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IL MURO DI BERLINO

La Germania e la sua capitale, Berlino, vennero entrambe divise in quattro zone di occupazione, 3
delle quali sotto l’amministrazione degli USA, Gran Bretagna e Francia, la quarta, quella orientale,
sotto l’amministrazione dell’URSS. Inoltre, sempre in germania, ci fu una riforma monetaria che
divenne successivamente politica con formazione di RFT E RDT (rispettivamente repubblica federale
tedesca e repubblica democratica tedesca). Il muro di Berlino cadde nel 1989.
Inoltre, più avanti nel tempo, Kennedy, si trovò a dover gestire alcune delicate questioni
internazionali, una di queste riguardava la situazione di Berlino ovest, la vetrina dell’Occidente nel
cuore della Germania socialista.se di fronte al rifiuto opposto dalle potenze occidentali al
riconoscimento della RDT, crushev aveva annunciato a Eisenhower l’intenzione sovietica di ritirarsi
da Berlino est, la cui amministrazione sarebbe poi passata alle autorità della RDT. Al fine di arrestare
la fuga in Occidente di quanti erano contrari al regime socialista, nel 1961 il governo della RDT
costruì un muro per separare le due parti della città. muro venne conosciuto come il muro di Berlino,
il più appariscente simbolo della guerra fredda.

LA RIVOLUZIONE DI CUBA
Nel 1960 fu eletto presidente degli USA un democratico cristiano, JF KENNEDY, la cui politica
interna era basata sulla lotta alla povertà e sull’affermazione dei diritti civili.
la tradizione dei progressisti americani, Kennedy riteneva che gli Stati Uniti dovessero sostenere la
democrazia anche nelle altre parti del mondo, intervenendovi direttamente. Le pericolose
contraddizioni da esso generate vennero a galla nella conduzione della politica estera statunitense.
Logicamente, il governo degli USA voleva estendere la democrazia da una parte, ma dall’altra era
intenzionato ad appoggiare i regimi totalitari se questo significava avere la funzionale diversa dei
propri interessi economici e strategici. Un esempio emblematico si consumò nell’isola di Cuba, dove
nel 1958, le forze rivoluzionarie guidate da Fidel Castro avevano abbattuto la dittatura di Fulgencio
Batista. L’impresa di Castro venne saldamente appoggiata dal governo statunitense, finché
quest’ultima nazionalizzò i beni di proprietà dei cittadini e delle aziende statunitensi, stringendo
rapporti politici e commerciali con l’URSS. il governo statunitense aveva sempre considerato
l’America latina come una zona di sua esclusiva influenza. Nel 1961 i rapporti con Castro vennero
interrotti, nello stesso anno, Kennedy appoggiò allo sbarco sull’isola da parte di esuli cubani al fine di
rovesciare il nuovo governo. Tuttavia il tentativo di entrare a Cuba si rivelò un vero disastro poiché gli
esuli vennero bloccati nella baia dei porci imprigionati o respinti in mare.
Nel 1962 a Cuba edificò una delle più grandi crisi che riuscì quasi a portare il mondo vicinissimo alla
catastrofe nucleare.la crisi della volontà di Fidel Castro di liberarsi definitivamente della minaccia di
invasione proveniente dagli Stati Uniti e nel tentativo di Krusciov di sfruttare la situazione per mutare
l’equilibrio strategico dell’Urss. sempre nello stesso anno, aerei spia americani scoprirono a Cuba la
presenza di rampe di lancio missilistiche individuarono dei missili a bordo di navi sovietiche che si
dirigevano verso l’isola.già da qualche anno l’equilibrio del terrore minacciava gran parte della
installazione a Cuba di missili che avrebbe potuto raggiungere le città degli Stati Uniti in pochi
minuti, rendendo perciò difficile una tempestiva risposta, rappresentava una minaccia alla sicurezza
degli USA.
2 ottobre, in un drammatico discorso, Kennedy annunciò il blocco.La crisi trova finalmente soluzioni
quando Robert Kennedy, fratello e collaboratore di cola propose ai sovietici il ritiro dei missili
americani dalla Turchia, che costituivano la diretta, in cambio della rinuncia dell'installazione dei
missili sovietici a Cuba. Inoltre gli USA non dovevano invadere l’isola.
BOOM ECONOMICO
La crescita economica
Il miracolo economico
A metà degli anni 50 l’Italia fu interessata ad un processo di trasformazione economica e sociale.un
anno molto importante per l’Italia tra il 1954 che segnò l’avvio della motorizzazione di massa. In
quell’anno la Fiat lasciava sul mercato la seicento.Lo sviluppo economico ebbe il suo centro nel
triangolo industriale.La geografia economica italiana comincio a cambiare.
Iniziarono ad imporre e affermare l’uso internazionale dei prodotti italiani specie nei settori
dell’abbigliamento e degli elettrodomestici.
Il processo avvenne così rapidamente da considerarlo miracolo economico o boom economico.
Il PIL crebbe del 6,5 percento è il reddito pro capite quasi raddoppio.Questa crescita industriale ebbe
l’effetto di aprire le porte nel molto della produzione anche alle donne.

