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Storia cinese

Orgogliosi della loro cultura, i cinesi svilupparono un certo disprezzo verso i barbari al di l delle
frontiere. E questo atteggiamento, insieme alla corruzione tipica delle dinastie imperiali, condusse
a lunghi periodi di isolamento.
Il contatto regolare con gli europei cominci nel secolo XV, grazie alle rotte marittime dei
portoghesi. I cinesi autorizzarono luso di alcuni porti commerciali a certe condizioni e nel 1557
cedettero ai portoghesi la piccola zona di Macao. Tuttavia, i governi cinesi disprezzavano i prodotti
delle potenze straniere e sottostimavano il loro potere militare. Non vedo che valore possano
avere questi oggetti strani e ingegnosi e non so come utilizzare i prodotti del suo paese, scriveva
nel 1793 limperatore Qian Lung al re Giorgio III dInghilterra.
Alla fine per gli inglesi trovarono loppio dellIndia, un prodotto che potevano commerciale con la
Cina in cambio della seta, del t e della porcellana tanto di moda in Europa. E quando la Cina
dichiar illegale il commercio di droghe, la Gran Bretagna inizi una guerra in nome dei princip del
libero mercato.
Nella prima Guerra dellOppio (1839-1842) fu facile al moderno esercito europeo sconfiggere le
truppe imperiali. I vincitori ottennero lapertura di cinque porti per lentrata dei prodotti britannici
con facilitazioni e il territorio dellisola di Xianggang (Hong Kong).
Limpero cinese, gi barcollante, sub unaltra sconfitta con la ribellione di Taiping nel 1853.. La
rivolta prese il controllo di gran parte del sud della Cina per undici anni, finch venne stroncata
grazie allappoggio delle truppe occidentali.
A questepoca le enormi importazioni di oppio venivano pagate con largento cinese, impoverendo
una nazione gi debilitata dalluso generalizzato della droga. Una nuova guerra, stavolta contro le
forze anglo-francesi (1856-1860), si concluse con la caduta di Bejing (Pechino) e con ulteriori
concessioni, tra cui il permesso per lentrata dei missionari.
Nel 1895, la Cina sub una sconfitta ancora pi umiliante per mano del Giappone, ex stato
dipendente, che invase parte della penisola coreana e lisola di Taiwan.
Nel 1898 scoppi una ribellione antioccidentale, guidata dalla societ segreta dei pugni armonici
(rivolta soprannominata dei Boxers dagli europei), repressa da una spedizione congiunta inglese,
russa, tedesca, francese, giapponese e statunitense. I vincitori ripartirono il territorio in zone di
influenza e alla Cina venne imposto il pagamento di un enorme indennizzo.
A Shangai, la costruzione del porto per fini commerciali si associ a investimenti stranieri su
grande scala. In questo modo si sfruttava la manodopera cinese, che costava poco, e vennero
installate centinaia di fabbriche nelle zone in concessione agli stranieri.
Questa politica occidentale di sfruttamento contribu ad introdurre concetti e idee nuove. Il
governo permise a piccoli gruppi di studenti di iscriversi a corsi allestero; sorsero anche dei gruppi
nazionalisti con forti sentimenti xenofobi e nel 1911 una rivoluzione guidata da Sun Yat-sen
proclam la repubblica, forte dellappoggio di alcuni generali dellesercito.
I generali vittoriosi volevano il potere pi che realizzare le riforme democratiche ispirate da Sun. Il
periodo di rivalit che si apr port alla guerra civile e i capi militari locali, spalleggiati dalle potenze
straniere, si contendevano le diverse regioni del paese.
In questa situazione, nel 1921, tredici persone, provenienti da varie parti della Cina, si riunirono in
una piccola casa nella parte francese di Shangai per celebrare il primo congresso nazionale del
Partito Comunista Cinese (PCC).
La nuova formazione politica mise al primo posto lorganizzazione dei lavoratori e consegu grandi
risultati. Nel 1926, i comunisti controllavano o influenzavano la politica di 700 sindacati,
rappresentanti di 1.240.000 lavoratoti. Il PCC si alle al partito nazionalista Kuomintang (KMT) di
Chaing Kai-Shek, per combattere la gerarchia militare. Vittorioso nel 1927, il KMT si rivolse contro i
suoi alleati, massacrando 40.000 dirigenti sindacali comunisti.
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Di fronte alla disfatta, il leader comunista Mao Zedong (Mao Tse-tung) sostenne che si potevano
mobilitare i contadini della Cina, trasformandoli in una forza rivoluzionaria. Mao invi la
maggioranza dei dirigenti del Partito Comunista nelle campagne, organizzando politicamente il
partito stesso e addestrando un esercito di origine contadina.
Le forze del KMT cercarono di individuare le zone dove di era rifugiato il PCC nel 1934. Allora
lesercito comunista insieme ai suoi capi e a tutti i militanti inizi una ritirata alla ricerca di unaltra
sistemazione. questa la cosiddetta lunga marcia, in cui per oltre un anno i comunisti
resistettero a tutti gli attacchi, fino al momento in cui poterono riunirsi di nuovo.
Linvasione giapponese del 1937 (massacro di Nanchino) vide ancora il PCC e il KMT mettere da
parte ogni differenza per formare un fronte unito contro il nemico. I comunisti, nella lotta
antigiapponese, aumentarono la loro influenza sulla popolazione, estendendola anche alle zone
controllate dal KMT. Chaing Kai-Shek, vedendo che la situazione gli sfuggiva di mano e rendendosi
conto di perdere potere, viol a pi riprese il patto stretto con il PCC, lottando pi contro i
comunisti che contro i giapponesi, finch i suoi stessi generali lo arrestarono e lo costrinsero a
trattare e a riprendere la guerra contro gli invasori.
Sconfitti i giapponesi nel 1945, lalleanza si ruppe e cominci la guerra civile. La corruzione e
lautoritarismo, propri del KMT, gli impedirono di affrontare da pari a pari gli eserciti comunisti e i
loro simpatizzanti. Il 1 ottobre 1949, i leader comunisti proclamarono la Repubblica Popolare
Cinese, iniziando unepoca di riforme economiche e sociali.
Quello che restava del governo e dellesercito del KMT si ritir nellisola di Taiwan, dove con
lappoggio nordamericano si autoproclam il vero governo legittimo di tutta la Cina. Da Taiwan
vennero fatti piani per la riconquista della Cina continentale.
Una volta al potere, i comunisti attuarono una radicale riforme agraria, a prosecuzione di quella
cominciata nelle zone liberate prima della vittoria. Vennero nazionalizzate tutte le propriet
straniere e attuati vasti programmi di salute pubblica e di educazione.
Il piano di sviluppo elaborato nei primi cinque anni utilizz molti elementi del modello sovietico,
dando la priorit agli investimenti industriali piuttosto che al consumo, allindustria pesante
rispetto alla leggera, secondo i criteri della pianificazione economica centralizzata. La costruzione
di una solida base industriale si poteva realizzare solo attraverso lutilizzazione delle eccedenze
agricole, ma nel 1957 la produzione cominci a ristagnare.
Alla ricerca delle soluzioni per i problemi del paese e in nome della libera discussione, venne
lanciata una campagna perch crescano cento fiori e contengano cento scuole di pensiero,
invitando la popolazione a criticare il sistema proponendo alternative. Per quando cominci a
emergere il tema della mancanza di democrazia e venne messo il questione il governo del partito,
una campagna contro la destra represse quanti avevano manifestato le loro opinioni.
Nel 1958 Mao lanci il Grande Balzo in avanti, per accelerare la collettivizzazione rurale e
lindustrializzazione urbana. Questo piano duro, dogmatico, applicato in maniera inflessibile, port
il paese sullorlo del disastro e le regioni rurali alla fame. I dati ufficiali parlano di 20 milioni di
morti tra il 1959 e il 1961, cio una delle peggiori tragedie del secolo e una delle meno conosciute.
Nel 1962, Mao cominci una autocritica pubblica dei suoi errori riguardanti la gestione economica
e venne sostituito la Liu Shaoqi nel ruolo di capo dello stato, continuando a contare sullappoggio
dellEsercito di Liberazione Popolare e continuando a guidare il partito.
In questo periodo, le differenze ideologiche deteriorarono le relazioni con lUnione Sovietica,
come mise in evidenza il leader sovietico Nikita Krusciov in un discorso pronunciato nel 1963 e i
tecnici sovietici lasciarono la Cina, sospendendo tutti i piani e i progetti in comune.
Nel 1966 lesercito e i giovani studenti della Guardia Rossa, armati del libro dei pensieri di Mao,
cominciarono in tutto il paese una campagna contro i funzionari pubblici e i professori universitari,
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accusati di essere reazionari e seguaci del capitalismo. Cos cominci la Rivoluzione Culturale del
proletariato.
La Rivoluzione Culturale riguard tutti i settori di attivit. La produzione fu seriamente
pregiudicata, si chiusero fabbriche e universit; migliaia di giovani e intellettuali dalle citt
andarono a lavorare nei campi, volontariamente o costretti. Durante questi anni, in cui gli scontri
assunsero la dimensione di una guerra civile, morirono milioni di persone, tra cui Liu Shaoqi, il
principale oppositore di Mao.
In quellepoca la Cina ebbe un importante ruolo nella nascita del Movimento dei Paesi Non
Allineati (sebbene allinizio non ne facesse parte) e invi molti tecnici e lavoratori per appoggiare i
programmi di sviluppo nei paesi del Sud del mondo. Il pi importante fu la ferrovia di
collegamento tra Zambia e Oceano Indiano, che passava per la Tanzania. I movimenti di
liberazione di molti paesi guardarono alla Cina come ad un modello, adottando le strategie di
guerra contadina elaborate da Mao e da Lin Piao.
Allinizio degli anni 70, il primo ministro Zhou Enlai avvi dei colloqui con gli Stati Uniti mentre
ritornava al potere Deng Xiaoping, un protetto di Liu Shaoqi.
Nel 1971, il governo comunista riusc a raccogliere il consenso necessario per sostituire Taiwan
come rappresentante della Cina allONU. Gli Stati Uniti si astennero dal porre il veto poich si
apriva la possibilit di migliorare i rapporti e nel 1976 i due paesi ristabilirono le relazioni
diplomatiche.
A livello internazionale, la Cina persegu una politica di opposizione sistematica verso tutti gli
alleati dellUnione Sovietica. Per questo appoggi movimenti come lUNITA in Angola e lAfrican
National Congress in Sudafrica; peggiorarono le relazioni con il Viet Nam dopo la sconfitta degli
Stati Uniti nel 1975. Nel 1979 la Cina invase il Viet Nam per dargli una lezione in seguito
allintervento militare di Hanoi in Cambogia per sradicare il regime dei khmer rossi.
Nel 1975, morirono Zhou, Zhu De - un veterano della rivoluzione - e anche Mao. Sorse una disputa
interna tra le diverse fazioni rivali e alla fine prevalsero i pragmatici e i riformisti, perch potevano
contare sul sostegno dei funzionari pubblici.
Vennero arrestati i capi della fazione maoista, cio la cosiddetta banda dei quattro, formato
dalla vedova di Mao, Jang Qing, Zhang Cunqiao, Yao Wenyuan e Wanga Hongwen. Furono accusati
di cospirazione e divennero cos il capo espiatorio degli eccessi e degli errori commessi durante la
Rivoluzione Culturale. Nel 1981, furono sottoposti ad un giudizio pubblico.
Deng Xiaoping venne riabilitato dalla nuova dirigenza e la sua autorit riconosciuta a livello
generale. Inoltre il nuovo gruppo dirigente annunci un ambizioso programma di sviluppo
economico, che fissava importanti obiettivi nei settori dellagricoltura, dellindustria, della difesa,
della scienza e tecnologia.
Tra il 1978 e il 1979, si accett una maggiore libert di critica e di espressione, che venne rivolta
deliberatamente contro la Rivoluzione Culturale e i suoi responsabili. La Primavera di Pechino
ebbe il suo centro nel cosiddetto muro della democrazia, sul quale i cittadini potevano esporre
le loro opinioni. Il muro era anche il luogo in cui i dissidenti potevano distribuire le riviste in
circolazione clandestina. Tuttavia, quando le critiche cominciarono ad indirizzarsi verso le strutture
politiche, i dirigenti sciolsero il movimento e il muro della democrazia venne chiuso, nonostante
fosse presente dallepoca della Rivoluzione Culturale. Un dissidente, Wel Jingshen, venne arrestato
e condannato a 15 anni di prigione per avere pubblicato una rivista ed espresso tesi a favore della
democrazia.
Nel dicembre 1978, la terza adunanza plenaria dell11 Comitato Centrale del partito riabilit
completamente Deng e annunci cambiamento radicali nelleconomia.

