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La seconda guerra mondiale costò all'umanità un prezzo ancora più alto della precedente.
Nell'intento di evitare un nuovo con itto, la comunità internazionale volle ride nire gli assetti
politici mondiali con la creazione di un organismo sovranazionale che riuscisse a controllare il
tutto. Infatti i tra il 25 aprile il 26 giugno 1945 fu indetta una conferenza internazionale a San
Francisco che si impegnò a redigere lo statuto dell'organizzazione delle Nazioni Unite, noto anche
come l’ONU. Era costituita da ben 51 paesi con l'obiettivo di salvaguardare le future generazioni
dalla guerra e risolvere ogni controversia tra Stati in maniera paci ca. Attualmente tutti gli Stati del
mondo fanno parte dell'organizzazione, ad eccezione di pochi paesi. Lo statuto prevedeva la
democrazia, la libertà, la giustizia sociale, la liberazione nazionale. Le premesse necessarie per
perseguire l’obiettivo erano il dialogo e la crescita sociale ed economica dei popoli che avrebbero
allontanato lo spettro del ricorso alle armi. Gli scopi dell'ONU furono ra orzati dalla dichiarazione
universale dei diritti dell'uomo, del 1948. Gli organi principali erano e lo sono tuttora:
1. l’assemblea generale,
2. il consiglio di sicurezza composto da ben cinque membri.
A nché il consiglio di sicurezza possa deliberare è necessario l'unaminità dei membri permanenti:
il diritto di Veto è un'arma potente nelle mani dei rappresentanti di questi paesi. É proprio in
questo vincolo che si può rintracciare il maggior punto di debolezza dell’uomo. Molte volte, le
Nazioni Unite non hanno potuto prendere decisioni importanti a causa dell'opposizione dell'una o
dell'altra grande potenza. In questo l'ONU ha so erto gli stessi problemi della vecchia società
delle nazioni, rispetto alla quale ha un'arma in più: è dotato infatti di un proprio esercito,
composto da truppe messe a disposizione da paesi membri per intervenire e sedare eventuali
con itti. Un'altra importante conseguenza del secondo con itto fu la perdita de nitiva
dell'egemonia politica ed economica dell'Europa, il cui ruolo fu assunto dagli Stati Uniti e
dall'unione sovietica. L'Europa, aveva subito un colpo terribile: milioni di vittime ed il sistema
economico fu fortemente colpito, tanto è vero che molte infrastrutture e trasporti andarono
distrutti e abbandonati. Interi centri urbani furono ridotti in macerie, aumentarono la fame, la
disoccupazione e l’in azione. Fiumane di profughi si spostavano da un paese all'altro in seguito ai
mutamenti territoriali. Negli imperi coloniali inglesi e francesi cresceva il nazionalismo
indipendentista. Proseguendo nel declino già avviato dopo la grande guerra, l'Europa accrebbe la
propria dipendenza dalle potenze esterne. USA e Urss divennero le due nuove guide della politica
mondiale e due nuovi protagonisti della scena internazionale, tanto da essere chiamati
superpotenze. La loro prevalenza dipendeva da alcuni fattori: innanzitutto avevano un vasto e
moderno apparato militare, erano le maggiori potenze industriali a livello mondiale, godevano di
prestigio internazionale, incarnavano sistemi ideologici diversi e in competizione tra loro: gli Stati
Uniti incarnavano il capitalismo e la libera impresa, quindi la democrazia; l'unione sovietica invece
rappresentava il comunismo e quindi la piani cazione economica, l'uguaglianza e la giustizia
sociale. Nel luglio 44 gli Stati Uniti organizzarono una conferenza del New Hampshire, a Bretton
Woods, riunendo i delegati di 44 paesi per trovare un'intesa economica e nanziaria che evitasse
nuovi con itti, sulla base dell'adozione di politiche protezionistiche, la svalutazione della moneta
nazionale, e le guerre commerciali. La soluzione scelta dalla conferenza fu quella di introdurre
nuove regole per stabilire i cambi e favorire l'aiuto tra Stati, la libera circolazione di merci e
capitali. L'unica valuta convertibile fu il dollaro in oro e quindi ci fu un netto cambio della moneta
di riferimento internazionale per gli scambi. Per evitare squilibri di bilancio e aiutare le zone più
povere del pianeta si procedette per tappe attraverso:
1.l’istituzione del fondo monetario nazionale,
2. la creazione della Banca mondiale per la ricostruzione e lo sviluppo,
3. l'accordo sulle tari e e il commercio, con lo scopo di favorire la liberalizzazione dei tra ci
mondiali.