I costi dello sviluppo


Tuttavia la speculazione edilizia , crescita disomogenea del sistema industriale e l’aumento del divario
tra un nord industrializzato è un sud rurale costituirono le ombre più evidenti per oscurare lo
splendore del miracolo economico.La crescente richiesta di manodopera dovuta allo
sviluppo industriale del nord diede avvio alla migrazione interna più imponente mai vista in
Italia.L’emigrazione costituì un fattore indispensabile per la crescita economica del paese ma
comporto gravi conseguenze sociali.Nel sud le campagne furono spopolate, nel nord si introdusse il
sovraffollamento delle città grandi.

La peculiarità del capitalismo italiano


Questa situazione di miracolo economico aveva portato il governo ad assumere un ruolo strategico nel
sistema economico, che l’imprenditoria privata mostrava di non essere capace di sostenere. Il 1956
venne istituito un ministero delle partecipazioni statali costruito per stimolare la produttività e ridurre
la disoccupazione. Tale iniziativa sanciva il passaggio verso un’economia mista.

1968
La spinta del cambiamento:
Il significato e l’influenza del sessantotto:
In Italia, tra gli anni sessanta e ottanta, ci furono progressi riguardo i diritti civili, la maturazione
politica e la modernizzazione economica e sociale; allo stesso tempo si iniziò a formare la base dei
futuri squilibri politici, economici e sociali in seguito manifestati negli anni novanta. Nel ‘68 ci fu una
trasformazione dei costumi della società. Nel ‘74 venne bocciato un referendum che chiedeva
l’abolizione della legge sul divorzio (approvata quattro anni prima) e iniziarono a formarsi i primi
movimenti femministi. In politica si cercò la collaborazione tra tutte le forze politiche (compreso il
PCI che stava ricevendo consenso elettorale).

L’innalzamento del livello di istruzione:


Nel 1962 si era obbligati a completare gli studi fino ai 14 anni, ci fu così un incremento di studenti
nella scuola media. Ci fu anche un ampliamento degli accessi all’università, gli immatricolati
aumentarono quasi del 60% , sempre in quel periodo venne istituito l’assegno di studio universitario
per dare modo agli studenti più bisognosi di proseguire gli studi.

Il Sessantotto nelle università:


Gli sbocchi offerti dalla laurea non erano molti, dopo anni di studi impegnativi non c’era la garanzia
di trovare lavori di prestigio o comunque redditizi. Le strutture universitarie erano inadeguate (sia sul
piano didattico che edilizio) per la rapida crescita degli studenti. Con il malcontento studentesco
emerse la controcultura, che rifiutava il modello capitalistico e consumistico della “cultura borghese”.
Nel 1969 ci fu una forte agitazione, l’università cattolica di Milano diede luogo ad una violenta
contestazione.

Il sessantotto nelle fabbriche:


L’11 settembre del ‘69 ci fu uno sciopero nazionale dei metalmeccanici che diede inizio all’autunno
caldo. Ci furono diverse lotte operaie che portarono a una serie di conquiste in campo salariale e
normativo. Nel 1970 venne approvato lo Statuto dei lavoratori che tutelava i diritti costituzionali nei
luoghi di lavoro. Migliorarono le condizioni delle madri lavoratrici e dei lavoratori disoccupati. Nel
‘75 ci fu la riforma della “scala mobile” ovvero di un sistema di adeguamento automatico dei salari
all’inflazione. Migliorarono quindi le condizioni di vita e di lavoro.