Nel settore agricolo, si dissolsero le comuni popolari e la terra venne data in affitto dallo stato alle
unit familiari. Si introdusse un sistema di imposte in sostituzione delle precedenti quote di
produzione e i contadini vennero autorizzati a vendere le eccedenze nelle citt e nei villaggi.
La Cina annunci lapertura al commercio, agli investimenti e ai prestiti dallestero. Per attirare le
imprese straniere, si crearono delle Zone Economiche Speciali, nelle vicinanze di Xianggang (Hong
Kong) e Macao, con incentivi quali esenzioni fiscali, manodopera e terreni a basso prezzo sul
modello delle zone franche in altri paesi.
Nel settore industriale, alcuni poteri decisionali vennero decentrati, passando dai ministeri ai
responsabili delle fabbriche, che ora potevano pianificare direttamente produzione e distribuzione
e scegliere le fonti di materie prime con cui approvvigionarsi. Per i giovani lavoratori si introdusse
un sistema di impiego per contratto, al posto della precedente assegnazione a vita ad una unit di
produzione. Si permise la nascita di negozi per il commercio al minuto e ristoranti.
Il governo cominci una politica di ritiro progressivo dei sussidi ai prezzi dei beni di largo consumo.
In questo modo venne lasciata al mercato la facolt di determinare i prezzi di alcuni prodotti base
nellalimentazione e nel vestiario. Per stimolare la crescita delleconomia si stimol il consumo.
Nel momento in cui avvenivano queste trasformazioni, si svilupparono i mercati e ci fu una
maggiore disponibilit di prodotti; i salari, per alcuni anni, registrarono aumenti, mentre diminuiva
la disoccupazione e la sottoccupazione. Si ridussero anche le restrizioni per viaggiare allinterno
della Cina e allestero; si cominci anche a tollerare la diversit delle opinioni e le diverse
espressioni artistiche.
Le trasformazioni economiche portarono alla lunga alla crescita dellinflazione soprattutto nel
settore alimentare e in quello dellabbigliamento e alla fine degli anni 80 diminu il potere di
acquisto.
Nelle zone rurali cera una forte disparit: erano favoriti i contadini che vivevano in territori con
facile accesso alle grandi citt oppure dove esistevano grandi mercati; al contrario risultava assai
svantaggiato chi abitava nelle zone pi decentrate. Per incrementare la produzione si aument
luso di pesticidi e fertilizzanti chimici; quando, successivamente, si verific un calo della
produzione, luso dei prodotti chimici raggiunse livelli pericolosi e provoc un forte aumento dei
prezzi dei fertilizzanti.
Il sistema di previdenza sociale andava deteriorandosi e le nuove forme di impiego generavano
insicurezza: da una parte chi gestiva le imprese aveva grande libert di manovra nelle assunzioni e
nel fissare gli obiettivi produttivi; dallaltra parte, i sindacati non avevano libert di azione. Il
dibattito dellepoca verteva sul ritmo di sviluppo della rete di trasformazione economica e sulla
separazione pi netta tra il partito e lo stato.
Nel 1986 una manifestazione di studenti a Dhangai reclam la libert di stampa e cambiamenti
politici. Hu Yaobang, allepoca segretario generale del partito e relativamente giovane, fu costretto
a dimettersi e lala pi intransigente del partito cominci una campagna contro il liberalismo
borghese per sradicare quelle che venivano definite le idee occidentali - termine con cui si
intendeva il pluralismo politico, sebbene si parlasse solo di consumo e corruzione. Secondo
uninterpretazione data in quegli anni, si trattava di un attacco alla linea di politica economica
riformista di Deng, perch Hu Yaobang era uno dei suoi uomini.
Nel marzo 1989 nella Cina Asiatica Centrale la polizia intervenne sperando contro i manifestanti
tibetani che chiedevano pi diritti politici e protestavano contro la costante repressione culturale
e religiosa. Ci furono tre giorni di proteste, terminati con limposizione della legge marziale, che
dur fino allaprile 1990. Gli esuli tibetani denunciarono la detenzione di molti dissidenti e varie
esecuzioni. Il Tibet venne annesso unilateralmente dalla Cina nel 1950 e nel 1965 fu trasformato in
regione autonoma.
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La morte di Hu Yaobang, nellaprile 1989, provoc il raduno di migliaia di studenti nella piazza
Tienanmen, nel centro di Pechino. Gli studenti erano scesi in strada per esprimere il loro dolore
per la morte di colui che simboleggiava i cambiamenti liberali, protestando contro la corruzione e
a favore di cambiamenti nella societ e nel partito.
Gli studenti si accamparono nella piazza nellanniversario delle manifestazioni del 4 maggio 1919,
che avevano avuto anche allora gli studenti per protagonisti. Centomila lavoratori e cittadini di
Bejing (Pechino) manifestarono in favore del movimento riformista, portando viveri e bloccando le
strade nei momenti in cui sembrava imminente un intervento dellesercito.
Manifestazioni simili si svolsero anche in altre citt, e apparvero manifesti di vari gruppi di
lavoratori: giornalisti, sindacalisti militanti del partito. Nacquero gruppi autonomi, in aperta sfida a
quattro decenni di controllo totale del partito su tutte le organizzazioni sociali.
Alla fine, il 4 giugno 1989 il governo reag con decisione e violenza: lesercito venne inviato nel
centro di Pechino per disperdere gli studenti e chi li sosteneva. Lesercito apr il fuoco; ci furono
centinaia di morti e migliaia di feriti; moltissimi morirono schiacciati dai cingolati che abbattevano
le barricate. Inizi una sistematica persecuzione, a livello nazionale, contro i leader studenteschi e
contro i movimenti autonomi dei lavoratori. Molti furono incarcerati e torturati, mentre altri
vennero giustiziati. A livello politico ci furono importanti cambiamenti e Li Peng assunse lincarico
di primo ministro.
La reazione internazionale alla repressione fece naufragare le speranze della Cina da ottenere un
maggiore commercio con lestero. Il primo governo occidentale ad avere rapporti con la Cina dopo
la repressione di Tienanmen fu quello britannico che nel settembre 1991 firm con Pechino un
accordo per la costruzione del nuovo aeroporto di Hong Kong, allinterno dei negoziati per il
passaggio dellex colonia britannica sotto la sovranit cinese nel 1997.
Le riforme strutturali delleconomia divennero inevitabili, con un terzo delle imprese in deficit e un
bilancio sempre pi squilibrato. Il PCC riprese le fila del processo di liberalizzazione economica
iniziato da Deng Xiaoping, che a 87 anni riapparve sulla scena politica. Daltra parte, Jiang Zemin,
suo successore alla segreteria del Partito Comunista, si espresse a favore del libero pensiero e
vennero anche ridotte le accuse contro lex segretario Zhao Ziyang. Costui, qualche tempo dopo,
venne comunque indicato come il responsabile dei fatti che portarono al massacro di Tienanmen,
allontanando definitivamente la possibilit di una sua riabilitazione.
Gli accordi di Parigi sulla Cambogia dellottobre 1991 e la dissoluzione dellURSS accelerarono il
riavvicinamento tra la Cina e il Viet Nam, che nel novembre di quello stesso anno normalizzarono i
loro rapporti diplomatici.
In quello stesso mese di novembre 1991, gli Stati Uniti interruppero il gelo diplomatico imposto
dai fatti del 1989 ottenendo limpegno di Pechino al rispetto del trattato internazionale che
limitava le esportazioni di missili. Ancora in quel novembre 1991, per la prima volta dal
dopoguerra, un rappresentante del governo cinese si rec in visita a Seoul, capitale della Corea del
Sud, per partecipare alla III Conferenza Annuale di Cooperazione Economica Asia-Pacifico (APEC)
che, con ladesione della Cina, di Taiwan e Hong Kong, comprende met della popolazione e della
produzione mondiale.
Alla fine del novembre 1991 il governo liber i leader studenteschi che avevano guidato le
proteste democratiche di Tienanmen. Nonostante ci, nelle province delle Xinjiang, del Quinghai e
altre vicine, rimasero ancora dai 50 mila agli 80 mila prigionieri politici. Lanno seguente Amnesty
International denunci lesistenza di 20 mila prigionieri politici.
Nel 1992 il governo ader al Trattato di Non Proliferazione Nucleare e il governo statunitense del
presidente Bush diede la priorit ai rapporti commerciali con la Cina.
Il XIV Congresso del partito, celebrato nello stesso anno, conferm la leadership di Deng Xiaoping
e riafferm la linea di politica economica. In seguito al Congresso, ebbe inizio una delle pi grandi
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purghe della storia del PC cinese, con leliminazione di gran parte dellala conservatrice, raccolta
intorno alla figura di Chen Yun, leader del Consiglio del Comitato Centrale, unistituzione che
venne sciolta. Vennero anche rimossi alcuni alti gradi dellEsercito Popolare.
Nella sessione annuale dellAssemblea Nazionale del Popolo, il segretario generale del partito,
Jiang Zemin, venne eletto presidente della repubblica. Divenne cos il primo, dalla morte di Mao,
ad assumere le funzioni di capo dello Stato, del partito e comandante delle Forze Armate. Il primo
ministro Li Peng venne confermato nel suo incarico.
Nellaprile 1992, venne confermata la decisione di costruire a gigantesca diga delle Tre Gole, sul
fiume Yangtse. Il controverso progetto dovrebbe terminare nel 2009, e comporterebbe
linondazione di terre abitate da 1,3 milioni di persone, sommergendo 10 citt e oltre 800 villaggi.
Gli ecologisti si sono opposti immediatamente al progetto, perch porterebbe alla distruzione
dellambiente e di specie gi sotto la minaccia di estinzione, esponendo inoltre milioni di persone
al rischio di disastri naturali, come terremoti, frane e inondazioni. Inoltre, non sarebbe
economicamente redditizio.
A settembre, il governo rese noto che ogni attivit indipendentista in Tibet sarebbe stata
repressa senza piet. Dal punto di vista economico, venne varato un piano di austerit che
interessava lapparato statale e furono aumentate le tasse per i contadini. Le proteste obbligarono
il governo a fare marcia indietro, annullando un provvedimento che avrebbe riguardato 800
milioni di contadini.
Il prodotto interno lordo crebbe del 12,8% nel 1992, una cifra senza precedenti fino ad allora.
Questa crescita fece vedere i suoi primi effetti indesiderati nel corso del 1993: nei primi sei mesi
linflazione fu del 20% nonostante la crescita annua del prodotto interno lordo fosse stata del
13,5%. Nel marzo 1994, Li Peng volle limitare la crescita delleconomia al 9% per ridurre
linflazione, nonostante le proteste della provincia di Guangdong, una delle principali beneficiarie
del boom economico cinese.
Aumentarono le disuguaglianze sociali tra il ceto dei nuovi ricchi delle citt e lenorme
maggioranza dei lavoratori e dei contadini. Da qui il fenomeno della migrazione di milioni di
persone verso le citt. In questa situazione il governo assunse un atteggiamento prudente sulla
chiusura o sulla privatizzazione delle imprese statali considerate poco redditizie, perch un forte
aumento della disoccupazione avrebbe reso pi difficile una gi precaria situazione sociale.
Venne abbandonato anche un altro progetto tendente a limitare gli effetti sociali delle riforme
economiche. Si trattava di introdurre un indennizzo per i lavoratori delle imprese che venivano
chiuse; tuttavia linesistenza di un sistema statale di previdenza sociale - con la mancanza di un
fondo nazionale per la disoccupazione - convinse il governo a fare marcia indietro, per non
avventurarsi in riforme troppo radicali.
Nel 1995 Jiang Zemin consolid ancora di pi il suo potere, trovandosi cos nella situazione
migliore per guidare il paese nellera post-Deng. Il governo guardava con preoccupazione alle
conseguenze sociali delle riforme, mantenendo tuttavia un regime di aiuti alle imprese statali.
Linflazione si ridusse al 13% e il piano quinquennale 1996-2000 previde una crescita economica
tra l8% e il 9%. Si moltiplicarono i casi di corruzione venuti allo scoperto. Il primo segretario del
Partito Comunista di Pechino. Chen Xitong, fu costretto a dimettersi dopo la scoperta di un caso di
malversazione in cui erano implicati alti dirigenti locali ed una importante impresa metallurgica
municipale. Nellaprile si suicid il vice sindaco di Pechino, Wuang Baosen, accusato di aver
stornato 37 milioni di dollari dai fondi statali.
Le relazioni commerciali con gli Stati Uniti si intensificarono, nonostante i continui dissidi tra i due
paesi, come quelli provocati dalle manovre militari nelle acque di Taiwan, o gli esperimenti
nucleari effettuati da Pechino. A novembre Jiang intraprese la prima visita di un presidente cinese
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in Corea del Sud allinterno di una politica di avvicinamento commerciale e politico a quei paesi
che durante la Guerra Fredda si caratterizzarono per il loro anticomunismo.
Nel maggio 1996, Amnesty International condann la repressione contro i monaci buddhisti nel
Tibet. Secondo lorganizzazione di difesa dei diritti umani, 80 monaci furono feriti per aver esibito
in pubblico, nonostante il divieto, alcune foto del Dalai Lama.
Due leader della rivolta studentesca del 1989 furono condannati rispettivamente a 11 e 3 anni di
prigione sotto laccusa di voler promuovere la caduta del governo. Un altro studente ottenne asilo
politico negli Stati Uniti. Il governo intanto continu nella sua campagna di pressione psicologica
contro Taiwan con manovre militari su larga scala nelle vicinanze dellisola.
Nel 1996 prosegu il buon andamento delleconomia: la crescita del prodotto interno lordo si situ
intorno al 10% e linflazione scese al 6%. Miglior la crescita industriale e gli investimenti stranieri
aumentarono del 20%; alcune compagnie straniere furono autorizzate a convertire la moneta
locale in dollari o in yen.
La morte di Deng Xiaoping nel febbraio 1997, dopo una lunga malattia, provoc inquietudine tra
gli operatori economici e i diplomatici, tuttavia il governo e il partito assicurarono che le riforme
economiche non erano in questione.
Il XV Congresso del Partito Comunista, nellottobre dello stesso anno, conferm Jiang Zemin al
vertice del partito e dello stato, consolid la politica delle riforme in particolare verso le imprese
statali e riafferm il tradizionale sistema politico.
Nel marzo 1998 lAssemblea Nazionale del Popolo ratific i cambiamenti decisi dal Partito
Comunista. Zemin venne rieletto capo dello Stato e delle Forze Armate, con il 98% dei voti: 2.882
deputati votarono a favore, 36 contro e 29 si astennero.
Hu Jintao, gi menzionato come possibile successore di Zemin, venne eletto vice presidente,
mentre il primo ministro uscente, Li Peng, assunse la presidenza del Parlamento. La Costituzione
gli impediva un terzo mandato come capo del governo.
Zhu Rongji, ex vice primo ministro incaricato delleconomia, venne nominato capo del governo. Il
nuovo esecutivo, formato da esperti in economia, ha il compito di proseguire nelladattamento
delle 370 mila imprese statali alle regole del libero mercato, un processo che ha gi dato come
risultato tra i 20 e i 30 milioni di disoccupati.
I programmi di Zhu, in continuit con le riforme intraprese nel 1978 da Deng, mettono ora in
primo piano la ristrutturazione del sistema finanziario.
Storia del Giappone
Hideyoshi aveva realizzato sul finire del XVIsec. l'unit dell'arcipelago. Tale unit, per, riposava
solo sulla forza delle armi: fu Iyeyasu a renderla definitiva dandole un solido fondamento
amministrativo e giuridico. Egli si fece conferire dall'imperatore il titolo ereditario di shogun (1603)
e stabil la sede del suo governo a Yedo (l'odierna Tokyo). Ridusse tutti i daimyo sotto il suo
controllo attraverso una fitta rete di spie, costringendo i parenti prossimi dei daimyo a vivere alla
sua corte quali ostaggi e gli stessi daimyo a risiedervi periodicamente. La stessa corte imperiale fu
sottoposta alla sorveglianza costante dei funzionari shogunali delegati a Kyoto. Per quanto riguarda
la politica estera, Iyeyasu e i suoi successori fecero di tutto per isolare il Giappone dal resto del
mondo; a partire dal 1624 decreti di espulsione colpirono gli stranieri e solo pochi mercanti cinesi e
olandesi confinati nell'isola di Deshima, in prossimit di Nagasaki, furono ammessi a commerciare
nel 1640 attraverso funzionari shogunali in veste di intermediari. Fu vietato ai Giapponesi di
espatriare sotto pena di morte (1633) e il tonnellaggio delle navi mercantili fu limitato cos da
rendere impossibile la navigazione oceanica (1637). Naturalmente i primi a soffrire di questa
politica di isolamento furono i missionari e gli indigeni convertiti. Nel 1637 scoppi nella penisola
di Shimabara una rivolta tra la popolazione giapponese convertita al cristianesimo che termin con
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lo sterminio di 37.000 insorti. Da questo momento il cristianesimo cess di esistere in Giappone


