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BOCCACCIO

È un autore molto distante da Petrarca dimostrazione che la letteratura italiana è stata in grado, in poco
tempo, di creare 3 capolavori molto diversi.
- La Commedia è una grande commedia ultraterrena, il viaggio per eccellenza.
- Nel Canzoniere si sente in particolar modo il senso della soggettività e dell’introspezione individuale.
- Il Decameron è una sorta di grande commedia terrena e quindi umana (grande varietà di personaggi e
situazioni) raffigura molto bene la molteplicità, con grandi escursioni tematiche, a differenza di Petrarca.

Nel Decameron non esiste una morale unica in chiave della quale debba essere letta tutta la molteplicità
descritta l’insegnamento più importante consiste nell’accettazione di questa grande varietà, che è
naturale per l’essere umano.
È come se non ci fosse più l’ordine provvidenziale, quel qualcosa che dia un senso univoco alle vicende
degli esseri umani diventerà una concezione popolare successivamente.

La grande pestilenza del 1348 (la peste nera) segna in particolar modo la letteratura dell’epoca da
questa catastrofe nascono sia il canzoniere che il Decameron, che fa della peste il punto di partenza della
sua opera, che è all’inizio ma è come se si accampasse sullo sfondo di tutto il Decameron.
L’opera è una reazione, una volontà di rinascita da questa catastrofe.

L’Italia era l’area più urbanizzata d’Europa e contava 11 milioni di persone ospitava le città più grandi a
parte Parigi. Decine e decine persero la metà degli abitanti o addirittura i 2/3 della popolazione.

È nel 1348 che muore Laura, stando a Petrarca l’aveva annotato sulla guardia di un libro.
Il 1348 viene indicato come data spartiacque poiché molte persone, oltre a Laura stessa, sono morte
lasciando Petrarca solo e infelice.

Si pensa che Boccaccio sia nato nel 1313, quindi il 1348 è il mezzo del cammino della vita di Boccaccio, è
anche il suo spartiacqueprima di questa data, Boccaccio aveva già scritto diverse opere.
Il cosiddetto Boccaccio minore (opere precedenti al Decameron) presenta delle caratteristiche interessanti
e ci indica la maniera in cui Boccaccio concepiva la poesia letteratura di alto intrattenimento, inventava
un genere di letteratura scritto da un autore che lascia la sua impronta ma che era volta innanzitutto a
creare diletto.
È marcatissima la dimensione narrativa.

Alcune delle sue opere giovanili sono in ottava, un metro che non si sa se esistesse prima di lui diventa il
metro narrativo per eccellenza, insieme alla terzina dantesca. Metro ufficiale del poema epico in volgare
italiano.

Si è molto discusso se si possa o meno considerare Boccaccio l’inventore di questo tipo di metro si trova
utilizzata anche nei cosiddetti cantari, poemi anonimi scritti ma che erano fatti per essere recitati.
Boccaccio non ha inventato l’ottava come metro della narrazione avventurosa ma le ha dato
un’espressione di carattere artistico buona parte delle 100 novelle del Decameron non sono invenzione
di Boccaccio ma dà loro una dignità letteraria che in precedenza il racconto breve non aveva.

Boccaccio crea una sorta di enciclopedia del racconto breve dando uno statuto stabile e una dignità al
genere della novella.
Prima di Boccaccio esisteva il Novellino, una raccolta di novelle che ha tratti di somiglianza col Decameron
ma che contiene racconti veramente molto brevi Boccaccio invece riprende i racconti, li rende molto più
lunghi e ricchi di dettagli (coordinate storico-geografiche) e aggiunge i dettagli relativi ai personaggi.

L’altro grande genere è l’exempla racconti che hanno una funzione esemplare perché mostrano dei
comportamenti umani e ne traggono dei modelli di comportamento o dei modelli da evitare.
All’epoca erano nati gli ordini dei domenicani e dei francescani, per rinnovare la chiesa la predicazione
avveniva in volgare e si fornivano degli exempla ricchi di casi umani.
Non esiste più una morale tratta in maniera evidente dalle singole novelle, il piacere del racconto è
essenziale.

