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Francesco Lamendola

Elogio del pregiudizio, contro la tirannia di una Ragione arrogante e totalitaria


Mio Dio, sei pieno di pregiudizi!; Ma non ti vergogni di nutrire simili pregiudizi?; Pensa a quali terribili conseguenze portano i pregiudizi che avete tu e quelli come te La parola pregiudizio, nel linguaggio contemporaneo, diventata una di quelle parole che vorrebbero essere auto-evidenti e incontrovertibili, mentre, nello stesso tempo, una classica parola giustiziera, una parola-ghigliottina, libertaria ben inteso: una di quelle parole che, per il solo fatto di essere pronunciate e rivolte contro qualcuno, bollano costui con un eterno marchio dinfamia, lo squalificano, lo relegano nello scalino pi basso della specie homo sapiens, quella vicina ai villosi e irragionevoli primati scimmieschi dai quali, secondo i biologi evoluzionisti, ci siamo distaccati almeno centomila anni fa. Questo stato di cose dovuto alla cultura illuminista: fu allora, verso la met del XVIII secolo, che i philosophes, dallalto della loro superba intelligenza, lanciarono la loro battaglia contro superstizioni e pregiudizi; ed da allora che la parola pregiudizio ha acquistato tutta la sua carica spregiativa, lequivalente laico di una scomunica in piena regola. Ma che cosa significa, esattamente? Pregiudizio, evidentemente, un giudizio che viene formulato prima; prima di che cosa? Ovvio: prima che la ragione dei philosophes, ossia una ragione libera e spregiudicata, desunta dal metodo scientifico galileiano e assolutizzata, abbia valutato la circostanza che forma loggetto di cui si discute e abbia emesso la sua inappellabile sentenza davanti al tribunale del Progresso. Ma chi che decide che un pregiudizio una cosa brutta e cattiva, e che brutto e cattivo colui che lo alimenta in se stesso? La ragione scientifica, naturalmente; la ragione laica e materialista, per la quale tutto ci che diverso da essa, inferiore ad essa, ed contrario ad essa: dunque, una minaccia da sventare, un nemico da eliminare: se non si vuol vedere i mostri che risorgono, i mostri generati dal sonno della Ragione. Perch la ragione non deve mai dormire, non pu mai permettersi di sonnecchiare: deve sempre vegliare, deve vigilare eternamente, con cento occhi e cento orecchi spalancati, pronta a cogliere il minimo accenno di pregiudizio, per segnalarlo immediatamente ai suoi fedelissimi custodi e consegnarlo al braccio secolare, che provveder a cauterizzarlo anche col fuoco, se necessario: perch la causa della Ragione una causa santa. Del resto, che i pregiudizi siano sempre brutti e cattivi, lo dimostra sia la loro antichit, sia la loro origine popolare. In quanto antichi, appartengono al passato: e il passato, per lIlluminismo, il male, il regno dellignoranza e della superstizione, qualcosa che va cancellato e dimenticato, qualcosa che bisogna seppellire sotto montagne di disprezzo, con i suoi roghi, il suo Indice dei libri proibiti, le sue ridicole credenze religiose. In quanto di origine popolare, non possono che essere malvagi e velenosi, perch il popolo rozzo e ignorante, crede a qualunque cosa, singinocchia davanti a qualsiasi idolo. Meno male che ci sono i philosophes per aiutarlo a ravvedersi, con le buone o con le cattive: perch anche in questo secondo caso (vedi la repressione della Vandea), si tratta di agire per il suo bene; si tratta di fargli mandar gi la medicina che lo far guarire dagli errori e che lo liberer dagli spiriti maligni delloscurantismo. I pregiudizi, dunque, sono il retaggio del passato: qualcosa che va continuamente superato; e quanto pi il Progresso accelera la sua marcia trionfale, tanto pi in fretta devono cadere le pastoie del pregiudizio. Se non cadono da sole, come sarebbe auspicabile, allora bisogna farle cadere con una piccola spinta: ed ecco che i philosophes si mobilitano e lanciano una delle loro incessanti 1

