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H.

ARENDT: IL PENSIERO POLITICO - IL TOTALITARISMO

H. Arendt nata ad Hannover (1906), dove si era trasferita la famiglia originaria di


Konigsberg,(1906-1975), i genitori erano di idee socialdemocratiche; il padre ,
ingegnere in un azienda elettrica morir, ancora giovane, nel 1913; H. Arendt fu
molto precoce: terminati la scuola secondaria in giovanissima et, si iscrisse ala
facolt di filosofia, dopo la lettura della Critica ella ragion pura di Kant e l opera di
Jaspers Psicologia delle visioni del mondo. Frequent le universit di Marburgo,
Heidelberg, e Friburgo dove frequent le lezioni di Heidegger di cui sub il fascino.
Con Heidegger ebbe una relazione che pu essere distinta in tre periodi: il primo,
iniziato nel novembre de 1924, si protrasse sino alla fine degli anni venti; segu
uninterruzione di quasi ventanni, nel 1950 ha inizio il secondo periodo durato circa
cinque anni, segue una nuova interruzione e ,infine, dal 1961, sino alla morte di H.
Arendt nel 1975, si situa il terzo periodo della loro relazione.
All inizio fu un colpo di fulmine; nel febbraio 1925 Heidegger le scriveva: Una
forza demoniaca mi ha colpito. Il silenzioso pregare delle tue care mani e la tua
fronte luminosa l hanno protetta n una trasfigurazione femminile.
Non mi era mai accaduta una cosa del genere.
Sotto il temporale, sulla via del ritorno, eri ancora pi bella grandiosa. E io avrei
voluto trascorrer con te notti intere a passeggiare. 1La relazione si protrasse sino al
1932/33; in questo periodo la Arendt, nel 1928, consegu il dottorato con una tesi sull
amore in Sant Agostino prosegu gli studi di filosofia, di teologia e del greco; un
importante svolta nella sua vita si verific nel 1929: il 26 settembre spos con
Gunther
a Nowawes, presso Berlino: laveva conosciuto nel 1925 a Marburg durante il
seminario di Heidegger, e l aveva nuovamente incontrato a Berlino all inizio del
1929; il matrimonio dur solo alcuni anni, infatti si separarono nel 1937, quando
H.Arendt era ancora a Parigi e Gunther si trovava gi negli Stati Uniti.
Alla vigilia del matrimonio, o lo stesso giorno, H. Arendt scrisse a Heidegger una
lettera che rivela come un profondo sentimento, legasse la giovane studiosa ad
Heidegger, tanto che la loro relazione doveva durare tutta la vita; Nella lettera H.
Arendt ricorda l ultimo incontro a Heidelberg con Heidegger e gli rivolge l
antica richiesta di non dimenticarla e di non dimenticare quanto sia forte e
profonda in lei la consapevolezza che il loro amore diventato la benedizione della
sua vita e aggiunge; Questa consapevolezza non deve vacillare, neppure oggi,
quando ho trovato delle radici e un senso di appartenenza che allevia la mia
inquietudine
Accanto a un uomo, che ben difficilmente potresti comprendere.2.

Certamente non fu un matrimonio di amore, almeno da parte di H. Arendt che, nel

1
H. Arendt M. Heidegger, Lettere 12925-1975,Edizioni di Comunit,2001, soc. N. 3, p.6..
2
H.Arendt M. Heidegger, ib. lettera N. 43, p.48.

1
1950, in una lettera alla moglie di Heidegger, Elfride, afferma di essersi sposata con
un uomo che non amava, giusto per sposarsi.3