come religione organizzata. L'epoca Tokugawa, culminata nel periodo Genroku (1687-1709), fu
caratterizzata dalla rapida ascesa della borghesia cittadina, mentre diminuiva in proporzione
l'influenza della vecchia casta dirigente dei daimyo, legata a un'economia agricola. La situazione dei
contadini, che costituivano la principale classe produttiva, rest per tutto questo periodo critica e lo
stesso shogun dovette ripetutamente intervenire per domare talune rivolte nelle campagne, assai
violente. Nel corso del XIXsec. si svilupparono le contraddizioni interne che resero possibile la
trasformazione del Giappone in uno Stato moderno e l'abolizione del dualismo di imperatore e
shogun. A partire dal XVII sec. si era formato intorno ai potenti capi dei clan meridionali e
occidentali un movimento di opinione favorevole alla restaurazione dell'autorit imperiale, e questi
capi, d'altra parte, manifestavano un costante interesse per le arti e la tecnologia occidentali. A
partire dal 1825 le potenze occidentali esercitarono sul Giappone la loro crescente pressione: esse
chiedevano in particolare un trattamento umano per i loro naufraghi, la concessione di stazioni
carbonifere nei porti giapponesi e la libert di operare sul suolo dell'arcipelago per i loro mercanti e
per i loro missionari. La prima mossa in questo senso ebbe luogo nel 1853, quando il comandante
americano Matthew Perry, violando i divieti, entr con le sue navi nella baia di Yedo (Tokyo) e
l'anno successivo impose al governo dello shogun una convenzione relativa ai naufraghi e l'apertura
di due porti per il rifornimento delle navi americane. Nel 1856 giunse a Yedo il primo ambasciatore
americano, Townsend Harris, che ottenne la firma di un trattato commerciale (29 luglio 1858) sul
quale si modellarono nei mesi seguenti analoghi trattati stipulati da Olandesi, Russi, Inglesi e
Francesi. Tali trattati aprirono il Giappone alle relazioni politiche, culturali e commerciali con
l'Occidente, provocando un'immediata reazione da parte dei nemici del regime shogunale. Questi si
abbandonarono, nel nome dell'imperatore, a una serie di atti di violenza contro i residenti stranieri
(dodici dei quali furono assassinati tra il 1859 e il 1862) e nel 1863 bombardarono le loro navi a
Shimonoseki, il che provoc rappresaglie immediate da parte delle potenze. Di fronte ai mezzi
militari degli Occidentali, l'impotenza del governo shogunale divenne palese agli occhi dei suoi
stessi seguaci: il 9 novembre 1867 Yoshinobu, ultimo degli shogun Tokugawa, si pieg senza tentar
di resistere e rimise tutti i poteri all'imperatore Mutsuhito (Meiji) allora quindicenne.
La trasformazione del Giappone in uno Stato moderno: l'era Meiji ( 1868 - 1912 )
Alcune istituzioni liberali, concentrazione di capitali, banche, elettrificazione, industria pesante.
L'inizio dell'era Meiji fu contrassegnato da due avvenimenti importanti: 1. il trasferimento
dell'imperatore nell'antica capitale shogunale di Yedo ribattezzata in quell'occasione Tokyo
("capitale dell'Est", per distinguerla da Kyoto, l'antica capitale imperiale); 2. l'emanazione di un
rescritto imperiale (6 aprile 1868) che preannunciava l'abolizione del feudalesimo, la
modernizzazione economica e amministrativa del paese e la creazione di assemblee consultive
destinate a rappresentare la pubblica opinione. Nella realt, la modernizzazione economica del
Giappone, incredibilmente rapida, provoc il sacrificio inevitabile delle istituzioni liberali
preannunciate con questo rescritto. Fu un gruppo relativamente ristretto di uomini energici - giovani
samurai, nobili della corte di Kyoto, ex funzionari shogunali - gi esperti nell'esercizio del potere e
penetrati del sentimento della grandezza nazionale, a prendere in mano i destini del Giappone dopo
il 1868, esercitando sullo svolgersi degli eventi un'influenza certamente molto maggiore di quella
dello stesso imperatore Mutsuhito (Meiji). Tra il 1869 e il 1878 i riformatori Kido, Okubo, Goto e
Iwakura abolirono due istituzioni caratteristiche del Giappone feudale: il governo provinciale dei
daimyo e la suddivisione della societ in classi rigidamente distinte. Le prime vittime di questi
provvedimenti furono i samurai, privati dei loro, sia pur ridotti, mezzi di sostentamento. Nel
febbraio 1877 il malcontento dei samurai scoppi nella rivolta di Satsuma, guidata da Saigo
Takamori, un riformatore "pentito". Occorsero otto mesi di lotta per domare la rivolta, ma alla fine
la vittoria del nuovo esercito nazionale reclutato per mezzo della coscrizione ebbe un enorme effetto
in tutto il Giappone fornendo la prova della totale supremazia del governo centrale. In politica
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interna il Giappone parve seguire l'esempio dell'occidente dandosi una costituzione (11 febbraio
1889) ed eleggendo l'anno seguente una dieta; ma l'adozione di un sistema parlamentare fu lungi dal
produrre istituzioni veramente liberali e lo Stato giapponese rest una monarchia assoluta,
appoggiata a un'alta burocrazia i cui quadri erano per lo pi costituiti da ex samurai acquisiti ai
programmi di riforma. La modernizzazione economica fu invece straordinariamente rapida; in dieci
anni (1870-1880) le associazioni di mercanti e banchieri note con il nome di zaibatsu realizzarono
la concentrazione del capitale, procedettero all'elettrificazione dell'arcipelago e lo dotarono di una
rete ferroviaria, mentre venivano edificate le grandi industrie metallurgiche, tessili e minerarie.
Occorre aggiungere che scopo principale della creazione di queste industrie era quello di fornire al
pi presto all'esercito e alla marina giapponesi i mezzi per resistere a qualsiasi aggressore anche
occidentale; i beni di consumo correnti continuarono invece a essere prodotti con i sistemi
artigianali tradizionali.
L'espansione giapponese (1890 - 1945)
In politica estera il primo obiettivo dei capi dell'era Meiji fu quello di ottenere l'uguaglianza sul
piano diplomatico con gli stranieri e l'abolizione dei trattati firmati dai Tokugawa dopo il 1853.
Ottenuto il riconoscimento de facto della parit con le potenze occidentali, il Giappone intraprese la
sua espansione territoriale a spese dei paesi sottosviluppati dell'Asia orientale; gli intrighi
giapponesi in Corea provocarono nel 1894 una guerra con la Cina, che dimostr in modo
impressionante la superiorit dell'esercito e della marina nipponica. Dopo una serie di rapide
vittorie, con il trattato di Shimonoseki (1895) il Giappone ottenne dalla Cina l'isola di Formosa, le
Pescadores e l'affitto della penisola del Liao-tung. L'intervento delle potenze europee (esclusa
l'Inghilterra) imped al Giappone di assicurarsi quest'ultima concessione a beneficio della Russia.
Pi tardi il Giappone intervenne a fianco degli Occidentali nella guerra cosiddetta dei boxers (1900)
e concluse nel 1902 un trattato di alleanza con l'Inghilterra che gli assicur libert d'azione in
Manciuria. Nel 1904 il governo nipponico, preoccupato dell'espansione russa in Asia (Corea e
Manciuria), provoc lo scoppio della guerra russo- giapponese, nella quale, in diciotto mesi di lotta,
la Russia, dopo gravi scacchi in Manciuria (Mukden), fu costretta a capitolare a Port Arthur, mentre
poco pi tardi a Tsushima la sua flotta venne annientata dall'ammiraglio Togo; di conseguenza il
governo zarista dovette firmare il trattato di Portsmouth, negli Stati Uniti (settembre 1905). Il
Giappone ottenne il protettorato su Manciuria e Corea (quest'ultimo paese fu posto sotto
protettorato nel 1907 e annesso all'Impero giapponese nel 1910). Nel 1912, alla morte di Mutsuhito,
l'era Meiji ufficialmente era chiusa, ma non certo quella dell'espansione nipponica che continu
anche con il successivo imperatore Yoshihito (1912-1926), il cui regno fu detto "era Taisho".
Quando nel 1914 scoppi la prima guerra mondiale, il governo di Tokyo decise di schierarsi a
fianco degli Alleati con l'obiettivo immediato di impadronirsi dei possedimenti tedeschi in Cina e
nel Pacifico. Il 7 novembre 1914 i fucilieri di marina giapponesi penetrarono nella baia navale di
Tsingtao dopo un assedio durato due mesi, mentre le forze navali nipponiche si erano impadronite
gi in ottobre delle isole tedesche del Pacifico a nord dell'equatore: le Caroline, le Marshall, le
Marianne. Nel novembre 1914 il Giappone aveva terminato le operazioni militari ma, approfittando
del momento favorevole (l'attenzione degli Occidentali era concentrata sul fronte europeo), apr
un'offensiva diplomatica contro la Cina: il 18 gennaio 1915 il ministro giapponese a Pechino
consegn a Yan Shih-k'ai una lunga lista di richieste, note con il nome di "ventun domande", il cui
accoglimento avrebbe posto lo Stato cinese in una posizione di vassallaggio. Alla conferenza di
Versailles (1919) la politica del Giappone mir a ottenere conferma dei suoi diritti in Cina sullo
Shan- tung e sugli ex possedimenti tedeschi del Pacifico; d'altra parte la guerra aveva impresso uno
sviluppo senza precedenti all'industria e al commercio giapponesi: nel 1919 il Giappone era una
delle cinque grandi potenze mondiali. Sul piano della politica interna, la conseguenza immediata
dello sviluppo economico e territoriale del Giappone fu, con la costituzione del governo Hara
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(1918), una decisa sterzata in senso liberale: alla conferenza di Washington del 1922 i Giapponesi
acconsentirono a ritirare le loro truppe dallo Shan-tung e dalla Siberia (dove erano intervenuti in
funzione antibolscevica nel 1918) e a ridurre i loro armamenti navali. Ma la politica conciliante dei
liberali aveva suscitato l'ostilit di alcuni membri conservatori del Consiglio imperiale che
insistevano perch il Giappone continuasse la sua politica di espansione territoriale sul continente
cinese. Questi elementi aggressivi ed estremisti avevano un peso decisivo, e imponevano facilmente
la loro volont all'imperatore stesso che, dal 1926, era il giovane Hirohito, succeduto sul trono a
Yoshihito dopo cinque anni di reggenza, dal 1921 (l'era di Hirohito detta "Showa tenno"). Mentre
si susseguiva una serie di governi deboli e di effimera durata (Kato, 1922 e 1924; Tanaka, 19271929; Hamaguchi, 1929-1931), nel 1931 un raggruppamento di estrema destra, la cosiddetta
"fazione della Manciuria", provoc nella regione della ferrovia sudmancese (di propriet del
Giappone) una serie di incidenti atti a giustificare un intervento militare del governo di Tokyo. Nel
marzo 1932 la Manciuria fu proclamata Stato indipendente con il nome di Man-chu- kuo: in realt,
essa era diventata una colonia giapponese sottoposta all'esclusivo controllo dell'esercito, mentre i
gruppi finanziari (zaibatsu) coglievano l'occasione loro offerta di sfruttare le possibilit economiche
di questo vasto territorio popolato da 26 milioni di abitanti. A partire dal 1932 i sostenitori
dell'espansione militare inaugurarono, con l'assassinio del primo ministro Inukai (maggio 1932),
una serie di attentati contro le personalit giudicate troppo liberali, usando di tutta la loro influenza
sul governo di Tokyo per costringerlo a impegnarsi a fondo in Cina, dove gi si era avuto un primo
intervento militare a Sciangai (gennaio-febbraio 1932), con il pretesto del boicottaggio dei prodotti
giapponesi adottato dopo l'occupazione della Manciuria. Nel febbraio 1936 si verificarono un colpo
di Stato e un nuovo putsch militare, al quale sfugg miracolosamente il primo ministro Okada
(1934-1936), mentre il precedente primo ministro Saito (1932-1934) fu ucciso. L'intervento
massiccio in Cina, sostenuto dal nuovo primo ministro Hirota (1936-1937), si attu nel luglio 1937,
allorch il Giappone decise di affrontare una guerra aperta con la vicina repubblica dopo cinque
anni di ostilit di fatto; questa nuova aggressione provoc una grave tensione tra Tokyo e
Washington. A Hirota era nel frattempo (dal gennaio 1937) succeduto il principe Konoye, durante il
governo del quale si ebbero periodi di distensione e di irrigidimento. Ma l'inizio della seconda
guerra mondiale doveva aprire ai Giapponesi prospettive pi ampie. L'adesione del Giappone al
patto tripartito (1940), decisa dopo molte esitazioni da Konoye, e la sua richiesta di basi militari in
Indocina (1940-1941), non potevano non preludere, presto o tardi, a un'entrata nel conflitto a fianco
della Germania e dell'Italia: in questa prospettiva il ministro degli esteri Matsuoka s'illuse di potere
assicurare la neutralit dell'URSS firmando un trattato con il ministro sovietico Molotov. Pure, gli
alti e bassi della politica giapponese continuarono, insieme con le trattative con gli Stati Uniti.
Quando per queste ultime parvero rivelarsi infruttuose, il primo ministro Konoye si dimise e gli
succedette (ottobre 1941) il generale Tojo, rappresentante del partito della guerra e fautore della
"maniera forte". Il 7 dicembre 1941, senza dichiarazione di guerra, le forze aeree della marina
giapponese attaccarono proditoriamente la base americana di Pearl Harbor, dopo di che la marina
giapponese si assicur il possesso dell'isola di Guam, di Wake e dell'arcipelago delle Aleutine,
mentre venivano effettuati sbarchi a Hong-Kong, nelle Filippine e nella penisola di Malacca. In
meno di quattro mesi il Giappone si era assicurato un impero coloniale di 8 milioni di km con 450
milioni di abitanti e i suoi dirigenti potevano pensare che non fosse lontano il giorno in cui il loro
sogno di costruire una "sfera della comune prosperit della Grande Asia orientale" sarebbe
diventato una realt. La solidit delle conquiste nipponiche dipendeva, tuttavia, dal dominio dei
mari, essendo le forze giapponesi disperse su teatri di operazione lontani dall'arcipelago e uniti tra
loro soltanto dal mare. Cos, mentre tutte le Indie Olandesi passavano sotto il controllo di Tokyo, e
la stessa Australia pareva minacciata, insieme con l'India (una parte della Nuova Guinea e della
Birmania erano infatti state occupate), la battaglia navale del mar dei Coralli (4-8 maggio 1942)
inflisse un primo duro colpo alla flotta nipponica e cominci a far pendere la bilancia a favore degli
Alleati: questi ultimi nell'estate del 1943 iniziarono un'offensiva su vasta scala, che li port
gradualmente a riconquistare il terreno perduto. Dopo la conquista americana di Saipan (1944), il
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primo ministro Tojo diede le dimissioni e gli succedette il generale Koiso (luglio), ma il corso del
conflitto non mut. All'inizio del 1945 la conquista delle isole di Iwo Jima e di Okinawa assicur
all'aviazione americana basi di operazioni in prossimit dell'arcipelago giapponese, mentre
un'offensiva inglese partendo da basi indiane liberava la Birmania. Nell'aprile 1945, allorch ogni
speranza in un esito favorevole del conflitto pareva perduta, a capo del governo fu posto l'anziano
ammiraglio Suzuki, considerato pi moderato dei predecessori. Il bombardamento atomico di
Hiroshima e di Nagasaki (agosto 1945) evit agli Alleati di dover sbarcare sul territorio
metropolitano che l'esercito giapponese sembrava deciso a difendere fino all'ultimo; in quegli stessi
giorni l'URSS entr in guerra, costringendo le forze nipponiche della Manciuria a capitolare. Il 14
agosto 1945 ebbe luogo a Tokyo una riunione del gabinetto con l'intervento personale
dell'imperatore, nella quale fu decisa la cessazione delle ostilit. Come condizione, accettata dagli
Alleati, fu posto che il regime imperiale dovesse continuare a sussistere, e che Hirohito potesse
rimanere sul trono. Le perdite giapponesi ammontavano a questa data a circa 1.800.000 uomini e il
40% delle sue citt era raso al suolo da terribili bombardamenti aerei: l'aviazione e la flotta (giunta a
essere una delle pi potenti del mondo) non esistevano quasi pi.
Il Giappone, monarchia costituzionale
Nella prima fase dell'occupazione americana, durata fino al 1948, il Giappone, che aveva perduto
tutti i territori non metropolitani e l'autonomia politica interna, dovette adottare una nuova
costituzione che trasformava lo Stato in una monarchia costituzionale, sotto il controllo di un
parlamento di tipo britannico; l'imperatore stesso rinunci alle proprie prerogative divine (1
gennaio 1946). Furono attuate, durante i primi due ministeri Yoshida (1946-1947), importanti
riforme democratiche: una riforma agraria, una revisione del sistema giudiziario, la ricostituzione
dei sindacati vietati durante la guerra e una vasta campagna di rieducazione mirante a diffondere tra
le masse il concetto di democrazia. Le elezioni del 1947 portarono al governo un socialista,
Katayama Tetsu; dopo questo momento la situazione politica divenne estremamente instabile e i
governi si susseguirono con una certa frequenza; il conflitto coreano (1950-1951) esercit una
grande influenza sull'economia del Giappone, procurando commesse alle sue industrie fino ad allora
relativamente inattive (le esportazioni nipponiche, che avevano raggiunto il massimo nel 1942,
erano radicalmente diminuite dopo la capitolazione). Il trattato di San Francisco (8 settembre 1951)
firmato con gli Alleati (non vi parteciparono i Sovietici, che attesero fino all'ottobre 1956 a mettere
fine allo stato di guerra, e i Cinesi) entr in vigore il 28 aprile 1952 restituendo al Giappone la sua
sovranit e consentendogli di rimettere in piedi una forza militare di polizia.

