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soprattutto all’esclusione di donne e neri dalla vita politica e al frequente abuso dei poteri
presidenziali da parte dello stesso Jackson
La guerra civile americana:
Facendo un’analogia forzata, potremmo dire che anche gli Stati Uniti, come l’Italia neonata,
sono segnati al loro interno da una profonda spaccatura tra Nord e Sud. Tra i diversi Stati
esiste, infatti, una radicale di erenza legata alla vita sociale e al modello economico
- Stati del Sud: a prevalenza rurale, con bassa densità demogra ca. Il controllo della vita
politica è una mano alle famiglie di piantatori, grazie al loro grande peso economico legato al
lavoro schiavile dei neri. Ostili ad un ra orzamento del potere centrale, puntavano sul libero
mercato e l’indipendenza dei singoli Stati per poter reperire materie prime a buon mercato
- Stati del Nord: a carattere industriale, centro delle maggiori città. Nell’ottica di
promuovere la modernizzazione industriale e proteggerla dalla concorrenza esterna, il Nord
predilige un forte potere federale che sappia attuare una politica economica di tipo
protezionista
I simboli della Guerra civile americana sono senza dubbio la schiavitù dei neri e Abraham
Lincoln, che da Presidente riorganizza il partito repubblicano orientandolo in senso
abolizionista. Gli Stati del Nord avevano abolito la schiavitù già da tempo, mentre al Sud era
non soltanto un importante base della vita economica, ma un elemento organico della società
stessa, la cui abolizione avrebbe rotto equilibri solidi. È per questo che nel 1860, con l’elezione
di Lincoln, undici Stati meridionali, guidati dalla Carolina del Sud, dichiarano sciolto il vincolo
che li legava agli Stati Uniti, e nel 1861 danno vita ad una Confederazione con capitale a
Richmond e Je erson Davis come presidente. La rivendicazione è chiara: gli stati secessionisti
invocano l’autonomia dei singoli Stati membri, sull’esempio Je ersoniano, in opposizione ai
principi della Costituzione federale, sposati dai Nordisti, di ra orzamento del potere federale
La Guerra civile occupa i cinque anni dal 1861 al 1865 e porta ad una grande perdita di vite
umane (630000 vittime): si tratta di un con itto che coinvolge militari e civili e che per la
prima volta impiega le ultime innovazioni tecnologiche a scopo bellico (cannoni a lunga gittata
e mitragliatrici). Il Nord, maggiormente abitato e più moderno a livello industriale, va incontro
alla vittoria, seppure non immediatamente, poiché il Sud aveva potuto contare su validi
condottieri
La vittoria del Nord si traduce in
- Vittoria dei poteri federali della Costituzione del 1789
- Vittoria degli interessi industriali borghesi sugli interessi degli aristocratici proprietari
terrieri del Sud
- Vittoria degli ideali antischiavisti, da cui derivano i tre emendamenti della
Costituzione al riguardo (Tredicesimo, Quattordicesimo, Quindicesimo)
- Abolizione della schiavitù
- Uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge
- Diritto di voto a tutti (i maschi, per le donne si deve attendere il 26 agosto 1920)
- Ra orzamento del potere presidenziale
- Ordini esecutivi
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L’uguaglianza ssata negli emendamenti non si traduce, però, in un’uguaglianza di fatto: le élite
bianche del Sud riprendono il controllo della regione, favorite anche dall’organizzazione del
Ku Klux Klan, un tentativo di resistenza all’integrazione degli afroamericani, vissuta come
un’imposizione da parte del Nord vincitore
- I neri non hanno alternative lavorative alla schiavitù, per cui vivono spesso in miseria
- Si di onde il fenomeno della po tax, per cui il voto viene consentito solo dietro pagamento
di una tassa
- Le corti, dominate da giudici bianchi, continuano a consentire la discriminazione razziale
- I neri vivono la segregazione in ogni contesto sociale: mezzi pubblici, scuole, locali
“L’altro lato” degli Stati Uniti:
Se da una parte la conquista del selvaggio West si lega all’esaltazione delle libertà individuali e
dei valori moderni della neonata Costituzione, è pur vero che questa colonizzazione è
sinonimo di sterminio e deportazione
Le terre “selvagge” non sono infatti disabitate: le tribù di nativi vengono sistematicamente
sterminate e recluse nelle riserve. Signi cativo è l’episodio presso il ume Sand Creek, nel
1864: vengono massacrati 150 membri di una tribù Cheyenne, principalmente donne e bambini.