Boccaccio era molto attento alla sensibilità femminile e all’universo femminile. Una delle sue opere giovanili
principali è “l’Elegia di donna Fiammetta”: un romanzo che ha come protagonista una donna.
Attenzione per la donna che è diversa dal semplice oggetto d’amore ma viene vista come soggetto
protagonista in grado di essere intraprendente e di muoversi con dinamismo nella realtà grande senso
pratico e conoscenza delle regole alla base della vita sociale.

Le donne del Decameron sono dotate di una qualità che le accomuna ai personaggi maschili: l’ingegno la
capacità dell’essere umano di volgere le situazioni a proprio vantaggio.

Il primo a dare importanza a questa componente è Boccaccio stesso.

Il Decameron è una raccolta di 100 novelle raccontate da 7 giovani donne e 3 giovani uomini e
soprannominato Principe Galeotto.
Il titolo Decameron trae ispirazione dall’Exameron di ? poiché quello era un testo che narrava dei 6 giorni
della creazione mentre il Decameron narra di una ricreazione. Questi 10 giovani col loro raccontare
ricreano un universo che si stava smarrendo e distruggendo.

Il giardino in cui si svolge il Decameron è il luogo che è dotato al tempo stesso dall’essere naturale ma è
anche un ambiente regolato dall’essere umano (non è selvatico) naturalità e artificialità.
I ragazzi si ritrovano nel giardino della villa in cui si sono rifugiati a causa della peste.

Principe Galeotto si riferisce ovviamente a Dante Boccaccio fu un grande promotore del culto nei
confronti di Dante.
L’espressione risale al V canto dell’Inferno “Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse” il libro è visto come un
personaggio vero e proprio (come Galeotto nel ciclo arturiano) che fa da tramite perché i due giovani si
innamorino.
La questione del perché il Decameron sia chiamato Principe Galeotto è difficile forse, data la natura di
alcuni temi dell’opera, il libro dovrebbe avere la funzione di spingere le donne (destinatarie) ad amare con
naturalezza. Altri pensano che la funzione sia di avvertimento, come se dicesse di stare attenti e non
confondere vita e letteratura (come fa Francesca).

Altri dicono che questo libro si pone come mediatore tra il pubblico (non di cultura elevata) e l’alta
letteratura quest i racconti sono dei filtri della società dell’epoca.

Proemio:
Non c’è nulla di più umano che l’aver compassione di chi soffre e che questo sentimento si addice ancora
di più a coloro che hanno avuto bisogno di qualcuno che li confortasse e hanno trovato questo conforto.
Io sono uno di quelli che ha ricevuto conforto a causa della mia???? Per amare e ho trovato persone che
mi hanno confortato.

Mi hanno salvato le piacevoli conversazioni il parlare è qualcosa che salva dalla morte e libera dalle
sofferenze.

Avendo avuto questa esperienza mi spetta di essere riconoscente e fare qualcosa di simile per gli altri.

Intendo offrire qualche sollievo a coloro che ne hanno bisogno.

Individua quindi il pubblico delle persone che per lui ne hanno più bisogno, ovvero le donne  straordinaria
sensibilità umana, traccia una sorta di ritratto della condizione femminile dell’epoca.
Le donne avevano poche occasioni per svagarsi e trovare conforto per le sofferenze della vita e dell’amore.
Erano chiuse tra 4 mura e obbligate a nascondere i propri sentimenti.

Chi ha provato sa quanto siano più dure le sofferenze amorose quando vengono tenute nascoste piuttosto
che palesate.
Le donne vivono in una condizione di inferiorità l’opera si rivolge a loro.

È come se volesse porre rimedio ad un errore della fortuna, la quale è più avara di sostegno laddove ce ne
sarebbe bisogno.
Si rivolge in particolare a quelle che amano, non a quelle a cui basta ricamare per essere felici.

Dà una sorta di definizione delle novelle (“o favole o parabole o historie”) o sono sinonimi generici delle
novelle o sono dei sottogeneri specifici delle novelle.

