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John Locke

Lo Stato liberale
John Locke:
la fondazione dello Stato liberale
Locke: lo Stato liberale
John Locke nei due “Trattati sul
governo” concepisce la propria teoria
politica nella prospettiva di una
fondazione laica e razionale dello
Stato.

Il problema della genesi e della natura


del potere politico viene affrontato dal
punto di vista contrattualista, ma in
modo profondamente diverso dal
contrattualismo di Hobbes.

Per Locke il contratto non distrugge lo


stato di natura, ma lo migliora istituendo
un ordine politico che garantisce i
diritti naturali dell’uomo.
Gli scritti politici
Gli scritti politici e religiosi di Locke sono strettamente legati
all'attualità storica.
La Lettera sulla tolleranza è scritta nel 1685, quando l'ascesa al trono
del cattolico Giacomo suscitava timori di persecuzioni o
discriminazioni religiose.
I Due trattati sul governo sono composti presumibilmente nei primi
anni '80 e recepiscono le richieste borghesi di critica dell'assolutismo e
di affermazione di una monarchia costituzionale .
Verranno pubblicati subito dopo che la «gloriosa rivoluzione» avrà
realizzato il nuovo sistema politico, e con l'esplicito intento di
giustificarlo e dare ad esso un fondamento filosofico.
Il secondo trattato e la Lettera costituiscono una definizione organica
del liberalismo, destinata a costituire un punto di riferimento essenziale
per l'Illuminismo settecentesco e per il pensiero politico liberale
dell'Ottocento.
Il pensiero politico liberale
Il pensiero liberale si costruisce intorno ai seguenti punti già presenti in qualche
misura in tradizioni filosofiche precedenti, ma organizzati da Locke in un
sistema organico:
 l'esistenza di diritti naturali (giusnaturalismo), tra i quali i più importanti sono
la conservazione della propria esistenza, la libertà e la proprietà privata;
 la sovranità popolare, contro l'affermazione della sovranità per diritto divino;
 la costituzione intesa come patto che impegna anche i governanti;
 la divisione dei poteri, finalizzata al reciproco controllo, in modo da evitare
sviluppi assolutistici.
Questi diversi aspetti si compongono in un sistema unitario, fondato su una
definizione, che diverrà caratteristica del liberalismo, del rapporto che intercorre
tra società civile (l'organizzazione, non regolamentata dallo Stato, dei rapporti
tra i cittadini) e potere politico.
Il liberalismo
Il liberalismo è la teoria politica che si basa sull'esistenza di diritti
naturali inalienabili, preesistenti alla formazione dello Stato, che
pongono in primo piano la libertà e l’indipendenza dei singoli.

Politicamente, il liberalismo si afferma in Inghilterra con la rivoluzione


del 1688-89, negli Stati Uniti con la lotta per l'indipendenza iniziata nel
1776, e in Francia con la rivoluzione del 1789. Durante il secolo
successivo, ha un posto importante nella politica nella maggior parte
delle nazioni europee.

Gli inizi del liberalismo sono da individuare nel giusnaturalismo, con


l'affermazione dei diritti naturali e del principio di sovranità popolare
propri di questa filosofia.
II concetto di «società civile»
A partire da Locke e nel corso del Settecento l'espressione «società
civile» servirà a indicare l'insieme dei rapporti e delle strutture
associative che i cittadini stabiliscono tra loro liberamente, senza una
regolamentazione da parte dello Stato e sulla base dei diritti naturali
che lo Stato è tenuto a rispettare (libertà di pensiero, parola, stampa,
associazione, proprietà ecc.).
Il liberalismo sottolineerà il carattere «libero» della società civile:
l'individuo può scegliere liberamente in tutti gli ambiti della società
civile (ad esempio se stipulare contratti, stabilire rapporti di lavoro o
commerciali, partecipare ad associazioni o a confessioni religiose ecc.),
mentre è obbligato a rispettare le leggi della società politica, cioè dello
Stato, valide per tutti i cittadini.
Nel pensiero di Locke sono definiti i tratti del liberalismo :
1) L'individuo ha valore di per sé, indipendentemente dalla comunità o
dallo Stato. Tale valore assoluto si fonda sull'esistenza di diritti naturali.
Qualunque sia la forma di governo, devono essere garantiti i diritti
civili: libertà religiosa, di pensiero, di parola e di stampa, di iniziativa
economica, di associazione ecc.
2) L'organizzazione politica è preceduta dalla formazione di una società
data dalle libere relazioni tra i cittadini (società civile). La società civile
può sussistere ordinatamente sulla base dei soli diritti naturali e quindi,
dopo la nascita dello Stato, deve conservarsi indipendente dal potere
politico. Essa si organizza sulla base di principi propri, e lo Stato ha
solamente il compito di garantire il pacifico svolgimento di una
dinamica sociale che ad esso preesiste e in esso conserva la preminenza.
3) Il potere politico deve essere esercitato entro limiti ben definiti. Questi
sono tracciati da un lato dalla costituzione, che perpetua il patto
originario dal quale è sorto lo Stato; d'altro dalla divisione dei poteri, in
particolare quello esecutivo e quello legislativo, per un controllo
reciproco.
Locke: l’origine dello Stato
Stato di natura
“Quando gli uomini vivono insieme secondo ragione, senza un superiore comune sulla
terra … si ha propriamente lo stato di natura.”