Un’eredità povera sul piano politico:


Non ci fu eredità politica, ci fu consenso nelle piazze, ma non della maggioranza dei cittadini e dei
partiti. I risultati delle elezioni del 1972 furono molto simili a quelli del ‘68. Dopo quattro anni di
scontri e agitazioni venne eletto un Parlamento che diede vita ad un governo di centro-destra, guidato
dal democristiano Giulio Andreotti. Nel 1971 venne eletto presidente il moderato Giovanni Leone.

Un’eredità ricca sul piano sociale:


Ci fu un rifiuto dell’autorità e delle tradizioni e una maggiore libertà sessuale. Ci fu la completa
conquista dei diritti civili e delle donne. Il principio delle pari opportunità senza distinzione di sesso
per tutti i cittadini fu una delle più grandi conquiste. Si diffuse un senso di consapevolezza, ciascuno
poteva compiere in autonomia le proprie scelte.

Lo sviluppo del movimento femminista:


Ci fu un aumento delle donne che studiavano e lavoravano. Il femminismo del ‘68 rivendicava non
solo l’uguaglianza, ma anche la diversità. I primi movimenti nacquero nel ‘70, ma si svilupparono nel
1975 circa.

Le conquiste delle donne:


Ci fu l’approvazione del nuovo diritto di famiglia nel 1975, prevedeva la parità giuridica tra coniugi,
non veniva più promossa la famiglia tradizionale con l’uomo dominante. Le mobilitazioni femministe
lottarono anche per l’aborto che venne approvato nel 1978, nonostante l’opposizione della democrazia
cristiana. Il femminismo italiano volle valorizzare la “diversità di genere”, cioè i valori tipicamente
femminili.

ANNI DI PIOMBO
Due forme di terrorismo:
Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli ottanta, in Italia, si svilupparono lo stragismo
(terrorismo nero, poiché soppose tatti gruppi di estrema destra) e il terrorismo (terrorismo rosso,
colpevoli gruppi di estrema sinistra, tra cui brigate rosse). Il terrorismo nero piazzava bombe in luoghi
pubblici per alimentare la “strategia della tensione” (si colpivano persone innocenti in modo da
generare sgomento nell’opinione pubblica e creare le condizioni per una soluzione autoritaria), mentre
quello rosso con attentati mirati contro individui “servi” del capitalismo (come giornalisti, magistrati,
dirigenti dell’industria…). Durante questo periodo, definito “anni di piombo”, lo stato fu vittima di un
attacco contro le istituzioni democratiche.

Le stragi del terrorismo nero:


Il 12 dicembre 1969 ci fu la prima strage, una bomba scoppiò nella sede della banca dell’agricoltura di
piazza Fontana a Milano. Non furono individuati né i colpevoli di questo attentato né di quelli
seguenti. Nelle piazze, durante un comizio sindacale, nel treno, nella stazione. Alcuni esecutori legati
a gruppi neofascisti vennero condannati, ma molto rimase nel mistero. Tutte le stragi volevano
alimentare la strategia della tensione.

L’ombra sui servizi segreti:


Parte dell’opinione pubblica riteneva che le stragi fossero espressione di un complotto
antidemocratico contro le istituzioni.La responsabilità degli attentati fu data a gruppi di estrema
destra, ma si pensava che essi fossero guidati da gruppi di servizi segreti. L’unico concreto progetto
venuto alla luce è il “golpe Borghese”, Che è stato annullato per motivi non chiari.

Il terrorismo rosso e la ricerca del consenso:


Nel 1974 sorse il terrorismo rosso, con lo scopo di combattere il sistema capitalistico attraverso la
lotta armata, si mirava allo Stato. In Italia però, non esistevano le condizioni per una lotta armata di
massa. Proprio per questo, alcuni gruppi estremistici utilizzarono il terrorismo, cercando consenso in
particolare nelle fabbriche.

Le brigate rosse:
A differenza del terrorismo nero, il terrorismo rosso rese pubblico i fondamenti ideologici delle
protezioni, e venivano scelti accuratamente gli uomini e gli obiettivi da colpire, coloro che erano
simbolo del potere, nel 1970 nacquero i primi gruppi delle brigate rosse e nel 1975 vennero
organizzati i primi attentati. Non venivano colpite persone di destra, ma coloro che sostenevano una
linea riformista, poiché secondo loro le riforme frenavano la rivoluzione.