I superstiti delle diverse tribù vengono invitati nelle riserve tramite una commissione di pace,
ma non tutti si arrendono: nel 1876 si ha la battaglia di Little Big Horn, dove i Sioux, guidati
da Cavallo Pazzo e Toro Seduto massacrano l’intero reggimento del colonnello Custer
In seguito, naturalmente, l’esercito stermina le tribù ribelli, con il risultato di una quasi
completa estinzione delle tribù indigene, salvo qualche sopravvissuto nelle riserve
La cultura generale del tempo accetta sostanzialmente questa violenza, poiché le tribù indigene
sono perlopiù viste come un ostacolo al progresso e alla legittima espansione americana,
accompagnata all’esportazione di quei valori di libertà, individualismo e democrazia. Tutti
valori che ritroveremo nell’Imperialismo europeo
L a f i n e d e l l ’ O t t o c e n t o : re l a z i o n i i n t e r n a z i o n a l i e
Imperialismo
Quello che abbiamo detto per lo Spirito americano, nella conquista del selvaggio West a
discapito delle tribù indigene, vale analogamente per l’Europa nell’età dell’Imperialismo: il
fenomeno è infatti sorretto dalla convinzione della superiorità della “razza bianca” e della sua
missione civilizzatrice dei popoli africani e asiatici. L’Europa si proietta, sul modello Inglese,
fuori dai propri con ni, andando a modi care gli equilibri mondiali: fuori dal vecchio
continente sono in ascesa la potenza statunitense e quella giapponese, per cui si iniziano a
intravedere le premesse di con itti nel futuro prossimo, che non saranno più civili o europei,
ma mondiali
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Il colonialismo britannico:
Regina indiscussa del mondo dalla ne del ‘700 no a quasi tutto l’800: tra le sue colonie si
annoverano gli Stati Uniti, precedentemente, il Canada, l’Oceania, l’India. Prima ancora della
competizione coloniale che caratterizza la ne del secolo, la Gran Bretagna ha saputo
conquistare economicamente e militarmente quasi tutto il mondo. Fondamentale in questo
senso fu l’attività dei missionari protestanti e cattolici, che con la loro opera seppero entrare
capillarmente nel profondo dei contenenti africano e asiatico, talvolta migliorando le
condizioni preesistenti con scuole e ospedali, ma spesso senza cura delle culture tradizionali,
che venivano spesso sradicate
La madrepatria è mossa principalmente dalla volontà di di ondere i principi del proprio
modello liberale, tuttavia le colonie britanniche sono segnate da esperienze molto diverse tra
loro
- Al Canada, nel 1867, viene assegnato lo statuto di dominion, per cui acquisisce il carattere di
una colonia con autogoverno, con parlamento autonomo, quindi diventa una comunità
indipendente inserita all’interno della rete dell’Impero britannico
- L’Oceania subisce e etti catastro ci dalla presenza europea, in quanto vengono importate
nuove malattie che sterminano la popolazione locale di aborigeni australiani (da 300000 a
30000). I superstiti vengono sistematicamente asserviti al dominio britannico
- L’India risulta sotto il domino britannico già a partire dal Settecento, grazie al controllo
della Compagnia delle Indie orientali, che agiva come emanazione diretta della Corona.