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CAPITOLO 1
I cinesi conoscevano lImpero Romano tramite le sue province orientali, come la Siria, che
onorarono col nome di Da Qin (nome della prima dinastia imperiale cinese, 221.-206 a.C.).
In Occidente nello stesso periodo erano due i nomi usati per indicare la Cina: Serica e Sina. Serica
derivava dal commercio della seta, la si. Il latino Sina invece deriva dalle forme sanscrite con cui gli
indiani chiamavano la Cina del primo impero Qin, Cinasthana e Mahacinasthana.
Gi dallepoca esistevano fiorenti commerci indiretti fra i due grandi imperi: Roma importava seta
(Plinio il Vecchio nella sua Storia Naturale lamentava la perdita di sesterzi per via della concorrenza
delle vesti seriche) attraverso la nota Via della Seta, ove passavano anche ferro serico, pelli,
cannella, rabarbaro. I cinesi invece acquistavano maggiormente vetro, lana, lino. La bilancia dei
pagamenti era tuttavia fortemente passiva per Roma.
Nel 751 d.C. la Cina dei Tang fu sconfitta dalla nascente potenza musulmana, e la via della seta
divenne impraticabile. Ebbe inizio cos lepoca dei commerci marittimi con lOriente attuati dai
mercanti arabi.
La via della seta, lunga 8000 km, un per secoli e secoli lOriente allOccidente. Ma non sole merci
lattraversavano: era anche la rotta di religioni e idee, luogo dincontro di civilt raffinate e orde
barbariche. Questa via fu dominata prima dai parti, dai kushana, dai sogdiani, e infine dai sasanidi.
Intorno al IV secolo lEurasia dominata da quattro grandi imperi: lImpero gupta in india,
lImpero Sasanide, limpero romano e lImpero del Centro (Cina).
A lungo controllata da trib nomadi e mercanti cinesi, la Via della Seta cadde sotto il controllo
musulmano dal X secolo al XII, anno della conquista mongola che inaugur unintensa fase di
commerci fra Est e Ovest, grazie alla Pax Mongolica.
Marco Polo il pi celebre europeo che raggiunse la corte cinese in quel periodo, e con Il Milione
fu il primo a fornire notizie sul Cataio (la Cina). Fu anche il primo ad informare lEuropa
dellesistenza del Giappone, da li chiamato Zipangu (corruzione dalloriginale parola cinese
significante Paese del Sol Levante).
I rapporti tra lEuropa medievale e la Cina mongola furono piuttosto modesti; tuttavia fu in questo
periodo che molte conquiste della civilt cinese giunsero in Occidente, come la polvere da sparo,
la cartamoneta, la stampa, la porcellana, oltre a varie scoperte mediche ed elementi artistici. Tutte
queste novit furono trasmesse in maniera indiretta, attraverso la Persia e il mondo arabo. La
civilt islamica croll in parte proprio a causa della perdita della sua posizione centrale nel
commercio (soprattutto delle spezie) fra Asia e Europa.
Secondo Fernand Braudel con la nascita delle gradi civilt urbane che compaiono le economiemondo: si tratta di immense insuale geoeconomiche, mondi autonomi costituiti da pi imperi e
regni. Dopo la caduta dellimpero romano, il mondo arabo aveva formato uninsula geoeconomica.
Cos pure lo erano il Mediterraneo nel XVI secolo, al tempo di Filippo II; la Cina della dinastia Ming
nel XIV-XVII secolo.
Con le grandi scoperte geografiche da parte dellEuropa, quindi agli inizi del 1500, queste insulae
geoeconomice si fonderanno assieme a causa dei processi di colonizzazione. Fu in questo
contesto, cio mentre ci si preparava alla nascita delle note economie-mondo teorizzate da
Wallertein, che ebbe luogo il secondo grande incontro fra Asia e Europa, avvenuto nel XVI secolo
ad opera dei missionari gesuiti.
I missionari si resero conto che la Cina non era un paese barbaro, ma una civilt fine ed istruita,
amministrata da una colta e potente burocrazia, dotata di unagricoltura fiorente e unindustria di
elevata qualit tecnica. In questo periodo, infatti, La Cina era molto pi evoluta dellEuropa
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rinascimentale, sia dal punto di vista tecnico che ingegneristico, anche se poi lEuropa, grazie alla
rivoluzione marinara (e militare) e illuministica riusc a pareggiare i conti, dominando poi il pianeta
con la successiva rivoluzione industriale. I monaci trovarono in Cina una societ aperta, la cui
classe dirigente era selezionata tramite rigorosi esami di stato, e in cui lordine politico e sociale
non era basato sulla nascita ma sulla conoscenza e sul merito.
Il confucianesimo, e la Cina in generale, suscitarono grande fascino nella cultura europea.
Leibniz, nella sua introduzione a Novissima Sinica (1697), affermava che se gli europei erano
superiori ai cinesi nelle scienze contemplative e uguali in tecnologia, tuttavia erano inferiori nella
filosofia pratica, ossia nelladattare letica alla vita. Secondo Needham la filosofia organicistica
sarebbe entrata nella storia del pensiero europeo proprio a causa delle influenze cinesi di questo
periodo, ad essere precisi tramite la teoria leibniziana delle monadi. Una delle specificit
dellontologia sinica proprio il monismo organicistico, che si contrappone al dualismo platonico,
caratteristica del pensiero occidentale.
I gesuiti portarono in Europa la maggior parte delle informazioni riguardanti il garnde impero. Fra
questi, da ricordare Alessandro Valignano, Matteo Ricci, suo allievo, e Martino Martini, che
tradusse in latino alcuni classici confuciani, e la storia cinese.
Verso la met del XVII secolo, le informazioni sulla Cina ricavate dai gesuiti furono contrastate
negativamente da quelel di viaggiatori e mercanti. Lilluminismo, ugualmente, la vedeva in
entrambi i modi. Per Voltaire essa il paese pi saggio e civilizzato di tutto luniverso. Feroci
sinofobi furono invece Rousseau e Montesquieu, che vedevano nella Cina lincarnazione del
governo dispotico, fondato sulla paura. Quesnay elogiava il governo sinico come un desposta
illuminato.
Nel frattempo si diffuse nellEuropa barocca la passione per le cineserie: porcellane, lacche, carte
da parati, elementi architettonici.
Gi nel 1700 per questa passione era finita, anche a causa della soppressione della Compagnia di
Ges nel 1773, a causa della questione dei riti. I gesuiti portoghesi, gelosi dei successi dei gesuiti
italiani e francesi, li accusarono di idolatria, ossia di permettere ai cinesi convertiti di continuare a
praticare i riti in onore degli antenati e di Confucio, giudicandoli civili e non religiosi. Nel 1715 il
papa tronc improvvisamente la controversia condannando i riti come idolatria. Per ritorsione,
limperatore proscrisse il cristianesimo. Ci furono persecuzioni; in realt, il sentimento
anticristiano, e soprattutto anti occidentale, cera gi da un po, mentre a contrario proprio i
gesuiti erano apprezzati a corte per la loro cultura scientifica e artistica.
Tale sentimento anticristiano non fu causato solo dallo scetticismo e agnosticismo dei confuciani e
dal sino centrismo, ma principalmente dal timore di sovversione, dalla paura dellalterazione
dellarmonia naturale delle chiese cristiane, costruite senza tener conto del fengshui; dal neo
confucianesimo, dalle idee contrastanti quelle del cristianesimo.
Lelemento fondamentale della cosmologia neoconfuciana il Taiji (apice supremo), cosmologia
ben differente da quella cristiana: luniverso consiste di processi di generazione e corruzione
simultanei suddivisi in diversi stadi.
Anche il Giappone affascinava gli occidentali, ma esso non appariva soltanto diverso, piuttosto
incomprensibile: Lopposto dellEuropa secondo Valignano. Ci che di pi sconcertava era la loro
pluriaffiliazione religiosa. Lincontro dellOccidente col Giappone inizi felicemente con centinaia di migliaia
di conversioni in pochissimi anni, ma si concluse con martiri e persecuzioni, oltre che con al chiusura del
paese (sakoku) al mondo occidentale.

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Un effetto non secondario di questo grande incontro (il secondo) fra Asia e Europa fu la nascita in
questultima della Sinologia, base della fondazione a Napoli del Collegio dei Cinesi, oggi Universit degli
Studi di Napoli lOrientale, grazie al sacerdote Matteo Ripa.

Dal 1500 fino agli inizi del 1800 la Cina era la prima potenza economica mondiale per PIL, seguita
dallIndia e poi dallEuropa. Nel 1776 Adam Smith riconosceva tale verit. Fino al periodo del
colonialismo europeo e del lungo secolo dumiliazione sinica, i traffici commerciali intrasiatici
erano ben pi corposi di quelli intraeuropei.
LOccidente come centro del mondo nacque ben pi tardi, non nel 1500 ma nel 1800. Il primato
della Cina era fondato su basi solide, fra cui elevati livelli di conoscenze scientifiche, superiori a
quelle europee, e tecnologiche. La balestra, la trivellazione profonda, la porcellana, i mantici a
pistoni, le bussole magnetiche, la sospensione cardanica, il timone diritto di poppa, la polvere
pirica, la carta, la stampa xilografica, la stampa a caratteri mobili sono tutte invenzioni cinesi.
Sembra dunque corretta la tesi secondo cui il crollo dellimpero cinese e di quello indiano non
dovuto a fattori endogeni ma alla colonizzazione occidentale, soprattutto britannica, anche se
lImpero del Centro mostrava gi i segni di una profonda crisi.
Come disse Hegel nella filosofia dello spirito, la storia del mondo viaggia da ovest a est. Mentre
lAsia linizio della civilt, lEuropa sarebbe la sua evoluzione. Hegel associ particolari sistemi
politici a spazi geografici; Smith, invece, affermando la stessa concezione evolutiva, collegava spazi
geografici a schemi economici o produttivi.
Il terzo incontro fra Europa e Asia si ebbe col drammatico episodio del colonialismo, cominciato
con la guerra delloppio verso la met del XIX secolo, la cui sconfitta cinese diede il via al secolo
dellumiliazione. Questa fase pu considerarsi conclusa con la proclamazione della Repubblica
Popolare Cinese il 1 ottobre del 1949, nella piazza di Tiananmen.
In tutta lAsia, solo il Giappone e il Regno del Siam sfuggirono alla colonizzazione. Tokio, per
evitare il destino della Cina, a partire dal XIX secolo segu il vento europeo: prima il modello
prussiano, poi quello delle democrazie liberali; infine, rientrato in Asia, negli anni trenta il
modello nazi-fascista. Dopo il duplice olocausto atomico del 1945 il modello non poteva che essere
quello americano.
Limmagine pessimistica della Cina come paese arretrato, abitato da uomini disonesti, furbi e
ipocriti, avviliti dalloppio e raffinati solo nella crudelt e nella dissolutezza si avr dopo il XVII
secolo, quando gli europei, particolarmente sicuri di se, credevano di dominare il mondo. Daltro
canto, erano conosciuti in Cina con la nomea di diavoli stranieri.
Fu lIndia, in questo periodo, a catturare limmaginario romantico europeo.
Gi nella prima met del XX secolo tuttavia il dialogo con la Cina fu ripreso, non senza ambiguit,
ma forte del bisogno condiviso di comunicare, di conoscersi.
Dopo il 1949, lEuropa si interess alla Cina per ben due volte: la prima volta fu durante
lesperimento politico di Mao noto come Rivoluzione Culturale, e la seconda volta ai giorni
nostri, quando Pechino, col processo di de-maoizzazione, ha imboccato la lunga marcia verso il
socialismo di mercato che ha portato ad una notevole crescita economica. Qui in Cina infatti, la
specificit del pensiero tradizionale permettono la convivenza di due realt contrapposte: il
matrimonio tra il comunismo politico e il capitalismo commerciale.
CAPITOLO 2
14