Il sistema di Bretton Woods era basato sul capitalismo e sul libero scambio, pertanto non si
adattava all'unione sovietica e ai paesi sotto la sua in uenza. Era sempre più evidente l'attrito tra
Washington e Mosca. Dopo il 45, nella sistemazione territoriale dell'Europa, erano prevalsi
interessi delle potenze vincitrici, anche a discapito del diritto dei popoli di scegliere la forma di
governo. In questo modo si incrinò la situazione tra democrazia e comunismo già animata durante
la guerra. Crebbero le incomprensioni e la di denza reciproca subita durante la seconda guerra
mondiale, era ormai riemersa tra il sistema ideologico americano e quello sovietico.
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TRA DESIDERIO DI PACE E PREDOMINIO DELLE
SUPERPOTENZE
Ad allontanare le due superpotenze contribuì più di ogni altra cosa la politica violenta e illiberale
dei sovietici nei Paesi dell’Europa orientale sottoposti al controllo dell’armata rossa: qui i governi
di coalizione formatisi alla resa del nazismo furono sostituiti da esecutivi comunisti. Con un colpo
di stato gli uomini fedeli di Stalin nel febbraio del 1948 si impadronirono del potere in Polonia,
Ungheria, Romania, Bulgaria e in Cecoslovacchia. Stalin motivava la sua politica con l’esigenza di
dover creare una rete di difesa che ponesse l’Unione Sovietica al riparo dal rischio di una nuova
invasione da parte del centro Europa. Mentre gli Stati Uniti e i suoi alleati credevano che la politica
di Stalin fosse un disegno egemonico.
Già nel marzo del 1946, in un celebre discorso tenuto a Fulton, l’ex premier brittanico Wiston
Churchill aveva denunciato l’espansionismo dell’Urss nell’Europa orientale. Disse che il cuore del
Vecchio Continente era attraversato da “una cortina di ferro” che lo divideva in due, da Stettino a
Trieste. Questa barriera separava due blocchi contrapposti di Stati, dando luogo a un bipolarismo
europeo:
• Le democrazie legate agli Usa a ovest;
• I regimi comunisti di matrice sovietica a est.
Churchill inoltre, a ermò che l’espansionismo di Mosca andava combattuto se si voleva salvare
almeno una parte dell’Europa dallo stalinismo.
I contrasti tra i due blocchi politici risultarono evidenti soprattutto in due questioni geopolitiche: il
caso della Turchia e la Guerra civile greca. Nel 1946 per ottenere alcune basi sullo stretto dei
Dardanelli, l’Urss iniziò una pressione diplomatica sulla Turchia e in risposta gli Usa inviarono
alcune navi militari a sostegno della Turchia, che optò per la collaborazione politico-militare con gli
Stati Uniti e l’Occidente. In Grecia dopo la liberazione del nazifascismo era nato un governo
loccidentale ed era poi scoppiata una rivoluzione comunista, sostenuta dalla Jugoslavia di Tito e
contrastata dagli inglesi. Lo scontro fratricida che ne derivò si chiuse nel 1949, con la scon tta
delle sinistre e il ritorno della monarchia e di un esecutivo democratico ad Atene. Il presidente
Truman chiese al consiglio di autorizzare supporto militare e nanziario alla Turchia e alla Grecia
con un discorso nel 1947, in cui a ermò l’impegno degli Usa nella difesa di tutti i popoli la cui
democrazia e libertà fossero a rischio da pressioni esterne. Nel discorso fu espressa la “dottrina
Truman”, secondo cui Washinton non avrebbe tollerato il passaggio di un Paese democratico al
comunismo. La dottrina di Truman, de nita come “politica del contenimento” perché orientata a
contrastare il pericolo comunista, ebbe subito e etti nella politica interna di molti Stati, come ad
esempio in Europa occidentale, i partiti comunisti che avevano dato un contributo al ritorno della
democrazia e della libertà furono cacciati dai governi dei paesi alleati con gli Usa, e inoltre
accadde anche in Italia e Francia. Il messaggio di Truman produsse la de nitiva rottura della
solidarietà tra gli alleati per la guerra contro il nazismo e diede il via alla “Guerra fredda” tra le due
superpotenze. Uno scontro per l’egemonia, visto in termini ideologici come lo scontro tra il mondo
della libertà e il mondo del socialismo reale. Questa frattura sarebbe durata per quattro decenni,
no alla ne degli anni Ottanta. Fortunatamente la guerra rimase “fredda”, ovvero, combattuta
principalmente con la propaganda, senza mai un con itto aperto tra Usa e Urss.
IL DURO CONFRONTO TRA EST E OVEST
L’inizio della guerra coincise con l’avvio di un grande piano di aiuti economici statunitensi
all’Europa: il piano Marshall, cosi chiamato dal suo ideatore, il generale George C. Marshall.
