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LA GUERRA FREDDA

1945-1991

CAPITOLO 1- L’ inizio

Gli USA e l’URSS svolsero un ruolo marginale nel quadro politico internazionale dal 1919 al 1939.

Gli USA adottarono una politica di “isolazionismo” nei confronti dell’Europa e anche Stalin assunse un
atteggiamento di sospetto nei confronti dei governi capitalisti in quanto da sempre ostili al comunismo.

Conseguentemente, USA e URSS non parteciparono alle dispute sui con ni territoriali che lacerarono sempre
più l’Europa negli anni 30.

Nel 1939, si di use tra i funzionari governativi americani e sovietici la preoccupazione del dominio di Hitler e
Mussolini sull’Europa.

Roosevelt dichiarò di voler difendere la liberà europea e per questo portò avanti la politica di “a tti e prestiti”,
con la promessa di mandare un numero sempre maggiore di risorse militari all’Europa.

Fu l’attacco giapponese alla base navale di Pesaro Harbor nel Dicembre del 1941 e la dichiarazione di guerra
della Germania agli USA che portarono alla brusca conclusione della politica di neutralità americana.

L’attacco militare a Pearl Harbor aveva portato ad un’iniziale rappresaglia militare americana contro il
Giappone, ma la minaccia della Germania nazista, costituiva il pericolo maggiore e per questo Roosevelt
portò avanti una strategia militare di collaborazione con gli altri paesi dell’Europa, conducendo invece con il
Giappone un’operazione di contenimento.

USA, URSS e Gran Bretagna, accomunate dal terrore nei confronti della Germania nazista, si ritrovarono a
combattere insieme condividendo gli stessi ideali di promozione della pace e della democrazia nel mondo
formando insieme quella che è conosciuta come la Grande Alleanza.

Queste tre potenze, furono poi anche coloro che uscirono vincitrici dalla 2 GM:

- La Gran Bretagna emerse dalla guerra con grande orgoglio per aver portato a termine una grande
missione. Il coraggio britannico venne personi cato da Churchill, la cui reputazione raggiunse in questo
momento il suo apice.

- Tuttavia, i segni del relativo declino della Gran Bretagna come grande potenza emersero con evidenza
durante l’intero periodo bellico e vennero mascherati dalla vittoria del 1945. Churchill chiese sostegno
agli USA per assicurare la sopravvivenza dell’impero e fu proprio questo intervento che assicurò la
vittoria nale sulle potenze fasciste. Questo sostegno, porto la GB a dipendere dagli USA, a contrarre
nuovi ed ingenti debiti e a liquidare gran parte delle sue proprietà oltremare rinunciando così al ruolo di
superpotenza.

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- L’URSS represse duramente la Germania nazista al prezzo però di enormi perdite umane, agricole e
industriali. Con il crollo della Germania, l’URSS dominò completamente la Germania orientale e si
riorganizzò militarmente ed economicamente riconquistando il ruolo di superpotenza mondiale.
Purtroppo questo miglioramento, venne fortemente oscurato dall’ ascesa degli USA.

- Gli USA da una posizione di isolazionismo, passarono al ruolo di leadership mondiale. Assunsero il ruolo
di potenza economica mondiale, di erogatori di crediti nanziari ed il monopolio delle armi atomiche.

Roosevelt cercò di evitare qualsiasi tipo di divergenza tra Gran Bretagna ed URSS e con la conferenza di
Yalta nel 1945, si consolidarono i rapporti tra Roosevelt e Stalin, il presidente americano riconobbe l’Europa
orientale come sfera di in uenza sovietica ma inizialmente non lo rivelò pubblicamente. La questione,
cominciò a venire alla luce con l’avanzata dell’Armata Rossa in Polonia: Churchill sottolineò l’importanza di
ripristinare la libertà polacca ricordando agli USA e all’URSS che GB e Francia erano entrare in guerra proprio
per difendere la Polonia.

Stalin insisteva nel conservare le aree della Polonia orientale che aveva guadagnato con il patto di non
aggressione rmato con Hitler nel 1939 ed era inoltre contrario al ritorno dei leader politici polacchi non
comunisti in esilio a Londra.

Nonostante le proteste britanniche, gli americani consentirono all’estensione del controllo comunista la
Polonia.

La questione parve risolversi con la Dichiarazione di Yalta quando, venne rmata la Dichiarazione dell’Europa
liberata (elezioni libere nei territori a rancati dalla tirannia nazista) ma in realtà, fu solo un compromesso che
consentì a Stalin di interpretare il concetto di democrazia nel modo a lui più congeniale. Nonostante le
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autorità sovietiche consentirono in un primo momento ai membri del governo polacco in esilio di ritornare in
Polonia e riprendere l’attività, i comunisti mantennero il controllo del paese.

Nelle questioni riguardanti l’Europa, Roosevelt si mostrò contrario a prendere qualsiasi impegno postbellico e
fece capire che l’America si sarebbe prestato ritirata dal continente europeo e che quindi Stalin e Churchill
avrebbero dovuto decidere tra di loro il destino dell’Europa.

La politica americana era ambivalente: da un lato sosteneva di voler lasciare l’Europa, ma dall’altro ribadiva il
concetto di Wilson dell’autodeterminazione dei popoli a scegliere la propria forma di governo. L’America non
voleva cedere la sua in uenza mondiale recentemente acquisita.

Al ne di garantire la sicurezza e la rinascita economica del mondo Roosevelt Churchill e Stalin portarono
avanti la costruzione di organismi che garantirono cooperazione politica che economica: l’organizzazione
delle Nazioni Unite, il fondo monetario internazionale e la Banca mondiale.

Successivamente, i tre leader si incontrarono nuovamente nel luglio del 1945 a Potsdam con la volontà di
continuare ad assicurare la pace. Rispetto alla conferenza precedente, vi furono alcuni cambiamenti in quanto
nel frattempo Roosevelt morì e venne sostituito da Truman ed inoltre Churchill venne succeduto dal laburista
Clement Attle.

Nella primavera del 1945 la Germania venne annientata e cominciò ad essere divisa in zone d’occupazione: i
russi si installarono a est, gli americani a sud mentre i britannici si stabilirono nel nord-ovest controllando
l’area industriale della Ruhr.

Anche Berlino venne analogamente divisa in quattro settori separati e divenne il quartiere generale del
Consiglio alleato di controllo istituito per governare la Germania.

La scon tta della Germania era stata l’obiettivo principale di Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, unione
sovietica durante la guerra ma nessuna singola potenza disponeva di un’in uenza militare preponderante e
quindi risultava impossibile mantenere l’integrità territoriale l’unità nazionale tedesca.

L’imposizione di zone d’occupazione era una misura temporanea, in attesa dell’organizzazione di una grande
conferenza internazionale per stipulare un trattato di pace e de nitivo. In ciascuna zona vennero istituiti
programmi di denazi cazione, in iggendo severe condanne gli esponenti nazisti di rango più elevato, mentre i
funzionari governativi vennero trattati come criminali.

Il desiderio comune dei tre grandi era impedire il risorgere della Germania come futura minaccia militare.

La natura temporanea della divisione in zone viene ria ermata e si prevede che la riuni cazione della
Germania in un singolo Stato nazionale sarebbe seguita in tempi brevi.

Le potenze si confrontarono anche riguardo la politica economica. Nel corso delle due conferenze, vi furono
diverse opinioni anche se tutte le potenze erano concordanti sul fatto di mantenere la Germania in uno stato
di debolezza.

- Henry Morgenthau (ministro del tesoro americano), propose un piano di deindustrializzazione al ne di


mantenere il popolo tedesco ad un basso tenore di vita;

- Molotov (ministro degli esteri sovietico), propose di imporre alla Germania il pagamento di ingenti
riparazioni di guerra, metà delle quali destinate all’URSS;

Si trattava dunque di una comune strategia che consisteva nel smantellare le industrie belliche e limitare la
produzione economica al ne di portare la popolazione ad una condizione di minimo vitale. Questa strategia
venne però in parte ostacolata dalla proposta sovietica che prevedeva riparazioni di guerra sottoforma di beni
e materie prime.

- James Byrnes (segretario di stato) propose una soluzione di compromesso: i sovietici avrebbero tratto il
grosso delle riparazioni dalla loro zona, ricevendo solo limitati quantitativi di materiale nastriate dal
settore occidentale (ogni potenza avrebbe gestito entità e tipologia di risarcimento all’interno della
propria zona in modo autonomo);

In contrasto con la politica di riparazioni favorita dai sovietici, gli americani adottarono un atteggiamento più
comprensivo verso la Germania allarmandosi di fronte alle crescenti testimonianze di so erenza derivanti
dalla carenza di cibo e combustibile nella loro zona. La situazione divenne più drammatica quando migliaia di
rifugiati fuggirono dall’est a amati in pessime condizioni di vita. Inoltre la mancanza di un’agricoltura locale
spingeva le autorità americane a dover importare cibo e materie prime dagli Stati Uniti d’America. Questa
situazione spinse così gli americani a prendere in considerazioni iniziative concrete per riportare in vita
l’economia tedesca.

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- Un ulteriore soluzione venne proposta da Lucius Clay (governatore militare americano) il quale, propose
la creazione di un’agenzia amministrativa centralizzata per distribuire in maniera e ciente le risorse
economiche nelle varie zone d’occupazione.

- A questa proposta si opposero Francia e i sovietici.

- La Gran Bretagna invece si trovava anche lei a dover alimentare la popolazione tedesca della sua zona,
condivideva il sospetto americano che i sovietici stessero usando la questione delle riparazioni per
mantenere la Germania economicamente debole e quindi vulnerabile il controllo comunista. Inoltre la
Gran Bretagna aveva bisogno di dollari americani per i nanziamenti delle importazioni mentre gli Stati
Uniti necessitavano di rifornimenti di carbone materie prime dalla zona britannica e così nel Gennaio del
1947 prese forma la decisione di cooperazione anglo-americana che portò alla formazione della bizona
in Germania.

A seguito del discorso tenuto dal segretario di Stato Byrnes si portò in evidenza l’esigenza che la Germania
dovesse essere riabilitata e non repressa. Questa politica venne perseguita anche dal successore George
Marshall il quale dichiarò nel marzo del 1947 che gli Stati Uniti sarebbero stati pronti a nanziare la
ricostruzione economica della Germania e dell’Europa per creare un ostacolo all’espansione dell’unione
sovietica.

Il con itto tra USA e URSS si ri ettè anche in altre zone: Europa Orientale e Medioriente.

In Polonia Stalin instaurò un governo comunista, portando gli americani ad accusarlo di aver contrastato
l’impegno preso a Yalta di consentire libere elezioni in Polonia. Truman sollecitò i sovietici a rispettare gli
accordi ma Stalin dichiarò che il governo sovietico non potessi acconsentire all’esistenza in Polonia di un
governo stile il comunismo.

Gli USA, esercitarono un’in uenza più forte in Iran: il paese era stato sottoposto ad un’occupazione militare
anglo-sovietica n dal 1941 e gli occupanti si erano accordati per ritirare le loro truppe entro il marzo del
1946.

Le truppe sovietiche permasero però nel territorio al ne di aiutare un movimento contro il regime dello scià e
inoltre l’accesso degli statunitensi al petrolio era fortemente minacciato. Tutto ciò venne percepito da Truman
come un’aggressione sovietica così, gli americani inviarono truppe iraniane alla frontiera settentrionale.

La crisi iraniana si risolse con il ritiro delle forze militari sovietiche dall’Iran e nel maggio del 1946 e con la loro
accettazione di rispettare l’accordo del tempo di guerra.

Con il tempo si ra orzò sempre di più in America che l’URSS fosse ormai una minaccia e che bisognasse
quindi frenare il suo espansionismo. I sovietici non erano a dabili in quanto marxisti leninisti e bisognava
resistere alla conquista mondiale di Stalin. Questa determinazione, venne espressa dall’approvazione nel
Luglio del 1947 del National Security Act: legge che mira a migliorare l’a usso di informazioni al presidente
tramite la creazione del National Security Council e della Central Intelligent Agency (CIA) con la funzione di
raccogliere le informazioni provenienti dall’estero e intraprendere operazioni segrete in ambito internazionale.

Cominciarono così a delinearsi le strutture dello stato di sicurezza nazionale, uni cate in un Ministero della
difesa presso il quartier generale del Pentagono.

Gli Stati Uniti adottarono così una politica di contenimento nei confronti dell’ URSS.

