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HOBBES (materialista: non gli interessa l’esistenza di dio)

Hobbes costituisce la sua politica sul fondamento di principi necessari in analogia


con la geometria. La sua visione politica si confronta con quella del
giusnaturalismo, da cui trae 2 presupposti.
- la convinzione che la politica possa essere trattata come scienza
- tendenza a prescindere dalla storia, spinge ad abbracciare un procedimento
razionale che prescinde dal divenire storico
I postulati certissimi intorno alla natura sono:
- la bramosia naturale: ognuno pretende di godere da solo dei beni comunni
- la ragione naturale: ognuno considere la morte violenta come il più grande dei
mali
Se l’origine delle più grandi e durature società risiede quindi nella ricerca del proprio
interesse e nel “timore reciproco”, le cause di questo sono:
- L’uguaglianza naturale che Hobbes ritiene come comune vulnerabilità
(ognuno può uccidere)
- La volontà naturale di godere dei beni naturali, che porta gli uomini a
contrastarsi e a nuocersi. Questa naturale volontà porta lo stato di natura ad
essere caratterizzato da un incessante stato di guerra tutti contro tutti.
Questo significa che nello stato naturale tutti hanno il diritto su tutto e ogni uomo
risulta un “lupo” per ogni altro uomo.
Se l’uomo fosse privo di ragione lo stato di natura si trasformerebbe in uno stato di
guerra totale e l’uomo si estinguerebbe; ma la ragione umana indica una via d’uscita
da tale condizione, proibendo a ciascuno di provocare la distruzione della vita. Tale
principio è il fondamento di tutte le leggi.
La legge naturale è un prodotto della ragione umana
- il bisogno di cercare la pace;
- bisogno di rinuncia al diritto su tutto;
- bisogna stare ai patti;
Per Hobbes le leggi naturali non sono comandi assoluti, poiché nessuno è tanto forte
da farle rispettare. L’unica via per metterle in pratica è lo Stato.
Il passaggio dallo stato di natura a quello civile avviene con l’alienazione da parte di
tutti gli uomini dai loro diritti per trasferirli a un solo individuo, il Leviatano, che in
cambio promette di non violare il diritto di vita e garantisce il mantenimento del
patto (il contratto unilaterale). L’assolutismo di Hobbes prevede:
- l’irreversibilità e l’unilateralità del patto;
- l’indivisibilità del potere del sovrano;
- la legge civile come unica regola del bene e del male;
- l’obbedienza assoluta al sovrano;
- negazione del tirannicidio;
- il conglobamento dell’autorità religiosa in quella statale.
La tirannia può essere rovesciata solo se il tiranno viola il diritto di vita.
LOCKE
E’ il fondatore dell’empirismo inglese e rappresenta un punto di incontro con il cartesianesimo e
con la rivoluzione scientifica. L’empirismo è caratterizzato rispetto al razionalismo dalla teoria della
ragione come insieme di poteri limitati dall’esperienza, intesa come: fonte e origine del processo
conoscitivo. Dall’empirismo inglese scaturisce il concetto di filosofia come analisi del mondo umano,
nei suoi vari campi, che sarà proprio dell’Illuminismo.
Per Locke la ragione non è unica, non è infallibile e non può ricavare da sé idee e principi. La ragione
diventa l’unica via efficace, solo se affiancata all’esperienza. Il “Saggio sull’intelletto umano”, nasce
dal bisogno di affrontare problemi non strettamente filosofici. In una riunione di 5 o 6 amici, si
discuteva di argomenti che non avevano nulla a che fare con quello che fu poi l’oggetto dell’opera
e non si riusciva a trovare una soluzione ai dubbi. Venne allora in mente a Locke che, prima di
incamminarsi verso indagini di quella natura, fosse necessario esaminare le capacità proprie
dell’uomo e vedere quali oggetti il suo intelletto fosse o non fosse capace di considerare. Nacque la
prima indagine critica della filosofia moderna, cioè il riconoscimento dei limiti che sono propri
dell’uomo. Locke introduce la prima fondamentale limitazione rispetto al cartesianesimo: le idee
derivano esclusivamente dall’esperienza, che fornisce alla ragione le idee semplici.
Locke si mantiene fedele al principio cartesiano secondo il quale avere un’idea significa percepirla,
ma di questo principio si avvale proprio nella critica dell’innatismo esposta nel primo dei 4 libri del
Saggio. Per lui le idee non ci sono quando non sono pensate, giacchè, per l’idea, esistere significa
essere pensata. Le idee innate dovrebbero esistere in tutti gli uomini, ma poiché da queste persone
non sono pensate, esse non esistono in loro, perciò non possono considerarsi innate. L’esperienza
ci fornisce soltanto idee semplici; le idee complesse sono prodotte dal nostro spirito mediante la
riunione di varie idee semplici. Ma neppure l’intelletto più potente può inventare un’idea semplice
nuova, cioè non derivante dall’esperienza, o distruggere qualcuna di quelle che l’esperienza
fornisce. Questo è il limite insuperabile dell’intelletto umano.
L’esperienza fornisce il materiale della conoscenza, ma non è la conoscenza stessa, che può essere
di 2 specie diverse:
- la conoscenza intuitiva: è la più chiara e la più certa che l’uomo possa raggiungere ed è
quindi il fondamento della certezza e dell’evidenza di ogni altra conoscenza;
- la conoscenza dimostrativa: consiste in una catena di conoscenze intuitive.