Il “compromesso storico”:
La paura riguardante lo stragismo crebbe con il colpo di Stato in Cile, poiché il quadro politico del
Cile era simile a quello italiano. Enrico Berlinguer (segretario del PCI) volevo evitare lo stesso
destino, proponendo un compromesso storico cioè una alleanza tra DC e PCI, entrambi i partiti
avrebbero dovuto rinunciare a qualcosa per trovare un’intesa.

L’avanzata del PCI:


Nel 1970 fu approvata la legge del divorzio e, i movimenti cattolici promossero un referendum
abrogativo poiché contrari.vinsero coloro che rifiutavano l’abolizione del divorzio e ciò fu una tappa
importante per l’avanzata delle sinistre.nel 1975, con le elezioni amministrative, il PCI raggiunse
quasi il numero dei voti ottenuti dalla DC, mentre raggiunse una percentuale ancora più alta nelle
elezioni politiche. Crebbe però il timore che il comunismo diventasse il partito di maggioranza
relativa, questo favorì la democrazia cristiana.

L’avvicinamento del PCI al governo:


Le condizioni per realizzare il compromesso storico erano buone. Nel luglio 1977 il PCI entrò nella
maggioranza parlamentare che sosteneva il governo di Giulio Andreotti del 1976. Il governo
Andreotti fu definito il governo delle astensioni / della non sfiducia, poiché al momento di votare la
fiducia all’esecutivo, i partiti alleati della democrazia cristiana e il partito comunista si astennero in
blocco. Nel 1978 Andreotti costituì un altro governo che sarebbe stato sostenuto anche dai comunisti.

Il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro:


Il 16 marzo 1978 Aldo Moro, presidente della DC e sostenitore del compromesso storico, fu rapito da
un commando delle brigate rosse che volevano firmare il processo riformistico in atto.il cadavere fu
ritrovato a Roma il 9 maggio.allo stesso tempo il PCI aveva votato la fiducia al governo Andreotti, ma
ciò che successe a Moro generò un periodo di sospetti e polemiche, soprattutto tra PCI e PSI. Il nuovo
segretario Bettino Craxi del PSI era ostile a qualsiasi accordo con il partito comunista. I socialisti
pensavano che comunisti si sarebbero alleati con la democrazia cristiana, dando al partito socialista un
ruolo secondario.

Un socialista al Quirinale:
Il presidente della Repubblica Giovanni Leone fu costretto a dimettersi un mese dopo il ritrovamento
di Moro, lo sostituì Sandro Pertini, un socialista. La sinistra si considerò vincente. Il the si adoperò per
la pacificazione della contrapposizione. Nel gennaio 1979, quando il governo di solidarietà nazionale
presentò le dimissioni, il progetto del compromesso storico era già stato abbandonato.

I governi pentapartito:
Nel 1981 venne inaugurato il rilancio della formula del centro-sinistra da un governo chiamato
“pentapartito” poiché composto da cinque partiti (DC, PSI, PRI, PLI, PSDI) con a capo Giovanni
Spadolini. Ciò segnò la fine del potere assoluto che ebbe la DC per oltre 30 anni. Un successivo
governo venne invece presieduto da un laico socialista, Bettino Craxi. La DC tornò al potere nel 1987
per cinque anni.

L'arretramento della DC e il successo del PCI alle elezioni europee:


Il PCI si impose come partito di maggioranza relativa durante le elezioni per il parlamento europeo
del 1984. Nonostante l’ampio consenso, era ovvio che avrebbe potuto governare solamente tramite
alleanze. Dopo la fine del compromesso storico però, pareva complicato.

Il rallentamento dell'economia:
A causa del rapido aumento dei prezzi del greggio (petrolio) e all’aumento del costo del lavoro, nel
corso degli anni sessanta, l’economia italiana ebbe una fase di recessione e ci fu un aumento della
disoccupazione.

La crisi dei sindacati:


Il perdurare della difficile situazione economica ed un effetto di logoramento sulla forza contrattuale
dei sindacati. La Fiat, nel 1980, licenziò molti operai e tanti altri finirono in cassa integrazione.si
arrivò anche alla convinzione che il meccanismo della scala mobile, non prevedesse l’adeguamento
automatico dei salari all’inflazione, ma fosse lei stessa ad alimentarla. Insieme al principale sindacato
nazionale, si schierò anche il partito comunista per un referendum abrogativo. I risultati furono la
vittoria degli elettori favorevoli al contenimento della scala mobile.

