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CAPITOLO 5: DIRITTI E LIBERTA’ FONDAMENTALI

I processi rivoluzionari alla ne del XVIII sec. segnarono la ne dello Stato assoluto e l’a ermazione dello STATO
COSTITUZIONALE DI MATRICE LIBERALE.

Questi eventi, segnarono anche l’a ermazione del COSTITUZIONALISMO, ovvero quel complesso di principi e concetti
che trovano la loro espressione rilevante nelle carte costituzionali.

La DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO del 1789 esprimere con particolare e cacia questi
principi, quando all’art16 a erma che “una società nella quale non viene assicurata la garanzia dei diritti e la
separazione dei poteri non possiede una costituzione”.

Lo Stato costituzionale fonda la sua legittimazione sul riconoscimento dei diritti e delle libertà fondamentali e inalienabili
della persona, e sulla codi cazione di istituti e strumenti idonei a porre limiti al potere politico.

PRINCIPI CHE FORMANO L’OSSATURA DELLE CARTE COSTITUZIONALI:

- a ermazione diritti e libertà fondamentali

- autonomia dell’individuo / società verso lo stato

- separazione dei poteri

- istituti di democrazia

- principio di legalità

- riserva di legge / ecc…..

All’atto della loro approvazione, non sempre le costituzioni hanno mostrato entrambe queste componenti strutturali, il
“bill of rights” e il “frame of government”.

Negli USA, la costituzione del 1787 fu integrata nel 1791 dal Bill of Rights (i primi 10 emendamenti) destinati a introdurre
un impianto di garanzie generali a favore degli individui, applicabili in tutti gli stati membri.

Il costituzionalismo assegna quindi alle carte costituzionali il compito primario di garantire diritti e libertà fondamentali
della persona, disegnando un impianto del sistema di governo caratterizzato da idonee garanzie istituzionali e
giurisdizionali.

Negli ordinamenti costituzionali liberaldemocratici, i diritti e le libertà, e le loro garanzie, concorrono a legittimare
l’ordinamento stesso, rappresentano un parametro di validità del diritto positivo, e sono dotati di una speciale forza
normativa che a onda le sue radici nel riconoscimento della dignità della persona.

—> Tali diritti e libertà sono detti FONDAMENTALI perchè sono a fondamento della legittimazione del diritto positivo e
dell’esercizio della pubblica autorità —> Gli atti del potere sono legittimi, validi e meritevoli di essere osservati, in
quanto non sono lesivi dei diritti e libertà fondamentali.

Dunque la legittimazione dello Stato costituzionale democratico dipende dal binomio SOVRANITA’ POPOLARE-DIRITTI
UMANI.

Con l’espressione Diritti Fondamentali ci si riferisce ai diritti proclamati dalle carte costituzionali e ritenuti come
fondamentali.

Con l’espressione Diritti Umani ci si riferisce a un ideale morale universale, ovvero quelle situazioni giuridiche soggettive
attive riconoscibili a favore di ogni essere umano, indipendentemente dal suo status o dalla sua appartenenza giuridico-
politica.

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LE ORIGINI STORICHE DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA’ FONDAMENTALI, E LA LORO EVOLUZIONE

L’attuale quadro dei diritti fondamentali dell’uomo è il risultato di un lungo processo storico, politico e loso co, che si è
andato svolgendo a partire dall’avvento dello stato moderno.

—> in questo periodo si a erma l’idea che l’uomo potesse godere di una sfera intangibile di autonomia personale di
fronte alla quale la comunità politica, qualunque fosse il regime che la governava, dovesse limitare la propria
interferenza (prima di allora mancavano le condizioni per garantire un’autonomia soggettiva nei confronti dei pubblici
poteri e assicurare la completa realizzazione della persona nella sua dignità).

Secondo alcuni, la genesi giuridica dei diritti inalienabili della persona a onderebbe le sue radici in quelle concezioni di
vita e di pensiero di carattere “umanistico” che hanno caratterizzato il movimento rinascimentale e la Riforma
protestante.

—> L’umanesimo introdusse una nuova visione dei rapporti sociali e delle relazioni politiche

—> si a erma una concezione antropocentrica del mondo e della vita che sovverte completamente il piano degli
equilibri su cui si reggeva l’intero sistema medioevale.

L’essere umano appare ora dotato di una sua autonomia e di una propria dignità personale che lo rende protagonista
della vita sociale, politica, economica.

Le grandi trasformazioni e il graduale superamento delle strutture medioevali (XVI-XVII sec) consacrarono la borghesia
come classe sociale emergente, che per a ermare il suo nuovo ruolo di protagonista della vita economica e sociale,
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reclamò nei confronti del potere statuale il riconoscimento di libertà individuali, forme di autonomia e strumenti di
partecipazione politica idonei a consolidare la posizione di preminenza che aveva acquisito nella società civile.

Di fronte a queste nuove istanze GRAN BRETAGNA e alcuni stati europei (FRANCIA in particolare) si mostrarono
particolarmente sensibili.

Le prime codi cazioni inglesi delle libertà fondamentali furono:

- Magna Charta Liberatum 1215

- Petition of rights 1628

- Habeas corpus act 1679

- bill of rights 1689

- act of settlement 1701

—> Questi si limitavano a riconoscere o confermare le antiche e intangibili libertà che a ondavano le loro radici nel
patrimonio genetico del popolo britannico, quindi non si trattava di creare nuovi diritti, ma di a ermare ciò che stava
scritto nel DNA di quel popolo.

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Questa concezione fu portata dai coloni che attraversarono l’oceano per fondare le colonie nel nuovo continente nord
americano.

Quando, dopo le vicende che portarono alla Dichiarazione di Indipendenza nel 1776, si formarono i nuovi stati
americani, essi recepirono nelle loro strutture ordinamentali quelle istanze originarie che riconoscevano l’uomo come
portatore di diritti e libertà fondamentali.

Le prime carte / dichiarazioni dei diritti (Virginia 1776 / Massachussets 1780, ecc…) esprimevano questa concezione,
che poi ritroviamo sostanzialmente ripresa dalla costituzione federale degli USA del 1787, che pone a suo stesso
fondamento i diritti dell’uomo e i valori della dignità della persona.

*In particolare il I emendamento del 1791 reca in sè l’idea che i diritti umani siano da ritenere intangibili anche nei
confronti del Parlamento, che è l’organo politicamente rappresentativo della volontà popolare*

Negli stati europei continentali l’evoluzione dei diritti e libertà fondamentali risentì delle concezioni assolutistiche proprie
degli stati monarchici, dove lo Stato (impersoni cato dal sovrano) era posto al centro del sistema.

—> Bisogna attendere il pensiero illuminista e la Rivoluzione Francese del 1789 per assistere alla rottura degli equilibri
dei sistemi assolutistici.

L’a ermazione del principio della separazione dei poteri e delle caratteristiche proprie dello stato di diritto, spostarono
l’asse del sistema verso gli individui.

Nello stato liberale si a erma l’esigenza di garantire e coordinare i diritti naturali dei singoli, intesi come sfere inviolabili
di libertà individuale. I diritti di libertà sono con gurati come strettamente individuali, mentre lo stato liberale si limita a
amministrare la giustizia e tutelare l’ordine pubblico.

—> Si a erma l’idea della necessità di positivizzare i diritti fondamentali, ovvero conferire loro una formale enunciazione
incorporandoli nelle leggi e nelle carte costituzionali —> infatti solo se formalmente enunciati i diritti possono vedere
garantita una loro e cacia giuridica a livello ordinamentale.

Nel corso del XX sec si assiste al progressivo riconoscimento dei diritti fondamentali a favore di tutte le componenti
individuali della società —> i diritti fondamentali non sono più riservati agli appartenenti a determinate classi sociali, ma
appartengono a tutti gli esseri umani.

Questa impostazione trova la sua espressione più rilevante nello STATO SOCIALE contemporaneo (a partire dalla
seconda metà del ‘900 negli stati democratici occidentali), stato che assume il compito di rimuovere gli ostacoli di
ordine economico e sociale che impediscono di fatto il pieno godimento delle libertà fondamentali e la piena
a ermazione dell’uguaglianza tra i consociati.

—> al centro del sistema c’è la persona umana e la sua dignità, insieme con il riconoscimento e le garanzie delle libertà
fondamentali, per assicurare l’a ermazione della personalità umana.

Le costituzioni tendono a riconoscere un numero sempre maggiore di diritti inviolabili, non solo estendendo la sfera dei
soggetti titolari, ma integrando il tradizionale catalogo delle libertà civili ed economiche.

E in ne si assite a un parallelo e progressivo fenomeno di internazionalizzazione dei diritti, essendo avvertita l’esigenza
di assicurare l’insieme dei valori relativi alla persona umana anche nella dimensione interstatale e sovranazionale.

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GENERAZIONI / CLASSIFICAZIONI DEI DIRITTI E LIBERTA’ FONDAMENTALI

Convenzionalmente i diritti le libertà sono stati distinti in base a generazioni o cicli, quindi la loro evoluzione scandita in
fasi temporanei, per riunire in gruppi omogenei questi diritti e libertà.

1) La prima generazione dei diritti si colloca tra la Gloriosa rivoluzione inglese e le rivoluzioni francese e americana di
ne ‘700.

Include i DIRITTI DI LIBERTA’ CIVILI, e in particolare i DIRITTI ECONOMICI: si tratta di quei diritti riconosciuti ai
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cittadini che si sostanziano nella pretesa verso i pubblici poteri di astenersi dall’intervenire nella sfera privata del
singolo (= libertà negative).