H. Arendt d il marito si stabilirono a Francoforte; Gunther sperava di ottenere l


abilitazione sotto la direzione del teologo Paul Tillich, ma l assistente di Tillich
Theodor Adorno osteggi il progetto; Stern, allora, si dedic al giornalismo, fallito il
progetto, entrambi tornarono a Berlino;intanto una gravissima crisi si profilava per l
Europa: dopo il crollo di Wall Street (ottobre 1929) si verificarono fallimenti a
catena e si verific un forte aumento della disoccupazione; nel 1932/33; in Germania
i disoccupati erano circa sei milioni e si rafforzo il partito nazista che nelle elezioni
del 1930 e del 1937 ottenne il 37%; una larga maggioranza degli intellettuali
appoggiarono Hitler; dopo lincendio del Reichstag (27fenraio 1933), Stern lasci la
Germania, H. Arendt si trasfer dapprima in Svizzera e, successivamente, a Parigi,
dove partecip all attivit della Youth Alliyah, agenzia ebraica che si occupava di
favorire e finanziare l emigrazione in Palestina degli ebrei che provenivano dall
Europa centrale e orientale; la stessa Arendt accompagn un gruppo si giovani in
Palestina dove pot conoscere i Kibbutz che apprezz per l attivit di formazione
professionale e d istruzione che svolgevano per i ragazzi; inoltre nel 1936 assistette
al Congresso ebraico mondiale di Ginevra.
A Parigi conobbe Heinrich Blucher che spos nel 1940 e ebbe rapporti di amicizia
con W. Benjamin, frequent Raymond Aron e Bertold Brecht; svolse attivit di
pubblicista, segu seminari hegeliani tenuti da Kojve
In seguito all occupazione tedesca della Francia, fu internata, insieme alla madre,
che era emigrata a Parigi, dal governo di Vichy nel campo di Gurs come straniera
sospetta, ma venne rilasciata e riusc, con la madre e il marito, a raggiungere il
Portogallo e a imbarcarsi con il marito a Marsiglia per New York, prima che gli ebrei
fossero consegnati ai nazisti secondo le clausole dell armistizio firmato da Petain.
Alla fuga partecip anche W. Benjamin anch egli per rifugiarsi negli Stati Uniti, ma
giunti alla frontiera spagnola si suicid.
H. Arendt trascorse negli Stati Uniti la seconda met della sua vita., ma finita la
guerra, nel 1950, torn in Europa e il 7 febbraio incontra Heidegger a Friburgo; le
lettere che H. Arendt e Heidegger si sono scambiati dal 1950 al 1954 e dal 1966 al
1975, testimoniano il profondo legame affettivo che esisteva tra loro: Il dono del
ritorno e del raccogliersi di cinque lustri sgomenta il mio pensiero incessantemente.
In esso tu da pi lontano oltre il mare,sei vicina e presente, anche solo pensando alle
cose pi amate qui e a tutte le cose che ti appartengono Com bella questa
comprensione che entusiasma immediatamente, quasi ancora inespressa, sulla base
di un affinit che ha radici antiche, viene da lontano, e non stata sconvolta dal
male e dalla confusione. Non abbandonarci pi sulla base dell intimit pi
profonda: che questo aiuti te e me, ciascuno di noi secondo il suo bisogno, la sua
tribolazione, la sua debolezza. Se la grande citt ti aggredisce troppo freneticamente,
pensa, Hannah, agli alberi svettanti che si innalzano davanti a noi sulle montagne

3
H. Arendt Heidegger, ib., lettera n. 49,p.55.

2
invernali nell aria lieve del mezzogiorno.4,

dei voti si dedic agli studi filosofici, ma si impegn, pure, politicamente,


partecipando, a Parigi, dove si rifugi nel 1933, allattivit dei gruppi antinazisti,
ebraici e comunisti (la Arendt aveva dovuto lasciare la Germania dopo lavvento del
nazismo).
Trasferitasi negli USA collabor alla pubblicistica ebraica, anche se non condivideva
numerose posizioni degli ebrei statunitensi. La posizione critica della Arendt verso
lebraismo pu essere colta pienamente nella corrispondenza da lei inviata da
Gerusalemme dove si era recata come osservatrice al processo contro Adolf
Eichmann e nello scritto La banalit del male.Nellopera viene evidenziato non
solo come il male possa essere compiuto da una persona normale, da un
burocrate inserito in un contesto politico sociale dove si agisce passivamente
senza pensare, ma anche le responsabilit degli ebrei per il massacro del loro
popolo.
E opportuno, anche, evidenziare che la Arendt, al momento della proclamazione
dello Stato di Israele, espresse il proprio dissenso poich riteneva un errore che gli
ebrei costituissero uno Stato nazionale che, per sua stessa natura, oppressivo delle
minoranze (e le vicende odierne dimostrano la lungimiranze di tali riflessioni).

