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LOCKE (1632-1704)

Dove? In Inghilterra, è un personaggio noto e si interessa di medicina, politica.

Nuovo orientamento: criticismo, Locke analizza quali sono i limiti e le possibilità della conoscenza umana.
L’uomo può conoscere con certezza solo il mondo fenomenico (empirista), tutto quello che è aldilà non è
dato conoscere (posizione agnostica), quindi il mondo fenomenico costituisce l’ambito e anche il limite
della conoscenza.

Uno dei suoi testi si chiama “Saggio sull’intelletto umano” ed è diviso in diverse parti:

1. Critica all’innatismo, (innatismo=presenza di realtà innate), per Locke non esistono realtà innate, le
idee, i concetti derivano dall’esperienza, da quello che si apprende dal mondo fenomenico; tanto è
vero che lui dice che la nostra mente è una tabula rasa, un foglio bianco sul quale l’esperienza
scrive i suoi contenuti; la nostra mente sui contenuti appresi adatta delle strategie per
ordinare/elaborare i dati.
Ad esempio nei bambini non sono presenti il principio di identità, il principio di non contraddizione
(considerati innati), ma anche i principi morali non sono presenti in tutti (c’è gente che delinque), e
anche l’idea di Dio, infatti ad esempio i selvaggi (gente di altre culture) non hanno la stessa visione
di Dio.
Locke afferma il relativismo culturale, non esiste quindi cultura superiore ad un’altra, esse hanno
pari dignità, ogni cultura si forma dei propri principi che sono utili alla convivenza, le regole morali
sono consuetudini che si adottano, l’uomo è un animale socievole, quindi capisce l’utilità delle
regole per la convivenza. Quindi non è vero che nello stato di natura l’uno vuole prevaricare
sull’altro (visione dell’uomo più positiva rispetto a Hobbes) poiché egli ha bisogno di vivere
serenamente in società.
2. L’origine delle idee, le capacità razionali dell’uomo sono frutto di quello che percepisce, l’intelletto
agisce secondo precise regole (unisce le caratteristiche di un oggetto per poi formularne il
concetto), mette in relazione cose, fenomeni, avvenimenti (ci si basa sull’esperienza). Lo strato
metafisico al di sotto di tutte le cose, può anche esistere ma non si può conoscere.
3. L’esame del linguaggio, se l’uomo è un animale sociale, deve essere in grado di comunicare con il
linguaggio ed è necessario che le parole abbiano un significato univoco per tutti i parlanti (per una
conversazione efficace).
4. Teoria della conoscenza, per Locke le conoscenze scientifiche hanno un valore pratico, hanno come
scopo una dimensione pratica, empirica (Bacone).

Concetto di identità personale, non più legata alla coscienza e all’anima, nulla di spirituale, bensì viene
intesa come consapevolezza (di sé stessi, dei propri stati d’animo). Essa è una costruzione, non
qualcosa di dato, ovvero le esperienze di vita contribuiscono alla costruzione della propria identità e di
conseguenza essa è in continua costruzione.

• Il pensiero politico

A favore della dottrina politica che si chiama “Liberalismo” (diverso dal liberismo), in cui sono presenti i
diritti inalienabili dell’uomo, ovvero alla vita, alla libertà e alla proprietà, allora il compito dello stato è
quello di tutelare questi diritti.

“Non è vero che gli uomini sono per natura portati ad aggredire, a prevaricare, a far prevalere
l’egoismo, poiché gli uomini per definizione sono esseri socievoli (ma comunque ammette la possibilità
di avere questa tendenza alla conflittualità). Quindi per evitare questa tendenza, è giuso che ci sia uno
stato che pone i limiti dell’azione dell’uomo, pertanto garantisce la tutela e il rispetto (non fonda i
diritti).
Evidentemente lo stato ha una matrice contrattuale, gli uomini si rendono conto che hanno bisogno di
un potere costituito (si tratta in questo caso di una delega parziale) →visione contrattualistica.

Il sovrano è parte di questo contratto (non superpartes) e il suo potere è limitato da queste leggi,
pertanto c’è una divisione dei poteri: potere legislativo (parlamento), potere esecutivo + giudiziario,
federativo (sovrano). Si ammette la possibilità di ribellarsi se non si rispettano i diritti dell’uomo.
I poteri si controllano a vicenda (parlamento e sovrano).

Le leggi sono uguali per tutti e non c’è alcuna classe che va privilegiata; i rappresentanti del popolo
prendono decisioni a maggioranza.

Ammette la proprietà privata fondata sul lavoro, però il problema era lo spreco di proprietà
(soprattutto terriera).
Per Locke l’interesse individuale era alla pari di quello collettivo, poiché ad esempio un imprenditore
che ha come scopo l’arricchirsi, è anche portatore del progresso della società; lo stato non deve
interferire sulla dimensione economica (il mercato si autoregola) e pertanto non bisogna imporre dazi,
dogane →mercato più fluido.
Lui quindi si dimostra a favore della recinsione che comporta la volontà da parte del proprietario di
rendere produttivo l’appezzamento, di conseguenza aumentano i prodotti e i posti di lavoro (benefici
per la società, aumenta il PIL).

• Questione sulla tolleranza

→Stato laico (nonostante lui sia puritano, egli crede che questo mondo ha una causa prima, quindi
ammette l’esistenza di Dio, ma questo non vuol dire che una religione deve prevaricare sull’altra).

L’uomo di fede può decidere di esserlo e lo stato non può imporre una fede religiosa.

Ma questa tolleranza non dev’essere presente difronte agli atei (che non facevano il giuramento sulla
bibbia) e a coloro che hanno un capo spirituale (cattolici: papa, musulmani: imam).

Anche la chiesa non deve usare la forza (al contrario forte contraddizione poiché i cattolici hanno come
precetto fondamentale l’amore e si fonda sul messaggio evangelico).

Difronte ad alcuni riti/culti violenti che possono violare il diritto alla vita e alla libertà (sacrifici umani) lo
stato può/deve intervenire, o anche negli atti fanatici (atti di terrorismo).

“La ragionevolezza del cristianesimo” (opera), il cristianesimo deve essere svuotato dai dogmi.
L’unico messaggio dev’essere quello dell’amore per il prossimo (non ha bisogno di dogmi) ed è
perfettamente in linea con la natura socievole dell’uomo →messaggio ecumenico

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