(es. diritto di proprietà è il prototipo, perchè il titolare ha il potere di escludere altri soggetti, pubblici e privati, dal
godimento del bene oggetto di proprietà)

In realtà anche i diritti e le libertà negative richiedono da parte dei poteri pubblici un’azione congiunta a nchè i
titolari ne possano e ettivamente godere, ovvero interventi volti a rimuovere quegli ostacoli che di fatto
impediscono la fruizione dei diritti e libertà.

In questa fase appaiono anche i DIRITTI POLITICI, a ermati dalla borghesia inglese come segno di appartenenza
ad una classe economicamente sempre più rilevante (“no taxation without representation”).


2) Nella seconda generazione, i DIRITTI POLITICI assumono contorni pieni con l’estensione del su ragio universale,
prima agli uomini e poi anche alle donne. Si va dal 1830 no all’immediato secondo dopoguerra: nel corso di
questo periodo la conquista del su ragio universale innesca anche un’importante evoluzione dei DIRITTI CIVILI,
perchè basta pensare all’a ermarsi delle libertà associative che danno vita a organizzazioni sindacali e partite.

Invece le libertà economiche sono poste di fronte a limitazioni e controlli delle pubbliche autorità al ne di bilanciare
in chiave solidaristica l’allocazione delle risorse.

In questa generazione si a ermano anche i DIRITTI SOCIALI: lo stato sociale si pone l’obiettivo di realizzare
condizioni di vita tali da assicurare alla generalità dei cittadini la libertà dalle condizioni di bisogno e il
soddisfacimento delle aspettative di sicurezza sociale.

Il valore della dignità della persona e l’esigenza di meccanismi di solidarietà diventano nalità prioritarie dell’azione
politica dello —> I diritti sociali postulano invece un’azione positiva, un intervento nella società con nalità
solidaristiche o di giustizia, e possono essere direttamente azionabili o rimessi a iniziative del legislatore.

I diritti sociali sono a dati dalla costituzione a norme programmatiche che impegnano lo stato al perseguimento di
una nalità attraverso l’azione del legislatore, ma non pongono per esso un vincolo giuridico, ovvero i tempi e
modalità di attuazione dei diritti sociali sono nella disponibilità del legislatore —> quindi non possono essere
equiparati ai diritti di libertà e civili.


3) La terza generazione la troviamo nelle costituzioni degli anni ’70 e degli anni ’90: si tratta dei DIRITTI DELLA
PERSONALITA’, che trovano una rilevanza costituzionale: es. diritto all’immagine, al nome, all’onore, alla
riservatezza, all’onore.

Nello stesso periodo si a ermano i DIRITTI CULTURALI E DEI GRUPPI, es. identità etnica, religiosa, ecc..

Ma è anche l’epoca dei DIRITTI UMANITARI O DI SOLIDARIETA’ UMANA: c’è bisogno di a ancare, al nuovo ordine
economico internazionale, un nuovo ordine umanitario internazionale, fondato sulla solidarietà tra gli appartenenti
al genere umano.

I diritti di terza generazione trovano la loro formulazione principalmente nei documenti di diritto internazionale e si
sviluppano lungo 4 direttrici fondamentali:

DIRITTO ALLA PACE / DIRITTO ALLA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE / DIRITTO PER L’INDIVIDUO E LA
FAMIGLIA ALLE NECESSARIE CONDIZIONI DI SVILUPPO / DIRITTO AL PATRIMONIO COMUNE DELL’UMANITA’.


4) In ne la quarta generazione trae origine dalla nuova dimensione tecnologica della comunicazione e
dell’informazione. Sono i DIRITTI DELLA SOCIETA’ TECNOLOGICA, che nascono dall’avvento delle nuove tecniche
di informazione, ecc… e nuove situazioni giuridiche soggettive connesse alle biotecnologie e che hanno
implicazioni nella sfera della bioetica.

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LA CODIFICAZIONE DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA’

La trasposizione degli ideali di libertà e del riconoscimento della centralità della persona umana e dei suoi diritti nelle
costituzioni, ha conosciuto vie e forme diverse.

Sul piano formale possiamo distinguere tra ordinamenti che prevedono la proclamazione dei diritti e delle libertà nel
testo costituzionale (es. IT / SP / PORT / GER) e ordinamenti che invece contemplano un apposito documento che reca
la disciplina della materia (es. CANADA / NZ / SUDAFRICA).

Anche nell’UE si è scelto di approvare un documento apposito, la Carta dei diritti fondamentali (DI NIZZA, 2000),
successivamente incorporato nel TUE del 2009 (Trattato sull’Unione Europea).

Signi cativa è l’esperienza dell’ordinamento costituzionale francese, il quale nella cost 1958 tuttora vigente non
contempla un catalogo dei diritti e delle libertà, ma nel preambolo della costituzione si legge un richiamo solenne alla
DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL CITTADINO DEL 1789, determinando una costituzionalizzazione dei
diritti e delle libertà fondamentali.


Un altra distinzione che può essere fatta è quella tra costituzioni che riconoscono diritti e libertà fondamentali a tutti gli
esseri umani, e costituzioni che invece precisano di volta in volta se i diritti a ermati sono riconosciuti a tutti oppure a
determinate categorie (es. cittadini, minori, anziani, disabili, ecc…).

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La carta dei diritti fondamentali dell’UE classi ca i diritti e libertà attraverso il riferimento a valori ampiamente condivisi
(libertà / dignità / uguaglianza / solidarietà / cittadinanza / giustizia).

—> il sistema che ne deriva pone al vertice la persona umana e quei principi che la valorizzano.

Osservando le carte costituzionali si può constatare che i cataloghi dei diritti della persona appaiono più articolati e
dettagliati in quegli ordinamenti nati a seguito della caduta di regimi autoritari (es. Italia, Germania, Grecia, Spagna,
Portogallo, e paesi Europa centro-orientale dopo crollo comunismo, ma anche America Latina e Stati africa che escono
da esperienza golpiste), per segnare una netta cesura con i passati regimi.

In quegli ordinamenti dove invece le vicende storiche non hanno segnato rotture signi cative, la lista dei diritti e delle
libertà sanciti in costituzione ha conosciuto una graduale evoluzione.

La costituzionalizzazione dei diritti è tanto più e cace quanto più sono radicati nella coscienza della comunità politica e
sociale i valori e i sentimenti che sono a fondamento del primato della persona umana, oltre alla presenza di speci ci
strumenti di garanzia.

—> dove l’ordinamento costituzionale presenta i tratti propri del costituzionalismo e dello stato di diritto (= principio
democratico / rigidità costituzione / giustizia costituzionale / principio di legalità / riserva di legge / separazione dei
poteri), la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali conosce i più alti livelli di e cacia.

—> è di cilmente confutabile che i sistemi democratici rappresentino le formule di governo più rispettose della dignità
dell’uomo e che i principi del costituzionalismo siano orientati a favorire il libero sviluppo della persona umana.

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Tra le esperienze costituzionali rilevanti, merita qualche considerazione quella del REGNO UNITO, la quale, sul terreno
dei diritti e libertà fondamentali o re un’antica tradizione.

In una prima fase, i diritti furono codi cati sotto forma di deroghe o privilegi limitati a determinati gruppi di persone.
Infatti con la MAGNA CHARTA del 1215, il re concedeva alcuni privilegi verso baroni, conti (giudizio solo da loro pari),
ecclesiastici, mercanti (libertà di commercio), contadini. —> si introducono così limiti all’arbitrio del sovrano.

In un tempo successivo la titolarità dei diritti fu estesa a una sfera più ampia di individui:

con l’HABEAS CORPUS ACT del 1679 furono introdotte garanzie a favore degli individui nei confronti delle limitazioni
arbitrarie della libertà personale (arresti ingiusti).

Con il BILL OF RIGHTS del 1689, importanti poteri decisionali vennero trasferiti dalla corona al Parlamento —> si passa
dalla monarchia assoluta alla monarchia parlamentare.

********Il primato della sovranità parlamentare rappresenterà l’ostacolo più rilevante alla codi cazione formale dei diritti e
libertà fondamentali nell’ordinamento UK —> il parlamento, in forza dei principi di democrazia rappresentativa, ha
sempre conservato la piena disponibilità della materia dei diritti e libertà fondamentali, è intervenuto più volte con atti
legislativi propri per garantire godimento diritti, estensione su ragio, ecc… —> l’idea radicata nel pensiero politico
britannico è che il Parlamento non può essere privato del potere di abrogare / emendare qualunque legge,
indipendentemente dalle conseguenze su diritti e libertà dei singoli, diritti e libertà che a onderebbero le loro radici nel
common law e quindi sarebbero in grado di resistere anche agli arbitri giudiziari. —> questi convincimenti hanno
dissuaso le autorità politiche dall’avviare un processo di codi cazione dei diritti e libertà fondamentali.

Tuttavia, con l’ingresso nella CEE, il Regno unito si è avvicinato all’idea di una codi cazione.

Nel 1998, con l’approvazione dello Human Rights Act, il Regno Unito ha incorporato la CEDU (Convenzione europea
per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, Roma 1950): nel caso in cui un giudice rilevi
l’incompatibilità di una norma interna con la CEDU, non può procedere a un controllo di legittimità, nè dichiarare
incostituzionalità / disapplicazione della norma interna —> resta infatti nelle mani del Parlamento la decisione sulla
opportunità di modi care la norma interna incompatibile.******

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La RIVOLUZIONE AMERICANA segna un momento storico determinante per l’a ermazione costituzionale dei diritti e
libertà.