LA GUERRA DI TROIA COME PARADIGMA

.
Gi Hegel, nelle Lezioni sulla filosofia della storia, aveva osservato che Come la
guerra troiana linizio della realt della vita greca, cos Omero il libro
fondamentale per linizio della rappresentazione spirituale.
Tale caratteristica di originalit della guerra di Troia colta sia dalla Arendt che
dalla Weil; lIliade, per entrambe, costituisce la metafora per eccellenza della
condizione umana:

Cantami lira, o Diva, dAchille


figliuol di Peleo
funesta, che agli Achei fu causa
di doglie infinite,
e molte alme deroi gagliardi travolse nellorco,

4
H. Arendt, M. Heidegger, lettera n. 55 in Lettere 1925 1975, Edizioni di Comunit,1998, p. 63-65.

3
e i corpi abbandonati preda ai cani,
banchetto agli uccelli. 5

Cos, intona Omero il suo poema e, nel XV canto, le parole che Ulisse rivolge ad
Agamennone ben sintetizzano la condizione umana:

Noi siamo
destinati da Giove
sin da fanciulli a penare
nel duro travaglio di guerra
sino a vecchiaia, finch ciascuno
di noi cada spento

La guerra di Troia assume un valore simbolico, costituisce il conflitto originario da


cui si dipana tutta la storia delloccidente.
La Arendt nel saggio Sulla violenza osserva Chiunque abbia avuto occasione di
riflettere sulla storia e sulla politica non pu non essere consapevole dellenorme
ruolo che la violenza ha sempre svolto negli affari umani; e nellopera sulla
Rivoluzione evidenzia come la rivoluzione sia legata da un nodo inestricabile alla
violenza ed alla forza: limportanza del problema del cominciamento o genesi del
fenomeno della rivoluzione ovvio. Che tale cominciamento debba essere
intimamente connesso con la violenza sembra confermato dalla leggendaria genesi
sia nella tradizione biblica sia in quella classica: Caino assassina Abele e Romolo
assassina Remo, la violenza stata linizio e nessun inizio ha potuto esistere senza
violenza, senza una violazione....6
Ma la violenza non mai risolutiva. . Nel trattato sulla violenza, H. Arendt polemizza
con Sartre che, nella prefazione allopera di Fanon I dannati della terra, romanzo
che ebbe grande successo specie tra i giovani contestatori americani, aveva affermato
La violenza come la lancia di Achille pu cicatrizzare le ferite che ha prodotto, la
Arendt sostiene che il mito della violenza pi astratto, ancora pi lontano dalla
realt, di quanto non sia mai stato il mito dello sciopero generale di Sorel....Leggendo
queste grandiose ed irresponsabili affermazioni ... e guardando ad esse nella
prospettiva di quanto sappiamo nella storia delle rivolte e delle rivoluzioni si tentati
di negare loro qualsiasi significato, di attribuirle ad uno stato danimo passeggero, o
allignoranza di gente esposta ad avvenimenti e a sviluppi senza precedenti,
sprovvista di qualsiasi mezzo per affrontarli mentalmente violenza certamente in
grado di distruggere il potere, ma non di crearlo e, pur essendo inalienabile dalla
convivenza umana, tuttavia non pu assumere un ruolo esclusivo, pena il completo
dissolversi della convivenza umana.7
Secondo la Arendt un elevato tasso di violenza caratterizza la societ
contemporanea poich e venuto meno il principio della responsabilit individuale

