modo vengono abolite le tasse sulle vendite finanziarie;
• abolizione del progetto di inchiesta sul profitto di guerra dei pescecani (Persona che si è arricchita con affari illeciti o speculando
sul disagio generale, spec. in tempi di guerra.).
Tra il 22 e il 25, sia per queste misure sia per la ripresa della congiuntura statale, l'economia italiana subisce una forte ripresa e
Mussolini, grazie anche al ministro de Stefani, ottiene un gran risultato: il pareggio del bilancio.

RAPP CHIES.Dal 1922 era diventato papà Achille ratti, con nome di Pio 11º, un conservatore. Il ministro dell'istruzione Giovanni
gentile, porta in parlamento un generale riforma della scuola, su richiesta del Papa: l'obbligo dell'insegnamento della religione
cattolica alle scuole elementari e l'obbligo di un esame di Stato per il conseguimento del diploma delle scuole superiori.
In questo modo tutte le scuole cattoliche ottengono un documento che ne attesta la validità. Giovanni gentile filosofo hegeliano
spinse in particolare per la promozione della facoltà di filosofia.
A mussolini si oppose in particolare il partito popolare di Luigi struzzo (PPI), che dichiarò esplicitamente che il fascismo era
incompatibile con la democrazia. Mussolini chiese e ottenne subito la dimissione dei parlamentari popolari che vennero sostituiti.
Mussolini chiese aiuto alla chiesa, che richiamo struzzo invitandolo ad allontanarsi dalla politica;

ACERBO Mussolini chiese aiuto alla chiesa, che richiamo struzzo invitandolo ad allontanarsi dalla politica; a questo punto
Mussolini necessitava di una riforma elettorale che portasse in parlamento più fascisti; ottenne questa riforma con la legge acerbo
del 1923, che prevedeva una riforma elettorale su base proporzionale con premio di maggioranza.la maggioranza relativa, se
superiore al 25% avrebbe ottenuto il 66% dei parlamentari.struzzo obbligò i popolari ed opporsi, ma in parlamento un gruppo di
popolari definiti clericofascisti votò a favore e la legge passo. Questa legge era fortemente antidemocratica. Una volta approvato a
questa riforma elettorale, l'obiettivo di Mussolini diventa quello di ottenere la maggioranza relativa. Perciò si preparò le elezioni del
24 formulando un accordo con i liberali formando la lista nazionale, all'interno della quale vi erano liberali e fascisti. Il risultato delle
elezioni del 6 aprile 1924 è clamoroso: la lista nazionale ottiene il 65% dei voti. Questo risultato è determinato da una campagna
elettorale caratterizzata da violenze, soprusi, brogli elettorali. Tutte queste violazioni della legge vengono denunciati nella prima
seduta della camera dal deputato Giacomo Matteotti, il quale chiese al presidente dell'assemblea di invalidare le elezioni.

MATT/AVEN Tutte queste violazioni della legge vengono denunciati nella prima seduta della camera dal deputato Giacomo
Matteotti, il quale chiese al presidente dell'assemblea di invalidare le elezioni. 10 giorni dopo Matteotti venne sequestrato e
assassinato da un gruppo di sicari fascisti guidati da Amerigo Dumini. Le indagini arrivarono fino a Cesare Rossi, uno dei segretari
del partito fascista, il quale pubblicò un memoriale contro Mussolini che però non venne condannato. Nell'agosto del 24 dunque il
fascismo si trova in grosse difficoltà: tutta la stampa si è schierata contro il partito. Gli esponenti dei partiti oppositori decisero di non
partecipare più alle sedute di parlamento, per denunciare l'illegittimità. Questo fatto venne ricordato come secessione sull’Aventino.
I deputati aventiniani chiesero aiuto al re, il quale preferì lasciare decantare la situazione. Il 3 gennaio 1925 Mussolini intervenne con
un discorso, respingendo tutte le accuse e assumendosi la responsabilità morale di tutto ciò che è accaduto, reputandola come una
medaglia. Di fatto con quel discorso si avviò la dittatura fascista. Da quel momento alcuni dei più temuti antifascisti vennero
perseguitati, tra questi troviamo Giovanni Amendola, Pietro coletti.. Le camice nere gettarono quindi le maschere io agirono coperte
dalla legge. Due mesi più tardi venne firmato il manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto croce.è la prima
manifestazione di opposizione al fascismo. Mussolini, quindi, limitò la libertà di stampa; limitando perciò la libertà di parola e di
espressione.