Già nel corso del ‘700 i coloni americani parlano di “no taxation without representation” (nessuna tassazione può essere
imposta se non da chi ha la rappresentanza politica dei destinatari dell’imposizione), contro la madre patria.

La Dichiarazione di indipendenza degli USA (1776) segna l’a ermazione del costituzionalismo di matrice liberale: è nito
il vincolo di sudditanza verso il re.

Si di ondono tra le colonie e poi tra gli Stati indipendenti, i primi documenti costituzionali scritti, dotati di una forza
giuridica superiore, destinati a edi care un sistema di governo stabile e a tutelare i diritti dei singoli —> si tratta di
declinare, prima a livello confederale e poi federale, l’impianto costituzionale della nazione americana.

Il primo documento costituzionale sovrastatale fu quello recante gli ARTICLES OF CONFEDERATION (1781). Si tratta di
un trattato internazionale tra stati indipendenti, che conservavano sovranità, libertà e indipendenza.

Il tema dei diritti e libertà resta dunque un tema interno ai singoli stati.

La CONVENZIONE DI FILADELFIA DEL 1787 trasforma la confederazione in uno Stato federale, dotato di sua sovranità,
si un esecutivo forte, della potestà di governo su economia e politica estera, di un apparato giudiziario federale, e viene
formalizzato nella costituzione federale del 1789.

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Nella sua stesura originale la costituzione è totalmente dedita a tracciare le linee del frame of government, con
particolare attenzione alle relazioni tra Federazione e stati membri.

Con l’elezione del primo presidente USA, George Washington, si avvia la fase degli emendameti. i primi 10 (1791) sono
destinati a de nire i rapporti Federazione-Cittadini: è il BILL OF RIGHTS, che declina una serie di diritti e libertà
fondamentali che a ondano le loro radici nei valori liberali del costituzionalismo britannico, coniugano le istanze del
giusnaturalismo di matrice francese e del republicanism americano… inoltre disegnano i tratti della condizione
soggettiva del cittadino americano, senza pretese di universalità.

—> per la prima volta una dichiarazione dei diritti e delle libertà fondamentali è inserita nel testo di una costituzione
rigida, con la conseguenza di essere sottratta alla disponibilità della potestà legislativa ordinaria, e vede così ra orzata
la loro tutela.

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Nel continente EUROPEO, nel 1789 contemporaneamente si scrivono le parole della DICHIARAZIONE DEI DIRITTI
DELL’UOMO E DEL CITTADINO, documento che esprime una visione universale dell’uomo, combinando il pensiero
illuminista di Rousseau (uomo titolare di libertà naturali che la società deve proteggere) e Montesquieu.

L’assemblea degli stati generali convocata nel 1789, con poteri di assemblea costituente, in seguito al precipitare degli
eventi e agli echi circa i progetti di integrazione della costituzione americana con il suo bill of rights, decide di far
precedere l’adozione della nuova costituzione (1791) dall’emanazione della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del
cittadino (1789) (che diventa quindi il PREAMBOLO della nuova costituzione).

—> in essa si a erma che i diritti dell’uomo sono riconosciuti come naturali, inalienabili e sacri, e tutti gli uomini sono
uguali.

—> = conservazione / tutela dei diritti naturali: ne ultimo di qualsiasi associazione politica

—> = la costituzione di istituzioni democratiche non può prescindere dal riconoscimento del primato dell’individuo e del
suo bagaglio di diritti innati, che sono il fondamento della legittimazione dello stato liberale moderno.

Tra i diritti naturali e imprescrittibili, la Dichiarazione indica la libertà personale / la proprietà / la sicurezza / la resistenza
all’oppressione.

Viene a ermato che non ha costituzione quella società che non garantisce i diritti e la separazione dei poteri.

—> In queste a ermazioni va riconosciuto il fondamento del COSTITUZIONALISMO MODERNO, che può essere
riasunto in questi punti:

- riconoscimento di diritti e libertà fondamentali UNIVERSALI

- armamentario giuridico di strumenti di garanzia

- i diritti di libertà quali cano l’ordine politico in quanto ne ultimo dello stesso

- rispetto allo stato, fondano la legittimazione stessa di esso.

Da una prospettiva giuridica, la disciplina costituzionale dei diritti di libertà presenta alcuni caratteri fondamentali:

- a ermazione del principio della rigidità della costituzione e conseguente sottrazione al legislatore ordinario della
disponibilità di diritti e libertà. Ed è anche convincimento di uso che il nucleo dei diritti inviolabili sia sottratto anche
alla procedura aggravata di revisione costituzionale.

- previsione del sindacato di costituzionalità delle leggi

- la disciplina dei diritti in costituzione tende a mantenere un carattere aperto verso quelle nuove situazioni giuridiche
soggettive che l’evolversi delle relazioni sociali e culturali facciano emergere.

- a livello di disciplina costituzionale vengono indicati i limiti che legittimamente, e solo questi, possono essere imposti
all’esercizio degli stessi diritti e libertà fondamentali

- viene sancita, come tutela dei diritti di libertà, una riserva di legge quanto allo svolgimento e all’attuazione dei
principi costituzionali in materia di diritti di libertà, e una riserva di giurisdizione, essendo riservata in ultima istanza
all’autorità giudiziaria l’applicazione dei limiti previsti nelle carte costituzionali in ordine all’esercizio dei diritti
medesimi.

Dunque, la codi cazione costituzionale dei diritti di libertà, sembra rispondere ad almeno 3 basilari esigenze:

- riconoscimento dei diritti fondamentali e predisposizione di apparato di garanzia

- de nizione delle clausole di limitazione di tali diritti sulla base di parametri oggettivi speci cati

- predisposizione dei meccanismi necessari a determinare una pronuncia di incostituzionalità delle leggi e degli atti
lesivi dei diritti fondamentali codi cati.

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I LIMITI AI DIRITTI E ALLE LIBERTA’ FONDAMENTALI

Una volta che il costituzionalismo ha potuto dispiegare i propri e etti, è sembrato ragionevole che i diritti e libertà
fondamentali, ancorchè tutelati a livello costituzionale, richiedessero ove necessario un bilanciamento (e dunque una
limitazione) rispetto a altri principi e valori non meno rilevanti.

—> L’idea che possano darsi diritti assoluti, illimitati e non restringibili, poteva andare bene al tempo dell’a ermazione
del regime democratico subito dopo la monarchia assoluta, ma ora non trova consensi nè in dottrina nè tra i giudici
costituzionali.

L’idea iniziale era che i limiti ai diritti e libertà potessero derivare solo dalla legge, ma nel corso dell’Ottocento, le
costituzioni concesse che rimettevano alla legge eventuali restrizioni ai diritti proclamati, nirono per legittimare
qualsiasi restrizione.

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Il costituzionalismo del secondo dopoguerra tende invece a assicurare un bilanciamento tra principi, valori, diritti,
libertà, facendo si che il divario tra costituzione formale e costituzione vivente sia il più sottile possibile.

La riserva di legge in materia di limiti a diritti e libertà assume una funzione di garanzia.

Spetta ai giudici costituzionali assicurare quel bilanciamento, che nel riconoscere la relatività di diritti e libertà
fondamentali, ne consenta il sacri cio solo di fronte a principi e valori di origine superiore. Servono alcuni criteri di
interpretazione per assicurare un equilibrato contemperamento.

In primo luogo in base al PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ, occorre determinare un ragionevole equilibrio tra diritti
potenzialmente in con itto: in altre parole richiede che il godimento di un diritto sia tale da non ledere o comprimere i
diritti di altri soggetti, in misura non proporzionata agli interessi che si vuole tutelare.

Secondo la carta dei diritti fondamentali UE, si possono apportare limitazioni ai diritti fondamentali nel rispetto del
principio di proporzionalità, laddove siano necessarie e e ettivamente rispondano a nalità di interesse generale
riconosciute dall’Unione o all’esigenza di proteggere diritti e libertà altrui. (ed è presente anche nella cost GRE / PORT /
SVE)

I giudici costituzionali in diversi ordinamenti hanno fatto uso del principio di proporzionalità, anche se non formalizzato
nelle costituzioni dei propri ordinamenti, considerando tale principio parte dei principi generali del diritto costituzionale.

In base a questo principio, è necessario veri care che il contenuto della limitazione e le nalità che si intendono
perseguire con esse, siano costituzionalmente legittime —> deve risultare che il limite imposto non risulti irragionevole,
arbitrario, oppressivo oltre il necessario, e che comunque non risulti tale da determinare il totale annullamento del diritto
stesso.

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I DIRITTI NON CODIFICATI

Di fronte all’ampliamento degli orizzonti culturali, sociali, economici, politici, e al progredire delle conoscenze
scienti che e tecnologiche, le elencazioni costituzionali dei diritti e libertà tendono a risultare inadeguate se non
integrate con continuità attraverso appositi procedimenti di revisione costituzionale.

—> Attraverso l’opra degli interpreti i cataloghi di diritti e libertà vengono integrati attraverso il riconoscimento di diritti
non espressamente enumerati.

—> A tal ne, non di rado i legislatori costituenti hanno introdotto nel testo costituzionale delle clausole di apertura,
destinate a favorire l’interpretazione in senso evolutivo delle disposizioni in materia di diritti e libertà fondamentali.

