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➔ potere legittimo (tipico di uno Stato, non ha bisogno della forza perché è capace di
condizionare i comportamenti mediante leggi e regolamenti) ≠ illegittimo (ottenere
obbedienza tramite la forza bruta)
↪ il potere legittimo può essere diviso in tre idealtipi → schemi concettuali con funzione
euristica → permettono di scoprire alcune caratteristiche che normalmente sfuggirebbero
all’osservazione → diversi modi di obbedienza al comando
● potere tradizionale → la legittimità risiede nel rispetto della tradizione e nella
reverenza verso la persona del signore (per esempio i modelli di potere patriarcali e
patrimoniali)
● potere legale-razionale → credenza nella razionalità del comportamento conforme
alla legge. Si basa sull’impersonalità, perché la validità delle norme generali e
astratte è indipendente da coloro che le hanno promulgate. Tipica dello stato
burocratico
● potere carismatico → credenza nelle doti straordinarie del capo, come una sorta di
vocazione a cui non ci si può sottrarre. Il capo carismatico non ha bisogno di
legittimare la propria autorità perché punta all’adesione spontanea e personale dei
seguaci → si tratta infatti di un rapporto irrazionale ed emozionale, che proprio per
questo sarà sia forte ma anche precario → il carisma fa parte solo di una fase iniziale
del potere, poi tenderà a normalizzarsi con pratiche rituali che lo faranno evolvere a
tutte le altre forme di potere ordinarie
“Stato” è una parola che si inizia a usare nella sua concezione politica grazia a Machiavelli.
Questa deriva dal latino, status, che indicava una posizione, pubblica o privata, in una
comunità.
Secondo Weber la concezione di questa parola corrisponde a un cambiamento del potere
politico che si è verificato in età moderno, ovvero la comparsa di Stati nazionali, gli stati
moderni. Questi sono caratterizzati da solidi confini territoriali, un efficiente apparato
amministrativo, e dal monopolio dell’uso legittimo della forza. Importante è perciò la
sovranità → potere sommo da cui derivano gli altri poteri inferiori e che sopra di esso non
vede nessuna altra autorità.
↪ primi teorici → Jean Bodin e Thomas Hobbes → stato forte e unitario che mettesse fine
alla guerre per creare una situazione di pace necessaria per lo sviluppo economico del
paese → contrapponevano un ordine politico (progetto razionale di costruzione di rapporti
sociali) a uno naturale (assenza di regole e insicurezza generale).
↓ diverse forme istituzionali dello stato moderno
➢ Stato assoluto → tipica del 17esimo e 18esimo secolo ed è caratterizzata
dall’accentramento del potere nella figura del monarca, che si trova sciolto da ogni
vincolo che ne limiti la sovranità. (Luigi XIV di Francia)
Hobbes legittima questa forma di Stato poiché unica soluzione per porre fine allo
stato naturale in cui si trovano gli uomini (egoismi e guerre). Gli uomini cedono le
proprie libertà e diritti e le consegnano a un’unica persona che eserciterà la sovranità
e a cui ci si sottomette totalmente → laicità del potere politico → lo stato nasce per
volere e contratto degli uomini
➢ Monarchia costituzionale → forma istituzionale dello Stato moderno europeo, in cui
il sovrano giura fedeltà a un documento programmatico (costituzione), impegnandosi
a rispettare i fondamentali diritti civili dei sudditi → Inghilterra con Guglielmo III
d’Orange e Maria Stuart che nel 1689 firmarono il Bill of Rights (modello delle
successive costituzioni). È successivamente, nel 18esimo e 19esimo secolo, che si
sviluppo il liberalismo → si assegnano precisi limiti allo stato cosicché ai cittadini
possano essere sempre più riconosciuti i propri diritti civili (spazio in cui i l cittadino
può agire liberalmente, fuori dal controllo dello stato).
≠ dallo stato assoluto perché i tre poteri vengono divisi a organi indipendenti
equilibrati. Limite della monarchie costituzionali è stato il fatto che la maggioranza in
parlamento era stata votata soltanto da una piccola parte della società, la classe più
agiata, non favorendo le volontà di tutti
➢ Democrazia liberale → forma odierna dello stato rappresentativo in cui sono
rappresentati i singoli, considerati uguali di fronte alla legge. Lo stato è organizzato
secondo la divisione dei poteri e ponendo attenzione verso i diritti civili dei singoli.
Vige il principio della sovranità popolare perché chi governa lo fa in virtù di una
delega ricevuta dal popolo.