L’obiettivo di tale piano era:
• Sostenere il rilancio dell’apparato produttivo dei paesi appena usciti dalla guerra;
• Favorire il processo di democratizzazione della società e della politica grazie alla ripresa del
libero commercio e dei guadagni;
• Evitare il rischio del ritorno alla povertà;
• Ampliare il mercato degli Usa.
Gli aiuti furono concessi per principio a tutti gli stati del Vecchio Continente e per no all’Urss. I
popoli di quelle regioni avevano bisogno di aiuto, ma Stalin ri utò, quindi gli aiuti andarono solo ai
Paesi dell’Europa occidentale con il nome di “European recovery progam”. La gestione completa
del piano Marshall passava attraverso un organismo del governo statunitense, l’Eca ( Economic
cooperation administration) che eseguiva da Washington le richiese dei paesi europei formulate
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tramite un’associazione, l’Oece ( Organizzazione europea per la cooperazione economica) con
sede a Parigi. Ciò nì per stabilire una dipendenza dell’Europa dagli Stati Uniti, che fu chiara
quando l’Oece si trasformo in Ocse, ovvero l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo
economico e ha come scopo la promozione a livello globale di politiche che migliorano il
benessere economico e sociale dei cittadini. Gli aiuti del piano Marshall ebbero diversi e etti:
• Ruolo fondamentale nel rilancio dell’economia europea;
• Funzionarono come il presupposto per giungere alla rati ca dell’alleanza difensiva del patto
Atlantico;
• Ra orzarono negli europei l’idea della bontà del mondo capitalistico;
• Alimentarono la paura del comunismo;
• Favorirono lo sviluppo tecnico-scienti co dell’Occidente.
Stalin al piano Marshall rispose nel 1949 con la creazione in Europa orientale del Comecon, che
doveva avviare l’integrazione dei sistemi economici dei paesi comunisti, dapprima Urss, Bulgaria,
Ungheria, Polonia, Romania e Cecoslovacchia, ma poi anche in latri paesi comunisti come il
Vietnam, Cuba e Mongolia. Il Comecon sviluppò la circolazione dei tra ci nell’Est europeo,
sempre però facendo prevalere i bisogni e gli interessi dell’Urss, non molto diversamente da
quanto aveva fatto il piano Mashall. Un altro strumento utile della politica internazionale sovietica
per coordinare l’azione dei partiti comunisti stranieri fu il Kominform, u cio di informazione dei
partiti comunisti e laburisti, che sostituì il Komintern, e aveva come scopi:
• Di ondere le tesi propagandate dal governo sovietico;
• Istruire e guidare i partiti comunisti europei per accrescere i propri consensi tra le popolazioni.
Il Kominform ebbe rapporti profondi anche con i partiti comun isti dell’Ovest. Per buona parte
della Guerra fredda il partita comunista occidentale si trovò la via d’ingresso elettorale agli
esecutivi sbarrata, proprio perché l’opinione pubblica democratica guardava con sospetto il loro
legame con il Kominform. La questione della Germania era la più spinosa tra quelle apertesi alla
ne della guerra. Circa un mese prima dell’enunciazione della “dottrina Truman”, erano stati
rmati a Parigi i trattati di pace tra i vincitori e i Paesi ex alleati del nazismo (Finlandia, Romania,
Ungheria, Bulgaria), ma nessun accordo venne trovato per la Germania. Il paese, diviso in quattro
zone d’occupazione, fu oggetto di una conferenza che si tenne a Mosca tra il marzo e l’aprile del
1947 tra i ministri degli Esteri dei governi occupanti, ma non si trovò un’intesa. Anzi la divisione
del paese era segno di frattura che andava allontanando gli alleati occidentali dall’Urss. Centro
della crisi che fece temere lo scoppio di una guerra tra superpotenze fu Berlino. Infatti Stalin istituì
un blocco delle vie d’accesso terrestri alla parte occidentale della città, con lo scopo di a amare
le truppe d’occupazione e la popolazione civile, costringendo gli americani, francesi e inglesi ad
abbandonare l’ex capitale del Reich. Gli Stati Uniti risposero con un ponte aereo e Stalin solo
dopo essersi accorto di non riuscire a piegare i nemici, ordinò d’interrompere il blocco. Dal 1949 e
per circa quarant’anni la Germania fu divisa in due, la Germania Ovest, o Repubblica federale
tedesca (Rft) che ebbe come capitale Bonn e fu retta da un governo democratico e parlamentare,
basando il proprio commercio sul capitalismo e il libero mercato, l’altra parte era la Germania Est
o Repubblica democratica tedesca (Rdt) con capitale Pankow, fu retta da un regime comunista e
basò la sua economia su piani cazione e centralizzazione. La vecchia metropoli imperiale divisa in
due, Berlino Ovest e Berlino Est, avrebbe caratterizzato per molto tempo la geopolitica
dell’Europa come cuore della contrapposizione tra capitalismo e comunismo.