LAsia che si affacci al pacifico, denominata FAP dai geografi francesi (Faade Asiatique du Pacific),
comprende cinque principali insiemi geografici:
- Larcipelago giapponese
- La penisola coreana
- Il continente cinese e le sue marche marittime
- Il promontorio indocinese
- Larcipelago malese (il mondo malese-indonesiano)
Questa zona si estende per pi di seimila km, e contiene al suo interno il 26,2 % della popolazione
mondiale.
La sua crescita demografica tuttavia, un tempo naturale (ossia con natalit in aumento e mortalit
in diminuzione) ora controllata (natalit contenuta e mortalit in diminuzione). Questo si traduce
in una caduta di fecondit, a cominciare dal Giappone che rischia di divenire il paese pi
invecchiato del mondo. Queste evoluzioni sono legate ad una riuscita campagna di
pianificazione familiare, di cui il Giappone fu pioniere con le leggi eugenetiche del 1948, seguito
dagli altri paesi della regione e in particolar modo dal mondo cinese, dove ci fu nel secolo scorso
una campagna antinatalista sfociata spesso nellinfanticidio femminile, oggi sostituito dallaborto
preventivo previa ecografia, o a figli neri, cio non dichiarati.
LAsia orientale si caratterizza per la sua alta densit demografica nelle zone rurali. Il suo pi
grande problema, tuttavia, non la fame, quanto piuttosto la sete.
I cinesi sono vittime di un forte senso di sino centrismo, tanto che per lungo tempo in passato
furono convinti che la Terra (piatta) avesse il suo centro nel Grande impero di Cina. Zhongguo, il
suo nome cinese infatti, significa Paese del Centro.
LIndia invece pare essere il suo opposto da questo punto di vista, tendente com alla
frammentazione etnica, linguistica, storica e religiosa.
Questo sino centrismo ha valenze politiche e culturali: dal punto di vista politico implica tensione
verso lunit dello stato; ne consegue che lunit territoriale considerata anche oggi il
massimo valore politico e quindi il fattore primo dellinteresse nazionale. Questo spiega anche il
suo centralismo amministrativo.
Nei confronti del mondo esterno, la centralit percepita come vulnerabilit, cosicch
considerarsi al centro implica anche un senso di accerchiamento. Due, infatti, sono le ossessioni
geopolitiche della Cina: la frammentazione politica e la minaccia straniera.
Non a caso il centro di riferimento politico cinese sempre stato uno solo, limperatore, Figlio del
Cielo, garante dellordine far uomo e natura, della solidariet e dellarmonia. Il concetto di
centralit associato a quello di universalit e trova espressione nello Tianxia, ci che sta sotto il
Cielo: si parla dunque di un impero universale, da cui si irradiano i valori di civilt, che i popoli
vicini possono fare propri per entrarvi. E un ordine etico-culturale, non giuridico-politico. La stessa
legittimit del potere fondata sulla condotta morale del sovrano e sul consenso del popolo,
anzich sulla potenza militare, su principi ascrittivi o sullereditariet come in Giappone.
Secondo il Mencio, il sovrano riceveva il Mandato dal Cielo (tianming) per garantire lordine nel
Tianxia governando sulla base di principi etici: il popolo aveva diritto alla rivoluzione in caso di
condotta errata. I segni della revoca del mandato erano le calamit naturali, le rivolte contadine.
La Cina non , infine, solo uno Stato, ma una Civilt.
LAsia sinizzata del Nord-Est si contrappone a quella indianizzata e/o islamizzata del sud-est
(Malesia, Filippine, Singapore, Indocina, India).
Tutti i paesi del mondo sinico condividono istituzioni sociopolitiche, dottrine filosofiche e religiose,
nonch i sistemi di valori. Tutti originari della Cina. Il principale fattore di unificazione culturale
non uno solo, ma due: il confucianesimo e la scrittura cinese, ideografica e non alfabetica.
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In senso geoculturale, dunque, la nozione di Estremo Oriente per lo pi incentrata sulla Cina.
Cos non invece in senso geoeconomico, dove spesso viene sostituita dalla dicitura polo
confuciano. Essa comprende Giappone, Cina, le quattro tigri e sud-est asiatico, quindi Indocina,
Malesia e filippine.
Questa estensione giustificata da numerosi fattori: innanzitutto la grande presenza di cinesi in
queste aree, che danno luogo a minoranze particolarmente attive politicamente e
economicamente: la cosiddetta diaspora cinese. Pechino ha poi la tendenza a considerare la
diaspora parte integrante della Cina, destinandole una quota particolarmente rilevante di
investimenti esteri che a partire dagli anni Ottanta hanno contribuito alal crescita accelerata della
RPC.
Oltre la diaspora, altri punti in comune sono lestremoe clettismo culturale, dovuto alle molteplici
invasioni subite da questarea; e linfluenza che le grandi potenze confucine, Cina e Giappone,
hanno avuto sullo sviluppo economicho dellintera FAP.
Ormai da molti lustri questa zona economica si affermata come terzo polo economico in
contrapposizione a quello europeo e americano, uno dei tre vertici del triangolo economico
mondiale.
Dalla met degli anni Ottanta gli scambi transpacifici superano quelli transatlantici, che invece
avevano dominato per quattro secoli.
Non in discussione, in questo triangolo economico, la supremazia degli USA. Ma essa non appare
pi solida cos come in passato, e le previsioni dicono che nel giro di qualche decennio ceder la
sua first position alla grande Cina.
Le molte spiegazioni che gli studiosi danno al boom economico del polo confuciano si dividono
generalmente in due paradigmi contrapposti:
- Il primo privilegia limportanza del mercato, al cosidetta mano invisibile (quindi apertura al
mercato mondiale, non distorsione dei prezzi, ampio spazio al privato, etc)
- Il secondo, culturalistico, pone in rilievo la mano visibile, cio quella dello stato, e i caratteri
specifici della regione, enfatizzando quelli di natura culturale, in particolare il
confucianesimo (stato forte, interventista, organizzatore dellordine comune, identificato
oggi nello sviluppo economico).
Elaborata negli anni Ottanta, questultima interpretazione ha la sua massima espressione nella
Teoria dello Stato Sviluppista, e trae ispirazione dal caso Giapponese, assegnando grande peso allo
stato confuciano, in particolare agli effetti che tale cultura produrrebbe a livello socio-politico e
socio-economico.
Alla base del boom economico dellAsia ci sarebbero dunque gli Asian Values, i valori derivanti
dalla tradizione confuciana. Questo secondo coloro bollati di culturismo. Invece, i cosiddetti
razionalisti spiegano lo sviluppo economico con motivazioni economiche.
Ma, com solito, la verit sta nel mezzo, entrambe le motivazioni trovano il loro fondamento.
Per capire il modello di sviluppo confuciano bisogna tenere presenti i dati fondamentali della
geopolitica: non solo i fattori di coesione ma anche quelli di divisione. Oltre lomogeneit culturale
data dal confucianesimo e dalla scrittura cinese, vanno aggiunte le caratteristiche fisiche: la
geografia marittima, lalta densit dell popolazione, la relativa scarsit delle risorse naturali. Tali
risosrse hanno portato la maggior parte delle economie di questarea ad adottare una strategia di
sviluppo incentrata sulle esportazioni, la EOI, Export Oriented Industrialization, che si contrappone
allISI, Import Substitution Industrialization, a lungo caldeggiata anche per motivi politicoideologici come lanticapitalismo, lantiimperlialismo, etc. Altri fattori trainanti sono: il network
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power nipponico, forza trainante dello sviluppo regionale, grazie anche ai potenti keiretsu; lo
stato confuciano o sviluppista e la diaspora cinese.

Dopo il 1945, soprattutto dopo gli anni Sessanta, il Giappone diventato lepicentro di un processo
di sviluppo, modernizzazione ed industrializzazione che si propagato in modo diseguale, in cerchi
concentrici e per ondate successive, al resto dellAsia: ai paesi dellAsia nord orientale (Corea del
Sud, Taiwan, Singapore) in una prima ondata; ai paesi emergenti del Sud Est asiatico (Malesia,
Tailandia e, in minor misura, Indonesia) in una seconda ondata, negli anni Settanta e Ottanta; alla
Cina e allIndia negli ultimi decenni, in una terza ondata.
Questo fenomeno di propagazione stato teorizzato, a partire dagli anni Trenta, da Kaname
Akamatsu, per descrivere la divisione del lavoro tra il Giappone e le sue colonie. Successivamente,
nel 1962, lo stesso autore paragona lo sviluppo sequenziale dei paesi dellAsia nord orientale a una
formazione di volo danatre selvatiche (flying geese model, un triangolo di cui il Giappone
costituisce il vertice): secondo questo modello di sviluppo regionale, dietro ad un paese leader (il
Giappone) si costituirebbe una divisione internazionale regionale, un allineamento delle diverse
nazioni basato sui rispettivi differenziali di sviluppo; anche il leader a sua volta allineato sui paesi
pi sviluppati del sistema internazionale. Sul piano settoriale, i paesi integrati in una formazione di
questo tipo passano, per ondate successive, dalle industrie tradizionali alle industrie leggere, poi alle
industrie pesanti ed infine alle alte tecnologie. Il processo di rincorsa economica determina, quindi,
una ristrutturazione interna permanente, per cui le diverse economie spostano di continuo le
principali attivit produttive da un livello tecnologico allaltro. Inoltre, questo processo provoca la
delocalizzazione delle attivit a minor valore aggiunto e diventate obsolete per il paese (che ha
aumentato il proprio livello di vita) verso paesi meno sviluppati (in cui il costo del lavoro
inferiore), che, a loro volta, entrano in una logica di ricostruzione interna permanente. Si costituisce
cos una catena produttiva regionale che va dalle attivit ad alta tecnologia alle attivit ad alta
intensit di lavoro. Ad esempio, negli anni Sessanta e Settanta il Giappone delocalizzava la propria
produzione in Corea del Sud, e oggi la Corea del Sud delocalizza la propria produzione come la
Malesia in Cina.
CAPITOLO 3
Variabili interculturali
Occidente
Dualismo
Dio/uomo; uomo/natura
Res cogitans/res extensa
Trascendenza
Escatologia
Tempo lineare
Ontologia dellessere
Logica
Principio di non contraddizione
(oo)
Assolutismo etico
Imperativo categorico
Agire per principio
Cultura della colpa
Individualismo

Asia Confuciana
Monismo organicistico
Continuum Dio-uomo, uomo-natura
Relazione yan/yang
Immanenza
Intramondanit
Tempo ciclico
Ontologia del divenire
Dialettica yin/yang
Principio del tetralemma
(ee; but also)
Relativismo
Etica atomizzata
Agire caso per caso
Cultura della vergogna
Comunitarismo

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Antropo/ego-centrismo
Contrattualismo, conflittualit e assertivit (pluralismo)
Universalismo hard

Familismo, lealt e cooperazione armonia (conformismo)


Universalismo soft (Cina)
Particolarismo (Giappone)

CAPITOLO 4
Posto allestremo lembo dellEurasia, chiuso a Oriente dallimmensa distesa del Pacifico e separato
dal Continente da una striscia di mare che si rivelata sufficientemente larga da favorire
lindipendenza politica del paese dal vicino Grande Impero Cinese (ma non al punto da
impedire un afflusso continuo e massicci di prestiti culturali), il Giappone ha saputo creare una
variante culturale estremamente originale nellambito della civilt sinica (Reischauer 1994).
Proprio la vicinanza della Cina ha rappresentato per il Paese del Sol Levante una forte challenge
(per usare unespressione di Toynbee), una sfida che ha avuto, a nostro parere, leffetto di
creare nel popolo giapponese la tendenza ad accentuare le differenze e le specificit culturali e
nel contempo una sorta di psicologia del secondo, la psicologia di colui che sempre
allinseguimento di qualcuno, di qualcosa, di un primato.
In termini storico-antropologici, questo atteggiamento si tradotto in una cultura caratterizzata
non solo da relativismo etico (retaggio della cultura cinese) ma anche da particolarismo.
Cultura relativistica perch il modo di pensare dei giapponesi, come dei cinesi, tende ad essere
pragmatico, basato sul case by case, cio su valutazioni e considerazioni concrete e
contingenti, e non su principi assoluti e astratti propri dellideologismo o dellassolutismo
etico; particolaristica in quanto portatrice di valori e principi non considerati di per s universali
(cio potenzialmente validi per tutti, al di l delle differenze nazionali, culturali, razziali, ecc.)
ma percepiti come specifici, cio propri del popolo giapponese. In questo senso, la cultura
giapponese si contrappone non solo a quella occidentale (che universalistica e basata
sullassolutismo morale) ma anche alla cultura cinese, che relativistica come quella giapponese
ma universalistica come quella occidentale.
In breve, lelemento identificante della cultura giapponese sarebbe il particolarismo, la cui
valutazione, in sede storica, ha da sempre diviso gli studiosi in due fronti contrapposti. Il primo
sottolinea le specificit culturali giapponesi, che per alcuni hanno esasperato al punto da
proporre una sorta di eccezionalismo culturale non solo come chiave di lettura della cultura e
della societ ma anche come causa principale e specifica del successo economico raggiunto dal
Giappone in questo secolo. Agli studiosi culturalisti si contrappongono i razionalisti che
accentuano le somiglianze e le convergenze del Giappone con lOccidente e considerano le
cosiddette specificit giapponesi come elementi patologici o come residui feudali, segni della
persistente arretratezza del paese.
Comunque sia, difficilmente si pu negare che siffatto atteggiamento psicologico, unitamente alla
consapevolezza di dover rispondere ad altre sfide poste dalla natura (la ristrettezza del territorio
coltivabile, la popolazione numerosa, la carenza delle materie prime, lisolamento, i frequenti
terremoti, gli effetti del bradisismo, degli tsunami e dei tifoni ecc.), abbia contribuito a creare
nellethos dei giapponesi una tensione morale che li spinge costantemente a una forma quasi
ossessiva dinappagamento e di continuo miglioramento, oltre che di un oculato uso dei beni
e delle risorse. Quanto detto pu aiutare a comprendere perch latteggiamento tradizionale dei
giapponesi nei confronti del consumo sia stato sempre negativo: il consumo non necessario
stato sempre considerato socialmente errato e moralmente deprecabile (Fodella 1989, p. 197). Nel
Giappone premoderno la stessa citt , in quanto luogo non specifico di produzione ma
essenzialmente di consumi, non fu mai del tutto moralmente accettata.
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Questa tensione fra modernit e tradizione presente anche nel modello di modernizzazione
giapponese, denominato wakon-yosai.
Wakon = etica giapponese
Memoria storica => continuit
Yosai = tecniche occidentali
Nuove conoscenze => mutamento

Specificit del capitalismo giapponese:


-

Stato dirigista
Economia duale (grandi gruppi ma anche migliaia di PMI)
Sistema finanziario rigidamente regolamentato (abbondanza di risparmio, preferenza per ilc
redito bancario)

Zaibatsu un termine giapponese per indicare concentrazioni industriali e finanziarie. stato


usato nell'Ottocento e nei primi anni del Novecento in riferimento a grandi gruppi industriali e
finanziari controllati da singole famiglie. In Giappone il termine non usato al di fuori delle
discussioni di argomento storico. Gli zaibatsu furono tecnicamente dissolti dai riformatori durante
l'occupazione alleata del Giappone. La completa dissoluzione degli zaibatsu non fu mai raggiunta,
in parte poich erano largamente considerati benefici e l'opinione pubblica giapponese, formata
da lavoratori e amministratori degli zaibatsu, oscillava tra il disinteresse e la disapprovazione
riguardo a un'eliminazione degli zaibatsu. Attualmente gli antichi sistemi di controllo
amministrativo e finanziario sono stati distrutti. Il precedente sistema di controllo verticale,
culminante in un'unica famiglia, degli zaibatsu stato sostituito dalle relazioni orizzontali di
associazione e coordinazione tipiche dei keiretsu. Questo termine giapponese che significa serie o
sussidiario, pu dare un'idea della differenza.
Keiretsu un termine giapponese che indica raggruppamenti di imprese, operanti in settori
diversi, collegati da partecipazioni incrociate, reti relazionali e in generale vincoli non tanto
giuridici quanto etici di appartenenza al gruppo. Il keiretsu in sostanza un fronte unito di potenti
societ che operano insieme ma indipendentemente con lo scopo di perseguire obiettivi comuni e
definiti. Solitamente al centro del Keiretsu vi sono una o pi banche, che forniscono gran parte del
capitale di finanziamento necessario, rendendo di fatto limitato il potere degli azionisti e
permettendo cos ai manager di avere una maggiore libert d'azione

CAPITOLO 8
La marcia verso il capitalismo della Cina ha avuto inizio nel 1978, quando il Piccolo Timoniere,
Deng Xiaoping, prende il potere demaoizzando il Paese, varando un rivoluzionario programma di
apertura e riforme.
I principali dispositivi dellapertura riguardano la Cina costiera, ricca e sovrappopolata: si tratta
delle Zes, zone economiche speciali create a partire dal 1980 per favorire gli investimenti e
rivelatesi decisive per lindustrializzazione delle due province meridionali, Guandong e Fujian. Poi,