L’espansione del debito pubblico e l’evasione fiscale:


Grazie alla crescita del debito pubblico (I prestiti che davano i cittadini allo Stato che li pagava con
buoni tesoro), venne coperto negli anni 60 il costo elevato del Welfare State. Successivamente
l’accumulo del debito pubblico divenne incontrollabile e pesò sugli equilibri economici dell’Italia. Ci
fu anche un’impennata dell’evasione fiscale che gravò sulle casse dello Stato.
Una nuova fase espansiva:
Nonostante le difficoltà, nella seconda metà degli anni 80, l’economia italiana riprese una fase di
espansione che abbassò anche il prezzo del petrolio, ridusse le tensioni sociali e promosse il veloce
sviluppo di imprese capaci di adeguarsi alle esigenze del mercato. Questa fase però interessava
perlopiù le regioni del Nord e del centro Italia, infatti aumentò il divario con la parte del sud che
dipendeva dalla politica di sostegno e sussidio attuata dal governo.

DECOLONIZZAZIONE
La decolonizzazione nella penisola indiana
L’indipendenza dell’India
Nel corso della seconda guerra mondiale il problema dell'indipendenza dell'india si avvio a soluzione.
Gandhi fu in grado di assicurare fedeltà alla corona britannica così da ottenere l’indipendenza
dell’india . Questa venne riconosciuta nell'agosto 1947.
Tuttavia,il raggiungimento dell'indipendenza portò la divisione della penisola indiana in due Stati:
l'Unione Indiana, a maggioranza indu, e il Pakistan, a maggioranza musulmana.
Al momento della nascita dei due Stati vi furono violenti scontri tra i seguaci delle due religioni,
perché nei territori attribuiti all'Unione Indiana vivevano minoranze musulmane e in quelli attribuiti al
Pakistan minoranze induiste. Le une e le altre furono costrette a emigrare, mentre lo stesso Gandhi
cadde vittima dell'odio religioso: nel gennaio 1948 venne assassinato
per mano di un fanatico indù.

L’unione indiana e la pianificazione dei


Jawaharlal Nehru elaboro un’ideologia in cui le tradizioni indiane si fondevano con elementi della
cultura europea.Guidato da quest’ultimo, il partito del congresso cercò di dare vita ad un modello di
sviluppo capace di sostenere la pressione demografica del paese attraverso una pianificazione
utilizzando metodi democratici.In politica estera l’unione indiana si espresse a favore della
coesistenza pacifica tra i blocchi ma seguì anche una politica di rafforzamento sul piano militare,
dotandosi di un armamento nucleare.

Il Pakistan e il nuovo Stato del Bangladesh


Per riunire i due territori pakistani, i musulmani rivendicarono un lungo corridoio che avrebbe dovuto
attraversare da est a ovest l’unione indiana.qui in Bengala sviluppò un forte movimento nazionalista
represso con la forza del governo pakistano.nel 1971 dopo un’aspra guerra civile riuscirono ad
ottenere uno Stato, il Bangladesh. Nel frattempo il processo di islamizzazione aveva portato in
Pakistan la proclamazione della Repubblica islamica.la difesa della laicità dello Stato viene
rappresentata soprattutto da selfie Zulfikar Alì Bhutto, succeduto da suo figlio Banazir, che incoraggio
la guerriglia islamica nella regione del Kashmir con l’aiuto di armamenti nucleari.

La decolonizzazione nel Sud-Est asiatico


Le tradizioni coloniali nel sud-est asiatico
Il Sud-Est asiatico era quasi interamente sotto il dominio coloniale di quattro potenze occidentali: la
Gran Bretagna, la Francia, i Paesi Bassi e gli Stati Uniti. Lo studio in Occidente dei loro generali li
aveva avvicinati alle ideologie nazionaliste e socialiste, diffuse una volta raggiunta la patria.
Al termine del conflitto nel 1946 gli Stati Uniti riconobbero l'indipendenza delle Filippine.
L’espulsione della Francia dall’Indocina
nella colonia francese dell’Indocina l’invasione giapponese avvenuta nel 1941 aveva fatto nascere un
movimento di resistenza contro le truppe occupanti. In Vietnam il comunista Hô Chi-Minh proclamò
l'indipendenza del paese.
La Francia, però, ne rioccupò il Sud, dove si formò un governo filofrancese. La guerra si concluse nel
1954: il Laos e la Cambogia divennero indipendenti, mentre il Vietnam fu diviso in due
temporaneamente fino alla decisione del destino del paese.