→ estensione del potere statale che ha incontrato lo Stato moderno in particolar modo a
partire dalla seconda metà del 1800 e per tutto il 1900
➔ aumento dei ministeri
➔ crescita e penetrazione della burocrazia
➔ statalizzazione dei servizi pubblici essenziali
➔ intervento dello stato in economia
➔ aumento dei dipendenti statali
➔ crescita della spesa pubblica
➔ incremento del prelievo fiscale
↪ stato = gigantesca macchina che controlla praticamente tutti gli aspetti della società
→ si rischia un’eccessiva presenza dello stato nella società civile, ovvero l’insieme dei
cittadine e delle relazione che li coinvolgono al di fuori dell’organizzazione statale e del
governo politico → Hegel la definisce come una dimensione intermedia tra l’ambito politico e
quello familiare
→ un’altra criticità è quella del populismo → con questo termine si intende ogni posizione o
prassi politica che faccia marcatamente leva sulla nozione di popolo esaltandone i bisogni e
proponendosi a difesa degli stessi contro i detentori del potere economico e politico. Per
questo esso trova terreno fertile nelle situazioni in cui la precarietà economica,
l'insoddisfazione per la propria condizione, e i timori per il futuro suscitano nelle persone il
bisogno di individuare i responsabili ma anche delle soluzioni. Secondo i populisti i problemi
sociali nascono perché la classe dirigente non è capace di ascoltare le necessità del
popolo preferendo gli interessi dell'élite.
Il populismo non ha una precisa connotazione ideologica e tende più che altro ad
assecondare le tendenze e gli umori della popolazione più che farsi promotori di idee e
proposte che possono risultare impopolari → individuano un nemico contro il quale
coalizzare il popolo.
Rischi → propongono soluzioni spesso scarsamente praticabili perché non si basano
sulla razionalità delle cose ma sull'emotività, e tendono a sottovalutare il valore delle
istituzioni della democrazia rappresentativa propugnando la necessità di una gestione
diretta del paese.
LA PARTECIPAZIONE POLITICA
La partecipazione politica include tutte le azioni che i cittadini intraprendono liberamente allo
scopo di produrre cambiamenti nella vita della collettività. La forma per eccellenza è quella
delle consultazioni elettorali, ma esistono altri modi per partecipare alla vita politica
- Tenersi informati sulle attività del governo, del Parlamento, e dei partiti politici e dei
loro leader
- Frequentare i corsi di formazione politica
- Militanza nei partiti e nei movimenti
- Protesta
- Partecipazione professionale a tempo pieno dei funzionari di partito
Attraverso le consultazioni elettorali vengono selezionati i cittadini che rappresenteranno il
popolo negli organi del governo centrali e periferici, ed è per questo motivo che è il
principale strumento della volontà popolare, simbolo inoltre di libertà e democraticità → non
a caso nei regimi autoritari e totalitari la partecipazione non esiste ed è legittimato un
pensiero unico, un partito unico, e una stampa pilotata in cui le consultazioni popolari
perdono ogni significato
Durante la partecipazione politica il comportamento elettorale può essere attivo o passivo
- attivo: cittadini che godono del diritto di voto amministrativo e politico
- passivo: Cittadini che possono essere eletti
Astensionismo → fenomeno per cui i cittadini che godono del diritto di voto decidono di non
esercitarlo, disertando le urne in occasione delle elezioni
Questo può essere interpretato, da un lato, come protesta del cittadino nei confronti dei
partiti e dei leader, dall'altro, può essere inteso come il segno di un disinteresse generale
verso la cosa pubblica.
Ma perché si vota uno piuttosto che un altro?
- Perché si riconosce nell'universo ideologico o nella categoria sociale del partito
scelto (Voto di appartenenza)
- Perché in cambio del voto un candidato gli ha promesso di occuparsi di un suo
problema (Voto di scambio)
- Tra i programmi ha scelto quello più convincente (Voto di opinione)
L'opinione pubblica rappresenta il flusso di pensieri che si genera all'interno della vita sociale
e che esprime l'orientamento prevalente delle persone su temi e questioni che riguardano
l'intera collettività. Il fatto è che sia pubblico perciò ammette che l’opinione trascende il
ristretto ambito della vita personale ma anche il fatto che è espressa pubblicamente. Il
concetto di opinione pubblica nasce nel 1700 in ambiente illuminista, ma ha acquisito un
nuovo rilievo nel XX secolo grazie alla graduale estensione del corpo e letterale e allo
sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa, diventati ben presto elementi di criticità.
Secondo Lippman , l’uomo è facilmente influenzabile perché la realtà diventa sempre più
complessa e non è possibile conoscerla tutta soltanto tramite i propri mezzi conoscitivi, e per
questo motivo fa uso dei mezzi di comunicazione di massa.
→ bullet theory → i messaggi dei media sono come pallottole che colpiscono soggetti
incapaci di opporre resistenza, influenzandone le opinioni in modo decisivo.