19

lapertura dei porti e dei fiumi; infine listituzione di tre borse valori (Shenzen, Shanghai e Hong
Kong).
Mentre la Cina delle coste ricca e sovrappopolata, quella dellinterno povera e scarsamente
popolata, con forti minoranze etniche, come tibetani e uiguri, turco foni e islamici).
Grazie a questa accorta politica, in breve la Cina diviene una fenomenale potenza esportatrice.
Si tratta di un comunismo di mercato che si muove tranquillamente nella globalizzazione
capitalistica.
Questo processo di riforme stato accompagnato da una spietata cultura antinatalista, la nota
politica del figlio unico; moltiplicazione delle infrastrutture.
Due incidenti di percorso: la crisi finanziaria asiatica del 1997-1998 e lepidemia di SARS del 2003
hanno condizionato ma non compromesso la sua crescita.La Cina oggi la quarta potenza
economica del mondo davanti a Uk e Francia. Tutto ci comporta una voracit insaziabile di fonti
energetiche: non un caso che i prezzi del petrolio siano cresciuti tanto in questi ultimi tempi.
Appare evidente che si sta rapidamente formando unarea economica asiatica centrata sulla Cina.
Si tratta di unarea che risposte alle caratteristiche del regionalismo asiatico, quindi elastica,
aperta, poco istituzionalizzata e strutturata.
Alla centralit geoeconomica la Cina ne sta associando anche una geopolitica, da una parte
abbandonando le ideologie del passato, dallaltro adottando soprattutto dopo l11 settembre
una diplomazia politica definita neobismarkiana, favorevole cio a tenere lo status quo,
impegnandosi dunque a non apparire n divenire una minaccia per lattuale ordine
internazionale.
Come negli altri paesi confuciani, anche in Cina sono state le esportazioni a permettere
lallargamento del mercato interno. Ma la sua crescita presenta due specificit (Chaponniere):
1) La crescita cinese stata accompagnata dal progressivo aumento delle diseguaglianze
sociali;
2) stata maggiormente aperta agli investimenti diretti esteri (ide).
Sul piano interno le vulnerabilit maggiori sono causate dallo sviluppo ineguale e dalla particolare
struttura politica del paese.
Si sta formando, dunque, unarea economica sino centrica, i cui fattori principali sono:
- Spostamento del baricentro economico mondiale al polo confuciano
- Crescente peso della Cina in termini di PIL allinterno di codesto polo
- Influenza diplomatica e centralit economica e finanziaria cinese allinterno della regione
La Cina dunque un gigante commerciale, ma il suo settore esortativo largamente controllato
dagli stranieri. Basti pensare che la sua bilancia commerciale fortemente asimmetrica,
registrando esosi surplus nel commercio con Usa e Europa, fortemente in deficit nel commercio
con gli altri paesi asiatici. In altre parole, la pregiata valuta in euro e dollari ottenuta dagli scambi
con gli occidentali usata coi vicini asiatici in cambio di materie prime e semilavorati, nonch
prodotti di consumo e investimenti.
Sono proprio i grandi investimenti sostenuti attraverso il risparmio interno ad avere alimentato la
crescita del paese. In tutte le societ confuciane la propensione al risparmio molto alta, quasi il
40% del PIL. Ovviamente un cos alto livello di risparmio non potr essere tenuto per sempre, per
questo la crescita cinese destinata a ridursi. Il vero motore della crescita non dunque la
domanda interna, ma il risparmio. E dovuta, insomma, dalla riallocazione della forza lavoro da
settori a bassa produttivit come lagricoltura, a settori ad alta produttivit come il manifatturiero
o i servizi. Questo ha comportato lesodo di migliaia di cinesi dalle povere campagne alle ricche
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citt costiere. Quando questesodo finir, la crescita scemer, forse con esiti drammatici. Non c
stato dunque un aumento di produttivit, ma solo una riallocazione delle risorse verso i settori pi
produttivi, abbandonando gli altri.
Oltre questi due fattori (riallocazione delle risorse e risparmio), evidente che la crescita sia spinta
non dal consumo, ma dagli investimenti (per via del risparmio). Ed finanziata dal credito delle
banche; queste sono di propriet dello stato, che ha manifestato unestrema facilit a erogare
crediti, perfino alle industrie pi improduttive e indebitate, altro fattore che potrebbe causare un
crollo delleconomia del grande paese.
Ci sono quattro motivi per cui il mercato cinese una grande chance:
1) La ricchezza della Cina concentrata sulle citt;
2) Sta emergendo una classe media di ben 50milioni di cinesi;
3) Un ceto di due milioni di consumatori controlla il 70% della liquidit, un ceto affamato di
lusso;
4) Si prospetta dunque un mercato non solo sterminato ma in grande crescita.
La competitivit cinese deriva dal basso costo del lavoro, secondo alcuni; secondo altri dovuta
allo yuan sottovalutato che favorisce le esportazioni.
Si parla quindi di vantaggio comparato, spesso accompagnato dallaccusa di dumping sociale (i
cinesi vendono a prezzi inferiori perch i loro costi sono pi bassi, in quanto mancano di rigorose
leggi in termini di lavoro, sicurezza, ambiente che vigono invece negli altri Paesi). Questultimo
un problema piuttosto difficile da verificare: la Cina in fondo ancora un paese povero, e se il
grande obiettivo del nostro secolo abolire la povert nel mondo, non si pu togliere ai poveri il
loro unico vantaggio comparato, ossia produrre a basso costo.
Come gi si detto, gli Usa sono il principale cliente cinese. Per mantenere la stabilit della sua
moneta, la Cina acquista dollari in grande quantit attraverso le obbligazioni del tesoro americano.
Il deficit commerciale statunitense nei confronti della Cina continua cos a crescere, creando i
malumori del suo governo che attribuisce gran parte dello squilibrio commerciale alla
sottovalutazione dello yuan.
Il finanziamento del debito americano, ovviamente, avviene attraverso un calcolo politico, non
solo commerciale: abbassa i tassi dinteresse, sostenendo il consumo americano, soprattutto di
prodotti cinesi; e aumenta linterdipendenza tra i due paesi. Alcuni per ritengono che tale politica
non sia esente da rischi, e che la Cina dovrebbe usare quel denaro per sviluppare la sua economia.
Lo sviluppo cinese ha dunque in se grandi contraddizioni
Settore statale potente e sclerotizzato;
Settore economico libero in crescita;
forte controllo burocratico;
internazionalizzazione;
assenza di liberalizzazione politica.
crescita di ceti medi assetati di nuovi consumi.
Sul piano sociale, le conseguenze sono disastrose: declino della protezione sociale,
disoccupazione, migrazioni accentuate; corruzione diffusa; esasperazione delle diseguaglianze
socioeconomiche; frattura tra regioni ricche e povere, tra citt e campagna, degrado igienico
sanitario e ambientale.
Oltretutto, la liberalizzazione economica non si accompagna a quella politica: Den Xiaoping spieg
che era un processo che andava fatto gradualmente per evitare disastrosi disordini.

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Secondo i sino-positivisti, la Cina non ancora uno stato di diritto ma si avvia per diventarlo. Per i
sino-pessimisti invece sta costruendo una democrazia allasiatica gestita da un potere autoritario
e socialmente diseguale.
Secondo il libro invece, bisogna considerare la Cina come Stato sviluppista confuciano, un paese
che accettando la logica del mercato e avendo come obiettivo primario lo sviluppo economico
cerca di realizzare uno sviluppo armonico tra mano invisibile e mano visibile.
Le migliori ipotesi dunque ipotizzano una crescita costante della Cina in questo secolo; le peggiori,
un suo rallentamento. Ma anche in questo caso la situazione non cambier pi di tanto.
La crescita incider comunque su tre fattori essenziali delleconomia mondiale:
- Sugli equilibri dei prezzi nelle materie prime;
- Sui flussi del commercio internazionale;
- Sugli andamenti valutari
Sicuramente ci saranno effetti anche sul piano istituzionale, con una maggior voce di Pechino nelle
organizzazioni internazionali
CAPITOLO 9
Il modello di sviluppo indiano , per alcuni versi, contrapposto a quello cinese: basato, infatti, sul
mercato interno anzich sulle esportazioni, sui consumi pi che sugli investimenti, sui servizi ad
alta tecnologia pi che sullindustria. Lo stato indiano invasivo quanto quello cinese, ma meno
efficiente.
LIndia raggiunse lindipendenza il 14 luglio del 1947, quando, a Londra, la Camera dei Comuni
adott lindia Independent Act che port alla fine dellImpero britannico indiano. LIndia si trov
scissa in due stati: lUnione indiana induista di Ghandi e il Pakistan musulmano di Al Jinnah, che
inizialmente diviso in due propaggini, ne perse una quando la sua parte orientale si proclam
indipendente come Repubblica del Bangladesh.
Lo spazio indiano comprende dunque questi tre stati, pi uno a sud, lo Sri Lanka, situato nellisola
di Ceylon, da decenni insanguinata da una feroce guerra civile.
Restano pochissime informazioni sull'Induismo primitivo. I documenti pi antichi conosciuti sono i
Veda, che si ritiene siano stati codificati nella loro forma attuale secoli prima delle prime versioni
scritte note e trasmessi con esattezza per tradizione orale. I testi pi antichi sono scritti in una
variante arcaica di sanscrito, e presentano delle somiglianze con i testi dello Zoroastrismo.
Le scritture sacre dell'India antica si classificano in tre categorie: i Veda, le scritture della religione
vedica, da cui deriva l'induismo moderno, le scritture induiste post-vediche, e le scritture dei
movimenti dissidenti come il jainismo ed il buddhismo. Questi ultimi testi costituiscono una
reazione ai Veda, ma vi restano fortemente legati in termini di insegnamenti e di concezione
generale della vita. Qui verranno esaminate solo le prime due categorie.
La vita delluomo sulla terra pu essere sintetizzata con tre parole:
samsare, Kama, Karma.
Kama ha il significato di desiderio, cio di un amore non ancora posseduto. Secondo
lUpanishad-Brhadaranyaka il desiderio delluomo spinge a compiere determinate azioni, ed uno
agisce in base a ci che desidera, e luomo ci che agisce.
Al kama segue il Karma o azione, che pu essere buona o cattiva; a seconda di essa
luomo sar buono in misura maggiore o minore, con la conseguenza dellesistenza in una
determinata casta o la conseguenza reincarnazione in una casta inferiore o superiore. Solo chi
veramente saggio e totalmente puro si libera dalla legge del Karma e ritorna allAssoluto per non
fare pi ritorno al mondo nel ciclo del samsara.
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Il samsara una sorta di viscosit che lega ed impantana lo spirito umano al maya, a ci
che apparenza in quanto emanazione di Brahman. Per disgrazia propria luomo si lascia sedurre
dal maya (mondo dellillusione che ottenebra la mente delluomo. E l mondo delluomo dopo che
questo si allontanato da Brahman), vincolandosi ad esso, ed il samsara non rappresenta altro che
il legame soggettivo, umano con il maya. Luomo riuscir a raggiungere la salvezza solo quando
spezzer i fili che lo legano al maya
Lind possiede varie vie per arrivare alla via della salvezza: le opere; la conoscenza fonte della
filosofia ind; donazione totale alla divinit o bhakti. Ciascuna di questa via corrisponde ad ognuna
delle tre caste: la via dello studio ai bramini; la via delle opere agli ksatriya.
Letica ind possiede due note essenziali: a) compimento delle azioni in spirito di totale distacco
dal mondo, ovvero senza samsara, liberi dal maya; 2) sforzo di adeguatamento dei doveri etici alle
diverse circostanze concrete di ciascuno. Oltre i doveri di virt specifici di ogni casta ve ne sono
alcuni comuni a tutti gli uomini: la non-violenza, cio non danneggiare nessun essere vivente, sia o
no razionale; il dominio di s; la sincerit; losservanza delle prescrizioni rituali. Solo cos si pu
raggiungere il dharma, la legge morale, lordine sociale e cosmico.
La credenza nella trasmigrazione delle anime cos diffusa e permea tutta la realt
induista che, spesso, viene vissuta pi come una realt evidente che come un oggetto di fede. Da
questa concezione nasce la passivit di fronte alla discriminazione delle caste. Ogni anima si
reincarna come spinta dal peso dinerzia del karma e riceve esattamente la ricompensa o il castigo
adeguato; pertanto non si pu di ingiustizia o di discriminazione nella suddivisione in caste.
Al contrario ogni reincarnazione : - una esigenza di giustizia; - una espiazione delle
mancanze anteriori; - una progressiva purificazione. In questa concezione si pu vedere anche una
soluzione accettabile ai problemi relativi allorigine del male e dei mali, nonch a quello
dellinnocente che paga colpe apparentemente non sue, o, al contrario, del malvagio cui arride
ogni fortuna.

Le varie scuole concordano su alcuni punti fondamentali. Questi sono:


Il ciclo della rinascita (samsara): alla morte, ogni creatura rinasce in un altro corpo, vegetale,
animale, o umano. Lo scorrere delle esistenze, ovvero la successione delle rinascite, visto come
un dramma dal quale si desidera liberarsi con l'aiuto di determinate tecniche, come lo yoga e la
meditazione. La liberazione - o moksha - consiste nella scoperta dell'identit del nucleo pi
profondo di s (atman), con il brahman, che l'assoluto, l'Uno indivisibile che pervade tutto
l'universo.
Il rispetto della vita: l'anima dell'individuo pu rinascere anche in forme animali e vegetali. Ne
deriva che gli induisti tendono a manifestare un grande rispetto per ogni tipo di essere vivente (ad
esempio, molti di essi sono vegetariani).
Il karma ("azione"): in base a questo concetto, la condizione in cui un determinato individuo nasce
nella vita successiva dipende dalle azioni che ha compiuto in quella precedente. In altre parole,
ogni azione che l'individuo compie nella vita attuale avr delle ripercussioni nelle sue vite future.
La divisione della societ in gruppi sociali (varna: "colore"): i brahmani (brahmana), i guerrieri
(kshatriya), i produttori (vaishya) e i servitori (shudra), oltre ai fuoricasta che si situavano al di fuori
del sistema. Successivamente, la societ si articolata in una gran quantit (dalle 2000 alle 3000)
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di caste (jati) e sottocaste. L'appartenenza a una casta piuttosto che a un'altra dipende dal karma
dell'individuo, e dunque dalla sua condotta nelle esistenze precedenti. Chi nasce all'interno di una
certa casta deve essere consapevole dei doveri e delle conseguenze della propria condizione (ad
esempio ci si pu sposare o sedere alla stessa tavola solo con membri della propria casta): un
adempimento dei propri doveri castali necessario per ottenere una rinascita migliore. Va
peraltro aggiunto che la Costituzione dell'India moderna vieta ogni discriminazione in base
all'appartenenza castale sebbene, nella pratica, il sistema delle caste continui a essere applicato.
SRUTI
Sruti significa audizione, c che ascoltato.In origine, il termine era riferito ai seguenti testi:
Veda, Samhita, Brahmana. Successivamente, il termine sruti stato esteso anche alle Upanishad,
la parte pi squisitamente speculativa.
LIndia stata terra di lenta e progressiva infiltrazione da parte delle popolazioni indoeuropee
(poste al di l del Caucaso e del Danubio); il che spiega perch non si trovano reperti archeologici
che attestino tracce di violenti devastazioni. Sono sempre gli ariani (popolazioni indoeuropee) a
vincere le battaglie o a prevalere nei contatti con i dasya (popolazioni autoctone; nei libri Veda si
descrivono come coloro che hanno la pelle nera).
Si arriva, cos, alla suddivisione in arya (etimologicamente nobile), quindi, ariani,
indoeuropei, comprendenti le caste superiori ed i "non ariani". Di questultimo gruppo fanno parte
i sudra, i quali diedero origine ad una quarta casta composta da uomini liberi, ma privi di pieni
diritti cittadini e politico religiosi; ne facevano parte anche i parya, i senza casta, gli intoccabili
(attualmente sono circa 80 milioni). Di rango ancora pi basso sono gli adhiwasi (gli aborigeni),
posti non solo al di fuori delle caste ma anche di tutto il sistema ind.
Il raggrupparsi in professioni stata una delle cause che ha portato gli ariani a dividersi in
tre caste superiori, riflesso delle tre funzioni tipiche di ogni societ: a) il potere spirituale, i bramini
o sacerdoti ai quali aspetta il compito dei riti sacrificali, lo studio, linsegnamento, la raccolta delle
offerte private; b) potere temporale: i ksatriya o nobili e guerrieri, incaricati di proteggere le
persone e di resistere agli invasori, di esercitare la carit e di evitare lattaccamento alle comodit
ed ai piaceri dei sensi; c)produzione dei beni economici: i vaisya, ai quali compete lagricoltura, la
pastorizia ed il commercio con esclusione di quelle professioni e di quei compiti che sono propri
degli intoccabili (il becchino, lo spazzino, il lavandaio, tutte attivit contaminatrici).
Al di sotto delle caste troviamo le sottocaste che in India assommano a pi di tremila. La
casta, quindi, un gruppo corporativo chiuso, ereditario, con usi e costumi propri riguardo al cibo
ed al matrimonio che deve essere endogamico, cio contratto con quelli della propria casta; con
ornamenti, abbigliamento, segni distintivi particolari allo scopo di evitare ogni contatto indebito
ed il conseguente contagio socio-religioso.
Attualmente la credenza nelle caste non investe lIndia, almeno a livello di costituzione,
ma a livello di credenze, specialmente nei villaggi. Lanima si incarna in un corpo e ciascuno nasce
in una determinata casta secondo il comportamento tenuto nelle vite precedenti. In questa casta
vi rimarr sino alla morte; se ad esempio un padrone desse la libert ad un sudra (schiavo) questo
rimarr sempre un servo, in quanto la servit inerente alla sua stessa natura. Ognuno
obbligato a compiere con la massima perfezione possibile i doveri della propria casta; solo cos il
suo spirito potr ascendere alla casta superiore sino a che, totalmente puro, non raggiunger
lunione definitiva e felice con Brahman. In caso contrario, si reincarner in caste inferiori, come
pure in animali.
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Solitamente la mentalit occidentale ci porta a credere che pi una casta superiore, pi