SINDACATI Nell'ottobre del 25 Mussolini convoca un incontro con dei rappresentanti degli imprenditori e con dei rappresentanti
dei sindacati fascisti. In quest'occasione venne pubblicato un documento che cancellò il diritto allo sciopero è vietò ogni associazione
che contrastasse la nazione.
Con l'accordo di palazzo Vidoni venivano autorizzati solo i sindacati fascisti, cancellando così la libertà sindacali e privilegiando le
componenti imprenditoriali.
La Carta del Lavoro è uno dei documenti fondamentali del fascismo, varato il 21 aprile 1927: esprime i suoi principi sociali, la
dottrina del corporativismo, l'etica del sindacalismo fascista e la politica economica fascista. Il fascismo italiano ebbe l'ambizione di
presentarsi come portatore di nuove soluzioni nel campo dell'economia. La formula fatta proprio ufficialmente il regime era il
corporativismo, un'idea medievale che significava gestione diretta dell'economia da parte delle categorie produttive, organizzate in
corporazioni distinte per settori di attività e comprendenti sia gli imprenditori che i lavoratori dipendenti.

FASCISTISSIME Nel dicembre del 25, con le leggi fascistissime, vengono rafforzati i poteri del capo del governo che diventa
responsabile di fronte al re, sostituendosi al parlamento. Il febbraio del 26 viene introdotta la figura del podestà, che si sostituisce ai
sindaci eletti dal popolo. il podestà era un funzionario fascista nominato dalle autorità. Nel novembre del 26 vennero istituiti i
tribunali speciali per la difesa dello Stato; l'organo distintivo di un regime totalitario. In questi tribunali non vengono garantite le
procedure ordinarie per la difesa dei deputati. I giudici sono scelti tra i membri della milizia, ossia delle camice nere. La sentenza dei
tribunali speciali erano inappellabili per alcuni reati è prevista anche la pena di morte. Venne istituita anche la OVRA, la polizia
segreta contro gli avversari politici e venne introdotto il confino di polizia, una sorta di esilio, un domicilio forzato contro gli
oppositori politici; vennero sciolti tutti i partiti antifascisti, tutte le associazioni, di qualsiasi tipo dovevano fornire l'elenco degli
iscritti alle autorità,; inoltre venivano sospese le pubblicazioni antifasciste. I deputati aventiniani vennero considerati fuorilegge.
Venne instaurata inoltre la pena di morte per i reati contro la sicurezza dello Stato, del re e del duce: Mussolini era sopravvissuto a
tre attentati. Il parlamento non poteva più promuovere leggi senza l'approvazione del governo.tutti i dipendenti pubblici avevano
l'obbligo di iscrizione al partito fascista. L'articolo 33 della costituzione attuale rende libero l'insegnamento, così come me l'arte; il
fascismo invece obbliga gli insegnamenti a possedere la tessera del partito fascista (solo 12 insegnanti universitari rifiutarono di
piegarsi a questo ricatto), venne anche fornito un testo unico scolastico.

TOTAL Le caratteristiche del totalitarismo sono: l'eliminazione del pluralismo politico (cancellazione dei sindacati e dei partiti,
della possibilità di espressione), la campagna di propaganda martellante educazione del popolo in funzione del sostegno al partito; un
indottrinamentorivolto alle persone fin dalla più tenera età, in Italia attuato dalle organizzazioni parafasciste.(dopolavoro, balilla,…).
Un'altra caratteristica importante è la manipolazione delle informazioni da parte del regime.
Il fascismo italiano, a differenza di altri totalitarismi, agisce nella società attraverso le istituzioni; In Germania, ad esempio, il partito
rimaneva un organo privato e gli strumenti con i quali esso agiva non erano istituzionali (erano dei gruppi fuorilegge).
Il fascismo italiano, inoltre, viene anche definito un “totalitarismo imperfetto", perché tollerò forme di potere autonomi: il re Vittorio
Emanuele III e la chiesa cattolica. Il re rimaneva (grazie allo Statuto) la massima autorità statale, che conservava la facoltà di
nominare i membri del Senato e nominare o revocare il capo del governo. Il fatto che il re mantenesse ancora questi poteri aggravava
ancora di più il non agire della monarchia. Anche la chiesa cattolica era sempre stata rilevante nella vita degli italiani. Perciò l'11
febbraio 1929 Mussolini firma con il Papa i patti Lateranensi, che chiuse la spaccatura aperta dal 1870 con l'occupazione di Roma.