Da subito sottolinea un aspetto delle novelle raccontate in 10 giorni da una compagnia onesta, ovvero
dotata di senso di decoro e rispetto di certe norme del vivere civile. È una sorta di riflesso esteriore della
propria condizione di regolarità ed equilibrio interiore.

Il Decameron non è solamente una raccolta, è essenziale il fatto che le novelle vengano raccontate dai
giovani.

3 livelli diversi del racconto:

1. Proemio, introduzione alla 4° giornata e conclusione l’autore parla di sé e delle sue esperienze,
della propria opera e ne giustifica l’esistenza, indica il destinatario.

2. Cornice racconto dello sfondo storico della peste e delle vicende che hanno come protagonisti i
10 giovani che si riuniscono un martedì nella chiesa di S. Maria Novella e di fronte alla distruzione
della peste decidono di allontanarsi e passano il tempo a raccontarsi delle novelle.
Ci vengono rappresentati i dialoghi tra i personaggi e le reazioni ai racconti.

3. Le cento novelle distribuite secondo un criterio tematico.

L’introduzione alla prima giornata è costituita dalla descrizione degli effetti della peste nella Firenze
dell’epoca ci si aspetta un’opera di argomento piacevole (dato che le destinatarie sono le donne), invece
deve iniziare raccontando della peste.

Descrive lo scenario della peste rivolgendosi alle donne stesse, dicendo che più le lettrici terranno conto di
questo inizio terribile, più potranno apprezzare il diletto delle novelle.

Boccaccio parte dal manifestarsi della malattia e dei metodi di propagazione è come il fuoco quando gli si
avvicina qualcosa di secco (subito divampa).
Descrive le reazioni delle persone dell’epoca generale disfacimento della società, si perde tutto ciò che
garantisce la tenuta del vivere sociale (cadono le leggi, viene meno l’affetto tra parenti, il pudore, il culto dei
morti).

Boccaccio mette bene in luce la scelta del passatempo del raccontare i giovani possono o giocare o
raccontare e scelgono la seconda perché viene vista come una scelta che impedisce che si creino attriti
all’interno del gruppo (no vincitori né vinti) e nel racconto c’è un impegno comune (sia chi racconta che chi
ascolta).

I 10 giovani vengono eletti a turno re o regina della singola giornata ed essi scelgono un tema attorno al
quale devono ruotare le varie novelle c’è una perfetta omogeneità.

La cornice
l’antefatto del racconto è che, in questa tragica situazione, 7 giovani donne si ritrovano un martedì nella
chiesa di Santa Maria Novella e la più matura tra queste giovani (Pampinea=la rigogliosa) fa un discorso.
Si evince già da qui il protagonismo femminile nell’opera inizialmente convince le amiche della necessità
di allontanarsi dalla città.
I termini sono molto calibrati da Boccaccio.
Sottolinea il comportamento sbagliato di alcune persone, dicendo che dall’altra parte vi è la possibilità di
evadere da tutto questo per vivere nel modo giusto, lontano da tutto.

La brigata si pone come esempio positivo dell’agire onesto, che non supera il limite della ragione all’inizio
della Vita Nova, si parla di Beatrice esprimendo l’idea della ragione che domina i comportamenti e di una
sostanziale moderazione.

Alle 7 giovani donne si uniscono 3 giovani uomini su impulso di un’altra giovane donna (Filomena), le
donne si rendono conto di dover essere accompagnate da degli uomini.
Era molto medievale l’idea che le donne avessero bisogno della reggenza degli uomini, della loro
provedenza.

Appaiono 3 uomini e, superate delle resistenze in base al fatto che le donne si comporteranno con pudore,
i 3 giovani accettano squilibrio di genere, Boccaccio non vuole creare 5 coppie.
I nomi non sono dei nomi realistici ma dei soprannomi Boccaccio ci tiene a non rivelare i nomi reali dei
protagonisti (soprattutto per le giovani, perché le avrebbero giudicate), quindi utilizza dei nomi con
un’impronta un po’ classicheggiante (estimatore dell’etimologia e del classicismo) e di natura letteraria.