vi sono dei diritti; gli indiani, al contrario, ritengono che pi si in alto nella gerarchia, pi si
tenuti a compiere determinate azioni, ad osservare obblighi che ad altri non spettano, ma ai quali
compete losservanza di quelli propri della casta di appartenenza.
Si induisti per il fatto di essere nati da genitori induisti e come tali si considerati anche
se molte delle sue dottrine e delle sue pratiche non vengono pi accettate.
Il buddhismo nacque quale movimento correttivo dellinduismo, predicato da Siddharta Gautama,
ebbe unampia diffusione nellambito della tradizione indiana, e si diffuse in tutta LAsia marittima.
Coesiste in pace con altre religioni, consentendo una pluriaffiliazione religiosa; in India, tuttavia,
rimane soffocato sotto la coltre dellinduismo, e ben presto il suo posto viene preso dallislam,
religione che inizia a diffondersi in India a partire dal XI secolo. Il Gran Moghul, che domin lIndia
nel XVi secolo, era musulmano.
Lultimo Gran Moghul fu mandato in esilio dagli inglesi nel 1857-58, in occasione di una rivolta dei
sepoy che segn la fine della Compagnia delle Indie Orientali, e il passaggio dei suoi beni alla
Corona inglese. Nel 1877 venne istituito limpero britannico indiano. Lo sviluppo di una borghesia
inglesizzata ma esclusa dallapparato politico e economi comicamente insoddisfatta favor la
nascita di una corrente ind nazionalista, sostenuta dal Partito del Congresso a maggioranza ind e
dalla Lega Musulmana. Avvennero cos le prime insurrezioni non violente con Ghandi. Dopo la
seconda guerra mondiale si arriv finalmente allindipendenza.
Secondo alcuni specialisti, il ritardo nello sviluppo indiano sarebbe dovuto alla sua particolare
tradizione, e quindi allorganizzazione sociale suddivisa in caste. Secondo altri, la responsabilit
ricadrebbe sul colonialismo europeo.
La terza spiegazione farebbe ricadere sulle scelte politiche dei leader indiani tale ritardo nello
sviluppo.
Per quanto riguarda la prima teoria, innegabile che il sistema delle caste abbia uninfluenza
negativa, irrigidendo il mercato del lavoro e frenando la mobilit sociale; per la seconda teoria,
evidente che il colonialismo abbia causato un blocco dellindustria artigianale, un aumento della
frammentazione politica del paese (rivalit fra ind e musulmani) e sociale, ma port anche
vantaggi in termini di infrastrutture e di cultura politica.
Anche le scelte politiche vanno valutate bene. Il Nehru, successore di Ghandi, fautore di una
costituzione democratica, multiculturale e laica, crea uno stato federale con suffragio universale e
egualitario, con un governo simile a quello inglese, un bicameralismo zoppo; economicamente
scelie una via socialisteggiante, rispettando la propriet privata e la legge del mercato,
prediligendo lISI allEOI. Mirava tuttavia allespansione dellindustria piuttosto che dellagricoltura,
a differenza di Ghandi.
La figlia Indira Ghandi ne abbandon in parte le orme, costretta dalla carestia a varare una riforma
agricola, che sfam la popolazione ma non port ad alcun miglioramento sostanziale del settore.
Il figlio Rajiv, che le subentra alla morte durante un periodo di crisi economica indiana, comincia le
riforme liberali. E la globalizzazione a dettare allo stato una triplice azione: innanzitutto la
privatizzazione e deregolamentazione dello stato volta a favorire liniziativa privata; poi la
riduzione delle spese pubbliche; infine, il favorire massicci investimenti nazionali ed esteri. Grazie a
questo piano di riforme lo stato indiano riuscito ad avviarsi allo sviluppo economico.
Come la Cina, anche lIndia una grande potenza povera. E la patria delloutsourcing, dei servizi
moderni, come i call center e i software. La sua ricchezza sono le piccole e medie imprese. Mentre
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in Cina big is powerful, in India small is powerful. E trainata dal mercato interno, ma negli ultimia
nni gli investimenti esteri sono cresciuti. Importante, a questo proposito, la diaspora indiana.
Non mancano li elementi di fragilit, come cronicit del deficit di bilancio, elevata inflazione, ma
oggi lindia un paese che pu essere legittimamente annoverato fra le grandi potenze per la sua
capacit produttiva e tecnologica.
Altre difficolt vengono dalle disfunzioni dellamministrazione dalla povert rurale persistente,
oltre che dai numerosi contrasti religiosi, politici e interetnici.
Se per gli Usa, specie dopo l11 settembre, lavvicinamento diplomatico fra Cina e India un
incubo, lo ancor di pi il triangolo strategico Cina-India-Russia. Si comprende dunque cosa sta
dietro la firma dellaccordo del 18 luglio 2005 fra i due paesi.
Ma molti sono gli interessi in comune fra India e Cina, come, ad esempio, il desiderio di abbreviare
i tempi per arrivare ad un Sistema Internazionale multipolare, e bilanciare la politica antiterroristica americana.
Si vuole, insomma, una ri-compattazione asiatica, forse eurasiatica sulla base di un sistema
internazionale policentrico e multilaterale. Questa , insomma, la grande sfida del XXI secolo.
CAPITOLO 10
Diversa natura delle performance in Cina e Usa, considerati come due aree geoculturali, il mondo
sinico e lOccidente.
Cina: performance collettive
Imperativo primario: sostenere il gruppo
Connotazioni essenziali:
- Conformismo
- Armonia
- gerarchia

USA: performance individuale


Imperativo primario: proteggere lindividuo
Connotazioni essenziali:
- azione
- libert
- eguaglianza

Cosa comporta questo a livello giuridico?


Tradizionalmente, nei paesi confuciani c una netta preminenza del diritto dello stato (penale e
amministrativo) rispetto al diritto del cittadino (civile e commerciale). Inoltre, mentre in occidente
si usano leggi impersonali, i cinesi adottano amministratori della giustizia inclini al moralismo
(mandarini): allimperfezione delle leggi preferiscono quella del giudice, visto come personalit
modale, esempio della rettitudine. Ecco perch per il reclutamento della burocrazia tradizionale
non si richiedeva una preparazione giuridica, ma la conoscenza dei testi classici. Nel mondo
confuciano il diritto dunque subordinato alletica, il contrario nel mondo occidentale. Letica
confuciana, inoltre, comunitarista e non individualista, di tipo relazione. Letica in Oriente copre
gran parte dello spazio che in Occidente destinato al diritto.
Effetti variabili siniche sullo stato

26

1. Preminenza del diritto dello stato


2. Preferenza dei giudici moralisti sulle leggi impersonali
3. Ristrettezza dello spazio pubblico gestito dal diritto, rispetto allampiezza dello spazio
privato gestito dalletica
4. Triplice rifiuto:
- Rifiuto del contrattualismo
- Rifiuto della responsabilit individuale
- Rifiuto del processo giudiziario.
In Occidente abbiamo una netta divisione fra diritto ed etica: la prima amministra lo spazio
pubblico, la seconda il privato.
Rifiuto del contrattualismo: in oriente un rapporto siglato con un brindisi vale come un contratto
scritto.
Rifiuto delle responsabilit individuali: si ha responsabilit collettiva.
Rifiuto del processo giudiziario: nei limiti del possibile si preferisce risolvere le controversie in via
informale, conciliatoria, secondo le regole della tradizione. Un processo considerato un fatto
socialmente riprovevole.
In oriente, poich le relazioni tendono a strutturarsi su linee verticali anzich orizzontali, le
relazioni interpersonali tendono ad essere gerarchiche ma nello stesso tempo armoniche. Il rango
occupato nel gruppo d identit al singolo. Ci si aspetta sottomissione attiva, per cui molto
accentuato il conformismo di gruppo. La decisione viene espressa in modo consensuale da tutti i
membri.
In Cina hanno molta importanza le guanxi, relazioni interpersonali privilegiate che avvengono
attraverso un conoscenze comune; in questo modo garantita da parte dellinterlocutore la stessa
fiducia che egli rivolge a colui che presenta il nuovo arrivato.
Si evitano, possibilmente, i rapporti conflittuali, preferendo gli approcci win-win per cercare di non
fare perdere la faccia allaltro, fatto socialmente riprovevole.

1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.

Effetti sul piano socioeconomico


Relazioni gerarchiche ma anche armoniche
Conformismo di gruppo
Processo decisionale consensuale
Importanza delle relazioni interpersonali privilegiate (guanxi)
Predilezione approcci win-win per evitare di fare perdere la faccia (mianzi)
Reti di solidariet di vario tipo operanti a diversi livelli
Rapporti parentali insiti ad ogni livello dellesistenza cinese

In Cina la virt confuciana privilegiata la piet filiale, mentre in Giappone la lealt verso il
superiore. Ecco perch, mentre in Cina sono importanti le reti familiari, in Giappone pervasivo il
familismo, come il rapporto padrino-figlioccio, principio strutturale dei rapporti di gruppo. Si parla
dunque di capitalismo comunitaristico per il Giappone e Capitalismo delle reti familiari per la
Cina.

Tipologia capitalismo confuciano


Capitalismo comunitaristico in Giappone basato sui keiretsu
27

Capitalismo patrimonialistico coreano basato sui chaebol.


Capitalismo cinese basato sulle reti familiari
Sistema Politico

E paternalistico autoritario
Ha una particolare forma di stato definita sviluppista
con le seguenti caratteristiche:
Lobiettivo primario lo sviluppo del paese
uno stato forte
Ha una burocrazia elitaria, colta, efficiente, di
origine mandarina
Persegue una stretta collaborazione fra stato e
mercato

Struttura di potere
Giappone

Cina

Tende
ad
essere
unaggregazione di elite:
il famoso triangolo di
ferro tra:
Vertici del PLD
Burocrazia
Business
Community

Aggregazione
di
elite
denominata
Parallelogramma
delle
forze, tra:
PCC
Burocrazia
Business
community
EPL (forze armate)

Relazioni industriali giapponesi I tre attrezzi sacri 1) Impiego a vita. Contratto implicito che impegna moralmente lazienda a non licenziare e i
dipendenti alla massima lealt. Porta ad una bassa mobilit interaziendale, e alta
intraaziendale. Il reclutamento avviene attraverso al scuola, una sorta di ufficio di
collocamento, e la formazione continua, spesso allinterno della stessa azienda.
2) Carriera basata sullanzianit di servizio. Stipendio mensile + bonus(indicizzati in base
allanzianit di servizio).
Questi due attrezzi sono validi solo per i sarariman, i dipendenti delle grandi imprese, pari ad
un terzo della popolazione. Porta ad una struttura dualistica.
3. Sindacato aziendale (non di categoria) integrato e cooperativo. Le lotte di primavera
denominano il periodo della contrattazione, uguale in tutte le aziende dello stato per
garantire stabilit alleconomia. Le contrattazioni sono infatti annuali, coordinate e
sincrone.
Mentre in Occidente, dunque, si da forte rilievo allefficienza tecnica, in oriente invece
preminente lintegrazione umana, tanto che lazienda una sorta di grande famiglia.
Forte discriminazione sul lavoro delle donne, viste pi come sagge madri e abili amministratici del
patrimonio familiare. Solo quando i figli sono avviati nella carriera esse si permettono di cercare
un impiego precario (part-time, a contratto, arubaito).
Altre caratteristiche del sistema manageriale nipponico
- Indifferenza dei ruoli
- Processo decisionale basato sul consenso
- Diffusione dellautorit e della responsabilit
- Integrazione umana preminente sullefficienza tecnica (la kaisha)
- Padrino-figlioccio (relazione personale, verticale e diretta basata su protezione e lealt. Si
possono avere pi figliocci, ma un solo padrino)
- Il lavoro visto non come punizione divina, ma come adesione ad un progetto collettivo,
con grandi implicazioni etico-sociali.
E un sistema oggi in crisi, sia per linvecchiamento della popolazione, sia per la crisi economica che
minaccia limpiego a vita e destruttura le relazioni aziendali.

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Fordismo (periodo keynesiano)

Toyotismo (periodo post keynesiano)

Presupposto: domanda illimitata


Obiettivo: produzione di massa standardizzata
Grazie alle economie di scala, pi si produce e pi si
abbassano i costi di produzione: circolo virtuoso che
porta a:
Aumento dei profitti
Quindi, aumento dei salari,
Quindi, allargamento del mercato
La fabbrica fordista rigida
Formazione del prezzo: costi + profitto
Si hanno grandi scorte. Segue in concetto JIC, just in case.

Presupposto: domanda limitata


Obiettivo: produrre beni diversificati, di buona qualit e
a basso costo
Legemonia: dalla fabbrica al mercato
Produzione a sei zeri: just in time (jit), niente scorte
Fabbrica: minima, flessibile, trasparente
Formazione del profitto: prezzo costi
polivalenza e de specializzazione dei lavoratori

In USA lindustria a fare il mercato, in Giappone lindustria segue il mercato.


Le differenze fra i due modelli sono esemplificate dal ciclo per il controllo delle qualit di Deming,
noto come PDCA.

P - Plan. Programmazione.
D - Do. Esecuzione del programma, dapprima in contesti circoscritti.
C - Check. Test e controllo, studio e raccolta dei risultati e dei feedback.
A - Act. Azione per rendere definitivo e/o migliorare il processo.

