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La Germania e la sua capitale, Berlino, vennero entrambe divise in quattro zone di occupazione, 3
delle quali sotto l’amministrazione degli USA, Gran Bretagna e Francia, la quarta, quella orientale,
sotto l’amministrazione dell’URSS. Inoltre, sempre in germania, ci fu una riforma monetaria che
divenne successivamente politica con formazione di RFT E RDT (rispettivamente repubblica federale
tedesca e repubblica democratica tedesca). Il muro di Berlino cadde nel 1989.
Inoltre, più avanti nel tempo, Kennedy, si trovò a dover gestire alcune delicate questioni
internazionali, una di queste riguardava la situazione di Berlino ovest, la vetrina dell’Occidente nel
cuore della Germania socialista.se di fronte al rifiuto opposto dalle potenze occidentali al
riconoscimento della RDT, crushev aveva annunciato a Eisenhower l’intenzione sovietica di ritirarsi
da Berlino est, la cui amministrazione sarebbe poi passata alle autorità della RDT. Al fine di arrestare
la fuga in Occidente di quanti erano contrari al regime socialista, nel 1961 il governo della RDT
costruì un muro per separare le due parti della città. muro venne conosciuto come il muro di Berlino,
il più appariscente simbolo della guerra fredda.
LA RIVOLUZIONE DI CUBA
Nel 1960 fu eletto presidente degli USA un democratico cristiano, JF KENNEDY, la cui politica
interna era basata sulla lotta alla povertà e sull’affermazione dei diritti civili.
la tradizione dei progressisti americani, Kennedy riteneva che gli Stati Uniti dovessero sostenere la
democrazia anche nelle altre parti del mondo, intervenendovi direttamente. Le pericolose
contraddizioni da esso generate vennero a galla nella conduzione della politica estera statunitense.
Logicamente, il governo degli USA voleva estendere la democrazia da una parte, ma dall’altra era
intenzionato ad appoggiare i regimi totalitari se questo significava avere la funzionale diversa dei
propri interessi economici e strategici. Un esempio emblematico si consumò nell’isola di Cuba, dove
nel 1958, le forze rivoluzionarie guidate da Fidel Castro avevano abbattuto la dittatura di Fulgencio
Batista. L’impresa di Castro venne saldamente appoggiata dal governo statunitense, finché
quest’ultima nazionalizzò i beni di proprietà dei cittadini e delle aziende statunitensi, stringendo
rapporti politici e commerciali con l’URSS. il governo statunitense aveva sempre considerato
l’America latina come una zona di sua esclusiva influenza. Nel 1961 i rapporti con Castro vennero
interrotti, nello stesso anno, Kennedy appoggiò allo sbarco sull’isola da parte di esuli cubani al fine di
rovesciare il nuovo governo. Tuttavia il tentativo di entrare a Cuba si rivelò un vero disastro poiché gli
esuli vennero bloccati nella baia dei porci imprigionati o respinti in mare.
Nel 1962 a Cuba edificò una delle più grandi crisi che riuscì quasi a portare il mondo vicinissimo alla
catastrofe nucleare.la crisi della volontà di Fidel Castro di liberarsi definitivamente della minaccia di
invasione proveniente dagli Stati Uniti e nel tentativo di Krusciov di sfruttare la situazione per mutare
l’equilibrio strategico dell’Urss. sempre nello stesso anno, aerei spia americani scoprirono a Cuba la
presenza di rampe di lancio missilistiche individuarono dei missili a bordo di navi sovietiche che si
dirigevano verso l’isola.già da qualche anno l’equilibrio del terrore minacciava gran parte della
installazione a Cuba di missili che avrebbe potuto raggiungere le città degli Stati Uniti in pochi
minuti, rendendo perciò difficile una tempestiva risposta, rappresentava una minaccia alla sicurezza
degli USA.
2 ottobre, in un drammatico discorso, Kennedy annunciò il blocco.La crisi trova finalmente soluzioni
quando Robert Kennedy, fratello e collaboratore di cola propose ai sovietici il ritiro dei missili
americani dalla Turchia, che costituivano la diretta, in cambio della rinuncia dell'installazione dei
missili sovietici a Cuba. Inoltre gli USA non dovevano invadere l’isola.
BOOM ECONOMICO
La crescita economica
Il miracolo economico
A metà degli anni 50 l’Italia fu interessata ad un processo di trasformazione economica e sociale.un
anno molto importante per l’Italia tra il 1954 che segnò l’avvio della motorizzazione di massa. In
quell’anno la Fiat lasciava sul mercato la seicento.Lo sviluppo economico ebbe il suo centro nel
triangolo industriale.La geografia economica italiana comincio a cambiare.