Piena libertà e Diritti naturali: Esiste un ordine Gli uomini possono


uguaglianza •Libertà sociale regolare i loro
di tutti gli individui. •Vita La proprietà privata rapporti secondo le
La libertà naturale •Proprietà rende gli uomini leggi di natura e
consiste nel non (l’uomo diventa disuguali; essi vivere in pace.
essere subordinati proprietario unico entrano in rapporti Non è uno stato di
alla volontà di altri, di ciò che ha reciproci rispettando guerra
ma nell’agire lavorato) le leggi naturali. permanente
autonomamente Ciascuno può
secondo le leggi difendersi e farsi
della ragione. giustizia da sé

E’ un ordine instabile, in cui i diritti naturali (vita, libertà e proprietà) sono costantemente
esposti al rischio di essere violati, e può facilmente trasformarsi in stato di guerra. Cause:
• non vi è legge certa; gli uomini interpretano la legge di natura in modo soggettivo
• non vi è un giudice al di sopra dei contendenti
• non esiste un potere in grado di far rispettare la legge
Locke: l’origine dello Stato
Stato
“Gli uomini non rinuncerebbero alla libertà dello stato di natura, né si sottometterebbero al
governo, se non fosse per conservare la loro vita, la loro libertà e le loro fortune … con
norme dichiarate che regolano il diritto e la proprietà”

Nasce da un patto di Patto di associazione Istituzione del governo


associazione. E’ il contratto Il popolo affida al governo
Il potere politico (cioè il mediante il quale gli il potere a condizione che
potere di fare le leggi e individui danno vita ad esso persegua gli obiettivi
di usare la forza per un unico soggetto per i quali è stato stipulato il
renderle esecutive) non politico, in cui la patto
esiste per natura, ma ha maggioranza ha il
origine dal consenso diritto di decidere per
degli individui a riunirsi tutti. Il popolo è mandante e il
con altri e a governo mandatario.
sottomettersi a Al popolo resta il potere
un’autorità e a leggi costituente (decidere la
comuni Potere della maggioranza forma e i detentori del
(contrattualismo) governo)
Locke: caratteri dello Stato
Gli individui alienano parzialmente i propri diritti, rinunciando solo al diritto di farsi
giustizia da soli.
Il patto trasforma i diritti naturali in diritti civili, garantiti dalla legge e dalla forza
dello Stato.
La libertà naturale (non essere soggetto ad altro che alla legge di natura) si trasforma
nella libertà civile (non essere sottomesso ad altra legge se no a quella emanata dal
legittimo potere dello Stato)
Il patto dà origine a una nuova entità, lo Stato, inteso come popolo e distinto
dal governo. Il popolo rimane l’unico titolare della sovranità.

Il contratto fonda un potere limitato e non assoluto

Il potere politico ha un Divisione dei poteri: Diritto di resistenza


limite invalicabile nelle legislativo, esecutivo Il popolo ha il diritto di revocare
leggi di natura e nei diritti e federativo (politica il potere ai governanti che non
naturali per la salvaguardia estera) rispetta le leggi e i diritti naturali
dei quali esso è nato.
“Poiché gli uomini, come si è detto, per natura sono tutti liberi, eguali e
indipendenti, nessuno può essere tolto da questa condizione e sottomesso
al potere politico di un altro senza il proprio consenso. L’unico modo in cui
un uomo si spoglia della propria libertà naturale e assume su di sé i vincoli
della società civile è accordandosi con altri uomini per associarsi e unirsi in
una comunità, per convivere in sicurezza, pace e comodità, nel sicuro
godimento delle loro proprietà, e in una maggiore sicurezza contro chi non
appartiene a essa. Ciò può essere fatto da un qualsiasi numero di uomini,
perché non reca danno alla libertà degli altri; che sono lasciati com’erano
nella libertà dello stato di natura. Quando un qualsiasi numero di uomini ha
così consentito a formare una comunità o un governo, con ciò si è al
contempo associato e costituito in corpo politico, in cui la maggioranza ha il
diritto di agire e decidere per il resto…
Così ognuno, consentendo a costituire con altri un solo corpo politico sotto
un unico governo, si sottopone, verso tutti i membri di quella comunità,
all’obbligo di sottostare alla decisione della maggioranza e di attenersi a
essa; altrimenti questo patto originario, con il quale egli insieme ad altri si
unisce in società, non significherebbe nulla, e non sarebbe un contratto, se
egli fosse lasciato libero e sotto nessun altro vincolo che quelli cui era
sottoposto prima nello stato di natura.”
(J. Locke, Secondo trattato sul governo,8)
Lo Stato liberale
Caratteri dello Stato liberale:
• alienazione parziale dei diritti naturali da parte
degli individui che contraggono il patto;
• il popolo è l’unico titolare della sovranità: potere
politico limitato;
• divisione del potere in organi differenti;
• diritto di resistenza del popolo nei confronti del
potere politico;
• neutralità dello Stato nei confronti delle opinioni
e delle diverse fedi religiose.

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