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PETRONIO

Il Satyricon di Petronio è un’opera di argomento erotico e avventuroso, mista di prosa e versi. Sono
vari gli elementi che legano l’opera all’età di Nerone:
- Attori, cantanti e gladiatori famosi dell’epoca di Caligola e Nerone;
- La presenza di liberti tra i personaggi, come lo stesso Trimalchione, persone che in età giulio-
claudia ricoprirono anche ruoli a fianco degli imperatori;
- L’allusione critica e parodistica ai lussi e agli eccessi della corte imperiale dell’età neroniana;
- La discussione sulle cause della decadenza dell’eloquenza e sulla funzione del poema epico,
argomenti d’attualità del tempo.
Il significato etimologico dell’opera è “libri di storie di satiri”, ma i satiri sono del tutto assenti
dall’opera, pertanto si presuppone un significato allusivo, legato al contenuto erotico e licenzioso,
che ricorda le gesta dei satiri. Ma il nome, è riconducibile anche alla parola latina satura, ovvero la
satira, che si è divisa nel corso del tempo in due tipi: la satira poetica, come l’Apokolokyntosis,
caratterizzata da un’alternanza di prosa e versi; la satira oraziana, caratterizzata da una critica più
o meno aspra dei vizi e da una parodia letteraria. Inoltre, gli antichi confondevano etimologicamente
i satyri e la satura, pertanto il significato ultimo dell’opera è “libri di storie satiriche”.
Nonostante questo, l’opera non può essere considerata una vera satira a causa della sua notevole
lunghezza, pertanto è definito come un romanzo, o più specificatamente, secondo una tesi del 1899
di Richard Heinze, sarebbe una parodia del romanzo greco. Infatti, mentre nel romanzo greco si
parlava di amori virtuosi e contrastati, che si realizzavano solo tramite il superamento di varie
peripezie, nel Satyricon, vi sono legami omosessuali. Inoltre, non mancano all’interno dell’opera,
elementi di parodia dell’Odissea omerica, come la gravis ira Priapi che si abbatte su Encolpio in
forme tali da ricordare quella di Poseidone contro Odisseo, la presenza di una donna di nome Circe
o l’allusione alle greggi di Polifemo.
Nel Satyricon compaiono 5 novelle, riconducibili alle fabulae Milesiae, ovvero storie di argomento
licenzioso: il vetro infrangibile, il manichino di paglia, il lupo mannaro, la matrona di Efeso, il fanciullo
di Pergamo. Il meccanismo narratologico usato è sempre lo stesso: un personaggio narra la storia in
prima persona.
- La prima è un aneddoto contemporaneo, con implicazioni politiche e sociali, in quanto
l’imperatore fa uccidere l’inventore per paura che l’oro perda valore;
- La seconda e la terza, rispettivamente per la dettagliata descrizione di un rito di stregoneria
e per la presenza di creature sovrannaturali, hanno a che fare con elementi folkloristici e
magici;
- La 4 è di argomento decisamente più erotico, è narra la storia di una matrona che cede alle
lusinghe di un soldato, mentre veglia sulla tomba del marito; come anche la 5, che tratta di
un ragazzo che appaga i desideri sessuali di Eumolpo
L’opera è indirizzata, certamente, a causa della composita dimensione allusiva e parodistica, ad un
pubblico scaltro ed acculturato, capace di scorgere sia riferimenti culturali dotti, sia echi realistici
della Roma contemporanea. I luoghi dell’avventura non sono sempre specificati e la stessa Crotone
appare come un luogo immaginario, invece, assai più riconoscibili al pubblico erano i luoghi pubblici,
presentati in maniera realistica. Si parla dunque di realismo del distacco in Petronio, per
differenziarlo dal realismo vero e proprio dell’800. Inoltre, anche i personaggi possono essere
definiti realistici perché:
- Sono espressione di un’umanità allora realmente esistente e moralmente degradata, i cui
valori erano il cibo, il sesso, il denaro e, pertanto, solitamente assente dai testi letterari;
- Alcune situazioni o soggetti proposti sembrano alludere a situazioni reali della società del
tempo;
- Facendo parlare i personaggi in prima persona, cerca di delinearli in maniera più realistica.
L’episodio della cena Trimalchionis è il più significativo, infatti, tra i modelli emulati, oltre alla satira
oraziana per la cena Nasidieni, vi è anche il Simposio di Platone, richiamato da alcuni particolari:
- L’impresario di pompe funebri, amico di Trimalchione, modellato sull’arrivo di Alcibiade;
- I discorsi fatti appaiono come una parodia dei discorsi filosofici del Simposio;
- Allusioni alle tematiche del Simposio, vi sono anche nei frequenti riferimenti ad amori
omossessuali;
I commensali, liberti arricchiti, sono descritti come avidi, dal modo in cui si gettano sul cibo e
caratterizzati da bassezza morale, per i discorsi fatti; lo stesso Trimalchione rappresenta una
caricatura degli eccessi di Nerone. Inoltre, egli, pur avendo ricoperto solo al funzione simbolica di
seviro augustale, fa adornare il suo triclinio con raffigurazioni che spettavano solo ai magistrati
superiori dello stato romano e si veste con oggetti che ricordano il ceto senatorio ed equestre.
Inoltre a causa della sua ossessione per la morte, si nota come questi curi in maniera esagerata il
suo testamento ed il suo mausoleo. Dunque, al pari della moglie Fortunata, si può dire che
Trimalchione rappresenti un esempio di parvenu.
Il critico Paolo Fedeli ha inoltre ravvisato nella figura di Encolpio e nel labirinto, un simbolo delle
difficoltà dell’uomo di raggiungere il possesso della verità. Inoltre l’eros, non compare in forma
gioiosa, ma in forma infelice o perversa.
Il Satyricon presenta un plurilinguismo e pluristilismo, in quanto i personaggi parlano il linguaggio
che gli compete vista la loro condizione sociale. I personaggi colti parlano un latino semplice ma
elegante, invece i personaggi di livello sociale e culturale basso, si esprimono secondo il sermo
plebeius ovvero utilizzando termini colloquiali o neologismi (ad esempio “lupa” significa prostituta).
Sono presenti parecchi “nomi parlanti”:
- Encolpio significa “che sta in grembo”, riferimento alla sua ingenuità;
- Eumolpo indica un uomo dal bel canto;
- Trimalchione, significa 3 volte potente, in riferimento al suo prestigio;
- Fortunata, aiutata dalla buona sorte.

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