La Birmania fra tradizione e modernità


il Giappone aveva conquistato la Birmania nel 1942. Nel 1947 la Birmania (dal 1989 Myanmar)
ottenne l'indipendenza, divenendo un regime democratico. Fu allora convocata una costituente che
diede la Birmania un regime democratico parlamentare di tendenza socialista guidato da U Nu. Nel
1962, però, i militari instaurarono un regime dittatoriale attraverso un colpo di stato imprigionando U
Nu.

La democrazia guidata in Indonesia


Nel 1949 i Paesi Bassi furono costretti a riconoscere l'indipendenza dell'Indonesia.
Akmed Sukarno governo in maniera autoritaria con elementi di paternalismo sul modello dei villaggi
indonesiani, governati dal capo degli anziani, che aveva il compito di raggiungere un compromesso
tra le opinioni dei capi famiglia. Sukarno definiva questa forma di governo democrazia guidata che
poteva fu fungere anche da economia guidata. L'autoritarismo del presidente Sukarno suscitò la
reazione del Partito comunista, che tentò un colpo di Stato (1965).
Il generale Suharto,salito al potere dopo l’abbandono di Sukarno, guidò la controffensiva, diventando
il nuovo presidente del paese (1967). L'indipendenza della colonia britannica della Malaysia venne
riconosciuta solo nel
1957. Nel 1965, Singapore si staccò dal paese.

Malaysia, Singapore e Taiwan


nel corso degli anni 80, la malaysia e Singapore conobbero una fase di sviluppo economico accelerato
entrando nel gruppo delle cosiddette tigri asiatiche al fianco di Indonesia, Thailandia, Corea del sud,
Taiwan e Hong Kong.

La decolonizzazione nel medio oriente


Il mondo arabo e mondo
il Medioriente costituisce il punto di incontro tra due mondi affini e al tempo stesso differenti: il
mondo arabo e il mondo islamico.quest’ultimo si differenzia dal primo perché ultra ai paesi arabi
comprende anche i paesi africani e asiatici.all’interno del mondo islamico esisteva una grande varietà
di situazioni. ogni paese islamico alla propria storia oltre ad essere costituita dalla pratica della
religione musulmana anche essa divisa in sciiti e sunniti.
Per quanto riguarda il mondo arabo dopo la seconda guerra mondiale diversi movimenti cercarono di
moderare la società attraverso il nazionalismo e il socialismo.i nazionalisti fecero della lingua il
fondamento di una nazione araba che rimase sempre diviso in diversi Stati spesso avversi l’uno
dall’altro.Anche il socialismo ebbe un carattere importante. Fu considerato soprattutto come una
ideologia comunitaria espressioni non di una classe ma della comunità popolare.

La nascita dello Stato d’Israele


Al termine della seconda guerra mondiale, la scoperta dell’errore dei campi di sterminio suscitò nei
confronti degli ebrei un’ondata di solidarietà internazionale che preparò il terreno alla nascita di uno
Stato ebraico in Palestina avvenuto durante il periodo dell’immigrazione igienista.i paesi arabi
confinanti aiutati anche dall’Iraq reagirono attaccando Israele, con l’obiettivo di soffocare sul nascere
il nuovo Stato.le forze italiane riuscirono a vincere.la regione della Cisgiordania e destinata a costruire
il cuore dello Stato palestinese fu annessa in parti del Sele in parte del regno di trans Giordania che
mutò in proprio nome il regno di Giordania.nei primi anni lo Stato di Israele fu guidato da David Ben
Gurion, che approvò la legge del ritorno, volta a facilitare le migrazioni tutti gli ebrei verso la
Palestina.gli immigrati dietro grande sviluppo ai kibbutz ossia comunità di coloni sorte già nel periodo
tra le due guerre.

L’Iraq, dalla monarchia alla repubblica e l’Egitto di nasser


L'Iraq e l'Egitto erano diventati indipendenti già nel periodo tra le due guerre. In Iraq si succedettero
vari governi autoritari, che mantennero stretti rapporti con i paesi occidentali per lo sfruttamento delle
risorse petrolifere. Tali legami vennero confermati attraverso il patto di Baghdad .Nel 1958 un colpo
di stato militare porto alla formazione della
repubblica.
In Egitto, rovesciata la monarchia (1952), sali al potere Gabal Abder Nasser, che verrà sostituito da
Naguib. Nel 1954 sospettato di complicità in un attentato organizzato contro Nasser del movimento
islamico estremista dei fratelli musulmani Naguib dovette dimettersi così da lasciare Nasser formare
un regime a partito unico.

