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PETRONIO
Type

Course 🏺 LATINO
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SATYRICON

”Libri di cose satiriche”

Aggettivo potrebbe essere riferito a:

legame con i satiri (potrebbe starci perché avventure amorose raccontate, di giovani un
po’ mascalzoni)

carattere satirico (evidente intento parodico e anche polemico dell’opera), sopratutto


satira menippea (apucolokuntesys di Seneca, attacco a Claudio), perché contiene parti in
versi (in parte inventati, in parte citati), anche se più lunga. Non attacca un personaggio,
ma una situazione culturale (vena polemica)

A che genere letterario appartiene?

Alcune caratteristiche di satira menippea e della satira, ma non tutte:

anche presenta legami con “romanzo” (fabule, alcune rimaste greche, ma posteriori al
Satyricon. Solo due latini: quello e l’Asino D’oro di Apuleio): testo narrativo che
racconta avventure.

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I romanzi ellenistici greci raccontano di due innamorati divisi dalla
sorte e riescono a ricongiungersi.

essi sono casti

Amore molto intenso

Divisi dalla fortuna

Finale positivo (si ricongiungono)

Satyricon:

ragazzo scioperato

Diventa asino per la sua curiosità

Implora la luna (Iside)

Ritorna sembianze umane

Decide di diventare sacerdote ad Iside

Oppure fabula milesia (non pervenute a noi), scritte a Mileto:

forte realismo

Argomenti spesso piccanti

Racconti brevi (fabule, novelle)

Apuleio descriverà l’asino d’oro come fabula milesia

C’è nel satiricon una storia che è perfettamente riconducibile alla fabula milesia. Ma neanche
questa va bene.

Perciò romanzi latini totalmente diversi da quelli greci. Definizione e


collocazione precisa e definitiva è impossibile. Troppo differente.
Neanche il romanzo perciò soddisfa.

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OPERA NUOVA, estremamente ibrida.

romanzo

Satira

Satira menippea

Satira milesia

Crocevia di generi letterari.

Qual è la chiave che ci permette di capire? Non nel genere, ma nel


significato dell’opera, nel senso dell’opera.

Innanzitutto è in PRIMA PERSONA. Narratore inattendibile: critica tutto, ma non è


moralmente affidabile e salda, colta. Appartiene in tutto al mondo in cui vive. Legge
tutto quello che vive in maniera letteraria. (Una sorta di Madame Bovary ante-litteram.
Fa cavolate incredibili e le idealizza).

Effetto che arriva al lettore è quello di una parodia, straniamento, dovuto ad una sorta di
sdoppiamento del narratore. PETRONIO sceglie di allontanarsi dal narratore, e dal
personaggio inattendibile.

Estremo realismo. Mondo descritto non è idealizzato, ma perversione, particolari


raccapriccianti, ecc. Ma non esiste nessun giudizio morale. Lo descrive e basta. Profondo
realismo.

Vera e propria parodia. Serie di cliché: avventure, tópos di tempesta e nave che naufraga,
o di due inserti epici (in poesia) su guerra civile e presa di Troia. (Da una parte Bellum
Civile di Lucano, dall’altra Iliade)

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Ma sono tutti stravolti: inserti epici non hanno niente di epico, o situazioni banali, o
stilisticamente non rispettano le regole del genere. Avventure di solito con personaggi
moralmente ben costruiti, qui ci sono “ragazzacci senza scrupoli, disinibiti, spregiudicati”.

Intento meta-letterario. Egli è estremamente colto: inizio si parla male delle scuole del
tempo. Ma questo fatto ci fa capire che non solo avventure, ma discussioni.

Risulta evidente la critica alla cultura del proprio tempo. (Da punti di vista epico, oratorio:
crisi profonda) è come se PETRONIO avesse avuto intento metà-letterario di denunciare crisi
di tutti i generi letterari della tradizione. Il vero significato sarebbe operazione molto
raffinata: miscuglio di tutti i generi letterari che sono parodiati per mostrare che nessun
genere regga più in una società così cambiata, corrotta.

lingua dotta. Encolpio parla bene, linguaggio raffinato, segue storture del tempo (stile un
po’ Asiano). Tranne pranzo di Trimalchione ed alcuni tratti con “sermo vulgaris”: opera
che ci permette di avere non piccoli estratti, ma pezzi interi scritti così. I liberti parlano
questa lingua, difficile da tradurre perché non regole classiche, ma interessante:
REALISMO arriva alla scelta della lingua.

TRAMA

Due triangoli amorosi.

Si apre con Encolpio che innamorato di Gitone ma ha un rivale Ascilto. Vivono avventure
con donne, maga, ma sopratutto (15 libro) invitati ad un pranzo. Trimalcione.

pranzo particolareggiato (e lingua non dotta, ma “sermo vulgaris” del primo secolo).

