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PETRONIO ARBITRO

TESTIMONIANZE:

Una serie di codici ci ha tramandato degli estratti di un'opera narrativa, mista di prosa e di versi,
intitolata "Satyricon" e attribuita ad un autore chiamato Petronio Arbitro.

Gli studiosi collocano il Satyricon nel primo secolo d.C. e riconoscono come autore il medesimo Petronio
grazie alle testimonianze di Tacito che descrivono un uomo molto in vista alla corte di Nerone. Il
privilegio e il favoritismo dell'imperatore verso l'autore latino suscitò la gelosia del prefetto del pretorio
Tigellino che lo accusò di congiura e nel 65 Petronio fu costretto a darsi alla morte.

IL SATYRICON:

Il Satyricon ci è pervenuto in forma frammentaria. Risulta dalle fonti che le parti conservate
appartenevano ai libri XV e XVI. La materia è stata ordinata dagli editori in 141 capitoli a cui si
aggiungono altri frammenti minori.

La vicenda è narrata in prima persona da un giovane di nome Encolpio, che rievoca le peripezie di un
viaggio compiuto in compagnia di un bellissimo giovinetto, Gitone, di cui è innamorato.

Schematicamente si può suddividere la trama del Satyricon in cinque blocchi narrativi, nel più esteso dei
quali si trova il lungo racconto della cena che ha luogo nella casa del ricchissimo liberto Trimalchione (o
Trimalcione) e che occupa quasi la metà di quanto si è conservato dell'opera.

INCONTRO CON I GENERI LETTERARI:

Il Satyricon ha in comune con i romanzi greci la loro principale caratteristica, che è quella di raccontare
vicende complesse e avventurose disposte di regola lungo l'asse narrativo di un viaggio; inoltre pone
anch'esso, come quelli, al centro della narrazione un amore ostacolato da circostanze sfavorevoli e dalla
presenza di rivali.

Tuttavia, se le relazioni amorose presenti nei romanzi greci erano tra uomo e donna, devoti e fedeli, il
rapporto amoroso tra Encolpio e Gitone è di tipo pederastico e caratterizzato da un'infedeltà da parte di
entrambi.

La tendenza alla parodia letteraria e l'alternanza tra narrazione in prosa e in versi sono due dei punti di
contatto più significativi tra l'opera e la satira menippea.

Anche il titolo è un evidente riferimento alla satira menippea poichè la stessa parola "Satyricon" è il
genitivo plurale di una parola greca (satyrica); esso significherebbe "Libro di cose satiriche" e
confermerebbe la fusione di due generi letterari, con la creazione di un romanzo in forma di satira
menippea.

Un'altra analogia rilevante con la satira menippea è costituita dalla lingua e dallo stile variegati e
compositi, aperti a tutti i registri, dal più basso al più elevato.
Influssi importanti d'incontro con la satira vera e propria di Orazio e anche con la commedia e il mimo
sono visibilmente presenti all'interno dell'opera.

Un altro genere che ha evidentemente influito sulla genesi del Satyricon è la novella milesia (così
chiamata da Aristide di Mileto). Sono infatti presenti nel romanzo cinque novelle, raccontate da diversi
personaggi: tre, piuttosto brevi e di argomento magico-folcorico, vengono narrate dai commensali
durante la cena di Trimalchione. Le altre due, attribuite ad Eumolpo, sono storielle erotiche, la più lunga
delle quali, detta della matrona di Efeso, si legge anche nella raccolta delle favole di Fedro.

L'opera inoltre appare un raffinato pastiche in cui l'autore ha fatto confluire la sua vastissima cultura e ha
probabilmente espresso, per bocca di alcuni personaggi, le sue idee sull'arte e sulla letteratura, gli unici
argomenti che sembra prendere sul serio.

E' evidente in ogni caso che egli non ha perseguito con la sua opera alcun fine morale o moralistico, ma si
è proposto unicamente il divertimento proprio e del pubblico per cui scriveva, che possiamo identificare
con gli aristocratici romani suoi contemporanei e forse con Nerone stesso e la sua corte.

IL REALISMO PETRONIANO:

Nel Satyricon il comico si manifesta in tutte le sue forme, dall'umorismo raffinato e sottile alla risata
aperta, alla battuta oscena. L'opera di Petronio si inserice dunque in una tradizione di realismo comico.
Nei confronti del mondo vivacissimo e coloratissimo che rappresenta, Petronio mantiene un costante
atteggiamento di superiore e signorile distacco, senza alcun compiacimento o coinvolgimento: egli
osserva e descrive tutto con assoluta spregiudicatezza, con eccezionale lucidità e capacità di
penetrazione critica, ma al tempo stesso con uno spirito ironico e giocoso, ora malizioso ora beffardo,
sempre scettico e disincantato.

Nella cena di Trimalchione, in particolare, egli osserva e descrive il mondo e i valori di un ceto
emergente, quello dei liberti, che ha fatto del profitto e del godimento il proprio obiettivo di vita,
stravolgendo con dirompente vitalità i valori della tradizione aristocratica. Il liberto è una sorta di homo
novus degradato, che ha potere economico e pretese culturali che lo rendono un bersaglio satirico da
parte dell'aristocrazia colta.

Dal succedersi spesso frenetico di vicende così complicate, dal caotico disordine, sembra emergere un
senso di precarietà e di insicurezza, una visione della vita multiforme e frantumata, dominata da una
Fortuna capricciosa e imprevedibile, oscurata dal pensiero sempre incombente della morte.

Lo strumento fondamentale di questa complessa operazione letteraria è lo stile, straordinariamente


duttile, che si adatta alle differenti situazioni.

Allo stile alto si oppone il sermo vulgaris per cui Petronio nutre disprezzo per le validità intrinseche in
esso. E' evidente, peraltro, proprio nell'accentuazione del colore popolaresco fino alla caricatura, che
anche questo tipo di linguaggio, apparentemente spontaneo, è in realtà frutto di un'abilissima
stilizzazione. E' presente puri sermonis gratia "grazia del parlar schietto", coniderata un'arte raccontata al
pari dell'eloquenza omerica o virgiliana.

EREDITA' DI PETRONIO

La testimonianza di Tacito dei testi di Petronio altamente caricati e schietti ha fatto si che la licenziosità
dei contenuti escludesse l'opera dallo studio scolastico. Pertanto nel Medioevo il Satyricon fu taciuto.

L'opera divenne poi, insieme con quella di Orazio, una lettura alla moda nei salotti come afferma
Giuseppe Parini. Nell'800, Balzac e Flaubert, i massimi esponenti del realismo francese, riconobbero in
Petronio un precursore della loro poetica realistica. Il perdonaggio del Satyricon fu poi di ispirazione al
decadentismo europeo (Oscar Wilde).

LA MATRONA DI EFESO:

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