La Gran Bretagna, non riuscì più a mantenere un sostanziale ruolo economico militare in Grecia e Turchia e
così il presidente Truman stabilì di appoggiarle per salvarle dal comunismo o rendo uno stanziamento di 400
milioni di dollari. Questa dottrina ebbe subito un forte impatto tanto da essere estesa anche in Europa
occidentale dove le attività politiche dei partiti comunisti facevano pensare i funzionari americani ad un
imminente collasso economico che avrebbe portato al caos politico e alla rivoluzione.

Il 5 giugno del 1947 il segretario di Stato Marshall, annunciò l’intenzione del governo di promuovere un
massiccio programma di aiuti nanziari per stimolare la ricrescita economica europea. L’approvazione di
questo piano, non fu garantita in maniera assoluta in un primo momento in seguito ai costi elevati stimati
così, per risolvere l’ostacolo al progetto, venne data l’assicurazione che l’assistenza sarebbe stata
condizionata dalla cooperazione e dall’impegno attivo dei paesi europei.

Il piano venne approvato con entusiasmo da Francia e Gran Bretagna, emersero però preoccupazioni francesi
circa la volontà di inclusione della Germania (alla ne ammessa) . Nonostante il programma avesse lo scopo
di contenere l’espansione comunista, erano state poste le basi anche per la partecipazione dell’URSS però il
programma esigeva che i bene ciari fornissero informazioni sulle loro economie e così di fronte a questa
prospettiva di interferenza americana nell’economia sovietica, Molotov abbandonò la conferenza e accusò gli
Stati Uniti di complottare per violare la sovranità degli Stati indipendenti. Secondo i sovietici il piano sarebbe
stato un tentativo di risollevare il capitalismo americano per assoggettare economicamente l’Europa.

Durante la conferenza, Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria avevano espresso la loro intenzione di


partecipare al piano allargato ma i sovietici organizzarono una conferenza rivale nel corso della quale venne
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creato il Cominform (u cio di informazione dei partiti comunisti europei). A seguito di questa istituzione, le
nazioni del Cominform dichiararono di essere unite a combattere contro l’imperialismo americano.

Nel frattempo, gli altri Stati europei si riunirono e in poche settimane venne elaborato lo schema per la ripresa
economica dell’Europa occidentale il quale, venne visto da Truman come il contributo più signi cativo che gli
americani potesse o rire per il compimento della pace nel mondo.

La seconda metà del novecento è stata dominata nei rapporti internazionali dei problemi causati dalla guerra
fredda. Circa le origini della guerra fredda vi sono due di erenti correnti: la corrente sovietica che non
avendo accesso agli archivi diplomatici fa riferimento alla versione “u ciale” degli eventi fornita dal governo e
la corrente americana basata su fonti pluralistiche.

La prospettiva americana circa gli eventi della guerra fredda, colloca gli USA al centro degli avvenimenti, ha
portando dominato la letteratura e il dibattito sulla materia. Già nell’800 Tocqueville aveva previsto che gli
USA avrebbero assunto la guida della civiltà occidentale contro le forze della barbarie orientale. Gli studiosi
europei occidentali invece, pur riconoscendo il ruolo di potenza internazionale degli USA assunto dopo il
1941, tendono a ridimensionare il ruolo della guerra fredda nello scenario mondiale.

Per quanto riguarda l’inizio della guerra fredda, vi sono di erenti tesi.

Alcuni storici la fanno risalire all’ascesa del potere dei Bolscevichi nel 1917 ma, questa tesi è scarsamente
attendibile in quanto negli anni 20 e 30, né gli USA né l’URSS rappresentavano una potenza tale da
minacciare la pace mondiale.

Gran parte della ricerca storica, attribuisce l’inizio della guerra fredda alla metà degli anni 40, quando fu
chiaro che Stalin mirasse al dominio dell’Europa ri utando libere elezioni in Polonia. Come conseguenza della
volontà di Stalin di imporre il regime comunista in Iran, Grecia e Turchia gli americani proposero la politica di
contenimento esempli cata nella dottrina Truman e nel piano Marshall. La visione tradizionale americana fa
coincidere quindi l’inizio della guerra fredda come la risposta essenziale degli Stati Uniti all’aggressione
comunista.

Si ritiene inoltre che l’importanza del discorso di Truman del marzo del 1947 venga vista come l’inizio u ciale
della guerra fredda, termine che appare nello stesso anno per la prima volta nel titolo di un libro.

Dopo gli anni 60, alla visione tradizionale americana si sostituì la visione revisionista che giusti cava il
comportamento sovietico e secondo la quale le politiche di Stalin erano state percepite ed interpretate in
maniera sbagliata dall’amministrazione Truman. Stalin si era dimostrato un alleato degno di ducia degli Stati
Uniti. La pressione americana ha provocato in lui un atteggiamento di ostilità e precipitato quindi la guerra
fredda.

I revisionisti considerano di fondamentale importanza la successione di Truman a Roosevelt in quanto Truman


portò avanti azioni minacciose per l’URSS.

L’inizio della guerra fredda secondo i revisionisti ha alla base fattori economici: gli Stati Uniti temevano il
ripetersi della grande depressione degli anni 30 e volevano applicare una politica liberale che garantisse più
mercati possibili ma questo progetto andava contro gli obiettivi di Stalin che voleva l’instaurazione di regimi
comunisti negli Stati dell’Europa orientale. L’amministrazione Truman attraverso pressioni diplomatiche ed
economiche cerco di impedire il controllo di Stalin sull’Europa orientale ma ciò portò quest’ultimo a inasprire
il suo controllo su questi territori.

Pertanto Truman è considerato dai revisionisti il responsabile della guerra fredda.

Negli anni 80 emerse tra gli storici americani un ulteriore tesi post-revisionista circa le origini della guerra
fredda.

Un’intesa comune tra le varie tesi è stata trovata sul fatto che i responsabili della politica americana fossero
molto sospettosi nei confronti delle intenzioni dell’URSS e fossero irritati dal suo ri uto nella cooperazione per
la ricostruzione del mondo a somiglianza americana dopo la guerra.

Gli storici sovietici invece considerano l’imperialismo americano la causa principale della guerra fredda.
Questa interpretazione ri ette una teoria u ciale che vedeva nella Dottrina Truman una maschera per
l’espansionismo americano. Sempre secondo gli storici sovietici, gli americani cercavano di assicurarsi la
supremazia economica mondiale e quindi anche il piano Marshall veniva visto come un complotto per
circondare l’URSS di Stati capitalisti ostili. In questo modo viene legittimata la risposta dell’URSS
sull’occupazione dell’Europa orientale e la conseguente formazione di alleanze politiche economiche militari.

Dunque la tesi ortodossa sostiene che Stalin mirasse la conquista del mondo e andasse pertanto contrastato.
I revisionisti vedono negli Stati Uniti l’intenzione di attuare la guerra come strumento per imporre la propria
forza economica e quindi concludono che Stalin sia stato una vittima delle pressioni esercitate dagli
americani a nché cedesse il disegno di una porta aperta globale.

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I post revisionisti si pongono in una posizione intermedia tra le due correnti, sostenendo che entrambi leader
perseguissero politiche realistiche e che dovessero condividere le responsabilità che portarono allo scoppio
della guerra fredda.

CAPITOLO 2- L’Europa in una situazione di stallo

Il Piano Marshall prevedeva di imprimere un notevole impulso alle economie delle tre zone occidentali della
Germania. I sovietici, accusarono gli USA di cercare di monopolizzare le risorse economiche della Ruhr e di
star preparando la costruzione di uno Stato politico anticomunista separato nella Germania occidentale.

Apparentemente i sovietici, trovarono come scusa per il loro risentimento, la loro esclusione dalle
deliberazioni occidentali sul futuro economico e politico della Germania. Infatti, n dalla costituzione nel 1947
della bizona, le potenze occidentali avevano perseguito una politica unilaterale. Il Consiglio alleato di controllo
era stato ignorato nel 1948 quando inglesi e americani discussero sull’inclusione della zona francese e sulla
de nizione di una nuova costituzione per consentire alla Germania una misura di autogoverno. Inoltre al ne
di integrare completamente le zone occidentali nel piano Marshall, le tre potenze annunciarono l’intenzione di
sostituire il marco tedesco con il Reichsmark.

I sovietici, come torsione per non essere stati consultati, si ritirarono dal Consiglio alleato di controllo nel
Marzo del 1948 e il 24 Giugno imposero il blocco formale di Berlino, chiudendo tutte le vie d’accesso stradali,
ferroviarie o uviali alla città. Gli abitanti del settore occidentale vennero quindi tagliati fuori da ogni
rifornimento esterno di combustibile, energia e generi alimentari.

Berlino ovest, collocata in mezzo alla zona orientale, era il simbolo della presenza occidentale e appariva
come un’isola di libertà dove molti rifugiati del settore est fuggivano.

I diritti di accesso delle tre potenze occidentali ai rispettivi settori della città non erano mai stati de niti con
esattezza e si basavano su accordi informali stipulati alla ne della guerra. Le autorità sovietiche
mantenevano il controllo delle vie d’accesso e infatti Berlino ovest divenne un ostaggio dei progetti sovietici.

L’imposizione del blocco venne interpretata dalle potenze occidentali come un’aggressione da parte di Stalin
per imporre il ritiro delle forze occidentali da Berlino in modo che i sovietici potessero quindi controllare
l’intera città. Qualsiasi tentativo delle potenze occidentali di infrangere il blocco avrebbe portato ad una terza
guerra mondiale quindi, l’unica alternativa sarebbe stata quella di evacuare la guarnigione ponendo gli
abitanti di Berlino ovest e sotto il dominio sovietico. Questa prospettiva non venne però condivisa dai
funzionari americani i quali pensavano che così facendo si sarebbe distrutto il prestigio occidentale su tutta
l’Europa.

In un primo momento il generale Clay e Truman concordarono sul fatto di non ritirarsi da Berlino ovest, ma il
timore di una nuova guerra portò ad avviare dei corridoi aerei grazie ai quali la loro parte di città venne
rifornita di tonnellate di generi alimentari e di carbone.

Di fronte a ciò, i sovietici furono posti a scegliere se utilizzare la forza per fermare il ponte aereo consapevoli
però che se avessero utilizzato le armi avrebbero dato inizio alle ostilità. Inoltre, gli americani minacciarono i
sovietici di attaccarli con le bombe atomiche.

All’opinione pubblica occidentali, gli USA apparvero come eroi e salvatori.

Il 12 Maggio del 1949, Stalin riconobbe la propria scon tta e riaprì tutte le vie di accesso alla città.

Il blocco di Berlino, contribuì alla formazione dello stato tedesco occidentale portando ad un ra orzamento
dell’anti-comunismo in tutta l’Europa Ovest. Nel Settembre del 1949, venne concessa l’indipendenza alle tre
zone occidentali attraverso la proclamazione della Repubblica Federale Tedesca che incluse anche Berlino
Ovest. Come reazione, Stalin creò nell’Ottobre la Repubblica Democratica Tedesca.

La crisi di Berlino, richiamò la necessità di un’alleanza militare occidentale contro la minaccia comunista. Nel
Marzo del 1948, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Lussemburgo strinsero il patto di Bruxelles che
prevedeva una reciproca assistenza militare in caso di guerra. A questo patto non avevano però aderito gli
Stati Uniti in quanto erano restii a stringere alleanze vincolanti con le potenze europee. In questo momento
però i governi europei occidentali desideravano un vero e proprio impegno dell’America in loro difesa. Senza
il contingente aereo e le armi atomiche americane e si ritenevano che non ci potesse essere alcuna sicurezza
reale contro l’aggressione comunista.

Nonostante un primo atteggiamento restio degli Stati Uniti d’America all’adesione ad un’alleanza militare con
i paesi europei, nel giugno del 1948 i funzionari dell’amministrazione americana compresero che l’aiuto
economico del piano Marshall non sarebbe bastato per consentire alle nazioni europee di rinascere ed evitare
l’espansione sovietica e quindi vi fu un sostegno politico verso una forma di associazione americana al patto
di Bruxelles.

I governi occidentali ritenevano essenziale la rma di un trattato che ponesse il vincolo agli USA di
partecipare alla difesa dell’Europa. In ne, dopo lunghe trattative, gli americani concessero la garanzia
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dell’impiego della forza difronte a qualsiasi tipo di minaccia contro l’Europa o il Nord America però, solo il
Congresso poteva dichiarare lo stato di guerra. Così, il 4 Aprile del 1949 venne rmato a Washington il
Trattato Nordatlantico (NATO).

