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Montesquieu

La nuova classificazione delle forme di


governo
•Repubblica
•Monarchia
•Dispotismo

Una volta superata la distinzione classico-aristotelica, per


ciascuna forma di governo occorre distinguere tra:
Specifica natura (= «ciò che la fa essere tale», vale a dire la
struttura o forma costituzionale);
Principio regolatore (= «ciò che la fa agire», vale a dire «le
passioni umane che la fanno muovere»).
Distinzione rispetto alla natura
• Governo repubblicano (democratico o aristocratico) -> quello in cui tutto il
popolo o una parte di esso ha il potere sovrano;

• Governo monarchico -> quello in cui il potere sovrano appartiene ad uno


solo, che però lo esercita attraverso leggi fisse e stabili;

• Governo dispotico -> quello in cui la volontà e il capriccio di uno solo sono
legge, nel senso dell’assenza assoluta di leggi e limiti.
Distinzione rispetto al principio

• Nella repubblica democratica -> La virtù


La virtù politica risiede nel popolo e si manifesta nell’amore per le istituzioni
e per le leggi (virtù civica di matrice repubblicana).

• Nella repubblica aristocratica -> La moderazione


Si tratta di un particolare genere di virtù che deve animare i nobili, nel senso
di escludere l’estrema diseguaglianza tra di loro, e tra loro e i governati.
• Nella monarchia -> L’onore
Esso si fonda sull’esistenza di una nobiltà originaria e di gerarchie sociali. È «il
pregiudizio relativo a ogni persona e a ogni condizione che fa muovere tutte le parti del
corpo politico [in maniera tale che] ciascuno, credendo di agire per i propri interessi
privati, agisca per il bene comune» (III, 7).

• Nel governo dispotico -> La paura


Si spegne ogni ambizione di distinguersi ed ogni desiderio di ribellione, ed il potere
necessita per il suo esercizio di minaccia e violenza.
Il cambiamento della forma di
governo
«La corruzione di un governo comincia quasi sempre dalla
corruzione del suo principio» (VIII, I).

E ancora:

«Uno stato può cambiare in due maniere: o perché la


costituzione si corregge, o perché si corrompe. Se ha
conservato i suoi principi, e la costituzione cambia, è segno
che si corregge; se ha perduto i suoi principi, quando la
costituzione viene a cambiare, è segno che si corrompe».
La libertà politica

Per assicurare la libertà politica, la moderazione delle forme di


governo non basta. Ecco allora il discorso sui limiti
costituzionali per prevenire o arrestare l’abuso di potere.
Occorre infatti che «per la disposizione delle cose, il potere
arresti il potere» (XI, 4).
Il mito della separazione dei poteri
La Costituzione inglese nel Libro XI, cap. 6 (modello del
governo gotico tacitiano). Volontà riformista al fondo
dell’analisi (la destinataria delle riforme è la Monarchia
francese)
• Potere legislativo (= «il potere di fare le leggi per
qualche tempo o per sempre e di emendare o abrogare
quelle già esistenti»);
• Potere esecutivo (in senso stretto = «delle cose che
dipendono dal diritto delle genti», vale a dire guerre,
alleanze…);
• Potere giudiziario (esecutivo in senso lato = «delle
cose che dipendono dal diritto civile», vale a dire punire
i delitti e giudicare le liti tra privati»).
I tre poteri sono al tempo stesso separati (= assegnati ad
organi distinti) e in equilibrio (= ciascuno esercitato da
un gruppo sociale diverso)
Società e politica
La politica dipende dalla società netta divisione fra vita politica e sociale

In modo grossolano distingue le società per dimensione territoriale


Grande= dispotismo

Piccole= repubblica

Spirito generale della nazione


Filosofo? Sociologo?
• Mancano due elementi

• Guarda ad aspetti storici più che attuali

• Manca l’attenzione alla società il suo interesse è politico

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