Iniziarono ad imporre e affermare l’uso internazionale dei prodotti italiani specie nei settori
dell’abbigliamento e degli elettrodomestici.
Il processo avvenne così rapidamente da considerarlo miracolo economico o boom economico.
Il PIL crebbe del 6,5 percento è il reddito pro capite quasi raddoppio.Questa crescita industriale ebbe
l’effetto di aprire le porte nel molto della produzione anche alle donne.
1968
La spinta del cambiamento:
Il significato e l’influenza del sessantotto:
In Italia, tra gli anni sessanta e ottanta, ci furono progressi riguardo i diritti civili, la maturazione
politica e la modernizzazione economica e sociale; allo stesso tempo si iniziò a formare la base dei
futuri squilibri politici, economici e sociali in seguito manifestati negli anni novanta. Nel ‘68 ci fu una
trasformazione dei costumi della società. Nel ‘74 venne bocciato un referendum che chiedeva
l’abolizione della legge sul divorzio (approvata quattro anni prima) e iniziarono a formarsi i primi
movimenti femministi. In politica si cercò la collaborazione tra tutte le forze politiche (compreso il
PCI che stava ricevendo consenso elettorale).
ANNI DI PIOMBO
Due forme di terrorismo:
Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli ottanta, in Italia, si svilupparono lo stragismo
(terrorismo nero, poiché soppose tatti gruppi di estrema destra) e il terrorismo (terrorismo rosso,
colpevoli gruppi di estrema sinistra, tra cui brigate rosse). Il terrorismo nero piazzava bombe in luoghi
pubblici per alimentare la “strategia della tensione” (si colpivano persone innocenti in modo da
generare sgomento nell’opinione pubblica e creare le condizioni per una soluzione autoritaria), mentre
quello rosso con attentati mirati contro individui “servi” del capitalismo (come giornalisti, magistrati,
dirigenti dell’industria…). Durante questo periodo, definito “anni di piombo”, lo stato fu vittima di un
attacco contro le istituzioni democratiche.
Le brigate rosse:
A differenza del terrorismo nero, il terrorismo rosso rese pubblico i fondamenti ideologici delle
protezioni, e venivano scelti accuratamente gli uomini e gli obiettivi da colpire, coloro che erano
simbolo del potere, nel 1970 nacquero i primi gruppi delle brigate rosse e nel 1975 vennero
organizzati i primi attentati. Non venivano colpite persone di destra, ma coloro che sostenevano una
linea riformista, poiché secondo loro le riforme frenavano la rivoluzione.
Il “compromesso storico”:
La paura riguardante lo stragismo crebbe con il colpo di Stato in Cile, poiché il quadro politico del
Cile era simile a quello italiano. Enrico Berlinguer (segretario del PCI) volevo evitare lo stesso
destino, proponendo un compromesso storico cioè una alleanza tra DC e PCI, entrambi i partiti
avrebbero dovuto rinunciare a qualcosa per trovare un’intesa.
Un socialista al Quirinale:
Il presidente della Repubblica Giovanni Leone fu costretto a dimettersi un mese dopo il ritrovamento
di Moro, lo sostituì Sandro Pertini, un socialista. La sinistra si considerò vincente. Il the si adoperò per
la pacificazione della contrapposizione. Nel gennaio 1979, quando il governo di solidarietà nazionale
presentò le dimissioni, il progetto del compromesso storico era già stato abbandonato.
I governi pentapartito:
Nel 1981 venne inaugurato il rilancio della formula del centro-sinistra da un governo chiamato
“pentapartito” poiché composto da cinque partiti (DC, PSI, PRI, PLI, PSDI) con a capo Giovanni
Spadolini. Ciò segnò la fine del potere assoluto che ebbe la DC per oltre 30 anni. Un successivo
governo venne invece presieduto da un laico socialista, Bettino Craxi. La DC tornò al potere nel 1987
per cinque anni.
Il rallentamento dell'economia:
A causa del rapido aumento dei prezzi del greggio (petrolio) e all’aumento del costo del lavoro, nel
corso degli anni sessanta, l’economia italiana ebbe una fase di recessione e ci fu un aumento della
disoccupazione.
DECOLONIZZAZIONE
La decolonizzazione nella penisola indiana
L’indipendenza dell’India
Nel corso della seconda guerra mondiale il problema dell'indipendenza dell'india si avvio a soluzione.