L’Europa avrebbe fornito degli apparati militari per fermare l’attacco sovietico mentre gli americani avrebbero
contribuito fornendo armi atomiche del comando aereo strategico. Nell’agosto del 1949, gli esperti militari
americani restarono allibiti nello scoprire che era stato condotto con successo il test atomico sovietico e che i
sovietici possedevano maggiori forze militari in Europa rispetto ai paesi della Nato così, ritennero
fondamentale ra orzare l’apparato militare. I paesi europei erano però restii a riarmarsi e principalmente per
motivi economici, in quanto volevano investire il loro denaro nella ripresa economica piuttosto che negli
armamenti (il rischio era che il riarmo portasse sovietici a lanciare un’o ensiva). Per potersi assicurare il
consenso europeo al riarmo, gli Stati Uniti assunsero il comando militare delle forze di terra della Nato e
mandarono altre truppe in Europa.

La Germania ovest non venne inclusa nella Nato tuttavia gli Stati Uniti la riarmarono in modo che potesse fare
da cuscinetto all’URSS. Inoltre, gli Stati Uniti proposero di includere truppe tedesche nell’esercito della Nato
ma la Francia all’inizio fu contraria.

Il Patto Nordatlantico, venne visto dall’URSS come una seria minaccia ed uno strumento per imporre
l’egemonia anglo-americana nel mondo e difronte alla prospettiva di un ulteriore accerchiamento militare,
Stalin ne appro ttò per aumentare l’arsenale bellico sovietico e per investire nella ricerca di armi sempre più
so sticate. Inoltre, nel 1949 vennero elargiti aiuti economici al blocco dell’est sovietico con la creazione del
Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica).

Durante la campagna elettorale, Eisenhower portò avanti il suo desiderio di liberare l’Europa dell’est dalla
tirannia comunista. Con questa campagna, vinse le elezioni nel 1952 e immediatamente decise di sostituire la
politica del massiccio riarmo voluta da Truman con la strategia del New Look, la quale puntava sulla forza
strategica delle forze aeree piuttosto che su quelle convenzionali.

Questa politica Suscitò forti preoccupazioni in Europa occidentale circa il ritorno degli Stati Uniti
all’isolazionismo.

Nel 1952 la Nato si estese anche a Grecia e Turchia e Eisenhower voleva assicurarsi che gli alleati europei
potenziassero le forze convenzionali per compensare il fatto che le loro forze erano state ridotte.

Inoltre nonostante i timori della Francia ad un ritorno della Germania come potenza militare indipendente, i
governi occidentali accettarono che la Germania venisse riarmata. Venne creato un esercito multinazionale
europeo della Nato: Comunità europea di difesa (CED) a cui sarebbero state assegnate unità tedesche. Nel
1952, venne redatta una bozza di trattato per dare vita alla CED, ma la sua rati ca incontrò notevole
resistenza, sopratutto da parte della Francia. Il voto contrario alla CED, sollevo reazioni negative tuttavia, si
cercarono soluzioni diplomatiche per risolvere la faccenda. La questione si risolse, con l’iniziativa britannica
di includere la Germania occidentale in un nuovo organismo: Unione Europea Occidentale (UEO). Inoltre la
GB annunciò la sua decisione di potenziare le sue truppe in Germania rassicurando in tal modo la Francia che
accettò l’inclusione della Germania nella NATO.

In cambio del riconoscimento della Germania occidentale come nazione indipendente, essa acconsentì a
ridurre il suo esercito e si impegnò a non costruire armi nucleari altri dispositivi bellici.

Con l’avvento delle armi nucleari, la presenza di un grande esercito in Europa divenne meno importante.
Inoltre, la minaccia sovietica sembra allontanarsi dopo la guerra di Corea. L’esercito della Nato in Europa era
di gran lunga inferiore all’esercito sovietico, essa doveva quindi contare solo sulla potenza era americana.
L’Europa, allarmata dal fatto che a seguito della massiccia strategie aeree americane il con itto locale si
potesse trasformare in con itto mondiale, chiese alle truppe americane di rimanere in Germania come
garanzia. In questo modo, si sarebbe compensato lo squilibrio tra le forze di terra della Nato e quelle
sovietiche.

Con la morte di Stalin, nel 1953, le tensioni tra i due blocchi si allentarono. I sovietici, collaborarono con gli
americani per terminare la guerra in Corea nel 1953; i sovietici proposero un accordo per porre ne
all’occupazione militare della Germania ma la questione rimase irrisolta. Di erente fu invece il caso
dell’Austria: nel 1955, venne rmato il trattato di pace nella speranza di un cambiamento dei rapporti tra le
due superpotenze ma la Conferenza si concluse senza un accordo.

Chruscev di use un’immagine rispettabile dell’URSS. Inoltre, essa possedeva un arsenale nucleare sempre
più in crescita ed il lancio del satellite arti ciale (Sputnik) fece ottenere all’URSS un vantaggio iniziale rispetto
all’ America.

A Berlino, nel 1958, Chruscev minacciò le potenze occidentali di fare una pace separata con la Germania
dell’est se non avessero ritirato le loro truppe da Berlino (le potenze occidentali utilizzavano la città come
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base di spionaggio e attività sovversive). A seguito di ciò, Eisenhower considerò l’azione di Chruscev come
una strategia e venne proposta una conferenza a Ginevra per trovare una soluzione.

Nel 1960, si tenne un secondo incontro a Parigi ma non si giunse a nessuna soluzione in quanto nel
frattempo, vi era stato un abbattimento di un aereo spia americano in territorio sovietico.

Nel 1961, Kennedy venne eletto presidenti degli USA e, convinto della superiorità missilistica sovietica,
decise di aumentare la spesa annua per gli armamenti missilistici. Kennedy e Chruscev, si incontrarono a
Vienna nel 1961 ma non raggiunsero alcun accordo relativo alla città di Berlino.

Alcune settimane dopo Kennedy dichiarò di aumentare le forze di terra della Nato e di voler difendere
l’occidente e la città di Berlino da qualsiasi invasione comunista.

Siccome ogni giorno Berlino ovest vedeva l’arrivo di un migliaio di rifugiati dalla Germania est, le autorità
comuniste nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961 eressero il muro di Berlino che separava i settori
orientale e occidentale. Il muro si estese lungo tutta la città e realizzò l’obiettivo di Chruscev di fermare
l’ondata di rifugiati verso ovest.

Nel frattempo, gli USA avevano superato l’URSS in campo missilistico e così Chruscev cerco segretamente
di ristabilire l’equilibrio strategico piazzando missili nucleari a Cuba. Nell’ottobre del 1962, attraverso voli di
ricognizione, si scoprì dell’esistenza di basi missilistiche sovietiche. Kennedy convocò quindi i suoi consiglieri
e si pronunciò a favore dell’istituzione di un blocco navale di Cuba al ne di impedire l’arrivo in questo
territorio di materiale sovietico ma il 28 ottobre, Chruscev mandò un telegramma in cui si mostrava disposto a
smantellare le basi e invertire la rotta delle navi. Kennedy accolse la proposta e come contropartita gli
americani assicurarono ai sovietici che non avrebbero invaso Cuba.

Nel 1963, venne creata una linea telefonica diretta tra il Cremlino e la Casa Bianca, il cosiddetto lo rosso.
Inoltre, venne progettato, sempre in quell’anno, un accordo per un trattato sulla messa al bando degli
esperimenti nucleari che proibiva i test nell’atmosfera. Con questo accordo, Kennedy sperava di giungere ad
accordi con l’URSS in modo da evitare la minaccia di una guerra.

Gli Stati europei della Nato non reagirono positivamente a questo trattato in particolare, il presidente francese
de Gaulle sosteneva che la difesa dell’Europa fosse diventata una questione di secondo piano per gli Stati
Uniti. Ritenendoli ina dabili e una minaccia per la pace mondiale si impegnò a dotare la Francia di armi
nucleari indipendenti e si ri utò di aderire al trattato.

Un clima di antiamericanismo pervase l’Europa occidentale negli anni 60 portando i paesi di questo territorio
a voler migliorare i loro rapporti con i paesi del blocco comunista.

CAPITOLO 3- Il con itto in Asia

Il groviglio cinese
La rivoluzione del 1911, segnò la ne dell’impero cinese e l’inizio di una nuova Repubblica la quale non riuscì
a dare stabilità politica ed economica al paese. Preoccupate dalle loro questioni interne, le nazioni europee
non furono in grado di sfruttare la debolezza cinese e il Giappone ne appro tto: dopo aver vinto sulla Russia
zarista, estese la sua in uenza i suoi domini territoriali sul continente asiatico. Nel 1931 invase la Manciuria e
da questo momento iniziò la sua strategia espansionistica in Cina.

Gli Stati Uniti preoccuparono molto delle mire espansionistiche giapponesi in quanto nutrivano forti interessi
commerciali strategici in questo territorio. Con la Cina i commercianti americani si assicurarono un accesso a
condizioni di parità agli immensi mercati cinesi in cambio di sostegno diplomatico americano alle
rivendicazioni di integrità territoriali e di indipendenza politica della Cina. Tuttavia il fatto che gli Stati Uniti si
ponessero come protettori della Cina portò ad una tensione tra Stati Uniti e Giappone che culminò con
l’assalto giapponese alla base militare di Pearl Harbor nel 1941.

A seguito dell’attacco a Pearl Harbor, l’amministrazione Roosevelt mando a truppe americane a combattere
in Europa in quanto il Giappone era alleato della Germania di Hitler. Contro il Giappone gli americani
mobilitarono le loro forze aeree navali ma la resistenza giapponese prevalse.

In Cina, Roosevelt appoggiò il governo di Chiang Kai Shek, a nchè combattesse contro il Giappone e per la
stessa ragione, cercò di persuadere Stalin. Nonostante però l’occupazione di alcune piccole isole e
nonostante pesanti bombardamenti sul paese, i giapponesi continuavano a combattere. Solo in seguito alle
due bombe atomiche lanciate su Hiroshima e Nagasaki nell’Agosto del 1945, il Giappone rmò la resa.

Gli USA ri utarono all’URSS di occupare militarmente il Giappone e nominarono il generale MacArthur capo
indiscusso dell’occupazione americana in Giappone. Egli si impegnò nel trasformare il Giappone in un paese
democratico e capitalista.

Già in passato i rapporti tra USA e Cina erano stati positivi in quanto Roosevelt considerava la Cina come
uno dei contribuenti al mantenimento della pace nel mondo. Questa visione ottimista però non corrispondeva
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alla realtà in quanto, il governo di Chiang Kai Shek, era un governo corrotto, oppressivo e anti-democratico.
Tutto ciò aveva suscitato un forte malcontento nel paese portando anche ad una rivolta agraria di comunisti
capeggiati da Mao Zedong.

Poco prima della conclusione della guerra con il Giappone, le truppe sovietiche entrarono in Manciuria in
conformità con gli accordi presi a Yalta.

Per scongiurare il pericolo della guerra civile, i funzionari americani incoraggiarono la creazione di un governo
di coalizione (per supportare il governo nazionalista di Chiang) tra comunisti e nazionalisti.

Tuttavia, nonostante il generale Marshall venne inviato in Cina da Truman per mediare le ostilità tra Chiang Kai
Shek e Mao Zedong i nazionalisti e comunisti non erano disposti a negoziare un compromesso politico di
stampo occidentale.

Il tentativo di Marshall si rivelò inutile in quanto Chiang Kai Shek lanciò un o ensiva militare contro i
comunisti, riprendendo la guerra civile.

Nella primavera del 1946, le truppe sovietiche si ritirarono dalla Manciuria ma ciò non impedì la ne della
guerra tra Mao e Chiang in tutta la Cina. Chiang continuava ad essere appoggiato dagli americani come freno
per l’espansione comunista in Cina.

Nel 1949 i comunisti capeggiati da Mao completarono la conquista della Cina e nell’ottobre dello stesso anno
Mao proclamò la Repubblica popolare cinese mentre Chiang si ritirò in Taiwan.

Il popolo americano fu sconvolto da questi avvenimenti ed il congresso diede la colpa all’amministrazione


Truman di non aver fatto del suo meglio per impedire che il paese cadesse in mano i comunisti di Mao.

La Cina controllata dei comunisti venne denominato in modo dispregiativo la Cina russa ed il governo di Mao
venne considerato un nemico pericoloso degli Stati Uniti.