I nomi si richiamano a personaggi della letteratura Lauretta (Petrarca), Elissa (secondo nome di Didone).
Ci sono anche personaggi che hanno nomi ripresi dalle opere della giovinezza Fiammetta, Filostrato.
Dioneo prende il nome dalla madre di Venere, componente erotica forte. È al di fuori delle norme, non
deve attenersi al tema della giornata quando deve raccontare la sua novella.

I 10 giovani decidono di partire l’indomani e di trasferirsi in un palazzo non distante da Firenze e ci


trascorrono le prime 2 giornate su iniziativa di Neifile, il venerdì e il sabato si astengono dal raccontare
per purificarsi.
La domenica avviene il trasferimento in un altro palazzo, per allontanarsi ancora di più da Firenze nella
7° giornata viene descritto un altro luogo: la valle delle donne.

La brigata è una sorta di mondo che ricompone un ordine e in quest’ordine ci sono delle gerarchie
distribuite in modo tale che ci sa una perfetta parità c’è la necessità di qualcuno che governi ma anche la
necessità di uguaglianza.
Pampinea dice che è necessario che ci sia tra loro un capo ma al tempo stesso c’è bisogno che tutti
dovranno essere re o regina per un giorno è in qualche modo il pensiero di Boccaccio.
È anche la scelta del novellare che risponde a questo principio si mettono in cerchio (uguaglianza) e
scelgono che il passatempo sia il novellare (consente la partecipazione di tutti).

Decidono di passare in questo modo la parte più calda del giorno (anche in maniera sessuale) il racconto
traduce in modalità accettabile alcune pulsioni e per moderarle.

Struttura:

1. Prima giornata il tema è libero ma concentrato sulla religione e affrontato in chiave piuttosto
moderna.
- Ser CiappellettoTema della credenza popolare e di come essa possa essere influenzata da
un’erronea percezione.
- Corruzione della curia romana, il cristiano vuole convertire il suo amico ebreo, che vuole vedere
Roma. L’italiano non vuole perché teme che veda la corruzione di Roma ma l’ebreo va, vede la
corruzione e vuole convertirsi perché dice che, se la chiesa è così potente pur essendo corrotta,
vuol dire che Dio è veramente dalla sua parte.
- Religione cristiana, islamica ed ebraismo sono come 3 anelli intrecciati, è impossibile capire quale
sia quella che più si avvicina alla verità.

Si avverte la capacità del racconto breve di stimolare delle visioni estranianti alla vita comune si
mettono in discussione dei principi che sembrano essere immutabili e su cui si regge il mondo.
Le successive novelle anticipano il tema della 6° giornata: il motto battute acute con le quali il
personaggio risolve la situazione a proprio vantaggio.

2. Seconda giornata il tema è la fortuna. Raccontano come qualcuno che si è trovato a vivere una
situazione molto avversa sia riuscito ad uscirne grazie alla fortuna.
Essa non è provvidenziale ma è essenzialmente il caso è presente e attiva l’imprevedibilità degli
accadimenti.

3. Terza giornata il tema è l’ingegno e abilità. I protagonisti sono personaggi che riescono a
ottenere qualcosa grazie all’industria, di cui sono dotati.

4. Quarta giornata amori che hanno esito infelice. La forza dell’amore ha un ruolo centrale nel
Decameron, assieme al fatto che l’amore è una forza naturale.
L’amore è rappresentato in una grande varietà di forme (erotismo, forza che nobilita ecc…) senso
molto forte della molteplicità.

5. Quinta giornata amori che hanno esito felice.

6. Sesta giornata il tema è una variante dell’ingegno che si esprime attraverso il sapiente uso della
parola: il motto. Celebra la capacità dei personaggi di riuscire a salvarsi da situazioni difficili
attraverso l’uso della parola.
Si svolgono quasi tutte a Firenze, dato che erano conosciuti come persone spiritose.

