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Il Satyricon di Petronio

Il Satyricon è un’opera narrativa a carattere erotico licenzioso e avventuroso, opera di intrattenimento nella quale
confluiscono cultura e pensiero dell’autore, senza però fini morali o moralistici. L’unità del racconto è data dal tono,
dal rapporto autore/materia narrata - che è sempre di superiore distacco. È una rappresentazione obiettiva della
società neroniana; il disordine è stilisticamente voluto per rendere meglio il senso della precarietà della vita. Lo stile
di Petronio adotta diversissimi registri linguistici, da quello epico a quello rurale, da quello poplare / rozzo a quello
aulico ed epico. La lingua è quindi mimetica. La parte superstite del romanzo copre stralci dei libri 14° e 16° e la
totalità del libro 15°; non sappiamo di quanti libri fosse composta l’opera.
Questione datazione/autore
C’è una serie di questioni riguardo l’identità dell’autore e la datazione del Satyricon. Da varie fonti ci perviene che,
un’opera narrativa mista fra prosa e versi, sia attribuita a un certo Petronio Arbitro. Nel 16° libro degli Annales di
Tacito viene nominato un personaggio attivo alla corte di Nerone, indicato con il nome di elegantiae arbiter, che fu
condannato a morte per la congiura dei Pisoni. Inoltre, nei frammenti dei libri di Petronio vi sono rimandi
all’ambiente neroniano: per questi motivi, molti critici tendono ad attribuire il Satyricon a questa età, accettando
quindi l’identità fra il Petronio Arbiter autore del Satyricon e il Petronio tacitiano. Se così fosse, il Satyricon è da
datarsi fra il 63 e il 55 d.C. Chi invece pensa che la composizione dell’opera sia da attribuirsi ad un’epoca più tarda,
fa parte del gruppo dei cosiddetti divisionisti.
Generi letterari
Non esiste un unico genere letterario entro il quale è definibile l’opera di Petronio: esso infatti si compone in una
mistura di generi letterari differenti, quali l’antiromanzo, la satira menippea, la fabula milesia, la satira esametrica,
il mimo, la parodia dell’odissea.
* Romanzo: il tradizionale romanzo greco affrontava le traversie di una coppia di innamorati, che venivano divisi
dalle avversità, e sperando avventure e pericoli si ricongiungevano coronando il loro amore. Questo era trattato con
pudicizia, e i protagonisti provavano un amore serio. Nel romanzo di Petronio l’amore è visto in maniera ben
diversa: non c’è spazio per la castità, e nessun personaggio è portatore di valori morali. L’argomento è infatti
erotico licenzioso: caratterizzato da numerosi triangoli amorosi, spesso a sfondo omosessuale, si rifà ad una
parodia dell’amore romantico che legava i fidanzati del romanzo greco.

* Satira menippea: il Satyricon può considerarsi satira menippea, per l’alternarsi continuo di toni seri e giocosi. Lo
stile è infatti vario, e il linguaggio, che si alterna fra colto e rustico popolare, è adattato ad ogni tipologia di
personaggio.
* Fabula milesia: la novella milesia, chiamata così in quanto riportate da Sisenna dal greco nella tradizione latina –
erano favolette di tema erotico amoroso trattate da Aristide di Mileto – entrano a far parte del genere letterario del
Satyricon, come possiamo vedere nel brano “la matrona di Efeso”.
* Parodia dell’Odissea e satira esametrica: sono frequenti in tutto il racconto le allusioni all’Odissea: partendo dal
fatto che tutto il poema sia strutturato sul viaggio, sono presenti scene tipiche come quelle dei banchetti e dei
personaggi tipici nei convitati.
* Mimo: è poi mimo: infatti il Satyricon rappresenta gli strati più bassi della società nella loro quotidianità, con
effetti comici.

Trama
Tutta l’azione si svolge in una Greca urbs, presumibilmente Pozzuoli, o comunque una città costiera della Campania.
* I nucleo narrativo: Encolpio , giovane di buona cultura, discute con il suo maestro di retorica Agamennone il
problema della decadenza dell’oratoria. Encolpio viaggia assieme ad un altro avventuriero, Ascilto, e di un bel
giovanotto, Gitone; fra i tre intercorre un triangolo amoroso. I tre vengono coinvolti un rito in onore del dio Priapo
da una matrona di nome Quartilla: i riti propiziatori si rivelano in realtà come un pretesto per asservire i tre giovani
ai capricci lussuriosi della donna.
* II nucleo narrativo: cena trimalchionis. I tre vengono invitati ad una cena da un ricchissimo liberto dalla
sconvolgente rozzezza, Trimalchione: il banchetto viene descritto con minuziosa attenzione, sottolineando la
teatrale esibizione della ricchezza e del cattivo gusto del liberto.
* III nucleo: incontro con Eumolpo. Abbandonato da Ascilto e Gitone a causa di un violento litigio con il primo,
Encolpio entra per caso in una pinacoteca, dove incontrerà un nuovo personaggio: eumolpo, un poeta anziano e
insaziabile come letterato, che comincerà ad esibire le sue doti poetiche. Dopo una serie di peripezie, Encolpio
riesce a recuperare Gitone e a liberarsi di Ascilto, che esce di scena. Fra Encolpio, Gitone e Eumolpo si crea un
nuovo triangolo amoroso.
* IV nucleo: la nave. Encolpio Eumolpo e Gitone lasciano la città e si imbarcano segretamente su una nave
mercantile. Il padrone della nave si scopre essere un nemico di Encolpio, Lica: esso è accompagnato da una donna,
Trifena, anche lei già nota a Encolpio. In quest’occasione viene raccontata la fabula milesia della Matrona di Efeso,
tentativo da parte di Eumolpo che tenta una mediazione e di svagare i compagni con il racconto di questa. A questo
punto interviene una provvidenziale tempesta, Lica viene spazzato via, Trifena scappa su una piccola imbarcazione,
la nave cola a picco e i tre si ritrovano soli sulla riva.
* V nucleo: Eumolpo scopre di essere nei paraggi della città di Crotone. Essa è dipinta come il paese dove avviene
la caccia alle eredità: la città è infatti in mano ai ricchi senza eredi e ai cacciatori di testamenti. I tre realizzano così
un espediente per andare avanti, nel quale Eumolpo si finge un saggio senza eredi, con Encolpio e Gitone che lo
assecondano inscenando di essere i suoi schiavi, e vivendo alle spalle dei cacciatori di testamenti e dei loro favori.

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