La guerra di Corea
La Corea era stata sempre un territorio conteso tra le potenze limitrofe: Cina, Russia e Giappone. Il Giappone
aveva inglobato nel suo impero la Corea ma dopo la scon tta giapponese gli Stati Uniti decisero che la Corea
dovesse essere uno Stato indipendente. Tuttavia, dopo la resa del Giappone le truppe sovietiche entrarono
dalla vicina Siberia nella Corea del Nord. Contemporaneamente, gli Stati Uniti che non volevano lasciare che
l’intera Corea cadesse in mano comunista, si a rettarono a mandare truppe nella Corea del sud tracciando
una linea divisoria tra i due eserciti in corrispondenza del 38º parallelo. Le divisioni politiche interne portarono
all’impossibilità di uni care il paese e per questo motivo la separazione temporanea del 38º parallelo divenne
de nitiva e divise il paese in due stati antagonisti: nel Nord, venne proclamata la Repubblica democratica
popolare di Corea con un regime comunista e nel sud vi fu un governo che portò avanti idee capitaliste degli
USA.

Entrambi volevano uni care il paese ciascuno però imponendo la propria ideologia e ciò che ne scaturì fu una
guerra civile. Nel gennaio del 1950 il presidente Truman dichiarò che gli Stati Uniti non avevano Inter azione di
interferire militarmente. Nel frattempo, i sovietici avevano aiutato la Corea del Nord a preparare un’o ensiva
contro la Corea del sud. Il capo della Corea del Nord Kim ordinò alle sue forze di invadere la Corea del sud e
il 25 giugno del 1950 ma gli Stati Uniti reagirono anche se prima avevano dichiarato la loro neutralità. La
difesa della Corea del sud venne considerata vitale per la sicurezza nazionale americana ma siccome gli Stati
Uniti non erano attaccati il congresso non avrebbe dato il permesso al presidente Truman di dichiarare guerra
alla Corea del Nord. Fu così convocato il consiglio di sicurezza dell’ONU.

Venne imposto alla Corea del Nord di ritirare le truppe dalla Corea del Sud e vennero messe a disposizione
forze militari per respingere l’invasione della Corea del Sud. Il 27 Giugno del 1950, Truman intervenne a favore
della Corea del Sud.

In un primo momento, le sorti della guerra sembravano essere a favore della Corea del Nord ma, nell’autunno
del 1950, il generale MacArthur riuscì a dividere le truppe coreane del Nord che iniziarono a ritirarsi. Le unità
dell’ONU a traversarono il 38º parallelo e penetrarono la Corea del Nord no ad arrivare ai con ni con la Cina.
Quest’ultimo intervenne a favore della Corea del Nord costringendo così le truppe dell’ONU a ritirarsi entro il
38º parallelo. Truman abbandonò l’obiettivo di ottenere una vittoria sulla Corea del Nord impose al generale
MacArthur di ritirarsi.

Nel 1952 Eisenhower divenne presidente degli Stati Uniti e pose ne alla guerra di Corea. Eisenhower aveva
minacciato di usare le armi atomiche contro la Cina e questa minaccia insieme al cambiamento al vertice del
potere sovietico con la morte di Stalin, portò nalmente all’armistizio nel luglio del 1953 il quale riconosceva i
con ni prebellici del 38° parallelo.

La Corea del Nord rimase nell’orbita comunista mentre la Corea del Sud stabilì stretti legami con gli USA.

Nonostante la mancanza di prove tangibili, l’entrata cinese in guerra venne interpretata come una conferma
della sua sottomissione all’unione sovietica.gli Stati Uniti non riconoscevano in quel periodo la Cina di Mao
Zedong mentre riconoscevano la Cina del Taiwan. Quest’ultimo di conseguenza conservò il proprio seggio al
consiglio di sicurezza dell’ONU e il presidente Truman dichiarò che un attacco all’isola di Taiwan non sarebbe
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stato tollerato dagli Stati Uniti e al ne di prevenire una possibile invasione comunista, venne inviata la
settima otta americana e venne inviati consistenti aiuti al ne di trasformare l’isola in una fortezza militare.
Nel dicembre del 1954, Eisenhower rmò un trattato con il quale si impegnava a proteggere Taiwan da
qualsiasi attacco.

Inoltre, nel 1951 si impegnò a creare una coalizione anticomunista e nel 1954, venne rmato il Patto di Manila
con il quale, la struttura venne resa più formale (controparte NATO).

Il dominio vietnamita
Alla ne del 1800 i paesi del Sud-est asiatico erano una colonia francese ed il centro dell’impero francese in
Asia era l’Indocina. Nel 1940 però il Giappone pose ne alla dominazione coloniale francese.

I funzionari francesi, si arresero senza opporre resistenza agli invasori giapponesi. Ho Chi Minh divenne la
gura leader dell’opposizione ai giapponesi guidando il movimento “Lega per l’indipendenza del Vietnam” o
Vietminh. L’obbiettivo di questo movimento, non era solo quello di cacciare i giapponesi ma anche porre ne
al dominio coloniale francese in Indocina.

Nel 1945, il Giappone rimosse con la forza l’amministrazione francese in Annam, Tonchino e Cocincina
formando il nuovo stato del Vietnam sotto la guida di Bao Dai.

Il Vietminh entrò poi ad Hanoi ed istituì un governo in nome della Repubblica democratica del Vietnam. Il
governo venne però sostenuto solo dal Vietnam settentrionale così, Ho chiese l’appoggio degli USA i quali
però ignorarono la richiesta e continuarono a collaborare alla restaurazione del dominio francese in Indocina.

Inizialmente il governo francese si mostrò disponibile a concedere una misura di autogoverno ma le ostilità
tra partigiani del Vietminh e truppe francesi nella città portuale di Hairpong sfociarono nella prima guerra di
Indocina (1946-1954).

I combattenti del Vietminh perseguivano l’obbiettivo di ottenere l’indipendenza di un Vietnam unito mentre il
governo francese era determinato nel ripristinare la sua autorità coloniale.

Nel 1954, il comandante francese Henri Navarre venne battuto dal generale vietnamita Giap e questo portò
alla caduta del governo francese e alla ne del suo tentativo di conservar l’impero indocinese.

Nel 1954, l’amministrazione Truman aveva consentito alla restaurazione del dominio francese in cucina. Gli
americani consideravano il Vietminh come un “burattino” nelle mani dell’URSS, mentre nei confronti del
colonialismo francese nutriva una scarsa simpatia. Questo atteggiamento, lo portò a ri utare le richieste di
aiuti militari contro il Vietminh.

Nel 1950, la Cina comunista e l’URSS riconobbero il Vietminh in seguito a ciò, gli USA procedettero con un
programma di assistenza nanziaria alla Francia . Scossa dagli eventi accaduti in Cina, l’amministrazione
americana fu allarmata dalla possibilità di vedere sottratti altri paesi dall’Asia da parte dei comunisti (teoria del
domino: secondo Eisenhower, alla caduta dell’Indocina avrebbero fatto seguito analoghi successi comunisti
in altri paesi).

Sia Truman che Eisenhower tracciarono una netta linea divisoria tra aiuto nanziario e diretto coinvolgimento
americano in Indocina.

In un primo momento, gli USA pensavano di poter aiutare la guarnigione francese assediata a Dien Bien Phu
chiedendo anche l’aiuto della Gran Bretagna ma alla ne si ritirarono e nel Febbraio del 1954, vi fu la
conferenza di Ginevra per discutere della pace in Indocina. Sia l’URSS che la Cina convinsero il
rappresentante dell’Indocina a stipulare un trattato con la Francia in virtù del quale, si pose ne alle ostilità e
si crearono due stati separati: Vietnam del Nord e Vietnam del Sud.

Il Vietnam del Sud venne protetto dagli USA i quali, nel 1956 mandarono una missione per creare un po’
tenere esercito vietnamita. Inoltre, l’America approvò la Repubblica del Vietnam del Sud sotto la guida di Dinh
Diem (comunista patriottico).

Nell’Ottobre del 1955, si registrarono diversi episodi di guerriglia che portarono alla seconda guerra di
Indocina (1955-1975).

Nel 1959, consiglieri militari e forniture d’armi si in ltrarono nel Nord attraverso il cosiddetto “sentiero di Ho
Chi Minh” per arrivare nel Sud.

Nel 1960, i nordvietnamiti (Vietcong) si organizzarono nel Fronte Nazionale di Liberazione al ne di rovesciare
Diem e uni care il Vietnam.

Nel 1961, Kennedy divenne presidente degli USA e oltre alla crisi di Berlino e Cuba, dovette occuparsi anche
del Vietnam. Egli era convinto che una massiccia propaganda e l’invio di aiuti militari ed economici, avrebbero
tenuto il Vietnam del Sud lontano dal pericolo comunista.

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Il numero di consiglieri militari aumentò sempre di più. Ciononostante, la propaganda comunista penetrava
sempre di più nel paese.

Con la morte di Kennedy nel 1963, il suo successore Lyndon Johnson a rontò la questione e da questo
momento si considera il vero inizio della guerra in Vietnam.

Egli non chiese al Congresso una dichiarazione di guerra u ciale, condusse una guerra non dichiarata al ne
di sradicare la penetrazione dei Vietcong nel Sud.

Nel 1964, Johnson diede inizio all’operazione “Rolling Thunder” bombardando il Vietnam del Nord.

Nel 1968, i Vietcong, sferrarono un’o ensiva a sorpresa: l’o ensiva del Tet che venne respinta dagli americani
procurando gravi perdite umane ai Vietcong i quali assalirono l’ambasciata americana di Saigon. Siccome per
gli USA era impossibile ottenere una vittoria, Johnson annunciò di voler cercare la pace tramite negoziati.
Questi ultimi, iniziarono a Parigi nel 1968 ma, siccome Johnson era ormai alla ne del suo mandato, i
vietnamiti non vollero siglare con lui un accordo.

Il suo successore Nixon, volle un ritiro parziale delle truppe americane dal Vietnam e trasferire le
responsabilità della guerra all’esercito del Vietnam del Sud.

Mentre a Parigi si tenevano i colloqui di pace per raggiungere un accordo, nel Vietnam del Sud continuavano
intensi combattimenti. Nixon, portò avanti una serie di bombardamenti nel Vietnam del Nord, in Laos e
Cambogia al ne di giungere ad una pace.

A seguito si ciò ci furono diverse proteste da parte di giovani studenti americani. Così Nixon promise un
rapido ritiro delle truppe americane dalla Cambogia. Tuttavia, la guerra continuò con pesanti bombardamenti
americani sul Nord a cui, i Vietcong non cedettero continuando a conquistare sempre più villaggi.

Alla ne, nel Gennaio del 1973 venne rmato a Parigi un accordo per terminare la guerra consentendo agli
americani di ritirarsi. Quando le truppe americane abbandonarono il paese, il Vietnam del Sud non fu più in
grado di arginare l’avanzata delle truppe nel Nord e Saigon fu conquistata il 30 Aprile del 1975 ponendo ne
alla guerra in Vietnam e unendo i due Vietnam.

Saigon venne ribattezzata Ho Chi Minh City, in onore del leader che aveva ispirato e sostenuto la lotta per la
cacciata degli americani dal Sud e l’uni cazione e del paese.

La guerra in Vietnam si rivelò per gli americani la più disastrosa delle imprese che si trovò a combattere nella
sua storia.

CAPITOLO 4- La rivoluzione nel terzo mondo

Alla ne della 2 GM, su ispirazione dei leader delle 3 Grandi potenze, venne creata l’Organizzazione delle
Nazioni Unite, in sostituzione alla vecchia Società delle Nazioni. Questa nuova organizzazione, era aperta a
tutti i paesi indipendenti e si impegnò nel promuovere democrazia, cooperazione e favorire la pace.

Siccome i sovietici temevano che questa organizzazione sarebbe stata dominata dai sovietici, si mostrarono
inizialmente ostili alla sua creazione tanto che gli occidentali dovettero concedere in cambio un maggiore
potere al Consiglio di sicurezza ed inoltre potere di veto alle potenze permanenti.

Le preoccupazioni sovietiche erano giusti cate dal fatto che l’ONU era e ettivamente dominata dalle potenze
occidentali, in particolare dagli Stati Uniti i quali fornivano anche una quota sostanziale per le agenzie che
gestivano l’organizzazione.

