nell’ambiente peripatetico, culla della f. può essere considerata, nel 3° sec. a.C., Alessandria d’Egitto, con la sua biblioteca e la sua celebre scuola di dotti (Zenodoto, Callimaco, Apollonio Rodio, Eratostene, Aristofane di Bisanzio, Aristarco di Samotracia) volti alla ricostruzione e al commento dei testi letterari più antichi. Accanto alla scuola di Alessandria fiorì quella di Pergamo di impronta stoica (Cratete di Mallo). Sotto influsso ellenistico, e specialmente di Cratete di Mallo che fu a Roma nel 168 a.C., nasce anche la f. latina, i cui più importanti rappresentanti furono M. Terenzio Varrone, Nigidio Figulo, Verrio Flacco, Aulo Gellio e, nei secoli della decadenza della filologia greca, Censorino, Nonio Marcello, Macrobio, Marziano Capella, Prisciano ecc. La raccolta e lo studio continuano (6°-14° sec. d.C.) nel mondo bizantino; ma già nel 6° sec. Cassiodoro aveva fondato in Calabria una grande scuola intesa a salvare e a restaurare le opere dell’antichità; e nei secoli seguenti, i conventi irlandesi, anglosassoni, carolingi, italiani sono i depositari di questa tradizione. I conventi sono appunto il grande campo di esplorazione della riscoperta umanistica; e le università la sede della parallela restaurazione e interpretazione dei testi.
Riflessi documentari di area calabro-sicula nella minuscola ‘barocca’ otrantina. Saggio comparativo, in Alethes philia. Studi in onore di Giancarlo Prato, a c. di M. D'Agostino - P. Degni, Spoleto 2010 (Collectanea, 23), pp. 23-38.