L’India costituisce un’importante fonte di materie prime per la Gran Bretagna (tè, cotone) e
un importante bacino di esportazione (la popolazione è in crescita costante). Lo
sfruttamento economico da parte della Gran Bretagna riduce in miseria il mercato interno
indiano, scatenando rivolte che porteranno alla soppressione della Compagnia delle Indie e
all’istituzione della gura del viceré, rappresentante della Corona, nell’ottica di tutelare la
realtà indiana
L’ingombrante presenza britannica in territorio asiatico, porta allo scontro con l’Impero cinese:
nel 1839 i Cinesi sequestrano i carichi britannici nel porto di Canton che dall’India portavano
l’oppio in Cina per venderlo clandestinamente. È questa la Prima guerra dell’oppio, che si
conclude con l’apertura della Cina al commercio straniero, con conseguenze disastrose per il
mercato interno, abituato all’isolamento. Anche nella Seconda guerra dell’oppio la Cina va
incontro a disfatta, per cui anche le vie uviali interne vengono aperte al commercio
Del tutto diversa e peculiare è invece la storia del Giappone, che a metà dell’Ottocento è
ancora un impero a carattere feudale, con un’economia a prevalenza agricola. Anche qui
l’isolamento viene rotto dall’intromissione di stranieri nei mercati interni: nel 1854 gli Stati
Uniti impongono allo Shogun l’apertura delle relazioni commerciali attraverso la rma di
accordi passati la storia come “trattati ineguali”. Questo evento segna un’importante svolta per il
Giappone, poiché dà il via ad una rivolta basata sull’orgoglio nazionale contro lo Shogun,
accusato di aver svenduto il Paese: nel 1869 a Kyoto i nobili stabiliscono la sede di un nuovo
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governo. La restaurazione del potere è guidata da intellettuali e aristocratici, appartenenti
all’ordine dei samurai, che mirano alla modernizzazione del Paese
- Uguaglianza giuridica di tutti i cittadini
- Abolizione dei feudi
- Obbligo dell’istruzione elementare
- Moderno sistema scale
- Esercito nazionale
- Rinnovo infrastrutture
- Sviluppo dell’industria
Si tratta di un grande progetto di restaurazione di ispirazione internazionale, che tuttavia
risulta guidato completamente dall’alto, senza coinvolgimento degli strati inferiori della
popolazione, per questo permane un forte clima conservatore che controbilancia questo
repentino modernismo
L’età dell’Imperialismo: aspetti economici e ideologici
Il termine Imperialismo indica la politica di espansione e di conquista territoriale su scala
mondiale. Siamo negli anni dal 1870 no all’inizio della Grande guerra: le grandi potenze
europee proiettano oltre i propri con ni le loro rivalità, contendendosi la spartizione dei
continenti africano e asiatico, tramite la conquista di colonie per la realizzazione di un proprio
impero
- Ragioni economiche: conquistare posizioni strategiche per ampliare le rotte commerciali;
acquisire materie prime a basso costo e porle sotto il proprio controllo; individuare nuovi
sbocchi commerciali
- Ragioni ideologiche: di usione delle idee nazionaliste, per cui si viveva l’espansionismo
come una necessità di sopra are gli altri in nome della propria superiorità. Si crede che la
civiltà occidentale debba imporsi anche a costo di usare la violenza: è il “fardello dell’uomo
bianco” di cui parla Kipling, il peso, cioè di dover di ondere la civiltà in ogni angolo del
pianeta, una missione. Quasi sempre il diverso viene bollato automaticamente come
“inferiore”, “selvaggio”: è la trasposizione dell’evoluzionismo nella società, per cui parliamo
di darwinismo sociale, ovvero quella teoria che concepisce la storia dell’umanità come
lotta fra razze, in cui la più civile, l’uomo bianco occidentale, sopra à le altre
Nelle dinamiche legate alla competizione tra potenze, per il controllo dei territori extra
europei, possiamo già scorgere una delle radici dei con itti mondiali
La spartizione del continente africano:
Già prima del 1870 una minima parte del continente africano risulta colonizzata
- Francia: Algeria, Senegal, Guinea e Gabon
- Portogallo: Angola e Mozambico
- Gran Bretagna: parte meridionale del Sudafrica
In seguito, le mire espansionistiche europee dovranno fare i conti con l’autorità principale della
fascia mediterranea dell’Africa - l’Impero ottomano - e con le tensioni createsi tra le potenze
per le colonie limitrofe
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sulla folla. Seguirono anche provvedimenti volti a sopprimere i giornali di opposizione, vennero
istituiti tribunali militari e molti socialisti furono arrestati. Bava Beccaris fu insignito di un’alta
onori cenza militare
Il governo Pelloux (1898-1900) adotta misure non meno repressive del precedentemente: nel
1899 presenta in Parlamento le cosiddette “leggi eccezionali”, che prevedevano la limitazione
della libertà di stampa e riunione. Questa proposta scatena l’ostruzionismo da parte dei
deputati, che cercano quindi di ritardare il più possibile i provvedimenti proposti dalla
maggioranza per evitare che si giunga al voto. Per tutta risposta, il governo scioglie la camera,
ma cade lo stesso: a Pelloux subentra Saracco (1900-1901), che tenta di conciliare le diverse
forze interne al Parlamento, tuttavia il fermento popolare è tale che il 29 luglio 1900
l’anarchico Gaetano Bresci, per vendicare l’eccidio di Milano, assassina a Monza il re
d’Italia Umberto I
L’equilibrio europeo e mondiale in crisi:
Ci avviamo, ormai, a descrivere un panorama che non è ancora quello delle cause dirette del
primo con itto mondiale, ma che contribuisce decisamente a fornire il quadro di un equilibrio
in forte rottura
- In Europa i rapporti sono intesiti dagli scontri recenti: la guerra franco-prussiana ha
lasciato in eredità un nuovo ordine europeo fondato sulla supremazia tedesca, mentre in
Francia cresce il malcontento legato al risentimento (revanscismo) nei confronti delle dure
condizioni di pace imposte da Bismarck. La strategia della Germania consiste, qui, nel
mantenimento dell’isolamento francese attraverso il rinnovo della Santa Alleanza del 1815,
per cui Germania, Russia e Austria-Ungheria collaborano al mantenimento dello status quo
in Europa, nonostante il con itto di interessi legato alle mire espansionistiche nell’area dei
Balcani. A causa dei con itti tra Russia e Austria-Ungheria, Bismarck si troverà costretto a
stipulare, nel 1882, la Triplice Alleanza (Germania, Austria, Italia), un trattato di
reciproca difesa in caso di aggressione esterna
- Guerra russo-turca: lo zar Alessandro II sfrutta la ribellione di Bosnia-Erzegovina e
Bulgaria al dominio turco, ergendosi a difensore degli slavi cristiani così da poter ottenere
l’accesso al mediterraneo. Con la vittoria del 1878, la Russia ottiene il controllo dei Balcani,
risultato inaccettabile per l’Europa: nel Congresso di Berlino del 1878, Austria e Gran
Bretagna riducono l’estensione dei possedimenti russi nei Balcani, restituendone una parte ai
Turchi; la Bosnia-Erzegovina all’Austria-Ungheria; Cipro alla Gran Bretagna; Serbia,
Montenegro e Romania vengono, invece, riconosciuti come indipendenti per frapporre Stati
cuscinetto tra dominio russo e turco
- L’ascesa degli Stati Uniti minaccia seriamente l’indiscussa supremazia mondiale europea.
Il successo di questa nuova nazione è legato a molteplici fattori: la ricchezza di materie
prime, sia per l’agricoltura sia per l’industria; l’eredità intellettuale e politica europea in
concomitanza con una forte autonomia, d’altra parte, dalle dinamiche europee; la
promozione di un’economia di libero mercato, che favorisce l’ascesa di un’industria al riparo
dalla distante concorrenza europea. A questo si accompagna una politica imperialistica
sorretta da un forte ideale di nazione, legato alla credenza in un “destino manifesto”: gli Stati
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