La situazione si modi cò la dissoluzione dell’imperi coloniali europei che portò alla creazione di paesi
indipendenti che entrarono a far parte delle Nazioni Unite. Chiama gerenza di questi paesi proveniva dall’Asia
e dall’Africa pertanto, la supremazia occidentale non era più dominante. Questi paesi dei colonizzati,
diventarono indipendenti ed assunsero un ruolo di neutralità entrando a far parte dei paesi del cosiddetto
terzo mondo. Essi cercarono di combattere contro il colonialismo alleandosi con i paesi comunisti e attuando
una politica di stampo anti-occidentale. Questo venne testimoniato dalla risoluzione 1514 la quale, a ermava
che bisognasse porre termine al colonialismo, alle pratiche di segregazione e di discriminazione adesso
collegate. a questa risoluzione si astennero però gli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Portogallo e Sudafrica
dimostrando come la dominazione occidentale era tramontata e l’organizzazione era diventata un centro di
propaganda anti-occidentale. Infatti, durante la guerra fredda l’ONU rimase un’istituzione di propaganda
politica piuttosto che uno strumento di preservazione della pace.

Le truppe dell’ONU proseguirono senza interpellare nelle decisioni gli Stati Uniti. La situazione cambiò
quando, alla ne degli anni 80, gli americani intrapresero una serie di interventi per il mantenimento della pace
mondiale. Tra i più rilevanti vi è la guerra del Golfo del 1991 per punire l’Iraq di aver invaso e annesso il
Kuwait.

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Medioriente

Nel XIX secolo l’importanza strategica ed economica del Medio Oriente, l’aveva trasformato in un territorio di
contesta internazionale tra Francia, Gran Bretagna e Russia.

Nel 1948, la GB, che era stata a lungo la potenza straniera dominante in Medio Oriente, ritirò le sue truppe
dalla Palestina e subì pressioni da parte dell’Egitto a nché evacuasse la sua base militare nella zona del
canale. Per timore che il ritiro della GB incoraggiasse i sovietici ad espandersi, l’amministrazione Truman
iniziò ad assumere un ruolo attivo nella questione.

Se questi territori fossero stati occupati dai comunisti gli e etti sarebbero stati disastrosi sia per l’Occidente
che per l’oriente. Stalin decise di evitare il confronto con gli americani e la minaccia sovietica venne
momentaneamente bloccata.

Venne dedicata attenzione allo sviluppo di relazioni tra gli USA con l’Arabia Saudita e Iran, produttori di
petrolio. Il 14 Maggio del 1948, l’amministrazione Truman riconobbe lo Stato di Israele ma, lo sviluppo tra le
due nazioni, suscitò ostilità da parte degli altri paesi arabi e pregiudicò i tentativi americani di condurre una
politica imparziale nella regione.

Americani, britannici e francesi cooperarono al ne di mantenere la pace e, temendo che gli stati arabi
cominciassero ad armarsi, nel 1950 approvarono la Dichiarazione Tripartita limitando la vendita di armamenti
ad Israele e ad altri paesi.

Venne inoltre proposta l’istituzione nella regione di un’organizzazione: Organizzazione per la Difesa del Medio
Oriente ma alla ne il progetto fallì. Tuttavia, la GB riuscì a costruire un piccolo raggruppamento regionale
noto come Patto di Baghdad denominato poi Organizzazione del trattato centrale.

Anche il ruolo dell’Egitto fu cruciale. In Egitto, il presidente Nasser portò avanti un modello di nazionalismo
rivoluzionario ed il suo primo obbiettivo fu la restaurazione della piena sovranità egiziana sulla zona del
Canale di Suez.

I governi di Francia e GB, temendo il dilatarsi di altri movimenti nazionalisti, adottarono un atteggiamento
ostile nei confronti di Nasser. Inoltre, siccome dipendevano economicamente dai rifornimenti petroliferi, la
questione del Canale divenne per loro di estrema importanza.

L’amministrazione Eisenhower invece adottò un atteggiamento più comprensivo nei confronti del
nazionalismo arabo. Promise di fornire aiuti alla creazione della diga di Assuan.

Alla richiesta di armi avanzata da Nasser agli USA, questi ri utarono. Nasser negoziò allora un accordo
commerciale con l’URSS e difronte a questo fatto, gli USA ritirarono gli aiuti nanziari.

All’annuncio di Nasser di voler nazionalizzare il canale, Francia e GB risposero occupando il canale e


contemporaneamente Israele lanciò un’o ensiva ad est. Gli USA ritenevano l’azione dell’Egitto corretta ed
esercitarono pressioni economiche su Francia e GB al ne di indurle a ritirarsi dall’Egitto.

Il controllo del canale venne poi ripristinato e Nasser fu acclamato come eroe.

I sovietici, strinsero in questo contesto rapporti amichevoli con l'Egitto e Chruščev dichiarò che avrebbe
nanziato la diga di Assuan.

La crisi di Suez divise le potenze occidentali, aumentò il prestigio di Nasser e favori la crescita dell'in uenza
sovietica nel mondo arabo, oltre a segnare la sostituzione degli Stati Uniti alla Gran Bretagna quale potenza
occidentale egemone nella regione.

Il 5 Gennaio 1957 Eisenhower tracciò le linee della futura "Dottrina Eisenhower". L'America sosteneva la
piena sovranità e indipendenza di ciascuna nazione del Medio Oriente e chiese al Congresso dell'Onu di
poter impiegare le proprie forze armate per aiutare quei paesi contro qualsiasi tipo di aggressione armata da
parte di qualsiasi nazione controllata dal comunismo internazionale. Libano, Giordania e Arabia Saudita
accolsero la dottrina Eisenhower, mentre Nasser reagì condannando le interferenze americane. A tale
proposito Egitto e i suoi alleati (Siria e Iraq) chiesero all'Unione Sovietica assistenza nanziaria e militare.
Chruščev accettò di aiutarli soprattutto perché ciò si inquadrava nella sua strategia di indebolire l'occidente
appoggiando i movimenti di liberazione nazionale nel terzo mondo.

Gli Stati Uniti risposero intensi cando gli aiuti ai governi dei paesi considerati amici.

Questa situazione portò gli stati arabi ad ottenere un maggior senso di indipendenza e ducia in se stessi
(soprattutto grazie ai pro tti petroliferi) ma gli assicurò anche le risorse nanziarie per muovere guerra contro
Israele. USA e URSS pur essendo pronti ad una guerra arabo-israeliana, si mantennero distanti da qualsiasi
coinvolgimento.

Africa

I primi viaggi di esplorazione compiuti nell'Africa sub-sahariana a metà del 400 dai portoghesi fecero si che
questo territorio di trasformasse nella metà del XX secolo in un impero coloniale delle grandi potenze europee
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(Francia, Gran Bretagna e Portogallo). Le popolazioni di questo territorio erano considerate dalle potenze
come erudite e quindi impreparate per portare avanti forme di autogoverno.

I funzionari americani, alleati da sempre con le potenze occidentali, preferirono non intervenire in questo
territorio. Inoltre, la presenza di Francia e Gran Bretagna nell'Africa sub-sahariana assicurava agli USA un
ostacolo a possibili in ltrazioni da parte dell'URSS.

La situazione di "pace" venne interrotta a metà degli anni 50 quando molti paesi africani iniziarono ad
ottenere l'indipendenza. Nel 1963 venne creata la OUA (Organizzazione per l'unità africana), ma le di erenze
etniche, politiche e soprattutto culturali dei vari paesi africani che ne facevano parte portò a divisioni
all'interno dell'organizzazione.

Gran parte di questi paesi dipendevano economicamente da Francia, Gran Bretagna e Portogallo e
solamente attraverso aiuti americani e sovietici avrebbero potuto sfuggire a questa dipendenza.

Inizialmente USA e URSS continuarono a considerare l'Africa di importanza strategica secondaria, ma


l'indipendenza del Congo dal Belgio ottenuta nel 1960 portò questo paese al centro delle attenzioni. Nel
momento di transizione all'autogoverno scoppiarono dei disordini: la provincia mineraria meridionale del
Katanga cercò di staccarsi dal resto del paese e il ministro congolese Lumumba chiese allora aiuto all'ONU
per riportare l'ordine. Il Consiglio di Sicurezza acconsenti all'invio di una forza di pace mentre l'America mise
a disposizione aerei per trasportare le truppe. Lumumba sollecitò aiuti militari americani, ma una volta che
non gli vennero concessi, si rivolse all'URSS.

Chruscev o rì armi sostenendo che le forze occidentali volessero impedire l'indipendenza del Congo.

Nel Settembre del 1960 il governo di Lumumba venne rovesciato e 4 mesi più tardi egli venne assassinato,
ne dell'in uenza sovietica.

I tecnici russi vennero presto inviati a lasciare il Congo e la forza di pace dell'ONU svolse un ruolo
determinante nel ripristinare l'ordine nel paese e consentire ai leader congolesi loccidentali di assicurarsi il
controllo politico.

I paesi africani per tenere lontano dal loro territorio la politica della guerra fredda, approvarono il desiderio di
Kennedy di lasciare alle Nazioni Unite il compito di risolvere la crisi del Congo.

Egli si interessò sin da subito di difendere i diritti civili dei neri in America e nominò Williams nel 1961 come
vicesegretario di stato degli a ari africani. Williams prometteva di aiutare le popolazioni a migliorare le proprie
condizioni. A tale proposito l'America inviò una cospicua somma di denaro all'Africa, ma la priorità americana
restava pur sempre l'Europa e soprattutto il Sudest asiatico (paesi nel quale gli Stati Uniti avevano investito il
triplo rispetto all'Africa).

Dopo Kennedy, l’interesse politico americano nei confronti dell’Africa calò. Al contrario invece investì molto in
Sudafrica.

Dopo diverse generazioni, i nuovi stati africani erano fermamente decisi a rimanere indipendenti e a non
schierarsi né con gli USA né con l’URSS.

America Latina
All’inizio dell’800, i paesi dell’America latina ottennero l’indipendenza da Spagna e Portogallo ma ne seguì
uno stato di caos dal punto di vista governativo.

Nel 1823 il presidente americano James Monroe lanciò il punto di partenza della "Dottrina Monroe": i paesi
europei non dovevano immischiarsi negli a ari politici dell'America Latina. Le potenze europee riconobbero
che l'in uenza degli Stati Uniti in questa zona dava stabilità e contribuiva alla toro crescita. Tuttavia, le
relazioni tra USA e le nazioni dell'America Latina non furono semplici perché vi erano enormi di erenze
culturali, religiose ed etniche fra di loro, e gli Stati Uniti tendevano spesso a prevaricare e fare i loro interessi.

Essi erano troppo deboli e divisi tra loro per s dare la potenza americana.

Di fronte alla minaccia di un'aggressione fascista europea in Sudamerica, gli Stati Uniti difesero questi stati e
li convinsero ad entrare in guerra al loro anco. l paesi latino-americani fornirono materie prime e basi militari
ma ciò contribuì a renderli sempre più dipendenti economicamente dagli Usa. Infatti, quando la seconda
guerra mondiale nì, i paesi latino-americani speravano in un aiuto costante da parte degli USA per favorire il
loro sviluppo ma purtroppo, non fu così in quanto preferirono aiutare l’Europa.

Nel 1947 venne redatto il Trattato di Rio (Trattato di assistenza reciproca) che stabiliva che un attacco armato
ad uno stato dell’ America latina, sarebbe stato considerato un attacco contro tutti gli stati americani i quali,
quali si impegnavano a difenderli.

L'anno seguente venne creata creata l'Osa (Organizzazione degli Stati americani) che consentiva agli stati
membri di aderire ad organizzazioni regionali separate costituite allo scopo di risolvere i locali problemi di
sicurezza. Gli Stati Uniti si assicurarono in questo modo l'isolamento dell'America Latina dalle in uenze e
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dalle interferenze politiche esterne. I funzionari americani diedero per scontato che i paesi dell'America Latina
gli avrebbero sostenuti nella lotta contro il comunismo e per questo collaborarono con i regimi autoritari
anticomunisti di Cuba, Nicaragua e Paraguay.

La crescita dei nazionalismi rivoluzionari in America Latina venne attribuita all'in ltrazione e alla sovversione
comunista.

Temendo la creazione di uno stato satellite sovietico in America centrale, l'amministrazione Eisenhower
esercitò forte pressione sul governo del Guatemala perché rimuovesse i presunti comunisti dalle loro cariche.
Dopo che il presidente del Guatemala Arbenz acquistò armi dalla Cecoslovacchia, gli americani temettero
un'estensione comunista in questa zona per rovesciare il governo del Guatemala. L'amministrazione
Eisenhower, per rimediare alla situazione aumentò gli aiuti nanziari a questi paesi. Questo programma venne
potenziato da Kennedy e prese in seguito il nome di "Alleanza per il progresso”: un programma di aiuto
attraverso nanziamenti per la costruzione di case, migliori condizioni di lavoro, terra salute e scuole al ne di
contenere l'avanzata del comunismo in questa regione. Ma i risultati del progetto furono disastrosi in quanto
non fece altro che aumentare la disoccupazione in America Latina.