Poi scappano dalla cena, rottura con Ascilto che scompare, ed Encolpio incontra un poeta
(Eumolpo) che si ritiene sotto, critica. È lui che recita in due occasioni due pezzi di poemi,
ma è inaffidabile. (Come Ascilto, che si riteneva poeta grande)
I tre si imbarcano su di una nave. Ed incontrano personaggi che Encolpio già conosceva, e
dissapori. (Noi non sappiamo niente di questa parte perduta)

la nave naufraga, i personaggi con dissapori muoiono.

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I tre approdano a Crotone: ultima avventura grottesca raccontata (non sappiamo la fine, ne
quante altre avventure ci siano state dopo).

a Crotone giovani cercatori di eredità servono persone anziane per ricevere eredità.
Eumolpo finge di essere ricchissimo e malato: circondato da giovani, ma dice che
riceveranno eredità solo cibandosi del suo cadavere.

INCONTRO CON AGAMENNONE

a scuola non si insegna più niente di importante, utile per la realtà

anche Tacito, Quintiliano, Giovenale parlano di questo problema, scollegamento tra


studio e vita. Tacito dice che questo è dovuto alla mancanza di libertà, il principato ha
spento la cultura, la cultura deve trasformarsi in azione.

Petronio dice che la cultura ormai è come una ripetizione.

interventi di Encolpio e Eumolpo (immagina un po’, è un alter ego di encolpio)

1.1 in latino.

“Nunc et rerum…”

Forse i declamatori che urlano “Ho ricevuto queste ferite per la libertà pubblica, ho dato
quest’occhio per voi, datemi una guida che mi possa condurre dai miei figli, infatti le
ginocchia spezzate non sostengono le membra” forse sono tormentati da un altro genere di
furie?

num presuppone risposta negativa a domanda diretta, no sono dei pazzi

Ma queste cose potrebbero essere tollerabili se aprissero la strada per coloro che sono
destinati ad avvicinarsi all’eloquenza.

Ora, invece, (questi declamatori) sia attraverso il tumore degli argomenti che trattano sia con
il fragore vanissimo (strepito inutile) ottengono solo questo, che una volta arrivati nel foro
pensano di essere stati portati in un’altro luogo del mondo. E per questo io ritengo che i
ragazzi nelle scuole diventino stoltissimi, perché non ascoltano né vedono niente di quelle
cose che abbiamo in uso. Ma vedono dei pirati sulla spiaggia con le catene, tiranni che

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scrivono editti nei quali comandano ai figli di tagliare le teste dei loro padri, ma ascoltano e
vedono dei responsi dati per la rovina, affinché delle giovani donne, tre o anche di più,
vengano immolate (Ifigenia), ascoltano e vedono delle mielose palle di parole (Parole
caramellate, artificiose, zuccherose) e tutte le parole ed i fatti come sparsi di papavero e di
sesamo (speziati= artificiosità stile asiano).

EUMOLPO: DISCORSO SULL’EPICA

Se uno ha messo delle figure retoriche e quantità sillabiche giuste pensa di essere un poeta.

rifondante, retorico, parla quasi esclusivamente per metafore

In realtà non si diventa poeti così per hobby, bisogna rifarsi alla vasta corrente letteraria. per
inverare “Odio il volgo profano e me lo tengo lontano” (cit Orazio, il vate).

Lo straniamento, inattendibilità è nella contraddizione discorso di


Eumolpo.

prima bisogna controllare, esaminare come Orazio

Poi “fare poesia è abbandonarsi a briglia sciolta all’immaginazione, contorcimento


pensieri di leggende mitiche ecc.. risultato è invasamento, non discorso organizzato”.

PARODIA DEI GENERI

Due passi che sono entrambi episodi di parodie del genere epico o romanzesco.

Combattimento per amore, dolore per rivalità e delusione amorosa

Tempesta che distrugge nave e ribalta condizioni nel secondo passo.

In entrambi i casi il tópos è stravolto, abbassato.

ENCOLPIO, UN EROE DA STRAPAZZO

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“Suicidio da operetta”
Modelli:

episodio di Eurialo e Niso (Virgilio)

Piramo e Tisbe (Metamorfosi di Ovidio): credendo amata morta si uccide, Tisbe si


uccide vedendolo morto.

Amore che lì lega non è vero, ma passione sensuale molto leggera.

LA TEMPESTA

Davanti al pericolo della strage si mette a declamare versi in una furia poetica, frenetico.

Personaggio:

Lica, uno dei personaggi già conosciuti dal tipo, muore scaraventato nel mare dal vento.