Mentre, in teoria, alloperaio spetta il solo c, in Giappone, grazie alla sua multifunzionalit, si ha
una comunanza di tutti e quattro i punti.
CAPITOLO 11
Alessandro Valignano
Organizz personalmente la missione in Giappone e affid quella in Cina a Matteo Ricci, che riusc
a fissare la sua residenza a Pechino e a farsi accogliere a corte dall'Imperatore: Valignano aveva
intuito l'importanza di mantenere saldo il rispetto della cultura locale, verso la quale nutriva
un'altissima considerazione, e raccomand con insistenza i propri confratelli ad apprendere usi e
costumi dei paesi che li ospitavano.
In Giappone la predicazione del cattolicesimo diede ottimi frutti e produsse una significativa
comunit cristiana, radicata nella fede e nella cultura locale: Valignano cur personalmente la
diffusione della stampa delle belle arti occidentali; fond chiese, collegi e ospedali. Apprese la
lingua giapponese e redasse il Cerimoniale per i missionari in Giappone, affinch i propri confratelli
potessero proseguire nell'evangelizzazione senza intaccare o offendere i principi millenari della
tradizione giapponese, rendendo nel contempo comprensibile il Cristianesimo, senza falsarne la
dottrina.
Il tentativo produsse molti risultati: se infatti la Cina si apr solo lentamente alla presenza dei
gesuiti, il Giappone si rivel terra fertile per il credo cristiano. Ma la persecuzione contro i cristiani
avviata nel 1549 dallo shogun Toyotomi Hideyoshi distrusse quasi completamente la fiorente
cristianit giapponese: il numero dei martiri tocc il numero di 1200 (ma altre fonti parlano di
1600).
Il metodo di Valignano, gi avversato da altri missionari (soprattutto francescani e domenicani)
che consideravano idolatriche le pratiche tradizionali delle popolazioni orientali, fu
definitivamente abbandonato nel 1742, quando papa Benedetto XIV proib ai neoconvertiti la
pratica dei cosiddetti Riti Cinesi: si dovette aspettare il Concilio Vaticano II perch tutta la Chiesa si
29

rendesse conto dell'importanza dell'inculturazione da lui intuita come necessit assoluta per
l'incontro fra i popoli e il Vangelo: perci i suoi metodi dovettero in seguito essere abbandonati
per altri che non diedero molti frutti nell'Asia.
Si spense nel 1606 a Macao, durante uno dei suoi viaggi.
Matteo Ricci
La sua azione missionaria nel territorio cinese dal 1582 alla morte, nel 1610, ha segnato la ripresa
del cattolicesimo cinese. Gli studi lo condussero ad approfondire il concetto di inculturazione, gi
teorizzato dal Valignano. Alle prese con il problema di creare un ponte tra due culture lontane,
Ricci ritenne che la filosofia greca fosse quella pi vicina al confucianesimo ed era perci in grado
di aprire le porte del continente asiatico al cristianesimo. D'altra parte la conoscenza degli usi e
costumi locali era strumento necessario per ogni buon missionario: bisognava quindi farsi indiani
in India, nipponici in Giappone e cinesi in Cina.
Per questo Ricci e i suoi confratelli nel 1594 lasciarono gli abiti da bonzi buddisti, ed iniziarono a
prendere nomi cinesi e a vestirsi come tali, con le tuniche al posto della veste. Scelsero cos di
apparire come "letterati" confuciani nella convinzione che questa immagine fosse pi apprezzata e
meglio considerata nelle societ cinese dell'epoca; si lasciarono crescere barba e capelli e si fecero
portare in portantina da tre servi.
Queste innovazioni ricevettero il consenso del padre generale della Compagnia, Claudio
Acquaviva, e di papa Clemente VIII. In un dibattito con i letterati confuciani, Ricci sostenne che il
culto dei cinesi verso gli antenati potesse essere accolto e integrato nella pratica religiosa
cristiana. La sua opinione venne apprezzata dai mandarini e dagli eruditi, ma nei decenni seguenti
esponenti di altri ordini religiosi (francescani e domenicani su tutti), ritennero che alcuni aspetti di
quei culti fossero in contrasto con i dettami della religione cattolica.
Fin dalle origini dellorientalismo, si sono identificati due approcci metodologici contrapposti:
- Approccio etico (di tipo particolaristico. Etnocentrismo dal di dentro. Per capire il Giappone
devo diventare giapponese; cosiddetta tatamizzazione. Estremizzato arriva anche alle
conversioni.);
- Approccio emico (universalistico. Etnocentrismo dal di fuori. Cerco di capire laltro dal mio
punto di vista. Estremizzato porta alla violenza).
Come sfuggire ai due approcci?? Navigando a vista, stando nel medio, trovando il giusto nel
mezzo.

CAPITOLO 12
Per quanto riguarda levoluzione degli aspetti geostrategici globali con riferimento allEstremo
Oriente, dal 1972 a oggi si possono identificare due principali dispositivi.
Evoluzione geostrategica dal 1972 al 2001
Triangolo strategico 1972-1989
USA
URSS RPC

Triangolo geopolitico 1989 2001


USA
RPC Giappone
30

1972:anno della visita diplomatica di Nixon a Pechino


1989: caduta muro di Berlino (con successiva implosione, nel giro di un biennio, dellURSS)
Si parla di geostrategia in quanto si era in periodo di guerra fredda, per cui i rapporti costituivano
di fatto alleanze politiche strategiche.
Concluso il bipolarismo, subentra al posto dellURSS il Giappone, che negli anni ottanta esplode in
tutta la sua potenza.
Ma oramai la dottrina Yoshida si sta rivelando una maglia ingombrante per il paese nipponico, e
molti sono coloro che mettono in rilievo linutilit, e addirittura la pericolosit del Trattato di
Sicurezza tra Usa e Giappone. Dal canto suo, lAmerica usa tale trattato anche per evitare il riarmo
del paese del sol levante. Si spiega cos anche la dura opposizione americana alla proposta di Tokio
di creare un Fondo Monetario Asiatico per fare fronte alla crisi scoppiata nel 1997 in Thailandia e
diffusasi in tutto lOriente.
Col boom della Cina, il Trattato di Sicurezza stato per riaffermato. Le Nuove linne guida del
trattato del 1996 hanno addirittura esteso la portata geografica dellalleanza dalle situazioni di
emergenza in estremo oriente a quelle che si potrebbero verificare nelle regioni prossime al
Giappone. Fatto che ha provocato il fastidio della Cina, perch lAmerica si sta muovendo in
funzione anti-cinese, rafforzando le sue amicizie coi paesi che la circondano, ossia proprio il
Giappone e lIndia.
Dopo l11 settembre la situazione si modificata, rendendo ancora pi necessario per gli USA il
menage trois.
Altrettanto asimmetrici sono i rapporti fra Cina e Giappone. La Cina una grande potenza per i
suoi dati geopolitici elefantici, geoeconomici, etc. Il Giappone invece una potenza civile, con
uneconomia altamente competitiva in campo internazionale, una politica astensionista, posizione
militare passiva, potere asimmetrico e dipendenza per sicurezza da uno stato forte, gli Usa.
Inoltre, da un punto di vista culturale, lidentit del Giappone si costituita attraverso linterazione
con un altro ritenuto superiore in conoscenze e tecniche, ma non in etica. Laltro del Giappone
stato per lunghi secoli la Cina. Oggi il Giappone non ah modelli, e questa potrebbe essere una delle
ragioni della sua crisi, che non solo economica ma anche identitaria. Con la Restaurazione Meiji il
Giappone esce dallAsia per entrare in Europa. Da quel momento, la Cina subisce dal vicino
numerose sconfitte, fra cui addirittura uninvasione con la costituzione dello stato fantoccio del
Manchukuo. Questo passato pesa ancora come un macigno nelle relazioni fra i due stati. Per la
Cina, il Giappone stato un aggressore tanto pi odioso quanto non aveva n la scusante n il
prestigio dessere bianco, e per di pi era tradizionalmente considerato un paese tributario
Tuttavia considerato ora il modello asiatico moderno e liberale, alternativa allOccidente.
Dopo la sconfitta giapponese del 1945, i contatti fra i due paesi si sono iscritti nello spettro della
guerra fredda. La Cina ha sfruttato tale volont giapponese di mantenere i rapporti per imporgli
una diplomazia umiliante, quasi a vendicarsi del passato. Il Giappone incapace di difendersi dalle
sue accuse insulse e insensate, intrappolati in una relazione contraddittoria in cui si combinano
ossequioso timore e disprezzo.
Questa situazione sembra tuttavia destinata ad evolversi: la Cina ad assumere un ruolo leader
nellAsia, il Giappone ad abbandonare la politica Yoshida, ormai obsoleta ia tempi della
globalizzazione.
La guerra al terrore succeduta all11 settembre nei confronti del governo talebano di Kabul e la
stessa guerra preventiva contro il regime di Saddam Hussein non hanno coinvolto direttamente
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lOriente, ma ne hanno profondamente modificato il panorama geostrategico, cio i rapporti tra le


potenze del triangolo.
Mentre la guerra ai talebani stata uno svantaggio per Pechino, la successiva a Saddam le invece
risultata favorevole,. Posizioni opposte per il Giappone.
Scegliendo infatti di mandare autonomamente truppe nellOceano Indiano (seppur con soli
compiti logistici) si sono resi indipendenti dalla dottrina Yoshida, quindi dagli Usa. Tuttavia, nella
seconda guerra contro Baghdad, la libert si ridotta: ha mandato truppe, s, ma non proprio
autonomamente; anzi, stato quasi obbligato a causa della strategia del rischio calcolato
perseguita dalla Corea del Nord, per cui si dovuta rimettere sotto lombrello protettivo della
potenza nucleare americana.
Pechino, forte della sua politica neobismarkiana con cui sta diventando il nuovo centro dellAsia, si
sentita pi vulnerabile dopo la guerra col regime talebano, sentendosi quasi accerchiata dalla
massiccia presenza di americani in Asia centrale. Inoltre, pesava anche la stretta relazione che gli
USA erano riusciti a stringere in quel periodo con il Pakistan in funzione anti-talebana, essendo
questo un paese tradizionalmente vicino alla Cina. In pi, il suo vicino settentrionale, la Russia,
pareva avesse benedetto tale intervento militare.
Successivamente per, durante la guerra con lIraq, la situazione divenuta pi favorevole: non
solo potenze con il diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza (Russia Cina e Francia), ma anche
lopinione pubblica vi si sono opposte. La Francia, con Germania e Russia, perseguiva una strategia
di controbilanciamente, mentre Italia, uk, Spagna appoggiarono gli USA.
La Cina adott una politica diversa, definibile dello scaricabarile: pur essendo contraria alla guerra,
ma pur essendo convinta che ci sarebbe stata, si limitata a svolgere unopposizione inattiva, cio
senza troppe esasperazioni. In tal modo non ha messo a rischio le sue relazioni con gli Usa, ma si
garantita la fama di paese amante della pace.
Gli sforzi per mantenere la pace, la sua economia crescente, e la crescente importanza che
attribuisce al multilateralismo geopolitico, stanno rendendo la Cina sempre pi il paese leader
dellAsia. Mentre prima le strategie militari cinesi si concentravano sulla terraferma, sulla
guerriglia, ora si concentrano sul mare.
Dopo l11 settembre, il Giappone non ha esitato a fornire agli Usa truppe di supporto, aggirando la
clausola pacifista allart. 9 della sua costituzione, usando le sue Forze di Auto-Difesa come
sostegno logistico nelle operazioni Onu in oriente. Ma, anche a causa dellincerto contesto
regionale, come la vicinanza della Corea del Nord, il Giappone sarebbe costretto a militarizzarsi. E
dubbio tuttavia un suo ulteriore avvicinamento agli usa. S, forse questi dovranno convivere con un
Giappone pi armato, ma anche pronto a rientrare in Asia.
Dopo lindipendenza, questi sono stati gli obiettivi indiani:
- Salvaguardia dellunit politica e territoriale
- Difesa contro i paesi pi vicini e ostili
- Affermazione della propria sfera dinfluenza
Lintegrit stata messa sempre in discussione sia dallantagonismo fra ind e musulmani, sia
dalle tendenze separatiste di alcuni territori di frontiera.
Separatismo: questione del Kashmir (abitato per lo pi da musulmani), problema dei Sikh (siti nel
Punjab per sfuggire alle persecuzioni a cui erano soggetti nel Pakistan; oggi rivendicano una patria,
il Khalistan), istante tribali/identitarie di alcune trib del nord-est (area annessa dalla Gran
Bretagna durante la conquista di Birmania e Tibet; si trovano fra sette stati).
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Dopo l11 settembre: avvicinamento del Pakistan ali Usa. Ma il governo americano pare
abbastanza propenso ad un ulteriore avvicinamento con lindia, paese che tuttavia ha sempre
dimostrato di essere neutrale. Nel 2006 i due stati hanno infatti firmato un accordo sul nucleare.
Gli USA hanno dato lok per la realizzazione di progetti finalizzati allarricchimento delluranio per
scopi civili. Insomma, gli hanno concetto ci che non hanno dato allIran, la bomba atomica.
Motivazione: lIndia un esempio di convivenza fra diverse religioni, mentre lIran lavamposto
della tirannide. Dure reazioni da entrambi i paesi: in India si teme un abbandono della politica
estera indipendente a causa dellavvicinamento agli Usa; negli Usa lo scredito di aver usato due
pesi e due misure.
Ma ovvio che, come dicono gli studiosi, lIndia non potr mai essere un alleato pronto al
bandwagonin, a seguire il carro, come UK e Giappone. LIndia, in generale, tende a mantenere
buoni rapporti con tutti i paesi, perfino coi sui vicini pakistani: in pi la necessit di materie spinge
la spinge a mantenere buoni rapporti anche col Medio Oriente e con lIran.
Oggi lIndia guarda ad oriente, look at East: stata infatti coinvolta in numerose iniziative
regionali. Si sono infittiti i rapporti col Giappone, con le tigri, e con la Cina, aprendo il passo di
Nathula, chiuso dal 1962, per secoli nodo cruciale della Via della Seta, fatto grandemente
simbolico. LIndia comunque ancora ai margini dellAsia, i suoi maggiori partner commerciali
rimangono lUK e gli USA. Tale fatto ha motivazioni storiche, ma anche economiche: la tardiva
internazionalizzazione delleconomia indiana infatti ha permesso il suo inserimento in scala
mondiale, non regionale.
Tendenze generali dei paesi: asiatismo, tendenza al multipolarismo, a scollarsi dallinfluenza
americana (tendenza anche europea). Sarebbe utile ripristinare la via della seta, riaprire i rapporti
fra Asia e Europa. Per fare questo, il Giappone ha bisogno di normalizzare la sua politica,
eliminando la dottrina Yoshida; unEuropa pi grintosa e autonoma in campo politico e
economico.
Si propone quindi il paneurasiatismo, un unione dellEuropa alla Nuova Cina. Duplice carattere
peculiare di questa prospettiva: si tratta di due attori nuovi, rigenerati dopo grandi guerre (le
guerre mondiali per lEuropa, semicolonialismo e esperienza maoista per la Cina, olocausto
atomico in Giappone).
La gestione collaborativa delle diversit culturali la nuova sfida del XXI secolo, dove presente
un mondo economicamente globalizzato ma culturalmente frammentato.

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