5
Omero Iliade, I
6
H. Arendt, Sulla violenza p. 11
7
H. Arendt, Sulla violenza, p. 23

4
(dove tutti sono colpevoli nessuno lo ) e predomina la burocratizzazione del
potere per cui si affermato il dominio di un intricato sistema di uffici per cui
nessuno, n uno n i migliori, n i pochi n i molti, pu essere ritenuto
responsabile.Laffermarsi della burocrazia priva luomo della facolt dagire che,
secondo la Arendt, costituisce la dimensione specifica della identit umana.
La violenza nella societ odierna segno di un diffuso malessere che trae le proprie
origini dal venir meno della dimensione autenticamente politica, dimensione che la
Arendt individua nella polis greca.
Ci non significa che la Arendt proponga una visione mitizzante della polis, quasi
che il mondo greco costituisca una sorta di eden; la polis rappresenta un termine
di confronto con il mondo attuale; daltra parte lesperienza greca, non si pu
considerare come superata e totalmente conclusa; i temi della libert, della
responsabilit di ciascuno e della giustizia costituiscono il fulcro della meditazione di
Platone e di Aristotele e sono, tuttora, oggetto dindagine e riflessione (nellera della
globalizzazione delleconomia e della politica, la ricerca relativa a che cosa sia la
giustizia e la difesa della cittadinanza democratica appaiono irrinunciabili, onde
evitare la massificazione e la distruzione della coscienza individuale.
In Vita activa, opera di filosofia politica, apparsa negli U.S.A. nel 1958, la Arendt
fonda la sua indagine sulla categoria dellagire che contraddistingue luomo; occorre
osservare che nella riflessione arendiana lagire assume un valore ontologico: la
studiosa vuole proporre una nuova visione delluomo la cui essenza viene
individuata, appunto, nellagire, in opposizione alla visione dominante della
tradizione occidentale che ha sempre privilegiato il pensiero.
Lagire implica il rapporto con altri uomini: non pensabile, infatti, che chi agisce
non trovi conferma della sua azione nellinter-azione con altri, lazione... non mai
possibile nellisolamento; essere isolati significa essere privati della facolt di agire
Solo la dimensione politica pu costituire un efficace antidoto alla violenza poich
unicamente allazione politica strettamente connesso il discorso inteso come mezzo
attraverso cui gli uomini possono esprimersi sugli affari comuni in uno spazio
comune.8
La Arendt considera la polis quale modello ideale dellagire politico poich il
vivere- insieme degli uomini nella forma della polis sembrava garantire che le pi
futili attivit umane, lazione ed il discorso. e i meno tangibili e pi effimeri
prodotti umani, le gesta e le storie a cui danno vita sarebbero stati imperituri;
lagire ed il discorso, anzi, hanno forse preceduto la stessa fondazione della polis, se
gi Omero sostiene che Achille autore di grandi imprese e pronuncia grandi
discorsi , mentre la violenza muta ed ha solo natura strumentale e la vittoria
della violenza sfocia nel terrore che appare lunico mezzo per mantenere il potere e la
dominazione.
Il giudizio costituisce un elemento fondamentale dellattivit politica; mentre la
rivoluzione era (ed ) caratterizzata dalla violenza: vince chi usa la violenza con
maggior determinazione. La rivoluzione a strugle for power: essa divora i suoi
figli, una tempesta che tutto spazza via e sommerge.
8
14) H. Arendt, Vita activa, pag.137, opera citata

5
La violenza che connota la rivoluzione appare quando sulla scena politica compaiono
i poveri: la compassione suscitata dalle condizioni di miseria abietta e degradante
allorigine dei movimenti rivoluzionari tipici dellet moderna.
Infatti, a partire dal XVIII secolo, in diversi strati della societ europea, si diffuse
una innata ripugnanza a veder soffrire una creatura umana (Rousseau); da quel
momento la passione della compassione ha ossessionato e trascinato gli uomini
migliori di tutte le rivoluzioni Robespierre ha tolto la compassione alla sfera privata
e lha trascinata sulla pubblica piazza; ed il sentimento che corrisponde alla passione
della compassione , naturalmente, la piet.9
[Par piti, par amour pour lhumanit, soyez inhumains si sostiene in una petizione
presentata da una delle sezioni della Comune di Parigi alla Convenzione nazionale];
la piet appare come fonte di virt e, in quanto tale, possiede un enorme potenziale
di crudelt. Par piti, par amour pour lhumanit, soyez inhumains si sostiene in una
petizione presentata da una delle sezioni della Comune di Parigi alla Convenzione
nazionale]; la piet appare come fonte di virt e, in quanto tale, possiede un enorme
potenziale di crudelt.
Quando i malheureux appaiono sulla scena della storia, i bisogni reali
determinano lo sviluppo della rivoluzione.La rivoluzione francese stata un modello
per tutte quelle successive: da allora le masse oppresse dalla miseria sono state
utilizzate nella lotta politica. Ovviamente non sono i poveri ad avviare il processo
rivoluzionario; in Francia la rivoluzione ebbe avvio grazie allopera di uomini di
lettere, di teorici isolati, la decisione di promuovere lazione rivoluzionaria assunta
da un gruppo ristretto, non scaturisce da una deliberazione presa da tutta la comunit.
La Arendt nel saggio Sulla rivoluzione contrappone la rivoluzione francese a quella
americana e ritiene che solo questultima sia contraddistinta dalla partecipazione alla
vita pubblica, dallautogoverno, dalla libert politica. Ci non deve indurre a credere
che la Arendt abbia una visione acritica della rivoluzione americana, anzi evidenzia
come laffievolirsi dello spirito rivoluzionario non abbia consentito il realizzarsi di
istituzioni durature per la formazione di idee e pareri nel pubblico e sottolinea
come Jefferson sia forse lunico uomo politico ad essere consapevole che le
istituzioni non dovevano essere rese immutabili perch nulla immutabile se non gli
inalienabili diritti delluomo. Infatti, egli propose di inserire nella Costituzione una
clausola per un controllo a periodi determinati e di dare nella Costituzione una
clausola per un controllo a periodi determinati e di dare forza alle assemblee dove i
cittadini potessero esprimere, discutere, decidere e non avesse solo attuazione il
sistema della rappresentanza.
LArendt, indubbiamente convinta che sia illusorio considerare possibile una
quiete perfetta ed un sogno ritenere che possa essere eliminata totalmente la
guerra e la violenza. Come sostiene Kant, proprio della natura umana una
insocievole socievolezza; quindi lantagonismo ineliminabile e la pace
perpetua costituisce un fine ultimo cui tendere perch questo il nostro dovere.
Nelle lezioni tenute alla New School for Social Research, durante il semestre
autunnale del 1970, dedicate alle analisi della critica del giudizio (tali lezioni sono
9
15) H. Arendt, Sulla rivoluzione, pag.94 e seguenti, opera citata