P. LATERAN Anche la chiesa cattolica era sempre stata rilevante nella vita degli italiani. Perciò l'11 febbraio 1929 Mussolini firma
con il Papa i patti Lateranensi, che chiuse la spaccatura aperta dal 1870 con l'occupazione di Roma. In questi patti era previsto che:
-la chiesa dichiara legittimo lo Stato italiano;
-lo Stato italiano deve finanziare, in parte, la chiesa. Ancora una volta Mussolini contraddice fortemente il documento con il quale si
presentò all’Italia;
-un altro patto prevedeva il concordato: una serie di reciproche intese tra lo Stato e la chiesa. I sacerdoti erano esentati dal servizio
militare, i preti espulsi dalla chiesa non potevano ricoprire una carica pubblica, il matrimonio religioso implica il matrimonio civile,
nella scuola statale il primo obiettivo formativo e l'insegnamento della religione cattolica. Questa norma viene cancellata nel 1984,
quando il concordato viene rivisto. Da allora la religione cattolica venne tutelato, garantita ma non obbligata.
il fascismo, inoltre, garantiva la promozione della religione cattolica. In questo modo lo Stato concede alla chiesa di esercitare il suo
potere anche al di fuori della sua egemonia.
L'importanza del concordato è dato dall'autonomia concessa alla chiesa, che produrrà una classe dirigente cattolica protagonista nel
secondo dopo guerra. Questi giovani intellettuali si erano formati negli anni 20.

FORME REGIME Fascismo, 28 ottobre 1922 (marcia su Roma) si conclude il 28 luglio 1943 (Mussolini viene sfiduciato dal gran
consiglio del fascismo e arrestato dal re).
Un primo aspetto importante del regime fascista è rappresentato dall'uso martellante della propaganda, cioè un uso continuo,
ossessivo, dell'immagine del partito. Tutti questi eventi celebrativi puntarono a sottolineare come, con l'avvento del fascismo, il paese
si fosse trasformato. In realtà l'Italia rimaneva un paese in gran parte rurale.il punto di riferimento a cui si spirava il fascismo e
l'esaltazione del paternalismo rurale, ma anche il mito demografico. La donna fascista deve essere fertile, prolifera e madre, custode
ed educatrice della famiglia. Sul piano sociale, economico il tenore di vita non si alza considerevolmente. Il fascismo operò senza
scrupoli anche nei licenziamenti della pubblica amministrazione in quanto tutti i sindacati non fascisti erano stati liquidati. La
politica culturale era finalizzata a creare un prototipo di cittadino che fosse fedele allo Stato. Il ministro della cultura operò con la
riforma gentile, volta riforma della scuola. il percorso di studi considerato superiore era quello classico. Nel 1930 venne istituito il
libro unico scolastico. Nel 1937 venne fondato il minculpop, il ministero della cultura popolare, che decideva quali iniziative
promuovere e quali vietare.venne abolita la libertà di stampa e venne creata l’Eiar, che controllava e gestiva le proiezioni
cinematografiche. Prima, durante e dopo le proiezioni venivano mandati i cinegiornali, notizie improntate alla demagogia.

C.R Carlo Rosselli ed Emilio Lussu fondarono nel 1929 uno tra i movimenti più attivi del sistema dell'antifascismo italiano, giustizia
e libertà. in un libro intitolato socialismo liberale, Parigi nel 1930, Rosselli cerca di delineare una nuova teoria politica in grado di
conciliare giustizia sociale libertà politica. in queste pagine l'autore critica le concezioni marxiste che riducono la libertà politica un
mezzo per instaurare la dittatura del proletariato.
Secondo Rosselli, sarebbe stato impossibile avviare una rivoluzione antifascista in Italia se non fosse stato riaffermato il valore
assoluto della democrazia, che non poteva essere considerata una semplice frase transitoria. l'analisi di Rosselli invitava i marxisti a
ripensare anche alla natura del fascismo, interpretato come una reazione di classe. Per l'autore questa classificazione era un
semplicismo che ignorava i caratteri innovativi del fenomeno.
Per i marxisti il fascismo e la borghesia che ricorre alla violenza per opporsi all'ascesa proletaria. Per Carlo Rosselli non è così perché
consolo l'interesse di classe il fascismo non si spiega. Il fascismo perciò è stato stimolato da un evidente interesse di classe ma inciso
da caratteri indipendenti dai criteri di classe. Il fascismo si è insediato grazie Mussolini che è stato in grado di toccare sapientemente
alcuni tasti ai quali la psicologia degli italiani era sensibile; mussolini non ha usato solamente la forza bruta.perciò combattere il
fascismo non è combattere contro una reazione di classe ma contro mentalità, tradizioni, proprie del popolo italiano. È un problema
di educazione morale politica.l'abitudine a considerare il problema economico come il problema determinante e a misurare tutto in
funzione di questo (quando i marxisti rivendicano la libertà non lo fanno per il valore ma perché ritengono che questo favorisca il
proletariato).
Afferma che finché i socialisti non affermano il valore assoluto del clima liberale delle istituzioni democratiche, non riusciranno ad
affrontare vittoriosamente la lotta per la libertà.

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