Per ottenere risultati immediati in questa zona contro il comunismo, i presidenti americani appoggiarono i
movimenti anti-Castristi (contro il governo rivoluzionario di Fidel Castro instauratosi a Cuba nel 1959). Gli
americani erano preoccupati della determinazione di Castro di voler ridurre la dipendenza economica di Cuba
dagli Stati Uniti. Quando Castro nazionalizzò le banche americane e rmò un trattato commerciale con
l'Unione Sovietica, Eisenhower organizzò una operazione segreta per rovesciarlo. Questa operazione culminò
nella spedizione della Baia dei Porci nell'Aprile del 1961 che si concluse con la scon tta americana.

Chruscèv dichiarò che l'Urss non avrebbe abbandonato il popolo americano e Castro replicò a ermando la
propria adesione al marxismo-leninismo e allineando Cuba con le nazioni comuniste.

Gli altri paesi Latino americani temevano però di cadere in mano ai sovietici e appoggiarono gli americani
contro i movimenti rivoluzionari. Solo Messico, Argentina e Uruguay mantennero rapporti diplomatici con
l'unione Sovietica.

Con la cattura di Che Guevara in Bolivia nel 1967 venne reso esplicito il fallimento del tentativo di esportare la
rivoluzione cubana in altri paesi del Sud America. Per evitare un altro episodio simile alla rivoluzione cubana,
quando la Repubblica Dominicana si ribellò al dittatore, Lindon Johnson mandò un esercito per bloccare la
rivoluzione. Questo intervento suscitò però polemiche nel popolo degli Stati Uniti, accusandolo di esagerare
la minaccia comunista e di reagire con forze militari sproporzionate. Nel 1966 nella Repubblica Dominicana si
instaurò un governo loamericano e questo evento venne visto come un successo che compensava la
scon tta della rivoluzione di cuba nella Baia dei Porci.

Gli episodi di Cuba e Santo Domingo evidenziano che le tensioni e i con itti della guerra fredda non ci furono
solo in Europa, Africa e Asia ma anche in America Latina.

CAPITOLO 5 - La distensione

Gli anni 70 furono un periodo in cui il clima di guerra fredda si attenuò: Gli Stati Uniti guidati dal presidente
Richard Nixon non erano più considerati l'unica superpotenza mondiale.

L'Unione Sovietica rivendicò una posizione di parità nucleare con gli Stati Uniti e dopo la guerra del Vietnam
(persa dagli Usa) la coesione sociale e politica all'interno degli Stati Uniti era stata fortemente danneggiata. A
seguito del fallimento della guerra in Vietnam gli Usa capirono di non poter più contenere l'espansione
comunista con le armi. Infatti a tale proposito, Nixon fece capire chiaramente ai suoi alleati in Estremo Oriente
(Giappone, Indocina, ecc.) che non si sarebbe impegnato ad aiutarli con truppe americane nel caso di
un'espansione comunista. Nixon era anzi convinto che il modo migliore per il raggiungimento della sicurezza
nazionale americana e della pace mondiale fosse stabilire rapporti di amicizia e cooperazione con l'Unione
Sovietica. Gli Stati Uniti avrebbero quindi allentato le tensioni con l'Unione Sovietica e i governi Nixon e
Kissinger le proposero incentivi che le permettessero di ottenere un accesso preferenziale al commercio, alla
nanza e alla tecnologia americana. Tali incentivi sarebbero stati ritirati nel caso la risposta sovietica non
sarebbe stata su cientemente pronta.

I tentativi di Nixon di avvicinarsi all'Unione Sovietica allora presieduta da Breznev, furono visti inizialmente
con di denza e questo clima perdurò per tutto il 1970. La spinta più signi cativa della distensione fu fornita
dal cancelliere della Germania Ovest Willy Brandt, il quale non vedeva più l'Unione Sovietica come una
minaccia per i paesi dell'Europa Occidentale e pensava che il miglioramento dei rapporti tra occidente e
blocco comunista avrebbe ridotto il rischio di un con itto nucleare in Europa e arrecato vantaggi reciproci sia
politici che commerciali.

Brandt divenne cancelliere della Germania dell'Ovest nel 1969 e portò avanti la politica dell' "Ostpolitik" che
puntava a normalizzare i rapporti tra Germania occidentale, Unione Sovietica e i paesi dell'est, inclusa la
Germania Orientale. L'Ostpolitik ebbe un grande successo.

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Nell'Agosto del 1970 rmò un trattato in cui a Germania Occidentale e l'Unione Sovietica rinunciavano all'uso
della forza l'una contro l'altra e a ermavano l'inviolabilità" delle esistenti frontiere in Europa orientale. I
negoziati in vista di un trattato per stabilire per la prima volta rapporti diplomatici u ciali tra Germania est e
ovest risultarono più di cili e prolungati.

In ne nel 1972 si arrivò a concordare un "Trattato base" tra le due Germania che prevedeva un aumento degli
scambi commerciali e culturali e da questo momento si aprivano rapporti diplomatici tra i due paesi.

Nel 1973 entrambe le due Germania vennero ammesse all'ONU come membri separati dell'Assemblea
Generale. Il maggior successo della politica dell'Ostpolitik di Brandt fu di normalizzare i rapporti tra Germania
Ovest e i paesi dell'Est Europa (Urss e paesi satelliti).

Questo processo rendeva esplicita l'esistenza di due stati tedeschi separati implicando il riconoscimento
delle frontiere imposte all'Europa centrale e orientale dall' Armata Rossa nel 1945.

Questi riconoscimenti contribuirono alla sicurezza europea e a risolvere il problema della struttura politica
della Germania, in particolare per quanto riguarda Berlino, l'Unione Sovietica garantiva il libero transito via
terra tra Germania Ovest e Berlino Ovest.

L'amministrazione Nixon guardava con di denza l'apertura di Brand all'Unione Sovietica, ma Brandt ribadì la
sua fedeltà alla NATO e la sua salda appartenenza al blocco occidentale.

Già a metà degli anni '60 i paesi satelliti del blocco sovietico furono attraversati da un crescente malcontento
economico tra le popolazioni e ciò portò ad una serie di manifestazioni in Polonia e in Cecoslovacchia. Il
leader sovietico Breznev era determinato a schiacciare con la forza militare qualsiasi tentativo di ribellione al
comunismo nei paesi satelliti (Dottrina Breznev) e mandò i carri armati in Cecoslovacchia.

Rapporti tra Urss e Cina


Sin da metà degli anni 50, l'Unione Sovietica e la Cina avevano cercato di ottenere la leadership del
comunismo mondiale arrivando quindi ad attuare una battaglia ideologica tra loro.

Nel 1969 si veri cò un grave incidente tra soldati sovietici e cinesi con perdite da ambo le parti e per breve
tempo si pro lò la prospettiva di una guerra russo-cinese con la possibilità di un attacco nucleare dell'Unione
Sovietica contro la Cina.

Entrambi i governi tuttavia preferirono ridurre progressivamente le ostilità e nel 1969, iniziarono trattative che
sancirono il mantenimento dei con ni esistenti. I diplomatici americani non svolsero alcun ruolo attivo nel
con itto tra Cina e URSS. Gli Stati Uniti, anzi, non avevano mai riconosciuto formalmente la Repubblica
popolare cinese e continuavano a considerare come legittimo governo cinese quello di Taiwan.

Rapporti tra Usa e Cina


A seguito di colloqui avvenuti a Varsavia tra i diplomatici statunitensi e quelli cinesi, Nixon era predisposto ad
un riavvicinamento tra i due paesi e soprattutto sperava che la Cina avrebbe potuto aiutare gli Stati Uniti a
risolvere la guerra del Vietnam.

Kissinger, sperava che un avvicinamento degli USA alla Cina avrebbe contribuito a contenere la leadership
comunista dell'Unione Sovietica nel mondo. Si delineò quindi la "Diplomazia triangolare" secondo la quale
Cina e URSS avrebbero fatto a gare per intrattenere buoni rapporti con gli USA che fungevano da ago della
bilancia tra le due potenze e ciò avrebbe contribuito secondo Kissinger alla pace nel mondo.

Kissinger nel 1971 andò in Cina e preparò la visita di Nixon, il quale si recò nel paese per normalizzare i
rapporti tra i due governi. Nel 1972 avvenne l'incontro tra Nixon e Mao Zedong e questo incontro fu un
successo in quanto ciò che ne derivò fu un riavvicinamento tra Stati Uniti e Cina che pose e ettivamente ne
alla guerra fredda nell'Estremo Oriente.

La Cina appariva adesso come il paese fondamentale per frenare l'espansione sovietica in Asia. Inoltre, la
visita di Nixon aprì il via a redditizi contatti commerciali e culturali con l'occidente e con il Giappone.

Il miglioramento però dei rapporti sino-americani, spinse l'Unione Sovietica spinse l'URSS a tessere buoni
rapporti con gli USA e quindi venne ssato un summit di incontri tra Nixon e Breznev nel Maggio del 1972.

Il summit di Mosca
Nel corso del Summit di Mosca Nixon e Breznev presenziarono nelle vesti di grandi statisti a cerimonie
teletrasmesse nel corso delle quali rmarono una serie di accordi precedentemente elaborati. Questi accordi
contribuirono ad accelerare il processo di distensione tra le due superpotenze facilitando la loro cooperazione
in una serie di attività commerciali, scienti che e culturali.

Il Trattato per la limitazione delle armi strategiche (Salt I) fu l'accordo più rilevante e consistette nel ssare
limiti per le armi nucleari strategiche.

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Nonostante numerose discussioni sul disarmo, le due superpotenze continuarono a sviluppare arsenali di
armi nucleari sempre più so sticate e distruttive. Gli americani basarono la loro strategia militare su bombe e
missili lanciati da forze terrestri, aerei e navi in grado di colpire vari paesi in tutto il mondo. I sovietici invece,
al ne di colmare il "gap nucleare" e ribaltare la loro condizione di inferiorità strategica nei confronti degli
USA, si concentrarono sulla costruzione di missili molto potenti. Alla ne degli anni 60, l’URSS aveva infatti
ormai raggiunti la parità nucleare con gli USA.

Nonostante ciò l'Unione Sovietica, seguita poi nei primi anni (70 dall'America, cominciò a sviluppare missili
antibalistici (Abm) progettati speci camente per intercettare e distruggere i missili nemici. Benché l'Abm
fosse stato progettato come arma puramente difensiva, dava la possibilità ad uno dei contendenti di vincere
una guerra nucleare lanciando un primo attacco a sorpresa nella consapevolezza che i missili antibalistici
avrebbero contenuto il danno dell'attacco nemico.

Con l'elezione di Nixon nel 1968 vennero ripresi i negoziati sul controllo delle armi: per l'Unione Sovietica
sarebbe stato vantaggioso accettare una limitazione delle armi nucleari mentre si trovavano in una posizione
di inferiorità e cercavano di colmare la distanza dagli Usa. Secondo Nixon invece le due superpotenze
dovevano raggiungere un equilibrio militare per ridurre il rischio di un olocausto nucleare.

L'Accordo rmato al Summit di Mosca nel 1972 chiamato Salt I fu quello più rilevante circa la limitazione delle
armi strategiche. Nonostante l'accordo limitasse il numero di missili americani da utilizzare, gli Stati Uniti
rimasero in una posizione strategico-militare superiore rispetto all'Unione Sovietica: gli USA possedevano
infatti missili più precisi oltre che basi terresti e sottomarini in continua azione di pattuglia intorno al globo che
gli permettevano di attaccare facilmente.

Nell'eventualità di una guerra con gli Usa, l'Unione Sovietica che disponeva di una base prevalentemente
terrestre, avrebbe impiegato i missili a lunga gittata.

In sostanza il Salt I confermò ai rispettivi governi il loro diritto al mantenimento di forze nucleari indipendenti.

La proclamazione pubblica della distensione arrecò inizialmente vantaggi politici tanto a Nixon quanto a
Breznev. Nixon venne visto come un paci catore ed ottenne nelle elezioni una vittoria schiacciante e allo
stesso modo Breznev riuscì a consolidare sempre più il proprio potere.