L’Arabia Saudita: una lunga dinastia


La nascita dell’Arabia Saudita risale al 700 con Muhammad Ibn Saud sostenitore del wahabismo . I
sovrani dell'Arabia Saudita mantennero sempre buoni rapporti con il mondo occidentale, al quale li
univano interessi finanziari derivanti dalla vendita del petrolio. Nello stesso tempo la maggioranza
sunnita del paese un’impronta islamica sei marcata infatti furono proibite ogni manifestazione
pubblica delle altre religioni e le donne rimasero prive di diritti civili.

L’iran
In Iran, lo scià Reza Pahlavi dovette affrontare il nazionalismo antioccidentale capeggiato dal suo
primo ministro Mossadeq, che nazionalizzò l'industria del petrolio ai danni della Gran Bretagna. Nel
1953 il ministro fu costretto a dimettersi e le compagnie petrolifere straniere poterono continuare a
sfruttare i giacimenti. Sul piano della politica interna proseguì l’opera di modernizzazione avviato dal
padre, adottando provvedimenti rivoluzionari come l’abolizione del vero per le donne e annunciando
nel 1963 il varo di una rivoluzione bianca che prevedeva riforme economiche sociali tra le quali una
riforma agraria.

La decolonizzazione in Africa
Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, nelle colonie francesi dell'Africa i movimenti
nazionalisti lottarono per ottenere l'indipendenza. Il Marocco la ottenne nel 1955, la Tunisia nel 1956,
mentre l'Algeria solo nel 1962, dopo una guerra spietata che in Francia fu all'origine del ritorno al
potere di De Gaulle.
Nel resto dell'impero francese la decolonizzazione si svolse in modo sostanzialmente incruento.
Nell'Africa subsahariana, la prevalenza di una struttura sociale tribale esercitò una rilevante influenza
anche nel secondo dopoguerra, in modo positivo (come nel caso del Kenya, che ottenne
l'indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1963) oppure negatIvo (come nel caso del Congo, che ottenne
l'indipendenza dal Belgio nel 1959).
GUERRA DEL VIETNAM
Gli stati uniti dalla morte di kennedy alla guerra del Vietnam
L’assassinio di kennedy
E il 22 novembre 1963, il presidente Kennedy veniva assassinato. Fu subito arrestato Lee H. Oswald,
un personaggio che fu in URSS ma con contatti nell’USA.Proclamatosi innocente Oswald venne
ucciso in prigione due giorni dopo. Nel 1964 una commissione esclusi che ci fosse stato un complotto
ma nel 1979 un’altra commissione arrivo a conclusioni diverse pensando che erano stati almeno due
persone ad aver sparato.la rinuncia di Kennedy ad abbattere il regime di castro dopo il fallimento
dello sbarco a Cuba poteva essere una possibile causa dell’attentato. Ma soprattutto un’altra causa
poteva essere l’odio attirato da parte di gruppi razzisti statunitensi durante le battaglie dei diritti civili
della popolazione nera.

La grande società di Johnson


A Kennedy succedette il vice presidente Lyndon Johnson .egli proseguì con forza l’opera riformatrice
avviata dal predecessore. Nel 1964 il presidente fece approvare il civil Rights act che segnò la fine di
ogni discriminazione fondata sulla razza.Johnson elaborò un progetto che definì la grande società
facendo un discorso che ebbe sicuramente un grande eco, ma scarsa efficacia pratica. le
disuguaglianze sociali non furono superate e nei quartieri abitati dai neri , a quei tempi chiamati
afroamericani per la prima volta, la povertà non scomparve e la rabbia crebbe.in un clima di tensione
risultavano già gli appelli alla non violenza lanciati dal pastore nero Martin Luther King.nell’aprile
del 1968 lo stesso King verrà assassinato da un razzista bianco.