Alcune di queste clausole sono destinate a consentire un’interpretazione nel senso estensivo della sfera soggettiva
tutelata.

I diritti e le libertà connessi alla dignità umana e al principio di uguaglianza, sono per loro stessa natura in costante
evoluzione —> l’esigenza di adeguare il catalogo di diritti e libertà alle nuove visioni della vita costituisce un carattere di
vitalità della costituzione —> tali clausole vogliono armonizzare DIRITTO E STORIA, disposizioni costituzionali e valori
contemporanei.

—> es. art.2 cost Ita : la repubblica riconosce e tutela i diritti inviolabili dell’uomo

—> sono clausole che hanno lasciato un certo margine di libertà di interpretazione dei cataloghi dei diritti e delle libertà
a opera dei giudici costituzionali; il che ha consentito di includere tra i diritti individuali posizioni giuridiche soggettive
che in precedenza non rilevavano.

**Addirittura negli USA ci sono clausole che richiamano esplicitamente la possibilità di riconoscere in futuro nuovi diritti
al momento non previsti**

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UNIVERSALITA’ DEI DIRITTI E LORO INTERNAZIONALIZZAZIONE

A partire dal secondo dopoguerra, i diritti di libertà hanno conosciuto un processo di espansione oltre i con ni nazionali
—> si è andato sviluppando un parallelo fenomeno di internazionalizzazione degli stessi diritti dell’uomo, per l’esigenza
di salvaguardare l’insieme dei valori relativi alla persona umana anche in una dimensione interstatale e sovranazionale.

Le grandi violazioni dei diritti durante le guerre hanno determinato una rilevante espansione del diritto internazionale nel
campo della tutela dei diritti individuali:

—> la società delle nazioni ha prodotto un diritto internazionale generale umanitario

—> si sono introdotti meccanismi di protezione internazionale dei diritti no ad a ermare la responsabilità penale
internazionale dei singoli e degli stati per violazione dei diritti umani

—> sono stati legittimati interventi umanitari anche in violazione della sovranità nazionale.

I documenti e i protocolli internazionali adottati per garantire una migliore tutela dei diritti umani anche all’interno degli
stessi stati, hanno inteso produrre principalmente due e etti.

Il riconoscimento dei diritti umani formalizzato a livello internazionale incide indirettamente sulle discipline statuali in
materia

- sul piano sostanziale, determinando una estensione dell’area soggettiva della titolarità di diritti e libertà (attraverso
l’opera di interpretazione delle corti)

- sul piano procedurale, introducendo meccanismi di reazione giudiziale attivabili anche dalle singole persone, nei
confronti delle violazioni dei diritti da parte degli stessi stati rmatari.

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L’internazionalizzazione dei diritti si concretizza, dal secondo dopoguerra, nella redazione e rati ca di trattati da cui far
derivare la diretta tutela dei diritti della persona, e la realizzazione di meccanismi di garanzia attraverso cui far valere
quella tutela.

La CARTA DELLE NAZIONI UNITE (San Francisco, 1945) indica tra gli scopi dell’organizzazione quello di conseguire la
cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali economici, sociali, culturali, umanitari, e nel
promuovere il rispetto dei diritti e libertà fondamentali dell’uomo per tutti senza distinzioni di razza, sesso, religione.

—> questa apre la via della internazionalizzazione dei diritti della persona sottraendoli al monopolio degli stati nazionali.

L’assemblea generale, dopo la sua costituzione, avviò subito i lavori per la redazione della DICHIARAZIONE
UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI (1948)

—> svolta nella storia dei diritti della persona, il cui valore va al di là della de nizione dei diritti enunciati nel catalogo: da
qui scaturiranno altri documenti internazionali che hanno portato i diritti umani sulla scena globale. Non possono essere
contenuti solo negli angusti con ni nazionali.

Dietro la di usione della cultura dei diritti a livello universale sta il tentativo di o rire agli esseri umani, ovunque si
trovino, la possibilità di avvalersi di strumenti giuridici idonei a tutelare e proteggere la dignità della persona.

—> La dichiarazione, dunque, declinando una serie di diritti politici, economici, sociali, e culturali, ha inteso o rire un
fondamento giuridico a un sistema di valori radicati nella coscienza storica dell’umanità, e avviare un percorso di
de nizione degli strumenti giuridici che siano in grado, dovunque, si apprestare garanzie e ettive ai diritti proclamati.

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LA REGIONALIZZAZIONE DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA’ FONDAMENTALI

La regionalizzazione dei diritti e delle libertà fondamentali è quel fenomeno che, muovendo e tenendo sempre come
punto di riferimento la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, tenta di conciliare a livello CONTINENTALE ( e
dunque in un contesto culturale tendenzialmente omogeneo) la vocazione universalistica dei diritti umani con le
PECULIARITA’ proprie delle singole culture, allo scopo di determinare quei meccanismi di garanzia dei diritti in grado di
operare concretamente negli ordinamenti nazionali e sovranazionali.

—> la regionalizzazione dei diritti postula l’idea che dei diritti universali si possa o rire una interpretazione diversa a
seconda del contesto geopolitico e culturale nel quale vengono riconosciuti e tutelati.

—> esistono evidentemente margini d’interpretazione che derivano dalle diverse tradizioni e culture, es. paesi con
tradizioni loso che, religiose, culturali non antropocentriche, che prediligono meccanismi di garanzia dei diritti della
persona rispettosi di una scala gerarchica valoriale diversa da quella dominante nelle società antropocentriche.

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LA REGIONALIZZAZIONE DEI DIRITTI IN EUROPA

L’omogeneità culturale che caratterizza l’Europa continentale ha reso possibile un’e cace sintesi tra la dimensione
universale dei diritti della Dichiarazione del 1948 e la dimensione regionale.

Il primo documento che dopo la seconda guerra mondiale registra la volontà dei popoli europei di fare propri quei diritti
che la Società delle Nazioni aveva proclamato come universali nel 1948, è la CEDU (Convenzione Europea dei diritti
dell’uomo, Roma 1950, rmata nell’ambito del Consiglio d’Europa).

—> ha un legame ideale e sostanziale con la Dichiarazione universale, che è espressamente richiamata nel preambolo
della CEDU, e ci sono parallelismi evidenti.

Nei primi articoli entrambi i documenti richiamano il diritto alla vita, libertà, sicurezza, divieto di schiavitù, poi ci sono
analogie nel giusto processo, vita privata e familiare, libertà di pensiero, ecc…

Il Consiglio d’Europa sottoporrà poi alla rma degli stati aderenti una CARTA SOCIALE EUROPEA nel 1961, per i diritti
social.

La CARTA DI NIZZA del 2000 (carta dei diritti fondamentali dell’UE), inizialmente inglobato nel Trattato costituzionale
europeo del 2004, ma non entrò in vigore a causa della mancata rati ca di alcuni stati… quindi fu oggetto di rinvio e fu
incorporata nel Trattato di Lisbona del 2007, entrato in vigore nel 2009.

—> Con il Trattato di Lisbona l’UE ha aderito alla convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle
libertà fondamentali, a ermando che i diritti fondamentali proclamati dalla CEDU e derivanti dalle tradizioni
costituzionali comuni agli stati membri, fanno parte del diritto dell’UE in quanto principi generali.

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La Carta di Nizza si pre ggeva quindi il compito di consolidare in un testo unico quei diritti e libertà proclamati in una
pluralità di documenti, catalogandoli in base ai valori riconosciuti come comuni ai popoli europei ( dignità / libertà /
uguaglianza / solidarietà / cittadinanza / giustizia).

Sul piano dei contenuti, tra la CEDU e la Carta di Nizza esiste una sostanziale convergenza (espliciti riferimenti al diritto
alla vita, al divieto della pena di morte, alla proibizione della tortura e schiavitù, diritto alla libertà, rispetto alla vita
primaria, libertà di pensiero, ecc……)

Elementi di novità della Carta di Nizza:

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- catalogazione dei diritti con riferimento a 6 valori riconosciuti come appartenenti al patrimonio morale e politico
comune ai popoli europei

- ha incluso diritti estranei ai documenti precedenti (es. diritti del bambino / consumatori, ecc…).

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LA REGIONALIZZAZIONE DEI DIRITTI IN AMERICA

Il processo di regionalizzazione dei diritti umani in America prende avvio con la Conferenza Interamericana a BOGOTA’
nel 1948, per l’adozione della CARTA ISTITUTIVA DELL’ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI AMERICANI (OSA) e della
DICHIARAZIONE AMERICANA DEI DIRITTI E DOVERI DELL’UOMO ( = DICHIARAZIONE DI BOGOTA’)

La Dichiarazione di Bogotà dell’OSA precede la Dichiarazione universale dell’ONU, e pertanto rappresenta il primo
documento che dopo la seconda guerra mondiale pone sul piano internazionale il tema della tutela dei diritti umani.

—> rappresenta la carta dei valori comuni alle nazioni del continente americano: una sorta di indirizzo morale e valoriale
condiviso.

La Dichiarazione ha posto sullo stesso piano DIRITTI e DOVERI (preambolo: il compimento dei doveri di ciascuno è
condizione preliminare al diritto di tutti. Se i diritti esaltano la libertà personale, i doveri esprimono la dignità di questa
libertà).

Oltre ai doveri che vanno adempiuti verso lo Stato, ci sono alcuni Diritti-Doveri, es. il diritto all’istruzione o al lavoro ne
contemplano anche il dovere).