Ci furono inoltre vantaggi economici-commerciali. La politica dell'Ostpolitik portò a quadruplicare gli scambi
commerciali sovietici con la Germania occidentale ed inoltre lo scioglimento di una barriera agli scambi
russo-americani ebbe come risultato la possibilità per i sovietici di ricevere crediti generosi per nanziare
l'acquisto di importazioni americane. I sovietici avevano infatti un estremo bisogno di grano americano per
rimediare ai cattivi raccolti che avevano causato carestie nei loro paesi e appro ttando dell'accordo, sovietici
acquistarono rapidamente l'intero surplus di grano americano a prezzo scontato.

Gli scambi commerciali con l'Unione Sovietica portarono ad una crescita dell'economia americana.

Per quanto concerne la questione della, sicurezza europea, si tennero varie conferenze a partire dal 1973: a
Vienna si tennero una serie di incontri chiamati Mutual and Balanced Force Reductions (Mbfr) per ridurre le
forze militari convenzionali in Europa centrale e orientale, ma questi colloqui non raggiunsero alcun risultato di
rilievo.

Ben più rilevante fu invece la Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa (Csce) tenutasi ad
Helsinki e al termine della quale nel 1975 vennero rmati gli "Accordi di Helsinki" con i quali, venivano
formalmente riconosciute le frontiere esistenti in Europa orientale e ne veniva impedita la modi ca con l'uso
della forza.

In cambio, i sovietici acconsentirono l’inserimento della clausola “Basket III” in virtù della quale, i paesi
rmatari si impegnavano a rispettare i diritti umani e le libertà politiche.

Anche se la distensione promosse la cooperazione ed allentò le tensioni, le superpotenze rimasero sempre


rivali dal punto di vista ideologico. Breznev continuò infatti a ricordare all'occidente che la rivoluzione, la lotta
di classe e il movimento di liberazione non potessero essere aboliti tramite gli accordi. Kissinger calcolò
invece che l'espansione del comunismo nel mondo potesse essere frenata tramite la politica del linkage: gli
Stati Uniti avrebbero dispensato premi e punizioni nei confronti dell'Urss, considerandosi superiori a loro.
Questa politica contraddiceva il principio basilare della distensione, cioè che i due paesi dovessero essere
considerati uguali. Breznev non riconobbe questa politica e mantenne anzi una posizione di predominio nel
Politbjuro sovietico al contrario di Nixon e Kissinger, il cui prestigio e autorità vennero meno a seguito dello

scandalo politico di Watergate e da critiche circa presunti abusi di potere esecutivo da parte della presidenza
imperiale.

Le di coltà politiche interne all'amministrazione Nixon portarono ad ostacolare i progressi circa il controllo
degli armamenti iniziatisi con il trattato Salt. Questo trattato non aveva mai posto il divieto alle due potenze di
continuare a sviluppare e modernizzare le armi esistenti e, di conseguenza, gli americani proseguirono nello
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sviluppo di nuove armi e anche i sovietici costruirono un potente bombardiere che annullò i limiti numerici
circa il numero di missili da utilizzare posti con l'accordo del 1972.

Quando Nixon visitò Breznev a Mosca nel 1974 si stava quasi per siglare l'accordo circa l'equivalenza dei
numeri di missili consentiti da parte di entrambi i paesi, ma con le dimissioni presidenziali di Nixon nell'agosto
del 1974 ulteriori progressi in questa direzione vennero bloccati.

Il nuovo presidente Gerald Ford, proseguì i colloqui sul controllo delle armi e l’esito fu un nuovo trattato che
avrebbe preso il nome di Salt II e in virtù del quale, i missili o ensivi di USA e URSS non avrebbero dovuto
superare il limite di 2.400. Questo accordo però non limitava il numero di testate nucleari che un missili
poteva portare e i sovietici avrebbero tratto vantaggio da questo fatto.

Ronald Reagan, nella sua campagna per contendere Ford, sottolineò che i termini dell'accordo Salt Il
sarebbero stati di gran lunga vantaggiosi per l'URSS e accese un forte dibattito che costrinse Ford ad
aspettare l'esito delle elezioni presidenziali del 1976 per rati care l'accordo Salt Il da parte del Senato
americano. Pertanto il progresso sul controllo delle armi venne bloccato dalle esigenze della politica
americana.

Le tensioni che portarono ad un inasprimento della distensione tra le due superpotenze, furono messe in luce
dallo scoppio della Guerra dei 6 giorni nel 1967 tra Israele, Egitto, Siria e Giordania. La guerra venne vinta da
Israele, aiutato militarmente dagli USA.

Le superpotenze aiutarono e incoraggiarono attivamente la corsa agli armamenti dei loro rispettivi "stati
clienti" nel Medio Oriente. I sovietici vennero inviati in Egitto per mettere in funzione i loro missili e collaborare
a riorganizzare le forze militari del paese. Anche se l’ Egitto non era un paese comunista, Kissinger lo
considerava una base militare sovietica. Questo fatto era stato sottolineato da un trattato di amicizia-
cooperazione tra Unione Sovietica e Sadat, il nuovo presidente dell'Egitto succeduto a Nasser nel 1971.

Per Israele l'obiettivo primario era garantire la propria sopravvivenza e sicurezza nazionale, mentre Sadat
voleva rendere l'Egitto militarmente forte da riprendere la lotta armata contro Israele e riconquistare i territori
persi nel 1967.

Nel 1973 durante la festa del 6 Ottobre ebraica dello Yom Kippur (capodanno ebraico) Egitto e Siria
attaccarono Israele senza preavviso. Gli israeliani si ritirarono in un primo momento nella penisola del Sinai
ma successivamente passarono ad una contro ensiva scon ggendo i nemici.

Stati Uniti e URSS aiutarono militarmente i rispettivi stati amici, auspicando pero la ne del con itto in
quanto temevano che potesse innescare una guerra su vasta scala in tutta la regione.Tuttavia, Breznev
minacciò di aiutare l’Egitto e a questo punto Nixon inviò la otta americana nel Mediterraneo ponendo ne
alle ostilità. I sovietici fecero marcia indietro e ci fu un intenso lavoro diplomatico che pose ne alla guerra
(Israele, Egitto e Siria acconsentirono alla ne della guerra sotto la sorveglianza dell'Onu).

La ne delle ostilità accrebbe il prestigio degli Stati Uniti in Medio Oriente e Kissinger sfruttò la relazione
speciale americana con Israele e il presidente egiziano Sadat per convincere entrambi alla creazione di una
zona cuscinetto che separasse i rispettivi eserciti nel Sinai. Tuttavia, Kissinger non riuscì a realizzare un
accordo di pace (divenne realta nel 1979) che contemplasse il ritiro delle truppe di Israele dal Sinai e il
riconoscimento da parte dell'Egitto del diritto di Israele di esistere come stato sovrano.

Malgrado ciò tra Israele ed Egitto c'erano stati colloqui di pace.

I progressi verso a distensione vennero frenati da:

- i sovietici entrarono in stretti rapporti con la Siria trasformarla nel loro nuovo stato cliente in sostituzione
all'Egitto, e per questo motivo inviarono crescenti aiuti militari a questo paese. Israele, protetta dagli Stati
Uniti, si senti minacciata dalla Siria e soprattutto dal terrorismo organizzato associato alle attività
dell'organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) il cui scopo era la creazione di uno stato arabo
nella Palestina occupata da Israele.

- In secondo luogo, il successo dell'azione diplomatica di Kissinger venne smorzato dall'azione dei membri
arabi dell'Opec (Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio - tra cui Arabia Saudita, Iran, Iraq e Libia)
che ridussero drasticamente la produzione di petrolio e nel 1973-74 disposero il blocco economico sulle
esportazioni agli Stati Uniti, facendo salire il prezzo del petrolio. Lo "shock petrolifero" che ne derivò,
insieme alla "crisi energetica" portarono ad una recessione a livello mondiale per gran parte degli anni '70.
Inoltre, gli Stati Uniti avevano il sospetto che l'Urss avesse contribuito a persuadere l'Opec a spingere al
rialzo del prezzo del petrolio, contribuendo quindi al venir meno della distensione.

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Ad aumentare le preoccupazioni americane circa la costruzione di altri stati satelliti sovietici e la di usione
globale del comunismo vi fu il sostegno sovietico per la completa indipendenza politica dell'Angola, paese
diventato formalmente indipendente dal Portogallo nel 1975.

I sovietici appoggiarono il Movimento Popolare per la liberazione dell'Angola (Mpla). Il Fronte Nazionale di
liberazione dell'Angola (Fnla) venne sostenuto inizialmente dalla Cina e bene ciò di fondi segreti statunitensi;
il Sudafrica appoggiava invece l'Unione Nazionale per l'indipendenza totale dell'Angola (Unita).

La guerra civile scoppiò nel 1975 e a sostegno del Mpla i sovietici inviarono anche soldati cubani. Nonostante
gli Stati Uniti temessero una possibile espansione sovietica nell'Angola, memori dell'esito fallimentare nella
guerra del Vietnam, non disposero aiuti nanziari all'Fnla, portando alla vittoria del Movimento Popolare per la
liberazione dell'Angola che diede vita alla Repubblica popolare dell'Angola e nel 1976 concluse un trattato
con l'Urss.

Anche in Africa Orientale, l'URSS rmò nel 1974 un trattato con la Somalia che prevedeva aiuti militari e
nanziari oltre che l'addestramento dell'esercito somalo. Gli Stati Uniti invece cercarono di coltivare rapporti
stretti con l'Etiopia, ma questo processo di avvicinamento interruppe nel momento in cui il paese si trasformo
in un regime militare marxista.

La Somalia aveva avanzato in questo periodo delle rivendicazioni di sovranità sull’Ogaden, territorio
controllato dall’Etiopia e al ne di annettersi questo territorio, inviò le sue truppe nell’Ogaden. I sovietici
decisero allora di appoggiare l’Etiopia e gli Stati Uniti rimasero restii nei confronti di un aiuto alla Somalia.
In ne la vittoria dell'Etiopia sulla Somalia venne interpretata come una vittoria diplomatica dell'Unione
Sovietica. Inoltre ad aumentare il senso di umiliazione degli Stati Uniti si aggiunse l'Invasione nello stesso
periodo (1975) del Vietnam del Sud da parte delle truppe nordvietnamite e l'instaurazione di regimi comunisti
in Cambogia e Laos.

La possibile rappaci cazione tra le due potenze venne a mancare soprattutto a causa del poco sostegno
politico da parte dell'opinione pubblica al governo statunitense di Nixon e Kissinger. Ciò fu dovuto al fatto
che Kissinger aveva creato troppe aspettative nel popolo circa rapporti paci ci con l'URSS. Inoltre gli
americani non volevano accettare il concetto di parità il concetto di "parità" tra USA e URSS e continuavano
ad essere convinti che l'URSS volesse essere superiore agli Usa dal punto di vista nucleare e che usasse i
momenti di crisi internazionali per instaurare regimi comunisti nel mondo.

Il Congresso americano inasprì le relazioni tra Usa e Urss attraverso l'istituzione dell'emendamento Jackson-
Vanik nel 1974 il quale stabiliva che l'Urss dovesse dare agli ebrei il permesso di emigrare dal paese.

Nel 1974 Gerard Ford vicepresidente degli Usa subentra a Nixon costretto a dimettersi a seguito dello
scandalo Watergate (Nixon era diventato presidente spiando i concorrenti). L'insoddisfazione degli americani
nei confronti dell'amministrazione di Nixon che non era riuscita a portare avanti una vera distensione
condusse in parte alla vittoria di Jimmy Carter su Ford nelle elezioni del 1976.

Carter si pose come obiettivo cambiamenti radicali quali: la ne della guerra fredda, un equilibrio
dell'economia internazionale, occuparsi dei problemi del terzo mondo e soprattutto il rispetto dei diritti umani
nei diversi paesi.

Carter voleva portare profonde modi che all'accordo progettato da Ford e Breznev a Vladivostok nel 1974
(Salt II) per limitare le armi nucleari. Carter voleva infatti portare ad una quasi eliminazione delle armi nucleari,
ma i sovietici non accettarono questa proposta pensando che avrebbe stravolto l'equilibrio nucleare. Il
risultato fu una situazione di stallo ed entrambi i paesi continuarono a potenziare le loro armi nucleari.

In ne nel 1979 al Summit di Vienna venne rmato il trattato Salt Il tra Carter e Breznev valido no al 1985 per
la limitazione delle armi nucleari. (concedeva parità numerica di missili ). Era solo un compromesso che
ometteva deliberatamente determinate armi e poneva restrizioni minime alla ricerca e agli sviluppi futuri di
armi nucleari.

