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LA TEORIA DI HOBBES

 Sviluppa una concezione di stato innaturale, che detiene sia il potere spirituale sia quello
temporale. Le fondamenta di questo stato sono svincolare dalla fede, ma sono fondate da un
elemento razionale che indica cosa è o non è opportuno.  tutto questo viene raccontato in
un libro chiamato “il lievitano”.
 Hobbes è anche un sostenitore del contrattualismo, ovvero della teoria politica secondo cui la
società e lo stato nascono (partendo da uno stato di natura, condizione pre politica) tramite un
contratto sociale. La formazione di uno stato non è dunque un processo naturale ma è bensì
astratta e artificiosa; si parte da un individuo che pensa a sé, poi decide di entrare in società in
quanto a lui è più conveniente (senno si limiterebbe).  processo chiamato insocievole
socievolezza.
 Per Hobbes ragionare significa sommare e sottrarre oggetti o segni; questo potrebbe mettere
sullo stesso piano animali e uomini se non che quest’ultimi hanno un linguaggio che permette
di collegare elementi/pensieri in ogni tempo (passato, presente e futuro). Nello stato di natura
vige una legge basata sulla sopravvivenza, e da essa deriva il dritto di appropriarsi di ogni cosa
per auto conservarsi. ogni uomo è rivale di ogni uomo in quanto rivali sui diritti, e non esiste
alcuna legge che esprime i diritti tra uomini  questo crea una condizione di guerra continua.
Oltre alla legge di natura vigono altri precetti che dicono cosa conviene o meno fare: bisogna
cercare la pace, il diritto su ogni cosa deve essere deposto se anche alti lo depongono e
bisogna rispettare i patti sottoscritti. Se non c’è però nessuno che fa rispettare queste leggi è
più conveniente trasgredirle, ma per questo si crea un contratto sociale/ un patto di
sottomissione per farle rispettare
 Il contratto sociale è un patto di sottomissione tra individui sotto uno stato, il quale funziona
solo se c’è un’autorità.  questo stato si configura sia con il potere temporale che spirituale.
In questo stato si rinuncia alla libertà per avere maggior pace e sicurezza, l’autorità a capo
deve fare di tutto per mantenere queste due condizioni (Il potere decade se non si
mantengono queste due condizioni). Questo porta a un potere unidirezionale dello stato sui
sudditi, i quali sono sempre sottomessi e non hanno diritti.

LA TEORIA DI LOCKE
 Propone la divisone del potere in tre parti: legislativo, esecutivo e federativo. Si crea così un
patto bilaterale che propone si un sovrano (fa da garante dei diritti) ma garantisce ai sudditi dei
diritti: diritto alla vita, alla salute, alla libertà, alla proprietà e alla giustizia.
 È il fondatore del liberalismo  la forma di potere che tutela i cittadini
 Per Locke la legge di natura non è uno stato di guerra, ma può diventarlo se si smette di
ragionare  la legge di natura è dunque basata sulla ragione. Questo stato è fondato sulla
reciprocità dei rapporti, e propone il concetto del “non fare agli altri ciò che non vuoi venga
fatto a te”. Questa è quindi una politica di tolleranza, da cui però sono esclusi i cattolici (in
quanto per loro il capo è il papa e non il sovrano) e gli atei (siccome sono immorali e
potrebbero non rispettare le leggi).

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