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Sintesi cap 10, paragrafo 5

Giappone

Agli inizi del 900 in Giappone si sviluppano elementi simili a quelli delle dittature nazifasciste come militarismo,
autoritarismo, l’idea di appartenere a una razza superiore, che diventano ancora più forti dopo la Prima GM quando il
paese, guidato dalla destra con il sostegno dell’imperatore Hirohito, diventa la potenza dominante in Estremo
Oriente. Urss nemico tradizionale, in questo contesto accordi internazionali con Germania ed Italia: Patto
Antikomintern e poi Patto Tripartito.

Cina:

A fine Prima GM il paese, controllato dai cd Signori della guerra supportati dalle potenze occidentali, vede la perdita
di tutti i privilegi economici e commerciali che con i possedimenti tedeschi in Cina passano al Giappone. Scoppiano
proteste animate inizialmente da studenti e poi da un po’ tutte le categorie sociali: le rivolte antimperialistiche,
nazionalistiche e progressiste per un paese libero dai signori della guerra, dalle mire dei paesi stranieri vennero
represse nel sangue ma il movimento non fu sconfitto grazie ad appoggio del Kuomintang (partito nazionale del
popolo) e P Comunista Cinese appoggiati da URSS. Nel 25, con Chiang Kai-Schek, il Kuomintang si allontana dal P
Comunista (che voleva fare una rivoluzione su modello sovietico), riesce a sconfiggere i signori della guerra, a
conquistare Pechino e e a farsi riconoscere, e ottenere finanziamenti, da USA e GB. Scoppia guerra civile tra seguaci
del Kuomintang (su posizioni sempre più tiranniche) e quelli del P Comunista Cinese guidati da Mao Zedong: questi
porta avanti una guerriglia contadina ma viene circondato dai nazionalisti: riescono a fuggire a piedi e a raggiungere il
Nord (cd Lunga marcia in ca 1 anno 1934-1935).

Approfittando della situazione il Giappone nel 1931 invade la Manciuria, atto condannato della Società delle Nazioni,
e poi nel 1937 invadono il resto della Cina: a Nanchino, dove Chiang Kai-Schek aveva spostato la capitale, i Giapponesi
convinti della loro superiorità razziale si macchiano di terribili massacri. I Giapponesi hanno difficoltà a controllare un
territorio enorme come quello cinese mentre nazionalisti e comunisti, cessando momentaneamente di scontrarsi fra
sé, fanno fronte comune contro l’invasore: la durissima guerriglia andrà avanti fino alla fine della Seconda GM
quando il Giappone sconfitto è costretto a ritirarsi.

Sintesi cap 10, paragrafo 6

America Latina

Seguendo la dottrina Monroe gli USA avevano continuato nella loro ingerenza nei confronti dell’America centrale. Nel
1933 con Roosevelt e la cd politica del buon vicinato le cose sembrano cambiare, ma in realtà gli Usa continuano a
controllare l’area sostenendo colpi di stato in Nicaragua, a Cuba etc. Inoltre in molti paesi il vero potere era detenuto
dalle multinazionali statunitensi della frutta (spesso monocolture di bananne)che controllavano l’economia e quindi
la politica: questi paesi (Guatemala, Costa Rica, Honduras) vennero chiamati “repubbliche delle banane”.

Un caso a sé è costituito dal Messico dove con la rivoluzione si era creata una repubblica laica e democratica, dove il
petrolio venne nazionalizzato e poi del tutto sottratto alle compagnie USA. Nel 26 venne emanata una legge che
subordinava la Chiesa allo stato: scuole religiose chiuse e religiosi non messicani espulsi. Scoppia guerra civile tra
truppe federali messicane e sostenitori della Chiesa. Con Cardenas, presidente appartenente, come gli altri, al P
Rivoluzionario Istituzionale si arriva a una redistribuzione delle terre e totale nazionalizzazione delle risorse
petrolifere.

In America Latina economia quasi esclusivamente agricola dove dominava latifondo e monocultura, quasi del tutto
dipendenti dalla politica USA. Con crisi 29 questi paesi si impoveriscono e nascono regimi dittatoriali populisti con a
capo militari (Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Bolivia).

Sintesi cap 10, paragrafo 7

Fermento nel mondo coloniale

Con la fine della Prima GM si assiste all’ascesa di movimenti nazionalistici sia per successo della Rivoluzione russa con
condanna dell’imperialismo sia per affermazione del principio di Wilson sul diritto all’autodeterminazione dei popoli.
Durante la guerra la GB aveva fomentato il nazionalismo arabo nei territori ottomani per indebolire il nemico e alla
fine della guerra GB e Francia si spartiscono i territori del Medio Oriente attraverso il sistema dei mandati. La GB
lascia una maggiore autonomia e in alcuni casi concede indipendenza (Egitto e Transgiordania) anche se ne controlla
economia.

In Palestina la situazione era molto complicata per la grande immigrazione degli ebrei del movimento sionista e la
dichiarazione di Balfour: si arrivò a scontri tra gli abitanti di sempre, arabi, e i nuovi venuti che si sentivano i padroni
autorizzati dalla GB fino alla Grande rivolta araba (1936-39).

L’India fu un caso a sé: qui il partito guidato da Gandhi chiese l’indipendenza e di fronte al rifiuto britannico diede il
via a proteste basate sulla non-violenza e la non-cooperazione. Il governo britannico, messo in crisi, rispose talora
con massacri talora concedendo maggiore autonomia senza però risolvere il problema.

La Francia , a differenza della GB, decise di opporsi militarmente alle guerriglie indipendentiste (Marocco, Indocina,
Tunisia) ,sviluppatesi anche grazie al fatto che le élites politiche dei diversi paesi avevano studiato a Parigi e quindi
avevano strumenti ideologici per sviluppare un nazionalismo anticolonialista .

Alla fine della Prima GM a Parigi si tiene Primo congresso Panafricano organizzato da intellettuali afroamericani per
chiedere che durante la Conferenza di pace di Parigi fosse applicato anche al continente africano il principio di
autodeterminazione dei popoli. Concetto ribadito nei successivi congressi indirizzandosi dopo la Seconda GM verso la
realizzazione della pratica della decolonizzazione.

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