7. Settima giornata il tema è le beffe fatte dalle donne ai mariti, azioni fatte per il gusto dello
scherzo. Si apre un vero e proprio filone delle beffe.

8. Ottava giornata il tema è le beffe in generale.

9. ?

10. Decima giornata dieci esempi di somma virtù. Si parla di vicende con protagonisti molto positivi
che si comportano secondo cortesia, magnificenza e nobiltà nei confronti di altri.

L’ultima novella è quella di Griselda (raccontata da Dioneo) Griselda è una donna molto umile,
che viene sottoposta dal marito ad una serie di prove molto cattive per testarne la fedeltà.
Piacque molto a Petrarca la tradusse in latino e fu divulgata al di fuori dei confini italiani. Esalta le
virtù dell’eroina stoica.
È una novella di difficile interpretazione non si capisce se l’esempio sia positivo o negativo (se
voglia sottolineare le virtù di Griselda o la cattiveria del marito).

La prima novella è quella di Ser Ciappelletto (personaggio negativo) e si chiude con un personaggio
positivo vi è una sorta di struttura ascensionale (come nella Commedia) anche se all’interno del
Decameron prevale l’esaltazione della molteplicità.

Dopo le prime 3 giornate, nell’aprire le ulteriori 7 c’è un momento di stacco l’autore riprende la parola
all’inizio della 4° giornata (amori infelici).

4° giornata: Novella di Ghismonda

È importante vedere come funziona il racconto di Boccaccio non gli interessa tanto cosa viene raccontato
ma il come.
La prima cosa che ci colpisce quando leggiamo una novella di Boccaccio è il fatto che non mira a colpire il
lettore con delle vicende che non si sa come vadano a finire già dal tema delle 8 giornate sappiamo
l’esito della vicenda (amori infelici, amori felici, ecc…).
Tutte le novelle sono precedute dalle cosiddette rubriche, tratte da un codice scritto dallo stesso autore.
Sono delle lunghe intitolazioni poste prima della storia, scritte in rosso (ruber=rosso) è una sintesi dei
contenuti che si approfondiranno dopo.

La rubrica ci racconta più che altro il finale, omettendo l’inizio della storia l’importante è la capacità di
narrare.

In questa novella vi è un antefatto Tancredi principe di Salerno è un personaggio in parte reale (nome
effettivamente utilizzato da alcuni nobili meridionali). Egli ama a tal punto la figlia che ha fatto fatica a darla
in sposa e, quando è rimasta vedova, lei è tornata dal padre.

La protagonista femminile (Ghismonda) è bellissima nel corpo e nel viso giovane (nella visione di
Boccaccio le donne giovani si innamorano), è gagliarda e savia.
Si dimostra subito una donna ricca di intraprendenza, è lei a guidare e condurre la storia, pur non essendo
l’unica forza in campo.

Lei capisce che dal momento che il padre non si preoccupa di farla risposare, lei decide di cercarsi un
amante spirito di iniziativa, agisce in totale indipendenza.
Individua in un giovane servitore del padre l’uomo che fa per lei e se ne innamora, lasciandosi prendere la
questo amore cercato volontariamente.

Ghismonda, una volta innamoratasi di Guiscardo, fa delle azioni che servono a poter trovare la piena
corrispondenza da parte di lui trova uno stratagemma per comunicarsi i luoghi in cui incontrarsi: sfruttano
una canna e inserendoci un biglietto. Precedentemente, Boccaccio ci dice che lei aveva provato degli altri
metodi (ha sfruttato una grotta comunicante con la sua stanza per??).

Guiscardo è un personaggio che è come se rispondesse sempre alle iniziative di Ghismonda, agisce di
rimando un tratto essenziale lo definisce. È un uomo di origine povera ma è nobile per virtù e
comportamento.
Una persona può essere di umili natali ma può dimostrarsi nobile nei fatti.

È un aspetto fondamentale della vicenda nel Decameron i personaggi vengono definiti in base al mondo
a cui appartengono e al loro ceto sociale.
Vi è un realismo nel descrivere le interazioni tra le varie classi sociali veramente notevole.