Ci furono oppositori negli Stati Uniti a questo trattato, considerato troppo favorevole all'URSS. Per questo
motivo, per mettere a tacere queste critiche, potenziò la spesa per la difesa. Inoltre Carter ra orzò la Nato e
consenti l'installazione di missili in Europa Occidentale, in seguito all'installazione di missili sovietici puntati
verso questo territorio. (situati nei paesi satelliti dell'Urss)

I rapporti tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica si inasprirono in quanto l'amministrazione Carter instaurò
rapporti più stretti con la Cina, con la quale era deciso a schierarsi per acquisire un vantaggio geopolitico
sull'Urss. A seguito di ciò gli Stati Uniti e la Repubblica Popolare Cinese stabilirono formali rapporti
diplomatici nel 1979.

Anche se i sovietici erano allarmati dal riavvicinamento tra Usa e Cina, la crisi più acuta tra le superpotenze
avvenne in seguito agli eventi in Iran e in Afghanistan.

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L'accesso alle risorse petrolifere del Medio Oriente era diventato di vitale importanza per gli Stati Uniti e per
questo motivo durante gli anni '70 avevano cercato di creare rapporti speciali con il sovrano dell'Iran, Reza
Palavi. La società iraniana era però lacerata da divisioni interne: lo scià aveva cercato di portare avanti
riforme di stampo occidentale (in uenzato dagli Usa) ma ciò era stato denunciato dai fondamentalisti islamici,
in quanto le nuove riforme andavano contro la cultura del paese.

Il leader dei fondamentalisti islamici, 'ayatollah Khomeini che viveva in esilio a Parigi aveva un grande odio
per gli Stati Uniti. Nel 1979 lo scià venne rovesciato e Khomeini instaurò una Repubblica Islamica
antiamericana e antioccidentale che rappresentò una minaccia all'in uenza occidentale in tutto il Medio
Oriente.

La crisi tra Stati Uniti e Iran culminò nell'occupazione dell'ambasciata americana a Teheran da parte di
studenti iraniani nel e la cattura di 69 ostaggi americani. L'Iran fu il maggior insuccesso della politica estera
dell'amministrazione Carter.

Nel Dicembre del 1979 l'Unione Sovietica invase l'Afghanistan, paese con nante a Nord con l'Iran e con cui
condivideva un vasto territorio di frontiera. L'Intervento fu provocato dai timori di una possibile caduta del
governo losovietico dell'Afghanistan, ma la forte resistenza nazionalista afgana portò enormi costi umani e
nanziari ai sovietici. Nel 1980 l'ONU condannò l'aggressione dell'Afghanistan da parte dell'Unione

Sovietica.

Nel 1980 l'amministrazione Carter prese delle misure contro l'Unione Sovietica che bloccarono il processo di
distensione, ad es il ritiro del trattato Salt Il dal Senato e l'imposizione di un embargo sulle esportazioni
agricole americane in Unione Sovietica. Gli americani volevano da sempre mantenere la propria sfera di
in uenza nel golfo Persico per mantenere il controllo sullo sfruttamento e sulle vie del petrolio e temevano di
essere sostituiti in questa zona dall'Unione Sovietica; per questo l'amministrazione Carter portò avanti una
politica di ritorsioni verso l'Urss che gli permetteva di guadagnare voti alle elezioni del 1980. Questo processo
non gli permise di guadagnare voti e perse le elezioni a vantaggio di Ronald Reagan, eletto presidente nel
1980.

I dissidi a proposito dell' Afghanistan, dell'Iran e del Medio Oriente (Siria, Egitto, Israele) misero in luce i limiti
del processo di distensione e annunciarono un secondo periodo di forte tensione.

CAPITOLO 6 - La ne della guerra fredda

Durante la prima metà degli anni 80 Ronald Reagan fu la gura dominante nella politica della guerra fredda.
Egli nutriva una forte di denza nei confronti del marxismo-leninismo e considerava i sovietici degli
spregiudicati che non si facevano scrupoli ad ingannare e commettere crimini. Per questo motivo ri utò la
politica di distensione e intraprese una politica di ra orzamento della potenza militare americana.

Il discorso al Parlamento britannico del 1982 tenuto da Ronald Reagan sulla libertà quale diritto universale
inalienabile di tutti gli esseri umani divenne noto come Dottrina Reagan. Questa teoria si contrapponeva alla
Dottrina Breznev che vedeva come processo irreversibile l’instaurazione di un regime comunista nel mondo.

Al ne di promuovere il diritto alla libertà di tutti i paesi, soprattutto quelli attaccati dall'Unione Sovietica,
l'America fornì denaro e materiale bellico (elargiti segretamente dalla Cia) agli oppositori sovietici in
Afghanistan, in Angola, Etiopia e Cambogia.

Più palese fu la strategia adottata in America centrale. Gli USA temevano che il comunismo si sarebbe
dilagato in tutta la regione e per questo prestarono assistenza nanziaria e militare al governo democratico di
El Salvador per reprimere l’insurrezione comunista. In Nicaragua invece, per rovesciare il governo del paese
attraverso pressione economica esterna e disordine civile interno, l'amministrazione Reagan predispose
l'organizzazione e il nanziamento di un esercito di guerriglieri operanti in basi vicine al continente
(soprannominati "contras"). Il Congresso americano temeva però il ripetersi degli eventi accaduti in Vietnam e
per questo fece escludere l'uso di truppe americane dall'operazione e ridusse gli aiuti nanziari. Ciò spinse
Reagan ad agire illegalmente per nanziare i contras (dirottando denaro proveniente da vendita segreta di
armi all'Iran).

Questa azione portò al noto "scandalo Iran-Contras" rivelato pubblicamente nel 1986 mentre i sandinisti
rimasero al potere no al 1990 (governo opposto ai contras che volevano terminarlo).

Nel 1983 vi fu il primo intervento militare americano in America Latina dopo il 1965 nell'isola caraibica di

Grenada. Questa volta gli americani, che temevano l'instaurazione di una colonia sovietico-cubana nell'isola,
riuscirono a fermare una potenziale crisi di ostaggi con il sequestro di studenti americani residenti a Grenada.

La campagna presidenziale di Reagan (1980) si basava sulla restaurazione del prestigio internazionale
dell'America al ne di negoziare con l'Urss solo a partire da una posizione di forza. Reagan non cercava più la
parità nucleare con i sovietici, ma la superiorità su di loro e a tale scopo raddoppiò la spesa per il riarmo. Il
più ambizioso programma di armamento era l'SDI (Iniziativa di difesa strategica) che prevedeva l'installazione
di uno scudo protettivo armato nello spazio per difendere gli Stati Uniti da un attacco missilistico.

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L'esito di questo progetto avrebbe consentito, secondo Reagan, di intercettare e distruggere i missili balistici
strategici sovietici prima che raggiungessero il suolo americano e dei suoi alleati, assicurando così un'
assoluta sicurezza.

Con questo progetto Reagan non intendeva scatenare una guerra contro l'Urss e a dimostrazione di ciò
sorprese alleati e avversari accettando di rispettare i limiti sulle armi strategiche contenuti nel trattato Salt Il.

Nel 1981, si aprirono i negoziati a Ginevra per l’installazione in Europa di missili a medio raggio sia sovietici
che americani.

Durante la conferenza, gli americani proposero la strategia “opzione zero” in funzione della quale, i sovietici
avrebbero smantellato i loro missili mentre gli USA avrebbero cancellato la collocazione di questi.

Il ministro degli Esteri Sovietico Gromyko però ri utò in quanto questa proposta venne da lui considerata
come una proposta di "disarmo unilaterale".

Il ra orzamento militare proposto da Reagan subì forti critiche da parte dell'opinione pubblica europea che
portò a dimostrazioni pubbliche a favore della pace mondiale e della ne dell'uso di tutte le armi nucleari.

Nel 1982 Reagan propose di riprendere i colloqui sulle armi strategiche cambiando il nome da Trattative per
la limitazione delle armi strategiche (Salt) a Trattative per la riduzione delle armi strategiche (Start), ma questa
proposta venne vista dai sovietici come una tattica americana per procurarsi vantaggio strategico. Senza
speci care il tipo di arma strategica da ridurre i sovietici sarebbero stati comunque in svantaggio rispetto agli
americani. I colloqui Start vennero infatti sospesi nel 1983.

Alla ne, gli Inf americani vennero installati nel 1983, e ciò allarmò i sovietici circa un attacco al loro paese. In
questo periodo, la morte di Breznev aveva causato uno stato di stallo nel governo sovietico e il potere era
rimasto per un breve periodo nelle mani dei segretari Andropov e Cernenko. La morte di quest’ultimo nel
1985 e l’ascesa di Gorbachev segnarono la ne del governo oligarchico di stampo patriarcale sovietico.

Gorbachev venne eletto segretario generale a 54 anni, età considerata relativamente giovane rispetto alla

precedente generazione di politici sovietici. Egli inaugurò infatti una generazione più giovane di gure
politiche sovietiche nominando Shevardnadze a ministro degli Esteri al posto di Gromyko, diventato ormai la
personi cazione della guerra fredda.

Gorbachev annunciò l'intenzione di trasformare l'Unione Sovietica puntando sulla trasparenza politica
(glasnot) e sulla ristrutturazione economica perestroika.

Il successo di queste riforme interne dipendeva dalla volontà di ridurre il rischio di guerra con le altre potenze,
cercando di non investire in maniera sproporzionata nel campo militare. Per fare ciò era fondamentale
migliorare i rapporti con l'occidente e in particolare con gli USA. Gorbachev cercò di far capire che l'Unione
Sovietica voleva essere un partner e non un avversario e introdusse una nuovo modo di intendere i rapporti
internazionali per ridurre tensioni politiche e concorrenza militare.

Nel 1984 egli aveva convinto il primo ministro britannico Margaret Thatcher di essere l'uomo giusto con cui
l'occidente poteva trattare di a ari. Reagan era favorevole ad un accordo con l'Unione Sovietica che avrebbe
portato a sostanziali riduzioni delle armi nucleari. Questa iniziativa avrebbe anche consentito di ridurre
l'enorme de cit del bilancio americano derivato dalla sua politica di aumento delle spese militari e
contemporanea riduzione delle tasse federali.

Il Summit di Ginevra del novembre del 1985 segnò l'inizio di un rapporto personale di amicizia tra Reagan e
Gorbachev. Gorbachev si mostrò ostile nei confronti del programma dell’SDI e nell'incontro massima
considerazione venne dedicata alla questione della riduzione delle armi nucleari anche se non si raggiunse
nessun accordo.

Nel 1986, si propose di eliminare tutte le armi nucleari entro la ne del secolo. Gorbachev si mostrò a favore
mentre Regan si oppose.

Sempre nello stesso anno, i due leader si incontrarono poi in Islanda, a Reykjavik e durante questo incontro
Gorbachev cercò di convincere Reagan ad accettare la riduzione degli armamenti. Si trattava di una variante
dell’opzione zero che prevedeva il fatto che le due potenze avrebbero dimezzato i missili strategici nei cinque
anni successivi mentre quelli nucleari nei 10 anni successivi. Nuovamente Reagan ri utò di porre ne al
programma dell’SDI.

In ne, i due leader si incontrarono nel 1987 a Washington e durante questa conferenza Gorbachev e Reagan
rmarono l’accordo del cosiddetto doppio zero globale il quale prevedeva che Gorbachev avrebbe
smantellato le armi in Europa e in Estremo Oriente mentre Reagan avrebbe smantellato le armi in Nord
America. Questo accordo venne presentato da Reagan agli americani come un vero e proprio successo in
quanto i sovietici avrebbero dovuto smantellare gli armamenti in due zone mentre gli americani solo in
un’unica zona.

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Successivamente Gorbachev si mostrò favorevole nel porre de nitivamente ne alla guerra in Afghanistan, a
ritirare le truppe in Etiopia, Angola e Cuba. Proprio per questo, nel 1990, ricevette il Premio Nobel per la pace
e venne nominato come uomo dell’anno.

A cavallo tra il 1989 ed il 1990, l’impero sovietico cominiciò a mostrare i primi segni del proprio declino no a
che nel Dicembre del 1991 l’URSS cessò di esistere de nitivamente. Tutto questo in quanto la Perestrojka di
Gorbachev, nei paesi satelliti dell’URSS, non fece altro che portare alla disgregazione del comunismo e
all’instaurazione di governi anticomunisti e antisovietici.

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