Sistro, strumento come uno Zufolo.

Protagonista dice: questo meritammo, di morire insieme. Baciami.

Tre elementi di parodia:

Unione anche fisica con una cintura di Gitone ed Encolpio, perché i flutti non li sleghino
dall’abbraccio mortale: Patroclo e Achille, sepolti insieme

Salvataggio: pescatori arrivati da terra salgono per fare razzia: solo dopo si accorgono
che c’è qualcuno e allora prestano soccorso

eumolpo, invasato, compone versi mentre la nave naufraga (come poeti mediocri
attaccati da Catullo e Orazio)

Demitizzazione di topoi epici.

BANCHETTO CENA DI TRIMALCIONE

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Simposio e convivio sono la stessa cosa. Cena è un convivio: due elementi si intrecciano:

cibo

discussione (non ricorda elementi filosofici, culturali. Ma soprattuto su due argomenti:


denaro, potere e la morte)

La cena si può considerare un microcosmo del Satyricon: concentrate tutte le caratteristiche


che governano l’intero libro. Anche nell’asino d’oro con Amore e Psyche c’è un concentrato
dell’opera intera.

Episodio molto ricco di spunti:

raccontate favole

Interventi di liberti che parlano volgare

Descrizione particolareggiata delle portate (scenografiche ed iperboliche) che offrono un


affresco dello spaccato realistico della vita di “Roma bene” nell’età imperiale.

Seneca già l’aveva fatto per riprendere ingiusto trattamento degli schiavi. PETRONIO
sdrammatizza e presenta situazione come grottesca.

Non è una situazione comica, ma grottesca: su tutto aleggia sensazione di morte. Il riso che
scaturisce è amaro.

PETRONIO piaceva tantissimo ai decadenti (Wismanm: des Essain)

Da leggere in italiano l’intera cena di Trimalcione.

CAPITOLO 31

In italiano

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CAPITOLO 32 (descrizione di Trimalcione)

In latino.

eravamo in queste delizie quando fu portato, accompagnato da musica, Trimalcione. e,


collocato tra piccolissimi cuscini, suscitò il riso in coloro che non se l’aspettavano. (Egli)
mandava furoi una testa rasata da un mantello rosso e intorno al collo appesantito da una
veste faceva sporgere una sciarpa ornata di strisce rosse con delle Nappine che andavano
di qua e di la.

Aveva anche, nel mignolo della mano sinistra, un grande anello d’orato, e nell’ultima
falange del dito seguente aveva un anello più piccolo, come mi sembrava, tutto d’oro
massiccio, ma con delle placche di ferro a forma di stella e per non mostrare solamente
queste ricchezze (egli) denudò il braccio destro abbellito da un bracciale d’oro e da un
cerchio d’avorio connesso con una lamina luccicante.

Descrizione barocca, molto comica: egli è molto colorato, da subito ogni cosa che lo riguarda
è uno sfoggio paradossale di ricchezza.

CAPITOLO 33,4,5

In Italiano.

Egli gioca e viene portata la secondo antipasto (dopo l’antipasto). Ogni portata è una Piéce
teatrale. (Ab ovo, ad malum: antipasto sempre c’erano uova, mele nel dolce).

gallina di legno. Servi frugano in mezzo a paglia sotto la gallina tirano fuori uova di
pavone. (In realtà sono uova finte, ricoperte di impasto di farina: dentro beccaccino
immerso in salsa piccante di tuorlo).

Portano il Falerno (di 100 anni).

Tema del cibo, denaro, lusso: ma anche il tema della morte.

il vino ha cento anni? Vive più di me

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Ingresso di scheletro d’argento (cattivo gusto, il fondo di questo eccesso).

CAPITOLO 36

trinciatore che taglia la carne

Pantomima (servo che taglia le pietanze si chiama “Trincia”)

CAPITOLO 37

presentazione di Fortunata, la donna di Trimalcione (avida, interessata, tiene conto del


marito anche se sembra valere poco)

CAPITOLO 40

Cinghiale con in testa berretto da liberto, contenente uccelli vivi poi ripresi.

CAPITOLO 41

Trimalcione si reca al “cesso” ed inizia a parlare Dama.

In latino (delle parole che ricorrono solo qua, significato non chiaro, sgrammaticature, modi
di dire, metafore:

apax (parole che ricorrono una sola Volta)

Sgrammaticature

Modi di dire, proverbi

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Metafore ardite)

Dopo aver chiesto ancora da bere dice: niente di meglio che passare dal letto al triclinio.

Fino a Seleuco che dice (non mi lavo mica tutti i giorni) in latino. Dopo ita.

ho partecipato ad un funerale (ancora tema del funerale).

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