Quanto ai diritti enunciati, sono i classici diritti civili e politici e sociali della tradizione liberale occidentale.

Nel 1959 viene istituita la COMMISSIONE INTERAMERICANA DEI DIRITTI UMANI, per promuovere il rispetto dei diritti
umani in tutti gli stati dell’OSA —> si tratta di un organo politico che svolge principalmente attività di promozione dei
diritti, e di protezione dei diritti, promuovendo inchieste e indagini su particolari situazioni di violazione, sulla base di
petizioni o comunicazioni, rivolgendo raccomandazioni, ecc….

Nel 1969, l’OSA approva la CONVENZIONE AMERICANA DEI DIRITTI DELL’UOMO (= PATTO DI SAN JOSE’)
(ispirandosi alla Convenzione europea del 1950).

—> il patto intende tradurre in realtà l’e ettiva tutela dei diritti umani proclamati nella regione americana

—> rati cata da 25 stati (esclusi gli USA), entra in vigore nel 1978.

Il patto di San Josè richiama spesso il concetto di diritti essenziali della persona, riconoscendo che essi non derivano
dall’appartenenza a un determinato stato, ma sono gli attributi della persona umana, e quindi si giusti ca una
protezione internazionale di ordine convenzionale, completando quella del diritto interno agli stati.

Contenuti: tradizionali diritti civili e politici.

Un grande rilievo ha assunto la CORTE INTERAMERICANA DEI DIRITTI (istituita con il patto di san Josè) con la funzione
di proteggere i diritti umani, in relazione agli impegni assunti dagli stati aderenti al patto.

—> funzione consultiva (su interpretazione e applicazione della convenzione)

—> funzione contenziosa (su ricorsi presentati da stato membro per far valere responsabilità di altro stato dell’OSA per
violazione diritti)

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LA REGIONALIZZAZIONE DEI DIRITTI IN AFRICA

Invece, in Africa, lo scenario dei valori di riferimento non è omogeneo, e quindi mutano le categorie su diritti e libertà.

Qui la chiave fondamentale per sviluppare un dialogo sui diritti umani, non è individualistica, ma è la comunità a essere
considerata il luogo ideale in cui l’uomo sviluppa la sua personalità, adempiendo i doveri sociali.

La CARTA AFRICANA DEI DIRITTI UMANI E DEI POPOLI ( = CARTA DI BANJUL), approvata a Nairobi nel 1981, è il
risultato di un lungo processo di negoziazione tra i governi membri dell’OUA (Organizzazione Unità Africana) (= dal
2002: Unione Africana).

Il tratto peculiare della carta sta nella valorizzazione delle tradizioni delle comunità africane precoloniali, quindi la
concezione dei diritti e libertà non è in linea di continuità con la tradizione occidentale.

—> Essa tende a coniugare diritti e doveri, individui e collettività.

Il primato della dimensione comunitaria, non è tale da escludere ogni forma di riconoscimento dei diritti individuali
dell’uomo, ma muta la percezione dei diritti soggettivi

—> Qui è una ANTROPOLOGIA COMUNITARIA, radicata nelle tradizioni dei popoli africani.


Temi fondamentali:

- diritti dei popoli

- legame diritti doveri

—> Visione degli esseri umani come membri di una comunità —> i soggetti collettivi sono soggetti giuridicamente
rilevanti perchè tramite essi si delinea la persona come parte di una comunità meritevole di tutela.

La carta di Banjul dunque rivolge la sua attenzione:

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- verso la famiglia e gruppi etnici

- guarda ai diritti sociali in una prospettiva comunitaria (es. diritto alla pace)

- proclama i diritti dei popoli (uguaglianza tra i popoli // diritto all’autodeterminazione // diritto a sicurezza nazionale,
ecc…)

Ma la persona è considerata meritevole di attenzione giuridica nella misura in cui adempie i propri doveri nei confronti
della famiglia, della società, delle altre comunità.

Il riconoscimento dei diritti non sarebbe concepibile se non con la correlativa imposizione di doveri di ordine sociale.

—> Il contesto dei doveri enunciati è dato dalla vita familiare e comunitaria in cui l’individuo sviluppa la propria
personalità.

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LA REGIONALIZZAZIONE DEI DIRITTI NELL’AREA DI CULTURA ARABA

Anche il mondo arabo ha prodotto dichiarazioni e documenti di rango sovrastatale in tema di diritti e libertà
fondamentali, ma ciò che caratterizza queste proclamazioni arabe è il costante riferimento alla religione (talvolta
preponderante) e i frequenti richiami testuali ai precetti religiosi.

L’OCI (Organizzazione della Conferenza Islamica) che riunisce esclusivamente paesi di fede islamica, è la prima
organizzazione internazionale che pone l’adesione all’ISLAM come unico criterio di appartenenza.

C’è poi la LEGA ARABA che raccoglie una serie di Stati secondo un criterio geogra co (nordafricani e mediorientali)
anche se ovviamente non è scevra da in ussi religiosi.

—> Prevale in ogni caso l’idea che gli stati arabi si riconoscano in una matrice culturale comune, la civiltà islamica, non
tanto sulla base di una quali cazione territoriale, ma piuttosto sulla base di una inclusione elettiva.

I principali documenti che hanno determinato una regionalizzazione araba dei diritti dell’uomo sono:

- La DICHIARAZIONE ISLAMICA DEI DIRITTI DELL’UOMO (= DICHIARAZIONE DEL CAIRO), adottata nel 1990 dai
paesi dell’OCI

- La CARTA ARABA DEI DIRITTI DELL’UOMO, adottata nel 1994 dalla Lega Araba (**Non entrata in vigore**)

- La NUOVA CARTA ARABA DEI DIRITTI DELL’UOMO, adottata nel 2004 dalla Lega Araba

La peculiarità di questi documenti è quella di trattare dei diritti e libertà fondamentali con riferimento costante al fattore
religioso.

I diritti dell’uomo sono collegati a una visione trascendente, religiosa, islamica della vita.

Quella dignità della persona che giusti ca il riconoscimento di diritti e libertà giuridicamente rilevanti, deriva all’uomo
direttamente da Dio.

—> la dignità dell’uomo deve ricondursi a Dio —> la volontà di Dio riguardo all’uomo si esprime positivamente nel
Corano e nella Sunna —> da queste 2 fonti deriva la SHARIA, la legge islamica fondamento ultimo dei diritti dell’uomo.

I riferimenti alla Sharia sono ampiamente di usi nel testo della Dichiarazione:

“ Tutti i diritti e libertà enunciati in questo documento sono subordinati alle disposizioni contenute nella Legge islamica.
La legge islamica è il solo riferimento valido al ne di interpretare e chiarire qualunque articolo in questa dichiarazione “

—> Quindi la concezione dominante nel documento è che i diritti fondamentali e le libertà dell’uomo nel mondo islamico
sono da ricondurre alla religiose islamica

—> i diritti enunciati sono collegati strettamente a obblighi di ordine morale ai quali il buon musulmano deve attenersi.

—> Le enunciazioni sui diritti includono riferimenti costanti ai supremi valori della vita, dell’uguaglianza, della famiglia, in
conformità alla volontà di Dio.

Con la Carta Araba dei diritti dell’uomo, si tratta di un documento più laico del precedente, perchè nel preambolo
vengono richiamati i principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite, nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo,
ecc…

Ma allo stesso tempo vengono richiamati i principi a ermati dalla Dichiarazione del Cairo a proposito dei diritti
dell’uomo nell’Islam, con riferimento alla Sharia.

—> Ma comunque l’approvazione della Carta Araba va inserita in un processo di graduale e parziale avvicinamento del
mondo arabo verso la categoria occidentale dei diritti dell’uomo, PER MOTIVI ECONOMICI E POLITICI NELLA
PROSPETTIVA DI RELAZIONI INTERNAZIONALI, riconoscendo un livello standard di tutela dei diritti

**Ma comunque la Carta Araba non è entrata in vigore per mancanza di rati ca**

Nel frattempo (anche dopo l’11/09/2001 e su pressione dell’opinione pubblica araba e internazionale), la Lega approvò
la Nuova Carta Araba dei diritti dell’uomo, nel 2004, entrata in vigore nel 2008 (con elementi in linea con gli standard
internazionali).

Questo è il primo documento che segna una importante, prima, apertura del mondo arabo verso i diritti dell’uomo,
citando anche i fondamentali documenti internazionali in materia.

Ci sono alcune novità di contenuto:

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- riferimento al diritto dei popoli, che possono vantare il diritto all’autodeterminazione, alla sovranità nazionale, il ri uto
del razzismo, sionismo e occupazione straniera, il diritto di resistenza contro l’occupazione

(ma di fatto la sovranità nazionale è derogabile in caso di emergenza —> quindi è di cile realizzare un’e cace
meccanismo di tutela di diritti)

- importanza del dato del legame sociale, della fratellanza, dimensione comunitaria che abbraccia tutti i fedeli
musulmani

- legame indissolubile tra religione e politica, perchè l’islam è religione, progetto politico e ordinamento allo stesso
tempo

- DIRITTI ENUNCIATI: diritti individuali / diritti amministrazione giustizia / diritti civili e politici / diritti economici, sociali
e culturali

—> E si conclude con disposizioni esortative verso gli stati rmatari a nchè adottino le leggi necessarie per rendere
e ettivi nei loro ordinamenti i diritti proclamati.

(ma il fattore religioso è ancora troppo in uente).