La guerra del Vietnam


Sulla politica estera, Johnson proseguì la lotta contro il comunismo attraverso l’intervento in conflitti
locali come quello in Vietnam, diviso dal 1954 in due entità politiche: nel Nord un regime comunista
con capitale Hanoi : il sud controllato da un governo con sede a Saigon. Nel Vietnam del sud la
corruzione aveva favorito la nascita del fronte nazionale di liberazione che aveva dato inizio a
operazioni di guerriglia. Di fronte alle difficoltà manifestate gli Stati Uniti cercarono di sostenere
un’operazione che nel corso degli anni divenne sempre più massiccia. l’intervento statunitense in cui
la regione era già iniziato durante la presidenza di Eisenhower ed era proseguita con Kennedy.nel
1964 in risposta un attacco nordvietnamita le navi americane ordinarono massicci bombardamenti sul
Vietnam del Nord.inoltre Johnson decise l’invio nel Vietnam del sud di 18.000 soldati americani.

L’escalation militare
Nella seconda metà del decennio l’intervento degli Stati Uniti in Vietnam diventò sempre più
pesante.dato che i guerriglieri filocomunisti ricevevano rifornimento del Vietnam del Nord passando
anche per Laos e la Cambogia decisero di estendere i bombardamenti anche in questi paesi. Ma ciò
non fermò il governo nordvietnamita.il governo americano ordinò l’abbandono di Saigon e il 30 aprile
le truppe del fronte nazionale di liberazione e l’esercito nordvietnamita fece il loro ingresso in città.gli
Stati Uniti avevano perso circa 60.000 uomini. Mentre i tramiti vi erano circa 5 milioni di morti.

PRIMAVERA DI PRAGA
Il 1968: un anno chiave
I caratteri del sessantotto
Le drammatiche vicende nel sud-est asiatico attivarono diversi movimenti di protesta o meglio un
insieme di movimenti che dagli Stati Uniti si estesero in tutto il continente europeo.il 1968 fu un anno
chiave e data l’ondata di contestazione giovanile fu riconosciuta come “il sessantotto”.
In cui movimenti ci furono alcuni caratteri comuni, come il rifiuto delle tradizioni e del principio di
autorità. Il 68 quindi possiamo dire che non era un avere propria rivoluzione bensì un insieme di
rivolte che dietro l’impressione di un modo unitario per via della loro simultaneità.

Le cause del Sessantotto


Già dall’inizio del secolo si notavano delle avvisaglie di disagio e malcontento tra le masse giovanili,
in particolar modo tra gli studenti provenienti da famiglie agiate.cresciuti in un’epoca di benessere, i
giovani stentavano a riconoscersi nei modelli tradizionali (la famiglia e il lavoro sicuro).oltre a questo
disagio esistenziale, e provocò anche un forte sentimento di rivendicazione e protesta.la prima
istituzione ad essere presa di mira fu proprio l’università, che si stava trasformando da un luogo di
formazione delle classi dirigenti in università di massa. Questo consentiva a tutti di studiare di
ottenere una laurea.la Francia fu uno dei pochi paesi dove il 68 e buon influenza più diretta sulle
vicende politiche.la sua azione ottiene risultati spettacolari nel cosiddetto maggio francese con
manifestazioni da studenti parigini.al fine di evitare la formazione di un fronte unitario tra studenti e
operai, il presidente De Gaulle offrì concessioni salariali evitando un’alleanza tra fabbriche e
università.

Il 68 nel mondo comunista e la primavera di Praga


Diversi furono gli avvenimenti che si svolge a Praga.in realtà i problemi in Cecoslovacchia erano
molto diversi dall’Europa occidentale l’obiettivo che si ponevano a Praga era una libertà, ma una
libertà soprattutto politica.per questo motivo la primavera di Praga, cioè il processo di rinnovamento
che si sviluppò nella capitale cecoslovacca durante la primavera del 1968, non può essere non inserita
come importante avvenimento di questo movimento.nel dopo la repressione della rivolta ungherese
nel 1956, in Polonia il regime comunista si faceva più aperto, alla quale poi si oppose una netta
chiusura che fu tradotta in una grande tensione nel paese, che riuscì a persuadere dei dirigenti
comunisti di un radicale cambiamento.
Alexander Dubček diventò segretario del partito comunista cecoslovacco e affermò la necessità di
realizzare un socialismo dal volto umano, capaci di andare incontro alle esigenze delle masse.il
governo sovietico guidato da Breznev decise di intervenire preoccupato per gli effetti della primavera
di Praga nei paesi dell’est e nel 1968 le truppe nel patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia.
Dubcek accettò di collaborare con i sovietici ma ben presto verrà sostituito con Gustav Husak.

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