6
ora raccolta nel volume: Teoria del giudizio politico, curato da Ronald Benier, trad.
italiana di P.P. Portinaro, ed. Il Melangolo), la Arendt evidenzia come, al centro della
riflessione kantiana sulla filosofia della storia, stia il progresso incessante del genere
umano; tale processo non ha fine ed in esso trovano realizzazione le disposizioni
del genere umano che si sviluppano fino al punto pi alto, anche se il punto pi
alto, in un senso assoluto, non esiste.10
La destinazione ultima, in senso escatologico, non esiste; la libert e la pace
costituiscono dei fini ultimi a cui tende il processo storico, non mete conseguibili
una volta per tutte. Ci che contraddistingue luomo da tutte le specie animali non
solo il possesso del linguaggio e della ragione, ma anche il fatto che le sue
disposizioni sono capaci di uno sviluppo illuminato.11
La sfera politica, pertanto, sorge direttamente dallagire insieme, dal condividere
parole e azioni; condividere parole significa giudicare; e lanalisi della facolt del
giudizio doveva costituire la terza parte dellopera la Vita della mente (dopo Pensare
e volere) parte che la Arendt non pot comporre a seguito della morte improvvisa.
Giudicare implica la possibilit di comunicare gli uni con gli altri in merito alle
questioni che riguardano lumanit in generale; il giudizio , quindi, una facolt
razionale politicamente molto importante (sulla Rivoluzione pag. 264); infatti, il
giudizio correlato alla socievolezza delluomo ed implica la libert politica intesa
kantianamente come fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi.

LE RIFLESSIONI SUL TOTALITARISMO

La crisi politica del 900, ed in particolare le esperienze del totalitarismo, nasce


proprio dal venir meno della capacit di giudicare.
Nei regimi totalitari, infatti, la condizione delle persone caratterizzata
dallisolamento nella sfera politica e dallestraniazione in quella dei rapporti sociali.
Gli uomini non sono pi cittadini, ma individui isolati dominati dalla paura e dal
sospetto la categoria dei sospetti abbraccia lintera popolazione; ogni idea che devii
dalla linea ufficialmente prescritta suscita diffidenza a prescindere dal campo di
attivit umana 12
Poich gli uomini sono in grado di pensare e, quindi, di cambiare opinione sono
tutti sospetti per definizione e lombra non pu essere dissipata da un contegno
esemplare; pertanto il reciproco sospetto avvelena tutti i rapporti sociali.
Il sospetto, la provocazione, le denunce degli oppositori sono elementi tipici, di tutti i
regimi dittatoriali; ma solo nelle forme di gestione totalitaria del potere costituiscono
il fondamento di tutta lorganizzazione dello Stato.