Ma la conoscenza è vera solo se c’è una conformità tra le idee e le cose reali, ci sono 3 ordini di
realtà: l’io, Dio e le cose.
- L’esistenza dell’io e dimostrabile tramite intuizione, Locke si avvale del procedimento
cartesiano (cogito ergo sum);
- L’esistenza di Dio tramite la dimostrazione, Locke rielabora la prova causale: si deve
ammettere un essere eterno, onnipotente ed onnisciente che ha prodotto ogni cosa,
appunto Dio;
- L’esistenza delle cose viene dimostrata tramite la sensazione, nel momento in cui riceviamo
una sensazione, siamo certi che esiste la cosa che la produce in noi. Non è ammissibile che
le nostre facoltà ci ingannino.
LEIBNIZ (razionalismo)

La sua dottrina si sforza di conciliare meccanicismo con il finalismo e la


nuova scienza della natura con i principi della metafisica. Il pensiero di
Leibniz è che esiste un ordine non geometricamente determinato e quindi
necessario, ma spontaneamente organizzato e quindi libero: per Spinoza c’è un
solo ordine univoco necessario, che è Dio stesso; Leibniz presenta Dio come
colui che ha scelto il nostro mondo tra tutti quelli dell’universo poiché il più
perfetto.
LA FISICA
Rinunciò alla costituzione atomica della materia e la sostituì con la legge della
continuità: la natura non fa mai salti. Egli smise di vedere nell’estensione e
nel movimento i costituenti originari del mondo fisico e vide come unico
elemento la forza. Il principio cartesiano dell’immutabilità della quantità di
movimento lo sostituì con il principio della conservazione della forza: ciò che
rimane costante nei corpi in un sistema chiuso non è la quantità di movimento,
ma la forza viva (energia cinetica), che rappresenta la possibilità di produrre un
effetto.
Considera la forza assai più reale del movimento, che non è reale di per se, ma è
un ente di ragione come lo spazio e il tempo attraverso i quali rappresentiamo i
rapporti tra le cose. La forza è la vera realtà dei corpi.
Leibniz accettò il meccanicismo come una spiegazione provvisoria che
necessitava di un’integrazione: ammette che nella natura tutto avviene
meccanicamente e che tutto si possa spiegare con le nozioni di figura e
movimento, ma ritiene che gli stessi principi della meccanica nascano da un
principio superiore, che dipende dalla metafisica, la forza.
Distingue la forza passiva, che costituisce la massa di un corpo e la resistenza
che il corpo oppone alla penetrazione del movimento; e la forza attiva, cioè la
forza vera e propria, che è conatus o tendenza d’azione.
La massa materiale, una volta ridotta in forza passiva, non è più niente di
corporeo; l’ultimo risultato della fisica è la risoluzione della realtà fisica in
una realtà incorporea e si rivela di natura spirituale. Il dualismo cartesiano
viene negato poiché non esiste né estensione, corporeità e materia: tutto è
spirito e vita perchè tutto è forza.
LE MONADI
Nel Discorso di metafisica aveva accennato l’esigenza che i corpi fisici
avessero in se una forma sostanziale. Introdusse il concetto di monade, per
unificare il mondo fisico con quello spirituale.
Le caratteristiche:
- E’ un atomo spirituale e come tale non si può disgregare ed è eterna
(solo Dio può crearle e annullarle)(semplici,in estese e indivisibili)
- Ognuna è diversa dall’altra: non esistono in natura due cose
perfettamente uguali (principio dell’identità degli indiscernibili)
- Centri di forze e attività
- Attività rappresentative: in quanto semplici e immateriali nn si
possonoo influenzare a vicenda e quindi non hanno “finestre”, le altre
monadi sono presenti alla singola solo in maniera ideale sotto forma di
rappresentazione; ognuna si configura come specchio vivente
dell’universo, in alcune ciò è più distinto, in altre più confuso.
- Centri di natura psichica: dire che sono centri di rappr. Implica che siano
simili alla nostra anima e costituiti da tre attività:
- Percezione: il percepire non sapendo di percepire;
- Appetizione: il tendere da una percezione all’altra
- Appercezione: il percepire con la consapevolezza di percepire
Sono divise gerarchicamente a seconda del loro grado di perfezione. Le
percezioni delle monadi create sono confuse come in un sogno.
- monadi pure: quelle che possiedono questo tipo confuso di percezione
- dotate di memoria: quelle che costituiscono le anime degli animali
(ammette che anche gli animali abbiano un’anima, differenziandosi da
Cartesio)
- fornite di ragione: costituiscono lo spirito umano
- Dio: la monade delle monadi (l’unico che può crearle e distruggerle)
Le monadi sono perfettamente chiuse in se stesse e senza “finestre”, tuttavia
sono anche “legate” tra loro nella misura in cui ognuna di esse costituisca un
aspetto del mondo, cioè una rappresentazione più o meno chiara delle altre
monadi. Questo problema della comunicazione tra monadi è simile a quella tra
anima e corpo.
3 soluzioni immaginando che due monadi siano due orologi:
a) due orologi si possono influenzare reciprocamente, secondo la dottrina della
fil. volgare, in contrasto con la tesi deell’incomunicabilità.
b)dell’assistenza e che è propria del sistema delle cause occasionali: due
orologi possono essere tenuti in armonia fra loro da un orologiaio che li regoli
continuamente. Questa tesi ho il torto di inserire un Deus ex machina, in un
fatto naturale e ordinato.
c) armonia prestabilita: i due orologi siano stati costruiti da essere in futuro
sempre d’accordo.

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