La tragedia (soprattutto l’amore tragico) era un genere relegato alla nobiltà Boccaccio introduce della
novità, in quanto in alcune novelle i protagonisti sono di umili origini (eppure soffrono per amore).
Anche i personaggi di umili origini possono avere nobili sentimenti.

Casualmente, Tancredi scopre l’amore tra Guiscardo e Ghismonda è geloso e possessivo nei confronti
della figlia.
Quando Tancredi lo fa catturare, egli mostra il suo valore nella risposta che dà a Tancredi l’amore è una
forza che è molto superiore rispetto a quello che né io né voi possiamo fare (per resistergli).
Mette in luce la sua forza d’animo ma lo lascia in una situazione di secondo piano rispetto a Ghismonda,
che fa discorsi molto più ampi.

Si riconoscono le forze che agiscono nel racconto:


- Amore è il motore fondamentale.
- Ingegno che permette a Ghismonda di trovare gli stratagemmi per vedere Guiscardo e comunicare con
lui l’ingegno è talmente importante che il Decameron è definito come quintessenza dell’ingegno
mercantile (nuova classe dotata di grande intraprendenza).
- Fortuna imprevedibile che non risponde ad una ragione superiore. Tutto sfugge al dominio dell’uomo.

Tancredi con le sue scelte determina l’esito della vicenda anche ciò che non viene detto è importante,
come l’attaccamento morboso per la figlia, che non viene esplicitato ma resta “tra le righe”.
Tancredi la accusa di avere avuto una storia_ a di fuori del matrimonio, di essersi legata ad un uomo di
ceto sociale più basso e le dice che non ha ancora deciso quale sorte riservarle noi ci troviamo di fronte
alla grande reazione di Ghismonda.
Ella decide di procurarsi un veleno con cui uccidersi (sa che Guiscardo è stato ucciso) ma, accanto alle
azioni, troviamo la sua grande eloquenza è un personaggio che sa parlare con grande maestria e nel suo
discorso è ricorrente la parola carne. L’amore è anche fisico ed è qualcosa di perfettamente naturale, il
padre è fatto di carne ed anche sua figlia è fatta di carne.

Il discorso si centra anche sulla nobiltà di Guiscardo, nonostante la sua umile condizione il fatto che sia
povero è solo colpa della fortuna, mentre il suo cuore è nobile. La vera nobiltà sta nella virtù.
Ella si dispone a soffrire alle stesse pene che Guiscardo dovrà soffrire se lui muore voglio morire anche
io.

Nella chiusa della novella vi è un terzo discorso, nel quale Tancredi non si aspettava che la figlia avrebbe
compiuto il gesto estremo e Ghismonda morente chiede al padre di essere sepolta con Guiscardo.
Tancredi ammette il proprio peccato e accetta il suo desiderio.

6° giornata

La novella che inaugura la 6° giornata è quella centrale la centralità è innanzitutto fisica, vi è


un’attenzione particolare per la posizione dei testi all’interno dell’opera (non è casuale).
Si impone la posizione all’interno del macrotesto come qualcosa di significativo l’autore non è sicuro che
il lettore coglierà queste cose, però sicuramente ha deciso di inserire delle sorte di messaggi subliminali.

Questa novella inaugura la seconda metà del Decameron apre le seconde 5 giornate.
Il testo è quasi metanarrativo, racconta di questa protagonista che si trova con altre persone a compiere un
tragitto a piedi un cavaliere si offre di aiutarla a compiere questo tragitto in maniera piacevole,
raccontandole una storia.
Si parla dell’importanza del saper raccontare arte che non può essere improvvisata.

La sua sapienza sta nell’arricchire ciò che nel Novellino ci sembra qualcosa di semplice, rendendolo ricco
di sfumature.
La bellezza del racconto sta nel modo in cui viene raccontato, nei dettagli e nella caratterizzazione dei
personaggi.

Le cento novelle contro la morte (libro che parla della peste nera)

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