Gandhi fu in grado di assicurare fedeltà alla corona britannica così da ottenere l’indipendenza
dell’india . Questa venne riconosciuta nell'agosto 1947.
Tuttavia,il raggiungimento dell'indipendenza portò la divisione della penisola indiana in due Stati:
l'Unione Indiana, a maggioranza indu, e il Pakistan, a maggioranza musulmana.
Al momento della nascita dei due Stati vi furono violenti scontri tra i seguaci delle due religioni,
perché nei territori attribuiti all'Unione Indiana vivevano minoranze musulmane e in quelli attribuiti al
Pakistan minoranze induiste. Le une e le altre furono costrette a emigrare, mentre lo stesso Gandhi
cadde vittima dell'odio religioso: nel gennaio 1948 venne assassinato
per mano di un fanatico indù.
L’iran
In Iran, lo scià Reza Pahlavi dovette affrontare il nazionalismo antioccidentale capeggiato dal suo
primo ministro Mossadeq, che nazionalizzò l'industria del petrolio ai danni della Gran Bretagna. Nel
1953 il ministro fu costretto a dimettersi e le compagnie petrolifere straniere poterono continuare a
sfruttare i giacimenti. Sul piano della politica interna proseguì l’opera di modernizzazione avviato dal
padre, adottando provvedimenti rivoluzionari come l’abolizione del vero per le donne e annunciando
nel 1963 il varo di una rivoluzione bianca che prevedeva riforme economiche sociali tra le quali una
riforma agraria.
La decolonizzazione in Africa
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, nelle colonie francesi dell'Africa i movimenti
nazionalisti lottarono per ottenere l'indipendenza. Il Marocco la ottenne nel 1955, la Tunisia nel 1956,
mentre l'Algeria solo nel 1962, dopo una guerra spietata che in Francia fu all'origine del ritorno al
potere di De Gaulle.
Nel resto dell'impero francese la decolonizzazione si svolse in modo sostanzialmente incruento.
Nell'Africa subsahariana, la prevalenza di una struttura sociale tribale esercitò una rilevante influenza
anche nel secondo dopoguerra, in modo positivo (come nel caso del Kenya, che ottenne
l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1963) oppure negatIvo (come nel caso del Congo, che ottenne
l'indipendenza dal Belgio nel 1959).
GUERRA DEL VIETNAM
Gli stati uniti dalla morte di kennedy alla guerra del Vietnam
L’assassinio di kennedy
E il 22 novembre 1963, il presidente Kennedy veniva assassinato. Fu subito arrestato Lee H. Oswald,
un personaggio che fu in URSS ma con contatti nell’USA.Proclamatosi innocente Oswald venne
ucciso in prigione due giorni dopo. Nel 1964 una commissione esclusi che ci fosse stato un complotto
ma nel 1979 un’altra commissione arrivo a conclusioni diverse pensando che erano stati almeno due
persone ad aver sparato.la rinuncia di Kennedy ad abbattere il regime di castro dopo il fallimento
dello sbarco a Cuba poteva essere una possibile causa dell’attentato. Ma soprattutto un’altra causa
poteva essere l’odio attirato da parte di gruppi razzisti statunitensi durante le battaglie dei diritti civili
della popolazione nera.
L’escalation militare
Nella seconda metà del decennio l’intervento degli Stati Uniti in Vietnam diventò sempre più
pesante.dato che i guerriglieri filocomunisti ricevevano rifornimento del Vietnam del Nord passando
anche per Laos e la Cambogia decisero di estendere i bombardamenti anche in questi paesi. Ma ciò
non fermò il governo nordvietnamita.il governo americano ordinò l’abbandono di Saigon e il 30 aprile
le truppe del fronte nazionale di liberazione e l’esercito nordvietnamita fece il loro ingresso in città.gli
Stati Uniti avevano perso circa 60.000 uomini. Mentre i tramiti vi erano circa 5 milioni di morti.
PRIMAVERA DI PRAGA
Il 1968: un anno chiave
I caratteri del sessantotto
Le drammatiche vicende nel sud-est asiatico attivarono diversi movimenti di protesta o meglio un
insieme di movimenti che dagli Stati Uniti si estesero in tutto il continente europeo.il 1968 fu un anno
chiave e data l’ondata di contestazione giovanile fu riconosciuta come “il sessantotto”.
In cui movimenti ci furono alcuni caratteri comuni, come il rifiuto delle tradizioni e del principio di
autorità. Il 68 quindi possiamo dire che non era un avere propria rivoluzione bensì un insieme di
rivolte che dietro l’impressione di un modo unitario per via della loro simultaneità.