campagne per debellare limmondo pregiudizio di turno, al travolgente grido di guerra del buon vecchio Voltaire: crasez linfme! (schiacciate linfame). Oggi, per esempio, si tratta di far cadere il pregiudizio omofobico: Dagli alluntore, distruggi il pregiudizio e i suoi spregevoli seguaci!. Visto che la Ragione stenta a farsi strada nelle tenebre neo-medievali, ci penseranno i parlamenti e i tribunali a legiferare, equiparando le unioni omosessuali al matrimonio fra uomo e donna; eliminando gli odiosi pronomi lo e la nelle scuole materne, per sostituirli con il pronome neutro; a passando sotto silenzio la festa del pap, se nella classe in questione c il figlio di una coppia lesbica, o la festa della mamma, se in classe c il figlio di una coppia gay maschile; e via dicendo. E non importa se, per tutelare dal pregiudizio una piccola minoranza, si passa come un rullo compressore sopra i sentimenti e le legittime aspettative della stragrande maggioranza: in nome del pregiudizio egualitario, bisogna appiattire le differenze, omologare le coscienze, di modo che lintera societ si rifaccia una coscienza nuova di zecca. O meglio, bisogna appiattire le differenze, ma solo quando ci rientra nei disegni della minoranza illuminata che si fa carico di guidare la marcia delle masse verso il Progresso; per strano - non accade mai il contrario: che sia la maggioranza ad essere ascoltata. In altre parole: cos come nel marxismo-leninismo una minoranza rivoluzionaria che possiede la piena coscienza di quali siano i reali interessi della classe lavoratrice, ragion per cui essa ha il diritto e il dovere di instaurare la dittatura del proletariato, cio la SUA dittatura (oh, ma nellinteresse e per conto del popolo, si capisce: anche se si tratta di ammazzare e imprigionare un bel po di popolani!), cos nella concezione illuminista una piccola ma selezionata minoranza di intellettuali che si auto-proclama custode e vessillifera del Progresso ed essa, pertanto, la sola titolata a decidere cosa sia un pregiudizio e cosa vada eliminato, per preparare le coscienze alla nuova tavola di valori stabilita dalla marcia del Progresso. Uno dei primi filosofi europei a smascherare linganno e il ricatto ideologico connessi alluso e allabuso del concetto di pregiudizio da parte della cultura illuminista stato Edmund Burke, deciso oppositore della Rivoluzione francese (sebbene egli avesse guardato con favore, almeno allinizio, la lotta per lautonomia delle tredici colonie americane); a lui si deve la prima, energica confutazione del sofisma progressista, secondo il quale il pregiudizio il grande male da distruggere, affinch i lumi della Ragione possano affermarsi. Le idee di Burke al riguardo sono state efficacemente sintetizzate da un illustre studioso contemporaneo della storia delle idee, Christopher Lasch, nella sua classica monografia Il paradiso in terra. Il progresso e la sua critica (titolo originale: The true and only Heaven. Progress and its Critics, New York-London, Norton & Company, 1991; traduzione dallamericano di Carlo Oliva, Milano, Feltrinelli, 1992, p. 119-22): Ancor prima che il Terrore conducesse la Rivoluzione francese al suo terribile culmine, Edmund Burke pubblic la sua classica difesa della saggezza della tradizione contro linnovazione sconsiderata, delle vecchie istituzioni contro il sistema meramente teorico ideato dai sofisti, dai declamatori e dai metafisici. Burke sottolineava il valore del pregiudizio, che secondo lui era diecimila volte preferibile ai mali della incostanza e della volubilit. LIlluminismo condannava il pregiudizio in quanto nemico della ragione; ma il suo valore come fonte di controllo morale, per Burke,era testimoniato proprio dalla Rivoluzione, opera di uomini e di donne cui la libert dai pregiudizi aveva tolto la capacit di evitare dei crimini orribili. Burke identificava il pregiudizio con il decoro e con sentimenti ineffabili, suggeriti spontaneamente dal cuore. Un saggio pregiudizio contro il parricidio aveva spinto gli inglesi, di fronte alla follia dei loro vicini doltre manica, a considerare con orrore quei figli del loro paese che facevano sconsideratamente a pezzi lo stato francese, questo vecchio genitore, per gettarlo nel calderone dei maghi. [] Invece di distruggere i pregiudizi, i filosofi dovrebbero impiegare meglio la loro sagacia.. per scoprire la saggezza nascosta che in essi prevale. I pregiudizi guidano la condotta delluomo in maniera molto pi attendibile che non la ragione, in quanto fanno s che sia la consuetudine, e non una serie di azioni sconnesse a costituire la virt di ogni uomo. Anche la superstizione ha il suo 2