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VALORI ASIATICI

I paesi asiatici non hanno dato vita a un’organizzazione regionale capace di riunire intorno a un documento
giuridicamente rilevante le istanze condivise in tema di diritti e libertà fondamentali.

L’organizzazione più importante, riunisce 10 paesi asiatici, ed è l’ASEAN (Associazione delle Nazioni del SudEst
asiatico), istituita nel 1967, la quale non aveva come nalità quella di promuovere i diritti e le libertà a livello regionale.

Nel 2004 fu attuato un programma comune per la promozione dei diritti umani e la realizzazione di meccanismi regionali
di tutela degli stessi

—> documenti programmatici… la cui attuazione resta subordinata a molte variabili.

Nel 2009 è entrata in funzione (nell’ambito dell’ASEAN) una COMMISSIONE INTERGOVERNATIVA SUI DIRITTI
UMANI… anche se in Asia al momento non esistono dichiarazioni regionali dei diritti, o strumenti sovranazionali di tutela
delle prerogative individuali.

In vista della Conferenza mondiale sui diritti umani del 1993, i paesi asiatici partecipanti elaborarono un documento, la
DICHIARAZIONE DI BANGKOK, nel quale venivano posti in risalto i valori della cultura asiatica, e in relazione alla tutela
dei diritti umani, si sosteneva che, secondo la loro tradizione, maggiore attenzione viene rivolta al bene comune della
collettività piuttosto che ai diritti dell’individuo.

Si a ermava che la famiglia era la pietra angolare dell’edi cio della società asiatica, e che la ricerca del consenso /
mediazione sono preferiti alla controversia.

Con l’espressione VALORI ASIATICI si fa riferimento a un sistema gerarchico di valori lontani dalla cultura occidentale.

Nella fase storica corrente, il sistema dei valori asiatici è orientato a porre il ne dello sviluppo economico al vertice
della scala gerarchica… lo sviluppo economico è inteso come la via necessaria da percorrere per assicurare migliori
condizioni di vita agli individui.

Pertanto, diritti civili e politici possono essere legittimamente sacri cati quando ciò sia reso necessario dalle esigenze
del progresso economico —> visione che giusti ca anche un governo burocratico autoritario, in grado di pervadere la
vita degli individui: non c’è sfera della vita privata che non possa essere regolata e disciplinata dai pubblici poteri.

Sul piano teorico- loso co, i valori asiatici incorporano le virtù del confucianesimo

- primato interessi collettivi

- armonia sociale anche a costo di sacri care le aspettative dei singoli

- prevalenza degli interessi della famiglia / comunità / nazione

- cura per l’ordine e stabilità

- parsimonia e sobrietà

- disponibilità a sacri care se stessi per il bene della comunità.

Per capire come una visione come questa si traduca nel concreto di un ordinamento giuridico, l’esempio per eccellenza
è la REPUBBLICA POPOLARE CINESE.

Secondo la prospettiva confuciana (radicata nel pensiero cinese, anche se avversata dalla classe dominante), l’uomo
che intenda coltivare le virtù individuali ha un’unica strada da percorrere: quella dell’adempimento dei doveri e
responsabilità che nascono dalle relazioni con gli altri individui.

—> solo attraverso l’adempimento degli obblighi reciproci che incombono sui membri della collettività, ciascun
individuo realizza pienamente la propria personalità.

—> per questo è di cile delineare una posizione giuridica soggettiva individuata nettamente separata dalla collettività

La società cinese ancora oggi porterebbe in sè le tracce di una dimensione gerarchica delle relazioni, piuttosto che
egualitaria.

In Cina, c’è la teoria della priorità dello sviluppo, in base alla quale il diritto allo sviluppo economico e sociale, e il diritto
alla sopravvivenza (cibo e bisogni essenziali) hanno la priorità su tutti gli altri.

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—> in altri termini: tutti i diritti umani sono meritevoli di tutela, ma in un paese in cui molta parte della popolazione è
povera e c’è di erenza tra le componenti sociali, il diritto alla sopravvivenza dignitosa e allo sviluppo della propria
condizione sociale e economica va garantito prima degli altri diritti.

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In base a questa teoria, si giusti cano dunque limitazioni e restrizioni alle libertà civili e ai diritti politici.

I diritti e libertà non vengono ritenuti di per sè meritevoli di tutela, ma vengono concepiti come strumenti possibili per il
conseguimento di obiettivi sociali.

Successivamente, negli ultimi 40 anni, la Cina si è aperta alle concezioni occidentali in tema di diritti umani,
sottoscrivendo importanti convenzioni internazionali sui diritti e mostrando attenzione verso la cooperazione
internazionale per la tutela di questi.

Una riforma costituzionale del 2004 prevede che lo STATO RISPETTA E PROTEGGE I DIRITTI UMANI.

—>

Malgrado ciò prevale la convinzione (propria della prospettiva socialista) per cui i diritti umani non sono assoluti.

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IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA QUALE PRE-CONDIZIONE DELLA GARANZIA DEI DIRITTI E DELLE LIBERTA’

La libertà da ingiusti cate discriminazioni, o più comunemente, l’UGUAGLIANZA di fronte alla legge, costituisce un
rilevante strumento di tutela dei diritti inviolabili.

—> è un principio che non esaurisce la propria forza nelle libertà fondamentali, ma pervade l’intero ordinamento e
rappresenta un limite generale all’esercizio della funzione legislativa.

—> il legislatore, quale che sia la materia, nel legiferare dovrà procedere a una valutazione secondo RAGIONEVOLEZZA
delle diverse situazioni giuridiche.

Muovendo dal presupposto dell’uguale dignità delle persone, il legislatore potrà approvare norme che dispongono
trattamenti di erenziati, che saranno legittimi solo se ragionevoli, e quindi rispettosi del principio di uguaglianza.

Il principio di uguaglianza compare nelle costituzioni a partire da quelle del XX sec.

E’ un principio costituzionale: gli organi, i poteri, i giudici, sono tenuti a svolgere le proprie funzioni nel rispetto del
principio costituzionale di uguaglianza: si tratta di assicurare il mantenimento dell’ordine politico e giuridico
democratico.

Il principio di uguaglianza trova attuazione quando la legge / atti pubblici trattano in modo uguale coloro che la
costituzione considera uguali (U. FORMALE): l’intenzione è quella di escludere che si determino condizioni di privilegio.

Allo stesso tempo, il carattere democratico e sociale delle costituzioni del Novecento, imprime al principio di
uguaglianza una valenza sostanziale: l’U. SOSTANZIALE richiede che colo che oggettivamente versano in condizioni
di erenti siano trattati diversamente.

Le condizioni materiali, a dispetto di quelle formali, determinano oggettivi impedimenti al godimento di diritti e libertà.

Compito dello stato democratico è rimuovere gli ostacoli che impediscono l’eguale dignità delle persone e l’esercizio
dei diritti fondamentali.

Sussiste una vera e propria presunzione di illegittimità costituzionale delle leggi che determinano di erenziazioni di
trattamento… ma questa viene meno se si dimostri la RAGIONEVOLEZZA DELLE DIFFERENZIAZIONI previste dal
legislatore. (es. se è una legislazione premiale).

Il pericolo che il legislatore introduca trattamenti di erenziati irragionevoli, violando il principio costituzionale di
uguaglianza, chiama in causa la funzione giurisdizionale per stabilire la legittimità costituzionale e tutelare i diritti
fondamentali.

—> il giudice costituzionale valuta e colpisce le leggi che introducono trattamenti ingiusti cati, quindi è lo strumento più
idoneo a tutelare la dignità della persona.

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LA GIURISDIZIONE COSTITUZIONALE DELLE LIBERTA’

In tutti gli ordinamenti retti da una costituzione rigida e lunga occorre che i diritti costituzionalmente disciplinati siano
garantiti in sede giurisdizionale contro ogni violazione. Dunque in molti stati funzionano apposite Corti o Tribunali
costituzionali.

—> serve apparato per garantire l’e ettivo godimento dei diritti proclamati.

L’incorporazione dei diritti e libertà fondamentali nelle costituzioni li ha sottratti alla disponibilità della legge, che sono
ora un limite all’azione del legislatore: la legge non può dettare norme contrarie alla costituzione nè violare o limitare i
diritti sanciti in essa, salvo quanto previsto dalla stessa carta costituzionale.

L’art 13 della CEDU prevede che “Ogni persona i cui diritti e libertà riconosciuti nella presente Convenzione siano stati
violati, ha diritto a un ricorso e ettivo davanti a un’istanza nazionale, anche quando la violazione sia stata commessa da
persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni u ciali.

Possono darsi rimedi politici, o para-giurisdizionali, ma la via più e cace è quella giurisdizionale (per quanto anch’essa
non risulta idonea sempre a produrre la restitutio in integrum).

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E’ cresciuto molto il ruolo dei Tribunali costituzionali, i cui giudici hanno svolto un ruolo rilevante in materia di diritti e
libertà fondamentali.

Hanno saputo rileggere i cataloghi dei diritti e libertà fondamentali nelle costituzioni per reinterpretarli alla luce delle
nuove istanze… e hanno saputo o rire una applicazione equilibrata anche di quei diritti suscettibili di entrare in con itto
tra loro.

Dunque, un ordinamento con costituzione rigida, è in grado di o rire una protezione e cace dei diritti e libertà
fondamentali attraverso l’opera dei giudici costituzionali chiamati a garantire l’inviolabilità della costituzione.