Secondo Lazarsfeld l'influenza dei media sull'opinione pubblica non è di tipo diretto ma
passa attraverso due stadi perché prima viene filtrata dalla rete dei rapporti sociali e delle
comunicazioni faccia a faccia che le persone intrattengano quotidianamente. È importante
infatti il ruolo dell'opinion leader, ovvero il personaggio che grazie alla propria personalità e
al proprio carisma è in grado di orientare l'opinione pubblica. A questa mediazione va poi ad
aggiungersi l'importante ruolo svolto dall'esposizione selettiva, ovvero la dinamica per cui le
persone tendono a selezionare le informazioni scegliendo quelle che possono confermare le
proprie opinioni.
→ democrazia digitale: La partecipazione politica è resa possibile dalle risorse del web, da
alcuni assimilata a una vera e propria forma di democrazia diretta
IL WELFARE STATE
Modello di Stato che attua una serie di politiche pubbliche volte a provvedere al benessere
dei propri cittadini intervenendo nelle dinamiche del mercato per attenuare le disuguaglianze
sociali e garantire le condizioni indispensabili a soddisfare le necessità primarie
- Erogazione di contributi in denaro
- Istituzione di specifici servizi
- Con cessione di benefici fiscali
- Regolamentazione di alcuni aspetti dell'attività economica
OBIETTIVO → Garantire ogni cittadino l'accesso alle risorse sociali in modo da assicurargli
un tenore di vita dignitoso e di dargli sicurezza in caso di eventi avversi o imprevisti
Il welfare state si contrappone così al liberalismo classico, che poneva l'accento soprattutto
sui cosiddetti diritti civili ovvero sulle libertà e prerogative dell'individuo. Il welfare state si
concentra invece sui diritti sociali, ossia quelle garanzie in grado di rendere sostanziali
l'uguaglianza e la pari dignità dei cittadini.
- Lo stato liberale garantisce la libertà negativa (libertà da) quella a cui ci appelliamo
quando chiediamo di non essere ostacolati nell'esercizio delle nostre facoltà di
individui liberi da interferenze dello Stato di altri cittadini
- Lo stato sociale promuove invece la libertà positiva (libertà di) cioè si impegna a
garantire a tutti i cittadini le condizioni necessarie per realizzare le proprie aspirazioni
e soddisfare i propri bisogni. Queste vengono finanziate dal welfare state attraverso il
prelievo fiscale.
I primi casi in cui i lavoratori iniziano a essere tutelati avvengono verso la metà
dell'Ottocento, quando i lavoratori dovettero spostarsi nelle città per iniziare a lavorare nelle
fabbriche. Ma è soltanto in Germania con Bismarck che si istituisce l'assicurazione
obbligatoria contro le malattie e contro gli infortuni e soprattutto l'assicurazione per morte o
vecchiaia del capofamiglia con contributi da parte dello stato.
1942 → rapporto Beveridge → Al termine della guerra le famiglie non avranno la possibilità
di soddisfare i propri bisogni e per questo egli riconosce un necessario intervento da parte
dello Stato allo scopo di sconfiggere i 5 giganti che tengono schiava l'umanità: il bisogno, la
malattia, l'ignoranza, il degrado, e l'ozio. Per farlo è necessario affiancare al sistema delle
assicurazioni sociali, provvedimenti in grado di garantire la sicurezza sociale a tutti i cittadini.
In Italia si approva la nazionalizzazione dell'industria elettrica, si istituisce la scuola media
unificata e viene introdotto l'assegno di studio universitario. Inoltre vengono istituite le
cosiddette pensioni sociali e le pensioni per mutilati e invalidi. Nel 1968 invece gli ospedali
vengono sottratti alla gestione dei privati e trasformati in enti pubblici. I provvedimenti più
significativi del welfare invece trovano la loro attuazione nell'istituzione dei consultori
familiari, all'inserimento scolastico degli allevi disabili, fino all'istituzione del servizio sanitario
nazionale.
tipi di welfare
Socialdemocratic Tipico dei paesi scandinavi che estende a tutti i cittadini un'ampia
o o nordico protezione sociale in cambio di un elevato prelievo fiscale
Negli anni 70-80 c’è stato un periodo di crisi del welfare state e l'avvio di un difficile processo
di riorganizzazione dei rapporti tra stato e società. (Periodo di stagflazione che ha
comportato anche un taglio alla spesa pubblica, e quindi una riduzione dell’intervento
statale, delle spese per la scuola e la sanità, privatizzazione di alcuni servizi)
Secondo Friedman era necessario ridurre al minimo l’intervento assistenziale dello stato al
fine di rilanciare l’economia capitalista e favorendo la competizione e migliorando la
produttività.
Welfare aziendale → Servizi di welfare erogati dalle aziende ai loro dipendenti, al fine di
incrementarne sicurezza e benessere e di aumentarne in questo modo motivazione e
produttività