10
H. Arendt, Teorie del giudizio politico, pag.90-91, opera citata
17) H. Arendt, Teorie del giudizio politico, pag.97, opera citata
18) H. Arendt, Le origini del totalitarismo, pag. 589, opera citata
11
12

7
Nei regimi totalitari viene elaborato il concetto di nemico oggettivo: gruppi,
categorie, classi vengono via via individuate quali oppositori del regime ed eliminate
in quanto potenzialmente pericolose: Lidentit del nemico oggettivo varia a
seconda delle circostanze: i governi totalitari si configurano come movimenti la cui
avanzata incontra sempre nuovi ostacoli che devono essere eliminati.13
La creazione del sistema oggettivo, insieme al partito unico, alla polizia segreta,
allestraniazione degli individui, al controllo di tutti i mezzi dinformazione, alla
burocratizzazione di tutti i gangli dello Stato e della societ civile costituiscono gli
elementi propri dei governi totalitari che vengono identificati dalla Arendt nel
nazismo e nello stalinismo. Secondo la Arendt il totalitarismo costituisce una delle
forme politiche specifiche della societ contemporanea e, bench sia crollata sia in
Germania che nell ex Unione Sovietica, tuttavia nelle moderne societ di massa pu
sempre risorgere: nessun sistema politico contemporaneo immune da tale
degenerazione (si pu osservare che quando si opera in nome di ideologie astratte e
fondamentalisteche proclamano la necessit di operare una trasformazione
integrale dellumanit il rischio del totalitarismo sempre presente. In tale
situazione viene meno una delle condizioni fondamentali dellagire politico: la
condivisione che scaturisce da un agire in comune).
La nozione di agire, quindi, si contrappone nettamente alle teorie politiche elaborate
da Carl Schmitt che nel suo scritto Le categorie del politico fonda lagire politico
sul conflitto, sul contrasto ogni contrasto religioso, morale, economico, etnico o di
altro tipo si trasforma in un contrasto politico, se abbastanza forte da raggruppare
effettivamente gli uomini in amici e nemici 14 Lo Schmitt elabora la dicotomia
amico/nemico e considera il nemico come nemico pubblico (hostis) non come
inimicus in senso lato; pertanto ogni raggruppamento politico si contrappone ad
un altro: un nemico; pertanto lazione politica caratterizzata dalla lotta, dallo
scontro un globo terrestre definitivamente pacificato, sarebbe un mondo senza pi la
distinzione fra amico e nemico e di conseguenza un mondo senza politica.15

A conclusione si pu rilevare che entrambe le pensatrici, al di l delle diverse


valutazioni sul piano politico e filosofico, sono accomunate dal rigore etico, dalle
capacit di analisi e da una sostanziale solitudine, sia nei confronti dei loro
compagni di viaggio (socialisti-ebrei) sia nei confronti dellopinione pubblica.
Le loro opere furono a lungo, e in parte lo sono tuttora, circondate da un alone di
sospetto ideologico e politico e solo recentemente stata rivalutata loriginalit delle
loro indagini su temi tuttora vivi e attuali.
Come attestano gli eventi di questo millennio appena sorto, la violenza costituisce
ancora una prassi costante non solo da parte di chi gestisce lo Stato, ma anche di chi,
in nome di nobili ideali, si oppone alla linea politica degli Stati. Esercitare il potere,
come osserva la Arendt, significa agire di concerto, cio agire secondo decisioni
13
H. Arendt, Le origini del totalitarismo, pag. 582, opera citata
20) C. Schmitt, Le categorie del politico, pag.120, opera citata
21) C. Schmitt, Il concetto di politico, pag.118, opera
14
15

8
condivise; mentre, attualmente, sembra di nuovo prevalere un ricorso massiccio alla
forza ed alla guerra; tutti i raggruppamenti politici, indipendentemente dalla loro
ideologia, sembrano privilegiare lo scontro, lo spirito di lotta forse perch tutti sono
pervasi dal timore che il potere sfugga loro di mano e, illudendosi, credono che il
ricorso alla violenza costituisca un mezzo per mantenere quel potere che si sta
dissolvendo.

BIBLIOGRAFIA

Opere della Weil


Venezia salva, Adelphi,1987
La prima radice, ed. CDE,1996
La condizione operaia, ed. SE, 1994
Quaderni, Adelphi, 1993
Sulla Germania totalitaria, Adelphi,1990
Attesa di Dio, Rusconi,1984
Opere della Arendt

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