posto in uno schema ben ordinato. Non c alcuna superstizione con cui lassurdit della ragione umana ha potuto paralizzare il coraggio di agire, che il novantanove per cento degli inglesi non preferirebbe allempiet. Burke non mette in discussione lopposizione fra ragione e tradizione. Inverte semplicemente i valori che vengono abitualmente attribuiti a questi concetti, celebrando il pregiudizio e la superstizione in opposizione alla predilezione illuministica per la nuda ragione, come la definisce. La sua critica non si limita allargomento per cui la ragione incoraggia la confusione, lazione sconsiderata, ma include largomentazione opposta, che la ragione favorisce il dubbio e lincertezza. La ragione paralizza la capacit di agire, mentre il pregiudizio di pronta applicazione nei casi di emergenza, e non lascia luomo esitante, scettico, incerto, perplesso, nel momento della decisione. Queste osservazioni mettono in evidenza come Burke identifichi la ragione con un tipo di speculazione fluttuante, astratta, irresponsabile, indifferente alle conseguenze di un dato succedersi di azioni, indifferente persino al bisogno di azione e di scelta morale, inteso come lopposto di un modo di comportarsi estrapolato da premesse teoretiche. [] Pur essendo un polemista brillante, Burke preferiva il silenzio al vociare del dibattito o, secondo una immagine a lui molto cara, il decoroso abito della consuetudine alla nudit della ragione. Egli lodava la religione, considerandola il fondamento della societ civile, ma deplorava le controversie religiose. I cristiani moderni, scriveva, considerano la propria religione come una consuetudine, sottoposta a unautorit, non soggetta a dispute. Quando parlava del cristianesimo come dellunica grande fonte di civilt per noi tutti. Aggiungeva che sbarazzarsi del cristianesimo avrebbe significato rivelare la nostra nudit. Burke era rimasto particolarmente inorridito dal processo e dalla condanna a morte di Maria Antonietta: come regina e come donna, essa avrebbe dovuto essere tutelata da un cos grande oltraggio; la sua condizione di donna e di regina avrebbero dovuto sottrarla a un procedimento giudiziario da parte dei suoi stessi sudditi; e se tale considerazione il frutto di un pregiudizio, ebbene, allora ben vegano i pregiudizi, che peraltro nascono spontaneamente nel cuore degli uomini e che solo con uno sforzo della volont e di una intelligenza pervertita dal fanatismo della ragione, possono essere messi a tacere o estirpati dal cuore umano. La storia piena di esempi di come si sia chiamato pregiudizio ci che la ragione non era disposta a riconoscere, arrivando a negare la realt delle cose, pur di non dare torto alla ragione astratta. La stregoneria, tanto per fare un esempio particolarmente scomodo e politicamente scorrettissimo: sempre esistita e continua a prosperare tuttora, allombra dei grattacieli; ma la ragione non lo ammetter mai: dunque, questultima DEVE proclamare che la caccia alle streghe del XVI e XVII secolo fu soltanto una sanguinosa insensatezza. Ora, che sia stata sanguinosa, non c dubbio (anche se il numero delle vittime stato, da taluni storici neo-illuministi, enormemente esagerato); ma che sia stata insensata, nel senso di folle e illusoria, tutto da vedere (altro discorso, ovviamente, se i poteri diabolici di chi pratica la magia nera siano reali o immaginari). Il paradosso della ragione illuminista, come notava acutamente Burke, , dunque, che essa vorrebbe eliminare i conflitti di opinione mediante la sua universalit: perch la ragione, per i philosophes, lelemento che accomuna tutti gli uomini, mentre il sentimento, essendo un elemento soggettivo e passionale, tende a dividerli; ma, di fatto, succede che la ragione, dopo aver abbattuto, luno dopo laltro, i pregiudizi, nella sua nudit lascia gli uomini incerti ed esitanti, perch rivela loro la fluidit e la relativit dei valori, una volta che a questi sia stato strappato il solido fondamento della tradizione. Se si dichiara pregiudizio tutto ci che la tradizione ci ha tramandato, ma che la ragione scientifica non approva n convalida (magari semplicemente perch non lo capisce o perch non appartiene alla sua sfera di competenza, ed essa non possiede gli strumenti per indagarlo), si distruggono le certezze su cui poggia il vivere civile, senza avere nulla con cui sostituirle, e si avvia la societ lungo la china del caos. difficile credere che i razionalisti e i sacerdoti del Progresso, ieri come oggi, non abbiano visto una verit cos facilmente intuibile; per cui sorge spontaneo il dubbio che essi siano i consapevoli artefici di una sistematica strategia della dissoluzione sociale 3

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