Questa azione di tutela può essere anche articolata sulla base di un accesso diretto ai tribunali costituzionali da parte di
soggetti che lamentino la lesione di un diritto fondamentale.

Infatti in alcuni ordinamenti sono previsti istituti processuali che vedono come organi giudicanti i Tribunali costituzionali,
e come attori ricorrenti i titolari di diritti e libertà fondamentali che si sentano lesi da parte di un atto della pubblica
autorità.

—> i ricorsi diretti a tutela dei diritti sono stati previsti da diverse costituzioni (principalmente in america latina e in
Europa)

—> Con l’espressione GIURISDIZIONE COSTITUZIONALE DELLE LIBERTA’, si intende includere i ricorsi costituzionali
diretti a tutela dei diritti fondamentali, che in diversi ordinamenti, sono previsti e disciplinati, anche se con alcune
di erenze.

I due principali prototipi sono individuati nel JUICIO DE AMPARO di origine messicana (di usissimo in America Latina),
e nella BESCHWERDE austriaca (modello di riferimento europeo).

Quali sono i soggetti legittimati a presentare ricorso contro atti lesivi di diritti e libertà?

1) Questa possibilità viene riconosciuta a tutti coloro che ritengono di aver subito una lesione.

2) A costoro, in base agli ordinamenti, possono aggiungersi altri soggetti, i quali sono investiti di funzioni pubbliche che
prevedono l’attivazione di meccanismi processuali a tutela di diritti di altri soggetti (es. DEFENSOR DEL PUEBLO in
Spagna)


Qual è l’organo competente a decidere se la lesione dei diritti fondamentali si sia e ettivamente prodotta a danno del
ricorrente?

1) In alcuni sistemi, principalmente dell’America latina, i ricorsi sono rivolti all’autorità giurisdizionale ordinaria (Cile /
Argentina / Messico / Colombia / Brasile).

2) Altri sistemi invece prevedono che il ricorso sia rivolto al Tribunale Costituzionale.

- Il tribunale costituzionale è chiamato a decidere in via esclusiva sulla violazione dei diritti fondamentali. Questa
ipotesi è ricorrente in Europa (GER / AUS / SPA / europa centro orientale ecc..)

- Il tribunale costituzionale è chiamato a decidere come giurisdizione di revisione. Ciò accade specialmente in America
latina, dove i giudici costituzionali intervengono, se aditi, come giudici di secondo grado rispetto alle decisioni adottate
dai giudici ordinari. (es. Perù / Colombia).


Qual è l’oggetto del ricorso (atto della pubblica autorità contro il quale si rivolge l’accusa) ?

1) Alcuni ordinamenti non prevedono alcuna limitazione, qualsiasi atto può essere impugnato (GER / AUS / SPA /
europa centro orientale / America latina).

2) Altri ordinamenti invece escludono determinati atti, come decisioni dei giudici (Colombia) o atti degli organi federali
(Svizzera).

3) Altri ordinamenti contemplano che si può ricorrere direttamente anche per gli atti di un soggetto privato (Argentina /
Colombia / Bolivia, ecc…)

In ne bisogna distinguere sistemi che o rono una GARANZIA GENERALE dei diritti e libertà fondamentali (es. Austria /
Germania / e paesi dove è previsto l’AMPARO) e quei sistemi che invece prevedono una GIURISDIZIONE LIMITATA A
DETERMINATI DIRITTI (es. l’HABEAS CORPUS, per cui possono essere impugnati solo atti che limitano arbitrariamente
la libertà personale).


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IL JUICIO DE AMPARO MEXICANO E LA SUA DIFFUSIONE IN AMERICA LATINA

Diversamente dal controllo di costituzionalità (che mira a preservare da ogni violazione i precetti costituzionali), il JUICIO
DE AMPARO è rivolto alla protezione DIRETTA dei diritti fondamentali della persona, e conseguentemente, dei precetti
costituzionali che quei diritti a ermano.

Le decisioni che concludono il giudizio determinano la DISAPPLICAZIONE dell’atto lesivo al caso di specie, e non un
suo annullamento.

—> Si tratta di un rimedio giurisdizionale diretto che permette ai cittadini di adire le autorità giurisdizionali competenti
contro ogni decisione arbitraria posta in atto da soggetti pubblici o privati.

Il recurso de amparo o re solitamente tutela nei confronti di tutti i diritti e libertà fondamentali, ma sono previsti anche
strumenti particolari come l’habeas corpus o l’habeas data.

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La ragione del ricorso deve essere fondata sulla presunta lesione di diritti e libertà garantiti dalla costituzione, e sono in
genere esclusi dalla lista degli atti impugnabili le leggi e gli atti normativi dell’esecutivo con forza di legge, dal momento
che questi in genere sono soggetti al controllo di costituzionalità.

I soggetti legittimati a presentare il RECURSO DE AMPARO sono i titolari di diritti lesi, persone siche o giuridiche,
alcuni soggetti dell’apparato pubblico (es. il DEFENSOR DEL PUEBLO in Colombia, Bolivia ma anche Spagna).

Il giudizio di amparo nasce in Messico con la costituzione dello stato dello Yucatan nel 1841, poi viene introdotto nella
successiva costituzione federale del 1957.

Amparo = Protezione —> il recurso di amparo vuole apprestare protezione a favore di coloro che dicono di aver subito
una lesione dei diritti.

Questi possono adire un giudice federale, e in alcuni casi direttamente la Corte suprema, per ottenere tutela nei
confronti di qualsiasi atto della pubblica autorità (inclusa la legge, in tal caso è una denuncia di incostituzionalità).

—> L’eventuale accoglimento del ricorso però produce solo la DISAPPLICAZIONE, sicchè l’atto resta in vigore con la
possibilità che sia applicato nuovamente

(Per impedirne l’applicazione è necessario presentare, da parte di chi vi abbia interesse, un ulteriore recurso —> limite
alla sua e cacia).

L’istituto, nato inizialmente per la sola tutela dei diritti, fu esteso alle violazioni della costituzione in genere (1917) —>
INCREMENTO DEI RICORSI

—> RIFORMA 1994: la competenza a decidere spetta ai giudici federali, ma la corte suprema può avocare a sè i giudizi
di amparo quando ritenga che sussista un interesse costituzionale che trascende il caso di specie.

L’istituto si è di uso in tutta l’America Latina.

E’ stato incorporato in diverse costituzioni europee (GER / AUS / SP / SVIZ / europa centrale, orientale / ex unione
sovietica ).

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IL RICORSO DIRETTO A TUTELA DEI DIRITTI IN SPAGNA / GERMANIA / SVIZZERA

Le origini della giurisdizione costituzionale dei diritti e delle libertà in Europa devono farsi risalire ad alcune esperienze
maturate in Svizzera e nello stato della Baviera.

1) La costituzione della CONFEDERAZIONE SVIZZERA nel 1848 prevedeva che in caso di violazione dei diritti
costituzionalmente garantiti poteva essere presentato ricorso per la loro tutela.

Inizialmente il ricorso si doveva presentare all’assemblea federale, la quale, suo giudizio, valutava se sottoporre la
questione al Tribunale federale (= funzione di ltro del parlamento).

Dopo la revisione del 1874, il ltro fu eliminato, e si ammise il ricorso diretto al Tribunale federale.

Oggi la costituzione della Svizzera prevede la possibilità che una vasta gamma di soggetti possa adire il Tribunale
federale —> “ricorso in materia costituzionale” per la censura delle violazioni dei diritti costituzionali, vs atti
legislativi, amministrativi, giurisdizionali.

Tuttavia essendo la materia di diritti e libertà di usamente disciplinata nelle costituzioni cantonali, il Tribunale
federale esercita le proprie funzioni di garanzia anche avendo riguardo ai diritti costituzionali cantonali dei quali si
lamenti la lesione, e dei diritti che derivano da CEDU e altre convenzioni internazionali.


2) In GERMANIA il ricorso costituzionale diretto al Tribunale costituzionale federale (VERFASSUNGBESCHWERDE)


rappresenta la principale attività dell’organo di giustizia costituzionale.

Contro un atto legislativo, amministrativo o giudiziario, chiunque può presentare ricorso al tribunale costituzionale
federale se ritiene di essere stato leso un diritto garantito costituzionalmente.

In Germania, il ricorso individuale diretto è ritenuto uno strumento STRAORDINARIO E SUSSIDIARIO, di cui ci si
può avvalere solo se siano stati esperiti tutti gli altri rimedi previsti per rimuovere gli e etti della violazione di un
diritto fondamentale.

—> è un fenomeno comunque ipertro co e dilagante

—> mentre la percentuale dei ricorsi accolti è bassissima (2% del totale) (sanzioni pecuniarie a carico dei ricorsi
temerari)

In fase preliminare, il Tribunale veri ca l’ammissibilità del ricorso (per rilevanza costituzionale della lesione //
carattere rilevante del diritto // grado di gravità delle conseguenze in caso di ricorso respinto).

La decisione conclusiva, in caso di accoglimento, produce e etti ERGA OMNES e annulla la legge o l’atto o il
provvedimento giudiziario.

**Il modello della verfassungbeschwerde è stato accolto dalle cost. dei paesi dell’europa centro-orientale**


3) Anche in SPAGNA si prevede il controllo di costituzionalità per la tutela dei diritti fondamentali sanciti dalla
costituzione.

Contro le violazioni e le lesioni dei diritti (uguaglianza , fondamentali, libertà , obiezione di coscienza) ogni persona
può presentare RICORSO DI AMPARO.

Il ricorso può essere presentato anche dal DEFENSOR DEL PUEBLO e dal PROCURATORE GENERALE.

Oggetto: qualsiasi atto del potere pubblico.

Per contenere l’abuso dello strumento, si può accedere al ricorso di amparo solo dopo aver esperito tutti i rimedi
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previsti a tutela dei diritti.

—> Sicchè solitamente il ricorso è rivolto contro le decisioni giudiziali che non hanno rimosso le lesioni presentate.

La maggior parte dei ricorsi di amparo sono rigettati in fase preliminare perchè il più delle volte manca il
fondamento costituzionale della violazione lamentata.

**Lite temeraria: sanzioni in caso di malafede** —> ma comunque molti ricorsi.

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LA TUTELA MULTILIVELLO DEI DIRITTI

Dalla seconda metà del Novecento, si è manifestata una tutela multilivello dei diritti fondamentali: senza togliere agli
stati nazionali la centralità nel ruolo della tutela dei diritti proclamati dalle rispettive costituzioni, a essi si sono a ancati
livelli di tutela internazionale e sovranazionale che hanno certamente contribuito a ra orzare la sensibilità universale
verso i diritti della persona.

—> dichiarazioni e convenzioni su scala internazionale e regionale, per promuovere la protezione dei diritti dell’uomo

—> integrazione sfera nazionale in materia di diritti

Ma la sede principale, per adire la tutela, resta pur sempre il livello statale.

Le norme dei trattati internazionali si rivolgono principalmente agli stati, e sono fonte di obblighi.

Le costituzioni degli stati spesso prevedono l’adeguamento dell’ordinamento interno alle norme internazionali (es. art 11
cost ita)

Si tratta di riferimenti normativi che consentono l’incorporazione automatica del diritto internazionale dei diritti umani
nell’ordinamento statale

—> la tutela giurisdizionale resta saldamente nella sfera di pertinenza degli organi statali, anche quando quei diritti
siano internazionalmente riconosciuti.

—> In linea generale le dichiarazioni internazionali per la tutela dei diritti a ermano la necessità che gli individui siano
messi in condizione, nei rispettivi ordinamenti, si agire per la tutela e ettiva dei propri diritti fondamentali.

E’ compito degli stati garantire al loro interno la valenza delle dichiarazioni internazionali: la tutela dei diritti umani che
deriva dalle disposizioni di diritto internazionale impegna direttamente gli Stati.

—> Quindi in linea di tendenza gli Stati conservano una sorta di monopolio della tutela giurisdizionale dei diritti, mentre
hanno perso il monopolio della declaratoria dei diritti.

I due livelli costituzionali, nazionale e sovranazionale, si in uenzano reciprocamente, dando luogo a una dinamica
costante di interscambio.

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LA CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO E LA TUTELA DEI DIRITTI

Nel continente europeo la tutela dei diritti rappresenta una sorta di apparato di difesa dei valori comuni della tradizione
occidentale.

L’impianto complessivo che mira a salvaguardare i diritti della persona poggia su 3 tipi di ordinamenti giuridici:

- ord. nazionale

- ord. comunitario

- ord. internazionale

La CONVENZIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO è un accordo internazionale multilaterale a carattere regionale:
spetta agli stati contraenti determinare al proprio interno modalità e grado di tutela da apprestare ai diritti proclamati.

—> La convenzione prevede l’istituzione di una CORTE EDU (CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO, con sede a
STRASBURGO), dinanzi al quale un cittadino privato, un’organizzazione non governativa ecc… può presentare ricorso
per lamentare la violazione dei diritti riconosciuti dalla convenzione da parte delle autorità di uno stato contraente.

L’accesso diretto alla Corte europea dei diritti dell’uomo ha carattere SUSSIDIARIO: è possibile far valere la lesione di
un diritto nanzi a essa solo dopo aver esperito i rimedi consentiti nell’ordinamento nazionale.

Lo stato dunque può essere convenuto in giudizio davanti alla corte per suoi atti, decisioni, comportamenti, e il giudizio
della corte mira a veri care se l’atto è realmente lesivo di uno dei diritti sanciti dalla convenzione —> bisogna veri care
che l’azione degli stati contraenti sia coerente con i valori riconosciuti all’atto della sottoscrizione della convenzione.

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LA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA E LA TUTELA DEI DIRITTI

Originariamente, l’ordinamento comunitario aveva previsto un sistema di tutela dei diritti fondamentali riconosciuti dai
Trattati istitutivi, coordinato con il sistema di tutela delle costituzioni nazionali.

I diritti fondamentali comunitari erano garantiti dalla CORTE DI GIUSTIZIA nei confronti degli atti delle istituzioni
comunitarie, sulla base dei principi derivati dalle costituzioni nazionali degli stati membri e della convenzione europea.

Parallelamente le corti costituzionali degli stati membri erano chiamate a garantire i diritti e le libertà fondamentali
sancite nelle rispettive costituzioni nei riguardi degli atti delle autorità nazionali, salvo il caso in cui tali atti dessero
attuazione a disposizioni comunitarie.

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—> ma ben presto queste sfere di tutela di diritti si sono andate sovrapponendo, con gurando alcune problematiche.

—> ci si riferisce al tema dei CONTROLIMITI (= presa di posizione delle corti cost italiane e tedesca, secondo cui diritti
inviolabili dalle cost nazionali sono un limite anche per le istituzioni comunitarie, pertanto la tutela dei diritti fondamentali
nazionali deve restare nelle mani delle corti cost anche quando la loro violazione derivi da atti delle istituz comunitarie) e
all’INCORPORATION (i principi sia europei che singoli stati andrebbero integrati ) (SONO A LIVELLO TEORICO)

La corte di giustizia ha gradualmente dato un decisivo impulso alla tutela dei diritti a livello sovranazionale, includendo
nella sua azione anche situazioni giuridiche soggettive non espressamente contemplate nei trattati.

—> ha esteso la sua azione di garanzia anche verso diritti non espressamente tutelati della normativa comunitaria e
richiamandosi ai diritti sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ai diritti facenti parte per tradizione del
patrimonio costituzionale degli stati membri.

Con l’approvazione della CARTA DI NIZZA del 2000 e la sua incorporazione nel Trattato di Lisbona del 2009, che le ha
conferito la stessa forza vincolante dei trattati, il livello di tutela dei diritti e libertà che la corte di giustizia è in grado di
assicurare è superiore sicuramente rispetto agli standard della CEDU.

—> ma la forza espansiva dei diritti proclamati qui si scontra con la natura limitata dell’ambito di applicazione (= si
applicano solo nel rispetto del principio di sussidiarietà).

= Osmosi tra ordinamento sovranazionali e ordinamenti nazionali.

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LA TUTELA GIURISDIZIONALE SOVRANAZIONALE DEI DIRITTI IN AMERICA E IN AFRICA

L’OSA (org. stati am.), allo scopo di promuovere il rispetto dei diritti umani negli stati membri, istituisce nel 1959 la
commissione interamericana dei diritti umani.

—> organo politico che svolge attività di promozione dei diritti, ma anche di protezione (inchieste e indagini sulla base
di petizioni individuali o comunicazioni ricevute da uno stato su violazioni di altro stato, e inoltre rivolge
raccomandazioni, e chiede misure cautelari)

Nel 1969 l’OSA approva la Convenzione americana dei diritti dell’uomo (= patto di San Josè) e istituisce la Corte
Interamericana dei diritti, con la funzione di proteggere i diritti umani in relazione agli impegni assunti dagli stati aderenti
al patto

—> funzione consultiva (interpretazione / applicazione della convenzione)

—> funzione contenziosa (sui ricorsi presentati da uno stato membro per far valere la responsabilità di un altro per
violazione dei diritti della convenzione).

ALLA COMMISSIONE INTERAMERICANA E’ AMMESSO IL RICORSO INDIVIDUALE DEI SINGOLI INDIVIDUIU, SENZA
PARTICOLARI CONDIZIONI.

ALLA CORTE SI PUO’ RIVOLGERE LA COMMISSIONE O GLI STATI, MA NON I SINGOLI.

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La tutela e ettiva dei diritti enunciati nella Carta di Banjul in Africa fa perno su due istituzioni:

- la commissione africana dei diritti dell’uomo

- la corte africana dei diritti dell’uomo

La commissione (1995) è un organo di natura politica con il compito di promuovere i diritti umani e i diritti dei popoli,
secondo la concezione africana; garantire la protezione degli stessi diritti; fornire pareri sulla interpretazione delle
disposizioni della carta.

Può avviare procedure di inchiesta sulla violazione dei diritti sulla base di istanze di Stati o Individui.

—> ma le risoluzioni adottate non hanno e cacia vincolante

—>

Dunque l’OUA (poi UA) ha creato la Corte africana dei diritti dell’uomo, che ha iniziato a operare dal 2006.

La corte può essere adita dalla commissione / stato membro / singoli, solo se si sono esauriti i rimedi interni.

In caso di danni seri, può adottare misure cautelari.

Ma la possibilità che la corte si pronunci su un’istanza proveniente da un individuo, è subordinato alla condizione che lo
stato imputato ammetta che possa averlo fatto.

Nel 2003 l’UA ha istituito una corte parallela: la corte d giustizia dell’UA, con nalità di interpretazione e applicazione
dell’atto istitutivo dell’UA e di tutte le altre disposizioni di diritto internazionale, e può essere adita dai singoli.
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